SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
GENNAIO 2011
SABATO 1 GENNAIO: MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO
Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TROVACI.
Hanno detto: Chi non sale spesso in vita col pensiero in Cielo, pericola grandemente di non salirvi dopo morte. (San Filippo Neri)
Saggezza popolare: Il tempo speso bene, è un gran guadagno.
Un aneddoto: Don Angelo Roncalli era ai suoi primi passi nel sacerdozio. Un giorno, per la celebrazione della Messa aveva ricevuto due lire. Quello stesso giorno fu chiamato ad amministrare il suo primo battesimo. Gli si presentarono alla porta una povera madre con un bimbo di pochi giorni tra le braccia, accompagnata dallo sposo. Dal viso di quei due erano evidenti i segni della più estrema povertà. Don Angelo battezzò il piccolo con tanto amore e quando la cerimonia finì, la madre arrossendo, disse: “Padre, siamo tanto poveri che non possiamo offrire neppure due uova”. Don Angelo avrà pensato in quel momento alla Madonna e alle due tortore offerte al tempio di Gerusalemme per la nascita di Gesù, ma questa madre era ancora più povera! Frugò nelle tasche, trovò le due lire ricevute la mattina e le pose nella mano della donna.
Parola di Dio: Nm. 6,22-27; Sal. 66,2-3.5-6.8; Gal. 4,4-7; Lc. 2,16-21
1^ Lettura (Nm. 6, 22-27)
Dal libro dei Numeri.
Il Signore si rivolse a Mosè dicendo: "Parla ad Aronne e ai suoi figli e riferisci loro: Voi benedirete così gli Israeliti; direte loro: Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace. Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò".
“IL SIGNORE FACCIA BRILLARE IL SUO VOLTO SU DI TE E TI SIA PROPIZIO”. (Nm 6,25)
Sulla mia scrivania c’è una bella matita, sai di quelle matite di una volta, da maestri, a due colori rosso e blu, per segnare gli errori. Quando andavo a scuola guardavo quella matita della maestra e speravo, il più delle volte invano, non tirasse rigacce sui miei temi o sui problemi di matematica… Me l’hanno regalata come bomboniera due sposi e c’era pure un bel significato: due colori, un'unica matita per scrivere ogni giorno cose belle nuove. I primi giorni guardavo la mia bella matita e mi dissi: “Non la userò, è troppo bella, la terrò li davanti e farà sempre la sua bella figura”. Da stupido ingenuo, quella matita mi faceva diventare “maestro”. Poi ci ho ripensato: “A cosa serve una matita se non è utilizzata? A cosa serve la vita di quegli sposi se non è donata giorno per giorno? A cosa serve un anno nuovo se il suo tempo viene sprecato?” E allora ho cominciato ad utilizzare la matita. Nel legno c’è qualche dentata (sì, perché succhio ancora le matite), s’è accorciata un po’ perché ho dovuto farle la punta, ma è una matita usata per correggere i miei errori di italiano (quelli che vedo), per aggiungere note alle “Schegge”. Passeranno forse ancora mesi, ma poi diventerà mozzicone, tristezza? No! Una matita che ha fatto il suo dovere. Dio, mostrandoci Maria, sua Madre ci dà ancora un anno: non posso tenerlo tutto bello sulla scrivania della vita: si sporcherà, ci sarà il dolore, darà momenti di gioia, si consumerà… speriamo sia proprio così per tutti noi se no sarebbe un dono sprecato, speriamo però lasci anche dei segni, i segni di quel volto di amore di Dio che brilli sempre davanti a noi.
DOMENICA 2 GENNAIO 2^ DOMENICA DOPO NATALE
Tra i santi ricordati oggi:Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; Sant’ Adalardo di Corbie.
Una scheggia di preghiera:
SAPIENZA DEL PADRE, RIVELATI A NOI.
Hanno detto: Un balbuziente capisce meglio le parole di un altro balbuziente. (San Girolamo)
Saggezza popolare: Forte è colui che sopporta e non colui che si ribella.
Un aneddoto: In una bidonville di Rio de Janeiro, da qualche anno c’è una giovane francese che si prende cura dei più poveri. Un giorno, mentre rigovernava la sua stanzetta, le si avvicina una povera mamma, le mette sul tavolo un pacchetto e se ne va. La giovane la richiama e le chiede cosa ci sia in quel pacco. La donna risponde: E’ per te! La giovane s’avvicina, apre il pacco: dentro trova un chilo di patate. La giovane dice: Ma non è logico: io non sono ricca, ma ho il necessario, e poi, non ho bambini; a casa tua hai dei bambini, che sono sempre affamati. Riprendi dunque le tue patate e portale a loro. La donna rifiuta e la giovane francese insiste. Allora la povera madre si mette a piangere e dice queste parole meravigliose: Allora, tu non vuoi che anch’io, per una volta, possa avere la gioia di donarti qualcosa? (Abbé Pierre)
Parola di Dio: Sir 24,1-4.12-16; Sal. 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv. 1,1-18
2^
Lettura Ef 1, 3-6. 15-18
Dalla
lettera di San Paolo agli Efesini
Benedetto
sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni
benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della
creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità,
predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo
il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia,
che ci ha dato nel suo Figlio diletto. Perciò anch'io, avendo avuto notizia
della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi,
non cesso di render grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, perché il
Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito
di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. Possa egli
davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale
speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i
santi. Parola di Dio
“IL PADRE VI DIA UNO SPIRITO DI SAPIENZA” (Ef.1,15)
Potremmo dire che tutto in questa seconda domenica dopo Natale ruota intorno a due termini: Sapienza e Verbo. Quando noi usiamo il termine "sapienza" di solito subito pensiamo al "sapiente", cioè a qualcuno che sa e quindi, spesso, riduciamo la sapienza alla conoscenza delle cose. Provate a pensare a come certi docenti delle nostre scuole riducono l’insegnamento al trasmettere delle nozioni e pretendono di giudicare i loro allievi in base alla quantità delle cose che essi ricordano quasi che "sapienti" siano tutti quelli che possono partecipare ai vari quiz televisivi. Qualche altra volta andiamo più avanti nell’uso del termine "sapienza" e lo avviciniamo al termine "saggezza". Ma chi è il saggio? Per qualcuno è la persona equilibrata, per altri è quello che riesce a passare nella vita senza troppi danni, per altri ancora è il ‘guru’, l’illuminato che dall’alto della sua montagna dà insegnamenti ai poveri mortali, insomma ognuno di noi ha un concetto tutto suo di "saggezza". Nella Rivelazione, noi cristiani crediamo che la Sapienza, la saggezza siano proprie solo di Dio e quindi solo lo Spirito Santo, lo Spirito stesso di Dio, colui che è sceso su Maria per regalarci Gesù, può farci capire la Sapienza. E la Sapienza rivelata da Dio è allora il Verbo come ci ha ricordato Giovanni nel prologo del suo Vangelo. Noi sappiamo che nel nostro linguaggio comune il verbo è quella parola che sostiene il costrutto di tutta l’espressione. Provate a mettere insieme una frase senza verbi e non riuscirete a comunicare nulla se non un’accozzaglia di parole. Gesù è il Verbo, cioè l’espressione stessa di Dio, il senso di tutto: è la parola della Creazione ma nello stesso tempo è colui per il quale tutte le cose sono state create, è la parola stessa incarnata, è la redenzione dell’uomo e dell’universo, è la parola concreta che congiunge il cielo con la terra è la proposta di amore di Dio e contemporaneamente l’unica risposta al suo amore. Questo Verbo, questa parola si è prima di tutto rivolta a noi non per chiederci qualcosa, per mettere sulle nostre spalle dei pesi, per schiacciarci sotto una morale piena di norme, ma per rivelarci il volto del Padre.
LUNEDI’ 3 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Genoveffa, vergine; San Fiorenzo, vescovo; Sant’Antero, papa.
Una scheggia di preghiera:
AGNELLO DI DIO CHE TOGLI I PECCATI DEL MONDO ABBI PIETA’ DI NOI.
Hanno detto: Puoi cacciare l'indole naturale con un forcone: ma tornerà sempre di nuovo. (Orazio)
Saggezza popolare: Non credere a tutto quello che senti, trattieni ciò che ti colpisce e dormici sopra.
Un aneddoto: Un bimbo raccontava alla sua nonna che tutto andava male: la scuola, problemi con la famiglia, malattie, ecc. Intanto, la sua nonna preparava un biscotto. Dopo averlo ascoltato, la nonnina gli dice: “Vuoi fare merenda?” il bimbo risponde: “Certamente”. “Prendi, eccoti un poco di olio da cucinare”. “Mmm, ma non è buono da mangiare da solo!” dice il bimbo. “Cosa diresti di un paio di uova crude?” “Mamma mia, che disgustose saranno, nonna!” "Allora gradisci un po’ di farina di grano, o magari un po’ di lievito?” “Nonna, sei diventata matta, tutto questo è immangiabile”! Allora la nonna rispose: “Sì, tutte queste cose sembrano ripugnanti, se le consideri separate. Però se le metti tutte insieme in maniera adeguata, formano un meraviglioso e delizioso biscotto!"
Parola di Dio: 1Gv 2, 29-3, 6 / Sal 97 / Gv 1,29-34
Vangelo
Gv 1, 29-34
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: "Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!
Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a
Israele". Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.
Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.
E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio". Parola
del Signore
“ECCO L’AGNELLO DI DIO , ECCO COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”. (Gv. 1,29)
Giovanni ci indica Gesù come l’Agnello di Dio. Per questo è nato il Signore, perché tutti noi abbiamo bisogno di un Agnello, un essere debole, piccolo capace di togliere il peccato del mondo, la superbia che ci avvelena il cuore. Si schiude dinnanzi a noi un nuovo anno, e Gesù ci viene incontro. Giovanni, la Chiesa, ce lo indicano. E' Lui l'unica nostra salvezza. Le parole che abbiamo ascoltato in questi giorni, le liturgie, le feste, gli stessi nostri sogni altro non sono stati che l'acqua del battesimo di Giovanni. Gli angeli sulla capanna di Betlemme ci indicavano un bambino. Il Figlio s'è fatto carne perché, attraverso di Lui lo Spirito Santo potesse dimorare in noi. Lo Spirito che grida dentro ciascuno "Abbà! Papà!". Lo Spirito che scaccia la paura perché il Signore ha vinto la morte con la stessa nostra carne. Ecco l'Agnello di cui abbiamo bisogno oggi. Ecco chi, solo, può togliere dal nostro cuore la radice velenosa iniettataci dal demonio. Ecco l'agnello che può renderci umili, cioè veritieri.
MARTEDI’ 4 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.
Una scheggia di preghiera:
E’ UN TETTO LA MANO DI DIO.
Hanno detto: La parola detta non può tornare indietro. (Orazio)
Saggezza popolare: L’appetito è la migliore salsa che ci sia. (Prov. Lombardo)
Un aneddoto: C’era una volta in un pollaio, un galletto di nome Piumarossa. Era convinto di essere il più bello e il più bravo. Infatti diceva che era lui, con il suo «chicchirichì» a svegliare il sole ogni mattina. Un giorno il cielo si copri di nuvole nere. Piumarossa cantò, cantò, ma il sole non si vide e scese invece una fitta pioggia. Come mai non hai svegliato il sole? — gli chiese una gallinella. Quel pigrone si è svegliato tardi. Si sta lavando la faccia e ha versato un po’ d’acqua. — rispose pronto Piumarossa.
Parola di Dio: 1Gv. 3,7-10; Sal. 97; Gv. 1,35-42
Vangelo
Gv 1, 35-42
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse:
"Ecco l'agnello di Dio!". E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse:
"Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?". Disse loro:
"Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse:
"Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)" e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse:
"Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)".
Parola del Signore
“MAESTRO, DOVE ABITI?” (Gv. 1,38)
La domanda che i due discepoli di Giovanni fanno a Gesù è anche la nostra domanda: “Signore, dove ti posso trovare, incontrare?” Spesso facciamo esperienza di una quasi assenza di Dio nel nostro mondo: “Dove sei, Signore, mentre migliaia di persone stanno morendo di fame? Dove eri mentre mio figlio veniva investito da quella automobile pirata risultata poi guidata da un tossico per di più ubriaco fradicio?” Altre volte ci sembra di dover andare a cercare l’abitazione di Dio chissà dove: “Dio sarà in quel monastero? sarà in quella esperienza religiosa. “Venite e vedrete” risponde Gesù a quegli apostoli e anche a noi. E’ come se ci dicesse: “Non perderti in chiacchiere, in supposizioni, in teorie, in fumose teologie spiega tutto comincia a seguirmi, a starmi dietro, ad incontrarmi nella Parola, nella preghiera, nella natura, in te stesso, non chiederti dove andremo ma mettiti in cammino; non ti risolverò tutti i problemi, ma ti offro me stesso!”.
MERCOLEDI’ 5 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.
Una scheggia di preghiera:
PADRE, DONACI DI MANIFESTARE TUO FIGLIO.
Hanno detto: L'onestà è lodata ma muore di freddo. (Giovenale)
Saggezza popolare: Un’ora di sole asciuga la strada. (Prov. Bolognese)
Un aneddoto: Il beato Giacomo Cusmano istituì l’opera del Boccone del Povero e le congregazioni dei Servi e delle Serve dei Poveri. L’idea del Boccone del Povero gli fu suggerita da quando vide in casa di un amico, il dott. Michele De Franchis, all’ora di pranzo. Si accorse che ad ogni portata tutti, genitori e figli, toglievano un po’ della pietanza e la mettevano in un piatto più ampio, ai centro della tavola. Ne chiese spiegazione all’amico. “Vedi, caro Giacomo, rispose questi — io educo così i miei figli: anche quando stanno a tavola, devono pensare ai poveri, ai quali manca spesso anche il pane. A noi un boccone più o meno non fa niente; ma i poveri ci guadagnano, poco alla volta, di che sfamarsi”. Poco dopo infatti entrò un povero, il quale consumò le pietanze così ricavate, servito amorevolmente dai figli. Allora, il beato Giacomo pensò: “Se tutte le famiglie di Palermo, che hanno la fortuna di mangiare a tavola, si privassero di un boccone per ogni pietanza e ogni giorno, si potrebbero sfamare un numero stragrande di poveri”. Fu questo esempio l’ispiratore di una originale opera caritativa: il Boccone del Povero.
Parola di Dio: 1Gv.3,11-21; Sal. 99; Gv. 1, 43-51
Vangelo
Gv 1, 43-51
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse:
"Seguimi". Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse:
"Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di
Nazareth". Natanaèle esclamò: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di
buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui:
"Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò:"Come mi
conosci?". Gli rispose Gesù:"Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il
fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re
d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di
queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio
dell'uomo". Parola del Signore
“FILIPPO RISPOSE A NATANAELE: VIENI E VEDI”. (Gv. 1,46)
La Chiesa, i vari consigli pastorali, i missionari le comunità si chiedono: “Come possiamo annunciare al meglio il Vangelo?” Ed ecco la ricerca di formule, di metodi: un annuncio più vicino alla mentalità di oggi, il ritorno a formule sintetiche di catechesi, un annuncio più teologicamente approfondito dei misteri della fede. Filippo ha un metodo molto semplice: “Vieni e vedi”, come dire: “Le mie parole non ti servono, ti serve incontrare Gesù!”. Rimane un dubbio. Se oggi diciamo ad una persona: “Vieni e vedi, la mia vita, la comunità dei cristiani”, siamo sicuri che facilmente incontrerà il Cristo?
GIOVEDI’ 6 GENNAIO: EPIFANIA DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.
Una scheggia di preghiera:
I TUOI SEGNI, SIGNORE, SIANO LUCE AI NOSTRI PASSI
Hanno detto: Fuggi le chiacchiere, per non essere reputato un loro fomentatore: a nessuno nuoce aver taciuto, nuoce aver parlato (Marco Porcio Catone)
Saggezza popolare: L’esperienza è il tipo di insegnante più difficile. Prima ti fa l’esame, e poi ti spiega la lezione.
Un aneddoto: Raoul Follereau, l’apostolo dei lebbrosi, si recò a trovare un amico il quale, dopo la morte improvvisa del figlio, s’era chiuso in un tragico mutismo che nessun conforto riusciva a fargli rompere. Non gli diede la mano, ma lo accarezzò sulla spalla, come se volesse incoraggiarlo a muoversi. L’altro scoppiò a piangere di fronte a quella prova di delicatezza e così uscì dalla sua immensa pena. Il Signore senza che lo vediamo ci batte alla spalla dicendo anche a noi: “Coraggio”.
Parola di Dio: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3.5-6; Mt. 2,1-12
Vangelo
Mt 2, 1-12
Dal
Vangelo secondo Matteo
Nato
Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da
oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato?
Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All'udire
queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti
tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo
in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché
così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei
davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che
pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si
fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò
a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e,
quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo”.
Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel
suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si
trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo
adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e
mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada
fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore
“I MAGI CHIESERO: DOV’E’ IL RE DEI GIUDEI CHE E’ NATO? ABBIAMO VISTO SORGERE LA SUA STELLA E SIAMO VENUTI AD ADORARLO”. (Mt. 2,2)
Mi ha sempre riempito di stupore questo duplice atteggiamento dei magi. Sono ricercatori della verità e per questa si muovono fidandosi di un segno da loro letto ed interpretato, ma sono anche umili da chiedere informazioni. Dio si rivela ma a coloro che lo cercano con l’intelligenza e con le gambe, ma anche a coloro che non hanno la presunzione di trovarlo con le loro forze, ma sanno stendere la mano, chiedere ad altri. Se cerchi Dio, la sua verità, devi imparare a vederne i segni in te e fuori di te, devi uscire dal tuo guscio di autosufficienza e soprattutto non devi essere presuntuoso, chiedi umilmente: forse la verità tanto desiderata brillerà come una stella proprio là dove tu non te lo immagini.
VENERDI’ 7 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Carlo da Sezze; San Luciano, Martire, San Raimondo da Penafort, sacerdote.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE.
Hanno detto: Il saggio, per parlare, deve prima molto meditare. (San Girolamo)
Saggezza popolare: La vita e il vino vanno assaggiati goccia a goccia. (Prov. Sardo)
Un aneddoto: Un professore di psicologia chiese ai propri studenti di scrivere in trenta secondi le iniziali delle persone che erano loro antipatiche. Alcuni studenti diedero le iniziali di una sola persona, altri quelle di una decina. Da questa piccola indagine risultò che gli studenti che avevano indicato il maggior numero di persone antipatiche erano a loro volta le persone meno amate. Quando una persona mi è antipatica, devo domandarmi: “Che cosa c’è che non va in me?”
Parola di Dio: 1Gv. 3,22-4,6; Sal. 2; Mt. 4,12-17.23-25
1^
Lettura 1 Gv 3, 22 - 4,6
dalla
prima lettera di san Giovanni Apostolo
Carissimi
qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi
comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. Questo è il suo
comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli
uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato.Chi osserva i suoi
comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in
noi: dallo Spirito che ci ha dato. Carissimi, non prestate fede a ogni
ispirazione, ma mettete alla prova le ispirazioni, per saggiare se provengono
veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo
potete riconoscere lo spirito di Dio: ogni spirito che riconosce che Gesù
Cristo è venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù,
non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito,
viene, anzi è già nel mondo. Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto questi
falsi profeti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel
mondo. Costoro sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li
ascolta. Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci
ascolta. Da ciò noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito
dell'errore. Parola di Dio
“QUESTO E’ IL SUO COMANDAMENTO: CHE CREDIAMO NEL NOME DEL FIGLIO SUO GESU’ CRISTO”. (1Gv. 3,23)
San Giovanni, ci ricorda quale sia il centro della nostra fede. Noi siamo cristiani perché crediamo che Gesù è il Cristo, cioè il Figlio di Dio Salvatore. Se non c’è questa fede, non possiamo dirci cristiani. Oggi, la grande ignoranza religiosa e un falso senso di ecumenismo portano spesso a confusioni. Si pensa: “Io sono credente in Dio, quindi sono cristiano”. Non è assolutamente vero. Anche coloro che adoravano gli idoli o adorano la materia sono credenti, ma non per questo cristiani. Anche certe sette religiose come ad esempio i testimoni di Geova si dicono cristiani, ma non lo sono perché non credono in Gesù come Figlio di Dio. Notate che san Giovanni chiama “Menzognero” colui che nega che Gesù è il Cristo e il termine “menzognero” nella Bibbia è lo stesso con il quale si designa il Diavolo: colui che ci divide dalla verità. C’è anche un’altra “menzogna”, confusione di verità, quella di usare la frase: “lo sono credente, ma non praticante”, quasi che si possa distinguere la fede dalla vita. O credi e metti in pratica la gioia della fede o non mascherarti dietro una fede inesistente.
SABATO 8 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Pavia; San Severino, Sant’Adreghino.
Una scheggia di preghiera:
VIVO NEL TUO AMORE.
Hanno detto: Tacciono le leggi dove parlano le armi. (Seneca)
Saggezza popolare: Cavare e non mettere, vien male al sacco.
Un aneddoto: Alcune settimane fa venni a sapere che una famiglia, una famiglia indù, non mangiava da alcuni giorni, così presi un po’ di riso e andai a trovarla. Non avevo ancora fatto in tempo a rendermi conto di dove ero, che la madre di quella famiglia aveva già diviso il riso in due parti e ne aveva portato una metà alla famiglia accanto, che era musulmana. Allora le domandai: “Quanto ne avrete a testa? Siete in dieci a dividere quel poco di riso”. Ma ella mi rispose: “Neppure loro hanno da mangiare. (Madre Teresa di Calcutta).
Parola di Dio: 1Gv. 4,7-10; Sal 71; Mc. 6,34-44
1^
Lettura 1 Gv 4, 7-10
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui.
In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Parola di Dio
“IN QUESTO STA L’AMORE: DIO HA AMATO NOI”. (1Gv. 4,10)
“Ti amo...” E’ la parola più piacevole e desiderabile che una persona possa ascoltare. Però, uno solo l’ha detta e vissuta con assoluta sincerità e totale dedizione: Dio. Egli ti ha creato a sua immagine e somiglianza perché potessi dialogare con lui, vivere immerso nel suo amore e un giorno contemplare il suo volto e partecipare alla sua gloria e felicità infinita. Anche quando lo rifiuti, calpesti la sua legge, lo offendi come fosse un tuo nemico, non cessa di amarti. Per te ha creato l’universo, regolato da leggi meravigliose che non finiranno mai di stupirti. Per te ha inviato sulla terra il suo Unigenito perché diventasse tuo fratello, compagno e guida nel pellegrinaggio terreno. Per te non ha esitato a lasciarlo morire in croce, abbandonato e tradito da tutti, perché espiasse i tuoi peccati e ti riaprisse le porte del paradiso, dove tu, vero figlio di Dio, vivrai eternamente beato. Per te ha voluto rimanere sempre presente mediante la grazia dei sacramenti che ti rende partecipe, già qui sulla terra, della vita divina; per te ha istituito il sacerdozio, per perdonarti ogni colpa, si rende presente nell’Eucaristia per donarsi tutto a te, sotto la specie del pane e del vino, caparra e garanzia di vita immortale: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Per te… Dimmi, poteva amarci di più?...
DOMENICA 9 GENNAIO: BATTESIMO DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; San Marcellino.
Una scheggia di preghiera:
FA’ CHE ASCOLTIAMO OGGI LA TUA VOCE, GESU’.
Hanno detto: Il mondo è pieno di idee cristiane impazzite (G. K. Cheserton)
Saggezza popolare: E' inutile temere ciò che non si può evitare (Prov. Latino)
Un aneddoto: C’erano una volta due cristiani, che passeggiavano, pregando, alle due estremità d’una meravigliosa foresta. Il primo di loro diceva:- Mio Dio, come questa foresta, che è qui da secoli, così la vostra Chiesa è meravigliosa, perché non cambia mai! Io vi ringrazio per questa continuità e per questa perenne tradizione. Vi prego, Signore, con tutto il cuore, perché nulla cambi! Amen. Il secondo invece pregava così, dando del tu al Signore: Mio Dio, ogni giorno c’é sempre qualcosa di nuovo in questa foresta e così è nella tua Chiesa. La tua giovinezza e la tua libertà che ci hai donato, come questi alberi, trasformano continuamente il mondo. Ti ringrazio d’avermi fatto nascere in questo secolo, in cui tutti gli occhi sono aperti. Ti prego: fa’ che la tua Chiesa non rimanga mai ferma, ma continui a rinnovarsi con la tua novità. Amen. I due cristiani, continuando la loro passeggiata, pregando e con le mani giunte, ad un certo punto s’incontrarono e si salutarono, ridendo. La Chiesa mette le sue radici nel passato, perché Dio è eterno; mette però i suoi rami nel futuro, perché Dio è sempre nuovo.
Parola di Dio: Is. 42,1-4.6-7; Sal. 28; Atti 10,34-38; Mt.3,13-17
Vangelo
Mt 3, 13-17
Dal
Vangelo secondo Matteo
In
quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi
battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho
bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”. Ma Gesù gli disse:
“Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”.
Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco,
si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e
venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: “Questi è il Figlio
mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto”. Parola del Signore
“GESU’ DALLA GALILEA ANDO’ AL GIORDANO DA GIOVANNI PER FARSI BATTEZZARE DA LUI”. (Mt. 3,13)
Una delle cose che maggiormente mi colpisce del battesimo di Gesù è che il Messia viene con potenza ma con umiltà. Giovanni il Battista, nella sua predicazione aveva annunciato un Messia potente, "con il mano il ventilabro per purificare la sua aia", uno, insomma, che finalmente avrebbe messo a posto le cose, avrebbe fatto piazza pulita dei peccatori e dei pagani, avrebbe riportato la fede di Israele alla sua integrità. Gesù invece appare, stupendo anche il Battista, in fila con i peccatori, a ricevere un battesimo di penitenza di cui personalmente non aveva bisogno. Il Cristo che è venuto è potente. E’ "il Figlio diletto del Padre", è, come diciamo nel Credo "Colui che verrà a giudicare i vivi e i morti", è Colui che ha la potestà di guarire gli ammalati, di ridare la vista ai ciechi, di fare camminare i paralitici, di far risorgere chi è morto, ma è anche Colui che sceglie di stare non dalla parte di coloro che si sentono giusti, di coloro che si fanno paravento della religione per giustificare il proprio essere, ma dalla parte dei poveri, dei peccatori, di coloro che fanno fatica ma che riconoscono di aver bisogno prima di tutto della misericordia di Dio. Fin dalla sua prima apparizione pubblica, ancora prima che il Padre lo confermi nella sua missione, Gesù manifesta pienamente quale sarà il suo servizio all’umanità :"si è fatto peccatore per salvare i peccatori", è davvero l’Agnello che sarà immolato per togliere il peccato del mondo, è il capro espiatorio che si è caricato di tutto il peccato e il male del mondo per morire insieme a questo male e liberare chi da solo non ce l’avrebbe fatta.
LUNEDI’ 10 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agatone, Papa; Sant’Aldo, Monaco; San Guglielmo di Burges, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE.
Hanno detto: Conviene di più mettere il cuore nella preghiera senza trovare le parole che trovare le parole senza metterci il cuore. (Gandhi)
Saggezza popolare: Cento ladri non possono spogliare un nudo.
Un aneddoto: C’era un marito che aveva una moglie, ma così litigiosa che sempre trovava ragione di rimbrotti. Ogni giorno litigavano! Venne a noia quella moglie al marito, ed ecco che lui cominciò a pensare come sbarazzarsene. Una volta andarono al fiume e invece del ponte trovarono tra le sponde un asse. «Aspetta, pensò lui, questa è la volta buona che mi darà ragione». La moglie si avventurò sull’asse di legno e lui le disse: — Bada moglie, non scuotere, altrimenti cadrai in acqua! — E io invece lo farò apposta! — e scosse e scosse tanto, che l’asse si rovesciò. Ma al marito dispiaceva un po’ per la moglie, così scese in acqua e cominciò a cercarla risalendo il corso del fiume verso la montagna. — Che cerchi lì? — gli chiedono alcuni contadini al lavoro. — Mi si è affogata la moglie, è caduta giù da quella palanca! Sciocco! Devi cercarla giù per il fiume e non verso il monte! Probabilmente sarà stata travolta ormai. — Eh, fratelli miei, zitti! Lei faceva tutto all’inverso, e certo anche adesso sarà andata contro corrente. (Antica fiaba russa)
Parola di Dio: Eb. 1,1-6; Sal. 96; Mc. 1,14-20
Vangelo
Mc 1, 14-20
Dal vangelo secondo Marco.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Parola del Signore
“IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO”. (Mc. 1,15)
Gesù riprende la predicazione là dove aveva dovuto interromperla Giovanni Battista. Gli uomini cercano di fermare la Parola di Dio ma essa è inarrestabile: il Regno è già iniziato, Dio è fedele alle sue promesse, il Figlio di Dio è venuto. Anche per noi, oggi, è così: non dobbiamo più aspettare la Redenzione, essa ci è già stata offerta, l’unica cosa è accoglierla attraverso una conversione di vita. Mi chiedo che cosa voglia dire, oggi, per me “convertirmi” e credere al Vangelo. Non vorrà forse dire, scoprire nella gioia che Dio mi vuole bene fino al punto di regalarmi suo Figlio? Non sarà, forse, riscoprire un Gesù non solo personaggio storico ma vivente nella realtà della mia vita? Non sarà scoprire la mia miseria colmata dalla sua misericordia? Non sarà sapere che oggi Lui dice ancora a me, fidandosi: “Seguimi, mi servi per ‘pescare’ altri al mio amore?” E allora scopro che convertirsi non è soltanto battersi il petto ma correre gioiosamente la vita con Gesù, sperare concretamente nelle sue promesse, imparare dal suo amore per aprire il cuore a tutti gli uomini.
MARTEDI’ 11 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Igino, Papa; Santa Liberata, martire, Sante Speciosa e Onorata di Pavia.
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PAROLA CI SALVA, SIGNORE.
Hanno detto: Una cosa non è in sé giusta perché è legge. Ma se è giusta deve diventare legge. (Montesquieu)
Saggezza popolare: Se vuoi vedere un uomo che vale, mettigli una donna davanti! (Proverbio calabrese)
Un aneddoto: Un beduino, inseguito da feroci nemici, fuggì dove il deserto era più aspro e le rocce più taglienti. Corse e corse, finché non sentì che il rumore degli zoccoli dei cavalli, che lo inseguivano, si era affievolito e poi spento del tutto. Solo allora si guardò intorno. Era giunto in una gola paurosa, su cui incombevano pareti di granito e guglie di scuro basalto. Con enorme meraviglia, scoprì una specie di sentierino che si inerpicava attraverso la gola. Lo seguì e, dopo un po’, si ritrovò all’imboccatura di una profonda grotta buia. Si infilò nell’oscurità con passo esitante. “Vieni avanti fratello”, lo incoraggiò una voce benevola. Nella penombra, il beduino vide un eremita che stava pregando. “Tu vivi qui?”, chiese il beduino. “Certo”. “Ma come fai a resistere in questa grotta, solo, povero, lontano da tutti?”. L’eremita sorrise. “Io non sono povero. Ho grandi tesori”. “Dove?”. “Guarda là”. L’Eremita indicò una piccola fessura che si apriva in un fianco della grotta e chiese: “Che cosa vedi?”. “Niente”. “Davvero niente?” domandò l’eremita. “Solo un pezzo di cielo”. “Un pezzo di cielo: non ti sembra un tesoro meraviglioso?”.
Parola di Dio: Eb. 2,5-12; Sal. 8; Mc. 1,21-28
Vangelo
Mc 1, 21-28
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: “Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio”. E Gesù lo sgridò: “Taci! Esci da quell'uomo”. E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!”. La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. Parola del Signore
GESÙ INSEGNAVA LORO COME UNO CHE HA AUTORITÀ E NON COME GLI SCRIBI. (Mc. 1,22)
Quanta gente oggi si arroga l'autorità di insegnare; quanti maestri nel moderno Israele! I giornali spacciano per verità notizie e cose che a volte sono solo pettegolezzi, chiacchiere, eppure noi andiamo a cercare l'articolo con la firma famosa e beviamo. Mai come oggi la scienza progredendo scopre i suoi limiti e noi corriamo dietro all'ultima ipotesi scientifica; basta che uno psicologo si sia fatto un buon nome e nei suoi libri può contrabbandare per verità cose che nascondono la semplice idea di "fai quello che ti pare, intanto chi conta sei tu e nessun altro". E noi confusi cerchiamo la verità lasciandoci condizionare, oppure, come sempre più spesso accade, non cerchiamo neppur più la verità ma svendiamo la nostra testa e la nostra vita all' ultima moda ricorrente. Gesù non è come gli scribi che fanno "teoria sulla parola", non è come i farisei che sfruttano la Parola per imporla come peso, ma sulle spalle degli altri, non è come il sacerdote della parabola del buon Samaritano che perché "non può contaminarsi" tira diritto davanti all'uomo ferito lungo la strada. Gesù ha autorità perché è la Parola definitiva: è "l'Amen di Dio". Lui non si ferma all'esteriore, al formalismo: Lui cerca l'uomo dal di dentro; la sua Parola non è mai prepotenza, sopruso,ma forza, sicurezza, compagnia, invito netto al cambiamento. La sua Parola è solidarietà,concretizzazione dell' amore di Dio che lotta contro il male a fianco dell'uomo, nel cuore dell'uomo. Chiediamo allo Spirito Santo di saper discernere tra le tante "autorità" di oggi, la Parola che con autorità, forza e amicizia può ridarci il nostro vero volto di uomini.
MERCOLEDI’ 12 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Ricci;Sant’Arcadio,Martire; San Benedetto Biscop.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, IL MIO AMICO E’ MALATO: LO AFFIDO A TE.
Hanno detto: Il perfetto valore è di fare senza testimoni ciò che si sarebbe capace di fare davanti a tutti. (La Rochefoucauld)
Saggezza popolare: A usanza nuova, non correre.
Un aneddoto: Un ricco nevrastenico si recò un giorno da Paul Tournier, per chiedergli come liberarsi dalla tristezza e dalle molte sue inquietudini. Il rabbino lo ascoltò. Poi lo condusse davanti ad uno specchio. Gli chiese:- Cosa vedi? Me stesso! — rispose. Lo condusse quindi alla finestra che dava sulla strada e gli chiese ancora: — Cosa vedi ora attraverso il vetro? — Vedo molta gente e il mondo! Concluse il rabbino: — D’ora in poi non metterti più davanti al vetro argentato dello specchio, ma a quello trasparente della finestra. Così facendo non vedrai più te stesso, ma gli altri. Solo così ritornerai felice.
Parola di Dio: Eb. 2,14-18; Sal. 104; Mc. 1,29-39
Vangelo Mc 1, 29-39
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercano!". Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!". E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Parola del Signore
“LA SUOCERA DI SIMONE ERA A LETTO CON LA FEBBRE E SUBITO GLI PARLARONO DI LEI”. (Mc. 1,30)
A letto con la febbre si ha bisogno di tutto e non si può fare nulla. La spossatezza toglie anche la voglia di leggere, di guardare la televisione, di parlare. La suocera di Pietro è immagine di quella febbre dello spirito che spesso ci assale e ci paralizza, impedendoci di servire, di amare. E' la febbre di questo tempo in preda a depressioni e anoressie. E' la febbre dell'alcool, della droga, di tutti quei giacigli nei quali ci rifugiamo per sfuggire alle incombenze serie della vita, quelle che ci chiamano a donare la vita. Ma è pur sempre febbre, sintomo di una malattia più profonda, un'infezione che corrode il cuore. Per quanto si cerchi di riposare, le fughe si risolvono sempre in fallimenti, e la febbre aumenta. Ma c'è la Chiesa. Come una madre premurosa si preoccupa di noi, e ne parla con il suo Signore. E' questa la prima missione della Chiesa: pregare, implorare, affidare. Ed è una parola anche per i genitori, per i catechisti, per i presbiteri. Parlare al Padre del proprio figlio in difficoltà, della moglie in crisi, del marito depresso, di chiunque abbiamo a cuore ed è in preda alla febbre. Senza questa preghiera, senza questo parlare a Dio la Chiesa e ciascuno di noi sbaglierà tempi e parole, rinchiuderà ogni opera nell'angusto confine della carne, e sarà fallimento. Si tratta di inginocchiarsi e aprire il cuore al Signore, far nomi e cognomi, e implorare l'aiuto. Secondo la sua volontà. E' la preghiera insistente che apre il cammino al Signore, perché è Lui che opera, che sana, che ridesta alla vita.
GIOVEDI’ 13 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’ Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa; Sant’Agricio, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
A TE, SIGNORE, AFFIDO L’ANIMA MIA.
Hanno detto: Per i vanitosi gli altri uomini sono degli ammiratori. (Antoine di Santo-Exupéry)
Saggezza popolare: Una cosa è tanto più apprezzata, quanto più è desiderata.
Un aneddoto: Ricordo l’esperienza che feci una volta, durante un viaggio in treno. La ricordo perché mi fece capire quanto l’ossessione del denaro sia diffusa a tutti i livelli della società, non solo ai livelli alti, e quanto essa alieni, disumanizzi e impoverisca la vita. Si era sotto Natale. Si trattava di una linea interna, locale, dove tutti si conoscevano e parlavano liberamente, ed ero costretto perciò ad ascoltare i loro discorsi. Da essi, accanto ai tanti lati positivi, di onestà e laboriosità, veniva a galla anche il peccato della mia gente. Questo peccato cresceva, come un rumore assordante, fino quasi a farmi sentire soffocare. Come si chiamava? Denaro, denaro, denaro. Sulla carrozza, dal primo all’ultimo istante, non sentii parlare d’altro intorno a me che di soldi: quanto era costato quel trattore, quanto si era guadagnato in quell’affare, quanti soldi aveva speso il tale e il talaltro al mercato, quanto si risparmiava agendo in un certo modo anziché in un altro. Ci fu un momento in cui fui sul punto di mettermi a gridare: «Ma fratelli! E per questo che Cristo è venuto nel mondo? Ma ci sono solo i soldi nella vita?». (R. CANTALAMESSA).
Parola di Dio: Eb. 3,7-14; Sal. 94; Mc. 1,40-45
Vangelo Mc 1, 40-45
Dal vangelo secondo Marco. In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se vuoi, puoi guarirmi!". Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, guarisci!". Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: "Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro". Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore
“VENNE A GESU’ UN LEBBROSO”. (Mc. 1,40)
Perché non ti decidi ad andare da Gesù? Perché spesso stai lì a crogiolarti nella tua sofferenza e nella tua impotenza, quasi odiandoti poi per la tua debolezza? Perché da una parte vorresti raccontare il tuo male a tutti, quasi scaraventarlo addosso agli altri e d’altra parte taci perché sei convinto che nessuno ti capirebbe e che anche le eventuali parole di conforto ti darebbero fastidio? Perché bruciare così questa tua sofferenza, sprecarla quando è parte della tua vita? Deciditi ad andare da Gesù come quel lebbroso! Non sentirti sminuito se ti inginocchi davanti al Figlio di Dio, se le tue mani sono vuote, anzi, coperte di piaghe puzzolenti. Non aver paura di riversare tutta la tua sofferenza su di Lui. Lui è “l’uomo dei dolori che conosce ogni forma di patire”. Le ha sperimentate sulla sua pelle. Non vergognarti della puzza e dello schifo delle tue ferite. Lui è venuto per caricarsi il peccato del mondo e per inchiodarlo sulla croce. Deciditi ad andare da Gesù, non tanto perché Lui ti tolga da ogni sofferenza, ti faccia andare bene tutto, ma perché Lui ti liberi dal non senso del soffrire, dia uno scopo al tuo dolore e un significato perfino al tuo peccato. Non chiuderti in te stesso, non estraniarti dal prossimo, non stordirti di droghe per nascondere, va a cercare quella mano che non ha paura di contagio, quegli occhi che non esprimono ribrezzo, quella voce che vuol solo pronunciare parole di liberazione, di conforto, di gioia. Non perdere la tua malattia e non lasciare che il male ti perda. Deciditi: va da Gesù.
VENERDI’ 14 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Felice; Santa Macrina l’Anziana; San Saba.
Una scheggia di preghiera:
DONACI DI ESSERE AMICI VERI.
Hanno detto: Nel servizio della verità, è più importante cercarla dell'avere trovata. (André Siegfried)
Saggezza popolare: Il denaro fa l’uomo ricco, l'educazione lo fa signore.
Un aneddoto: Raccontava il Cardinal Tonini: “Quando ero parroco a Salsomaggiore, in un’inchiesta fatta fra gli ospiti della cittadina termale, chiedevo a un certo punto: “Qual è la prima cosa che dite dentro voi stessi quando entrate in chiesa a Salsomaggiore?”. Risposta: “La prima cosa che guardiamo è il modo con cui il prete dice Messa. Vogliamo vedere se il prete ci crede o non ci crede”.
Parola di Dio: Eb. 4,1-5; Sal. 77; Mc. 2,1-12
Vangelo Mc 2, 1-12
Dal vangelo secondo Marco.
Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: "Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?". Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: "Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino disse al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua". Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: "Non abbiamo mai visto nulla di simile!". Parola del Signore
“SI RECARONO DA GESÙ CON UN PARALITICO PORTATO DA QUATTRO PERSONE”. (Mc. 2,3)
Paralitico è uno che non può muoversi a suo piacimento. Come avrebbe fatto a raggiungere Gesù da solo? E’ un paralitico, un malato ma fortunato nella sua malattia se ha quattro amici che lo portano da Gesù, che per lui sono persino disposti a scoperchiare un tetto, a calarlo con corde purché giunga davanti a Colui che può guarirlo. E’ anche grazie alla loro fede che Gesù può operare il miracolo. Quanto è importante avere degli amici che ci portino a Gesù! Gli amici nella vita sono importanti, ma ancora più importanti gli amici veri, quelli che si interessano non solo alle nostre cose, ma alla nostra fede. E’ difficile avere tali amici? Certamente, ma bisogna anche cercarli. E poi ci sono amici che ci vogliono portare a Gesù che possiamo avere tutti: Maria Santissima, i santi, l’Angelo custode, i nostri defunti che vedono Dio. Anche se ci scopriamo “paralitici” lasciamo che essi ci portino a Colui che può guarirci.
SABATO 15 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.
Una scheggia di preghiera:
GESU’, CON TE TUTTO E’ BELLO.
Hanno detto:
Buttatevi in Dio, buttatevi in Dio, e sappiate che se vorrà qualche cosa da voi, vi farà buoni in tutto quello in cui vorrà adoperarvi. (San Filippo Neri)
Saggezza popolare: La capacità di comandare non dipende dall'essere benestante, l'eleganza e la grazia non dipendono dai vestiti.
Un aneddoto: Un viaggiatore giunse in montagna ad un punto, dove un gran masso, precipitato sul sentiero, lo ostruiva tutto. Non potendo né oltrepassarlo, né spostarlo, si sedette triste e desolato. Sopraggiunse un altro viaggiatore e, dopo inutili sforzi, imitò il primo: si sedette, aspettando. Così successe per molti altri viaggiatori. Ma finalmente uno di loro propose: — Fratelli miei, ciò che ognuno di noi non ha potuto fare da solo, chissà che non si riesca a farlo tutti insieme, con l’aiuto di Dio?! Infatti, uniti, spostarono facilmente il masso e poterono continuare, insieme il loro cammino.
Parola di Dio: Eb. 4,12-16; Sal. 18; Mc. 2,13-17
Vangelo Mc 2, 13-17
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: "Seguimi". Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: "Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?". Avendo udito questo, Gesù disse loro: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori". Parola del Signore
NEL PASSARE VIDE LEVI, IL FIGLIO DI ALFEO, SEDUTO AL BANCO DELLE IMPOSTE, E GLI DISSE: “SEGUIMI”. (Mc. 2,14)
Gesù non chiama Levi, il gabelliere, per metterlo al banco a incassare per conto del Padre. Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, diventano da pescatori di pesci, “pescatori di uomini’, Levi invece non vien trasformato in esattore di imposte dovute a Dio, anzi d’ora in poi dovrà imparare a dare, non a riscuotere o a rivendicare. La chiamata di Levi ha anche questo significato: Dio non è un esattore di tributi. Non si compra l’amore di Dio con il denaro o altre offerte. La misericordia esige un cuore trasformato, e basta. Ci si mette in regola con Dio, non offrendo sacrifici, o altre cose materiali, o fornendo prestazioni religiose di vario tipo ma ricevendo e continuando a ricevere. Non ci sono imposte divine da pagare. C’è unicamente da lasciarsi amare e diventare capaci di amare.
DOMENICA 16 GENNAIO: 2^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Accursio, Martire; San Giacomo di Tarantasia; San Marcello, Papa
Una scheggia di preghiera:
TU, O GESU’, SEI SOLIDALE IN TUTTO CON NOI.
Hanno detto: Chi trascura di educare il proprio figlio all'amicizia, lo perderà non appena avrà finito di essere bambino. (Charles Péguy)
Saggezza popolare: La colpa dell'ubriachezza non sta nel vino, ma in chi lo beve
Un aneddoto: Diceva una volta Pio XI a uno dei suoi segretari: “Avrei da affidare a un Monsignore questo lavoro: a chi potrei darlo?”. Rispose il Segretario: “Ci sarebbe questo, che ha poco da fare; ci sarebbe quest’altro, ma ha molto fare...”. E il Papa: “Dallo a quello che ha molto da fare: sono sicuro che lo farà”.
Parola di Dio: Is. 49,3.5-6; Sal. 39; 1Cor. 1,1-3; Gv. 1,29-34
Vangelo
Gv 1, 29-34
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”. Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”. Parola del Signore
“ECCO COLUI CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”. (Gv. 1,29)
Un mio amico, Bruno, già alcuni anni fa aveva provato a raccogliere i vari pensieri di esegeti e commentatori su che cosa sia il “peccato del mondo” da cui Gesù, Agnello e Servo di Dio, ci viene a liberare. Alcuni significati sono improntati ad una certa visione teologica, altri toccano da vicino le fibre più interne del nostro stesso esistere, coinvolgendo scelte ed azioni molto concrete dell’uomo reale. Provo allora a raccogliere come sono capace alcuni tentativi di definizione del “peccato del mondo”:
autosufficienza dell’uomo che vuole decidere da solo che cosa è bene e che cosa è male per lui e per gli altri;
ribellione a Dio per creare un modo di vivere nel quale Egli non interferisca con le decisioni umane;
chiusura su se stessi e sulle proprie necessità che taglia fuori gli altri e l’azione divina;
sostenere e incarnare modelli di esistenza che di fatto pongono al primo posto tutto ciò che si contrappone alla proposta di comunione tra creatura e Creatore;
volontà di opporre al progetto del Signore sulla storia e sulla vita un proprio progetto egoistico;
esclusione consapevole della possibilità di essere salvati da Dio per cercare altrove sicurezza e salvezza;
deliberata opposizione alla conoscenza, alla presenza e all’azione di Dio;
scelta deliberata (e a volte anche “strutturata” con leggi e ideologie) di smentire la “vocazione universale alla santità” di tutte le genti e di tutte le persone;
qualcuno vi legge, poi, la “semplice” somma dei peccati, dei “no” espressi da tutti gli uomini (dunque una quantità incredibile di negatività planetaria e di rifiuto della bontà del Signore...);
qualcun’altro vi coglie la tendenza innata/generalizzata a “fare diversamente” da quello che suggerisce lo Spirito (e in quest’ultimo caso il “peccato del mondo” avrebbe molta affinità col cosiddetto “peccato originale”);
una definizione interessante sostiene che se peccare significa “mancare il bersaglio”, “fallire l’obiettivo”, allora quando il mondo nella sua globalità e complessità fallisce l’obiettivo di costruirsi secondo i disegni divini, esso ha commesso un “peccato” che si estende da responsabilità singole ad una più universale.
Naturalmente questo esercizio di raccolta di parole non ci esonera dal riflettere con franchezza sulla “nostra individuale responsabilità”...
LUNEDI’ 17 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Antonio, Abate; San Sulpizio, Vescovo; Santa Roselina di Villeneuve
Una scheggia di preghiera:
MIA GIOVINEZZA E MIA GIOIA SEI TU, GESU’.
Hanno detto: Gli amici non vivono semplicemente in armonia, come alcuni dicono, ma in melodia. (David Henry Thoreau)
Saggezza popolare: Avere buoni vicini di casa è come avere una casa più grande
Un aneddoto: A Lourdes ho conosciuto un cieco, di nome Pietro: lo scoppio di una mina gli ha portato via una mano e l’ha privato della vista per sempre. Eppure la serenità di quest’uomo non si ritrova in tante altre persone che sono sane e vedenti. Egli è arrivato a dirmi: “Preghi per i miei figli perché credono poco: sono ciechi. Sì, io non vedo come voi, ma vedo quello che più conta”. L’atteggiamento di quest’uomo ci illumina sulla cecità più grave che esista: la cecità di coloro che non vedono il Signore e non sanno leggere il libro della vita. (A. Comastri)
Parola di Dio: Eb. 5,1-10; Sal 109; Mc. 2,18-22
Vangelo Mc 2, 18-22
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?". Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi". Parola del Signore
“POSSONO FORSE DIGIUNARE GLI INVITATI A NOZZE QUANDO LO SPOSO E’ CON LORO? FINCHE' HANNO LO SPOSO CON LORO NON POSSONO DIGIUNARE. (Mc. 2,19)
Vi ripropongo una mia esperienza. Quando ero ragazzino ero attratto dal “servir messa”. Non che capissi tutto della Messa e neanche che capissi il significato di tutte parole in latino che sacerdote e chierichetto si scambiavano, c’erano, però, tra le prime battute che venivano dette nella messa le parole di un salmo che un buon sacerdote ebbe la bontà di spiegarmi e di tradurmi: “Introibo ad altare dei”. “Ad Deum qui laetificat iuventutem meam”. Quel sacerdote mi disse: “Lascia perdere, iuventutem: non è la Juve, la squadra per cui tieni, ma queste parole significano : “Salirò all’altare di Dio, al Dio che dà gioia alla mia giovinezza”. Da allora tutte le volte che servivo messa, e nella mia parrocchia succedeva anche di servirne tre o quattro per mattina, mentre dicevo quelle parole guardavo il prete. C’era qualcuno che diceva queste parole come un treno che passa e stentavo a vedere sia giovinezza che gioia, c’era qualcuno che era più attento ai nominativi e agli accusativi del latino che non al senso di quello che si diceva e c’erano preti e fedeli che invece li vedevi contenti. C’era poi un prete, vecchio di non so quanti anni, che per tutta la sua vita aveva fatto il cappellano del cimitero e che quindi aveva visto sempre gente piangere che quando diceva queste parole sembrava illuminarsi, fare una iniezione tonificante alle sue stanche ossa e se anche subito dopo saliva i tre scalini dell’altare facendo fatica e scricchiolando visibilmente con la paura da parte nostra di vedercelo crollare addosso prima che raggiungesse l’altare, mi sembrava il più giovane di tutti con un sorriso appena velato, ad ogni scalino, dalle fitte dell’artrosi.
MARTEDI’ 18 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sante Faustina e Liberata, Monache; Santa Margherita d’Ungheria.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.
Hanno detto: E’ così dolce essere amati, che ci contentiamo anche dell'apparenza. (Adolphe d'Houdetot)
Saggezza popolare: I genitori non possono garantire la virtù dei figli.
Un aneddoto: Quando ero a Roma, mi recavo al santuario del Divino Amore; mentre pregavo, guardavo la gente che passava davanti alla Madonna e mi dicevo: Come sono tante le lacrime, le sofferenze, che vengono deposte ai piedi di Maria e che lei, maternamente, asciuga. E così, pensando agli altri, mi accorgevo che in fondo i miei piccoli problemi, le mie piccole difficoltà, erano ben poca cosa. Uscendo dal santuario mi sentivo allora spinto a consolare le sofferenze della gente, delle famiglie, delle madri, dei padri, delle spose, degli sposi, le sofferenze dei giovani senza lavoro, degli anziani soli e abbandonati. Sapevo che Maria asciugava tutte le loro lacrime e desideravo partecipare, in qualche modo, alla sua funzione. (C. M. Martini)
Parola di Dio: Eb. 6,10-20; Sal. 110; Mc. 2,23-28
Vangelo Mc 2, 23-28
Dal vangelo secondo Marco
Avvenne che, in giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: "Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?". Ma egli rispose loro: "Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?". E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato". Parola del Signore
“IL SABATO È STATO FATTO PER L’UOMO E NON L’UOMO PER IL SABATO”. (Mc. 2,27)
Provando a tradurre in esempi al giorno d’oggi, quando l’uomo è fatto per il sabato? Quando le burocrazie uccidono l’uomo. Quando entrando in un ospedale non sei più il Signor Tal o Talaltro ma il “letto numero 12”. Quando il lavoro diventa solo più guadagno, non importa a quale prezzo umano. Quando l’amore diventa solo più la soddisfazione che me ne viene. Quando uno che ha peccato diventa solo più un peccatore. Gesù ci ricorda che prima c’è l’uomo. La legge umana o religiosa è importante, ma a servizio dell’uomo. il lavoro, il guadagno sono importanti ma solo se rispettano l’uomo e il suo vero progresso. E’ importante vincere il peccato, ma salvando il peccatore.
MERCOLEDI’ 19 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Mario, Martire; San Gavino; Santa Abbondanza.
Una scheggia di preghiera:
PER TE, SIGNORE, CIASCUNO DI NOI E’ UNICO.
Hanno detto: Gli errori diventano sempre grandi dove l'amore è piccolo. (Charles Spurgeon)
Saggezza popolare: Il macellaio maldestro se la prende con il coltello poco affilato.
Un aneddoto: Lungo la via domandavano l’elemosina un cieco e uno zoppo. Il cieco gridava: Fate la carità a questo povero cieco, che non ha occhi per vedere! Lo zoppo gridava: Fate la carità a questo povero storpio, che non ha gambe per camminare! Ma un giorno s’accordarono. Il cieco disse allo zoppo: Ho le gambe buone! Lo zoppo rispose: Io ho gli occhi buoni. Fecero così: lo zoppo si mise sulle spalle del cieco, che da quel momento poté percorrere tutte le vie della città con sicurezza. Il cieco portava, lo zoppo guidava!
Parola di Dio: Eb. 7,1-3.15-17; Sal. 109; Mc. 3,1-6
Vangelo Mc 3, 1-6
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: "Mettiti nel mezzo!". Poi domandò loro: "E' lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?". Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: "Stendi la mano!". La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore
“E GESU’ DISSE ALL’UOMO CHE AVEVA LA MANO INARIDITA: METTITI NEL MEZZO”. (Mc. 3,3)
Gesù, prima di compiere il miracolo della guarigione dell’uomo dalla mano inaridita lo fa mettere “in mezzo”, nella sinagoga. Si stava discutendo se fosse lecito compiere un miracolo, una guarigione in giorno di sabato e, come sempre succede, c’erano i fautori di entrambe le parti che, Bibbia alla mano, parlavano, discutevano, e intanto il malato continuava ad essere malato. “Mettiti in mezzo!” Le parole non salvano. Le discussioni sulla Bibbia sono sterili se ci si dimentica dell’uomo a cui sono indirizzate. Non importa chi ha ragione, importa che un uomo possa essere salvato. Soltanto con l’uomo al centro è possibile ragionare. Quanto fanno rabbia certi documenti e certi simposi sulla carità, sui poveri, sugli extracomunitari in cui le persone che si confrontano non si scontrate con la realtà concreta dei poveri. E quanto siamo ancora lontani dalla fede vera quando le realtà della fede sono norme da osservare e non amore da ricevere e da dare.
GIOVEDI’ 20 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Fabiano, Papa; San Sebastiano, Martire; Sant’Eutimio, Monaco
Una scheggia di preghiera:
SEI TU, SIGNORE, MIA FORZA E MIA SALVEZZA.
Hanno detto: In materia d'amore tutti sappiamo scrivere, ma nessuno sa leggere. (Dino Segre)
Saggezza popolare: La regola del cielo è la perfezione. La regola dell'uomo è la ricerca della perfezione. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Il diavolo apparve un giorno a un santo intento a pregare nel deserto. Era molto arrabbiato, aveva perfino una frusta per picchiare il santo. Gli disse: Tutto quello che fai tu lo posso fare anch’io. Tu digiuni e io non mangio mai; tu sei spirituale, io ancora di più; tu fai miracoli, anch’io. Allora il santo chiese al diavolo: Perché dunque tu non sei felice come me? Perché tu puoi fare una cosa - rispose il tentatore - che io non posso fare! Qual è? Umiliarmi, mettermi senza superbia all’ultimo posto! - rispose sommamente adirato. Quindi disparve.
Parola di Dio: Eb. 7,25-8,6; Sal. 39; Mc. 3,7-12
Vangelo Mc 3, 7-12
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero. Parola del Signore
“UNA GRAN FOLLA SENTENDO CIO' CHE FACEVA, SI RECO’ DA LUI”. (Mc. 3,8)
Basta sentir parlare di un mago, di un santone, basta che un giornale si interessi ad uno che ha “poteri particolari” ed ecco una folla di bisognosi, di creduloni, di curiosi si muove. Anche da Gesù la massa va soprattutto per vedere lo straordinario. Le folle si muovono per mille motivi e qualche volta diventa anche facile strumentalizzarle, manovrarle. Gesù potrebbe manovrare le folle, ma non gli interessa: a Gesù non interessa la massa senza testa. Non ha secondi fini. A lui interessano uomini disposti alla conversione. Gesù o con una verità o con un rimprovero o con un invito ad una esperienza cerca te: Che cosa rispondi oggi al Signore?
VENERDI’ 21 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agnese, Martire; San Fruttuoso, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, FA CRESCERE CUORI GENEROSI PER IL TUO SERVIZIO.
Hanno detto: L'amore è l'unica forza in grado di trasformare un nemico in un amico. (Martin Luther King)
Saggezza popolare: Nella bocca della serpe e nel pungiglione della vespa non troverai veleno altrettanto micidiale di quello che può celarsi nel cuore dell'uomo. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Ad un fratello che si lamentava continuamente della propria vita l’abate Bessarione disse: “Forse è la vita a non essere contenta di te. Essa infatti e contenta di vivere con chi vuole viverla gioiosamente.”Disse un giorno l’abate Ilarione: “Essere tristi è quasi sempre pensare a se stessi.”
Parola di Dio: Eb 8,6-13; Sal. 84; Mc. 3,13-19
Vangelo Mc 3, 13-19
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù Salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì. Parola del Signore
“CHIAMO’ A SE QUELLI CHE EGLI VOLEVA PERCHE’ STESSERO CON LUI E AVESSERO IL POTERE DI SCACCIARE I DEMONI”. (Mc. 3,13.15)
Ieri parlavamo di folla e dicevamo che pur sentendocene parte non vogliamo ne possiamo dimenticare la nostra individualità e missione. E puntualmente il Vangelo di oggi ce ne dà una conferma. Gesù ama ogni uomo però “sceglie quelli che voleva” per costituirli apostoli, cioè siamo amati personalmente e ciascuno di noi ha un compito particolare. I criteri di scelta di Gesù non sono quelli del nostro mondo, i dodici non sono i più intelligenti, i più fidati, i più buoni, i più generosi, tra essi ci sono zeloti (gente che aveva a che fare con estremismi e attentati), ci sono Giovanni e Giacomo (che chiederanno posti di potere), c’è Tommaso che dubita se non tocca, c’è Pietro che promette e poi rinnega, c’è chi si addormenta nell’orto degli ulivi, ci sono persone paurose, c’è perfino un traditore, ma sono anche undici che diventeranno testimoni capaci del dono della vita per Gesù. Se Gesù chiama è perché si fida anche delle nostre povertà. Il compito nostro è quello di stare con Lui, di guardare Lui, di imparare da Lui, di diventare poco per volta come Lui. Vedete, la nostra fede si fonda su Gesù e su quei dodici che lungo i secoli, nonostante le povertà della Chiesa ci hanno testimoniato che il suo amore può realizzare cose grandi. Anche noi, Chiesa di oggi, non migliori degli altri o più furbi, o più fidati, ma chiamati dalla bontà di Gesù continuiamo ad avere i due compiti che Gesù ha dato agli apostoli: stare con Lui e annunciare con le parole con le opere che il male, qualunque male, può essere vinto perché Gesù lo ha già vinto.
SABATO 22 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Vincenzo, Martire; San Domenico di Sora; San Gaudenzio di Novara
Una scheggia di preghiera:
SEI TU, SIGNORE, L’UNICA SALVEZZA.
Hanno detto: L'amore è la capacità di avvertire il simile nel dissimile. (Theodor Adorno)
Saggezza popolare: Un uomo trascina il risciò; un altro viene trasportato… eppure la loro natura è la stessa. (prov. Cinese)
Un aneddoto: C’era una volta un uomo di nome George Thomas, era pastore protestante e viveva in un piccolo paese. Una mattina della domenica di Pasqua stava recandosi in Chiesa, portando con sé una gabbia arrugginita. La sistemò vicino al pulpito. La gente era alquanto scioccata. Come risposta alla motivazione, il pastore cominciò a parlare. “Ieri stavo passeggiando quando vidi un ragazzo con questa gabbia. Nella gabbia c'erano tre uccellini, tremavano dal freddo e per lo spavento. Fermai il ragazzo gli chiesi: "Cos'hai lì, figliolo?". "Tre vecchi uccellini" fu la risposta. "Cosa farai di loro?" chiesi. "Li porto a casa e mi divertirò con loro", rispose il ragazzo, "Li stuzzicherò, strapperò le piume così litigheranno. Mi divertirò tantissimo"."Ma presto o tardi ti stancherai di loro. Allora cosa farai?". "Oh, ho dei gatti," disse il ragazzo. "A loro piacciono gli uccelli, li darò a loro". il pastore rimase in silenzio per un momento. "Quanto vuoi per questi uccelli, figliolo?"."Cosa??!!! Perché, mica li vorrai signore, sono uccelli di campo, niente di speciale. Non cantano. Non sono nemmeno belli!" "Quanto?" chiese di nuovo il pastore. Pensando fosse pazzo il ragazzo disse, "$10?" Il pastore prese $10 dalla sua tasca e li mise in mano al ragazzo. Come un fulmine il ragazzo sparì. Il pastore prese la gabbia e con delicatezza andò in un campo dove c'erano alberi e erba. Aprì la gabbia e con gentilezza lasciò liberi gli uccellini. Così si spiega il motivo per la gabbia vuota accanto al pulpito. Poi iniziò a raccontare questa storia. Un giorno Satana e Gesù stavano conversando. Satana era appena ritornato dal Giardino dell'Eden, era borioso e si gonfiava di superbia."Sì, Signore, ho appena catturato l'intera umanità. Ho usato una trappola che sapevo non avrebbe trovato resistenza, ho usato un'esca che sapevo ottima. Li ho presi tutti!" "Cosa farai con loro?" chiese Gesù. Satana rispose: "Oh, mi divertirò con loro! Gli insegnerò come sposarsi e divorziare, come odiare e farsi male a vicenda, come bere e fumare e bestemmiare. Gli insegnerò a fabbricare armi da guerra, fucili e bombe e ammazzarsi fra di loro. Mi divertirò un mondo!" "E poi, quanto hai finito di giocare con loro, cosa ne farai?", chiese Gesù. "Oh, li ucciderò" esclamò Satana con superbia. "Quanto vuoi per loro?" chiese Gesù. "Ma va, non la vuoi. questa gente. Non sono per niente buoni, sono cattivi. Li prenderai e ti odieranno. Ti sputeranno addosso, ti bestemmieranno e ti uccideranno. No, non puoi volerli!!' "Quanto?" chiese di nuovo Gesù. Satana guardò Gesù e sogghignando disse: "Tutto il tuo sangue, tutte le tue lacrime e la tua vita. "Gesù disse: "Affare fatto!". E poi Gesù pagò il prezzo. Il pastore prese la gabbia e lasciò il pulpito.
Parola di Dio: Eb. 9,2-3.11-14; Sal. 46; Mc. 3,20-21
Vangelo Mc 3, 20-21
Dal vangelo secondo Marco. In quel tempo, Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: "E' fuori di sé". Parola del Signore
"I SUOI USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO PERCHE’ DICEVANO: E' FUORI DI SE’ ". (Mc. 3,21)
Gesù aveva detto: "Se vorrete essere fedeli alla mia parola incontrerete difficoltà perfino nella vostra famiglia, tra i vostri parenti". Gesù sperimenta questo nella sua vita, I suoi familiari, gli danno del pazzo, vogliono riportarlo a più miti consigli, "per il suo bene", vogliono distoglierlo dalla sua missione troppo pericolosa. Quante volte è successa la stessa cosa nella vita dei santi! Quante vocazioni ostacolate perché "C’è qualcosa di meglio per te nella vita!". Quanto bene interrotto perché "non bisogna esagerare". Quante persone fatte passare per "matte" solo perché l'amore di Dio le spingeva a compiere cose che altri non avrebbero mai fatto. Essere cristiani veri per il mondo significa essere fuori del normale: ma non è fuori del normale che un Dio che poteva starsene tranquillo in Paradiso, per amore sale sulla croce?
DOMENICA 23 GENNAIO: 3^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Emerenziana, martire; San Giovanni l’Elemosiniere.
Una scheggia di preghiera:
SEGUIRTI, GESU’, E’ SCEGLIERE IL MEGLIO.
Hanno detto: Non c'è altra morte tranne che l'assenza d'amore. (René Barjavel)
Saggezza popolare: La medesima acqua può sostenere o affondare una nave. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Si racconta di un bambino che camminava per la strada a fianco della sua mamma. Incrociano un funerale. La mamma dice: “È un vecchietto della casa di riposo”. E il bambino: “Mamma, e chi lo ha ucciso?” Il bambino non aveva l’esperienza della morte come un fatto naturale, come un momento della vita: egli conosceva la morte soltanto dalle scene della televisione dove la gente muore ammazzata.
Parola di Dio: Is. 8,23-9,3; Sal. 26; 1Cor. 1,10-13.17; Mt. 4,12-23
Vangelo Mt 4, 12-23
Dal vangelo secondo Matteo
Gesù, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazareth, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. E disse loro: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. Parola del Signore
“E DISSE LORO: SEGUITEMI!” (Mt. 4,19)
Può stupire, leggendo la seconda parte del Vangelo di oggi, il vedere come Gesù si rivolga ai pescatori del lago chiamandoli a diventare suoi discepoli e come essi, subito, "lasciate le reti lo seguirono". Certo, sappiamo che anche per loro la strada della conversione, della comprensione di Gesù sarà ancora lunga, sappiamo che ci saranno ancora giornate buie anche per loro, sappiamo che la conversione dura tutta la vita, ma a Gesù che oggi ci dice "Venite, Seguitemi!", che cosa rispondiamo? Non è questione di diventare tutti preti o suore, è questione di prendere sul serio Gesù e la sua buona notizia e riscoprire che ciascuno di noi, in qualsiasi stato di vita si trovi è un chiamato a condividere i doni di Cristo, ma anche a diventarne annunciatore gioioso. Noi ci affanniamo tanto per conquistarci un po’ di felicità su questa terra. Ma la verità è semplice, alla portata di tutti. Noi possiamo essere felici, illuminati da Cristo, luminosi a nostra volta facendo felici gli altri nel limite delle nostre possibilità. E allora, davvero, il Regno di Gesù è qui sulla terra . Vedete, noi spesso leggendo la vocazione dei primi apostoli diciamo: "Che coraggio hanno avuto, che sacrificio hanno compiuto lasciando le loro cose, il loro lavoro, le persone cui erano affezionati…" Può essere vero, ma non ci chiediamo mai "Ma che cosa e chi hanno trovato lasciando le loro piccole cose"? Anche per noi è così: se il convertirci ci chiede di lasciare qualcosa, e molto più quello che troveremo di quello che avremo lasciato.
LUNEDI’ 24 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Francesco di Sales; San Feliciano da Foligno.
Una scheggia di preghiera:
DA OGNI MALE, LIBERACI, O SIGNORE.
Hanno detto: E' ottimo rimedio, nel tempo delle tribolazioni e aridità di spirito, l'immaginarsi di essere come un mendico, alla presenza di Dio e dei Santi, e come tale andare ora da questo Santo, ora da quell'altro a domandar loro elemosina spirituale, con quell'affetto e verità onde sogliono domandarla i poveri. (San Filippo Neri)
Saggezza popolare: Basta poco per rimproverare un uomo, ma occorre molto tempo per dimenticare un rimprovero. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: A mons. Parente, che presentava a Papa Giovanni — tutti i suoi volumi e le sue opere: — Mi dica Monsignore — domanda il Papa — sono opere importanti senza dubbio, ma lei è d’accordo con me che il Pater Noster vale più che tutti i libri di questo mondo?
Parola di Dio: Eb. 9,15.24-28; Sal 97; Mc. 3,22-30
Vangelo Mc 3, 22-30
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: "Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni". Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: "Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna". Poiché dicevano: "E' posseduto da uno spirito immondo". Parola del Signore
“COSTUI SCACCIA I DEMONI PER MEZZO DEL PRINCIPE DEI DEMONI”. (Mc. 3,22)
Come è facile che la verità sia travisata: hai fatto un gesto di carità disinteressata e vieni accusato di essere un approfittatore. Gesù guarisce per dimostrare la bontà e l’amore di Dio, per annunciare la liberazione dei peccati ed ecco che viene accusato di magia nera. Chiediamoci: l’insorgere in diverse epoche di marcate forme di demonizzazione non è forse indice di voler mantenere a tutti i costi il nostro modo di pensare, il nostro comodo? Il diavolo c’è e opera ma non c’è bisogno di vederlo ovunque o di travisare il bene attribuendolo alla nostra cattiva coscienza che non vuol capire o accettare che il bene possa operare anche al di là dei nostri piccoli schemi.
MARTEDI’ 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI SAN PAOLO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Elvira, Vergine e Martire; San Poppone, Monaco
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE ASCOLTA, PADRE PERDONA, FA’ CHE VEDIAMO IL TUO AMORE.
Hanno detto: Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti. (Bertrand Russell)
Saggezza popolare: Guardare i fiori è facile; farli crescere è molto più difficile. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Un uomo cercava una buona chiesa da frequentare ed entrò per caso in una chiesa in cui i fedeli e il prete stavano leggendo il loro libro di preghiere e dicevano: “Non abbiamo fatto queste cose che avremmo dovuto fare, e abbiamo fatto queste altre cose che non avremmo dovuto fare”. L’uomo si lasciò cadere in un banco e sospirò sollevato dicendosi: “Grazie a Dio ho finalmente trovato la mia gente”. Tutti abbiamo bisogno del perdono di Dio e degli altri.
Parola di Dio: At. 22.3-16 opp. At. 9,1-22; Sal 116; Mc. 16,15-18
1^ Lettura At 9, 1-22
In quei giorni, Saulo, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all'improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". Rispose: "Chi sei, o Signore?". E la voce: "Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare". Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda. Ora c'era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: "Anania!". Rispose: "Eccomi, Signore!". E il Signore a lui: "Su, và sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista". Rispose Anania: "Signore, riguardo a quest'uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l'autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome". Ma il Signore disse: "Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome". Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: "Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo". E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono. Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: "Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?". Saulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. Parola di Dio
“PAOLO, CADENDO A TERRA UDI’ UNA VOCE CHE GLI DICEVA: SAULO, SAULO, PERCHE’ MI PERSEGUITI?”. (At. 9,5)
Non sempre, anzi raramente, il Signore ci chiama alla conversione in un modo così improvviso e deciso, ma gli elementi fondamentali della conversione sono descritti proprio in questa riga. Prima di tutto bisogna scendere, o lasciarsi sbattere giù da cavallo, cioè bisogna lasciare i nostri egoismi, bisogna riconoscersi a terra, poveri, bisognosi di tutto. E poi bisogna accorgerci di Cristo. Lui ha sempre camminato con te, solo che tu non lo hai conosciuto. Lui è sempre stato presente nei tuoi fratelli, solo che tu, non amandoli non hai potuto riconoscerlo. Solo a terra puoi diventare grande, solo amando il Prossimo puoi incontrare Colui che cambia la tua vita.
MERCOLEDI’ 26 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Santi Tito e Timoteo; Santa Paola Romana.
Una scheggia di preghiera:
SPIRITO DI DIO, DONACI COSTANZA E FERMEZZA.
Hanno detto: Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male. (Hermann Hesse)
Saggezza popolare: Per quanto un albero possa diventare alto, le sue foglie, cadendo, ritorneranno sempre alle radici. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: In un Villaggio dell'Africa, alcuni anni fa, una vecchietta riceveva il battesimo: era la notte di Pasqua. Al termine della Veglia Pasquale, la donna si avvicinò al missionario e disse: "Non sono mai stata tanto felice in vita mia! Ho passato la vita intera a bruciare incenso ad uno spirito in mezzo alla foresta, avevo il terrore che si vendicasse sulla mia famiglia, sulla mia tribù. Ma ora ho capito che Dio è il mio creatore, nessuno è più grande di Lui e Lui è un padre che mi ama e pensa a me. Non ho più paura, sono felice!".
Parola di Dio nella festa dei santi Tito e Timoteo: 2Tm 1,1-8; Sal. 88; Lc. 22,24-30
1^ Lettura 2 Tm 1, 1-8
dalla seconda lettera di san Paolo a Timoteo
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la promessa della vita in Cristo Gesù, al diletto figlio Timòteo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro. Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno; mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te. Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. Parola di Dio
“TI RICORDO DI RAVVIVARE IL DONO DI DIO CHE E’ IN TE”. (2 Tim. 1,6)
E’ bellissimo vedere come San Paolo esprime nella prima lettura di oggi i suoi sentimenti nei confronti del suo amico e collaboratore Timoteo: l’amicizia tra i santi è ancora più grande perché l’amore per Dio e per l’apostolato aggiunge un tono maggiore a quelli che sono i giusti e profondi sentimenti umani. E allora la preoccupazione più profonda di Paolo nei confronti dell’amico è quella di ricordargli di “ravvivare il dono della fede”. Gli amici li si ama non solo condividendo cose, esperienze, pensieri, ma anche e soprattutto volendo per loro il vero bene. Questo invito è allora anche per noi. La fede non è una cosa che si acquista una volta per tutte. E’ un dono quotidiano che va rinnovato, spolverato, aumentato, che soprattutto va continuamente chiesto nella preghiera; il suo peggior nemico è l’abitudine: la fede tenuta nel cassetto, non esercitata quotidianamente nella carità, si perde. Chiediamoci: oggi ho più fede di ieri?
GIOVEDI’ 27 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:Santa Angela Merici; Santa Devota; San Lupo, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
GESU’, VORREI CHE TUTTI ACCOGLIESSERO LA TUA LUCE E IL TUO AMORE.
Hanno detto: Amiamo.. non nelle grandi ma nelle piccole cose fatte con grande amore. C'è tanto amore in tutti noi. Non dobbiamo temere di manifestarlo. (Madre Teresa di Calcutta)
Saggezza popolare: Un solo granello di feci di topo può rovinare un'intera padella di riso. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Harnach, passando un giorno ai piedi del Monte Cassino, incontrò l’abate. Gli chiese: “Che cosa si fa, padre, lassù?”. L’abate rispose: “Lassù, signore, come da sempre, si prega e si lavora”. Harnach si fece pensoso e poi disse: “Anche da noi, padre, nei nostri paesi si lavora, si lavora molto, si lavora troppo, ma non si prega. Per questo forse siamo tanto infelici”.
Parola di Dio: Eb. 10,19-25; Sal. 23; Mc. 4,21-25
Vangelo Mc 4, 21-25
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: "Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!". Diceva loro: "Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha". Parola del Signore
“SI PORTA FORSE LA LAMPADA PER METTERLA SOTTO IL MOGGIO O SOTTO IL LETTO? O NON PIUTTOSTO PER METTERLA SUL LUCERNIERE.” (Mc. 4,21)
Se Gesù fosse vissuto nella nostra era delle luci elettriche avrebbe cambiato questo paragone? Io penso di no. Non credo che Gesù avrebbe preferito la luce fredda e sfacciata delle lampadine e dei neon ma ancora una volta ci avrebbe chiesto di essere luce tremolante e piccola delle candele e delle lucerne, luce che illumina in penombra, luce che dà calore, candela che si consuma illuminando. Infatti è Gesù la luce che illumina il mondo, noi siamo piccole fiammelle che hanno il loro compito, cera che deve solo, consumandosi con amore, dare una piccola indicazione di Lui. Il cristiano è uno che si lascia illuminare e che riflette la luce. Non è il sole, è piuttosto come la luna che riflette la luce del sole. Ma anche la luna o la piccola fiammella possono indicare la strada o aiutare a ritrovare qualcosa perduto nel buio. L’importante è non nascondere la luce, non lasciare che le nuvole coprano il nostro chiarore, non mascherarsi dietro le nostre paure. Di Cristo, forse, abbiamo capito poco; certamente ci è molto difficile vivere come Lui, ma se sappiamo stare al nostro posto, là dove Lui ci vuole, e non abbiamo paura di consumarci, un po’ della sua luce brillerà anche per qualcun altro.
VENERDI’ 28 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa; San Pietro Nolasco.
Una scheggia di preghiera:
BENEDICI, SIGNORE, L’OPERA DELLA TUA CHIESA.
Hanno detto: Se giudichi le persone, non hai il tempo di amarle. (Madre Teresa di Calcutta)
Saggezza popolare: Chi è stato morso dal serpente anche solo una volta avrà sempre paura di camminare nell'erba alta. (Prov. cinese)
Un aneddoto: Raccontava Madre Teresa di Calcutta: Un giorno visitai una casa di riposo: una delle migliori di Inghilterra. Non ricordo di aver mai visto cose tanto belle e lussuose in una casa per vecchi. Tuttavia non c’era un solo sorriso sui volti dei ricoverati, Tutti quei vecchi tenevano lo sguardo verso la porta. Chiesi a una suora: “Perché sono così?”. La suora mi rispose: “E’ così tutti i giorni. Sono sempre in attesa che qualcuno venga a trovarli. La solitudine li consuma e non cessano di guardare verso la porta. Ma non viene mai nessuno”. L’abbandono è una grande povertà.
Parola di Dio: Eb. 10,32-39; Sal. 36; Mc. 4,26-34
Vangelo Mc 4, 26-34
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura". Diceva: "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra". Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Parola del Signore
“IL REGNO DI DIO E’ COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME NELLA TERRA; DORMA O VEGLI DI NOTTE O DI GIORNO, IL SEME GERMOGLIA E CRESCE”. (Mc. 4,26-27)
Questa parabola Gesù la applica prima di tutto a se stesso: tutti si aspettavano un Messia battagliero, alla grande. Gesù invece nasce umile e povero, non si lascia tentare dal potere e dal facile apparire. La sua vita è destinata al fallimento. Ma Gesù continua a parlare con la sua vita e con i suoi insegnamenti: semina la buona parola! non guarda ai risultati, si fida della Parola di Dio. Lui stesso sarà il seme che muore. Tutto sembrerà finito. I discepoli di Emmaus diranno: "Noi speravamo.., ma ormai…”. Eppure Dio benedirà e farà fruttare il seme: Gesù. Noi siamo gli uomini della fretta: programmiamo anche pastoralmente; vogliamo vedere il Regno crescere. Ma ci rendiamo conto che non è andando a tirare l'erba che la si fa crescere?
Il compito nostro non è quello di vedere un Regno di Dio trionfante, ma invece è quello di seminare e seminare abbondantemente e di fidarsi che Dio la sua parte la fa.
SABATO 29 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Costanzo, Vescovo; San Valerio, Vescovo.
Una scheggia di preghiera:
RESTA CON NOI, SIGNORE, PERCHE’ SI FA SERA.
Hanno detto: Non tante devozioni, ma tanta devozione. (San Filippo Neri)
Saggezza popolare: La lode giova al savio e nuoce molto al pazzo.
Un aneddoto: Conosco una suora di clausura, cara amica da tanto tempo. Adesso ha quasi quarant’anni, è stata insegnante di lettere in una scuola media di Milano, da otto anni è in monastero. Le ho detto: «Chissà quanto le è costato, sorella, abbandonare tutto, famiglia, studi, possibilità di sposarsi, per segregarsi qui, sola col Signore». Mi ha dato una bellissima risposta: «Padre, all’inizio mi è costato molto, perché conoscevo bene quel che perdevo, ma ignoravo quello a cui andavo incontro. Il mio è stato un atto di fede, cioè di fiducia totale nel Signore. Ho pensato: se lui è il mio tesoro, debbo dargli tutta me stessa. Oggi lo ringrazio Continuamente per la scelta fatta, perché ho trovato tanta felicità. - (P. Gheddo)
Parola di Dio: Eb. 11,1-2.8-19; Cantico da Lc. 1,68-75; Mc. 4,35-41
Vangelo Mc 4, 35-41
Dal vangelo secondo Marco.
In quel giorno, verso sera, Gesù disse ai suoi discepoli: "Passiamo all'altra riva". E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?". Parola del Signore
“CHI E’ DUNQUE COSTUI AL QUALE ANCHE IL VENTO E IL MARE OBBEDISCONO?” (Mc. 4, 41)
Il miracolo della tempesta sedata manifesta Gesù capace di comandare anche alle leggi della natura; ora questo può farlo solo Dio, quindi Gesù è il Figlio di Dio. Ma, aldilà di questo che noi crediamo, è anche un miracolo ‘segno’. Provo a leggerlo con voi in questo modo. La nostra vita è un viaggio. Noi conosciamo la data della nostra partenza e non sappiamo quale sarà quella del nostro arrivo, ma in ogni caso c'è sempre da "passare all'altra riva", infatti se questa vita non avesse “un’altra riva” sarebbe una vita senza senso. L’uomo che si accontenta delle sue ore, che pensa al “tutto qui” è proprio un pover’uomo. Per arrivare all’altra riva c’è una barca con la quale tentare l’avventura del mare (il mistero). Qualcuno è esperto marinaio, ma anche il più esperto sfida le onde sapendo che esse possono essere più forti di lui. Qualcuno non sa governare una barca e allora si affida ad altri che lo conducono. In questo viaggio ti vien fatta una proposta: vuoi prendere come passeggero Gesù? Qualcuno ha detto no: “E’ uno in più, appesantisce la barca..”. “Venne tra i suoi ma i suoi non lo accolsero”. Qualcuno lo ha accolto sulla barca come un talismano: “Teniamolo lì, non si sa mai, potrebbe diventare utile… Purché non dia fastidio, dorma pure”. Qualcuno, invece gli ha offerto generosamente la barca e lo ha accolto con gioia. E il viaggio per mare comincia. Ci sono giorni meravigliosi su quella barca. Il vento soffia nella direzione giusta, si va avanti dritti verso la meta. Ci sono aurore splendide, tramonti fantasmagorici, brezze rinfrescanti dopo giornate calde e luminose, giorni ed ore di pace, di silenzio o di comunicazioni profonde cullati lievemente dalle onde del mare, momenti in cui ci si fonde con la bellezza del cielo e del mare. A volte ti sembra di essere piccolo in mezzo all’immenso, altre volte ti sembra di essere capace di dominare tutto. Ma, improvvisa, può arrivare la tempesta. Avevi confidato nella vela? Essa te la spazza via. Credevi con i tuoi remi di poter governare la barca ed arrivare in qualunque luogo? Essi battono l’acqua e scopri che anche la barca è un guscio di noce e che i marinai più esperti sono anch’essi uomini paurosi. Se hai imbarcato Gesù è ora di riconoscere la tua poca fede ed andare ad attaccarti alla sua e, quando vedrai l’acqua calmarsi e il vento cessare a un suo comando, scoprirai quanto sei stato sciocco. Non sei stato tu a fare un piacere a Gesù nel lasciarlo salire sulla tua barca, non ti ha occupato un pezzo di vita, non ti ha appesantito con le sue leggi. Sei stato uno sciocco perché hai camminato alla ricerca di una meta quando la meta era già con te, sulla barca.
DOMENICA 30 GENNAIO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Tra i santi ricordati oggi:Sant’Adelmo; Santa Giacinta; Santa Martina, Martire.
Una scheggia di preghiera:
SOLO IN TE, GESU’, C’E' PIENEZZA DI FELCITA’
Hanno detto: Dov'è Dio? Dimmi piuttosto dove Dio non c'è! (Charles Spurgeon)
Saggezza popolare: La saggezza del passato non nutre l’affamato.
Un aneddoto: L’Italia ha battuto la Francia ai mondiali di calcio. “Abbiamo vinto, fa il capitano della squadra italiana — perché prima di giocare abbiamo pregato il Signore”. “Non capisco”,risponde il francese, “anche noi lo abbiamo pregato!”. “Sì”, ribatte il capitano italiano, “ma voi l’avete pregato in francese...”. Dio conosce le lingue e anche i dialetti. Puoi pregarlo per qualunque cosa, ma certi segni di croce fatti dai calciatori prima di entrare in campo sono fede o superstizione?
Parola di Dio: Sof. 2,3;3,12-13; Sal. 145; 1Cor. 1,26-31; Mt. 5,1-12
Vangelo Mt 5, 1-12
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo: vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". Parola del Signore
“GESU’ SALI’ SULLA MONTAGNA E PRENDENDO LA PAROLA LI AMMAESTRAVA”. (Mt. 5,1-2)
Matteo ambienta il grande discorso delle beatitudini sulla montagna. Gesù è il nuovo Mosè che dà il comandamento nuovo. La montagna con la sua altura è il luogo della vicinanza a Dio, del rapporto privilegiato con Lui. Ma queste beatitudini sono poi davvero una novità? Direi soprattutto che la vera novità è colui che le annuncia: Gesù. Sul Sinai, Mosè era solo un intermediario umano che scriveva sulla pietra. Qui è il Figlio di Dio che scrive nel cuore dell’uomo. Là, una legge fondava l’unità di un popolo e dava norme di comportamento. Qui, Gesù propone se stesso come modello e dice che ogni uomo può incontrare Dio presente nei poveri e negli ultimi. Là, l’osservanza della Legge garantiva un’alleanza; qui, accogliere Gesù significa ritrovare il senso pieno della vita terrena e divina. Non è Dio che cambia idea, è Dio che prende volto.
LUNEDI’ 31 GENNAIO
Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Bosco; San Giulio e Giuliano; San Gimignano, Vescovo
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU’, CI HAI RESI LIBERI.
Hanno detto: Ogni momento di tempo è un tesoro e ogni momento che impiegherai bene sarà un tesoro che guadagnerai. (San Giovanni Bosco)
Saggezza popolare: Adulatori e parassiti son come i pidocchi.
Un aneddoto: Una suora dell’asilo accompagna i bambini allo zoo. Davanti a un laghetto, dice: “Quella è la cicogna, la cicogna che va a cercare i bambini sotto i cavoli e li porta alla loro mamma...”. Allora un bambino si volta e sussurra a un altro: “Dobbiamo dirglielo o lasciamo che muoia senza saperlo?”. Certi ‘pii’ racconti servono proprio a salvaguardare la ‘purezza dei bambini’ o a mettere le basi per farla loro perdere?
Parola di Dio: Eb. 11,32-40; Sal. 30; Mc. 5,1-20
Vangelo Mc 5, 1-20
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: "Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!". Gli diceva infatti: "Esci, spirito immondo, da quest'uomo!". E gli domandò: "Come ti chiami?". "Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti". E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione. Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo. E gli spiriti lo scongiurarono: "Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi". Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare. I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: "Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato". Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati. Parola del Signore
“MI CHIAMO LEGIONE, RISPOSE, PERCHE' SIAMO IN MOLTI”. (Mc. 5,9)
Non è il caso di veder diavoli in ogni angolo, ma se guardo la realtà della vita, il male, chiamalo come vuoi, lo troviamo dappertutto e in mille modi diversi: leggi un giornale o guarda un telegiornale, vi troverai i mali del mondo: la guerra, le povertà, le catastrofi…Guarda anche solo nel tuo stato e vi trovi le beghe della politica, la disoccupazione, la violenza gratuita, omicidi, ruberie…Guarda in casa tua e in te stesso e vi trovi prepotenza, abusi, bugiarderie, orgoglio, mancanze di fedeltà, di onestà… Ecco le legioni dei diavoli con i quali convivere, spesso addirittura invocate e idolatrati. E pensare che sappiamo che cosa fanno questi diavoli: creano sofferenza come quella dell’indemoniato del Vangelo che non è più lui, che è indomabile, che fa del male a se stesso. Come combattere e vincere questo mali? Prima di tutto con la certezza che da soli non ce la facciamo ma con la stessa certezza che con Gesù si può arrivare alla vittoria pur perdendo qualcosa (i porci). Ma, attenzione, se la Legione è entrata dentro di noi, arriviamo addirittura come gli abitanti di quel paese, a preferire di tenerci i porci e cacciare Gesù.