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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

 

OTTOBRE 2011

 

 

 

SABATO 1 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù Bambino; San Remigio.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLE TUE MANI AFFIDO IL MIO SPIRITO.

 

Hanno detto:

Mangiare i tortellini con la prospettiva della vita eterna, rende migliori anche i tortellini, più che mangiarli con la prospettiva di finire nel nulla. (Cardinal Giacomo Biffi)

Saggezza popolare: Chi dorme sui debiti ha un duro letto.

Un aneddoto: Nel concludere il mese di maggio 1935 a Torino, nella chiesa di san Massimo, mons. Del Pra, dava la ricetta per la serenità cristiana, sostenendo che chi vive in unione con Dio, nutrendosi del Corpo di Cristo e bevendo il suo Sangue prezioso, non ha motivo alcuno per temere la morte improvvisa e anzi ha sempre in sé un pegno del paradiso. Pieno di entusiasmo il predicatore terminò il suo dire gettando per aria la berretta e gridando: “Arrivederci, arrivederci tutti in Paradiso”. Il giorno dopo fu trovato morto sul suo letto.

Parola di Dio: Bar. 4,5-12.27-29; Sal. 68; Lc. 10,17-24

 

Vangelo Lc 10, 17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome". Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli". In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non lo udirono ". Parola del Signore

 

“TI RENDO LODE O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA CHE HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI DOTTI E AI SAPIENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI”. (Lc. 10,24)

Quanto è duro e difficile vivere certi momenti della nostra vita, quando il dolore fisico o morale penetra nelle nostre carni e nel nostro spirito! Quante persone ho visto lottare con Dio un po’ come era successo a Giacobbe una sera sulla riva di un fiume. E, peggio ancora della lotta è a volte l’apparente silenzio di Dio. “io prego, ma Lui non risponde, io grido ma Lui sembra lavarsene le mani!” Eppure, anche se è difficile ci sarebbe un modo per vincere questa lotta: arrendersi. Non la resa di chi è disperato e non ce la fa più, ma la resa di chi riapre gli occhi e si fida e si abbandona . Davvero se riuscissimo a questo diventeremo capaci di dare gioia a Dio e di ritrovare forza e serenità anche noi.

Spesso mi sono chiesto, davanti a qualche albero secolare: “Che cosa ci sta a fare, lì, fermo, all’intemperie?” Eppure è lì bello e imponente. Pochi se ne accorgono, ma lui dà lode a Dio.

 

 

DOMENICA 2 OTTOBRE: 27^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santi Angeli custodi, San Teofilo; San Gerino.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI.

 

Hanno detto: L'amor proprio non finirà che col finire della vita. Non è da noi il non sentirne gli assalti. Basta solo reprimerli. (San Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Fare debiti non è vergogna, ma pagarli è questione di onore.

Un aneddoto: 2 ottobre 1854. Nel cortiletto davanti alla casa del fratello di don Bosco avvenne il primo incontro tra don Bosco e Domenico Savio. Don Bosco ne fu così impressionato che lo narrò nei minimi particolari, come se l’avesse registrato. La lingua è quella del 1800, ma la scena è vivace, sembra di vederla. “Era il primo lunedì d’ottobre, di buon mattino, allor­ché vedo un fanciullo accompagnato da suo padre che si avvicina per parlarmi. Il suo volto ilare, l’aria ridente ma rispettosa, trassero verso di lui i miei sguardi. “Chi sei, gli dissi, donde vieni?” “Io sono, rispose, Savio Domenico, di cui le ha parlato don Cugliero; e veniamo da Mondonio”. Allora lo chiamai da parte, e messici a ragionare dello studio fatto, del tenor di vita fino allora praticato, siamo tosto entrati in piena confidenza, egli con me, io con lui. Conobbi in quel giovane un animo tutto secondo lo spirito del Signore e rimasi non poco stupito considerando i lavori che la grazia divina aveva operato in così tenera età. Dopo un ragionamento alquanto prolungato, prima che io chiamassi il padre, mi disse queste precise parole: “Ebbene, che gliene pare? mi condurrà a Torino per studiare?”. “Eh, mi pare che ci sia buona stoffa”. “E a che può servire questa stoffa?” “A fare un bell’abito da regalare al Signore”. “Dunque io sono la stoffa, ella ne sia il sarto, dun­que mi prenda con lei e farà un bell’abito per il Signore”. “Io temo che la tua gracilità non regga per lo studio”. “Non tema per questo; quel Signore che mi ha dato finora sanità e grazia, mi aiuterà anche per l’avvenire”. “Ma quando tu abbia terminato lo studio del latino, che cosa vuoi fare?”. “Se il Signore mi accorderà tanta grazia, desidero ar­dentemente di diventare sacerdote”. “Bene, ora voglio provare se hai bastante capacità per lo studio. Prendi questo libretto (era un fascicolo delle Letture Cattoliche), quest’oggi studia questa pagina, domani tornerai a recitarmela”. Ciò detto lo lasciai in libertà d’andarsi a trastullare con gli altri giovani, indi mi posi a parlare col padre. Passarono non più di otto minuti, quando ridendo si avanza Domenico e mi dice: “Se vuole, recito adesso la pagina”. Presi il libro, e con mia sorpresa conobbi che non solo aveva letteralmente studiato la pagina assegnata, ma che comprendeva benissimo il senso delle cose in essa contenute. “Bravo, gli dissi, tu hai anticipato lo studio della tua lezione e io anticipo la risposta. Sì, ti condurrò a Torino, e fin d’ora sei annoverato tra i miei cari figlioli; comincia anche tu fin d’ora a pregare Iddio, affinché aiuti me e te a fare la sua santa volontà”. Non sapendo egli come esprimere meglio la sua contentezza e la sua gratitudine, mi prese la mano, la strinse, la baciò più volte e infine disse: “Spero di regolarmi in modo che non abbia mai a lamentarsi della mia condotta”.

Parola di Dio: Is. 5,1-7; Sal. 79; Fil. 4,6-9; Mt. 21,33-43

 

Vangelo Mt 21, 33-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: "Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?". Gli rispondono: "Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo". E Gesù disse loro: "Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare". Parola del Signore

 

“LA PIETRA CHE I COSTRUTTORI HANNO SCARTATA È DIVENTATA TESTATA D’ANGOLO”. (Mt. 21,42)

I piani di Dio sono molto diversi dai progetti degli uomini. Gli uomini guardano le apparenze, Dio il cuore; gli uomini guardano la forza e la prestanza fisica, Dio i deboli e i bambini e così capita che il materiale scartato dagli uomini è proprio quello su cui Dio costruisce il suo Regno. Abramo, un uomo vecchio e senza figli e diventato capostipite di un popolo numeroso come la sabbia del mare e le stelle del cielo. Un gruppo di schiavi degli egiziani è diventato il Popolo di Dio. Una ragazza come tante, Maria, è diventata la Madre di Dio. Dodici tra pescatori e povera gente sono diventati la Chiesa. Ma soprattutto l’uomo-Dio, Gesù, scartato, ucciso su una croce fuori dalle mura di Gerusalemme, è l’unica roccia della salvezza. Prova poi, con gli occhi di Dio a leggere alcuni avvenimenti della tua vita. Quella volta che pensavi con le tue forze di aver conquistato chissà che, ti sei accorto che la gioia non era poi tutta lì, e quell’altra volta che ti sei scoperto impotente, povero ma ti sei buttato nelle mani di Dio, Egli servendosi del tuo niente “ha fatto in te cose grandi”.

 

 

LUNEDI’ 3 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo; Sant’Adalgotto.

Una scheggia di preghiera:

 

FRATELLO, SEI GESU’ PER ME?

 

Hanno detto: Non è ricco chi ha, ma chi dà: è il dare e non l'avere che fa l'uomo felice. (Clemente di Alessandria)

Saggezza popolare: Denaro sepolto non fa guadagno.

Un aneddoto: In un angolo sperduto del mondo, nel folto di una fittissima foresta, c’era una scaletta. Era una semplice scala a pioli, di vecchio legno stagionato e usurato. Era circondata da alberi stupendi. Un giorno i boscaioli che lavoravano nella foresta arrivarono lì, guardarono la scaletta con commiserazione: “Ma che robaccia è?” esclamò uno. “Non è buona neanche da bruciare”, disse un altro. Uno di loro impugnò l’ascia e l’abbatté con due colpi ben assestati. Venne giù in un attimo. Era davvero una cosa da niente, ma quella era la scala su cui ogni sera si arrampicava l’omino che accendeva le stelle. Da quella notte il cielo sulla foresta rimase senza stelle. C’è una scala anche dentro di te. Paragonata alle tante cose che ti vengono offerte ogni giorno è un niente. Ma è la scala che serve per salire ad accendere le stelle del tuo cielo. Si chiama preghiera.

Parola di Dio: Gio. 1,1-2,1.11; Cantico da Gio. 2,3-5.8; Lc. 10,25-37

 

Vangelo Lc 10, 25-37

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: "Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?". Costui rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso". E Gesù: "Hai risposto bene; fa questo e vivrai". Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è il mio prossimo?". Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?". Quegli rispose: "Chi ha avuto compassione di lui". Gesù gli disse: "Và e anche tu fa lo stesso ". Parola del Signore

 

“VA E ANCHE TU FA LA STESSA COSA”. (Lc. 10,37)

Il dottore della legge del Vangelo di oggi è andato da Gesù per sapere qualcosa. Alla fine del suo incontro si sente dire che sa già abbastanza e che adesso è ora di fare.

Sai tutto. Ma fin quando non avrai imparato a fare, il tuo sapere non vale niente, è inutile, come moneta fuori corso. Puoi sapere soltanto le cose che fai. Una persona la conosco quando la amo, non quando so tutto sul suo conto. Io conosco il mio prossimo quando comprometto la mia vita per lui, quando supero le distanze. Il Samaritano del Vangelo ci viene proposto a modello perché “ha compassione”, cioè compromette il suo cuore. Il sapiente si salva solo se arrischia il cuore, se non ha paura di amare, se non tiene le distanze, se si butta a servire.

 

 

MARTEDI’ 4 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi:San Francesco d’Assisi

Una scheggia di preghiera:

 

TI SALUTO O CROCE SANTA CHE PORTASTI IL REDENTOR.

 

Hanno detto: Dopo le manifestazioni di bontà del Cuore di Gesù verso di noi, la suprema ingiuria, il peccato più grave contro di Lui, è la disperazione. (Charles De Foucauld)

Saggezza popolare: I denari servono al povero di beneficio e all’avaro di supplizio.

Un aneddoto Quando il rabbino Israel Baal Shem Tov vedeva che la sfortuna minacciava gli ebrei, si recava d’abitudine in una certa parte della foresta a meditare. Lì accendeva un fuoco, pronunciava una preghiera speciale e il miracolo avveniva e la sfortuna veniva evitata. Più tardi quando il suo discepolo Magrid dovette intercedere per la stessa ragione presso il Signore, andò nello stesso posto nella foresta e disse: “Maestro dell’universo, ascolta, non so come accendere il fuoco ma sono ancora in grado di pronunciare la preghiera. E di nuovo il miracolo avvenne. Ancor più tardi il rabbino Moshe Laib per salvare di nuovo il suo popolo si recò nella foresta e disse: “Non so come accendere il fuoco, non conosco la preghiera, ma conosco il luogo e ciò deve essere sufficiente”. Infine toccò al rabbino Israel di Rizhyn di vincere la sventura: seduto sulla poltrona, con la testa affondata nelle mani, parlò a Dio dicendo: sono incapace di accendere il fuoco e non conosco la preghiera: non posso nemmeno trovare il posto nella foresta. Tutto ciò che posso fare è raccontare la storia che ho udito e ciò deve essere sufficiente”. Ed era sufficiente!

Parola di Dio: Gal. 6,14-18; Sal. 15; Mt. 11,25-30

 

1^ Lettura Gal 6, 14-18

Dalla lettera di San Paolo ai Galati

Fratelli, quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio. D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen. Parola di Dio

 

“QUANTO A ME NON CI SIA ALTRO VANTO CHE NELLA CROCE DEL SIGNORE NOSTRO GESU’ CRISTO”. (Gal. 6,14)

Mi sono sempre chiesto se su questa terra si possa davvero essere felici. Qualche volta sembra che la cosa sia possibile, altre volte pare di concludere che la felicità non sia di questo mondo. Credo però che questo non saper rispondere sia dovuto soprattutto al fatto che non abbiamo chiaro che cosa sia la felicità. Se per noi felicità è assenza di ogni male, anche il più ‘fortunato’ su questa terra incontra quotidianamente avversità, incomprensioni, difficoltà, malattia, morte…Se felicità è gioire e godere delle cose, degli affetti, delle persone, capita a tutti di fare esperienza che, ad esempio, la natura meravigliosa può essere altrettanto terribile, che gli affetti possono essere distrutti in mille modi diversi… Eppure ti capita di incocciare nella vita alcune persone che sembrano veramente felici, non dico i mattacchioni, gli incoscienti, gli sbandieratori di sorrisi per mestiere o per etichetta, ma persone tipo San Francesco, tipo qualche suora di clausura o qualche uomo di fede profonda. Non sono esenti dal male: pensate anche solo a Francesco: non era bello, era piccolo di statura e cagionevole di salute, aveva il ‘bel dono delle stimmate’ che lo facevano soffrire, nella sua vita ha provato che cosa volesse dire il tradimento dei propri ideali, l’abbandono dei propri cari e il silenzio di Dio, eppure questo “pazzerello di Dio” emanava, pur nelle lacrime, un senso di serenità che conquistava e conquista ancor oggi migliaia di persone… Per lui come per tutti gli altri santi aureolati o no la felicità era ed è la serenità di sapersi nelle mani di Dio; il gioire, il combattere, il soffrire, ma nelle mani di Dio… Forse noi non raggiungiamo la felicità perché l’abbassiamo semplicemente al tempo e alle cose dimenticando che “il nostro cuore non può essere felice finché non riposa in Lui”.

 

 

MERCOLEDI’ 5 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gallo d’Aosta; Santa Giustina; Santa Maria Faustina Kowalska.

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ CHE RISPECCHIAMO IL TUO VOLTO, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Avete mai osservato che i più disubbidienti sono i più rigorosi nel farsi obbedire? (Sant’Antonio Maria Giannelli)

Saggezza popolare: L’amore che si compra col denaro non è amore.

Un aneddoto: “Sono pronto ad andare ovunque alla ricerca della verità”, proclamò un ardente discepolo. Il maestro era divertito: “E quando parti?”, domandò. “Non appena mi dirai dove andare”. “Ti consiglio di viaggiare nella direzione verso la quale sta puntando il tuo naso”. “Sì. E dove mi devo fermare?”. “Ovunque tu voglia”. E la verità sarà lì?”. “Sì, proprio davanti al tuo naso e sotto i tuoi occhi che non la vedono”.

Parola di Dio: Gio. 4,1-11; Sal. 85; Lc. 11,1-4

 

Vangelo Lc 11, 1-4

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione". Parola del Signore

 

“E NON CI INDURRE IN TENTAZIONE”. (Lc. 11,3)

Una prima constatazione: Dio non si diverte a metterci in tentazione. Ma la tentazione e il tentatore sono sempre presenti nella nostra vita e se vogliamo vedere il comune denominatore di ogni tentazione è sempre lo stesso: dividerci da Dio, dal suo progetto d’amore, farci pensare che possiamo cavarcela e anche bene senza di Lui. In fondo tutte le tentazioni: denaro, successo, potere, egoismo, sesso derivano da una visione distorta di libertà. Gesù ha sperimentato sulla sua pelle, per tutta la sua vita,la tentazione che lo invitava a farsi un progetto umano suo, diverso della misteriosa volontà salvifica del Padre, ed è per questo che prega con noi e per noi affinché tentazione e tentatore abbiano il sopravvento. Anche oggi ci  saranno tentazioni: “A che vale cercare di esser buoni se poi non ne ricavi niente? Dio ci vorrà proprio bene se permette il male? Perché pregare se, sembra che Dio non sen­te? Fatti gli affari tuoi! Che male vuoi che sia...”. Da soli cediamo, se ci fidiamo di Dio, Lui vincerà per noi e con noi il male!

 

 

GIOVEDI’ 6 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NOI CI PARLIAMO!

 

Hanno detto: Il mondo si convertirà grazie ai cristiani che portano la croce nell'intimo della vita, e non al collo. (Alberto Hurtado)

Saggezza popolare: Tanto più si ha, tanto più si desidera.

Un aneddoto: L’uccello prigioniero della gabbia e l’uccello libero del bosco si amavano. “Amor mio fuggiamo nella foresta”, diceva l’uccello libero. “Vieni qui, viviamo insieme nella gabbia!”,rispondeva l’uccello prigioniero. “Fra le sue sbarre non vi è spazio per spiegar le ali”, si lamentava l’uno. “Nei tuoi cieli non vi è posto per riposare”, obiettava l’altro. Struggendosi l’uccello libero lo implorava: “Mio diletto ti canterò le canzoni degli alberi e del vento”, rassegnato l’uccello prigioniero si scherniva: “Ahimè le canzoni dei boschi non possono essere insegnate, ma se resti qui io parlerò per te il linguaggio dei sapienti”. Ma l’uccello libero non sapeva che farsene del linguaggio dei sapienti né l’uccello prigioniero poteva capire le canzoni della foresta: stettero così, meschini e muti a guardarsi per l’ultima volta finché l’uccello libero prese per sempre la via dei boschi.

Parola di Dio: Ml. 3,13-20; Sal. 1; Lc. 11,5-13

 

Vangelo Lc 11, 5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!". Parola del Signore

 

“SE UNO DI VOI HA UN AMICO E VA DA LUI A MEZZANOTTE A DIRGLI: “PRESTAMI TRE PANI…” (Lc. 11,5)

Gesù, raccontando la parabola dell’ inopportuno che va a svegliare l’amico di notte per chiedergli dei pani, sembra quasi dirci che Dio ama essere importunato dalle nostre preghiere e non solo quando abbiamo bisogno per noi o per altri di “grazie”, anche quando, magari svegliandoci di notte sentiamo il bisogno di dirgli un grazie, di lodarlo insieme ai monaci di clausura, di cantare a Lui come fanno gli animali di vita notturna. Diceva santa Teresa: La preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il Cielo, è un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella grazia; insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l'anima e mi unisce a Gesù.

 

 

VENERDI’ 7 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Adalgiso – Beata Vergine del Santo Rosario.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’, CON LA TUA SANTA CROCE HAI VINTO IL MONDO.

 

 

Hanno detto: Anche se ciascuno di noi ha una sua propria visione della salvezza del mondo, per tutti è importante ed essenziale sopra ogni cosa l'idea della salvezza attraverso l'amore. (Herman Hesse)

Saggezza popolare: Povero è colui che desidera assai.

Un aneddoto: Uno dei primi atti di Gioacchino Murat, quando venne nominato re di Napoli, fu di visitare le prigioni. Per festeggiare l’avvenimento si decise che il re avrebbe potuto liberare un prigioniero. Ma quale? Il nuovo re interrogò un buon numero di carcerati: tutti si dichiaravano innocenti. Tutti tranne uno: “Maestà, io sono colpevole, è giusta la pena che sconto”. “Sciagurato!”, disse il re. “E’ un grosso guaio che tu te ne stia con queste persone così brave… c’ è pericolo che le contamini… Svelto, vieni fuori”. E fu graziato.

Parola di Dio: Gl. 1,13-15; 2,1-2; Sal. 9; Lc. 11, 15-26

 

Vangelo Lc 11, 15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: "E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni". Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima". Parola del Signore

 

“QUANDO LO SPIRITO IMMONDO ESCE DALL’UOMO, SI AGGIRA PER LUOGHI ARIDI IN CERCA DI RIPOSO E, NON TROVANDONE, DICE: RITORNERÒ NELLA MIA CASA DA CUI SONO USCITO”. (Lc. 11,24)

“Ma non si arrende proprio mai il male che è in noi e attorno a noi? Credi di avercela fatta a cacciare via una tentazione, ti senti rincuorato di aver trovato il coraggio di farla finita con una brutta abitudine e poi, ecco di nuovo spuntare prepotente la tentazione e ti sembra di essere ancora più fragile di prima. E se ci caschi ecco la delusione ed ecco anche lo scoraggiamento: cominci a dirti:”Ma  vale la pena di continuare a lottare? Non sarà poi una debolezza di carattere contro cui non c’è nulla da fare”… Frasi come questa che un prete ha certamente sentito dette da molti e che forse noi stessi abbiamo pensato rischiano, se non ci rifacciamo subito a Gesù, di gettarci nello sconforto, e ci portano a pensare al male come a qualcosa di invincibile. Eppure Gesù ci ha messo in guardia. E’ una esperienza che in un modo o in un altro abbiamo fatto tutti. Il male non si arrende, il diavolo pur sapendo di essere sconfitto ci prova ancora e sempre. Non bisogna spaventarsi; sapendo che le nostre forze sono deboli bisogna umilmente e con costanza chiedere aiuto a chi è più forte di noi. La tentazione più forte non è tanto quella che ci spinge a singoli peccati, è quella di perdere la fiducia che Dio, nonostante noi, possa farci vincere la battaglia definitiva.

 

 

SABATO 8 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ugo Canefri; Santa Eusebia.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, O SIGNORE, E’ PAROLA DI VITA ETERNA.

 

Hanno detto: Molte volte il Signore non ci ascolta per non renderci più ingrati. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Chi ha imbarcato il diavolo deve stare in sua compagnia.

Un aneddoto: MANDORLI E BRUCHI. Un anno, in primavera i mandorli fioriti promettevano un buon raccolto ma improvvisamente, sopraggiunsero i bruchi. Milioni di voracissimi bruchi che avanzando compatti divoravano foglie e fiori. Non risparmiavano nemmeno la scorza. Dopo due giorni, dopo aver tentato inutilmente di arrestare quel flagello, i proprietari, per molti dei quali le mandorle erano l'unica risorsa economica, ne parlarono a Padre Pio. Questi, dalla finestra del convento che si affaccia sulle piantagioni, prese l'aspersorio dell'acqua benedetta e tracciò nell'aria, in direzione dei mandorleti, un gran segno di croce. L'indomani i bruchi erano scomparsi, ma i mandorli nudi come bastoni attestavano la portata del disastro: raccolto interamente perduto. E  invece... Si ebbe un raccolto abbondantissimo, un raccolto come mai si era avuto. Ma come poterono alberi senza fiori dare frutti? Gli esperti e studiosi di botanica non hanno mai saputo rispondere.

Parola di Dio: Gl. 4,12-21; Sal. 96; Lc. 11, 27-28

 

Vangelo Lc 11, 27-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!". Parola del Signore

 

“BEATI COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA OSSERVANO”. (Lc. 11,28)

Sono due i verbi contenuti in questa beatitudine: “ascoltare” e “osservare”. La fede non può nascere se non dall’ascolto, dalla conoscenza. Quanto sono assurdi, ad esempio, certi genitori che dicono: “Mio figlio quando sarà grande sceglierà lui la sua fede” ma poi non fanno conoscere la fede al figlio: no al Battesimo, no alla preghiera, no alla scuola di religione... Ma che cosa potrà scegliere se neppure conosce? Ascoltare vuol dire incontrare, conoscere, fare esperienza. Quanti cosiddetti cristiani conoscono magari tutto sull’astrologia e non hanno mai letto i vangeli! Ma per essere beati bisogna poi passare dall’ascolto alla pratica. Non basta conoscere tutto della fede, non basta andare a “sentire” messa. Bisogna che la nostra vita, il nostro agire diventi  come quello di Cristo, che la nostra messa non finisca con la benedizione del sacerdote, ma che scenda con noi nella nostra settimana.

 

 

DOMENICA 9 OTTOBRE: 28^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santi Dionigi e compagni; San Giovanni Leonardi.

Una scheggia di preghiera:

 

IN TE, SIGNORE, E’ OGNI MIO BENE.

 

Hanno detto: Nei libri si cerca Dio, nella preghiera lo si trova. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Il diavolo ben si lascia pigliare per la cosa ma non se la lascia strappare.

Un aneddoto: MOLTIPLICAZIONE DEL PANE. Una mattina il sacrista si era dimenticato di far consacrare le particole per la comunione. Nella pisside ne erano rimaste pochissime. Terminate le confessioni Padre Pio cominciò a distribuire la comunione ai fedeli, che erano moltissimi. Li comunicò tutti, e nella pisside avanzarono ancora delle particole.

Parola di Dio: Is. 25,6-10; Sal. 22; Fil. 4,12-14.19-20; Mt. 22,1-14

 

2^ Lettura Fil 4, 12-14. 19-20

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

Fratelli, ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. Tutto posso in colui che mi da la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alla mia tribolazione. Ben sapete proprio voi, Filippesi, che all'inizio della predicazione del vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa aprì con me un conto di dare o di avere, se non voi soli; ed anche a Tessalonica mi avete inviato per due volte il necessario. Non è però il vostro dono che io ricerco, ma il frutto che ridonda a vostro vantaggio. Adesso ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodito, che sono un profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. Parola di Dio

 

“FRATELLI, HO IMPARATO AD ESSERE POVERO E AD ESSERE RICCO, SONO INIZIATO A TUTTO, IN OGNI MANIERA: ALLA SAZIETA’ E ALLA FAME, ALL’ABBONDANZA E ALL’INDIGENZA. TUTTO POSSO IN COLUI CHE MI DA’ FORZA”. (Fil. 4,12-13)

Conoscendo un po’ la storia di Paolo, sappiamo che quanto scrive qui è profondamente vero. Nelle vicende concrete della sua vita ci sono stati momenti in cui accolto, desiderato, amato dalle sue comunità ha avuto un po’ di tutto: serenità economica, amici e collaboratori, possibilità di svolgere liberamente e con frutto il suo ministero. Ma ci sono stati altri momenti in cui ha dovuto lavorare come tessitore di tende per guadagnarsi da vivere al punto di non riuscire neppur più a tener una penna in mano per poter scrivere, altri tempi in cui ha languito in prigioni, altri in cui è andato incontro a pericoli indicibili, però sempre ha avuto fede in Gesù che lo ha sostenuto e ha dato senso al suo operare. Abbiamo conosciuto tutti persone ricche e persone povere, gente in piena salute e malati, persone ‘fortunate’ (“Tutto ciò che tocca gli va bene!”) e persone sfortunate che passano da un rovescio all’altro. E penso che con onestà possiamo dire di aver incontrato ricchi sereni e ricchi infelici, malati che affrontano con fiducia e forza la loro malattia ed altri che si lasciano abbattere da essa, persone che davanti alle prove si sono lasciate trascinare dalla corrente e si sono ridotte al ‘barbonaggio’ ed altri che si sono lasciati affinare dalle prove ed hanno sempre trovato la forza per ripartire. Il tutto non sta nelle cose, nella salute o nella malattia, nella fortuna  o meno, queste possono influenzare, condizionare il contingente; il tutto sta in noi, o meglio, in ciò in cui noi crediamo. Se credo in me stesso ricomincio sempre daccapo, non mi dichiaro sconfitto in partenza. Se credo in Dio ringrazio quando ho e quando non ho, affronto la vita con grinta ma con amore perché ho uno scopo, mi metto di fronte agli altri non come se fossero solo concorrenti, ma li vedo come fratelli, amo la mia corporeità e la curo come un dono prezioso ma amo anche la mia anima e so che con Dio neppure la morte può strapparmela.

 

 

LUNEDI’ 10 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Borgia; San Bassiano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, TU SEI IL FIGLI DI DIO, IL REDENTORE.

 

Hanno detto: Perdona sempre; la debolezza umana è più grande della cattiveria. Bisogna sempre tenere salde queste due virtù:  la dolcezza col prossimo e la santa umiltà con Dio. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Il diavolo lo si dipinge sempre nero, ma lo si vede sempre rosa.

Un aneddoto: MORMORAZIONE. La malizia del peccato della mormorazione consiste nel distruggere la reputazione e l’onore di un fratello che ha invece diritto a godere di stima. Un giorno Padre Pio disse ad un penitente: “Quando tu mormori di una persona vuol dire che non l’ami, l’hai tolta dal cuore. Ma sappi che, quando togli uno dal tuo cuore, con quel tuo fratello se ne va via anche Gesù”. Una volta, invitato a benedire una casa, arrivato all’ingresso della cucina disse “Qui ci sono i serpenti, non entro”. E ad un sacerdote che spesso ci andava per mangiare disse di non andarci più perché li si mormorava.

Parola di Dio: Rm. 1,1-7; Sal. 97; Lc. 11,29-32

 

Vangelo Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Ninive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui". Parola del Signore

 

“ED ECCO BEN PIU’ DI SALOMONE C’E’ QUI… ED ECCO BEN PIU’ DI GIONA C’E’ QUI”. (Lc. 11,31.32)

Gesù è amareggiato per l’incomprensione nei suoi riguardi. Ha parlato di Dio come di un Padre misericordioso, ha dimostrato di poter perdonare i peccati, ha fatto segni, miracoli, guarigioni e il suo popolo e i suoi pii e religiosi sono ancora lì a chiedere miracoli sempre più grandi. Ha fatto capire di essere il Figlio di Dio sulla terra e molti lo considerano un mago, un predicatore, un sobillatore, magari anche un profeta ma si fermano lì. E la storia si ripete anche oggi: ci sono milioni di persone a cui Gesù non interessa, altri che hanno una ammirazione solo umana per Lui, altri che lo cercano quando hanno bisogno di qualcosa e che se non lo ottengono subito lo ripudiano, altri che accolgono le sue parole come un bel messaggio ma che non cambia la realtà della vita… Salomone era stato grande per la sua sapienza, per un retto esercizio della giustizia, per la ricchezza del suo regno, ma qui “c’è ben più di Salomone”. Giona con la sua predicazione aveva offerto agli abitanti di Ninive la possibilità di convertirsi e di ottenere il perdono, ma qui c’è ben più di un predicatore, c’è il Figlio di Dio che perdona! O lasciamo davvero che lo Spirito Santo ci faccia conoscere Gesù come Figlio di Dio e che ci aiuti a tradurre in realtà di vita questo atto di fede o tradiamo Gesù perché accoglierlo solo per quello che vogliamo vedere di Lui, significa non dargli la possibilità di operare in noi i suoi doni e quindi disprezzare il suo amore per noi.

 

 

MARTEDI’ 11 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Placida; Sant’Alessandro Sauli.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O DIO, SEI UNICO.

 

Hanno detto: Accorgersi delle proprie tenebre è lo stesso che possedere una grande luce. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Quando l’angelo diventa diavolo non c’è peggior diavolo.

Un aneddoto: PADRE PIO E IL DIAVOLO. Le tentazioni di satana miranti a far prevaricare Padre Pio si manifestavano in ogni modo. Il Padre Agostino ci confermava che satana appariva sotto le forme più svariate: "sotto forma di giovinette ignude che lascivamente ballavano; in forma di crocifisso; sotto forma di un giovane amico dei frati; sotto forma del Padre Spirituale, o del Padre Provinciale; di quella di Papa Pio X e dell'Angelo Custode; di San Francesco; di Maria Santissima, ma anche nelle sue fattezze orribili, con un esercito di spiriti infernali. A volte non c'era nessuna apparizione ma il povero Padre veniva battuto a sangue, straziato con rumori assordanti, riempito di sputi ecc. . Egli riusciva a liberarsi da queste aggressioni invocando il nome di Gesù.

Parola di Dio: Rm. 1,16-25; Sal. 18; Lc. 11,37-41

 

1^ Lettura Rm 1, 16-25

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, io non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco. E' in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede. In realtà l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell'ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Parola di Dio

 

“HANNO CAMBIATO LA GLORIA DELL'INCORRUTTIBILE DIO CON L'IMMAGINE E LA FIGURA DELL'UOMO CORRUTTIBILE, DI UCCELLI, DI QUADRUPEDI E DI RETTILI”. (Rom. 1 ,23)

Pensando agli Egiziani, agli antichi Greci o agli Etruschi, ci può sembrare persino strano che popoli così istruiti, razionalisti avessero delle divinità dal corpo di serpente o coccodrillo, con un misto di sembianze umane e animalesche. Ma è poi proprio cambiato il mondo? Pensiamo a certi divi della canzone: sono idolatrati eppure si vestono e acconciano in strane fogge dove il maschile e il femminile, l'umano e il bestiale volutamente si mischiano e nascondono. Pensate ai nostri idoli del potere, ai templi sacri della borsa o della finanza dove davanti a tabelloni elettronici e telefoni si immolano persone e vite intere, pensate ai nostri idoletti più piccoli che hanno il video parlante del televisore, del computer che uccidono intere famiglie. L'idolatria non è mai finita, è la tentazione continua dell'uomo. Non trovi più nessun uomo che confessandosi, dica: "Mi sono fatto un idolo", ma lo scheletro di un idolo in fondo all'armadio, se guardi bene, forse lo trovi a tutti.

 

 

MERCOLEDI’ 12 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Serafino; Sant’Edisto.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DALL’IPOCRISIA RELIGIOSA.

 

Hanno detto: Se noi siamo calmi e pazienti, troveremo non solo noi stessi, ma anche l'anima nostra e con essa Dio. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Chi ha difetto e non tace, sente sovente quello che gli dispiace.

Un aneddoto: PADRE PIO MECCANICO? Un signore di  Ascoli Piceno raccontava: "Alla fine degli anni cinquanta venni a San Giovanni Rotondo con mia moglie per confessarmi da Padre Pio. Dopo aver ricevuto consigli e qualche rabbuffo, a sera ero ancora nel corridoio del convento. Padre Pio nel vedermi disse: "Sei ancora qui? " - "Padre, non mi è partita la topolino" - risposi crucciato. "E che cos'è questa topolino?" - chiese ancora il caro frate. - "Un auto" - aggiunsi. "Andiamola a vedere" - replicò Padre Pio. Quando fummo vicini all'auto, egli m'invitò a partire tranquillo. Viaggiammo tutta la notte e, al mattino, portai a far revisionare l'auto che aveva presentato difetti di accensione. Il meccanico, dopo i suoi accertamenti, disse che l'impianto elettrico era completamente fuori uso e non volle assolutamente credere che, in quello stato, l'auto aveva percorso ben 400 chilometri, da San Giovanni Rotondo ad Ascoli Piceno.

Parola di Dio: Rm. 2,1-11; Sal. 61; Lc. 11,42-46

 

Vangelo Lc 11, 42-46

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse: "Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo". Uno dei dottori della legge intervenne: "Maestro, dicendo questo, offendi anche noi". Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI, FARISEI…”. (Lc. 11,42)

Gli scribi e i farisei, condannati da Gesù, si credevano giusti e saggi, ma rifiutando la parola e la persona di Cristo che è il centro del regno di Dio, dimostrano di essere stolti e ciechi alla luce. Per questo camminano persi in osservanze legalistiche minuziose, trascurando quello che è più importante. Gesù ricorda che la precedenza va alla Giustizia o all’amore che derivano da Dio e che l’uomo deve poi tradurre in norma di vita. Anche il cristiano, quando si chiude in schemi legalistici, è schiavo delle regole e vive rivolto verso se stesso ossessionato solo della propria perfezione e della propria salvezza individuale e quindi diventa passivo, conformista, sospettoso di tutti e di tutto. E’ evidente allora che non vive nel clima filiale di libertà che Cristo guadagnò per i suoi figli, che non testimonia la buona novella liberatrice del Vangelo. La risposta del cristiano non si deve basare sull’obbligo di una legge impersonale e fredda ma sull’amore che Dio ci ha manifestato in Gesù.

 

 

GIOVEDI’ 13 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI, O SIGNORE E SARO’ PIU’ BIANCO DELLA NEVE.

 

Hanno detto: La misericordia di Dio oltrepassa infinitamente la tua malizia. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Nessuna mela è così bella che non abbia qualche difetto.

Un aneddoto: PADRE PIO PARLA DEL DIAVOLO. Lettera a padre Agostino, del 18 gennaio 1912  :"...Barbablù non si vuole dare per vinto. Ha preso quasi tutte le forme. Da vari giorni in qua mi viene a visitare assieme con altri suoi satelliti armati di bastoni e di ordigni di ferro e quello che è peggio, sotto le proprie forme. Chi sa quante volte mi ha gettato dal letto trascinandomi per la stanza. Ma pazienza! Gesù, la Mammina, l'Angioletto, San Giuseppe ed il padre San Francesco sono quasi sempre con me".

Parola di Dio: Rm. 3, 21-30; Sal. 129; lc. 11,47-54

 

Vangelo Lc 11, 47-54

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, il Signore disse: "Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito". Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca. Parola del Signore

 

“GLI SCRIBI E I FARISEI COMINCIARONO A TRATTARLO OSTILMENTE, TENDENDOGLI INSIDIE”. (Lc. 11,53)

“Dovevi aspettartelo, Gesù! Tu hai messo in evidenza le mancanze dei religiosi di allora perché avresti voluto vedere in loro una conversione, ma Tu sai benissimo che l’orgoglioso, colui che pensa di essere il migliore di tutti, davanti ad un rimprovero, davanti a qualcosa o qualcuno che metta anche solo lontanamente in crisi la propria costruzione per mantenere il potere, ha un solo modo di reazione, quello di contrattaccare o inglobando o espellendo. Da sempre è successo così. I profeti non hanno mai avuto vita semplice, le persone pure sono sempre state considerate sciocche, chi cerca la verità in modo diretto e chi la vuole concretizzare è stato etichettato  rivoluzionario, antisociale, turbatore della quiete pubblica e quindi persona da allontanare, da punire, da eliminare. Aiutami, Signore, ad esaminare uno per uno i tuoi “Guai” e a considerarli non tanto come una umiliazione, uno schiaffo morale che Tu mi dai, ma come una tua mano tesa per aiutarmi ad uscire dall’ ipocrisia, specialmente da quella terribile ipocrisia religiosa della quale spesso soffro. Aiutami a capire che se tu mi dici: “Guai”, non e per condannarmi senza appello, ma per invitarmi a cambiare, per aiutarmi ad accogliere Te e Tuo Padre così come siete e non come le maschere della religione vi hanno presentato.

 

 

VENERDI’ 14 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Callisto; San Gaudenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

TI AMO SIGNORE ,MIA FORZA E MIO SCUDO.

 

Hanno detto: Le madri eccessivamente tenere guastano i figli. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Le cose ottenute difficilmente si conservano lungamente.

Un aneddoto: PER DUE FICHI. Un signore racconta: - "Una sera mangiai qualche fico di troppo. Me ne feci scrupolo. "Ho commesso un peccato di gola - mi dissi - per cui domani, essendo il mio giorno di confessione con Padre Pio, lo confesserò". Il giorno seguente, camminando lentamente nella strada che conduce al convento, feci l'esame di coscienza. Il peccato di gola non mi venne in mente. Mi confessai ma prima di concludere la confessione, prima dell'assoluzione, dissi a Padre Pio: "Ho l'impressione di dimenticare una colpa, forse la più grave, ma non riesco a rammentarla". "Eh via, andiamo" - mi rispose sorridendo - "per due fichi!"

Parola di Dio: Rm. 4,1-8; Sal. 31; Lc. 12, 1-7

 

Vangelo Lc 12, 1-7

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, radunatesi migliaia di persone a tal punto che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: "Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri". Parola del Signore

 

“NON TEMETE…”. (Lc. 12,7)

La paura, sia essa del futuro, sia di Dio, è la cattiva compagna dell’uomo. L’unica paura che salva è il giusto timor di Dio che ci fa riconoscere con verità la nostra condizione di creature. Gesù non ci dice che saremo immuni dalle persecuzioni e dalle prove, ci invita però a superarne la paura con la confidenza nel Padre. Proprio la vittoria sulla paura, sulla vergogna e sul rispetto umano è la linea divisoria tra il vero discepolo di Gesù e chi è solo cristiano occasionale, quando le cose gli vanno bene. Ma la paura può essere vinta solo con l’amore. Ed è questa la risposta all’affetto che Dio ha per noi. Anche se siamo deboli, la mano possente del Signore ci sosterrà nelle sue vie.

 

 

SABATO 15 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù;Santa Aurelia di Strasburgo

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SANTO SPIRITO.

 

Hanno detto: La gloria umana ha per compagnia la tristezza. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Chi non è volpe dal lupo si guardi perché ne sarà preda o presto o tardi.

Un aneddoto: PICCOLE COSE IMPORTANTI. Un sacerdote raccontava una avventura capitata ad un suo confratello che era venuto da molto lontano per confessarsi con Padre Pio. Egli aveva dovuto cambiare treno ed aspettare molte ore a Bologna. Dopo la confessione Padre Pio gli domandò: "Figlio mio, non ricordi altro?" - "Niente Padre mio" "Vediamo, cerca un po’..." - Questi aveva un bell'esaminare la coscienza; non trovava nulla. Allora Padre Pio gli disse con estrema dolcezza: "Figlio mio, ieri mattina, sei arrivato a Bologna alle 5.00 del mattino. Le chiese erano ancora chiuse. Invece di aspettare sei andato all'albergo per riposare un po’ prima della Messa. Ti sei steso sul letto e poi ti sei addormentato così profondamente, da non svegliarti che alle tre pomeridiane, allorché era già troppo tardi per celebrare. Lo so, non l'hai fatto per malizia, ma fu una negligenza che ferì Nostro Signore."

Parola di Dio: Rm. 4,13.16-18; Sal. 104; Lc. 12,8-12

 

Vangelo Lc 12, 8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire". Parola del Signore

 

“LO SPIRITO SANTO VI INSEGNERÀ...”. (Lc. 12,12)

Abbiamo un compagno di viaggio nella vita che non ci lascia mai. Egli e silenzioso, ma nel silenzio parla. Non si vede ma è forte. Non è ingombrante, non ci porta via niente ma ama. E’ sapiente, intelligente, dà fortezza. E’ lo Spirito Santo, lo Spirito di Gesù. Ci è stato promesso e donato. Opera in noi. Ci apre la mente. Ci ricorda quello che Gesù ha detto e fatto. Ci suggerisce come comportarci da cristiani. Ma bisogna accorgerci di Lui, desiderarlo, invocarlo, affidarci. Lo Spirito può farci vivere in comunione con tutto il creato. Può farci sentire la presenza di Dio. Può guarirci dal male... Perché non rivolgerci a Lui fin dal mattino affinché illumini la nostra giornata?

 

 

DOMENICA 16 OTTOBRE: 29^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Edvige; Santa Margherita Maria Alacoque.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SEI LA VERITA’

 

Hanno detto: L'uomo potrà sfuggire alla giustizia umana ma non a quella divina. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: La diffidenza è un’accetta all’albero dell’amore.

Un aneddoto: POSTA VIA ANGELI. La signora Cleonice - figlia spirituale di Padre Pio raccontava: "Durante l'ultima guerra mio nipote fu fatto prigioniero. Non ricevemmo notizie per un anno. Tutti lo credevano morto. I genitori impazzivano dal dolore. Un giorno la madre si buttò ai piedi di Padre Pio che stava in confessionale - ditemi se mio figlio è vivo. Io non mi tolgo dai vostri piedi se non me lo dite. - Padre Pio si commosse e con le lacrime che gli rigavano il volto disse - "Alzati e vai tranquilla". Alcuni giorni dopo, non potendo sopportare il pianto accorato dei genitori, mi decisi di chiedere al Padre un miracolo, piena di fede gli dissi: - "Padre io scrivo una lettera a mio nipote Giovannino, con il solo nome, non sapendo dove indirizzarla. Voi e il vostro Angelo Custode portatela dove egli si trova. Padre Pio non rispose, scrissi la lettera e la poggiai, la sera, prima di andare a letto, sul comodino. La mattina dopo con mia grande sorpresa, stupore e quasi paura, vidi che la lettera non c'era più. Andai commossa a ringraziare il Padre che mi disse - "Ringrazia la Vergine". Dopo una quindicina di giorni in famiglia si piangeva di gioia, si ringraziava Dio e Padre Pio: era arrivata la lettera di risposta alla mia missiva da colui che si riteneva morto.

Parola di Dio: Is. 45,1.4-6; Sal. 95; 1Tes. 1,1-5: Mt. 22,15-21

 

Vangelo Mt 22, 15-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva ridotto al silenzio i sadducei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere di coglierlo in fallo nei suoi discorsi. Mandarono dunque a lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: E` lecito o no pagare il tributo a Cesare?". Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: "Ipocriti, perché mi tentate? Mostratemi la moneta del tributo". Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio". Parola del Signore

 

“SIGNORE, SAPPIAMO CHE SEI VERITIERO E NON HAI SOGGEZIONE DI NESSUNO PERCHE NON GUARDI IN FACCIA AD ALCUNO”. (Mt. 22,16)

Anche se detto per fini non del tutto nobili, ma per poter far parlare Gesù e poi poterlo accusare la frase che gli sentiamo rivolgere è un bellissimo complimento Lui parlava apertamente, con chiarezza e coraggio, senza sottintesi, senza calcoli opportunistici. Proclamava la verità con franchezza, senza paura, a costo di urtare la suscettibilità di qualcuno e mettersi contro i potenti, i dotti e i devoti. Noi invece per un falso senso di carità che spesso maschera opportunismo rischiamo di diventare falsi, di metterci al servizio della popolarità, del successo, dei facili applausi invece di servire la carità e la giustizia. Dobbiamo riscoprire la schiettezza e la fedeltà dei profeti che proprio per fedeltà a Dio e amore vero verso il popolo non avevano paura della verità e rendendo “la loro faccia dura come la pietra” dicevano pane al pane e vino al vino.

 

 

LUNEDI’ 17 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Antiochia.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O SIGNORE SEI LA MIA RICCHEZZA, IL MIO TUTTO.

 

Hanno detto: Chi combina le combinazioni ? (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Matta è la pecora che si confessa al lupo.

Un aneddoto: POSTINI SPECIALI. Padre Alessio un giorno si avvicinò a Padre Pio con delle lettere in mano per chiedergli delle cose e il Padre gli disse brusco: "Guagliò, non vedi che ho da fare? Lasciami in pace". Rimase male. Si ritirò in disparte mortificato. Padre Pio se ne accorse e dopo un po’ lo chiamò e gli disse: "Non hai visto tutti quegli Angeli che erano qui intorno? Erano Angeli Custodi dei miei figli spirituali che venivano a portarmi i loro messaggi. Dovevo dare loro le risposte da riferire".

Parola di Dio: Rm. 4,20-25; Cantico da Lc. 1,68-75; Lc. 12,13-21

 

Vangelo Lc 12, 13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: "Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni". Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio". Parola del Signore

 

“ANCHE SE UNO E’ NELL’ ABBONDANZA LA SUA VITA NON DIPENDE DAI SUOI BENI”. (Lc. 12,15)

Siamo tutti d’accordo con questa frase di Gesù, specialmente quando riguarda gli altri: muore un ricco industriale e noi siamo pronti, magari con un pizzico di invidia, a dire che in fondo pur con tanti soldi non ha avuto tutte quelle “felicità” che sperava; vediamo un altro accumulare, arricchirsi e quasi con soddisfazione diciamo: “Arriverà la tua ora anche per te e tutte le tue ricchezze a chi andranno?” Ma siamo disposti a riferire la frase di Gesù a noi? Mi pare di sentire il coro: “Ma noi non siamo ricchi, viviamo alla giornata, sono poche le cose nostre…” Non per farci del male, ma per guardare con realtà: è vero che nella mia vita non vi è nulla di superfluo? Per esempio: i due televisori, i tre telefonini, l’armadio pieno di vestiario che uso solo in parte, il freezer pieno di ogni ben di dio che se venisse la carestia ce ne sarebbe per lo meno per un mese… E poi è proprio vero che non sono attaccato alle cose se per il lavoro e per il denaro e la posizione che esso mi procura sono disposto a sacrificare tempo e affetti familiari? E per di più lo so che il giorno che andrò in pensione o che la ditta per riforme strutturali non avrà più bisogno di me, io potrò sparire nel nulla con tutta la mia professionalità. Non sono forse attaccato a quella mia collezione di cose rare a cui dedico tanto tempo e soldi, che magari faccio passare per hobby mentre invece è una vera e propria mania? E le centinaia di libri (sto parlando per me in particolare) che ho accumulato negli anni, con i quali mi piace intrattenermi magari a scapito dei rapporti con gli altri e con la carità non è forse aver accumulato cose che un incendio può consumare in poco più di un ora o un ingombro per chi se li troverà sulla schiena alla mia morte?  Il vecchio Qoelet con un po’ di pessimismo ci diceva:“Vanità delle vanità, tutto è vanità.” Davvero chiediamo la Sapienza di Dio per saper vedere ciò che davvero è importante e ciò per cui non vale la pena di spendere tante energie.

 

 

MARTEDI’ 18 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Luca; San Giusto di Susa.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HAI FATTO, SIGNORE IN CIASCUNO DI NOI.

 

Hanno detto: Quando il ladrone guarda Cristo trafitto e capisce che è stato lui, che è colpevole, a trafiggerlo, comprende anche che la sua colpa è assorbita in questa ferita e che in essa viene espiata. (Hans Hurs von Bathasar)

Saggezza popolare: Maledetto il ventre che si scorda del pane mangiato.

Un aneddoto: Disse un giovane monaco ad un anziano: “Com’è difficile, abbà, amare il nostro prossimo!...” “Certo: noi abbiamo l’ordine di amare il nostro prossimo come noi stessi, e il nostro prossimo fa di tutto per renderci disobbedienti.”

Parola di Dio: 2Tim. 4,10-17; Sal. 144; Lc. 10,1-9

 

1^ Lettura 2 Tm 4, 10-17

Dalla seconda lettera a Timoteo

Carissimo, Dema mi ha abbandonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Efeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Troade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene. Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere; guardatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della nostra predicazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili. Parola di Dio

 

“IL SIGNORE MI E’ STATO VICINO E MI HA DATO LA FORZA PERCHE PER MIO MEZZO SI COMPISSE LA PROCLAMAZIONE DEL MESSAGGIO”. (2 Tim. 4,17)

Paolo, in questa sua confessione all’amico Timoteo, sembra guardare con meraviglia alla sua vita. Scopre la propria miseria, ma scopre anche l’opera di Dio in lui: non è certo per propria forza che è riuscito a fare tanti viaggi, ad affrontare tante persecuzioni, a fondare tante comunità... E’ Dio che lo ha accompagnato, guidato, protetto, che ha fatto sì che attraverso la sua persona la grazia arrivasse a tanti cuori. Lui, Paolo, ha fatto una cosa sola: si è affidato, ‘consegnato’ a Dio, e Dio ha operato. Quando ci si fida di Dio, quando si conta poco su noi e tanto su Lui, Dio riesce a fare “cose grandi” nonostante la nostra pochezza. Se la Chiesa, i cristiani si fidassero di più di Dio che delle proprie opere, quanto sarebbe più avanti il Regno di Dio!

 

 

MERCOLEDI’ 19 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo della Croce; Santa Laura.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONACI DI SAPER SERVIRE

 

Hanno detto: Il cristiano è un uomo a cui Dio ha affidato tutti gli uomini. (San Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Chi in Dio si affida, ben si fida.

Un aneddoto: Un romano, chiamato Muzio, aveva fama d’essere assai invidioso. Un giorno alcuni conoscenti lo videro passare tutto triste per il foro. Uno commentò: “Se è così triste di certo a qualche suo amico quest’oggi è capitato un bel po’ di fortuna!”

Parola di Dio: Rm. 6,12-18; Sal. 123; Lc. 12,39-48

 

Vangelo Lc 12, 39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate". Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?". Il Signore rispose: "Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Parola del Signore

 

“ALLORA PIETRO DISSE: SIGNORE, QUESTA PARABOLA LA DICI PER NOI O ANCHE PER TUTTI?” (Lc. 12,41)

Gesù aveva appena raccontato la parabola dove il Messia è paragonato a un ladro che arriva di notte. Pietro ha riconosciuto in Gesù il Messia, quindi crede che la parabola non lo riguardi più. Gesù, invece, prende occasione da questa domanda per rincarare la dose e racconta l’altra parabola, quella dell’amministratore che vien messo alla prova.

Queste parabole riguardano dunque ciascuno di noi, ma particolarmente le guide della comunità. Il credente che ha riconosciuto in Gesù il Cristo, può attendere (= tendere a) il suo ritorno con gioia e testimonianza, mettendo a frutto i doni ricevuti, oppure sentendosi padrone, considerando gli altri come inferiori, distribuendo ‘botte’ a proprio piacimento. E se leggiamo la storia della Chiesa cominciando proprio dagli Atti degli Apostoli fino ai nostri giorni noi troviamo proprio questi due atteggiamenti: c’è chi ha condiviso i propri doni con gli altri  sentendosi responsabile del prossimo e c’è chi ha usato ed usa questo tempo di attesa per spadroneggiare su altri. Ma chi è un buon servitore? Il buon servitore è consapevole dell’incarico ricevuto, attende davvero il proprio padrone, ma sia come se dovesse ritornare immediatamente, sia come se dovesse tornare tra mille anni. Si tratta di agire sia come si avesse assai poco tempo, e sia come se avesse molto tempo. E’ rapido, ma non angosciato, vivo ma non ansioso, attivo ma calmo. Il buon servitore considera coloro che gli sono affidati come servi al pari di lui; destinati allo stesso compito. Perciò li esorta ad assumere il proprio posto; e anche se è cosciente di avere responsabilità nei loro confronti, non li considera affatto come inferiori.

 

 

GIOVEDI’ 20 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Irene; San Leopardo di Osimo.

Una scheggia di preghiera:

 

VERRO’ AL DIO DELLA MIA GIOVINEZZA.

 

Hanno detto: Il cristianesimo è stato dichiarato morto infinite volte. Ma, alla fine, è sempre risorto, perché è fondato sulla fede in un Dio che conosce bene la strada per uscire dal sepolcro. (Chesterton)

Saggezza popolare: Dio manda il freddo secondo i panni.

Un aneddoto: Rabbi Mosè insegnava: “Se tu pronunzi la Parola davanti a Dio, penetra con tutte le tue membra nella Parola!” Un discepolo domandò: “Com’è possibile che il grosso uomo possa entrare nella piccola Parola?” Rispose il rabbino: “Chi si crede più grande della Parola, di quello non parliamo nemmeno!”

Parola di Dio: Rm. 6,19-23; Sal. 1; Lc. 12,49-53

 

Vangelo Lc 12, 49-53

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". Parola del Signore

 

SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO. (Lc. 12, 49)

Il Cristianesimo è la religione dell'entusiasmo. Forse rischiamo di non pensarci, ma è così, e per l'entusiasmo occorrono due cose: un grande ideale e un grande cuore. Il Cristianesimo possiede il più grande ideale:la conquista della felicità, della giustizia, della sapienza, della perfezione, della immortalità. Tutto ciò di cui abbiamo sete profonda e irresistibile. Occorre un grande cuore. Se lo trova, lo travolge, e se non lo trova, lo forgia. La Fede non è un lusso ne un occupazione per pensionati; non è un sistema di allevamento di colli torti o di bigotti decrepiti; non e' un giardino d'infanzia o un ricovero di vecchi, né il rifugio di falliti, di invertebrati, di rinunciatari. Il Cristianesimo è l'unico sistema per rinnovare la giovinezza e non con le nostre sole forze, ma con la forza di Dio.

 

 

VENERDI’ 21 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare del bufalo; Santa Celina.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI A FAR EMERGERE IL BENE CHE HAI SEMINATO IN NOI.

 

Hanno detto: Più si fa buio attorno a noi e più dobbiamo aprire il cuore alla luce che viene dall'alto. (Edith Stein)

Saggezza popolare: Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: Prima della sua morte il rabbino di Rymanow ripeté più volte tra sé le parole del canto di Mosè: “Adonai è un Dio fedele e senza iniquità”. Poi disse: “Questa è la quintessenza della Santa Scrittura: di sapere cioè che Egli è un Dio fedele e perciò non può volere il male”. Gli obiettarono: “Se è così, a che serve tutta la Scrittura? Basterebbe che Dio sul Sinai avesse detto quel solo versetto!” La risposta fu: “Nessun uomo può afferrare nel suo vero significato quest’unico versetto, prima d’aver studiato e praticato tutta la Scrittura!”

Parola di Dio: Rm. 7,18-25; Sal. 118; Lc. 12,54-59

 

Vangelo Lc 12, 54-59

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva alle folle: "Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione. Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo". Parola del Signore

 

“PERCHE’ NON GIUDICATE DA VOI STESSI CIO’ CHE È GIUSTO?”. (Lc. 12,57)

Mi capita spesso di trovare persone anche  care e buone che per qualunque problema, religioso, familiare, pratico, vengono dal prete che dovrebbe avere un consiglio da parte di Dio per tutte le cose. Una delle tentazioni del credente infatti è quella del ricorrere sconsideratamente a Dio e del volersi quasi estraniare dalle proprie responsabilità. E’ molto facile dire: “Dio ha voluto così”, oppure ricercare nella morale cristiana delle norme che ti dicono in ogni momento della vita ciò che devi fare per sentirti sicuro con Dio, con i fratelli, con il prossimo, ma questo può anche essere mancanza di personalità, volersi appoggiare sempre, mettersi al sicuro. Gesù non è venuto a risolvere tutti i nostri singoli problemi  ma ci ha dato in se stesso tutto per poter diventare noi stessi i giudici della nostra storia e delle nostre scelte.

 

 

SABATO 22 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo di Eraclea; San Donato di Fiesole.

Una scheggia di preghiera:

 

TIENIMI UNITO A TE, SIGNORE PER PORTARE I TUOI FRUTTI

 

Hanno detto: Guarda più lontano, guarda più in alto, guarda più avanti e vedrai una via... ma sappi anche voltarti indietro per guardare il cammino percorso da altri che ti hanno preceduto... Essi sono in marcia con noi sulla strada. (Baden Powel)

Saggezza popolare: Chi non ha apprezzato il suo maestro né la sua lezione, un giorno sarà forse colto, ma non sarà mai saggio. (Proverbio Cinese)

Un aneddoto: In una tenda, di sera, ci sono dei beduini seduti attorno al fuoco. C’è insieme a loro un ospite occidentale. Dove ci sono degli orientali, è consuetudine raccontare. E quanto più bello è il racconto, tanto più sicuramente avviene che l’ospite venuto dall’Occidente alla fine esploderà: “Ma è proprio vero tutto questo?” Gli altri si guardano senza capire: ma che gli piglia? Chiede se è vero? Ma non lo sa anche lui che è vero?... L’ospite si accorge che non lo si è compreso e spiega: “Ma no, intendo dire: se tutto questo si è davvero svolto così. La risposta: “Che si sia davvero svolto così, è irrilevante, perché non è questa la verità. La verità è ciò che il racconto significa!”. (MAX ZERWICK)

Parola di Dio: Rm. 8,1-11; Sal. 23; Lc. 13,1-9

 

Vangelo Lc 13, 1-9

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo". Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora questo anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai". Parola del Signore

 

“ECCO, SON TRE ANNI CHE VENGO A CERCARE FRUTTI SU QUESTO FICO, MA NON NE TROVO...”. (Lc. 13,7)

Provo a riflettere sulla mia vita. Se il Signore arriva oggi a cercare frutti nell’albero della mia vita, che cosa trova? Gli anni sono passati, la grazia di Dio è stata abbondante, il tronco si è ingrossato; reca forse le ferite degli anni. Certi rami sono crollati sotto le intemperie, altri sono stati potati. Foglie ce ne sono in abbondanza: sono le foglie delle chiacchiere, delle apparenze. E frutti? Qualcuno mi sembra di averlo portato, anche se mi chiedo siano stati quelli che il Signore si aspettava. Certamente pochi in confronto a quanto ricevuto e nelle mie confessioni mi accorgo che il peccato che forse è il più grande è proprio quello delle omissioni. E, allora, chiedo a Gesù, vignaiolo di intercedere ancora per me, di portare pazienza e mi sembra di sentire la sua voce che mi dice: “lo, pazienza ne porto, ma tu non darti per vinto, continua a concimare con amore, lascia passare nel tuo cuore la mia linfa vitale, preoccupati poco dei frutti... se sei con me, essi verranno”.

 

 

DOMENICA 23 OTTOBRE: 30^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni da Capestrano; Santa Caterina di Bosnia.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI COSTRUTTORI DI UN MONDO D’AMORE.

 

Hanno detto: Il Vangelo insegna che l'uomo cambia la sua vita, la sua mentalità, si converte al bene non perché viene sgridato, rimproverato, punito, ma perché si scopre amato nonostante sia peccatore. (M.I. Rupnik)

Saggezza popolare: Una mezza verità è una bugia intera. (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: Diceva un monaco diventato famoso: “Ho un grande cruccio: dovunque io vada, se non mi conoscono, mi attribuiscono ogni sorta di accuse, se invece vengo riconosciuto, tutti mi circondano di riguardi e devo fuggire. Ora, non so che cosa sia più meritorio: se sopportare il disprezzo o rifuggire le attenzioni”.

Parola di Dio: Es. 22,20-26; Sal. 17; 1Tes. 1,5-10; Mt. 22,34-40

 

Vangelo Mt 22, 34-40

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti". Parola del Signore

 

“AMERAI IL SIGNORE… AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO” (Lc. 22,34-38)

Il comandamento dell’amore che riassume ogni legge ci riempie di gioia perche ci scopriamo amati da Dio e capaci a nostra volta di amare. Ma faccio ancora un’altra scoperta meravigliosa: Dio non è geloso di me quando cerco il mio bene, la mia gioia, la mia felicità, anzi ne è contento e in Gesù mi dice: nella stessa maniera in cui tu cerchi il tuo vero bene cerca anche il bene del tuo prossimo e così troverai Dio. Può sembrare difficile questo discorso, per qualcuno può risultare addirittura impossibile riuscire ad amare tutti, compresi i nemici. Gesù, i santi, i veri cristiani ci hanno dimostrato che è possibile con la grazia di Dio, e allora, se ci accorgiamo di non saper amare ancora totalmente ma se ne sentiamo il desiderio e se cerchiamo ogni giorno di lasciarci amare e di volere bene, con l’aiuto di Gesù siamo già sulla strada dell’amore e Dio che è amore non aiuterà un suo figlio che pur pieno di errori e di difetti, cerca però con la sua vita di balbettare la parola amore?

 

 

LUNEDI’ 24 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Claret;Santi Gilberto, Petronilla e Ponzia.

Una scheggia di preghiera:

 

QUESTO E’ IL GIORNO CHE HA FATTO IL SIGNORE, RALLEGRIAMOCI ED ESULTIAMO

 

Hanno detto: L'apostolo è colui che porta Dio nella sua anima e lo irradia attorno a sé.
L'apostolo è un santo che accumula tesori e ne comunica l'eccedenza agli uomini. (Don Alberione)

Saggezza popolare: Il frutto della pace è appeso all'albero del silenzio. (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: Un bambino di nome Riccardo domandò a sua madre: “Io chi sono?”. “Tu sei mio figlio”, rispose la madre. Riccardo andò dalla nonna e domandò: “Io chi sono?”. “Tu sei mio nipote”. Domandò a suo fratello: “Chi sono?”. “Sei mio fratello”. Uscendo di casa lo chiese alla portinaia che rispose: “Sei un inquilino”. Prese la bicicletta è andò a pedalare ai giardini e il vigile gli disse che era un ciclista, il giornalaio da quale comprò un giornalino gli disse che era un cliente, la sua maestra gli disse che era uno scolaro. E sette si disse Riccardo. Nel pomeriggio lesse il suo giornalino e fu un lettore. Giocò al pallone e fu un calciatore. Guardo la televisione e fu un telespettatore. Per la moglie di suo fratelli scoprì di essere cognato e zio del loro figlio. Altri interrogati gli dissero che era un monello, un curioso, un noioso, un marmocchio. Con marmocchio facevano sedici. Riccardo andò a letto contento. Sedici persone in una. Sono o non sono una persona importante? E aveva ragione perché tutte le persone che vivono a questo mondo sono importanti. (Gianni Rodari)

Parola di Dio: Rm. 8,12-17; Sal. 67; Lc. 13,10-17

 

Vangelo Lc 13, 10-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei libera dalla tua infermità", e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato". Il Signore replicò: "Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?". Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del Signore

 

“QUESTA FIGLIA DI ABRAMO NON DOVEVA ESSERE LIBERATA IN GIORNO DI SABATO?” (Lc. 13,16)

Ad un amico che la domenica trovava tempo per tutto, dicevo: "E per il buon Dio?" e lui pizzicante: "Tu che leggi tanto il Vangelo: neanche Gesù era poi tanto per "il sabato", si può pregare anche senza andare a Messa!". Gesù è in polemica con i farisei e i capi del popolo non per il sabato (che Lui osserva) ma per il modo con cui viene osservata la norma del Signore. Le norme religiose non sono e non devono mai diventare un giogo insopportabile. Il sabato (e per noi la domenica) deve essere un giorno gioioso, di festa, di preghiera, di servizio amoroso per i fratelli in una riconoscenza che nasca da quanto Dio ha fatto per noi. Gesù invita a non diventare dei gretti osservanti ma ad usare gioiosità e fantasia per lodare Dio nel giorno di riposo, e dedicando a Lui questa giornata, riconoscere che è lui il Signore di quel tempo che con amore ci dona.

 

 

MARTEDI’ 25 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Daria, San Bonifacio I.

Una scheggia di preghiera:

 

CRESCA IN NOI E ATTORNO A NOI IL TUO AMORE.

 

Hanno detto:

La Scienza con le sue analisi non deve turbare la nostra Fede. Essa deve piuttosto aiutarci a meglio conoscere, comprendere ed apprezzare Dio. (Teilhard de Chardin)

Saggezza popolare: Esamina ciò che vien detto, non quello che parla. (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: Un saggio che viveva isolato con un cavallo, un asino, un cane, un bue e una gallina si mise in testa di insegnar loro a parlare. Dopo molta fatica finalmente gli animali erano in grado di capire e di rispondere. Rivolse la prima domanda all’asino: “Chi sei tu?” . “Un cavallo”, rispose sicuro l’asino. “E tu chi sei?”, domandò il saggio al bue. “Un leone!” rispose il bue con aria feroce. Rivolse la stessa domanda alla galline e si sentì rispondere: “Un aquila”. “E tu?” domandò il saggio al cavallo. “Un uomo”, rispose il cavallo. E aggiunse: “ E vi sarei grato che mi deste del voi”. Il saggio si rattristò e guardò con occhi pieni di lacrime il cane: “Poveretto” disse bonariamente il cane lanciandogli un osso. “Ti trattano male, ma non ti scoraggiare: so che tu mi sei fedele e io ti proteggerò”. Poi vedendo che il saggio continuava a piangere aggiunse: “Ce ne andremo lontano da questa gentaccia ingrata e io ti insegnerò ad abbaiare”. (Giovanni Guareschi)

Parola di Dio: Rm. 8,18-25; Sal. 125; Lc. 13,18-21

 

Vangelo Lc 13, 18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: "A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami". E ancora: "A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata". Parola del Signore

 

“A CHE COSA RASSOMIGLIERO’ IL REGNO DI DIO? E’ SIMILE AL LIEVITO CHE UNA DONNA HA PRESO E NASCOSTO IN TRE STAIA DI FARINA, FINCHE FERMENTI TUTTA”. (Lc. 13,20-21)

Mi sono chiesto tante volte chi o che cosa sia il lievito di cui parla Gesù. Vi offro alcune mie conclusioni. Nel mondo ci sono due tipi di lievito, quello del bene e quello del male.

Il lievito del male è un intruglio terribile, un terrificante composto di tante cose negative. Sembra davvero venir fuori dal pentolone di una strega. In esso c’è una quantità enorme di egoismo, ci sono la sporcizia del danaro, gli intrallazzi del potere, le maschere del successo, la cattiveria, l’odio, la distorsione della verità e della giustizia, l’esasperazione della sensualità, la durezza del cuore… e questi elementi si sono amalgamati molto bene tra di loro in modo che dove ne trovi uno presto ci sono anche tutti gli altri. Se questo lievito entra nella farina la fermenta tutta, la rovina fino alle estreme conseguenze (divisioni di famiglie, uccisione in molti modi dell’uomo, odi, guerre…) E il lievito buono? Per me il lievito buono è Gesù che, venuto in un paesino sperduto del mondo, ha mischiato la propria divinità alla nostra umanità. Vi ha messo la potenza di un Dio che ama, il suo sangue versato per amore, la sua parola capace di cambiare il mondo… Ne è venuto fuori un lievito che si chiama Amore e che da allora ha cominciato a far fermentare. Non è una cosa appariscente, dopo 2000 anni ancora non sempre è facile vederne i risultati e misurarne la quantità, ma opera, trasforma, amalgama, combatte il male. Non credo che né uomini né chiese possano pretendere di sostituirsi, impossessarsi, avere l’esclusiva di questo lievito. Viene da Dio ed Egli lo ha seminato e lo semina in ogni cuore. Unica cosa da fare: bisogna toglierlo dal frigorifero, impastarlo con la nostra farina e poi, magari, mettere l’impasto in un luogo scuro, riparato. Tutte le caratteristiche di quell’amore possono far impazzire la farina.

 

 

MERCOLEDI’ 26 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Floro; Sant’Evaristo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA VITA, ALTRO IO NON HO.

 

Hanno detto: Una positività totale nella vita deve guidare l'animo del cristiano, in qualsiasi condizione si trovi, qualsiasi rimorso abbia, qualsiasi ingiustizia senta pesare su di sé, qualunque oscurità lo circondi, qualunque inimicizia, qualunque morte lo assalga, perché Dio, che ha fatto tutti gli esseri, è per il bene. (Don Giussani)

Saggezza popolare: Chi ha la salute, ha la speranza e chi ha la speranza, ha tutto. (Proverbio Arabo)

Un aneddoto: Un uomo andò presso un asceta con una borsa di monete d’oro in mano. Gli disse: “Maestro il mio cuore è ottenebrato: consigliatemi qualcosa!”. L’asceta rispose: “Che cos’hai nella borsa?” “Mille monete d’oro. Devo fare degli acquisti”. “Apri la borsa”. Aperta la borsa l’asceta prese una moneta e disse all’uomo: “Avvicinati”. Quegli si avvicinò e l’asceta gli mise una moneta sull’occhio ordinando gli di aprirlo e di guardare. Quello obiettò: “Ho la moneta sull’ occhio: non ci vedo!” L’asceta allora gli disse: “O uomo, con una sola moneta sull’occhio non vedi le cose del mondo; con mille monete sul cuore, come farà l’occhio del tuo cuore a non essere ottenebrato per le cose del cielo?”

Parola di Dio: Rm. 8,26-30; Sal. 12; Lc. 13,22-30

 

Vangelo Lc 13, 22-30

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si salvano?". Rispose: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi". Parola del Signore

 

“MA EGLI VI DIRA’: NON VI CONOSCO”. (Lc. 13,26)

Un grosso rischio che corriamo noi cristiani è la presunzione.

Presunzione di sapere tutto di Dio, di voler eludere la sua grandezza e il suo mistero; presunzione di conoscere ogni scelta morale; presunzione di essere gli unici detentori della verità. E la presunzione, uccide la ricerca, la carità, ci fa credere più a noi stessi che a Dio. “lo non vi conosco” dirà Gesù ai presuntuosi: tu hai annunciato te stesso, non me. Tu hai lottato per la supremazia delle tue idee, non per il mio regno; tu hai giudicato con il tuo metro inflessibile e ti sei dimenticato della mia misericordia. Dio invece riconosce chi sa di essere debole, incapace, chi non ha certezze sue proprie ma ripone la sua fiducia unicamente in Lui, chi invece di operare da se stesso, lascia che sia Dio ad operare in Lui.

 

 

GIOVEDI’ 27 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Ciriaco; San Frumenzio.

Una scheggia di preghiera:

 

COME UN BIMBO PICCOLO SONO TRA LE TUE BRACCIA, SIGNORE.

 

Hanno detto: Non si entra nella verità, se non per la carità. (S. Agostino)

Saggezza popolare: La pietra pesante sta al suo posto. (proverbio Albanese)

Un aneddoto: Il signor Cesare, come ogni domenica mattina, si alzava un po’ più tardi, poi andava con calma a radersi in bagno. Suo figlio Francesco, di sei anni, stava lì a guardarlo, come ogni domenica mattina. “Che c’è?”, chiedeva il signor Cesare. “Beh, diceva serio serio Francesco, “può darsi che ti tagli, allora ti farò una medicazione”. “Già, può darsi”, rispondeva il signor Cesare, e intanto provava ad essere distratto, ma a tagliarsi senza darlo a vedere non ci riusciva. Finalmente il taglietto  arrivava e Francesco poteva entrare in azione con cerotti e cotone per asciugare la stilla di sangue. Così, ogni domenica mattina il signor Cesare regalava una stilla di sangue a suo figlio, e Francesco era sempre più convinto di avere un padre distratto.

Parola di Dio: Rm. 8,31-39; Sal. 108; Lc. 13,31-35

 

Vangelo Lc 13, 31-35

Dal vangelo secondo Luca.

In quel giorno si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: "Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere". Egli rispose: "Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!". Parola del Signore

 

“GERUSALEMME, QUANTE VOLTE HO VOLUTO RACCOGLIERE I TUOI FIGLI COME UNA GALLINA LA SUA COVATA SOTTO LE ALI E NON AVETE VOLUTO.” (Lc. 13,34)

Una delle cose che maggiormente commuove leggendo la Bibbia e specialmente i Vangeli è scoprire la tenerezza di Dio. Egli si china su di noi, non è il grande che lascia cadere qualche grazia sul servo, è veramente il Padre che gioisce e soffre nell’accompagnare il cammino del proprio figlio, e proprio come un Padre che per voler bene sul serio lascia che ciascuno di noi trovi la propria strada in mezzo alle difficoltà, ma non ci abbandona, ci tiene d’occhio, freme per noi, è sempre disponibile quando noi lo cerchiamo. Il suo è un amore che previene, accompagna, è sempre disponibile; non corriamo il rischio di essere come quei pulcini che per curiosità o amore di indipendenza vogliono scappare: nella casa e nell’abbraccio del Padre si sta bene.

 

 

VENERDI’ 28 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Simone e Giuda; San Ferruccio.

Una scheggia di preghiera:

 

SONO TUO FIGLIO, O DIO.

 

Hanno detto: Il Mondo non sarà mai abbastanza vasto, né l'Umanità abbastanza forte per essere degni di Colui che li ha creati e vi si è incarnato. (Teilhard de Chardin)

Saggezza popolare: Sasso dopo sasso si costruisce un muro, muro dopo muro si costruisce il castello. (Proverbio Albanese)

Un aneddoto: C’erano due fratellini, uno triste e depresso, l’altro sempre allegro e soddisfatto. Ricevettero dai loro genitori degli strani regali. Al primo fu donato uno splendido trenino elettrico, nella speranza che questo gioco potesse renderlo felice; il secondo, invece, ebbe qualcosa di ben triste: una scatola contenete popò di cavallo. Mentre il pessimista scoppiò in lacrime pensando che il trenino avrebbe potuto rompersi, l’ottimista si precipitò in giardino e al padre che gli domandava che cosa facesse, “Cerco il cavallo”, rispose seriamente.

Parola di Dio: Ef. 2,19-22; Sal. 18; Lc. 6,12-16

 

1^ Lettura Ef 2, 19-22

Dalla lettera agli Efesini

Fratelli, voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito. Parola di Dio

 

“VOI SIETE CONCITTADINI DEI SANTI E FAMILIARI DI DIO”. (Ef. 2,19)

Il Vangelo rende all’uomo la sua vera dignità. Noi, fatti ad immagine e somiglianza di Dio, in Cristo possiamo chiamare Dio con il nome di Padre, salvati dalla sua misericordia, possiamo partecipare alla sua gloria e quindi siamo partecipi della “comunione dei santi”. E’ bello poter pensare che sono tempio di Dio, è bello poter guardare negli occhi ogni fratello e poter riscoprire in lui, sotto la maschera umana, i tratti dell’amore di Dio ed è anche confortante pensare ai santi del Paradiso non tanto come persone lontane irraggiungibili, ma come fratelli che ci stanno aspettando per potersi sedere a tavola con noi, al banchetto del Regno.

 

 

SABATO 29 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ermelinda; Sant’Abramo do Rostov.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’ SEI LA VERITA’ DI DIO E LA  VERITA’ DELL’UOMO.

 

Hanno detto: Se vogliamo davvero che i giovani non disperino della presente situazione dell'umanità, dovremmo fare in modo che possano rendersi conto veramente di quanto è grande, di quanto è bello il nostro mondo. (K Lorenz)

Saggezza popolare: Vede più lontano un vecchio seduto che un giovane in piedi. (Proverbio Africano)

Un aneddoto: Chiese un signore ad un marinaio: “Dov’è morto tuo nonno?”. E quello rispose: “In mare!”. “E tuo padre?”. “In mare”. Replicò il signore: “Perché allora continui ad andare per mare?. Il marinaio, seccato, disse che avrebbe risposto con alcune domande: “Dove è morto tuo nonno?”. “A letto”, rispose il signore. “E tuo padre?”. “A letto”.

“Allora perché continui ad andare a letto?”, concluse bruscamente il marinaio.

Parola di Dio: Rm. 11,1-2.11-12.25-29; Sal. 93; Lc. 14,1-7-11

 

Vangelo Lc 14, 1.7-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. Gesù, vedendo come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato". Parola del Signore

 

“QUANDO SEI INVITATO A NOZZE DA QUALCUNO, NON METTERTI AL PRIMO POSTO,...”. (Lc. 14,8)

Quando Gesù parla  tocca il cuore dell’uomo, cadono allora tutti gli azigogoli della logica umana e anche quelli ferrei della morale legalistica. Gli osservanti”, i “buoni” guardavano Gesù per coglierlo in fallo davanti alla fredda osservanza di una norma. Gesù, con ironia, li rimbecca domandando loro se è meglio curare un malato o lasciarlo nella sua malattia solo per osservare il sabato. Anche noi tante volte ci chiediamo che cosa sia giusto. E facciamo bene a chiedercelo sempre. Ma la preoccupazione, ci suggerisce Gesù, non deve essere quella di dire “se faccio così sono a posto, mi guadagno il paradiso, aumento i miei crediti nei confronti di Dio”, quanto piuttosto quella di chiederci: “Qual è il modo migliore per manifestare amore a Dio e al prossimo in questa situazione?”. Dice R. Voillaume: “Le istituzioni migliori nelle mani di uomini ingiusti e senza amore genereranno sofferenza e miseria, mentre istituzioni tecnicamente meno perfette, ma affidate a uomini di cuore riusciranno a promuovere il vero bene delle persone e quindi anche della società”.

 

 

DOMENICA 30 OTTOBRE: 31^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Rodriguez; San Germano di Capua.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, LIBERAMI DALLE DOPPIE FACCE.

 

Hanno detto: Il cristiano non ricerca la sofferenza per se stessa, ma l'amore. E la croce accolta diviene il segno dell'amore e del dono totale. Portarla dietro a Cristo vuol dire unirsi a Lui nell'offrire la prova massima dell'amore. (Giovanni Paolo II)

Saggezza popolare: In visita dagli altri, apri gli occhi, non la bocca. (proverbio Congolese)

Un aneddoto: Una pietra, un giorno colpita dall’acciarino, si rivolto sorpresa e indignata dicendogli: “Ma che cosa ti piglia? Tu mi hai presa per qualcun'altra perché io non ti conosco. Sicché lasciami stare, perché io non ho mai fatto del male a nessuno!”. L’acciarino, guardandola, le rispose sorridendo: “Se avrai un po’ di pazienza, vedrai che frutto meraviglioso farò uscire da te”. A queste parole la pietra si consolò e con grande pazienza sopportò il martirio che l’acciarino le infliggeva con le sue percosse. Finché all’improvviso essa partorì il meraviglioso fuoco, il quale, con le sue virtù compiva opere straordinarie. (Leonardo da Vinci)

Parola di Dio: Ml.1,14-2,2.8-10; Sal. 130; 1Tes.2,7.9-13;Mt. 23.1-12

 

Vangelo Mt 23, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì'' dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padrè" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato". Parola del Signore

 

“SULLA CATTEDRA DI MOSE’ SI SONO SEDUTI SCRIBI E FARISEI. QUANTO VI DICONO FATELO, MA NON FATE SECONDO LE LORO OPERE PERCHE DICONO E NON FANNO”. (Mt. 23,2-3)

Se la religione è abitudine, ritualismo, facile forma consolatoria, cauterio per alleviare i dolori delle ferite della vita, se addormenta attraverso una lettura più o meno fatalistica della vita, se proietta solo verso un ipotetico futuro allontanando dal presente, se ha una visione negativa della realtà e in essa vede solo male e peccato, se intristisce l’uomo, se gioca sulle sue paure, se genera realtà di masochismo morale o materiale… non è fede e non è espressione del rapporto tra Dio e l’uomo, tantomeno può essere religione di Cristo, ma solo forma ipocrita per nascondersi il reale e forma ancora più ipocrita della casta dei religiosi per consolidare il proprio potere. Se, invece, la religione parte non solo dall’uomo, ma da Dio che si è fatto uomo, che ha stabilito Lui il rapporto con l’uomo aprendogli l’accesso, se la religione, quindi, porta l’uomo ad essere più uomo perché lo rispetta nella sua costituzione di Figlio di Dio amato da Lui, se vede il creato come luogo di questo incontro e di questa risposta, se dà senso al suo rapportarsi con le cose e soprattutto con le persone attraverso il comandamento dell’amore inteso non come melensa accozzaglia di sentimenti, ma come ricerca fattiva del bene dell’altro, se porta a vedere Dio non come concorrente contro la nostra felicità, ma come fonte della nostra gioia… allora è fede, è cristianesimo. Dovremmo tutti, e spesso, dalla gerarchia fino a ciascuno di noi, fare un attento esame di coscienza per debellare ogni ipocrisia religiosa: è il male più grave che poco per volta soffoca la fede.

 

 

LUNEDI’ 31 OTTOBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Quintino; San Volfango.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SAI TUTTO DI ME.

 

Hanno detto: Abbiamo dimenticato Dio: questo è il primo peccato, gli altri sono conseguenza. (Solzenicyn)

Saggezza popolare: Meglio donare poco, che promettere molto. (proverbio Africano)

Un aneddoto: Un giorno a un uomo sfuggì dal cuore e dalla bocca una ingiuria contro un amico. Fu come lanciare una palla di neve dalla cima di un monte. In pochissimo tempo la calunnia crebbe, ingigantì, rotolò schiantando alberi e trascinando con sé macigni e terra, finché si schiantò a fondovalle con fragore di tuono. L’amico ne rimase ucciso, e l’uomo non ebbe più lacrime per piangere. Ma piangere non serve. L’uomo cercò di riparar il malfatto. Si accusò pubblicamente di menzogna, cantò le lodi dell’amico, scrisse perfino libri su di lui. Non ci fu niente da fare. Gli uomini bevono le calunnie come miele, le lodi sono per loro come assenzio.

Parola di Dio: Rm 11,29-36; Sal. 68; Lc. 14,12-14

 

Vangelo Lc 14, 12-14

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse al capo dei Farisei che l'aveva invitato: "Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti". Parola del Signore

 

“QUANDO DAI UN BANCHETTO, INVITA  I POVERI, STORPI, ZOPPI, CIECHI, E SARAI BEATO PERCHE’ NON HANNO DA RICAMBIARTI. RICEVERAI INFATTI LA TUA RICOMPENSA ALLA RISURREZIONE  DEI GIUSTI”. (Lc. 14,13-14)

Il Vangelo, proprio perché parte dall’amore concreto di Dio per gli uomini, oltre che ad indicarci norme di vita morale, racchiude indicazioni preziosissime di vita pratica. Noi, nella vita vorremmo incontrare sempre la riconoscenza del prossimo che pensiamo di aver beneficato e soffriamo enormemente a causa dell’ingratitudine: hai aiutato una persona? almeno ti dicesse grazie! Hai imprestato dei soldi? non solo non li hai più visti, ma è anche sparito l’amico... E l’ingratitudine ti amareggia, ti arrovelli sui perché, diventi pessimista, cominci a pensare che non vale far del bene. Gesù, in pratica, ci dice: Se ti aspetti qualcosa di immediato dal bene che hai fatto, non potrai che essere deluso in tutto o in parte, e allora? Impara a fare il bene perché è bene, non aspettarti nulla dagli uomini, sii contento di te stesso perché hai agito con coscienza e con carità e... “il Padre tuo che vede nel segreto, ti ricompenserà”.

     
     
 

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