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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

SETTEMBRE 2011

 

 

GIOVEDI’ 1 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Egidio; San Conone.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, IO E TE STIAMO BENE INSIEME.

 

Hanno detto: Un po’ di gentilezza verso una persona vale più di un grande amore verso l’umanità. (R. Dehmel)

Saggezza popolare: La gentilezza non è mai sprecata. Se non ha effetto su chi la riceve, per lo meno giova a chi la prodiga.

Un aneddoto: Il Maestro stava cercando un vaso da usare:di fronte a Lui ce n’erano molti: quale avrebbe scelto? Prendi me,” gridò quello d’oro. “Sono lustro e brillante. Ho gran valore e faccio tutto sempre bene. La mia bellezza e splendore si noteranno più di ogni altro, e per qualcuno come Lei, Maestro, l’oro sarebbe la scelta migliore”. Il Maestro proseguì senza dire una parola, e volse lo sguardo verso un’urna d’argento, alta e snella. “Io la servirò, caro Maestro,  verserò il Suo vino; sarò al Suo tavolo ogni volta che cenerà. Le mie linee sono così graziose, il mio taglio genuino, e l’argento Le donerà.” Distratto, il Maestro passò a un vaso di bronzo, dalla  bocca ampia, basso e lucido come il vetro. “Qui, qui!” esclamò il vaso. “So di farcela; mettimi in mostra sul tavolo.” “Guardatemi,” gridò la coppa di cristallo fino. “La mia trasparenza rivela così bene ciò che contengo. Anche se sono fragile, La servirò con orgoglio, e so che sarò felice di abitare a casa Sua”. Poi il Maestro si avvicinò ad un vaso di legno, Lucido, intagliato e solido d’aspetto. “Mi usi pure, caro Maestro,” disse il vaso di legno.“Però preferirei se mi usasse per la frutta, non per il pane.” Infine il Maestro abbassò lo sguardo e notò un vaso di terracotta. Vuoto e spezzato, giaceva in terra. Il vaso non sperava  che il Maestro lo scegliesse per pulirlo, aggiustarlo, riempirlo e infine usarlo. “Ah! Questo è il vaso che speravo di trovare. Lo aggiusterò, per usarlo e farlo tutto Mio”. “Non ho bisogno di un vaso  fiero di sé, né di uno alto da usare come soprammobile, né di uno dalla bocca troppo grande e sguaiata, né di uno che mette in mostra ciò che contiene con tanto orgoglio, né di uno che crede di poter far tutto alla perfezione. Riempirò invece questo semplice vaso di terra  con la mia grandezza”. Poi delicatamente prese il vaso di terracotta, lo aggiustò, lo ripulì e quel giorno lo riempì. Gli sussurrò: “C’é lavoro per te. Devi solo riversare sugli altri come io faccio con te”.

Parola di Dio: Col. 1,9-14; Sal. 97; Lc. 5,1-11

 

1^ Lettura Col 1, 9-14

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi.

Fratelli, da quando abbiamo saputo vostre notizie, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la sua gloriosa potenza, per poter essere forti e pazienti in tutto; ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. E' lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. Parola di Dio

 

"NON CESSIAMO DI PREGARE PER VOI”. (Col. 1,9)

“So anch’io che sarebbe una bellissima cosa il pregare, ma dove lo trovo il tempo in mezzo alle tante cose e preoccupazioni quotidiane?” Stupisce nelle lettere di Paolo come, quest'uomo, così preso dallo zelo del suo apostolato trovi il tempo per pregare per tutte le comunità da lui fondate e per le persone da lui incontrate. "Quanto è difficile pregare: dopo un po' non so più che cosa dire e tutto diventa così monotono..." mi diceva una signora. Tutto diventa pesante e monotono quando ci dimentichiamo che stiamo dialogando con Dio grande, infinito, misericordioso, amoroso e quando ci dimentichiamo che la preghiera è portare noi stessi e anche tutti gli altri davanti a Dio; allora tutto diventa preghiera: una giornata di lavoro come una gita in barca, l'incontro con una persona, il litigio con tuo marito, quel missionario che tu aiuti ma che sta facendo il missionario anche per te, quella famiglia che sai in difficoltà, la tua comunità parrocchiale. Non è questione di diventare "persone che parlano troppo" e non è neppure il caso di fare "il giornale radio" al Signore che conosce tutto bisogna anche saper ascoltare, ma basta avere fantasia e amore e troverai il tempo per la preghiera ed essa non sarà monotona.

 

 

VENERDI’ 2 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Licinio; San Giusto di Lione.

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI, SIGNORE, DI VIVERE CON TE LA GRANDE AVVENTURA DELLA FEDE.

 

Hanno detto: La fede nasce nella calma dello spirito, nella contemplazione e nel lavoro. (Gandhi)

Saggezza popolare: Per chi ha fede non c’è pianto senza speranza.

Un aneddoto: Tutti parlavano del religioso che aveva perso la vita in una missione suicida. Sebbene al monastero nessuno approvasse l’azione di quell’uomo, qualcuno disse che ne ammirava la fede. “Fede?”, disse il maestro. “Bhé, ha avuto il coraggio delle sue convinzioni”. “Quello era fanatismo, non fede. La fede richiede un coraggio ancora maggiore: riesaminare le proprie convinzioni e rifiutarle se non corrispondo ai fatti”.

Parola di Dio: Col. 1,15-20; Sal. 99; Lc. 5,33-39

 

Vangelo Lc 5, 33-39

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: "I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono". Gesù rispose: "Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno". Diceva loro anche una parabola: "Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono! ". Parola del Signore

 

“NESSUNO METTE VINO NUOVO IN OTRI VECCHI”. (Lc. 5,37)

Che cosa vuol dire vivere la novità del Vangelo? Qualcuno pensa che basti rinnovare qualche preghiera, aggiornare magari qualche norma morale (“tenendo conto dei tempi che cambiano”). Tutti noi di una certa età abbiamo battuto le mani quando Papa Giovanni ha indetto un Concilio Ecumenico e leggendo i documenti dei Padri conciliari abbiamo forse anche scoperto una Chiesa nuova, ma poi spesso ci siamo accontentati di avere la liturgia in italiano e non più in latino, di leggere forse qualche pagina in più della Bibbia (magari senza capirla troppo), di ricevere la Comunione in mano invece che in bocca… e il resto? Tutto più o meno come prima. Siamo tutti degli ottimi pompieri: il Vangelo è una fiammata di novità e noi con una innaffiata di tradizioni lo spegniamo subito perché non ci comprometta troppo. Gesù non dice che le tradizioni le pratiche di ascesi non vadano bene, a Gesù importa la novità che ci deve essere dietro. Una casa diroccata, anche se dipinta con colori sgargianti certo sembrerà più bella, più pulita, ma sempre diroccata rimane o, per stare all’esempio di Gesù, la botte vecchia le cui doghe non son più ben unite o indebolite dal tempo, davanti all’effervescenza del vino nuovo, non ce la fa e si perde botte e vino. Un cristiano che non si lasci “trasportare dove lo Spirito vuole” sarà magari un religioso osservante ma di certo non uno che ha accolto Cristo nella sua totale novità. Dobbiamo lasciarci cambiare dentro. Dobbiamo svecchiare non solo le formule, ma il cuore, dobbiamo fare pulizia non per aver spazio per accumulare altro, ma per essere liberi e leggeri per seguire il Cristo come veri discepoli rinnovati totalmente da Lui.

 

 

SABATO 3 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gregorio Magno; Santa Phoebe.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE NULLA POSSIAMO, SIGNORE

 

Hanno detto: Per me il perdono è il tentativo di compiere un gesto che Dio compie continuamente nei nostri confronti. (Maria Fida Moro)

Saggezza popolare: E’ vano perdonare se non sai dimenticare.

Un aneddoto: Un signore di una settantina d’anni viaggiava in treno e aveva al suo fianco un giovane universitario che leggeva un libro di scienze. Il signore, a sua volta, leggeva un libro dalla copertina scura. Il giovane capì che si trattava della Bibbia. Senza alcuna cerimonia il giovane interruppe la lettura dell’anziano e domandò: “Lei crede ancora in questo libro pieno di favole e superstizioni?”. “Sì, ma non è un libro di superstizioni. È la Parola di Dio. Sto sbagliando?”. Rispose il giovane: “Ma è chiaro che sta sbagliando!  Credo che lei dovrebbe studiare  la Storia Universale. Vedrebbe che la Rivoluzione Francese mostrò la miopia della religione”. Soltanto le persone senza coltura credono ancora che Dio abbia creato il mondo in sei giorni.  Lei dovrebbe conoscere un po’ più quello che i nostri scienziati pensano e dicono su tutto questo. “Ah, così”, esclamò l’anziano. “E che pensano e dicono  i nostri scienziati della Bibbia?”. “Bene”, rispose l’universitario, mentre si preparava a scendere dal treno, “ora mi manca il tempo, ma  mi lasci il suo biglietto che le invierò il materiale a mezzo posta con la massima urgenza”. L’anziano allora aprì la tasca interna del cappotto e diede il suo biglietto al giovane universitario. Quando il giovane lesse quanto stava scritto, scese a testa bassa arrossendo di vergogna. Nel biglietto c’era scritto: “Professore Dottore Louis Pasteur, Direttore Generale dell’Istituto di Ricerche Scientifiche dell’Università Nazionale di Francia”. “Poca scienza ci allontana da Dio. Molta ci avvicina”.

Parola di Dio: Col. 1,21-23; Sal. 53; Lc. 6,1-5

 

1^ Lettura Col 1, 21-23

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi

Fratelli, anche voi, che un tempo eravate stranieri e nemici con la mente intenta alle opere cattive che facevate, ma ora Dio vi ha riconciliati per mezzo della morte del corpo di carne di Cristo, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto: purché restiate fondati e fermi nella fede e non vi lasciate allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunziato ad ogni creatura sotto il cielo e di cui io, Paolo, sono diventato ministro. Parola di Dio

 

SPERANZA PROMESSA NEL VANGELO CHE AVETE ASCOLTATO”. (Col. 1,23)

Quante volte vorremmo essere diversi da quello che siamo. Non ci piace il nostro carattere, siamo disgustati dalle reazioni negative che abbiamo in certe circostanze, ci vergogniamo dei sentimenti che possiamo provare verso certe persone. Se noi, in questi momenti di profonda sincerità, ci vediamo in modo così negativo, immaginate che spettacolo dobbiamo offrire agli occhi di un Dio perfetto e santo. Eppure questo Dio ci ama ugualmente e invece di giudicarci e condannarci, ci offre la via di uscita: la rigenerazione, la nuova nascita, diventare nuove creature. Questa possibilità l’abbiamo leggendo e prendendo sul serio la Parola di Dio, scritta nella Bibbia, incarnata in Gesù Cristo.

 

 

DOMENICA 4 SETTEMBRE: 23^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosalia; San Gilberto.

Una scheggia di preghiera:

 

FAMMI VEDERE, SIGNORE, LE PICCOLI OCCASIONI PER UN AMORE SINCERO.

 

Hanno detto: Non insegnate mai ai fanciulli nulla di cui non siate voi stessi assolutamente sicuri. Meglio che essi ignorino mille verità che mettere in cuor loro una sola menzogna. (Ruskin)

Saggezza popolare: La saetta, gira gira, torna addosso a chi la tira.

Un aneddoto: Una madre domandò al Maestro quando avrebbe dovuto iniziare a educare la figlia. “Quanti anni ha la bambina?”, domandò a sua volta il maestro. “Cinque” “Cinque! Corri a casa! Sei già in ritardo di cinque anni!”.

Parola di Dio: Ez. 33,1.7-9; Sal. 94; Rm. 13,8-10; Mt. 18,15-20

 

2^Lettura Rm 13, 8-10

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso.

L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore. Parola di Dio

 

“L’AMORE NON FA NESSUN MALE AL  PROSSIMO”. (Rm. 13,10)

La parola “amore” mi ha sempre attratto e spaventato. Mi attrae perché è l’unico senso della vita. E’ triste una per­sona non amata ed altrettanto triste chi, almeno in certi momenti, non prova amore. Mi spaventa però perché gli uomini spesso riescono a camuffare l’amore con i loro interessi, e mi spaventa se guardo a me stesso perché non so se sono capace ad amare come vorrebbe Gesù: Amare Dio con tutto il cuore; amare il prossimo come se stessi; amare i propri nemici. Allora mi consola la frase di S. Paolo perché mi è più vicina, più abbordabile: l’amore comincia da qualcosa di concreto, comincia dal non fare male, poi proseguirà nel fare il bene e poi nel voler bene. Posso allora cominciare dal primo scalino. Non fare male significa cominciare a chiedermi se le mie parole, le scelte, le azioni non sono in qualche modo di danno al mio prossimo, ad esempio se mi piace far battute, sono sicuro che qualcuna di queste non intristisca un mio familiare? Se nella mia azienda faccio una scelta economica valida per me, tengo conto dei posti di lavoro dei miei operai? Se guido in un certo modo, tengo conto della difficoltà in cui metto gli altri?... Forse non sarò capace di amare piena­mente, ma da queste cose concrete posso cominciare.

 

 

LUNEDI’ 5 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vittorino; San Lorenzo Giustiniani.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE, PER I DONI CHE FAI AI MIEI FRATELLI.

 

Hanno detto: Finché siamo pellegrini sulla terra, alla nostra allegria si oppone solo il peccato. (San Filippo Neri)

Saggezza popolare: Chi non sa fare i fatti suoi, peggio sa fare quelli degli altri.

Un aneddoto: Un gruppo di venditori furono ad un Convegno di Vendita. Tutti avevano promesso alle proprie spose che sarebbero arrivati in tempo per la cena il venerdì sera. Senza dubbio, il convegno  terminò un po’ tardi,  e arrivarono in ritardo all’aeroporto. Entrarono tutti con i loro biglietti e portafogli, correndo tra i corridoi dell’aeroporto.  All’improvviso, e senza volerlo, uno dei venditori inciampò in un banco che aveva un cesto di mele.  Le mele caddero e si sparsero per terra . Senza trattenersi, né guardando indietro, i venditori continuarono a correre, e riuscirono a salire sull’aereo. Tutti meno uno. Quest’ultimo si trattenne, respirò a fondo,  e sperimentò un sentimento di compassione per la padrona del banco di mele.  Disse ai suoi amici di continuare senza di lui e chiese ad uno di loro che all’arrivo chiamasse sua moglie e le spiegasse che sarebbe arrivato con un altro volo più tardi. Dopo tornò al Terminal e si trovò con tutte le mele sparse a terra. La sorpresa fu enorme, quando si rese conto che la padrona delle mele era una bambina cieca. La trovò piangendo, con grandi lacrime che scorrevano  sulle sue guance.  Toccava il pavimento, cercando, invano, di raccogliere le mele,  mentre moltitudini di persone passavano senza fermarsi; senza che gliene importasse niente dell’accaduto. L’uomo inginocchiatosi con lei, mise le mele  nella cesta e l’aiutò a montare di nuovo il banco. Mentre lo faceva, si rese conto che molte cadendo si erano rovinate. Le prese e le mise nella cesta. Quando terminò, tirò fuori il portafoglio e disse alla bambina: “Prendi, per favore, questi cento euro per il danno che abbiamo fatto”. “Tu stai bene?” Lei, piangendo, annuì con la testa. Lui continuò dicendole: “Spero di non aver rovinato la tua giornata". Il venditore cominciò ad allontanarsi e la bambina gridò: "Signore..." Lui si fermò e si girò a guardare i suoi occhi ciechi. Lei continuò: “Sei tu Gesù...?”

Parola di Dio: Col. 1,24-2,3; Sal. 61; Lc. 6,6-11

 

Vangelo Lc 6, 6-11

Dal vangelo secondo Luca

Un sabato, Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Alzati e mettiti nel mezzo!". L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. Poi Gesù disse loro: "Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?". E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: "Stendi la mano!". Egli lo fece e la mano guarì. Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. Parola del Signore

 

“I FARISEI FURONO PIENI DI RABBIA E DISCUTEVANO FRA LORO PER QUELLO CHE AVREBBERO POTUTO FARE A GESU’”. (Lc. 6,11)

Il Vangelo di oggi ci parla della guarigione di un uomo che aveva la mano rattrappita.  Lui era un malato, ma la figura delle mani rattrappite, chiuse indicano spesso l’avarizia, la grettezza di cuore. E questa è tipica dei farisei. Ma mentre Gesù può operare la guarigione della mano malata, Gesù non può guarire il cuore rattrappito di questi fanatici osservanti della legge. La rabbia degli scribi e dei farisei nella sinagoga è dovuta alla loro incapacità di vedere nell’opera di Gesù l’opera stessa di Dio. Stanno a recriminare la non osservanza di un precetto e non riescono a lodare Dio per un uomo guarito da Gesù. Quando la fede non è più un rapporto d’amore diventa solo osservanza di leggi, commercio (se osservo quel comandamento, merito un premio), oppure diventa un dimenticarci dei fratelli e si arriva all’assurdo di pensare che per una legge religiosa un malato debba rimanere tale, quando non amiamo veramente, questo rischio c’è anche per noi! Quando il nostro cuore non sa più commuoversi davanti al dolore di un altro, quando non sentiamo la gioia per il bene che qualcuno ha ricevuto, quando solo il calcolo conta per noi, diventiamo inguaribili. Neanche Gesù può nulla con un cuore rattrappito, chiuso in se stesso.

 

 

MARTEDI’ 6 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Frontignano d’Alba; San Benedetto da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE DEI TUOI SACRAMENTI E DI TUTTI I CATECHISTI E TESTIMONI CHE CI HAI DATO.

 

Hanno detto: E’ già un gran male non fare il bene. (San Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Per troppo sapere l’uomo la sbaglia.

Un aneddoto: “Come spiega il maestro il male del mondo?” domandò un visitatore. Un discepolo rispose: “Non lo spiega. E’ troppo occupato a far qualcosa per contrastarlo”.

Parola di Dio: Col. 2,6-15; Sal. 144; Lc. 6,12-19

 

1^ Lettura Col 2, 6-15

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi

Fratelli, camminate nel Signore Gesù Cristo, come l'avete ricevuto, ben radicati e fondati in lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, abbondando nell'azione di grazie. Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. E' in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza, di lui cioè che è il capo di ogni Principato e di ogni Potestà. In lui voi siete stati anche circoncisi, di una circoncisione però non fatta da mano di uomo, mediante la spogliazione del nostro corpo di carne, ma della vera circoncisione di Cristo. Con lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati e per la circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; avendo privato della loro forza i Principati e le Potestà ne ha fatto pubblico spettacolo dietro al corteo trionfale di Cristo. Parola di Dio

 

“CON LUI INFATTI SIETE STATI SEPOLTI INSIEME NEL BATTESIMO, IN LUI SIETE STATI INSIEME RISUSCITATI PER LA FEDE NELLA POTENZA DI DIO, CHE LO HA RISUSCITATO DAI MORTI”. (Col. 2,12)

I primi battisteri cristiani erano del­le vere e proprie vasche. Colui che stava per essere battezzato scendeva degli scalini per immergersi e poi risaliva, dall’altra parte, attraverso altri scalini, per emergere. Tutto questo succedeva non a caso, voleva essere la rappresentazione visiva di ciò che nel battesimo accade. Uniti a Cristo Salvatore, morto e risorto, i battezzati muoiono con Lui al male e al peccato per rinascere con Lui nella sua risurrezione a vita nuova. Quasi tutti noi non ricordiamo il giorno del nostro battesimo. Ci è stato dato mentre eravamo piccoli, per la fede della Chiesa e dei nostri genitori. Ma il battesimo è un sacramento di Gesù e quindi “funziona”. Ogni giorno siamo chiamati a morire con Cristo. Morire al male, scegliendo il bene, morire all’egoismo per scegliere gli altri, morire nella testimonianza del Vangelo, magari essendo presi in giro per aver manifestato la nostra fede, ma siamo chiamati anche a risorgere con Lui alla speranza della vita eterna, al sorriso che conforta, all’ottimismo di Dio che dà sempre speranza, alla gioia che illumina il buio della tristezza.

 

 

MERCOLEDI’ 7 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Grato d’Aosta; San Chiaffredo di Saluzzo.

Una scheggia di preghiera:SIGNORE,

 

CHI SA QUALI GRANDI COSE VUOI FARE IN  ME OGGI!

 

Hanno detto: "La libertà come la carità deve innanzitutto cominciare da casa propria". (James Bryant Conant)

Saggezza popolare: Il sarto fa il mantello secondo il panno.

Un aneddoto: Un giorno in cui parlava della moderna tecnologia, il maestro raccontò di un suo amico, che voleva incoraggiare nei figli l’amore per la musica. Perciò comprò loro un pianoforte. Quando tornò a casa quella sera, li trovò che contemplavano il piano perplessi. “Ma come si accende?”, gli domandarono.

Parola di Dio: Col. 3,1-11; Sal. 144; Lc. 6, 20-26

 

1^ Lettura Col 3, 1-11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria. Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, cose tutte che attirano l'ira di Dio su coloro che disobbediscono. Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti. Parola di Dio

 

"PENSATE ALLE COSE DI LASSU’ E NON A QUELLE DELLA TERRA". (Col. 3,3)

Davanti a questa frase qualcuno ha subito gridato: "Ecco l'alienazione, ecco la religione oppio che con la scusa del paradiso fa dimenticare le realtà della terra". Nulla di più errato: la religione che ha un Dio che addirittura diventa storia, si incarna può essere la religione dell'alienazione dell'uomo? La religione che pone sullo stesso piano l'amore di Dio e quello del prossimo non può allontanare dalla realtà del quotidiano, anzi ci immerge in esso perché solo nei quotidiano si trova Dio. S. Paolo allora che cosa vuol dire? Vuol dirci: "cammina nella realtà, ma non legarti ai valori o pseudo valori che finiscono (infatti farà degli esempi: fornicazione, passioni, desideri cattivi, avarizia.. ) porta invece per te e per i tuoi fratelli i valori che non muoiono (amore, perdono, misericordia, pace, giustizia...) che sono la manifestazione stessa di Dio al mondo".

 

 

GIOVEDI’ 8 SETTEMBRE: NATIVITA’ DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ugo di Volterra; Beato Federico Ozanam.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, MADRE DEL ‘SI’, DONACI L’ENTUSIASMO  DEL SERVIZIO.

 

Hanno detto:

Ricordatevi spesso che non siamo della terra. Abbiamo un’altra missione da compiere: quella di salvarci l’anima e di dare il buon esempio a tutti. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: La pancia piena non crede a quella vuota.

Un aneddoto: Il Rosario contro la tentazione. Padre Pio non ha tenuto il Santo Rosario a riposo. Al contrario, l'ha adoperato giorno e notte, in ogni sorta di lotte contro il nemico. Quando era giovane sacerdote, a S. Giovanni Rotondo, dormiva con i ragazzi del seminario, in un angolo del dormitorio, dietro una tendina. Una notte, uno dei ragazzi sentì un brutto rumore di ferri che si contorcevano e di gemiti soffocanti di P. Pio che supplicava: Madonna mia, aiutami! Al mattino il ragazzo andò al letto di P. Pio e vide i ferri della tendina tutti contorti. Al pomeriggio, durante la ricreazione, i ragazzi chiesero con insistenza a P. Pio il perché di quei ferri contorti e dei gemiti notturni. P. Pio alla fine li accontentò, per insegnare loro la necessità della preghiera e la forza del Rosario contro il nemico. Cosa era successo? Uno dei ragazzi, assalito da tentazione impura, aveva invocato P. Pio, suo Padre Spirituale. Padre Pio si era messo subito in aiuto, recitando il Rosario. Il nemico, vistosi battuto, scaricò la sua rabbia su P. Pio, assalendolo furiosamente.

Parola di Dio nella festa della Natività di Maria: Mi. 5,1-4 opp. Rom. 8, 28-30; Sal.86; Mt. 1,1-16.18-23

 

1^ Lettura Rm 8, 28-30

Dalla lettera ai Romani

Fratelli, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di Israele. Egli starà là e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore suo Dio. Abiteranno sicuri perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra e tale sarà la pace. Parola di Dio

 

"QUELLI CHE EGLI DA SEMPRE HA CONOSCIUTO LI HA ANCHE PREDESTINATI PER ESSERE CONFORMI ALL'IMMAGINE DEL FIGLIO SUO". (Rom. 8,29)

Pensando alla festa di oggi me la sono sempre immaginata come festa per l'umanità ma anche per Dio. E' vero, ogni nascita è una festa ma che nasca Colei che sarà la Madre di Dio sulla terra non può non essere motivo di gioia per ogni uomo: -Dio non si è dimenticato di noi. - Egli ha un progetto di amore continuo nei nostri confronti. -Egli sceglie una di noi per diventare Uno di noi. E immagino anche la gioia di Dio, lo sguardo di Dio che si posa sulla sua creatura: "Ecco, finalmente, una creatura come la volevo io! Una che si fiderà totalmente di me, una che mi si offrirà tutta per poter ricevere il Dono più bello, una che sa chiedere, una che parla poco ma che sa contemplare, una che gioisce, soffre con il Dio-Uomo, che gioisce e soffre con amore. Una disposta ad accettare fino in fondo il messaggio mio e di mio Figlio, una che non solo compatisce la povertà dell'umanità, ma se ne fa carico…" E lo sguardo di Dio, innamorato, si posa su Maria, la Donna del 'sì' e in essa vede come potrebbe diventare ogni creatura purché accetti fino in fondo il dono della misericordia di Suo Figlio.

 

 

VENERDI’ 9 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Osanna; San Pietro Claver.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI A GUARDARE CON ONESTA’ A ME STESSO.

 

Hanno detto: La bestemmia attira la maledizione sulla casa e, come dice il proverbio, distrugge anche la cenere del focolare. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Chi ha più giudizio, più ne adopri.

Un aneddoto: IL SUO ANGELO. Quando Padre Pio era un giovane sacerdote scriveva al suo confessore dicendo: "la notte ancora al chiudersi degli occhi, vedo abbassarsi il velo ed aprirmisi dinanzi il Paradiso. E allietato da questa visione, dormo con un sorriso di dolce beatitudine sulle labbra e con una perfetta calma sulla fronte aspettando che il piccolo compagno della mia infanzia venga a svegliarmi e così sciogliere insieme le lodi mattutine al diletto dei nostri cuori".

Parola di Dio: 1Tm. 1,1-2.12-14; Sal. 15; Lc. 6,39-42

 

Vangelo Lc 6, 39-42

dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: "Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello ". Parola del Signore

 

“PERCHE’ GUARDI LA PAGLIUZZA CHE E’ NELL’OCCHIO DI TUO FRATELLO, E NON TI ACCORGI DELLA TRAVE CHE È NEL TUO?”. (Lc. 6,41)

Attraverso la concretezza di questa immagine, Gesù ci invita a saper guardare con lucidità a noi stessi: “Voi che diffidate del prossimo, voi che criticate così facilmente i vostri superiori o i vostri fratelli.., guardate con onestà al fondo della vostra vita... Aprite gli occhi su voi stessi. Voi che vedete così facilmente i difetti della Chiesa, dei preti, dei cristiani che non la pensano come voi su certi punti, sappiate anche, almeno qualche volta, ritrovare i vostri difetti. Come sarebbe più vivibile la vita se noi fossimo più esigenti con noi stessi che con gli altri, se noi applicassimo a noi stessi tutti quei buoni consigli che generosamente propiniamo agli altri. Non avete mai notato che è sempre a causa degli altri che tutto va male?: se il Governo facesse cosi..., se i sindacati non avessero fatto quello..., se il mio sposo fosse cosi..., se i preti facessero meglio il loro lavoro.

 

 

SABATO 10 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agabio di Novara; San Nicola da Tolentino.

Una scheggia di preghiera:

 

RICORDAMI, SIGNORE CHE SOLO CON ONESTA’ COERENZA E FATICA VIEN SU LA MIA CASA

 

Hanno detto: La bontà non solo non rigetta le anime pentite, ma va in cerca delle anime ostinate. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Non c’è così esperto aratore che talora non faccia il solco storto.

Un aneddoto: IL SUO DOLORE ASSORBE IL DOLORE. Una signora raccontava: " La mattina del 6 gennaio 1955, mentre ero in chiesa alla Santa Messa, insieme a mio marito, la nostra bambina di due anni e mezzo, che era rimasta a casa con i nonni e uno zio, cadde in una caldaia di acqua bollente. Riportò una scottatura di terzo grado all'addome e nella regione posteriore. Subito supplicai Padre Pio di aiutarci, di salvare la bambina. Il medico, venuto un'ora e mezzo dopo la chiamata consigliò di portarla in ospedale perché temeva che morisse. Non dette pertanto nessun medicamento. Uscito il medico io cominciai ad invocare Padre Pio. Mentre mi stavo preparando per andare in ospedale, era quasi mezzogiorno, la mia bambina che era rimasta sola nella sua cameretta, mi chiamò: "Mamma, la bua non c'è l'ho più"; "Chi te l'ha presa?" - chiesi incuriosita. E lei mi rispose: "E' venuto Padre Pio. Mi ha messo la bua della sua mano sopra la mia". Nel corpo della bambina, che per il medico era cotta, non c'erano nemmeno le tracce di scottature.

Parola di Dio: 1Tm. 1,15-17; Sal. 112; Lc. 6,43-49

 

Vangelo Lc 6, 43-49

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande". Parola del Signore

 

“CHI ASCOLTA E NON METTE IN PRATICA E’ SIMILE AD UN UOMO CHE HA COSTRUITO UNA CASA SULLA TERRA, SENZA FONDAMENTA. IL FIUME LA INVESTI’ E SUBITO CROLLO’, E LA ROVINA DI QUELLA CASA FU GRANDE”. (Lc.6,49)

“Ho perso la fede!”. Quante volte ho incontrato persone che sono venute a dirmi proprio questo. Il più delle volte sarebbe stato istintivo rispondere: “Guarda che non hai perso proprio niente. Non si perde una cosa che non si ha”. “Ma io andavo in chiesa, ho fatto fare la Comunione a mia figlia, sono andato in pellegrinaggio da Papa Giovanni e da Padre Pio… ma, adesso, siccome Dio non mi ha concesso quella grazia, siccome la chiesa ha preso quella posizione, siccome non mi piace il parroco…ho perso la fede!”. Spesso la casa della fede l’abbiamo costruita sulla sabbia e sulle apparenze della fede. Faccio qualche esempio per capirci meglio, ma ciascuno di noi cerchi di applicare a se stesso: spesso si ha la pretesa di essere cristiani solo perché si è nati in una famiglia di tradizione cristiana; spesso si pensa alla fede come ad una ics che si mette su un questionario che ti dà due possibilità: Dio c’è o non c’è (e in ogni caso è meglio scegliere Dio c’è, perché non c’è niente da perdere, e se, poi, ci fosse davvero?); ancora, si fa consistere la fede nelle apparenze del religioso e allora si fa una terribile confusione perché: sono cristiano perché vado a Messa, perché appartengo al tal gruppo, perché voto il tal partito, perché faccio salotto su cose religiose, perché seguo il tal prete o il tal teologo… E la casa viene su in fretta ed esternamente bella (gli orpelli del religioso hanno sempre saputo abbellire e indorare tutto lungo la storia), ma, e le fondamenta? In tutta la casa c’è Gesù Cristo? Non quello parlato, ma quello incontrato con fatica, quello che non sempre è così immediato, quello che è così diverso dai miei schemi, quello che invece di tranquillizzarmi mi scombina la vita. E, ci sono le opere della fede? Non le Messe per obbligo, le offerte deducibili fatte alla Chiesa, le elemosine sbandierate e sussiegose, ma le scelte di verità, di giustizia, di carità vera che si sporca le mani, che dona se stessi. Se mancano quelle due fondamenta, il bel castello della ‘fede’ starà su solo fino alla prima botta, al primo colpo di vento, al primo fiume che straripa.

 

 

DOMENICA 11 SETTEMBRE: 24^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Emiliano; Sant’Agatone di Scete.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU’, IL LIMITE E’ IL MASSIMO

 

Hanno detto: Tienti sempre stretta alla Chiesa cattolica, perché ella sola ti può dare la pace, perché essa sola possiede Gesù sacramentato, che è il vero principe della pace. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Dove stringe la scarpa lo sa solo chi ce l’ha nel piede.

Un aneddoto: IMPOSTORE? Una signora racconta: "Volli partecipare anche io ad un viaggio organizzato per San Giovanni Rotondo allo scopo di conoscere ed avvicinare Padre Pio. Era l'anno 1961. Nel pullman un signore, a voce alta, ad un tratto disse: "Mia moglie ha voluto che l'accompagnassi da questo "impostore". Il riferimento al caro Padre era evidente. Ebbi una stretta al cuore per quell'insulto. Quando fummo a San Giovanni Rotondo, ci recammo subito in chiesa per partecipare alla Santa Messa. Al termine Padre Pio passò tra i pellegrini. Giunto vicino a noi, si fermò proprio di fronte a quel signore che nel pullman aveva detto male di lui e disse: "Venga qui, lei" Venga da questo impostore". L'uomo impallidì, si inginocchiò e, balbettando, riuscì a dire soltanto: "Perdonatemi, Padre! Perdonatemi!", Padre Pio allora gli mise una mano sulla testa e, benedicendolo, aggiunse: "Alzati, ti perdono".

Parola di Dio: Sir. 27,33-28,9; Sal. 102; Rm. 14,7-9; Mt. 18-21-35

 

Vangelo Mt 18, 21-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro gli si avvicinò e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello". Parola del Signore

 

“NON TI DICO FINO A SETTE VOLTE, MA FINO A SETTANTA VOLTE SETTE”. (Mt 18,22).

Quando già facciamo lo sforzo di mostrarci molto generosi, Dio ci smantella benevolmente ogni presunzione di fare i buoni! Al buon Pietro sembrava di presentarsi già con un ottimo biglietto da visita (“vedi, Signore, potrei addirittura essere disponibile a perdonare il fratello che sbaglia più di quanto dovrei...”), ma Cristo pare non accontentarsi di quel limite quantitativo che farebbe molto comodo (= arrivati a perdonare il numero di volte stabilito, saremmo autorizzati a non sentirci più in dovere di AMARE OLTRE...). Al bisogno di porre dei valori massimi al di là dei quali diventa lecito non spingersi, Dio contrappone un atteggiamento diverso, basato su una misericordia e su una larghezza di vedute capaci di abbattere qualsiasi ambiguità del tipo “in questo caso DEVO proprio perdonare?” Ecco perché i maestri dello spirito raccomandano di esaminarci a fondo su questo ambito: il perdono costituisce una sorta di prova del nove di come siamo disposti a vivere concretamente la nostra fede. E’ relativamente facile “dire” la fede e soprattutto l’amore quando nei rapporti personali va tutto bene; è assai più faticoso “vivere” la fede e l’amore quando qualcuno ci pesta i piedi e neppure si scusa di averlo fatto! Se teniamo conto che questo accade tutti i giorni e che anche noi stessi siamo spesso causa di disagi vari (voluti o inconsapevoli) per altre persone, la necessità di gettare alle ortiche i nostri strumenti di misura della bontà, della benevolenza, del perdono, della gratuità diventa essenziale. Una domanda che non ha più significato per il cristiano è proprio questa: “dove sono autorizzato a non amare più il fratello?”.

 

 

LUNEDI’ 12 SETTEMBRE: SANTO NOME DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Silvino; San Defendente.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, NON SONO DEGNO CHE TU VENGA IN CASA MIA, MA DI’ UNA SOLA PAROLA E SARO’ SALVATO.

 

Hanno detto: Io non posso patire il criticare e il dir male dei fratelli. E’ vero, a volte mi diverto a punzecchiarli, ma la mormorazione mi mette nausea. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Lo scherzo deve avere denti d’agnello, non di cane.

Un aneddoto: INTERCESSIONE PER I DEFUNTI. Quest'altro episodio venne raccontato da Padre Pio a Padre Anastasio. "Una sera, mentre, solo, ero in coro a pregare, sentii il fruscio di un abito e vidi un giovane frate trafficare all'altare maggiore, come se spolverasse i candelabri e sistemasse i portafiori. Convinto che a riordinare l'altare fosse fra Leone, poiché era l'ora della cena, mi accosto alla balaustra e gli dico: "Fra Leone, vai a cenare, non è tempo di spolverare e aggiustare l'altare". Ma una voce, che non era quella di Fra Leone mi risponde": "Non sono fra Leone", "e chi sei?", chiedo io. "Sono un vostro confratello che qui fece il noviziato. L'ubbidienza mi dette l'incarico di tenere pulito e ordinato l'altare maggiore durante l'anno di prova. Purtroppo più volte mancai di rispetto a Gesù sacramentato passando davanti all'altare senza riverire il Santissimo conservato nel tabernacolo. Per questa grave mancanza, sono ancora in Purgatorio. Ora il Signore, nella sua infinita bontà, mi manda da voi perché siate voi a stabilire fino a quando dovrò soffrire in quelle fiamme di amore. Mi raccomando..." - " Io credendo di essere generoso verso quell'anima sofferente, esclamai: "vi starai fino a domattina alla Messa conventuale". Quell'anima urlò: "Crudele! Poi cacciò un grido e spari". Quel grido lamento mi produsse una ferita al cuore che ho sentito e sentirò tutta la vita. Io che per delega divina avrei potuto mandare quell'anima immediatamente in Paradiso, la condannai a rimanere un'altra notte nelle fiamme del Purgatorio".

Parola di Dio: 1Tm 2,1-8; Sal. 27; Lc. 7,1-10

 

Vangelo Lc 7, 1-10

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: "Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga". Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: "Signore, non stare a disturbarti, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa questo, ed egli lo fa". All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Parola del Signore

 

“IO VI DICO CHE NEANCHE IN ISRAELE HO TROVATO UNA FEDE COSÌ GRANDE”. (Lc. 7,9)

Gesù porta ad esempio per la fede un centurione romano. C’erano i pii farisei, garanti della fede ufficiale, c’erano i sadducei, i dottori della legge, i Sommi sacerdoti e i sacerdoti, i rabbini, è Lui va prendere e propone ad esempio proprio un occupante romano, un soldato, un esecutore del potere civile, uno straniero, un pagano! Pensate che scandalo per allora e per oggi: provate a pensare ad un parroco (poveretto lui!) che lasciando da parte i benpensanti, i benefattori, i vescovi e i dicasteri curiali, i teologi alla moda, i membri del consiglio pastorale e quelli degli affari economici, presentasse come modello di fede magari uno etichettato miscredente, appartenente ad un partito non gradito, magari pure un po’ rivoluzionario? Eppure questo centurione che forse non conosceva neanche le radici della fede ebraica, che certamente non conosce Gesù, ne ha solo sentito parlare, invece di approfittare del suo ruolo è uno che “si interessa al popolo”, è uno che ha aiutato la costruzione della sinagoga, è una persona che sa chiedere  e che motiva le sue richieste in modo umano corretto e rispettoso, è uno che ama il suo servo e non lo tratta affatto da schiavo anche se ha una precisa idea di ciò che vuol dire comandare e ubbidire. E sono anche felice che la Chiesa cattolica abbia preso proprio le parole di questo centurione e ce le faccia ripetere prima di accostarci all’Eucaristia. Se davvero le facciamo nostre, queste parole esprimono il giusto atteggiamento davanti al mistero e al dono di quel Pane. Noi non siamo degni che Gesù venga ad abitare in noi. Prima di tutto non siamo degni perché come può la nostra piccola umanità accogliere in se stessa la divinità? Anche il più grande santo o il più grande mistico è indegna dimora del Dio Creatore, Salvatore, Onnipotente. Per un ebreo, entrare in casa di un pagano era contaminarsi; a noi, ad entrare in Comunione con Gesù, sembra quasi di contaminare Lui. Poi non siamo degni anche perché siamo peccatori, incapaci di vivere con equilibrio, con decisione, con costanza la sua parola, egoisti incapaci di amore… E allora? Non andremo più a fare la Comunione, ci priveremo del pane del cammino a causa della nostra indegnità? Ricordiamoci sempre che se noi siamo indegni e abbiamo quasi timore di accostarci a Gesù, è invece Lui che vuole venire a noi. La distanza tra noi e Lui non siamo noi a superarla, è Lui a venirci incontro, è Lui che ci chiede di fare memoria di quanto ha fatto per noi per entrare in comunione di salvezza con Lui. Ricevere il pane della vita significa infatti essere salvati senza alcun merito da parte nostra, ma unicamente attraverso la Grazia che ci viene donata. Ripetere la frase del centurione prima di accostarci all’Eucaristia, è allora constatare, con umiltà e quindi con verità che noi non solo non abbiamo nessun merito per ricevere Gesù, ma è anche riconoscenza assoluta per Colui che ci ama e ci salva “mentre siamo peccatori” e diventa anche il momento in cui, come il centurione, abbiamo il coraggio di chiedere e sul suo amore siamo anche certi che Lui in qualche modo ci ascolterà.

 

 

MARTEDI’ 13 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Crisostomo; San Maurilio.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO FA’ DISCERNIMENTO IN NOI E ATTORNO A NOI.

 

Hanno detto:

Molti sono quelli che soffrono, ma pochi sono quelli che sanno ben soffrire. La sofferenza è un dono di Dio, beato chi ne sa trarre profitto. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Chi perde il suo maestro non perde la sua scienza.

Un aneddoto: L’ABITO NON FA IL MONACO. Un giorno una signore vestito in “principe di Galles” e tanto di cravatta al collo se ne stava in sacrestia con gli altri uomini in attesa dell’arrivo di Padre Pio. Era proprio in prima fila. Padre Pio appena scortolo gli disse: “Reverendo, siete venuto “travestito”, ma non dovete vergognarvi di venirmi a trovare, la prossima volta tornate vestito da prete”.

Parola di Dio: 1Tim. 3, 1-13; Sal. 100; Lc. 7, 11-27

 

Vangelo Lc 7, 11-27

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!". E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Giovinetto, dico a te, alzati!". Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo". La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!». Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto. Parola del Signore

 

“CHE COSA SIETE ANDATI A VEDERE NEL DESERTO?”. (Lc. 7,24)

“Padre, deve venirci anche lei! Siamo in tanti, ci sono anche tanti sacerdoti e tantissime suore... Quell’uomo fa veramente miracoli!”. Oggi nel deserto della vita e dei valori, sfuroreggiano personaggi che “compiono miracoli”, gruppi che alzando le mani gridano forte i loro “Amen” e i loro “Alleluia”, che radunano nuove masse... Sarà vero, guai a noi se spegnessimo lo Spirito che soffia dove vuole ma con Gesù per distinguere la verità dal fenomeno da baraccone, chiediamoci: chi andiamo a vedere? Qualcuno che ci indica la strada verso Gesù? Qualcuno che non pensa a se stesso, alle sue morbide vesti? Qualcuno che segue la Parola o le mode del tempo? Qualcuno che si lascia piegare dal vento o dalle sottili trame del potere? Giovanni grida nel deserto di Giuda e nella città del potere di Erode, degli scribi e dei farisei. Giovanni testimo­nia con la sua vita. Giovanni non parla di sé, è voce”. Giovanni non fonda una nuova setta di intransigenti, ma porta a Gesù.

 

 

MERCOLEDI’ 14 SETTEMBRE: ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Tra i santi ricordati oggi: San Cornelio; Santa Placilla.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ AIUTACI A TRASFORMARE LE CROCI IN AMORE.

 

Hanno detto: Tieni per fermo che quanto più crescono gli assalti del nemico, tanto più Dio è vicino all’anima. Pensa e compenetrati bene di questa grande e confortante verità. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: La scimmia resta tale anche se vestita di seta.

Un aneddoto: LE BRACCIA ALZATE. Frate Daniele raccontava che un signore aveva una zia che era guarita per intercessione di Padre Pio. La zia di questo signore, molto tempo prima, si era ammalata di tumore. La madre dell'uomo, che era la sorella della zia, inviò un telegramma a Padre Pio per chiedere il suo aiuto ed ebbe questa risposta: "Pregherò per vostra sorella affinché il Signore la guarisca. Starò con le braccia alzate, perché Egli ci ascolti.". Il telegramma di risposta fu messo sotto il cuscino e dopo un poco la malata riaprì gli occhi, come se tornasse da un altro mondo, dicendo: "E' venuto un frate cappuccino e mi ha detto: "Alzati che sei guarita". Le fecero vedere una foto di Padre Pio ed ella riconobbe il suo benefattore. La zia ritornò in salute e ricominciò anche i lavori nell'orto.

Parola di Dio nella festa dell’esaltazione della Croce: Nm. 21,4-9;Sal.77; Fil 2,6-11; Gv. 3,13-17

 

2^ Lettura Fil 2, 6-11

Dalla lettera ai Filippesi

Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. Parola di Dio

 

“CRISTO GESU’, APPARSO IN FORMA UMANA, UMILIO’ SE STESSO FACENDOSI OBBEDIENTE FINO ALLA MORTE E ALLA MORTE DI CROCE”. (Fil.. 2,8)

Esaltare la croce, uno strumento di sofferenza e di morte, sembra la cosa più assurda che ci possa essere. Noi la croce non la esaltiamo per la cattiveria che manifesta, per la sofferenza che procura, per la morte sua diretta conseguenza, ma perché per noi è segno di amore, di donazione, di salvezza; la esaltiamo perché Gesù, il Figlio di Dio, la assume e la trasforma. Così pure il cristiano non esalta “le croci” della vita, né quelle “casuali” , ne quelle volute a causa propria o peggio ancora quelle poste sulle spalle di altri, ma in Cristo le trasforma, le offre come dono d’amore, si fa cireneo nel portare quelle altrui. Quando nel Padre Nostro diciamo “liberaci dal male”, chiediamo pure di essere liberati dalle croci, ma affidandoci al Padre chiediamo anche che non vadano sprecate e insieme a quelle di Cristo diventino fonte di salvezza.

 

 

GIOVEDI’ 15 SETTEMBRE: BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

Tra i santi ricordati oggi: San Nicomede; Sant’Emilio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, VINCI LA MIA PAURA: FA’ CHE NON MI TIRI INDIETRO

 

Hanno detto: Siate amante e praticante della semplicità e dell'umiltà, e non vi curate dei giudizi del mondo, perché se questo mondo non avesse nulla da dire contro di noi, non saremmo veri servi di Dio. (San Pio da Pietrelcina)                 

Saggezza popolare: Da piccola scintilla può nascere gran fuoco.

Un aneddoto: LEGGE I PECCATI. L'autista di un automezzo che trasportava turisti in gita nel Gargano era nella sagrestia in attesa di ripartire allorché giunse Padre Pio. L'autista che era in mezzo al gruppo di una decina di persone già confessate, venne additato da Padre Pio che gli disse: "Figliolo, tu non domandi nemmeno una benedizione?" L'autista, sorpreso, usci dal gruppo e si inginocchiò per ricevere la benedizione, ma Padre Pio anziché benedirlo gli domandò: "Ebbene cosa hai fatto?" - "Niente Padre, non ho fatto niente, mi sono confessato due ore fa a Monte Sant'Angelo e ho preso anche la Messa con i turisti che accompagno". "E dopo?" "Ho acquistato degli oggetti di pietà". "No, non sono state le sante immagini a farti bestemmiare ma quelle cose dolci...". L'autista allibito, si rammentò che dopo la Messa aveva bestemmiato perché il numero dei croccanti acquistati risultò essere inferiore a quello desiderato e richiesto dai turisti. Mortificato tentò di dire qualcosa, ma Padre Pio, trattolo in disparte, glielo impedì dicendo: "Non basta: per la strada, nel venire a San Giovanni Rotondo, hai inveito e offeso un carrettiere che non manteneva la destra". L'autista, che aveva risposto di non aver fatto niente, cominciò, confuso, a recitare l'atto di dolore".

Parola di Dio nella festa dell’Addolorata: Eb. 5,7-9; Sal. 30; Gv. 19,25-27; opp. Lc. 2,33-35

 

Vangelo Gv 19, 25-27

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quell'ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Parola del Signore

 

"STAVA PRESSO LA CROCE DI GESU', SUA MADRE". (Gv.19,25)

La festa di oggi, attraverso Maria che con-patisce la croce di Gesù ci permette di continuare quella contemplazione della croce che abbiamo iniziato ieri. Quali sono le grandi opere che Maria ha fatto? Nulla di trascendentale, ma Maria c'era. Maria, ovvero Colei che si è fatta trovare perché è lì e partecipa. Infatti ai piedi della croce Maria non è una figura decorativa, espressione dei buoni sentimenti pietistici umani. E' lì perché corredentrice. Il suo dolore non è figura, è dolore vero, concreto, da infarto, di una madre che vede morire il proprio Figlio in una maniera terribilmente atroce; Lei vede il frutto del suo grembo piagato, distorto, tumefatto, grondante sangue; ogni ferita del Figlio è ferita della Madre; è il dolore di una donna di fede che grida come suo Figlio al Padre: ".. se possibile.." e che non sente risposta; "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?", e prova il silenzio di Dio. E' il dolore di una donna che ha vissuto il mistero di un figlio, il Figlio di Dio e vede suo figlio e il suo Dio in croce, impotente. E' colei che ha sentito e vissuto la predicazione del Figlio, che ha partecipato alla vita dei primi amici di suo Figlio ed ora li vede dispersi. E' Colei a cui vien chiesto di farsi carico, come figli, di coloro che stanno facendo morire in croce suo Figlio per i quali anche lei deve pregare come Gesù: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno". Maria, tu non hai fatto nulla, ma c'eri. Io rischio di voler far molto, ma di non esserci. Voglio servire il Signore, organizzo, parlo, discuto nel suo nome ma poi, sparisco volentieri quando quella croce da pezzo di arredamento di una casa o di una chiesa diventa croce reale, letto di ospedale, tradimento subito, abbandono… Maria, Tu ci sei ancora, alla croce di tuo Figlio e alle croci dei tuoi figli, e il tuo dolore si rinnova ogni volta… sembra che non fai niente, come quel giorno, eppure fai più di tutti, perché tu ci sei e noi, come Gesù in quel momento, abbiamo bisogno soprattutto della tua presenza.

 

 

VENERDI’ 16 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Cipriano; Sant’Eufemia.

Una scheggia di preghiera:

 

DA OGNI SCHIAVITU’, LIBERACI O SIGNORE!

 

Hanno detto: Quando il diavolo si agita vuol dire che non è contento. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Quando gli sciocchi vanno al mercato i furbi fanno buoni affari.

Un aneddoto: LEGGEVA NEL PENSIERO Era la seconda volta che Teresa vedeva il Padre. Dopo la confessione si mise nel corridoio del chiostro per potergli baciare la mano al suo passaggio. Quando arrivò padre Pio, non si fermò alla sua altezza e non stese la mano da cui Lei voleva essere toccata. Teresa ci rimase male e nel suo cuore si lamentò di questo. Il Santo tornò indietro e paternamente burbero le disse. “E baciala, prima che ti do una botta sul muso”.

Parola di Dio: 1Tim 6,2-12; Sal. 48; Lc. 8,1-3

 

1^ Lettura 1 Tm 6, 2-12

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo

Carissimo, questo devi insegnare e raccomandare. Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina secondo la pietà, costui è accecato dall'orgoglio, non comprende nulla ed è preso dalla febbre di cavilli e di questioni oziose. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la pietà come fonte di guadagno. Certo, la pietà è un grande guadagno, congiunta però a moderazione! Infatti non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo. Al contrario coloro che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e perdizione. L'attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori. Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose; tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni. Parola di Dio

 

“L'ATTACCAMENTO AL DENARO E’ LA RADICE DI TUTTI I MALI.” (1Tm.6,10)

Nella Bibbia e anche nel Nuovo Testamento, i beni della terra non sono visti come un male in sé ma il vero male sta nel fidarsi unicamente di essi e quindi nel perdere la fiducia in Dio e nel rendere il rapporto con gli altri non più guidato dall'amore ma condizionato dal dare ed avere: faccio alcuni esempi: "Non voglio altri figli perché costano: se avessi un altro figlio dovrei rinunciare all'accantonare i soldi per la macchina nuova e per le vacanze all'estero" "Stai dietro a tuo zio, non durerà più molto, fagli un po' di moine e vedrai che bella eredità..." Quante forme di schiavitù intorno al denaro e intorno alle cose! Invece è così bello usare del denaro (tanto o poco che ne hai) per le necessità proprie e altrui con libertà sapendo che Dio è gratuità e potendo guardare il tuo prossimo in faccia, per quello che è e non per gli zeri del suo conto in banca.

 

 

SABATO 17 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Roberto Bellarmino; Santa Arianna,martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE PER L’ABBONDANZA DEL TUO SEME.

 

Hanno detto: Non bisogna fare un processo a chi ti chiede la carità, anche se chi chiede e non merita. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Chi d’altrui parlar vorrà, guardi a se stesso e tacerà.

Un aneddoto: LEVITAZIONE. Ecco il racconto di Padre Ascanio: "Attendiamo che Padre Pio venga a confessare, la sagrestia è gremita e tutti hanno gli occhi fissi sulla porta dalla quale deve entrare il Padre. La porta non si apre, ma io, improvvisamente, vedo Padre Pio che camminando al di sopra delle teste dei fedeli raggiunge il confessionale e vi scompare. Dopo qualche secondo inizia ad ascoltare i penitenti.  Non dico nulla, penso di travedere, ma quando lo incontro non posso fare a meno di chiedergli: "Padre Pio, come si cammina sopra alle teste della gente?" Questa la sua spiritosa risposta: "T'assicuro, figlio mio, proprio come sopra un mattonato...".

Parola di Dio: 1Tim. 6,13-16; Sal. 99; Lc. 8,4-15

 

Vangelo Lc 8, 4-15

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: "Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto". Detto questo, esclamò: "Chi ha orecchi per intendere, intenda!". I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: "A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perché vedendo non vedano e udendo non intendano. Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza. Parola del Signore

 

“IL SEME CADUTO SULLA TERRA BUONA SONO COLORO CHE DOPO AVER ASCOLTATO LA PAROLA CON CUORE BUONO E PERFETTO, LA CUSTODISCONO E PRODUCONO FRUTTO CON LA LORO PERSEVERANZA”. (Lc. 8,15)

Ecco la strada per essere il buon terreno:

1) Ascoltare la parola: si può ascoltare distrattamente, si può far finta di ascoltare, si può ascoltare con desiderio di incontrare e di conoscere;

2) con cuore buono e perfetto: si può ascoltare con le orecchie, ma è necessario ascoltare con il cuore; se quella parola si ferma alla superficie sarà spazzata via. Se ti accorgi che quella parola è detta da un amico, cominci ad aprirgli il cuore.

3) Custodire la parola: averla dentro in ogni occasione; essere capaci di attingere a questa parola in ogni necessità;

4) Producono frutto: la parola deve tornare a Dio recando il frutto per cui Lui l’ha mandata. Un seme che non produce frutto è un seme perso.

5) Con perseveranza. La perseveranza è condita di fiducia nella parola, in Dio, in noi stessi. La perseveranza è il coraggio di sperare anche se non si vedono risultati immediati. La perseveranza è mettere in atto la propria volontà non lasciandoci spaventare dalle nostre debolezze e insuccessi.

 

 

DOMENICA 18 SETTEMBRE: 25^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Lamberto; San Giovanni Macias.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO DELLA VITA, GRAZIE

 

Hanno detto: E' molto felice colui al quale bastano poche cose per vivere. (Palingerio)

Saggezza popolare: Chi dice il suo segreto, vende la sua libertà.

Un aneddoto: Un uomo poverissimo e il suo bambino incontrarono alcuni uomini che stavano seppellendo un cadavere. “Dove lo portano quel morto”, chiese il bambino. “In un posto dove c’è niente da mangiare e da bere. In un posto dove non c’è di che coprirsi, da scaldarsi, né tappeti, né stuoie. “Allora è sicuramente casa nostra”, disse il bambino.

Parola di Dio: Is. 55,6-9; Sal. 144; Fil. 1,20-24.27; Mt. 20,1-6

 

2^ Lettura Fil 1, 20-27

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d'aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede, perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi. Soltanto però comportatevi da cittadini degni del vangelo, perché nel caso che io venga e vi veda o che di lontano senta parlare di voi, sappia che state saldi in un solo spirito e che combattete unanimi per la fede del vangelo. Parola di Dio

 

"DA UNA PARTE DESIDERO DI ESSERE SCIOLTO DAL CORPO PER ESSERE CON CRISTO, IL CHE SAREBBE ASSAI MEGLIO; D'ALTRA PARTE E' PIU' NECESSARIO PER VOI CHE IO RIMANGA NELLA CARNE". (Fil. 1,23-24)

Pur essendo le tre letture di questa domenica tutte ricche di spunti di riflessione, mi fermo con voi su questa frase della seconda lettura perché è Paolo che parla di sé in una situazione tutta particolare: è stato arrestato per la sua fede e rischia di essere condannato e morire; allora si chiede: è meglio morire martire per potersi riunire al Cristo vivente e glorioso o continuare a vivere per servirlo sulla terra nei fratelli? Qualcuno dice: "Meglio la morte che il peccato", qualcuno accusa i  cristiani come persone che "parlano di paradiso ma hanno paura di andarci". Io ho una parente tanto cara che continuamente dice: "Che cosa ci faccio ancora in vita, io? Il Signore venisse a prendermi!", ma appena c'è qualche piccolo bubù è disposta a far la fortuna di cento medici… Non mi stupiscono questi atteggiamenti e non mi sembrano neppure contrari alla fede. Io amo la vita. Non posso non amarla. Se non la amassi farei un affronto e bestemmierei contro Colui che ne è l'autore e che me l'ha donata. Io cerco tutto ciò che la vita può donarmi in salute, gioia, bellezza. So anche che c'è una vita ancora più bella di questa perché è la vita in Dio, autore di ogni vita. Questa vita eterna non avrà più limiti umani, e io spero di arrivarci, e sono disposto a fare della strada per arrivarci, anzi, uso del tempo di questa vita per prepararmi ad entrare nell'altra. Non dico come certi santi: "Brutta terra, bel paradiso", dico: "Bel paradiso che nella sua bontà Dio mi darà dopo aver ben vissuto su questa terra" (ricordiamoci che suicidio ed eutanasia sono ancora peccato, cioè offesa al progetto di Dio). E c'è anche un passaggio che mi fa paura non tanto per mancanza di fede ma perché fisicamente fa paura ed è la morte e la sofferenza che normalmente si lega ad essa. Anche Gesù che pur aveva detto: "C'è un battesimo che devo ricevere e spero di ricevere in fretta", davanti al pensiero della croce e della sua morte su di essa, suda sangue e si sente debole nella sua volontà umana. Concludendo, penso che noi cristiani dovremmo essere grati e gioiosi per la vita, quella che ci vien data e che ci auguriamo buona, piena, spesa bene, e quella che ci viene promessa come totale comunione con la Vita stessa. Ci aiuti solo il Signore a non sprecare questi doni e a saper passare anche attraverso i momenti di buio per poter giungere alla luce adesso e poi.

 

 

LUNEDI’ 19 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Gennaro;Sant’Abbone di Metz.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E’ LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.

 

Hanno detto: Chi non è contento di quello che ha non sarebbe neppur soddisfatto di quello che vorrebbe avere. (B. Auerbach)

Saggezza popolare: Il campo dell’accidia è pieno di ortiche.

Un aneddoto: Un pescatore riuscì a liberare un genio da una lampada che si era impigliata nella sua rete. Il genio gli disse la famosa frase: “Esprimi tre desideri e io li esaudirò. Qual è il primo?”. Il pescatore, dopo aver pensato un po’ disse: “Vorrei che tu mi rendessi intelligente abbastanza da poter fare una scelta perfetta per i due desideri seguenti”. “Concesso, disse il genio. E adesso quali sono gli altri due desideri?” Il pescatore tornò a pensarci un attimo e rispose: “Grazie. Non desidero altro”.

Parola di Dio: Esd. 1,1-6 Sal. 125; Lc. 8,16-18

 

Vangelo Lc 8, 16-18

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere". Parola del Signore

 

"NON C'E' NULLA DI NASCOSTO CHE NON DEBBA ESSERE MANIFESTATO, NULLA DI SEGRETO CHE NON DEBBA ESSERE CONOSCIUTO E VENIRE IN PIENA LUCE". (Lc. 8,17)

Continuamente nei Vangeli troviamo parole di Gesù che invitano alla chiarezza, alla limpidezza o, per dirla con un termine di moda in questi anni, alla trasparenza. La nostra fede è luce e la luce illumina, non nasconde. Gesù è venuto sulla terra per mostrarci il volto di Dio e non per nasconderlo. La fede che Gesù richiede da noi non è una fede da 'iniziati', è la fede dei semplici che, con tutti i loro limiti, si affidano; la preghiera non è la successione di formule magiche che armonizzate secondo un determinato rituale danno un potere, è il rapporto che ciascuno può avere con il suo Dio; la Bibbia, la Parola di Dio non è un libro chiuso, riservato ad una casta sacerdotale che ha doni particolari per interpretare, per manifestare e nascondere, è il libro della storia di amore tra Dio e il suo popolo. Quanto sono assurde le 'religioni' che rifacendosi a Gesù sono 'religioni per iniziati', piene di ritualismi, di simbolismi e formulari (che sono veri e propri paganesimi), di caste dotate o meno di poteri. E quanto è assurdo che cristiani, "per rispettare la Bibbia" l'abbiano tenuta nascosta al popolo cui è indirizzata. Quanto è assurdo pregare in lingue sconosciute alle masse solo per attorniare maggiormente di un alone di mistero la religione e renderla quindi più potente perché fondata sulla paura e quanto è per lo meno strano ricorrere a formulari specifici per ottenere benedizioni e per cacciare diavoli. E' vero, Dio è mistero, è più grande di noi; noi non comprendiamo tutto di Lui, della sua volontà, delle leggi della sua natura, ma Gesù è la luce che illumina ogni uomo: la luce e le ombre che ne derivano ci danno l'immagine nella sua totalità.

 

 

MARTEDI’ 20 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Kim,Paolo Chong e compagni; Santa Susanna.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, GESU’ CI SALVA.

 

Hanno detto:

In casa comportatevi con dolcezza, sia verso i parenti, sia verso i dipendenti, perché alle volte quelli che sono angeli fuori, sono diavoli in casa. (San Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Chi per questi mari va, questi pesci piglia.

Un aneddoto: Un anziano, in punto di morte chiamò i suoi tre figli e disse loro: “Non posso dividere in tre parti i miei averi: Per ciascuno di voi sarebbe troppo poco. Tutto quello che posseggo ho deciso di lasciarlo in eredità a chi di voi si dimostrerà il più abile, il più intelligente. Vale a dire al figlio migliore. Per ciascuno di voi ho messo sul tavolo una moneta. Prendetela. Chi con questa moneta comprerà di che riempire la capanna, avrà tutto”. I figli si allontanarono. Il primo comprò della paglia ma riuscì a riempire la capanna solo a metà. Il secondo comprò sacchi di piume, ma neppure lui riuscì a riempire la capanna. Il terzo figlio – che ebbe l’eredità – comprò solo una piccola cosa. Una candela. Aspettò che si facesse notte, accese la candela e riempì di luce la capanna.

Parola di Dio: Esd. 6,7-8.12.14-20; Sal. 121; Lc. 8,19-21

 

Vangelo Lc 8, 19-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: "Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti". Ma egli rispose: "Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica". Parola del Signore

 

“MIA MADRE E I MIEI FRATELLI SONO COLORO CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA METTONO IN PRATICA.” (Lc. 8,21)

Ammetto che mi crea un certo senso di fastidio o per lo meno di imbarazzo, sentirmi chiamare “Padre”, come i termini “fratello e “sorella” usati fuori della famiglia mi sanno di piccole chiese o di conventi. Eppure Gesù (che pure ha invitato a non farsi chiamare “Padre”, “perché uno solo è il Padre vostro celeste) ha creato una nuova parentela non più dettata da vincoli di sangue ma unicamente fondata sull’ascolto e la pratica della sua parola. Con questo Gesù pur non ripudiando la Madre e parenti, prende le distanze da qualunque legame il vincolo di parentela possa creargli ed afferma nell’aderire a Lui l’unico modo di entrare in legame con Dio, un legame questo talmente stretto che supera ogni vincolo umano e ci fa diventare talmente simili a lui che “chi ascolta voi, ascolta me e chi mi ha mandato”.

 

 

MERCOLEDI’ 21 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Matteo; San Gerolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA MIA ROCCIA, IL MIO SCUDO, LA MIA DIFESA.

 

Hanno detto: Un'anima si misura dalle dimensioni dei suoi desideri, come si giudica una cattedrale dall'altezza dei suoi campanili. (Gustave Flaubert)

Saggezza popolare: A lavar la testa all’asino si perde tempo e sapone.

Un aneddoto: C’era una volta, in mezzo ad un campo di grano, uno spaventapasseri. Faceva molto bene quello che il suo nome significava, anche perché fra le braccia gli era stato messo un bastone che sembrava un fucile. Era molto superbo e pensava di non aver bisogno di niente e di nessuno. Guardava dall’alto in basso le spighe che gli dondolavano attorno, mosse dolcemente dalla brezza della sera. “Vedete”, diceva loro, “ come faccio bene il mio mestiere, allontanando da voi i passeri che vorrebbero rubarvi il tesoro dei vostri chicchi di grano? È vero che non esiste uno spaventapasseri più bello e più bravo di me?”. Ma le spighe si voltavano ridendo sotto i baffi senza rispondere. Un giorno una colomba incuriosita andò a posarsi sul braccio del fucile. Il nostro eroe le chiese: “È vero che non hai mai visto uno spaventapasseri più bello e più bravo di me?”. La colomba gli rispose: “È vero, come spaventapasseri, sei veramente bello. Chi ti ha costruito ha fatto un vero capolavoro!”. Furibondo lo spaventapasseri le gridò: “Io non debbo niente a nessuno! Se sono il migliore e il più bello è perché sono diventato così senza l’aiuto di nessuno!”. La colomba, per nulla intimorita, mentre spiccava il volo, gli sussurrò all’orecchio: “Dovresti invece essere riconoscente al tuo costruttore e cantare senza fine le sue lodi”. Un giorno il padrone stava lavorando nel campo sotto un sole cocente e avendo dimenticato a casa il cappello, prese quello che aveva messo allo spaventapasseri. La moglie del padrone, che era rimasta senza zucche per la cena, si ricordò che per fare lo spaventapasseri, aveva usato una zucca come testa, e andò a prenderla per cucinarla. Venne anche il figlio maggiore e si riprese la vecchia divisa da militare, perché quella sera doveva fare una recita. Così il nostro eroe che credeva di non dover niente a nessuno, si rese conto che tutto quello che era lo doveva a chi l’aveva costruito.

Parola di Dio: Ef. 4,1-7.11-13; Sal. 18; Mt. 9,9-13

 

1^ Lettura Ef 4, 1-7. 11-13

Dalla lettera agli Efesini

Fratelli, vi esorto io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. Ma che significa la parola "ascese", se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose. E’ lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo. Parola di Dio

 

“UNA SOLA E’ LA SPERANZA A CUI SIETE STATI CHIAMATI, QUELLA DELLA VOSTRA VOCAZIONE”. (Ef. 4,4)

Gesù è venuto a portare la salvezza a tutti gli uomini. Ma essa giunge a noi attraverso una vocazione particolare. Matteo, chiamato a seguire Gesù, mentre era al suo tavolo di cambiavalute, ricorderà per tutta la vita questo momento che gli ha cambiato l’esistenza, che gli ha fatto incontrare la misericordia di Dio. Così per ognuno di noi ci sono chiamate particolari, quelle essenziali: battesimo, matrimonio, paternità e maternità, sacerdozio... e quelle individuali: perdono, servizio, carità... Gesù non dice molte parole a Matteo, gli dice solo “Seguimi” e anche a noi Gesù non dice altro. La chiamata alla salvezza, in qualunque tempo e luogo ci colga, comincia di lì: andare dietro a Gesù. Poi Lui a seconda delle nostre caratteristiche, se abbiamo costanza di seguirlo ogni giorno, ci porterà dove vorrà, illuminandoci con il suo Spirito affinché possiamo rispondergli al meglio.

 

 

GIOVEDI’ 22 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Maurizio; San Costanzo; Sant’Ignazio da Santhià.

Una scheggia di preghiera:

 

CHE IO TI VEDA CON GLI OCCHI, CON LA MENTE E CON IL CUORE.

 

Hanno detto: E’ assurdo pregare al mattino e passare il resto della giornata come un barbaro. (A. Carrel)

Saggezza popolare: Chi semina spine, non vada scalzo.

Un aneddoto: Un uomo si presentò ad un venerabile maestro e gli chiese: “Se devo invocare il nome del Budda Amida e, per un colpo di sonno, trascuro invece di farlo, come superare questo ostacolo?” “Semplicissimo”, gli rispose il maestro. “Invoca il nome di Amida quando ti sarai svegliato”.

Parola di Dio: Ag. 1,1-8; Sal. 149; Lc. 9,7-9

 

Vangelo Lc 9, 7-9

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: "Giovanni è risuscitato dai morti", altri: "E' apparso Elia", e altri ancora: "E' risorto uno degli antichi profeti". Ma Erode diceva: "Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?". E cercava di vederlo. Parola del Signore

 

“ERODE CERCAVA DI VEDERLO”. (Lc. 9,9)

Erode aveva avuto nella sua vita molte occasioni per vedere la volontà di Dio su di lui. Il fatto stesso di essere re lo inseriva direttamente nell’alleanza tra Dio e il suo popolo. Giovanni Bat­tista gli aveva parlato a nome di Dio, ma lui per paura di una donna lo aveva fatto uccidere. Ora sente parlare di Gesù, dei suoi miracoli, ma, anche in questo caso, il suo interesse si ferma alla curiosità, al desiderio di facile miracolismo. Nella nostra società ci sono tanti Erodi alla ricerca di segni che però, spesso, degradano nella curiosità e nella superficialità. Provate a prendere in mano un quotidiano qualsiasi o un settimanale. Si può dire che non ci sia numero nel quale non si parli di Chiesa, di miracoli, di esoterismi vari. Ma l’interesse dov’è? Curiosità, fantastico, sensazionale, scandali... Sembra interessi di più un “miracolo di Padre Pio” che non la fede nel Dio in cui Padre Pio credeva. Interessa e incuriosisce di più il messaggio di qualche “veggente” che non il Regno di Dio annunciato nel Vangelo. Gesù passa anche oggi vicino a noi, ci parla, compie miracoli, ma se dalla cu­riosità non passiamo alla fede c’è il rischio di non incontrarlo, anzi, come è successo a Erode, di condannarlo.

 

 

VENERDI’ 23 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pio da Pietralcina; San Lino.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDE E VENERABILE IL TUO NOME IN MEZZO A NOI, SIGNORE.

 

Hanno detto: La natura è il trono esteriore della magnificenza divina. (Buffon)

Saggezza popolare: Chi due padroni ha da servire, ad uno ha da mentire.

Un aneddoto: Un maestro spirituale aveva parecchi discepoli ai quali, tutte le mattine, parlava della natura della bontà, della bellezza e dell’amore. Una mattina, mentre si apprestava a parlare, un uccello si posa sul davanzale della finestra e si mette a cantare. L’uccello canta per un po’ e poi scompare. Il maestro si alza e dice: “La conversazione di stamattina è terminata”.

Parola di Dio: Ag. 1,15-2,9; Sal. 42; Lc. 9,18-22

 

Vangelo Lc 9, 18-22

Dal vangelo secondo Luca.

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: "Chi sono io secondo la gente?". Essi risposero: "Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto". Allora domandò: "Ma voi chi dite che io sia?". Pietro, prendendo la parola, rispose: "Il Cristo di Dio". Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. "Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno ". Parola del Signore

 

“VOI CHI DITE CHE IO SIA?”. (Lc. 9,20)

Gesù pone la domanda fondamentale sulla sua persona in un momento di preghiera. Noi, spesso, portati ad essere persone di azione, dimentichiamo che Gesù, nella sua vita pubblica ha dedicato molto tempo alla preghiera, ha insegnato agli apostoli a pregare, ha fatto fare esperienza di preghiera con Lui. Anche nel Vangelo di oggi vediamo Gesù che vive una di queste esperienze di preghiera con i suoi amici. Sa che perché essi arrivino a riconoscerlo come Messia, Figlio di Dio, c’è bisogno del dono dello Spirito. La preghiera, infatti, non è soltanto dire delle parole a Dio, è entrare in comunione con Lui, è abbandonarsi con fiducia e accettare l’opera dello Spirito in noi. Infatti è solo con lo Spirito di Gesù che noi possiamo arrivare a dire: “Gesù è Signore”. Se prima di ogni azione o di ogni scelta importante della nostra vita imparassimo a incontrare Dio, non tanto perché con una serie di preghiere Lui ci risolve i problemi, quanto per lasciarci guidare dallo Spirito nella sua volontà, allora saremmo più sereni, più attenti, più propositivi nel nostro agire.

 

 

SABATO 24 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Stefania, San Gerardo di Casnad.

Una scheggia di preghiera:

 

CHE IO TI ACCOLGA INTERAMENTE NEL TUO MISTERO DI DIO E UOMO.

 

Hanno detto: La ricchezza si ammassa con pena, si conserva con inquietudine, si perde con dolore. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Un uomo veramente ricco è quello i cui figli gli corrono tra le braccia quando ha le mani vuote.

Un aneddoto: Un uomo che dell’oro aveva fatto la sua unica passione una mattina si vestì, si pettinò e corse al mercato. Giunto al tavolo di un cambiavalute, in un baleno si impadronì dell’oro che là si trovava e scappò via. Riacciuffato gli fu chiesto: “Come hai potuto appropriarti dell’oro, in pubblico?”. “In pubblico?”, disse l’uomo. “Quando mi sono impadronito dell’oro, non vedevo nessuno. Vedevo solo l’oro.”

Parola di Dio: Zc. 2,5-9.14-15; Cantico da Ger. 31,10-13; Lc. 9,43-45

 

Vangelo Lc 9, 43-45

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: "Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini". Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento. Parola del Signore

 

“MA ESSI NON COMPRENDEVANO”. (Lc. 9,45)

Questo Gesù che nel momento della gloria parla di sofferenza, di tradimento, di morte diventa incomprensibile. Come è incomprensibile il dolore quando siamo fatti per la gioia. “Perché il Signore non mi prende? Perché mi lascia ancora qui? A che cosa serve la mia sofferenza?” mi diceva una donna tutta rattrappita dai suoi molti mali. Quante volte il male diventa incomprensibile. “Ho fatto tutto perché mio figlio avesse una buona edu­cazione e poi le compagnie... Non capisco perché Dio permetta che qualcuno distrugge questo lavoro!” “Dio ha bisogno di preti e di preti santi, eppure quel buon prete che tanto faceva, sta morendo di cancro.’ Perché?!”. “Essi non comprendevano”... Anch’io, Signore, non comprendo; sono una testa dura; vedo la tua croce, credo alla resurrezione, so che Dio è un Padre buono, ma non comprendo!... Manda, o Gesù, il tuo Spirito...

 

 

DOMENICA 25 SETTEMBRE: 26^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa Coudrec; San Domenico in Soriano.

Una scheggia di preghiera:

 

AD OGNI UOMO OFFRI LA TUA SALVEZZA, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Non riesco ad immaginare migliore adorazione di Dio che lavorare in suo nome per i poveri, come poveri. (Gandhi)

Saggezza popolare: Il sole che nasce ha più adoratori di quello che tramonta.

Un aneddoto: Rabbi Mikhal, viveva in una povertà che sfiorava la miseria. Eppure sembrava sempre animato dalla gioia più viva. Uno dei suoi amici gli chiese: “Come fai a ringraziare il Signore ogni giorno dicendogli: Sii Benedetto Tu che provvedi ad ogni bisogno? Sei privo di tutto, fai fatica a sopravvivere!”

“Una cosa è certa, rispose il Rabbi. Quello di cui ho più bisogno è la povertà. Dio me la concede. Sia benedetto!”

Parola di Dio: Ez. 18,25-28; Sal 24; Fil. 2, 1-11; Mt. 21,28-32

 

2^ Lettura Fil 2, 1-11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi

Fratelli, se c'è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c'è conforto derivante dalla carità, se c'è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. Parola di Dio

 

“NON FATE NULLA PER SPIRITO DI RIVALITÀ O PER VANAGLORIA”. (Fil. 2,3)

Le lotte, le rivalità, le invidie sono sempre brutte e dolorose, ma è ancora peggio quando sorgono rivalità tra credenti. Sembra impossibile in quanto è Gesù che ha salvato tutti, è Lui l’unità, “lavoriamo” per lo stesso Regno, eppure capita di vedere cristiani invidiosi l’uno dell’altro, parrocchie gelose vicendevolmente, gruppi ecclesiali che fanno la lotta tra di loro, cristiani che vogliono sopravanzare altri cristiani, preti e vescovi che  combattono per il primo posto. Come possiamo testimoniare l’amore di Cristo se siamo divisi tra noi? Non dovremmo essere contenti, invece che gelosi, che Dio operi in qualche nostro fratello?

 

 

LUNEDI’ 26 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Cosma e Damiano;Sant’Eusebio di Verona.

Una scheggia di preghiera:

 

CONCORRA TUTTO ALLA TUA GLORIA, SIGNORE.

 

Hanno detto:

Il mio scopo di Papa nel presente Concilio è di far presente agli anziani che il mondo non è finito con loro e ai giovani che il mondo non è cominciato con loro. (Giovanni XXIII)

Saggezza popolare: Sopporta e non biasimare quello che non puoi cambiare.

Un aneddoto: Un uomo molto anziano va a farsi vistare dal medico. “Non ci sto più con la testa”, dice il vecchio. “la memoria vacilla, mi dimentico le cose”. “E’ l’età avanzata”, dice il medico. “S’indebolisce la vista”. “E’ perché sei vecchio”. “Ho forti dolori alla schiena. Ho ancora desideri ma non riesco più a soddisfarli”. “E’ la vecchiaia”. “Faccio fatica a digerire. Ho lo stomaco a pezzi. Quando respiro mi sento un’oppressione al petto”. “Alla tua età è più che normale!”. Tutt’a un tratto il vecchio si arrabbia: “Pezzo di cretino! Ma che vieni a raccontarmi! Sei più ignorante di un asino! Per ogni malattia Dio ha creato dei rimedi che tu, però, non conosci! Tutto quello che sai dirmi è che sono vecchio!”. “Ebbene sì!”, dice il medico. “Sei vecchio ed è per questo che vai su tutte le furie”.

Parola di Dio: Zc. 8,1-8; Sal. 101; Lc. 9, 46-50

 

Vangelo Lc 9, 46-50

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: "Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande". Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci". Ma Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi ". Parola del Signore

 

"MAESTRO, ABBIAMO VISTO UN TALE CHE SCACCIAVA I DEMONI NEL TUO NOME E GLIELO ABBIAMO IMPEDITO PERCHE' NON E' CON NOI, TRA I TUOI SEGUACI". (Lc. 9,49)

Continuiamo la riflessione di ieri. In tutti i campi c'è sempre il pericolo di dividere il mondo in due parti: noi, i nostri e gli altri; i buoni e i cattivi; quelli del nostro partito e i nemici; gli ebrei e i pagani; i cattolici e i protestanti; le destre e le sinistre… e tutto questo crea muri, divisioni, odi, ghetti… Quando Gesù dice: "Chi non è contro di voi è per voi", non fa del facile ecumenismo, non vuol farci cadere in un "Tutto va ben, signora la marchesa", ci invita solo a superare le divisioni di facciata, di nominalismo per riscoprire in verità chi sia il nemico e per saper valorizzare tutto ciò che unisce. Provo a fare qualche esempio in campo religioso: Tra noi, cristiani cattolici, ci sono tanti gruppi religiosi che nel loro modo di esprimersi hanno creato delle differenziazioni: Azione Cattolica, Comunione e Liberazione, Rinnovamento dello Spirito, Focolarini… Indubbiamente le spiritualità che guidano questi movimenti ed anche le scelte pratiche sono ben differenziate. Ma questi gruppi e movimenti sono un bene per la Chiesa o sono un ulteriore motivo di divisione? Certo, se ciascuno di questi gruppi dice: "La salvezza è solo da noi, gli altri sbagliano", ecco la divisione, il settarismo, il non correre più per amore di Gesù Cristo, ma perché: "L'ha detto il capo carismatico del gruppo". Se invece, nel rispetto vicendevole (e magari anche con una buona dose di autoironia), cerchiamo di recuperare ciò che ci accomuna, avremo offerto alla Chiesa una varietà di testimonianze e di servizi che arricchiscono invece di impoverire.

Per giungere a Dio ci sono tante strade. L'importante non è che camminiamo tutti sulla stessa strada, ma che tutti camminiamo nella Sua direzione.

 

 

MARTEDI’ 27 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Vincenzo de Paoli; Sant’Adolfo.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, POSSO ANDARE OVUNQUE.

 

Hanno detto: Se conosco Te, nessuno mi sarà estraneo. (Tagore)

Saggezza popolare: Il sospetto è il veleno dell’amicizia e dell’amore coniugale.

Un aneddoto: Un padre cercava di convincere il figlio dormiglione ad alzarsi presto la mattina. Gli diceva: “Vedi, è un ottima abitudine. Un giorno che mi ero alzato all’alba ho trovato un per strada un sacchetto di monete d’oro”. “Qualcuno l’aveva forse perso la sera prima”. “No,no!, disse il padre. La sera prima non era lì, altrimenti l’avrei notato tornando a casa.” “Allora”, disse il figlio,”chi aveva perso quell’oro si era alzato ancor prima di te. Vedi perciò che non è bene per tutti alzarsi presto la mattina!”.

Parola di Dio: Zc. 8,20-23; Sal. 86; Lc. 9,51-56

 

Vangelo Lc 9, 51-56

Dal vangelo secondo Luca

Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, Gesù si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: "Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?". Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio. Parola del Signore

 

“MENTRE STAVANO COMPIENDOSI I GIORNI IN CUI SAREBBE STATO TOLTO DAL MONDO, GESÙ SI DIRESSE DECISAMENTE VERSO GERUSALEMME”. (Lc. 9,51)

Gesù è un uomo deciso. Le sue scelte sono la volontà di Dio e l’amore per gli uomini. Sa che questo gli costerà caro ma lo accetta con decisione. Noi, troppo spesso, ci lasciamo paralizzare dall’incertezza, da]. timore di comprometterci, di rischiare, dalla paura... di aver coraggio. Magari abbiamo la velleità di certe scelte, compiamo qualche tentativo, ci buttiamo ma con il salvagente. Gesù ama le persone decise, non quelle fanatiche, intransigenti ma coloro che sono pronti a rischiare, a rompere con il passato, a giocare la propria vita per Lui. Non ci offre garanzie di beni, di successo, ci offre unicamente la sua persona.

 

 

MERCOLEDI’ 28 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Venceslao; San Lorenzo Ruiz e compagni.

Una scheggia di preghiera:

 

TU GESU’ DAI TUTTO MA CHIEDI ANCHE TUTTO.

 

Hanno detto: L'Eucarestia non ci unisce solo a Cristo, facendoci una cosa sola con Lui, ma ci unisce anche fra noi. (Cardinal Marco Cè)

Saggezza popolare: Si può dire quello che non si sa, ma non si può dare quello che non si ha.

Un aneddoto: In un giorno di festa in cui erano radunati una trentina di principi, una ladra rubò alcuni oggetti di valore e poi fuggì. Accortisi del fatti i principi si lanciarono al suo inseguimento. S’imbatterono nel Budda seduto sotto un albero e gli chiesero: “Hai visto passare una donna?”. “Perché la cercate”, chiese il Budda. Gli raccontarono del furto. Allora il Budda chiese loro: “Che cos’è meglio per voi: cercare la donna o cercare voi stessi?”. I principi allora si sedettero attorno a lui e ne ascoltarono l’insegnamento fino al tramonto, dimenticando la ladra.

Parola di Dio: Ne. 2,1-8; Sal. 136; Lc. 9,57-62

 

Vangelo Lc 9, 57-62

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre". Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio". Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa". Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio". Parola del Signore

 

“CHI PON MANO ALL’ARATRO E POI SI VOLGE INDIETRO NON È DEGNO DI ME”. (Lc. 9,62)

Un viaggiatore che arriva alla stazione “quasi” in orario,  è solo un minuto in ritardo ma  perde il treno.

Uno studente e “quasi” riuscito nel suo esame, gli manca un solo punto per raggiungere la sufficienza, ma è bocciato. Il generale che ha “quasi” vinto una battaglia, l’ha persa. In molti casi della vita il male è riparabile, ma in molti altri, il “quasi” crea l’irreparabile. Così è anche per la fede: non basta “quasi”credere  a Dio, credere che “quasi,quasi” Gesù è Figlio di Dio, “quasi” credere che, nonostante tutto devo anche amare il mio prossimo. Gesù è esigente: “Vieni e seguimi” e Pietro lasciate le reti Io seguì! Se diceva: “Quasi, quasi lo seguo” ma tergiversava con le sue reti, aveva perso l’incontro decisivo della sua 

 

 

GIOVEDI’ 29 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

Una scheggia di preghiera:

 

ANGELI DI DIO, PRESENTATE AL PADRE IL SACRIFICIO DI CRISTO PER NOI

 

Hanno detto: Fate le cose bene, poi lasciate che faccia Dio. (Sant’Antonio Maria Giannelli)

Saggezza popolare: Chi dà e toglie, il diavolo raccoglie.

Un aneddoto: Un guerriero fu ferito da una freccia durante un battaglia. Qualcuno voleva estrarre la freccia e curarlo. Ma egli pretese di sapere innanzitutto chi era l’arciere, che tipo d’uomo fosse e dove si fosse appostato per tirare. Volle conoscere anche la forma esatta dell’arco, che specie di corda fosse stata utilizzata. Mentre cercava di raccogliere tutti questi dati morì.

Parola di Dio nella festa dei Santi Arcangeli: Dn. 7,9-10.13-14 opp. Ap. 12.7-12; Sal 137; Gv. 1,47-51

 

Vangelo Gv 1, 47-51

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore

 

“VEDRETE IL CIELO APERTO E GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SUL FIGLIO DELL’UOMO”. (Gv. 1,51)

Come dice la lettera agli Ebrei, gli angeli sono “spiriti incaricati di un ministero, inviati per coloro che devono ereditare la salvezza”.

Oggi allora, non solo onoro questi tre Arcangeli per i compiti svolti nella storia della salvezza ma li considero  tre preziosi amici del cammino verso Dio, e li invoco per me e per la comunità cristiana. Invoco Gabriele perché porti a me nella giornata, la buona notizia del Vangelo e mi doni la semplicità e fedeltà di Maria per accoglierla, meditarla e metterla in pratica; lo invoco anche perché accompagni i missionari, i sacerdoti, i catechisti, i testimoni affinché continuino a portare al mondo la buona notizia di Gesù. Invoco Raffaele perché, come ha fatto con Tobia, mi prenda per mano e mi accompagni nel cammino di oggi, mi aiuti a districarmi in mezzo ai problemi che incontrerò, mi tenga in piedi quando incespico, mi rincuori quando non ho voglia di camminare per le strade del Vangelo. Lo invoco perché aiuti la Chiesa a guarire dalla cecità del pensare solo a se stessa e le conceda di vedere con gli occhi di Dio. Invoco Michele, che ha ricevuto da Dio il compito di combattere e vincere il diavolo e il male, perché mi faccia scudo e mi difenda nelle tentazioni, perché addestri le mie mani e la mia volontà a combattere ogni forma di male che incontrerò. Lo prego perché oggi il male non abbia la meglio nel mondo, perché il pessimismo non rattristi, perché le paure non immobilizzino, perché anche la morte odori di vita e di vittoria definitiva in Cristo. E chiedo a questo arcangeli  e anche agli angeli custodi di aiutare noi a diventare “angeli” di presenza dell’amore di Dio in mezzo al quotidiano.

 

 

VENERDI’ 30 SETTEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Girolamo; Sant’Amato di Nusco.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE DELLA TUA CHIAMATA AL SERVIZIO E ALLA GIOIA.

 

Hanno detto: Se ti prepari bene alla tua fine, la fine del mondo non ti recherà danno: lontana o vicina, non interessa saperlo. (San Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Chi dà per ricevere non dà nulla.

Un aneddoto: Un prete si sfogava col suo vescovo. Quanto bene in più avrebbe potuto fare per i poveri se non avesse dovuto impiegare tanto tempo ed energie per difendere il proprio lavoro da calunnie e incomprensioni! Il Vescovo ascoltò attentamente poi rispose con una sola frase: “Nessuno tira sassi ad alberi che non danno frutti”.

Parola di Dio: Bar. 1,15-22; Sal. 78; Lc. 10, 13-16

 

Vangelo Lc 10, 13-16

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse: "Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, gia da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo? Fino agli inferi sarai precipitata! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato". Parola del Signore

 

“CHI ASCOLTA VOI, ASCOLTA ME, CHI DISPREZZA VOI, DISPREZZA ME. E CHI DISPREZZA ME DISPREZZA COLUI CHE MI HA MANDATO”. (Lc. 10,16)

Gesù identifica a  sé i discepoli. Noi cristiani parliamo a nome di Gesù, agiamo a nome di Gesù, siamo la presenza di Gesù sulla terra. Qualcuno, giustamente potrebbe obbiettare: e gli errori, i peccati, i crimini commessi dai cristiani lungo i secoli sono anch’essi manifestazione dell’opera di Gesù?  Certamente no! Anzi essi ci dicono quale grande responsabilità abbiamo noi cristiani nei confronti dei nostri fratelli e della storia. Noi non siamo onnipotenti, invulnerabili all’errore e al peccato. Nessuno di noi deve far passare le proprie povertà come parola di Dio, però abbiamo la garanzia dello Spirito sul fatto che Gesù si serve di noi per continuare la sua opera di salvezza, e proprio per questo dobbiamo conformarci sempre più a Cristo. “Che cosa farebbe Gesù, se si trovasse oggi nella mia situazione?” è una domanda che dobbiamo farci sovente, e se anche non sempre e subito avremo una chiara risposta a questo interrogativo, avremo confrontato la nostra vita con la sua ed eviteremo almeno gli errori più grossi.

     
     
 

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