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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GENNAIO 2010

 

 

VENERDI’ 1 GENNAIO:  MARIA SANTISSIMA, MADRE DI DIO

Tra i santi ricordati oggi: San Fulgenzio, vescovo; Santa Franca; San Guglielmo da Volpiano.

Una scheggia di preghiera:

 

PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE TU AMI, O DIO.

 

Hanno detto: Portiamo dentro di noi il paradiso poiché colui che illumina i santi con la visione celeste si concede a noi nella fede e nel mistero alla stessa maniera. (Beata Elisabetta della Trinità)

Saggezza popolare: Il giovane cammina più veloce dell'anziano, ma l'anziano conosce la strada. (Prov. Africano)

Un aneddoto: Nella notte di capodanno del 1913, Louis Armstrong, detto poi Satchmo che divenne grande trombettista e cantante jazz, aveva 13 anni e nel festeggiare si mise a sparare con un pistola dei suoi “patrigni”. Venne arrestato e condotto in un riformatorio per ragazzi negri. Lì vi erano alcuni guardiani,anch’essi negri, che insegnavano la musica ai ragazzi. Fu proprio in riformatorio che Louis ebbe tra le mani per la prima volta una cornetta che diventerà il suo strumento. Anche da una disavventura può nascere il bene

Parola di Dio: Nn. 6,22-27; Sal. 66,2-3.5-6.8; Gal. 4,4-7; Lc. 2,16-21

 

Vangelo (Lc. 2, 16-21)

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, i pastori andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro. Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

 

“I PASTORI ANDARONO SENZA INDUGIO E TROVARONO MARIA E GIUSEPPE E IL BAMBINO CHE GIACEVA NELLA MANGIATOIA”. (Lc. 2,16)

In questo primo giorno dell’anno, dedicato alla preghiera per la pace del mondo attraverso l’intercessione di Maria, madre di Gesù e madre della Chiesa, ci lasciamo guidare nella riflessione da una suora di clausura che cerca di spiegare a dei bambini questo versetto del vangelo:

Gesù sta nella mangiatoia e i pastori vanno a trovarlo. Gli angeli avevano parlato loro del Salvatore. Ma come può il Signore del cielo stare in una grotta, nascosto agli occhi di tutti? Perché sceglie le cose più piccole, quelle che nessuno cerca? Perché la grandezza non sta nelle cose, ma nelle persone. Dio dimostra la sua potenza perché dopo aver mostrato i riflessi della sua gloria nella creazione, ha scelto di nascere come un piccolo bambino, di chiudersi nel grembo di una donna, come tutti. Vuoi percorrere la via per andare in cielo? Devi percorrere l’uomo. Gesù è venuto infatti a farci vedere come si fa a tornare al Padre attraverso la nostra carne mortale. Lui ha sofferto, ha gioito, ha pianto, ha sorriso, è morto.. per dirci che non sono cose brutte quelle che noi viviamo. Diventano importanti se le facciamo secondo il cuore di Dio, come figli e non come schiavi. Noi abbiamo tutti impresso nel cuore il nome di Dio perché siamo stati creati a immagine sua. Quando uno ci guarda, dovrebbe dire: questo assomiglia tutto al suo Babbo, cioè a Dio. Possono dirlo questo di noi? Oppure abbiamo un volto talmente corrucciato, severo, adirato, scontento che gli altri pensano: meglio stare alla larga!? Guardati un po’ allo specchio. Se riesci a dire a te stesso: io ci starei volentieri con te! allora vai pure incontro agli altri, altrimenti cambia un po’ il tuo cuore prima di incontrare chiunque, anche te stesso! altrimenti come conosceranno il Signore?!

 

SABATO 2 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santi Basilio e Gregorio Nazianzeno; Sant’ Adalardo di Corbie.

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN GESU’ CRISTO, FIGLIO DI DIO.

 

Hanno detto: La comunità vive soprattutto nell’Eucarestia nella quale contempla e celebra, sotto segni estremamente semplici, il mistero della propria salvezza. (Card. Carlo Maria Martini)

Saggezza popolare: A battere le mani, sappiamo il suono delle due mani insieme. Ma qual è il suono di una sola mano? (Proverbio indiano).

Un aneddoto: In Italia si sprecano ogni giorno 1.500 tonnellate di pane, pari a circa 3 milioni di Euro. È il pane che viene dalle tavole degli alberghi, dalle mense scolastiche, dai ristoranti, dalle carceri, ma è anche pane che viene dalle nostre tavole, perché abbiamo perduto il senso sacro del pane. Solo pochi decenni fa, nelle nostre famiglie, il pane non si buttava via, nemmeno in piccole quantità: non si lasciavano resti sulle tovaglie e si raccoglievano anche le briciole per darle agli uccellini. Il consumismo ha cancellato i valori di riconoscenza, di rispetto e di giustizia. 

Parola di Dio: 1Gv. 2,22-28; Sal. 97; Gv. 1,19-28

 

1^ Lettura 1 Gv 2, 22-28
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, chi è il menzognero se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre. Quanto a voi, tutto ciò che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quel che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna. Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di traviarvi. E quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che alcuno vi ammaestri; ma come la sua unzione vi insegna ogni cosa, è veritiera e non mentisce, così state saldi in lui, come essa vi insegna. E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo aver fiducia quando apparirà e non veniamo svergognati da lui alla sua venuta. Parola di Dio
 

“CHI E’ IL MENZOGNERO SE NON COLUI CHE NEGA CHE GESÙ È IL CRISTO?”. (1 Gv. 2,22)

San Giovanni, ci ricorda quale sia il centro della nostra fede. Noi siamo cristiani perché crediamo che Gesù è il Cristo, cioè il Figlio di Dio Salvatore. Se non c’è questa fede, non possiamo dirci cristiani. Oggi, la grande ignoranza religiosa e un falso senso di ecumenismo portano spesso a confusioni. Si pensa: “io sono credente in Dio, quindi sono cristiano”. Non è assolutamente vero. Anche coloro che adoravano gli idoli o adorano la materia sono credenti, ma non per questo cristiani. Anche certe sette religiose, come ad esempio i testimoni di Geova, si dicono cristiani, ma non lo sono perché non credono in Gesù come Figlio di Dio. Notate che San Giovanni chiama “Menzognero” colui che nega che Gesù è il Cristo e il termine “menzognero” nella Bibbia è lo stesso con il quale si designa il Diavolo: colui che ci divide dalla verità. C’è anche un’altra “menzogna”, confusione di verità, quella di usare la frase: “io sono credente, ma non praticante”, quasi che si possa distinguere la fede dalla vita. O credi e metti in pratica la gioia della fede o non mascherarti dietro una fede inesistente.

 

DOMENICA 3 GENNAIO: 2^ DOMENICA DOPO NATALE

Tra i santi ricordati oggi:Santa Genoveffa, vergine; San Fiorenzo, vescovo; Sant’Antero, papa.

Una scheggia di preghiera:

 

LUCE, SAPIENZA, PAROLA : VIENI SIGNORE GESU’.

 

Hanno detto: Il nostro amore non potrà mai avvicinarsi a quello che Gesù ha per noi. Chiediamogli per lo meno di dargli tutto quello di cui siamo capaci. (Charles de Foucauld)

Saggezza popolare: Il mare calmo non rende bravo il marinaio. (Prov. Africano)

Un aneddoto: Un giorno Abba Agatone stava andando in città a vendere piccoli utensili. Sul ciglio della strada incontrò un lebbroso che gli chiese: "Dove vai? ". Abba Agatone rispose: "In città a vendere queste cose". Allora gli disse: "Fammi un favore, portami laggiù". Così il monaco lo portò in città con sé. Il lebbroso disse: "Portami con te dove vendi le tue cose". E così fece. Quando vendette il primo oggetto, il lebbroso gli chiese: A quanto l'hai venduto?" Il monaco glielo disse. Rispose: "Comprami qualcosa di bello" e glielo comprò. Il monaco vendette un altro oggetto. Il lebbroso allora gli chiese: "A quanto l'hai venduto?". Il monaco gli riferì il prezzo. “Comprami quello", disse. E lui lo comprò. Venduto tutto, il monaco fece per andarsene e il lebbroso gli chiese:"Stai tornando a casa?". Gli rispose di sì. "Fammi ancora un favore", replicò allora. "portami dove mi hai trovato". Così fece il monaco. E il lebbroso disse: "Sia tu benedetto dal Signore, Agatone, in cielo e sulla terra". Agatone alzò gli occhi e non vide più nessuno, poiché costui era un angelo del Signore che era venuto a metterlo alla prova. 

Parola di Dio: Sir.24,1-4.12-16; Sal. 147; Ef. 1,3-6.15-18; Gv.1,1-18

 

Vangelo Gv 1, 1-18

Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta. Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto. A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l'uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato. Parola del Signore  

 

“E IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI”. (Gv. 1,14)

Noi sappiamo che nel nostro linguaggio comune il verbo è quella parola che sostiene il costrutto di tutta l’espressione.  Provate a mettere insieme una frase senza verbi e non riuscirete a comunicare nulla se non un’accozzaglia di parole. Gesù è il Verbo, cioè l’espressione stessa di Dio, il senso di tutto: è la parola della Creazione ma nello stesso tempo è colui per il quale tutte le cose sono state create, è la parola stessa incarnata, è la redenzione dell’uomo e dell’universo, è la parola concreta che congiunge il cielo con la terra, è la proposta di amore di Dio e contemporaneamente l’unica risposta al suo amore. Questo Verbo, questa parola si è prima di tutto rivolta a noi non per chiederci qualcosa, per mettere sulle nostre spalle dei pesi, per schiacciarci sotto una morale piena di norme, ma per rivelarci il volto del Padre.

A Filippo che gli chiedeva di mostrare ai discepoli il volto del Padre, Gesù dirà: “Filippo, chi vede me vede il Padre”. “Dio nessuno l’ha mai visto, ma il Figlio di Dio è venuto per mostrarcelo”. “Io sono la via, la verità e la vita”, l’unica via per andare al Padre, la verità stessa di Dio, la vita stessa che ci permette di inserirci in quella vita che non finirà mai perché è Dio stesso. Gesù quindi è la luce, quella luce “che viene ad illuminare ogni uomo”, purché l’uomo non chiuda gli occhi e preferisca le sue tenebre.

 

LUNEDI’ 4 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Celso, vescovo; Santa Elisabetta di Seton.

Una scheggia di preghiera:

 

COME E’ BELLO, GESU’, STARE CON TE.

 

Hanno detto: Il buon Dio non ha bisogno di noi. Se ci comanda di pregare è perché vuole la nostra felicità. (Santo Curato d’Ars)

Saggezza popolare: Tre ore dormono i santi, cinque i mercanti, sette i comuni mortali e nove i poltroni. (Proverbio italiano)

Un aneddoto: Una volpe perse la coda in una trappola. Poiché non poteva sopportare la vergogna, pensò che sarebbe stata una buona idea convincere tutte le altre volpi a ridursi al medesimo stato. In tal modo, con il male comune, sarebbe passato inosservato il suo difetto. Detto, fatto. Le riunì tutte e cominciò ad esortarle a tagliarsi la coda,perché con la coda erano brutte e poi..., che vantaggio andare in giro con quel peso inutile... Una di loro, però, poco convinta, le replicò: "Piantala! Se non ti convenisse, non ce lo consiglieresti..." Questa favola sta a pennello a chi elargisce consigli al prossimo, non per altruismo, ma per propria convenienza.

Parola di Dio: 1Gv. 3,7-10; Sal. 97; Gv. 1,35-42

 

Vangelo Gv 1, 35-42
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!". E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?". Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)" e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)". Parola del Signore

 

“MAESTRO, DOVE ABITI?”. (Gv. 1,38)

La domanda che i due discepoli di Giovanni fanno a Gesù è anche la nostra domanda: “Signore, dove ti posso trova­re, incontrare?” Spesso facciamo esperienza di una quasi assenza di Dio nel nostro mondo: “Dove sei, Signore, mentre migliaia di persone stanno morendo di fame?” Altre volte ci sembra di dover andare a cercare l’abitazione di Dio chissà dove: “Dio sarà in quel monastero? Sarà in quella esperienza religiosa?” “Venite e vedrete” risponde Gesù a quegli apostoli e anche a noi. E’ come se ci dicesse: “Non perderti in chiacchiere, in supposizioni, in teorie, in fumose teologie spiega tutto comincia a seguirmi, a starmi dietro, ad incontrarmi nella Parola, nella preghiera, nella natura, in te stesso, non chiederti dove andremo ma mettiti in cammino; non ti risolverò tutti i problemi, ma ti offro me stesso!”.

 

MARTEDI’ 5 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Edoardo, Re; Santa Emiliana; San Simeone, Stilita.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

Hanno detto: Facciamo passare le nostre preghiere per le mani della Madonna, lei le offrirà a Dio profumate. (Santo Curato d’Ars)

Saggezza popolare: La pazienza è un albero: le radici sono molto amare, ma i frutti dolcissimi. (proverbio Tuaregh).

Un aneddoto: Agli inizi dell'avventura cristiana di Madre Teresa di Calcutta, c'è un illuminante episodio. Una sera, a Calcutta, venne portata nel grande dormitorio della Casa del Cuore Immacolato, una povera donna raccolta dal bordo fangoso della strada. La donna era lebbrosa e un suo piede era stato rosicchiato da alcuni topi di fogna. La donna gridava, imprecava, malediceva, sembrava una belva inferocita. Madre Teresa si fece vicina e lasciò cadere su di sé ogni insulto, rispondendo sempre con il sorriso e con gesti di silenziosa premura e di delicato soccorso. La donna lebbrosa, colpita da una bontà che non aveva mai incontrato, alla fine domandò: "Ma perché fai così? Nessuno fa come te! Perché fai così?".Madre Teresa,sotto voce, sussurrò all'orecchio della donna:"Me l'ha insegnato il mio Dio! ". La donna lebbrosa ebbe un sussulto di stupore e poi soggiunse: "Chi è il tuo Dio? Fammelo conoscere!". Madre Teresa, a questo punto, aprì il cuore e confidò alla donna tutta la bellezza dell'annuncio cristiano: "Il mio Dio si chiama Amore! ". "Fammelo conoscere! ". "Lo conosci già. È Lui che ti accarezza con le mie mani; è Lui che ti sorride con i miei occhi; è Lui che ti soccorre con le mie premure; è Lui che ti ama con il mio amore". Dopo alcune ore, la donna morì serenamente: ormai conosceva il nome di Dio e certamente non provò una grande sorpresa quando, varcata la soglia dell'eternità, vide con i propri occhi il mistero affascinante di Dio-Amore.

Parola di Dio: 1Gv. 3,11-21; Sal.99; Gv. 1,43-51

 

1^ Lettura 1 Gv 3, 11-21
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello erano giuste. Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma coi fatti e nella verità. Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio. Parola di Dio
 

“DIO E’ PIU’ GRANDE DEL NOSTRO CUORE E CONOSCE OGNI COSA.”. (1Gv. 3,20)

Quante volte nella nostra vita tempestiamo Dio di domande: "Signore dammi... devi farmi questo.,. Risolvi questa questione…" e facciamo bene a pregare perché Gesù ci ha detto "Bussate e vi sarà aperto" (Mt. 7,7); ma qualche volta la nostra arroganza supera ogni limite dicendo o pensando: “Dio è buono, è furbo se la pensa come me; se ascolta i miei consigli si che si comporta da Dio!” Il nostro cuore fa bene a gridare perché esprime il bisogno di Dio, ma è Dio che ha creato il cuore dell'uomo, è Lui che lo ha plasmato “e un Padre buono al figlio che gli chiede un pesce, darà un serpente?” (Lc.11,11). "Signore, io ti do i miei consigli su quello che dovresti fare ma, mi raccomando, poi fai tu che conosci ogni cosa e che ogni cosa fai per amore.”.

 

MERCOLEDI’ 6 GENNAIO: EPIFANIA DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Epifanio Vescovo, San Macario lo Scozzese.

Una scheggia di preghiera:

 

I TUOI SEGNI, SIGNORE, SIANO LUCE AI NOSTRI PASSI.

 

Hanno detto: Il  Signore ha urgente bisogno di anime di fuoco, senza problemi spirituali, eterni inciampi all'amore. Anime che tutto hanno bruciato e nel fuoco dell'amor di Dio trascinano gli altri.(Chiara Lubich)

Saggezza popolare: Nel buio, tutti i gatti sono leopardi. (Prov. Africano)

Un aneddoto: Un vecchio pellegrino percorreva nel cuore dell'inverno il cammino che porta alle montagne dell'Himalaya, quando cominciò a piovere. Il custode della locanda gli disse: "Come farai, buon uomo, ad arrivare fin lassù con questo tempaccio?" Il vecchio rispose allegramente: "Il mio cuore è già arrivato, seguirlo è facile per l'altra parte di me".

Parola di Dio: Is. 60,1-6; Sal. 71; Ef. 3,2-3.5-6; Mt. 2,1-12

 

Vangelo Mt 2, 1-12

Dal Vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All'udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. Parola del Signore

 

“ALCUNI MAGI GIUNSERO DA ORIENTE A GERUSALEMME”. (Mt.2,1)

Una vita non sprecata, una scienza non gettata via quella dei magi, simbolo dei grandi significati che dovrebbe avere la nostra vita. Dio ha dato loro intelligenza ed essi la usano per cercare l’autore del dono, Dio ha dato loro capacità economiche ed essi le sfruttano per onorare Colui che le ha loro donate. Dio ha donato loro la vita ed essi la spendono gioiosamente per incontrarlo. Quanto siamo sciocchi quando pensiamo che tutto quello che abbiamo ci sia dovuto o sia nostro definitivamente, quanto ci auto castriamo, quando per paura del confronto o del nostro prossimo visto come un potenziale nemico ci chiudiamo in noi stessi. Che gioia invece gustare la vita mettendosi in cammino: niente di totalmente previsto ma ad ogni svolta della strada un panorama nuovo, la possibilità di un incontro, la gioia del condividere il proprio pane e poi saper che per meta finale in ogni caso c’è Lui che ci aspetta magari per stupirci ancora una volta presentandosi a noi non come il Dio potente ma il Bambino umile che accoglie tutta la nostra umanità… E non importa neppure se hai sessanta, settanta o ottant’anni, il tuo gioioso cammino puoi ricominciarlo proprio oggi.

 

GIOVEDI’ 7 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Carlo da Sezze; San Luciano, Martire, San Raimondo da Penaford, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO’ PIU’ BIANCO DELLA NEVE.

 

Hanno detto: Accogliere il prossimo è accogliere un membro di Gesù, una porzione del corpo di Gesù, una parte di Gesù. (C. de Foucauld)

Saggezza popolare: Ogni cosa che cresce lentamente mette profonde radici. (proverbio ghanese)

Un aneddoto: Si racconta di un uomo che arrivò in una città una fredda mattina d'inverno. Come entrò nell'albergo, notò che ognuno là dentro girava scalzo, incluso il personale e i clienti. Sedutosi al tavolo per la colazione, incuriosito chiese al cameriere: "Perché non avete le scarpe? Non le conoscete?" "Ovvio che conosciamo le scarpe!" replicò il cameriere un po' offeso. "E allora perché non le calzate?" chiese il visitatore. "Ah, questa è una buona domanda - rispose il cameriere - Già! Perché non abbiamo le scarpe?". Dopo colazione il visitatore volle fare un giro per la città, ammantata di neve. Anche per le strade la gente girava scalza. Stupito, chiese a un passante: "Perché non avete le scarpe? Non sapete che vi proteggono i piedi e rendono la vostra vita più confortevole?" Il passante rispose: "Credetemi, signore, noi sappiamo tutto sulle scarpe. Vede quell'edificio? Quella è una fabbrica di scarpe. Siamo così fieri di quella fabbrica che ci riuniamo là dentro una volta alla settimana e l'amministratore ci spiega quanto siano meravigliose e utili le scarpe". "E allora perché non le avete addosso?" insistette il visitatore. "Ah, questa è davvero una domanda interessante - rispose il passante - Già! Perché non abbiamo le scarpe?". Quando si tratta di preghiera, molti cristiani sono come le persone di quella strana città. Sanno tutto sulla preghiera. Credono che essa sia utile. Sanno quante benedizioni e pace sgorghino dalla preghiera. Spesso in chiesa ascoltano anche prediche sull'importanza della preghiera. Ma se si chiede loro: "Perché non preghi di più?" o "Perché non preghi assieme a tuo marito, a tua moglie, ai tuoi figli?" questi cristiani ti rispondono: "Già! è una bella domanda. Perché non lo faccio?".

Parola di Dio: 1Gv. 3,22-4,6; Sal. 2; Mt. 4,12-17.23-25

 

Vangelo Matteo 4, 12-17.23-25

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazareth, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. E grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano. Parola del Signore

 

“IL POPOLO IMMERSO NELLE TENEBRE HA VISTO UNA GRANDE LUCE; SU QUELLI CHE DIMORAVANO IN TERRA E OMBRA DI MORTE UNA LUCE SI È LEVATA”. (Mt.4,16)

Gesù inizia la sua missione nel mondo lanciando agli uomini un imperativo: “Convertitevi”. Egli vuole così innanzitutto renderci coscienti della nostra situazione di peccato e poi vuole rivelarci il motivo della sua venuta e della sua presenza tra noi. Già era stato additato da Giovanni Battista come l'agnello che toglie i peccati del mondo. Ora con la sua predicazione, con i suoi miracoli, con i reiterati gesti di misericordia, vuole convincerci che ci è possibile recedere dal male e intraprendere una via, quella della salvezza; è possibile convertirsi. Ciò che era stato promesso ai nostri padri ora finalmente si adempie: E’ il peccato che ci immerge nelle tenebre, Cristo è la luce del mondo, luce dell'anima che ritrova la grazia e la gioia di vivere in Dio e di sentirsi amata. Comprendiamo allora il vero significato che Gesù vuole dare alle sue prodigiose guarigioni: la sua missione, il Regno di Dio ormai vicino, debbono significare concretamente una conversione totale dell'uomo, una vera rinascita che coinvolge tutto l'uomo nella sua realtà spirituale e fisica. L'accorrere dei malati segna l'inizio di una storia ininterrotta, di tutti coloro che, ritrovandosi malati nel corpo e nello spirito, andranno o saranno condotti da Gesù, dai suoi ministri, resi capaci di assolvere e di perdonare. L'essere risanati da lui significa aver ritrovato la vita, significa la nostra completa e reale conversione.

 

VENERDI’ 8 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Pavia; San Severino, Sant’Adreghino.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, IO VIVO NEL TUO AMORE: GRAZIE!

 

Hanno detto: Per il cuore dell’uomo inquieto la sete di felicità non è altro che sete di Dio. Guai ai soddisfatti che, saturi di piaceri, hanno soffocato l’infinito dei loro desideri! Al contrario, felici coloro che hanno ancora fame. (Michel Quoist)

Saggezza popolare: Questo Pianeta non ci è stato regalato dai nostri progenitori: esso ci è stato prestato per i nostri figli. (Prov. Masai)

Un aneddoto: L’8 gennaio 1976 muore Chou En Lai, statista cinese, primo ministro dopo il 1949. Nel 1919 partecipò ai movimenti studenteschi e scrisse per il giornale della lega studentesca. Un giorno poiché il tipografo ritardava la consegna del giornale si innervosì e in uno scatto d’ira, lui che solitamente era paziente e controllato, ruppe la tazza del tè. Si riprese subito e disse: “Ecco, ho rovinato in un attimo ore di paziente lavoro di uno dei nostri poveri compatrioti: Che peccato!”

Parola di Dio: 1Gv. 4,7-10; Sal. 71; Mc.6,34-44

 

1^ Lettura 1 Gv 4, 7-10
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. Parola di Dio

 

“IN QUESTO STA L’AMORE: DIO HA AMATO NOI”.(1Gv. 4,10)

“Ti amo...” E’ la parola più piacevole e desiderabile che una persona possa ascoltare. La sentiamo ripetere tante volte, ma il più delle volte ad essa non corrisponde alcuna realtà. Uno solo l’ha detta e vissuta con assoluta sincerità e totale dedizione: Dio. Egli ti ha creato a sua immagine e somiglianza perché potessi dialogare con lui, vivere immerso nel suo amore e un giorno contemplare il suo volto e partecipare alla sua gloria e felicità infinita. Anche quando lo rifiuti, calpesti la sua legge, lo offendi come fosse un tuo nemico, non cessa di amarti. Per te ha creato l’universo, regolato da leggi meravigliose che non finiranno mai di stupirti. Per te ha inviato sulla terra il suo Unigenito perché diventasse tuo fratello, compagno e guida nel pellegrinaggio terreno. Per te non ha esitato a lasciarlo morire in croce, abbandonato e tradito da tutti, perché espiasse i tuoi peccati e ti riaprisse le porte del paradiso, dove tu, vero figlio di Dio, vivrai eternamente beato. Per te ha voluto rimanere sempre presente mediante la grazia dei sacramenti che ti rende partecipe, già qui sulla terra, della vita divina; per te ha istituito il sacerdozio, per perdonarti ogni colpa, si rende presente nell’Eucarestia per donarsi tutto a te, sotto la specie del pane e del vino, caparra e garanzia di vita immortale: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv. 6,54).   Dimmi, poteva amarci di più?... Anche nel cammino di fede qualche volta bisogna fare esercizio di analisi logica: bisogna imparare a cambiare soggetto: "Ti amo con tutto il cuore", diciamo al mattino e alla sera nella preghiera del ‘Ti adoro’. Forse prima di fare promesse di questo genere è meglio dire: "Tu, mio Dio, mi ami con tutto il cuore" perché solo rendendoci conto di essere amati per primi da Dio e per di più gratuitamente che possiamo imparare ad amare, a rispondere pur nella nostra debolezza "con tutto il cuore".

 

SABATO 9 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Abate; Santi Giuliano e Balista, Martiri; San Marcellino.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE: PADRE BUONO E MISERICORDIOSO!

 

Hanno detto: Non abbiate timore delle sconfitte. La prima è necessaria, la seconda può essere utile: se vi rialzate da terra siete un uomo. Siete come la vite che non è mai tanto feconda come quando cresce sui terreni sassosi. (Renè Bazin)

Saggezza popolare: Se vuoi arrivare primo, corri da solo. Se vuoi camminare lontano, cammina insieme. (proverbio del Kenya)

Un aneddoto: Un eremita venne interrogato dal giovane discepolo sul perché l'umanità riesca in alcuni casi ad essere tanto perversa e, in altri, tanto buona e generosa. "Abitano in noi - rispose l'eremita - due bestie affamate: una feroce e l'altra mansueta". Domandò il discepolo: "Quale delle due prevarrà in me?" Rispose: "Quella che più verrà da te nutrita".

Parola di Dio: 1Gv. 4,11-18; Sal.71; Mc. 6,45-52

 

1^ Lettura 1 Gv 4, 11-18
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo.
Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi. Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito. E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore. Parola di Dio

 

"NELL'AMORE NON C'E’ TIMORE" (1 Gv. 4,18)

Uno dei sentimenti più profondi che accompagnano l'uomo durante tutto l'arco della vita è la paura: paura del male fisico, paura di non riuscire nella vita, paura di non essere compresi, amati, aiutati, paura di sbagliare... paura di Dio! Il terrorismo si basa sulla paura. Le guerre ingenerano la paura. Le false religioni si costruiscono sulle paure e sui falsi sensi di colpa dell’uomo. Se nella nostra vita piccola e precaria non possiamo fare a meno delle paure che qualche volta hanno anche la virtù di renderci attenti e di evitarci certi rischi, di una paura dobbiamo liberarci. E’ la paura di Dio. Di Dio si deve aver timore, ciò rispetto, ma non paura. Gesù sovente dice: "Non abbiate paura", "Non preoccupatevi per la vostra vita.., guardate i gigli dei campi"…Il vero problema è credere alla Parola di Dio, è lasciarci amare e amare sul serio, è fidarsi che Dio può trarre il bene anche dal male.  Solo quando ci sentiremo davvero amati da Dio, quando con Gesù lo riconosceremo padre e non padrone, quando accetteremo allora dalle sue mani ogni cosa, anche quelle difficili perché date con amore, Dio sarà per noi ciò che Egli veramente è: colui che ama totalmente.

 

DOMENICA 10 GENNAIO: FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agatone, Papa; Sant’Aldo, Monaco; San Guglielmo di Burges, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, NEL BATTESIMO SONO MORTO E RISORTO CON TE.

 

Hanno detto: Non vi lasciate troppo sopraffare da questioni o problemi particolari. Non arrestatevi davanti ad ogni ostacolo. Ci sono difficoltà dappertutto. Se si perde tempo a risolverle le une dopo le altre, non si finirebbe mai. Tendete all’essenziale! (Sertillanges)

Saggezza popolare: Una ferita fa male ma guarisce. Una parola cattiva fa male per sempre. (prov. Berbero)

Un aneddoto: Il Centopiedi visse felice fino a quando il Rospo gli chiese scherzando: "Spiegami un po', quale gamba muovi prima e quale dopo?" E così lo mise in tale confusione, che il Centopiedi rimase bloccato nel fosso, riflettendo su quale dovesse essere il metodo per camminare. (Edmund Craster)

Parola di Dio: Is. 40,1-5.9-11; Sal. 103;Tt. 2,11-14; 3,4-7; Lc. 3,15-16.21-22

 

Vangelo Lc 3, 15-16. 21-22

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione. Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: “Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”. Parola del Signore

 

“GESU’ RICEVUTO IL BATTESIMO STAVA IN PREGHIERA”. (Lc. 3,21)

Il vangelo di oggi ci presenta un gesto a cui anche Gesù si assoggetta: il battesimo di Giovanni. Lui, che non ha commesso peccato, non ha affatto bisogno di conversione. Ma questo rito stabilisce una solidarietà con noi, peccatori. Mescolandosi alle folle, Gesù svela la sua scelta di condividere la nostra sorte, per strapparci dal male. La distinzione tra il battesimo di Giovanni e quello di Gesù, tra il battesimo di conversione e quello dello Spirito Santo, ci rimanda al nostro Battesimo. Non come atto magico che avrebbe fatto di noi, in un attimo, dei perfetti cristiani; non come un gesto che produce effetti immediati; ma come l’inizio di una relazione nuova con Dio; un modo nuovo di vivere. Il Battesimo è un’esperienza di amore da cui nasce una fiducia solida nei confronti del Padre; la partecipazione alla Pasqua con Cristo; l’ingresso nella comunità dei discepoli. Non solo: il nostro Battesimo viene tolto dal suo splendido isolamento e collegato con la nostra personale vocazione e missione. Un Battesimo che vive in noi, non un rito che appartiene solo al passato; un Battesimo che introduce la novità di Cristo, non la semplice adesione a un gruppo; un Battesimo che fa di noi dei testimoni e non solo dei fruitori della grazia di Dio.

 

 

LUNEDI’ 11 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Igino, Papa; Santa Liberata, martire, Sante Speciosa e Onorata di Pavia.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, MIO LIBERATORE E MIA GIOIA.

 

Hanno detto: Nell’Eucarestia Gesù dona se stesso. Solo Lui può lasciare in dono se stesso, perché solo Lui è una cosa sola con l’amore infinito di Dio. (Card. Carlo Maria Martini)

Saggezza popolare: Sasso dopo sasso si costruisce un muro, muro dopo muro si costruisce il castello. (Prov. Albanese)

Un aneddoto: L’ 11 gennaio 1955 muore Rodolfo Graziani che era stato generale e vicerè di Etiopia. Poco prima di spirare disse: “Se oggi è il giorno in cui mi devo presentare al giudizio di Dio, sono sereno perché mi pare di aver sempre fatto il mio dovere”. Chiuse gli occhi e poi, come se fosse ancora alla testa delle sue truppe mormorò: “Coraggio, avanti”.

Parola di Dio: 1Sam. 1,1-8; Sal. 115; Mc. 1,14-20

 

Vangelo Mc 1, 14-20

Dal vangelo secondo Marco.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”. Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Parola del Signore

 

“IL TEMPO E’ COMPIUTO E IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO”. (Mc. 1,15)

Tutto comincia con una buona notizia. Che alle origini del cristianesimo ci sia una buona notizia può sembrare evidente. Eppure... Se ci pensiamo bene, dobbiamo riconoscere che spesso ci raffiguriamo la nostra fede alla stregua delle altre grandi religioni, come un insieme di credenze, un sistema di concetti spirituali e morali, ereditati da coloro che li ricevettero da Dio e li trasmisero alla chiesa. All’origine del cristianesimo non c’è un insegnamento celeste che ha seminato nelle coscienze religiose alcune verità divine. La fede ha inizio e si sviluppa a partire da un avvenimento decisivo, da una venuta, da una Parola che è Gesù Cristo. La buona notizia di Dio è il suo figlio Gesù, che può dire: Il regno di Dio è in mezzo a voi, perché egli è in mezzo a noi. In lui e per mezzo di lui Dio instaura il suo regno operando la salvezza dell’umanità. Egli non conquista gli uomini imponendosi loro con durezza, ma annunciando loro che tutto, nel mistero cristiano, è buona notizia. I dogmi cristiani hanno un’attrattiva particolare: i sacramenti, le beatitudini, la chiesa, il perdono dei peccati sono altrettante buone notizie che si riassumono nella persona di Gesù, che ci salva e ci rivela l’amore del Padre. Il cammino della fede e della conversione consiste semplicemente nell’accogliere questa certezza e nel seguire Gesù senza troppe condizioni.

 

MARTEDI’ 12 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Ricci;Sant’Arcadio,Martire; San Benedetto Biscop.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: Coloro che sono condotti dallo Spirito Santo hanno idee giuste. Ecco perché ci sono tanti ignoranti che la sanno più lunga degli eruditi. (Santo curato d’Ars)

Saggezza popolare: Chi mangia da solo si strozza in solitudine. (Prov. Arabo)

Un aneddoto: Il rosario ha grande potere per affrettare la liberazione delle anime del Purgatorio. Padre Pio donando una corona ad una sua figlia spirituale le disse: Ti affido un tesoro… Vuotiamo il purgatorio!”.

Parola di Dio: 1Sam. 1,9-20; Sal. Dal Cantico di 1Sam. 2,1.4-8; Mc. 1,21b-28

 

Vangelo Mc 1, 21-28

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio". E Gesù lo sgridò: "Taci! Esci da quell'uomo". E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!". La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. Parola del Signore

 

“E GESU’ SGRIDO’ LO SPIRITO IMMONDO: “TACI, ESCI DA QUEST’UOMO”. (Mc.1,25)

L’uomo è creato per stare in piedi. Non può essere messo in ginocchio da nessuno! L’unico davanti al quale può e deve inginocchiarsi è Dio. Ma è un inginocchiarsi che nasce dall’amore, come la gente di Cafarnao che rimane stupita davanti a Gesù e alla sua autorità fatta di parole e di opere. Il “maligno” però. non è colto dallo stupore, ma dalla rabbia e dall’odio. Egli sa che quell’uomo di Nazareth è venuto a sfrattarlo dal suo trono. Il suo dominio sull’uomo è finito. E Gesù davanti a lui non si piega, perché ha qualcosa in più degli altri uomini: egli è “il Santo di Dio”. Nello scontro è Cristo che vince. Gesù non discute con il demonio. Cristo non scende a patti con lui. Può discutere con il peccatore pentito, mai con colui che compie il male con piacere. Il pasticcio in cui l’uomo d’oggi è impantanato è proprio questo: andare a braccetto con Dio e con il diavolo. Non esiste più distinzione: bene e male, onestà e disonestà, danaro pubblico e danaro sporco sono realtà così intrecciate da non essere più riconoscibili. L’arte del doppio gioco, della doppia morale, della doppia coscienza, è pane quotidiano. La parola di Gesù taglia come una spada: con lui o contro di lui. L’uomo deve scegliere: o schiavo o libero, o essere posseduto o possedersi, o essere persona o restare un individuo manipolato.


MERCOLEDI’ 13 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’ Ilario, Vescovo e Dottore della Chiesa; Sant’Agricio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE IL PIU’ GRANDE MIRACOLO E’ IL TUO AMORE FEDELE PER NOI.

 

Hanno detto: Se siete nell’impossibilità di pregare, nascondetevi dietro al vostro angelo custode e incaricatelo di pregare al vostro posto. (Santo curato d’Ars)

Saggezza popolare: Il genere umano si divide in tre classi: gli inamovibili, quelli che sono mossi, e quelli che muovono. Prov. Arabo)

Un aneddoto: Le quattro candele bruciando si consumavano lentamente. Il luogo era talmente silenzioso che si poteva ascoltare la loro conversazione. La prima diceva: "Io sono la pace, ma gli uomini non riescono a mantenermi accesa. Penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi". La seconda candela sussurrò: "Io sono la fede, ma purtroppo non servo a nulla; gli uomini non ne vogliono sapere di me, perciò non ha senso che io continui ad ardere". La terza candela triste, triste mormorò: "Io sono l'amore, ma non ho la forza di continuare a bruciare; gli uomini non comprendono quanto io sia importante". Così si spense e nella stanza si fece buio. Allora entrò nella camera la quarta candela che riportò la luce e disse: "Non temete, finché io resterò accesa potremo sempre far brillare le altre tre candele. Io sono la speranza". E trasmise a tutte la luce!  Che non si spenga mai la speranza nel nostro cuore, e che ciascuno di noi possa essere lo strumento capace di riaccendere con la sua luce la fede, la pace e l'amore. 

Parola di Dio: 1Sam. 3,1-10.19-20; Sal.39; Mc. 1,29-39

 

Vangelo Mc 1, 29-39

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: “Tutti ti cercano!”. Egli disse loro: “Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!”. E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. Parola del Signore

 

“EGLI DISSE LORO: ANDIAMOCENE ALTROVE PER I VILLAGGI VICINI, PERCHE’ IO PREDICHI ANCHE LA: PER QUESTO INFATTI SONO VENUTO”. (Mc. 1,38)

Su questa parola vi offro oggi un commento del parroco di None:

L’entusiasmo per la guarigione dell’indemoniato e della suocera di Pietro  prende tutti. Quella notte a Cafarnao si è dormito poco. Gesù esce di casa in punta di piedi e se ne va in un luogo appartato a pregare. Al mattino c’è di nuovo la calca della gente che lo aspetta. Gesù sa di non essere venuto a far miracoli, ma ad annunziare il vangelo del regno di Dio. Certi entusiasmi, interessati più al miracolo che alla fede, non sono di suo gradimento: li considera monete fuori corso. Vuole essere cercato non per le grazie “che fa”, ma per quello “che è” e per quello “che dice”. Più che uomini-baby, ghiotti di caramelle, cerca persone disposte a “rinascere”. Non vuole essere avvicinato come se fosse un “super­babbo-natale”. Ha da offrire qualcosa di più grande di una caramella, anche se questa si chiama guarigione da una malattia. Certi accostamenti a Dio “per grazia ricevuta” non sempre sono chiari. Se sono segno di una fede che è accolta o di una fede ritrovata, ben vengano. La vera grazia è questa. In caso diverso restano sdolcinate espressioni di una religiosità vestita di ateismo, dalla quale è bene prendere le distanze. Pregare Dio “perché il nonno è ammalato” è cosa buona. Ma può anche non esserlo, se si dimentica di pregare “quando il nonno sta bene”. Il bisogno di Dio deve nascere dalla fede o deve sfociare nella fede che cambia la vita. Se il sentimento religioso non sfocia nella fede nuda, resta una religiosità allo spray. Gesù vuole una fede che non chiede i miracoli, ma che sfocia nel “sia fatta la volontà del Padre”.

 

GIOVEDI’ 14 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Felice; Santa Macrina l’Anziana; San Saba.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA SALVEZZA, SIGNORE, CI COLMA DI GIOIA.

 

Hanno detto: La vera devozione a Maria è un mezzo facile e sicuro per trovare Gesù, possederlo perfettamente, amarlo con tutto il cuore, servirlo con fedeltà. (San Luigi Grignon de Montfort)

Saggezza popolare: Onesto è colui che accorda il proprio pensiero alla Verità. Disonesto è colui che accorda la Verità al proprio pensiero. (Prov. Arabo)

Un aneddoto: Il 14 gennaio 1875 nasce Albert Schweitzer, medico e umanista, grande musicologo, vincitore del Nobel 1952. Laureatosi in medicina si trasferì in Africa e fondò a Lambaranè prima un ospedale e poi un lebbrosario. Tornava ogni tanto in Europa per raccogliere fondi per i suoi poveri assistiti e in una di queste occasioni fu avvicinato al suo arrivo da un giornalista che, ignorando quanto il medico–missionario fosse irritato dalla civiltà dei consumi rumorosa e sprecona, gli disse, indicando con un gesto della mano la fila di auto rombanti che passava loro accanto: “Era tanto che non tornava, vero, dottore? Che cosa ne pensa della civiltà?” Schweitzer rispose seccamente: “Sarebbe una buona idea: quando comincia?”.

Parola di Dio: 1Sam. 4,1b-11; Sal. 43; Mc. 1,40-45

 

Vangelo Mc 1, 40-45

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: “Se vuoi, puoi guarirmi!”. Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, guarisci!”. Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: “Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro”. Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore

 

“MOSSO A COMPASSIONE STESE LA MANO LO TOCCO’ E GLI DISSE: LO VOGLIO, GUARISCI!”. (Mc 1,41)

Ognuno si può identificare nel “lebbroso”. Malati di un altro tipo di lebbra, bisognosi di purificazione, possiamo essere ciascuno con le nostre paure, con le nostre infedeltà all’amore di Dio, con il destino di morte che ci accompagna. Gesù ha attenzione e “tocca” con il suo amore e la sua grazia anche noi. Specialmente nella celebrazione dell’Eucaristia possiamo sperimentare questo incontro che ci risana e ci ridona fiducia e speranza. La sua Parola e il Pane di vita ci risanano dal peccato e dalla morte eterna. Anche noi, quindi, come il lebbroso toccato e guarito da Gesù siamo invitati a gioire e a esultare. Allora potremo a nostra volta proclamare questa Parola e accogliere gli esclusi e i rifiutati, riconoscendo, come ha fatto Gesù, la loro dignità di uomini. 

                                                                                                  

 

VENERDI’ 15 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Cosma il Melode; San Faustino, Martire; San Mauro; San Romedio.

Una scheggia di preghiera:

 

RINNOVACI, SIGNORE, CON IL TUO PERDONO.

 

Hanno detto: Volete la pace del cuore? Non cercate né ricchezze, né salute, né gloria né potere né lusso. Cercate la saggezza secondo Dio, attaccatevi alle virtù e niente potrà più rattristarvi. Che dico rattristarvi? Ciò che rattrista gli altri in voi accrescerà la gioia. (San Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Puoi portare un cammello alla fonte ma non puoi costringerlo a bere. (Prov. Arabo)

Un aneddoto: Il 15 gennaio 1929 nasce Martin Luther King, pastore battista statunitense difensore dei diritti dei negri, pacifista. A proposito delle rivolte dei neri dava questa spiegazione: “Una sommossa in definitiva non è che il linguaggio di chi non viene ascoltato”. Era profondamente cristiano e diceva: “Tutto ciò che vediamo è un’ombra gettata da ciò che non vediamo”. E dichiarava: “Voglio essere fratello dell’uomo bianco non suo cognato”.

Parola di Dio: 1Sam. 8,4-7.10-22a; Sal. 88; Mc. 2,1-12

 

Vangelo Mc 2, 1-12

Dal vangelo secondo Marco.

Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”. Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: “Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”. Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: “Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino disse al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua”. Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: “Non abbiamo mai visto nulla di simile!”. Parola del Signore

 

“SI RECARONO DA GESU’ CON UN PARALITICO PORTATO DA QUATTRO PERSONE”. (Mc. 2,3)

La storia del paralitico portato da Gesù e fatto scendere davanti a Lui da un’apertura fatta nel tetto, è il cammino di un catecumeno che guarisce dal male e si salva, accompagnato dalla sua comunità. E’ la comunità che si fa carico del dolore di quest’uomo: “Glielo portarono, scoperchiarono il tetto, e lo calarono” alla presenza di Gesù. Dov’è la comunità oggi? Siamo capaci di farci carico di chi soffre? Attiviamo comportamenti di solidarietà? Spesso, invece di pensare a intervenire, ci soffermiamo a interrogarci ancora sulle cause del male, ci domandiamo di chi è la colpa, o, nei nostri ambienti, ci chiediamo se qualcuno ha peccato. L’amore di Dio in Gesù non si ferma dinanzi alle nostre infermità, ma va dritto al cuore, come radice di molti mali e ha il potere di rimettere i peccati. Potere che è concesso anche a noi ogni volta che siamo capaci di perdono. La presenza del male provoca un di più d’amore nei discepoli di Gesù. Un amore che guarda in profondità, che guarisce e rimette in piedi dandoci la dignità di poter servire e glorificare Dio nei fratelli e nella comunità. Se è vero che Gesù può cambiare i cuori, se è vero che egli è l’autore principale di ogni riconciliazione, ed è venuto non per offrirci una medicina da due soldi, ma perdonarci, per amarci di quell’amore di cui Dio solo è capace, come tutto potrebbe essere diverso!

 

SABATO 16 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Accursio, Martire; San Giacomo di Tarantasia; San Marcello, Papa

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI A SCOPRIRE LA DIGNITA’ DI OGNI UOMO.

 

Hanno detto: Un amore che sia soltanto dono finisce per esaurirsi. Un amore che sia soltanto ricerca perisce nel proprio egoismo. Ma un amore che sia perenne volontà di dare e che sempre sia sopraffatto dal ricevere è l’ombra della Trinità sulla terra. (Fulton Sheen)

Saggezza popolare: Se ti fermi ogni volta che un cane abbaia, non finirai mai la tua strada. (Prov. Arabo)

Un aneddoto: Un topo, guardando da un buco che c'era nella parete, vide un contadino e sua moglie che stavano aprendo un pacchetto. Pensò a cosa potesse contenere e restò terrorizzato quando vide che dentro il pacchetto c'era una trappola per topi. Corse subito nel cortile della fattoria per avvisare tutti: "C'è una trappola per topi in casa, c'è una trappola per topi in casa!" La gallina che stava raspando in cerca di cibo, alzò la testa e disse: "Scusi, signor topo, io capisco che è un grande problema per voi topi, ma a me che sono una gallina non dovrebbe succedere niente, quindi, le chiedo di non importunarmi." Il topo, tutto preoccupato, andò dalla pecora e le disse: "C'è una trappola per topi in casa, una trappola!!!" - "Scusi, signor topo, non c'è niente che io possa fare, mi resta solamente da pregare per lei. Stia tranquillo, la ricorderò nelle mie preghiere." Il topo, allora, andò dalla mucca, e questa gli disse: "Per caso, sono in pericolo...? Penso proprio di no!" Allora il topo, preoccupato ed abbattuto, ritornò in casa pensando al modo di difendersi da quella trappola. Quella notte si sentì un grande fracasso, come quello di una trappola che scatta e afferra la sua vittima. La moglie del contadino corse per vedere cosa fosse successo , e, nell'oscurità vide che la trappola aveva afferrato per la coda un grosso serpente. Il serpente velenoso, molto velocemente, morse la donna. Subito, il contadino, la trasportò all'ospedale per le prime cure. Siccome la donna aveva la febbre molto alta le consigliarono una buona zuppa di brodo. Il marito allora afferrò un coltello e andò a prendere l'ingrediente principale: la gallina. Ma la malattia durò parecchi giorni e molti parenti andavano a far visita alla donna. Il contadino, per dar loro da mangiare, fu costretto ad uccidere la pecora. La donna non migliorò e rimase in ospedale parecchio tempo più del previsto costringendo il marito a vendere la mucca al macellaio per poter far fronte a tutte le spese della malattia della moglie.    Quando senti che qualcuno ha un problema e credi che non possa essere anche tuo o in qualche modo possa colpire anche te .... pensaci molto bene... pensaci due volte! Il mondo non va male per la cattiveria dei cattivi ma per l'indifferenza dei buoni. 

Parola di Dio: 1Sam. 9,1-4.17-19.26a; 10,1a; Sal. 20; Mc. 2,13-17

 

Vangelo Mc 2, 13-17

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava. Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi”. Egli, alzatosi, lo seguì. Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: “Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?”. Avendo udito questo, Gesù disse loro: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori”. Parola del Signore

 

“GLI SCRIBI DICEVANO: COME MAI EGLI MANGIA E BEVE IN COMPAGNIA DEI PUBBLICANI E DEI PECCATORI?”. (Mc. 2,16)

Oggi è sabato ed è appena una settimana che abbiamo cominciato a leggere il vangelo di Marco, ma anche alla luce della frase che meditiamo oggi possiamo cominciare a chiederci chi sia il Gesù che Marco ci propone. Al di là delle sdolcinature misticheggianti, al di là dei Gesù biondi dai capelli lunghi e dagli occhi sognanti di certa cinematografia, ci siamo già accorti della forza dirompente che viene da questo personaggio, non solo perché con i miracoli si dimostra capace di superare le leggi della natura, ma soprattutto per l’insegnamento che deriva dalle sue scelte e dalle sue azioni. Gesù non è un ‘calmante’ per la nostra umanità, è un ‘eccitante’. E’ facile immaginarsi lo scandalo che devono provare i benpensanti e i religiosi suoi contemporanei. Gesù è il maestro che non solo si lascia avvicinare da una donna, ma la prende per mano, la guarisce, accetta con gioia di sedere alla sua mensa e di lasciarsi servire da lei; Gesù, il puro,  tocca un malato di lebbra rendendosi impuro (e non gli passa neppure per la testa di compiere i vari rituali di purificazione); Gesù, dicendo al paralitico: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, si arroga un compito che è proprio di Dio, e quindi per i religiosi, bestemmia; Gesù sembra far comunella con i pubblicani, pubblici peccatori, collaborazionisti con i romani. Non stupisce che farisei, sadducei, scribi, sommi sacerdoti abbiano intenzione di aprire un grosso dossier su di Lui. E’ più facile vivere una religione di norme ben definite e diventa abbastanza comodo vivere di tradizioni, specialmente se queste sono costruite a nostro favore. Ma ci siamo chiesti perché Gesù era così rivoluzionario? La sua non è una moda, una scelta politica… è mettere l’uomo al centro e mettere Dio al centro dell’uomo. La suocera di Pietro è vista come donna malata, una donna con gli stessi diritti dell’uomo. Gesù serve quella donna guarendola e quella donna serve Gesù: il potere dell’uomo è servire come Cristo ha servito l’uomo. Il lebbroso non è visto come un intoccabile, ma come un uomo malato ed emarginato e Gesù è il ponte che unisce gli emarginati a Dio e gli uomini agli uomini. Il paralitico, nella sua malattia, manifesta il peccato che inchioda, impedisce di muoversi. Gesù guarendo e perdonando il peccato dice la volontà di Dio di rompere l’isolamento in cui l’uomo si è cacciato. I pubblicani sono scelti come apostoli? E’ Gesù che supera le barriere di razza, di religione; è Gesù che ama l’uomo, che non lo vede per le etichette che porta o che gli hanno messo; è Gesù che viene ad offrire una possibilità a tutti, specialmente a chi è più lontano.

 

DOMENICA 17 GENNAIO: 2^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C.

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Antonio, Abate; San Sulpizio, Vescovo; Santa Roselina di Villeneuve

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, TRASFORMA LE NOSTRE TRISTEZZE IN GIOIA.

 

Hanno detto: La malattia di oggi è l’insicurezza, che è un altro nome della paura. E non è una malattia leggera, di quelle che si curano in piedi, perché  è la causa delle guerre, delle aggressioni, del non amore. E’ la miseria profonda di noi uomini, in un mondo felice. (Arturo Paoli)

Saggezza popolare: Accada quel che accada, anche il sole del giorno peggiore tramonta. (prov. Cinese)

Un aneddoto: Una volta un discepolo chiese a Wang Yang-ming: "Hai detto che la gioia è una caratteristica della sostanza originale della mente. Quando il genitore muore ed uno piange sconsolatamente, questa gioia è ancora presente?" Il Maestro rispose:"Vi è vera gioia soltanto se il figlio ha pianto amaramente. In caso contrario non vi sarà alcuna gioia. La gioia significa che malgrado il pianto lo spirito è in pace".

Parola di Dio: Is. 62,1-5; Sal. 95; 1Cor. 12,4-11; Gv. 2,1-11

 

Vangelo Gv 2, 1-12

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro:“Riempite d'acqua le giare”; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: “Ora attingete e portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”. Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni. Parola del Signore

 

“LA MADRE DI GESU’ GLI DISSE: NON HANNO PIU’ VINO”. (Gv. 2,3)

Che strano matrimonio quello di Cana di Galiea! “manca” la sposa e la figura dello sposo è del tutto marginale! Perché? è presto detto: Giovanni raffigura queste nozze come le nuove nozze tra Dio e l’umanità. La vecchia alleanza col popolo d’Israele è diventata pesante: le sei giare della purificazione sono di pietra, emblema della vecchia alleanza, e sono sei: cioè sette (numero perfetto) meno uno, incomplete. La storia tra Dio e l’umanità si è trascinata fino a qui, stancamente; l’uomo fatica ad accettare Dio per quello che è; serve qualcosa di nuovo: arriva il Signore Gesù a svelare il volto di Dio, definitivamente. Ma ci vuole qualcuno  che ci porti Gesù, ed è Maria che nota: “Non hanno più vino”.  La festa sta per finire: non si può brindare con l’acqua. La storia di un matrimonio dove non c’era da bere, sembra destinata a rimanere nella memoria del villaggio. “Non hanno più vino”: è la madre che nota la tristezza, la pesantezza. E’ lei che sa che suo Figlio è la festa dell’umanità. “Non hanno più vino”: è in fondo ciò che accade ad ogni coppia e ad ognuno di noi. Prima o poi le nostre risorse vengono meno e ci ritroviamo con la nostra fragilità, incapaci di venirne fuori da soli, con le sole nostre forze. Ma Maria sa che se “faremo ciò che Egli ci dirà”, il vino nuovo tornerà a zampillare abbondante come mai perché la generosità e l’amore di Dio sono illimitati.

 

LUNEDI’ 18 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sante Faustina e Liberata, Monache; Santa Margherita d’Ungheria.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE SEI BUONO E GRANDE NELL’AMORE.

 

Hanno detto: L’Incarnazione è un rinnovamento di tutte le Forze e le Potenze dell’Universo; Cristo è il centro di tutta la creazione animata e materiale. Attraverso Lui tutto è creato, santificato e vivificato. (Teilhard De Chardin)

Saggezza popolare: Anche un coniglio intrappolato è pronto a lottare. (Prov. Cinese)

Un aneddoto: Un giorno alcuni eremiti fecero visita a padre Antonio; c’era con loro anche padre Giuseppe. Ora l’anziano per metterli alla prova propose loro una parola della Scrittura e cominciò dai più giovani a chiederne il significato. Ciascuno si espresse secondo la propria capacità e cultura. Ma a ciascuno l’anziano diceva: Non hai ancora trovato il vero significato!  Da ultimo chiese al padre Giuseppe: E tu che interpretazione dai di questa espressione?  Rispose: Non lo so ancora. Ho bisogno di studio e meditazione ulteriori. Il padre Antonio allora concluse: Solo il padre Giuseppe conosce la vera strada per ben comprendere la Scrittura! Questa è la strada della prudenza, dello studio amoroso e della docilità allo Spirito Santo.

Parola di Dio: 1Sam. 15,16-23; Sal. 49; Mc. 2,18-22

 

Vangelo Mc 2, 18-22

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: “Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. Gesù disse loro: “Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi”. Parola del Signore

 

“NESSUNO VERSA VINO NUOVO IN OTRI VECCHI”. (Mc. 2,22)

Le parole di commento al pensiero di Gesù sposo della nostra umanità, “vino nuovo di libertà” sono quasi lo sfogo di questo parroco che ama il Signore e la sua comunità: Come sarebbe bello poter vivere un’esperienza di fede all’insegna della libertà e della spontaneità. Accostare non una religione cupa, piatta, pesante, ma gioiosa, aperta alla novità e alla fantasia. Ascoltare una predicazione che non presenti il messaggio cristiano come uno spauracchio, ma come una festa. Partecipare a una liturgia che ti metta addosso la voglia di ...vivere. Avere a che fare non con un Dio che minaccia, ma che seduce l’uomo. Vivere in una Chiesa che diventi il luogo della misericordia e dell’umanità. Vedersi proporre un cristianesimo che non sia fatto semplicemente di decreti, pratiche, osservanze, codici, statuti, ma che metta in contatto con il “Dio vivente”. Essere inseriti in una comunità dove non domini la preoccupazione del funzionamento, della regolarità e dell’organizzazione, ma che promuova la vita e la favorisca in maniera concreta. Essere educati non a far riferimento a norme esterne, ma ad ascoltare una voce interiore, che sollecita a una responsabilità personale. Poter crescere, scoprendo, grazie a “ministri adatti”, l’amore come legge fondamentale dell’esistenza. Essere considerati adulti, muniti di cervello e di coscienza, non appaltabili agli “addetti ai lavori”. Trovare qualche guida che, prima di dirci che cosa dobbiamo fare ed evitare, ci aiuti a scoprire chi siamo. Qualcuno obietterà: “Tu vuoi una religione facile, all’acqua di rose, di tuo gradimento”. Non mi sogno affatto di rivendicare una religione facile. Mi accontenterei di una religione che sia la risposta coerente alle esigenze contenute nella Parola di Dio.

 

MARTEDI’ 19 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Mario, Martire; San Gavino; Santa Abbondanza.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA LEGGE, SIGNORE, E’ L’AMORE.

 

Hanno detto: Chi attinge da Cristo i propri pensieri, come da una fonte pura e incorruttibile, assomiglierà a Lui come l’acqua che scorre nel ruscello o che brilla nell’anfora, ha le caratteristiche della sua sorgente.(S. Gregorio di Nissa)

Saggezza popolare: Ascolti e dimentichi, vedi e ricordi, fai e sai. (Prov. Cinese)

Un aneddoto: Un giovane rampollo di una famiglia agiata era arrivato alla vigilia della laurea. Tra i parenti e i conoscenti c'era l'abitudine, da parte dei genitori, di regalare un'automobile al neo laureato. Il giovane e il padre visitarono perciò i migliori autosaloni della città e alla fine trovarono l'auto perfetta. Il giovane era sicuro di trovarla, scintillante e con il serbatoio pieno, davanti alla porta di casa il giorno della sospirata laurea. Enorme fu la sua delusione, quando, il giorno fatidico, il padre gli venne incontro sorridendo, ma... con un libro in mano. Una Bibbia. Il giovane scagliò via rabbiosamente il libro e da quel giorno non rivolse più la parola al padre. Dopo qualche mese trovò un lavoro in una città lontana. Lo riportò a casa la notizia della morte del padre. La notte del funerale, mentre rovistava tra le carte della scrivania del padre trovò la Bibbia che il padre gli aveva regalato. In preda ad un vago rimorso, soffiò via la polvere che si era posata sulla copertina dei libro e lo aprì. Scoprì tra le pagine un assegno, datato il giorno della sua laurea e con l'importo esatto dell'automobile che aveva scelto. Un libro sigillato, inutile e polveroso per molti. Eppure tra le sue pagine è celato ciò che da sempre desideriamo.

Parola di Dio: 1Sam. 16,1-13a; Sal. 88; Mc. 2,23-28

 

Vangelo Mc 2, 23-28

Dal vangelo secondo Marco.

Avvenne che, in giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: “Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?”. Ma egli rispose loro: “Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?”. E diceva loro: “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato”. Parola del Signore

 

“VEDI, PERCHE’ ESSI FANNO DI SABATO QUEL CHE NON E’ PERMESSO?” (Mc. 2,24)

Questi farisei che come avvoltoi appollaiati su un albero, scrutano Gesù e i suoi discepoli, pronti a cogliere tutte le più piccole minuzie, incapaci di capire un gesto spontaneo come cogliere alcune spighe per masticare i chicchi e sentire in bocca la fragranza del grano maturo, pronti sempre a giudicare, sono persone incapaci di andare oltre, per loro tutto è previsto, regolato. Per loro si tratta di vedere e di sapere ciò che è ‘lecito’ e ciò che è ‘vietato’. Mi chiedo, specialmente per persone come me che cominciano ad accumulare anni, non corriamo anche noi il rischio di essere farisei? Anche noi siamo stati abituati dall’educazione familiare, scolastica, ecclesiale ad una serie infinita di norme, ma anche al modo di eluderle, aggirarle, vanificarle. A volte diventa, anche per noi, più facile rifugiarci in norme, sicurezze, riti, piuttosto che correre i rischi della libertà, dell’inventiva, dell’imprevisto; a volte preferiamo la tranquillità guidata alla gioia, le pantofole alle strade e, non è forse vero che spesso attaccandoci alla legge per la legge diventiamo giudici insindacabili nei confronti degli altri, mentre nei confronti di noi stessi usiamo il negativo per giustificarci; ad esempio, diciamo: “Io non ho rubato”, ma non ci chiediamo: “Non ho mai privato nessuno di ciò che giustamente si aspettava da me?”, o, ancora diciamo: “Io non ho mai ammazzato”, mentre non diciamo: “Non ho forse fatto soffrire e ferito con le mie parole, con i miei silenzi, con le critiche o con l’indifferenza?” Signore Gesù, Tu mi ricordi oggi che al di là del ‘è permesso’ o ‘è vietato’ ci sta l’amore che è ben più esigente, ma anche più gioioso di ogni proibizione.

 

MERCOLEDI’ 20 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Fabiano, Papa; San Sebastiano, Martire; Sant’Eutimio, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O SIGNORE, NON TI LASCI MAI BATTERE IN GENEROSITA’.

 

Hanno detto: Se vedi qualcuno soffrire, non stare tanto ad investigare: ha diritto al tuo aiuto per il semplice fatto che soffre. Non indagare troppo su chi sia quell’uomo: è di Dio, sia pagano, sia giudeo; anche se non è credente, ha bisogno del tuo aiuto.(S. Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: La sofferenza di qualcuno é la sofferenza di tutti, la gioia di uno é la gioia di tutti. (Saggezza degli indiani d’America)

Un aneddoto: Un giorno fu domandato ad Agatone, l’anziano Padre del Deserto, che cosa valesse di più: la fatica del corpo o la custodia del cuore. Il vecchio ci pensò su e poi rispose: “L’uomo è come un albero: le fatiche del corpo sono le foglie, la custodia del cuore sono i frutti. Ora, poiché sta scritto che ogni albero il quale non porti frutto sarà tagliato e gettato nel fuoco, è chiaro che tutto l’impegno deve tendere al frutto. Tutto dipende dalla protezione del cuore a cui provvede lo Spirito Santo. Ma è necessario anche l’ornamento ed il nutrimento che sono dati dalla fatica del corpo, cioè dalle buone opere d’una vita virtuosa. Con simile custode del nostro tesoro interiore, sono sicuri fiori e frutti”.

Parola di Dio: 1Sam. 17,32-33.37.40-51; Sal. 143; Mc. 3,1-6

 

Vangelo Mc 3, 1-6

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo. Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: “Mettiti nel mezzo!”. Poi domandò loro: “E’ lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: “Stendi la mano!”. La stese e la sua mano fu risanata. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore

 

“NELLA SINAGOGA C’ERA UN UOMO CHE AVEVA LA MANO INARIDITA”. (Mc. 3,1)

Quando leggo dal Vangelo la guarigione dell’uomo dalla mano rattrappita, mi vengono in mente mani rattrappite nello sforzo di tenere e cuori rattrappiti perché si sono chiusi all’amore. La scena della guarigione, poi, avviene nella sinagoga, la chiesa di allora. E’ facile dunque pensare che anche nelle nostre chiese, tra noi cristiani ci siano uomini avari e incapaci di amare. Quest’uomo, per guarire, ha avuto la fortuna di incontrare Gesù che gli ha dato la possibilità di usare nuovamente la sua mano, per allargarla, per prendere ma anche per dare. Se il tuo essere in chiesa, nonostante la tua grettezza, è sincero può succederti la stessa cosa. Se incontri Gesù che ha dato tutto, vita compresa, non puoi chiuderti agli altri. Forse le dita delle tue mani scricchioleranno prima di aprirsi le prime volte. Forse il tuo cuore ci metterà un po’ di tempo prima di sbloccarsi definitivamente, ma se Gesù è il modello, l’amico, Colui che perdona, poco per volta, guardando a Lui giungerà la tua guarigione.

 

GIOVEDI’ 21 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Agnese, Martire; San Fruttuoso, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

ECCO IL MIO NIENTE, PRENDILO, SIGNORE.

 

Hanno detto: Il dolore non è il nostro ultimo fine, perché il nostro ultimo fine è la beatitudine. Il dolore ci conduce per mano alla soglia della vita eterna. In quel punto ci lascia, perché quella soglia gli è vietata. (Leon Bloy)

Saggezza popolare: La rana non s’ingozza mai di tutta l’acqua dello stagno in cui vive. (Proverbio Sioux)

Un aneddoto: Tra le scene più emozionanti descritte da Dostoevskij circa la sua esperienza di prigioniero in Siberia, v’è quella del momento in cui i carcerieri gli tolsero le catene che per tanto tempo gli avevano stretto le caviglie. Lo fecero distendere su di un letticciolo e cominciarono a martellare sui chiodi ribaditi. Ad ogni colpo i ferri parevano ferirlo di nuovo: eppure si allentavano. Finalmente si staccarono e caddero al suolo. Dostoevskij prese in mano quei ferri, li guardò ancora una volta, meravigliandosi di aver potuto sostenerli per tanti anni: “Sì, addio! La libertà ora, la nuova vita, la risurrezione dai morti — sospirò — che ineffabile momento” (cf Memorie del sottosuolo, ed. 1868).

Per essere veramente liberi, si devono spezzare le catene che ci legano alle occasioni prossime di peccato. Altrimenti è vana conversione e momentaneo sospiro di sollievo.

Parola di Dio: 1Sam. 18,6-9; 19,1-7; Sal. 55; Mc. 3,7-12

 

Vangelo Mc 3, 7-12

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: “Tu sei il Figlio di Dio!”. Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero. Parola del Signore

 

“PREGO’ I SUOI DISCEPOLI CHE GLI METTESSERO A DISPOSIZIONE UNA BARCA”. (Mc. 3,9)

Gesù, il Figlio di Dio Onnipotente, chiede un favore ai suoi discepoli. Colui che è potente, che guarisce, che caccia i demoni ha bisogno che qualcuno lo salvi dalla pressione della folla e chiede in prestito una barca. Gesù è venuto per dare. Ma per dare ha bisogno di me. Non sono solo uno che deve ricevere tutto, sono anche uno che può dare qualcosa. La storia della mia salvezza non è ordita sul mio capo per cascarmi addosso, è qualcosa di molto bello che per compiersi ha bisogno di me. Il disegno di salvezza e di misericordia del Dio Onnipotente per gli uomini passa anche attraverso le mie mani. Gesù, oggi, mi chiede: “Mi dai una mano perché il mio perdono, attraverso il tuo perdono, possa giungere a quel tuo e mio fratello? Mi permetti di far giungere il mio amore attraverso la tua carità? Accompagni la mia parola attraverso la tua testimonianza?”. E, pensate alla cosa più bella: Gesù, l’Onnipotente, queste cose non me le impone ma me le chiede umilmente: “pregò i discepoli”. Io prego Dio perché ho bisogno di tutto, Lui prega per me perché gli “presti” un po’ di spazio in casa mia.

 

VENERDI’ 22 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Vincenzo, Martire; San Domenico di Sora; San Gaudenzio di Novara

Una scheggia di preghiera:

 

IN OGNI MOMENTO TU SEI CON ME, SIGNORE.

 

Hanno detto: Mio padre ci ha insegnato a vivere la carità. Diceva che il cattolico può essere odiato, ma non ha il diritto di odiare nessuno. Il cristiano possiede una sola possibilità di risposta: carità, perdono (G. Bachelet).

Saggezza popolare: Il troppo e il troppo poco rompon la festa e il gioco. (proverbio italiano)

Un aneddoto: In una città c'erano due monasteri. Uno era molto ricco, mentre l'altro era poverissimo. Un giorno, uno dei monaci poveri si presentò nel monastero dei ricchi per salutare un amico monaco che aveva là. "Per un po' non ci vedremo più, amico mio", disse il monaco povero. "Ho deciso di partire per un lungo pellegrinaggio e visitare i cento grandi santuari: accompagnami con la tua preghiera perché dovrò valicare tante montagne e guadare pericolosi fiumi". "Che cosa porti con te, per un viaggio così lungo e rischioso?", chiese il monaco ricco."Solo una tazza per l'acqua e una ciotola per il riso", sorrise il monaco povero. L'altro si meravigliò molto e lo guardò severamente: "Tu semplifichi un po' troppo le cose, caro mio! Non bisogna essere così sventati e sprovveduti. Anch'io sto per partire per il pellegrinaggio ai cento santuari, ma non partirò di certo finché non sarò sicuro di avere con me tutto quello che mi può servire". Un anno dopo, il monaco povero tornò a casa e si affrettò a visitare l'amico ricco per raccontargli la grande e ricca esperienza spirituale che aveva potuto fare durante il pellegrinaggio. Il monaco ricco dimostrò solo un'ombra di disappunto quando dovette confessare: "Purtroppo io non sono ancora riuscito a terminare i miei preparativi".

Parola di Dio: 1Sam. 24,3-21; Sal. 56; Mc. 3,13-19

 

Vangelo Mc 3, 13-19

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì. Parola del Signore

 

“CHIAMO’ A SE’ QUELLI CHE EGLI VOLLE”. (Mc. 3,13)

Vi siete mai chiesti perché Gesù ha scelto Pietro con i suoi facili colpi di fiamma, con la sua generosità ma anche con la sua testa dura? Perché Giacomo e Giovanni, i “figli del tuono”, perché Giuda Iscariota? Voi sapete che mi sono sempre interessato ai santi, penso di aver letto la vita di parecchie centinaia di essi, sia laici che religiosi e spesso mi sono chiesto perché la chiamata sia arrivata a certi personaggi e ad altri no.  E poi, guardando alla mia storia, mi sono chiesto e mi chiedo ancora ogni giorno: perché Dio ha voluto o ha permesso che io diventassi prete?  La risposta, almeno all’apparenza sembra non esserci. Chissà perché Tommaso o Matteo e non quell’indemoniato guarito che avrebbe voluto seguire Gesù? Chissà perché persone che sentivano di essere chiamate al sacerdozio e sembravano averne le doti non ci sono riuscite impedite da mille cose e chissà come mai altri che avrebbero potuto essere buoni padri di famiglia o buoni imprenditori si sono trovati ad essere preti? Siamo davanti al mistero della vocazione, di ogni vocazione.  Noi il vero perché non lo sappiamo, a volte non sono neppure tutte cause libere quelle che conducono ad una scelta di vita, eppure se ho fede devo dirmi una cosa: se oggi io sono sposa, prete, vedova, se oggi io sono in questo luogo in questo posto, un motivo ci sarà sicuramente, se Dio è un Padre buono che vuole davvero il mio bene. E’ vero che certe situazioni dipendono dalla nostra libera volontà, è vero che potremmo anche aver sbagliato strada ma, ricordiamoci, in qualunque strada ci troviamo Dio non ci abbandona e in qualunque posto noi operiamo e viviamo, Dio ha sempre qualcosa da darci ed anche qualcosa da chiederci e sa servirsi anche delle nostre debolezze e dei nostri errori se noi glieli sappiamo donare con serenità e semplicità.

 

SABATO 23 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Emerenziana, martire; San Giovanni l’Elemosiniere.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ SEI TU LA MIA FORZA NELLE PROVE.

 

Hanno detto: Il cristiano è un uomo miserabile, ma egli sa che c’è qualcuno ancora più miserabile: c’è un Mendicante d’amore alla porta del suo cuore! (P. N. Evdokimov).

Saggezza popolare: Ogni problema ha almeno una soluzione, altrimenti non sarebbe un problema.

Un aneddoto: La situazione del credente viene rappresentata da Paul Claudel nella scena d’apertura del suo dramma “La scarpetta di raso”, dove un missionario gesuita, fratello dell’eroe Rodrigo (prototipo dell’uomo mondano, errante e incosciente avventuriero, sempre ramingo tra Dio e il mondo) viene presentato come un povero naufrago. La sua nave è stata affondata dai corsari, ed egli stesso, aggrappato ad una tavola del veliero, va alla deriva su quel pezzo di legno che somiglia al braccio trasversale della croce. E il naufrago ringrazia il Signore d’esser così incatenato a Dio. Solo una povera, oscillante tavola librata sul nulla sembra sostenerlo; solo una misera traversa di legno lo lega ancora a Dio, ma, nonostante tutto, egli l’abbraccia senza mai staccarsene, sapendo che alla fine quel legno è ancor più forte del nulla che ribolle sotto di lui, ma resta pur sempre l’incombente minaccia sospesa sul suo presente. Così, pare simboleggiare la metafora, il cristiano legato alla croce di Cristo affronta ogni momento, nella speranza che da dove il Cristo è stato liberato, anche lui potrà vedere la redenzione e la salvezza.

Parola di Dio: 2Sam. 1,1-4.11-12.17.19.23-27; Sal. 79; Mc. 3,20-21

 

Vangelo Mc 3, 20-21

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: “E’ fuori di sé”. Parola del Signore

 

“I SUOI PARENTI USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO POICHE’ DICEVANO: E’ FUORI DI SE’”. (Mc.3,21)

Nella vita sono tante le occasioni di amarezze e sofferenze profonde. Gesù non ce lo ha mai nascosto, e non ci ha neppure illusi dicendoci che con Lui la vita sarebbe diventata facile, anzi, ricordandoci che “il discepolo non è più del Maestro”, e parlandoci di quella croce da prendere per seguirlo, è stato chiaro con noi. E una delle amarezze più grandi che Lui ha subito è quella dell’incomprensione dei suoi cari. Qui sono proprio i parenti, i familiari che vengono per portarlo via dalla sua missione, in seguito saranno gli apostoli a non comprenderlo. E quello che fa ancora più male e denuncia la più assoluta incomprensione è che questi parenti lo fanno con le più buone intenzioni: la folla distrugge Gesù, non ha neanche tempo di mangiare, i capi che lo hanno già puntato, prima o poi gli faranno del male. La storia si ripete anche per noi. Quale amarezza quando è proprio la persona cara, quella con cui hai condiviso le cose più intime che non ti capisce, che ti dà del matto e che, qualche volta, ti tradisce. Ad esempio quanti giovani uccisi nella loro fantasia da regole familiari ferree, o da genitori che vogliono il figlio a propria immagine e somiglianza, quante forme di potere occulto esercitate per ‘la salvaguardia del buon nome’, per la bella figura. Quante persone fatte passare per ‘matte’ solo perché l’amore per Dio le spingeva a compiere cose che altri non avrebbero mai fatto. A quasi tutti i santi è successo questo. Intendiamoci bene: Gesù non vuole insegnarci la pazzia come metodo; seguire Gesù non significa esaltarsi religiosamente al punto da perdere il senso della realtà, ma significa anche prendere sul serio la proposta di Cristo. Gesù si lascia “mangiare” dalle folle, come continuerà a farsi mangiare nell’Eucarestia. Il credente che vuol seguirlo sa di andare contro la mentalità del mondo e sa che troverà la persecuzione magari proprio da chi gli è più vicino, ma ha talmente nel cuore Gesù che anche in quel momento, soffrendo, è interiormente sereno.

 

DOMENICA 24 GENNAIO: 3^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi:San Francesco di Sales; San Feliciano da Foligno.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA SIGNORE E’ PAROLA DI VITA ETERNA.

 

Hanno detto: Flagellatevi pure, se Dio ve lo ispira, ma prima di flagellarvi, dovete esercitare quel tipo di mortificazione che Dio vuole da voi nell’esercizio del vostro dovere quotidiano. (G. Lazzati)

Saggezza popolare: Gli stupidi sanno tutto, gli intelligenti imparano sempre.

Un aneddoto: Un popolano di Fabriano che incontrò san Benedetto Giuseppe Labre (1748-1783), gli confidò d’aver paura di non salvarsi perché esposto a mille pericoli ogni giorno. “Non temere”, affermò il santo mendicante: “Devi avere tre cuori. Uno, tutto amoroso verso Dio, parlando, pensando, operando sempre per Lui; il secondo, tutto amoroso per il prossimo. aiutandolo, istruendolo, pregando per lui”. “E il terzo, Benedetto?”. “Il terzo cuore deve essere tutto crudo verso te stesso, resistendo alla volontà e l’amor proprio, castigando la carne con penitenza e digiuni, e lottando sempre contro le proprie passioni. Coraggio!”.

Parola di Dio: Ne. 8,2-4a.5-6.8-10; Sal 18; 1Cor. 12,12-30; Lc. 1,1-4; 4,14-21

 

Vangelo Lc 1, 1-4; 4, 14-21

dal vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teofilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. Parola del Signore

 

OGGI SI E’ ADEMPIUTA QUESTA SCRITTURA CHE VOI AVETE UDITA CON I VOSTRI ORECCHI”. (Lc. 4,21)

Luca ci racconta la prima predica di Gesù. Gesù è entrato nella sinagoga di Nazareth, il suo paese che a detta di molti non brilla di fede. Ma Lui comincia sempre di lì, da lontano, dagli ultimi; ha letto la Parola di Dio ed ora con l’autorità che gli viene da Dio la commenta. Può essere veramente interessante vedere com’è questa predica di Gesù, perché ci dà la chiave di interpretazione di come, anche noi, possiamo leggere e capire la Parola. Prima di tutto bisogna leggere con attenzione la sua Parola. Prima di andare a cercare libri, commentari, spiritualità varie, vai alla fonte, leggi una o più volte la Parola, falla risuonare in te. Non aver fretta, cerca di capire il significato delle parole, del brano. Cerca di discernere quelle che sono le parole dello scrittore da ciò che Dio vuole dirti. Sì, perché Dio sta parlando a te, adesso. Quella che hai letto non è una parola lontana, è per te, detta adesso da Dio. Gesù, dopo aver deposto il libro che ha letto, dice: “Oggi, adesso, si è adempiuta la Parola”. La parola si incarna. Ha da dirti qualcosa. Vuole trasformarti. Dopo aver letto un brano chiediti sempre: “Che cosa vuoi dirmi, Signore, nella situazione che vivo?”. La Bibbia è una lunga lettera di amore che Dio ha scritto agli uomini lungo la loro storia ma è anche una lettera con la data di oggi che Dio proprio adesso ha scritto per me. Accoglierla, lasciarla operare in noi, significa scrivere la nostra lettera di risposta, e significa non vanificare ciò che la Parola ha fatto e vuole fare in noi.

 

LUNEDI’ 25 GENNAIO: CONVERSIONE DI SAN PAOLO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Elvira, Vergine e Martire; San Poppone, Monaco

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, CHE IO TI VEDA NEI MIEI FRATELLI.

 

Hanno detto: Non basta ripetere le parole eterne del Vangelo, come non basta piantare delle croci, se nessuno vi si lascia poi inchiodare insieme con Cristo (P. Mazzolari).

Saggezza popolare: Dio e natura nulla fanno invano.

Un aneddoto: Un giorno, il Gran Maestro radunò tutti gli allievi per eleggere il suo assistente."Vi sottopongo un problema" disse il Maestro. "Chi lo risolverà sarà il mio braccio destro". Detto questo, sistemò un tavolino al centro della sala e sul tavolino pose un preziosissimo vaso di porcellana decorata da finissime rose d'oro."Questo è il problema. Risolvetelo". I discepoli contemplarono perplessi il "problema". Era un vaso di porcellana inimitabile: ne ammiravano i disegni rari, la freschezza e l'eleganza delle rose. "Cosa rappresentava? Qual'era l'enigma? Che cosa si doveva fare?" si chiedevano. Il tempo passava e nessuno osava fare nulla, salvo contemplare il "problema". Ad un certo punto, uno dei discepoli si alzò, guardò il Maestro e i compagni, poi si incamminò risolutamente verso il vaso e lo scaraventò a terra, mandandolo in frantumi. "Finalmente qualcuno lo ha fatto!" esclamò il Gran Maestro. "Cominciavo a dubitare della formazione che vi avevo dato in tutti questi anni!".Poi si rivolse al giovane: "Sarai tu il mio assistente". Mentre il giovane tornava al suo posto, il Maestro spiegò: "Io sono stato chiaro. Vi ho detto che questo era un problema. Non importa quanto possa essere bello e affascinante, un problema deve essere eliminato". C'è un modo solo per risolvere un problema: affrontarlo.

Parola di Dio nella festa della conversione di San Paolo: At. 22,3-16 (9,1-22); Sal 116; Mc. 16,15-18

 

1^ Lettura At 22, 3-16

In quei giorni, Paolo disse al popolo: "Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. Io perseguitai a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne, come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damasco e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a Gerusalemme, per essere puniti. Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti. Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava. Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia. E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damasco. Un certo Anania, un devoto osservante della legge e in buona reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista. Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai tuoi peccati, invocando il suo nome". Parola di Dio

 

"IO SONO GESÙ NAZARENO,CHE TU PERSEGUITI". (At. 22,8)

Paolo è in viaggio. Sta andando a cercare cristiani per farli arrestare. Pensa di fare bene ad estirpare questa nuova razza di eretici che sta invadendo la religione ebraica. Ed ecco che viene fermato da questa apparizione che lo butta giù da cavallo e che gli scombina tutte le sue credenze. Gesù si presenta a luì e si identifica con i cristiani perseguitati. Gesù era già salito al cielo, ma aveva promesso ai suoi discepoli: "Io sono con voi fino alla fine dei tempi", quindi Gesù è il cristiano perseguitato. Anche oggi Gesù è presente nei cristiani. Mi chiedo se chi mi incontra riesce a riconoscere in me la presenza di Cristo, e mi chiedo anche se io riesco a riconoscere Cristo non solo nell'Eucarestia ma anche nei cristiani, in tutti i cristiani.

 

MARTEDI’ 26 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santi Tito e Timoteo; Santa Paola Romana.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDIMI, SIGNORE, IL CORAGGIO DELLA TESTIMONIANZA.

 

Hanno detto: L’ultimo passo della ragione umana sta nel riconoscimento che vi sono infinite cose che la superano (B. Pascal).

Saggezza popolare: La saggezza viene da Dio e l’astuzia dal diavolo.

Un aneddoto: Gesù e san Pietro videro un giorno un uomo, il cui carretto si era rovesciato col carico tutto da una parte. Il carro era pesante, la strada stretta e affacciata sopra un alto burrone, e l’uomo, sicuro di non farcela a rimetterlo in piedi, s’era inginocchiato in mezzo alla strada. Buon Dio, si raccomandava tu che aiuti tutti i poveracci e i disgraziati, vieni in mio soccorso. Sono qui solo, come vedi, col mio carro rovesciato in mezzo alla campagna. Non c’è un cane a darmi una mano. Signore, a te un miracolo costa poco. Raddrizza dunque con la forza delle tue mani divine la mia carretta, e io ti adorerò per sempre! Gesù passò accanto a lui senza degnarlo di uno sguardo; e proseguì con Pietro per la sua strada. Neanche a farlo apposta, qualche miglio più in là, ecco un altro carretto carico di verze, ribaltato sul viottolo che portava al mercato. Davvero quella doveva essere la strada più sassosa e scomoda di questo mondo, se metteva nei guai tanti carrettieri. Qui però la scena era diversa. L’ortolano si dava da fare intorno alla sua carretta, e la sollevava da un lato e la tirava su dall’altro, e si affannava in tutti i modi, disperato di non farcela a rimetterla in piedi. Zuppo di sudore, le vene gonfie per lo sforzo, le braccia graffiate, l’uomo imprecava contro quel maledetto carro che non si scostava di un palmo, le ruote al cielo, col suo carico di verze.

Questa volta il Signore si fermò a guardare il contadino rosso come un gambero per la sua inutile fatica e disse: Vieni, Pietro, Noi dobbiamo dare una mano a costui per raddrizzare il suo carro. Come mai, Gesù? — chiese sbalordito Pietro. — Poco fa non abbiamo mosso un dito per quel povero carrettiere che ti pregava in ginocchio con tanta fede, e vuoi aiutare questo tanghero che s’infuria e sbraita come un ossesso?

E il Signore:— La differenza, Pietro, sta proprio qui: che quello di prima si accontentava di biascicar preghiere e di aspettare l’aiuto di Dio, e questo che tu biasimi invece si dà da fare e le tenta tutte per cavarsi dai pasticci. Diamogli una mano, vecchio mio, se la merita. E non scuotere la zucca: hai le idee un po’ confuse sulla giustizia. (L. Santucci)

Parola di Dio nella festa dei santi Tito e Timoteo: 2Tm 1,1-8; (Tt.1,1-5); Sal. 88; Lc. 22,24-30)

 

1^ Lettura 2 Tm 1, 1-8

dalla seconda lettera di san Paolo a Timoteo

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, per annunziare la promessa della vita in Cristo Gesù, al diletto figlio Timòteo: grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro. Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno; mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te. Per questo motivo ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani. Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza. Non vergognarti dunque della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui; ma soffri anche tu insieme con me per il vangelo, aiutato dalla forza di Dio. Parola di Dio

 

“NON VERGOGNARTI DELLA TESTIMONIANZA DA RENDERE AL SIGNORE”. (2 Tim. 1,8)

Siamo cristiani poco convinti o pusillanimi? Come mai in tante occasioni stentiamo a far vedere la nostra fede? Non dico che presuntuosamente o in ogni situazione dobbiamo sbandierare la fede, o peggio, diventare moralisti uggiosi che hanno sempre qualcosa da sindacare sulla agire degli altri, ma, come mai così spesso, specialmente in certi ambienti, siamo disposti a berci la mentalità comune, o preferiamo nasconderci nei luoghi comu­ni piuttosto che manifestare la nostra fede? Il Signore, che è luce ci chiede di prestargli le nostre piccole lampade perché la sua luce possa arrivare al cuore di altre persone. La luce non siamo noi ma se nascondiamo la nostra piccola lampada il mondo non soffre un po’ di più di oscurità?

 

MERCOLEDI’ 27 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Santa Angela Merici; Santa Devota; San Lupo, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, MI FIDO DELLA TUA PAROLA.

 

Hanno detto: E’ meglio essere cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo. (S. Ignazio di Antiochia)

Saggezza popolare: Il papa e il contadino messi insieme ne sanno più del papa da solo.

Un aneddoto: Un giorno un uomo guardava una nave lontana sul mare. Pensava:"Ah, se potessi essere su quella nave, andare lontano lontano, strapparmi da questa grama terra e visitare mondi nuovi!" Egli non sapeva che quella nave non andava da nessuna parte. Nessun vivo era a bordo. Il colera aveva da poco strappato l’anima all’ultimo timoniere. Il giorno seguente, una nave solcava, sottocosta, lo stesso mare, carica di soldati che andavano in guerra. Vedendo da lontano l’uomo che stava zappando la terra, pensavano: "Ah, poter essere quell’uomo! Fra poco ritornerà nella sua casa a ricevere il saluto e le carezze di moglie e figli. A noi, quando mai succederà?" Essi non sapevano che quell’uomo, che pareva appoggiato alla sua zappa, in realtà era morto da pochi istanti. E se ne stava così, come un burattino stanco, ad alimentare le loro illusioni.

Parola di Dio: 2Sam. 7,4-17; Sal. 88; Mc. 4,1-20

 

Vangelo Mc 4, 1-20

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: “Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno”. E diceva: “Chi ha orecchi per intendere intenda!”. Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: “A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato”. Continuò dicendo loro: “Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? Il seminatore semina la parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto. Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno”. Parola del Signore

 

“USCI’ IL SEMINATORE A SEMINARE”. (Mc. 4,3)

Questo seminatore della parabola di Gesù non sceglie il terreno. Non decide qual è il terreno buono e quale quello sfavorevole, quello adatto e quello meno adatto, quello da cui ci si può aspettare qualcosa e quello per cui non vale la pena darsi da fare. Il terreno si rivela per quello che è dopo la seminagione, non prima. Il nostro compito di testimoni non sta nel classificare i vari tipi di terreno, nel tracciare la mappa delle possibilità. Noi dobbiamo seminare, dobbiamo “sprecare” la semente, dobbiamo aver fiducia, come il contadino, nella bontà del seme, nel sole, nel tempo. Qualche volta, se guardiamo i risultati, prende lo scoraggiamento. Se guardo i miei ormai tanti anni di sacerdozio, che cosa ho fatto? Tanta fatica, tanta predicazione, catechesi e poi... dove sono le migliaia di ragazzi passati al catechismo, le centinaia di coppie che si sono sposate, le famiglie e il nugolo di poveri aiutati? Fallimento, verrebbe da dire! Scoraggiamento potrebbe colpire. Ma se ho seminato, ho fiducia nel seme (che non è mio), ho fiducia nel tempo (che non è mio), ho fiducia nelle persone (che non sono mie), ho fiducia non in “io” ma in “Dio” e allora non mi scoraggio più.

 

GIOVEDI’ 28 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa; San Pietro Nolasco.

Una scheggia di preghiera:

 

LAMPADA PER I MIEI PASSI E’ LA TUA PAROLA, O SIGNORE

 

Hanno detto: Dio non è complicato: è semplice. Non occorre difficoltà a raggiungerlo: ci vuole semplicità (Gandhi).

Saggezza popolare: A chi mangia sempre polli vien voglia di polenta.

Un aneddoto: PER SORRIDERE PENSANDO

Un giovane proclamò fieramente al maestro: "Sono finalmente giunto alla perfezione. Sono totalmente padrone di me stesso. In modo assoluto. Ora riesco a dominare con facilità impulsi collerici e avidità, ho eliminato dal mio spirito ogni cupidigia, l'ambizione e la bramosia del potere e del denaro e anche il più piccolo desiderio sessuale, perciò..."Ma il maestro lo interruppe: "Che peccato! Proprio qualche giorno fa, una bella ragazza mi ha fatto capire che, se si presentasse l'occasione, scivolerebbe molto volentieri nel tuo letto...". Il giovane (facendo un balzo in avanti): "Ah sì? Chi è? La conosco?".  SEI PROPRIO SICURO DI AVERE IL DOMINIO COMPLETO DI TE STESSO?

Parola di Dio: 2Sam. 7,18-19.24-29; Sal 131; Mc. 4,21-25

 

Vangelo Mc 4, 21-25

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: “Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!”. Diceva loro: “Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”. Parola del Signore

 

"SI PORTA FORSE UNA LAMPADA PERMETTERLA SOTTO IL MOGGIO O SOTTO IL LETTO?". (Mc. 4,21)

Qualche volta leggendo le statistiche che riguardano i cristiani nel mondo c'è da rimanere perplessi. Quando, dopo la Pentecoste, i Dodici cominciano a predicare, nel giro di pochi anni il cristianesimo si diffonde in tutto il mondo allora conosciuto,eppure non c'erano grandi mezzi di trasporto o di informazione. Oggi, oltre mezzo miliardo di "cristiani" dotati di grandi mezzi, languiscono. Bisogna capire chi è la lampada: è Gesù, la luce è il suo messaggio, la sua Parola, la sua persona. Quando la fede in Lui diventa solo più religiosità a volte formale, ecco che la sua luce è nascosta e coperta, quando la sua Parola e la sua presenza vengono troppo addomesticate o sono male testimoniate, o si perdono nelle pastoie di una Chiesa troppo mondanizzata, ecco che il messaggio perde la sua carica, la luce illuminante diventa fioco barlume quando addirittura non si spegne. Ringraziamo Dio che non tutto è così: esempi di persone che lasciano che Cristo illumini attraverso la propria persona ce ne sono molti, da chi fa molto per il suo prossimo, a chi offre se stesso, a chi in silenzio e nel nascondimento sparisce come il seme che muore nella terra per lasciare che il Signore della vita e della gioia possa trasparire senza alcun ostacolo.

 

VENERDI’ 29 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:San Costanzo, Vescovo; San Valerio, Vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, O GESU’, OGNI MOMENTO E’ ETERNITA’

 

Hanno detto: L’uomo muore se passa il tempo a coltivare se stesso; vive se non pensa più a sé, ma al fratello e a Dio. (I. Giordani)

Saggezza popolare: Chi scherza col gatto, non si lagni se è graffiato.

Un aneddoto:  In un film di Gabriele Salvatores (1992), il prigioniero Alex cita un detto “dell’india antica”, secondo il quale “la vita è come un ponte, buono per essere attraversato, non per costruirvi sopra una casa”. Meraviglierà qualcuno sapere che invece tale frase si trova in lingua araba su un papiro che risale al V secolo. Secondo autorevoli esegeti, sarebbe uno dei loghia o detti memorabili di Gesù che non furono inglobati nei Vangeli. Vuol dire che la vita è fatta per ascendere al Cielo dove si trova la nostra vera casa: la casa di quaggiù, costruita sul ponte, sarebbe solo una prigione in più.

Parola di Dio: 2Sam. 11,1-4a.5-10a.13-17; Sal. 50; Mc. 4,26-34

 

Vangelo Mc 4, 26-34

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura”. Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Parola del Signore

 

“IL REGNO DI DIO E’ COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME NELLA TERRA; DORMA O VEGLI, DI NOTTE O DI GIORNO, IL SEME GERMOGLIA E CRESCE”. (Mc. 4,26-27)

Gesù raccontando questa parabola parla di noi, ma anche di se stesso. I contemporanei di Gesù si aspettavano un messia potente, battagliero; Gesù invece comincia l’annuncio del Regno in semplicità, con i poveri, non invita alla lotta armata, ma a liberarsi interiormente. La sua vita sembra destinata al fallimento. Eppure Dio benedirà e farà fruttare il suo seme. Questa lezione di pazienza di Dio e di umiltà è una  chiara indicazione per quanti con Lui vogliono collaborare all’instaurazione del suo Regno nel mondo degli uomini. Data la nostra inclinazione per il successo rapido e spettacolare, per la programmazione, l’efficacia produttiva, la statistica e la percentuale, è frequente l’impazienza per risultati palpabili e frut­ti visibili. Ma questa non è la tattica di Dio. La Chiesa non deve temere l’insuccesso del Vangelo per la povertà dei mezzi al suo servizio e ancor meno cedere alla tentazione di un’efficacia solo esteriore. Gesù non ha fatto così. Per fondare la sua Chiesa al servizio del Regno, ha scelto dodici uomini poveri, senza alcuna influenza sociale, in maggioranza incolti. Cristo avrebbe potuto agire in modo sfolgorante, ma non lo ha fatto. il Regno di Dio non ha bisogno di mezzi spettacolari, ma di servitori poveri che non pongano condizioni.

 

SABATO 30 GENNAIO

Tra i santi ricordati oggi:Sant’Adelmo; Santa Giacinta; Santa Martina, Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, O SALVATORE DEL MONDO!

 

Hanno detto: Che cosa significa “parrocchia”? Parrocchia vuol dire: presenza di Cristo tra gli uomini attraverso una comunità (G. Paolo II).

Saggezza popolare: Difendere la propria colpa è un'altra colpa.

Un aneddoto: Un rabbino chiese al suo discepolo: “Quando comincia il giorno?”  Il discepolo rispose: “Quando non confondo più la quercia con la palma”. “Questo non basta”,rispose il rabbino. E il discepolo:”Forse quando riesco a distinguere un cane pastore da una pecora”. Soggiunse il rabbino: “Anche questo non basta. Quando riuscirai a riconoscere tuo fratello nel volto di un altro uomo,solo allora si è fatto veramente giorno”. (Antico racconto ebraico)

Parola di Dio: 2Sam. 12,1-7a.10-17; Sal. 50; Mc. 4,35-41

 

Vangelo Mc 4, 35-41

Dal vangelo secondo Marco.

In quel giorno, verso sera, Gesù disse ai suoi discepoli: “Passiamo all'altra riva”. E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t'importa che moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”. Parola del Signore

 

“MAESTRO NON TI IMPORTA CHE MORIAMO?” (Mc. 4,38)

La traversata del mare di Galilea indica la traversata della vita. Il mare è la mia famiglia, la mia comunità, il mio stesso cuore. Piccoli mari, ma in cui si possono scatenare, sappiamo, grandi e improvvise tempeste. Chi non ha conosciuto qualcuna di queste tempeste, quando tutto si oscura e la barchetta della nostra vita comincia a fare acqua da tutte le parti, mentre Dio sembra essere assente o dormire? Un responso allarmante del medico, ed eccoci in piena tempesta. Un figlio che prende una brutta strada e fa parlare di sé, ed ecco i genitori in piena tempesta. Un rovescio finanziario, la perdita del lavoro, dell’amore del fidanzato, del coniuge, ed eccoci in piena tempesta.  Che fare? A che cosa attaccarci e da che parte gettare l’ancora? Gesù non ci dà la ricetta magica su come scansare nella vita tutte le tempeste. Non ci ha promesso di evitarci tutte le difficoltà; ci ha promesso invece la forza per superarle, se gliela chiediamo. Quel giorno ciò che salvò i discepoli dal naufragio fu il fatto che “avevano preso con sé Gesù nella barca”. E questa è anche per noi la garanzia migliore contro le tempeste della vita. Il mezzo per tenere Gesù dentro la barchetta della propria vita e della propria famiglia è la fede, la preghiera e, specialmente, l’amore.

 

DOMENICA 31 GENNAIO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Tra i santi ricordati oggi:San Giovanni Bosco; San Giulio e Giuliano; San Gimignano, Vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

POPOLI TUTTI LODATE IL SIGNORE.

 

Hanno detto: Dal momento che tu ti fai prete,divengono tuoi parenti tutti coloro che hanno un’anima da salvare, e tu devi pensare a loro e non ad altro. (S. Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Se vuoi che si conservi il tuo segreto, perché non lo conservi tu stesso?

Un aneddoto: Il 31 gennaio 1888 muore San Giovanni Bosco.

Nel 1847 don Bosco aveva acquistato una tettoia e un prato per farne il primo oratorio. Costo 31000 lire. Mamma Margherita era preoccupatissima perché i soldi non c’erano e se non avessero pagato  entro quindici giorni ci sarebbe stata una penale di 100.000 lire. Don Bosco era calmo e disse alla madre: “Dimmi un po’, se tu avessi il denaro non me lo daresti?”. “Certamente !”. “ E allora perché supporre che Dio il quale è nostro padre e tanto più ricco di noi, possa essere meno generoso?”. E i soldi puntualmente arrivarono.

Parola di Dio: Ger. 1,4-5.17-19; Sal. 70; 1Cor. 12,31-13,13; Lc. 4,21-30

 

Vangelo Lc 4, 21-30

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù prese a salire nella sinagoga: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: “Non è il figlio di Giuseppe?”. Ma egli rispose: “Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!”. Poi aggiunse: “Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro”. All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Parola del Signore

 

“NESSUNO FU RISANATO SE NON NAAMAN IL SIRO”. (Lc. 4,27)

Un’idea base del Vangelo è quella che Dio non è monopolio di nessuno: Dio è libertà assoluta che non può essere vincolata in schemi umani ed è misericordia e amore per tutti gli uomini. Gesù ricordando l’episodio di Naaman, un pagano guarito dalla lebbra, vuole aiutarci a capire che nessuno di noi davanti a Dio deve avere l’atteggiamento del possesso. Bisogna invece essere riconoscenti per il suo amore che si riversa su ogni uomo che si rende a Lui disponibile. Non c’è nulla di più assurdo e contro la fede delle guerre sante”, da qualunque parte vengano (come si può dichiarare “santa” una guerra che uccide, emargina, schiavizza l’uomo?). Tra tutti gli integralismi, quello religioso è il peggiore perché è addirittura contrario al pensiero di Dio e non rispetta l’uomo. Ma, attenzione anche ai piccoli integralismi religiosi, quelli che ci fanno dire: “La salvezza si realizza solo nel mio movimento”, “La Bibbia la interpretiamo bene solo in quei gruppo”, “Se vuoi essere a posto devi per forza fare così e così”. Affermare la propria appartenenza di fede a un popolo o ad un gruppo è necessario per la verità ma non deve mai diventare imposizione umana e tantomeno motivo di giudizio o di discriminazione.

     
     
 

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