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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

LUGLIO 2012

 

DOMENICA 1 LUGLIO: 13^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester, regina; San Nicasio Burgio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

DESTAMI, SIGNORE, DAL SONNO.

 

Hanno detto: E’ vera cortesia quella che non mette mai in imbarazzo. (G. Bernanos)

Saggezza popolare: Senza riposo nemmeno il cavallo può trottare. (proverbio Russo)

Un aneddoto: Negli antichi codici, c'è la storia di una fanciulla, che aveva fatto parte del gruppo delle donne che avevano accompagnato Gesù fin sul Calvario. Era una giovane timida, silenziosa e riservata. Alla notizia della Risurrezione, non aveva avuto bisogno né di visioni né di conferme. Aveva creduto subito. E spinta da un'audacia mai avuta prima, si era fatta pellegrina per annunciare le parole di Gesù. Non aveva più paura. Predicava nelle città e nei villaggi. Un giorno le si avvicinò un uomo, che era stato profondamente impressionato dalla sua testimonianza. E le chiese:  "Dimmi, qual è il segreto del tuo coraggio?». "L'umiltà. Così mi ha insegnato il Maestro”. L'uomo stette un attimo in silenzio, poi chiese ancora:  "E a che cosa serve l'umiltà?”. "A dire per prima: "Ti voglio bene"

Parola di Dio: Sap. 1,13-15;2,23-24; Sal. 29: 2Cor8,7.9.13-15; Mc. 5,21-43

 

Vangelo Mc 5, 21-43

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva". Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?". I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?". Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male". Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!". E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. Parola del Signore

 

LE DISSE: “FANCIULLA, IO TI DICO, ALZATI!” E SUBITO LA FANCIULLA SI ALZO’ E SI MISE A CAMMINARE. E ORDINO’ DI DARLE DA MANGIARE.” (Mc. 5,42)

Gesù, dille ancora queste parole! Dille ai cristiani dalla fede addormentata, dille a coloro che si sono abituati alla morte del peccato, dille a noi quando ci lasciamo vincere dal pessimismo che fa morire la speranza, dille ai politici che pensano al proprio portafoglio invece che al bene comune, dille ai bambini inebetiti dalla televisione, dille a quelle coppie che vedono solo più le difficoltà al vivere insieme, dille ai giovani che addormentano i loro ideali nel materialismo, dille queste parole a quell’uomo che sta pensando al suicidio e a quella donna incinta che sta pensando, per comodo, di sbarazzarsi del suo bambino, dille a quei genitori disperati per il figlio drogato, dille attraverso la solidarietà di altri, a quei barboni che questa notte dormiranno su un pezzo di cartone, dille negli ospedali a chi si sente ormai un caso e un numero, dille a quegli anziani che tanto possono ancora dare ma che si sono chiusi nelle loro tristezze e solitudini, dì questa tua parola potente anche nelle nostre assemblee liturgiche spesso abitudinarie e sonnolenti. Fa rinascere gioia, speranza, desiderio di bene. Prendici per mano e tiraci su, e come a quella fanciulla, donaci te stesso da mangiare perché le nostre forze rinfrancate possano ritornare alla pienezza della tua vita.

 

 

LUNEDI’ 2 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottone, vescovo; San Bernardino Realino, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SEI IL PRIMO, L’UNICO, IL SANTO

 

Hanno detto: Quello che tu puoi fare è solo una goccia nell'oceano, ma è ciò che da' significato alla tua vita. (Albert Scweitzer)

Saggezza popolare: L’uomo virtuoso è incline agli accordi, quello vizioso vuole stabilire la colpa. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: E’ il 29 aprile del 1380, domenica. Caterina da Siena è in preda a sofferenze indicibili, che sopporta con eroica pazienza: “Figlioli carissimi, non dovete rattristarvi se io muoio, ma piuttosto dovete gioire con me e con me rallegrarvi, perché lascio un luogo di pene per andare a riposarmi in un oceano di pace, in Dio eterno. Vi do la mia parola: dopo la mia morte, vi sarò più utile...”. Dopo la confessione generale e grandi segni di contrizione perfetta, gli astanti si accorgono che la sua anima sostiene una dura lotta col potere delle tenebre: “La vanagloria, no”, sussurra, ma la vera gloria e la lode di Dio sì!”. L’agonia è lunga e la vittoria completa. Ottenuta l’assoluzione generale, vedendosi ormai prossima alla morte, dopo varie raccomandazioni ai suoi, disse: “Signore, raccomando nelle tue mani lo spirito mio! E, finalmente sciolta e libera, la sua anima può congiungersi indivisibilmente con lo Sposo che aveva amato per tutta la vita. Aveva solo 33 anni!”

Parola di Dio: Am. 2,6-10.13-16; Sal. 49; Mt. 8,18-22

 

Vangelo Mt 8, 18-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù vedendo una gran folla intorno a sé, ordinò di passare all'altra riva. Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: "Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai". Gli rispose Gesù: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". E un altro dei discepoli gli disse: "Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre". Ma Gesù gli rispose: "Seguimi e lascia i morti seppellire i loro morti". Parola del Signore

 

“SIGNORE, PERMETTIMI DI ANDARE PRIMA A SEPPELLIRE MIO PADRE”. GESU’ GLI RISPOSE: “SEGUIMI E LASCIA I MORTI SEPPELLIRE I LORO MORTI”. (Mt. 8, 21-22)

Ci sono alcune frasi di Gesù che appena lette ci sembrano difficili da conciliare con la stessa figura del Redentore e con l’insegnamento di tutto il Vangelo. Qui Gesù, ad una persona che gli chiede di poterlo seguire, ma che prima gli conceda di essere libero dai propri impegni familiari, risponde a prima vista dicendo quasi che i doveri familiari nei  confronti dei genitori siano “cose da morti”, ben lontane dal Regno. Eppure Gesù ha invitato sempre ai valori della famiglia e solo nel capitolo precedente (Mt. 7,10) aveva criticato duramente coloro che con le loro speculazioni religiose si credevano dispensati dall’aiuto ai genitori anziani. Che cosa vuol dunque dirci Gesù? Prima di tutto che seguire Lui non è uno scherzo, non è una cosa da prendere alla leggera.  Per essere suoi discepoli veri non basta lo slancio iniziale che ci porta a dire come lo scriba del Vangelo di oggi: “Ti seguirò ovunque tu andrai”, occorre la costanza, l’impegno giornaliero, si tratta di orientare tutta la propria vita non soltanto sull’osservanza di qualche norma, ma sull’aderire alla persona stessa di Gesù, si tratta di sapere che non lo si segue per il  successo ma che con Lui prima di arrivare al premio si sale su una croce. Gesù certamente non è come certi predicatori o procacciatori di vocazioni che fanno tutto facile, che vedono solo onori e sicurezze nelle scelte di discepolato, Gesù ci mette davanti la sua realtà: “Se vuoi accettarmi sappi che sono il Risorto – crocifisso, e se si accetta l’uno si accetta anche l’altro perché sono un'unica persona.” Seconda cosa Gesù non vuole assolutamente che il discepolo sia uno che ha rinunciato ai suoi sentimenti o uno talmente staccato dalla propria famiglia da dimenticarla, dice soltanto che il vero discepolo mette prima di tutto Dio e il suo regno e cerca di trasporre nella sua vita familiare, sociale e di comunità i valori stessi del Vangelo e non i valori “morti” del mondo. Io mi realizzo come discepolo di Cristo vivificando i miei rapporti familiari e umani con i valori e i doni della fede, quindi non è che non amo più i miei genitori, i miei familiari o il mio prossimo, tutt’altro!, li amo di più e nel modo vero perché li amo non soltanto con i miei poveri sentimenti umani, ma come li ama Dio, cercando davvero non solo per loro i beni effimeri della terra, ma il vero bene.

 

 

MARTEDI’ 3 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE MIO E DIO MIO.

 

Hanno detto: Dio ama i poveri e, per conseguenza, ama quelli che amano i poveri. (San Vincenzo de Paoli)

Saggezza popolare: Sopportare un'offesa da chi si teme non è vera pazienza; sopportare un'offesa da chi non si teme è vera pazienza. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Il maestro raduna i suoi discepoli e domanda loro: “Da dove prende avvio la preghiera?”. Il primo risponde: “Dal bisogno”. Il secondo risponde: “Dall’esultanza. Quando esulto, l'animo sfugge all’angusto guscio delle mie paure e preoccupazioni e si leva in alto verso Dio”. Il terzo: “Dal silenzio. Quando tutto in me si è fatto silenzio, allora Dio può parlare”. Il maestro risponde: “Avete risposto tutti esattamente. Tuttavia, v'è ancora un momento da cui prende avvio e che precede quelli da voi indicati. La preghiera inizia in Dio stesso. È Lui ad iniziarla, non noi”.

Parola di Dio nella festa di san Tommaso: Ef. 2,19-22; Sal. 116; Gv. 20,24-29

 

Vangelo Gv 20, 24-29

Dal vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò". Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!". Parola del Signore

 

“TOMMASO, UNO DEI DODICI, CHIAMATO DIDIMO…” (Gv. 20,24)

S. Giovanni nel suo vangelo ci dice che Tommaso aveva un soprannome: Didimo, che significa "Gemello".

La tradizione vuole che fosse chiamato così non tanto perché “fratello gemello di Gesù” ma perché assomigliava molto a Gesù e non solo fisicamente, ma perché cercava, come vero apostolo, di imitarlo in tutto.  Giovanni con questa indicazione ci ricorda che chi vuol essere seguace di Gesù, deve essere "gemello", somigliante a Gesù.  Ciò non toglie che Tommaso abbia le sue debolezze, abbia un cammino di fede da fare prima di arrivare ad abbandonarsi totalmente al Risorto dicendo: "Mio Signore e mio Dio". Il Signore non ci astrae dalla realtà, non vuole che il credente perda la sua identità, non si spaventa neppure dei nostri errori e peccati, ma invita ciascuno di noi a "diventargli somigliante". Davanti a certi santi di ieri e di oggi è facile dire: "E' stato come Gesù", pensate a un Francesco, a Madre Teresa di Calcutta o a Papa Giovanni XXIII;  chissà se chi mi vede sul lavoro, in casa può dire: "Quel cristiano nel suo modo di agire, di pensare somiglia a Gesù"?

 

 

MERCOLEDI’ 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Portogallo; Sant’Alberto Quadrelli, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI SIGNORE DAL MALE E DAL MALIGNO

 

Hanno detto: Se pregate, da due grani che voi seminate ne nasceranno quattro spighe. Chi prega è come colui che va dal re. (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Chi sa di non sapere è nobile, chi vuol far credere di sapere ciò che non sa è debole di mente. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Era un pomeriggio piovoso e una signora stava percorrendo in auto una delle strade principali della città, facendo particolare attenzione poiché la strada era bagnata e scivolosa. All'improvviso il figlio, seduto sul sedile accanto, disse: “Sai mamma, sto pensando a una cosa”.  La donna era curiosa di sapere quello che aveva scoperto con la sua testolina il bambino di sette anni. “Cosa hai pensato?”.  “La pioggia”, iniziò a spiegare, “è come il peccato, e i tergicristalli sono come Dio, che spazza via i nostri peccati”. Superato lo stupore, la mamma chiese: “Hai notato che la pioggia continua a cadere? Cosa significa, secondo te?”. Il bambino non esitò un attimo a rispondere: “Noi continuiamo a peccare e Dio continua a perdonarci”.

Parola di Dio: Am. 5,14-15.21-24; Sal. 49; Mt. 8,28-34

 

Vangelo Mt 8, 28-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo Gesù giunto all'altra riva del mare di Tiberiade, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciarono a gridare: "Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?". A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare; e i demoni presero a scongiurarlo dicendo: "Se ci scacci, mandaci in quella mandria". Egli disse loro: "Andate!". Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio. Parola del Signore

 

“PREGARONO GESÙ CHE SI ALLONTANASSE DAL LORO TERRITORIO”. (Mt. 8,34)

Gesù e gli affari economici non convivono bene insieme. Gesù ha a cuore la salvezza del corpo e dell’anima di un indemoniato, gli abitanti di quella regione pensano ai soldi che hanno perso nella strage dei loro maiali che si sono buttati nel lago. E gli interessi economici hanno la prevalenza: “Questo Gesù, i suoi miracoli vada a farli da un’altra parte e ci lasci con i nostri maiali che ci danno ricchezza”. Guardate se oggi non succede proprio così quando la preoccupazione maggiore sono gli affari, i soldi, non c’ è spazio per Gesù e per un vero interesse al prossimo. Qualche volta ci lamentiamo di Dio che sembra essere assente e lontano ma ti sei mai chiesto se non lo hai sfrattato con tutte le tue preoccupazioni materialiste?

 

 

GIOVEDI’ 5 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Zaccaria; Santa Zoe.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RICORDATI DI…. A TE LO AFFIDO

 

Hanno detto: Chi fa soffrire il prossimo fa male a se stesso. Chi aiuta altri aiuta se stesso. (Tolstoi)

Saggezza popolare: Il grande talento richiede molto per maturare. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un saggio teneva nel suo studio un enorme orologio a pendolo che ad ogni ora suonava con solenne lentezza, ma anche con gran rimbombo.  “Ma non la disturba?” chiese uno studente. “No” rispose il saggio. “Perché così ad ogni ora sono costretto a chiedermi: che cosa ho fatto dell'ora appena trascorsa?”

Parola di Dio: Am. 7,10-17; Sal. 18; Mt.9,1-8

 

Vangelo Mt 9, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: "Costui bestemmia". Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: "Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e và a casa tua". Ed egli si alzò e andò a casa sua. A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore

 

"ED ECCO GLI PORTARONO UN PARALITICO STESO SU UN LETTO". (Mt. 9,2)

Quando uno è paralitico, oltre alla malattia soffre di un handicap molto grande. Per muoversi, per fare le cose che gli aggradano, ha bisogno di altri. Il paralitico del Vangelo poteva avere tutta la fede che voleva in Gesù, ma se i suoi amici non si caricavano di lui e della sua barella e si mettevano in viaggio, non avrebbe potuto incontrare Gesù a da Lui ricevere non una, ma due grazie: il perdono dei peccati e la guarigione dalla paralisi. Spesso l'uomo, caduto nelle spire del peccato, resta paralizzato. Provate a pensare, ad esempio, a quando ci si è lasciati invischiare dal male, come sia difficile rompere con esso e con le sue abitudini, le sue costrizioni; un drogato non riesce facilmente a venirne fuori, anche se in certi momenti lo vorrebbe: c'è il bisogno fisico, la paura della sofferenza, il 'giro' in cui è entrato… Quando ci si ritrova paralizzati così, forse si vorrebbe risolvere il problema, ma da soli non possiamo niente, neppure recarci da Gesù. Abbiamo bisogno di amici che ci aiutino. Possiamo diventare amici per aiutare. Il senso vero dell'amicizia è proprio qui. Non sono amico solo perché "con te mi trovo bene", neanche perché "insieme ne abbiamo combinate di cotte e di crude", sono amico vero specialmente quando posso fare per te qualcosa che tu, da solo, in quel momento, non potresti fare. E c'è ancora un'altra grande forma di aiuto che possiamo offrirci a vicenda, specialmente quando siamo impediti di poter agire immediatamente nei confronti dell'altro, ed è la preghiera di intercessione. E' uno dei doni più preziosi che possiamo fare. Non serve a scaricarci le responsabilità: se chiedo qualcosa per un amico, devo essere disponibile, appena ne avessi la possibilità, di farmi in quattro per farglielo avere.

Non è inutile perché Gesù apprezza tutto quello che è amore e amicizia ed è favorevolmente disposto a chi, per amore, non chiede per sé, ma per gli altri. Sono convinto che se nella mia vita ho potuto, qualche volta, fare un po’ di bene, è dovuto certamente alla preghiera umile e profonda di tante persone, che ogni giorno pregano per me. E nella preghiera di intercessione non occorre neppure specificare entità e quantità di dono richiesto, basta affidare alla bontà di Dio: Lui provvede a dare ciò che è buono e giusto.

 

 

VENERDI’ 6 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Goretti; Santa Domenica, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PARLA IL TUO SERVO TI ASCOLTA.

 

Hanno detto:

La semplicità non ha nulla che contraddica alla prudenza, né viceversa. La semplicità è amore, la prudenza è pensiero. L'amore prega, l'intelligenza vigila (Papa Giovanni XXIII)

Saggezza popolare: L’uomo che riesce a vedere le cose piccole, ha la vista limpida. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Era una signora che aveva comprato un copriletto orribile. L'aveva comprato per disperazione, pagandolo cinque euro, a una vendita di articoli di seconda mano. Ogni volta che rifaceva il letto, distendeva il copriletto con una smorfia di disgusto. Poi, un giorno, sfogliando un catalogo di vendita per corrispondenza trovato per caso, vide lo stesso copriletto firmato da un famosissimo stilista. Costava trecento euro! Non appena scoprì il prezzo del copriletto, esso acquistò tutta un'altra bellezza ai suoi occhi.

Parola di Dio: Am. 8,4-6.9-12; Sal. 118; Mt.9,9-13

 

Vangelo Mt 9, 9-13

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: "Seguimi". Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: "Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?". Gesù li udì e disse: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore

 

“SEGUIMI” (Mt 9,9)

Noi siamo e ci chiamiamo Cristiani. Perché questo nome? Perché noi siamo di Gesù Cristo. Durante la sua vita su questa terra, Gesù attirò a sé molta gente, uomini e donne di tutte le età. Molti gli chiesero il permesso di “seguirlo”; altre volte fu Lui stesso a chiamare a sé alcuni, dicendo loro: “Seguimi”. E chi lo seguì condivise la vita di Gesù, i suoi insegnamenti, il suo stile, il suo destino. Anche oggi Gesù continua a chiamare e a dire: “Seguimi”.

“Seguimi” nel perdonare come ho fatto io; nell’amarti io per primo. “Seguimi” nell’amare questo meraviglioso mondo, ma anche nel capire che non serve conquistarlo... se poi perdi la tua anima.... Anch’io, come te, ho avuto ed ho amici: “Seguimi” nell’amicizia. Anch’io ho pregato. A lungo. “Seguimi”, ti insegnerò a pregare. Ho gioito, ho sofferto, ho pianto. Come te.... “Seguimi”. Io ti consolerò. Puoi seguirmi anche nell’aiutare i poveri. I malati. Puoi seguirmi nell’essere anche tu Sacerdote, come Me. E quando ti chiamerò per tornare al Padre, seguimi: ti sarò accanto nell’ultimo cammino. Seguimi.... dice Gesù.

 

 

SABATO 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollonio, vescovo; San Firmino il vecchio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

AL CENTRO DEL MIO CUORE SII SOLO TU, GESU’

 

Hanno detto: L’oliva e l’uva danno il loro succo solo dopo essere passate nel frantoio. (Beata Anna di San Bartolomeo)

Saggezza popolare: L’uomo coraggioso non è violento, il buon lottatore non perde la calma. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un leone spalancò le fauci sotto il naso di una pecora e le chiese se gli trovava l'alito cattivo. La pecora rispose: “Sì”.  “Stupida!”, disse il leone e le staccò la testa con un possente morso. Poi fece la stessa domanda al lupo.  “No”, rispose il lupo.  “Adulatore!”, disse il leone. E lo sbranò. Poi andò a trovare la volpe per porle la stessa domanda. “A dire il vero, sire”, rispose la volpe, “ho un tale raffreddore che proprio non riesco a sentire gli odori”.

Parola di Dio: Am. 9,11-25; Sal. 84; Mt. 9,14-17

 

Vangelo Mt 9, 14-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: "Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?". E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano". Parola del Signore

 

“PERCHE’ MENTRE NOI E I FARISEI DIGIUNIAMO, I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO?”. (Mt. 9,14)

E’ sempre estremamente facile confondere tra fede e religione. Qui, i notabili della religione sono scandalizzati perché i discepoli di Gesù non compiono “gesti di religione”; altre volte, noi giudichiamo religiosi coloro che vanno in chiesa o confondiamo il credere con le pratiche religiose. Gesù ama e pratica la religiosità del suo popolo: osserva la legge mosaica, va al tempio, alla preghiera del sabato ma va anche a pregare al mattino presto, per conto suo e se un malato ha bisogno di Lui, non guarda il giorno della settimana. E’ osservante, non bigotto. Ama Dio, non le formalità della religione. Ascolta i capi della religione con rispetto, non ne è succube. La verità, per Lui è più importante delle formule preconfezionate.  Non si tratta allora di snobbare i segni della religione ma di renderli espressivi di una fede, fede che può benissimo, in certi casi, portarci a superarli.

 

 

DOMENICA 8 LUGLIO: 14^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Papa; Sant’Abbondio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PER LO MENO FA’ CHE NON SIA UN OSTACOLO AL TUO REGNO.

 

Hanno detto: La ricchezza del conto in banca è come il tacco delle scarpe che le donne usano per farsi più alte; è solo un'illusione, perché la nostra grandezza non viene dal basso, ma scende dall'alto. (Gabriele Adani)

Saggezza popolare: L’uomo dai desideri disordinati non può compiere azioni generose. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Il miliardario in punto di morte ai suoi eredi: “Figli miei, ora vi lascio”. “Quanto?”, chiesero tutti in coro.

Parola di Dio: Ez. 2,2-5; Sal. 122; 2Cor. 12,7-10; Mc. 6.1-6

 

Vangelo Mc 6, 1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. Parola del Signore

 

“E GESÙ NON VI POTE' OPERARE MIRACOLI’’. (Mc. 6,5)

Si legge nel libro degli Atti degli Apostoli che ‘‘Dio accompagnava la crescita della nuova comunità con segni e prodigi”. Quindi miracoli e segni non sono contro Dio. Gesù è il Figlio di Dio, può tutto. Eppure nel Vangelo di oggi scopriamo che Gesù, che ha guarito malati, cacciato demoni, condizionato la natura, non può operare miracoli nella sua patria. Gesù può tutto ma ci rispetta al punto da non poter niente contro la nostra incredulità. Allora non è che oggi non ci siano più miracoli, è che qualche volta noi impediamo a Dio di operare e di manifestare attraverso noi i suoi segni. Ma quando noi ci rendiamo disponibili alla grazia di Dio, quanti miracoli di carità, di pazienza, di perdono, di  solidarietà! Ma se questi miracoli non si moltiplicano non è perché Dio non voglia, è perché noi glielo impediamo. Quando il mio orgoglio ferito mi impedisce la strada del perdono, quando i miei calcoli umani mi rendono gretto nel dono, quando la mia rabbia mi impedisce di riconoscere nell’altro un fratello, quando mi fido più nella mia previdenza che non nella Provvidenza io impedisco a Dio di fare i suoi miracoli di amore.

 

 

LUNEDI’ 9  LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Vittoria; Santa Veronica Giuliani.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TUTTO TACE: PARLA TU

 

Hanno detto: Se ci mostriamo riconoscenti per tutto ciò che abbiamo ricevuto da Dio, prepariamo alla grazia un posto più grande nel nostro cuore e ci rendiamo degni di riceverla con più abbondanza. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Uomo è chi siede in portantina; uomo è chi lo trasporta. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un giorno mentre Santa Rita ancora in fasce riposava all'ombra di un albero, mentre i genitori stavano un po´ più lontani, uno sciame di api le circondò la testa senza pungerla, anzi alcune di esse entrarono nella boccuccia aperta depositandovi del miele. Nel frattempo un contadino che si era ferito con la falce ad una mano, lasciò il lavoro per correre a casa per farsi medicare; passando davanti al cestello e visto la scena, prese a cacciare via le api e qui avvenne la seconda fase del prodigio, man mano che scuoteva le braccia per farle andare via, la ferita si rimarginò completamente. L'uomo gridò al miracolo e con lui tutti gli abitanti di Roccaporena, che seppero del prodigio.

Parola di Dio: Os.2.16-22; Sal. 144; Mt. 9,18-26

 

Vangelo Mt 9, 18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: "Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà". Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli. Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". Gesù, voltatosi, la vide e disse: "Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita". E in quell'istante la donna guarì. Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse: "Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme". Quelli si misero a deriderlo. Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E se ne sparse la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“QUELLI SI MISERO A DERIDERLO, MA DOPO CHE FU CACCIATA VIA  LA GENTE, EGLI ENTRO’, LE PRESE LA MANO E LA FANCIULLA SI ALZO’. (Mt. 9,24-25)

Davanti al trambusto della gente che è a contatto con il dolore, la morte di una giovane e che urla e fa scompiglio mischiando sentimenti, fede, ipocrisia,  Gesù chiede che sia “cacciata via la gente” prima di operare la risurrezione. Gesù ama la gente, è venuto per la gente. Predicava a grandi folle, è sempre stato in mezzo alla gente; ci sono però momenti in cui fugge la gente o caccia via la gente. Quando Gesù vuole pregare o vuole dire parole importanti ai suoi discepoli, si allontana dalla folla e quando, come nel vangelo di oggi, occorre compiere un grande atto di fede, c’è bisogno di solitudine, di silenzio, di intimità. La nostra società è quella del fracasso: ci sono i mille rumori delle strade, delle fabbriche, ci sono le cose non più dette ma gridate, si grida da balcone a balcone, più c’è rumore e più ci si diverte, perfino il canto e la musica per essere alla moda devono essere ‘sparati’ a molti decibel. Vai al supermercato e la “musica di sottofondo” ti stordisce al punto che quando esci scopri di aver comprato più di quello che ti serviva. E poi ci sono i rumori delle parole: i telegiornali non sono più letti, ma gridati, negli spettacoli televisivi, per far ridere, bisogna gridare (soprattutto qualche parolaccia) altrimenti il sorriso non scatta. Nelle discussioni non si ha la buona creanza di rispettare dei turni per parlare: ci si parla (anzi, si urla) ‘addosso’ col risultato che non si capisce più nulla e ciascuno se ne va esattamente come era arrivato. Anche in ambito religioso si parla, si urla di tutto. Nel supermercato delle religioni sembra che abbia la vittoria chi vende più specchietti colorati urlando più forte degli altri… “Cacciata via la folla”: chi grida, chi urla, chi vende e compra tutto a base di parole non può capire nulla del sacro, anzi rivestirebbe il sacro, la preghiera, la fede, il miracolo solo di urla da fiera e da baraccone. La sofferenza, la preghiera, la fede, il miracolo hanno bisogno di intimità, profondità, silenzio. La gioia, poi, porterà il lieto annunzio, ma prima dell’esplosione del fiore e del frutto c’è bisogno del silenzio dell’inverno e della terra per stendere le radici.

 

 

MARTEDI’ 10 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Anatolia, Vittoria e Audace, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA VOLONTA’ E’ CERTAMENTE BUONA PER NOI.

 

Hanno detto: E’ indispensabile sacrificare qualcosa. E’ l’igiene dell’anima. (Jean Cocteau)

Saggezza popolare: Con i buoni sarai buono, con i non buoni sarai buono allo scopo di renderli buoni. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: San Francesco d’Assisi non intraprendeva nulla senza andare prima a consultare Gesù Cristo: “Quando io non posso ascoltare la Messa - diceva - adoro il corpo di Cristo nell’orazione e con gli occhi dello spirito, come quando vado a Messa”. Nei suoi viaggi entrava nelle chiese e, nel caso fossero in disordine, le riordinava lui stesso, e lo si sentiva esclamare: “Ti adoriamo, o Santissimo Signore Gesù Cristo, qui e in tutte le chiese che sono sulla terra”.

Parola di Dio: Os. 8,4-7.11-13; Sal. 113b; Mt.9,32-38

 

Vangelo Mt 9, 32-38

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: "Non si è mai vista una cosa simile in Israele!". Ma i farisei dicevano: "Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni". Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!". Parola del Signore

 

“LA MESSE E’ MOLTA, MA GLI OPERAI SONO POCHI, PREGATE DUNQUE IL PADRONE DELLA MESSE CHE MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE!” (Mt. 9,37-38)

Vi ripropongo una riflessione personale di alcuni anni fa. E’ ancora così. Era il più buono di noi. Eravamo in sei, alla fine dell'ultimo anno di teologia. Vivevamo nel sottotetto della chiesa di S. Gaetano. Sognavamo il nostro sacerdozio e sperimentavamo l'apostolato. Fummo preti e ci disperdemmo ma anche lontani sapevamo della dolcezza, dell'intelligenza e della delicatezza di don Toni. Ci ritrovammo dopo due anni a portare la bara del nostro amico con nel cuore la domanda: ma perché, proprio lui, il più buono? Perché questo padrone della messe che vede le necessità degli uomini, che sa il bisogno di operai, per un semplice incidente si privava e ci privava proprio del migliore? Ancora oggi non so rispondere a questa domanda, ancora oggi mi vien voglia di mormorare per questa ed altre "ingiustizie", mi sembra in certi momenti una contraddizione pregare per le vocazioni un "padrone" che poi si perde il migliore operaio che ha già. Poi penso a Gesù in croce (3 anni di vita pubblica, 33 anni di età) non continuando con i miei poveri interrogativi ma chiedendo a Lui che aumenti la mia fede nel chicco di frumento che se muore fa molto frutto. 

 

 

MERCOLEDI’ 11 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto, patrono d’Europa;Santa Amabile di Rouen.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE E’ PAROLA DI VITA ETERNA

 

Hanno detto: Il diavolo nel trascinarci alla rovina usa violenza; Dio invece nell’esercitarci alla salvezza ci conduce per mano. (Dionigi d’Alessandria)

Saggezza popolare: Se l’uomo è puro da ogni colpa, l’abito che indossa è sempre bello. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: "Su mangia; se non mangi non diventerai mai grande..." Le stesse parole che ha udito dalla Mamma. Le ripete alla sua bambola con la stessa convinzione, ma non con la certezza che producano lo stesso effetto. Siamo i modelli dei nostri Figli. Stiamo attenti a ciò che diciamo e facciamo. Loro hanno sempre gli occhi e gli orecchi ben spalancati.

Parola di Dio: Pr. 2,1-9; Sal. 33; Mt. 19,27-29

 

1^ Lettura Prv 2, 1-9

dal libro dei Proverbi

Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, se appunto invocherai l'intelligenza e chiamerai la saggezza, se la ricercherai come l'argento e per essa scaverai come per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio, perché il Signore d la sapienza, dalla sua bocca esce scienza e prudenza. Egli riserva ai giusti la sua protezione, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, vegliando sui sentieri della giustizia e custodendo le vie dei suoi amici. Allora comprenderai l'equità e la giustizia, e la rettitudine con tutte le vie del bene. Parola di Dio

 

“SE ACCOGLIERAI LE MIE PAROLE E CUSTODIRAI IN TE I MIEI PRECETTI, ALLORA COMPRENDERAI IL TIMORE DEL SIGNORE”. (Prov. 2,1.5)

Prega e lavora, diceva San Benedetto, che ricordiamo oggi, patrono d’Europa; cioè: metti Dio e la sua Parola al centro e tutto diventerà sacro. Prima di tutto bisogna concretamente conoscere e leggere le parole della rivelazione. Un cristiano che non mastichi quotidianamente un po’ di Parola di Dio rischia di diventare un “religioso” senza fondamento, senza radice, può essere manipolato da tutti, rischia di essere un superficiale ed anche un ipocrita. Ma non basta leggere, studiare, magari anche sapere a memoria la Parola per essere entrati nel cuore della Parola. Anche per mestiere ho letto molti libri di esegeti famosi e studiosi della Parola. Persone che prendono un termine della Bibbia, te lo vivisezionano, te lo sviscerano, ci scrivono su un libro e alla fine… “bla, bla” e basta; non un palpito, uno stimolo, un cambiamento procurato da quella Parola. Penso che, invece, la strada per capire, entrare nel cuore della Parola e lasciare che sia la Parola a dominare noi, ci sia ben indicata da un gesto che l’apostolo Giovanni compie durante l’Ultima Cena. Egli ha posato il suo capo sul cuore di Gesù e Gesù è, a sua volta, Colui che da tutta l’eternità è “nel seno del Padre” (Gv.1,18).  La parola di Dio non è allora solo questione di sapere, di studiare, è incontrare non tanto un libro, un codice di morale, una vecchia storia, ma incontrare un persona: Gesù Cristo, vivo. E’ l’appuntamento non per chissà quando ma per oggi.

 

 

GIOVEDI’ 12 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fortunato; San Giovanni Gualberto.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA TENTAZIONE DEL POTERE, LIBERACI SIGNORE.

 

Hanno detto: Oh! come è facile farsi santo! Il mezzo principale, quasi unico, è di abituarsi a far in tutto la volontà di Dio. (San Vincenzo de Paoli)

Saggezza popolare: Che tu sia un re o un primo ministro, che tu sia un falco predatore o un timido passero, che tu sia libero di amore mistico o un pio eremita, finché non avrai conosciuto te stesso sarai solo un presuntuoso. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un uomo si recò da un monaco di clausura. Gli chiese: "Che cosa impari mai dalla tua vita di silenzio?". Il monaco stava attingendo acqua da un pozzo e disse al suo visitatore: "Guarda giù nel pozzo! Che cosa vedi?". L'uomo guardò nel pozzo. "Non vedo niente". Dopo un po' di tempo, in cui rimase perfettamente immobile, il monaco disse al visitatore: "Guarda ora! Che cosa vedi nel pozzo?". L'uomo ubbidì e rispose: "Ora vedo me stesso: mi specchio nell'acqua". Il monaco disse: "Vedi, quando io immergo il secchio, l'acqua è agitata. Ora invece l'acqua è tranquilla. E questa l'esperienza del silenzio: l'uomo vede sé stesso!".

Parola di Dio: Os. 11,1-4.8-9; Sal. 79; Mt.10,7-15

 

Vangelo Mt 10, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città". Parola del Signore

 

“ANDANDO (A TESTIMONIARE) NON PRENDETE CON VOI NE' BISACCIA DA VIAGGIO, NE' DUE TUNICHE, NE' SANDALI, NE' BASTONE”. (Mt. 10,10)

Quando Gesù manda gli apostoli a predicare il Regno di Dio esige da loro il segno della povertà: non devono essere avidi di denaro, devono essere sobri nell’uso dei mezzi umani, ma perche Gesù dice che non devono portarsi il bastone per il viaggio? Azzardo una interpretazione che forse non è troppo esegetica ma che mi sembra importante per il nostro essere cristiani: avere per le mani un bastone può essere una grande tentazione. Può venire in mente di non usarlo solo come mezzo di appoggio ma come arma per difendersi e per far sì, con la forza che altri accettino il nostro messaggio. E’ facile, in nome di Gesù, diventare prepotenti, esigere che altri la pensino come noi, non più offrire una proposta ma esigere un’adesione. La fede imposta con la forza, con la coercizione, con ricatti umani o religiosi non libera l’uomo e anche se accettata esternamente prima o poi viene considerata come un peso dal quale liberarci il più presto possibile.

 

 

VENERDI’13 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Enrico;Sant’Eugenio da Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

SERVITI DI ME, SIGNORE, PER IL TUO REGNO.

 

Hanno detto: E' in questa vita che decidi la tua eternità. (Kierkegaard)

Saggezza popolare: L’uomo che profferisce parole cattive non deve aspettarsi di ricevere parole buone. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Il monaco viveva lungo il fiume, dove pensava di fondare un convento che presto si sarebbe riempito di discepoli. Fu così con stupore che vide la fanciulla, figlia del contadino, portargli l'omaggio di un secchio di latte camminando sulle acque. Chiamò la fanciulla e le chiese:  "Pensi che io possa fare altrettanto?" "Certo!" rispose la ragazza "Devi solo gridare ad alta voce il Nome di Dio, e attraverserai senza pericolo le acque". Il monaco decise di provare: la ragazza di fronte e lui la seguiva, ripetendo fedelmente il Nome di Dio. Ma, preoccupato che il suo saio si bagnasse, lo alzava a mano a mano che entrava nell'acqua. E, ovviamente, più avanzava e più affondava nell'acqua.  La fanciulla si girò, vide la scena e sbottò in una innocente risata: "Non così, padre, non così! Il Nome di Dio nella tua bocca e la tonaca alzata nelle tue mani... non è questo il modo di attraversare il fiume!"  E se ne andò avanti felice, mentre il monaco tornò indietro umiliato. Preghiera senza il cuore non è preghiera. Preghiera è fede, e fede è coraggio. Lascia andare il tuo saio e cammina tra le correnti della vita confidando nella forza del Nome di Dio!

Parola di Dio: Os. 14,2-10; Sal. 50; Mt. 10,16-23

 

Vangelo Mt 10, 16-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“NON SIETE INFATTI VOI A PARLARE, MA È LO SPIRITO DEL PADRE VOSTRO CHE PARLA IN VOI”. (Mt. 10,20)

Quante volte ho sperimentato questo nella mia vita, eppure nella mia poca fede ci casco ancora. Quando devo affrontare la predicazione o qualche rapporto difficile mi lascio prendere dall’ansia, mi agito, studio le parole e vivendo nell’ansia di non farcela, magari riesco a farmi venire mal di stomaco. Eppure, ormai, dovrei saperlo che, una volta fatto tutto quello che potevo per prepararmi, dovrei essere tranquillo: il Signore fa Lui e fa sempre per il meglio. E anche quelli che umanamente vengono chiamati insuccessi, sono poi sempre veramente tali? Quante volte ho constatato che proprio in quelli che il mio orgoglio umano considera insuccessi sono stati invece cose che sono arrivate al cuore di qualcuno. Non credo che sapere che lo Spirito Santo agisce in noi debba renderci incoscienti o ci esima dal mettercela tutta (ad esempio non credo a quei predicatori che non si preparano mai perché intanto — dicono — ci pensa lo Spirito), ma sono anche convinto che il Signore con la sua forza vada ben al di là dei nostri limiti umani, se noi ci abbandoniamo a Lui.

 

 

SABATO 14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Camillo de Lellis; San Ciro di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

TU DAVANTI E IO DIETRO, SIGNORE.

 

Hanno detto: È irragionevole essere schiavi delle cose sopra le quali abbiamo ricevuto il potere. (Metodio)

Saggezza popolare: Chi non ricorda più il bene che gli è toccato è vecchio nell’anima. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Il rabbino Elimelec si prefigurava così il Giudizio: - Mi domanderanno se sono stato giusto. Risponderò di no. Poi vorranno sapere se sono stato caritatevole. Dirò di no. Ho dedicato la mia vita allo studio? No! Alla preghiera? Neppure.  Allora il Giudice Supremo dirà sorridendo:  - Ma tu dici sempre la verità! E grazie alla tua sincerità avrai parte al Mio Regno.

Parola di Dio: Is. 6,1-8; Sal. 92; Mt. 10,24-33

 

Vangelo Mt 10, 24-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebul il padrone di casa, quanto più i suoi familiari! Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli". Parola del Signore

 

“IL DISCEPOLO NON E’ DA PIU’ DEL SUO MAESTRO, NE’ UN SERVO DA PIU’ DEL SUO PADRONE”. (Mt. 10,24)

Ricordate Pietro? Finché è andato dietro a Gesù, finché ha mantenuto il suo ruolo di discepolo, ha saputo riconoscere Gesù come Figlio di Dio e lo Spirito Santo ha potuto operare in Lui, quando ha voluto mettersi davanti al suo maestro ed ha cominciato a dettargli leggi si è meritato del Satana. Noi non siamo maestri, ma vogliamo essere discepoli del maestro. Già un vecchio proverbio dice di non essere più papisti del Papa e noi qualche volta abbiamo la presunzione di metterci addirittura al di sopra di Gesù. Gli esempi sono purtroppo facili: un gruppo di preghiera, che è una cosa ottima, che per il fratello peccatore ha accettato la croce diventa anticristiano quando all'interno di esso alcuni personaggi che si autodefiniscono carismatici, diventano i leader  che impongono ad altri se stessi e il proprio pensiero; le chiese, specialmente le gerarchie ecclesiali, quando con la scusa di difendere l’ortodossia perdono di vista la carità e fanno del danno a un fratello, si mettono al posto di Cristo

 

 

DOMENICA 15 LUGLIO: 15^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonaventura da Bagnoregio; San Vladimiro.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU GESU’ LA PAROLA DI DIO INCARNATA.

 

Hanno detto: La cultura scientifica non si oppone ad alcuna cultura, poiché ogni autentica cultura è aperta all'essenziale. (Papa Giovanni Paolo II)

Saggezza popolare: In due posti conoscerete il vero amico: quando sarete a letto ammalati o quando sarete in prigione. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un gruppo di appassionati alpinisti un giorno decise di fare una spedizione in un'altissima catena montuosa di un paese orientale. L'impresa si prospettava affascinante per la bellezza dei paesaggi e per la cultura degli abitanti. Il problema maggiore era affrontare una scalata così impegnativa, stracarichi di viveri ed attrezzature e con i giorni contati. Così decisero di assumere alcuni sherpa, guide esperte che avrebbero indicato loro la strada e portato la maggior parte dei pesi. Il giorno della partenza si trovarono davanti quegli indigeni robusti e saggi, e non esitarono a sovraccaricarli di tutte le loro vettovaglie e attrezzature.  Partirono quindi per la scalata, e non si curarono di nulla, preoccupati solo dei pochi giorni a loro disposizione. Le soste erano minime, per un sorso d'acqua, senza neanche il tempo di alleggerire - almeno per un attimo - le spalle dei portatori. Dopo qualche giorno successe qualcosa di strano. Come sempre si erano fermati per un sorso d'acqua, e poi avevano stabilito di riprendere immediatamente il cammino, ma gli sherpa, scaricati i bagagli, non davano cenno di movimento. Dopo ripetuti inviti a muoversi, uno dei portatori disse: "Non possiamo: ora dobbiamo stare fermi!" "Stare fermi? Perché?!?" "Perché i nostri corpi hanno camminato molto, sono andati avanti, ma le nostre anime sono rimaste indietro: dobbiamo rimanere qui ad aspettare che le anime raggiungano i corpi!".

Parola di Dio: Am. 7,12-15; Sal. 84; Ef. 1,3-14; Mc. 6,7-13

 

Vangelo Mc 6, 7-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro". E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

"SE NON VI RICEVERANNO E NON VI ASCOLTERANNO ANDANDOVENE, SCUOTETE LA POLVERE DI SOTTO AI VOSTRI PIEDI". (Mc. 6,11)

Per gli Ebrei scuotere la polvere dai piedi era il gesto che facevano rientrando in Patria dopo essere stati in territori pagani, quasi a liberarsi da ogni contaminazione con chi non aveva fede. Qui, Gesù non dice di usare questo gesto per questo fine, ma il gesto indica che il messaggio che è stato trasmesso non è stato accolto. Compito del missionario è quindi quello di annunciare a tutti, senza distinzione, ma non si tratta di blandire le persone: è il messaggio stesso che crea il giudizio, o lo si accetta o no. Gesù non lo si impone né con la forza, né con le caramelle, ma testimoniando a parole e opere, seminando a piene mani; è dare la possibilità concreta di conversione a Gesù. Mi chiedo: la mia predicazione, la mia vita, la mia testimonianza sono in grado di dare agli altri che incontro la possibilità di conversione? Perché altrimenti quella polvere che io scuoto sarà scossa, ma contro di me.

 

 

LUNEDI’ 16 LUGLIO: Beata Vergine Maria del monte Carmelo

Tra i santi ricordati oggi: Maria Maddalena Postel.

Una scheggia di preghiera:

 

DAVANTI A TE, SIGNORE, TUTTO E’ GRAZIA.

 

Hanno detto: Se mi dicessero che per riuscire nel mio intento basta uccidere una formica, non la ucciderei. (Papa Giovanni XXIII)

Saggezza popolare: La guerra adopera il meglio dell’uomo per fare il peggiore dei mali. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Così scrive una tredicenne nel suo diario personale. Il mio papà dice che sono enormemente magnifica. Io mi chiedo se lo sono davvero. Per essere enormemente magnifica...Giada dice che bisogna avere bellissimi, lunghi capelli ricci come i suoi. Io non li ho. Per essere enormemente magnifica... Gianni dice che bisogna avere denti bianchi e perfettamente dritti come i suoi. Io non li ho. Per essere enormemente magnifica... Jessica dice che non devi avere quelle piccole macchie marroni sulla faccia che si chiamano lentiggini. Io le ho. Per essere enormemente magnifica... Marco dice che bisogna essere la più intelligente della classe. Io non lo sono. Per essere enormemente magnifica... Stefano dice che bisogna saper dire le battute più buffe della scuola. Io non lo so fare. Per essere enormemente magnifica... Laura dice che bisogna vivere nel quartiere più carino della città e nella casa più graziosa. Io non lo faccio. Per essere enormemente magnifica... Mattia dice che bisogna indossare solo i vestiti più carini e le scarpe più alla moda. Io non li indosso. Per essere enormemente magnifica... Samantha dice che bisogna provenire da una famiglia perfetta. Non è il mio caso. Ma ogni sera, quand'è ora di dormire, papà mi abbraccia forte e dice: «Tu sei enormemente magnifica e io ti voglio bene!». Papà deve sapere qualcosa che i miei amici non sanno. Anche Dio, in ogni istante, ti abbraccia forte e dice  "Tu sei enormemente magnifica/o e io ti voglio bene!". Dio deve sapere qualcosa di te che gli altri non sanno.

Parola di Dio: Is. 1,10-17; Sal. 49; Mt. 10,34-11,1

 

Vangelo Mt 10, 34 -11, 1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa". Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Parola del Signore

 

“E CHI AVRA’ DATO ANCHE SOLO UN BICCHIER D’ACQUA A UNO DI QUESTI PICCOLI, PERCHE’ MIO DISCEPOLO, NON PERDERA’ LA SUA RICOMPENSA”. (Mt. 10,42)

Un bicchier d’acqua è una piccola cosa. Non ti tocca neppure nel portafoglio. Eppure nel Vangelo anche un bicchier d’acqua ha il suo significato. Tutto ciò che é amore ha senso profondo, nulla va perso nell’immensità di Dio. Davanti al bisognoso di qualunque cosa non conta se hai la possibilità di risolvergli i suoi problemi, conta la disponibilità, il sentirsi coinvolti, il dare con amore anche le piccole cose. E’ molto incoraggiante per me che nel Vangelo si parli del bicchier d’acqua perché se mi trovo sempre spiazzato di fronte ai gesti di amore e di carità dei grandi santi, almeno davanti al bicchier d’acqua non posso esimermi. E sono tanti i “bicchier d’acqua” che ogni giorno posso offrire: un sorriso invece di una faccia truce, una cortesia invece di uno sbuffo, un silenzio invece di una rispostaccia, una parola di incoraggiamento  invece di un rimprovero, un interessamento al posto di un freddo burocratismo. Coraggio, un “bicchier d’acqua” Possiamo offrirlo tutti

 

 

MARTEDI’ 17 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessio; Santa Sinforosa; Santa Donata.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, RENDIAMO GRAZIE A TE CHE REGNI NEI SECOLI ETERNI,

 

Hanno detto: Non bisogna scoraggiarsi, perché se nell'anima vi è il continuo sforzo di migliorare, alla fine il Signore la premia facendo fiorire in lei ad un tratto tutte le virtù come in un giardino fiorito. (San Pio da Pietralcina)

Saggezza popolare: La grandezza dell’uomo è così visibile che la si vede anche nella sua miseria. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un uomo andò in paradiso. Appena giunto alla porta coperta di perle incontrò S. Pietro che gli disse: "Ci vogliono 1.000 punti per essere ammessi. Le buone opere da te compiute determineranno i tuoi punti". L'uomo rispose: "A parte le poche volte in cui ero ammalato, ho ascoltato la Messa ed ho cantato nel coro". "Quello fa 50 punti", disse San Pietro. "Ho sempre messo una bella sommetta nel piatto dell'elemosina che il sacrestano metteva davanti a me durante la Messa".  "Quello vale 25 punti", disse San Pietro. Il pover'uomo, vedendo che aveva solo 75 punti, cominciò a disperarsi. "La domenica ho fatto scuola di Catechismo – disse – e mi pare che sia una bella opera per Iddio". "Sì – disse san Pietro – e quello fa altri 25 punti". L'uomo ammutolì, poi aggiunse: "Se andiamo avanti così, sarà solo la Grazia di Dio che mi darà accesso al paradiso".  San Pietro sorrise: "Quello fa 900 punti. Entra pure". Smettiamola di voler accumulare i cosiddetti "punti Paradiso": se siamo salvi, è prima di tutto per Grazia di Dio!

Parola di Dio: Is. 7,1-9; Sal. 47; Mt. 11,20-24

 

Vangelo Mt 11, 20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: "Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua! ". Parola del Signore

 

“GESÙ’ SI MISE A RIMPROVERARE LE CITTÀ’ NELLE QUALI AVEVA COMPIUTO IL MAGGIOR NUMERO DI MIRACOLI PERCHE’ NON SI ERANO CONVERTITE”. (Mt. 11,20)

Se oggi Gesù dovesse mettersi a fare dei rimproveri per l’incredulità, penso ci saremmo noi occidentali in cima all’elenco delle persone beneficate che non si sono convertite, Infatti noi deriviamo da una cultura a sfondo cristiano, abbiamo avuto opportunità materiali e concrete di incontrare Gesù, di leggere la Bibbia, di fare il catechismo, di ricevere i sacramenti. In che misura rispondiamo? Se guardiamo nella globalità siamo una società “cristiana” — atea praticante; siamo coloro che hanno ricevuto l’insegnamento dell’amore e che con le leggi dell’economia soffochiamo i popoli della fame. Dio ci vuole bene e noi stentiamo ad essergliene grati. Facciamo però attenzione perché Gesù ci dice: “il Regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato ad un altro popolo che lo farà fruttificare.”.

 

 

MERCOLEDI’ 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Federico; Sant’Arnoldo; San Bruno di Segni.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU’ PERCHE’ TI SERVI DELLA MIA POVERTA’

 

Hanno detto: L’amore di Dio non mi protegge da ogni sofferenza. Mi protegge invece in ogni sofferenza. (Monsignor Novarese)

Saggezza popolare: Caratteristica dell’uomo stolto è cercare di essere furbo. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un missionario viveva da tantissimi anni in Cina, Paese dalla cultura millenaria e profondamente religioso. Non aveva battezzato nessuno (non era lì a convertire...), ma era riuscito in qualche modo a stabilire una bellissima relazione con un vecchietto Cinese, con cui passava le ore e le giornate a chiacchierare del più e del meno, e a discutere delle cose di Dio. Era stupendo per entrambi potersi scambiare le proprie esperienze di fede, così diverse eppure così simili. Era bello poter scoprire, grazie all'altro, un altro volto di Dio, un altro colore del Suo arcobaleno, un altro raggio della Sua luce. Un giorno il missionario arrivò a parlare della risurrezione. Come spiegare al suo amico il mistero della risurrezione di Gesù? Era facile raccontargli della vita di Gesù, del bene che aveva fatto, di come la gente semplice lo ricordasse proprio come un uomo buono che aveva fatto tanto bene. Ma come spiegargli la risurrezione? Provò, e riprovò, cercò esempi, metafore... ma il suo grande amico non riusciva a comprendere tale stupefacente mistero. Finché un giorno il vecchio Cinese disse al suo amico missionario: "Ascolta, da tanti giorni ti sforzi di spiegarmi quello che io non posso capire. Credo ci sia un unico modo perché io possa capire cos'è la risurrezione di Gesù: mostrami la tua risurrezione!".

Parola di Dio: Is. 10,5-7.13-16; Sal. 93; Mt. 11,25-27

 

Vangelo Mt 11, 25-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". Parola del Signore

 

“TI BENEDICO O PADRE PERCHE’ HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E INTELLIGENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.” (Mt. 11,25)

In questa preghiera di lode così spontanea di Gesù c’è una grande attenzione per i semplici e per i piccoli. Il mondo è dei forti, dei potenti, dei prepotenti. I semplici sono perdenti in partenza. I semplici (qualche volta inteso come i ‘sempliciotti’) servono solo in un caso, quando possono fare da base, da piedistallo ai potenti (pensate a come tutte le forme di potere, comprese quelle religiose, hanno manipolato i poveri, le folle, per ottenere poi, proprio sulla loro pelle, ciò che volevano). Quando Gesù parla dei piccoli e dei semplici non parla di ‘sempliciotti’ o di persone da manipolare, ma vuol farci capire che, nel Mistero (di Dio, della vita, della sofferenza…) si entra solo attraverso la semplicità. Essere semplici vuol dire essere veri, liberi, non fare calcoli, sapersi accontentare. Aperto ad ogni situazione, l’uomo semplice non ha privilegi da custodire per suo conto. Il semplice non è orgoglioso, sa perdere con dignità, riconosce volentieri gli errori commessi, sa chiedere e ringrazia tutti coloro che con i loro consigli lo aiutano. Non ha ricette preconfezionate, non vuole apparire, non si avvilisce davanti a cose che potrebbero smontarlo. Il Padre ama questi uomini i quali, senza usare la bacchetta magica, vincono quanti si dicono sapienti ed intelligenti perché conoscono le cose nascoste di Dio.

 

 

GIOVEDI’ 19 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gervasio e Protasio; Santa Aurea; Sant’Arsenio.

Una scheggia di preghiera:

 

AGGIOGATO CON TE MI SENTO PIU’ LIBERO CHE MAI.

 

Hanno detto:

Dobbiamo sempre fare attenzione agli assalti del demonio. Possiamo sperare che ci lasci senza tentazioni, lui che non ha rinunciato a tentare Gesù Cristo? (Serafino di Sarof)

Saggezza popolare: L'uomo che riesce a vincere le proprie abitudini rimane sempre giovane. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un giorno una pozzanghera disse al pozzo vicino a sé: "Che vita insignificante la mia! Nessuno si accorge di me se non che qualche uccellino ogni tanto, per bere un po' d'acqua. Tu invece sei ben conosciuto e vengono a te da lontano, ti hanno dato persino un nome".  Il pozzo le rispose: "Cara amica mia, è vero che vengono da lontano e che mi hanno dato un nome, ma non vengono per me, vengono tutti a prendere l'acqua che la terra mi dona e se ne vanno felici per l'acqua che possono prendere. Ma a me va bene così, perché in ogni caso li vedo andar via contenti. Ma anche tu non devi lamentarti, perché è vero che non hai un nome ma quando la tua acqua è calma, riflette lo stupendo azzurro del cielo sulla terra, mentre la mia acqua non ha che buio attorno a sé. Pensaci amica mia, ciò che conta sia per me che per te è permettere all'acqua che ci viene donata di dissetare chi ne ha bisogno. Tu cara amica, disseti chi non sa più guardare il cielo".

Parola di Dio: Is. 26,7-9.12.16-19; Sal.101; Mt. 11,28-30

 

Vangelo Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

“IL MIO GIOGO E’ DOLCE E IL MIO CARICO LEGGERO”. (Mt. 11,30)

Gesù parla di giogo. E il giogo è una cosa pesante che prelude ad un lavoro altrettanto pesante. Essere seguaci di Gesù non è uno scherzo. Con Lui non puoi mai pensare di essere tranquillo, di essere un arrivato. Seguirlo sul serio significa non avere una pietra su cui posare il capo, significa “andare fino ai confini della terra”, significa sapere di essere odiati da parenti e amici, correre il rischio di essere “trascinati davanti ai tribunali”, trovare la croce. Ma Gesù dice anche che il suo giogo è dolce e il suo carico leggero. Perché? Perché, intanto, quel giogo lo ha già portato Lui; perché è il giogo che ci fa addirittura collaboratori di Lui, perché è un giogo che ci unisce intimamente a Lui e “dove sono io voglio che siano anche i miei amici”, perché non è il giogo della schiavitù ma dell’amore. Chi si trascina dietro il giogo del cristianesimo tra paure, compromessi, sotterfugi, brontolamenti è sfiancato dalla noia, abbattuto dalla solitudine. Chi prende il suo giogo con amore, chi lo porta per amore in stretta comunione con Gesù, non può non avere la sua forza, la sua speranza, la sua gioia.

 

 

VENERDI’ 20 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollinare;Sant’Elia; Sant’Aurelio di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

SOTTO LA TUA PROTEZIONE CI RIFUGIAMO VERGINE MARIA

 

Hanno detto: La terra è la tua nave, non la tua dimora. (Sant’Agostino)

Saggezza popolare: L'uomo che disprezza le piccole gioie, ama poco anche quelle grandi. (saggezza cinese)

Un aneddoto: Un giorno il santo padre Antonio, mentre sedeva nel deserto, fu preso da sconforto e da fitta tenebra di pensieri e diceva a Dio: "O Signore, io voglio salvarmi, ma i pensieri me lo impediscono. Che posso fare nella mia afflizione?". Ora, sporgendosi un po', Antonio vede un altro come lui, che sta seduto e lavora, poi interrompe il lavoro, si alza in piedi e prega, poi di nuovo si mette seduto ad intrecciare corde, e poi ancora si alza e prega. Era un angelo del Signore, mandato per correggere Antonio e dargli forza. E udì l'angelo che diceva: "Fa' così e sarai salvo". All'udire queste parole, fu preso da grande gioia e coraggio: così fece e si salvò.

Parola di Dio: Is. 18,1-6.21-22; Cantico da IS 38,10-12.16; Mt. 12,1-8

 

Vangelo Mt 12, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato". Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato". Parola del Signore

 

“SE AVESTE CAPITO CHE COSA SIGNIFICHI: MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO, NON AVRESTE CONDANNATO PERSONE SENZA COLPA”. (Mt 12,7)

Ci diciamo persone civili. Chissà come mai nel mondo allora, e anche nella Chiesa di Gesù, ci sono ancora tante lotte e guerre di religione! Dovremmo aver capito tutti, ormai, che Dio è un Dio di Amore, che non siamo noi, poveri uomini, a dover “difendere” la religione, che è più importante l’uomo che non l’etichetta religiosa che porta, che l’intransigenza religiosa ha fatto e fa danni incalcolabili, eppure siamo ancora alle divisioni, alle contrapposizioni, alle guerre di religione (per Dio o per il potere?). “Misericordia io voglio e non sacrificio” ci dice Gesù. Vale di più una Messa detta perché gli altri si convertano alla mia religione o un cattolico e un protestante che pur mantenendo il loro credo, solidarizzano, magari per aiutare un extracomunitario che ha una fede ancora diversa dalla loro? Vale di più allontanare definitivamente certe persone nel nome di un codice di diritto canonico, o cercare di comprendere il problema di chi ti sta davanti cercando di non spegnere quella “piccola fiammella esitante”? E in famiglia, vale di più la rottura per presunti motivi di intransigenza religiosa o la mitezza e la pazienza che prova ogni giorno a ricostruire valori comuni? Sapete perché viviamo ancora in mezzo a queste intransigenze, legati a queste norme? Sia perché non abbiamo ancora scoperto Dio e la sua libertà, sia perché preferiamo ancorarci a ciò che conosciamo piuttosto di andare avanti.

 

 

SABATO 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo da Brindisi; Sant’Alberico Crescitelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SIAMO TUTTI FIGLI TUOI.

 

Hanno detto: Dio appare quel tanto che lo lasciamo trasparire. È inutile dimostrarlo, dobbiamo mostrarlo. (Muarice Zundel)

Saggezza popolare: L'uomo che commette un errore e non lo corregge ne commette un altro ancora. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: In un impeto di disinteressata generosità, un re decise un giorno di regalare parte delle sue ricchezze. Pertanto, fece chiamare un fornaio nel quale aveva totale fiducia, e gli disse di cuocere due pagnotte: nella prima doveva mettervi dei gioielli, mentre la seconda avrebbe contenuto solo acqua e farina. Poi gli chiese di dare le pagnotte all'uomo più devoto e a quello meno devoto che potesse trovare. Il giorno dopo, due uomini entrarono nel negozio. Uno era vestito da derviscio e sembrava molto devoto, pur essendo in realtà solo un simulatore. L'altro rimase in silenzio e somigliava in tutto e per tutto a un uomo per il quale il fornaio provava una grande avversione. Allora il fornaio diede la pagnotta con i gioielli all'uomo che indossava il mantello derviscio e la pagnotta ordinaria all'altro. Non appena l'ebbe in mano, il falso derviscio la tastò e la soppesò: la forma dei gioielli che le sue dita sfioravano gli fece pensare che fossero grumi. Soppesò di nuovo il pane; lo trovò veramente troppo pesante. Allora lanciò un'occhiata furtiva al fornaio, ma vedendo che non era tipo col quale poter scherzare, si voltò verso l'altro: "Non ti andrebbe di scambiare il tuo pane con il mio? Sembri piuttosto affamato; questo è molto più pesante". Il secondo uomo, disposto ad accettare qualsiasi cosa, acconsentì volentieri allo scambio. "Sono stato furbo!", disse il falso derviscio.

Parola di Dio: Mic. 2,1-5; Sal. 9; Mt. 12,14-21

 

Vangelo Mt 12, 14-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti. Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le genti. Parola del Signore

 

“NON SPEGNERE IL LUCIGNOLO FUMIGANTE”. (Mt. 12,20)

Nel fare il prete incontro spesso tanta gente che della fede ha quasi sempre solo ricordi di infanzia, oppure che ha una fede così vaga che potrebbe essere cristiano, buddista, ateo allo stesso tempo e tante volte, specialmente quando chiedono qualche sacramento senza neppur volersi impegnare a conoscere ciò che ricevono mi prende il dubbio di fare una cosa giusta a concederlo. Poi, non rinunciando a cercar di fare una catechesi mi dico: e chi sono io per giudicare o per negare un sacramento che opera in se stesso? Da anni conosco un uomo che sarà stato in prigione almeno una decina di volte. Mi dice apertamente che ruba, in chiesa ci entra solo per chiedere un “contributo” ai preti... Un bel giorno ho saputo che per anni, col frutto dei suoi furti ha aiutato una donna gravemente malata. Non lo giustifico, non dico che ha fede... ma un po’di luce ce l’ha anche lui...

 

 

DOMENICA 22 LUGLIO: 16^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Maddalena; San Fiorenzo.

Una scheggia di preghiera:

 

HO BISOGNO DI INCONTRARTI, SIGNORE.

 

Hanno detto: La tristezza è il più malvagio di tutti gli spiriti ed il più temibile per i servi di Dio e più di tutti gli spiriti rovina l’uomo e caccia lo Spirito Santo. (Pastore di Erma)

Saggezza popolare: Un gentiluomo non nega la verità detta da una persona per la quale prova antipatia. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un giorno l'idiota arrivò in una grande città, restando sconcertato dalla folla che riempiva le strade. Temendo che, se si fosse addormentato, non sarebbe riuscito, al risveglio, a ritrovare se stesso in mezzo a tutta quella gente, si legò una borraccia alla caviglia, come segno di identificazione. Un birbone, che aveva capito il senso del suo gesto, aspettò che si addormentasse per sfilargli la borraccia e legarla alla propria gamba. A sua volta, si mise a dormire sul pavimento del caravanserraglio. L'idiota si svegliò per primo, vide la borraccia e subito pensò che quell'uomo doveva essere lui. Allora gli si scagliò contro, gridando: "Se tu sei me, allora, per l'amor del cielo, io chi sono, e dove sono?".

Parola di Dio: Ger. 23,1-6; Sal. 22; Ef. 2,13-18; Mc. 6.30-34

 

Vangelo Mc 6, 30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

“DISSE LORO: VENITE IN DISPARTE, IN UN LUOGO SOLITARIO, E RIPOSATEVI UN PO’”.  (Mc. 6,31)

Conosco tante persone, e forse tra esse vi sono pure io, che pensano di essere unici ed indispensabili in questo mondo. Tutto dipende da loro nelle piccole e grandi cose. Se non c’è una loro supervisione anche a quello che fanno gli altri, le cose non sono fatte bene. E allora queste persone corrono, sono agitate, parlano, dicono…e sono continuamente a rischio di infarto. In molti casi è vero: la vita non ti concede requie, hai talmente tanti impegni che per portarli avanti tutti, arrivi alla sera stremato. Anche solo in famiglia, ad esempio, una mamma tra i figli con tutte le loro esigenze, il marito, la casa, gli anziani, e poi magari anche il suo lavoro, certamente non ha molto tempo libero. Si corre però il rischio di diventare schiavi delle cose, di correre per anni ed anni e poi improvvisamente accorgersi … “Ma per che cosa ho corso? Per chi sto correndo?”. Spesso si perde il senso della meta per cui si fanno le cose, o questo rimane talmente nascosto che sono le cose, gli impegni a comandare. Prova a fermarti. C’è bisogno di prendere fiato in certi momenti. C’è bisogno di un po’ di silenzio in mezzo a tanto rumore. C’è bisogno di ritrovare se stessi, i motivi del proprio agire, c’è bisogno di incontrare Dio che di solito non parla nel chiasso, ma ha bisogno del tuo silenzio per arrivare al profondo del tuo cuore. Fermati! Non aver paura di perdere un po’ del tuo tempo. Non aver paura di impoverire gli altri se qualche momento della tua vita ti ritiri, se in qualche momento ti metti a naso all’insù per accorgerti che esistono ancora le stelle o ti siedi sulla sponda del mare per lasciarti cullare dal rumore della risacca. Non togli niente a nessuno, anzi, ti arricchisci per poter arricchire, perché a forza di correre, anche per gli altri, si rischia di trasmettere solo più i propri affanni.

 

 

LUNEDI’ 23 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Brigida, patrona d’Europa;Sant’Olimpio; Santa Cunegonda.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI LA MIA VITA, SEI LA MIA SALVEZZA, SEI LA MIA GIOIA, ALLELUIA

 

Hanno detto: L’uomo è uomo soltanto quando diventa il tabernacolo di Dio. (Gandhi)

Saggezza popolare: Vero uomo è colui che anche nella sua afflizione si stringe al petto gli afflitti. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Da solo, l'uomo non può arrivare al termine del viaggio interiore. Non dovreste tentare di intraprendere da soli la Via. La guida è indispensabile. Colui che chiamiamo il re è la guida, e colui che chiamiamo il bambino povero è il cercatore. Si racconta che il re Mahmud un giorno si ritrovò separato dal suo esercito. Il re stava cavalcando a buona andatura quando vide un bambino sulla riva di un fiume. Il fanciullo aveva lanciato la sua rete nell'acqua e sembrava molto triste. "Bambino mio", disse il re, "perché sei infelice? Non ho mai visto nessuno in uno stato simile". "Maestà", rispose il ragazzo, "siamo sette fratelli e non abbiamo padre. Viviamo con nostra madre in povertà e senza sostegno. Io vengo qui ogni giorno con la mia rete sperando di pescare qualche pesce per la cena. Se non prendo niente di giorno, di sera non c'è niente da mangiare".  "Bambino mio", disse il re, "vuoi che ti aiuti nel tuo lavoro?". Il bambino accettò e il re Mahmud gettò la rete. A contatto della mano regale, la rete si riempì di cento pesci

Parola di Dio: Gal. 2,19-20; Sal. 33; Gv. 15,1-8

 

Vangelo Gv 15,1-8

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

“IO SONO LA VITE E VOI I TRALCI. CHI RIMANE IN ME E IO IN LUI FA MOLTO FRUTTO, PERCHE’ SENZA DI ME NON POTETE FAR NULLA”. (Gv. 15,5)

Gesù ci invita a “portare frutto”. Portare frutto non è un lusso del tralcio. E’ la sua ragion d’essere. Il frutto non è l’ornamento della vigna. Ne costituisce il “dovere” più elementare. Per portare frutto bisogna però “rimanere in Lui”. Il frutto della Chiesa e del cristiano non deriva da tecniche più o meno raffinate, da documenti elaborati, da calcoli umani, da legami “politici” influenti, da organizzazione perfetta, ma dal “rimanere” in Cristo, dal non porre ostacolo a che la sua linfa vitale possa passare e agire in noi..

I frutti poi, non sono necessariamente quelli più appariscenti. La vita, infatti, nasce e si sviluppa nell’oscurità, nella profondità, non tanto nel chiasso, nelle esteriorità, nelle apparenze. Quando siamo cuore a cuore con Cristo Lui può operare in noi e farci portare il frutto che desidera.

 

 

MARTEDI’ 24 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cristina; Sant’Agostino Fangi.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI TUTTA LA MIA FAMIGLIA, SIGNORE.

 

Hanno detto: Mai arricchirmi finché esistono degli sventurati tra i miei fratelli, mai soddisfare la mia fame, né essere ben coperto, né dormire al riparo di un tetto, finché, per quanto posso, non li nutro, non li vesto, non offro loro un riparo. (San Gregorio di Nazianzo)

Saggezza popolare: Il cuore dell’uomo è il cuore del cielo e della terra. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: In una notte senza luna un derviscio, passando vicino a un pozzo prosciugato, sentì un grido: una voce cavernosa chiedeva aiuto. "Chi c'è laggiù?", chiese il derviscio, sporgendosi.  "Sono un grammatico e, poiché non conosco la strada, sono caduto inavvertitamente in questo profondo pozzo dove mi trovo ora, praticamente immobilizzato", rispose la voce. "Tieniti, amico, vado a prendere una scala e corda", disse il derviscio. "Un momento, prego", rispose il grammatico. "La tua sintassi e la tua pronuncia sono difettose; ti prego di correggerle". "Se questo è così importante per tè, più importante dell'essenziale", gridò il derviscio, "allora è meglio che tu rimanga lì dove sei finché io non imparo a parlare correttamente". E proseguì per la sua strada.

Parola di Dio: Mic. 7,14-15.18-20; Sal. 84; Mt. 12,46-50

 

Vangelo Mt 12, 46-50

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: "Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti". Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre". Parola del Signore

 

“POI GESÙ’ STENDENDO LA MANO VERSO I SUOI DISCEPOLI DISSE: ECCO MIA MADRE ED ECCO I MIEI FRATELLI; PERCHÉ’ CHIUNQUE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI, QUESTI È PER ME FRATELLO, SORELLA, MADRE”. (Mt. 12,49-50)

Gesù ci presenta la sua famiglia: c’è una famiglia naturale ma c’è una nuova famiglia, in cui grazie a Lui, fratello nostro e Figlio di Dio, noi entriamo a far parte. Ma come per la famiglia umana c’è il vincolo del sangue e dei cromosomi che lega, nella nuova famiglia c’è un nuovo legame che qualifica la nostra figliolanza di Dio e fratellanza tra noi, ed è il compiere la volontà del Padre. Gesù lo dice chiaramente in un altro passo: “Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Essere familiari di Gesù, allora non è un blasone onorifico, è una realtà concreta offertaci gratuitamente ma anche conquistabile ogni giorno.

 

 

MERCOLEDI’ 25 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacomo; San Cristoforo.

Una scheggia di preghiera:

 

SERVIRTI NEL FRATELLO E’ RICONOSCERE CHE CI SEI VICINO.

 

Hanno detto: Chi conosce nella verità, ama nel fuoco. (Beata Angela da Foligno)

Saggezza popolare: Se, come il fuoco, il dolore d'amore mandasse fumo, l'eterna notte ravvolgerebbe il mondo per secoli. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un cavaliere vide dall'alto del suo cavallo un serpente velenoso infilarsi nella gola di un uomo addormentato, e si rese conto che se quell'uomo avesse continuato a dormire, il veleno lo avrebbe sicuramente ucciso. Di conseguenza prese a frustare il dormiente finché non si svegliò. Non avendo tempo da perdere lo trascinò a forza sotto un albero, ai piedi del quale c'erano delle mele marce; lo costrinse a mangiarle, poi lo obbligò a bere lunghi sorsi di acqua del ruscello. Mentre cercava continuamente di divincolarsi, l'uomo gridava al cavaliere: "Che ti ho fatto, nemico dell'umanità, per maltrattarmi così?".  Al calar della notte, finalmente, l'uomo, esausto, stramazzò a terra e vomitò le mele, l'acqua e il serpente. Quando vide ciò che era uscito dal suo corpo, capì quanto era accaduto e implorò il perdono del cavaliere.

Parola di Dio nella festa di San Giacomo: 2Cor. 4,7-15; Sal. 125; Mt. 20,20-28

 

Vangelo Mt 20, 20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio". Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti". Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DELL’UOMO NON È VENUTO PER ESSERE SERVITO, MA PER SERVIRE”. (Mt. 20,28)

Spesso nel nostro cammino di fede, viaggiamo con un’idea sbagliata. Pensiamo che sia Dio a chiederci qualcosa. I comandamenti ci pesano, sembra che Gesù ci chieda un cammino di santità difficile, se non impossibile, la croce è vista solo nel suo aspetto negativo. Il Signore invece non viene per portar via, per costringere, per divertirsi a vederci soffrire, per farci vedere cose buone e poi chiederci di rinunciarvi. Dio viene per donare gratuitamente se stesso, Gesù è venuto per regalarci la sua vita, la sua morte, la sua risurrezione. I comandamenti sono strade per la felicità. La croce della nostra vita è stata portata da Gesù prima di noi. L’impegno che ci è chiesto è per la nostra felicità. Gesù ci serve con il suo amore, con i suoi sacramenti, continuando a donarsi ogni giorno a ciascuno e a tutti. La fede non è tristezza, è gioia!

 

 

GIOVEDI’ 26 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gioacchino ed Anna; Santa Bartolomea Capitanio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ CHE IO TI VEDA

 

Hanno detto: La storia dell'uomo sulla terra non è che la lunga storia della sua trasformazione, cioè l'autentica gestazione di un figlio di Dio. (Carlo Carretto)

Saggezza popolare: La persona irruenta non può esprimere giudizi sereni. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un giorno, un uomo che aveva delle preoccupazioni giurò di vendere la sua casa e di darne il ricavato ai poveri, se i suoi problemi avessero trovato una soluzione. Quando arrivò il momento di adempiere al giuramento, non riuscì ad arrendersi all'idea di disfarsi di una somma così importante. Escogitò quindi una scappatoia. Mise la casa in vendita per una moneta d'argento. Poiché la casa comprendeva un gatto, fissò il prezzo dell'animale in diecimila monete d'argento. Qualcuno comprò la casa e il gatto. Il nostro uomo diede una moneta ai poveri e intascò le altre diecimila. Sono molti quelli che ragionano in questo modo. Decidono di seguire un insegnamento, ma interpretano il loro rapporto con esso a proprio vantaggio.

Parola di Dio: Ger. 2,1-3.7-8.12-13; Sal. 35; Mt. 13,10-17

 

Vangelo Mt 13, 10-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole?". Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, sono diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!". Parola del Signore

 

“BEATI I VOSTRI OCCHI PERCHE’ VEDONO E I VOSTRI ORECCHI PERCHE’ SENTONO”. (Mt. 13,16)

Leggendo queste parole le attribuiamo quasi con senso di invidia unicamente ai contemporanei di Gesù e diciamo: “Beati loro, lo vedevano, lo toccavano, potevano chiedergli direttamente...”, invece questa beatitudine è per noi. Quanti sono, di coloro che lo hanno visto, sentito, toccato che gli hanno creduto? Ben pochi! Solo coloro che con molta umiltà hanno ammesso di essere ciechi, muti, sordi, zoppi. Non si tratta allora di vedere chiaramente con gli occhi o con i ragionamenti ma si tratta di lasciarci aprire occhi ed orecchi per arrivare non ad una filosofia o ad una religione ma ad un atto di fede e ad una vita giocata per Lui.

 

 

VENERDI’ 27 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio di Cordoba; Santa Liliosa.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, SIGNORE HAI PAROLE DI VITA ETERNA.

 

Hanno detto: La bellezza è come una ricca gemma, per la quale la montatura migliore è la più semplice. (Francesco Bacone)

Saggezza popolare: Parla poco. Le parole sono come perle preziose il cui valore aumenta in proporzione della rarità. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Venne a Foggia a trovarmi un amico, già ufficiale a Cagliari. «Vieni qui, gli dissi, andiamo da P. Pio. Ti farà bene». Fummo fortunati. Arrivammo quando erano terminate le confessioni e il Padre poté amabilmente trattenersi con noi senza essere disturbato.  Allora io posi la questione: «Padre, questo amico, vorrebbe assicurarsi un biglietto d'ingresso in Paradiso, ma la cosa non è facile. Che cosa gli consiglierebbe Padre?». Abbassando e scuotendo un po' la testa, con accento dolcissimo, rispose: «Eh, ci vuole la Madonna, ci vuole la Madonna!».

Parola di Dio: Ger. 3,14-17; Cantico da Ger. 31,10-13; Mt. 13,18-23

 

Vangelo Mt 13, 18-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta". Parola del Signore

 

“QUELLO SEMINATO NELLA TERRA BUONA È COLUI CHE ASCOLTA LA PAROLA E LA COMPRENDE; QUESTI DÀ FRUTTO E PRODUCE ORA IL CENTO, ORA IL SESSANTA; ORA IL TRENTA”. (Mt. 13,23)

Ogni tanto mi prendono delle paure che mi vengono da fantasie che però mi danno la misura della mia povertà: se si potesse mettere su un quaderno tutta la Parola di Dio che ho letto o ascoltato nella mia vita questo sarebbe un libro che, senza scherzi, ci vorrebbe una scala per andare a girare le pagine. Eppure non mi sono ancora convertito! Quella parola che pure ha guidato alcune scelte della mia vita, mi trova ancora lontano, povero, incapace. E allora? Ci disperiamo? Diciamo che tutto è inutile? rimettiamo la Bibbia sullo scaffale più alto ed inaccessibile della libreria? Penso proprio di no. Perché? Perché Dio è misericordioso. Perché la parola opera anche al di là dei miei sforzi. Perché il Signore guarda più all'impegno che al risultato. Perché... "dove andremo Signore, tu solo hai parole di vita eterna!"

 

 

SABATO 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo I, Papa; Santa Serena.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI UN DIO PAZIENTE, LENTO ALL’IRA, PIENO DI GRAZIA E DI MISERICORDIA.

 

Hanno detto: Il bene non è nella grandezza, ma la grandezza nel bene. (Zenone di Elea)

Saggezza popolare: Il saggio della montagna a cui il viandante domandava se fosse felice, rispondeva che non aveva affatto il tempo per pensarci. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Padre Pio raccontava: «Un giorno, nostro Signore, facendo un giro in Paradiso,  vide certe facce equivoche e ne chiese spiegazione a S. Pietro: «Come mai son riusciti ad entrare qua dentro? Mi pare che tu non sorvegli bene la porta». Pietro tutto mortificato, risponde: «Signore, io non posso farci niente». «Come? Non ci puoi far niente? La chiave ce l'hai tu! Fa il tuo dovere. Stai più attento!». Dopo qualche giorno il Signore fa un altro giro e vede altri inquilini dalla faccia poco raccomandabile. «Pietro, ho visto certe altre facce! Si vede che tu non controlli bene l'entrata». E Pietro: «Signore, io non ci posso far niente! E non ci puoi far niente neanche tu». E il Signore: «Neanche io? Oh questa è grossa!». «Sì, neanche tu! E’ tua Madre che ha un'altra chiave! È tua Madre che li fa entrare!».

Parola di Dio: Ger. 7,1-11; Sal. 83; Mt. 13,24-30

 

Vangelo Mt 13, 24-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un' altra parabola: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio". Parola del Signore

 

“PADRONE, NON HAI SEMINATO DEL BUON SEME NEL TUO CAMPO? DA DOVE VIENE DUNQUE LA ZIZZANIA?…  VUOI CHE ANDIAMO AD ESTIRPARLA?”. (Mt. 13,27-28)

Ecco un’altra parabola, ed ecco che, ancora una volta, se mi metto davanti ad essa solo con la mia presunta intelligenza, posso dire che è un padrone ben strano quello che permette che le erbacce rischino di soffocare il buon grano. Noi, diciamolo con sincerità, siamo di quelli che partirebbero in quarta per fare un po’ di pulizia in questo mondo: “Se fossi io Dio, le cose andrebbero meglio, certa gente cattiva, certi seminatori di dubbi, di violenze, di maldicenze, certe cattiverie e ingiustizie li estirperei subito, altro che aspettare che facciano ancor più danno!”. La tentazione è sempre la stessa: giudicare ciò che è bene e ciò che è male e nel nome del bene partire in crociata per estirpare il male. Non è così per Dio: Dio ha tempo. Dio dà tempo. Dio ha bisogno di tempo. Dio sa aspettare. La presenza del male non rappresenta un fatto eccezionale. E’ la norma. Nella Chiesa, come nel mondo. Dappertutto. L’uomo non ha il diritto di “anticipare” il giudizio finale. Questo spetta a Dio, in esclusiva. E’ il compito suo. Noi non riusciamo a delimitare i territori del bene e del male. Ci sono modi diversi anche per guardare il campo. C’è chi vede nel mondo esclusivamente sporcizia, corruzione, violenza, cattiveria, falsità. Ma c’è chi senza ignorare quei prodotti, riesce a scorgere anche il bene, la generosità, la pulizia, l’onestà, la coerenza. Dio è paziente, ama tutti, ha fiducia nel seme buono. I semi buoni crescono, crescono ugualmente, forse con più fatica ma inesorabilmente, senza nulla perdere della propria natura e delle proprie qualità. Dio “pazienta” anche con noi e ci invita ad essere pazienti, tolleranti, ad aver fiducia nel bene. Proprio pensando alla pazienza di Dio con noi, proviamo oggi, nei nostri giudizi e atteggiamenti verso gli altri a vedere il bene e le possibilità di bene che ci sono nelle persone che ci circondano, e lasciamo che il bene che c’è in noi abbia il sopravvento sulla zizzania che scopriamo ogni giorno nella nostra vita.

 

 

DOMENICA 29 LUGLIO: 17^ DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marta; Sant’Ademaro; San Guglielmo Pinchon.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU SIGNORE IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI,

 

Hanno detto: Non si fa la felicità di molti facendoli correre prima che abbiano imparato a camminare. (John Fowels)

Saggezza popolare: Chi ti racconta i fatti degli altri e i suoi, domani racconterà i tuoi agli altri. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Un gran numero di cavapietre di Lourdes, tornando dal lavoro si recavano alla roccia di Massabielle e con i loro strumenti migliorarono, per renderlo più praticabile, il sentiero che conduceva alla Grotta. «Era quello», disse il Lasserre, «un lavoro importante, che costò loro fatica, tempo e denaro. Questa brava gente vi lavorava al cader del giorno, tornando dalle cave ove aveva faticato da mattina a sera. Dopo la stanchezza della loro dura giornata, si riposavano ... lavorando per fare quel sentiero. - E chi vi pagherà? - si chiedeva loro. - La Madonna - rispondevano.

Parola di Dio: 2Re 4,42-44; Sal. 144; E£f. 4,1-6; Gv. 6,1-15

 

Vangelo Gv 6, 1-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!". Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo. Parola del Signore

 

“GESU’ PRESE I PANI E DOPO AVER RESO GRAZIE LI DISTRIBUI’ A QUELLI CHE SI ERANO SEDUTI E LO STESSO FECE DEI PESCI, FINCHE’ NE VOLLERO”. (Gv. 6,11)

Gesù non solo offre agli uomini la sua Parola ma è attento anche alle necessità fisiche dell’uomo: nulla è estraneo a Gesù. Lui, come già sua madre alle nozze di Cana è pronto a cogliere i nostri bisogni ma desidera che anche i suoi discepoli siano consapevoli dei bisogni della gente: La Chiesa non potrà mai essere disincarnata dalle necessità umane.

Gesù per poter operare ha bisogno di qualcuno che sappia condividere ciò che ha: Dio chiede a ciascuno di noi qualcosa per poter donare tanto a tutti. Il dono è abbondante al punto che se ne avanza: ce n’è per tutte le dodici tribù di Israele e per ogni uomo. La conclusione però è amara. Il gesto è capito solo in parte. Si stenta a passare dal segno materiale a quello spirituale e Gesù deve ritirarsi: In ogni caso il vero giudice non dovrà mai essere solo la pancia o la realizzazione di cose materiali, ma occorre il cuore e la fede.

 

 

LUNEDI’ 30 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo;Santa Donatella, martire; San Capreolo.

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA LA TUA PAROLA, SIGNORE, COME PIOGGIA IN TERRA ARIDA.

 

Hanno detto: La beneficenza, da qualsiasi parte essa venga, è sempre figlia della stessa madre, cioè la Provvidenza. (San Pio da Pietralcina)

Saggezza popolare: Metti una siepe di spine alle tue orecchie. Non ascoltare le male lingue. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Il giorno della dodicesima apparizione, una scena straziante avveniva verso sera, nella casa di poveri operai di Lourdes. Justin Bouhohorts, un bambino di due anni, infermo, stava per morire divorato dalla febbre altissima. Il padre, calmo nel suo dolore, e la madre piena di disperazione lo stanno a guardare, mentre il piccolo si spegne. Non si percepisce più il respiro. “È morto” dice il padre. Ma la mamma sembra non sentire nulla. Improvvisamente si alza, avvolge il cadaverino in uno scialle: “Non è morto: la Vergine della Grotta, me lo deve guarire”. Ed esce di corsa. Son le cinque del pomeriggio, davanti alla Grotta son raccolte diverse centinaia di persone. La donna si butta in ginocchio, pregando: scopre il suo bimbo e traccia su di lui il segno della Croce. Poi con gesto rapido ed improvviso lo immerge tutto, tranne il capo nell'acqua gelida. Sulla folla scorre un brivido: “È pazza! Lo vuole uccidere!”. “Lasciatemi” dice la donna “io voglio fare tutto quel che posso: Iddio e la Vergine faranno il resto”. Ella risolleva dall'acqua il piccolo, irrigidito come un cadavere. Lo riporta a casa. “Ora è proprio morto!” le dice il marito! “No” dice la donna “non può essere morto. La Santa vergine lo guarisce”. Un attimo dopo: “Respira”, grida. Era vero. L'indomani, è guarito dalla febbre e da tutte le sue infermità. E camminò per tanti anni: e tornò alla Grotta; e, quando nel 1908, cinquant'anni dopo, s'adunarono a Lourdes i miracolati, Justin camminava in testa al corteo che andava alla Grotta a dire: “grazie”.

Parola di Dio: Ger. 13,1-11; Cantico da Deut 32, 18-21; Mt. 13,31-35

 

Vangelo Mt 13, 31-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un' altra parabola: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami". Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti". Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

 

“E NON PARLAVA AD ESSI SE NON IN PARABOLE”. (Mt. 13,34)

Le parabole illuminano e nascondono. Mi sono chiesto spesso perché Gesù usasse questo metodo. Penso che sia perché la sua parola più che suscitare una comprensione intellettuale, più che volerci spiegare tutto per filo e per segno volesse indurci alla conversione e alla adesione di fede. Dice Geffré: “Se la Parola di Dio non fosse velata, non sarebbe più parola di Dio: sarebbe una verità tra le altre di cui si potrebbero esaminare tutti gli aspetti senza cambiar vita, senza convertirsi. Se la Parola di Dio si imponesse a noi con evidenza, non rispetterebbe più la nostra libertà, non potrebbe più suscitare una risposta d’amore”.

 

 

MARTEDI’ 31 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Loyola;San Fabio; San Giustino de Jacobis.

Una scheggia di preghiera:

 

VENGA IL TUO REGNO PER ME E PER IL MONDO INTERO.

 

Hanno detto: Gesù dimentica niente di quanto fate a Lui nella persona dei suoi poveri. (San Giuseppe Benedetto Cottolengo)

Saggezza popolare: Una ragazza che amoreggia con gli sguardi non è casta, uno studioso che attira con il sapere non è onesto. (saggezza Cinese)

Un aneddoto: Giovanni Bovio, noto filosofo e letterato, era solito rincasare la sera verso le dieci, e tutte le volte trovava la sua vecchierella - egli così chiamava la mamma - seduta sul salottino con la corona in mano. Una sera dopo di averla salutata affettuosamente, si permise di dirle un po' tra il serio e il carezzevole: “Sempre con quel giocattolo in mano, madre mia; sempre, sempre! ... E buttatelo via una buona volta!. ..”. A quell'uscita inaspettata, due lacrime apparvero sugli occhi della buona vecchietta! Poi si alza, un po' stentatamente, si accosta al tavolo che era in mezzo al salottino e, depostavi la corona: - Ecco, Giovanni - disse con voce tremula - ti ho ubbidito, ma ora che cosa darai tu in sostituzione alla tua vecchia mamma? ...  Il distinto letterato ebbe una stretta al cuore! Per tutta risposta egli abbracciò e baciò la sua cara vecchierella, le rimise la corona tra le mani e scappò via, anch'esso con due lacrime negli occhi

Parola di Dio: Ger. 14,17-22; Sal. 78; Mt. 13,36-43

 

Vangelo Mt 13, 36-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!". Parola del Signore

 

"CHI SEMINA IL BUON SEME E' IL FIGLIO DELL'UOMO". (Mt. 13,37)

Gesù è il seminatore e la semente. Quanto sono sciocchi certi preti e certi 'uomini di chiesa' che, 'indaffarati a far niente', perdono tempo a studiare strategie per l'evangelizzazione quasi con lo stesso metodo con cui i militari 'giocano a far la guerra' (con quali risultati quando le bombe 'intelligenti' sono guidate da 'uomini sciocchi' che se fossero intelligenti davvero non chiamerebbero intelligenti oggetti che procurano la morte?). Gesù è il seme. E' Lui il granello da seminare con abbondanza cercando di dire ciò che Lui ha detto e di fare ciò che Lui ha fatto. E' Lui il frutto: un frutto maturo, cresciuto nel grembo della Vergine ma poi arrossato di sangue, appeso per sempre a quella croce per regalarci il suo sangue liberante. E' Lui che ancora oggi semina nei cuori bontà e speranza. E' Lui che non si lascia scoraggiare dai nostri peccati, dalle ingratitudini, dalle povertà e incapacità. E' Lui che paziente sa aspettare che grano e zizzania crescano insieme. Non c'è bisogno di tanti consigli diocesani  o parrocchiali (che spesso sembrano essere consigli di guerra: cioè di gente che si fa la guerra e che poi manda gli altri in guerra standosene comodamente seduta), c'è bisogno di Gesù! Non è neanche necessario inventarci qualche novità che ci porti ad abbordare qualcuno per strada e 'rompergli l'anima' dicendo che Cristo sta per tornare e allora: "Attenti!". Gesù va accolto e seminato con la vita, con le opere, con la gioia, la testimonianza ed anche, senza troppe preoccupazioni: più il seme è piccolo e più Lui ha speranza nella pianta.

     
     
 

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