SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
http://digilander.libero.it/don_franco_web
a cura di: don_franco_locci@libero.it
MARZO 2011
MARTEDI’ 1 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Albino; Sant’ Amanzio; Santa Eudossia, martire.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, IL TUO REGNO STA VENENDO NELL’AMORE DI TANTI FRATELLI.
Hanno detto: E’ facile sapere contro cosa ti batti, ben più difficile è sapere per cosa ti batti. (Paul Laverty)
Saggezza popolare: Anche le torri più alte hanno le loro fondamenta nel terreno.
Un aneddoto: C’era una volta un fiore che nacque in mezzo alle pietre. Chissà come, riuscì a crescere e ad essere un segno di vita in mezzo a tanta tristezza. Passò un giovane e rimase ammirato davanti al fiore. Pensò quindi alla sua ragazza. Tagliò allora il fiore e glielo portò. Una settimana più tardi il fiore era morto. Passò quindi un uomo, vide il fiore, pensò alla bellezza di Dio, ma lo lasciò lì. Non volle coglierlo per non ucciderlo. Alcuni giorni dopo ci fu una tempesta e il fiore morì. Passò quindi una fanciulla e vide che quel fiore era bello, ma solitario. Decise allora di tornare tutti i giorni. Un giorno lo irrigò, un altro giorno portò della terra, quindi lo potò, dopo di che gli costruì attorno una aiuola e gli mise del concime. Un mese dopo, là dove prima c’erano solo delle pietre, vi era ora un giardino. La terra è la casa dell’uomo. Rispettiamola.Trasformiamola in un giardino.
Parola di Dio: Sir.35,1-15; Sal 49; Mc. 10,28-31
Vangelo Mc 10, 28-31
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito". Gesù gli rispose: "In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva gia al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi". Parola del Signore
“PIETRO DISSE A GESU’: “ECCO NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO”. (Mc. 10,28)
Quante volte anche noi, specialmente dopo aver fatto qualche buona azione, quando ci sentiamo buoni, siamo lì quasi a vantarci davanti a Dio e al nostro prossimo di quanto abbiamo fatto e vorremmo che Dio, subito, ci donasse un premio, riconoscesse la nostra bontà, ci facesse, in contraccambio, andar bene tutte le cose della nostra vita. E’ una mentalità ancora commercialista, legata proprio a quello che Gesù aveva appena chiesto di lasciare: l’attaccamento alle cose, la materialità di esse. Se tu hai fatto qualcosa di buono dovresti esserne contento per il bene stesso che hai fatto. In un altro brano di Vangelo Gesù dice: “Quando avrete fatto tutto quello che dovevate fare, allora dite: siamo servi inutili, abbiamo appena fatto il nostro dovere”. Impariamo a gioire del bene per il bene, non del bene come mezzo per ottenere per noi un premio. Che poi Dio sia generoso e voglia donarci già qui sulla terra il centuplo di quello che abbiamo donato o che abbiamo fatto, e che ce lo dia anche “fin dal presente in case, e fratelli, e sorelle, e figli, e campi insieme a persecuzione e nel futuro la vita eterna”, è motivo dell’amore di Dio nei nostri confronti, non di certo dei nostri poveri e piccoli meriti che ci hanno ‘guadagnato meriti e paradiso’.
MERCOLEDI’ 2 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:San Quinto; San Simplicio, Papa; Santa Caterina Dexel.
Una scheggia di preghiera:
TI SALUTO O CROCE SANTA CHE PORTASTI IL SALVATOR.
Hanno detto: Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore. (Albert Einstein)
Saggezza popolare: Se disegni male una tigre, questa assomiglierà a un cane.
Un aneddoto: Arsenio era un romano molto colto, di dignità senatoria, che viveva alla corte dell'imperatore Teodosio come precettore dei principi Arcadio e Onorio. Quando era ancora a corte, l'abate Arsenio pregò Dio con queste parole: “Signore, mostrami la via per la quale essere salvato”. Arrivò a lui una voce che diceva: “Arsenio, fuggi, taci, vivi in solitudine: sono queste le radici dell'innocenza”. Dopo aver lasciato segretamente Roma, imbarcatesi per Alessandria e ritiratesi a vita solitaria nel deserto, Arsenio tornò, con le stesse parole, a rivolgere la preghiera: “Signore, mostrami la via per la quale essere salvato”, e di nuovo sentì una voce che gli diceva: “Arsenio, fuggi, taci, vivi in solitudine: sono queste le radici dell'innocenza”. Le parole: “Fuggi”, “taci” e “prega”, sintetizzano la spiritualità del deserto. Indicano i tre modi di evitare che il mondo ci plasmi a sua immagine e sono, quindi, le tre vie alla vita nello Spirito.
Parola di Dio: Sir. 36,1-2.5-6.13-19; Sal. 78; Mc. 10,32-45
Vangelo Mc 10, 32-45
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù, prendendo in disparte i Dodici, cominciò a dir loro quello che gli sarebbe accaduto: "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi: lo condanneranno a morte, lo consegneranno ai pagani, lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno; ma dopo tre giorni risusciterà". E gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: "Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo". Egli disse loro: "Cosa volete che io faccia per voi?". Gli risposero: "Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". Gesù disse loro:"Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?". Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato". All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: "Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti". Parola del Signore
"GESU’, PRENDENDO IN DISPARTE I DODICI, COMINCIO’ A DIR LORO QUELLO CHE GLI SAREBBE ACCADUTO". (Mc. 10, 32)
Agli apostoli del Vangelo di oggi succede così: Gesù li chiama in disparte per confidare loro il mistero di se stesso. Li considera amici, pensa che abbiano già fatto un po’ di strada con Lui e che quindi possano essere in grado di avvicinarsi al mistero della sua morte. Quelli non lo ascoltano neppure. Due di loro, anzi, chiedono i posti d’onore nel prossimo Regno di Gesù e gli altri si indignano con loro perché anch’essi ambiscono ai medesimi posti. E per noi non è forse ancora un po’ così? Gesù ci parla della sua morte e noi non vogliamo sentire parlare di morte e sofferenza, Lui ci sta facendo una confidenza perché pensa che un amico potrebbe avere un po’ di comprensione e noi discutiamo sulla bontà o meno del Padre che permette la sofferenza di suo Figlio; Gesù ci parla di se stesso e della sua donazione a noi e noi continuiamo a parlare soltanto di noi stessi o di Chiesa. E se avessimo, io per primo, un po’ più di pudore davanti al mistero della Croce? Se la smettessimo di sbandierare crocifissi e segni di croce e stessimo un po’ più zitti davanti alla croce di Gesù, questa, con la sua voce forte ma tenue, non avrebbe ancora tante confidenze da farci?
GIOVEDI’ 3 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Camilla, vergine; Santa Cunegonda; San Tiziano da Brescia.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE.
Hanno detto: Tra noi e l’inferno o il cielo c’è di mezzo soltanto la vita, che è la cosa più fragile al mondo. (Pascal)
Saggezza popolare: Il ferro battuto diventa acciaio.
Un aneddoto: Un gruppo di sufi disse al loro maestro amato: “Vorremo onorare il maestro che ti ha formato così egregiamente, con una lapide. Chi fu?”. Rispose: “Il mio maestro fu un cane”. E tra la meraviglia generale proseguì: “Un giorno vidi un cane assetato avvicinarsi ad una pozza d’acqua. Ma, vedendo nell’acqua limpida la propria immagine riflessa, scappò via spaventato temendo che fosse un altro cane. Più cresceva la sete, più tentava di avvicinarsi all’acqua, ma sempre l’immagine riflessa lo spaventava. Alla fine si decide: tuffò la testa nell’acqua, l’immagine sparì e bevve. Allora capii che fino a quando avessi avuto davanti a me stesso il mio “io”, mai sarei giunto a capire Dio”.
Parola di Dio: Sir. 45,15-26; Sal. 32; Mc. 10,46-52
Vangelo Mc 10, 46-52
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!". Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Allora Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!". E chiamarono il cieco dicendogli:"Coraggio! Alzati, ti chiama!". Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: "Che vuoi che io ti faccia?". E il cieco a lui: "Rabbunì, che io riabbia la vista!". E Gesù gli disse: "Và, la tua fede ti ha salvato". E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada. Parola del Signore
"EGLI, GETTATO VIA IL MANTELLO, BALZO’ IN PIEDI". (Mc.10,50)
Quando è avvenuta la guarigione del cieco Bartimeo? A me piace leggere il momento della guarigione non tanto solo nel dialogo tra Bartimeo e Gesù, quanto in un gesto, forse impulsivo, ma che il cieco fa quando ancora non ci vede. "Egli, gettato il mantello…". Quel mantello era la sua casa, il suo riparo, la sua possibilità di guadagno. Per un povero cieco era tutta la sua ricchezza. Pensate che l’Antico Testamento diceva che se anche uno avesse avuto un grande debito, non era giusto requisirgli il mantello, o al massimo bisognava restituirglielo per la notte… Il mantello era la coperta del cieco, era il panno su cui si sedeva a mendicare, era il luogo sul quale cadevano le monete delle offerte. Perché, dunque, Bartimeo butta via il mantello? Perché nella sua fede ormai è sicuro del miracolo, è sicuro che quel mantello non sarà più la sua casa costringente, ora potrà farne a meno, libero di muoversi, di guadagnarsi da vivere con il proprio lavoro. Veramente grande la fede di quest’uomo! Ma, la sua rinuncia è poi gran cosa rispetto al dono che riceve?
VENERDI’ 4 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:San Casimiro di Lituania; Sant’ Adriano di Nicomedia; San Lucio, Papa.
Una scheggia di preghiera:
RENDIMI IN OGNI SITUAZIONE CAPACE DI DONARE.
Hanno detto: Essere prudenti significa dire la verità in modo che non distrugga, ma edifichi. (Romano Guardini)
Saggezza popolare: Quando una freccia è incoccata sull'arco, prima o poi bisogna scoccarla.
Un aneddoto: Due boscaioli lavoravano nella stessa foresta ad abbattere alberi. Usavano le loro asce con identica bravura, ma con una diversa tecnica. Il primo colpiva il suo albero con incredibile costanza, un colpo dietro l’altro, senza fermarsi se non per prender fiato rari secondi. Il secondo boscaiolo faceva una discreta sosta ogni ora di lavoro. Al tramonto il primo boscaiolo era a metà del suo albero, il secondo era incredibilmente al termine del suo tronco. Avevano cominciato insieme e i due alberi erano uguali. Il primo boscaiolo non credeva ai suoi occhi: “Come hai fatto ad andare così veloce se ti fermavi ogni ora?” L’altro sorrise: “hai visto che mi fermavo ogni ora. Ma non hai visto che approfittavo della sosta per affilare la mia ascia”.
Parola di Dio: Sir. 44,1.9-13; Sal. 149; Mc. 11,11-25
Vangelo Mc 11, 11-25
Dal vangelo secondo Marco.
Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi. E gli disse: "Nessuno possa mai più mangiare i tuoi frutti". E i discepoli l'udirono. Andarono intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si portassero cose attraverso il tempio. Ed insegnava loro dicendo: "Non sta forse scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!". L'udirono i sommi sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutto il popolo era ammirato del suo insegnamento. Quando venne la sera uscirono dalla città. La mattina seguente, passando, videro il fico seccato fin dalle radici. Allora Pietro, ricordatosi, gli disse: "Maestro, guarda: il fico che hai maledetto si è seccato". Gesù allora disse loro: "Abbiate fede in Dio! In verità vi dico: chi dicesse a questo monte: Lèvati e gettati nel mare, senza dubitare in cuor suo ma credendo che quanto dice avverrà, ciò gli sarà accordato. Per questo vi dico: tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati". Parola del Signore
"NESSUNO POSSA MAI PIU' MANGIARE I TUOI FRUTTI". (Mc.11,14)
E’ quello della maledizione del fico uno degli episodi evangelici che lasciano più perplessi. Gesto di rabbia di Gesù per una fame non appagata? Gesto premonitore? E poi, perché l’Evangelista ci complica ancor di più la vita dicendoci che quella non era la stagione dei fichi? Ho letto almeno una ventina di tentativi di interpretazione da parte degli esegeti, ma nessuno troppo convincente. E allora, con voi, mi accosto con umiltà a questa pagina. Secondo me Gesù non va a cercare fichi perché ha fame (veniva da Betania e, figuriamoci se Marta si era lasciata scappare l’occasione di preparargli una buona colazione!). Gesù va a cercare frutti dal suo popolo, là dove quella sua pianta, coltivata da Dio nei secoli, trapiantata, difesa, concimata, potata, dovrebbe portare i frutti. Gesù vorrebbe trovare sempre almeno il frutto della riconoscenza, del perdono ricevuto e donato, i frutti dell’amore… non ci sono stagioni per questi frutti. E, l’albero dell’ebraismo che frutti ha portato, almeno nella sua ufficialità? (ricordiamoci che siamo alle porte di Gerusalemme) Una religione fonte di potere, l’ipocrisia, una legge che uccide invece di salvare. E sull’albero della Chiesa ci sono frutti? E quando Gesù alza gli occhi verso la mia pianta, che cosa ci trova? E’ inutile dire: "Non è ancora stagione! A suo tempo provvederò (sono forse io il padrone del tempo?)". Per il Signore è sempre la stagione dei frutti e per tutto quello che Lui ha fatto per me, ha tutti i diritti di venirli a cercare, e, davanti a Lui, non basta neppure dire: "Ma guarda quante belle foglie ci sono!". Come non bastano le adunate oceaniche per dire che la Chiesa è viva, così non bastano le mie chiacchiere di cristiano per dimostrare la fede, non bastano le tante buone intenzioni se tali rimangono, non bastano programmazioni, sinodi diocesani che normalmente producono… tonnellate di carta, non bastano neanche le "Schegge e scintille" se non portano a qualche frutto concreto sia per chi le scrive che per chi le legge. Il buon Gesù, il dolce Gesù che sulla croce perdona i suoi crocifissori in questo caso maledice il fico ed esso secca. Non so spiegarmi l’episodio ma pensando alle mie tante foglie e ai miei pochi frutti, un po’ di turbamento mi rimane.
SABATO 5 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Olivia, Vergine e martire; San Giovanni Giuseppe della Croce; San Conone, l’ortolano.
Una scheggia di preghiera:
FA’ SIGNORE CHE L’UNICA MIA AUTORITA’ SIA IL SERVIZIO.
Hanno detto: Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino. (Albert Einstein)
Saggezza popolare: Non si può tirar fuori avorio dalla bocca di un topo.
Un aneddoto: C’era una volta una rosa rossa molto bella, felice ed orgogliosa perché sapeva di essere il fiore più bello del giardino. Tuttavia, si era accorta che la gente stava ad ammirarla solo da lontano. Si guardò attorno e si rese conto che al suo fianco c’era sempre un rospo grande e scuro: era per questo che nessuno osava avvicinarsi. Irritata per questo fatto,intimò al rospo di andarsene subito di lì. Accondiscendente, il rospo le rispose:“Me ne vado, se proprio lo vuoi”. Qualche tempo dopo il rospo ripassò sul luogo dove stava la rosa e si meravigliò nel vederla in pessimo stato, senza petali e senza foglie. Le disse pertanto: “Vedo che stai molto male. Che ti è capitato?”. La rosa gli rispose: “Il fatto è che da quando sei partito,le formiche hanno cominciato ad assalirmi e giorno dopo giorno mi hanno ridotto in questo stato”. Allora il rospo le disse: “Chiaro, quando ero qui, mi mangiavo tutte le formiche e per questo potevi essere la rosa più bella del giardino”. Non disprezzare mai gli altri, ritenendoti migliore di loro o giudicandoli inutili e dannosi. Dio ha dato a ciascuno un compito da assolvere. Aiutiamoci vicendevolmente a realizzarlo per il bene di tutti.
Parola di Dio: Sir. 51,17-27; Sal. 18; Mc. 11,27-33
Vangelo Mc 11, 27-33
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: "Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l'autorità di farlo?" Ma Gesù disse loro: "Vi farò anch'io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi". Ed essi discutevano tra sé dicendo: "Se rispondiamo "dal cielo", dirà: Perché allora non gli avete creduto? Diciamo dunque "dagli uomini"?". Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta. Allora diedero a Gesù questa risposta:"Non sappiamo". E Gesù disse loro: "Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose". Parola del Signore
"GLI SI AVVICINARONO I SOMMI SACERDOTI, GLI SCRIBI E GLI ANZIANI E GLI DISSERO: CON QUALE AUTORITA’ FAI QUESTE COSE? O CHI TI HA DATO L'AUTORITA' DI FARLE?" (Mc.11,28)
Il potere, ogni forma di potere, si regge su norme ben definite. Se la piramide non è ben costruita, se coloro che gestiscono il potere non ne accettano anche le regole ferree, ecco che in un attimo tutto crolla. Chi vuol far soldi deve accettare le leggi del denaro, poi si destreggerà all’interno di esse; potrà perfino sembrare che ne contrasti qualcuna, ma se vorrà rimanere a galla dovrà farsi servo delle leggi del denaro e del mercato. Chi vuole avere autorità all’interno di un’azienda, di un ufficio, di un partito deve sottostare a tutto un modo di intendere, di agire, di comportamenti, sempre cercando di aver ben chiara la meta per la quale a volte si sacrificano ideali, persone, tempi, affetti. Può stupire, allora, che siano proprio sacerdoti, scribi, anziani, cioè rappresentanti della religione che fanno una domanda sull’autorità a Gesù? Purtroppo non stupisce, anche se lascia molto amaro sia in Gesù (che diventa ironico), sia in noi. Erano preoccupati: se non si mantiene la giusta ortodossia, crolla la costruzione; ognuno può dire e fare quello che vuole; i capi perdono autorità e prestigio; anche i soldi non circolano più bene… Un bel segno di autorità dà l’idea che l’istituzione tenga (provate a leggere la storia di ieri e di oggi: una "bella" guerra può aiutare a vincere le elezioni). Il pensiero di Gesù è ben lontano. Lui non cerca l’autorità, Lui è l’autorità perché è Dio, Verità , Amore. Ma l’unica, grande, vera autorità non si impone, si propone, non ‘governa’, ma serve, non muta ad ogni soffio di vento, rimane inchiodata, nell’amore, sulla croce. Questa è l’autorità di Gesù e questo tipo di autorità ha partecipato Gesù ai suoi apostoli e alla Chiesa. Noi siamo Chiesa quando abbiamo al centro della nostra vita l’unica Autorità che è Cristo. Noi siamo Chiesa quando siamo a servizio della Verità e non delle ‘verità’ di passaggio dettate dalle necessità o dal mantenimento di certe tradizioni di comodo. Noi siamo Chiesa quando tutto il nostro essere diventa proposta e non imposizione. Noi siamo Chiesa quando con i fatti mostriamo al mondo il servizio concreto di Cristo ad ogni uomo.
DOMENICA 6 MARZO: 9^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Agnese di Boemia, Clarissa; Sant’Ezio, martire; San Marciano, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
SPIRITO DI DIO, RENDIMI COERENTE.
Hanno detto:
Il culto dei morti è diventato oggi l'unica manifestazione religiosa comune ai miscredenti e ai credenti di tutte le confessioni. (Philippe Aries)
Saggezza popolare: Con la ragione dalla propria parte anche un figlio può correggere un padre.
Un aneddoto: Nell ‘artistico refettorio dei Benedettini di Praglia, un intarsio presenta una fonte assai profonda da cui sprizza in alto una polla d’acqua. Sotto, sta scritto: “Fortior e latebris”, più forte dalle profondità, o meglio, dai nascondigli. L’acqua sale tanto più prepotente quanto maggiore è la profondità da cui zampilla. Così noi, i poveri peccatori, possiamo risalire anche molto in alto se sappiamo mantenerci nella semplicità e nell’umiltà di chi si pente.
Parola di Dio: Dt. 11,18.26-28.32; Sal 30; Rom. 3,21-25a.28; Mt. 7,21-27
Vangelo Mt 7, 21-27
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Parola del Signore
“NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”. (Mt. 7,21)
E’ perfino troppo facile applicare questo detto di Gesù, specialmente se diventa occasione per giustificare la nostra non preghiera, ecco allora le solite frasi: “Pregare non serve... Dire il Rosario non è forse un ripetere da pappagallo?... Quella persona tanto pia è una baciapile ma poi. Gesù ci mette in guardia da una fede fatta a compartimenti stagni non comunicanti tra loro. La fede non è puro attivismo, essa si fonda sull’ascolto della Parola (ricordiamo l’episodio di Marta e Maria). Dio è la Roccia su cui noi dobbiamo costruire. Se Dio è soltanto un paravento, se lo tiriamo fuori solo la domenica per poi nasconderlo nella vita quotidiana, la fede è un verbalismo inutile, e la nostra, risulta una costruzione unicamente terrena se si fonda unicamente su noi stessi, sui nostri progetti, sul fare tanto e in fretta senza approfondire, senza scavare. Gesù ci dice che dobbiamo fare la volontà del Padre, ma questa volontà dobbiamo cercarla, pregarla, approfondirla; solo allora il nostro essere cristiano sarà equilibrato: non fondato sulle parole e neanche fatto di tante cose ma senza Cristo.
LUNEDI’ 7 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:Sante Perpetua e Felicita, martiri; San Gaudioso, vescovo
Una scheggia di preghiera:
CONSEGNACI, SIGNORE AD USARE BENE DELLA NOSTRA LIBERTA’
Hanno detto: Fino al giorno della sua morte, nessun uomo può essere sicuro del suo coraggio. (Jean Anouilh)
Saggezza popolare: Non credere a tutto ciò che senti, non spendere tutto ciò che hai, non dormire tanto quanto puoi.
Un aneddoto: Un gruppo di bambini stava studiando le Sette meraviglie del mondo. Al termine della lezione,la maestra chiese loro di fare una lista di quelle che essi consideravano le Sette Meraviglie del mondo. A parte alcune eccezioni,la maggioranza votò per le seguenti:Le piramidi di Egitto, il Partenone, il Colosseo, la muraglia cinese,il Gran Canyon, la basilica di san Pietro. Mentre si faceva lo spoglio,la maestra notò che un’allieva se ne stava taciturna e non aveva consegnato la sua lista. Le domandò allora se avesse difficoltà a completare la sua lista. La bambina rispose timidamente:“Sì, un po’. Non riuscivo a decidermi, perché sono tante le meraviglie”. La maestra le disse:“Bene, dicci che cosa hai scritto e cerchiamo di aiutarti” La bambina esitò un momento, quindi lesse. Credo che le Sette meraviglie del mondo sono: Poter toccare, Poter assaporare, Poter vedere, Poter ascoltare…- Dopo qualche secondo continuò: Poter sentire, Poter ridere, e ...poter amare” Quando ebbe terminato di leggere,l’aula rimase in profondo silenzio. E’ molto facile ammirare le opere costruite dall’uomo e considerarle come meraviglie, mentre ci passano inosservate le meraviglie che Dio ha fatto per noi.
Parola di Dio: Tb. 1,3-2,1b-8; Sal 111; Mc. 12,1-12
Vangelo Mc 12, 1-12
Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese a parlare ai sommi sacerdoti, agli scribi e agli anziani in parabole: "Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono. Parola del Signore
"DIEDE LA VIGNA IN AFFITTO A DEI VIGNAIOLI E SE NE ANDO' ". (Mc. 12,1)
Può stupire e persino preoccupare il fatto che "Dio se ne vada", ma è proprio questa "apparente assenza di Dio" che garantisce il lavoro dell'uomo. Il Dio di Gesù non è un Dio paternalista o peggio un Dio sempre pronto, fucile alla mano, a sparare contro le mancanze degli uomini. Egli ha fatto col suo popolo un patto, in cui dà e chiede e quindi rispetta l'uomo proprio lasciandolo libero di essere fedele a questa amicizia. Non è quindi un Dio che deresponsabilizza l'uomo, ma lo immerge più profondamente nella storia. L'assenza di Dio significa soltanto che Dio ci lascia campo libero, che ci prende sul serio. "Non si tratta né di abbandono, né di evasione, né di diserzione. E' un segno d'amore. Si potrebbe dire che se ne va il Dio dei filosofi e dei sapienti. E resta in mezzo a noi unicamente il Dio fiducioso, ma debole, della Rivelazione. Il Dio che intende agire esclusivamente attraverso l'amore che porta agli uomini".
MARTEDI’ 8 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni di Dio; San Giuliano da Toledo; San Ponzio
Una scheggia di preghiera:
CHE NON TRADISCA LA TUA IMMAGINE CHE E’ IN ME.
Hanno detto: La donna non è né al di sopra, né al di sotto dell’uomo: gli è al fianco. (P. Mantegazza)
Saggezza popolare: La donna saggia costruisce la sua casa; la stolta invece la demolisce con le sue mani. (Saggezza biblica)
Un aneddoto: La tua vita è come un libro. Il titolo che porta è il tuo nome. La prefazione è la tua venuta al mondo. Le pagine sono la cronaca diaria dei tuoi sforzi. Il tema principale del libro può essere la professione, il commercio, l’amore, la scienza, la letteratura o la religione. Giorno dopo giorno i tuoi pensieri e le tue azioni sono scritti in esso, come prova del tuo successo o del tuo fallimento. Ciò che annoti in ognuna delle pagine è di vitale importanza, vi rimane scritto per sempre. Un giorno vi sarà scritta la parola fine. Fa in modo che si possa dire che il tuo libro è un modello di nobili propositi e di servizio generoso al mondo. Sii forte, sforzati, da’ il meglio di te e apparirà scritto nelle pagine più belle della tua vita. (Carlos Trullas)
Parola di Dio: Tb. 2,9-14; Sal. 111; Mc. 12,13-17
Vangelo Mc 12, 13-17
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. E venuti, quelli gli dissero: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E' lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?". Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: "Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda". Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". Gesù disse loro: "Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". E rimasero ammirati di lui. Parola del Signore
"E’ LECITO O NO DARE IL TRIBUTO A CESARE?". (Mc.12,14)
Questa volta a fare una domanda capziosa a Gesù sono i farisei e gli erodiani. Essi erano nemici fra di loro, ma avevano questo in comune: per quanto si proclamassero nazionalisti, in pratica collaboravano con i Romani ed ora cercavano di far dire a Gesù che non bisogna pagare il tributo a Cesare per avere il motivo di accusarlo. La trappola è perfetta. Se dice di non pagare il tributo viene eliminato dai Romani che occupano la Palestina, se dice di pagarlo si inimica il popolo ed in modo particolare gli zeloti, che attendono un Messia politico che prenda il potere e liberi il popolo dall’occupazione straniera. La risposta di Gesù non è una semplice astuzia per eludere il problema e non cadere in tranello. Non dice semplicemente: "Date a ciascuno ciò che gli spetta", senza determinare ciò che spetta a ciascuno. Ai suoi tempi il dominio di un sovrano si estendeva ovunque la sua moneta avesse avuto corso legale. E’ ovvio che dove circola quella di Cesare si sottostà al suo dominio, e si rispettano le regole del gioco, tra cui quella di pagargli il tributo. Ma per Gesù il problema è un altro, è dare a Dio ciò che è di Dio. Come la moneta porta l’immagine di Cesare e appartiene a Cesare, così l’uomo è immagine di Dio e appartiene a Dio. Il tributo da pagargli è quello di darsi a Lui, amandolo con tutto il cuore e amando il prossimo come se stessi. Questo significa dare a Dio ciò che è di Dio.
MERCOLEDI’ 9 MARZO: LE CENERI
Tra i santi ricordati oggi:Santa Francesca Romana; Santa Caterina da Bologna; San Gregorio di Nissa .
Una scheggia di preghiera:
DALL’IPOCRISIA DEL VOLER APPARIRE, LIBERACI O SIGNORE.
Hanno detto: Cosa vorrei sulla mia epigrafe? Data di nascita, data di morte. Punto. Le parole delle epigrafi sono tutte uguali. A leggerle uno si chiede: ma scusate, se sono tutti buoni, dov'è il cimitero dei cattivi? (Giulio Andreotti)
Saggezza popolare: Non ridere mai dei sogni degli altri. Chi non ha sogni non ha molto.
Un aneddoto: Un giovane che voleva specializzarsi nella conoscenza delle diverse qualità di giada si presentò a un maestro e lo pregò di istruirlo. Il Maestro gli mise in mano una giada raccomandandogli di stringerla forte, mentre gli parlava delle duecento specie di giada verde e delle duecento di giada gialla; poi si mise a chiacchierare del tempo, delle donne, della vita. Dopo un quarto d’ora di conversazione, lo mandò a casa e gli disse di ritornare il giorno dopo. Il giovane ritornò e il maestro riprese a conversare con lui che teneva stretta in mano una giada. Così andarono avanti per molto tempo. L’allievo era troppo educato per protestare; d’altra parte la lezione sui diversi tipi di giada non veniva mai. Finché un mattino, quando s’iniziò l’ennesima conversazione sul tempo, le donne e la vita, l’allievo interruppe il maestro dicendo: “Ma questa che m’hai messo in mano non è una giada”. “Ecco”, ribatte il maestro: “ora sei anche tu un conoscitore di giade”.
Parola di Dio: Gl. 2,12-18; Sal. 50; 2Cor. 5,20-6,2; Mt. 6,1-6.16-18
Vangelo Mt 6, 1-6. 16-18
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
"Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere
da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro
che è nei cieli.
"GUARDATEVI DAL PRATICARE LE VOSTRE OPERE BUONE DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE DA LORO AMMIRATI". (Mt. 6,1)
Il Vangelo di oggi ci indica tre strade privilegiate per poter incontrare il Signore, per avvicinarci al suo mistero di dolore e alla sua risurrezione: la preghiera, l’elemosina, il digiuno. Ma quello che è più importante è il fine e l’uso di questi mezzi. Se la mia preghiera serve solo per dirmi quanto sono buono, io sto parlando con me stesso e non con Dio. Se l’elemosina è un lasciar cadere qualcosa dall’alto a chi ha meno di me, è egoismo e non amore, e se il digiuno, il sacrificio, servono a dire che io sono forte, Dio, Signore di tutto, non sa che farsene. Ma se io rinuncio a qualcosa del tanto che ho perché ho capito che nella vita ci sono cose più importanti che soddisfare la gola o i piaceri del corpo, se ho capito che questo mio superfluo può diventare necessario per qualcun altro, se ho capito che anche il sacrificio può diventare per me segnale del desiderio di cambiare il mio atteggiamento verso la vita, verso il prossimo, verso Dio, se sento il bisogno della preghiera come comunicazione con Dio, come desiderio di ascolto della sua parola, come comunione con tutti i fratelli del mondo, con quelli del cielo e della terra, ecco allora che queste strade possono diventare preziose anche in questo periodo liturgico dell’anno che mi prepara all’incontro con il mistero di un Dio che si fa carico dei miei peccati per perdonarmi e crocifigge in se stesso il male per propormi la vita nuova di Figlio di Dio. Oggi, ancora una volta ci troviamo davanti a diverse strade. La prima è quella del dire: "Niente di nuovo sotto il sole, al massimo la quaresima mi ricorda che tra 40 giorni è Pasqua", e tutto come prima. Una seconda strada può essere vivere questo tempo con i suoi richiami solo per abitudine, celebrare per ritualità. Una terza può essere quella del velleitarismo ipocrita: vivere l’esteriore dei segni quaresimali per sentirsi a posto. E poi un ultima strada, molto piccola, che non si presenta bene ma che richiede coraggio e cuore, semplicità e buona volontà, umiltà e desiderio di incontro, dove con l’aiuto della preghiera, con la carità concreta e con i coraggio di certe rinunzie si può davvero essere sicuri di incontrare Cristo non tanto per la quantità di cammino che riusciremo a fare, ma per il fatto che su questa strada sarà proprio Lui a venirci incontro.
GIOVEDI’ 10 MARZO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Anastasia di Costantinopoli; San Caio; San Macario di Gerusalemme.
Una scheggia di preghiera:
ILLUMINA, SIGNORE, LA MIA COSCIENZA PER RICONOSCERE E AMARE IL BENE.
Hanno detto: Non date la colpa a Dio. Assumetevi la responsabilità di aver creato il vostro inferno. (Leo Buscaglia)
Saggezza popolare: Parlare bene non vuol dire essere buoni, fare del bene sì.
Un aneddoto: C’era una volta …una gara di ranocchi. L’obbiettivo era arrivare in cima a una grande torre. Si radunò molta gente a vedere e fare il tifo. Cominciò la gara. In realtà, la gente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi, come: “E’ impossibile. Non ce la faranno mai. Sono degli illusi. E i ranocchi, uno dopo l’altro, si stavano dando per vinti. Alla fine, tutti desistettero, tranne...il solito ranocchio testardo che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima. Gli altri ranocchi si avvicinarono per chiedergli come avesse fatto… e scoprirono che era sordo. Non ascoltare le persone che hanno la pessima abitudine di scoraggiarti: derubano le migliori speranze del tuo cuore! Sii sordo quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni.
Parola di Dio: Dt. 30,15-20; Sal 1; Lc. 9,22-25
1^ Lettura
Dal libro del Deuteronomio
Mosè parlò al popolo e disse:
"IO PONGO DAVANTI A TE LA VITA E IL BENE, LA MORTE E IL MALE". (Dt 30,15)
A prima vista sembra facile poter scegliere. Noi tutti amiamo la vita, non vorremmo mai la morte e il male. Ma è proprio tutto così facile? Spesso la morte si è camuffata da vita; provate ad esempio a pensare come il denaro passi per felicità: "Se avessi quella cifra, quella casa, quella macchina, quelle cose, come sarei felice!". Eppure spesso scopriamo che invece il denaro è morte, disperazione, angoscia, sofferenza per noi e per altri. Ancora, spesso la vita viene considerata come qualcosa da gustare e spremere fino in fondo: pensate a certi giovani che per divertirsi arrivano a bruciare la propria vita con la droga, con dei rischi assurdi per scommettere con altri e con se stessi, con l’alta velocità delle macchine al sabato sera. E così pure vale l’esempio opposto: ti può capitare di trovare delle persone malate, sfortunate che sono serene, ti può capitare di trovare dei barboni che hanno un cuore limpido e tranquillo pur non avendo nulla. Ecco allora la prima conclusione: la felicità, la vita come pure la morte, il dolore non stanno nelle cose. Allora sarà la Legge che stabilisce la vita e la morte? Certo, se noi apriamo i comandamenti di Dio, come dicevano i salmisti possiamo dire anche noi: "Nella tua legge è la mia gioia". Perché all’origine la legge di Dio serve proprio ad illuminare l’uomo sulla vita e sulla morte, sulla gioia e sulla sofferenza. Ma, attenzione, anche la legge di Dio se perde l’anima non serve più al suo scopo perché diventa osservanza di norme che si impongono all’uomo senza che l’uomo ne scopra davvero il significato profondo e quindi schiavizza l’uomo. Dove sarà allora la vera sede per scoprire dove è la vita e dove la morte, dove è la nostra meta? La coscienza? E’ un elemento molto pericoloso. Una cattiva coscienza può giustificare dei crimini, pensate ad esempio come una cattiva coscienza sociale, magari spinta dai potenti di questa terra ha fatto diventare giuste addirittura delle guerre, quasi che ci fossero delle guerre cattive e delle guerre buone! Eppure la coscienza è davvero la sede dello Spirito Santo, è la sede della Sapienza di Dio e se l’uomo è attento la coscienza può far vedere davvero con gli occhi di Dio. Ma che cosa occorre? Prima di tutto che la coscienza sia informata, cioè che la coscienza abbia dei punti di riferimento, dei punti validi e seri e che abbia soprattutto come riferimento Dio stesso. E siccome da soli questo non sempre possiamo farlo, ecco allora che, con umiltà ma anche serietà, una buona coscienza deve confrontarsi con ciò che dice la Chiesa, con ciò che dicono i fratelli, per poi trovare in se stessa e nello Spirito la capacità, in onestà, di giungere a delle conclusioni e a delle scelte di vita. Una buona coscienza poi non è una coscienza totale e definitiva per sempre, pur essendo una la verità, ma è sempre una coscienza in cammino. Siamo dunque alla conclusione della prima domanda. Se la coscienza è in cammino, noi con la coscienza e con Dio possiamo camminare verso la strada della vita che pur non essendo sempre facile, è quell’avventura meravigliosa a cui Dio ci chiama ogni giorno.
VENERDI’ 11 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; Santa Rosina, Santa Fina.
Una scheggia di preghiera:
GUARDO A TE, SIGNORE E SCOPRO TUTTA LA MIA MISERIA.
Hanno detto: La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti. (Albert Einstein)
Saggezza popolare: Non giudicare nessuno dai suoi parenti.
Un aneddoto: Un portatore d’acqua indiano aveva due anfore che poneva all’estremo di un palo e portava sulle proprie spalle. Una delle due anfore aveva varie screpolature, mentre l’altra era perfetta. L’anfora perfetta conservava tutta l’acqua fino al termine del lungo viaggio a piedi, dalla sorgente fino alla casa del suo padrone; mentre l’anfora screpolata vi giungeva con solo la metà dell’acqua. Durante due interi anni fu così ogni giorno. L’anfora perfetta era molto orgogliosa di sé, poiché si sapeva perfettae adatta allo scopo per il quale era stata fatta. Invece la povera anfora screpolata si vergognava della sua imperfezione e si sentiva indegna poiché poteva fare solo la metà di ciò che era il suo dovere. Dopo due anni, l’anfora screpolata si rivolse al portatore d’acqua e gli disse: “Mi voglio scusare con te perché, a causa delle mie screpolature, ricevi solo la metà del compenso che dovresti avere”. Il portatore d’acqua le rispose pieno di comprensione: Nel prossimo viaggio guarda il sentiero”. L’anfora fece così. E in effetti vide moltissimi bei fiori lungo tutto il tragitto, ma ciò non le tolse la pena di portare solo la metà dell’acqua che doveva. Il portatore d’acqua allora le disse: “Ti sei accorta che i fiori crescono solo dal tuo lato del sentiero? Ho sempre saputo delle tue screpolature. Per questo seminai sementi di fiori lungo tutto il percorso e ogni giorno le hai irrigate, sì che dopo due anni ho potuto raccogliere questi bei fiori.” Ognuno di noi ha le sue screpolature. Siamo tutti anfore screpolate,ma dobbiamo sapere che esiste la possibilità di approfittare delle nostre screpolature per ottenere buoni risultati.
Parola di Dio: Is. 58,1-9; Sal. 50; Mt. 9,14-15
1^ Lettura
Dal libro del profeta Isaia.
Così dice il Signore: Grida a
squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce; dichiara al mio
popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati. Mi ricercano
ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che pratichi la
giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono giudizi
giusti, bramano la vicinanza di Dio: "Perché
digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu non lo sai?".
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i
vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni
iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro
chiasso.
"GRIDA A SQUARCIAGOLA, NON AVER RIGUARDO; DICHIARA AL MIO POPOLO I SUOI DELITTI, ALLA CASA DI GIACOBBE I SUOI PECCATI". (Is.58,1)
Abbiamo appena iniziato il nostro pellegrinaggio e subito dobbiamo fare i conti con un grande scoglio: il peccato. Ma, esiste poi davvero o è una invenzione dei preti e dei religiosi per tener buona la gente? In che cosa consiste il peccato? E’ vincibile? Quando a qualcuno non piace una cosa cerca di nasconderla oppure di esorcizzarla, ad esempio, a nessuno piace la morte e allora si vive come se la morte non esistesse. La si incontra tutti i giorni, ma la si irride. Negli ospedali viene nascosta da un pietoso paravento. Negli spettacoli si cerca di esorcizzarla attraverso l’ironia, le maschere, le battute che tendono a farci superare la paura di lei. Così è successo per il peccato. E’ vero, c’erano state e ci sono tante esagerazioni, ma siccome il peccato fa paura perché lo ritroviamo in noi, perché ne subiamo le conseguenze, perché se ce ne accorgiamo ci colpevolizza, perché è una fatica combatterlo, allora è più facile dire che non c’è. Provate a pensare a tante frasi, da quelle degli psicologi moderni a quelle della gente comune: "Il bene e il male fanno parte della vita", "E chi non sbaglia?"… L’idea giusta di peccato la si recupera solo se si ha l’idea giusta di bene. Se vedo il bene capisco ciò che gli si oppone. Se vedo Dio vedo anche tutto ciò che gli è contrario. E se onestamente scopro ciò che si oppone a Dio e al bene, scopro l’esistenza del peccato e poco per volta posso scoprire anche la strada per vincerlo. Avete sentito l’irruenza del brano del profeta Isaia. Dio dice: "Metti il peccato davanti al mio popolo perché capisca". Capisca la santità di Dio, capisca che non si può ingannare Dio con l’ipocrisia, capisca, davanti al bene, che la vera penitenza non è un digiuno esteriore, ma è sciogliere i legami del male e fare il bene. L’uomo riuscirà a cambiare solo quando riuscirà a capire il male che c’è dentro di lui e le sue radici e quando, con la forza stessa di Dio, troverà la forza di allontanarsi da esso e di eliminarne le cause. Il peccato non è dire una parolaccia, non è rubare la marmellata, non è dire ho fatto "le cose sporche". Il peccato è lo squilibrio tra l’amore e l’egoismo, e il peccato sia personale che sociale, lo si può vincere in un modo solo: ribaltando questo squilibrio e mettendo l’amore al posto dell’egoismo.
SABATO 12 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano; Sant’ Innocenzo I, Papa; San Nicodemo, abate.
Una scheggia di preghiera:
GESU’, GUARISCIMI!
Hanno detto: Il solo fallimento consiste nel non tentare più. (Elber Hubbart)
Saggezza popolare: E molto più facile saper fare una cosa piuttosto che farla.
Un aneddoto: Qualche volta da un male può nascere un bene. Un giovane contadino si trova sul molo quando un’ondata impetuosa del mare in tempesta lo travolge tra i flutti; terrorizzato dal pericolo perché non sa nuotare, comincia a sbracciarsi e riesce infine a cavarsela, ma deve lottare per molto tempo ancora prima di poter ritornare alla riva, con tutti gli abiti appiccicati addosso, che gli impediscono di muoversi. A questo punto, toccandosi a lato, trova che in una tasca è andata a ficcarsi un’ostrica, evidentemente strappata dal fondo durante la tempesta. L’apre e trova una grossa perla di valore inestimabile.
Parola di Dio: Is. 58,9-14; Sal. 85; Lc. 5,27-32
Vangelo
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù vide un
pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi!".
Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
"NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO, MA I MALATI ". (Lc. 5,31)
Davanti ad un medico i nostri atteggiamenti possono essere molteplici e diversi. C’è chi dice: "Io sto bene, non ho bisogno di medici". C’è chi dice: "Ora non ne ho bisogno, ma, in certi momenti della vita, meno male che ci siano". Qualcun altro dice: "Io vado regolarmente dal medico, meglio prevenire che trovarsi poi in difficoltà". Altri ancora: "Nei medici bisogna soprattutto aver fiducia". E con il medico Gesù? Chi pensa di non averne bisogno, certamente non si rivolge a Lui, chi lo considera come il pronto soccorso dei casi estremi si rivolge a Lui solo nei momenti difficili della propria vita, chi non ha il coraggio di fare scelte proprie è sempre lì a pietire, chi conosce i propri limiti si consulta spesso e si rivolge a Lui per essere guarito dal proprio male. Un mio amico, grande benefattore dei poveri, che sempre potevi trovare disponibile per gli altri mi diceva una cosa che tutti noi prima o poi abbiamo sperimentato: "I poveri più poveri non sono quelli che chiedono: devi andarli a cercare tu!" E un altro amico medico diceva: "Passo sovente ore e ore di ambulatorio tra falsi malati che più che di un medico hanno bisogno di qualcuno che li coccoli, li blandisca, li assecondi, e a volte scopro che i veri malati stentano a farsi riconoscere e ancor di più a farsi aiutare". E nella fede chi ha realmente bisogno di Dio? Penso tutti! Tutti siamo poveri, peccatori, bisognosi davanti a Lui. Ma, bisogna riconoscerlo, Dio viene a cercarci, ma se tu ti ritieni "a posto" o se tu sfuggi come potrà aiutarti? Se un bambino vuole attraversare la strada ma non si lascia prendere per mano o non dà la mano a suo padre, come andrà a finire?
DOMENICA 13 MARZO: 1^DOMENICA DI QUARESIMA
Tra i santi ricordati oggi: San Rodrigo; Santa Modesta.
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO
Hanno detto: E’ meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che pessimisti ed avere ragione. (Albert Einstein)
Saggezza popolare: Ci sono soltanto due uomini perfetti: uno è morto e l'altro non è mai nato.
Un aneddoto: Per il suo carattere meditativo i suoi compagni avevano definito San Tommaso il “bue muto”. Un giorno per prendersi gioco di lui, gli dissero che si vedeva un bue volare sopra Parigi. San Tommaso uscì dalla sua cella come se avesse creduto vera la notizia e volesse vedere il bue. Immaginate le risate dei compagni. “Sapevo bene – disse allora Tommaso – che era impossibile; ma ritenevo più verosimile che la notizia fosse vera piuttosto che tanti religiosi si fossero accordati per dire una menzogna”.
Parola di Dio: Gn. 2,7-9; 3,1-7; Sal. 50; Rm. 5,12-19; Mt. 4,1-11
Vangelo Mt 4, 1-11
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù fu
condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo
aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame.
“GESÙ FU CONDOTTO DALLO SPIRITO NEL DESERTO PER ESSERE TENTATO DAL DIAVOLO”. (Mt. 4,1)
Tra i diversi protagonisti che ci vengono presentati nella parola di Dio di questa prima domenica di Quaresima spicca e colpisce particolarmente la figura del tentatore. Noi spesso sprechiamo tempo a immaginarci il diavolo, come sia, perché ci sia. L’idea di fondo di tutta la Sacra Scrittura è quella di ricordarci che il diavolo e la tentazione sono il rischio continuo di falsare il senso di un originario piano divino: è successo ad Eva: “Se disobbedirai sarai come Dio”, è successo a Gesù nelle tentazioni, succede a noi ogni volta che il tentatore ci fa vedere o noi stessi vediamo la realtà solo in funzione nostra, l’altro non come fratello ma come nemico, Dio come padrone schiavista e non come Padre che ama. Come vincere il tentatore, la tentazione? Facendo come Gesù, non fidandoci della nostra autosufficienza ma con fedeltà e fiducia in Dio e nella sua parola.
LUNEDI’ 14 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: S. Innocenzo, Vescovo; Santa Matilde di Sassonnia, regina.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, FAMMI FRATELLO DI TUTTI.
Hanno detto: Chiunque conservi la capacità di cogliere la bellezza non sarà mai vecchio. (F. Kafka)
Saggezza popolare: Nell'animo di ogni uomo, gli dèi hanno creato cielo e terra in miniatura.
Un aneddoto: Quando ero bambino, il mio carattere impulsivo, mi faceva cadere in collera alla minima provocazione. La maggior parte delle volte, dopo uno di questi incidenti, mi vergognavo e mi sforzavo di consolare chi avevo offeso. Un giorno un amico, che mi aveva visto chiedere scusa dopo un’esplosione di ira, mi consegnò un foglio liscio. E mi disse: “stropiccialo” Confuso, obbedii e feci una palla con il foglio. Quindi mi disse: “Ora riportalo come era prima” Evidentemente non potei rimetterlo nella condizione iniziale. Per quanto lo lisciassi, il foglio rimaneva pieno di pieghe. Allora il mio amico disse: “Il cuore degli uomini è come questo foglio. L’impressione che lasci in un cuore che hai ferito sarà difficilmente cancellabile come lo sono le pieghe di un foglio. Certe volte non ci controlliamo e senza pensare diciamo parole offensive ai nostri amici e compagni, quindi ce ne pentiamo. Però non possiamo fare marcia indietro. La cosa più triste è che lasciamo molte stropicciature in molti cuori.
Parola di Dio: Lv. 19,1-2.11-18; Sal. 18; Mt. 25,31-46
Vangelo
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il
Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul
trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli
separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e
porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
"SIGNORE, QUANDO TI ABBIAMO VISTO AFFAMATO, ASSETATO, FORESTIERO, NUDO, AMMALATO O IN CARCERE?". (Mt.25,44)
Ma è possibile che Gesù si metta a "giocare a nascondino" con le persone? Specialmente per chi pensa di trovare Dio nelle parole della teologia, nella solennità del tempio, nelle norme di codici morali, è difficile capire questo "trasformismo" di Gesù che ha fame, sete, è ammalato o in carcere. Eppure l’essenza del Vangelo è proprio qui: il Dio del tempio, della morale, della teologia è il Dio incarnato in ogni uomo; l’ossequio, la lode, la preghiera hanno il loro valore sia nel tempio sia nel servizio, Il nostro Dio profuma di incenso ma anche odora di povertà. In questo racconto, poi, del giudizio universale noi ci aspetteremmo dei giusti più consapevoli, dei giusti che amano e servono il povero vedendo in lui Gesù e, invece, ci troviamo davanti a delle persone che hanno visto il povero, ne hanno avuto compassione, hanno condiviso con lui il pane. Non sono giusti molti "spiritualisti" ma piacciono al Signore e finiscono nella vita eterna. E’ giusto e bello (e qualche volta gratificante) riuscire a riconoscere Gesù nel fratello che ha bisogno, ma è già eroico e santo riconoscere il fratello, farsi fratello. L’importante non è mettere al fratello la maschera per poterlo riconoscere, è, anzi, togliere il nostro paraocchi perché il nostro cuore possa vederlo ed incontrarlo. Non è importante fare la carità per andare in paradiso, è importante amare e basta.
MARTEDI’ 15 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Luisa di Marillac; San Zaccaria; San Longino, martire.
Una scheggia di preghiera:
PADRE NOSTRO.
Hanno detto: Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere. (Padre Pio)
Saggezza popolare: L'ambizione dell'uomo è come il serpente che, visto un elefante, se lo vorrebbe ingoiare: qualunque meta raggiunga non riesce mai a essere soddisfatta.
Un aneddoto: Un uomo in punto di morte era nell’angoscia: dubitava del perdono di Dio. Padre Pio che lo assisteva, lo rassicurò: “Dio ti perdonerà” “Come fa a esserne così sicuro?” – chiese ancora l’uomo. “perché è il suo mestiere”.
Parola di Dio: Is. 55,10-11; Sal. 33; Mt 6,7-15
Vangelo
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi
discepoli: "Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di
venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre
vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
"PADRE NOSTRO". (Mt. 6,9)
Che bello, alzarsi al mattino e poter dire: "Padre nostro". Tu non sei un’entità strana capitata per caso nel corpo di un uomo: tu sei tu e Lui è Lui. Dio non è una idea, non una invenzione degli uomini per rispondere a degli interrogativi che non hanno risposta, non è un motore immobile che ha dato il via ad una enorme macchina perfetta, ma che non lo scalfisce, non lo interessa, Dio non è una entità minacciosa, sempre pronta ad adirarsi, non è uno che prima ti fa vedere cose belle gradevoli e poi te le impedisce in nome di una morale, non è neanche il sadico costruttore di inferni, sempre pronto a lanciar saette e punizioni. Dio è Padre, con tutte le caratteristiche dei padri, e di quelli buoni. E’ un Padre felice della propria paternità, oserei quasi dire che la sua paternità è nella sua essenza al punto che essa sola lo realizza pienamente. E’ un Padre che desidera solo il bene e la felicità dei suoi figli. E’ un Padre che desidera vederci crescere nella libertà ma che sa anche dell’uso smodato che noi possiamo farne e desidererebbe evitarci tanti errore e prove che noi invece spesso ci procuriamo. E’ Padre mio e Padre nostro. Io riscopro di essere figlio di Dio e riscopro di essere in cammino con dei fratelli. Il mio prossimo in Lui non mi è estraneo, nemico, ostile, gli altri non sono solo il piedistallo su cui io posso crescere, sono fratelli e se è vero che anche da fratelli spesso si litiga, è anche vero che dovrebbe esserci qualcosa che ci unisce profondamente. Dio è mio e nostro padre perché è Padre di Gesù, il Dio fatto uomo, il mio fratello maggiore: è allora il Dio che Lui ci ha fatto conoscere: il Padre misericordioso, lento all’ira pieno di grazia e di amore, il Buon pastore che viene a cercarci, che ci difende, che ci conduce a pascoli di acque fresche e a prati rigogliosi, è il Padre che aspetta con trepidazione il ritorno del prodigo e lo accoglie con gioia, è colui che fa sorgere il suo sole sopra i buoni e i cattivi, è colui che pazienta davanti ai vignaioli che non lo riconoscono Signore, è Colui che ci prende per mano, è "mio scudo, mia difesa, mia fortezza", è Colui nel quale io posso confidare e abbandonarmi totalmente: "Nelle tua mani affido il mio spirito". E’ il Padre di Colui che per amore suo e amore nostro si è fatto peccato inchiodando per sempre il male a quella croce, è il Colui che come ci ha detto Gesù ci aspetta, non con il bastone in mano per punirci dei nostri peccati, ma con le mani aperte se noi appena accenniamo di correre a Lui, e ci aspetta per una eternità dove ci mostrerà per sempre il suo volto, dove, ormai passate le cose di questa terra, non ci sarà più ne pianto né lutto. Se mi alzo pensando e quindi pregando sul serio queste cose, come potrà la mia giornata passare nell’oblio, nella tristezza, come se fosse soltanto uno dei tanti giorni di una vita senza senso?
MERCOLEDI’ 16 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Agapito; San Giovanni di Brebeuf.
Una scheggia di preghiera:
CHE IO VEDA TE, SIGNORE GESU’, MIRACOLO DI SALVEZZA.
Hanno detto: Accontentati di camminare a piccoli passi finché non avrai gambe per correre e ali per volare. (San Pio da Pietralcina)
Saggezza popolare: Un albero rimane sempre un albero: sia esso alto o basso... un uomo rimane sempre un uomo, servo o padrone che sia.
Un aneddoto: Padre Pio non rinunciò mai ai suoi compiti di sacerdote, anche quando era ormai estenuato dalle malattie e dalla penitenza. Una sera stava tornando lentamente alla sua cella dopo una giornata passata interamente a confessare e ad accogliere gente, quando scorse i soliti “clandestini” appostati in punti strategici del corridoio. Si rabbuiò per un istante, poi spalancò le braccia con rassegnazione: “ Se penso che mi son fatto monaco per restare solo con la mia anima, sudo freddo” – borbottò accingendosi a respingere l’assalto.
Parola di Dio: Gio. 3, 1-10; Sal. 50; Lc. 11, 29-32
Vangelo
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù
cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca
un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché
come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo
sarà per questa generazione.
"QUESTA GENERAZIONE E’ UNA GENERAZIONE MALVAGIA, ESSA CERCA UN SEGNO MA NON LE SARA’ DATO NESSUN SEGNO SE NON QUELLO DI GIONA".
(Lc. 11,29)
I contemporanei di Gesù avevano visto con i loro occhi storpi che camminavano, ciechi che riacquistavano la vista, avevano mangiato il pane e i pesci che Gesù aveva moltiplicato, sembra strano che questa folla cerchi ancora portenti per dare fiducia a Lui. Eppure ieri e oggi è sempre così. E’ più facile una religione miracolistica: quando hai qualche problema, un formula di preghiera, una visita ad un santone, qualche gesto rituale e tutto è risolto. C’è poi sempre il desiderio di qualcosa di straordinario, di miracolistico, quando si fonda la fede unicamente sull’esteriorità. Pensate a noi che ancora oggi corriamo dietro ai "miracoli" del santo tal dei tali, o che partecipiamo a quel gruppo di preghiera perché lì avvengono portenti e guarigioni. E non ne abbiamo mai basta. Gesù chiama "malvagia" la generazione che cerca i segni per i miracoli e non riesce a vedere Colui che è il miracolo dell’amore di Dio. Perché il miracolo, il segno che Dio ci ha dato e ci da non è altri che Gesù e Gesù crocifisso Il vero credente, pur non misconoscendo il ruolo del miracolo, non richiede altri segni, poiché scopre nella stessa persona di Cristo, uomo - Dio, la presenza discreta e l’intervento di Dio. Non ci sono per noi altri segni fuorché il segno di Gesù, poiché Dio ha scelto di non costringere l’uomo, ma di guadagnarne l’amore morendo per lui. E questo segno dovrebbe portaci, come gli abitanti di Nininve, davanti alla predicazione di Giona, alla conversione. Cioè al riconoscere che solo con Dio noi realizziamo pienamente noi stessi e il suo progetto. "Se vedessi un bel miracolo mi convertirei!" Non è detto! Anzi i miracoli, spesso, portano ad uno scetticismo ancora più esasperato. Comincia a compierlo tu il miracolo, cioè quello di convertirti, di indirizzare la tua vita nell’ordine di Dio e allora riuscirai a vedere anche il miracolo continuo della tua vita e dell’amore di Dio che la colma in continuazione.
GIOVEDI’ 17 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Patrizio, vescovo; Santa Geltrude di Nivelles; San Giuseppe di Arimatea.
Una scheggia di preghiera:
E’ UN TETTO LA MANO DI DIO.
Hanno detto: Non bisogna scoraggiarsi, perché se nell'anima vi è il continuo sforzo di migliorare, alla fine il Signore la premia facendo fiorire in lei ad un tratto tutte le virtù come in un giardino fiorito. (San Pio da Pietralcina)
Saggezza popolare: Per costruire un impero l'uomo impiega cent'anni; per distruggerlo gli basta un giorno.
Un aneddoto: Padre Pio, quando ormai respirava a fatica e poteva a malapena camminare, uscendo dalla cappella dopo la recita del vespro, incontrò un uomo che lo supplicò di liberarlo dalla sofferenza. Lo ascoltò e lo confortò, poi si allontanò: “Tutti vengono per farsi togliere le croci – mormorò – nessuno viene per portarle.”
Parola di Dio: Est. 4,17; Sal. 137; Mt. 7,7-12
1^ Lettura
Dal libro di Ester.
In quei giorni la regina Ester,
presa da angoscia mortale per il pericolo che incombeva su di lei e il suo
popolo, cercò rifugio presso il Signore.
"MIO SIGNORE, VIENI IN AIUTO A ME CHE SONO SOLA E NON HO ALTRO SOCCORSO FUORI DI TE". (Est 4,3)
Tutti, nel cammino della vita, abbiamo fatto esperienza della solitudine. Lungo la strada puoi incontrare tante persone, alcune ti passano accanto e restano dei perfetti sconosciuti, con qualcuno che incroci c’è solo un cenno di saluto, altri, poi, un po’ a tutte le età, diventano compagni di viaggio, alcuni gradevoli che, quando girano per la loro strada, senti il dispiacere della separazione, altri che non vedi l’ora di scaricare. E sono poi, rarissimi, gli amici veri e le persone con cui hai condiviso o desideri condividere la tua strada. Se hai la fortuna di averne incontrato qualcuno, hai davvero trovato un tesoro. Ma, anche qui tutto è molto precario… basta un incidente, una malattia e anche la persona con cui con gioia e fatica hai condiviso la tua vita, ti lascia, e tu ti senti ancora più solo. Quanti, in questo mondo "globalizzato" dove informazioni e comunicazioni avvengono ormai in tempo reale, non comunicano più con nessuno? Basta guardarsi intorno per vederla, palparla, la solitudine. Sul tram affollato dove parla, anzi grida, solo più la teppaglia, nel ricovero degli anziani dove vedi davanti alla vetrata esposta al sole una lunga fila di sedie e di carrozzelle che già fanno pena, ma dove resti sconvolto, passando lungo quel corridoio animato di fantasmi, soprattutto dal silenzio: non si parla più. Ti ritrovi la solitudine nelle case, dove l’unica a parlare è la TV perennemente accesa per riempire il vuoto della comunicazione… Chi non ha fatto l’esperienza della solitudine? E chi non ha cercato di riempirla con cose o persone che il più delle volte l’hanno resa ancora più accentuata? A questo punto vengono proprio ad hoc le parole che meditiamo oggi dal libro di Ester. Questa donna si sente sola. Il suo popolo è oppresso dal re Assuero. Ma soprattutto sembra un popolo rassegnato: non c’è niente da fare. Ester vuole tentare qualcosa, ma è donna, è sola. Allora si rivolge all’unico che non ci lascia mai soli, Dio. E già, perché in certi momenti potremo lamentarci che Dio non risponde direttamente alle nostre domande, ma non potremo mai dire che Lui ci lascia soli: se Egli si dimenticasse anche un solo momento di noi, non esisteremmo più! Non sono mai solo: "Dio ti vede", scrivevano anche sui muri i nostri santi torinesi (e qualcuno, interpretando a modo suo, è andato a scriverlo anche sui muri dove, di solito aspettano le prostitute), ma Dio non è lì con lapis e calepino per annotare buone e cattive azioni, è lì perché ti ama, perché vuole comunicare con te, perché Lui, sì che si fa vero compagno di viaggio. E’ discreto, non ti asfissia, non si impone, non ti porta via nulla ma è sempre disposto a condividere se stesso, la sua amicizia, il suo pane. Quando, per stare a certe canzonette della mia epoca, "la festa appena cominciata è già finita e gli amici se ne vanno", oppure quando "in certe domeniche d’agosto non trovi neanche un prete per chiacchierar", accorgiti che vicino a te c’è sempre Qualcuno.
VENERDI’ 18 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Cirillo di Gerusalemme, vescovo e dottore; San Narciso; Sant’Edoardo martire.
Una scheggia di preghiera:
ASCOLTA, SIGNORE; ASCOLTA E PERDONA.
Hanno detto: La beneficenza, da qualsiasi parte essa venga, è sempre figlia della stessa madre, cioè la Provvidenza (San Pio da Pietralcina)
Saggezza popolare: La vita è fatta da quello che troviamo e soprattutto da quello che diamo.
Un aneddoto: Quando fecero notare a Padre Pio che “La casa della sofferenza” , l’ospedale che dal 1947 stava costruendo era “troppo di lusso” rispose: “Non è mai troppo per chi soffre”.
Parola di Dio: Ez. 18,21-28; Sal. 129; Mt. 5,20-26
1^ Lettura
Dal libro del profeta Ezechiele.
Così dice il Signore Dio: "Se il
malvagio si ritrae da tutti i peccati che ha commessi e osserva tutti i miei
decreti e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna
delle colpe commesse sarà ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticata.
Forse che io ho piacere della morte del malvagio dice il Signore Dio o non
piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?
"VOI DITE: NON E’ RETTO IL MODO DI AGIRE DEL SIGNORE. ASCOLTA DUNQUE POPOLO DI ISRAELE: NON E’ RETTA LA MIA CONDOTTA O PIUTTOSTO NON E’ RETTA LA VOSTRA?" (Ez. 18,25)
Ad una mamma, amareggiata per la sorte di sua figlia disoccupata, dell’altro figlio ammalato, del marito con lavoro precario e quindi sempre iroso con tutto e con tutti, mi era scappato di dire: "Chissà quante cose avrà da dirci il Signore quando saremo in paradiso, per spiegarci il perché di tutto". Lei mi rispose: "Io non voglio aspettare il paradiso, ho già tante cose che non vanno da dirgli adesso!". Subito mi sembrò una forma di ribellione a Dio, ma ripensandoci capii che la sua era vera preghiera. Ci hanno insegnato un Dio perfetto e asettico; più che preghiere ci hanno messo in mano formule teologiche. E pensare che basta sfogliare la Bibbia per scoprire che Dio ama discutere con l’uomo. Alcuni esempi? Abramo contratta come un buon venditore arabo perché Dio salvi Sodoma e, partendo da cinquanta giusti, riesce ad arrivare a strappare un ‘sì’ a Dio se ne troverà cinque. Giacobbe fa a botte con Dio e le prende, naturalmente, ma riesce a strappargli la benedizione e il nome. Mosè "sta sulla breccia" davanti a Dio che è stufo del suo popolo e lo blandisce, addirittura sembra giocare sui suoi sentimenti: "Che cosa diranno gli altri di un Dio che si è scelto un popolo e poi lo fa fuori?". La donna Cananea non si lascia smontare dalle parole offensive di Gesù, anzi, lo rimbecca con ironia, e ottiene il miracolo. I ciechi, i lebbrosi devono gridare con insistenza, ma così manifestano la fede sulla quale Gesù può operare. Certo, Dio è più grande di noi, alla fine "ha ragione Lui", ma se ci discuti insieme almeno vuol dire che lo hai incontrato. Che ne dite di questa provocazione di Louis Evely? "Vi sono alcuni che, non avendo incontrato il Signore né nella sua Parola, né nel suo perdono, né nella fede (sovraumana), né nel prossimo (troppo umano), né nella propria vita (troppo profana), hanno ancora un’ultima speranza: incontrarlo… in cielo! Un ultimo compito ci resta: disingannare questa speranza, dissipare al più presto possibile questo equivoco che rischia di farLo perdere per sempre a chi Lo spera in tal modo. Se non hai incontrato Dio sulla terra, non Lo incontrerai in cielo. Il cielo non è un altro mondo in cui si possa evadere. Il Regno dei cieli è già in noi, e dobbiamo costruirlo con la grazia che Dio ci dà."
SABATO 19 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe; San Quinto.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE DELLA TESTIMONIANZA DEGLI UMILI.
Hanno detto: Gesù si compiace di comunicarsi alle anime semplici. (S. Pio da Pietralcina)
Saggezza popolare: Dimmi e io dimenticherò. Mostrami e io non ricorderò. Coinvolgimi e io capirò.
Un aneddoto: Nella cronistoria del convento, alla data del 23 ottobre 1953, si può leggere questa annotazione. “Stamane la signorina Amelia Z., cieca nata, di anni 27, venuta dalla provincia di Vicenza, ha ricevuto la vista. Ecco come. Dopo essersi confessata, chiedeva a Padre Pio la vista. Il Padre le rispondeva: “Abbi fede e prega molto”. All’istante la giovane vedeva Padre Pio: il volto, la mano benedicente, i mezzi guanti che nascondevano le stigmate. La vista è andata rapidamente aumentando, sicché la giovane vedeva già bene da vicino. Riferita la grazia a padre Pio, egli rispondeva: “Ringraziamo il Signore”. Poi la giovane, mentre nel chiostro baciava la mano al Padre e lo ringraziava, gli chiedeva la vista completa, e il Padre “A poco a poco verrà tutta”.
Parola di Dio nella festa di San Giuseppe: 2Sam. 7,4-5;12-14;16; Sal. 88; Rom. 4,13.16-18.22; Mt. 1,16-18-21.24 opp Lc.2,41-51.
Vangelo Mt 1, 16.18-21.24
Dal Vangelo secondo Matteo
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici. Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo. Parola del Signore
"DESTATOSI DAL SONNO, GIUSEPPE FECE COME GLI AVEVA ORDINATO L’ANGELO". (Mt. 1,24)
E’ proprio vero che tante volte parla di più il silenzio che non un nugolo di parole. Giuseppe parla poco nel Vangelo, è anche considerato, un po’ ingiustamente, figura marginale nella storia della salvezza, ma è un uomo che crede e che agisce. Si fida di Dio, si fida di Maria, si fida delle indicazioni avute in sogno, agisce per il bene degli altri, continua in semplicità la sua missione, sa sparire per far spazio agli altri. Mi viene spontaneo, guardando a Giuseppe, ripensare a tante persone umili, lavoratrici, semplici, a certi papà o nonni che hanno lavorato, dato, fatto spazio. Dio anche oggi, come allora, per venire al mondo ha bisogno di persone così, obbedienti e silenziose, gioiose e umili, di fede e laboriose... E’ questo il popolo di Dio che porta avanti il suo Regno!
DOMENICA 20 MARZO: 2^ DOMENICA DI QUARESIMA
Tra i santi ricordati oggi: Santa Claudia; Santa Alessandra; San Serapione di Thmuis.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, SIGNORE PER TUTTI I SORRISI CHE HAI MESSO SULLA MIA STRADA.
Hanno detto: Terribile è la giustizia di Dio. Ma non scordiamo che anche la sua misericordia è infinita. (San Pio da Pietrelcina)
Saggezza popolare: Gli uomini non sempre credono a quello che dici, sempre credono a quello che fai.
Un aneddoto: Un signore di Foggia aveva sessantadue anni nel 1919 e camminava sostenendosi con due bastoni. Cadendo dal calesse si era rotto le gambe e i medici non riuscivano a guarirlo. Dopo averlo confessato, Padre Pio gli disse: "Alzati e vattene, questi bastoni li devi gettare". L'uomo obbedì tra la meraviglia di tutti.
Parola di Dio: Gn. 2,1-4; Sal. 32; 2Tim. 1,8-10; Mt. 17,1-9
Vangelo Mt 17, 1-9
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù prese
con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un
alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il
sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro
Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
“E FU TRASFIGURATO DAVANTI A LORO; IL SUO VOLTO BRILLO’ COME IL SOLE E LE SUE VESTI DIVENNERO CANDIDE COME LA LUCE”. (Mt. 17,2)
La parola “trasfigurazione” ci fa pensare forse a certi volti di uomini e donne che dopo la prova, la sofferenza e persino la morte, risplendono di una luce interiore che si irradia dall’intimo di loro stessi. Lasciando da parte alcune vite fuori del comune, come quella di Bernardette, che durante le apparizioni di Lourdes era trasfigurata da una luce divina, viene spontaneo ricordare gli occhi ardenti di Charles de Foucauld verso la fine della sua esistenza, il riflesso sul suo volto di quel fuoco d’amore che ardeva dentro di lui. Soltanto sul volto di coloro che ascoltano il Cristo e si lasciano rinnovare dalla sua parola può riflettersi il volto eterno del Dio vivente. Perché il destino di ogni cristiano è scritto fra due montagne: dal Calvario al Tabor, ciò che conta è la semplicità di una vita umana trasfigurata dallo Spirito e risplendente sotto il sole di Dio.
LUNEDI’ 21 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Nicola di Flue; San Goffredo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, INSEGNAMI AD AMARE
Hanno detto: Il tempo speso per la gloria di Dio e per la salute dell'anima non è mai malamente speso. (San Pio da Pietrelcina)
Saggezza popolare: Anche un nano, salendo di gradino in gradino una scala alta abbastanza, può giungere più in alto di un gigante.
Un aneddoto: Padre Eusebio raccontava: Stavo andando a Londra in aereo, contro il consiglio di Padre Pio che non voleva che usassi questo mezzo di trasporto. Mentre sorvolavamo il canale della Manica una violenta tempesta mise l'aereo in pericolo. Tra il terrore generale recitai l'atto di dolore e, non sapendo cosa altro fare, mandai a Padre Pio l'Angelo Custode. Tornato a San Giovanni Rotondo andai dal Padre. "Guagliò" - mi disse - "Come stai? È andato tutto bene?" "Padre ci stavo rimettendo la pelle" - "E allora perché non obbedisci? - "Ma le ho mandato l'Angelo Custode..." - "E meno male che è arrivato in tempo!"
Parola di Dio: Dn. 9,4-10; Sal. 78; Lc. 6,36-38
Vangelo
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio". Parola del Signore
“SIATE MISERICORDIOSI, COME E’ MISERICORDIOSO IL PADRE VOSTRO”. (Lc. 6,36)
E’ l’invito ad essere buoni, senza misura. E’ l’invito ad avere niente meno che Dio come modello. “Signore, non ti sembra di esagerare?” E Gesù ci risponde: “Se ti ho dato il Padre come modello, non è per spaventarti, ma perché tu abbia sempre davanti al tuo agire, il fondamento della tua vita; non è per chiederti qualcosa di impossibile ma perché tu sappia che ciò che è impossibile agli uomini non è impossibile a Dio. E’ perché tu, contemplando la sua misericordia verso di te e verso gli uomini, ti senta talmente amato da trovare la forza di amare anche quando è difficile. Mi aspetto che tu entri nel mio cuore, che mi somigli, che diventi il rappresentante del mio amore presso i miei figli”.
MARTEDI’ 22 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottaviano, martire; Santa Renilde.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, LIBERAMI DALLE MASCHERE.
Hanno detto: Gli ostacoli sono fatti per essere superati. (Willard Marriotj.)
Saggezza popolare: Un esercito di ciechi, al seguito di un generale cieco, è condannato alla sconfitta.
Un aneddoto: A mezzanotte l'aspirante asceta annunciò: “Questo è il tempo di lasciare la mia casa e di andare in cerca di Dio. Ah, chi mi trattenne tanto a lungo in questa illusione?” Dio sussurrò: “Io”. Ma l'uomo aveva le orecchie turate. Con un bimbo addormentato al suo seno, sua moglie dormiva placidamente su un lato del letto. L'uomo disse: “Chi siete voi che mi avete ingannato per tanto tempo?” Ancora la voce mormorò: “Essi sono Dio”. Ma egli non intese. Il bimbo pianse nel sonno e si strinse accanto alla madre. Allora Dio comandò: “Fermati, sciocco, non abbandonare la tua casa!” Ma egli ancora non udì. Dio allora tristemente sospirando, disse: “Perché il mio servo mi abbandona per andare in cerca di me?”. (Tagore)
Parola di Dio: Is. 1,10.16-20; Sal. 49; Mt. 23,1-12
Vangelo
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù si rivolse alla
folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli
scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate
secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti
fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli
neppure con un dito.
"SULLA CATTEDRA DI MOSE’ SI SON SEDUTI SCRIBI E FARISEI". (Mt. 23,1)
Anche nella ricerca del peccato, a seconda dei tempi, ci sono state delle ‘mode’. In certi periodi (del tutto passati?) il peccato contro "le verità" veniva ricercato, smascherato, e qualche bel rogo o prigione riportava "le verità" (o il potere) al suo posto. C’è stato un periodo in cui tutto sembrava girare esclusivamente intorno al problema del sesso; un altro periodo in cui non esisteva più il peccato personale, ma solo quello sociale. Ma vi siete mai chiesti quali sono i peccati a cui Gesù è proprio allergico? Sono l’egoismo e l’ipocrisia. In quanto queste sono le radici di ogni altro peccato. E, guardando sempre al Vangelo, chi è più esposto ad ammalarsi di questi peccati? I religiosi e i potenti. I poveri hanno poco da difendere e nulla da mascherare, il ricco deve difendere i suoi beni e mascherarsi per difendere il ruolo del proprio potere, e quando la religione diventa potere e non servizio, ecco che egoismo e ipocrisia la infettano.
MERCOLEDI’ 23 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Turibio di Mogrovejo; Santa Lea, vedova; Sant’Ottone.
Una scheggia di preghiera:
L’ANIMA MIA GIOISCE IN TE, SIGNORE
Hanno detto: La Violenza è l'ultimo rifugio dei deboli. (Isaac Asimov)
Saggezza popolare: L'unità di un popolo sa trasformare l'argilla in oro.
Un aneddoto: Se sono acqua, mi inquinate. Se sono fertile, mi sperperate. Se sono Africa, mi affamate. Se sono petrolio, mi pompate. Se sono Nord mi modernizzate . Se sono Sud mi sottosviluppate. Non ne posso più! Chi mi potrà far risorgere? Quale altro popolo potrà abitarmi? Vi è già capitato qualche volta di sentir parlare la terra? A me sì!
Parola di Dio: Ger. 18,18-20; Sal. 30; Mt. 20,17-28
Vangelo
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in
disparte i Dodici e lungo la via disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo a
Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli
scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia
schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà».
"IL FIGLIO DELL’UOMO NON È VENUTO PER ESSERE SERVITO, MA PER SERVIRE". (Mt. 20,28)
Spesso nel nostro cammino di fede, viaggiamo con un’idea sbagliata. Pensiamo che sia Dio a chiederci qualcosa. I comandamenti ci pesano, sembra che Gesù ci chieda un cammino di santità difficile, se non impossibile, la croce è vista solo nel suo aspetto negativo. Il Signore invece non viene per portar via, per costringere, per divertirsi a vederci soffrire, per farci vedere cose buone e poi chiederci di rinunciarvi. Dio viene per donare gratuitamente se stesso, Gesù è venuto per regalarci la sua vita, la sua morte, la sua risurrezione. I comandamenti sono strade per la felicità. La croce della nostra vita è stata portata da Gesù prima di noi. L’impegno che ci è chiesto è per la nostra felicità. Gesù ci serve con il suo amore, con i suoi sacramenti, continuando a donarsi ogni giorno a ciascuno e a tutti. La fede non è tristezza, è gioia!
GIOVEDI’ 24 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Caterina di Svezia; San Severo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, CHE IO VEDA E CHE POI PROVVEDA.
Hanno detto: Quando parli di un nemico, non dimenticare mai che forse un giorno diventerai suo amico." (Periandro)
Saggezza popolare: Un buon cavallo non può montare due selle: un lavoratore coscienzioso non cerca di portare avanti due lavori nello stesso tempo.
Un aneddoto: C’erano tre amici che erano impazienti di lavorare e uno di essi scelse di dedicarsi all’opera di pacificazione delle persone che si combattevano, seguendo la parola “Beati gli operatori di pace”. Il secondo scelse di visitare gli ammalati. Il terzo si ritirò a vivere in tranquillità nel deserto. Il primo si affaticava per eliminare le dispute tra gli uomini, ma non riusciva a risolverle tutte, così andò da colui che si era dedicato agli ammalati e trovò anche lui scoraggiato per non riuscire ad adempiere il comandamento. Così, tutti e due convennero di andare a far visita a quello che viveva nel deserto. Gli dissero delle loro difficoltà e gli chiesero di dire loro che cosa era riuscito a fare. Per qualche tempo stette in silenzio, poi versò dell’acqua in una ciotola e disse loro: “Guardate l’acqua”. L’acqua era molto mossa. Poco dopo disse loro di guardarla di nuovo per vedere come si era calmata. Quando essi guardarono l'acqua, videro il proprio volto come in uno specchio. Allora egli disse loro: “Allo stesso modo, una persona che vive in mezzo alla gente non vede i propri peccati a causa del tumulto che c'è, ma se diventa tranquilla, specialmente nel deserto, allora può vedere le proprie deficienze”. (BENEDICTA WARD),
Parola di Dio: Ger. 17,5-10; Sal. 1; Lc. 16,19-31
Vangelo
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù disse ai
farisei: "C'era
un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni
banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua
porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla
mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
"C'ERA UN UOMO RICCO.., UN MENDICANTE DI NOME LAZZARO GIACEVA ALLA SUA PORTA". (Lc.16,19-20)
Quanti "Lazzaro" ci sono alla porta di casa nostra. Alcuni li vediamo alla televisione e sui giornali. Gli affamati, gli esclusi, gli orfani, i mutilati dalle guerre... e forse proviamo vergogna per un mondo che riesce ancora a far tanti Lazzari, magari facciamo un’offerta... e poi passa, fino alla prossima volta. Altri li incontriamo: extracomunitari, questuanti, barboni, alcolisti, tossicodipendenti e non possiamo fare a meno di provare un senso di fastidio, magari proviamo ad aiutarne qualcuno ma spesso con fatica ed anche con senso di delusione e di impotenza ed ergendo attorno a noi una serie di steccati che ci proteggono dalla loro invasione. Di altri forse non ce ne accorgiamo neppure; magari è tuo figlio che invece del Solito rimbrotto ha bisogno di una parola di incoraggiamento, magari è la famiglia della porta accanto che senti spesso alzare la voce ma Con la quale non hai mai parlato, magari è tua zia a cui non hai più telefonato da un anno perché "intanto lei non telefona mai". Lazzari vivi, presenti, ma nascosti, non visti cui si lasciano magari cadere le briciole ma che non sono mai commensali del tuo cuore. E tra questi Lazzaro c’è proprio Gesù, mendicante di amore, che ha come scopo non quello di prenderti qualcosa, ma di insegnarti ad amare.
VENERDI’ 25 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Festa della Annunciazione; Sant’Isacco.
Una scheggia di preghiera:
BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO: GESU’
Hanno detto: La vera scelta non e' tra nonviolenza e violenza ma tra nonviolenza e non esistenza... Se non riusciremo a vivere come fratelli moriremo tutti come stolti. (M. L. King)
Saggezza popolare: Torna il sole, non il tempo.
Un aneddoto: Ho visto una volta lo spettacolo di un mimo, in cui un uomo si sforzava di aprire una delle tre porte della stanza in cui si trovava. Spingeva e tirava le maniglie delle porte, ma nessuna delle porte si apriva. Allora colpiva col piede i pannelli di legno delle porte, ma non si rompevano. Alla fine, gettò tutto il suo peso contro le porte, ma nessuna di queste cedette. Era uno spettacolo ridicolo, e tuttavia molto divertente, perché l'uomo era così concentrato sulle tre porte chiuse che non aveva neppure notato che dietro di lui nella stanza non vi era una parete e che avrebbe potuto semplicemente uscirne, se soltanto si fosse voltato e avesse guardato! Quando parliamo di conversione è di questo che si tratta. Significa voltarci per scoprire che non siamo prigionieri come crediamo di essere. (Henri J.M. NOUWEN)
Parola di Dio nella festa dell’Annunciazione: Is. 7,10-14; 8,10; Sal. 39; Eb. 10,4-10; Lc. 1,26-38
Vangelo Lc 1, 26-38
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore
"ECCO, CONCEPIRAI UN FIGLIO, LO DARAI ALLA LUCE, LO CHIAMERAI GESÙ". (Lc. 1,31)
L’annunciazione a Maria è un mistero "gaudioso", di gioia ma è anche un mistero di ombra. Maria non sa ancora pienamente, l’"ombra" dello Spirito Santo scende su di Lei. Il Verbo, la vera luce, è ancora chiuso nel suo grembo. L’annunciazione inaugura allora il tempo del segreto, il tempo in cui Dio forma il cuore. Forse l’annunciazione ci invita oggi a tenerci nell’ombra, a custodire il segreto d’amore che Dio affida a ciascuno di noi, a serbarlo in un cuore umile e colmo di fiducia. Solo se faremo così saremo poi capaci di andare verso gli altri e potremo metterci in cammino, in fretta, come Maria, verso quelli che ci chiamano, per dire la gioia del Dio che viene.
SABATO 26 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Emanuele, martire; San Ponzio; San Giovino.
Una scheggia di preghiera:
NELLA TUA MISERICORDIA: PIETA’ DI NOI
Hanno detto: La società non è un'entità o un organismo al di fuori e al di sopra dell'individuo. (Don Luigi Sturzo)
Saggezza popolare: Non c’è luce senza ombra né ombra senza luce.
Un aneddoto: In una notte di pioggia c'era una signora di colore, al lato della strada, il temporale era tremendo. La sua auto era in panne ed aveva disperatamente bisogno di aiuto. Completamente inzuppata cominciò a fare segnali alle auto che passavano. Un giovane bianco, come se non conoscesse i conflitti razziali che laceravano Gli Stati Uniti negli anni '60, si fermò per aiutarla. Il ragazzo la portò in un luogo protetto, le procurò un meccanico e chiamò un taxi per lei. La donna sembrava avere davvero molta fretta, ma riuscì ad annotarsi l'indirizzo del suo soccorritore e ringraziarlo. Passati sette giorni bussarono alla porta del ragazzo. Con sua grande sorpresa era un corriere che gli consegnò un enorme pacco contenente un grande apparecchio TV a colori, accompagnata da un biglietto che diceva: "Molte grazie per avermi aiutata in quella strada, quella notte. la pioggia aveva inzuppato i miei vestiti come il mio spirito, e in quel momento è apparso Lei. Grazie a Lei sono riuscita ad arrivare al capezzale di mio marito moribondo poco prima che se ne andasse. Dio la benedica, per avermi aiutato. Sinceramente, Mrs. King Cole
Parola di Dio: Mi. 7,14-15.18-20; Sal. 102; Lc. 15,1-3.11-32
1^ Lettura
Dal libro del profeta Michea.
Pasci il tuo popolo, Signore, con la tua verga, il gregge
della tua eredità, che sta solitario nella foresta tra fertili campagne;
pascolino in Basàn e in Gàlaad come nei tempi antichi. Come quando sei uscito
dall'Egitto, mostraci cose prodigiose.
"TU GETTERAI IN FONDO AL MARE TUTTI I NOSTRI PECCATI". (Mi 7,19)
Facendo il prete e dedicando un bel po’ del tempo al ministero della Confessione mi è capitato di vedere le situazioni e le sensazioni più diverse, da chi si confessa per abitudine, a chi confessa volentieri i peccati degli altri, a chi considera la Confessione come il lettino dello psicanalista (più a buon prezzo, naturalmente), a chi è talmente preoccupato dell’elenco dei propri peccati che non ha più tempo a pensare a Dio che perdona... Ma tra le tante, una delle più belle esperienze è quando incontro qualche persona che magari per anni è stata lontana dalla Chiesa e dalla fede che ritrova la via del Padre scoprendone a fondo la sua misericordia e provando davvero la meraviglia del suo amore e la gioia del suo perdono. Mi ricordo di un uomo che, dopo aver messo nelle mani di Dio i suoi anni di peccato, guardandomi con occhi umidi ma pieni di speranza mi domandava: "Ma davvero Dio mi perdona?", e davanti al segno di croce e alle parole del perdono non ha più detto nulla ma si è lasciato cadere in ginocchio piangendo liberamente, di gioia.
DOMENICA 27 MARZO: 3^ DOMENICA DI QUARESIMA
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Augusto; San Gelasio.
Una scheggia di preghiera:
LA MIA ANIMA NON HA PACE FINCHE’ NON RIPOSA IN TE.
Hanno detto: L'intellettuale è un tafano che punge e non permette di addormentarsi sui dogmi. (Socrate)
Saggezza popolare: Parlate lentamente, ma pensate velocemente.
Un aneddoto: Madre Teresa di Calcutta insegnava alle sue novizie ad accettare con un sorriso tutto ciò che Dio dà ed esige. Confidò un giorno al gesuita Van Exem che la seguì fin dagli inizi: “Vede questa matita? Io sono la matita di Dio. Un mozzicone di matita con cui può scrivere qualsiasi cosa”.
Parola di Dio: Es. 17,3-7; Sal. 94; Rom. 5,1-2.5-8; Gv. 4,5-42
Vangelo Gv 4, 5-42
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù giunse
ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva
dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco
del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.
SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO E CHI È COLUI CHE TI DICE: “DAMMI DA BERE!”, TU STESSA GLIENE AVRESTI CHIESTO ED EGLI TI AVREBBE DATO ACQUA VIVA. (Gv. 4,10)
Gesù, prima di soddisfare la sete della Samaritana si incarica di suscitarla. Egli non si limita a rispondere ai bisogni dell’uomo, ma intende farlo crescere, dilatare i suoi desideri, allargare i suoi orizzonti, portarlo oltre le sue attese. Giacobbe si è limitato a scavare un pozzo, cui bisogna tornare ogni volta ad attingere acqua. Gesù scava un pozzo all’interno della creatura, fa emergere i suoi desideri profondi. E questo pozzo diventa sorgente inesauribile di acqua viva. La fonte sta dentro a ciascuno e diventa principio interiore i conoscenza, di amore, di fecondità. L’invito è dunque quello di guardare in noi stessi, di scoprirvi quanto Dio vi ha seminato, di sentire la presenza del bene e del male e poi di andare da Colui che ci dà l’acqua viva che dura per sempre.
LUNEDI’ 28 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Gontrano; San Venturino
Una scheggia di preghiera:
BENEDETTO COLUI CHE CI PORTA LA TUA PAROLA.
Hanno detto: Niente di grande è stato fatto al mondo senza il contributo della passione. (G. Hegel)
Saggezza popolare: Il giovane cammina più veloce dell'anziano, ma l'anziano conosce la strada. (Prov. Africano)
Un aneddoto: Un giorno la direttrice della mensa dice al Cottolengo: “Reverendo, non c’è in casa una briciola di nulla e non abbiamo in cassa che un marengo”. “Un marengo? Vediamolo!”. Avutolo in mano il Cottolengo dice: “Guarda che si fa!” e butta la moneta dalla finestra. La donna resta interdetta: “Padre, ma come, lei getta via il denaro?” “Stai quieta e vedrai che bel gioco ne avremo. Lo getto dalla finestra perché so che rientrerà dalla porta”. Infatti poco prima di mezzogiorno entra un signore e, silenziosamente, posa sulla tavola della cucina una grossa borsa piena di danaro.
Parola di Dio: 2Re 5,1-15; Sal. 41-42; Lc. 4,24-30
Vangelo
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, giunto Gesù a
Nazareth, disse al popolo radunato nella sinagoga: «In verità vi dico: nessun
profeta è bene accetto in patria.
"IN VERITA' VI DICO: NESSUN PROFETA E’ BENE ACCETTO NELLA SUA PATRIA." (Lc. 4,24)
Chi è il profeta: troppe volte abbiamo pensato ad una specie di mago che sa il futuro. Profeta nella bibbia è invece colui che amando Dio e lasciandosi amare da Lui parla a suo nome, qualche volta anche contro se stesso. I profeti sono scomodi, ti distruggono le sicurezze, generalmente quelle false sicurezze religiose che ti fanno sentire più buono degli altri e che sembrano quasi giustificarti nel tuo giudicare gli altri; sono quelli che ti scandalizzano perché il loro modo di comportarsi non indulge alla mentalità comune, perché sono un po' "matti" e allora la società "perbene", per "la pace della comunità", li zittisce, li emargina. Questo succedeva ai profeti dell'Antico Testamento, è successo a Gesù. Qualche volta non succede ancora nella Chiesa?... e nella nostra comunità?...
MARTEDI’ 29 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Secondo d’Asti; Santi Firmino e Aulo.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI UN DIO MISERICORDIOSO, LENTO ALL’IRA, PIENO DI GRAZIA
Hanno detto: Il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico della crescita e dello sviluppo. (J. F. Kennedy)
Saggezza popolare: Quando perdi, non perder la lezione.
Un aneddoto: Pio X era molto amico di don Guanella e lo ammirava per le sue tante opere portate avanti soprattutto con la preghiera e la fiducia nella Provvidenza. Un giorno gli domandò come facesse a dormire sereno come un bambino nonostante gli assillanti pensieri e tanti debiti: “Santità – gli rispose – fino a mezzanotte ci penso io; dopo lascio che ci pensi Dio”.
Parola di Dio: Dn. 3,25.34-43; Sal. 24; Mt. 18,21-35
Vangelo
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Pietro si avvicinò e gli disse: «Signore,
quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a
sette volte?».
NON TI DICO DI PERDONARE FINO A SETTE VOLTE, MA FINO A SETTANTA VOLTE SETTE. (Mt. 18,22)
“Padre, mi dica quello che vuole, ma questa volta, dopo tutto quello che ha fatto non posso perdonarlo un’altra volta!” Conoscendo la triste storia di quella signora che mi parlava, umanamente non sapevo darle torto. Umanamente c’è un limite a tutto! Ma il Vangelo non i solo umano! Parte dalla nostra umanità ma vuoi portarci a pensare e ad agire come Dio. Certo, magari non tutto d’un colpo, ma è Iì che dobbiamo mirare. Nel duro cammino dell’imparare la strada del perdono e della misericordia c’è una cosa sola che ci aiuta profondamente: guardare a come Dio perdona a noi. Se dopo tanti anni di peccati, di recidività Dio mi vuole ancora bene, ha ancora misericordia, disponibilità nei miei confronti come posso io dichiararmi indisponibile a camminate verso il perdono e l’amore del fratello anche se più volte mi ha offeso e anche se dubito che nella sua debolezza mi offenderà ancora?
MERCOLEDI’ 30 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Climaco; Sant’ Amedeo.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA E’ GIOIA PER LA MIA VITA
Hanno detto: Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza. (Benjamin Franklin)
Saggezza popolare: Nel folto della giungla possono essere celate splendide orchidee, sotto un tetto di paglia un futuro monarca.
Un aneddoto: Il giorno in cui Giovanni l’elemosiniere fu consacrato vescovo di Alessandria d’Egitto chiese: “Datemi la lista dei miei padroni”. Gli fu fatto osservare che il vescovo di Alessandria non aveva padroni e lui rispose: E quelli che voi chiamate accattoni, non sono forse i miei padroni? Non sono loro che mi apriranno la porta del cielo?”.
Parola di Dio: Dt. 4,1.5-9; Sal. 147; Mt. 5,17-19
1^ Lettura
Dal libro del Deuteronomio.
Mosè parlò al popolo e disse:
«Ascolta, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, perché
le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso del paese
che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
"ASCOLTA, ISRAELE, LE LEGGI E LE NORME CHE IO VI INSEGNO, PERCHÉ VIVIATE". (Dt. 4,1)
Questa frase, come altre dell’Antico Testamento, presa a se stessa potrebbe far pensare ad un Dio calcolatore, legalista: "Vuoi un premio, allora sii obbediente, altrimenti... Scorrendo la Bibbia, invece troviamo un Dio che cerca, che ama con passione gli uomini, che fa di tutto per far loro capire il modo per essere pienamente realizzati e felici. E’ un rapporto d’amore e di comunione che Dio vuole stabilire con l’uomo. Dio vuole la mia obbedienza, è vero, ma la vuole perché nella Sua sapienza infinita sa quello che è meglio in assoluto per me. Gesù fa eco alla voce del Padre, dicendo: "Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore" (Gv. 15,9 -10). La mia obbedienza non è dunque frutto della paura, ma dell’amore.
GIOVEDI’ 31 MARZO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Balbina; San Beniamino; San Lucerio
Una scheggia di preghiera:
GESU’, FA’ CHE IO TI VEDA.
Hanno detto: Bada alle piccole spese: una piccola falla affonda una grande nave. (Benjamin Franklin)
Saggezza popolare: Giocare e perdere lo sanno far tutti.
Un aneddoto: Un discepolo arrivò a dorso di cammello alla tenda del suo maestro. Smontò ed entrò nella tenda, fece un profondo inchino e disse: “E’ così grande la mia fiducia in Dio che ho lasciato fuori il mio cammello senza legarlo, poiché sono convinto che Dio difende gli interessi di coloro che lo amano”. “Vai subito a legare il cammello, sciocco!”, gridò il maestro “Dio non ha tempo da perdere facendo per te quello che tu sei perfettamente in grado di fare da solo”.
Parola di Dio: Ger. 7,23-28; Sal. 94; Lc. 11,14-23
Vangelo
Dal vangelo secondo Luca.
In quel tempo, Gesù stava scacciando
un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le
folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo
dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova,
gli domandavano un segno dal cielo.
“ALTRI POI, PER METTERLO ALLA PROVA GLI DOMANDAVANO UN SEGNO”. (Lc. 11,16)
Davanti a Gesù gli uomini del suo tempo chiudono gli occhi e non vogliono vedere il segno dell’inaudita novità dell’azione di Dio; e poiché non vogliono vedere in Gesù l’inviato di Dio (loro sanno già tutto su Dio: non è uno straccione come quest’uomo, che frequenta certe compagnie.) vedono in Lui l’inviato di Beelzebul, il capo dei demoni e chiedono segni strepitosi che poi non li convincerebbero. L’invito alla conversione, che la chiesa ci rivolge, soprattutto durante la quaresima, diventa per noi impegno a scoprire nella nostra vita quotidiana i segni di novità dell’azione di Dio. Preghiamo il Signore, chiedendogli di aprire i nostri cuori perché diventino capaci di cogliere la sua presenza.