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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

LUGLIO 2011

 

 

 

VENERDI’ 1 LUGLIO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU’

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester, regina; San Nicasio Burgio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SACRO CUORE DI GESU’ IN TE MI RIFUGIO.

 

Hanno detto:

Questo è il grande segreto: avere Dio sempre presente. Vivere l’unione con Cristo in maniera abituale, continua, cuore a cuore, affetto ad affetto. (Beato Antonio Rosmini)

Saggezza popolare: E’ più facile fare le piaghe che sanarle.

Un aneddoto: I discepoli cercarono di farsi spiegare dal maestro le fasi che aveva attraversato alla ricerca del divino. Egli disse: “Prima di tutto Dio mi condusse per mano nel paese dell’Azione, dove rimasi per parecchi anni. Poi Egli ritornò e mi condusse nel paese del Dolore; vissi laggiù finché il mio cuore non fu del tutto purificato da ogni attaccamento sbagliato. Allora mi trovai nel paese dell’Amore le cui fiamme ardenti consumarono ogni più piccola traccia del mio ego, e potei giungere al paese del Silenzio, dove furono svelati davanti ai miei occhi pieni di sorpresa i misteri della vita e della morte”. “Fu quella l’ultima tappa della vostra ricerca?” “No, rispose il Maestro, un giorno Dio disse: “Oggi ti condurrò nel punto più sacro del tempio, nel cuore stesso di Dio, e mi trovai nel paese del Sorriso”

Parola di Dio: Dt. 7,6-11; Sal. 102; 1Gv. 4,7-16; Mt. 11,25-30

 

Vangelo Mt 11, 25-30

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo Gesù disse: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. Parola del Signore

 

"TI BENEDICO, O PADRE, PERCHE' HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E AGLI INTELLIGENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI". (Mt.11,25-26)

Leggendo questa frase sembra quasi di capire che a Dio, per insegnarci qualcosa, piaccia giocare. Gli intelligenti e i sapienti non sono dei citrulli. Le loro 'teste aguzze' sanno arrivare ai segreti del mondo, sanno anche arrampicarsi sulle più alte vette della teologia, ma rischiano il fiasco completo perché proprio là dove vorrebbero comprendere i segreti più profondi del creato o del creatore non trovano granché, e questo non perché non ci sia una risposta, ma perché Dio l'ha nascosta. Ma perché questo gioco? Dio non rispetta quell'intelligenza che ci ha donato e che ci dice di usare? E' un Dio dispettoso? Tutt'altro. E' il Dio libero che non si lascia imprigionare da nessuno: pensate a quanti hanno cercato 'l'esclusiva' di Dio, quanti alla fiera delle religioni gridano: "Da noi la migliore verità (quasi ci fosse una verità migliore o peggiore)", "Da noi le migliori rivelazioni". Dio non è retaggio esclusivo di nessuno (neanche della Chiesa quando questa, monopolizzandolo per i suoi interessi, si antepone a Lui). Dio nascondendosi vuole insegnare non a non usare solo la testa, ma ad usare con essa anche il cuore. Ho conosciuto un biblista meraviglioso: una 'testa d'uovo'. Si può dire che conoscesse tutto il conoscibile sull'argomento, eppure, quando parlava, aveva il dono di farti addormentare, non perché non sapesse parlare, ma perché in mezzo a quel mare di scienza e di studi ti chiedevi: "Ma, la Parola di Dio c'è ancora?". Già San Bernardo, di fronte al dotto Abelardo, gli diceva: "Un cuore freddo non può certo percepire un linguaggio di fuoco". Provate a leggere la vita di certi santi e ditemi se ne trovate uno equilibrato. Qualche esempio: don Bosco: "Dammi le anime, prenditi tutto il resto"; Domenico Savio: "Meglio la morte che il peccato"; San Francesco: "Sorella povertà e sorella morte"; Teresa di Lisieux: "Sono una pallina nelle mani di Dio, mi giochi come vuole". Eppure queste persone (anche intelligenti) trovavano Dio perché sapevano giocare come Lui voleva.

 

 

SABATO 2 LUGLIO: CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottone, vescovo; San Bernardino Realino, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, DONAMI IL TUO CUORE, PER AMARE.

 

Hanno detto: Sento di avere il Paradiso sulla terra, poiché il Paradiso è Dio e Dio è nella mia anima (Beata Elisabetta della Trinità)

Saggezza popolare: La pianura chiede occhi, il bosco orecchie.

Un aneddoto: Un riccone arrivò in Paradiso dopo una lunga vita passata nel lusso a motivo degli affari per i quali aveva uno speciale fiuto. Per prima cosa fece un giro per il mercato e con sorpresa vide che le merci erano vendute a prezzi molto bassi. Non gli pareva vero: anche qui avrebbe potuto mettere a frutto il suo spiccato senso per gli investimenti. Immediatamente mise mano al portafoglio e cominciò a ordinare le cose più belle che vedeva. Al momento di pagare porse all'angelo, che faceva da commesso, una manciata di banconote di grosso taglio. L'angelo sorrise: "Mi dispiace, ma questo denaro non ha alcun valore". "Come?", si stupì il riccone. "Qui vale soltanto il denaro che sulla terra è stato donato", rispose l'angelo.

Parola di Dio: Gn. 27,1-5.15-29; Sal. 134; Mt. 9,14-17

 

Vangelo Mt 9, 14-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: "Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?". E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano". Parola del Signore

 

“PERCHE’ MENTRE NOI E I FARISEI DIGIUNIAMO, I TUOI DISCEPOLI NON DIGIUNANO?”. (Mt. 9,14)

E’ sempre estremamente facile confondere tra fede e religione. Qui, i notabili della religione sono scandalizzati perché i discepoli di Gesù non compiono “gesti di religione”; altre volte, noi giudichiamo religiosi coloro che vanno in chiesa o confondiamo il credere con le pratiche religiose. Gesù ama e pratica la religiosità del suo popolo: osserva la legge mosaica, va al tempio, alla preghiera del sabato ma va anche a pregare al mattino presto, per conto suo e se un malato ha bisogno di Lui, non guarda il giorno della settimana. E’ osservante, non bigotto. Ama Dio, non le formalità della religione. Ascolta i capi della religione con rispetto, non ne è succube. La verità, per Lui è più importante delle formule preconfezionate. Non si tratta allora di snobbare i segni della religione ma di renderli espressivi di una fede, fede che può benissimo, in certi casi, portarci a superarli.

 

 

DOMENICA 3 LUGLIO: 14^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

HA SETE DI TE, SIGNORE, L’ANIMA MIA.

 

Hanno detto: Quando hai il morale a terra, ricorda che sei stato plasmato creatura di Cristo. (Gregorio di Nazianzo)

Saggezza popolare: Le migliori spezie son nei sacchetti piccoli.

Un aneddoto: Un monaco buddista, sbarcato in Spagna, cerca di convertire due anarchici spagnoli: “Non si prenda tanta pena, caro il mio monaco,”, gli rispondono. “Non si crede già alla vera religione, come volete che si creda alla vostra?”. Eppure ci sono certi cristiani che invece di riferirsi a Gesù e alla parola di Dio, preferiscono quella dei maghi e degli imbroglioni.

Parola di Dio: Zc. 9,9-10; Sal. 144; Rm. 8,9.11-13; Mt. 11,25-30

 

Vangelo Mt 11, 25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

“VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI E IO VI RISTORERO’ ”. (Mt. 11,28)

Credo nel dono della vita e contemplo e vivo nella meraviglia e nella riconoscenza ma, contemporaneamente, faccio ogni giorno esperienza della precarietà della vita. Quanto è breve la vita umana! L’uomo così prodigioso nel suo fisico e nel suo intelletto può essere spazzato via da un terremoto o da una inondazione, può essere ucciso da un germe o dalle sue stesse cellule impazzite. Gioisco della mia mente, del mio studio, della mia scienza ma vivo continuamente in mezzo al mistero. Abbiamo la possibilità di vivere bene insieme, con beni sufficienti per tutti e invece ci uccidiamo; moriamo chi per indigestione, chi per fame.  Il lavoro mi rende partecipe alla creazione, ma spesso mi stanca, mi schiavizza, mi uccide. Chi non ha fatto esperienza delle fatica, del dolore, della delusione, del male? Sono anch’io nella schiera degli “affaticati e oppressi” per cui Gesù è venuto. Ho bisogno di Lui per comprendere a fondo la vita, per poter gioire sapendo che la mia gioia attuale, piccola e precaria, non è che una anticipo dei quella gioia eterna e definitiva a cui Cristo mi ha chiamato. Ho bisogno di Lui per capire che tutti gli sforzi di bene, i tentativi di amore del prossimo, compresi quelli non capiti, quelli respinti, non vanno persi perché trovano motivazione e completamento nella sua passione di amore e nella sua risurrezione. Ho bisogno di Lui per non cadere nel pessimismo nei confronti della vita e dell’umanità, ho bisogno di riscoprire in Lui che gli uomini sono tutti miei fratelli perché fratelli suoi e figli di Dio come me. Ho bisogno di rifugiarmi tra le braccia della sua misericordia per sapere che il mio peccato, invincibile per me, è perdonato. Ho bisogno di Dio per vivere ed ho bisogno di Dio per morire. E’ vero, Gesù non ha risolto esteriormente niente della sofferenza, della morte, del mistero: si continua a morire, a soffrire, a brancolare nel buio, il ‘giogo’ continua ad essere tale, ma con Lui il giogo diventa sopportabile, leggero, perché lo porta Lui con noi… e poi con Lui scopri che anche il giogo è amore.

 

 

LUNEDI’ 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Portogallo; Sant’Alberto Quadrelli, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLE TUE MANI IL MIO SPIRITO VIVE, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Si può sempre apprendere ciò che non si sa, ma non quello che si crede di sapere. (Gustave Thibon)

Saggezza popolare: Chi inciampa due volte nella stessa pietra non merita compassione.

Un aneddoto: Una leggenda indiana narra che l’Himalaya, la più alta e affascinante catena di montagne del mondo, una volta era una piccola formichina. La madre della formicuzza, un giorno, lasciò la sua piccola nel formicaio e se ne andò a cercare cibo. La madre aveva insegnato alla piccola a mettersi in piedi con le mani alzate verso il cielo, verso il dio Rama, a pensare a lui e a pregarlo, quando la mamma fosse stata assente. Essa sapeva per esperienza che ad un vivente che prega il Dio Rama, non capita mai nulla di male. Quando la madre formica si fu allontanata, venne il formichiere per divorare la piccola formica restata sola. Ma quando il formichiere aprì la sua bocca, la formicuzza alzò le sue mani verso il cielo, invocò Dio e iniziò a diventare grande e cresceva, cresceva. Il mostro spalancò la sua bocca di più… ma inutilmente. La formicuzza cresceva, diventava grande, finché alzandosi con le sue spalle verso il cielo, arrivò a toccare i piedi del dio Rama. Il dio Rama fu felice e gentilmente toccò le spalle e il capo della formicuzza e la lasciò stare per sempre così, toccando contemporaneamente cielo e terra. Queste sono le montagne dell’Himalaya: una formica in preghiera con le fondamenta sulla terra e il capo nel cielo.

Parola di Dio: Gn. 28,10-22; Sal 90; Mt. 9,18-26

 

Vangelo Mt 9, 18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: "Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà". Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli. Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". Gesù, voltatosi, la vide e disse: "Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita". E in quell'istante la donna guarì. Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse: "Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme". Quelli si misero a deriderlo. Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E se ne sparse la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“LA FANCIULLA NON E’ MORTA, MA DORME”. (Mt. 9,24)

Quella bambina era proprio morta! E il padre, la madre, i flautisti e i vicini di casa lo sapevano bene, è per questo che si mettono a deridere Gesù. Provate ad immaginarvi la scena: E’ morta una persona a voi cara e qualcuno viene a dirvi: “Ma guarda che dorme!” Eppure, sia Gesù, che la persona che vi dicesse quella frase, avrebbero perfettamente ragione. Per il credente nel Dio della vita, la morte non è la paro­la definitiva della vita, la cassa da morto non è l’ultima dimora. La morte è il sonno apparente di questa parte di vita, è un passaggio alla vita definitiva. Risulta allora chiaro che cosa vuol dire la preghiera che diciamo per i nostri morti: “L’eterno riposo...”. E’ il riposo dalle fatiche della vita, è il sonno del giusto che riposa sicuro in Dio, è l’ “Eterna gioia” di chi si ritrova nella vita piena di Dio.

 

 

MARTEDI’ 5 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Zaccaria; Santa Zoe.

Una scheggia di preghiera:

 

LA LODE DEL SIGNORE SEMPRE SULLA MIA BOCCA

 

Hanno detto: Si convertono a Dio più facilmente i sensuali che gli avari. (San Filippo Neri)

Saggezza popolare: La pigrizia è la chiave della povertà.

Un aneddoto: Alla sera ai piedi del letto, Pierino prega: “Signore, ti prego, fammi diventare un televisore, così i miei genitori mi guarderanno di più!”. Quanti bambini-bambolotti! Tutti belli, ben vestiti all’ultima moda pettinati in modo da attirare l’attenzione sulle loro famiglie, ma poi, quando “rompono”, quando non mi lasciano le mia libertà, quando sono un ostacolo alla professionalità parcheggiamoli o davanti al televisore o magari in un super asilo così “socializzano”.

Parola di Dio: Gn. 32,23-33; Sal. 16; Mt. 9,32-38

 

Vangelo Mt 9, 32-38

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: "Non si è mai vista una cosa simile in Israele!". Ma i farisei dicevano: "Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni". Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!". Parola del Signore

 

“QUEL MUTO COMINCIO’ A PARLARE”. (Mt. 9,33)

Se è vero che i miracoli non costringono alla fede (e nel vangelo di oggi vediamo che la guarigione dell’indemoniato muto porta molti alla meraviglia ed altri ad accusare Gesù di operare per conto del diavolo), è altrettanto vero che i miracoli di Gesù hanno molti significati: essi possono essere la prova per comprendere la messianicità di Gesù; ci dicono la sua attenzione ai sofferenti, stanno ad indicarci un potere da parte di Dio superiore ad ogni legge di natura... Sono poi particolarmente pieni di segni; ad esempio in questo caso non vediamo solo un muto che ritrova l’uso della parola ma è l’umanità che dopo il peccato, era ammutolita, non riusciva più a parlare con il suo Dio ed ora, tramite Gesù parola di Dio incarnata riesce a riaprire questo dialogo. Il male, le sofferenze, il demonio avevano chiuso l’uomo in se stesso nelle sue incapacità, nell’egoismo, l’Amore di Gesù permette all’uomo di ritrovare in sé i valori che gli sono propri e di ritrovare la speranza e, allora, gli si apre la bocca per riconoscere la grandezza di Dio e per testimoniare l’amore di Gesù. Mi chiedo però, se noi cristiani abbiamo davvero ricevuto il miracolo del dono della parola nuova: oh, non che non parliamo, qualche volta ci parliamo addosso anche troppo, ma quante volte mi riscopro ancora cristiano muto davanti alle ingiustizie, pauroso di dire una parola chiara anche se compromettente, cristiano chiuso davanti all’accoglienza, cristiano incapace, per paura e individualismo, a testimoniare, cristiano rassegnato davanti a chi non ha speranza. Eppure il Signore mi ha aperto la bocca perché riconoscendo Lui io sia capace di parlare a Lui e a parlare di Lui.

 

 

MERCOLEDI’ 6 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Goretti; Santa Domenica, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDICI PORTATORI DELLA TUA GIOIA.

 

Hanno detto: C'è un solo tribunale davanti al quale non possiamo sfuggire, quello che sta dentro e che portiamo in noi stessi; solo a quello dobbiamo guardare e procedere per la via diritta. (Gregorio di Nazianzo)

Saggezza popolare: Chi non tien conto del poco, non acquista l’assai.

Un aneddoto: Ci fu una volta una discussione accesa tra il capo del Sinedrio Gabriele e il Rabbino Eliezer. Il rabbino aveva ragione, ma era solo, era in minoranza. Gabriele invece, pur avendo torto, aveva la maggioranza dei voti in Sinedrio e quindi, secondo la Legge, la decisione di condannare Eliezer era valida. Eliezer con l’aiuto di Dio fece perfino dei miracoli per dimostrare che la ragione era dalla sua parte. Ma il capo del Sinedrio sentenziò: Non servono a niente i tuoi miracoli... Dio ci ha dato una Legge e noi la vogliamo osservare a tutti i costi. Il rabbino Eliezer allora gridò: Siete veramente ciechi! Se neanche i miracoli vi convincono della mia innocenza, chiamo Dio a Testimonio! S’udì allora la Voce dal cielo: Il mio figlio Eliezer ha ragione. La sua dottrina è più ricca di giustizia e di bontà! Allora Gabriele, capo del Sinedrio, perse la pazienza e disse: Adonai, Signore: tu non puoi cambiare: Tu ci hai dato una legge che stabilisce che noi, essendo in maggioranza, abbiamo ragione; e Eliezer, essendo in minoranza, ha torto. Per tuo amore, noi non vogliamo trasgredire la tua Legge! Fu così che Eliezer il giusto fu condannato, secondo la Legge. (Dal TALMUD)

Parola di Dio: Gn. 41,55-57; 42,5-7.17-24; Sal.32; Mt. 10,1-7

 

Vangelo Mt 10, 1-7

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino". Parola del Signore

 

“E, STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL REGNO DI DIO E’ VICINO”. (Mt. 10,7)

Gesù, mandando i dodici in missione, vuol farci capire una cosa molto semplice: se tu hai trovato una cosa bella, l’unica maniera di gioirne appieno è di farne partecipi gli altri; e, ancora: se tu hai a cuore le prove, le difficoltà, la ricerca dell’uomo, tu ami quest’uomo non solo dicendogli: ”poverino!”, ma aiutandolo a trovare Colui che è il senso del suo gioire e del suo soffrire. Quanto è diverso il “modo missionario” di Gesù da certi “modi missionari” organizzati dalle chiese! Gesù non bada che i dodici abbiano capito tutto. Non sono neppure ancora passati attraverso lo scandalo della croce, non sono neppure ancora arrivati ad affermare che Gesù è il Figlio di Dio, non sono teologi perfetti, non hanno fatto corsi di formazione missionaria, non hanno lauree universitarie né sono andati a corsi di dizione o di canto gregoriano per liturgie inappuntabili. Sono poveri perché non hanno nulla, ma sono poveri soprattutto perché non hanno nulla di proprio da portare agli altri e anche il loro messaggio è umile e rispettoso delle persone a cui è indirizzato: “Il Regno di Dio è vicino a voi”. Non sono mandati perché “venga la chiesa” ma perché “venga il tuo Regno”. Non hanno da dire: “Venite da me che ho la verità, che vengo a darvi il vero Dio. Venite da noi perché noi siamo i migliori”, ma semplicemente: “Guardate che Dio è già qui, sta operando in voi”. Il missionario è colui che ha profondo rispetto per coloro ai quali è mandato e per quanto essi hanno già colto ed espresso di quel Dio che vive ed agisce in tutti gli uomini molto prima che essi lo abbiano riconosciuto.

 

 

GIOVEDI’ 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollonio, vescovo; San Firmino il vecchio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, O SIGNORE, I MISSIONARI DEL VANGELO.

 

Hanno detto: Non credo perché capisco ma capisco perché credo. (Greshoff)

Saggezza popolare: Non lasciare il poco per l’assai, che forse l’uno e l’altro perderai.

Un aneddoto: Un sergente chiese ad un gruppo di reclute perché per il calcio dei fucili si usasse il legno di noce. “Perché è più duro degli altri legni”, rispose uno. “Sbagliato”, disse il sergente. “Perché è più elastico”. “Anche questo è sbagliato” “Perché è più lucente”. “Ragazzi avete ancora molto da imparare. Si usa il noce per il semplice motivo che sta scritto nei regolamenti”.

Parola di Dio: Gn. 44,18-21.23-29; 45,1-5; Sal 104; Mt. 10,7-15

 

Vangelo Mt 10, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città. Parola del Signore

 

“ANDANDO (A TESTIMONIARE) NON PRENDETE CON VOI NE’ BISACCIA DA VIAGGIO, NE’ DUE TUNICHE, NE’ SANDALI, NE’ BASTONE”. (Mt. 10,10)

Quando Gesù manda gli apostoli a predicare il Regno di Dio esige da loro il segno della povertà: non devono essere avidi di denaro, devono essere sobri nell’uso dei mezzi umani, ma perché Gesù dice che non devono portarsi il bastone per il viaggio? Azzardo una interpretazione che forse non è troppo esegetica ma che mi sembra importante per il nostro essere cristiani: avere per le mani un bastone può essere una grande tentazione. Può venire in mente di non usarlo solo come mezzo di appoggio ma come arma per difendersi e per far sì, con la forza che altri accettino il nostro messaggio. E’ facile, in nome di Gesù, diventare prepotenti, esigere che altri la pensino come noi, non più offrire una proposta ma esigere un’adesione. La fede imposta con la forza, con la coercizione, con ricatti umani o religiosi non libera l’uomo e anche se accettata esternamente prima o poi viene considerata come un peso dal quale liberarci il più presto possibile.

 

 

VENERDI’ 8 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Papa; Sant’Abbondio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

VIVI IN ME, O SIGNORE, E COMPI LA TUA OPERA.

 

Hanno detto: Fatica del cristiano: stare dentro i problemi, saper convivere con i fallimenti, ma guardare in alto,sempre. (Mons. Masseroni)

Saggezza popolare: Il porco, quando anche si vestisse d’oro, sempre nel fango continuerà a sdraiarsi.

Un aneddoto: Diceva un violinista di fama mondiale a proposito del suo successo nel concerto di violino di Beethoven: “Ho una splendida musica, uno splendido violino e uno splendido archetto. Non mi resta che metterli insieme e farmi da parte”

Parola di Dio: Gn 46,1-7.28-30; Sal.36; Mt. 10,16-23

 

Vangelo Mt 10, 16-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Parola del Signore

 

“VI CONSEGNERANNO AI LORO TRIBUNALI E VI FLAGELLERANNO NELLE LORO SINAGOGHE”. (Mt. 10,17)

Gesù non solo non ci inganna, facendoci credere che il seguirlo sia una marcia trionfale sulla terra per giungere facilmente in Paradiso, ma ci dice chiaramente che essere suoi discepoli significa passare, come è successo a Lui, attraverso la persecuzione. La legge dell’amore non piace ai violenti e ai guerrafondai, un Dio che è nostro Padre buono e misericordioso non si confà con la mentalità di chi vuol essere padrone, il rispetto della natura non corrisponde alla mentalità di chi vuole solo sfruttarla a proprio uso e consumo, la solidarietà non ha le stesse regole del commercio, la serenità del cuore non permette lo stesso potere che invece genera la paura e il timore. Ed ecco che il vero cristiano da fastidio come dava fastidio Gesù, da fastidio al potere civile perché propone valori diversi, da fastidio al potere economico perché il denaro non è più al centro di tutto, da fastidio ai ritualisti religiosi perché si vedono scompaginato il loro mondo di potere sulle persone da una fede che sa superare forme e riti per incontrare non formule ammuffite ma un Dio vivo. Quando succedono questi tipi di reazione allora il cristiano sa di essere per la strada giusta, quando invece il cristiano viaggia a braccetto con i poteri religiosi, civili economici, c’è da chiederci se sia ancora cristiano o non abbia piuttosto svenduto se stesso e Gesù.

 

 

SABATO 9 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Vittoria; Santa Veronica Giuliani.

Una scheggia di preghiera:

 

MANIFESTA LA TUA GRANDEZZA NELLA NOSTRA POVERTA’.

 

Hanno detto: Prendere riempie le mani, dare riempie il cuore. (Margarete Seeman)

Saggezza popolare: Chi non può fare come vuole, faccia come può.

Un aneddoto: Ogni cosa ovvia può anche non esserlo del tutto o ad una domanda possono esservi risposte anche diverse. In chiesa. Il padre rivolto a Pierino: “Sai dove vanno a finire quelli come te che non mettono mai un soldo nella cassetta delle elemosina?”. “Al cinema, papà!”

Parola di Dio: Gn. 49,29-33;50,15-26; Sal. 104; Mt. 10,24-33

 

Vangelo Mt 10, 24-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari! Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli ". Parola del Signore

 

"NON VI E' NULLA DI NASCOSTO CHE NON DEBBA ESSERE SVELATO E DI SEGRETO CHE NON DEBBA ESSERE MANIFESTATO". (Mt. 10,26)

Non so se anche a voi piace, ogni tanto, riguardare i vostri vecchi album di fotografie. L’altro giorno, ne ho sfogliati parecchi; questo mi ha ricordato molti bei momenti passati in famiglia, i paesaggi della mia infanzia, le tante persone care incontrate, i tanti con cui ho potuto percorrete un tratto di strada della vita. In generale, amiamo conservare un ricordo fotografico dei migliori istanti della vita, ma nessuno avrebbe mai l’idea di farsi fare una fotografia quando ciò non risulta vantaggioso e di conservare traccia dei propri momenti negativi: un accesso d’ira, per esempio. Vi piacerebbe che un album vi rimettesse sotto gli occhi tutti i peccati che avete commesso? Non lo guardereste spesso e ancora meno lo mostrereste agli altri. Ebbene, Dio registra le nostre vite per intero. Conosce tutte le nostre azioni, le nostre parole e persino i nostri pensieri. Si ricorda di ogni dettaglio e tutto questo starà con chiarezza davanti a noi e a tutti nel momento del giudizio. Fortunatamente tutto il nostro passato colpevole può essere cancellato. Quelle colpe che abbiamo dimenticato, ma che pesano sulla nostra coscienza, come quelle il cui ricordo ci affligge tanto tempo dopo, possono essere tolte completamente. Dio non si ricorderà più di nessuna di esse. Com’è possibile questo? Mediante il sangue di Cristo. Eravamo condannati, ma il Figlio di Dio è morto sulla croce per noi peccatori. La sua vita offerta ha risposto alla giustizia e alla santità di Dio. “Egli ha fatto la pace mediante il sangue della sua croce“ (Col. 1,20).  Ora Dio perdona e riceve tutti coloro che vengono a Lui mediante Gesù Cristo. Se noi, dunque, ci affidiamo alle braccia misericordiose di Cristo e in Lui e da Lui desideriamo davvero di essere perdonati, e con Lui ce la mettiamo tutta per ricominciare una vita nuova, siamo davvero e totalmente perdonati e i nostri peccati vengono cancellati definitivamente.

 

 

DOMENICA 10 LUGLIO: 15^ TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santi Anatolia, Vittoria e Audace, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, SIGNORE, I GERMOGLI DEL BENE.

 

Hanno detto: Il demonio viene soltanto quando perdiamo la presenza di Dio, perché sa bene che altrimenti non ci guadagnerebbe niente. (Santo Curato d’Ars)

Saggezza popolare: Non si può tener farina in bocca e soffiare.

Un aneddoto: Un ragazzino provò un immenso dispiacere nel trovare la sua tartaruga a pancia all’aria, immobile e senza vita accanto allo stagno. Suo padre fece del suo meglio per consolarlo: “Non piangere,figliolo. Prepareremo un bel funerale per la signora tartaruga; le costruiremo una piccola bara tutta foderata di seta, e chiederemo al becchino di porre sulla sua tomba una lapide con inciso il nome della signora tartaruga. Poi le porteremo ogni giorno dei fiori freschi e porremo tutto intorno un piccolo steccato” Il bambino si asciugò gli occhi e si dichiarò entusiasta dell’idea. Quando tutto fu pronto il padre, la madre , la cameriera e il bambino partirono in corteo marciando con aria solenne verso lo stagno dov’era la morta. Ma questa era scomparsa. All’improvviso scorsero la signora Tartaruga che emergeva dal fondo del laghetto nuotando allegramente. Il piccolo fissò la sua amica in preda a profonda delusione ed esclamò: “Uccidiamola”.

Parola di Dio: Is. 55,10-11; Sal. 64; Rm. 8,18-23; Mt. 13,1-23

 

Vangelo Mt 13, 1-23

Dal vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda". Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole?". Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, sono diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono! Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non da frutto. Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi da frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta". Parola del Signore

 

“IL SEME CADUTO NELLA TERRA BUONA E’ COLUI CHE ASCOLTA LA PAROLA E LA COMPRENDE; QUESTI DA’ FRUTTO E PRODUCE ORA IL CENTO, ORA IL SESSANTA, ORA IL TRENTA”. (Mt. 13,23)

Il seminatore non siamo noi. Lui semina dove vuole e sa quello che fa. Il seme non siamo noi: è Lui che ha in germe la pianta. L’unica cosa che noi possiamo e dobbiamo essere è “terra buona”. La terra buona accoglie, riceve dal seme, ma trasmette al seme. Non fa niente da sola ma si lascia fare dal seme, protegge e dona, e soprattutto si lascia trasformare. Non pensiamo di essere noi a salvarci o a salvare il mondo o di essere noi seme per altri, lasciamoci lavorare da Dio, lasciamoci trasformare: ci sembra di perdere ma guadagniamo.

 

 

LUNEDI’ 11 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto, patrono d’Europa;Santa Amabile di Rouen.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA MISERICORDIA MI SALVI, SIGNORE.

 

Hanno detto: Non cercare di discolparti dei tuoi difetti, cerca piuttosto di emendarti. (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare:Tutti i guai sono guai, ma il guaio senza pane è il più grosso.

Un aneddoto: Un vecchio pellegrino percorreva nel cuore dell’inverno il cammino che porta alle montagne dell’Himalaya, quando cominciò a piovere. Il custode della locanda gli disse: “Come farai, buon uomo, ad arrivare fin lassù con questo tempaccio?” Il vecchio rispose allegramente: il mio cuore è già arrivato, seguirlo è facile per l’altra parte di me”.

Parola di Dio: Prov. 2,1-9; Sal. 33; Mt. 19,27-29

 

1^ Lettura Prv 2, 1-9

dal libro dei Proverbi

Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e custodirai in te i miei precetti, tendendo il tuo orecchio alla sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, se appunto invocherai l'intelligenza e chiamerai la saggezza, se la ricercherai come l'argento e per essa scaverai come per i tesori, allora comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio, perché il Signore d la sapienza, dalla sua bocca esce scienza e prudenza. Egli riserva ai giusti la sua protezione, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, vegliando sui sentieri della giustizia e custodendo le vie dei suoi amici. Allora comprenderai l'equità e la giustizia, e la rettitudine con tutte le vie del bene. Parola di Dio

 

“SE ACCOGLIERAI LE MIE PAROLE E CUSTODIRAI IN TE I MIEI PRECETTI, ALLORA COMPRENDERAI IL TIMORE DEL SIGNORE E TROVERAI LA SCIENZA DI DIO”. (Prov. 2,1.5)

S. Benedetto, fondatore del monachesimo e patrono d’Europa, aveva capito a fondo questa frase della Scrittura. La preghiera, il lavoro, la scienza, la cultura hanno un’unica anima unificante: Dio. Tutto parte da Lui, tutto in Lui trova significato, tutto ritorna a Lui. L’uomo non è una serie di compartimenti stagni: la vita, gli affetti, la scienza, il lavoro, la fede, l’uomo è una cosa sola, è la creatura fatta a immagine e somiglianza di Dio in tutte le sue manifestazioni, è altrettanto importante quando ama e quando mangia, quando prega e quando lavora, quando gioisce e quando soffre, quando zappa il campo e quando si addentra nei misteri di Dio. Deve però sempre fare riferimento al suo centro unificante che è il suo rapporto con Dio e che si manifesta nell’accogliere e “rimanere” nella sua Parola che salva.

 

 

MARTEDI’ 12 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fortunato; San Giovanni Gualberto.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE DI TUTTI I TUOI DONI.

 

Hanno detto: Dio è veloce nel costruire, lento nel demolire; entrambi questi comportamenti convengono a Dio: infatti il primo è caratteristico della potenza, il secondo della bontà. (Severiano di Gabala)

Saggezza popolare: Meglio povertà onorata che ricchezza svergognata.

Un aneddoto: Una signora, avendo messo una scatola di dolciumi sullo scaffale della cucina, scoprì un’ora dopo che la scatola era più leggera. Tutto lo strato inferiore era stato tolto e ordinatamente riposto in un sacchetto di carta che troneggiava in cima alle cose della nuova cuoca. Non volendo metterla in imbarazzo, quella donna si limitò a rimettere a posto i dolci e a riporli in una credenza dove non avrebbero potuto indurre in tentazione nessuno. Dopo cena la cuoca annunciò che intendeva lasciare quel posto la sera stessa; “Perché? Che cosa è successo?”. Rispose spavaldamente la cuoca: “Perché non intendo lavorare per gente che ruba a sua volta”.

Parola di Dio: Es. 2,1-15; Sal. 68; Mt. 11,20-24

 

Vangelo Mt 11, 20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: "Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua! ". Parola del Signore

 

“GESU’ SI MISE A RIMPROVERARE LE CITTÀ NELLE QUALI AVEVA COMPIUTO IL MAGGIOR NUMERO DI MIRACOLI PERCHE’ NON SI ERANO CONVERTITE”. (Mt. 11,20)

Se oggi Gesù dovesse mettersi a fare dei rimproveri per l’incredulità, penso ci saremmo noi occidentali in cima all’elenco delle persone beneficate che non si sono convertite, Infatti noi deriviamo da una cultura a sfondo cristiano, abbiamo avuto opportunità materiali e concrete di incontrare Gesù, di leggere la Bibbia, di fare il catechismo, di ricevere i sacramenti... In che misura rispondiamo? Se guardiamo nella globalità siamo una società “cristiana” atea praticante; siamo coloro che hanno ricevuto l’insegnamento dell’amore e che con le leggi dell’economia soffochiamo i popoli della fame. Dio ci vuole bene e noi stentiamo ad essergliene grati. Facciamo però attenzione perché Gesù ci dice: “Il Regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato ad un altro popolo che lo farà fruttificare.”.

 

 

MERCOLEDI’ 13 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Enrico;Sant’Eugenio da Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

“DIO MIO, DIO MIO, PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO?”

 

Hanno detto: L'anima cristiana non fa passare mai giorno senza meditare la passione di Gesù Cristo. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Presto e bene, raro avviene.

Un aneddoto: FORTEZZA NELLA PROVA. Lettera di Padre Pio a Padre Agostino del 13 febbraio 1913: "...Non temere io ti farò soffrire, ma te ne darò anche la forza - mi va ripetendo Gesù. - Desidero che l'anima tua con quotidiano occulto martirio sia purificata e provata; non ti spaventare se io permetto al demonio di tormentarti, al mondo di disgustarti, perché niente prevarrà contro coloro che gemono sotto la croce per amore mio e che io mi sono adoperato per proteggerli. "

Parola di Dio: Es. 3,1-6.9-12; Sal. 102; Mt. 11,25-27

 

1^ Lettura Es 3, 1-6. 9-12

Dal libro dell'Esodo

In quei giorni, Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: " Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?". Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: "Mosè, Mosè!". Rispose: "Eccomi!". Riprese: "Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!". E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe". Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell'Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l'Hittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo. Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l'oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!". Mosè disse a Dio: "Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall'Egitto gli Israeliti?". Rispose: "Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte ". Parola di Dio

 

"IL GRIDO DEGLI ISRAELITI E’ ARRIVATO FINO A ME". (Es. 3,9)

Dio sembra lontano. Quando al mattino apro il giornale e vedo gli intrallazzi dei potenti. Quando entro in un ospedale o passo accanto al mutismo e all'odore di morte di un ospizio. Quando leggo di bambini poveri spariti (ma sembra venduti per organi di trapianto per bambini ricchi malati). Dov'è Dio? "Dio è morto!", come cantava una canzone degli anni 70? Dio non è la bacchetta magica che risolve i nostri problemi, ma Dio non è insensibile al grido del povero, dell'oppresso, del malato. Dio non è la vendetta: "Hai fatto questo? Pena del contrappasso: eccoti quest'altro", ma Dio tien conto del bene e del male fatto. Dio a volte è il silenzioso, colui che sembra lontano, ma non una delle tue lacrime va persa per Lui. Come può un Dio che in Gesù è salito sulla croce essere indifferente davanti alle sofferenze dei suoi figli?

 

 

GIOVEDI’ 14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Camillo de Lellis; San Ciro di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

NEL TUO NOME E’ OGNI SALVEZZA.

 

Hanno detto: Il mondo non ci stima perché figli di Dio; consoliamoci perché, almeno una volta tanto, esso conosce la verità e non dice bugie. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: E’ meglio essere il primo in casa propria che il secondo in casa altrui.

Un aneddoto: FERMARE GLI AEREI. Durante la II Guerra Mondiale, a Bari c’era anche il Comando Generale delle Forze Aeree statunitensi. Il Generale Comandante un giorno aveva voluto pilotare egli stesso una squadriglia di bombardieri per andare a distruggere un deposito di materiale bellico tedesco che era stato segnalato a San Giovanni Rotondo.  Il Generale raccontava che nei pressi del bersaglio, lui e i suoi uomini avevano visto ergersi nel cielo la figura di un frate con le mani alzate. Le bombe si erano sganciate automaticamente cadendo nei boschi, e gli aerei avevano fatto una inversione di rotta, senza alcun intervento da parte dei piloti e degli Ufficiali. Tutti si chiedevano chi era quel frate cui gli aerei avevano obbedito. Dopo la guerra il Generale accompagnato da alcuni piloti, si recò al convento dei cappuccini. Appena varcata la soglia della sacrestia si trovò di fronte a vari frati, tra i quali riconobbe immediatamente quello che aveva fermato i suoi aerei. Padre Pio gli si fece incontro e, mettendogli una mano sulla spalla, gli disse: “Dunque sei tu quello che voleva farci tutti fuori”. Folgorato da quello sguardo e dalle parole del Padre, il Generale si inginocchiò davanti a lui. Come al solito Padre Pio aveva parlato in dialetto beneventano, ma il Generale era convinto che il frate avesse parlato in inglese.  I due divennero amici ed il Generale, che era protestante, si convertì al cattolicesimo.

Parola di Dio: Es. 3,13-20; Sal.104;Mt. 11,28-30

 

1^ Lettura Es 3, 13-20

Dal libro dell'Esodo

In quei giorni, (udendo la voce del Signore dal mezzo del roveto) Mosè disse a Dio: "Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?". Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono!". Poi disse: "Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi". Dio aggiunse a Mosè: "Dirai agli Israeliti: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione. Và! Riunisci gli anziani d'Israele e dì loro: Il Signore, Dio dei vostri padri, mi è apparso, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, dicendo: Sono venuto a vedere voi e ciò che vien fatto a voi in Egitto. E ho detto: Vi farò uscire dalla umiliazione dell'Egitto verso il paese del Cananeo, dell'Hittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Gebuseo, verso un paese dove scorre latte e miele. Essi ascolteranno la tua voce e tu e gli anziani d'Israele andrete dal re di Egitto e gli riferirete: Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio. Io so che il re d'Egitto non vi permetterà di partire, se non con l'intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l'Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo egli vi lascerà andare ". Parola di Dio

 

MOSE’ DISSE A DIO: "ECCO IO ARRIVO DAGLI ISRAELITI E DICO LORO: "IL DIO DEI VOSTRI PADRI MI HA MANDATO A VOI". MA MI DIRANNO: "COME SI CHIAMA?”. (Es. 3,13)

Il primo guaio di Mosè sarà non quello di convincere il Faraone a lasciare libero il popolo ebreo, ma quello di dover lottare contro il suo stesso popolo ormai rassegnato al suo destino. Questo popolo stenterà a credere alla possibilità di liberazione, davanti alle difficoltà si prenderà paura, si ribellerà, rimpiangerà "le cipolle e la pentola del bollito". E oggi? Se un profeta viene a scuoterci cosa ne facciamo? Anche oggi molti cristiani hanno dimenticato il loro Dio, lo conoscono forse per stanche abitudini, ma non per nome, vivono come se fosse sulle nuvole,  soffrono senza ricorrere a Lui, non sentono il bisogno della sua presenza. Mosè ha l'arduo compito di aiutare un "non popolo" a diventarlo. Invochiamo lo Spirito perché ci aiuti nelle nostre parrocchia a diventare comunità che sente il bisogno di essere unita in Dio e che vuole allargare questa gioia ad altri.

 

 

VENERDI’ 15 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonaventura da Bagnoregio; San Vladimiro.

Una scheggia di preghiera:

 

SVEGLIACI, SIGNORE, SE CI ADDORMENTIAMO.

 

Hanno detto: Staccati dal mondo! Ascoltami, una persona si annega in alto mare, una si affoga in un bicchier d'acqua. Che differenza trovi fra questi due; non sono egualmente morti? (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Quando il caso è disperato, la Provvidenza è vicina.

Un aneddoto: FUCILI CHE NON SPARANO. Un signore racconta: "Mia madre, foggiana, che è stata una delle prime figlie spirituali di Padre Pio, non mancava mai, nei suoi incontri con venerato cappuccino, di chiedergli di proteggere mio padre per convertirlo. Nell'aprile del 1945 mio padre doveva essere fucilato. Era già davanti al plotone di esecuzione allorché vide davanti a se Padre Pio, con le braccia alzate, in atto di proteggerlo. Il comandante del plotone diede ordine di sparare, ma dai fucili puntati contro mio padre, i colpi non partirono. I sette componenti del plotone d'esecuzione e il comandante stesso, stupiti, controllarono le armi: nessuna anomalia. Il plotone puntò nuovamente i fucili. Per la seconda volta il comandante diede l'ordine di sparare. E per la seconda volta i fucili si rifiutarono di funzionare. Il fatto misterioso e inspiegabile, determinò la sospensione dell'esecuzione. In un secondo tempo, mio padre, anche in considerazione dell'essere mutilato di guerra e pluridecorato, venne graziato. Mio padre ritornò alla fede cattolica e ricevette i sacramenti a San Giovanni Rotondo, dove si era recato per ringraziare Padre Pio. Mia madre ottenne così la grazia che sempre aveva chiesto a Padre Pio: la conversione del proprio consorte.

Parola di Dio: Es. 11,10-12.14; Sal.115; Mt. 12,1-8

 

Vangelo Mt 12, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato". Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato ". Parola del Signore

 

“SE AVESTE CAPITO CHE COSA SIGNIFICHI: MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO, NON AVRESTE CONDANNATO PERSONE SENZA COLPA”. (Mt 12,7)

Ci diciamo persone civili. Chissà come mai nel mondo allora, e anche nella Chiesa di Gesù, ci sono ancora tante lotte e guerre di religione! Dovremmo aver capito tutti, ormai, che Dio è un Dio di Amore, che non siamo noi, poveri uomini, a dover “difendere” la religione, che è più importante l’uomo che non l’etichetta religiosa che porta, che l’intransigenza religiosa ha fatto e fa danni incalcolabili, eppure siamo ancora alle divisioni, alle contrapposizioni, alle guerre di religione (per Dio o per il potere?). “Misericordia io voglio e non sacrificio” ci dice Gesù. Vale di più una Messa detta perché gli altri si convertano alla mia religione o un cattolico e un protestante che pur mantenendo il loro credo, solidarizzano, magari per aiutare un extracomunitario che ha una fede ancora diversa dalla loro? Vale di più allontanare definitivamente certe persone nel nome di un codice di diritto canonico, o cercare di comprendere il problema di chi ti sta davanti cercando di non spegnere quella “piccola fiammella esitante”? E in famiglia, vale di più la rottura per presunti motivi di intransigenza religiosa o la mitezza e la pazienza che prova ogni giorno a ricostruire valori comuni? Sapete perché viviamo ancora in mezzo a queste intransigenze, legati a queste norme? Sia perché non abbiamo ancora scoperto Dio e la sua libertà, sia perché preferiamo ancorarci a ciò che conosciamo piuttosto di andare avanti.

 

 

SABATO 16 LUGLIO: Beata Vergine Maria del monte Carmelo

Tra i santi ricordati oggi: Maria Maddalena Postel.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI A CAPIRE CHE NON C’E’ VERITA’ E GIUSTIZIA SENZA MISERICORDIA.

 

Hanno detto: Io odio il peccato! Fortunata la nostra patria, se essa, madre del diritto, volesse perfezionare in questo senso le sue leggi e i suoi costumi nella luce dell'onestà e dei principi cristiani. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Il freno regge il cavallo, la prudenza l’uomo.

Un aneddoto: I PANI DI PADRE PIO. Durante la guerra il pane era razionato. Al convento di Santa Maria delle Grazie c'erano sempre più ospiti e i poveri che venivano a chiedere la carità erano sempre più numerosi. Un giorno quando i religiosi si recarono in refettorio, nel cesto c'era mezzo chilo di pane. La comunità pregò il Signore e sedette a mensa per mangiare la minestra. Padre Pio si era fermato in Chiesa. Poco dopo arrivò con parecchi filoni di pane fresco. Il Superiore gli disse "dove li hai presi?". "Me li ha dati una pellegrina alla porta", rispose. Nessuno parlò, ma tutti avevano compreso che solo lui poteva incontrare certi pellegrini.

Parola di Dio: Es. 12,37-42; Sal. 135; Mt. 12,14-21

 

Vangelo Mt 12, 14-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti. Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le genti. Parola del Signore

 

“LA CANNA INFRANTA NON SPEZZERA’ ”. (Mt. 12,20)

Capita spesso di trovare dei cristiani intransigenti (specialmente con gli altri). Tutti gli estremismi sono deleteri ma gli estremismi religiosi sono i più negativi di tutti. Gesù che è stato esigente con i suoi discepoli, è stato anche estremamente attento e disponibi­le verso coloro che pur non essendo “perfetti nella fede” avevano in loro un lumicino di apertura a Dio (pensate a Zaccheo, al ladrone...). Se ad una persona già piena di dubbi, magari lontana dalla Chiesa o prevenuta contro di essa, noi diciamo: “Hai sbagliato tutto. Devi fare così e cosa se no Dio ti manda all’inferno”, il più delle volte otteniamo di allontanarla ancora di più; se noi preti per principio rifiutiamo i sacramenti a persone che non ci danno tutte le garanzie, quali occasioni diamo a queste persone di conoscere un po’ più da vicino la bellezza della fede? Se certi gruppi religiosi, con una supponenza a volte odiosa, si autodefiniscono gli unici ad avere la strada della verità, e dicono che per salvarsi bisogna fare come loro, pensano di poter distinguere tra buoni e cattivi, fanno un cattivo servizio a Gesù e a se stessi perché Gesù si è schierato con i peccatori.

 

 

DOMENICA 17 LUGLIO: 16^ DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessio; Santa Sinforosa; Santa Donata.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, O SALVATORE DEL MONDO.

 

 

Hanno detto: Non è il soffrire, ma il saper soffrire che conta. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: I quadri e le battaglie sono belli da lontano.

Un aneddoto: IL BIMBO NELLA VALIGIA. Maria è la madre di un bimbo ammalatosi appena nato, la quale apprende, a seguito di una visita medica che la piccola creatura è affetta da un male assai complesso. Quando ormai ogni speranza di salvarlo è assolutamente persa, Maria si decide a partire in treno per San Giovanni Rotondo, ma durante il lungo viaggio, il bambino muore. Lo avvolge fra gli indumenti personali e, dopo averlo vegliato per tutta la notte sul treno, lo ripone dentro la valigia e ne chiude il coperchio.  Giunge così il giorno seguente a San Giovanni Rotondo. Si mette in fila per confessarsi e fra le mani stringe la valigia che contiene il piccolo cadavere del suo bambino. Arrivata di fronte a Padre Pio, la madre apre la valigia e gli mostra il piccolo corpicino. Il povero frate è profondamente toccato. Prende il bambino e gli poggia la mano stigmatizzata sul capo, poi rivolti gli occhi al cielo recita una preghiera. Non passa più di un secondo che la povera creatura già si rianima: sembra svegliarsi da un lungo sonno. Padre Pio rivolto alla madre le dice: "Madre, perché strilli, non vedi che tuo figlio dorme?”

Parola di Dio: Sap. 12,13.16-19; Sal. 85; Rm. 6,26-27; Mt. 13,24-43

 

Vangelo Mt 13, 24-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla una parabola: "Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio". Un'altra parabola espose loro: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami". Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti". Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Poi Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!" Parola del Signore

 

“IL FIGLIO DI DIO MANDERA’ I SUOI ANGELI I QUALI RACCOGLIERANNO DAL SUO REGNO TUTTI GLI SCANDALI E GLI OPERATORI DI INIQUITA’ E LI GETTERANNO NELLA FORNACE ARDENTE”. (Mt. 13,41)

Gesù ci ha presentato un Dio “misericordioso, lento all’ira, pieno di grazia”, un Dio che va a cercare la pecorella smarrita, che è “benevolo verso gli ingrati”, come conciliare questo con “la fornace ardente”? Dio è paziente in questa nostra vita, è tollerante, ci cerca, ma non può accogliere in sé il male, deve espellerlo e se qualcuno si è identificato con il male, peggio per lui: ha già fatto la sua scelta. Questo, però, è segno di speranza soprattutto per l’oppresso, per chi ha subito i “soffocamenti della zizzania”, in quanto la giustizia di Dio tien conto dei mali subiti e sopportati con amore. Detto in parole molto semplici: Dio è buono e misericordioso ed offre a tutti una possibilità di redenzione. Ma se tu non lo accetti e ti vendi al male, è lo stesso male che ti giudica e ti impedisce di gustare la sua misericordia.

 

 

LUNEDI’ 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Federico; Sant’Arnoldo; San Bruno di Segni.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, FA’ DI NOI IL SEGNO DEL TUO AMORE.

 

Hanno detto: Su questa terra ognuno ha la sua croce. Ma dobbiamo fare in modo di non essere il cattivo ladrone, bensì il buon ladrone. (San Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Mal si mangia la lepre se prima non la si piglia.

Un aneddoto: IL PROFUMO DI PADRE PIO. Un giorno un noto Medico aveva tolto dalla piaga del costato di Padre Pio una benda che era servita a tamponare il sangue e l'aveva chiusa in un astuccio per portarla nel suo laboratorio di Roma, per analizzarla. Durante il viaggio, un Ufficiale e altre persone che erano con lui dissero di sentire il profumo che di solito emanava Padre Pio. Nessuna di quelle persone sapeva che il dottore aveva nella borsa la benda intrisa del sangue del Padre. Il medico conservò quel panno nel suo studio, e lo strano profumo impregnò per lungo tempo l'ambiente, tanto che i pazienti che andavano per le visite chiedevano spiegazioni.

Parola di Dio: Es. 14,5-18;Cantico da Es.15,1-6; Mt. 12,38-42

 

Vangelo Mt 12, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei lo interrogarono Gesù: "Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno". Ed egli rispose: "Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Quelli di Ninive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona! La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone! ". Parola del Signore

  

“MAESTRO, NOI VORREMMO CHE TU CI FACESSI UN SEGNO”. (Mt. 12,38)

Ci sono cristiani che pare abbiano il prurito dei miracoli ad ogni costo. Sembra quasi che la loro fede dipenda dai miracoli, si puntelli su di essi. Anche la loro vita religiosa si sviluppa all’insegna dello straordinario. Non hanno capito che è la fede nel suo ordinario quotidiano che produce il miracolo. Dio è una libera proposta, non costringe nessuno a colpi di miracolo. Ma c’è anche l’atteggiamento opposto, quello dei cristiani che vogliono ridurre tutto al materialismo e quasi si vergognano dello straordinario. Gente che vorrebbe consigliare Dio prima che Lui manifesti la sua onnipotenza. Al di sopra, però di chi vuole troppi miracoli e di chi non ne vuole affatto, lasciando Dio (che sa le cose meglio di noi!) nella libertà di usare del quotidiano che è miracoloso o dello straordinario, rimane un obbligo preciso per noi: Gesù ci ha lasciato la consegna di “fare miracoli”, anzi noi stessi dobbiamo diventare “miracoli”, miracoli di speranza, di coerenza, di fedeltà, di perdono, di generosità, di gioia, di libertà, di comprensione. Come nel brano di vangelo, anche oggi succede che persone chiedano un segno ed abbiano il diritto di ottenerlo proprio da noi che ci diciamo cristiani. Gli uomini di oggi ne hanno basta di teorie, teologie, spiegazioni, religioni: il Cristo vogliono vederlo vivo! Il nostro mondo è malato di delusione, è accecato di violenza, è devastato dall’egoismo, è posseduto dalla noia, dunque non può più accontentarsi della nostra mediocrità, e neanche possiamo solo raccontare i miracoli di Gesù o contare su qualche suo miracolo straordinario. Dobbiamo essere noi a fare i segni di Gesù. Mi piace molto questa definizione di Pronzato: “I miracoli sono una vacanza di Dio, ma sono anche l’occupazione quotidiana del cristiano”.

 

 

MARTEDI’ 19 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gervasio e Protasio; Santa Aurea; Sant’Arsenio.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI NOI TUA FAMIGLIA, O SIGNORE.

 

Hanno detto: La disperazione più grave che possa impadronirsi d’una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile. (Corrado Alvaro)

Saggezza popolare: Chi vuol godere la quiete della villeggiatura deve portare con sé quella del suo animo.

Un aneddoto: Uno scassinatore sullo sportello della cassaforte che stava per far saltare aveva trovato questo cartello: “Per favore, non usate la dinamite. La cassaforte non  è chiusa a chiave. Basta ruotare la manopola”. Nell’istante in cui aveva girato la manopola un sacco pieno di sabbia gli era piombato addosso, il locale era stato inondato di luce e le sirene avevano svegliato tutto il vicinato. Il ladro, in prigione, molto amareggiato diceva: “Come potrò mai fidarmi ancora di un essere  umano?”

Parola di Dio: Es. 14,21-31; Cantico da Es. 15,8-17; Mt. 12,46-50

 

Vangelo Mt 12, 46-50

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: "Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti". Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?". Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre". Parola del Signore

 

"ECCO MIA MADRE ED ECCO I MIEI FRATELLI; POICHE' CHIUNQUE FA LA VOLONTA' DEL PADRE MIO CHE E' NEI CIELI, QUESTI E' PER ME FRATELLO, SORELLA E MADRE". (Mt. 12,50)

Gesù, più volte, aveva sottolineato che per essere discepoli bisogna staccarsi dal passato, “bisogna lasciare padre e madre” e aveva insistito ancor di più quando aveva detto di non esser venuto a portare la pace come la intende il mondo ma, anzi, che a causa del suo nome “i padri insorgeranno contro i figli e i figli contro i padri”. Non è che Gesù ci dica di non amare la nostra famiglia o voglia sminuire ogni rapporto familiare: Gesù non ha abrogato il quarto comandamento, anzi lo ha portato a compimento nella legge dell’amore più puro e il primo prossimo sono proprio coloro che ci sono particolarmente vicini. Non è neppure che Gesù non ami profondamente Maria, ma per Lui, ora, non è importante sottostare alla volontà della sua famiglia ma fare la volontà di Dio; ed esaltando coloro che cercano di fare come Lui, fa il grande elogio di sua Madre che per tutta la vita ha realizzato il suo: “Avvenga di me secondo la tua parola”. Rivelazione straordinaria! Il discepolo è un “parente di Gesù”, io sono parente di Gesù. Gesù offre la calda intimità della sua Famiglia agli uomini. Tra Dio e gli uomini non ci sono più solamente freddi rapporti di obbedienza e sottomissione come tra un padrone e gli schiavi. Al seguito di Gesù noi entriamo nella Sacra Famiglia e la caratteristica che ci distingue è quella di cercare e di compiere la volontà di Dio. Cercare e fare la volontà di Dio è entrare in intima comunione con Lui e allo stesso tempo entrare in comunione con gli innumerevoli fratelli e sorelle che anch’essi cercano di fare questa stessa volontà. Cercando la sua volontà, in tutti gli atti della mia giornata, io sono unito a tutti i “santi” della terra, a tutti i discepoli di Gesù che sono sparsi in tutti i paesi del mondo. E Maria, che fa la volontà di Dio alla perfezione, è allora davvero nostra Madre.

 

 

MERCOLEDI’ 20 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Apollinare;Sant’Elia; Sant’Aurelio di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, E’ PAROLA DI VITA ETERNA.

 

Hanno detto: Il saggio soltanto trae dalla vita e da ogni età tutto il suo sapore, perché ne sente la bellezza, la dignità e il prezzo. (Amiel)

Saggezza popolare: Un’ora di quiete val meglio di un giorno di tripudio.

Un aneddoto: Una lepre femmina incontra una leonessa e le dice: “Ogni anno partorisco un gran numero di piccoli e tu puoi partorirne solo uno!”. “E’ vero, rispose la leonessa, Ne faccio solo uno, ma è un leone!”

Parola di Dio: Es. 16,1-5.9-15; Sal.77; Mt. 13,1-9

 

Vangelo Mt 13, 1-9

Dal vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e si sedette in riva al mare. Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare. E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda ". Parola del Signore

 

“USCI’ IL SEMINATORE A SEMINARE…”. (Mt. 13,3)

Noi siamo maestri nell’applicare le cose agli altri: “Gli altri dovrebbero fare così”, “Quella pagina di Vangelo calza a pennello per quella persona”…”La parabola del seminatore va bene per i preti che dovrebbero imitare Dio nel seminare, i vari terreni sono i cuori degli uomini”. Gesù, questa parabola, l’ha raccontata per me, per mettermi davanti alla gioia e alla responsabilità del suo grande dono: la sua Parola. La Parola di Dio non è una parola qualunque, non è una delle migliaia di parole che ascoltiamo ogni giorno. Proviamo a pensarci: quando Dio parla crea. “E Dio disse: sia la luce. E la luce fu”. Io esisto perché la sua parola mi ha voluto e mi sostiene. La Parola di Dio è nientemeno che Gesù, suo Figlio: “La Parola si è fatta carne ed ha messo la sua tenda in mezzo a noi”. La Parola di Dio ha in sé una forza vitale. Quando noi ascoltiamo le parole degli uomini cerchiamo di assimilarle, di inserirle nelle nostre conoscenze. Per la Parola di Dio è diverso: essa possiede in sé un principio vitale capace, se assecondato, di operare trasformazioni, di creare cose nuove. Il mio compito, nei suoi confronti, è soprattutto quello di accogliere questo dono, di assecondare questo sforzo vitale che è in essa, nel non opporre ad essa alcuna resistenza. Come mai, allora, ho ascoltato tante volte la Parola di Dio e sono sempre lo stesso? Come mai certe volte in chiesa mi entusiasmo davanti alla Parola e poi, fuori di chiesa, vivo come se questa Parola non esistesse? Perché ascolto parole grandi e continuo a compiere cose meschine? Non sarà forse perché il nostro cuore spesso è indurito, il nostro terreno già occupato? Se noi accogliessimo davvero quella Parola e la traducessimo in vita, allora saremmo anche noi creatori di novità, di bello, di Regno di Dio, allora incarneremmo anche noi Gesù Cristo. Il seminatore ci dice: “Ecco ti do in abbondanza la mia parola. Essa è per te e se tu la accogli e la lasci portare frutto, attraverso te essa diventa seme anche per gli altri. Non ti chiedo molto, non ti porto via nulla. Soltanto, accogli il dono, fai spazio ad essa, lasciala crescere secondo la sua potenza, e vedrai che anche il deserto (tuo e degli altri) fiorirà”.

 

 

GIOVEDI’ 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo da Brindisi; Sant’Alberico Crescitelli.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, UN CUORE DA FANCIULLI.

 

Hanno detto: Lascia di quando in quando i sentieri battuti e inoltrati fra i boschi. Troverai certo qualcosa che non hai mai visto prima. Probabilmente si tratterà di una piccola cosa, ma non ignorarla. (Alexander Bell)

Saggezza popolare: Quando è alta la passione è bassa la ragione.

Un aneddoto: Dopo la battaglia dissero al Principe che si dovevamo uccidere i prigionieri perché così faceva il re suo padre ed il padre del padre. "Tu ami qualcuno?" chiese il Principe al primo prigioniero."Si, la mia sposa". Allora sei salvo" Sentenziò il Principe "Perché l'amore ha diritto sulla vita" Tutti i prigionieri amavano qualcuno, tranne uno che odiava tutti. "Vai anche tu", disse il Principe "perché tu non esisti!" (Leggenda indù)

Parola di Dio: Es. 19,1-2.9-11.16-20; Cantico da Dn. 3,52-56; Mt. 13,10-17

 

Vangelo Mt 13, 10-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole?". Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, sono diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono! ". Parola del Signore

 

"GLI DISSERO: PERCHE' PARLI LORO IN PARABOLE?". (Mt.13,10)

Anche noi ci stupiamo di questi discorsi parabolici di Gesù. Gli intellettuali non li apprezzano: "Occorrono idee chiare e distinte, concetti capaci di esprimere in poche parole, formule ben definite… Se Gesù, invece di contadini che seminano, di viandanti che incappano in briganti, di pastori che corrono dietro a pecore ci avesse detto: Dio è così e cosà; per andare in paradiso  occorre questo e quest'altro…" I benpensanti storcono il naso davanti a pubblicani che pregano meglio di farisei, davanti a samaritani migliori di sacerdoti e di Lazzari che dal paradiso guardano ricchi tra le fiamme dell'inferno. Altri ancora approfittano del discorso in parabole per dare delle interpretazioni che siano favorevoli alle loro tesi. In questi anni in cui ho predicato, ho scritto, ho fatto catechismo, mi sono reso conto, proprio attraverso l'esperienza, di alcune cose: Chi riesce immediatamente a capire le parabole? I bambini (quelli che non sono già troppo smaliziati dalla televisione e dai computer: quelli ormai sono già dei piccoli intellettuali rimbecilliti, incapaci di fantasia). Quante volte, dopo aver raccontato qualcosa sono rimasto stupito nel vedere che non solo non c'era bisogno di spiegare, ma che loro erano già andati oltre, avevano già applicato alla loro vita. Davanti alle parabole del Vangelo se non siamo come bambini (e non di quelli rimpinzati da genitori e scuola non solo di cose ma anche di stupidità che li gonfiano di nozioni e di supponenza) continueremo a dire che Gesù poteva essere più chiaro, che non è da Dio parlarci di pecore, di porci, di lupi.

 

 

VENERDI’ 22 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Maddalena; San Fiorenzo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ASCIUGA LE NOSTRE LACRIME.

 

Hanno detto: Se c'è rettitudine di cuore, ci sarà bellezza di carattere. Se c'è bellezza di carattere, ci sarà armonia nella casa. (Confucio)

Saggezza popolare: Anche la rana morderebbe se avesse i denti.

Un aneddoto: Il padre di una ragazza che faceva parte del gruppo dei discepoli irruppe nella sala dove il maestro stava tenendo una conferenza. Ignorando i presenti urlò alla figlia: “Hai abbandonato la carriera universitaria per sedere ai piedi di questo sciocco! Che cosa ti ha mai insegnato?” Lei si alzò, condusse fuori il padre con calma e disse: “Stare con lui mi ha insegnato quello che nessuna università avrebbe potuto insegnarmi: mi ha insegnato a non aver paura di te e a non sentirmi imbarazzata per il tuo vergognoso comportamento”.

Parola di Dio: Ct. 3,1-4 opp. 2Cor. 5,14-17; Sal. 62; Gv. 20,1-2.11-18

 

Vangelo Gv 20, 1. 11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto". Parola del Signore

 

“MARIA DI MAGDALA SI RECO’ AL SEPOLCRO DI BUON MATTINO…” (Gv. 20, 1)

Maria di Magdala che va di buon mattino al sepolcro  diventa un segno per tutti noi. E facile immaginare il suo passo. E’ tipico di chi si reca al cimitero. Non si corre di certo quando si ha un appuntamento con la morte. Così come non si corre allorché si è intruppati in un corteo che segue una bara. Non si corre quando si va a versare lacrime sulla tomba di Colui nel quale si erano investite tutte le speranze, che si era amato più di tutto e di tutti. E poi c’è paura e preoccupazione: c’è una grossa pietra da smuovere. Anche a noi ogni ostacolo, ogni difficoltà, ogni fatica, mettono paura: sono come pietre tombali che rendono difficile il nostro cammino. Anche le nostre infedeltà, i nostri peccati, le nostre reciproche incomprensioni ci appaiono impedimenti al nostro cammino. Ma poi anche noi come Maria siamo testimoni di un incidente, l’incidente della tomba vuota. Gesù non è più lì nel regno dei morti. E’ la morte  che ha avuto la peggio. Nonostante tutto, la potenza e la bontà di Dio sono più grandi di noi. Non spaventiamoci di fronte agli ostacoli: il Signore è capace di spalancare tutti i sepolcri; non rattristiamoci, non chiudiamoci in noi stessi, non cerchiamo altrove la soluzione ai nostri problemi, ai nostri interrogativi, anche quelli più inquietanti. Mettiamoci a correre anche noi per la gioia di Pasqua. Andiamo dietro a Gesù. Lasciamoci condurre da Lui che mai delude e chiediamogli con fiduciosa insistenza di voler ribaltare tutte le pietre, tutti i massi, di voler smascherare tutto ciò che è tenebra, menzogna, ingiustizia; di voler asciugare tutte le lacrime e preghiamolo perché, nonostante la nostra pochezza voglia associarci a sé in questa missione di liberazione, di costruzione della giustizia, della pace, della crescita del suo regno.

 

 

SABATO 23 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Brigida, patrona d’Europa;Sant’Olimpio; Santa Cunegonda.

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ CHE RIMANGA IN TE E PORTI I TUOI FRUTTI,

 

Hanno detto: Avventurarsi significa rischiare di avere spesso molti guai; ma non avventurarsi e rimanere indecisi significa perdere e rovinare se stessi. (Kierkegaard)

Saggezza popolare: Vuoi farti amare? Fatti desiderare.

Un aneddoto: Un uomo, mentre passeggiava incuriosito chiese a una lucciola: “Perché brilli soltanto di notte?” La lucciola nella sua lingua particolare, gli diede questa luminosa risposta: “Sto all’aperto di giorno come di notte, ma quando in cielo ci sta il sole io non son niente”.

Parola di Dio: Gal. 2,19-20; Sal. 33; Gv. 15,1-8

 

Vangelo Gv 15,1-8

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore

 

"CHI NON RIMANE IN ME, VIENE GETTATO VIA." (Gv. 15,6)

Nella nostra vita spirituale c'è un grande rischio: quello di tagliarci le gambe da soli. Vogliamo bene a Gesù, siamo cristiani! ma ad un certo punto: "Al mattino non riesco più a pregare: c'è fretta... l'ufficio, il mercato..."  "Ho cominciato a saltare messa una domenica perché mi è arrivata gente... adesso sono due mesi che non vado più in chiesa: ogni domenica ce n'è una... (di scusa!?)" "Andavo a trovare quella persona paralizzata in casa, ma poi sono arrivate le feste con tutto il loro da fare, mi son limitato a telefonarle, poi qualche giorno me ne sono dimenticato..., ora non mi oso più..." Con queste o altre cose simili, noi tagliamo i nostri rapporti con il Signore. I sacramenti della sua presenza diventano sempre più lontani, non troviamo più la voglia di pregare... rinsecchiamo. Se accumuliamo ostacoli nelle nostre vene c'è pericolo che presto la linfa vitale di Cristo non ci possa più raggiungere e allora? a cosa serve un ramo secco!

 

 

DOMENICA 24 LUGLIO: 17^ DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cristina; Sant’Agostino Fangi.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, IL TESORO SEI TU.

 

Hanno detto: L'impegno costante nelle piccole cose è una virtù grande ed eroica. (San Bonaventura)

Saggezza popolare: Se hai i soldi siedi altrimenti stai in piedi. (proverbio italiano)

Un aneddoto: FARE E NON FARE. San Bernardino sapeva ben cogliere la novità del Vangelo. Diceva: Poni a mente quel che ti dico: ci sono due Testamenti, il vecchio e il nuovo. Nel vecchio spesso è scritto: “Non fare, non fare, non fare!” Nel nuovo Testamento invece sempre tu leggi: “Fa’, fa’, fa’ bene; fa’ bene e ama!”

Parola di Dio: 1Re 3,5.7-12; Sal. 118; Rm 8,28-30; Mt. 13,44-52

 

Vangelo Mt 13, 44-52

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Parola del Signore

 

"IL REGNO DEI CIELI E' SIMILE AD UN MERCANTE CHE VA IN CERCA DI PERLE PREZIOSE…" . (Mt. 13,45)

Visto che anche oggi ci vengono riproposte le parabole del regno, riprendiamo una delle riflessioni già accennate domenica. Il contadino, il mercante di perle, una volta trovato il loro tesoro, una volta che han venduto tutto per comprarlo, si ritengono più che appagati da ciò che hanno conquistato. Cioè non cercano altro. Tutto ciò che potrebbero ottenere sarebbe insignificante, rispetto a ciò che hanno acquisito. Nella vita, invece, spesso ci comportiamo diversamente. Abbiamo intuito il Regno, lo abbiamo ottenuto vendendo un po' delle nostre stupidaggini e, adesso che lo abbiamo, ci mettiamo a cercare posti, onori, titoli, gratificazioni… anzi, mistifichiamo talmente le cose che sembra sia proprio il Regno a  giustificare questa corsa ai primi posti. Altre volte rimpiangiamo ciò che abbiamo perduto e, quasi il Regno non contasse in sé, vogliamo una compensazione. Se facciamo così saremmo come un mercante che, venuto in possesso del tesoro, lo svende per acquistare al posto pezzetti di vetro colorato. Chissà quando capiremo che l'incontro con Cristo è premio a se stesso! Vogliamo convincerci che tutte le volte che il Regno diventa pretesto per altre conquiste, abbiamo già perso il Regno, o comunque abbiamo contribuito a svalutarlo!

 

 

LUNEDI’ 25 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacomo; San Cristoforo.

Una scheggia di preghiera:

 

PERDONA, SIGNORE, LE NOSTRE INGRATITUDINI.

 

Hanno detto: Il fine del lavoro non è tanto creare degli oggetti quanto creare degli uomini. L'uomo crea se stesso facendo qualcosa. (Lanza del Vasto)

Saggezza popolare: Chi fu sotto il rasoio della guerra sa come Marte abbia la mano pesante.

Un aneddoto: L’ALBERO GENEALOGICO. Un giorno vien mostrato a Filippo Neri l’albero genealogico dei Neri. Tutti conoscono l’usanza mondana di vantarsi dei propri natali, di ringalluzzirsi quando si può far vedere agli altri che i propri avi erano delle persone nobili, dei principi o dei re. Gesto stupido in quanto tutti siamo figli di uno stesso Padre e quindi tutti abbiamo una grandissima nobiltà, una nobiltà divina: davanti a questa nobiltà, tutte le grandezze umane scompaiono. Ben lo sapeva il giovane Filippo, il quale dopo avere sogguardato la pergamena con un tono di compassione, la fece delicatamente a pezzi dicendo allegramente: “Val  meglio essere iscritti nel libro della vita”.

Parola di Dio nella festa di San Giacomo: 2Cor. 4,7-15; Sal. 125; Mt. 20,20-28

 

Vangelo Mt 20, 20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio". Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti". Parola del Signore

 

“COLUI CHE VORRA’ DIVENTARE GRANDE TRA VOI, SI FARA’ VOSTRO SCHIAVO; APPUNTO COME IL FIGLIO DELL’UOMO CHE NON E’ VENUTO PER ESSERE SERVITO MA PER SERVIRE E DARE LA SUA VITA IN RISCATTO PER MOLTI”. (Mt. 20,27-28)

Gesù, oggi, dopo aver ascoltato questo brano di Vangelo, voglio esserti vicino, con tutti gli amici che leggono questa pagina per lenire un po’ una delle cose che, penso, ti abbiano fatto soffrire di più durante la tua passione cioè il fatto di vedere che mentre Tu dai la vita per amore, per servirci, noi non solo non abbiamo capito ma arriviamo, in certi casi addirittura, a sfruttare il tuo amore a favore del   nostro orgoglio e per consolidare il nostro potere. E’ grande la delusione del sentirci traditi dagli amici proprio su quelli che sono gli ideali, i capisaldi del nostro essere. Quando l’ho provato nella mia vita personale so che vien voglia di dire: “Ma perché ho lottato, pagato, sofferto? Per chi?”. E qui si rischia di andare avanti e di dire: “Ne valeva la pena?”. Enorme deve essere stato per te il peso della delusione. Eri stato tre anni a condividere tutto con quei tuoi amici e proprio mentre parli del tuo andare a morire per loro, essi sono lì a discutere chi sia il più grande, il più degno di appropriarsi di un pezzo di potere.  Dio ha affidato la sua parola ai sacerdoti, scribi e farisei ed essi fanno di tutto per far tacere Te che sei la Parola vivente e arriveranno a farti mettere in croce; e sarà proprio uno dei tuoi a consegnarti a loro. Si può ancora capire la paura che fa disperdere i tuoi amici nel momento della prova, ma non il non essere capito, l’essere tradito proprio sul senso del servizio. Eppure, Gesù, devo dire che spesso noi continuiamo a non capire: è più facile comandare che servire; è più semplice dichiarare la fede tra gli applausi nelle grandi celebrazioni religiose piuttosto che cercare  di manifestarti nel quotidiano dove al massimo ti dicono che sei un po’ bacato per le tue scelte di fede; è più facile dettare norme morali per gli altri su argomenti di cui ti senti al sicuro che applicare la stessa intransigenza a te in quelli che sono i tuoi limiti e le tue debolezze; è più facile approfittare del proprio ruolo o potere religioso che mettersi in cammino con i peccatori, è molto facile parlare di croce piuttosto che prendersela sulle spalle, parlare di povertà con la sicurezza dei conti in banca, affidarsi alle cose piuttosto che curare le anime, andare ad un convegno religioso sulla malattia che cambiare un vecchio incontinente. Signore, perdonaci per tutte le volte che ti abbiamo deluso e, ti prego, non fare come noi che, davanti alla delusione, sentendoci cadere le braccia, abbiamo voglia di arrenderci e di cambiar mestiere; Tu non ‘cambiar mestiere’, perché il tuo mestiere è la pazienza e la misericordia nei nostri riguardi.

 

 

MARTEDI’ 26 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gioacchino ed Anna; Santa Bartolomea Capitanio.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: L'umiltà è la virtù più difficile da conquistare; niente di più duro a morire del desiderio di pensar bene di se stessi. (Thomas Stearns Eliot )

Saggezza popolare: La ricchezza in mano ad un giovane è come un coltello in mano ad un bambino.

Un aneddoto: Un guerriero giapponese fu catturato dai suoi nemici e gettato in prigione. La notte non riusciva a dormire perché era convinto che il giorno dopo sarebbe stato crudelmente torturato. Poi gli vennero in mente le parole del suo maestro: “Il domani non è reale. L’unica cosa reale è il presente”. Così si fermò nel presente e ben presto si addormentò.

Parola di Dio: Es. 33,7-11;34,5-9.28; Sal.102; Mt. 13,36-43

 

Vangelo Mt 13, 36-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda! ". Parola del Signore

 

“SPIEGACI LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA NEL CAMPO.”(Mt. 13,36)

Perché tanta cattiveria nel mondo? Se Dio esistesse veramente perché l’avrebbe permessa? perché la tollererebbe? Eppure Dio non solo la permette, la tollera, ma impedisce ai  suoi servi troppo zelanti di sterminare i malvagi con il pretesto di far scomparire il male. Il dolore, la cattiveria, il male sono misteri ed è assurdo allora volerceli spiegare per filo e per segno. Di una cosa sola siamo certi per fede, che Dio è più forte del male, che non può essere connivente con esso, che, se lo permette e chiede a noi, come a suo Figlio di passare attraverso la croce del dolore e della cattiveria degli uomini, un motivo ci sarà. Come reagire davanti al male? Cercare in tutte le maniere di allontanarlo da noi come nemico di Dio e nostro; invocare la forza di Dio che può vincere il male e trasformarlo; fidarci di Dio anche nel momento del buio: se Dio aspetta a vincerlo non è di certo per la gioia sadica di vederci soffrire ma perché, nella sua sapienza, saprà Lui che anche attraverso la sofferenza e il male può nascere amore e salvezza.

 

 

MERCOLEDI’ 27 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio di Cordoba; Santa Liliosa.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO E’ DONO TUO, SIGNORE, AMANTE DELLA VITA.

 

Hanno detto: Ricordati sempre che ogni cosa che ti accade prospera o avversa viene da Dio, affinché dall'una parte non ti insuperbisca e dall'altra non ti perda di coraggio. (San Giovanni della Croce)

Saggezza popolare: Ricchezza poco vale a quel che l’usa male.

Un aneddoto: In una famiglia privata l’invitato: “Io non ho mai mangiato così bene...” Il bambino: “E nemmeno noi!” Se vuoi sapere la verità chiedila a un bambino o a un ubriaco.

Parola di Dio: Es. 34,29-35; Sal. 98; Mt. 13,44-46

 

Vangelo Mt 13, 44-46

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra". Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE AD UN TESORO NASCOSTO IN UN CAMPO...”. (Mt. 13,44)

L’uomo sente che la sua vita ha bisogno di essere ancorata ad un valore, ad un tesoro. C’è chi pensa: Mio primo valore è la salute, quando ho questa, ho tutto. Con essa affronto la mia giornata, risolvo i miei problemi. E fa tutto il possibile per difenderla, conservarla. Finché la possiede, e tranquillo, sicuro. C’è chi dice: Mio tesoro è la ricchezza, il denaro, il possedere. Con questo posso fare tutto ciò che voglio, tutto è ai miei piedi, ai miei ordini, tutto mi è possibile, tutte le porte mi si aprono. E spende la sua vita, la sua intelligenza, il suo lavoro, tutto quello che ha, per raggiungere questo tesoro. Sogna di poter dire, come nella parabola evangelica: “Godi, anima mia, hai tutto ciò che ti serve, i tuoi granai sono pieni...”. C’è chi segue altri sentieri: mio tesoro è il sapere, il lavoro, la professione, il successo... E per te, qual è il tuo tesoro?

 

 

GIOVEDI’ 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo I, Papa; Santa Serena.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU’ PER I TUOI DONI CHE NON FINISCONO MAI.

 

Hanno detto: Che cosa può vedere più volentieri il Creatore di una creatura lieta? (Lessing)

Saggezza popolare: Il ricordarsi del male raddoppia il bene.

Un aneddoto: Un grosso leone dormiva nella foresta e alcuni topi dei campi gli giocavano vicino ed uno di loro involontariamente finì per saltargli addosso. Il leone si svegliò e con una fulminea zampata lo agguantò. Lui domandò di perdonarlo perché non lo aveva fatto apposta. Il leone rifletté che ammazzando un topolino era un inutile delitto senza gloria, per cui lo perdonò e lo lasciò libero. Poco tempo dopo il leone cadde in un trabocchetto e prigioniero cominciò a ruggire. Il topolino lo sentì ed accorse da lui, lo riconobbe e gli disse: “Il bene che mi hai fatto mica l'ho scordato” quindi cominciò a rosicchiare le corde ed ad allentare i nodi. Così fu che un piccolo topolino restituì la libertà al Re della foresta. (Fedro)

Parola di Dio: Es. 40,16-21.34-38; Sal. 83; Mt. 13,47-53

 

Vangelo Mt 13, 47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

"OGNI SCRIBA DIVENUTO DISCEPOLO DEL REGNO E’ SIMILE A UN PADRONE DI CASA CHE ESTRAE DAL SUO TESORO COSE NUOVE E COSE ANTICHE”. (Mt. 13,52)

Essere entrati nel Regno significa avere un tesoro prezioso: Dio ci ha donato Gesù, i suoi sacramenti, la sua parola. Tutti questi doni sono per noi, per la nostra gioia e salvezza, ma sono anche talenti preziosi che dobbiamo "commerciare", e il modo di commerciare del cristiano è quello di donare agli altri ciò che a sua volta ha ricevuto. Ecco perché Gesù parla dicendo di utilizzare "cose nuove e cose antiche". La novità è Lui ed è Lui che noi dobbiamo annunciare e testimoniare. Ma ci sono anche cose "antiche" che non sono da buttare via, ad esempio tutta la storia della salvezza, l'Antico Testamento, la nostra appartenenza alla Chiesa, i doni particolari che ognuno di noi ha in questa vita. Ciascuno di noi deve pescare nel suo bagaglio di storia, di esperienze per presentare al meglio agli altri la fede in Cristo. Tutti siamo testimoni e ognuno è un testimone originale che ha qualcosa di proprio da dire su Gesù.

 

 

VENERDI’ 29 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marta; Sant’Ademaro; San Guglielmo Pinchon.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI ASCOLTARE E VIVERE LA TUA PAROLA.

 

Hanno detto: Chi non ha il diritto di perseguitare il suo nemico con la spada, lo perseguiti con la preghiera. (San Gregorio)

Saggezza popolare: Il quattrino risparmiato dalla moglie tanto vale quanto quello guadagnato dal marito.

Un aneddoto: In un bosco c’era un albero triste. “La tua tristezza dipende dal fatto che non dai mele” gli diceva il melo. “Saresti felice se ti riempissi di rose” gli diceva il roseto. “La vera gioia sta nel dare arance” affermava di rimando l’arancio. Una notte un gufo si posò tra i suoi rami e gli sussurrò: “Non preoccuparti, il tuo problema non è grave. Ne soffrono anche gli stessi uomini. Sii te stessa. Sei una quercia, devi crescere grande e robusta. La tua funzione è di offrire rifugio agli uccelli, ombra ai pellegrini e bellezza al paesaggio. Questa e’ la tua missione accettala e compila!” L’albero ascoltò il consiglio e da allora visse felice, contento di essere ciò che era, una quercia!

Parola di Dio: 1Gv. 4,7-16; Sal. 33; Gv. 11,19-27 opp Lc. 10, 38-42

 

Vangelo Lc 10, 38-42

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta". Parola del Signore

 

“MARTA, MARTA, TU TI PREOCCUPI E TI AGITI PER MOLTE COSE. MA UNA SOLA E’ LA COSA DI CUI C’E’ BISOGNO. MARIA SI E’ SCELTA LA PARTE MIGLIORE CHE NON LE SARA’ TOLTA”.(Lc. 10,42)

Gesù non intende opporre due diversi stati di vita. Non ci sono da un lato gli aristocratici della vita cristiana e dall’altra le truppe semplici del ministero apostolico di cui la Chiesa ha bisogno quaggiù ma che sarebbero condannati ad una santità di secondo grado. La risposta di Gesù a Marta non è assolutamente rivolta a fornire una buona coscienza a chi ritenesse di potersi riconoscere in Maria. Gesù vuole soltanto ricordare che c’è una cosa indispensabile: ascoltare la parola del Signore per serbarla nel proprio cuore e metterla in pratica. Questo è ciò che fa il vero discepolo. Anche la Madonna non ha smesso di fare le faccende di casa per tutta la sua vita ma le ha fatte in un certo modo e con un certo spirito proprio perché ascoltava e “serbava nel suo cuore” le promesse e i misteri della Parola.

 

 

SABATO 30 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo;Santa Donatella, martire; San Capreolo.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER I TUOI TESTIMONI

 

Hanno detto:

Tutte le nostr efacoltà e il nostro ingegno, tutti i nostri lavori, le nostre pene, le nostre umiliazioni bisogna che abbiano di mira solamente la gloria di Dio. (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: La civiltà moderna è la moltiplicazione infinita di necessità non necessarie. (proverbio Italiano)

Un aneddoto: Gesù incontrò un uomo e gli chiese: “Che cosa stai facendo?” “Mi dedico a Dio” rispose l’uomo. Gesù allora gli chiese: “Chi si prende cura di te?” “Mio fratello”, rispose l’uomo. Gesu’ disse: “Tuo fratello si dedica a Dio più di te”. (Letteratura Islamica)

Parola di Dio: Lv. 25,1.8-17; Sal. 66; Mt. 14,1-12

 

Vangelo Mt 14, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui". Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù. Parola del Signore

 

“ERODE MANDO’ A DECAPITARE GIOVANNI NEL CARCERE”. (Mt. 14,10)

Nel nostro mondo di solito succede così: quando qualcuno grida una verità, magari in un primo tempo lo si guarda interessati ed ammirati, ma poi la verità gridata comincia a dare fastidio, soprattutto a coloro che hanno interessi personali a tener nascosta la verità o a far apparire la propria verità, e allora?  Bisogna far tacere quella persona! Gli uomini pensano che per far tacere la verità basti tagliarle il collo; e la cosa può essere cruenta o attuata in mille altri modi, magari blandendo il personaggio scomodo, offrendogli posti di onore all’interno del sistema oppure tagliandogli i ponti attorno, distruggendo la persona con falsità sul suo conto, insomma  la storia si ripete continuamente dalla gelosia di Caino, alla crocifissione di Gesù, da Giovanni Battista ai martiri di ieri e di oggi uccisi dai totalitarismi di sinistra o di destra che si sentono disturbati da voci diverse dalla loro. Eppure dovremmo averlo imparato: il tagliare una testa, l’imbavagliare una bocca fanno gridare ancora più forte la verità. Il marcio non basta rivestirlo di vesti sontuose: la sua puzza infetta comunque. Non sarebbe più semplice e più giusto, quando sentiamo qualche voce che ci disturba nel nostro comodo e nelle nostre abitudini, prima di volerla far tacere, chiederci se non ha un messaggio di verità anche per noi?

 

 

DOMENICA 31 LUGLIO: 18^ DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Loyola;San Fabio; San Giustino de Jacobis.

Una scheggia di preghiera:

 

ABBIAMO BISOGNO DI TE, PANE DELLA VITA.

 

Hanno detto: La forza non risolve nessun problema, ma alimenta un fuoco difficile poi da spegnere. (Papa Giovanni Paolo II)

Saggezza popolare: Non vi fu mai sacco così pieno che non vi entrasse ancora grano.

Un aneddoto: C’era una volta una vecchietta che non parlava mai male di alcuno. Trovava sempre qualcosa di nuovo in ognuno. Un giorno morì un vicino di casa che racchiudeva in sé tutte le miserie umane: era bugiardo, ladro, ubriaco, rissoso con tutti, picchiava la moglie e i figli… La notte della veglia funebre la vecchietta entrò nella camera ardente in cui si doveva recitare il Rosario per il defunto. Tutti i presenti non poterono fare a meno di pensare tra sé : “Di questo non potrà proprio dire nulla di buono ”. La vecchietta rimase in silenzio e sembrava proprio che non sapesse cosa dire, ma dopo un po’ disse: “Sapeva davvero fischiare bene. Era un piacere sentirlo quando passava sotto la mia finestra tutte le mattine. Mi mancherà. ”

Parola di Dio: Is. 55,1-3; Sal. 144; Rm 8,35.37-39; Mt. 14,13-21

 

Vangelo Mt 14, 13-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, quando udì della morte di Giovanni Battista, Gesù partì su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qua". E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore

 

"SPEZZO' I PANI". (Mt. 14,19)

Quanto è diventato abituale questo gesto! Talmente abituale che spesso il sacerdote lo compie come un rito qualsiasi e i fedeli lo vivono con molta superficialità. Gesù spezza il pane in un gesto di condivisione e di solidarietà affinché cinquemila uomini abbiano da mangiare. Gesù, fattosi pane per noi, spezza il suo corpo sull'altare della croce affinché la misericordia del Padre che lo ha accettato come Agnello immolato, possa riversarsi su di noi. Gesù continua a spezzare il suo corpo affinché noi possiamo continuare ad avere il pane di Dio che ci accompagni nel meraviglioso quanto faticoso pellegrinaggio verso la nostra meta definitiva. Gesù spezza il pane perché da questo gesto noi impariamo che cosa vuol dire essere fratelli, saper perdonare, imparare a camminare insieme condividendo. Altro che "rito" della messa!  Altro che: "Andiamo a Messa in quella chiesa dove in mezz'ora ce la caviamo"! Altro che Messe comode a tutti gli orari! Altro che preti abitudinari che vanno avanti a memoria e che per primi non comunicano la gioia e il senso del mistero che compiono! Non credo che aumentando o diminuendo le Messe si riesca a capirle di più, ma qualche volta, per certi preti e cristiani abitudinari non sarebbe bene un po' di "digiuno eucaristico" per scoprire se davvero l'Eucaristia è importante per ciò che è e non per l'insieme di riti e di abitudini di cui l'abbiamo caricata e in cui spesso la releghiamo?

 

 

 

 

 

 

 

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