Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

DICEMBRE 2011

 

GIOVEDI’ 1 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Procolo; Sant’Evasio; Sant’Eligio.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA

 

Hanno detto: Invitato a scrivere una frase per reclamizzare la virtù, ho proposto il seguente slogan: Rideranno di voi, ma riderà bene chi riderà l’ultimo. (Diego Fabbri)

Saggezza popolare: Al nemico che fugge ponti d'oro.

Un aneddoto: Un Marajà uscì in mare, quand’ecco scoppiò una grande tempesta. Uno degli schiavi che erano a bordo cominciò a piangere e a disperarsi per la paura, perché non era mai stato su una barca prima di allora. I suoi lamenti erano così acuti e persistenti che tutti i passeggeri cominciarono ad essere irritati anche il marajà.  Il suo primo consigliere disse al marajà: “Lasciate fare a me, credo di poterlo curare”. Ordinò quindi ai marinai di buttarlo in mare. Non appena si trovò tra i flutti il poveretto si mise a urlare di terrore e ad agita braccia e gambe come un pazzo. Pochi secondi dopo il saggio ordinò che lo issassero a bordo. Una volta a bordo lo schiavo si rannicchiò in un angolo nel più assoluto silenzio. Quando il marajà chiese al consigliere il motivo di tale comportamento, quello rispose: Non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati finché le cose non peggiorano”.

Parola di Dio: Is. 26,1-6; Sal. 117; Mt. 7,21.24-27

 

Vangelo Mt 7, 21.24-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Parola del Signore

“CHIUNQUE ASCOLTA QUESTE MIE PAROLE E LE METTE IN PRATICA E’ SIMILE AD UN UOMO SAGGIO…”. (Mt. 7,24)

Chi non è convinto di quanto afferma Gesù? E' certamente saggio chi costruisce su fondamenta forti; stolto chi trascura di andare a fondo, di scavare per trovare la roccia.

Ma usciamo dalla parabola. La roccia è la Parola di Dio; la casa è la nostra vita, il nostro operare. Su che cosa è poggiata? In altre parole: qual è l'ideale verso cui puntiamo?

Gesù ci mette in guardia contro l'ascoltare a vuoto, senza mettere in pratica. E' facile, infatti, entusiasmarci per il suo messaggio, perché è bello, è divino, è umano; ma - essendo oltremodo impegnativo - sono pochi i cristiani; molto meno i santi. Infatti, chi sono i santi se non coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica? Volete costatare che la casa da loro costruita dura, nonostante la tempesta, il soffiar del vento e l'uragano? Il santo dura nei secoli. Noi li ricordiamo, li amiamo, li veneriamo. Le loro opere durano secoli, millenni. I loro figli coprono la terra, sono sparsi in tutti continenti. Qual è il motivo? Essi hanno costruito sulla parola di Dio. “I cieli e la terra passeranno; le mie parole non passeranno”, afferma Gesù. I santi sono parole di Gesù incarnate; per questo non periranno. Per entrare nei cieli non abbiamo bisogno di ricchezza, di palazzi, di potenza, di opere grandiose; ma di ritenere, ben custodite nel nostro cuore le parole di Dio; d’ispirarci ad esse quando abbiamo deviato. Ci stiamo preparando alla festa dell'Immacolata: come ha costruito la sua casa, Maria? Sulla roccia, sulla Parola di Dio. Essa ha creduto alla Parola di Dio, e l'ha vissuta: “Sia fatta di me secondo la tua Parola”! Qual è, dunque, il modo migliore di onorarla? E' d’essere come lei, parola di Dio vissuta.

 

 

VENERDI’ 2 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; San Ponziano.

Una scheggia di preghiera:

 

FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETA’ DI NOI

 

Hanno detto: Come l’àncora a cui è attaccata la nave non permette che essa sia sbattuta di qua e di là, per quanti venti l’investono, ma le dà stabilità e fermezza, così è la speranza» (San Giovanni Crisostomo).

Saggezza popolare: Un matto sa più domandare che sette savi rispondere

Un aneddoto: C’era un uomo intento a costruirsi una casa. Voleva che fosse la casa più bella ed accogliente del mondo. Vennero a chiedere il suo aiuto perché il mondo andava a fuoco. Ma a lui interessava la sua casa e non il mondo. Quando finalmente ebbe finito, scoprì che non c’era più un pianeta su cui posarla.

Parola di Dio: Is. 29,17-24; Sal. 26; Mt. 9,27-31

 

Vangelo Mt 9, 27-31

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi». Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

ALLORA TOCCO’ LORO GLI OCCHI E DISSE: “SIA FATTO A VOI SECONDO LA VOSTRA FEDE”. (Mt. 9,28-29)

Questo miracolo ci aiuta a capire il rapporto che deve esserci tra fede e sacramenti. La fede parte dal riconoscere noi stessi nella realtà del nostro essere. Siamo ciechi, non vediamo da soli, da soli non possiamo darci la luce. Ma la luce può darcela Qualcun altro, si tratta di crederci e di chiedergliela, magari urlando. Gesù chiede anche a noi: “Credi davvero che io possa farti vedere, possa perdonare i tuoi peccati, possa guarirti da quelle cattive abitudini che tante volte hai scoperto non essere in grado di superare nonostante la tua buona volontà?” Se noi rispondiamo: “Sì, o Signore”, ecco allora la strada: Gesù ci tocca. Ed ecco il segno o i segni concreti della grazia che sono i sacramenti. Essi esistono grazie alla fede e per la fede ma sono anche il segno concreto con cui Dio ci dice: “Tu sei mio figlio, Io sono il tuo Pane della vita, Io davvero ti perdono, sono Io che ti consacro nelle tue scelte, nella tua vita, nella tua famiglia, nel tuo dolore”. Nel cammino di questo Avvento in cui Gesù è segno concreto dell’Amore di Dio, chiediamoci qual è il nostro modo di accogliere e vivere i suoi segni, i sacramenti.

 

 

SABATO 3 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Saverio; San Galgano; Sant’Abbone di Auxerre.

Una scheggia di preghiera:

 

CHE TUTTI POSSANO CONOSCERTI, MIO REDENTORE.

 

Hanno detto: La Chiesa non ha la funzione di impedire al mondo di passare, ma di santificare il mondo che passa. (Etienne Gilson)

Saggezza popolare: Ciò che uno ha dimenticato di fare una volta, lo dimenticherà molte altre volte. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Nel mese di dicembre gli israeliti osservanti celebrano sempre la festa detta di Hanukkah (“dedicazione” o “consacrazione”) e dura otto giorni. E caratteristica ditale solennità l’accensione progressiva delle Otto luci di un’apposita lampada ad otto braccia. Si vuol commemorare così un prodigio avvenuto durante la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme al tempo dei Maccabei, nel 164 a.C. quando l’unica ampolla d’olio, rimasta nascosta nel santuario durante le profanazioni di Antioco, risultò sufficiente ad alimentare per Otto giorni tutte le lampade sacre. Segno della fede, che ci rende capaci di sostenere ogni difficoltà e impedisce che siamo inghiottiti dai flutti avversi, per molto tempo. Il Signore ci dia tale fede.

Parola di Dio: Is. 30,19-21.23-26; Sal 146; Mt. 9,35-10,1.6-8

 

Vangelo Mt 9, 35-10,1.6-8

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo,Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Parola del Signore

 

“PERCORREVA TUTTE LE CITTÀ E I VILLAGGI, INSEGNAVA NELLE LORO SINAGOGHE, PREDICANDO IL VANGELO DEL REGNO…”. (Mt. 9,35)

Gesù è la figura del perfetto evangelizzatore; gli apostoli prenderanno da lui l'esempio; saranno come sospinti da una forza interiore che non li lascia tranquilli, finché non donino a tutti il messaggio di salvezza. “Guai a me se non evangelizzassi”, esclama Paolo. S. Domenico, che è il modello dei Frati Predicatori, da lui fondati, diceva di non sentirsi vero membro del corpo di Cristo se non quando spargeva la parola del Cristo, se non quando evangelizzava e aiutava gli uomini ad orientarsi al Cristo. E che cos'era questa forza che spingeva il Cristo e, dopo di lui, tutti i suoi discepoli che sono diventati evangelizzatori, ognuno al suo livello e secondo la grazia a lui concessa dallo Spirito? Era l’amore e la compassione di Gesù! È un amore finissimo. Egli si dona al massimo; non lascia spazio per sé. Egli è a disposizione, innanzi tutto, del Padre - di cui fa sempre la volontà - e, poi, del prossimo, qualunque esso sia. E chi erano quelli che si avvicinavano a Lui? Erano i poveri, i malati. Egli li guariva. È impressionante Gesù! Quest’amore lo spinge a chiedere la preghiera per intercedere molti operai per la messe abbondante d’anime che sono nell’attesa di luce. Chiede ai discepoli di pregare. Ci pensiamo anche noi? Gesù ha un'ansia: quella che tutti siano condotti nel suo ovile, il che significa siano introdotti nel regno, nella sala del banchetto; in altre parole, in Paradiso. Sentiamo anche noi la stessa ansia di Gesù? Noi dobbiamo essere come Lui, sentire in noi quel che lui sentiva: la compassione delle anime, a qualunque razza, sesso, religione esse appartengono. Dopo, non preoccupiamoci di nulla: lasciamo al Padre la cura di noi stessi.

 

 

DOMENICA  4 DICEMBRE: 2^ DOMENICA AVVENTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santa Barbara; San Giovanni Damasceno.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.

 

Hanno detto: Da moltissimo tempo la cattiveria e la stupidità hanno cospirato per dare alla virtù un aspetto sciocco e scolorito, triste ed insignificante. (Hello)

Saggezza popolare: E' troppo aspettarsi da un gatto che si sieda davanti a una ciotola di latte senza leccarlo. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Un discepolo andò a chiedere al suo maestro: “Io sono ricco ed ho appena ereditato un grosso patrimonio. Come posso sfruttarlo al meglio perché si tramuti per me in beneficio spirituale?” Il maestro rispose: “Torna tra una settimana e ti darò la risposta”. Quando egli ritornò il maestro sospirò: “Non so davvero che cosa consigliarti. Se ti dico di dare il tuo denaro ai parenti e amici, non ne trarrai alcun beneficio spirituale. Se ti suggerisco di darlo al tempio, servirà soltanto ad incrementare l’avarizia dei preti. E se ti dico di darlo ai poveri, tu sarai fiero del tuo gesto di carità e commetterai il peccato dell’autocompiacimento”. Ma poiché il discepolo insisteva alla fine il maestro gli disse:”Dai il denaro ai poveri. Tu non ne beneficerai, ma loro sì”.

Parola di Dio: Is. 40,1-5.9-11; Sal.84; 2Pt. 3,8-14; Mc. 1,1-8

 

Vangelo Mc 1, 1-8

Dal Vangelo secondo Marco

Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”. Parola del Signore

 

“INIZIO DEL VANGELO DI GESU’ CRISTO, FIGLIO DI DIO”. Mc.1,1

Le prime parole che Marco mette nel suo Vangelo sono il programma non solo della sua narrazione, ma  anche del nostro cammino di fede. Quello che Marco ci presenta é, dunque, la buona notizia su Gesù Cristo da parte della Chiesa. Gesù Cristo. Sembra il nome e il cognome di una persona: come se dicessimo Dante Alighieri, Alessandro Manzoni. Ed invece no. Cristo non é il cognome di Gesù. E' un titolo, indica una missione. Contiene un segreto. Per tutta la vita Gesù non ha voluto far sapere che era lui il Cristo. Il motivo di tanta segretezza era che quel titolo - nel modo nuovo con cui lo intendeva Gesù - non poteva essere compreso prima della croce. Ma non siamo ancora alla cosa più importante. Il vertice della frase é raggiunto solo alla fine, con il titolo “Figlio di Dio”. Marco ha posto all'inizio del suo Vangelo un atto di fede: Gesù é il Figlio di Dio! Fu la scoperta ultima in ordine di tempo, quella che i discepoli fecero soltanto dopo la Pasqua, alla luce della Pentecoste; ma essa é posta qui, all'inizio del Vangelo, per affermare che Gesù era Figlio di Dio già al momento di cominciare la sua missione, anche se gli uomini non erano ancora pronti a riconoscerlo come tale.  La fede cristiana nacque e si sviluppò intorno alla certezza che Gesù é il Figlio di Dio. Essa é il cuore dell'annuncio apostolico. Noi credenti, venuti dopo venti secoli, grazie allo scritto di Marco - siamo messi a contatto con la fede in Gesù Cristo della primissima generazione cristiana. A nostra volta dovremo trasmetterla alla generazione presente e a quelle successive. Come accostarci dunque a Gesù? Giovanni il Battista ci dice che dobbiamo “raddrizzare i suoi sentieri”; in una parola: dobbiamo convertire i nostri cuori. Giovanni annuncia il Cristo e si fa piccolo davanti a lui. Questa è la strada: farci piccoli per accogliere Colui che per noi si è fatto piccolo.

 

 

LUNEDI’ 5 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: San Dalmazio; San Basso; Beato Filippo Rinaldi.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER LA TUA CONTINUA MISERICORDIA.

 

Hanno detto:

Non state a veder passare le trasformazioni del vostro secolo con la rassegnazione dei vinti. Salite arditamente, e cercate di dirigerne le macchine. (Alberi de Mun)

Saggezza popolare: Un quintale di impazienza non alleggerisce un oncia di croce. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Un giovane che si preparava a diventare sacerdote apprese che da un prete ci si aspetta che stia ad ascoltare le pene degli altri. Solo ascoltare, ascoltare, ascoltare… Forse non sarebbe mai stato in grado di dare loro una mano ma un orecchio capace di capire sì. E’ quello che decise di fare, quando arrivò per la prima volta nella sua parrocchia. Egli ascoltava.. e la gente lo apprezzava moltissimo. C’era però qualcosa che non funzionava. Ad esempio veniva sempre una vecchietta che si lamentava di aver mal di testa. Un male terribile, spaventoso. “Mi dica che cosa la preoccupa”, diceva il prete con aria invitante. E allora lei si metteva a parlare e parlava, parlava, mentre il prete ascoltava, ascoltava, ascoltava. In genere funzionava. “Sono venuta un’ora fa con un tale mal di testa. Ora è passato, passato, passato”. “E il prete pensava: “Lo so, lo so, lo so. Perché adesso ce l’ho io”.

Parola di Dio: Is. 35,1-10; Sal. 84; Lc. 5,17-26

 

Vangelo Lc 5, 17-26

Dal vangelo secondo Luca.

Un giorno Gesù sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi ». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico esclamò rivolto al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore

 

“SAPPIATE CHE IL FIGLIO DELL’UOMO HA IL POTERE SULLA TERRA DI RIMETTERE I PECCATI”. (Lc. 5,24)

Quando gli anni passano forse si ha più tempo di pensare e di rivedere il cammino della propria vita, per cui mi  capita sovente di incontrare anziani che, profondamente rattristati, vengono a cercare il prete per chiedere perdono di antichi peccati e sovente davanti alla domanda: “Ma di questo si è già confessato?” Spesso mi sento rispondere: “Sì. Ma Dio mi avrà perdonato?”. Se è sempre bene ricordarsi dei nostri peccati per imparare l’umiltà vera, se è bene dimostrare a Dio il nostro rammarico e pentimento per essi, di una cosa dobbiamo essere certi: Dio non ha due parole. Quando perdona, perdona sul serio e per sempre. Gesù ha affida­to la garanzia di questo perdono alla Chiesa e non torna indietro. E’ chiaro che il perdono non toglie le conseguenze del peccato ma è altrettanto chiaro che la colpa è totalmente e definitivamente cancellata; non lasciamoci allora vincere dalla tentazione di dubitare di questo perdono, anzi, ogni volta che i peccati passati perdonati ci vengono in mente, ci venga anche spontanea la riconoscenza per Colui che, morto in croce per essi, ci ha fatto risorgere con il suo perdono.

 

 

MARTEDI’ 6 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola, Vescovo; San Bonifacio, martire; Santa Asella di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E’ IL MIO PASTORE, NON MANCO DI NULLA.

 

Hanno detto: Probabilmente il de­naro è la scorza di tutte le cose, ma non il cuore di esse; assicura il nutrimento, ma non l’appetito, il medico, ma non la salute, le relazioni, ma non gli amici, servitori, ma non devozione, momenti di gioia, ma non la felicità. (Henrik Ibsen)

Saggezza popolare: L'invidia vorrebbe essere sola in paradiso. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Si racconta che un giorno era scoppiato un incendio in una casa in cui c’era un uomo che dormiva profondamente. Cercarono di farlo uscire dalla finestra. Niente da fare. Cercarono di farlo passare dalla porta. Niente da fare. Era troppo pesante e corpulento. Erano sulla soglia della disperazione quando qualcuno suggerì: “Svegliatelo, così esce da solo”.

Parola di Dio: Is. 40,1-11; Sal. 95; Mt 18,12-14

 

Vangelo Mt 18, 12-14

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli. Parola del Signore

 

“IL PADRE VOSTRO CELESTE NON VUOLE CHE SI PERDA NEANCHE UNO SOLO DI QUESTI PICCOLI”. (Mt. 18,14)

“Ma Dio si ricorderà di me?” si domandava una signora, e poi con un sorriso aggiungeva: “Con tutto quello che ha da fare!” Ma tante altre volte ho sentito questa domanda in situazioni gravi: dalla mamma del drogato, al malato terminale, da chi è stato abbandonato da tutti al barbone che dorme sulla panchina. E più volte ancora l’ho sentita da chi si è allontanato da Dio: “Con tutto quello che ho fatto...” La parabola di oggi ci dice: “Per Dio non esiste gente senza importanza. Dio ama ciascuno di noi, ci valuta col prezzo del sangue di suo Figlio, ci cerca continuamente” Prima ancora che tu prenda l’iniziativa di cercare Dio, Lui sta già cercando te e, anche “se vado per valle tenebrosa” Lui è con me perché vuoi condurmi ad “acque limpide” e a “prati verdeggianti”.

 

 

MERCOLEDI’ 7 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa; San Claudio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA GIOIA E NEL DOLORE, TU, GESU’, SEI CON NOI.

 

Hanno detto: Molti prendono la religione come prendono un autobus, e cioè la usano solo quando va per la loro strada. (David I. Armstrong).

Saggezza popolare: Il povero che dà poco dà il suo cuore; il ricco che dà molto dà solo il suo denaro. (Proverbio Turco)

Un aneddoto: Un giovane prete pieno di entusiasmo fu nominato cappellano dell’ospedale. Un giorno faceva passare le cartelle dei pazienti arrivati da poco, quando ne trovò una che dichiarava che il paziente era cattolico. Accanto a quella definizione c’era un avviso curioso: “Non desidera vedere il prete se non quando ha perso conoscenza”.

Parola di Dio: Is. 40,25-31; Sal. 102; Mt. 11,28-30

 

Vangelo Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, rispondendo Gesù disse: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

“VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI”. (Mt. 11,28)

Finora Gesù era andato incontro ai poveri, alla folla affaticata e oppressa, e l'aveva ristorata in tutti i sensi soprattutto con la sua Parola e i suoi segni. Adesso, invece, li chiama a sé; li invita a venire. Noi ricordiamo un altro invito, quello rivolto ai pescatori di Galilea, perché lo seguissero. Li avrebbe fatti pescatori d’anime. Avrebbe dato loro la sua stessa missione, il suo stesso potere, il suo stesso calice da bere. Ora chiama tutti, in particolare chi soffre, chi è oppresso dall’imposizione delle osservanze farisaiche. “Io vi ristorerò”, dice Gesù; Egli si pone come loro modello: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Essendo mite e umile di cuore non imporrà pesi gravosi: “Il mio giogo, infatti - dice - è dolce e il mio carico leggero”. Certo, l'immagine del giogo - quell'enorme, pesante, angoloso pezzo di legno che si pone sul collo dei buoi - suscita un istintivo senso di repulsione. Ebbene, no. Il giogo che Gesù impone - e che egli porta per primo - “è dolce e il carico leggero”. Che cosa lo rende dolce e leggero? L'amore. «Ora - dice S. Agostino - là dove si ama non si pena più; o, se si pena ancora, la pena stessa è amata». Io penso che ognuno di noi abbia fatto quest’esperienza. Vi è mai capitato di entrare in chiesa con l'anima pesante, sotto un fardello opprimente, con la morte nel cuore, con un grave scrupolo; e - nell'incontro con Gesù - sperimentare una dolcezza finissima che occupa il posto dell'agitazione di prima? Ogniqualvolta noi lo vogliamo, possiamo trovare il Cuore divino di Gesù che ci attende nel tabernacolo, ci fa casa e ci mette al sicuro.

 

 

GIOVEDI’ 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Macario, eremita; Beata Chiara da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

VERGINE IMMACOLATA, CHIEDI PER NOI PUREZZA DI CUORE.

 

Hanno detto: Ho finalmente capito che nessun uomo scivola via dalle mani di Dio. (Morris West)

Saggezza popolare: Chi ama Dio di cuore, felice campa e felice muore.

Un aneddoto: 8 dicembre. Tutto il mondo cattolico è in festa. Il Papa Pio IX proclama verità di fede che Maria SS. venne al mondo senza peccato originale: è il dogma dell’Immacolata Concezione. Torino risplende di una fantastica illuminazione: migliaia di palloncini colorati brillano ai balconi, sui terrazzi, sulle rive del Po. Un’immensa processione di gente festosa s’incammina verso il tempio di Maria Consolatrice, patrona della città. A Valdocco, Domenico Savio entra nella chiesetta dell'Oratorio, s’inginocchia all’altare della Madonna, tira fuori di tasca un foglietto su cui ha scritto alcune righe pensate a lungo. Quella breve preghiera con cui Domenico si consacra alla Madonna diventerà famosa in tutto il mondo: “Maria, vi dono il mio cuore; fate che sia sempre vostro. Gesù e Maria, siate voi sempre gli amici miei, ma per pietà fatemi morire piuttosto che mi accada la disgrazia di commettere un solo peccato”.

Parola di Dio: Gn. 3,9-15.20; Sal 97; Ef. 1,3-6.11-12; Lc. 1,26-38

 

1^ Lettura Gn 3,9-15.20

Dal libro della Genesi

Dopo che Adamo ebbe mangiato dell'albero, il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto". Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?". Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato". Il Signore Dio disse alla donna: "Che hai fatto?". Rispose la donna: "Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato". Allora il Signore Dio disse al serpente: "Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno". Alla donna disse: "Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà". All'uomo disse: "Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!". L'uomo chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi. Parola di Dio

 

“ADAMO RISPOSE A DIO: HO UDITO IL TUO PASSO NEL GIARDINO. HO AVUTO PAURA PERCHE’ SONO NUDO, E MI SONO NASCOSTO”. (Gn. 3,10)

Prima del peccato, o Adamo non se n’era accorto, o pensava che la propria nudità non offendesse Dio, colui che così lo aveva creato, ma ora che sa, che ha mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, corre a nascondersi. Tutto gli fa paura, perfino il proprio corpo nudo. Le prime conseguenze del peccato sono proprio queste: non accettarsi, aver paura, non vedere più le cose come Dio le ha volute. Maria non ha paura, ha timore, cioè rispetto per il mistero. Maria non si nasconde, si offre. Maria non discute, si affida. La festa di oggi ci fa proprio pensare a qualcuno che, per grazia di Dio, ce l’ha fatta a ribaltare finalmente la logica del peccato e ce ne ha indicato la strada.

 

 

VENERDI’  9 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: Santa Valeria; San Siro.

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ CHE OGGI ASCOLTIAMO LA TUA VOCE, SIGNORE.

 

Hanno detto: Anche tra le pentole c’è il Signore. (Teresa D’Avila)

Saggezza popolare: Chiedimi qual è la mia virtù, non qual è  il colore della mia pelle( Detto arabo)

Un aneddoto: SEGNALI. Un signore di Canicattì racconta: "All'inizio del 1953, mia moglie, fin dai primi mesi di gravidanza, fu colpita da una grave forma di nefrite. La sua vita e quella del nascituro, a dire dei medici, correvano seri pericoli. Nessuna cura si rivelò efficace. Il 3 maggio, disperato, scrissi una lettera a Padre Pio chiedendo l'aiuto delle sue preghiere. Dopo qualche giorno, sia io che mia moglie, contemporaneamente, ma in stanze diverse, avvertimmo un misterioso odore di rose. In quel preciso istante bussò alla porta di casa il postino e ci consegnò una lettera, spedita dal convento di San Giovanni Rotondo, in cui leggemmo che Padre Pio avrebbe pregato per mia moglie e per la creatura che portava in grembo. L'indomani ricorremmo ad un nuovo esame di laboratorio che, con sorpresa indicibile, decretò l'improvvisa scomparsa della nefrite."

Parola di Dio: Is. 48,17-19; Sal. 1; Mt. 11,16-19

 

Vangelo Mt 11, 16-19

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. E’ venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E’ venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere". Parola del Signore

 

“E’ VENUTO GIOVANNI CHE NON MANGIA E NON BEVE E HANNO DETTO: HA UN DEMONIO. E’ VENUTO IL FIGLIO DELL’UOMO CHE MANGIA E BEVE E DICONO: ECCO UN MANGIONE E UN BEONE”. (Mt. 11,18-19)

Gesù, oggi ci ricorda due grandiosi ‘insuccessi’. E’ venuto Giovanni Battista e non l’hanno capito, l’hanno  considerato un matto, un indemoniato. E’ venuto Gesù e chi lo ha messo in croce ha addirittura pensato di aver fatto un bene. Seguire Gesù non è aver successo; operare per la giustizia e la verità non significa ottenere giustizia o automaticamente far progredire la verità. Aiutare un povero non ti esime dall’essere imbrogliato, magari proprio da quella stessa persona. Per il fatto che perdoni non significa che non ci sia qualcuno che ne approfitti. Per il fatto che tu predichi il Vangelo non significa che tutti coloro che l’ascoltano si convertiranno ad esso. Eppure se Giovanni Battista avesse ragionato con tanto ‘buon senso’ ed avesse detto: “Perché devo rimetterci la testa per andare a puntare il dito contro Erode che intanto non cambierà?”, se Gesù avesse detto e dicesse tuttora: “Vale la pena morire per l’uomo, quando dopo 2000 anni tanti uomini non mi conoscono neppure, e quelli che mi conoscono sono divisi tra loro, litigano, dimostrano di non capirmi?”, noi non avremmo né il Precursore né il Messia. No, le cose non vanno fatte per il successo, neppure per il successo del bene, vanno fatte perché sono buone, vere, giuste. Una verità è sempre verità, sia che abbia successo o no! La giustizia è sempre tale sia che trovi il suo corso sia che venga manipolata da uomini ingiusti. Dio è sempre Dio anche se c’è il bestemmiatore, l’amore di Gesù per noi è sempre tale sia che noi lo accettiamo o lo rifiutiamo; non è la quantità di successo che ha  a rendere buona o cattiva un’idea. Come cristiani, come testimoni, non siamo chiamati ad aver successo. Siamo chiamati a seminare nella fiducia. Al resto ci pensi il Padrone della messe.

 

 

SABATO 10 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Eulalia, martire; San Milziade, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

AMORE CHE TI NASCONDI, GESU’, CHE IO TI RICONOSCA.

 

Hanno detto: La Chiesa ha una sola respirazione: intorno all’altare. (Clemente Alessandrino).

Saggezza popolare: Gli uomini hanno perfezionato tutto, tranne gli uomini. (Detto africano)

Un aneddoto: SI PUO’ INGANNARE TUTTI… Una signora Italo-Inglese, giunta dall'Inghilterra si presentò al confessionale di Padre Pio, ma questi, anziché confessarla, le sbatte lo sportello in faccia dicendole: "Per te non sono disponibile". Per quale ragione Padre Pio non intendeva confessarla? Dopo aver atteso un paio di settimane durante le quali si era, quasi ogni giorno, presentata al confessionale, la signora venne finalmente ascoltata da Padre Pio. Alla richiesta del perché l'avesse fatta attendere tanto, Padre Pio le rispose: "E tu quanto hai fatto attendere nostro Signore? Ti devi chiedere come Gesù possa accoglierti, dopo i tanti sacrilegi commessi. Tu, per anni, hai mangiato la tua condanna; per anni, a fianco di tuo marito e tua madre, hai fatto la santa comunione in peccato mortale." La donna, pentita, sconvolta, ricevette piangendo l'assoluzione. Quando, qualche giorno dopo riparti per l'Inghilterra era la personificazione della gioia.

Parola di Dio: Sir. 48,1-4.9-11; Sal. 79; Mt. 17,10-13

 

Vangelo Mt 17, 10-13

Dal vangelo secondo Matteo.

Nel discendere dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista. Parola del Signore

 

“ELIA È GIÀ VENUTO E NON L’HANNO RICONOSCIUTO...  COSÌ ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVRÀ SOFFRIRE PER OPERA LORO”. (Mt. 17,11)

Gesù parla di Giovanni Battista e lo identifica con Elia, il profeta che gli Ebrei attendevano arrivasse prima della venuta del Messia, pensate che ancora oggi, molte famiglie giudaiche nel celebrare la loro Pasqua lasciano una sedia libera che prima o poi sarà occupata da Elia che verrà ad annunciare la venuta del Messia. Ma come i contemporanei di Gesù non hanno riconosciuto Elia in Giovanni così non riconosceranno in Gesù il Messia. Perché si aspettavano un Elia ed un Messia diversi. Giovanni non si mette a capo dei rivoltosi contro Roma, brucia i cuori con le parole che invitano alla penitenza. Gesù non fa miracoli grandiosi per conquistare il potere ma conquista i cuori degli umili e dei semplici con la sua misericordia. Anche oggi Cristo ci passa accanto e noi rischiamo di non vederlo. Attendiamo il Cristo giudice che faccia piazza pulita dei cattivi e non cogliamo la sua presenza che perdona, che salva. Cerchiamo Dio nello splendore dei templi e magari non sappiamo vederlo nel povero che bussa alla nostra porta. Andiamo a fare preghiere in conventi ed eremi e non sappiamo pregare in famiglia. Gesù è sempre diverso da come lo pensiamo quando lo facciamo diventare proiezione dei nostri desideri umani. Ma c’è un metodo sicuro per saper conoscere il Cristo: dove c’è amore o possibilità di amore, stai sicuro, lì c’è Lui.

 

 

DOMENICA 11 DICEMBRE: 3^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Damaso, papa; San Daniele stilita

Una scheggia di preghiera:

 

PENSO A TE, GESU’ E IL MIO CUORE SI RIEMPIE DI GIOIA.

 

Hanno detto: Vuoi che la tua preghiera salga dritta al cielo? Essa non deve esser pesante come la moneta (cioè infarcita di brame materiali), né lieve come una piuma (quindi volubile, vana gloriosa o preoccupata), ma deve essere sublimante come l’incenso (vale a dire ossequiente, fiduciosa, gradevole). (John Halver)

Saggezza popolare: Gli esempi vivi spiegano le regole morte.

Un aneddoto: UDITO FINISSIMO. Una donna era seduta sul piazzale della chiesa dei cappuccini. La Chiesa era chiusa. Era tardi. La donna pregava col pensiero, e ripeteva col cuore: "Padre Pio, aiutami! Angelo mio, va a dire al Padre che mi venga in aiuto, altrimenti mia sorella muore!". Dalla finestra di sopra, sentì la voce del Padre: "Chi mi chiama a quest'ora? Che cosa c'é? La donna disse della malattia della sorella, Padre Pio si recò in bilocazione e guarì la malata.

Parola di Dio: Is. 61,1-2.10-11; Cantico da Lc. 1,46-54; 1Ts. 5, 16-24; Gv. 1,6-8.19-28

 

2^ Lettura 1Ts 5, 16-24

Dalla prima lettera ai Tessalonicesi

State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo! Parola di Dio

 

“FRATELLI, SIATE SEMPRE LIETI”. (1Ts. 5,16)

La terza domenica di avvento è chiamata la domenica del  ‘Rallegrati’. Ma perché rallegrarci? Perché il Signore viene; viene il nostro Salvatore”. La gioia è uno dei temi principali della Scrittura: si ritrova dappertutto nell’Antico e nel Nuovo Testamento.  Il messaggio della Bibbia è fondamentalmente ottimista: Dio vuole la felicità degli uomini, la loro riuscita, la loro promozione. Ma, mentre per gli antichi ebrei la gioia è il sentimento di chi ha già qualcosa o spera di riceverla, per i cristiani è qualcosa di più profondo. Per gli ebrei si tratta delle cosiddette gioie della vita, percepite come altrettante benedizioni di Dio: la gioia del lavoro ben fatto, del raccolto abbondante, la gioia di un pasto fraterno, la gioia che una sposa fedele e feconda può dare al suo marito, la gioia rumorosa di un giorno di festa.  Al tempo stesso, però, i profeti lasciano intravedere una gioia sempre meno legata al possesso di un avere. Iahwe – essi dicono – riserva la vera gioia a coloro che si fanno poveri dinanzi a lui e attendono tutto dal loro Dio. Nulla potrà far appassire questa gioia, nemmeno l’angoscia, nemmeno le prove e le tribolazioni, che anzi saranno in grado di fecondarla e nel Nuovo Testamento il motivo di questa gioia è evidente: in Gesù la redenzione tanto attesa si fa imminente; con lui il regno di Dio, che rinnova, è già presente nel mondo. Gesù ci farà poi capire che la gioia messianica è riservata ai piccoli, ai peccatori che si pentono, perché essi soli percepiscono la natura della salvezza che Gesù porta con sé e che procura la gioia. Questa scaturisce non tanto dal fatto che si ha qualcosa, ma perché si vive in un diverso modo nella dimensione dello Spirito, come nuove creature. La gioia cristiana consiste, dunque, essenzialmente nel porsi alla sequela di Gesù, e nel dare ascolto alle sue parole, percorrendo il solco aperto da lui, seguendo cioè lo stesso itinerario di povertà, di donazione e di sacrificio che caratterizzò la sua vita terrena. Solo impegnandoci ad uscire dal guscio del nostro egoismo per aprirci al Padre e i fratelli, potremo dire di festeggiare degnamente il Natale, perché il Natale segnerà la nostra rinascita: la nostra gioia sarà piena perché sarà frutto autentico dello Spirito di Dio in noi.

 

 

LUNEDI’ 12 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: Memoria della Beata Vergine Maria di Guadalupe; Santa Giovanna Francesca di Chantal.

Una scheggia di preghiera:

 

ECCOMI, SIGNORE.

 

Hanno detto:

Dove l’uomo si rifiuta di toccare il dolore degli altri, non c’è Pasqua. Dove le mani dell’uomo non sono forate per amore dei fratelli, non c’è Pasqua. (Primo Mazzolari)

Saggezza popolare: Lungo il cammino della vostra vita fate in modo di non privare gli altri della felicità. (Proverbio degli Indiani d’America.)

Un aneddoto: ULTIMA BILOCAZIONE. L’ultima bilocazione conosciuta di Padre Pio si è verificata il pomeriggio precedente al giorno della sua morte. Padre Pio è andato a salutare a Genova il confratello Padre Umile che era infortunato per una caduta avvenuta il 29 agosto 1968. Verso le 16.30 del 22 settembre 1968 suor Ludovica si reca da padre Umile per portargli una tazza di tè. La religiosa, nell’entrare nella stanza, avverte un forte profumo di fiori che inonda tutto l’ambiente e, non sapendo darsi una spiegazione, guarda il frate. Padre Umile con naturalezza e spontaneità dice: “Padre Pio è venuto a salutarmi e a darmi l’ultimo addio”. Il giorno seguente si sparse la notizia della morte di Padre Pio.

Parola di Dio: Nm. 24,2-7.15-17; Sal. 24; Mt. 21,23-27

 

Vangelo Mt 21, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielo, ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?''; se diciamo "dagli uomini, abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore

 

"NEANCH'IO VI DICO CON QUALE AUTORITÀ FACCIO QUESTE COSE". (Mt.21,27)

Quali sono le credenziali che Gesù presenta perché noi possiamo credere in Lui? Qualche volta noi siamo peggio dei sommi sacerdoti di allora perché vorremmo che Gesù ci confermi con continui miracoli la sua persona, il suo agire, i suoi insegnamenti. Gesù invece rimane sempre proposta. Non condiziona mai la fede obbligandoci con l'evidenza. "Se vuoi.." è la proposta di Gesù. "Avvenga secondo la tua fede" sono i suoi miracoli. Dio in Gesù non fa irruzione sulla terra per costringerci al suo Regno attraverso Lui, però ci invita ad entrare nella sua gioia. Solo quando Maria dice il suo 'si', Gesù si incarna; solo quando il ladrone dice a Gesù: "Ricordati di me", Gesù può dirgli: "Oggi sarai con me in paradiso".

 

 

MARTEDI’ 13 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lucia; Sant’ Antioco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FAMMI VEDERE LE PICCOLE COSE.

 

Hanno detto: L’anima che dal peccato passa allo stato di grazia non pensi di fare tutto in breve tempo:l’aurora sgombra le tenebre a poco a poco (San Francesco di Sales).

Saggezza popolare: È l'uccello più veloce che afferra il verme. (proverbio Russo)

Un aneddoto: UN CONFESSORE CHE SA GIA’ TUTTO. Racconta una signora: "Nel 1945 mia madre mi portò a San Giovanni Rotondo per conoscere di persona Padre Pio e per farmi confessare da lui. C'era tanta gente! Nell'attesa del mio turno pensai a tutto ciò che dovevo dire al Padre ma, quando fui alla sua presenza, rimasi letteralmente bloccata. Il caro Padre si accorse subito della mia timidezza e, con un sorriso mi disse: "Vuoi che parli io per te?" Annuii con un cenno del capo e, dopo qualche attimo, rimasi sbalordita. Non mi sembrava vero! Padre Pio mi disse, parola per parola, tutto ciò che io avrei voluto dirgli. Mi sentii tranquilla, serena e mentalmente ringraziai il venerato padre per avermi fatto fare l'esperienza di uno dei suoi straordinari carismi. Affidai a lui la salute della mia anima e del mio corpo. Rispose: "Sarò sempre il tuo padre spirituale!" Mi congedai da lui con una gioia immensa nel cuore. Mentre ero in treno, sulla via del ritorno, avvertii un intenso profumo di fiori che non dimenticherò mai!.

Parola di Dio: Sof. 3,1-2.9-13; Sal. 33; Mt. 21,28-32

 

Vangelo Mt 21,28-32

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E’ venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli. Parola del Signore

 

"EGLI RISPOSE: SI', SIGNORE; MA NON ANDO' ". (Mt. 21,29)

Conosciamo tutti abbastanza bene il senso per cui Gesù ha raccontato questa parabola. Egli vuol far capire che non basta l'appartenenza al popolo ebraico per avere la garanzia della salvezza. Ma la situazione descritta nella parabola può avere diverse applicazioni. Eccone una. C’è il cristiano che dice sì a Dio, nel campo della morale sessuale, nella difesa delle tradizioni religiose, nelle pratiche devote, nell’obbedienza ai superiori. Proclama a squarciagola, in ogni occasione, la propria appartenenza alla Chiesa, ne difende i diritti, si batte intrepidamente per tutte le cause “buone”. Ma poi si mostra duro col prossimo. Non esita a ferire, umiliare, disprezzare. Ecco la copia del figlio della parabola che dice “sì” e fa “no”. Il rifiuto ad amare, a rispettare l’altro, annulla tutti gli altri sì. Possiamo anche illuderci di lavorare in tanti campi per il Signore. Ma se non operiamo nel terreno della carità, la vigna del Padre rimane incolta.

 

 

MERCOLEDI’ 14 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni della Croce; San Pompeo vescovo; Sant’Agnello abate.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN GESU’ CRISTO, UNIGENITO FIGLIO DI DIO.

 

Hanno detto: Gli ideali assomigliano alle stelle: sembrano tanto lontane ed irraggiungibili: tuttavia, guidano il nostro cammino nella notte e fanno guardare spesso in alto. (Schultze).

Saggezza popolare: Chi non sente consiglio non diventa vecchio. (Proverbio Spagnolo)

Un aneddoto: UNA “RESURREZIONE. Verso la fine della Quaresima, la signora Paolina,una delle anime affidate a Padre Pio si ammala gravemente. I medici dicono che non ci sono più speranze. Il marito con i cinque figli, si reca al convento. Supplicano Padre Pio; Padre Pio è sconvolto, promette preghiere e niente più. Ma all'inizio della Settima Santa, Padre Pio dice con voce ferma: "Resusciterà il giorno di Pasqua".  Il venerdì Santo Paolina perde conoscenza, all'alba del sabato entra in coma. Dopo qualche ora l'agonizzante si immobilizza. E' morta. Padre Pio ripete: "Resusciterà...". e mentre celebra la messa della risurrezione la voce di Padre Pio è rotta da un singhiozzo mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime. Nello stesso momento Paolina "resuscita", senza alcun aiuto scende dal letto, si inginocchia e a voce alta recita tre volte il Credo. Poi si alza in piedi e sorride.

Parola di Dio: Is. 45,6-8.18.21-25; Sal. 84; Lc. 7,19-23

 

Vangelo Lc 7, 19-23

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Giovanni chiamò due dei suoi discepoli e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!». Parola del Signore

 

“ANDATE E RIFERITE A GIOVANNI: I CIECHI RIACQUISTANO LA VISTA, GLI ZOPPI CAMMINANO, I LEBBROSI VENGONO SANATI… AI POVERI E’ ANNUNZIATA LA BUONA NOVELLA”. (Lc. 7,22)

Mi consola pensare che un personaggio “di fuoco” come Giovanni Battista abbia avuto anche lui momenti in cui si è chiesto: “Ma quel Gesù è poi proprio il Messia per cui io ho giocato la mia vita, per cui sono in prigione in attesa della morte?”. E il dubbio per lui era ancora più profondo per il fatto che vedeva che il Messia liberatore, potente, giudice, che lui aveva annunciato era invece un messia umile, povero, pacifista ad oltranza. Anche a noi può venire il dubbio: ma sarà proprio Gesù il Figlio di Dio, il redentore o dobbiamo aspettarci la salvezza altrove? Ma anche per noi la conferma avviene guardando alla figura di Gesù e alle sue opere. Gesù è Dio perché ama come Dio, perché come Lui da la vita. Gesù è Dio perché perdona come Dio, cerca i peccatori per salvarli come Dio il buon pastore, perché ridà la vista cioè la possibilità di vedere la vita non come un susseguirsi di semplici avvenimenti che conducono alla morte, ma come dono prezioso che conduce alla vita eterna; Gesù è Dio che perché  ci fa udire se stesso, Parola di Dio incarnata, Gesù è Dio perché si fa pane per il nostro cammino, è Via per indicarci la strada, è Verità che non delude, è pienezza di Vita. Noi abbiamo Gesù, il figlio di Dio che ci salva e stiamo ad aspettare il liberatore politico che una volta che ci ha liberati vuol renderci suoi schiavi? Aspettiamo il liberatore spirituale che vuole intrupparci in una nuova religione? Aspettiamo il saltimbanco che faccia qualche miracolo per avere un nuovo leader che mangi sulle nostre spalle? Diciamo con sincerità piuttosto un altra cosa: oggi forse non  è tanto difficile credere a Cristo ma alla figura distorta di Cristo che certi cristiani manifestano perché se anche noi facessimo ancor oggi gli stessi “segni” di Cristo, sarebbe molto più facile credere davvero in Lui.

 

 

GIOVEDI’ 15 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Cristiana; Sant’Adalbertone.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI A TRASFORMARE LE PAROLE IN TESTIMONIANZA.

 

Hanno detto:

Nel nostro cuore portiamo bende sufficienti per curare tutti i mali del mondo. Non esiste un solo problema che non si possa risolvere con  l’amore e col perdono. (Erich Fromm).

Saggezza popolare: I bei fiori appassiscono subito, le erbacce durano tutta la stagione. (Proverbio Svedese)

Un aneddoto: UNO DEI PRIMI MIRACOLI. Siamo nel 1908, Trovandosi nel convento di Montefusco, fra Pio pensò di andare a raccogliere un sacchetto di marroni da mandare alla zia Daria, a Pietrelcina, che gli aveva sempre dimostrato un grande affetto. La donna ricevette le castagne, le mangiò e conservò il sacchetto per ricordo. Qualche tempo dopo, una sera, facendosi luce con una lampada ad olio, zia Daria andò a rovistare in un cassetto dove il marito custodiva la polvere da sparo. Una scintilla appiccò il fuoco ed il cassetto esplose investendo la donna in pieno volto. Urlando di dolore zia Daria prese dal comò il sacchetto che aveva contenuto le castagne di fra Pio e lo pose sul viso nel tentativo di porre sollievo alle ustioni. Immediatamente il dolore scomparve e sul volto della donna non restò alcun segno delle bruciature.

Parola di Dio: Is. 54,1-10; SAl. 29; Lc. 7,24-30

 

Vangelo Lc 7,24-30

Dal Vangelo secondo Luca

Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te. Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio. Parola del Signore

 

"DISSE GESU’: CHE COSA SIETE ANDATI A VEDERE NEL DESERTO?". (Lc. 7,24)

Gesù ci parla di Giovanni il Battista, questo grande personaggio che nella storia, come nel nostro Avvento, prepara la venuta di Gesù. Giovanni, vera figura di profeta, non è un mezzo uomo. E' conscio della sua missione. Sa di essere la voce che deve scuotere le coscienze. Sa anche che questo gli costerà la vita, ma non tace e anche in mezzo al deserto continua a gridare con le sue parole e la sua vita. Sovente mi chiedo: quali sono le cose che maggiormente possono essere di stimolo alla conversione? La nostra è l'epoca in cui i messaggi corrono velocissimi. Quante parole su Gesù, libri, conferenze, corsi biblici meeting, catechesi agli adulti, persino un prete che ha la presunzione di scrivere ogni giorno qualcosa sulla Parola di Dio. E come mai la fede languisce così? Nella chiesa di oggi conta di più un Ernesto Olivero, i volontari del Cufrad o l'ennesimo documento di una conferenza episcopale? Un don Ciotti o le diatribe dei partiti sulla droga? Tutto può servire ma Dio più che parole vuole da noi testimonianza. Si agisce sugli altri più con quello che si è che con quello che si dice.

 

 

VENERDI’ 16 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Adelaide, regina; Sant’Adone da Vienne; Santa Albina martire.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI SIGNORE COLORO CHE OPERANO IL BENE

 

Hanno detto: Gesù abita in tre tabernacoli: nel seno della santissima Trinità, il tabernacolo della sua gloria; nell’Ostia, il tabernacolo del suo affetto; nell’anima nostra, il tabernacolo del suo cuore (Elisabette Leseur)

Saggezza popolare: Bisogna mangiare per vivere, non vivere per mangiare.

Un aneddoto: UNO STRANO PENITENTE Satana oltrepassò tutti i limiti della provocazione presentandosi a Padre Pio sotto la veste di un penitente. Questa la testimonianza diretta di Padre Pio:  "Una mattina, mentre stavo confessando gli uomini, mi si presenta un signore, alto, snello, vestito con una certa raffinatezza e dai modi garbati, gentili. Comincia a confessare i suoi peccati che erano di ogni genere: contro Dio, contro il prossimo, contro la morale. Tutti aberranti! Mi colpì una cosa. Per tutte le accuse, dopo la mia riprensione, fatta adducendo come prova la Parola di Dio, il Magistero della Chiesa, la morale dei Santi, l'enigmatico penitente controbatteva le mie parole giustificando, con estrema abilità e ricercatissimo garbo, ogni genere di peccato svuotandolo di qualsiasi malizia e cercando allo stesso tempo di rendere normali, naturali, umanamente comprensibili tutti gli atti peccaminosi. E questo non solo per i peccati che erano raccapriccianti contro Dio, la Madonna, i Santi - che indicava con perifrasi irriverenti senza mai nominarli - ma anche per i peccati che erano moralmente tanto sporchi e rozzi da toccare il fondo della più stomachevole cloaca. Le risposte che dava di volta in volta alle mie argomentazioni con abile sottigliezza ed ovattata malizia mi impressionavano. Tra me e me mi domandai: chi è costui? Da che mondo viene? Chi sarà mai? E cercavo di fissarlo bene in volto per leggere qualcosa tra le piaghe del suo viso. Nello stesso tempo aguzzavo le orecchie ad ogni sua parola in modo che nessuna di esse mi sfuggisse per soppesarle in tutta la loro portata. Ad un certo momento per una luce interiore vivida e fulgida percepii chiaramente chi era colui che mi stava dinanzi. Con tono deciso ed imperioso gli dissi: "di Viva Gesù, Viva Maria!" Appena pronunziati questi soavissimi e potentissimi nomi, Satana sparì all'istante in un guizzo di fuoco lasciando dietro di se un insopportabile irrespirabile fetore".

Parola di Dio: Is. 56,1-3.6-8; Sal. 66; Gv.5,33-36

 

Vangelo Gv 5,33-36

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai giudei: “Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato”. Parola del Signore

 

"EGLI ERA UNA LAMPADA CHE ARDE E RISPLENDE E VOI AVETE VOLUTO SOLO PER UN MOMENTO RALLEGRARVI DELLA SUA LUCE". (Gv. 5,35)

Gesù parla di Giovanni il Battista e rimprovera i suoi uditori perché non hanno saputo accogliere il dono della sua presenza. Man mano che gli anni della mia vita si snodano mi ritrovo spesso a pensare alle tante persone "lampade" che il buon Dio ha messo sul mio cammino. Non facciamo i poeti: è vero che abbiamo incontrato tanto male e molta malvagità, ma quante persone a volte piccole e umili che ci hanno insegnato a sorridere, a sopportare, a riflettere, che ci sono state esempio di perdono, di preghiera, di sofferenza vissuta con amore! Grazie, Signore, per quanti mi hanno dato; in questo momento, sia qui sulla terra che nel Paradiso ringraziali tu per me; e perdonami, Signore, se i miei occhi troppe volte sono stati foderati; perdonami per quando ho saputo vedere solo il male e non ho voluto rallegrarmi del bene che tu hai seminato in mille persone passate al mio fianco.

 

 

SABATO 17 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SIGNORE GESU’

 

Hanno detto: Il giorno del giudizio non è una giornata. È un tribunale in seduta permanente. (Franz Kafka).

Saggezza popolare:  E’ meglio un presente che cento futuri.

Un aneddoto: VEDEVA LONTANO. La signora Luisa aveva un figlio che era Ufficiale della marina di Sua Maestà Britannica. Essa pregava tutti i giorni per la conversione e la salvezza del figlio.  Un giorno giunse a San Giovanni Rotondo un pellegrino inglese. Portava con se un fascio di giornali. Luisa volle leggerli. Trovò la notizia dell'affondamento della nave sulla quale era imbarcato suo figlio. Corse piangendo da Padre Pio. Il Cappuccino la consolò: "Chi vi ha detto che vostro figlio è morto?" e le dette l'indirizzo preciso, con il nome dell'albergo, dove il giovane ufficiale, scampato al naufragio della sua nave affondata nell'atlantico, era ospitato in attesa dell'imbarco. Luisa scrisse subito e dopo pochi giorni ebbe la risposta dal figlio.

Parola di Dio: Gn. 49,2.8-10; Sal. 71; Mt. 1,1-17

 

Vangelo Mt 1, 1-17

Dal vangelo secondo Matteo.

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.

Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici. Parola del Signore

 

“ABRAMO GENERO’ ISACCO, ISACCO GENERO’ GIACOBBE...". (Mt.1,2)

Da dove e dove viene Gesù. Ecco la lunga genealogia che leggiamo oggi. Gesù non è un extraterrestre che viene sulla terra. E’ il figlio del Dio di Abramo di Isacco e di Giacobbe. Tutta la storia dell’umanità fino ad allora è preparazione alla sua venuta: viene nella nostra umanità e per la nostra umanità. Ma Gesù viene ancora. Dove, come e quando? Viene ogni giorno e sotto varie forme: è nell’Eucarestia, è nella Parola di Dio, è nel fratello; in ogni circostanza egli si fa presente con un messaggio. Gesù c’invita ad essere vigilanti, affinché siamo pronti ad accoglierlo anche quando verrà alla fine dei tempi. Il Figlio dell’uomo verrà quando meno lo aspetteremo. Se saremo pronti entreremo con lui alle nozze; altrimenti resteremo fuori, dove c’è tenebre e stridore di denti. Spesso Gesù ci si presenta sotto volti e vesti davvero insoliti: quando era sulla croce chi avrebbe visto in lui i tratti del Figlio di Dio? Allora non appariva se non l’uomo del dolore, il condannato a morte, un uomo sfigurato, disumanizzato dai tormenti. Sforziamoci di scoprirlo, dunque, quando ci avvicinano dei fratelli che sono più un Cristo sfigurato dal dolore che il Cristo glorioso.

 

 

DOMENICA 18 DICEMBRE: 4^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

MI ABBANDONO A TE, DIO DI OGNI SPERANZA.

 

Hanno detto:

Nell'assistere alla santa Messa, rinnova la tua fede e medita quale vittima si immola per te alla divina Giustizia, per placarla e renderla propria. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Nacque per nulla chi vive sol per sé.

Un aneddoto: VITA SPIRITUALE. Don Pasquale racconta. Un giorno lasciando la stazione di Foggia, prese un autobus per recarsi a San Giovanni Rotondo. Mentre l’autobus attraversava i paesaggi pugliesi, don Pasquale pensò: “Questa vita spirituale, a volte, sembra come arrampicarsi sui vetri!”. Giunto al convento entrò in sagrestia e chiese di confessarsi con Padre Pio. Arrivato il suo turno, entrò al di là della tendina del confessionale e fece la sua confessione. Dopo aver ricevuto l’assoluzione, tutto contento stava per avviarsi, quando Padre Pio, guardandolo, tra il divertito ed il faceto gli disse: “Sicché questa vita spirituale a volte sembra come arrampicarsi sui vetri?”. Don Pasquale non disse una parola e capì che Padre Pio era un uomo illuminato da Dio.

Parola di Dio: 2Sam. 7,1-5.8-12.14.16; Sal. 88; Rm. 16,25-27; Lc. 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal Vangelo secondo Luca

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all'angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l'angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“ECCOMI SONO LA SERVA DEL SIGNORE, AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO”. (Lc. 1,38)

Lascio il commento di questo versetto ad uno scritto di Chiara Lubich. Queste parole segnano l’inizio della divina avventura di Maria. L’Angelo le ha appena svelato il progetto di Dio su di lei: essere la madre del Messia. Prima di dare il suo assenso Ella ha voluto sincerarsi che quella fosse veramente la volontà di Dio ed una volta compreso che questo era quanto Lui voleva non ha esitato un momento ad aderirvi pienamente. Da allora Maria ha continuato ad abbandonarsi completamente al volere di Dio, anche nei momenti più dolorosi e tragici. Perché ha compiuto non la sua ma la volontà di Dio, perché si è fidata pienamente di quanto Dio le chiedeva, tutte le generazioni la dicono beata ed Ella si è realizzata pienamente fino a diventare la Donna per eccellenza. È proprio questo, infatti, il frutto del compiere la volontà di Dio: realizzare la nostra personalità, acquistare la nostra piena libertà, raggiungere il nostro vero essere. Dio, infatti, ci ha pensati da sempre, ci ha amati da tutta l’eternità; da sempre abbiamo un posto nel suo cuore. Anche a noi, come a Maria, Dio vuole svelare quanto ha pensato su ciascuno di noi, vuol farci conoscere la nostra vera identità. "Vuoi che io faccia di te e della tua vita un capolavoro? - sembra dirci - Segui la strada che ti indico e diverrai chi da sempre sei nel mio cuore. Io, infatti, da tutta l’eternità ti ho pensato ed amato, ho pronunciato il tuo nome. Dicendoti la mia volontà rivelo il tuo vero io". Ecco allora che la sua volontà non è un’imposizione che ci coarta, ma lo svelamento del suo amore per noi, del suo progetto su di noi; ed è sublime come Dio stesso, affascinante ed estasiante come il suo volto: è Lui stesso che si dona. La volontà di Dio è un filo d’oro, una divina trama che tesse tutta la nostra vita terrena e oltre; va dall’eternità all’eternità: nella mente di Dio dapprima, su questa terra dopo, ed infine in Paradiso.

 

 

LUNEDI’ 19 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: San Dario martire; Santa Fausta martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO GENERA IN ME IL CRISTO.

 

Hanno detto: Lo Spirito santo non ci porta il fuoco e la luce: li trae da noi. Così il fuoco che si appicca alla candela non la lascia più fino a quando non sia interamente consumato. (Paul Claudel)

Saggezza popolare: Ne sa più il matto a casa sua che il savio a casa d’altri

Un aneddoto: Una donna era curva sulla vittima di un incidente stradale, mentre la folla stava a guardare. All’improvviso un tizio la spinse via rudemente dicendo: “Stia indietro, per favore. Ho il diploma di pronto soccorso”. La donna lo osservò per qualche minuto mentre lui si dava da fare con la vittima. Poi con molta calma lo avvertì: “Quando arriverà alla fase in cui dovrà chiamare il dottore, io sono già qui!”.

Parola di Dio: Gdc.13,2-7.24-25; Sal. 70; Lc. 1,5-25

 

Vangelo Lc 1, 5-25

Dal vangelo secondo Luca.

Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all'angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini». Parola del Signore

 

“SARA’ PIENO DI SPIRITO SANTO FIN DAL SENO MATERNO”. (Lc. 1,15)

Del Vangelo d’oggi vorrei porre l’accento su di un aspetto: tutti i protagonisti del Natale sono stati riempiti di Spirito Santo. Elisabetta fu riempita di Spirito Santo al saluto di Maria (1,41). Del Battista è detto: “Sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno materno”. Fu riempito di Spirito Santo nell'istante stesso in cui lo fu Elisabetta, e, cioè, al saluto di Maria. È, dunque, Maria che porta loro lo Spirito Santo. Aveva, infatti, già in sé il Verbo incarnato. Anche quest’aspetto è interessante: è Maria lo strumento, il veicolo della grazia (la quale, però, viene direttamente da Dio). Maria ha avuto qualcosa di più. A lei l'angelo dice: “Ave, piena di grazia!”. Maria è già piena di grazia, ancor prima che l'angelo la salutasse e che concepisse Gesù. Noi sappiamo che cosa significhi questa “pienezza” di grazia: l'immunità dal peccato originale. E' l'Immacolata concezione.

 

 

MARTEDI’ 20 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Liberato, martire; San Zefirino, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, CONTEMPLO IN TE TUTTI I DONI DI DIO

 

Hanno detto: Chi ama più le proprie idee degli uomini, finisce presto o tardi per sacrificare gli uomini alle proprie idee. (don Primo Mazzolari)

Saggezza popolare: Ogni adulatore vive alle spalle di chi gli dà retta.

Un aneddoto: C’era un tempo una locanda chiamata “La stella d’argento”. L’oste non riusciva a sbarcare il lunario anche se faceva del suo meglio per attirare clienti rendendo il locale confortevole, il servizio cordiale e i prezzi ragionevoli. Disperato chiese consiglio ad un saggio. Dopo aver ascoltato la triste storia, il saggio disse. “Cambia il nome alla locanda”. “Ma se è da generazioni che ha questo nome”. “No”, ribadì il saggio con decisione, ora la devi chiamare ‘Le cinque campane’ e far appendere sei campane all’ingresso”. “Sei campane? Ma è assurdo. A che cosa servirebbero?” “Prova e vedrai”, concluse il saggio con un sorriso. L’oste ci provò. Tutti coloro che passavano davanti alla locanda entravano per far notare l’errore, ciascuno con la convinzione di essere stato il solo ad accorgersene. Una volta dentro erano colpiti dalla cordialità del servizio e si fermavano per ristorarsi, fornendo così all’oste quei guadagni che cercava invano da tanto tempo.

Parola di Dio: Is. 7,10-14; Sal. 23; Lc. 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal vangelo secondo Luca.

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“HAI TROVATO GRAZIA PRESSO DIO”. (Lc. 1,30)

“Hai trovato grazia presso Dio…”. È il corrispondente del “Piena di grazia”. “Piena di grazia”: è ciò che Dio ha operato in Maria; infatti, l'ha amata per primo, del tutto gratuitamente; l'ha redenta nell'istante stesso della nascita, in modo che il peccato originale non la sfiorasse neppure. Certo, ogni grazia è gratuita, non meritata con nessuna delle nostre azioni, perché non c'è proporzione tra il creato e l’increato; che dire, poi, di una grazia che previene, che ti arriva nell'istante del concepimento? E poi, quale grazia! Una pienezza di grazia. Questa è, dunque, l'opera di Dio, non di Maria. L'opera di Maria, invece, è indicata dalla risposta dell'angelo: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”. Dio ti ha amata, ma tu hai corrisposto. Quindi: hai trovato grazia: non temere. Questo colloquio con l'angelo - che ha cambiato i destini del mondo

 

 

MERCOLEDI’ 21 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Canisio; San Temistocle, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ TU SEI IL FIGLIO, IL FRATELLO, L’AMICO.

 

Hanno detto: La fede è una faccenda pericolosa per gli smidollati. (Sòren Kierkegaard).

Saggezza popolare: Ogni felicità è fatta di costanza e coraggio.

Un aneddoto: Una ricca ereditiera tutta ingioiellata uscì da un albergo londinese di lusso, dove aveva cenato e ballato per tutta la sera a favore dei ragazzi abbandonati. Stava per accomodarsi nella sua Rolls Royce, quando un monello le si avvicinò piagnucolando: “Mi dia una monetina, signora, faccia la carità. Non mangio da due giorni”. La nobildonna si ritrasse inorridita: “Brutto ingrato che non sei altro!”, esclamò. “Ma ti rendi conto che è tutta la sera che ballo per te?”

Parola di Dio: Ct.2,8-14, opp. Sof. 3,14-18; Sal. 32; Lc. 1,39-45

 

Vangelo Lc 1, 39-45

Dal vangelo secondo Luca.

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Parola del Signore

 

“E BEATA COLEI CHE HA CREDUTO NELL’ADEMPIMENTO DELLE PAROLE DEL SIGNORE.”. (Lc.1,45)

La liturgia ci ripropone in questi giorni - come in un paesaggio girevole - i medesimi motivi, i medesimi scenari: ritornano in un ritmo sempre più serrato. Il Natale è alle porte; è, cioè, alle porte il Redentore. Due donne, due bambini. Al saluto di Maria, il bambino di Elisabetta - al sesto mese di gravidanza - le sussulta nel grembo. Ed ella è piena dello Spirito Santo. Anche Maria esulta nello Spirito e canta al Signore. Ha l'anima esultante in Dio Salvatore. Stranamente, colui che è al centro di tutto, il Figlio di Maria - colui a causa del quale Maria è quella che è: la piena di grazia, la sposa dello Spirito Santo - è silenzioso. Ma è un'immobilità piena di vita. E' lui che muove, infatti, i tre. Egli è l'atteso. Lo attende l'umanità, lo attende Maria. Come lo avrà atteso Maria? La prima lettura di oggi forse ci suggerisce qualche figura. Quali sobbalzi avrà avuto, anch'essa, a sentirselo muovere in grembo? "Somiglia il mio diletto a un capriolo o ad un cerbiatto". "Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra, spia attraverso le inferriate". Lo avrà visto così Maria, lei che conosceva le Scritture? Nove mesi, nove lunghi mesi di attesa, ma anche di presenza. Una presenza nascosta, ma sempre presenza. Quali colloqui avrà intrecciato col suo bambino, col suo Dio? E quali i colloqui del suo Dio? Figlio, Padre, fratello, Sposo. Ma oggi stiamo noi all'appuntamento. Sta per venire lo Sposo, sta per venire il Figlio, sta per venire il fratello, il Padre. Sta per nascere Gesù. E', dunque, festa, pur nell'attesa degli ultimi istanti

 

 

GIOVEDI’ 22 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Flaviano; Santa Francesca Cabrini.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO IN TE, O DIO, E’ LA VERA GIOIA.

 

Hanno detto:

Quel che mi fa capire se uno è passato attraverso il fuoco dell’amor divino non è il suo modo di parlare di Dio: è il suo modo di parlare della gente. (Simone Weil)

Saggezza popolare: Ogni lacrima insegna ai mortali una verità.

Un aneddoto: Un uccello mangiava bacche velenose che non gli procuravano alcun danno. Un giorno ne raccolse alcune e sacrificò parte del suo pasto per darle ad un amico, un coniglio, il quale, per non sembrare ingrato, mangiò le bacche e morì

Parola di Dio: 1Sam 1,24-28; Salmo da 1Sam.2; Lc. 1,46-55

 

Vangelo Lc 1, 46-55

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Parola del Signore

 

“IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO”. (Lc. 1,47)

Ricolma del favore di Dio e della sua presenza, Maria scopre l’autenticità della gioia. La gioia è la condizione giusta dell’uomo. Noi la ricerchiamo spasmodicamente. Pensiamo a volte di trovarla ma poi su­bito ci sfugge. Ci dichiariamo felici d’un paio di scarpe nuove, di una situazione favorevole, di una persona che ci ama: sono cose belle, non da disprezzare, possono darci annunci di gioia ma non sono ancora la pienezza della gioia. Solo Dio, con la sua pienezza è la vera gioia. Maria ci insegna questo segreto: con Dio e in Dio tutto diventa gioia, perfino le cose più difficili, perfino la sofferenza. Puoi perdere tutto, ma se non perdi Lui, in Lui ritrovi tutto ma soprattutto ritrovi la gioia vera, quella che durerà in eterno.

 

 

VENERDI’ 23 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Servolo; San Giovanni da Kety; Sant’ Ivo da Chartres.

Una scheggia di preghiera:

 

HA SETE DI TE L’ANIMA MIA. VIENI PRESTO SIGNORE GESU’

 

Hanno detto: Tutta la terra è stata disegnata da Dio in modo che il viso dell’uomo si sollevi, e lo sguardo e la mente e il cuore dell’uomo domandino. (Albert Camus)

Saggezza popolare: Dall’ubriaco potrai ricevere un bicchiere di vino, ma dal goloso nemmeno una briciola di pane.

Un aneddoto: Ci fu un tempo in cui le membra erano molto irritate nei confronti dello stomaco. Si lamentavano di dover procurare il cibo e portarlo allo stomaco, mentre questo non faceva nulla se non divorare il frutto della loro fatica. Decisero quindi di non fornire più cibo allo stomaco. Le mani non lo avrebbero sollevato alla bocca. I denti non lo avrebbero masticato, e la gola non lo avrebbe inghiottito. Lo stomaco sarebbe così stato costretto a fare qualcosa. Ma tutto ciò che riuscirono ad ottenere fu di rendere il corpo talmente debole che correvano il rischio di morire. Così alla fine impararono a loro spese che aiutandosi l’un l’altro in realtà lavoravano per il benessere di tutti.

Parola di Dio: Ml. 3,1-4.23-24; Sal. 24; Lc. 1,57-66

 

Vangelo Lc 1, 57-66

Dal vangelo secondo Luca.

In quei giorni, per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Parola del Signore

  

“CHE SARÀ MAI QUESTO BAMBINO?”. (Lc. 1,66)

Il racconto della nascita del Battista anticipa e preannuncia in tutto la nascita di Gesù. Crea gioia: è la gioia di una umanità sterile, egoista, che si scopre capace di generare vita, amore. E’ una gioia che si comunica a macchia d’olio, che non viene consumata al chiuso, che raggiunge altri, che dà speranza. E’ meraviglia che scopre i progetti di Dio, più grandi, più belli dei piccoli progetti degli uomini. E’ interrogativo sul futuro: se Dio ha fatto cose così grandi, che cosa farà ancora di più grande per noi? Siamo ormai a due giorni dal Natale, forse sentiamo già il clima di questa festa, un clima bello ma anche ambiguo, in quanto legato anche a tante materialità. Forse tutto, o quasi, è pronto per la festa ma, c’è ancora lo spazio per assaporare la gioia profonda, misteriosa, meravigliata dell’amore di Dio che si rinnova? “Che sarà mai di questo Natale?” Nascerà qualcosa di nuovo in me, nel mondo? Come crescerà la gioia di essere salvato? Come si espanderà questa gioia ne]. mondo? Che cosa ci preparerà ancora Dio di meraviglioso?

 

 

SABATO 24 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Delfino, vescovo; Santa Erminia, monaca; Santa Adele, monaca.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA VENUTA, GESU’, CI DIA CONFORTO E SPERANZA.

 

Hanno detto: Chi invocasse l’aiuto del cielo, desiderando contemporaneamente di restare immerso nel suo vizio, fa come il tagliaborse che invoca l’intervento della giustizia, mentre tiene la mano nella tasca altrui. (Montaigne)

Saggezza popolare: Devo pur sopportare qualche bruco se voglio vedere le farfalle.

Un aneddoto: Un ex prigioniero di un campo di concentramento nazista era andato a trovare un amico che aveva vissuto con lui la stessa tragica esperienza. “Hai perdonato i nazisti?”, chiese all’amico. “Si”. “Io invece no. Nutro ancora un fortissimo odio nei loro confronti. “In questo caso”, gli spiegò con dolcezza l’amico,”sei ancora loro prigioniero”

Parola di Dio: 2Sam 7,1-5.8-11.16; Sal. 88; Lc. 1,67-79

 

Vangelo Lc 1, 67-79

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo: "Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace". Parola del Signore

 

“VERRA’ A VISITARCI DALL’ALTO UN SOLE CHE SORGE PER RISCHIARARE QUELLI CHE SONO NELLE TENEBRE... E DIRIGERE I NOSTRI PASSI SULLA VIA DELLA PACE”.

(Lc. 1,78-79)

Siamo arrivati anche quest’anno alla vigilia di Natale. Questa notte sentiremo ancora una volta cantare: “Gloria a Dio e pace agli uomini”. Ma il mondo e gli uomini non hanno ancora trovato la pace. Nei secoli, tanta parte dell’umanità ha accettato Cristo, ma la speranza di pace che Lui ci ha donato, non è mai divenuta realtà. E neppure c’è pace nel cuore dell’uomo; il vantato progresso ci ha colmato di mezzi e di cose, ha risolto molti problemi, ma non ci ha reso più felici. Domani è Natale e la nostalgia di un mondo e di un cuore di pace si fa più acuta. Gesù, un giorno, ha pianto su Gerusalemme, dicendo: “Se avessi compreso anche tu la via della pace. Ma ormai è nascosta ai tuoi occhi”.

I fatti tenderebbero a convincerci che tale via è ormai nascosta anche a noi, ma il ritorno del Natale è un risveglio di speranza. A patto di essere, a tutti i costi e al di là di ogni convinzione, uomini di pace e per la pace.

 

 

DOMENICA 25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Santa Anastasia, vergine; Santa Eugenia, martire; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

BENVENUTO, GESU’.

 

Hanno detto: Cristo nasce “fuori di casa” e muore “fuori di città” per essere in modo ancor più visibile il crocevia e il punto di incontro. (Primo Mazzolari)

Saggezza popolare: L’ottimismo vien da Dio, il pessimismo è nato nel cervello del’uomo. (Proverbio sufi)

Un aneddoto: C’era una volta, in quella notte in cui fu pronunciata la parola estrema del Padre, una grande agitazione fra tutti gli animali del mondo. Tutti si affannavano nella più affascinante corsa mai vista sulla faccia della terra, verso quella grotta dove era nato il Figlio di Dio. Il primo che fosse arrivato, sarebbe rimasto sempre con Lui. “Nessuno mi può battere” diceva il focoso cavallo arabo. L’aquila dalle penne forti e maestose guardava con superiorità i vari bipedi e quadrupedi arrancare faticosamente verso la grotta: “Sciocchini” pensava, “arriveranno, sì, ma dopo di me”. Arrivarono tutti ad uno ad uno: l’aquila, il destriero, il leopardo, la lepre ma... che sorpresa!!! Nella mano della Madre, sotto gli occhi divertiti del Bambino, c’era una lumachina, una chioccioletta, ancora tutta stranita e stupita per quel grande trambusto. “Ma come hai potuto? Cos’hai fatto per arrivare prima?”. “Io? Niente!”, disse la lumaca, “io semplicemente ero già qui, da sempre. Ci sono nata e qui per sempre Resterò”. Disse allora l’Angelo: “Il modo più facile per cercare è essere trovati; la strada più breve per arrivare è essere incontrati”

Parola di Dio: Messa del giorno: Is. 52,7-10; Sal. 97; Eb. 1,1-6; Gv. 1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“VENIVA NEL MONDO LA LUCE VERA, QUELLA CHE ILLUMINA OGNI UOMO”. (Gv. 1,9)

Durante qualche viaggio notturno, in macchina, facevo questa riflessione: si viaggia al buio, vedi spuntare due luci dalla corsia opposta, si avvicinano rapidamente, sembrano quasi accecarti e poi sfrecciano via e tu ritorni al buio; se ti è andata bene hai appena intravisto il volto di altri uomini che come te, chiusi in una scatola con le ruote, stanno andando altrove. Gesù non è così: è la luce vera che viene nel mondo per illuminare. Non abbaglia. Non appare da lontano, non ci acceca improvvisamente per poi sparire. Cristo si incarna in umiltà a Betlemme, come continua ad incarnarsi in umiltà in ogni situazione della nostra vita. Offre e non impone la sua luce. Non ci passa accanto ma chiede ospitalità a casa nostra. “Ma i suoi non lo hanno accolto”. C’è chi preferisce il buio, la solitudine, le paure. “A quanti però l’hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio”.

 

 

LUNEDI’ 26 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano, martire; San Zosimo, papa; S. Evaristo di Costantinopoli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU’ ACCOGLI IL MIO SPIRITO.

 

Hanno detto: Un vero cristiano è necessariamente ottimista; i pessimisti vedono difficoltà in ogni occasione, gli ottimisti vedono occasioni in ogni difficoltà.(Card. Tisserant)

Saggezza popolare: Per menare il remo bisogna che le cinque dita s’aiutino l’un l’altro.

Un aneddoto: La Peste viaggiava diretta a Damasco e incrociò una carovana nel deserto. “Dove via di tutta corsa?”, chiese il capo. “A Damasco dove intendo prendermi un migliaio di vita umane”. Al ritorno, la Peste  incontrò di nuovo la carovana e il capo le disse: “Le vite che hai preso erano cinquantamila e non mille”. “No”, replicò la Peste. “io ne ho prese un migliaio, le altre se le è portate via la paura”

Parola di Dio: At. 6,8-10;7,54-60; Sal. 30; Mt. 10,17-22

 

1^ Lettura At 6,8-10; 7,54-59

Dagli atti degli Apostoli

In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di fortezza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo. Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei "liberti" comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell'Asia, a disputare con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. All'udirlo, fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra e disse: "Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito". Poi piegò le ginocchia e gridò forte: "Signore, non imputar loro questo peccato". Detto questo, morì. Parola di Dio

 

“SIGNORE GESU’ ACCOGLI IL MIO SPIRITO”. (At. 7,59)

La pedagogia della liturgia è chiara: dopo la festa, perché non tutto è stato risolto dall'intervento di Dio, perché non pensiamo che i nostri compiti sono esauriti, o diventati di colpo facili da realizzare, la prima figura che ci viene proposta è quella di un martire.  Stefano nasce al cielo per aver amato quel Bambino che per amore è nato fra noi, è morto per noi. Ci ricorda, dunque, che per essere cristiani bisogna somigliargli, raccontarlo non solo con le parole ma con la vita, fino in fondo. Così la testimonianza diventa credibile riproposizione della sua. Ci invita a confidare nello Spirito Santo; se gli affidiamo la vita, diventiamo capaci di affrontare ogni scandalo, ogni prova. Maturiamo come il chicco di grano gettato nella terra, capace di attraversare anche la morte. Nella drammatica vicenda di Stefano si inserisce un accenno al giovane Saulo. Un giorno, nel suo zelo, deciderà di portare distruzione e morte nella giovane comunità cristiana; ma sarà afferrato dal Risorto e ne diverrà apostolo, fino al martirio. Il Natale, riflettiamo oggi, non è un'incantevole nenia che illude, ma la luce di un volto che innamora, che squarcia le tenebre e rende capaci di diffondere luce anche sui riflessi della paura e dell'odio che sono presenti in ogni tempo.

 

 

MARTEDI’ 27 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Apostolo ed Evangelista; Santa Fabiola di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO, SIGNORE, MA AUMENTA LA MIA FEDE.

 

Hanno detto: Noi cristiani siamo sempre contenti; ci può forse accadere ciò che Dio non vuole? E Dio può volere qualche cosa che non sia per il nostro bene? Ora, se il Signore vuole tutto per il nostro bene, nessuno, nessuna avversità, nessuna pena può preoccuparci. Quindi, noi cristiani: sempre contenti! (San Leonardo Murialdo)

Saggezza popolare: Pazzo è chi pretende abbracciar l’ombra.

Un aneddoto: Buddha fu un giorno minacciato di morte da un bandito chiamato Angulimal. “Sii buono ed esaudisci il mio desiderio”, disse Buddha. “Taglia un ramo di quell’albero”. Con un solo colpo di spada l’altro eseguì quanto richiesto, poi domandò: “E ora che cosa devo fare?” “Rimettilo a posto”, ordinò Buddha. Il bandito rise. “Sei proprio matto se pensi che sia possibile una cosa del genere”. “Invece il matto sei tu, che ti ritieni potente perché sei capace di far del male e distruggere. Quella è roba da bambini. La vera forza sta nel creare e risanare”

Parola di Dio: 1Gv. 1,1-4; Sal 96; Gv. 20,2-8

 

Vangelo Gv 20, 2-8

Dal Vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Parola del Signore

 

“VIDE E CREDETTE”. (Gv. 20,8)

Natale e Pasqua. Noi festeggiamo la nascita del Signore perché Lui è risorto, questa è la fede che gli apostoli hanno annunciato per la prima volta a Pentecoste e la fede che ogni giorno la chiesa ci annuncia e ci chiede di annunciare. Giovanni vede e crede, ma nel suo stesso evangelo, Gesù afferma "beati quelli che, pur non vedendo, crederanno in me!" Ma coloro che sono stati testimoni del sepolcro vuoto hanno dovuto compiere quell'opera di interpretazione di fede che ha salvato anche noi oggi. A loro è stata richiesta la fede, come a noi oggi. Non esiste altro accesso alla realtà di Dio se non quello di un cuore aperto alla sua azione e ai suoi doni. La positivistica certezza non apre il cuore, ma lo chiude nella presunzione della mente.

 

 

MERCOLEDI’ 28 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi martiri innocenti; Sant’Antonio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SIAMO COME BAMBINI NELLE TUE MANI.

 

Hanno detto:

Se nella terra scura i semi possono trasformarsi in magnifiche rose, che cosa non può diventare il cuore umano nel suo lungo viaggio verso le stelle? (G. K. Chesterton).

Saggezza popolare: Per conoscere un furbo ci vuole un furbo e mezzo

Un aneddoto: Uno dei seguaci di Junaid andò da lui con una borsa piena di monete d’oro. “Ne hai altre di monete d’oro?” domandò Junaid. “Sì, molte altre”. “E ci sei affezionato?”. “Sì”. “Allora tieni anche queste perché ne hai più bisogno di me. Poiché io non possiedo e non desidero nulla, sono molto più ricco di te”.

Parola di Dio: 1Gv. 1,5-2,2; Sal. 123; Mt.2,13-18

 

Vangelo Mt 2, 13-18

Dal Vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più". Parola del Signore

 

“ERODE SI INFURIO’ E MANDO’ AD UCCIDERE I BAMBINI DI BETLEMME”. (Mt. 2,16)

Un’ombra nera sembra stendersi sulla gioia del Natale. E’ l’ira di un reuccio fantoccio che, per eliminare un eventuale concorrente al suo trono, gli fa compiere una strage di bambini. L’altro ieri abbiamo gioito per la nascita di un Salvatore, oggi ci rendiamo conto che per la malvagità del mondo, apparentemente non è cambiato nulla: il male, l’egoismo, il potere, la cattiveria continuano ad avere la meglio, anzi, per un Bambino vengono uccisi molti altri bambini. Quando Matteo ci ricorda questo triste episodio ha certamente presente la storia di Mosè. Anche là, il Faraone, per eliminare un popolo che poteva causargli dei guai, aveva ingiunto l’uccisione di tutti i neonati maschi. Purtroppo la storia del potere e della cattiveria comincia sempre così. Per andare avanti, per ira, per paura ci si accanisce sui più deboli. Quel bambino è arrivato indesiderato? Porterà scompiglio nella nostra famiglia per bene? Vincolerà la mia libertà, il mio futuro? Uccidiamolo! Abbiamo addirittura una legge dello Stato che ce lo permette e ci protegge. Per salvaguardare la purezza della razza, facciamo un po’ di pulizia etnica. Ci sono troppo vecchi? Liberiamoci e ‘liberiamoli’ con l’eutanasia. I nostri soldi non rendono  più abbastanza? Chiudiamo quella fabbrica, mandiamo alla disperazione centinaia di famiglie e giustifichiamoci dicendo che è la legge dell’economia che lo vuole. Deve passare una strada in mezzo all’Amazzonia affinché le multinazionali possano depredare meglio quel paese? Quegli aborigeni che vivono nella foresta danno fastidio alle nostre imprese: spariamogli addosso o spargiamo un po’ di virus a cui loro non hanno difese biologiche, o diamo loro gratis dell’alcool perché si ubriachino e muoiano. E i bambini sfruttati a lavorare 14 ore per cucire palloni che saranno il divertimento di altri bambini? E i bambini vittime delle voglie insane di gente bacata nel corpo e nel cuore? E’ lunga questa strage di innocenti. Ma il sangue dei piccoli, dei poveri, degli umiliati grida vendetta. Dio salva Mosè che tornerà a liberare il popolo. Dio salva Gesù, che ora deve prendere la via dell’esilio, ma che ritornerà. Egli sarà la vendetta di Dio. E siccome Dio è amore, e Gesù è venuto per dircelo, ce lo dirà donando la sua vita per noi. Quando sarà sulla croce non sarà più ‘salvato’ da Dio che accettando il suo sacrificio ‘salverà tutti noi’.

 

 

GIOVEDI’ 29 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso Becket; San Davide, re; San Vitale, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, RENDICI AMMINISTRATORI E MAI PROPRIETARI DEI TUOI DONI.

 

Hanno detto: Non parlate di Dio al povero, se prima non gli avete procurato pane e tetto: parlandone, lo indurreste a bestemmiare. Ma mentre tacete di Dio con lui, parlate di quel povero a Dio. (San Vincenzo De Paoli)

Saggezza popolare: Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine.

Un aneddoto: Un quacchero fece affiggere su un terreno accanto alla sua casa il seguente cartello: “Questa terra sarà regalata a chiunque dimostri di essere veramente soddisfatto”. Un ricco agricoltore che passava da quelle parti si fermò a leggere la scritta e disse tra sé e sé: “Se questo nostro amico quacchero ha tanta voglia di dare via questo pezzo di terra, tanto vale che lo prenda io prima che ci pensi qualcun altro. Io sono ricco e non mi manca nulla, quindi sono la persona giusta”. Così suonò alla porta e spiegò il motivo per cui era lì. “Sei davvero soddisfatto?”,domandò il quacchero. “Certo che lo sono, non mi manca nulla”. “Amico”, ribatté il quacchero, “se sei soddisfatto, a che ti serve il terreno?”

Parola di Dio: 1Gv. 2,3-11; Sal. 95; Lc. 2,22-35

 

Vangelo Lc 2, 22-35

Dal vangelo secondo Luca.

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima”. Parola del Signore

 

“I GENITORI VI PORTARONO IL BAMBINO GESU’ PER ADEMPIERE LA LEGGE”. (Lc.2,27)

Maria e Giuseppe portano Gesù al tempio "per presentarlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore". Il bambino è stato loro donato, affidato, perché si compia il disegno dell'amore. Presentarlo al Signore significa riconoscere che è suo dono e accettare di farsi strumenti docili, come era stato chiesto. Non conoscono tutti i tratti del disegno, ma ne intuiscono l'essenziale anche per le parole di Simeone: faranno tutto ciò che il Signore chiede. Cosa devono fare i genitori del loro bambino? Ieri vedevamo come il mondo potente approfitta del mondo dei deboli, dell’infanzia, oggi chiediamoci: i genitori devono solo godere del figlio e progettarlo come una loro proprietà? O interrogarsi: cosa vorrà Dio da lui per farlo capace del suo amore? perché sia felice? Quale vocazione, quale avvenire?Forse per trovare la risposta bisognerebbe avere il cuore dei Simeone: essere giusti, timorati di Dio, attenderlo come dono di Dio. Magari potrebbero aiutare persone che sanno leggere la vita perché possiedono le stesse qualità del santo vecchio.

 

 

VENERDI’ 30 DICEMBRE: Santa famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe

Tra i santi ricordati oggi:San Giocondo, vescovo di Aosta; San Ruggero, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A VEDER LONTANO

 

Hanno detto: Anche in quest’ora parla il Signore, perché la misericordia divina è come un libro stampato quest’anno: eternamente giovane. (Sòren Kierkegaard).

Saggezza popolare: Uno deve stare dove la provvidenza l’ha messo, il povero che fa il superbo sempre male finisce.

Un aneddoto: Un mistico indiano diceva: “Dio ride solo in due casi: Quando sente un medico dire ad una madre: “Non abbia paura. Io guarirò suo figlio”. Dio pensa: Sono io che ho deciso di prendere o di lasciare la vita di quel bambino e quest’uomo crede di poterla salvare!” Il secondo è quando Dio vede due fratelli che si spartiscono la terra mediante una linea di confine e dicono: “questa parte appartiene a me e questa a te”. Dio pensa: L’universo mi appartiene tutto intero ed essi ritengono di possederne una parte!”

Parola di Dio: Sir. 3,3-7.14-17; Sal. 127; Lc. 2,41-52

 

Vangelo Lc 2, 41-52

Dal vangelo secondo Luca.

I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola del Signore

 

“FIGLIO, PERCHE’ CI HAI FATTO QUESTO?” (Lc. 2,48)

E' finito il tempo dell'infanzia: per Gesù comincia l'adolescenza, il cammino da "figlio della Legge". Ed ecco un episodio nel quale è manifestata la sua personalità teologica sotto due aspetti: la straordinaria e precoce intelligenza, e la relazione con il Padre celeste, due tratti che anticipano l'uomo maturo. Maria e Giuseppe che hanno vissuto un momento angoscioso non capiscono: ora sono davanti al loro ragazzo che da ascoltatore attento è mutato fino a farsi maestro dei maestri.  Fa venire in mente quello che accade anche nelle nostre famiglie. Viene il momento in cui ci scappa detto: "non lo capisco più, risponde male, non vuole più andare alla messa...". "Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore". Mentre progredisce verso la completa maturità, i genitori, la mamma in particolare, vedono dilatarsi le richieste che la fede pone loro. Dovranno mettere, nel cuore, alla luce dello Spirito, quanto accade. Solo il Padre potrà raccontarlo loro. E Maria diventa discepola esemplare, perfetta, nell'atteggiamento di abbandono totale al disegno che è su quel ragazzo difficile. Chiediamoci: come raccontiamo la fede ai nostri figli quando cambiano, magari per l'adolescenza, e diventano difficili?

 

 

SABATO 31 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi:San Silvestro, papa; Santa Melania; San Giovanni Francesco Regis.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE DEL TEMPO CHE MI HAI DONATO.

 

Hanno detto: La cosa più difficile da imparare nella vita è quale ponte attraversare e quale bruciare. (David Russel)

Saggezza popolare: Una prima ingiustizia è fonte a ingiustizie infinite.
Un aneddoto: La carriera di Sudha Chandran, una bellissima ballerina classica contemporanea, fu letteralmente stroncata quando le dovettero amputare la gamba destra. Le fu messo poi un arto artificiale ed ella riprese a danzare e, quello che è davvero incredibile, ritornò ad essere una grande stella. Quando le fu chiesto come aveva fatto ad ottenere un simile risultato ella rispose con molta semplicità: “Per danzare non c’è bisogno di piedi”

Parola di Dio: 1Gv.2,18-21; Sal.95; Gv.1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal vangelo secondo Giovanni.

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me". Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“IN PRINCIPIO ERA IL VERBO, E IL VERBO ERA PRESSO DIO E IL VERBO ERA DIO”. Gv. 1,1)

Il Vangelo di Giovanni nasce alcuni decenni dopo gli altri tre, quando la riflessione della Chiesa ha approfondito, con l'apporto della mistica, il mistero di Gesù. In questo inno, la sintesi sull'identità e la missione di Gesù diventa altissima. Preghiera, studio, confronto con la cultura del tempo, tradizione, esperienza della presenza viva, persino poesia, ne offrono un'immagine intensissima; prendendo a prestito il linguaggio dell'apostolo, potremmo forse dire: estremamente "luminosa". E a sigillo del cammino fatto nell'anno, poniamo le parole di Giovanni. Ci spingono a riscoprire che la fede si coltiva particolarmente in ginocchio, lasciando largo spazio al silenzio e all'ascolto; in definitiva all'opera di Dio che vuole manifestarsi e raccontarsi, comunque renderci capaci di affacciarci al suo mistero. Si racconta di un filosofo pisano che dopo aver rifiutato a lungo la fede, e aver insegnato con l'impegno di dimostrarne l'assurdità, divenuto credente, a chi gli domandava quando avesse cominciato a credere rispondesse: "Quando mi sono messo in ginocchio".

     
     
 

Archivio