SCHEGGE E SCINTILLE
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
MAGGIO 2012
MARTEDI’ 1 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe lavoratore; Santa Berta; Santa Fiorina; Santa Grata.
Una scheggia di preghiera:
BENEDICI, SIGNORE, IL LAVORO DELLE NOSTRE MANI.
Hanno detto: Una delle sfide che dobbiamo continuamente affrontare è di rimanere sensibili al rivelarsi del progetto di Dio nella nostra vita, è di dare un assenso libero e aperto al destino che il suo amore ci assegna. (John Main)
Saggezza popolare: Solo lo stolto percorre correndo il cammino della vita senza soffermarsi ad osservare le bellezze del creato. (proverbio del Tibet)
Un aneddoto: Un marito aveva abbandonato la moglie lasciandola senza mezzi di sussistenza. Il giudice domandò alla donna: “Quali mezzi ha per vivere?” “Per dire il vero, ne ho tre “, rispose lei. «Tre! E quali sono? », ribatté attonito il giudice. “Le mie mani, la buona salute e Dio"
Parola di Dio nella festa di S. Giuseppe lavoratore: Gn. 1,26-2,3; Sal 89; Mt. 13,54-58
Vangelo Mt 13, 54-57
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?". E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". Parola del Signore
Mi ha sempre gradevolmente colpito che la Chiesa ci faccia iniziare il mese di Maggio, dedicato a Maria, festeggiando il suo sposo Giuseppe, nella sua qualifica di lavoratore.
Questo ci aiuta a comprendere la concretezza dell'incarnazione di Gesù. Egli ha vissuto 30 anni in famiglia. In essa si è formato, ha condiviso la condizione operaia di Giuseppe, ha ricevuto molto da quest'uomo semplice e retto che gli ha fatto da padre. La famiglia, il lavoro, la semplicità,la fede: valori umili ma essenziali. Valori da riproporre nella nostra società. Troppe volte giornali, televisioni, forme di educazione propongono unicamente divertimento, denaro, primeggiare a tutti i costi, e poi ci lamentiamo che non c'è più morale, senso di famiglia, gusto del lavoro... Giuseppe si è santificato con la fede in Dio, con la fedeltà alla sua famiglia, con il suo lavoro, sapendo apprezzare nel sacrificio, la gioia delle piccole cose del quotidiano, perché cercare la felicità in chimere lontane e non saper più gustare persone e momenti della nostra Vita? Perché vedere sempre e solo ciò che ci manca e non apprezzare il molto che abbiamo?
MERCOLEDI’ 2 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Atanasio; Santa Mafalda di Portogallo.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA, SIGNORE, SIA LA FONTE DELLE NOSTRE SCELTE.
Hanno detto: Le cose umane bisogna capirle per amarle, le cose divine bisogna amarle per capirle. (B. Pascal)
Saggezza popolare: Un libro può contenere una casa d'oro. (proverbio della Cina)
Un aneddoto: Un re voleva eleggere primo ministro l'uomo più saggio del regno. Dopo molte indagini, la scelta cadde su tre uomini. Volle metterli alla prova. Li fece entrare in una stanza del palazzo reale, la cui porta si chiudeva con un lucchetto speciale. Poi disse loro: “Chi riuscirà ad aprire il lucchetto sarà primo ministro”. I tre si misero subito al lavoro. Due studiarono attentamente formule matematiche per scoprire la combinazione. Il terzo si sedette sul pavimento e rifletté per qualche minuto, con lo sguardo fisso alla porta. Poi si alzò e la aprì. Il lucchetto non era stato chiuso.
Parola di Dio: At. 12,24-13,5; Sal. 66; Gv. 12,44-50
Vangelo Gv 12, 44-50
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù gridò a gran voce: “Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi respinge e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunziato lo condannerà nell'ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico come il Padre le ha dette a me”. Parola del Signore
Sembra siano passati anni luce da quando, essendo la messa in latino, o non si ascoltava neppure la parola di Gesù perché mentre il prete la bofonchiava per conto suo si era intenti a "dire il bene" o a dire il rosario, oppure, e questo succedeva solo ai più provveduti, si doveva ricorrere ad un messalino per avere la "traduzione simultanea" della parola di Dio. Oggi la nostra liturgia è normalmente molto più ricca, più curata, più comprensibile da parte di tutti. Ma la parola che ascoltiamo ci cambia? ci trasforma? costruisce il nostro cammino spirituale? oppure ci lascia abbastanza indifferenti? La parola di Dio, questo dono meraviglioso che sempre più siamo chiamati a scoprire, meditare, seguire è anche il giudizio definitivo su di noi.
GIOVEDI’ 3 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Filippo e Giacomo; Sant’Alessandro I, Papa.
Una scheggia di preghiera:
STAMPA IN ME IL TUO VOLTO, O SIGNORE.
Hanno detto: Guai a chi non avrà amato che i corpi, forme, apparenze: la morte gli toglierà tutto. Cercate di amare le anime, che le troverete. (Victor Hugo)
Saggezza popolare: Assicurati che la candela sia accesa, prima di spegnere il fiammifero. (proverbio delle Antille)
Un aneddoto: Già a dieci anni Enrico Caruso amava molto cantare, ma era ben lontano dal pensare che sarebbe diventato un tenore famoso. Allora lavorava in una fabbrica a Napoli. Il suo maestro di musica gli disse di lasciar perdere, poiché la sua voce suonava come il vento attraverso le persiane. La mamma, però, conosceva bene il suo ragazzo. Abbracciandolo, si disse sicura che un giorno sarebbe diventato un grande cantante. E per aiutarlo nella scuola si privò di tutto, affrontò ogni sorta di sacrifici. Con parole di incoraggiamento instillò in lui la costanza e lo aiutò a scoprire e a sviluppare i propri doni.
Parola di Dio nella festa dei santi Filippo e Giacomo: 1Cor. 15,1-8; Sal. 18; Gv. 14,6-14
Vangelo Gv 14, 6-14
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Tommaso: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò". Parola del Signore
“CHI HA VISTO ME HA VISTO IL PADRE”. (Gv. 14,9)
Anche noi, come Filippo, spesso desideriamo che Dio appaia chiaramente, ai nostri occhi, alla nostra mente, al nostro cuore, perché se in certi momenti ci sono evidenti la sua esistenza, la sua paternità nei nostri riguardi, la sua grandezza, in altri momenti ci sembra che Egli sia muto, latitante e qualche volta perfino ci sorge il dubbio che tutto il complesso della fede sia un costrutto dell’uomo per cercare di darsi un senso mentre senso non ne ha. Come una cosa piccola non può contenere una cosa grossa, così siamo assurdi quando vogliamo conoscere Dio con le nostre sole forze. E allora è proprio Dio che si rivela a noi: parla ai nostri occhi con la sua natura, alla nostra intelligenza con la sua Sapienza, al nostro cuore con il suo amore. Ma se noi ancora con i nostri limiti confondiamo il suo volto, Egli ha scelto di parlarci attraverso suo Figlio fatto uomo. In Lui c’è tutta la grandezza di Dio e tutta la piccolezza dell’uomo. In Lui c’ è la comunicazione perfetta: Egli parla la nostra lingua, vive la nostra stessa realtà finita, ha sentimenti come i nostri e quindi può mostrarci il vero volto di Dio. “Beati allora quelli che lo hanno visto. Beata Maria che lo ha portato nel suo grembo, che lo ha visto crescere in casa sua, beati quegli apostoli che hanno seguito la sua passione di amore per noi e la gloria della sua risurrezione!…”. Ma noi dove possiamo vedere il volto di Gesù e in esso quello del Padre? “Io sono con voi fino alla fine dei tempi”. “Prendete e mangiate questo è il mio corpo. Fate questo in memoria di me”. “Io ho fame e voi mi date da mangiare”. “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. “Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avrete fatto a me”. “Chi ascolta voi ascolta me”… Il Cristo lo posso trovare in molti modi e il volto del Padre, se incontro Lui mi appare evidente, ma ho ancora occhi, cuore e mente aperti per saperlo vedere?
VENERDI’ 4 MAGGIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Floriano, San Gottardo; San Silvano
Una scheggia di preghiera:
TU SEI, SIGNORE.
Hanno detto: Son veri quegli amici che si vogliono bene in ogni tempo, quando fa bello e quando fa brutto, quando c'è da guadagnare e quando c'è da perdere. (don Primo Mazzolari)
Saggezza popolare: E’ meglio sapere dove andare e non sapere come, che sapere come andare e non sapere dove. (proverbio del Messico)
Un aneddoto: Thomas Carlyle, dopo aver scritto con grande impegno il primo volume dell' opera che l'avrebbe reso famoso, “La Rivoluzione francese”, diede il manoscritto a John Stuart Mill per avere la sua opinione. Alcuni giorni dopo Mill, tutto costernato, si presentò a Carlyle e gli disse che la domestica, inavvertitamente, aveva gettato il manoscritto nel fuoco. Per Carlyle fu una vera disgrazia. Non aveva un soldo, e senza appunti era veramente difficile per lui ricominciare il lavoro. Ma, vedendo la costernazione di Mill, disse alla moglie: “Mill è terribilmente abbattuto. Cerchiamo di non fargli capire quanto sia grave il danno che abbiamo ricevuto”. E scrisse sul suo diario: “È come se il mio maestro invisibile avesse strappato la mia copia e avesse detto: "No, ragazzo mio, devi scrivere meglio". E ricominciò.
Parola di Dio: At. 13,26-33; Sal.2; Gv. 14,1-6
Vangelo Gv 14, 1-6
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”. Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Parola del Signore
“IO SONO LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA”. (Gv. 14,6)
Capita di incontrare delle persone che apparentemente sono sicure di se stesse, delle proprie scelte, persone che sanno propinare consigli ad ogni piè sospinto, che dicono di conoscere la via di risposta ad ogni problema. Se anche fosse vero, nessuno potrebbe mai dire: “Io sono la via, io sono la verità, io sono la vita per me e per gli altri”, ma al massimo potrebbe dire: ‘lo conosco qualche strada per vivere, io conosco un po’ di verità, io ho la vita di questo istante presente”. Dunque è solo Dio che è verità, vita e via. Dunque, Gesù si presenta come Dio. E, quindi, se io cerco la verità, solo in Lui posso trovarla; solo passando attraverso Lui, posso giungere al Padre, e solo da Lui, Creatore e Redentore, ho la vita. Gesù non è un semplice modello a cui guardare ma è il Dio che ci dà la vita, è l’unica Verità e quindi l’unico mezzo per il quale posso arrivare alla salvezza.
SABATO 5 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Angelo, monaco; Santa Irene da Lecce.
Una scheggia di preghiera:
IO CREDO IN TE SIGNORE, MA AUMENTA LA MIA FEDE.
Hanno detto: La suprema felicità, nella vita, è la convinzione di essere amati per quello che siamo, o meglio ancora, nonostante quello che siamo. (Victor Hugo)
Saggezza popolare: Il rimedio del freddo è il fuoco, quello della tristezza è la bontà. (proverbio della Dominica)
Un aneddoto: Edward W. Bok racconta un triste episodio accaduto a un bambino di sei anni: un giorno la maestra l'aveva mandato a casa perché era “troppo stupido per imparare”. Questo bambino era Thomas A. Edison. “Mio figlio non è stupido. Sarò io la sua maestra”, disse la mamma indignata. Bok commenta: “I timidi dovrebbero realizzare le potenzialità insite in ognuno di noi! Essi hanno l'aspirazione, l'urgenza a fare, ma immancabilmente biasimano e sottovalutano se stessi. Ricadono sempre nella stessa lamentela: "lo sono solo un uomo" o "lo sono solo una donna. Che posso fare?".
Parola di Dio: At. 13,44-52; Sal. 97; Gv. 14,7-14
Vangelo Gv 14, 7-14
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto”. Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”. Parola del Signore
“CHI CREDE IN ME COMPIRA’ LE OPERE CHE IO COMPIO”. (Gv. 14,12)
Non avrà esagerato Gesù, dicendo queste parole? Noi, capaci di fare cose grandi, eroiche, miracolose come quelle che ha fatto Lui? Eppure, se guardo a quella piccola suora che era Madre Teresa di Calcutta, vedo che, per la sua fede, è riuscita a portare amore per gli ultimi in tutto il mondo; don Bosco, contadino, ha costruito basiliche e case di accoglienza; il Cottolengo, senza soldi, fidandosi solo nella Provvidenza, ha aiutato innumerevoli ammalati. Persone paurose, persino bambini hanno affrontato serenamente il martirio. Malati, nel nome di Gesù, hanno saputo sorridere per anni dai loro letti di sofferenze. Tutta gente straordinaria? Tutti matti? No, persone comuni che però si fidavano. Siccome Gesù continua ad incarnarsi in noi, allora se possiamo giustamente dubitare di noi stessi, possiamo forse dubitare di Lui che opera in noi?
DOMENICA 6 MAGGIO: 5^ DI PASQUA
Tra i santi ricordati oggi: San Domenico Savio, Sant’Evodio di Antiochia.
Una scheggia di preghiera:
MARIA, CHIEDI PER NOI LO SPIRITO SANTO.
Hanno detto: La felicità non si ottiene puntando affannosamente alla sua ricerca, ma viene incontro, come una sorpresa, a chi è intento a far felici gli altri. (F. Sheen)
Saggezza popolare: Il sogno non ha testimoni. (proverbio di Cuba)
Un aneddoto: Un contadino assunse un uomo a giornata e gli diede un mucchio di legna da spaccare. In poche ore la legna era spaccata e impilata. Il giorno dopo, il contadino disse all'uomo di fare la scelta delle patate: “Metti le belle da una parte, quelle di grandezza media da un'altra e le più piccole in un altro mucchio ancora “. Passò un po' di tempo, ma il lavoratore non cominciava. Il contadino domandò una spiegazione. L'uomo, annoiato, rispose: “È prendere la decisione che mi fa perdere la bussola!”
Parola di Dio: At. 9,26-31; Sal. 21; 1Gv. 3,18-24; Gv. 15,1-8
Vangelo Gv 15, 1-8
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Parola del Signore
“SE RIMANETE IN ME E LE MIE PAROLE RIMANGONO IN VOI, CHIEDETE QUEL CHE VOLETE”. (Gv. 15,7)
Meditiamo questa frase alla luce del mese di maggio dedicato a Maria. In ogni figlio rimane qualcosa della madre e in ogni madre rimane qualcosa del figlio. In Gesù c’è qualcosa di Maria e in Maria c’è Gesù. Ma se Gesù è il nostro fratello maggiore, allora anche in noi c’è qualcosa di Maria e Maria davvero porta tutti noi nel suo cuore. Allora per noi Maria è importante, non possiamo dimenticarla. L’uomo è un essere che ha bisogno di conforto e aiuto. Ebbene, l’occhio di Maria non ha perso quel supplemento di attenzione mostrato alle nozze di Cana. il suo ascendente sul Figlio non è venuto meno. Il “non hanno più vino” diventa: ‘‘Stanno cercando lavoro’’, ‘‘il babbo è malato e la mamma deve occuparsi dei figli”, “hanno bisogno di fede”...
LUNEDI’ 7 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio di Costanza; San Flavio, martire; Santa Gisella.
Una scheggia di preghiera:
TRINITA’ DI DIO, TU ABITI IN ME.
Hanno detto: Nelle costruzioni un sasso sostiene l'altro: se così non fosse, la casa crollerebbe. Così dobbiamo sopportarci a vicenda, nelle famiglie e nelle società. (San Gregorio Magno)
Saggezza popolare: Se il lavoro fosse virtù, l'asino sarebbe carico di medaglie. (proverbio dei Caraibi)
Un aneddoto: “Dio è dentro il nostro cuore per dirti che devi essere bravo” scrive una bambina nel quaderno di catechismo. La catechista le domanda: “E se una bambina non lo ascolta?”. La bambina sgrana gli occhi e risponde tranquilla: “Oh, lui ripete”. Per questo ostinatamente, nonostante tutto, anche Dio continua a raccontare la sua storia.
Parola di Dio: At. 14,5-18; Sal.113; Gv. 14,21-26
Vangelo Gv 14, 21-26
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”. Gli disse Giuda, non l'Iscariota: “Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?”. Gli rispose Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Parola del Signore
“SE UNO MI AMA, OSSERVERA’ LA MIA PAROLA E IL PADRE MIO LO AMERA’ E PRENDEREMO DIMORA PRESSO DI LUI… IL CONSOLATORE VI INSEGNERA’ OGNI COSA”. (Gv. 14,23.26)
Nel mese di maggio mi piace leggere la pagina del Vangelo di oggi con gli occhi rivolti a Maria per vedere come Lei e Dio hanno realizzato in pieno queste parole. Gesù dice che l’essenziale della fede è l’amore e non soltanto un amore fatto di parole o di sentimenti ma un amore che coinvolge talmente la vita da diventare un cieco affidarsi e quindi un accogliere i comandamenti non come imposizione ma come grazia per poter corrispondere all’amore infinito di Dio. Maria ha fatto esattamente questo: donna di fede profonda, quando attraverso l’angelo viene interpellata da Dio, prima usa di tutti i suoi doni di intelligenza e chiede informazioni, abbozza obiezioni umane, ma appena rassicurata del fatto che la missione che le vien chiesta è opera di Dio, accetta totalmente e si fida anche se non capisce tutto. Chi compie però in Lei l’opera di comunione totale e la realizzazione della sua maternità divina? E’ lo Spirito Santo che inonda Maria, la coinvolge con tutta se stessa nel mistero che si compie al punto che anche Lei diventa corredentrice con Gesù. Se noi amassimo davvero Dio e ci lasciassimo amare da Lui non sarebbero un peso i comandamenti, le opere della carità, il cammino del perdono, ma sarebbero il modo per poter dire al nostro amato: “Ti voglio bene e se anche c’è qualcosa di ostico, di difficoltoso per la mia natura umana, mi fido di te!” A questo punto anche noi avremmo aperto le porte allo Spirito Santo che con la sua forza e con la sua delicatezza ci renderebbe partecipi in maniera piena del mistero di Dio. E questo non è già un anticipo di paradiso sulla terra?
MARTEDI’ 8 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Acacio di Bisanzio; San Vittore, martire.
Una scheggia di preghiera:
REGINA DELLA PACE, PREGA PER NOI E PER IL MONDO INTERO.
Hanno detto: Tutti vorrebbero guarire dai mali del corpo, ma non possono, tutti potrebbero guarire dai mali dell'anima, ma non vogliono. (Annibal Caro)
Saggezza popolare: Chi poco sa, lo spiattella presto. (proverbio della Colombia)
Un aneddoto: In alcuni villaggi Cinesi i residenti risolvono i loro litigi in modo meraviglioso. I due contendenti si affrontano in piazza, alla presenza del popolo: il primo ad alzare la voce o a perdere la calma è giudicato sconfitto.
Parola di Dio: At. 14,19-28; Sal. 144; Gv. 14,27-31
Vangelo Gv. 14,27-31
dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo Gesù disse: vi
lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non
sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto:
Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre,
perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga,
perché quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché
viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che
il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha
comandato. Alzatevi, andiamo via di qui».
“VI LASCIO LA PACE, VI DO LA MIA PACE. NON COME LA DA’ IL MONDO, IO LA DO A VOI”. (Gv. 14,27)
Pace è un’altra di quelle parole usate e strausate che alla fine hanno perso il loro vero significato. Pace diventa allora sinonimo di “non ammazziamoci”, di compromesso, di generico “vogliamoci bene”. Questo saluto che Gesù sovente fa ai suoi apostoli è invece denso di significati molto profondi: è l’augurio di pienezza di vita, di salute ma è soprattutto mettere Dio al suo posto, al primo posto. Quando l’uomo avrà veramente pace? Quando si costruirà nel modo giusto: quando cioè fonderà i suoi valori non sull’effimero, sul passeggero, ma su chi lo ha pensato, creato, amato. Allora il cuore dell’uomo, le sue attese non diventeranno più orgoglio che divide, si appropria, uccide, ma gioia, perdono, riconciliazione profonda con il fratello non più visto come un rivale da superare ma come un amico con cui camminare e costruire il Regno che il Signore stesso ha chiamato a realizzare. Guardiamo ancora a Maria: il suo fiducioso abbandono la rende capace di fare cose impossibili agli uomini, ma possibili a Dio. Lei, una donna che diventa madre di Dio; una donna che rompe con tutte le tradizioni; una donna capace di amare al punto di accettare di essere la madre dei crocifissori del suo Figlio; una donna che non capisce tutto, ma che conserva tutto nel suo cuore perché lo Spirito Santo possa poi ordinare, dare senso, far rivivere.
MERCOLEDI’ 9 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Luminosa di Pavia, San Pacomio il grande, monaco.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE, DALLA MEDIOCRITA’
Hanno detto: Dicono che capendo noi stessi, capiremo meglio gli altri. Ma io vi dico, amando gli altri impareremo qualcosa di più su noi stessi. (K. Gibran)
Saggezza popolare: Chi troppo si profuma, è perché qualcosa gli puzza. (proverbio della Colombia)
Un aneddoto: Il Beato Angelico, giovane frate, ritornava una sera al convento, recitando il Rosario. Attraversava la campagna. Gli apparve la Regina del Cielo; tanti Angeli le stavano vicino, cantando ed intrecciando una corona di rose. Il frate interruppe la recita del Rosario per contemplare quella scena di Paradiso. Gli Angeli interruppero pure il canto e lasciarono incompiuta la corona di rose. Sorpreso, il Beato Angelico ripigliò la preghiera e gli Angeli ricominciarono a cantare; ad ogni Ave Maria, una nuova rosa veniva inserita nella corona. Terminato il Rosario, il serto di rose fu presentato dagli Angeli a Maria. Il frate non dimenticò più la visione. Si sforzò di riprodurla in pittura. Trascorse la vita nella preghiera e nel lavoro, lasciando una grande quantità di quadri, rappresentanti la Madonna e gli Angeli. Negli ultimi istanti della vita, mirò a lungo in alto, quasi trasfigurandosi in viso per l'emozione; poi esclamò: La Madonna è molto più bella di quanto io l'abbia dipinta! E spirò.
Parola di Dio: At. 15,1-6; Sal. 121; Gv. 15,1-8
Vangelo Gv 15, 1-8
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. Parola del Signore
"CHI NON RIMANE IN ME, VIENE GETTATO VIA." (Gv. 15,6)
Nella nostra vita spirituale c'è un grande rischio: quello di tagliarci le gambe da soli. Vogliamo bene a Gesù, siamo cristiani! ma ad un certo punto: "Al mattino non riesco più a pregare: c'è fretta... l'ufficio, il mercato..." "Ho cominciato a saltare messa una domenica perché mi è arrivata gente... adesso sono due mesi che non vado più in chiesa: ogni domenica ce n'è una... (di scusa!?)" "Andavo a trovare quella persona paralizzata in casa, ma poi sono arrivate le feste con tutto il loro da fare, mi son limitato a telefonarle, poi qualche giorno me ne sono dimenticato..., ora non mi oso più..." Con queste o altre cose simili, noi tagliamo i nostri rapporti con il Signore. I sacramenti della sua presenza diventano sempre più lontani, non troviamo più la voglia di pregare... rinsecchiamo. Se accumuliamo ostacoli nelle nostre vene c'è pericolo che presto la linfa vitale di Cristo non ci possa più raggiungere e allora? a cosa serve un ramo secco!
GIOVEDI’ 10 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfio, martire; San Cataldo, vescovo; Santa Solange
Una scheggia di preghiera:
SOLO CON TE TROVIAMO LA VERA GIOIA.
Hanno detto: Per volare bisogna amare la velocità, il vento, l'aria, l'ebbrezza e non aver paura che un colpo di vento ti possa innalzare o abbassare. (Ernesto Olivero)
Saggezza popolare: La precisione vale più della forza. (proverbio della Guyana)
Un aneddoto: San Giovanni Benedetto de Rossi (morto nel 1764) fu confessore e consigliere fra i più quotati del clero romano, negli ultimi vent'anni di vita dedicava al ministero delle confessioni quattro o cinque ore ogni giorno e talvolta undici e dodici. Quando al suo confessionale si presentavano persone ostinate nel male, irretite da difficoltà morali che parevano inestricabili, non trovava migliore rimedio che la devozione alla Vergine, specialmente mediante le tre Ave, da recitarsi devotamente mattino e sera. Con questa pratica ottenne innumerevoli conversioni.
Parola di Dio: At. 15,7-21; Sal. 95; Gv. 15,9-11
Vangelo Gv 15, 9-11
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Parola del Signore
“VI HO DETTO QUESTO PERCHE’ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”. (Gv. 15,11)
Spesso noi facciamo l’errore di leggere il Vangelo come se fosse un codice di norme da osservare e allora siamo spaventati dalle richieste del Signore tipo: “Vai vendi quello che hai, dallo ai poveri e poi vieni e seguimi”, “Amate i vostri nemici e pregate per loro”, “Porgi l’altra guancia”. Ci sembra che il Signore ci chieda delle cose impossibili, dolorose. Gesù, oggi, invece ci dice: “Se vi chiedo cose difficili, ve le chiedo perché siate felici, perché abbiate la vera gioia”. Se riesci ad essere staccato dal denaro, sei libero da un mucchio di preoccupazioni ed hai più tempo per cercare valori veri. Se preghi per il tuo nemico, presto lo vedrai come un fratello e supererai il rancore. Se sai perdonare hai più serenità di quando gusti il frutto amaro della vendetta. E se riesci a fare queste cose, non solo sei felice tu ma fai felici anche gli altri. Ci vuole così poco: basta una parola gentile, un saluto, una carezza, un sorriso.
VENERDI’ 11 MAGGIO:
Tra i santi ricordati oggi: Santa Bertilla; Sant’Ignazio da Laconi, Sant’Illuminato, monaco
Una scheggia di preghiera:
GESU’, INSEGNAMI AD ESSERE GRATO PER TUTTI I TUOI DONI.
Hanno detto: Se solo conservaste in cuore lo stupore per i quotidiani miracoli della vita, il dolore non vi parrebbe meno meraviglioso della gioia (K. Gibran)
Saggezza popolare: E' breve il giorno per colui che vuole lavorare! (proverbio del Perù)
Un aneddoto: Un tale - narra il beato Alano - avendo tentato inutilmente ogni pratica devota per essere liberato dallo spirito maligno che lo possedeva, pensò di mettersi al collo la corona del Rosario; ne ebbe sollievo. Constatando poi, che quando se la toglieva il demonio riprendeva a tormentarlo crudelmente, decise di portarla al collo giorno e notte: in tal modo gli riuscì di scacciare per sempre il diavolo che non poteva sopportare quella orribile catena. Il beato Alano assicura inoltre, di aver egli stesso liberato molti ossessi ponendo loro al collo la corona.
Parola di Dio: At. 15,22-31; Sal. 56; Gv.15,12-17
Vangelo Gv 15, 12-17
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”. Parola del Signore
”QUESTO VI COMANDO: AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI”. (Gv. 15,17)
Il Vangelo di oggi è talmente ricco di temi che vorremmo quasi sezionare i vari versetti in quanto ognuno di essi ha messaggi specifici per noi. Eppure ogni singola affermazione ha una base comune ed è il comandamento dell’amore vissuto da Gesù e offerto a noi come strada per accogliere Dio e dare un volto al nostro rapporto con i fratelli. Gesù ci dice che non siamo più servi ma amici, cioè Dio non è più un padrone, ma un Padre. Lui, per amore, ha coniugato insieme giustizia e misericordia e nel sangue di Suo Figlio è diventato Perdono. Noi siamo stati affrancati, ecco perché, se non sono irriconoscente, a mia volta devo diventare, nell’amore, uno che ‘libera dalle schiavitù’, uno che ‘salda i debiti degli altri’, uno che sa quanto vale la libertà e che è disposto a pagare di persona purché altri non ricadano nelle catene. Gesù dice: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” e ci ricorda che, se abbiamo un po’ di fede, questo è un dono misterioso del suo amore e non conquista nostra. Nella fede nessuno può essere così stupido da dire: “Mi sono fatto da solo”. E perché Gesù ha scelto me? Perché ero più bravo degli altri? Perché ero più furbo degli altri? Certamente no! Solo nell’amore posso spiegarmi i suoi doni, il suo perdono, il suo chiamarmi per mandarmi. Ed è solo nella gratitudine, nella riconoscenza che posso rispondere a così tante grazie. Se, come Giovanni, sono stato gratuitamente chiamato a posare il mio capo sul petto di Gesù, così dovrò sentire bruciare dentro di me il suo amore da aver voglia di comunicarlo ad altri, e questo non solo con le parole ma con gesti concreti, ricordandomi che l’amore è saper dare la vita all’altro.
SABATO 12 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Nereo e Achilleo; San Pancrazio; San Leopoldo Mandic.
Una scheggia di preghiera:
TU HAI VINTO IL MONDO, SIGNORE GESU’.
Hanno detto:
Colui che ama profondamente non vive più per sé, ma per l'amato. E quanto più si allontana da sé per darsi all'altro, tanto più grande è la sua gioia. (Erasmo da Rotterdam)
Saggezza popolare: Non credere che, perché l'indio è povero, la torta che ti offre sia di erbacce! (proverbio della Colombia)
Un aneddoto: S. Vincenzo Ferreri fu chiamato d'urgenza al capezzale d'un moribondo disperato. Era stato un grande peccatore e anche sul letto di morte rifiutò i sacramenti e il pentimento. Allora il santo gli gridò: Ma perché vuoi dannarti eternamente, quando Gesù Cristo ti vuol salvare? Rispose il moribondo disperato: Io voglio proprio dannarmi, a dispetto di Cristo Signore! E il santo replicò: E tu invece, a dispetto tuo, ti devi salvare! E io, in nome di Dio, riuscirò a perdonarti tutto! Ciò detto, invitò intorno al letto tutti quelli di casa. Si recitò devotamente il santo Rosario. E la Madonna ottenne la grazia. L'infermo ad un certo punto chiamò il santo; si confessò, piangendo i suoi numerosi peccati e morì nella grazia di Dio, che è la fortuna più desiderabile del mondo.
Parola di Dio: At. 16,1-10; Sal. 99; Gv. 15,18-21
Vangelo Gv 15, 18-21
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato”. Parola del Signore
“SE IL MONDO VI ODIA, SAPPIATE CHE PRIMA DI VOI HA ODIATO ME. SE FOSTE DEL MONDO, IL MONDO AMEREBBE CIO’ CHE E’ SUO, MA IO VI HO SCELTI DAL MONDO”. (Gv. 15,18—19)
I primi cristiani hanno incontrato tutti il martirio per la fede. Anche oggi è impressionante scoprire quanti sono ancora martiri veri e propri per la testimonianza cristiana nel mondo. Ma quello che più spesso incontriamo nel nostro mondo è una indifferenza alla fede, tante volte ancora più scoraggiante che una aperta ostilità. E l’indifferenza, l’abitudine, il “tanto tutti fanno così” può mettere a dura prova la testimonianza cristiana: è un martirio che non arriva tutto di un colpo, ma uno stillicidio che se non stai attento presto ti smonta, ti toglie l’entusiasmo, ti appiattisce. Il cristiano, seguendo il suo Maestro, è uno che non demorde, che non cerca risultati umani, che continua nella sua testimonianza sicuro che l’importante è seminare e qualche volta bagnare il terreno con un po’ di sudore, un po’ di lacrime e qualche goccia di sangue. A far crescere, a tempo opportuno, ci penserà il Signore stesso.
DOMENICA 13 MAGGIO: 6^ DI PASQUA
Tra i santi ricordati oggi: Santa Agnese di Poitiers; San Sergio, confessore.
Una scheggia di preghiera:
E’ GRANDE IL TUO AMORE PER NOI.
Hanno detto: Il matrimonio è l'unione di due cuori, fra i quali si sente battere il cuore di Dio. (Dino Semplici)
Saggezza popolare: Non piantare la tua vigna al lato della strada: chiunque vi passi, se ne prenderebbe un grappolo. (proverbio del Cile)
Un aneddoto: «Io ero presente racconta Monsignor Cagliero quando Don Bosco risanò, una giovane quattordicenne da paralisi di nascita. I parenti l'avevano portata sulle braccia e lasciata nella sala, in mezzo a più di duecento persone che aspettavano la benedizione del Servo di Dio e la liberazione dai loro mali. Don Bosco, dopo la S. Messa, animò la fanciulla a confidare nella Vergine Ausiliatrice, le diede la benedizione e le comandò di alzarsi. Esitava la fanciulla per timore di cadere, e i parenti la volevano aiutare, ma il Servo di Dio non lo permise dicendo: Essa non ha bisogno di aiuto; alzati e va' alla cappella a render grazie alla Madonna. Si alzò da sé, e camminò con un poco di stento, perché non aveva ancora imparato a camminare, e fu alla cappella, dove ringraziò il Signore con altri devoti che piangevano e lodavano il Signore, che così visibilmente esaltava il suo Servo. La vidi poi uscire dalla casa a piedi, e semplicemente appoggiata al braccio della madre.»
Parola di Dio: At. 10,25-26.34-35.44-48; Sal. 97; 1Gv. 4,7-10; Gv. 15,9-17
Vangelo Gv 15, 9-17
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”. Parola del Signore
"NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI." (Gv. 15,16)
Tante volte, rileggendo il Vangelo, noi ci troviamo spiazzati davanti ad esso proprio perché partiamo da un presupposto inesatto. Pensiamo di essere noi i principali personaggi della fede: "lo ti amo, Signore... lo rispondo con le mie scelte... lo ho dei diritti nei tuoi confronti perché prego... Noi siamo la Chiesa quindi noi facciamo il Regno di Dio..." Se Dio nella sua immensa grandezza, bontà, misericordia non "avesse pensato a me dall'eternità", io neppure esisterei. Se Gesù non si fosse fatto uomo, come potrei salvarmi? Come entrare in comunione con Dio? I sacramenti, la grazia me li posso dare da solo? Il Regno di Dio lo costruisco io con le mie forze? Basta guardare ai disastri della storia della Chiesa quando gli uomini di chiesa hanno pensato di sostituirsi alla misericordia di Dio! E' Lui che mi ha pensato, scelto, amato; è Lui che mi manda, mi sostiene, mi guida, è Lui che costituisce e regge il suo Regno fino al suo compimento decisivo. Io sono importante, ma solo per un motivo: è Lui che mi ama, che mi chiama Figlio e che ha talmente fiducia in me da chiedermi di diventare suo collaboratore.
LUNEDI’ 14 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Mattia;San Michele Garicoits; San Pasquale I, Papa; Santa Maria Mazzarello.
Una scheggia di preghiera:
UMILTA’, SIGNORE, DONAMI UMILTA’.
Hanno detto: Chi ha perso la capacità di meravigliarsi e di non essere sorpreso dalla dignità delle cose, è come se fosse morto. I suoi occhi sono spenti. (Albert Einstein)
Saggezza popolare: Ogni ladro dice che tutti sono ladri. (proverbio del Perù)
Un aneddoto: Una volta Massimo d'Azeglio disse a don Bosco che era tempo di finirla di far recitare ogni giorno il Rosario ai suoi ragazzi e ai suoi educatori: “Non ci tengo affatto, sa, a questa anticaglia di cinquanta Ave Maria infilzate! E una pratica noiosa e del tutto inefficace per l'educazione.” “Io ci sto molto, invece, a tale pratica” rispose il Santo “e su di essa potrei dire che è fondata la mia istituzione: sarei disposto a lasciare piuttosto tante altre cose ben più importanti, ma non questa.” Aggiunse poi: “Se anche facesse d'uopo, rinunzierei alla sua preziosa amicizia, ma non mai alla recita del S. Rosario!”
Parola di Dio nella festa di San Mattia: At. 1,15-17.20-26; Sal. 112; Gv. 15,9-17 - (Vangelo del giorno Gv.15,26-16,4)
Vangelo Gv 15, 26 - 16,4
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato”. Parola del Signore
“VI MANDERO’ LO SPIRITO DI VERITA’ ”. (Gv. 15,26)
La nostra vita ha un senso? Da dove veniamo? Dove finiremo? C’è qualcosa dopo la morte? La scienza esplora lo spazio, ha condotto l’uomo sulla luna, ma è incapace di darci la minima spiegazione sulla nostra origine e sul nostro destino. Dio, il solo che conosce il cuore umano e tutte le domande che lo agitano, non ha voluto lasciarci senza risposta. Anche se la terra che abitiamo non è che un granello di polvere che pare disperso nell’infinito, non siamo affatto per Lui degli esseri insignificanti. Nelle sue prime pagine, la Bibbia ci insegna che Dio creò l’uomo alla propria immagine. Gli ha dato un’intelligenza capace di sondare i misteri dell’universo, una volontà capace di decidere fra il bene e il male, uno spirito suscettibile di riconoscere il Creatore nelle meraviglie della creazione. L’uomo si è servito magnificamente della propria intelligenza. Ha esplorato la materia, disintegrato l’atomo, raggiunto il cosmo; ma, ricondotto alle dimensioni che gli sono proprie, ignora ancora l’essenziale di ciò che dovrebbe sapere: la vera ragione per cui è sulla terra e il suo avvenire eterno. Più si istruisce, più si perde nei suoi propri problemi. Sa dirigere i suoi missili, ma non sa dirigere se stesso. Per riuscire a fare questo dovrebbe ricominciare ad ascoltare Dio, dovrebbe ricordarsi delle proprie origini, dovrebbe lasciar scorrere in sé la linfa vitale che gli viene da Cristo. E’ solo con Lui che la conoscenza e la scienza assumono il loro vero significato, è solo con Dio che l’uomo può avvicinarsi in punta di piedi al mistero della vita, ma sentendosene parte viva. L’uomo con tutta la sua scienza rischia di essere un piccola formichina nello spazio, ma se si accorge di essere una formichina amata da Dio, in Lui può raggiungere ogni cosa.
MARTEDI’ 15 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isidoro, l’Agricoltore, San Liberatore; Santa Sofia di Roma.
Una scheggia di preghiera:
TU, O DIO SEI CON NOI OGGI E SEMPRE.
Hanno detto: Se vuoi trasformare un uomo in una nullità, non devi fare altro che ritenere inutile il suo lavoro. (Fjodor Dostoevskij)
Saggezza popolare: Se non sai da dove vieni, non sai mai dove stai andando. (proverbio della Guyana)
Un aneddoto: Quando Gugliemo Marconi celebrò le sue nozze, il papa Pio XI regalò, a lui e alla consorte, una preziosa corona del Rosario. Quando il grande scienziato si trovò sul letto di morte, a chi gli chiese se non avesse messaggio per la sposa assente, rispose: Le direte che tenevo in mano la mia corona e che l’ultimo gesto fu di baciare il Crocifisso
Parola di Dio: At. 16,22-34; Sal. 137; Gv. 16,5-11
Vangelo Gv 16, 5-11
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato”. Parola del Signore
“E’ BENE PER VOI CHE IO ME NE VADA, PERCHE’ SE NON ME NE VADO, NON VERRA’ A VOI IL CONSOLATORE”. (Gv. 16,6)
Capisco benissimo lo stupore degli Apostoli davanti a questa frase di Gesù, non sarebbe forse bello se Gesù, con il suo corpo fosse ancora presente in qualche parte della terra? Il fatto di poter sentire la sua Parola in diretta, il fatto oggi di poterlo vedere in mondovisione, il poter rivolgere a Lui direttamente le nostre domande… che sogno meraviglioso! Eppure Gesù non se ne va “per lasciarci orfani”, Lui, “sarà con noi fino alla fine del mondo”, Colui che viene dopo di Lui, lo Spirito Santo, lo Spirito di amore del Padre e di Gesù è il nostro Consolatore, Colui che non ci lascia soli, Colui che ci ricorda e rinnova tutte le parole di Gesù. Noi vorremmo poter consultare Gesù ‘in diretta’ e non ci accorgiamo di essere il tempio dello Spirito dove Gesù abita, noi vorremmo sentire la sua parola, ma nello Spirito possiamo leggere ed ascoltare sia la parola di Gesù che troviamo nelle Scritture che quella che ci parla direttamente attraverso la coscienza, gli altri e i fatti della vita. Noi vorremmo poter toccare Gesù, andare magari una volta in vita a fare un pellegrinaggio alla dimora della sua abitazione, e non ci accorgiamo che Lui stesso è in continuo pellegrinaggio verso di noi, che possiamo non solo toccarlo ma riceverlo nel suo Corpo e rivivere la grazia della sua passione e risurrezione per noi. Noi vorremmo sentire con le nostre orecchie le parole del suo perdono, per esserne sicuri, e non ci accorgiamo che queste parole, proprio per dono dello Spirito giungono a noi ogni volta che un povero prete, a nome suo le ripete, proprio per noi. E’ vero che sarebbe bello se Gesù fosse ancora su questa terra come lo era con i suoi apostoli, in Palestina, ma è altrettanto vero che se accolgo il suo Spirito di amore, oggi posso incontrarlo personalmente tante volte, e non solo, io stesso posso, pur nei miei molti limiti, incarnare ancora la sua presenza nel mondo.
MERCOLEDI’ 16 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Bobola, martire; Sant’Ubaldo, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, INSEGNAMI A FARE UN PASSO PER VOLTA.
Hanno detto: Lo sguardo di Dio è come una rugiada che fortifica, è come un raggio luminoso che feconda e dilata: lavoriamo dunque senza chiasso e senza tregua, lavoriamo allo sguardo di Dio, di Dio solo! (Luigi Orione)
Saggezza popolare: Unto un dito, unta la mano intera. (proverbio della Colombia)
Un aneddoto: Un racconto grazioso ha dato origine a uno dei più venerati e frequentati santuari mariani di Francia, quello di Folgoet nella Bretagna. Folgoet, nella lingua di quella regione, significa il "pazzo del bosco". Così era stato chiamato un povero giovane, tardo d'ingegno, ma dal cuore aperto alle cose di Dio e all'amore della Vergine. S'era dato a una vita da eremita internandosi in una fitta foresta. Non conosceva che una sola preghiera, l'Ave Maria, che recitava innumerevoli volte nel giorno. Dopo la morte fu veduto spuntare dal suo sepolcro un giglio sulla cui corolla spiccava a lettere d'oro l'Ave Maria. La fama del prodigio fece sorgere sul luogo un magnifico santuario la cui rinomanza si estese a tutta la Francia e altrove.
Parola di Dio: At. 17,15.22-18,1; Sal. 148; Gv. 16,12-15
Vangelo Gv 16, 12-15
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà”. Parola del Signore
“MOLTE COSE HO ANCORA DA DIRVI, MA PER IL MOMENTO NON SIETE IN GRADO DI PORTARNE IL PESO”. (Gv. 16,12)
Gesù vuol dirci che la fede è un cammino, è una via in sviluppo. Ci sono quotidianamente cose nuove da scoprire in Dio, un po’ come succede ad un fidanzato, a uno sposo, ad un amico nello sviluppo di una relazione di amore. Come gli apostoli, io non sono che all’inizio. Accetto, o Signore, che Tu dica così anche a me. C’è una quantità di cose che io, ora, non posso capire ma che tu mi rivelerai poco per volta se sarò fedele ad ascoltare la voce dello Spirito che parla al mio cuore e che mi parla di Te, Gesù. Fa’ che io non mi consideri mai soddisfatto, pieno di me stesso e delle mie conoscenze dottrinali. E fa’, Signore, che io pensi anche a coloro con i quali vivo. Per essi è la stessa cosa. Anch’essi sono nel cammino della fede... ci sono delle verità, delle attitudini che anch’essi devono ancora scoprire. Dammi, Signore, la tua pazienza, la tua pedagogia. Che io non metta sulle spalle di altri, pesi che essi non possono portare... che io sappia camminare al ritmo della tua grazia, al ritmo dei tuoi passi, accompagnando i miei fratelli nel loro cammino.
GIOVEDI’ 17 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Pasquale Baylon; Santa Restituta Matrono.
Una scheggia di preghiera:
DOLORE, GIOIA: TUTTO CON TE, GESU’.
Hanno detto: Chi partecipa al tuo piacere ma non al tuo dolore perde la chiave di una delle sette porte del paradiso. Puoi dimenticare la persona con cui hai riso, mai quella con cui hai pianto. (K. Gibran)
Saggezza popolare: Durante il bel tempo, non ti perdere in giro, senza far niente; sai infatti che il bel tempo dura pochi giorni. (proverbio di Samoa)
Un aneddoto: Carlo Demichelis doveva essere giustiziato. Furono vani tutti i tentativi per accostarlo alla Confessione e a Dio. Il "prete della forca" però lo accompagnò ugualmente con amabilità, stando con lui sulla fatale carretta. Passando davanti ad un'edicola della Madonna, che il condannato da tempo conosceva, Don Cafasso gli fece cenno di guardarla. Il cuore del povero uomo fu allora pervaso da mille dolci sentimenti: si ricordò di sua madre, delle preghiere che gli aveva insegnato; si ricordò d'essere passato tante volte davanti a quella Madonna si ricordò di Dio. Si pentì amaramente dei suoi delitti; li confessò tutti a don Cafasso; si riconciliò completamente con Dio e, come riparazione del male compiuto in vita, accettò serenamente la terribile sorte. Il "prete della forca", dopo aver assistito fino alla fine e benedetto questo uomo suo "amico", disse: Grazie, o Madonna! Per tua intercessione, anche questo tuo figlio è salvo per sempre.
Parola di Dio: At. 18,1-8; Sal 97; Gv. 16,16-20
Vangelo Gv 16, 16-20
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Ancora un poco e non mi vedrete; un po’ ancora e mi vedrete”. Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: “Che cos'è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po’ ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?”. Dicevano perciò: “Che cos'è mai questo "un poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire”. Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: “Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po’ ancora e mi vedrete? In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. Parola del Signore
“VOI SARETE AFFLITTI, MA LA VOSTRA AFFLIZIONE SI CAMBIERA’ IN GIOIA”. (Gv. 16,20)
Ecco descritto in breve da parte di Gesù il percorso della nostra vita. Persone chiamate alla gioia e alla serenità che spesso si accorgono che nella vita c’è un prevalere immediato della fatica e della sofferenza ma persone che credendo alla Rivelazione sanno che lo sbocco definitivo sarà la gioia e la festa. La sofferenza, dunque, non va vissuta come un iniquità contro di noi o come noncuranza di Dio nei nostri confronti, ma quale intrinseco fardello da portare coraggiosamente. L’importante è sapere che ha un senso, che è il negativo per vedere il positivo, che è una soglia da superare per entrare nella gioia piena e definitiva. Soprattutto e importante sapere che Cristo è sempre con noi: domani nella nostra gioia, anzi come causa della stessa, oggi come pellegrino e fratello che vive nella nostra stessa afflizione.
VENERDI’ 18 MAGGIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni I; San Felice di Cantalice.
Una scheggia di preghiera:
IN TE, SIGNORE, LA MIA GIOIA.
Hanno detto: Per essere di Dio non occorrono grandi cose: basta avere un cuore ed amare. (Beato Tommaso Maria Fusco)
Saggezza popolare: Fardello appena preso in spalla, pesa poco! (proverbio di Samoa)
Un aneddoto: Daniele O' Connel, il grande statista e liberatore dell'Irlanda dall'Inghilterra, quando girava di paese in paese per organizzare i suoi compatrioti alla difesa della coscienza e della libertà, prima di incominciare i suoi discorsi infuocati, faceva recitare da tutti il Rosario, a segnale di riscossa e ad invocazione di aiuto dall'alto. E più volte fu veduto lungo i corridoi del Parlamento di Londra con la corona in mano recitare con gran devozione il Rosario, mentre attendeva il suo turno per parlare a difesa della sua patria. Ed era solito dire che, per il trionfo della grande causa che difendeva, egli aveva più fiducia nelle Ave Marie del suo Rosario che in tutti i suoi discorsi.
Parola di Dio: At. 18,9-18; Sal. 46; Gv. 16,20-23
Vangelo Gv 16, 20-23
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia”. Parola del Signore
“NESSUNO VI POTRA’ TOGLIERE LA VOSTRA GIOIA”. (Gv. 16,23)
Provate a pensare a quanto lavoro e quanti sacrifici per poter realizzare le nostre aspirazioni! Quante rinunce, quanti bocconi amari inghiottiti, quanti giorni della nostra vita impegnati, consumati per raggiungere una meta, sia essa un titolo di studio, una carriera, una buona posizione sociale! E non tutti la raggiungono. Spesso una malattia, una disavventura, la sorte, che a volte s'accanisce contro, hanno mandato per aria tanti progetti. Altri più fortunati ci sono arrivati, e hanno avuto delle soddisfazioni, ma quanto tempo sono durate? Basta un nulla perché anche cose belle, costate fatica diventino inutili o svaniscano in un momento Quante volte abbiamo invidiato i vincitori delle grandi lotterie, quante volte abbiamo guardato con occhi sgranati dalla meraviglia i divi del cinema, i primatisti dello sport, gli idoli della vita mondana? Eppure quanti di questi idoli sono andati in frantumi! La gioia che Dio ci può dare non conosce tramonto, non teme intrighi, non corre alcun rischio: è al sicuro. Perché non legata a beni che da un momento all'altro possono sparire, essere rubati o liquidati, corrotti o appassiti, bensì prodotta dalla presenza divina, che nessuno e nessuna cosa potrà mai toglierci: Egli è sempre e dovunque. E, se lo vogliamo, è sempre con noi. Né la malattia, né la vecchiaia, né un dolore, né una disavventura o contrarietà ce lo potrà mai strappare dal cuore. Le prove potranno farci gemere, potranno anche farci versar delle lacrime, ma non potranno mai estirpare la gioia che solo Dio può accendere nel cuore. Potremmo nella vita incontrare dei ricchi disperati o trovare dei giovani nauseati e dei dotti smarriti, ma non capiterà mai di incontrare un solo santo malinconico o disperato. Perché il santo sa che tutto può essergli tolto, che le prove della vita possono farlo soffrire e anche condurlo alla morte ma mai potrà essere tolto loro il Signore.
SABATO 19 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Celestino V, Papa; Sant’Ivo.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE, DA TUTTI GLI IDOLI.
Hanno detto: Lascia per un momento le tue abituali preoccupazioni, uomo insignificante: entra per un istante dentro te stesso, allontanandoti dal tumulto del tuoi pensieri confusi e dalle preoccupazioni inquietanti che ti opprimono. Riposa in Dio per un momento, riposa solo un istante in lui. (Sant’Anselmo)
Saggezza popolare: Il forestiero è forestiero solamente un giorno. (proverbio delle Hawai)
Un aneddoto: In Francia. Il tempo della persecuzione contro gli Ebrei. Una giovane Ebrea che amava teneramente la Madonna, abbraccia la religione cattolica. Praticava in modo tutto speciale la devozione del Rosario. Un giorno pregò la sua mamma di tenere sempre nella sua borsa una corona. La mamma anche se non troppo volentieri, acconsentì a questo desiderio. La persecuzione diventava sempre più violenta. La giovane e la sua figlia cambiarono nome e andarono altrove. Improvvisamente due membri della Gestapo vennero alla loro casa per compiere una perquisizione. Uno di essi apre un armadio prende la borsa della signora, la apre e vi trova la corona, la prende in mano la guarda e dice non senza stupore: "Abbiamo sbagliato. Certamente non è questa la casa" e se ne andarono.
Parola di Dio: At.18,23-28; Sal. 46; Gv. 16,23-28
Vangelo Gv 16, 23-28
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre”. Parola del Signore
“IL PADRE STESSO VI AMA, POICHE’ VOI MI AVETE AMATO E AVETE CREDUTO CHE IO SONO VENUTO DA DIO”. (Gv. 16,27)
Il nostro è un Dio unico: chi ama Gesù, ama il Padre. Il Padre ci ama dello stesso amore di Gesù. La fondamentale realtà dell’ebraismo e del cristianesimo è la fede in un unico Dio. Tutta la Bibbia vede il maggior peccato nell’idolatria. Noi, oggi, pensiamo che questo pericolo non ci sia più, ragioniamo addirittura all’opposto: “Oggi l’uomo non crede neppur più a Dio, figuriamoci se ne ha tanti”. Eppure non è vero! Gli idoli sono solo cambiati, sono diventati più subdoli, più nascosti. Pensate a queste nuove forme di religiosità che mettono insieme Gesù Cristo e l’invocazione delle forme di energia presenti nel cosmo, pensate ai cristiani che vanno a Messa portando addosso il pentacolo del mago, pensate al dio denaro al quale si sacrificano continuamente persone, cose, valori; pensate alla pubblicità consumistica che ci presenta quotidianamente una serie di idoli, pensate anche ad un certo tipo di religiosità che mette sullo stesso piano Dio, s. Antonio, Padre Pio, la Sindone. Dio è uno solo, facciamo un po’ di pulizia di idoli e idoletti per riscoprire Lui solo come Signore della nostra vita.
DOMENICA 20 MAGGIO: ASCENSIONE DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: San Bernardino da Siena; San Teodoro di Pavia.
Una scheggia di preghiera:
RESTA CON NOI, SIGNORE, SPECIALMENTE QUANDO E’ SERA.
Hanno detto: Noi costruiamo la pace quando impariamo a praticare le vie del perdono. (Giovanni Paolo II)
Saggezza popolare: Il tarlo, benché piccolino, può far cadere un albero grande. (proverbio dell’Australia)
Un aneddoto: La Madonna era davvero generosa con il suo Servo fedele S. Pier Giuliano Eymard. Al ritorno da un pellegrinaggio, fatto in compagnia delle sorelle una di queste, Marianna, si sentì venir meno per una sete bruciante. Acqua nei dintorni, non se ne trovava. Il fratello, impietosito, fece fermare la vettura, si inoltrò, solo, in un campo, poi ritornò portando un vaso, pieno di acqua freschissima. Prendete disse alla sorella ve la manda il Signore. Ma è un miracolo della Madonna! esclamò, sorpresa, Marianna. Una fortuna di questo genere, mi capita qualche volta. Mi affido alla Provvidenza e trovo quello che cerco.
Parola di Dio: At. 1,1-11; Sal. 46; Ef 4,1-13; Mc. 16,15-20
Vangelo Mc 16, 15-20
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano. Parola del Signore
“ALLORA ESSI PARTIRONO E PREDICARONO DAPPERTUTTO, MENTRE IL SIGNORE OPERAVA INSIEME CON LORO”. (Mc. 16,20)
Gesù torna al Padre ma non lascia i suoi, Egli rimarrà fra noi fino alla fine dei tempi. Egli continua ad essere presente anche se in modo diverso da prima e la sua presenza è attiva e operante, infatti anche oggi il Cristo opera nella Chiesa e con la Chiesa, opera con i cristiani che si impegnano a vivere il Vangelo, a testimoniarlo e ad annunciarlo agli altri, opera con tutti gli uomini di buona volontà che si adoperano per la giustizia, la pace, la fraternità. Gesù risorto e asceso al cielo rimane anche sempre l’Emmanuele, il Dio con noi. Non dimentichiamo mai questa presenza per non perderci d’animo, per non scoraggiarci in mezzo alle difficoltà e anche davanti alla constatazione dei nostri limiti e incapacità. Egli è con noi e opera con noi e per mezzo nostro. Non possiamo rimanere con gli occhi in alto in attesa di qualche bel miracolo, al cristiano non è permesso fuggire ai propri impegni sentendoli faticosi e pesanti. L’Ascensione di Gesù non è il termine di una vicenda ma è l’inizio del cammino della Chiesa che attende la manifestazione gloriosa del Signore ma intanto lo sa riconoscere nella sua Parola, nei Sacramenti, nel pane che spezza e nell’amore fraterno.
LUNEDI’ 21 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; San Vittorio, martire.
Una scheggia di preghiera:
SOLO CON TE, SIGNORE, POSSO VINCERE IL MALE.
Hanno detto: Il nostro Dio è un Dio che veglia e non che sorveglia. Si sorveglia infatti in nome della legge, mentre si veglia in nome della tenerezza. (Jacques Leclerc )
Saggezza popolare: Le cime delle colline sono vicine, ma la strada che vi ci porta è lunga! (proverbio di Samoa)
Un aneddoto: Il Padre Sebastiano Dal Campo, Gesuita, fu condotto schiavo in Africa dai Mori. Nelle sue sofferenze attingeva la forza dal Rosario. Con quanta fede invocava la Regina del Cielo! La Madonna molto gradiva la preghiera del suo figlio prigioniero ed un giorno gli apparve per consolarlo, raccomandandogli d'interessarsi degli altri infelici prigionieri. ”Anche loro, disse, sono miei figli! Vorrei che ti adoperassi ad istruirli nella fede.” Il Sacerdote rispose: “Madre, conoscete che non vogliono saperne di Religione! “Non scoraggiarti! Se tu insegnerai loro a pregarmi con il Rosario, a poco a poco diverranno pieghevoli. Io stessa ti porterò le corone. Oh, come piace in Paradiso questa preghiera!” Dopo sì bella apparizione, Padre Sebastiano Dal Campo provò tanta gioia e forza, la quale crebbe quando la Madonna ritornò per consegnargli molte corone. L'apostolato della recita del Rosario cambiò il cuore degli schiavi.
Parola di Dio: At. 19,1-8; Sal. 67; Gv. 16,29-33
Vangelo Gv 16, 29-33
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, i discepoli dissero a Gesù: “Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini. Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio”. Rispose loro Gesù: “Adesso credete? Ecco, verrà l'ora, anzi è gia venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!”. Parola del Signore
“IO HO VINTO IL MONDO!”. (Gv. 16,33)
Questa è la grande notizia che deve risuonare nel nostro cuore, sulle nostre labbra, per le strade che percorriamo ogni giorno. Sì, il Signore ha vinto il mondo; quel mondo che non l’ha accolto, che non l’ha amato, che lo ha crocifisso. Sì, il Signore Gesù ha vinto il mondo, la luce ha vinto le tenebre, l’amore ha vinto l’egoismo, la vita ha vinto la morte. “Io ho vinto il mondo... perché il Padre è con me”: la comunione ha vinto la divisione, ha spezzato le barriere dell’odio e della discordia. Allora noi possiamo vivere riconciliati; noi siamo in pace, nella pace di Dio; noi possiamo avere fiducia in Dio. E quando le tenebre sembrano avvolgerci, e la tristezza e la sfiducia entrano in noi, e la nostra fede vacilla, e non sappiamo più riconoscere il volto di Dio e la sua presenza tra noi, quando il mondo sembra più forte di Dio, ecco, in quest’ora dobbiamo guardare a colui che hanno crocifisso! Egli sembra solo, sconfitto; eppure lui, lui solo ha vinto il mondo. Non abbiamo certezze, non possiamo confidare sulle nostre forze; il nostro amore è fragile, la nostra fede è debole; ma la nostra pace e la nostra fiducia è in lui, nella sua croce.
MARTEDI’ 22 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Rita da Cascia;Santa Caterina da Genova; Santa Giulia, vergine e martire.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, FA’ DI NOI UN SOLO POPOLO, IL TUO.
Hanno detto: Il coraggio è alzarsi ogni mattina sapendo che devi affrontare un mondo malvagio, e conservare un animo sereno per fare un po' di bene senza contare sulla riconoscenza di nessuno. (Alberoni)
Saggezza popolare: L'uccello vola vola, ma torna sempre a terra. (proverbio del Senegal)
Un aneddoto: Dopo un'infanzia trascorsa serenamente, il dolore comincia a bussare alle porte e mette a dura prova Sant'Angela Merici: ancora giovanissima, perde il padre e la sorella; un po' più tardi la madre; e la piccola è accolta da suo zio Biancosi, a Salò, città vicina. Desiderando e pregando ardentemente la SS. Vergine, per sapere se sua sorella si fosse salvata, la pia fanciulla ebbe la consolazione di un'apparizione della Madonna, insieme a una moltitudine di Angeli e, nel corteo, scorse sua sorella, morta pochi giorni prima, e udì una voce che diceva: "Angela, persevera come hai cominciato, e godrai la nostra stessa felicità".
Parola di Dio: At. 20,17-27; Sal 67; Gv. 17,1-11
Vangelo Gv 17, 1-11
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: “Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te”. Padre Santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Parola del Signore
“PADRE SANTO, CUSTODISCI NEL TUO NOME COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHÈ SIANO UNA COSA SOLA, COME NOI”. (Gv. 17,11)
Gesù ha pregato per l’unità dei cristiani. Gesù ci ha presentato il modello e il fondamento di questa unità: Gesù, il Padre, lo Spirito sono una cosa sola, un unico Dio. I credenti in Gesù, talmente amati da Lui, avendo in Lui scoperto l’amore vero, dovrebbero essere una cosa sola, un corpo unico. Come mai, allora, ci sono tante divisioni nella Chiesa? Come mai, credenti nello stesso Cristo, in suo nome si fanno la guerra? come mai nelle nostre comunità cristiane non riusciamo ad andare d’accordo e ci dividiamo in gruppi a volte opposti? La risposta è evidente: perché non abbiamo ancora fatto unità fino in fondo con Gesù. Se Gesù è morto per tutti e per ciascuno perché io penso che Gesù sia solo dalla mia parte? Se ho capito che il cristiano è uno che, come Gesù, è a servizio degli altri perché la Chiesa è spesso ancora dominata dal potere, dalle diplomazie, dagli onori? Certo le differenze ci sono sia nei caratteri, sia nei doni ricevuti ma queste differenze non dovrebbero, anziché dividerci, concorrere a costruire il corpo di Cristo in una varietà e ricchezza di elementi?
MERCOLEDI’ 23 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Desiderio; San Mercuriale.
Una scheggia di preghiera:
PRENDIMI PER MANO, DIO MIO; GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.
Hanno detto: La pace interiore non è il premio alla virtù, ma è la virtù stessa. (Spinoza)
Saggezza popolare: Per quanto grande sia il baobab ha sempre un piccolo seme come genitore". (proverbio del Senegal)
Un aneddoto:
Il Beato
Bonaventura da Potenza, qualche giorno prima di morire nel convento di S.
Francesco a Ravello, ultima dimora della sua vita, avendogli il medico fatto
capire che non c'era più alcuna speranza di guarigione, lo ringraziò e ringraziò
Dio di tale prezioso guadagno per la sua anima. Ricevuti gli ultimi Sacramenti,
cominciò a cantare le lodi della Vergine del suo cuore e quelle del suo Dio.
Volgeva continuamente lo sguardo a una immagine della Madonna, che stava di
fronte al suo lettuccio poverello e Le lanciava sospiri e parole d'amore
tenerissimo. Poco prima di spirare, la sua Madre dolcissima venne a visitarlo:
egli era in dolce estasi d'amore e sussurrò soavemente l'eterno canto d'amore:
"Ave Maria! Ave Maria! Ave Maria! Così la sua anima, accompagnata dalla "Tutta
bella", se ne volò al suo Creatore.
Era il crepuscolo del 26 ottobre 1711: in quel momento la campana della
Cattedrale di Ravello suonava i rintocchi dell'"Angelus Domini".
Parola di Dio: At. 20,28-38; Sal. 67; Gv. 17,11-19
Vangelo Gv 17, 11-19
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò: “Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi. Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità”. Parola del Signore
“LI HO MANDATI NEL MONDO; PER LORO IO CONSACRO ME STESSO. PERCHE’ SIANO ANCH’ESSI CONSACRATI NELLA VERITA’". (Gv.17,19)
Gesù manda i suoi discepoli nel mondo, pur sapendo che il mondo è il posto del maligno e li odia perché essi credono in lui. E perché, nella loro missione, essi rimangano fedeli a Dio, Gesù li affida al Padre. La preghiera di Cristo per i suoi discepoli ci da certezza, ferma fiducia di non essere soli ma guidati dallo stesso Spirito di Gesù. Cristo è asceso al cielo, dove intercede per noi, continuando presso il Padre la preghiera che ha incominciato prima della sua passione, chiedendo di custodirci e di consacrarci. E sempre lo stesso il metodo che Dio usa. Anche con Maria: non l’ha tolta dal mondo se non al termine della sua vita terrena, ma è stato sempre con Lei. Maria è passata in mezzo alle vicende gioiose e burrascose della vita, profondamente incarnata nella sua epoca, testimone, spesso silenziosa, di un amore indefettibile di Dio e proprio grazie a questo amore preservata dal peccato. Gesù non ci promette vita facile, sa che il maligno tenterà tutte le sue carte per dividerci da Lui, ma ci assicura che se saremo uniti a Lui, se vivremo la nostra “consacrazione nella verità”, anche noi, come Maria, saremo consapevoli del dono ora gioioso ora difficile della nostra realtà nella Grazia e nella Sua forza che mai ci abbandona.
GIOVEDI’ 24 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Festa di Maria Ausiliatrice. San Patrizio; San Vincenzo di Lerins.
Una scheggia di preghiera:
MARIA AIUTO DEI CRISTIANI, PREGA PER NOI
Hanno detto: Bisogna desiderare di fare grandi cose per servizio di Dio e non contentarsi di una bontà mediocre. (S. Filippo Neri)
Saggezza popolare: Quando vedi la luna circondata da un alone, c'è un re che da qualche parte viaggia in quel chiarore". (proverbio Tuareg)
Un aneddoto: Un maestro viaggiava con un discepolo incaricato di occuparsi del cammello. Una sera, arrivati ad una locanda, il discepolo era talmente stanco che non legò l’animale. “Mio Dio, pregò coricandosi, prenditi cura del cammello: te lo affido”. Il mattino dopo il cammello era sparito. “Dov’è il cammello?” chiese il maestro. “Non lo so”, rispose il discepolo. “Devi chiederlo a Dio! Ieri sera ero così sfinito che gli ho affidato il cammello. Non è certo colpa mia se è scappato o è stato rubato. Ho semplicemente domandato a Dio di sorvegliarlo. E’ Lui il responsabile. Tu mi esorti sempre ad avere la massima fiducia in Dio, no?” “Abbi la più grande fiducia in Dio, ma prima lega il tuo cammello”, rispose il maestro. “Perché Dio non ha altre mani che le tue”.
Parola di Dio: At. 22,30; 23,6-11; Sal. 15; Gv. 17,20-26
Vangelo Gv 17, 20-26
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù alzati gli occhi al cielo, così pregò: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”. Parola del Signore
“PADRE, VOGLIO CHE ANCHE QUELLI CHE MI HAI DATO, SIANO CON ME DOVE SONO IO”. (Gv. 17,24)
Questa frase della preghiera di Gesù è molto rassicurante: Gesù è in Paradiso, quindi vuole che noi siamo con Lui. Ma è anche conturbante: Gesù è anche sulla croce, continua la sua passione di amore per noi uomini, Gesù è nel povero, nell’affamato, nel carcerato e prega perché noi siamo con Lui in tutte queste situazioni, e questo per noi è più difficile. Da questo quadro, allora vien fuori chiaramente che essere cristiani significa assumere Gesù in pieno, avere nel cuore la certezza di fare come Lui la volontà del Padre, avere la garanzia della sua forza, ma anche fare le sue scelte a volte misteriose e dolorose, sentire la sua “passione” per Dio e per gli uomini, spendersi con amore per i fratelli. Vediamola però non solo dal punto di vista della difficoltà, della fatica. Non è forse una grande gioia poter pensare che Gesù mi dà la grazia di poter essere come Lui e con Lui ora e sempre?
VENERDI’ 25 MAGGIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Beda venerabile; San Gregorio VII; Santa Maria Maddalena de Pazzi.
Una scheggia di preghiera:
TU SAI TUTTO, SIGNORE, LO SAI CHE TI AMO
Hanno detto: La preghiera non richiede di interrompere il lavoro, ma di proseguire il lavoro come se fosse una preghiera. Quel che conta è essere con Lui, vivere in Lui, nella sua volontà. (Madre Teresa di Calcutta)
Saggezza popolare: Si giudicherà di te seguendo il colore delle tue tracce" (proverbio Tuareg)
Un aneddoto: La devozione alla Madonna porta necessariamente a Gesù, anzi è il mezzo più sicuro e perfetto che porti a Dio. Ecco un episodio nella devozione di S. Gemma Galgani alla Madonna. "Un giorno Gemma si vede sulle braccia della Madre divina, in atto di riposare la testa sul cuore di Lei. La SS. Vergine le domanda: Gemma, non ami che me? E Gemma risponde: Oh no, prima di te amo un'altra persona. A queste parole la Madonna, stringendosela ancora più al cuore: Dimmi chi è. No, non te lo dico risponde Gemma, quasi scherzando con Colei che pareva a sua volta scherzare. Se tu fossi venuta ieri l'altro, di sera, l'avresti saputo soggiunse. Egli ti somiglia in tutto per bellezza, i suoi capelli hanno il colore dei tuoi. La SS. Vergine che pareva compiacersi di sentirselo ripetere, insisté ancora: Chi è? E Gemma rispose: È Gesù, il figlio tuo. Oh, l'amo tanto! A queste parole la Madonna nuovamente strinse a sé Gemma e disse: Oh, sì. Amalo pure, amalo tanto; ma ama lui solo. E la visione disparve".
Parola di Dio: At. 25,13-21; Sal. 102; Gv. 21,15-19
Vangelo Gv 21, 15-19
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”. Parola del Signore
“PIETRO RISPOSE: SIGNORE, TU SAI TUTTO, TU SAI CHE TI AMO”. (Gv. 21,17)
Mi pare di cogliere in questa frase di Pietro, due aspetti: il primo è l’esitazione; Pietro è consapevole della sua povertà, del suo rinnegamento e quindi ha un certo ritegno nell’affermare la sua totalità di amore per Cristo ma, nonostante questo, sa di voler bene a Gesù e si appella allora a Gesù stesso che conosce i cuori. Anch’io so che ogni volta che dico: “Ti amo con tutto il cuore” dico in parte una bugia perché il mio cuore è ancora diviso tra tanti amori ma so anche di dire la verità perché è mio desiderio amare Gesù con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze e allora con Pietro anch’io riconosco la mia povertà ma mi appello a Cristo che sa leggere nel cuore e sa anche operare il miracolo di cambiare il cuore di pietra in un “cuore di carne capace di amare”
SABATO 26 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Filippo Neri; San Quadrato.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, SIGNORE, AD ESSERE TUO VANGELO.
Hanno detto: Più si fa buio attorno a noi e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall'alto. (Edith Stein)
Saggezza popolare: Chi corre sempre, saprà sempre meno cose di colui che resta calmo e riflette. (proverbio Tuareg)
Un aneddoto: Uno straordinario apostolo, il S. Curato d'Ars, si serviva del S. Rosario per attirare anime e far piovere su di esse grazie senza numero di conversioni anche prodigiose. Una volta fu invitato a predicare gli Esercizi Spirituali al popolo in una località nei pressi di Ars. Per prima cosa, egli chiese al Parroco se tra i fedeli ci fosse qualcuno disposto a pregare intensamente. Il Parroco gli indicò una povera mendicante, buona solo a dire Rosari. Il Santo Curato avvicinò subito la poveretta e la pregò di voler recitare continuamente Rosari per tutto il tempo delle prediche. La mendicante ubbidì, La Missione andò benissimo. Le conversioni si moltiplicavano, e il S. Curato attestava con gran giubilo: Non è opera mia, ma della Madonna invocata dalla mendicante con i Rosari.
Parola di Dio: At. 28,16-20.30-31; Sal. 10; Gv. 21,20-25
Vangelo Gv 21, 20-25
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Pietro, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: “Signore, chi è che ti tradisce?”. Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: “Signore, e lui?”. Gesù gli rispose: “Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi”. Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: “Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?”. Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore
“VI SONO ANCORA MOLTE ALTRE COSE COMPIUTE DA GESÙ, CHE, SE FOSSERO SCRITTE UNA PER UNA, PENSO CHE IL MONDO NON BASTEREBBE A CONTENERE I LIBRI CHE SI DOVREBBERO SCRIVERE”. (Gv. 21,25)
Un antico detto riferito alla Madonna, diceva: di Maria “nunquam satis”, cioè: attorno alla figura di Maria non si è mai detto tutto. E attorno a Gesù si può dire tutto? Giovanni, finendo di scrivere il suo Vangelo e forse rileggendone le pagine si trova deluso: ha detto così poco di Gesù. Io sono più di venticinque anni che ogni giorno commento in queste paginette il Vangelo e mi accorgo di aver detto così poco di Lui, di conoscerlo appena... delusione? No! Gesù è il Figlio di Dio e noi qui sulla terra lo conosciamo “come attraverso un velo”. Ma questo mistero più grande di noi, questo non conoscere perfettamente invece che deluderci ci apre ad un’altra prospettiva: Gesù, ogni giorno ha da rivelarci qualcosa di nuovo di Se stesso. Le pagine del Vangelo, anche quelle che conosciamo a memoria hanno sempre la possibilità di aprirci squarci nuovi, possibilità nuove. Ogni giorno, anch’io, attraverso la mia vita, le mie scelte ho la possibilità di aggiungere una pagina nuova al Vangelo. Coraggio, hai davanti la pagina nuova di questa giornata: che cosa scriverai di Gesù?
DOMENICA 27 MAGGIO: PENTECOSTE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino di Canterbury, San Giulio martire.
Una scheggia di preghiera:
VIENI SANTO SPIRITO, RIEMPI IL CUORE DEI TUOI FEDELI.
Hanno detto: "Dio non ci manda mai prove senza darci insieme la forza necessaria per sopportarle". (Edith Stein)
Saggezza popolare: "Meglio passare una notte con la collera che con il rimorso". (proverbio Tuareg)
Un aneddoto: Padre Pio non ha tenuto il Santo Rosario a riposo. Al contrario, l'ha adoperato giorno e notte, in ogni sorta di lotte contro il nemico. Quando era giovane sacerdote, a S. Giovanni Rotondo, dormiva con i ragazzi del seminario, in un angolo del dormitorio, dietro una tendina. Una notte, uno dei ragazzi sentì un brutto rumore di ferri che si contorcevano e di gemiti soffocanti di P. Pio che supplicava: Madonna mia, aiutami! Al mattino il ragazzo andò al letto di P. Pio e vide i ferri della tendina tutti contorti. Al pomeriggio, durante la ricreazione, i ragazzi chiesero con insistenza a P. Pio il perché di quei ferri contorti e dei gemiti notturni. P. Pio alla fine li accontentò, per insegnare loro la necessità della preghiera e la forza del Rosario contro il nemico. Cosa era successo? Uno dei ragazzi, assalito da tentazione impura, aveva invocato P. Pio, suo Padre Spirituale. Padre Pio si era messo subito in aiuto, recitando il Rosario. Il nemico, vistosi battuto, scaricò la sua rabbia su P. Pio, assalendolo furiosamente.
Parola di Dio: At. 2,1-11; Sal. 103; Gal. 5,16-25; Gv. 15,26-27; 16,12-15
Vangelo Gv 15, 26-27; 16, 12-15
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi
discepoli: “Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo
Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza;
e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal
principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di
portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla
verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito
e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e
ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto
che prenderà del mio e ve l'annunzierà”. Parola del Signore
“LO SPIRITO DI VERITA’, EGLI MI RENDERA’ TESTIMONIANZA”. (Gv. 15,26)
Le “cose” di Dio non possono essere comprese se non con la luce stessa di Dio. Questa verità gli apostoli l'hanno sperimentata dopo la discesa dello Spirito Santo, e noi con loro, la sperimentiamo quotidianamente. Lo stesso Gesù li avverte:”Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Ponderare, valutare, comprendere appieno, essere capaci di assimilare ciò che Cristo fa e dice, tutto ciò che ci viene rivelato, non è alla portata delle possibilità umane; non basta la buona volontà e una intelligenza perspicace. Non è sufficiente neanche essere stati testimoni oculari di prodigi di Cristo e neanche l'averlo visto risorto e vivo, con gli occhi della carne. Ecco allora la grande promessa: “Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà”. La “verità tutta intera”, di cui parla Cristo, è la pienezza della rivelazione, è la comprensione piena della sua divinità e umanità, della sua missione universale di salvezza, è lo Spirito Santo amore, che viene a rinnovare la faccia della terra, è la forza e la luce interiore che pervaderà prima gli apostoli e poi tutti i suoi seguaci. “Prenderà del mio e ve l'annunzierà”, ci ripete il Signore. Questo Spirito, se accolto rende addirittura capaci di rendere testimonianza fino al punto di diventare martiri per Gesù. Il martirio mi ha sempre fatto paura e spesso nelle mie preghiere ho ringraziato il Signore di essere vissuto in un epoca in cui i cristiani non subiscono più “grandi” martiri perché non so se sarei in grado di dare la vita per la fede, ma mi rendo conto che anche i “grandi” martiri avevano paura. E solo con la forza dello Spirito che si possono accettare le prove “grandi e piccole” per la fede.
LUNEDI’ 28 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino di Canterbury, San Giulio martire.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI, SIGNORE, DA TUTTO QUELLO CHE CI IMPEDISCE DI GIUNGERE DA TE.
Hanno detto: E' dall'amore dell'uno che si accende l'amore dell'altro. (S. Agostino)
Saggezza popolare: Chi non conosce il sentiero è meglio che chieda". (proverbio Nilotico)
Un aneddoto: S. Francesco Saverio raccomandava con premura la devozione del S. Rosario, assicurandoli che con questo mezzo stavano sotto la protezione della Madonna e non sarebbero mai andati perduti. Una volta un mercante, andò a salutare il Santo prima di imbarcarsi e gli chiese un piccolo ricordo da portare sempre con sé. Insistette molto e S. Francesco Saverio, per accontentarlo, si tolse dal collo la corona del Rosario e gliela diede dicendogli: Custoditela devotamente e voi non morirete in mare. Durante la traversata, infatti, una bufera spaventosa sfasciò la nave. Tutti perirono. Solo quel mercante, perduta la conoscenza si vide in compagnia di S. Francesco Saverio e, quando riprese i sensi, si trovò sano e salvo sulla spiaggia.
Parola di Dio: 1Pt. 1,3-9; Sal. 110; Mc. 10,17-27
Vangelo Mc 10, 17-27
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, mentre Gesù usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?". Gesù gli disse: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre". Egli allora gli disse: "Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza". Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: "Una cosa sola ti manca: và, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!". I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: "Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! E' più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: "E chi mai si può salvare?". Ma Gesù, guardandoli, disse: "Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio". Parola del Signore
“E’ PIÙ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DEI CIELI”. (Mc. 10,25)
Ma la ricchezza è poi proprio così terribile? L’Antico Testamento vedeva l’uomo agiato come un benedetto da Dio, Gesù invece sembra quasi considerarla una maledizione che allontana dal Regno. Gesù beatifica i poveri e dice “Guai” ai ricchi non perché in sé la povertà sia una buona cosa e la ricchezza un male, ma perché Gesù conosce l’uomo e le sue debolezze. Sa che quando uno si attacca alle ricchezze, esse diventano il fine della sua vita, una schiavitù possessiva alla quale si sacrifica tutto il resto, un idolo che non dà più spazio a Dio. Le cose di questa terra sono buone o cattive a seconda del senso e dell’uso che l’uomo loro attribuisce. Si può essere poveri incattiviti, o aperti alla Provvidenza di Dio, ma molto più difficilmente ricchi aperti al prossimo e a Dio. In qualunque situazione ci troviamo, agiatezza, ricchezza, povertà, chiediamoci come le cose di questo mondo sono viste e usate da noi. Se i soldi e le cose sono più importanti di noi stessi, del prossimo o di Dio... è ora di cominciare a fare un po’ di pulizia.
MARTEDI’ 29 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimino, vescovo; Santa Teodosia, martire.
Una scheggia di preghiera:
GRATUITAMENTE TU CI HAI DATO, GRATUITAMENTE INSEGNACI A DONARE.
Hanno detto:
L'apostolo è colui che porta Dio nella sua anima e lo irradia attorno a sé. L'apostolo è un santo che accumula tesori e ne comunica l'eccedenza agli uomini. (Don Alberione)
Saggezza popolare: Non sarai mai amato se pensi soltanto a te stesso. (proverbio Italiano)
Un aneddoto: Madre Teresa di Calcutta, parlando del lavoro delle sue suore con i più poveri dei poveri, precisava: Noi non andiamo mai dai poveri senza dire il Rosario. Lo recitiamo sempre, anche camminando.
Parola di Dio: 1Pt. 1,10-16; Sal. 97; Mc. 10,28-31
Vangelo Mc 10, 28-31
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi". Parola del Signore
“PIETRO DISSE A GESU’: “ECCO NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO”. (Mc. 10,28)
L’episodio che ci viene presentato nel Vangelo di oggi è in continuazione diretta con quello di ieri. Gesù aveva proposto ad un giovane ricco di vendere tutto e di dare il ricavato ai poveri per poterlo seguire; questi non se l’era sentita. Pietro, con un po’ di orgoglio ed anche con una mentalità un po’ commercialista, si rivolge a Gesù dicendo: “Ebbene, noi abbiamo lasciato tutto per venirti dietro”, e lascia quindi intendere: “E, allora, che cosa ci aspetta, qual è il nostro premio?”. Quante volte anche noi, specialmente dopo aver fatto qualche buona azione, quando ci sentiamo buoni, siamo lì quasi a vantarci davanti a Dio e al nostro prossimo di quanto abbiamo fatto e vorremmo che Dio, subito, ci donasse un premio, riconoscesse la nostra bontà, ci facesse, in contraccambio, andar bene tutte le cose della nostra vita. E’ una mentalità ancora commercialista, legata proprio a quello che Gesù aveva appena chiesto di lasciare: l’attaccamento alle cose, la materialità di esse. Se tu hai fatto qualcosa di buono dovresti esserne contento per il bene stesso che hai fatto. In un altro brano di Vangelo Gesù dice: “Quando avrete fatto tutto quello che dovevate fare, allora dite: siamo servi inutili, abbiamo appena fatto il nostro dovere”. Impariamo a gioire del bene per il bene, non del bene come mezzo per ottenere per noi un premio. Che poi Dio sia generoso e voglia donarci già qui sulla terra il centuplo di quello che abbiamo donato o che abbiamo fatto, e che ce lo dia anche “fin dal presente in case, e fratelli, e sorelle, e figli, e campi insieme a persecuzione e nel futuro la vita eterna”, è motivo dell’amore di Dio nei nostri confronti, non di certo dei nostri poveri e piccoli meriti che ci hanno ‘guadagnato meriti e paradiso’. L’invito a seguire Gesù in povertà è un suo richiamo a credere nelle maggiori ricchezze di Dio. Il seguace di Cristo sa di chi si fida, e la sua assoluta dipendenza da Dio sarà abbondantemente ripagata da una generosità che oltrepassa ogni misura.
MERCOLEDI’ 30 MAGGIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Gavino, martire; Santa Giovanna d’Arco.
Una scheggia di preghiera:
VENGA IL TUO REGNO
Hanno detto: Il Vangelo insegna che l'uomo cambia la sua vita, la sua mentalità, si converte al bene non perché viene sgridato, rimproverato, punito, ma perché si scopre amato nonostante sia peccatore. (M. I: Rupnik)
Saggezza popolare: "Chi sacrifica la propria coscienza all’ambizione brucia un quadro per ottenere della cenere". (proverbio Cinese)
Un aneddoto: Una volta apparve S. Nicola in visione a un frate domenicano turbato da molte preoccupazioni e gli disse con grande amabilità di non turbarsi affatto né per sé né per l'Ordine, perché «la nostra Madonna ha cura di voi». Raccontano le cronache dei primi frati, che una volta la Madonna assistette una comunità senza priore, facendo le veci del priore. E un'altra volta fu vista la Madonna servire lei stessa i frati a tavola «apponendo a ciascuno di loro la propria porzione».
Parola di Dio: 1Pt. 1,18-25; Sal. 147; Mc 10,32-45
Vangelo Mc 10, 32-45
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, prendendo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto: "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà". E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo". Egli disse loro: "Cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero: "Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". Gesù disse loro: "Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?". Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato". All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamati a sé, disse loro: "Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti". Parola del Signore
"IL FIGLIO DELL'UOMO INFATTI NON È VENUTO PER ESSERE SERVITO MA PER SERVIRE”. (Mc. 10,45)
Alcune parole di papa Giovanni XXIII ci aiutano a capire e attualizzare questa parola. "Chi è investito di autorità — autorità non si comprende altrimenti che nel significato di missione e di servizio — deve cercare di capire che cosa Dio gli domanda, e fare della volontà di Dio norma di pensiero e di azione. Il senso della mia pochezza e del mio niente mi ha sempre fatto buona compagnia, tenendomi umile e quieto, e concedendomi la gioia di impiegarmi del mio meglio in esercizio continuato di obbedienza e di carità per le anime e per gli interessi del Regno di Gesù, mio Signore e mio tutto. A Lui tutta la gloria: per me ed a merito mio la sua misericordia" "....alla mia povera fontana si accostano uomini di ogni specie. La mia funzione è di dare acqua a tutti". "...l'umile papa che vi parla è pienamente consapevole di essere personalmente ben poca cosa davanti a Dio, non può che umiliarsi... Ve lo diciamo con tutta la semplicità come lo pensiamo; nessuna circostanza, nessun avvenimento, per quanto possa essere amorevole per la nostra umile persona ci può esaltare o attentare alla tranquillità dell'anima nostra.
Tra i santi ricordati oggi: Santa Petronilla di Roma; San Vitale di Assisi.
Una scheggia di preghiera:
SANTA MARIA DEL CAMMINO, METTICI IN MOVIMENTO.
Hanno detto: Il perfetto valore è di fare senza testimoni ciò che si sarebbe capace di fare davanti a tutti. (Diderot)
Saggezza popolare: "Ciò che appare bello, non è necessariamente buono". (proverbio Cinese)
Un aneddoto: Promesse di Maria al Beato Alano de la Roche "A tutti coloro che reciteranno il mio Rosario prometto la mia specialissima protezione. Il Rosario sarà un'arma potentissima contro l'inferno, distruggerà i vizi, dissiperà il peccato e abbatterà le eresie. Chi si raccomanderà col Rosario non perirà. Chiunque reciterà devotamente il Rosario, con la meditazione dei Misteri, si convertirà se peccatore, crescerà in grazia se giusto, e sarà fatto degno della vita eterna. I veri figlioli del mio Rosario godranno di una grande gioia in Cielo. Ciò che chiederai con il Rosario, l'otterrai. Coloro che pregano il mio Rosario, saranno da me soccorsi in ogni loro necessità".
Parola di Dio nella festa della Visitazione: Sof. 3, 14-18; opp: Rm 12,9-16; Cantico da Ct. 2,8.10-14; Lc. 1,39-56
Vangelo Lc 1, 39-56
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore
“MARIA SI MISE IN VIAGGIO VERSO LA MONTAGNA E RAGGIUNSE IN FRETTA UNA CITTÀ DI GIUDA”. (Lc. 1,39)
Troppa “spiritualità intimistica” ci ha presentato una Mania sempre ferma, meditabonda, timida. Nei pochi passi di Vangelo in cui si parla di Lei, invece, la vediamo decisa, interessata, pronta a meditare ma a comunicare, intraprendente, ma soprattutto “in viaggio”. Perché Maria in questo caso si mette in viaggio? Perché non può tenere solo per sé la gioia che l’ha invasa. Perché vuole andare ad aiutare la sua anziana cugina che aspetta come Lei un bambino. Perché ha desiderio di vedere “il segno” che l’angelo le ha indicato. Guardando a Maria, chiediamoci: la gioia della salvezza di Cristo ce la teniamo per noi? Preferiamo starcene comodi nelle nostre abitudini religiose o abbiamo il coraggio di inventarci strade nuove per andare ai fratelli? Mi accorgo delle necessità altrui e sono disposto a impegnarmi per loro? Riesco a leggere “i segni” di Dio che viene negli avvenimenti e nei fratelli?