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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

DICEMBRE 2010

 

 

MERCOLEDI’ 1 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Procolo; Sant’Evasio; Sant’Eligio.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, DI PARTECIPARE AL TUO BANCHETTO IN ETERNO.

 

Hanno detto: L'ignoranza urla, l'intelligenza parla. (Gianluca Panzeri)

Saggezza popolare: Se hai per amico un orso, avrai bisogno di soccorso.

Un aneddoto: Un giovane, desideroso di entrare a far parte del monastero di Ennaton, fu interrogato da un anziano che voleva sapere fino a che punto era disposto a lasciare il mondo: - Se tu avessi tre monete d'oro, le daresti ai poveri?  - Di tutto cuore, abba. - E se tu avessi tre monete d'argento? - Molto volentieri. - E se tu avessi tre monete di rame?  - No, abba. - E perché? - chiese stupito l'anziano.  - Perché io ho tre monete di rame. Purtroppo troppo spesso siamo disposti a dare ciò che non abbiamo ma a trattenere con tutte le nostre forze ciò che possediamo! (R. Kern)

Parola di Dio: Is. 25,6-10; Sal. 22; Mt. 15,29-37

 

Vangelo Mt 15, 29-37

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù venne presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì. E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele. Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada». E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?». Risposero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene. Parola del Signore

 

“SENTO COMPASSIONE DI QUESTA FOLLA”. (Mt. 15,32)

Gesù, tornato in Galilea, sale nuovamente sul monte. Nella tradizione biblica il monte rappresenta il luogo dell'incontro con Dio. Gesù, nota l’evangelista, “si fermò là”, come a voler radicare se stesso e tutta la sua opera nella familiarità con il Padre. E’ facile immaginare Gesù ancora una volta raccolto in preghiera. Del resto, è dall’incontro con il Padre che sgorga tutta la sua opera di amore, di compassione, di guarigione e di salvezza. Quel luogo di preghiera diviene come un santuario a cui i malati, i poveri, gli storpi accorrono per essere guariti. E l’evangelista nota che Gesù li guariva e rivolgeva a tutti la sua parola. Per tre giorni continuarono ad ascoltarlo. Quale differenza dalla nostra avarizia e dalla nostra distrazione davanti alla Parola di Dio! Al termine dei tre giorni, scrive Matteo, Gesù sentì compassione per quella folla. In effetti, dopo aver nutrito i loro cuori con il pane della Parola voleva ora nutrirli anche con il pane materiale. Gesù ha a cuore l’intera persona di ciascuno di noi, ha cura di tutta la nostra vita. Sono i discepoli ad essere insensibili di fronte alla situazione. E quando Gesù glielo fa notare e chiede un aiuto, essi non sanno fare altro che riproporre la solita rassegnazione. In effetti, anche noi avremmo risposto come loro. Gesù, che non si rassegna, si fa portare quei sette pani e quei pochi pesci e li moltiplica per tutti. E’ il miracolo che nasce da un amore appassionato. Se ci lasciamo coinvolgere da questo amore anche noi potremo partecipare al miracolo. 

 

 

GIOVEDI’ 2 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo; San Ponziano.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA MI TRASFORMI, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Meno si crede in Dio, più si comprende perché gli altri ci credono. (Jean Rostand)

Saggezza popolare: Sono sempre gli stracci che vanno per aria.

Un aneddoto: Un pellegrino giunse dopo un lungo viaggio presso un guru, noto a tutti per la sua saggezza:

“Qual è il segreto della felicità?” - chiese ansioso il giovane, certo di ottenere finalmente una risposta. “Non ho ancora trovato il segreto della felicità, figlio mio. La vita è un susseguirsi di gioia e dolore. La felicità è una perla rara e preziosa. Tuttavia, se l’esistenza ti concederà un attimo di gioia, leva immediatamente le mani verso il cielo e fa’ risuonare l’universo con un canto di lode al tuo Dio. La gioia di quell’attimo si conserverà nel tuo cuore per sempre. (Tradizione Induista)

Parola di Dio: Is. 26,1-6; Sal. 117; Mt. 7,21.24-27

 

Vangelo Mt 7, 21.24-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: ‘SIGNORE, SIGNORE’, ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE È NEI CIELI”. (Mt. 7,21)

Può sembrare strano che Gesù che più volte ha invitato alla preghiera qui dica che non è in base alle parole della preghiera che si entra nel suo Regno. Gesù però qui se la prende non con chi prega ma con coloro che vedono nella preghiera la formula magica per risolvere i problemi e la vita e demandano alle formule della preghiera il tutto evitando di agire, di sporcarsi le mani, di darsi da fare. Ricordo un mio parente che diceva: “Io un po’ prego e poi ho te che sei prete e che preghi per me, quindi sono a posto!”. Lui lo diceva scherzando, ma quante persone lo pensano davvero! “Le do un’offerta, mi dica una Messa!”. E’ una bella cosa, ma non basta! E’ cosa buona dire anche tre rosari al giorno ma se questa preghiera non trasforma la tua vita, se diventa motivo di orgoglio, se è fatta per passare il tempo, se serve ad addormentarti nell’impegno, se è merce di scambio per il paradiso, non ho paura di dirti che non serve a nulla, né a te, né al tuo prossimo e neanche a Dio che non si rintrona con le parole che non diventano vita. Se invece “entri nel regno” con gioia, con testimonianza di vita, con fatica, con servizio dei fratelli, allora sarai già nella preghiera e anche le formule di preghiera ti saranno necessarie per trovare in esse maggior vigore e convinzione nell’agire.

 

 

VENERDI’ 3 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Saverio; San Galgano; Sant’Abbone di Auxerre.

Una scheggia di preghiera:

 

A TE GRIDO, O SIGNORE, ASCOLTA LA MIA VOCE.

 

Hanno detto: Un cristiano non è che un pagano sulla via della conversione. (Jean Danielou)

Saggezza popolare: Sopra le scarpe nuove, prima o poi ci piove.

Un aneddoto: Un contadino possedeva un vecchio cavallo per lavorare i suoi campi. Un giorno il cavallo fuggì sulle montagne. Quando i vicini del contadino andarono a condolersi con lui e lamentare la sua sfortuna, rispose : “Cattiva fortuna? Buona fortuna? Chi lo sa?”. Quando il figlio del vecchio contadino tentò di domare uno di quei cavalli cadde e si ruppe una gamba. Tutti considerarono il fatto come una disgrazia; ma non così il contadino, che si limitò a dire: “Cattiva fortuna? Buona fortuna? Chi lo sa?”. Una settimana più tardi entrò nel villaggio l’esercito e furono reclutati tutti i giovani che si trovavano in buone condizioni fisiche. Quando videro il figlio del contadino con la gamba rotta, lo lasciarono in pace. E allora? Cattiva fortuna? Buona fortuna? Chi lo sa?

Parola di Dio: Is. 29,17-24; Sal. 26; Mt. 9,27-31

 

Vangelo Mt 9, 27-31

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguivano urlando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi». Entrato in casa, i ciechi gli si accostarono, e Gesù disse loro: «Credete voi che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Sia fatto a voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne sparsero la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“DUE CIECHI LO SEGUIVANO URLANDO: FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETA’ DI NOI”. (Mt. 9,27)

“E’ possibile che mia figlia non riesca a vedere che nella vita c’è qualcosa di più importante, di più bello che non solo il sesso e il divertimento?” mi diceva una mamma. Quanti ciechi nel nostro mondo! Si puntano i nostri telescopi su stelle lontane e non riusciamo a vedere il senso della nostra vita, andiamo a cercare Dio nelle forme più strane di religione e non ci lasciamo illuminare da Colui che viene ed è la luce di Dio. Questi due ciechi gridano e nel loro grido c’è il desiderio e la speranza di vedere. Per imparare a vedere e per sperare di vedere come Dio vuole dobbiamo prima imparare a gridare. Il grido, l’invocazione nascono dalla fede e portando alla fede permet­tono ai nostri occhi di riconoscere la Luce.

 

 

SABATO 4 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Barbara; San Giovanni Damasceno.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI IL MIO PASTORE, NULLA MI MANCHERA’.

 

Hanno detto: Nelle ore dolorose dell'esistenza, due sono le cose vere e confortanti: i solidi affetti che aiutano a soffrire e Dio che dà un valore e una spiegazione alla sofferenza. (Leseur Elisabeth)

Saggezza popolare: Quel che si dona luce, quel che si mangia pute.

Un aneddoto: C'era una volta un re orientale molto potente che aveva sognato una notte di perdere tutti i denti, uno dopo l'altro. Chiamò un derviscio, perché gli spiegasse il sogno e questi, tutt'altro che diplomatico, gli disse: "I denti sono i tuoi figli. Essi moriranno tutti uno dopo l'altro e tu li vedrai morire". Il re lo fece impiccare. Poi chiamò un altro derviscio (e questo era diplomatico), il quale disse: "Rallegrati, Maestà. I denti sono i tuoi figli. E siccome tu sei caro agli Dei, vivrai più a lungo per la felicità del tuo popolo". Il re gli diede una borsa piena d'oro.

Parola di Dio: Is. 30,19-21.23-26; Sal.146; Mt. 9,35-10,1.6-8

 

Vangelo Mt 9, 35-10,1.6-8

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo,Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. Rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Parola del Signore

 

“(LE FOLLE) ERANO STANCHE E SFINITE COME PECORE SENZA PASTORE”. (Mt. 9,36)

C'è chi guarda le folle per esaltarsi, chi per lucrare un buon incasso al botteghino, chi per spuntarla con l'auditel. C'è anche chi guarda le folle con fastidio, chi non sopporta l'odore della gente ravvisando sempre e comunque orde di barbari. Gesù no. Gesù guardando le folle posa lo sguardo nello sguardo di ciascuno. Uno per uno. E ne coglie le sofferenze, i turbamenti, le ansie e i dolori. Lo sguardo di Gesù tocca il vuoto di ogni uomo e ne intercetta lo smarrimento. Pecore senza pastore. E Gesù è il pastore che conosce le pecore una per una. E offre la Sua vita per loro. Il mondo è pieno di mercenari che vengono per approfittarsi e rubare l'anima, spadroneggiando sulla vita delle folle, Addormentandole magari con promesse di ricchezze e giochi, addomesticandone il cuore con falsi amori e passioni, silenziandone l'anima con false certezze. Emissari del mentitore e nemico dell'uomo: "Dio non esiste, fa’ quello che credi, non c'è alternativa". Il demonio si appropria delle pecore, le inganna e le getta nella disperazione. Senza pastore. Gesù invece entra per la porta, mira dritto alla soglia del cuore, sa come aprire, conosce i desideri e le attese. Gesù di tutti sa il nome. E chiama ciascuno per nome, è l'uomo l'oggetto unico del suo totale interesse. La vita, la salvezza, la felicità d'ogni uomo. Oggi il Suo sguardo è sul mondo come su ognuno di noi. Anche oggi la Sua infinita compassione invia la Chiesa sulle strade del mondo a bussare alla nostra vita. Gratuitamente. Salvati senza condizioni se non quella di accogliere quanto di più gratuito esista: l'amore infinito di Dio.

 

 

DOMENICA 5 DICEMBRE: 2^DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Dalmazio; San Basso; Beato Filippo Rinaldi.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, MOSTRACI IL VOLTO MISERICORDIOSO DEL PADRE.

 

Hanno detto: Vi sono cuori che non sono degni di soffrire come certo legno marcio che non vale la pena di esser lavorato. (Loutil Edmond)

Saggezza popolare: I soldi fanno vedere i ciechi e vendere il breviario ai preti.

Un aneddoto: Da una siepe in cattivo stato passavano molte galline, facendo danni non lievi all’orto del vicino. Questi avvisò l’interessato, pregandolo di riparare la siepe; ma non ottenne altro che vaghe promesse. Un altro avrebbe, forse, citato in tribunale un vicino tanto poco riguardoso degli altrui diritti e interessi, ma l’ortolano era un uomo pacifico e di buone maniere con tutti. Trovò un mezzo, che si rivelò ottimo sotto tutti i punti di vista. Cominciò a mandare al vicino alcune uova, facendogli dire di guardare bene dove le sue galline deponevano le uova, così per tre volte di seguito poi sospese l’invio delle uova... Dopo otto giorni, la siepe era del tutto riparata. L’ingegnoso scherzo gli era costato solo qualche uovo.

Parola di Dio: Is. 11,1-10; Sal. 71; Rom. 15,4-9; Mt. 3, 1-12

 

Vangelo Mt 3, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quei giorni comparve Giovanni il Battista a predicare nel deserto della Giudea, dicendo: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!”. Egli è colui che fu annunziato dal profeta Isaia quando disse: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, confessando i loro peccati, si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano. Vedendo però molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di poter dire fra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Gia la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro, pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile”. Parola del Signore

 

“EGLI HA IN MANO IL VENTILABRO, PULIRA’ LA SUA AIA E RACCOGLIERA’ IL SUO GRANO NEL GRANAIO, MA BRUCERA’ LA PULA CON FUOCO INESTINGUIBILE”. (Mt. 3,12)

La seconda tappa domenicale dell’Avvento ci mette davanti la figura di Giovanni, il Battezzatore, colui che ha precorso ed annunciato la venuta di Gesù, colui che Gesù stesso proclamerà: “il più grande tra i nati di donna” Una delle cose che mi ha sempre colpito di quest’uomo, oltre alla sua austerità, al suo dare la vita per la verità, è che Giovanni Battista pur indicando Gesù come Messia ha sbagliato nel come vedere la realizzazione concreta del Messia e del suo Regno. Giovanni, educato all’Antico Testamento e probabilmente anche influenzato dalla setta dei monaci di Qumram, pensa che il Regno di Dio sarà basato sull’ ira di Dio che castiga e mette a posto cose e persone, pensa che solo una conversione (quindi un merito nostro) può salvarci dall’ira di Dio pensa che Gesù sarà il giudice che starà dalla parte dei buoni e brucerà la pula in fuoco inestinguibile. Gesù, pur predicando la conversione, annuncia in parole e opere la misericordia di Dio che viene a cercare i peccatori perché li ama, parla di nuova alleanza come un banchetto di nozze e una festa di Gioia, ci presenta il volto di Dio come quello di un padre buono che ha tenerezza di madre nei nostri confronti. Eppure Gesù loda Giovanni. Come mai questo? Giovanni è un uomo concreto con una sua storia e una sua educazione e quindi umanamente non poteva avere idee diverse da quelle della sua formazione: Dio non lede mai la libertà dell’uomo con scienze infuse, ma Giovanni, proprio perché sa usare bene della sua libertà e della sua ragione giungerà, nella prigione di Erode a chiedersi: “Ma è proprio Gesù il Messia?” e Gesù lo rincuorerà parlandogli secondo la sua intelligenza e facendogli capire che la Bibbia parlava di lui quando diceva che nel tempo messianico i ciechi vedranno, i muti parleranno, i sordi sentiranno, gli zoppi salteranno come cerbiatti. Che bello: per Gesù non conta sapere tutta la verità, non conta neanche essere i primi della classe, conta essere onesti con sé e con gli altri e amare!

 

 

LUNEDI’ 6 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Nicola, Vescovo; San Bonifacio, martire; Santa Asella di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA CHIESA, SIGNORE, PORTI SEMPRE A GESU’.

 

Hanno detto: Ogni sofferenza è unica e ogni sofferenza è comune. Bisogna che la seconda verità mi sia ripetuta quando soffro, e la prima quando vedo gli altri soffrire. (Henry De Lubach)

Saggezza popolare: Il debito si assume ridendo e si estingue piangendo

Un aneddoto: Una volta un re, convocò tutti i maghi, i sapienti e i sacerdoti del suo regno. Li minacciò dei castighi più terribili se non gli mostravano Dio. Quei poveretti si disperavano e si strappavano i capelli senza saper cosa fare, quando arrivò un pastore che annunciò a tutti di essere in grado di risolvere il problema. Si affrettarono a presentarlo al re. Il pastore allora condusse il sovrano su un terrazzo e gli indicò il sole. “Guardalo!”, disse. Dopo un istante, il re abbassò gli occhi, gridando: “Vuoi accecarmi?”. “Mio Signore”, disse il pastore, “il sole è solo una piccola cosa del Creatore, neanche una scintilla del suo splendore... come puoi pensare di posare gli occhi su Lui in persona?”.

Parola di Dio: Is. 35,1-10; Sal. 84; Lc. 5,17-26

 

Vangelo Lc 5, 17-26

Dal vangelo secondo Luca.

Un giorno Gesù sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi ». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico esclamò rivolto al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Parola del Signore

 

"NON TROVANDO DA QUAL PARTE INTRODURRE IL PARALITICO A CAUSA DELLA FOLLA, SALIRONO SUL TETTO E LO CALARONO ATTRAVERSO LE TEGOLE, CON IL LETTUCCIO DAVANTI A GESÙ". (Lc. 5,19)

Per arrivare da Gesù non sempre si può passare dalla porta principale. Tante volte questa porta è occupata da persone "perbene", "caritatevoli" che non guardano se accompagni un malato, se hai bisogno di qualcosa, ma che si preoccupano di aver un posto per poter poi magari sedersi e discutere della loro "saggezza" e giudicare il prossimo. Ma il segreto sta proprio lì: se la porta è occupata c'è sempre il tetto. E' vero, si perde la faccia a salire su un tetto, a scoperchiarlo, a calare un paralitico dai tetto in mezzo a una folla starnazzante sentenze, di persone "perbene". Ma il malato è un amico, il guaritore è buono ed è sempre stato vicino ai poveri e agli umili e allora tentiamo! La grande fortuna di quel paralitico è stata quella di aver degli amici di questo genere, disposti a perdere la faccia per lui, disposti a salire su un tetto se non si può passare dalla porta. Anche nella Chiesa tante volte la porta è occupata, ingombra e sono proprio cristiani con il loro esclusivismo, a non lasciare entrare. Per vedere Gesù che viene sono disposto a passare dal tetto? Per aiutare una persona sono disposto a perdere la faccia?

 

 

MARTEDI’ 7 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ambrogio, vescovo e dottore della Chiesa; San Claudio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, E’ SEMPRE FESTA.

 

Hanno detto: “Perché arrabbiarsi, se facendolo offendi Dio, molesti gli altri, passi un brutto quarto d’ora pure tu, e infine, comunque, non ti resta che calmarti?”(Escrivà de Ballaguer)

Saggezza popolare: Con i coltelli troppo affilati ci si taglia le dita, con troppo denaro si vive nell'infelicità

Un aneddoto: Il bruco sentì che era giunta la grande ora. Si cercò un bel posto sotto una foglia vellutata e iniziò a tessere tutto intorno a sé il suo bozzolo. Mentre tesseva cantava e un verme suo conoscente, che passava da quelle parti, lo sentì. - Ma sei pazzo? — gli disse — tra un po’ il tuo mondo finirà e tu canti mentre ti costruisci la tomba? Ciò che tu chiami morte — gli rispose il bruco — io lo chiamo farfalla! — e sparì dentro il suo morbido nido.

Parola di Dio: Is. 40,1-11; Sal. 95; Mt 18,12-14

 

Vangelo Mt 18, 12-14

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli. Parola del Signore

 

“SE UN UOMO HA CENTO PECORE E NE SMARRISCE UNA… (Mt. 18,12)

Alla domanda che Gesù fa a proposito di quel pastore che vuol lasciare le novantanove pecorelle sui monti per partire di notte in mezzo ai dirupi per andare a cercare la perduta, qualunque persona risponderebbe: “E’ matto! Rischiare la propria vita, rischiare le novantanove per andare a cercare una pecorella che, anche se trovata, ormai ha preso gusto ad andarsene per i fatti suoi”. Si! Dio è matto, matto di amore per ciascuno di noi. Ciascuno di noi è per Lui importante, unico, se poi siamo peccatori, scappati di casa, siamo ancora più importanti per Lui. Lui è morto sulla croce non perché fossimo bravi, ma “mentre eravamo peccatori”. Lui oggi rischia il tutto per tutto per me, per te! Pensaci! E quando mi trova, quando mi faccio trovare, non è lì con il bastone per insegnarmi a non sbagliare più! Ma fa festa e invita tutti alla festa perché io non gli sono solo sulle spalle mentre mi riporta a casa, ma sono nel suo cuore da sempre e per sempre.

 

 

MERCOLEDI’ 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Macario, eremita; Beata Chiara da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA

 

Hanno detto: L'impegno costante nelle piccole cose è una virtù grande ed eroica. (San Bonaventura)

Saggezza popolare: Quando il diavolo prega, tien d'occhio la preda.

Un aneddoto: Una volta, durante l’ora di conversazione in una scuola materna, ad un bambino vennero le lacrime agli occhi. La maestra si stupì. Alla fine il piccolo, con voce rotta dal pianto, disse: “Ho dimenticato come è fatta la mia mamma!”. Era un caso davvero triste. Nessun discorso poté calmare il bambino. L’insegnante, allora, lo spedì a casa. Il bambino andò, squadrò da capo a piedi la mamma e, dopo un po’, rieccolo a scuola. ll mondo era nuovamente a posto. Il piccolo aveva ricuperato l’immagine di sua madre e quindi anche se stesso e ogni altra cosa.

Parola di Dio: Gn. 3,9-15.20; Sal 97; Ef. 1,3-6.11-12; Lc. 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all'angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“ALLORA MARIA DISSE: ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE, AVVENGA DI ME QUELLO CHE HA DETTO”. (Lc. 1,38)

Ecco una bella presentazione di Maria fatta alcuni anni fa da don Curtaz. Nessuno dimentica il dono fattole da Dio di essere l’Immacolata, ma abbiamo soprattutto bisogno di vederla nella sua umanità. “Maria emerge dai racconti di Luca e degli altri evangelisti come una ragazza di grande equilibrio, con un'esperienza di vita che assomiglia alla nostra. Anche Maria, giovane credente, si ritrova nel tran-tran famigliare: lavoro (che per l'epoca era casalingo), amicizie, tempo libero... Ed è in questo contesto che avviene l'inaudito: a Maria viene chiesto di diventare la porta d'ingresso di Dio nel mondo. Facile, no? E se fosse successo a noi, se Dio ci avesse detto: "Senti, ho bisogno di una mano per salvare il mondo", cosa avremmo risposto?. Maria tentenna, fatica: come è possibile tutto questo? Ma l'angelo le ricorda che non bisogna mettere ostacoli a Dio: lui sa quello che fa! E Maria crede. Si resta attoniti, increduli, stupiti dalla semplicità di questa risposta: "eccomi". Quante conseguenze avrà questa disponibilità! Che razza di radicale cambiamento porterà questo "sì " a Maria! Problemi con la sua situazione familiare, con un fidanzato che si vede Dio come concorrente in amore... Problemi con questo bambino che dovrà essere continuamente guardato come un Mistero... Problemi con questo Rabbì tutto preso nell'annuncio che si dimenticherà della propria famiglia per aprirsi ad una famiglia più ampia... Sofferenza nel vedere un figlio innocente condannato a morte... Maria si fida, crede nel Dio dell'impossibile. Sua cugina Elisabetta, da lì a qualche settimana, le dirà: "Ma come hai fatto, Maria, a credere a una cosa del genere?" Sì: se leggiamo il Vangelo senza pregiudizi, con cuore puro, restiamo allibiti: come hai fatto, Maria, a credere? Sì, capiamo perché la Chiesa ha sempre additato la madre come la prima tra i credenti, la prima cristiana, la discepola per definizione, capiamo perché questa piccola adolescente, di cui sappiamo poco, è diventata il gigante della fede: per la sua audacia, la sua savia incoscienza, Maria ha dato al mondo il Salvatore. Ecco un modo concreto di svegliarsi: fidarsi di Dio, mettersi a sua disposizione, accogliere il suo progetto (anche se folle)...Siamo disposti a fidarci di Dio? Oppure, ancora una volta, detteremo a Dio le nostre condizioni, gli spiegheremo cosa deve fare per esistere? Siamo seri! Siamo realisti! Maria è la donna concreta, che sa quanto Dio può abitare una vita. Mi viene da ripetere una delle citazioni più belle di Albert Camus: "Siate realisti. Chiedete l'impossibile.".

 

 

GIOVEDI’ 9 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi: Santa Valeria; San Siro.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE: SVEGLIACI!

 

Hanno detto:

Il fine del lavoro non è tanto creare degli oggetti quanto creare degli uomini. L'uomo crea se stesso facendo qualcosa. (Lanza del Vasto)

Saggezza popolare: Non bisogna additare i difetti di un altro con il dito sporco.

Un aneddoto: Artabano, re dei Parti, regalò a rabbi Jehuda una perla di grande valore. Il rabbino in cambio mandò al re una ‘Mezuzah’, una di quelle piccole pergamene con frasi della Legge, che si appendono agli architravi delle porte delle case. Su di essa era scritto: « Il Signore ti proteggerà quando entri e quando esci di casa » (Salmo 121, 8). Il re non ne fu contento, pensando che la ‘Mezuzah’ fosse una cosa da nulla. Allora il rabbino spiegò:- O re, la tua perla è preziosa, ma la mia piccola pergamena ancor di più, perché contiene le promesse di Dio. Infatti mentre normalmente i re sono nella reggia e le guardie fuori, con essa avviene il contrario: il Re dei re custodisce la tua casa. Tu m’hai regalato una cosa da custodire; io invece un gioiello potente che ti custodisce!

Parola di Dio: Is. 41,13-20; Sal. 144; Mt. 11,11-15

 

Vangelo Mt 11, 11-15

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo Gesù disse alla folla: "In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda". Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI SOFFRE VIOLENZA E I VIOLENTI SE NE IMPADRONISCONO”. (Mt. 11,12)

Parole misteriose quelle di Gesù che meditiamo oggi. Qual è la “violenza” che Gesù indica come strada per accedere al Regno? Di certo non è la violenza delle armi: “Riponi la spada nel fodero perché chi di spada ferisce, di spada perisce”. Non è l’astuzia e l’intrigo del potere: “Il Regno è dei piccoli, dei miti, dei semplici puri di cuore”. Questa “vio­lenza” non si riferirà allora a noi? Ad una certa ascesi che ci renda più decisi nella nostra fede? Non ci chie­derà, forse, Gesù di fare un po’ di violenza a noi stessi, alle nostre abitudini? Farsi violenza, senza andare a cercare chissà quali eccezionali prati­che religiose, può essere accettare la lotta per amare meglio, la lotta per pregare meglio, la lotta per servire meglio e per impegnarsi di più.

 

 

VENERDI’ 10 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Eulalia, martire; San Milziade, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA MISERICORDIA SALVACI, SIGNORE.

 

Hanno detto:

L'umiltà è la virtù più difficile da conquistare; niente di più duro a morire del desiderio di pensar bene di se stessi. (Thomas Stearns Eliot)

Saggezza popolare: Chi sa senza Cristo non sa nulla.

Un aneddoto: Una volta qualcuno si avvicinò a un discepolo del mistico musulmano Bahau-din e gli domandò: “Dimmi perché il tuo maestro nasconde i suoi miracoli. Ho raccolto personalmente dei dati che dimostrano in modo incontestabile che egli è stato presente in più luoghi diversi nello stesso momento; che ha guarito la. gente con la forza della preghiera, ma dice loro che è stata opera della natura; che ha aiutato persone in difficoltà e poi lo ha attribuito alla loro buona sorte. Perché si comporta così?” “So perfettamente di che cosa stai parlando”, disse il discepolo, “perché anch’io ho notato queste cose, e credo di poter rispondere alla tua domanda. Prima di tutto, il maestro detesta essere al centro dell’attenzione. In secondo luogo, egli è convinto che quando la gente comincia ad avere interesse per i miracoli, non ha più alcun desiderio di imparare nulla che sia veramente valido dal punto di vista spirituale”.

Parola di Dio: Is. 48,17-19; Sal. 1; Mt. 11,16-19

 

Vangelo Mt 11, 16-19

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "A chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto. E’ venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E’ venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere". Parola del Signore

 

“A CHI PARAGONERO’ QUESTA GENERAZIONE?” (Lc. 11,16)

Mai sazi. Mai contenti. Mai sereni. Non ci manca praticamente nulla. Ma della felicità neanche l'ombra. L'insofferenza ad ogni difficoltà, il rifiuto categorico a qualsiasi sofferenza. Energie profuse alla ricerca della miglior qualità della vita. E la vita scorre senza nessuna qualità. Imbottiti di cose siamo una generazione che stenta a ritrovare la propria anima. E le orecchie tappate. I Profeti son messi in ridicolo. Tacitati, d'ogni loro parola se ne distillano le poche convenienti. Il nostro puro guadagno. Sempre. In casa, in ufficio, a scuola siamo il permanente centro di gravità, e che tutto vi giri intorno alla perfezione. E se sopraggiunge la Croce, tutto è perduto, sprofondiamo in depressioni galattiche, il senso del fare e del pensare smarrito. "Israele se tu mi ascoltassi!". Ma non abbiamo ascoltato. Nessuna Parola. Troppo dure. Troppo buone. Non facevano per noi le Parole di Dio. E ci siamo perduti. Ma no, non tutto è finito. Non siamo nati per morire così. Alziamo oggi il nostro sguardo a Colui che abbiamo trafitto, arrendiamoci al Suo amore sconsiderato. Ha dato la vita per dei cialtroni come noi. Non induriamo oggi il nostro cuore. Viene il Signore a salvare ciò che era perduto. Accogliamolo oggi in questo nostro Avvento.

 

 

SABATO 11 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Damaso, papa; San Daniele stilita

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA ANCORA, SIGNORE, TI VOGLIO ASCOLTARE.

 

Hanno detto: Ricordati sempre che ogni cosa che ti accade prospera o avversa viene da Dio, affinché dall'una parte non ti insuperbisca e dall'altra non ti perda di coraggio. (San Giovanni della Croce)

Saggezza popolare: Dio si appoggia su te stesso per aiutarti .

Un aneddoto: “Aveva sciupato la vita in preoccupazioni, che ora sul letto di morte non contavano niente. Ebbe però il coraggio di chiamare un sacerdote. Questi, per l'infinita misericordia di Dio, gli perdonò tutti i peccati della vita e lo riconciliò con Dio. Ma il moribondo, triste, guardava le sue mani e sospirava: Come sono vuote di opere buone le mie mani, come sono vuote! Allora il sacerdote staccò dalla parete il crocifisso, lo pose tra le mani di quel povero uomo pentito e gli disse: Ora le tue mani non sono più vuote! I meriti di Gesù, che ti ama, sono diventati tuoi.

Parola di Dio: Sir. 48,1-4.9-11; Sal. 79; Mt. 17,10-13

 

Vangelo Mt 17, 10-13

Dal vangelo secondo Matteo.

Nel discendere dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista. Parola del Signore

 

“ELIA E’ GIA’ VENUTO E NON LO HANNO RICONOSCIUTO, ANZI L’HANNO TRATTATO COME HANNO VOLUTO, COSI’ ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVRA’ SOFFRIRE PER OPERA LORO”. (Mt. 17,11-12)

Gesù parla di Elia, quel profeta tanto caro al popolo di Israele, al punto che pensavano dovesse tornare prima della venuta del Messia; e paragonavano anche Elia al fuoco che brucia, purifica, riscalda, rincuora, illumina. Ma si può stare vicino al fuoco senza lasciarci toccare da esso. Quante volte ascoltiamo la Parola di Dio senza lasciarci cambiare dentro da essa, quante volte vediamo la verità ma preferiamo volgere altrove il nostro sguardo; quante Comunioni Eucaristiche ci hanno lasciato con una preghiera sulle labbra ma con una vita indifferente. Anche in questo Avvento c’è l’opportunità di lasciarci purificare dal fuoco della Parola di Dio che ci aiuta a far emergere la fede dalle esteriorità e dalle falsità, che riscalda il nostro cuore, che illumina i nostri occhi per vedere il Signore che viene nei nostri fratelli, che ci rincuora nel nostro faticoso cammino quotidiano. Ma, come è successo ai contemporanei di Gesù che non hanno riconosciuto Elia in Giovanni e il Messia in Gesù perché si aspettavano un Elia ed un Messia diversi, così può capitare, anche oggi, che Cristo ci passi accanto e noi rischiamo di non vederlo. Attendiamo il Cristo giudice che faccia piazza pulita dei cattivi e non cogliamo la sua presenza che perdona, che salva. Cerchiamo Dio nello splendore dei templi e magari non sappiamo vederlo nel povero che bussa alla nostra porta. Andiamo a fare preghiere in conventi ed eremi e non sappiamo pregare in famiglia. Gesù è sempre diverso da come lo pensiamo quando lo facciamo diventare proiezione dei nostri desideri umani. Ma c’è un metodo sicuro per saper conoscere il Cristo: dove c’è amore o possibilità di amore, stai sicuro, lì c’è Lui.

 

 

DOMENICA 12 DICEMBRE: 3^ DOMENICA DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Memoria della Beata Vergine Maria di Guadalupe; Santa Giovanna Francesca di Chantal.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO, MA AUMENTA LA MIA FEDE.

 

Hanno detto: Che cosa può vedere più volentieri il Creatore di una creatura lieta? (Lessing)

Saggezza popolare: Quando le disgrazie devono venire, entrano per il buco della porta.

Un aneddoto: Un giorno di gran pioggia, due robivecchi, in giro per la città col loro carrettino alla ricerca di vecchie cianfrusaglie, trovarono in un cassonetto un grosso ombrello nero. Sembrava nuovo. Increduli lo presero. Ma uno dei due cominciò subito a lamentarsi: —  Che peccato! Ha il manico rotto. Non ci ricaveremo niente. Ma guarda come siamo fortunati — esultò invece l’altro. - Trovare un ombrello tra i rifiuti, proprio adesso che piove cosi. E insieme, uno lieto e l’altro triste, continuarono il loro giro sotto l’ampia cupola del parapioggia rotto.

Parola di Dio: Is. 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc. 5,7-10; Mt. 11,2-11

 

Vangelo Mt 11, 2-11

Dal Vangelo secondo Matteo

Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”. Gesù rispose: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me”. Mentre questi se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: “Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te. In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Parola del Signore

 

“SEI TU COLUI CHE DEVE VENIRE O DOBBIAMO ATTENDERNE UN ALTRO?” (Mt. 11,3)

Il Giovanni che incontriamo oggi è ben diverso da quello di domenica scorsa; là gridava, annunciava la venuta di un messia liberatore forte, qui Giovanni è masticato dalla vita, spazzato via dall'arroganza del potere, non grida più, solo aspetta la morte e si interroga: avrò visto giusto? Avrò fatto bene? Alzi la mano chi non l'ha mai pensato. Non mi sarò preso un abbaglio? Non mi sarò sbagliato? Siamo sinceri: ci vuole una sana dose d'incoscienza per credere, un bel po' di fegato per dire che il mondo e la vita hanno senso e che Dio regna; si ha davvero la percezione, nel nostro ambiente di essere dei pii idioti, dei sognatori anacronistici e illusi. Se qualcuno tra noi ha davvero orientato i suoi passi alla luce del Vangelo non può non attraversare momenti profondi di crisi: la malattia, la sofferenza, l'ostilità dei non credenti, il peso della propria fragilità e del proprio peccato scuotono nel profondo la nostra fede… ci sono momenti in cui sinceramente, col cuore pieno, vorremmo dire: "mi sono sbagliato, devo aspettare un altro Salvatore". La risposta che Gesù dà a Giovanni e a  noi è sconcertante e fantastica: "Guarda, Giovanni, guarda quello che accade". Gesù non rassicura Giovanni, lo aiuta a guardare in maniera diversa, a darsi una risposta da solo: i ciechi vedono, i muti parlano, i lebbrosi sono guariti… Guarda, Giovanni, guarda i segni della vittoria silenziosa della venuta del Messia. E noi questi segni li abbiamo visti? Riusciamo ancora a vedere la forza dirompente del Vangelo?. Eppure anche oggi  nelle pieghe del nostro mondo corrotto e inquieto si possono vedere gesti di totale gratuità, vite consumate nel dono e nella speranza, squarci di fraternità in inferni di solitudine ed egoismo. Che sia questo il problema principale? Una miopia interiore che ci impedisce di godere della nascosta e sottile presenza di Dio? Chissà…

 

 

LUNEDI’ 13 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lucia; Sant’ Antioco.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, E GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

Hanno detto: Chi non ha il diritto di perseguitare il suo nemico con la spada, lo perseguiti con la preghiera. (San Gregorio)

Saggezza popolare: Chi vuol trovare la strada della verità, si metta sulla strada del dubbio.

Un aneddoto: Avvenne una volta che un uomo accese una lanterna e andò per la sua strada. Ma la luce si spense. Egli riaccese la lanterna ed essa si spense di nuovo. E la cosa continuò così. Ogni volta che accendeva la lanterna, essa si spegneva. Alla fine quell'uomo disse tra sé e sé: - Quanto tempo devo andare avanti ad affaticarmi ad accendere questa lanterna? Aspetterò che sorga il sole e poi camminerò alla sua luce!"

Parola di Dio: Nm. 24,2-7.15-17; Sal. 24; Mt. 21,23-27

 

Vangelo Mt 21, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, entrato Gesù nel tempio, mentre insegnava gli si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo e gli dissero: «Con quale autorità fai questo? Chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose: «Vi farò anch'io una domanda e se voi mi rispondete, vi dirò anche con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Ed essi riflettevano tra sé dicendo: «Se diciamo: "dal Cielo, ci risponderà: "perché dunque non gli avete creduto?''; se diciamo "dagli uomini, abbiamo timore della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo perciò a Gesù, dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parola del Signore

 

“CON QUALE AUTORITA’ FAI QUESTO?” (Mt. 21,23)

Il Signore aveva rovesciato i tavoli dei cambiavalute, messo a soqquadro i locali del Tempio. Aveva fatto pulizia del profano e purificato il sacro. Aveva rotto equilibri ormai consolidati. Aveva turbato le coscienze. Già, ma con quale autorità? Con quale autorità sconvolge tante volte la nostra vita, le gerarchie esistenziali così faticosamente conseguite? Come si permette, una malattia, un problema, un imprevisto, una delusione, un tradimento, un fallimento? Non è accettabile, e Dio non può far certe cose. Lo zelo, la gelosia infiammata d'un amante che arde d'amore. E' questa l'autorità di Gesù. I colpi di frusta con i quali sconvolge le nostre apparenti tranquille vite installate son mossi da un inguaribile zelo per i suoi amati. L'autorità della Croce, il Tempio del Suo corpo distrutto per amore, perché in esso fosse distrutta la nostra carne di peccato, compromessa con il mondo e la corruzione. L'autorità dell'amore infinito. Dietro ogni colpo inferto alle nostre traballanti sicurezze v'è l'amore indomito di Chi non si rassegna a vederci corrodere l'anima.

 

 

MARTEDI’ 14 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni della Croce; San Pompeo vescovo; Sant’Agnello abate.

Una scheggia di preghiera:

 

AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA.

 

Hanno detto: La sola felicità che possediamo è quella di amare Dio e sapere che Lui ci ama. (Santo curato d’Ars)

Saggezza popolare: Uccelli, navi e bambini si governano da tergo.

Un aneddoto: Fu chiesto un giorno a un saggio orientale in qual modo si può distinguere il momento in cui finisce la notte e inizia il giorno. Rispose: “Quando guardando il volto di un uomo qualunque, tu vedi che è tuo fratello, perché se non riesci a far questo, qualunque sia l’ora del giorno è sempre notte”.

Parola di Dio: Sof. 3,1-2.9-13; Sal.33; Mt.21,28-32

 

Vangelo Mt 21,28-32

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Dicono: «L'ultimo». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. E’ venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli. Parola del Signore

 

“IL PADRE GLI DISSE: FIGLIO VA’ OGGI A LAVORARE NELLA MIA VIGNA. ED EGLI RISPOSE: NON NE HO VOGLIA. MA POI, PENTITOSI, CI ANDO' ”. (Mt. 21,28-30)

In certi momenti è bello ed entusiasmante seguire Gesù. Ma a volte sopraggiungono periodi di buio, di “stanca”. Piegare la schiena, obbedire, lavorare sempre nella stessa vigna, non vedere subito i risultati ci fa perdere l’entusiasmo. “Signore, so che dovrei fare così, ma non ne ho voglia. Sono stanco. Perché proprio a me? Manda un altro! Potrei andare a trovare quel malato, potrei dare una mano in casa, potrei dedicare più tempo alla preghiera, ma ho altro da fare di più interessante. E poi, andare nella vigna del Signore significa “perdonare settanta volte sette”, “prendere la croce”, “porgere l’altra guancia”... Signore non ne ho voglia!”. Non spaventiamoci dei nostri “no” istintivi. Fuggire il difficile, la prova, è naturale! Ma poi, ripensiamoci, entriamo in noi stessi: “Signore, non ne ho voglia, ma questa mattina ti ho detto: Sia fatta la tua volontà! Non ne ho voglia ma Tu, senza averne voglia hai accettato di morire in cro­ce per me! E poi, quella “vigna” in cui mi mandi a lavorare è la mia eredità!”.

 

 

MERCOLEDI’ 15 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Cristiana; Sant’Adalbertone.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE MIO E DIO MIO!

 

Hanno detto: Tutte le nostre facoltà e il nostro ingegno, tutti i nostri lavori, le nostre pene, le nostre umiliazioni bisogna che abbiano di mira solamente la gloria di Dio. (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: La pelle si modella quando è bagnata: il bambino si educa quando è piccolo.

Un aneddoto: Un missionario, in cammino con un suo catechista, trovò un giorno in un cespuglio della foresta tre cuccioli di leopardo. Non resistette alla tentazione: li prese, li portò alla Missione, con l’intento di allevarli in una capanna. Ma due giorni dopo, arriva alla Missione anche mamma leopardo, guidata dal fiuto materno. Assalta furiosamente la capanna, dove sono custoditi i suoi piccoli. Che fare per difendersi? Le si getta fuori un cucciolo. Mamma leopardo corre ad accoglierlo, a leccarlo, a fargli festa. Poi Io trasporta dolcemente, fuori, al di là dello staccato, in un luogo sicuro. Pochi istanti dopo ritorna, non meno furente. Le si getta nel cortile un secondo cucciolo. Essa lo accoglie con amore, lo trasporta delicatamente, lo mette al sicuro, accanto al primo. Ma la belva meravigliosa non si placa, ritorna alla Missione con rinnovata audacia. Le si riconsegna anche l’ultimo suo piccolo.

Solo allora, con tutti i suoi tre cuccioli, mamma leopardo parte in vigile retroguardia, verso la foresta.

Parola di Dio: Is. 45,6-8.18.21-25; Sal. 84; Lc. 7,19-23

 

Vangelo Lc 7, 19-23

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Giovanni chiamò due dei suoi discepoli e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!». Parola del Signore

 

“ANDATE E RIFERITE A GIOVANNI: I CIECHI RIACQUISTANO LA VISTA, GLI ZOPPI CAMMINANO, I LEBBROSI VENGONO SANATI… AI POVERI E’ ANNUNZIATA LA BUONA NOVELLA”. (Lc. 7,22)

Anche a noi, come a Giovanni Battista, può venire il dubbio: ma sarà proprio Gesù il Figlio di Dio, il redentore o dobbiamo aspettarci la salvezza altrove? Ma come per lui, anche per noi la conferma avviene guardando alla figura di Gesù e alle sue opere. Gesù è Dio perché ama come Dio, perché come Lui da la vita. Gesù è Dio perché perdona come Dio, cerca i peccatori per salvarli come Dio il buon pastore, perché ridà la vista cioè la possibilità di vedere la vita non come un susseguirsi di semplici avvenimenti che conducono alla morte, ma come dono prezioso che conduce alla vita eterna; Gesù è Dio perché  ci fa udire se stesso, Parola di Dio incarnata, Gesù è Dio perché si fa pane per il nostro cammino, è Via per indicarci la strada, è Verità che non delude, è pienezza di Vita. Noi abbiamo Gesù, il figlio di Dio che ci salva e stiamo ad aspettare il liberatore politico che una volta che ci ha liberati vuol renderci suoi schiavi? Aspettiamo il liberatore spirituale che vuole intrupparci in una nuova religione? Aspettiamo il saltimbanco che faccia qualche miracolo per avere un nuovo leader che mangi sulle nostre spalle? Diciamo con sincerità piuttosto un altra cosa: oggi forse non  è tanto difficile credere a Cristo ma alla figura distorta di Cristo che certi cristiani manifestano perché se anche noi facessimo ancor oggi gli stessi “segni” di Cristo, sarebbe molto più facile credere davvero in Lui.

 

 

GIOVEDI’ 16 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Adelaide, regina; Sant’Adone da Vienne; Santa Albina martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTI QUELLI CHE MI PORTANO DA TE.

 

Hanno detto: La forza non risolve nessun problema, ma alimenta un fuoco difficile poi da spegnere. (Papa Giovanni Paolo II)

Saggezza popolare: Per un osso i cani perdono l'amicizia.

Un aneddoto: “Quella donna aveva delle abili mani”. Ma mentre diceva così un filosofo, osservando sua moglie nettare gli oggetti di casa, ritoccare i fiori nei vasi, rassettare la biancheria, pensò: “E’ ben vero che esistono due tipi umani: quelli che sanno usare le mani e quelli che sanno usare il cervello. Per fortuna io sono di questi ultimi”. Poi la moglie morì, e nessuno ebbe più cura della casa del filosofo. Sulle prime egli non se ne dispiacque, perché nulla di quanto lo attorniava -pensava - poteva influenzare il suo pensiero. Ma sbagliava nel giudicare così. Perché le ragnatele, la polvere, il disordine fecero impallidire poco per volta la sua intelligenza, come se prima l’armonia di cui la moglie lo circondava ne fosse stata la vera radice. Il filosofo si ribellò a questa stupida ipotesi. Sinché una sera, non riuscendo più a cucire un’idea con un’altra, raccolse per terra un vasetto che la moglie aveva decorato con le sue mani. Guardandolo i fiori che decoravano il vaso gli si depositarono in mano, vivi e profumati. Allora il filosofo — che come tutti i filosofi aveva grandi pensieri e piccoli sentimenti — capì che il lavoro della sua compagna, espresso dalle mani, era stato in realtà opera del suo cuore: un lavoro piccolo forse, ripetitivo, limitato, ma tale da fare da culla alla sua intelligenza. Il declino della sua mente era in verità iniziato quando il cuore di lei aveva cessato di battere.

Parola di Dio: Is. 54,1-10; Sal. 29; Lc. 7,24-30

 

Vangelo Lc 7,24-30

Dal Vangelo secondo Luca

Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:Ecco io mando davanti a te il mio messaggero, egli preparerà la via davanti a te. Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio. Parola del Signore

 

“CHE COSA SIETE ANDATI A VEDERE NEL DESERTO?”. (Lc. 7,24)

 “Padre, deve venirci anche lei! Siamo in tanti, ci sono anche tanti sacerdoti e tantissime suore... quell’uomo fa veramente miracoli!”. Oggi nel deserto della vita e dei valori, furoreggiano personaggi che “compiono miracoli”, gruppi che alzando le mani gridano forte i loro “Amen” e i loro “Alleluia”, che radunano nuove masse... Sarà vero, guai a noi se spegnessimo lo Spirito che soffia dove vuole ma con Gesù per distinguere la verità dal fenomeno da baraccone, chiediamoci: chi andiamo a vedere? Qualcuno che ci indica la strada verso Gesù? Qualcuno che non pensa a se stesso, alle sue morbide vesti? Qualcuno che segue la Parola o le mode del tempo? Qualcuno che si lascia piegare dal vento o dalle sottili trame del potere?

Giovanni grida nel deserto di Giuda e nella città del potere di Erode, degli scribi e dei farisei. Giovanni testimonia con la sua vita. Giovanni non parla di sé, é voce di un altro. Giovanni non fonda una nuova setta di intransigenti, ma porta a Gesù.

 

 

VENERDI’ 17 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, FIGLIO DI DIO, FRATELLO MIO.

 

Hanno detto: Non l'abbondanza del sapere sazia e solleva l'anima, ma il sentire e gustare le cose interiormente. (Ignazio di Loyola)

Saggezza popolare: L'elemosina è fatta bene anche al Diavolo

Un aneddoto: Un giovane, che desiderava percorrere la via della perfezione, domandò un giorno a un monaco che gli desse un cilicio, per poter giungere più facilmente e speditamente alla santità. Il religioso lo guardò a lungo negli occhi e vide che il suo desiderio era sincero e la sua volontà decisa. Allora si limitò a tracciare sulle sue labbra un segno di croce e, sorridendo, gli disse: — Stai tranquillo, amico: non c’è cilicio migliore che quello di vegliare costantemente sopra tutto ciò che esce da questa porta!

Parola di Dio: Gn. 49,2.8-10; Sal. 71; Mt. 1,1-17

 

Vangelo Mt 1, 1-17

Dal vangelo secondo Matteo.

Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici. Parola del Signore

 

“GENEALOGIA DI GESÙ CRISTO, FI­GLIO DI DAVIDE, FIGLIO DI ABRAMO.” (Mt. 1,1)

Può sembrar strano che Matteo abbia la presunzione di voler scrivere la genealogia di Gesù, il Dio incarnato. Ma questo suo tentativo costruito e goffo esprime invece delle realtà: Gesù è davvero uomo, non è una apparizione di un Dio che ha voluto farsi un giro sulla terra e compare come un alieno; Gesù appare al culmine di un lento snodarsi di una storia di salvezza di cui Dio è il personaggio principale; Gesù è l’erede principale delle promesse e benedizioni di Abramo e Davide; Gesù si incarna in una storia di santi e di peccatori, di personaggi illustri e sconosciuti; insomma, viene proprio per tutti. Colui che attendiamo in questa Novena di Natale è Dio e uomo ed è venuto per tutti e per ciascuno: la sua vita concreta è un dono proprio per me che faccio parte di questa povera umanità santificata e liberata dalla sua venuta amorosa.

 

 

SABATO 18 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Lazzaro; San Floriano.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU SIGNORE LA SALVEZZA DEL POVERO.

 

Hanno detto: Finché siamo pellegrini sulla terra, alla nostra allegria si oppone solo il peccato. (San Filippo Neri)

Saggezza popolare: Buon marinaio è quello capace di tirarsi fuori dai guai. Vero marinaio è quello che nei guai non ci si mette.

Un aneddoto: Avevo un solo desiderio: dedicarmi completamente a Dio. Mi recai dunque al Monastero. Un vecchio monaco mi domandò: “Che cosa vuoi?” Dissi: “Voglio dedicarmi a Dio”. Mi aspettavo una risposta gentile, paterna, e invece egli urlò “Ora!” Ero sbalordito. Gridò di nuovo “Ora!” e poi prese un bastone e venne verso di me. io scappai, e lui dietro brandendo il bastone e urlando “Ora! Ora!”. Questo accadeva parecchi anni fa. E ancora oggi lui mi insegue, ovunque io vada. Sempre con quel bastone, sempre con quel monito: “ORA!” (Da “Il Monastero magico” di Teofane il Monaco)

Parola di Dio: Ger. 23,5-8; Sal. 71; Mt. 1,18-24

 

Vangelo Mt 1, 18-24

Dal vangelo secondo Matteo.

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.  Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

“GIUSEPPE SUO SPOSO, CHE ERA GIUSTO E NON VOLEVA RIPUDIARLA, DECISE DI LICENZIARLA IN SEGRETO”. (Mt. 1,19)

Il cammino della novena di Natale ci presenta oggi la figura di Giuseppe: dinanzi al mistero di Maria e della nascita di Cristo egli è descritto nell’atteggiamento della meditazione. Non è riportata di lui alcuna parola, il suo animo è teso piuttosto verso la ricerca interiore della volontà di Dio. Inoltre, egli si dimostra capace di mettere la persona al di sopra della Legge e di considerarla come il valore più alto da perseguire dopo Dio: pur essendo autorizzato dalla legge di Mosè a ripudiare Maria, egli preferisce piuttosto applicare la Legge senza schiacciare la persona. In sostanza, Giuseppe non si sente di ubbidire alla Legge sinaitica senza salvare, al tempo stesso, il valore della dignità della persona umana. E alla fine, decide di licenziarla in segreto, in modo tale che siano salvi entrambi i valori, quello della Legge e quello della persona. Questo particolare della personalità di Giuseppe, ossia il suo incondizionato rispetto della persona umana, ci spinge a interrogarci anche sull’esperienza cristiana, facendoci pensare che sia alquanto difficile incontrare Cristo per coloro i quali sono soliti scegliere non in favore dell’uomo, ma in favore dei precetti e dei doveri. Nella vita cristiana potrebbe infatti succedere di mettere talvolta la legge al di sopra della persona. Ma l’insegnamento evangelico evidentemente non è questo.

 

 

DOMENICA 19 DICEMBRE: 4^DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Dario martire; Santa Fausta martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, GIUSEPPE, MARIA DONATE PACE E UNITA’ ALLE NOSTRA FAMIGLIE.

 

Hanno detto: "La libertà come la carità deve innanzitutto cominciare da casa propria". (James Bryant Conant)

Saggezza popolare: L'errore di un capello sull'arco è un miglio oltre il segno.

Un aneddoto: Un semplice midrash ebraico ci aiuta a comprendere il valore dell’oggi.

Un maestro d’Israele era molto saggio e molto vecchio. I discepoli gli domandarono: “Qual è il momento giusto per convertirsi al Signore?”. Egli rispose: “Occorre convertirsi un giorno prima della propria morte”. I discepoli rimasero confusi e dicevano: “E chi può conoscere il giorno della sua morte?”.

“Appunto, replicava il maestro, nessuno lo può conoscere. Per questo noi dobbiamo convertirci ogni giorno. Perché domani potremmo morire.

Parola di Dio: Is. 7,10-14;Sal. 23; Rm. 1,1-7;Mt. 1,18-24

 

Vangelo Mt 1, 18-24

Dal Vangelo secondo Matteo

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. Parola del Signore

 

“MARIA ESSENDO PROMESSA SPOSA DI GIUSEPPE...”. (Mt. 1,18)

Il racconto della nascita di Gesù, ci presenta nel vangelo di Matteo una coppia molto comune di fidanzati, che secondo le usanze del loro tempo, vive la sua storia di innamoramento e di desiderio di costruire una famiglia. Tocca il cuore pensare a questo volersi bene spontaneo, semplice, profondo, palpitante tra Maria e Giuseppe. Dio non è geloso dei sentimenti umani che Lui stesso ha messo nel nostro cuore, anzi si serve delle gioie umane e dell'amore per realizzare il suo piano. Sull’amore umano si innesta l’Amore, lo Spirito Santo e genera Gesù: Figlio di Dio e di Maria. Dio ha bisogno del calore, dell’amore della tua famiglia per testimoniare che l’amore è possibile; Dio ha bisogno del nostro affetto per incarnarsi, ha bisogno della tua fedeltà per manifestare la sua fedeltà. La storia di Gesù comincia con un Dio mendicante di amore vero per poter donare amore a tutti.

 

 

LUNEDI’ 20 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Liberato, martire; San Zefirino, Papa.

Una scheggia di preghiera:

 

ECCOMI, SIGNORE.

 

Hanno detto: E' molto felice colui al quale bastano poche cose per vivere. (Palingerio)

Saggezza popolare: Gli errori de' medici son ricoperti dalla terra, quelli dei ricchi dai danari.

Un aneddoto: Lo struzzo è un animale grosso e goffo e le sue ali sono corte come se fossero state tarpate. Infatti lo struzzo può correre, ma non può volare, se non per brevi voli rasente terra. Ma una volta, racconta una leggenda egiziana, gli struzzi erano uccelli magnifici, con grandi ali potenti. Un giorno gli uccelli più grandi della foresta chiesero allo struzzo: “Fratello, domani, se a Dio piacerà, voleremo via per andare a bere al grande fiume”. Io ci andrò - rispose lo struzzo. Al levar del sole, come d’accordo, gli uccelli si levarono a volo nell’aria, in alto sempre più in alto, verso il sole che rifulgeva come l’occhio di Dio. Innanzi a tutti volava lo struzzo che ben presto distanziò gli altri. Si lanciava orgogliosamente incontro alla luce fidando troppo nelle proprie forze e dimenticando colui che gliene aveva fatto dono. Né ricordò di dire, come i compagni: - Se a Dio piacerà. E d’improvviso si scostò il velo che stava dinnanzi alla sfera fiammeggiante del sole: in un baleno le ali del superbo uccello furono bruciate, incenerite, ed esso precipitò miseramente al suolo. Da quel giorno lo struzzo non ha più potuto volare. La leggenda ammonisce che in ogni pensiero, in ogni progetto, in ogni azione noi dobbiamo dire sempre: Se a Dio piacerà. La superbia prima o dopo sarà punita.

Parola di Dio: Is. 7,10-14; Sal. 23; Lc. 1,26-38

 

Vangelo Lc 1, 26-38

Dal vangelo secondo Luca.

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

 

“L’ANGELO GABRIELE FU MANDATO DA DIO IN UNA CITTA’ DELLA GALILEA, CHIAMATA NAZARETH, AD UNA VERGINE.., LA VERGINE SI CHIAMAVA MARIA”.(Lc. 1,26-27)

Il brano del Vangelo di oggi potremmo definirlo ‘il buon giorno di Dio all’umanità’.

E’ un “buon giorno” che parte da un villaggio insignificante, sconosciuto all’Antico Testamento.

E’ un “buon giorno” che avviene in una piccola e umile casa ben lontana dalla ricchezza e solennità del tempio.

E’ un “buon giorno” rivolto ad una ragazza, semplice; è un “buon giorno, Maria”, un nome comune pronunciato da amici e vicini.

Ma proprio per questo è un “buon giorno” che si rivolge a me e a te. Dio ti saluta. Ti dice che non si è dimenticato di te, non ti tiene il broncio per i tuoi peccati, desidera che la tua vita sia un buon giorno. E’ un Dio che per regalarti un buon giorno ti chiede di ospitarlo, di generarlo, di poter gioire della sua presenza. Non c’è posto allora per la paura, anche se vivi nel mistero, basta rispondere con Maria:

“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.

 

 

MARTEDI’ 21 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Canisio; San Temistocle, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTA, MARIA FRA TUTTE LE DONNE E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO.

 

Hanno detto: In casa comportatevi con dolcezza, sia verso i parenti, sia verso i dipendenti, perché alle volte quelli che sono angeli fuori, sono diavoli in casa. (San Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Val più una messa in vita che cento in morte

Un aneddoto: In un bel giardino cresceva un grosso cedro. Lo circondavano altre piante. Di stagione in stagione il cedro s’innalzava nel cielo... E divenne superbo. Disse un giorno dall’alto della sua statura: Toglietemi via quel noce, perché mi dà fastidio! E il noce fu tolto. Disse ancora:- Portate via quel fico, che mi dà noia. E il fico fu abbattuto. Comandò sempre più egoisticamente: Strappate anche quei meli, mi fanno ombra. E anche i meli furono levati di mezzo. Così uno alla volta il superbo cedro eliminò tutti gli altri alberi. Rimase solo, solenne padrone di tutto il giardino, che ormai non era più un giardino. Ma un giorno venne una tromba d’aria. Il cedro fu scosso fin dalle radici. E il vento non trovando ostacoli intorno, né altri alberi, lo schiantò e lo distese a terra! (Leonardo da Vinci)

Parola di Dio: Ct.2,8-14, opp. Sof. 3,14-18; Sal. 32; Lc. 1,39-45

 

Vangelo Lc 1, 39-45

Dal vangelo secondo Luca.

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Parola del Signore

 

“MARIA ENTRATA NELLA CASA DI ZACCARIA SALUTO’ ELISABETTA”. (Lc. 1,40)

Il Signore viene a visitarci. E viene a noi sempre attraverso una carne ben concreta. Il seno purissimo di Maria, tabernacolo della presenza di Dio tra noi. E' sempre Lei che ci visita, ambasciatrice dell'amore di Dio. E' Lei che ci dona il Signore, presente nella sua carne, Dio incarnato nelle nostre carni incamminate nella storia. Maria è lo specchio fedele di quel che accade ogni giorno nelle nostre povere vite. In noi è già seminato il miracolo d'una vita celeste, come lo fu Giovanni per Elisabetta. Come Elisabetta intuiamo ma abbiamo bisogno d'una visita perché il miracolo di Grazia si schiuda in un canto di lode. Viviamo l'amore di Dio dentro di noi, ne sentiamo spesso tutta la portata soprannaturale, proprio come una donna incinta vive ogni cosa in modo particolare, come afferrata da una presenza interna, misteriosa che le appartiene e, allo stesso tempo, le sfugge. Con Elisabetta abbiamo bisogno di Maria. E Maria è la Chiesa, il Suo saluto che risuona nel profondo è l'annuncio che il nostro cuore attende senza posa. E allora la vita non è più una corsa verso la morte. Il Cielo s'è dischiuso dinnanzi ad ogni uomo. Ogni esistenza, anche quella che appare più distrutta dal peccato, anche quella che odora di morte, tutte sono pronte ormai per essere salvate. Un annuncio, una parola, la visita di Maria e quel che era perduto sarà riscattato.

 

 

MERCOLEDI’ 22 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Flaviano; Santa Francesca Cabrini.

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDE E’ IL TUO AMORE PER ME.

 

Hanno detto: Un'anima si misura dalle dimensioni dei suoi desideri, come si giudica una cattedrale dall'altezza dei suoi campanili. (Gustave Flaubert)

Saggezza popolare: Chi fa il falso si crede furbo, ma è soltanto falso.

Un aneddoto: In certi momenti, davanti alla debolezza della nostra fede, ci spaventiamo: come si fa a credere pienamente? Come osservare tutte le parole di Gesù? Un giovane si recò da un rabbino per essere illuminato: Maestro, quanto è immensa la Legge di Dio! Più vasta del mare! Come posso praticarla tutta? Il rabbino gli raccontò questa parabola: “Un ricco signore aveva nel proprio giardino un’enorme buca. Era così profonda che l’occhio non poteva scorgere il fondo. Chiamò un giorno alcuni operai a salario affinché la riempissero di terra. Alcuni di essi, avvicinatisi alla fossa e scopertane la smisurata profondità, rifiutarono il lavoro giudicando l’impresa impossibile. Altri, più saggi, pensarono: “Che importa a noi quanto è profonda? Noi siamo pagati a giornata e siamo fortunati ad avere lavoro; facciamo il nostro dovere e la fossa, prima o poi, si riempirà”. Allo stesso modo non è saggio per l’uomo dire: “Quanto è immensa la Legge di Dio! Come farò a praticarla tutta?” Dio risponde: “Fa’ ciò che puoi ogni giorno, e non pensare ad altro”.

Parola di Dio: 1Sam 1,24-28; Salmo da 1Sam.2; Lc. 1,46-55

 

Vangelo Lc 1, 46-55

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre". Parola del Signore

 

“MARIA DISSE: L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE”. (Lc. 1,46)

Che cosa dice Maria con il suo ‘Magnificat’?

Prima di tutto canta le opere  di Dio. Non canta se stessa, la sua grandezza. Maria ha lasciato fare al Signore e adesso può cantare ciò che Lui ha fatto in lei. Avendo creduto all’impossibile, può cantare le imprese del Dio per il quale “niente è impossibile”. Mi chiedo: sono capace di leggere i segni delle grandi opere di Dio in me? Certo è che se sono solo capace di chiedere e non di lasciarmi fare e non riesco a vedere ciò che quotidianamente mi è dato, allora non so ringraziare. Maria poi canta la rivoluzione di Dio. Tutto ciò che è dato per sicuro dal mondo è rovesciato. Ciò che conta, che è grande nel mondo, diventa piccolo, insignificante e ciò che è trascurato diventa importante. I poveri vengono saziati e i ricchi si ritrovano a mani vuote, i potenti sono scalzati dai loro seggi di potere e gli umili sono glorificati, proprio come è successo a Lei. Per dire questo bisogna avere gli occhi della fede, perché quelli della carne continuano a vedere il successo dei potenti e la dura sorte dei poveri e degli umili. E’ allora capace di ringraziare e lodare solo chi vede con gli occhi di Dio e non con quelli del mondo. Ancora, Maria canta la fedeltà di Dio. Cioè, Maria legge la storia. Legge la sua storia inserita nella storia della salvezza: se ora Dio la rende madre del suo Figlio che viene a salvare gli uomini è perché Dio è fedele al suo progetto che parte dalle promesse fatte ad Adamo e poi ad Abramo e alla sua discendenza. Per ringraziare devo imparare a non guardare solo a me, devo imparare anch’io a leggere la mia storia nella storia del mondo e la storia del mondo  nella storia del progetto di Dio, allora nulla di quello che mi succede è insignificante per me, né per il mondo, né per Dio, allora, davvero, il mio grazie diventa il grazie di una umanità intera (passata, presente, futura) che vede il Dio fedele alla sua misericordia.

 

 

GIOVEDI’ 23 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Servolo; San Giovanni da Kety; Sant’ Ivo da Chartres.

Una scheggia di preghiera:

 

E’ VICINA LA NOSTRA SALVEZZA.

 

Hanno detto: Se conosco Te, nessuno mi sarà estraneo. (Tagore)

Saggezza popolare: Quando la greppia è vuota, i cavalli si tirano calci

Un aneddoto: Mariolino, vedendo i continui bisticci tra papà e mamma, domandò: “Mamma, che cosa si dicono due persone quando vogliono sposarsi?” Si promettono di amarsi e di essere sempre gentili e cortesi l’una con l’altra”. “Allora, tu non sei sempre sposata!”, ribatté Mariolino.

Parola di Dio: Ml. 3,1-4.23-24; Sal. 24; Lc. 1,57-66

 

Vangelo Lc 1, 57-66

Dal vangelo secondo Luca.

In quei giorni, per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO PER ELISABETTA SI COMPI’ IL TEMPO DEL PARTO E DIEDE ALLA LUCE UN FIGLIO”. (Lc. 1,57)

Ci troviamo davanti ad una prima nascita miracolosa. Una donna anziana, fuori del suo tempo di fertilità concepisce e partorisce un figlio. Certamente al di là del racconto del fatto, qui c’è tutto un simbolismo. L’Antica Alleanza tra Dio ed Israele, a suo tempo aveva dato frutti grandiosi: Abramo, Mosé, la liberazione, la legge, Davide, i Profeti ma ora questa pianta è diventata vecchia, sta per cedere il suo posto al nuovo “Virgulto di Iesse” e prima di lasciare spazio alla nuova Alleanza dà il suo ultimo frutto, il più bello: Giovanni Battista, l’ultimo grande profeta dell’Antico Testamento e il precursore del Figlio di Dio. Giovanni e Gesù non solo sono legati da parentela umana ma, pur essendo ben diversi hanno molte caratteristiche in comune: entrambi sono dono di Dio, la loro nascita è fonte di gioia per molti, la gente per entrambi si chiede: “Che cos’è mai questo?”. Essi si sono incontrati ancor prima di nascere e sono stati gioia uno per l’altro. Si incontreranno ancora e il frutto della vecchia pianta indicherà il nuovo frutto chiamandolo “l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo” e uno anticiperà l’Altro nel dono totale di se stesso per fedeltà a Dio e agli uomini. Anche noi contemplando e rivivendo queste scene dovremmo ‘meravigliarci’ e gioire al vedere la fedeltà di Dio che fa nascere simili frutti anche da una pianta avvizzita, e che non si ferma nei suoi progetti di amore nei nostri confronti ma, servendosi del ‘sì’ di una anziana e di quello di una giovane dona se stesso, la sua parola, il suo Figlio a noi, povera umanità che Egli ama.

 

 

VENERDI’ 24 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Delfino, vescovo; Santa Erminia, monaca; Santa Adele, monaca.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO-CON-NOI GUIDA I NOSTRI PASSI SULLA VIA DELLA PACE.

 

Hanno detto: Come dev’essere grande un’anima per contenere Dio. (S. Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Quando fa buio anche l'aquila ha bisogno della sua casa.

Un aneddoto: Un vecchio padre del deserto disse:

“Ogni sera e ogni mattina il monaco deve chieder conto a se stesso delle pro­prie azioni e domandarsi: “Ho forse fatto ciò che Dio non vuole? oppure non ho fatto ciò che Dio vuole?”. Un secondo padre anziano disse: “Chi ha perso oro o argento può trovare altro oro o altro argento, ma chi ha perso tempo non troverà altro tempo”. E un terzo ancora disse: “La mattina, quando t’alzi, devi dare questo comando: “Tu, corpo, lavora per nutrirti, e tu, anima, vigila per procurarti l’eredità del cielo!”. Si narra che ad un monaco venne questo pensiero: “Oggi riposati e domani farai penitenza”. Egli replico: “No, farò penitenza oggi e mi riposerò domani”, un santo vegliardo disse: “Se il nostro uomo interiore non vigila, l’uomo esteriore non può essere vigilato”.

Parola di Dio: 2Sam 7,1-5.8-11.16; Sal. 88; Lc. 1,67-79

 

Vangelo Lc 1, 67-79

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo: "Benedetto il Signore Dio d'Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace". Parola del Signore

 

“VERRA’ A VISITARCI DALL’ALTO UN SOLE CHE SORGE PER RISCHIARARE QUELLI CHE SONO NELLE TENEBRE E DIRIGERE I NOSTRI PASSI SULLA VIA DELLA PACE”. (Lc. 1,78-79)

Siamo arrivati anche quest’anno alla vigilia di Natale. Questa notte sentiremo ancora una volta cantare: “Gloria a Dio e pace agli uomini”. Ma il mondo e gli uomini non hanno ancora trovato la pace. Nei secoli, tanta parte dell'umanità ha accettato Cristo, ma la speranza di pace che Lui ci ha donato, non è mai divenuta realtà. E neppure c’è pace nel cuore dell’uomo; il vantato progresso ci ha colmato di mezzi e di cose, ha risolto molti problemi, ma non ci ha reso più felici. Domani è Natale e la nostalgia di un mondo e di un cuore di pace si fa più acuta. Gesù, un giorno, ha pianto su Gerusalemme, dicendo: “Se avessi compreso anche tu la via della pace. Ma ormai è nascosta ai tuoi occhi”. I fatti tenderebbero a convincerci che tale via è ormai nascosta anche a noi, ma il ritorno del Natale è un risveglio di speranza. A patto di essere, a tutti i costi e al di là di ogni convinzione, uomini di pace e per la pace.

 

 

SABATO 25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Santa Anastasia, vergine; Santa Eugenia, martire; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

OCCHI NEGLI OCCHI, MANO NELLA MANO, UN SOLO CUORE CON TE, O DIO.

 

Hanno detto: Gesù ha voluto che il suo nome "Salvatore” indicasse l'opera della sua vita, la salvezza delle anime; l'opera della nostra vita dev'essere, ad imitazione del Modello Unico, la salvezza delle anime. (Charles De Foucauld)

Saggezza popolare: Chi discorre col cielo, impara a vivere in terra

Un aneddoto: Ecco come Michael Quoist riesce a vedere Dio negli occhi di un bimbo:

“Per un attimo la mamma ha lasciato la carrozzina del bimbo, ed io mi sono accostato per incontrare la santa Trinità, vivente nell’anima pura. Il bimbo dorme, con le braccia abbandonate sul piccolo lenzuolo ricamato. Gli occhi chiusi guardano all’interno, e il petto si solleva dolcemente. Sembra che la vita mormori: ‘La casa è abitata’. Signore, tu sei qui. Ti adoro in questo piccolo che non ti ha ancora sfigurato. Aiutami a tornare come lui, a ritrovare la tua immagine e la tua vita, così profondamente sepolte nel mio cuore”.

Parola di Dio: Messa del giorno: Is. 52,7-10; Sal. 97; Eb. 1,1-6; Gv. 1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore

 

"IN PRINCIPIO ERA IL VERBO". (Gv. 1,1)

Il Vangelo dice che in principio c'era il Verbo e il Verbo era Dio. C'è invece chi dice che all'inizio di tutto c'era il caos. C'è chi dice che all'inizio di tutto c'era il caso. C'è chi dice che all'inizio di tutto c'era la materia. C'è chi dice che all'inizio di tutto c'era il niente. Il Vangelo invece dice che all'inizio di tutto c'era Dio e che Dio è Amore. Dio Creatore è Amore e l'universo l'ha creato l'Amore. Questa verità è meravigliosa ed è l'unica che sostiene la nostra fede ed è l'unica che dovrebbe sostenere la fede di tutto il mondo. Soltanto se ci mettiamo nell'ottica dell'amore, nella logica dell'amore, allora possiamo capire qualcosa del mistero dell'uomo e dell'incarnazione di Dio che si è fatto carne della nostra carne. Possiamo capire qualcosa del vero amore che scende per servire, l'amore che arriva anche a soffrire e a farsi crocifiggere. Ma soprattutto possiamo capire che essendo ogni uomo opera da Dio che è amore, nasce per noi il dovere di amare ogni persona, in qualsiasi situazione si trovi e qualsiasi cosa abbia fatto. 

 

 

DOMENICA 26 DICEMBRE: SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano, martire; San Zosimo, papa; S. Evaristo di Costantinopoli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONA VALORI ALLE NOSTRE FAMIGLIE.

 

Hanno detto: L'anima ambiziosa è una cisterna asciutta. (Evagrio Pontico)

Saggezza popolare: I figli succhiano la madre quando sono piccoli, e succhiano il padre quando sono grandi.

Un aneddoto: “C’era una famiglia molto numerosa e molto unita. I suoi componenti avevano ricevuto tutti un’eccellente educazione morale, ma erano arrivati a pensare che molto di ciò che avevano appreso era costituito da pregiudizi anacronistici o da alienazioni che limitavano la loro libertà. Perciò genitori e figli seguivano la filosofia di chi cerca soprattutto la propria realizzazione. Al padre piaceva scommettere sui cavalli perché lo soddisfaceva molto, malgrado perdesse al di sopra dei suoi mezzi. Alla madre piaceva andare alle riunioni sociali e frequentare uomini giovani perché così si sentiva più donna e realizzata. Anche i figli avevano i loro “passatempi” nei quali si sentivano liberi; uno fumava marihuana con gli amici, un altro era andato a vivere con un’artista del cinema, un altro ancora si dedicava ai viaggi e viveva bene con denaro in prestito. Tutti si sentivano realizzati e liberi dai pregiudizi. Il tempo passò e giunse il momento in cui il padre rovinò la famiglia con le sue scommesse. La moglie lo abbandonò per un uomo molto più giovane di lei, che più tardi la lasciò per un’adolescente. Un figlio diventò schiavo della droga; l’altro diventò succube dell’artista cinematografica che dirigeva la sua vita e si serviva di lui per divertirsi occasionalmente; il terzo figlio si trova senza amici perché non poteva pagare i suoi debiti. E la famiglia che era stata tanto unita si sfasciò.”

Parola di Dio: Sir. 3,2-6;12-14; Sal.127; Col 3,12-21; Mt. 2,13-15.19-23

 

Vangelo Mt 2, 13-15. 19-23

Dal Vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d'Israele; perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino”. Egli, alzatosi, prese con sé il bambino e sua madre, ed entrò nel paese d'Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si adempisse ciò che era stato detto dai profeti: “Sarà chiamato Nazareno”. Parola del Signore

 

“PRENDI CON TE IL BAMBINO E SUA MADRE E FUGGI IN EGITTO”. (Mt. 2,14)

Ieri, il nostro sguardo si è posato sul Bambino, il Dio – con - noi, il Figlio di Dio, il Fratello, il Consigliere ammirabile, il Principe della pace e in Lui abbiamo contemplato il mistero che ha unito il cielo e la terra. Ma questo Bambino non è un extraterrestre che appare improvvisamente in mezzo agli uomini. E’ un Dio incarnato in una storia concreta, ricordavamo ieri il quasi affanno di Matteo nel darci indicazioni di luoghi e di tempi. E’ un Dio incarnato in una famiglia concreta. Ecco allora, che il nostro sguardo si allarga e scorgendo Gesù tra le braccia di Maria con la presenza discreta e premurosa di Giuseppe, abbiamo il quadro più completo sul senso della venuta di Gesù: l’incarnazione ha senso perché trova la concretezza di una famiglia come le nostre, e quindi Gesù è venuto a dirci che proprio la famiglia deve essere il luogo dove cielo e terra si congiungono, dove fede e mistero si coniugano, dove pace e amore devono trovare il loro luogo ideale. Che cosa dovrebbe fondare le nostre famiglie? E’ l’amore. Purtroppo, però, sappiamo che questa parola si presta alle più disparate interpretazioni, qualcuno la intende esclusivamente come sentimento che lega più persone (ma, allora finito il sentimento, o nato un sentimento più forte è finito l’amore?); qualcun altro pensa sia una buona riuscita sessuale (certamente vi è anche questo aspetto ma non vi sembra un po’ poco ridurre la famiglia ad un semplice appagamento fisico vicendevole?); qualcuno pensa che l’amore possa sussistere se alla base ci sono i soldi e uno stato di benessere sufficiente ( ma come la mettiamo con certe famiglie povere che ci sono di esempio?) l’amore è rispetto vicendevole, è camminare insieme verso una stessa meta, è fondasi su un Amore più grande che è Dio stesso. L’amore non è senza sofferenza. Se la famiglia è per la gioia dei suoi componenti, questo non significa che non ci siano prove. La Sacra Famiglia ne affronta di tutti i generi, prove morali, prove umane, tentazioni, prove fisiche. Ma le prove invece di dividere diventano motivo di lotta comune, di comune sostegno, di riscoperta della propria finitezza e di abbandono fiducioso al mistero di Dio.

 

 

LUNEDI’ 27 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Apostolo ed Evangelista; Santa Fabiola di Roma.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTI I TUOI DONI.

 

Hanno detto: Il nostro apostolato darà frutti solo se preghiamo per coloro che vogliamo conquistare. (Charles de Foucauld)

Saggezza popolare: Finché i figli sono giovani, date loro profonde radici; quando saranno cresciuti, date loro le ali.

Un aneddoto: La nuvola avanzava lentamente: era piccola, poco più grande di un batuffolo di cotone. All'interno, due gocce di pioggia stavano litigando furiosamente. "Ti dico che dovevamo scendere su quel prato!", urlò l'una. "E così saremmo finite in mezzo al fango!", ribatte l'altra. "Sua maestà ha paura di sporcarsi? Preferirebbe forse cadere in una boccetta di profumo?!", insistette la prima. "Sei sciocca e ignorante!", concluse la seconda. E rivolgendosi all'altra compagna che se ne stava pacifica e silenziosa ad osservare il paesaggio chiese: "E tu, cosa ne pensi?". Costei rispose: "Credo che ognuna di noi debba seguire le proprie aspirazioni, ricordandoci che il mondo ha bisogno di noi". "Giusto!", intervenne la prima, "Ognuna pensi a se stessa!", travisando così le parole della compagna saggia. La prima a lasciarsi scivolare dalla nuvola fu proprio lei. Vide uno scoglio e decise di andare a crogiolarsi al sole. Fatto sta che, poco dopo, cominciò a sudare e all'improvviso scomparve. Di lei non restò più nulla, neppure il segno sulla roccia. La seconda, vedendo l'oceano, pensò: "Qui non mi mancherà la compagnia!" e si lasciò scivolare. Per qualche tempo passò le sue giornate ridendo, scherzando, ballando insieme alle compagne. Ma un giorno un'onda l'afferrò con decisione e la mandò a ruzzolare sulla spiaggia. La sabbia assorbì la goccia e di lei non restò più nulla, nemmeno un'impronta. Sulla nuvola,intanto, la goccia rimasta aspettava il momento opportuno per scendere sulla terra. Aveva deciso: "Mi spingerò più a Nord, il vento freddo mi trasformerà in un fiocco di neve e contribuirò a far felici i bambini". All'improvviso vide, in un campo arso dal sole, una pianticella quasi appassita. Questo la rattristò e la commosse. E cosi decise:si lasciò scivolare dalla nuvoletta e cadde addosso alla piantina. Costei si ridestò dicendo: "Che fresca carezza! Chi sei?". "Sono una piccola goccia e sono scesa dal cielo per aiutarti" rispose. Poi scomparve nel terreno, fino alle radici. Subito un fremito percorse l'intera pianticella ed un fiorellino sbocciò, profumando l'aria.

Parola di Dio: 1Gv. 1,1-4; Sal 96; Gv. 20,2-8

 

Vangelo Gv 20, 2-8

Dal Vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Magdala corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: "Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!". Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Parola del Signore

 

“MARIA MADDALENA CORSE E ANDO’ DA SIMON PIETRO E DALL’ALTRO DISCEPOLO, QUELLO CHE GESU’ AMAVA”. (Gv. 20,2)

E’ una definizione bella e audace quella che Giovanni usa per definire se stesso: “Colui che Gesù amava”, infatti noi sappiamo che Gesù ama tutti indistintamente. Ma Giovanni si era accorto con meraviglia e gioia di una cosa: Gesù che ama tutti ha un amore particolare per ciascuno. Le scelte di Dio sono misteriose e incomprensibili. Ogni uomo riceve una vocazione unica. Pietro ha ricevuto il primato tra i Dodici, Giovanni ha ricevuto la vocazione di essere “colui che Gesù amava”. Entrambi questi ruoli hanno significato all’interno della Chiesa. E’ necessario che ci sia il ruolo della guida e il ruolo dell’animazione interiore. E’ necessario correre insieme, come ci vien detto nel Vangelo di oggi, anche se uno corre più forte dell’altro, ma è anche necessario sapersi aspettare. Anche tu hai dei doni particolari: è il modo di Gesù di parlarti, ed essi sono il modo con cui tu puoi rispondere a Lui. I doni che tu hai, però, non sono per farti superiore agli altri, sono per il bene comune. Hai mai pensato di chiederti quale sia la tua vocazione, cioè quali sono i modi specifici con cui Dio ti ama? Se Dio ti ama così particolarmente, sai mettere a servizio degli altri ciò che Dio ti ha dato?

 

 

MARTEDI’ 28 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: Santi martiri innocenti; Sant’Antonio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

A TE GRIDA, O SIGNORE, IL DOLORE INNOCENTE.

 

Hanno detto:

Ricorri al tuo Angelo Custode nell'ora della prova: egli ti proteggerà contro il demonio e ti porterà sante ispirazioni. (Escrivà de Balanguer)

Saggezza popolare: Dove il fratello aiuta il fratello, là la casa non si lamenta.

Un aneddoto: Quando si dice fortuna! Racconta un saggio russo che un uomo trovò un ferro da cavallo e pensò che, alla sua fortuna, mancavano soltanto un cavallo e altri tre ferri.

Parola di Dio: 1Gv. 1,5-2,2; Sal. 123; Mt.2,13-18

 

Vangelo Mt 2, 13-18

Dal Vangelo secondo Matteo

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: "Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo". Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall'Egitto ho chiamato il mio figlio. Erode, accortosi che i Magi si erano presi gioco di lui, s'infuriò e mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme e del suo territorio dai due anni in giù, corrispondenti al tempo su cui era stato informato dai Magi. Allora si adempì quel che era stato detto per mezzo del profeta Geremia: Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più". Parola del Signore

 

“ERODE SI INFURIO’ E MANDÒ AD UCCIDERE I BAMBINI DI BETLEMME”. (Mt. 2,16)

San Matteo, raccontandoci l’ira di Erode e il suo piano che, per eliminare un eventuale concorrente gli fa compiere una strage di bambini, ha certamente presente la storia di Mosè. Anche là, il Faraone per eliminare un popolo che poteva causargli dei guai, aveva ingiunto l’uccisione di tutti i neonati maschi. Si comincia sempre così. Per ottenere potere, per paura, per ira ci si accanisce sui più deboli. Quel bambino che sta per nascere infangherà il mio buon nome? ci darà fastidio? non ci permetterà libertà? Uccidiamolo! Abbia­mo addirittura una legge dello stato che ce lo permette. I nostri soldi non rendono più abbastanza? Chiudiamo quella fabbrica, mandiamo alla disperazione centinaia di famiglie e giustifichiamoci dicendo che è la legge dell’economia che lo vuole. Quegli aborigeni che vivono nella foresta danno fastidio alle nostre imprese: spariamogli addosso, sono solo come bestie. E’ lunga questa strage di innocenti. Ma il sangue dei piccoli, dei poveri, degli umiliati grida vendetta. Dio salva sempre Qualcuno. E Gesù, prendendo la via dell’esilio si prepara a ritornare. Egli sarà la vendetta di Dio. E la vendetta di Dio sarà ancora una proposta di Amore. Gesù salvato in questo caso non sarà più “salvato” al momento della croce, quando Lui, la vendetta di Dio crocifissa, griderà: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”.

 

 

MERCOLEDI’ 29 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso Becket; San Davide, re; San Vitale, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, TU SEI LA LUCE CHE ILLUMINA OGNI UOMO.

 

Hanno detto: Avaro, tu dici di essere povero! E' vero: sei povero di carità, povero di bontà, povero di confidenza in Dio, povero di speranza eterna. (Basilio di Cesarea)

Saggezza popolare: Chi sbaglia in fretta, piange adagio.

Un aneddoto: Un  giorno due ricchi mercanti decisero di mettersi alla ricerca della cosa più preziosa nel mondo. Dopo averla trovata si sarebbero ritrovati. Il primo non ebbe dubbi: partì alla ricerca di una gemma. Attraversò mari e deserti, salì sulle montagne e visitò città finché  non l'ebbe trovata:  era la più splendida  gemma  che avesse mai rifulso sotto il sole. Tornò allora in patria in attesa dell'amico. Passarono molti anni prima che questi arrivasse. Sfido io, era partito alla ricerca di Dio! Aveva consultato i più grandi maestri; aveva letto e studiato, ma Dio  non lo aveva trovato. Un giorno, mentre dopo tanto cercare stava seduto sulla riva di un fiume, vide  un'anatra  che in mezzo ai canneti cercava i suoi piccoli che si erano allontanati da lei. I piccoli erano tanti e birichini, per cui l'anatra cercò fino al calar del sole, finché non ebbe ricondotto sotto la sua ala l'ultimo dei suoi nati. Allora l'uomo sorrise e fece ritorno al paese. Quando l'amico lo vide gli mostrò la sua gemma, e poi trepidando gli chiese:"E tu,che cosa hai trovato di prezioso? Qualcosa di magnifico, se hai impiegato tanti anni. Lo vedo dal tuo sorriso.....". "Ho cercato Dio", rispose l'altro. "E lo hai trovato?", chiese l'amico sbalordito. L'altro rispose:     "Ho scoperto che era Lui che cercava me!”

Parola di Dio: 1Gv. 2,3-11; Sal. 95; Lc. 2,22-35

 

Vangelo Lc 2, 22-35

Dal vangelo secondo Luca.

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele”. Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima”. Parola del Signore

 

“I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA”. (Lc. 2,30)

Un'attesa colmata. Una speranza esaudita. Una vita compiuta. Il Bambino nato a Betlemme è ora tra le braccia di chi lo aveva ardentemente desiderato vedere. Vedere la salvezza, ecco la Buona Notizia di oggi. Gli occhi di Simeone han visto e ora nulla più desidera il suo cuore. E' un uomo realizzato, la sua vita ha raggiunto lo zenit, è ormai alle porte del Paradiso. Vedere Dio dunque è il segreto d'una vita veramente vissuta, realizzata, compiuta. Viviamo con una speranza racchiusa nel cuore. Tutto di noi aspira e tende ad una visione, l'unica che può illuminare e dare senso e compimento alle nostre esistenze. Anche se la tenda d'argilla appesantisce i nostri giorni e crediamo di desiderare altre cose, non è così. Lo aveva ben compreso Agostino quando scriveva che "Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore non ha pace finché non riposi in Te". Simeone può riposare perché quel Bambino offertogli da sua Madre lo aveva accolto nel suo amore infinito. Così per ciascuno di noi. La Vergine Maria ce lo offre ancora, e ogni giorno; la Chiesa, attraverso la Parola, la comunità e i Sacramenti, ci dona quel Bambino che è Dio, sceso a noi per accoglierci nella sua vita. Oggi è possibile vedere Dio per vedere compiute tutte le promesse ricevute, ed, in esse, compiuta la nostra vita. Sarà attraversata da una spada, la Croce non ci lascerà, ma i nostri occhi che han visto la salvezza, come Simeone, come Maria, sapranno trapassare la carne ferita per scoprirne la vita celata, l'eterno amore che sgorga dalle stesse piaghe della Croce.

 

 

GIOVEDI’ 30 DICEMBRE:

Tra i santi ricordati oggi:San Giocondo, vescovo di Aosta; San Ruggero, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, OGGI VOGLIO INCONTRARTI!

 

Hanno detto: Un albero é conosciuto per i suoi frutti, un uomo per le sue azioni. Una buona azione non è mai perduta. Colui che semina cortesia miete amicizia, colui che pianta gentilezza raccoglie amore. (San Basilio)

Saggezza popolare: Roba mal acquistata non dura un'annata.

Un aneddoto: Un contadino, durante un giorno di mercato, si fermò a mangiare in un affollato ristorante dove pranzava di solito anche il fior fiore della città. ll contadino trovò un posto in un tavolo a cui sedevano già altri avventori e fece la sua ordinazione al cameriere. Quando l’ebbe fatta, congiunse le mani e recitò una preghiera. I suoi vicini lo osservarono con curiosità piena di ironia, un giovane gli chiese: “A casa vostra fate sempre così? Pregate veramente tutti?”. Il contadino, che aveva incominciato tranquillamente a mangiare, rispose: “No, anche da noi c’è qualcuno che non prega”. Il giovane ghignò: “Ah, sì? Chi è che non prega?”. “Be’”, proseguì il contadino “per esempio le mie mucche, il mio asino e i miei maiali

Parola di Dio: 1Gv.2,12-17; Sal. 95; Lc. 2,36-40

 

Vangelo Lc 2, 36-40

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, c'era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Parola del Signore

 

“NON SI ALLONTANAVA MAI DAL TEMPIO, SERVENDO DIO NOTTE E GIORNO CON DIGIUNI E PREGHIERE”. (Lc. 2,37)

La figura di questa anziana vedova che accoglie e riconosce tra le sue braccia Gesù è un forte richiamo per tutti noi ed in particolare per tutti gli anziani. Anna  era lì, sola, al Tempio, con il suo Dio, con in seno la speranza di tutto il suo Popolo. Ed ora, in un istante, dopo decine d'anni trascorsi tra digiuni e preghiere, la Grazia di un incontro. Non era stata inutile la sua vita, anzi. La vecchiaia è feconda in una carica profetica dirompente. Quante donne anziane e quanti uomini vivono ai bordi della società, dalla panchina dei giardini pubblici ad una sedia in un angolo della casa; se non peggio, dimenticati in un ospizio. No, la vecchiaia è il tempo della preghiera più intensa, l'intimità colma di attesa del compimento di tutta una vita. Gli anziani sono come le antenne che ricevono ansie, speranze, angosce e desideri di tutta la famiglia per ritrasmetterle a Dio. Non sono soli, sono lasciati liberi per Dio. E a loro, come ad Anna, è concesso, in una pienezza di vita che gli anni precedenti non hanno conosciuto, la Grazia dell'incontro più importante, quello decisivo, per loro e per le loro famiglie. Che belli quegli anziani  che riescono a parlare a figli e nipoti, nuore e generi, di quel Bambino, della salvezza e del compimento, la redenzione a quanti attendono afferrati e distratti da mille impegni, un senso alle proprie vite

 

 

VENERDI’ 31 DICEMBRE

Tra i santi ricordati oggi:San Silvestro, papa; Santa Melania; San Giovanni Francesco Regis.

Una scheggia di preghiera:

 

NOI TI LODIAMO, O DIO, E TI PROCLAMIAMO SIGNORE.

 

Hanno detto: Quando un uomo ha grossi problemi dovrebbe rivolgersi ad un bambino; sono loro, in un modo o nell'altro, a possedere il sogno e la libertà. (Dostoewski)

Saggezza popolare: Il miglior ben che possediamo al mondo è quello di vantare un cuor giocondo.

Un aneddoto: Mi raccontava un giorno un contadino:

“Quando ero ancona piccolo un giorno mio padre mi chiamò per insegnarmi a leggere l’ora. Dopo di che tornai ai miei giochi, ma lui mi richiamò: “Figlio mio, ti ho insegnato come contare le ore del giorno; bisogna anche che ti insegni o contare il tempo della tua vita”. Questo per me era come parlar cinese ed aspettavo la spiegazione. “L’età media della vita umana è di settant’anni o di ottanta per i più robusti. La nostra esistenza è d’altronde molto incerta e possiamo entrambi morire oggi. Ma se dividiamo una durata normale della vita come il quadrante di un orologio, ogni ora corrisponde a sei anni circa. Tu hai sette anni; dunque sul quadrante della tua vita è un po’ più dell’una. Quando avrai dodici anni saranno le due; se arrivi a diciotto anni, saranno le tre e così via. Secondo il calcolo il mio bisnonno è morto verso mezzogiorno, mio nonno alle undici e mio padre alle dieci. L’ora in cui moriremo tu ed io è conosciuta soltanto da Dio”. Da quel giorno ho raramente sentito chiedere: “Che ore sono?” o guardato il quadrante dell’orologio senza pensare a quelle parole di mio padre. Non abbiamo da vivere che una vita sola. Contare i nostri giorni dà un cuore savio, dice la Bibbia. Saggezza che consiste nel prepararci per l’ora che seguirà la nostra morte, ora che avrà una durata eterna.”

Parola di Dio: 1Gv.2,18-21; Sal.95; Gv.1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal vangelo secondo Giovanni.

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: "Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me". Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore

 

“LA GRAZIA E LA VERITA’ VENNERO PER MEZZO DI GESU’ CRISTO”. (Gv. 1,17)

Mi fermo e penso al dono di questo anno. Non ho fretta di buttarlo via, lo sfoglio con riconoscenza. In ogni anno vi trovo un po’ di tutto, giornate radiose, amicizia, negatività, errori... Ma ogni giorno è un dono, mi ha portato qualcosa, è stato un giorno della mia vita. Ogni giorno ho chiesto al Padre “il pane quotidiano” ed esso mi è stato dato. E’ vero, ci sono anche dei motivi di tristezza, sofferenza, peccati, occasioni perdute, ma se guardo bene c’è anche tanto amore, misericordia di Dio, forza che è venuta da Lui... e allora: “Signore, non posso che dirti grazie per tutti i tuoi doni, con Maria non posso che dire: “grandi cose ha fatto per me il Signore”. Posso offrirti qualcosa, molto poco, ma qualcosa c’è. Posso ringraziarti della tua misericordia e ti dico: aiutami a non archiviarlo il tempo che mi hai dato, ma, attraverso l’esperienza acquisita, fa’ che esso porti frutto nel tempo che ancora mi darai, di modo che l’esperienza del passato, la speranza del futuro mi aiutino nel presente a fare la tua volontà”.

     
     
 

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