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PICCOLE PILLOLE

PER PENSARE, PER MERAVIGLIARCI, PER VINCERE ANSIA E PAURA

PER SCOPRIRE GLI ALTRI, PER SENTIRCI AMATI DA DIO

 

 

PENSIERI DI GENNAIO

 

TI AUGURO BUON ANNO

Non ti auguro un dono particolare, ti auguro solo ciò che i più non hanno. Ti auguro il tempo per rallegrarti e gioire. E se non lo sprechi non avrai alcun danno. Ti auguro tempo per pensare e agire, tempo da regalare. Ti auguro tempo non per correre e brigare ma per gioire e interiorizzare. Ti auguro tempo non solo da far passare. Ti auguro che te ne rimanga per sperare. Ti auguro tempo per stupirti e tempo da donare senza l’assillo di un orologio che non ti lascia respirare. Ti auguro tempo per ascoltare te stesso ogni ora, ogni giorno. Ti auguro tempo per perdonare, per pregare… Ti auguro di avere il tempo di esistere.

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Quante persone sono suicide. Alcune arrivano a questo gesto per i più svariati motivi, dalla delusione alla paura, dalla vigliaccheria ad una forma esasperata di amore mal espresso… ma ci sono anche molte persone che passano la vita commettendo un suicidio parziale: distruggendo cioè il loro talento, le loro energie, le loro doti creative. Quando penso a questo capisco che imparare a fare del bene a se stessi è più difficile che imparare a farlo agli altri.

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Con molta saggezza diceva Seneca: “Quello che non puoi correggere o evitare, è bene sopportarlo con pazienza”. Balzac poi ci fa meditare su pazienza e natura: “La pazienza è ciò che nell’uomo assomiglia maggiormente al procedimento che la natura impiega nelle proprie creazioni” E l’Abbe Pierre, con un esempio azzeccato ci invita a cogliere i piccoli segni della crescita: “Non è tirando su lo stelo che si fa crescere il grano più in fretta. Bisogna saper pazientare con amore, guardare giorno per giorno il più piccolo sforzo, la lenta crescita di ciascuno.”

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Se ti comporti bene non è sempre detto che tu raccolga bene. Ma se ti comporti male, i frutti del male, nonostante la loro apparente bellezza, si trasformeranno in un lento veleno che appesterà molti dei tuoi giorni. (San Basilio)

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Lascia che Dio ti sia vicino e viva con te la tua giornata. Allora la tua vita sarà intensa ed anche la lotta quotidiana sarà bella: penserà Lui alle tue necessità come fa con i gigli del campo e gli uccelli dell’aria. A te chiederà soltanto di amarlo. Pertanto non aver paura di ricominciare sempre a vivere con Dio. (G. Adani)

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Non esiste al mondo che una sola figura assolutamente bella, ed è il Cristo: e l’Epifania (la rivelazione) di questa figura infinitamente, incomparabilmente bella, è sicuramente un miracolo senza pari. Ecco il mio credo molto semplice: credo che non ci sia nulla di più bello, di più profondo. Di più comprensivo, di più virile e di più perfetto del Cristo. (Dostoevski)

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Noi siamo tutti creati per la gloria di Dio, per fare la sua volontà. Io occupo un mio posto nei piani di Dio, un posto da nessun altro occupato. Egli mi conosce e mi chiama per nome, mi ha creato per rendergli qualche servizio ben definito. Io ho la mia missione: potrei non conoscerla mai in questa vita ma mi sarà rivelata nell’altra. La mia malattia, la mia incertezza,il mio dolore possono essere cause necessarie a qualche grande opera che mi è del tutto incomprensibile. Signore, mi abbandono alla tua volontà. (Cardinal J.H.Newman)

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In un giorno di sole, un oca boriosa passava tra i pollastri con aria altezzosa. Un serpente le disse: “In terra c’è un brillante” E l’oca, nel chinarsi, fu uccisa in un istante. La boria esagerata vien presto umiliata. (Pino Pellegrino)

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Non bisogna nascondere al bambino la realtà del dolore umano e la durezza della vita. La morte è una realtà suprema con la quale l’uomo prima o poi dovrà confrontarsi. (Josè Manyanet, beato)

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Incuriosita de sapè che c’era. Una colombella scese in un pantano, s’inzaccherò le penne e bonasera.

Un rospo disse: “Commarella mia, vedo che pure te, caschi nel fango…” “però nun ce rimango…” rispose la colomba. E volò via. (Trilussa)

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Non ci sono sogni troppo grandi: cammina ancora, non fermarti. L’orgoglio di vivere un grande ideale è la virtù suprema, e il tuo unico rifugio è l’Amore. La felicità è dovunque gli uomini la scoprono; solo il male è cieco e sordo. Sappi vivere sempre oltre la vita… (Raoul Follereau)

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A un concorso di 10 posti di impiegato si presentano a volte in 200.000. Quanto studio! Quanto impegno e fatica! Per il corso matrimoniale, niente o quasi: ci si sposa senza aver letto, neppure per mezz’ora, un libro sull’educazione o aver discusso su di essa. Per costruire un ponte si richiedono titoli e onestà professionale. E per impiantare un uomo? E’ incredibile la leggerezza con cui vengono affrontate la maternità e la paternità ai nostri giorni! Si è fatto tanto per il controllo delle nascite, e per il controllo dei genitori? (Pino Pellegrino)

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La condizione umana si può spesso paragonare ad una persona intrappolata nel fondo di un pozzo: Tutte le sue grida di aiuto rimangono inascoltate, sembrano essere disperse dal vento che soffia alla sommità del pozzo. La speranza sembra affievolirsi, ma quando sembra essere definitivamente morta, arriva una risposta dalla sommità del pozzo: “Sappiamo che sei laggiù. Siamo venuti ad aiutarti. Ti porteremo in salvo”. Il cuore di quell’uomo rimasto intrappolato esplode di gioia: “Grazie a Dio, qualcuno ha finalmente saputo che sono qui”. Accade lo stesso nella comunicazione vera. La persona che si è aperta ad un’altra ed è stata ascoltata, prova la stessa sensazione di sollievo e di gioia: “Grazie a Dio qualcuno  è finalmente riuscito a capire come si sta nei miei panni”.

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Tra la nostra anima e il nostro corpo ci sono tante piccole finestre, da lì, se sono aperte, passano le emozioni, se sono socchiuse filtrano appena; solo l’amore le può spalancare tutte assieme e di colpo, come una raffica di vento…” (Susanna Tamaro)

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 “Papà” chiede il piccolo Andrea impressionato dalle notizie del Telegiornale “Com’è che comincia una guerra?”. “Vedi, piccolo mio. Le cose vanno più o meno così: se per esempio tra Inghilterra e Sati Uniti scoppia un forte dissenso su qualche cosa…”. La mamma lo interrompe: “Non dire stupidaggini: Inghilterra e America non litigano mai”. “Ma che cosa c’entra, io facevo solo un esempio”. “E così riempi la testa del bambino di sciocchezze”. “Io almeno gli metto qualcosa nella testa, tu sei per il vuoto assoluto!”. “Ma fammi il piacere.. non ti accorgi che sei ridicolo…” Andrea interviene: “Grazie, ho capito…”

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Papà, i tuoi schiaffi non solo feriscono il mio corpo, ma colpiscono nel cuore la mia fragile identità di bambino! Mi fanno duro e ribelle, ostinato, vile, aggressivo. Le tue botte mi fanno sentire miserabile, piccolo e indegno di te… mio eroe. I tuoi colpi mi riempiono di amarezza, bloccano la mia capacità di amare, mi coprono di vergogna, accrescono le mie paure e fanno nascere e sviluppare in me l’odio. Papà. I tuoi colpi mi allontanano da te, mi insegnano a mentire, troncano la mia iniziativa e la mia creatività, la mia allegria e la mia spontaneità. Non mi picchiare più… Sono debole e indifeso di fronte alla tua forza; La forza della tua ragione è superiore alla forza dei tuoi schiaffi. Papà la tua grandezza non sta nella potenza della tua forza fisica… (Cesare Augusto Munoz)

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Invece di dire: “Ti sposo perché ti amo”, bisognerebbe dire: “Ti sposo per amarti”. Questa e la mia convinzione profonda dopo 26 anni di matrimonio: (J. De Bourbon-Busset)

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Fede è cercare Colui che non conosci, conoscere Colui che non vedi, vedere Colui che non tocchi, toccare Colui che già ti ha cercato, ti ha conosciuto, ti ha visto, ti ha toccato, ti ha amato. E’ fidarsi di chi si è già fidato di te affidando alle tue fragili mane un dono d’amore che vale ogni rischio. (Sergio Carrarini)

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Senza lo Spirito Santo Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità una dominazione, la missione una propaganda, il culto un’evocazione e l’agire cristiano una morale da schiavi. Ma nello Spirito Santo: la voce del cosmo si alza in un inno d’amore e di lode, il Cristo risuscitato è presente, il Vangelo è potenza di vita, la Chiesa significa comunione trinitaria, l’autorità è umile servizio, la missione è annuncio di gioia come una Pentecoste, la liturgia è memoria e anticipazione, i Sacramenti sono segni efficaci dell’amore di Dio, l’agire umano è deificato. (Metropolita Ignatios di Lattaquia)

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Abbiamo bisogno di scoprire Dio. Dio non può essere trovato nel frastuono e nell’inquietudine. Dio è amico del silenzio. Osservate anche la natura: alberi e fiori crescono nel silenzio; guardate le stelle, la luna, il sole come si muovono in silenzio. Non è forse la nostra missione quella di dare Dio ai poveri? Non un Dio morto ma un Dio vivo, un Dio amante. Più viviamo nella preghiera silenziosa più possiamo dare nella nostra vita attiva. Abbiamo bisogno di silenzio per essere in grado di arrivare alle anime. La cosa essenziale non è ciò che noi diciamo, ma ciò che Dio dice a noi e attraverso di noi. Tutte le nostre parole saranno inutili se non vengono dall’anima. Le parole che non danno la luce di Dio aumentano le tenebre. (Madre Teresa di Calcutta)

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Non temete di invecchiare. Imparate a vivere la fatica delle cose: lì scoprirete il segreto della serenità. Non angustiatevi per la decadenza. Essa prepara il cuore e la mente alle cose che contano. Cercate l’essenza celata dietro l’incontro con le altre età, allargate il vostro cuore alle età che avete dentro. Non intristitevi nella fragilità delle membra; non lasciatevi andare al pessimismo esistenziale, riscoprite invece la saggezza dei giorni. Accarezzate le asperità della vecchiaia: possono trasformarsi in occasioni di riflessione e di preghiera. Ogni anziano abbracci in se il vecchio, il bimbo, l’adulto, il giovane che ha dentro. E danzi al sole della vita.

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VIVERE IN PACE

Non ci vuole tanto a vivere con i buoni e con i miti, perché questo naturalmente piace a tutti. Ma il saper vivere pacificamente con persone dure e perverse, con i maleducati e con quelli che ce l’hanno con noi, è grazia grande e degna di molta lode e atto coraggioso. Vi sono alcuni che hanno pace in sé e stanno in pace con gli altri. E vi sono altri che non hanno pace e non la lasciano avere: gravosi agli altri e ancor più gravosi a se stessi. (Imitazione di Cristo, 2)

 

 

PENSIERI DI FEBBRAIO

 

TRASFERTA

La vita dell’uomo somiglia ad una trasferta, breve e piena di responsabilità. Non possiamo considerarci a dimora fissa né caricarci di troppa roba. Non  è permessa una vita sottogamba, spassarsela come in licenza. Ci sono scadenze e somme da pagare. E ciò non vale solo per te; nessuno è ospite o padrone, turista o residente della terra. Siamo tutti in trasferta.(A. Sinjavsky)

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TEMPO

E’ nel tempo che l’uomo nasce, cresce, vive decidendo la sua relazione con gli uomini e le cose, optando per la pienezza di vita o per la violenza mortifera: Non è certamente un caso che l’insistenza delle sacre scritture cada sull’oggi: “Oggi ascoltate la voce di Dio… Oggi pongo davanti a la scelta tra maledizione e benedizione… Oggi la salvezza è vicina… Oggi si è compiuta questa parola”. Nell’ottica della fede cristiana c’è stato un inizio del tempo, un “in principio”, c’è stata la pienezza del tempo nell’incarnazione del Figlio, c’è la fine del tempo legata alla venuta del Signore nella gloria: niente di più e niente di meno. (E. Bianchi, Da forestiero, Piemme)

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TEATRO

Qui sulla terra noi siamo come in un teatro: nel teatro voi vedete splendide rappresentazioni. Entrano molti attori e recitano la loro parte. Un attore diventa un saggio, e non lo è; un altro diventa un re, e non lo è, ha soltanto l’aspetto del re; un altro diventa medico e non sa curare nessuno, è solo vestito come un medico. Tutti non sono nulla di ciò che appaiono. Quando giunge la sera lo spettacolo finisce. Le maschere sono tolte, l’inganno è finito, la verità si afferma. Così avviene anche alla fine della vita. La recita è finita, le maschere sono tolte: si giudica ciascun uomo e le sue opere.(S. Giovanni Crisostomo, Omelia sul terremoto, 5)

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IL SORRISO DI DIO

Ogni volta nasce un bimbo, non importa il colore, ebreo, cristiano, indù o musulmano, Dio sorride dall'alto di gioia nel cuore. Sorride quando sulla terra due cuori si incontrano e sfidando l'egoismo si giurano amore eterno e diventano riflesso sulla terra del Dio che è trino, ma uno per l'amore. Come sorride Dio quando quaggiù c'è qualcuno che offre il suo dolore, sorride a quella donna ammalata, a quel figlio schiavo della droga, a quel padre stanco e senza lavoro, ma fiducioso che Dio è Provvidenza. Ogni volta qualcuno si stringe la mano, si perdona di cuore, si fa la pace vera, ogni volta c'è un uomo che porta speranza, e un altro che semina la gioia, Dio dall'alto acconsente e sorride. Ma Dio sorride anche quando ci vede troppo indaffarati, sempre di corsa, con l'ansia nel cuore eternamente insoddisfatti e alla ricerca. Dio ci sussurra piano all'orecchio: "Tranquilli" e stringendoci, ci sorride. Come ride di gusto Dio sulle nostre manie, sulle mode che passano, sui cultori dell'effimero, come sorride sui soldi accumulati e i cuori ingombri, sulle storie strappalacrime e inventate, sui concorsi di bellezza e gli idoli e stravaganze. Sorride perché sa che tutto si riduce in polvere. Quante volte trattiene il sorriso e scoppia in lacrime sugli orrori, i massacri e le vendette, sui bambini deturpati e gli anziani abbandonati, sull'uomo che perde la dignità e distrugge i valori. Ma poi, guardando quaggiù si ricorda che siamo suoi figli e chiudendo un occhio per amore continua a sorriderci e la vita non finisce, perché in fondo è l'uomo il vero sorriso di Dio. (Gianni Fanzolato)

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SOFFERENZA

Il Figlio di Dio non è venuto per distruggere il dolore, ma per soffrire con noi. Non è venuto per distruggere la croce, ma per stendervisi sopra. Per mezzo di Lui la sofferenza ha cessato di essere gratuita. Perciò l’uomo che soffre non è inutile né ozioso. (Paul Claudel,)

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Se ciò che crediamo è vero, se la sofferenza umana può avere un valore redentivo, se ogni lacrima vale, quanta sofferenza perduta! Poiché essa non redime che a condizione di essere vissuta in unione con Gesù crocifisso. E come sono in pochi a saperlo! (Francois Mauriac)

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DICE DIO

A te che in questo momento stai soffrendo: ti chiedo di essere forte, di scoprire la luce che brilla nella tua anima. Sentiti avvolto dalla mia grazia che mai ti abbandona, il mio sguardo è su di te e ti amo infinitamente. Dalla croce pesante del tuo dolore grida il tuo amore verso di me, non perderti d'animo, colora la tua esistenza con i pastelli più incisivi, sappi scoprire la bellezza di essere un vero prodigio e non temere mai nulla, Io ti sono sempre vicino, ti sostengo e guido i tuoi passi dovunque tu andrai... a volte comprendo che ti senti solo e perso tra le mura di un ospedale o della tua casa, ma sappi che io sono seduto accanto a te, ti sussurro all'orecchio dolci parole, ti parlo come ad un amico, a un fratello, a un bimbo... sei una persona splendida per me e mai ti dimenticherò... sei nel mio cuore, ricco di amore e di tenerezza, a volte pensi che sia io a farti soffrire ma come potrei? Ti ho fatto di poco inferiore agli angeli, di gloria e di onore ti ho coronato, come potrei farti tutto questo e come mi potrei dimenticare di te? Figlio mio carissimo, da tempo ho fissato i miei occhi su di te, sei amabile e ricco di tenerezza, soffro con te e per te, vivo con te il dolore che ti consuma e ti stringe dentro l'anima, ma tu sii forte, sii tenace nella tua impresa e a tutti devi saper donare un sorriso, anche quando ti costa... Consegnami il tuo cuore, la tua anima, la tua persona e lasciati abitare dalla mia grazia, solo così potrai essere la mia dimora, abiterò in te e farò di te un raggio della mia presenza. Grazie di quanto ogni giorno mi regali, grazie di ogni sorriso nella sofferenza e grazie perché nonostante tanto dolore, sai guardare a me con grande amore e speranza... Tuo Padre Dio

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LEBBRA

Signore ecco i tuoi lebbrosi senza mani e coi volti tumefatti, i ributtanti, i rifiuti, gli immondi che portano come tua croce tutta la miseria del mondo. Signore ecco i tuoi lebbrosi senza mani e coi volti tumefatti. Signore ecco i veri lebbrosi, gli egoisti, gli empi, coloro che vivono nell’acqua stagnante, i comodi, i paurosi, coloro che sciupano la propria vita. Signore ecco i veri lebbrosi: coloro che ti hanno crocifisso. (Raoul Follereau)

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BEFFA?

“Bella beffa per te, se quel Dio in cui confidi e per il quale fai sacrifici non esiste” dissero una volta ad un credente. Questa la risposta: “Nessuna beffa è possibile: perché comunque vada non mi pentirò mai di aver creduto all’Amore. (Pino Pellegrino)

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NON ANDAR VIA, SIGNORE

Quando trovi chiusa la porta del mio cuore, abbattila ed entra: non andare via, Signore.

Quando le corde della mia chitarra dimenticano il tuo nome, ti prego, aspetta: non andare via, Signore.

Quando il tuo richiamo non rompe il mio torpore, folgorami con il tuo dolore: non andare via, Signore.

Quando faccio sedere altri sul tuo trono, o re della mia vita: non andare via, o Signore. (Tagore)

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SAPER VEDERE

Non capisco come si possa passare davanti ad un albero e non essere felici di vederlo! Parlare con un uomo e non essere felici di amarlo! Sì, solo non so esprimermi… E quante belle cose vi sono ad ogni passo, tante che persino l’uomo il più basso le riconosce! Guardate il bimbo, guardate l’aurora di Dio, guardate gli occhi che vi guardano e che vi amano. (Fiodor Dostoevski)

 

IL VANGELO È IL LIBRO PIÙ FAMOSO DEL MONDO.

Se una mattina trovaste annunciato da tutti i giornali e tutte le trasmissioni televisive che uno sceneggiato ha avuto il più alto indice di ascolto di tutti i tempi, non vi verrebbe una grande curiosità di dare almeno un'occhiata alla seconda puntata? Il vangelo è il libro più stampato del mondo ed anche il più letto, in tutte le lingue e culture conosciute. Ma qual è il segreto del suo successo? Un numero incredibile di persone hanno scoperto che questo testo ha un potere unico: aiuta a conoscersi meglio e a rinnovare la propria vita. Dà una mano per prendere decisioni importanti e scoprire che senso abbia ciò che facciamo, ciò che pensiamo, ciò che desideriamo. Nel corso della sua storia l'umanità vi ha scoperto una fonte misteriosa ed inesauribile di speranza, di incoraggiamento, un intenso senso di pace.

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IL VANGELO È UN LIBRO MOLTO PREZIOSO.

Se ti capitasse tra le mani un libro che: è stato copiato e diffuso con fatica per duemila anni, che spesso è stato combattuto e proibito da grandi poteri politici e militari, eppure è stato sempre difeso e conservato a costo della vita. Non gli dedichereste almeno un po' della vostra attenzione? La storia dei cristiani è punteggiata di storie di persecuzioni e martiri. Fin dall'inizio i nemici di Gesù hanno tentato di cancellare il suo ricordo, impedendo che i suoi amici parlassero di Lui alla gente. Ma questi non hanno taciuto, hanno parlato e scritto a costo della vita, e molti altri nel corso delle storia hanno fatto lo stesso. Solo grazie a questa catena di testimoni questo piccolo libro è potuto giungere tra le tue mani. Non credi che tanto sacrificio meriti un po' della tua attenzione?

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IL VANGELO HA UN MITTENTE MOLTO IMPORTANTE.

Se una mattina trovaste tra la vostra posta una lettera che viene da una grandissima autorità politica o economica, non la leggereste per prima e con molta attenzione? Oltre un miliardo e mezzo di persone nel mondo sono convinte che questo piccolo libro sia come una lettera che viene da Dio. Attraverso di esso il Creatore ha voluto mandarci un messaggio molto importante, tanto importante che questa "lettera" ci è stata "recapitata" da Gesù: il Figlio di Dio. Un messaggio con un tale "mittente" ed un tale "portalettere" non merita forse una attenta lettura?

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IL VANGELO HA UN DESTINATARIO MOLTO IMPORTANTE.

Se una mattina trovaste tra la vostra posta una lettera indirizzata a voi e con su scritto "strettamente personale", non l'aprireste per prima e con molta attenzione? La fede dei cristiani ritiene che il Vangelo non contenga un messaggio generale, che riguardi soltanto principi e valori molto vaghi. Crediamo invece che il Vangelo è un messaggio che Dio invia a Te. Tra le sue parole ogni giorno puoi trovare qualcosa che misteriosamente, ma efficacemente, parla al tuo cuore e guida la tua vita. I cristiani, quando aprono il vangelo, si chiedono: "cosa mi dice oggi il Signore?". Non vale la pena di provare?

 


PENSIERI DI MARZO

 

PERDERE LA FEDE

Senz’altro la maggior parte di coloro che dicono di perdere la fede perdono in generale tutt’altra cosa: una religione, una dottrina morta. Perdere la fede per molti significa solamente prendere coscienza di non averla mai avuta! Non è poi colpa loro se la realtà poi li obbliga a sbarazzarsi di questa caricatura di cristianesimo che hanno ricevuto. (Barreau J.C., La riconoscenza)

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CHIESA

In verità non posso dire che amo la Chiesa cattolica in se stessa. Se non credessi che essa ha ricevuto le parole della vita eterna, non avrei alcuna ammirazione per le sue strutture, né per i suoi metodi… Per me la Chiesa, in parte proprio per i suoi difetti, ha salvaguardato intatta la missione che le è stata affidata; che essa l’abbia codificata, catalogata, definita di più di quanto noi avremmo voluto, poco mi importa, ma mi importa che essa l’abbia salvaguardata e che per merito suo una certa parola sia giunta fino a noi. Non come un ricordo, non come una commemorazione, ma come una cosa viva e operante: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”… “Questo è il mio corpo”… Che cosa potrebbe importarmi che i canali siano vecchi, in parte ostruiti, quando le sue Parole sono riuscite a scorrervi dentro? (Francois Mauriac)

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DISTRAZIONI

Siamo spesso turbati da piccole cose che invadono il nostro cuore e ci occupano a tal punto, che dimentichiamo la finalità della vita e la saggia utilizzazione d’ogni mezzo per conquistare la perfezione dello spirito. Pascal le chiamava “distrazioni”. E Tagore le cita in versi famosi: “Quando si fece giorno, vennero a casa mia e dissero: “Prenderemo solo la stanza più piccola”. Dissero: “Ti aiuteremo nel culto del buon Dio, e umilmente ci accontenteremo di quel tanto della sua grazia che vorrà concederci”. Così si assisero in un cantuccio e stettero umili e silenziose. Ma nel silenzio della notte le odo entrare a forza nel mio santuario e violentemente, con grande avidità, rubano le offerte all’altare di Dio”

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OMELIA PER UN 50° DI MATRIMONIO

Due coniugi celebravano il cinquantesimo delle loro nozze. Durante la messa il celebrante così parlò: “La mia parola sarà breve, giacché davanti a noi abbiamo una predica vivente, che dura già da cinquant'anni ed è scritta in dodici volumi vivi. Se i nostri due festeggiati avessero scritto dodici romanzacci, i giornali avrebbero parlato di loro. Ma siccome hanno donato la vita a dodici figli e li hanno educati rendendoli membri onesti della società e della Chiesa, nessuno ne parla. Se avessero attentato alla vita di un presidente di repubblica, tutto il mondo ne avrebbe discusso. I rivoluzionari avrebbero messo in movimento mezzo mondo per ottenere loro l’amnistia. Ma le dodici vite contano ben poco per il mondo. Se avessero trapiantato un cuore umano, avrebbero ricevuto riconoscimenti da tutte le parti del pianeta. Ma il concreare e il vivificare dodici esseri umani, e non solo cuori, questo non ha nessuna importanza. E meglio quindi tacerne. Davvero una cosa così non si può capire.

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SE SAPESSI

Se sapessi...che è l’ultima volta che ti guardo mentre ti addormenti, ti rimboccherei meglio le coperte, e chiederei a Dio di vegliare sulla tua anima.

Se sapessi... che è l’ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei e ti bacerei per poi richiamarti per un altro bacio ancora.

Se sapessi...che è l’ultima volta che sento la tua voce, registrerei ogni gesto e ogni parola, così da poterli rivedere, giorno dopo giorno.

Se sapessi...che è l’ultima volta in cui posso fermarmi per un momento per dirti "Ti voglio bene“, invece di andarmene, dato che lo sai che ti voglio bene, mi fermerei per dirtelo infinite volte.

Se sapessi...che è l’ultima volta che posso essere lì, per passare la giornata con te, perché sono sicuro, che ci saranno ancora giorni in cui potremo farlo, non ti lascerei nemmeno per un momento.

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CHE FARE?

Un bambino ebreo domanda all’anziano che cosa deve fare il giusto. L’anziano senza esitazione risponde: “Il sole ha bisogno di fare qualcosa? Si leva. Tramonta, ti fa esultare l’anima”. Vi sono persone la cui sola presenza costituisce già un’elevazione. Il bambino che è in te muoia il più tardi possibile. Il bambino è innocente e ardente. (Pino Pellegrino)

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PAROLE

I maestri musulmani insegnavano che si può parlare solo dopo che le parole sono passate per tre porte. Davanti alla prima porta bisogna domandarsi: “Ciò che voglio dire è anche vero?”. Se è così si può procedere verso la seconda porta: Qui c’è da domandarsi: “Le mie parole sono anche necessarie?”.  Se è così si va alla terza porta: Là vien l’ultima domanda: “Le mie parole sono anche amichevoli?”.

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COME LEGGERE IL VANGELO

Spesso noi facciamo l’errore di leggere il Vangelo come se fosse un codice di norme da osservare e allora siamo spaventati dalle richieste del Signore tipo: “Vai vendi quello che hai, dallo ai poveri e poi vieni e seguimi”, “Amate i vostri nemici e pregate per loro”, “Porgi l’altra guancia”. Ci sembra che il Signore ci chieda delle cose impossibili, dolorose. Gesù, oggi, invece ci dice: “Se vi chiedo cose difficili, ve le chiedo perché siate felici, perché abbiate la vera gioia”. Se riesci ad essere staccato dal denaro, sei libero da un mucchio di preoccupazioni ed hai più tempo per cercare valori veri. Se preghi per il tuo nemico, presto lo vedrai come un fratello e supererai il rancore. Se sai perdonare hai più serenità di quando gusti il frutto amaro della vendetta. E se riesci a fare queste cose, non solo sei felice tu ma fai felici anche gli altri. Ci vuole così poco: basta una parola gentile, un saluto, una carezza, un sorriso…

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EROE

L'autentico «eroe» è l'uomo qualunque che ha pazienza, è l'umile che accetta il mistero della vita, il mistero della fede,il mistero dell'eternità. Eroe è l'operaio flagellato dalla vita; è la madre ricca di paura per l'avvenire e di lacrime; è il prete solitario e amato solo da Dio, dimenticato da tutti, tormentato dalla sua solitudine e assetato di bellezza; è il giovane che si apre alla vita e la trova amara e malinconica... Eroe è colui che crede fino allo spasimo all'amore di Dio, al progetto infallibile della provvidenza, al mistero dell'infinito e dell'onnipotente; eroe è colui che ogni giorno accetta con pazienza e con sorriso la vita e aspetta l'incontro con Cristo. (Nicolino Sarale)

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ESSERE MISSIONARI

Essere missionario per me vuol dire non solo andare fino agli estremi confini della terra a portare il Vangelo, ma anche andare a cercare Dio fino agli estremi confini della terra: si parte da Gesù, dal suo Vangelo, da quello che si è sperimentato nella fede, ma ci si accorge che Dio è infinitamente più grande di tutto ciò che facciamo, diciamo, pensiamo…e allora il missionario è un cercatore: deve cercare Dio dentro le masse… Dio è il Dio dell’umanità, ma anche di ogni singola persona umana, ed è alla singola persona umana che deve arrivare la mia missionarietà. Così per le altre religioni: il missionario deve cercare Dio anche lì dove Egli è espresso con nomi diversi, con riti diversi, con parole diverse. (Franco Cagnasso)

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I PROBLEMI NON FINISCONO MAI

Il denaro non basta mai, ma quanto ne sprechiamo! Il tempo non basta mai, ma quanto ci annoiamo! La salute non basta mai, ma quanto ne abusiamo! Gli amori non bastano mai, ma cosa ne sappiamo? I problemi non finiscono mai, ma quanti ce ne inventiamo! Perché non impariamo a disfarci di tutto quanto: è nella donazione ogni nostra vera ricchezza.

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HO IMPARATO

Ho imparato ... Che nessuno é perfetto ... Finché non ti innamori

Ho imparato ... Che la vita é dura ... Ma io di più !!!

Ho imparato ... Che le opportunità non vanno mai perse ...quelle che lasci andare tu ... le prende qualcun altro. 

Ho imparato ... Che quando serbi rancore e amarezza ... La felicità va da un'altra parte.

Ho imparato ... Che bisognerebbe sempre usare parole buone ... Perché domani forse si dovranno rimangiare.

Ho imparato ... Che un sorriso é un modo economico per migliorare il tuo aspetto. 

Ho imparato ... Che non posso scegliere come mi sento... Ma posso sempre farci qualcosa. 

Ho imparato ... Che quando tuo figlio appena nato, tiene il tuo dito nel suo piccolo pugno ... Ti ha agganciato per la vita.

Ho imparato ... Che tutti vogliono vivere in cima alla montagna ... Ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.

Ho imparato ... Che è meglio dare consigli solo in due circostanze ... Quando sono richiesti e quando ne dipende la vita. 

Ho imparato ... Che meno tempo spreco ... più cose faccio. 

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PERDONO

Il perdono porta un'ondata d'aria buona nel mondo dei sentimenti. Disinquina la nostra "pattumiera" emotiva, troppe volte triste, fredda, aggressiva. Il perdono rallegra due persone: chi lo dà e chi lo riceve. Rallegra soprattutto chi lo dà. Il grande oratore Henri Lacordaire era solito dire: "Volete essere felici per un istante? Vendicatevi! Volete essere felici per sempre? Perdonate!". Il perdono è la strada maestra del disgelo. Guai se nessuno perdonasse! La convivenza umana sarebbe un groviglio di vipere. A cominciare dalla famiglia. Una volta un matrimonialista ha detto: "Prima del matrimonio, aprite bene tutti e due gli occhi; dopo il matrimonio, chiudetene uno!". Sembra una battuta, in realtà è molto di più.  Il perdono è l'ultima parola di chi ama. "Che cosa sarebbe un amore che non giunge al perdono?", si domandava il Papa Giovanni Paolo II in un discorso alle coppie  Il perdono è saggezza. La legge dell'occhio per occhio non fa che aumentare il paese dei ciechi. Il perdono interrompe la spirale dell'odio. (Pino Pellegrino)

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ANCORA PERDONO

Ecco alcune meraviglie del perdono. A condizione - è chiaro -che sia perdono. Perdono non è "buonismo": non è accettare il male; non è confondere il lecito e l'illecito. Perdono non è dimenticare (chi dimentica il male, può ripeterlo), ma è mollare la preda. Il perdono non è debolezza. Gandhi ha ragione: "Solamente chi è forte è capace di perdonare". Il perdono autentico è un capolavoro di umanità. Quando Giovanni Guareschi tornò dai campi di concentramento, la moglie  non mancò di cogliere negli occhi del reduce un inconfondibile lampo di fierezza, per cui gli fece osservare: "Giovannino, sembra che abbia vinto la guerra..." E lui replicò calmo: "Sì, mi sento un vincitore perché in diciannove mesi sono riuscito a non odiare nessuno!". (Pino Pellegrino)

 

 

PENSIERI DI APRILE

 

 

LUCE

Se la pianta non si orienta verso la luce, appassisce. Se il cristiano rifiuta di guardare la luce, se si ostina a guardare solo le tenebre, cammina verso una morte lenta; non può crescere né costruirsi in Cristo. A poco a poco Cristo trasforma e trasfigura tutte le forze ribelli e contraddittorie che ci sono dentro di noi... Piangere sulla nostra ferita ci trasformerebbe in uno strazio, in una forza che aggredisce con violenza noi stessi e gli altri, soprattutto chi ci è più vicino. Una volta trasfigurata da Cristo, la ferita si trasforma in una fonte di energia, in una sorgente da cui scaturiscono le forze di comunione, di amicizia e comprensione. Questa trasfigurazione è l'inizio della risurrezione sulla terra, è vivere la Pasqua insieme a Gesù; è un continuo passare dalla morte alla vita. (frère Roger di Taizè)

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UN’ESPERIENZA A PROPOSITO DI FEDE

Me la prendevo con il Signore: ormai erano mesi che chiedevo quella grazia per la mia famiglia, e Dio faceva orec­chie da mercante. Un bel giorno, finalmente mi rispose, ma con due domande: “Sei davvero sicuro che quello che chiedi sia la migliore cosa che può capitare alla tua famiglia?”, “Lo vuoi proprio, davvero, con tutte le conseguenze?”. Dice la Bibbia che noi spesso chiediamo e non otteniamo perché chiediamo male e perché non sappiamo neppure bene che cosa chiediamo. E poi, abbiamo quel granello di fede che farebbe spostare le montagne?

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UN’ESPERIENZA PERSONALE

Ricordo che, giovane liceale, mi ero proposto di dimostrarmi scientificamente, storicamente, la persona di Gesù, i suoi miracoli, la sua risurrezione. Leggevo molto, scartabellavo tra libri, facevo andare a pieni giri la materia grigia. Tante prove le avevo trovate, ma anche davanti a queste il dubbio rimaneva. Ne parlavo e discutevo con amici, con sacerdoti. Un bel giorno un candido, anziano sacerdote mi guardò e con un sorriso buono mi disse: “Cerca, cerca pure ma il segreto è un altro: lasciati cercare e lasciati trovare perché il giorno che Gesù busserà alla tua porta se sarai immerso nei tuoi libri rischierai di considerarlo come uno scocciatore”

 

A PROPOSITO DI PREFERENZE DI DIO PER I PECCATORI

Una donna aveva cinque figli: quattro sani e uno malato. La madre amava molto i suoi figli, ma si preoccupava di più ed era più affettuosa con il bambino infermo, Inoltre aveva insegnato ai quattro figli sani ad avere la stessa preoccupazione e preferenza per il fratello malato. Tutti si volevano bene, ma il bambino più debole era il prediletto di tutti e nessuno si sentiva geloso.

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PREGHIERA E PAROLE

Quando preghi, non farti scoppiare il cervello per trovare le parole. Molte volte il semplice e monotono balbettio dei fanciulli ha placato il Padre loro che sta nei cieli. Non ti preoccupare di essere loquace, affinché la mente non si sparpagli alla ricerca di parole. Con una sola frase il pubblicano si propiziò il Signore, con una sola parola colma di fede si salvò il ladrone. La loquacità nella preghiera spesso riempie la testa di fantasticherie e suscita distrazioni. Invece la brevità, basta talora una parola appena, favorisce in genere il raccoglimento. (Giovanni Climaco)

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CARTELLI INDICATORI

Nella sala da pranzo di un albergo di montagna, in Savoia, si può leggere su un quadro, la seguente scritta: Passante, pensa alla forza di queste tre parole: “Un Dio. Un momento. Un’eternità”. Un Dio che ti vede, un momento che sta per sfuggirti, un’eternità che ti aspetta. Un Dio che tu dimentichi, un momento che sciupi, un’eternità che arrischi con tanta leggerezza.

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DOMANDE E PROMESSE

Se venisse uno a domandarci: “Dimmi, cosa desideri di più nella vita? lo ho il potere di fartelo avere.” “Vivere ancora cinquanta, cento anni...” “Domanda pure, senza timore, tutto quello che vuoi.” “Avere accanto a me i miei cari, possedere una bella casa, avere tante ricchezze, essere esente da ogni male e dolore...” “Su, su, non aver paura di chiedere...” “Essere bello, rimanere eternamente giovane, viaggiare, godere...” Già, sarebbe bello, realizzare il sogno di Faust; peccato che sia soltanto una favola! Invece no: è una stupenda realtà, perché è venuto uno nel mondo che ha vinto per noi la morte e ha assicurato: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se morto vivrà, e chi vive e crede in me, non morirà in eterno”

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UNA PREGHIERA DI AVERARDO DINI

Quando ho aperto gli occhi, tu o Dio, avevi già acceso il sole del mattino

Quando scoprii intorno a me la terra, tu, o Signore, c’eri già passato, e vidi le tue impronte.

Quando cominciai a muovere i primi passi, tu eri già per la strada, da tempo.

Quando iniziai a parlare, tu eri già stato Parola creatrice.

Quando conobbi l’inizio dell’amore, tu, dall’eterno, ne conoscevi la trama.

Quando avvertii la presenza del prossimo, tu, da tempo, eri già «l’Altro».

Quando scoprii l’energia, tu, da secoli, l’avevi sprigionata.

Quando avvertii il bisogno della libertà, tu, da sempre, già la possedevi.

Quando mi chiusi nel mio inverno, tu già preparavi lo sbocciare della primavera.

Quando incominciai ad ascoltare, tu avevi già dato inizio alla sinfonia dell’universo.

Quando iniziai a morire, tu eri già pronto a spaccare il mio sepolcro.

Quando incominciai a cercarti, tu mi avevi già accolto tra le tue braccia.

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PREGHIERA TROVATA IN UNA SALA DI ATTESA DI UN OSPEDALE DI NEW YORK

Ti ho chiesto, Signore, la forza in vista del successo. Tu mi hai reso debole perché imparassi a obbedire.

Ti ho chiesto la salute per fare cose grandi. Ho ricevuto l'infermità per fare cose migliori.

Ti ho chiesto la ricchezza per essere felice. Ho ricevuto la povertà per essere saggio.

Ti ho chiesto il potere per essere apprezzato dagli uomini. Ho ricevuto la debolezza per avere bisogno di Te.

Ti ho chiesto l'amicizia per non vivere solo. Tu mi hai dato un cuore per amare tutti i fratelli.

Non ho avuto nulla di quello che avevo chiesto. Ho avuto tutto quello che avevo sperato. Grazie Signore!

 

UN’ESPERIENZA PERSONALE

Alcuni anni fa mi trovavo in una famosa città d’arte italiana. Era mattino presto e desiderando andare a Messa mi reco alla cattedrale. All’ingresso vengo fermato, mi dicono: “In chiesa non si può entrare: c’è Messa”. Capisco che vogliano evitare il disturbo di turisti mattinieri. Spiego che voglio andare proprio a Messa e alla fine mi fanno entrare. Ore 7: quattro o cinque “canonici” si seggono negli stalli del coro e cominciano.., la preghiera del breviario.., sono le lodi del Signore o sono la corsa dei cavalli? Meno male che il Signore riesce a sentire e a capire qualcosa, io no! Ore 7,04: comincia la Messa. Ore 7,12: devo fare una corsa per riuscire a prendere l’Eucaristia se no rischio di non potermi comunicare. Ore 7,15: i “canonici” escono di chiesa per andare a prendere il caffè al bar.

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MATRIMONIO

Di san Gregorio di Nazianzo leggiamo poche semplici righe sul matrimonio

“Noi siamo la mano, l’orecchio, il piede l’uno dell’altro perché le nostre nozze ci raddoppiano le forze, rallegrano i nostri amici e scoraggiano i nostri nemici. Una pena condivisa addolcisce la prova, le gioie in comune sono più soavi, l’armonia rende più preziose le ricchezze. Il matrimonio è la chiave della moderazione dei desideri, il sigillo di un’amicizia infrangibile. E la bevanda d’una sorgente nascosta, che gli estranei non possono gustare, che non si spande al di fuori, che non si attinge all’esterno. Quelli che si uniscono nella carne formano un’anima sola e affinano la loro pietà col reciproco amore. Il matrimonio non ci allontana da Dio. Al contrario ci avvicina a lui fortemente, ed è Dio stesso che a ciò ci sospinge.

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MODE ECCLESIASTICHE

San Bernardo scriveva a papa Eugenio III (1145-1153), a proposito della "porpora merlettata" degli ornamenti pontifici: "… Straccia queste vesti di fogliame: non fanno che mascherare l'obbrobrio di una piaga inguaribile! Distruggi le illusioni degli onori di un giorno; spegni il falso splendore di tale gloria! Fatto ciò potrai considerare la tua nullità. Infatti tu sei uscito nudo dal ventre di tua madre. Sei forse nato con la tiara? Eri forse, quel giorno, splendente di gioielli, tutto pizzi e merletti, incoronato di piume e coperto d'oro? L'inconsistenza di queste cose mi fa pensare alle nebbie del mattino che, non appena formate, sono portate via dal vento e si dissolvono".

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OCCHI DI BIMBO

Ecco come Michael Quoist riesce a vedere Dio negli occhi di un bimbo:

“Per un attimo la mamma ha lasciato la carrozzina del bimbo, ed io mi sono accostato per incontrare la santa Trinità vivente nell’anima pura.

Il bimbo dorme, con le braccia abbandonate sul piccolo lenzuolo ricamato. Gli occhi chiusi guardano all’interno, e il petto si solleva dolcemente. Sembra che la vita mormori: ‘La casa è abitata’. Signore, tu sei qui. Ti adoro in questo piccolo che non ti ha ancora sfigurato. Aiutami a tornare come lui, a ritrovare la tua immagine e la tua vita, così profondamente sepolte nel mio cuore”.

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SOLE NASCENTE

I bambini dell’antica Grecia, lo sappiamo da Atistofane, al mattino cantavano gioiosamente: “Vieni fuori, caro Sole!”. E poco meno di 1500 anni prima dell’era cristiana, in Egitto, il Sole era rappresentato con i suoi raggi terminanti a forma di mani, che elargiscono agli uomini I’ankl, il simbolo della vita. A distanza di tanti anni, la liturgia ci invita a salutare il mattino con l’inno a Cristo “Sole di Giustizia”. E Dio sa se c’è bisogno di pace con giustizia in questo povero mondo.

 

 

PENSIERI DI MAGGIO

 

 

Quando dai un dolce a due bambini, di’ loro: Miei cari, questa è la porzione che deve bastare per tutti e due. Cercate d’essere generosi tra voi; ma, se vi è difficile, fate così: uno di voi farà le parti e l’altro sceglierà. Vi assicuro che le parti saranno uguali.

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Impiega il tuo tempo per lavorare

— è il prezzo del successo; per pensare

— è la fonte della vera grandezza; per giocare

— è il segreto dell’eterna giovinezza; per leggere

— è la fonte della sapienza; per l’amicizia

— è una strada verso la felicità; per sognare

— significa attaccare il tuo carro a una stella; per amare e per essere amato

— è il privilegio dell’uomo redento; per guardarti attorno

— la vita è troppo breve per essere egoista; per ridere

— è la musica dell’anima; per Dio

— è l’unico investimento duraturo della vita. (Anon, 25)

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La calunnia uccide sempre quattro persone:

— quella che parla,

— quella a cui si parla,

— quella di cui si sparla

— e, Dio fedele e verace, che benedice sempre!

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In un giorno caldo, preparai dei coni gelato e dissi ai miei figli che potevano comprarli per un abbraccio. Quasi subito i ragazzi si misero in fila per fare il loro “acquisto”. I tre più piccoli mi diedero una veloce stretta, afferrarono il cono e corsero di nuovo fuori. Ma quando venne il turno del mio figlio adolescente, l’ultimo della fila, ricevetti due abbracci, “Tieni il resto”, disse con un sorriso.

Quando nei rapporti personali e familiari si cominciano a fare i conti, è tutto finito. L’amore è gratuito. O non è.     

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Noi siamo oggetti da parte di Dio di un amore intramontabile. Sappiamo: ha sempre gli occhi aperti su di noi, anche quando sembra ci sia notte. È papà; più ancora è madre. Non vuol farci del male; vuoi farci solo del bene, a tutti. I figlioli, se per caso sono malati, hanno un titolo di più per essere amati dalla mamma. E anche noi se per caso siamo malati di cattiveria, fuori strada, abbiamo un titolo di più per essere amati dal Signore. (Giovanni Paolo I)

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L’ottimista non cerca i difetti, cerca i rimedi. L’ottimista non perde tempo a descrivere l’oscurità: si affretta ad accendere la candela. L’ottimista ha uno sguardo lungo: trapassa l’inverno e immagina già la nuova fioritura. L’ottimista ha lo sguardo buono; dice: “Gli onesti non sono mica morti tutti in Libia!”. Una grossa fabbrica di scarpe manda in Africa due impiegati in cerca di nuovi mercati. Dopo qualche tempo telegrafano. Il pessimista: “Nessuna possibilità: qui nessuno porta le scarpe”. L’ottimista: “Enormi possibilità: qui nessuno porta le scarpe.

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Ogni atto di carità è già una restituzione, quindi è come un pagamento che offriamo a Dio, attraverso il nostro prossimo. San Giovanni Gualberto, che perdona l’uccisore di suo fratello, si vede ringraziare dal Crocifisso. Il beato Alvaro da Cordova portò in convento un lebbroso, e si trovò dinnanzi il Redentore. Santa Caterina da Siena regalò la sua cappa di “mantellata” ad un povero, e si sentì dire in visione notturna: “Oggi mi hai coperto di un mantelluccio. Ora ti copro col mantello d’oro della carità”.

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Diceva il beato Giovanni Ruy­sbroeck nel suo ‘Ornamento delle nozze spirituali’: “Se nel bel mezzo di un’estasi, un malato ti chiede di portargli un piatto di brodo caldo, lascia stare l’estasi e corri ad accontentare il malato”. Altrove paragonava l’equilibrio tra la vita contemplativa e quella attiva, come al gioco di due remi sulla barca. “Se usi solo uno di questi due remi, rischi di girare a vuoto, sempre intorno a te soltanto”.

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Si dice che Alessandro Magno, navigando senza speranza in alto mare, abbia presentito la felice Arabia dal profumo che gli portava il vento. Il che diede coraggio a lui ed ai suoi uomini, che raddoppiarono i loro sforzi remando, ed approdarono infine tra i palmeti. Così noi, in questo mare della vita mortale, riceviamo oggi dalla fede un sentore di quella patria dove la felicità sarà completa e totale nell’unione perfetta col Salvatore. Raddoppiamo gli sforzi nell’amore verso tutti, superiamo le onde del dolore e abbiamo fiducia nel Cristo che ci condurrò all’approdo sulla riva della gioia eterna.

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Invitato a scrivere un ricordo, in occasione della professione solenne d’un religioso, il beato Giacinto Cormier o.p. annotò questa frase: “La croce senza Gesù? Sarebbe insopportabile. Gesù senza la croce? Sarebbe inconcepibile. Gesù e la croce abbracciati in fede: questa è la soluzione di tutto”.

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Un uomo si era perduto nel deserto e si trascinava da due giorni sulla sabbia infuocata. Era ormai giunto all’estremo delle forze. Improvvisamente vide davanti a se un mercante di cravatte. Non aveva nient’altro: solo cravatte. E cercò subito di venderne una al pover’uomo che gli diede del pazzo. Il mercante alzò le spalle e continuò il suo cammino nel deserto. Poco dopo, il viaggiatore assetato, alzò la testa e rimase allibito: era in un piazzale di un lussuoso ristorante con il parcheggio pieno di automobili! Una costruzione grandiosa, assolutamente solitaria, in pieno deserto. L’uomo si arrampicò con fatica fino alla porta e, sul punto di svenire, gemette: “Da bere, per pietà”. “Desolato, Signore”, rispose il compitissimo portiere, “Qui non si può entrare senza cravatta!” Quando dopo il cammino della nostra vita arriveremo al Paradiso ci potrebbe essere detto: “Desolato, Signore, Qui non si può entrare senza un cuore rinnovato.

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Quando lo stagno è asciutto e i pesci giacciono sulla terra riarsa, inumidirli con l’alito o umettarli con la saliva non è lo stesso che gettarli nel lago. Non cercate di rianimare la gente con le dottrine: rituffatela nella realtà. Poiché il segreto della vita si trova nella vita stessa e non nelle dottrine che su di essa si fondano.

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Gianni Rodari ha lasciato una poesia per bambini, col titolo “Un pane grande così”: “Se io facessi il fornaio,  vorrei cuocere un pane  così grande, da sfamare tutta la gente che non ha da mangiare. Un pane più grande del sole, dorato, profumato come le viole. Un pane così, verrebbero a mangiarlo dall’India e dal Chilì, i poveri, i bambini, i vecchietti, gli uccellini. Sarà una data da studiare  a memoria un giorno senza fame! Il più bello di tutta la storia!”.

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Poiché esiste un termine per indicare la saggezza, la gente pensa di sapere che cos’è. Ma non si diventa astronomi capendo il significato del termine “astronomia”. Non è che hai riscaldato una stanza solo perche, alitando sul termometro, lo hai fatto salire di qualche grado.

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Il primo servizio che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo. Come l'amore di Dio incomincia con l'ascoltare la sua Parola, così l'inizio dell'amore per il fratello sta nell'imparare ad ascoltarlo. Chi non sa ascoltare il fratello, ben presto non saprà neppure più ascoltare Dio. Anche di fronte a Dio sarà sempre lui a parlare.

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Oggi hai una scelta da fare: puoi decidere di essere di buon umore o di cattivo umore, e scelgo di essere di buon umore. Tutti i giorni mi capita qualcosa di spiacevole, posso fare la vittima oppure imparare qualcosa dai problemi, io scelgo di imparare. Ogni giorno qualcuno viene da me a lamentarsi, io posso scegliere di subire passivamente le sue lamentele o di trovare il lato positivo della cosa, beh, io scelgo sempre il lato positivo della vita.

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Due analfabeti devono firmare un documento. Il primo di essi traccia una croce. L’altro, invece, dopo aver esitato un po’, fa un piccolo cerchio. Il notaio, sorpreso, gli chiede: “Perché avete fatto un cerchio anziché una croce come lui? “Perché io non mi chiamo come lui!” Dio conosce il tuo nome da sempre. Tu sei unico e originale per Lui. Sei amato personalmente.

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“Fa che i miei occhi vedano sempre il rosso e il viola dei tramonti.  Rendimi saggio, così che io possa conoscere le cose che tu hai insegnato alla mia gente, i misteri che hai nascosto in ogni foglia e in ogni roccia. Fa che io sia sempre pronto a venire a Te con le mani pulite e a testa alta, in modo che quando la vita svanirà come svanisce il tramonto, il mio Spirito possa raggiungerti senza vergogna”. (Tom White Cloud)

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Giovanna d'Arco sentiva delle voci provenienti dal Signore. Il Delfino ne era infastidito. "Oh, le tue voci, le tue voci" si lamentava. "Perché le voci non giungono a me? Sono io il re, non tu". "Le voci arrivano anche a te, Delfino" rispondeva Giovanna, "ma tu non le ascolti. Tu non ti siedi di sera nel campo per ascoltarle. Quando suona l'Angelus ti fai il segno della croce e tutto finisce li per te; ma se tu pregassi dal profondo del cuore e se ascoltassi il tintinnio delle campane nell'aria anche quando hanno smesso di suonare, sentiresti anche tu le voci come le sento io".

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Perché quasi sempre troviamo Dio nel Dolore? Perché Lo cerchiamo soltanto nella sofferenza; nella gioia invece ci dimentichiamo di Lui, non lo facciamo partecipare alla nostra felicità che preferiamo condividere con tutti tranne che con Lui, mentre nessuno vuol condividere con noi il nostro dolore, restiamo soli, allora ci ricordiamo che Dio esiste ...per chiederGli l'impossibile o incolparLo del naturale.

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“Non posso stare nemmeno tre minuti senza pensare a Dio...E’ come quando guidi la macchina e hai accanto un amico: pensi a guidare e l’amico non ti disturba nella guida. Ma mentre guardi la strada, senti la presenza dell’amico, e quella presenza ti dà gioia. Così è Dio. Lo sento vicino sempre, anche quando lavo i piatti; penso allo strofinaccio, al detersivo, ma sento vicino Lui, e questo mi dà gioia”. (Carlo Carretto)

 

 

PENSIERI DI GIUGNO

 

 

Preghiera degli asini.

Dacci Signore di mantenere i piedi per terra e le orecchie dirizzate verso il cielo, per non perdere neanche una tua parola.

Dacci Signore una schiena coraggiosa per sopportare gli uomini insopportabili.

Dacci Signore di camminare diritti disprezzando le carezze adulatorie così come le frustrate.

Non ti chiediamo di farci evitare le sciocchezze, perché un asino farà sempre delle asinerie.

Dacci Signore di non disperare mai della tua misericordia così gratuita per quegli asini così disgraziati che siamo, a quanto dicono gli uomini.

Tu che sei fuggito in Egitto con uno dei nostri fratelli e che hai fatto il tuo ingresso profetico a Gerusalemme sulla schiena di un asino.

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Un anonimo testimone così racconta: Anni fa andai come volontario in missione. Insegnai a leggere, a scrivere, a far di conto e anche il catechismo. Alla fine però fui io a ricevere una grande lezione dal bambino più povero della missione. Tutti i giorni mi chiedeva qualcosa da mangiare, ma io non gli diedi mai nulla. L’ultimo giorno della mia permanenza colà presi una scatola di biscotti che mi era avanzata e gliela diedi. Lui chiamò gli altri bambini della scuola e divise tutti i biscotti tra tutti. Quello che io ero andato ad insegnare, lo hanno insegnato loro a me l’ultimo giorno: la condivisione.

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Gesù deplora la superbia e l’ipocrisia dei Farisei. I grandi spiriti dell’umanità, invece, si danno conto della limitatezza delle loro opere rimanendone insoddisfatti. Tommaso d’Aquino confessava che tutto il suo immenso lavoro dottrinale non gli sembrava “altro che paglia”!; Michelangelo dichiarava nei suoi sonetti d’aver scolpito “tanti bambocci e nulla più”; Beethoven affermava d’aver scritto “solo qualche nota”.

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I giovani che di fantasia ne avrebbero a quintali, spesso non la usano perché ne hanno una sorta di paura: li rende diversi dagli altri. I vecchi che ne hanno solo più qualche grammo, ne hanno scordato perfino l’esistenza. E così il mondo oggi sta diventando una insipida, piattissima frittata.

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Non aspettare le occasioni straordinarie, eccezionali. Costruisci tenacemente la tua grandezza con i materiali ordinari che ti trovi tra le mani: questo lavoro poco appariscente, questa occupazione non troppo esaltante, questo orario, questi limiti… La grandezza vera passa attraverso le stazioni dei tuoi giorni feriali. Lavora pazientemente con quello che hai, con quello che sei, se non vuoi accumulare ritardi e delusioni. E’ il cuore che ci metti dentro che rende grandi anche le cose più banali. E’ la dimensione del tuo spirito che fabbrica il tuo valore, non il posto che occupi. (Alessandro Pronzato)

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Bello è il proverbio “Errare è umano, perdonare è divino”, ma raramente lo mettiamo in pratica. Se un amico ci offende rimuginiamo la sua ingratitudine. Se un parente non ci guarda ci teniamo lontani da lui. Se un collega di ufficio ci muove una critica immediatamente rispondiamo per le rime. Se nutriamo sentimenti mediocri e ripaghiamo con meschinità, non facciamo che aggiungere miseria al mondo a scapito della nostra felicità. Vogliamo essere divini? Perdoniamo. Vogliamo essere caritatevoli? Dimentichiamo.

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Una giovane sposa aveva solo una cosa di cui lamentarsi riguardo al marito. Diceva: “Quando parla con gli altri mio marito mi loda sempre. Gli amici mi riferiscono costantemente le cose meravigliose che egli dice a mio riguardo. Ma io non sono contenta. Perché non dice le stesse cose direttamente a me”. Spesso pensiamo che le persone care debbano prendere il nostro amore per scontato. Non illudiamoci, impariamo a dirle le parole dell’affetto e dell’amore.

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Seneca, filosofo e tutore di Nerone, scrisse: “Ogni notte quando spengo la lampada e mia moglie, conoscendo la mia usanza, rimane in silenzio, io esamino la giornata. Ripenso a ciò che ho detto e fatto, senza nascondermi niente. Se trovo qualcosa di riprovevole, mi dico: Questa volta ti perdono, ma non farlo più”.

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Generalmente dividiamo le persone in due categorie: i santi e i peccatori. Ma è una divisione assolutamente immaginaria. Per prima cosa nessuno sa veramente chi sono in santi e chi i peccatori: l’apparenza inganna. E poi tutti noi, santi e peccatori, siamo peccatori.

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Ci sono persone che vivono il Cristianesimo come un’oasi felice: basta aver fede in Dio e tutto è a posto, la salvezza è assicurata. Ci sono altri che invece lo vivono come un “Tour de force”, perché ossessionate dal pensiero di dover compiere tutta una serie di opere buone per essere salvati. Qual è l’atteggiamento giusto? Stando alla Parola di Dio ricordiamoci che nel Cristianesimo credere e fare sono inscindibili.

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Un giorno un bambino di circa tre anni, davanti ad un improvviso e forte temporale chiese alla mamma: “Mamma, ma quante mani ha Dio per aprire tutti i rubinetti dei cieli?” Noi invece qualche volta dubitiamo che Dio abbia tanti occhi per guardare tutti e ciascuno. Dio ci vede, ci conosce, ci ama, siamo il suo popolo ma siamo anche delle creature ben definite per Lui: Dio ama me e te, personalmente, in questo momento!

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Qualcuno dice che la sofferenza serve a temprarci. Io credo che non sia la sofferenza a contare, ma lo stato d’animo di una persona, perché la sofferenza può addolcirci o amareggiarci, proprio come il fuoco del vasaio può bruciare la creta o cuocerla.

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Non è il denaro che possediamo, ma la nostra capacità di goderne che ci fa ricchi e poveri. Affannarsi per ottenere la ricchezza senza saperne godere, è come essere calvi e mettersi a fare una collezione di pettini.

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Le cose non si possono possedere veramente. Al massimo si può averle a disposizione per un po’ di tempo. Chi non è capace di privarsene ne è posseduto. Qualunque sia il tuo tesoro, tienilo nel palmo della mano come fai con l’acqua. Se la stringi ti sfugge via. Se te ne appropri la insudici, se la lasci libera è tua per sempre.

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Una figlia si voltò con uno scatto viperino verso la madre ed esclamò: “Se ti do tanto fastidio perché mi ha fatto nascere?” La madre ci rimase male, ma la figlia non aveva tutti i torti. Decidere di avere un figlio è contrarre con quella persona il debito più grande che la mente umana possa contrarre.

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Nel mondo ebraico della Bibbia è assolutamente vietato farsi delle immagini di Dio: sarebbe idolatria: eccetto una sola: l’uomo stesso. Perché l’uomo è stato creato ad immagine di Dio. Allora: “Se vuoi vedere Dio, guarda tuo fratello”.

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Un brav’uomo passava ogni giorno dinnanzi all’immagine di Maria dipinta sul muro di una strada. Ogni volta le rivolgeva un saluto: “Buongiorno, Madre!”. Una sera, dopo qualche anno sentì distintamente una voce provenire dall’immagine: “Buonasera, figliolo!”. Se non sentiamo la risposta alle nostre preghiere è perché in fondo non ce l’aspettiamo.

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Le persone contano, non le cose. Quanto facciamo per le cose, le macchine, le case, l’organizzazione, l’efficienza materiale! Se dedicassimo lo stesso tempo alle persone il mondo sarebbe diverso. Dovremmo ritrovare il tempo per ascoltare, guardarsi negli occhi, piangere insieme, incoraggiarsi, ridere, passeggiare… Ed è solo questo che porteremo con noi davanti a Dio. Noi e la nostra capacità di amare. Non le cose, non i vestiti e neanche questo corpo…

 

Quanto ci separa dalla morte? Nessuno lo sa. Negli ultimi mesi di vita don Bosco camminava a fatica. Chi lo vedeva attraversare i cortili spesso gli chiedeva: “Dove va don Bosco?”. La risposta era sempre la stessa: “In Paradiso”. Anche noi siamo in cammino e non verso una tomba ma verso un incontro totale e definitivo.

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Non sempre le apparenze corrispondono alla realtà.

Il maiale ed il mulo sono nella stalla. Il maiale: "Che vita da schifo fai! ti alzi tutti i giorni presto e ti caricano di roba da portare mentre io mangio tutto il giorno e dormo quando voglio. Ah.ah,ah” Il mulo: "Ridi! ridi! Comunque non mi sembri il maiale dell'anno scorso..."

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Quale sarà il mio posto nella casa di Dio? Lo so, non mi farai fare brutta figura, non mi farai sentire creatura che non serve a niente, perché  Tu sei fatto così: quando serve una pietra per la tua costruzione, prendi il primo ciottolo che incontri, lo guardi con infinita tenerezza e lo rendi quella pietra di cui hai bisogno: ora splendente come un diamante, ora opaca e ferma come una roccia, ma sempre adatta al tuo scopo. Cosa farai di questo ciottolo che sono io, di questo piccolo sasso che tu hai creato e che lavori ogni giorno con la potenza della tua pazienza, con la forza invincibile del tuo amore trasfigurante?  Tu fai cose inaspettate, gloriose. Getti là le cianfrusaglie e ti metti a cesellare la mia vita. Se mi metti sotto un pavimento che nessuno vede ma che sostiene lo splendore dello zaffiro o in cima a una cupola che tutti guardano e ne restano abbagliati, ha poca importanza. Importante è trovarmi là dove tu mi metti, senza ritardi. E io, per quanto pietra, sento di avere una voce: voglio gridarti, o Dio, la mia felicità di trovarmi nelle tue mani malleabile, per renderti servizio, per essere tempio della tua gloria. (Cardinal Anastasio Ballestrero)

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Durante la celebrazione della messa domenicale, scoppiò improvvisamente un violento temporale. Un fulmine colpì il campanile e fece tremare le pareti della chiesa, che era gremita di gente. Il celebrante visibilmente scosso, si rivolse ai fedeli: “Interrompiamo un attimo la Messa”, disse, “e mettiamoci a pregare…” L’abitudine impolvera, incrosta, spegne anche le cose più belle e più grandi. E si finisce per farle per “finta”.

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Fratelli, non temete il peccato degli uomini : amate l'uomo anche nel suo peccato, perché un tale amore s'avvicina a quello di Dio - Amate ogni creatura divina e tutto l'universo; ogni raggio divino - Amate ogni cosa - Se amerete ogni cosa, potrete capire il mistero divino di tutte le cose . (F. Dostoevskj).

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Dovessi scrivere io un trattato di morale, avrebbe cento pagine, novantanove delle quali assolutamente bianche. Sull’ultima scriverei: conosco un solo dovere ed è quello di amare. A tutto il resto dico di no.(Albert Camus)

 

 

PENSIERI DI LUGLIO

 

 

Ci viene fatta, spesso e a ragione, la critica di essere i becchini di un Dio morto e non i testimoni del Dio vivente. Dobbiamo riconoscere il valore di questa critica e chiederci se la nostra mancanza di gioia dipenda dal fatto che siamo cristiani o non piuttosto dal fatto che non lo siamo veramente. (P. Tillich)

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Hai mai pensato a guardare tutte le cose con gli occhi di Dio? Provaci! Tutto riacquista un senso nuovo: il tuo lavoro, il tuo tempo libero, la tua famiglia, i tuoi amici, perfino i tuoi problemi. Vedere le cose con gli occhi di Dio è un primo passo per diventare a sua immagine e somiglianza. (Sergio Jeremias de Souza)

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Quando ti chiamano, rispondi sempre.

Quando ti chiedono, dà sempre.

Quando ti tolgono qualcosa, cedi sempre.

Quando ti parlano, ascolta sempre .

Quando ti domandano, rispondi sempre.

Quando ti offendono, perdona sempre.

Quando ti calunniano, fa sempre il bene.

Quando ti feriscono, lenisci sempre.

Quando ti amareggiano, dimentica sempre.

Quando ti pestano, umiliati sempre.

Quando ti lodano, chiudi sempre le orecchie.

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L’idea dell’inferno non è legittimata né dal giudizio, né dal castigo di Dio, ma dalla libertà umana. Dio non può salvare l’uomo contro sua voglia e non può forzarlo a entrare in Paradiso. L’uomo è libero di scegliere i tormenti fuori di Dio, piuttosto che la beatitudine in Dio. L’uomo ha, in qualche modo, diritto all’inferno: perché è libero (N. A. Berdjaev).

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Acquistiamo il diritto di criticare severamente una persona solo quando siamo riusciti a convincerla del nostro affetto e della lealtà del nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere assolutamente irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato. In altre parole, per poter criticare, si dovrebbe avere un'amorevole capacità, una chiara intuizione e un'assoluta tolleranza. (Gandhi)

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Se non puoi avere la vita che desideri, cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente, con troppe parole e in un viavai frenetico. Non sciuparla portandola in giro in balìa del quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti, fino a farne una stucchevole estranea. (C. Kavafis)

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Accogliere la sofferenza non è compiacersene. Non è amarla per se stessa. E’ consentire ad esserne umiliati. E’ aprirsi all’azione dell’inevitabile come una terra che lascia penetrare fino in fondo l’acqua del cielo. C’è un’arte di soffrire ma non va confusa né con l’arte di coltivare la sofferenza, né con l’arte di evitarla. (Henry de Lubac)

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Non restare a sospirare verso il cielo. E’ quando esce dalla chiesa che il cristiano entra veramente nella Chiesa, quando sta in famiglia, quando discute con gli amici, quando si trova in ufficio o in officina, quando lava la biancheria, quando aiuta i figlioli nei compiti a scuola, allora veramente il cristiano è membro della Chiesa. (Louis Evely)

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Amare:  è volere l'altro libero e non sedurlo, é liberarlo dai suoi lacci, se vive prigioniero. Così che lui possa dire: "Ti amo", senza essere spinto da desideri ribelli.

Amare:  è con tutte le tue forze volere il bene dell'altro, prima del proprio, far di tutto perché l'amato cresca, e poi sbocci, diventando ogni giorno l'uomo che deve essere, e non quello che tu vorresti modellare a immagine dei tuoi sogni. (Michel Quoist)

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Non pensare a ciò  che può portarti l'avvenire,  ma sforzati di essere interiormente calmo e sereno, poiché non da come si forma il tuo destino, ma dal modo in cui ti comporti dinanzi a esso dipende la felicità della tua vita.

Siediti ai bordi dell'aurora... per te si leverà il sole.

Siediti ai bordi della notte... per te scintilleranno le stelle.

Siediti ai bordi del torrente... per te canterà l'usignolo.

Siediti ai bordi del silenzio... Dio ti parlerà.

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Ogni uomo che voglia vivere la grande avventura dell’amore deve essere profondamente consapevole che lo attende un compito spesso difficile: quello di rendere il suo spirito ricco di valori e il suo corpo strumento eloquente del suo mondo interiore. Non è una cosa facile, mai. Non è mai facile capirsi. Dio, perché credessimo nel suo amore, si è fatto corpo in Cristo, e tutta la vita del Cristo è stata questo tentativo di dialogo con gli uomini; ma gli uomini non si può dire che abbiano capito proprio tutto.(H. Guiochet)

 

Vi è una felicità straordinaria nel rendere felici gli altri, a discapito delle nostre proprie sofferenze. La pena condivisa riduce a metà il dolore, ma la felicità, una volta condivisa, si ritrova raddoppiata. Se volete sentirvi ricchi, non avete che da contare, tra tutta le cose che possedete, quelle che il denaro non può comperare. L'oggi è un regalo, ed è per questo che in molte lingue lo si chiama 'presente'.

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Figlio, il miglior amico di te stesso sei tu. Ma puoi essere anche il tuo peggiore nemico. Con questa aggravante: che la tua inimicizia contro di te è fatta di cento piccoli nemici che abitano nel tuo cuore. Se ce ne fosse uno solo sarebbe agevole spazzarlo via; ma ce ne sono tanti e mentre ne uccidi uno ne sbuca fuori un altro. Ci vuole molta astuzia nel saperli individuare, molta pazienza, molta sincerità. E un occhio molto vigile. Perché essi sono come le formiche, che corrodono le fondamenta della casa senza che il padrone se ne accorga.(Lettera di un samurai del sec. XVIII a suo figlio)

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L’amore sincero si dimostra non gozzovigliando insieme, non parlandosi alla buona, non lodandosi a parole, ma osservando e preoccupandosi di ciò che è utile al prossimo, sorreggendo chi è caduto, tendendo la mano a chi giace incurante della propria salvezza, cercando il bene del prossimo più che il proprio. La carità non guarda ai propri interessi, ma guarda a quelli del prossimo prima che ai propri.(S. Giovanni Crisostomo, Omelia sul nome di Abramo)

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“E’ così semplice amare”, dicono i giovani… Ma la formula non resiste all’esperienza. Non vi è nulla di più arduo. Il dono non è mai fatto una volta per tutte, va rinnovato continuamente. E poi si prova la fatica del dono. E si vorrebbe una sosta. Ma in amore non ci sono soste. Tra l’amore e l’egoismo c’è invece un conflitto senza tregua. Quel che l’amore perde, lo guadagna l’egoismo.

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Bisogna che l’amore sia lucido. Bisogna che l’amore sia fermo. Bisogna che l’amore sia tenero. Bisogna che sappia perdonare, inventare, pazientare, sperare, rendersi discreto, farsi umile, sciogliersi nelle piccole cose, concentrarsi nelle grandi, prevenire i desideri, piegare la volontà, scendere fino al fondo dell’anima per riemergere purificato. Prima di potersi dire vero amore. (Dino Semplici)

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Il motivo per cui è tanto arduo perseverare sulla via della fede dipende dal fatto che si tratta di un cammino che costringe a continue partenze, senza fornire nessuna garanzia matematica sull’effettivo raggiungimento del desiderato punto di arrivo. Poche persone hanno la fantasia e il coraggio necessari per affrontare una così grossa avventura. (Davil Moore)

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Quanti libri ho visto in cui si cerca di dimostrare in milioni di parole che il Signore è infinita saggezza. Per fortuna basta un soffio di vento sull’erba per ricordarci che è infinita bellezza! (Muhammad Task)

 

Se la Buona Novella della vostra Bibbia fosse scritta anche sul vostro volto, voi non avreste bisogno di insistere così ostinatamente perché si creda nell’autorità di questo libro: le vostre opere, le vostre azioni dovrebbero rendere quasi superflua la Bibbia perché voi stessi dovreste continuamente costituire la Bibbia nuova (F. Nietzche).

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Due uomini bestemmiavano la morte, perché non la comprendevano. E chi la può comprendere? Uno guardò alla morte di Cristo: e ciò che vide bastò perché comprendesse anche la propria morte. Infatti la si è compresa e compresa bene, se si dice al Cristo morente: ricordati di me quando verrai nel tuo regno. E a questo morente il Figlio dell’uomo, il quale condivise il nostro destino di morte e lo redense per la vita, disse: Oggi sarai con me in paradiso. E questo lo dice anche a noi. E affinché questa notizia della beatitudine della nostra morte non ci privi di quel santo timore, nel quale appunto dobbiamo operare la beatitudine della nostra morte, all’altro malfattore disse… niente. Il buio e silenzio di morte che sovrastarono questa morte, ci ricordano che la morte può essere pure l’inizio della morte eterna (K. Rahner).

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Pace del cuore non è passività, è energia. I tuoi  “nervi”, fanno saltare i nervi degli altri. Il tuo pessimismo contagia gli altri. Il tuo malumore deprime gli altri. La tua angoscia infetta gli altri. Non pensare mai in negativo. L’energia che – senza accorgertene – impieghi in un pensiero negativo, è la stessa energia che potresti impiegare in un pensiero positivo. Si tratta semplicemente di cambiar segno ad uno stesso tipo di energia, quella del cuore. Allora la pace che vivrai avrà un effetto enorme: farà del bene, cambierà il mondo.

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Se sei sano e ricco, allevia il bisogno di colui che è malato e indigente. Se non sei caduto soccorri chi è caduto e vive nella sofferenza. Se sei allegro consola chi è triste; se sei fortunato, aiuta chi è in preda alla sventura. Diventa un Dio per lo sventurato, imitando la misericordia di Dio.(S. Gregorio di Nazianzo, Discorso 14)

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La Bibbia non dice gran che sulle case; ma dice molto delle cose di cui sono formate. Essa parla della vita e dell’amore e della gioia e della pace e del riposo. Se abbiamo una casa e ci mettiamo dentro queste cose, saremo sicuri che è una vera casa. (John Henry Jowett)

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Se do da mangiare a un fratello che ha fame, devo farlo anzitutto perché ha fame, e perché la reazione istintiva di un uomo di cuore, insieme al precetto evangelico, lo esigono, e non perché quell’uomo diventi cristiano. Un puro atto di carità senza calcoli, del resto, sarà la migliore evangelizzazione: quando una persona dona con semplicità, senza neppure una sfumatura di quell’impercettibile ricatto che anche l’uomo più ingenuo arriva sempre ad avvertire, è più facile riconoscere in essa la presenza di Gesù Cristo. (R. Girault)

 

 

PENSIERI DI AGOSTO

 

 

IMPARA LA MONTAGNA

La dimensione della montagna è la calma. La montagna è maestra perché non ha fretta. È lì da sempre e non ammette gli impazienti, i faciloni, i precipitosi. In montagna chi è avventato, impetuoso, paga. In montagna ogni passo va misurato, ogni successo richiede uno sforzo. La montagna ci educa alla prudenza e al sacrificio. Dalla cima della montagna le costruzioni umane, giù in basso, appaiono insignificanti. La montagna ci educa a staccarci dalle cose, se vogliamo dominarle. La montagna insegna che le distanze non si misurano ad occhio, ma percorrendole; che fra il contemplare una cima e metterci sopra i piedi, c’è di mezzo il nostro sudore. Imparare la montagna è imparare a camminare, anzi, è imparare a vivere. L’uomo non è completo se, almeno nel cuore, non è un montanaro. (Armando Moore)

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Da ragazzino mi piaceva andare in montagna: ricordo quel buon "pretone" che organizzava le nostre camminate. Il suo passo lungo, regolare non si confaceva al nostro saltabeccare tra una pietra e l'altra, accompagnato da corsette e da sbuffamenti, ma con pazienza stava con noi. Poi ad un certo punto ci affidava ad un grande e diceva: " State buoni e in gamba: siamo quasi arrivati: io vado avanti a vedere." E partiva con quel suo passo lungo: dopo due curve del sentiero non lo si vedeva più; ma quando si arrivava alla meta o si trovava già il fuoco acceso, o da quel suo enorme sacco da montagna erano già usciti i salami che affettati aspettavano la nostra fame e il bottiglione del vino di cui spettava un sorso a ciascuno era già a rinfrescarsi nel ruscello. Chissà perché tutte le volte che leggo: "Vado a prepararvi un posto" mi vien in mente quel "pretone": è come Gesù: cammina con noi, ma ad un certo punto allunga il passo, sparisce.., ma solo per andare a preparare la festa, la gioia.

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Alcuni anni fa, andando ogni estate ad accompagnare gruppi di ragazzi ai campi estivi in Val d’Aosta, ero diventato amico di un pastore il quale sapeva che mi dilettavo a scrivere. Lui che non aveva neppur frequentato  la terza media, un giorno mi disse: “Prova a descrivermi il bosco, il torrente e quanto vedi qui intorno”. Ce la misi tutta cercando di rifarmi a descrizioni poetiche lette, usando paroloni per fare effetto. Mi lasciò parlare e poi mi disse: “Bravo! Hai descritto molto bene un bosco, un fiume, ma il tuo dire si può adattare a qualunque bosco, a qualunque fiume. Tu hai parlato del bosco, non hai visto questo bosco”. Noi spesso anche in campo religioso andiamo avanti di fretta, per abitudini. Sappiamo anche molte cose di Vangelo di Chiesa ma spesso, proprio per fretta, non sappiamo più cogliere i segni del Regno che sta venendo.

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Due uomini passeggiavano vicino al duomo della loro città, quando le campane si misero a suonare a festa. Uno disse: “Non è meravigliosa questa musica?” “Che cosa ha detto?”. Replicò l’altro. “Non è bello questo scampanio?, disse di nuovo il primo. E, vedendo che il compagno non aveva ancora capito, ripeté: “Non è bella questa musica?”. “Perdonami”, rispose il secondo.”Queste campane sono così rumorose che non riesco a sentire che cosa dici”. I nostri rispettivi punti di vista spesso ci condizionano e noi ci mettiamo in sintonia solo con ciò che vogliamo sentire.

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Da dove siamo nati? Dall' Amore.

Come saremmo perduti? Senza Amore.

Cosa ci aiuta a superarci? L'Amore.

Si può trovare anche l'Amore? Con l'Amore.

Cosa abbrevia il pianto? L'Amore.

Cosa deve unirci sempre? L'Amore. (J.W.Goethe)

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Una bambina consegnò alla maestra un foglietto su cui aveva scritto la sua personale ricetta della vita. Diceva: "Ci vogliono quattro abbracci al giorno per sopravvivere; ci vogliono otto abbracci al giorno per tirare avanti; ci vogliono dodici abbracci al giorno per crescere".

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Esistono persone che lavano, stirano, cucinano per altre persone per dieci, venti, trent'anni. Fanno loro compagnia, le curano, le amano giorno e notte. Eppure non si sono mai sentite dire "grazie". Dire "grazie" non é una questione di galateo. Significa dire ad una persona: "Toh, mi sono accorto che tu esisti". Per questo il mondo è pieno di persone invisibili.

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Se guardi una persona mentre dorme non potrai più odiarla. L'uomo nasce tenero e fragile, muore duro e forte. Tutti gli esseri nascono teneri e delicati, muoiono rinsecchiti e scarni. Per questo ciò che è duro e forte è compagno della morte, ciò che è tenero e fragile è compagno della vita.

 

Che cosa significa non credere al sole? Essere ciechi.

Che cosa significa non credere all’amicizia? Disperare.

Che cosa significa non credere all’amore? Essere vuoti.

Che cosa significa non credere alla vita? Morire.

Che cosa significa non credere in Dio? Non esistere.

Si può vivere senza credere in qualcuno o in qualcosa? No la fiducia sta alla base dell’esistenza stessa. Così è anche con Dio.

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La scienza non basta.

La scienza ci dice quello che è possibile. La Sapienza quello che è lecito.

La scienza guarisce le mani. La Sapienza insegna ad usarle.

La scienza prepara cuori artificiali. La Sapienza cuori saggi.

La scienza ci fa potenti, la Sapienza ci fa uomini.

E’ vero che senza la scienza la vita si arresta, ma senza la Sapienza imbarbarisce.

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Uno scrittore dei primi secoli del cristianesimo paragonava lo Spirito Santo ad un allenatore.

L’allenatore, si sa, prepara alla fatica; dice ai suoi ragazzi: “Non c’è medaglia d’oro che non sia inzuppata di sudore”.

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“Dobbiamo amare i bambini, i ragazzi, i giovani.

Se vivono nella serenità diventeranno più equilibrati.

Se vivono nell’incoraggiamento diventeranno più intraprendenti.

Se vivono nell’apprezzamento diventeranno più comprensivi.

Se vivono nella lealtà diventeranno più giusti.

Se vivono nella chiarezza diventeranno più fiduciosi

Se vivono nella fede saranno dei cristiani felici. (Don Giovanni Bosco)

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Consigli di ginnastica spirituale.

Ginnastica di relax: affida al Padre celeste tutto ciò che ti pesa, le preoccupazioni,  le tristezze.

Ginnastica respiratoria: respira a pieni polmoni un’atmosfera di pace, di amore e di felicità.

Ginnastica oculare: nei tuoi simili vedi solamente il bene.

Ginnastica uditiva: ascolta la voce di Dio.

Ginnastica per la mente: accogli unicamente pensieri costruttivi.

Ginnastica per la lingua: pronuncia solo parole incoraggianti ed affettuose.

Ginnastica per la faccia: sorridi per tutta la giornata. La Palestra dello spirito è sempre aperta e ti suggerisce:

Ginnastica per le gambe: avanza senza timore; Dio ti guiderà nel cammino.

Ginnastica per le mani: uniscile ogni giorno per pregare con tutto il cuore.

Ginnastica per il cuore: irradia sentimenti di amore.

Ginnastica per l’anima: in ogni giorno un contatto profondo con Dio.

 

“Ecco io sto alla porta e busso”. Dio è venuto e continua a venire per chi sta dietro la porta chiusa: Non viene né a giudicarti né a prendere nulla. Se tu gli apri, lo vedrai e ne gioirà il tuo cuore perché Egli viene a portarti la pace e a donarti la vita eterna.

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Piccoli semi di speranza. Credi in te, perché Dio creandoti si è fidato di te. Ama te stesso perché Dio ti ama per primo, gratuitamente. Guarda con gioia tutta la realtà: è il campo dove Dio semina il suo amore.

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Non dire: “Ormai” perché questa è la tua ora per vivere.

Non dire: “Non riesco”: c’è ancora un domani per la tua crescita.

Non dire: “E’ più forte di me”: è Dio che ti rende forte.

Quando è tutto buio dentro di te, ricordati che la luce c’è ancora!

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Non aspettare che cambi qualcosa: Sei tu che generi il nuovo giorno. Segui sempre il tuo ideale: sarà luce per qualcuno. Ascolta il tuo cuore è il battito della speranza.

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“Comincio sempre la mia preghiera in silenzio, perché è nel silenzio del cuore che Dio parla. Dio è amico del silenzio. Dobbiamo ascoltare perché ciò che conta non è quello che diciamo ma quello che Egli dice a noi e attraverso noi”. (Madre Teresa)

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Dio è luce, ma sarà il nostro sguardo a dirlo.

Dio è amore, ma saranno le nostre mani che lo riveleranno.

Dio è libertà, ma saranno le nostre strade che lo faranno scoprire.

Dio è verità, ma saranno le nostre parole che tenteranno di esprimerlo.

Dio è pace, ma saremo noi a renderlo visibile se mente, mani e cuore sapranno accoglierlo nel nostro prossimo.

Dio è Padre, ma sarà riconosciuto solo se noi sapremo vivere da fratelli.

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Il cristiano autentico è sempre un sovversivo: uno che va controcorrente, non per posa, ma perché sa che il Vangelo non è omologabile alla mentalità corrente. (Don Tonino Bello)

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Parole di Helder Camara:

E’ difficile dare. E’ necessario conquistare con il cuore il diritto di dare. Speranza è credere nell’avventura dell’amore. Puntare sugli uomini. Saltare al buio fidando in Dio. Le persone ti pesano? Non caricarle sulle spalle, portale nel cuore.

 

 

PENSIERI DI SETTEMBRE

 

 

Che gioia credere, superare il visibile, aprirsi al mistero, immergersi nell’infinito, lasciare che Dio inondi la mente e il cuore.

Che gioia credere, accogliere la parola che disegna e crea l’universo, che si fa uomo, che condivide la nostra storia, rimasto per sempre con noi.

Che gioia credere quando il buio e l’assurdo invadono i nostri giorni, annullano attese e speranze; quando morte e sofferenza cancellano rapporti d’amore.

Che gioia credere: affidarsi al Dio della vita al Dio, amore infinito, al Dio che, uomo, risorge e condivide e accompagna strade mute e solitarie.

Che gioia credere: inondare il mondo di giustizia e di amore, farsi fratelli a tutto come e con Cristo, primo fra tutti i fratelli.

Che gioia credere: sapersi figli di Dio, santi e peccatori salvati nell’unica Chiesa, luogo dello Spirito, per una conversione perenne. (Giorgio Basadonna)

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Se ci sentiamo sfiniti, Signore, è perché, purtroppo, molti passi li abbiamo consumati su viottoli nostri e non tuoi, ma proprio i nostri fallimenti possono essere la salvezza della nostra vita. La Pasqua è la festa degli ex delusi della vita, nei cui cuori, all’improvviso dilaga la speranza. Cambiare è possibile per tutti e sempre. (Don Tonino Bello)

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Mio Dio dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare. Dammi il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare e la saggezza di conoscere la differenza tra le une e le altre. Dammi la forza di accettare questo mondo così com’è e non come vorrei che fosse e fa che creda che tu ti prendi cura di ogni creatura.

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L’amore comincia dentro casa; l’amore vive nei focolari: per questo ci sono tante sofferenze e tristezze nel mondo d’oggi. Tutti sembriamo talmente frettolosi, sempre alla ricerca di miglioramenti e di maggiori ricchezze al punto che i figli hanno poco tempo per i loro genitori e i genitori hanno poco tempo l’un per l’altro. La frattura della pace del mondo comincia nella famiglia. (Madre Teresa)

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Le risposte della parola di Dio

Quando dici: “Non ce la faccio a risolvere i miei problemi”, Dio dice: “Io guido i tuoi passi” (Prov. 3,5-6).

Quando dici: “E’ impossibile!”, Dio dice: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc. 18,27)

Quando dici: “Mi sento molto solo”, Dio dice: “Non ti lascerò e non ti abbandonerò mai” (Eb. 13,5)

Quando dici: “Chi mi aiuterà?”, Dio dice: “Sotto la mia protezione troverai rifugio” (Sal. 90,4)

Quando dici: “Non merito perdono”, Dio dice: “Io ti perdono” (1Gv. 1,9)

Quando dici: “Ho paura”, Dio dice: “Non temere perché io sono con te (Is. 41 10)

Quando dici: “Sono molto stanco”, Dio dice: “Io ti ristorerò” (Mt. 11,28-30)

Quando dici: “Nessuno mi vuol bene”, Dio dice: “Io ti porto sul palmo della mia mano” (Is. 49,16)

Quando dici: “Non so come andare avanti”, Dio dice: “Io ti indicherò il cammino” (Sal. 32,8)

Quando ti domandi: “Qual è la via che mi conduce a Te?”, Dio dice: “Il mio figlio amato, Gesù Cristo (1Tim 2,5).

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Viviamo in Gesù perché nel suo cuore infuocato d’amore c’è posto per i piccoli, i semplici, gli umili. Viviamo di Gesù come bambini tra le sue braccia e sul suo cuore, santi e irreprensibili sotto il suo sguardo. Inabissati nell’amore di Gesù e delle anime, in fedeltà e obbedienza senza limiti a Lui e alla Chiesa. Viviamo per Gesù. Tutti e tutto per Gesù. Niente che non sia Gesù, che non porti a Gesù, che non respiri Gesù. (Don Luigi Orione)

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Oggi, Signore, mi sento triste, stanco di lottare, ma so che con il tuo aiuto tutto questo passerà. Oggi devo lottare con me stesso. Accettare gli altri come sono, ma so che con il tuo aiuto tutto questo passerà. Se la mia salute non è buona e non vedo brillare il sole, so che con il tuo aiuto questo passerà. Dammi, Signore, la forza necessaria, riempi la mia vita di amore perché so che col tuo aiuto tutto questo passerà.

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Impariamo da Gesù a non arrabbiarci, a non perdere la pazienza con nessuno e non nutrire nel nostro cuore avversioni per quelli che crediamo ci abbiano fatto del male. Impariamo a compatirci l’un l’altro perché tutti abbiamo i nostri difetti e chi non ne ha uno ne ha un altro. (da una lettera del chierico Angelo Roncalli ai genitori)

 

C’è una frase immensa che riassume la tragedia del creato alla morte di Cristo: “Dal mezzogiorno alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono come due paletti invalicabili il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. (Don Tonino Bello)

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Camminavo sui sentieri della vita quando ho visto un’insegna: “Drogheria del cielo”. Entro e un angelo mi dice: “Scelga con cura”. Tutto ciò di cui un cristiano ha bisogno era in vendita. Ho prima di tutto acquistato un po’ di pazienza. L’amore era a portata di mano sullo scaffale. Un po’ più lontano vi era la comprensione. Mi sono preso una scatola o due di saggezza e qualche sacco di fede. Non ho potuto fare a meno di prendere lo Spirito santo che era su tutti gli scaffali. Ho comperato un po’ di forza e di coraggio per continuare il mio cammino. Poi mi sono ricordato che avevo bisogno di Grazia. Evidentemente non ho dimenticato la salvezza. A questo punto ho pensato di avere tutto ciò di cui avevo bisogno. Mi sono diretto allora alla cassa per pagare i miei acquisti. Là ho visto la preghiera per cui l’ho messa nel paniere. La pace la gioia erano proprio davanti a me. Allora ho chiesto quanto costasse il tutto. Mi fu risposto: “Amico Gesù ha già pagato tutto questo molto tempo fa”.

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Ognuno può portare il suo fardello, per quanto pesante, fino al cader della notte.

Ognuno può compiere il suo lavoro, per quanto pesante, per un giorno.

Ognuno può vivere ed essere dolce, paziente, amorevole, puro fino a che il sole tramonti. E questo è l’intero significato della vita.

(Robert L. Stevenson)

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Quando sarò affranto dalla tristezza e dalla delusione, Tu mi consolerai, o Signore dicendomi: “Non temere, sono io”.

Quando sarò colpito dalla sventura e vorrò ribellarmi ti mi consolerai, o Signore, dicendomi: “Non temere, sono io”.

Quando la tromba del giudizio mi ridesterà nell’ultimo giorno, fa’ o Signore che io senta: “E’ Cristo che viene a salvarti”. (Henry Newman)

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Vi sono tra voi coloro che soffrono per prove spirituali o morali? Comprendeteli come e più di una madre. Illuminateli con la parola e con l’esempio. Non lasciate mancar loro, anzi accrescete attorno ad essi, il calore della famiglia. (Chiara Lubich)

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Accetta, o Signore, le mie paure e trasformale in fiducia.

Accetta le mie sofferenze e trasformale in crescita.

Accetta le mie crisi e trasformale in maturità

Accogli le mie lacrime e trasformale in intimità con te.

Accetta il mio scoraggiamento e trasformalo in fede.

Accetta la mia solitudine e trasformala in contemplazione.

Accetta le mie amarezze e trasformale in calma interiore.

Accogli le mie attese e trasformale in speranza. Accogli la mia morte e trasformala in risurrezione.

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Sapete quale è l’orario del tribunale di Dio. Ecco come la pensavano gli “Abbas” del deserto: “Per tre ore al giorno Jahvè siede in tribunale a giudicare il mondo. Ma quando il male prevale sul bene, si alza dal trono della giustizia e, con un sospiro di sollievo, si siede per il resto della sua giornata sul trono della misericordia”

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Facciamo conto che, per miracolo tacessero tutti i cannoni. E ogni arsenale si dissolvesse nel nulla. E si disinnescassero irreversibilmente tutti gli ordigni di morte. E si vanificasse, dalla prima all’ultima, ogni arma nucleare. E tutti i soldati della terra tornassero a casa con in tasca il foglio di congedo illimitato. E le cartoline precetto divenissero pezzi rari rintracciabili soltanto nelle mostre filateliche. Ma poi gli uomini rimanessero nelle sperequazioni in cui si trovano, e le ingiustizie continuassero indisturbate a discriminare i popoli, e la fame a uccidere gli innocenti... non ci sarebbe pace sul nostro pianeta. Perché la pace senza giustizia è tragica illusione. Oggi, però, nella coscienza umana e cristiana stanno emergendo altri interrogativi. Quando, finalmente, giustizia sarà fatta in ogni angolo della terra, ci sarà per ciò stesso la pace? Quando, cioè, le ricchezze del mondo saranno equamente distribuite; e nessuno eserciterà sull'altro soprusi economici; e non ci saranno più popoli egemoni e popoli subalterni, sarà finito il nostro impegno per la pace? E quando neppure un bambino morirà più di stenti; e ogni uomo sarà garantito nella esistenza più dignitosa; e terzo e quarto mondo saranno divenute terminologie preistoriche, che fine faranno i movimenti per la pace? Scioglieranno le file e apriranno magari una sezione accanto a quella dei combattenti e reduci dell'ultima guerra mondiale? Lo so. Le domande possono sembrare ingenue o paradossali. Ma tendono a farci capire che, se pace non è solo silenzio delle armi, essa non è neppure semplice raggiungimento della giustizia. E che, se a simbolizzare la pace non basta un fucile spezzato, non è sufficiente neppure aggiungervi accanto una bilancia con i piattelli in equilibrio. No. La pace è comunione. (Don Tonino Bello)

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Talvolta intorno al cuore costruiamo dei muri, con le piccole pietre quotidiane dei risentimenti, le ripicche, i silenzi, le questioni irrisolte, le imbronciature. Il nostro compito più importante è impedire che si formino muri intorno al nostro cuore. E soprattutto cercare di non diventare "una pietra in più nei muri degli altri". 

 

 

PENSIERI DI OTTOBRE

 

 

Alcuni sommi sapienti disputavano della verità.

"La verità", diceva uno, "è ciò che vedo".

"La verità", dichiarava un altro, "è ciò che sento nel più profondo di me".

"La verità è ciò in cui credo", sosteneva un terzo.

"La verità non esiste", protestava un quarto.

La Verità, come l'evidenza più ovvia e la più totale semplicità, se la rideva di queste definizioni continuando a mostrare il suo volto a quanti la cercano senza tentare di definirla.

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Dove è amore e sapienza, ivi non è timore ne’ ignoranza.

Dove è pazienza e umiltà, ivi non è ira ne’ turbamento.

Dove è povertà con letizia, ivi non è cupidigia ne’ avarizia.

Dove è quiete e meditazione, ivi non è ne’ preoccupazione ne’ dissipazione.

Dove è il timore del Signore a custodire la casa, ivi il nemico non può trovare via d'entrata.

Dove è misericordia e discrezione, ivi non è ne’ superfluità ne’ durezza. (Francesco d’Assisi)

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Quattro volte ho disprezzato l’anima mia.

La prima volta quando l’ho vista temere di raggiungere l’altezza.

La seconda volta quando, incontrando uno zoppo, si è messa, lei pure a zoppicare, per non sembrare diversa.

La terza volta quando rifiutò di giocare per paure di perdere.

La quarta volta quando scelse la muffa invece dell’avventura. (Pino Pellegrino)

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Molta gente pensa: la Bibbia non mi attira. Contiene troppe pagine austere e incomprensibili. Ma chi fa lo sforzo di rompere il primo "involucro", con attenzione e preghiera, scopre ogni volta nuove e sorprendenti bellezze. E soprattutto verrà presto colpito dalla chiarezza del messaggio divino inciso nella Bibbia: DIO TI AMA.

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La Gioia è in te, nel profondo, da sempre; sotto la cenere della vita cova come antica brace. Un tempo la nostra Anima di essa si nutriva, e in qualche modo ancora ne ricordiamo la fragranza. Così, con pascoli della Gioia possiamo dire: "Non la cercheresti se prima non l'avessi già trovata". (Mizar)

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Dobbiamo accogliere il fratello come un dono non come un rivale. Non ci vuole molto ad accettare il prossimo senza nome, contorni o fisionomia, ma occorre una gran fatica ad accettare chi abita di fronte a me. (Don Tonino Bello)

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Ci sono 27 cose da non dire a chi amate: "Te l'avevo detto; Sei come tua madre; Sei sempre di cattivo umore; Stai sragionando; E' colpa tua; Cosa c'è che non va con te?; L'unica cosa che sai fare è lamentarti; Qualsiasi cosa faccia non ti va mai bene; Hai quello che ti meriti; Perché non mi ascolti mai?; Cerca di essere più responsabile; Cosa stai pensando?; Sei impossibile!; Non so proprio perché mi sono messo con te; Posso parlare con te fino a restare senza fiato e comunque non ne ricaverei nulla di buono; Posso fare quello che voglio; Se non ti va bene puoi sempre andartene; Non ne combini mai una giusta; Che cosa stupida!; L'unica cosa che sai fare è pensare a te stesso; Se mi amassi davvero lo faresti; Sei una bambina; Sei bravo solo a cambiare opinione; Hai bisogno di tranquillanti; Qual'é il tuo problema?; Non riesco a capirti; Devi sempre avere ragione tu?".

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Ci sono 37 cose da dire a chi amate: "Ottimo lavoro; Sei fantastico; E' stato bellissimo; Sei strepitosa, oggi; Non mi sento completa senza di te; Apprezzo davvero tutto quello che hai fatto per me in questi anni; Tu sei la cosa più importante nella mia vita, più dei bambini, della carriera, degli amici, di tutto; Sono felice di averti sposato; Sei il migliore amico che ho, Se dovessi tornare indietro, ti sposerei di nuovo; Oggi ho voglia di stare con te; Ho sentito la tua mancanza, Oggi non riuscivo a toglierti dai miei pensieri; E' bello svegliarsi al tuo fianco; Ti amerò sempre; Mi piace vedere i tuoi occhi che si illuminano quando sorridi; Come al solito, oggi sei bellissima; Mi fido di te; Posso sempre contare su di te; Mi fai stare bene; Sono così orgoglioso di essere al tuo fianco; Mi dispiace; Ho sbagliato; Cosa ti piacerebbe?; Cosa stai progettando?; Mi basta ascoltare; Sei così speciale; Non riesco a immaginare la mia vita senza di te; Vorrei essere migliore con te; Cosa posso fare per aiutarti?; Prega per me; Ho pregato per te, oggi; Ogni momento che passiamo insieme è prezioso; Grazie per il tuo amore; Grazie perché mi accetti per come sono; Grazie per essere al mio fianco; Rendi ogni giorno più bello".

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Padre e figlio erano seduti accanto in chiesa. Ad un tratto, il bambino toccò il padre e ridacchiò: "Papà, guarda quell'uomo! Sta dormendo!" Il padre guardò il figlio con molta serietà e rispose: "Sarebbe meglio se dormissi anche tu. Piuttosto che sparlare degli altri".

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Il coraggio è legato all'assunzione del rischio. Saltare il gran Canyon con una motocicletta, scendere le cascate del Níagara dentro un barile, attraversare l'oceano in una barca a remi richiede persone coraggiose, perché facendo queste cose rischiano la vita. Ma nessuno di questi atti temerari viene dal centro del nostro essere. Vengono tutti dal desiderio di provare i nostri limiti fisici e di diventare famosi e popolari.

Il coraggio spirituale è qualcosa di completamente diverso. Significa seguire i desideri più profondi del nostro cuore a rischio di perdere fama e popolarità. Richiede da noi la disponibilità a perdere la nostra vita temporale per guadagnare la vita eterna. (Nouwen)

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Esiste una sorta di cartina di tornasole in merito alla limpidezza della fede. Si prendono le parole della preghiera di Gesù nell’orto “sia fatta la tua volontà e non la mia”, si applicano durante il giorno con frequenza alle più svariate circostanze. Se la convinzione con cui riusciamo a formularle è profonda e realmente assoluta, l’esperimento è riuscito.

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L'oggi si fa chiaro nel domani. Il contadino, quando semina, ha negli occhi il fulgore del giugno, e va verso quello mentre la nebbia ottobrina gli vela lo sguardo. La primavera incomincia con il primo fiore, il giorno con il primo barlume, la notte con la prima stella, il torrente con la prima goccia, il fuoco con la prima scintilla, l'amore con il primo sogno. La speranza vede la spiga quando i miei occhi di carne non vedono che il seme che marcisce. (don Primo Mazzolari)

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Un cristiano deve far vedere chi è non solo perché va in chiesa, ma per la sua vita nuova. Un cristiano deve risplendere non solo per ciò che ha ricevuto da Dio, ma anche per quelle cose che egli stesso può offrire a lui. Ovunque egli deve essere riconosciuto per il suo modo di camminare e di guardare, per il suo comportamento esteriore e per le sue parole. (Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Matteo, 4)

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Ci stupiamo e ci inquietiamo per le malattie, ma abbiamo noi mai riflettuto a quel meraviglioso miracolo che è essere sani?  E, soprattutto, quante volte abbiamo pensato a ringraziare di questo il buon Dio?

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Che succederebbe se Gesú decidesse di installare una segreteria telefonica in Cielo? Immagina, mentre stai pregando, di ricevere il seguente messaggio:-Grazie per aver chiamato la Casa del Padre mio...per favore, selezioni una delle seguenti opzioni:

Prema 1 per "Richieste"

Prema 2 per "Azioni di Grazia"

Prema 3 per "Invocazioni"

Prema 4 per "Qualsiasi altra questione".

Immagina anche che Dio usi la famosa scusa: E' nostro interesse ascoltarla; però al momento, tutti gli Angeli sono impegnati ad ascoltare altri peccatori, per favore resti a pregare in linea per non perdere la priorità acquisita: la sua chiamata sarà accolta nell'ordine in cui e stata ricevuta.

GRAZIE A DIO, questo non succede,

GRAZIE A DIO, lo puoi chiamare nella preghiera quante volte ne hai necessità,

GRAZIE A DIO, alla prima chiamata, Egli ti ascolta,

GRAZIE A DIO, Egli risponde personalmente e ti conosce per nome...

GRAZIE A DIO, Egli conosce le tue necessità ancora prima che le manifesti,

GRAZIE A DIO, perché da noi dipende chiamarlo, GRAZIE A DIO.

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Nessuno può insegnarvi nulla se non ciò che già sonnecchia nell'albeggiare della vostra conoscenza. Il maestro che cammina all'ombra del tempio tra i discepoli non elargisce la sua sapienza, ma piuttosto la sua fede e il suo amore. E se davvero è saggio, non v'invita ad entrare nella dimora del suo sapere, ma vi guida alla soglia della vostra mente. L'astronomo può dirvi ciò che sa degli spazi, ma non può darvi la sua conoscenza. Il musico può cantarvi la melodia che è nell'aria, ma non può darvi l'orecchio che fissa il ritmo, né l'eco che rimanda il suono. E colui che è esperto nella scienza dei numeri può descrivervi  il mondo del peso e della misura, ma oltre non può condurvi. Poiché la visione di un uomo non presta le proprie ali a un altro uomo. E così come ognuno è solo nella conoscenza di Dio, ugualmente deve in solitudine conoscere Dio e comprendere la terra.

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Non c’è pace tra le nazioni senza pace tra le religioni.

Non c’è pace tra le religioni senza dialogo tra le religioni.

Non c’è dialogo tra le religioni senza una ricerca sui fondamenti delle religioni.

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Dio è dappertutto. Egli è immenso e presente in ogni luogo, secondo quanto egli ha detto di se stesso: “Io sono un Dio vicino e non un Dio lontano” (Ger. 23,23). Non cerchiamo allora Dio come fosse lontano da noi, perché possiamo averlo dentro di noi.(S. Colombano, Istruzione prima sulla fede 3)

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Non dare nulla per scontato. Sii sempre disponibile alle sorprese. Non valutare le cose in base a quello che sai già. Non classificare tutto secondo i tuoi schemi stantii. Sappi cogliere la realtà nella sua freschezza originale, nella sua innocenza non contaminata dall’abitudine. Afferra il messaggio dell’inatteso. (Alessandro Pronzato)

 

 

 

PENSIERI DI NOVEMBRE

 

 

Era il pomeriggio del giorno dei santi. Erano passati ormai tanti giorni: prima la notizia, poi l'ospedale, poi vedere il lento, ma inesorabile spegnersi, accompagnato anche dal degrado mentale e dal disfacimento biologico. Prima la ribellione, poi le speranze, poi le parole di conforto. Ora in questo pomeriggio sereno ma velato di tristezza restava solo più il silenzio e la mano nella mano. Era un modo di comunicare, di pregare, di trasmettere vicinanza e speranza, di accettare. Questo gesto, successo a me, mi è capitato di vederlo tante volte al capezzale di malati e moribondi e sempre mi ha ricordato il gesto di Gesù che guarisce la suocera di Pietro prendendola per mano. Noi non siamo capaci di guarire ma quella mano è più che solidarietà, guarigione, speranza; è una mano che diventa consegna nella mano grande, dolce, misericordiosa di Dio.

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SEMI DI RISURREZIONE

Inutilmente, o fratelli, ha abbracciato la fede, e inutilmente è vissuto, chi pensa di essere nato solo per morire. O uomo, che cosa sorge per te che non tramonti? E che cosa tramonta per te che non risorga? Il sole ogni giorno nasce, ogni giorno muore: poi risorge alla mattina. Le stagioni quando passano muoiono, quando tornano rivivono. Perciò, o uomo, credi almeno ai tuoi occhi, non opporti alle cose che ti predicano incessantemente la tua risurrezione.

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Entrò, quell’uomo d’affari in un convento di clausura e sentendo le voce delle “recluse” cantare nel coro diceva: “Quanta vita persa, buttata via” e mentre quelle cantavano le lodi di Dio lui pensava a come aumentare ancora i suoi averi: “Io sì che vivo e faccio vivere muovendo soldi”. In realtà l’uomo non possiede niente, perché non è padrone della vita. Ci attacchiamo allora a migliaia di cose con spasimo e avidità come se col possesso delle cose potessimo allontanare la morte. Invece la morte resta lì, inevitabile come prima, ma nella smania di possedere perdiamo la vita. Le cose, anche se non sembra, succhiano energia e amore.

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La fede cristiana è anche una grande lotta contro la paura della morte, che rende schiavi gli uomini per tutta la vita. Una lotta, non una rimozione, perché la morte presenta sempre un volto nemico e ostile; una lotta in Cristo, perché molte maniere con cui noi cerchiamo di fuggire l’angoscia della morte sono peccaminose e idolatriche. Una lotta sostenuta dalla fede che non la morte ha l’ultima parola, ma Dio stesso e il suo amore, quell’amore che attraverso la morte introduce alla vita eterna. (Enzo Bianchi)

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Non bisogna seppellire i morti due volte: sotto i fiori e dentro i cuori. Ma farli risorgere al nostro fianco, intorno alle cose che hanno amato e amiamo. E al magico richiamo dei nomi, delle date e dei ricordi, saranno vivi con noi, in noi e per noi. Non piangerli con inutili lacrime, ma rievocarli con opere di bene. Non rischiararli con le lampade votive, ma illuminarli con l'amore. Bisogna seppellire i corpi sotterra, ma esaltare le anime nella luce. (Nino Salvaneschi)

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Si racconta di un bambino che camminava per la strada a fianco della sua mamma. Incrociano un funerale. La mamma dice: “È un vecchietto della casa di riposo”. E il bambino: “Mamma, e chi lo ha ucciso?”.Il bambino non aveva l’esperienza della morte come un fatto naturale, come un momento della vita: egli conosceva la morte soltanto dalle scene della televisione dove la gente muore ammazzata.

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Le persone pensano molto poco alla morte. Passano la vita preoccupandosi di vere e proprie assurdità, rimandano cose, tralasciano momenti importanti. Non rischiano, perché pensano sia pericoloso. Si lamentano molto, ma diventano codarde quando è il momento di prendere provvedimenti. Vogliono che tutto cambi, ma loro si rifiutano di cambiare. Se pensassero un po' di più alla morte, non tralascerebbero mai di fare quella telefonata che manca. Sarebbero un po' più folli. Non avrebbero paura della fine di questa incarnazione - perché non si può temere qualcosa che accadrà comunque. Gli Indios dicono: "Oggi è un giorno buono come qualsiasi altro per lasciare questo mondo". E uno stregone commentò una volta: "Che la morte sia sempre seduta al tuo fianco. Così, quando avrai bisogno di fare qualcosa di importante, essa ti darà la forza e il coraggio necessari". (Paulo Coelho)

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La guerra, nessuno vuole la guerra, eppure essa prospera libera e feconda. La guerra c’è, è tutta intorno a noi, noi che viviamo in un’isola felice. La guerra fa paura, la guerra è orrenda, col suo carico di morti fuori tempo, morti rubate, morti imposte. Morti gratuite, cioè per niente. La guerra è l’avidità dei potenti che accumulano terre, oro, denaro. E se ci sembra che noi non possiamo farci niente, evitiamo almeno le nostre piccole guerre quotidiane per conquistare anche noi un posto al sole, accumulare, imporre la nostra volontà, schiacciare, sentirci noi i più forti…

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"lo penso che tu forse ne abbia abbastanza, o Signore, della gente che, sempre, parla di servirti col piglio da condottiero, di conoscerti con aria da professore, di raggiungerti con regole sportive, di amarti come si ama in un matrimonio invecchiato. Un giorno in cui avevi un po' voglia d'altro hai inventato san Francesco e ne hai fatto il tuo giullare. Lascia che inventiamo qualcosa per essere gente allegra che danza la propria vita con te.” (M. Delbrel)

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Albert Schweitzer, quando nel 1952 si recò a Oslo per ritirare il premio Nobel per la pace, disse: “Con il progresso credevate di creare un superuomo, invece io ho davanti a me un pover’uomo. Il progresso pretendeva di risolvere tutti i problemi della nostra esistenza, invece ci ha resi tutti più disumani.

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Il bene non fa rumore e il rumore non fa bene. Abbiamo bisogno di silenzio per ritrovare noi stessi e Dio. Dobbiamo rieducarci al silenzio, all’ascolto, alla riflessione. A parlare non si impara niente, ad ascoltare si può imparare tutto. Le grandi parole sono sempre nate da un profondo e prolungato silenzio. Silenzio per pregare e pregare per amare.

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Il cammino della fede è pieno di imprevisti, di sorprese, perché Dio è talmente al di là dei nostri pensieri, che dobbiamo sempre aggiustare la rotta. Dio si muove nel mondo con uno stile tutto suo e secondo un calendario che non conosce la fretta impaziente e tanto meno la violenza alle coscienze. Dio è libero e rispetta la libertà di tutti. Saper attendere è una grande carità e maturità: è la maturità della carità.

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Il primo frutto della fede è il risveglio della coscienza della dignità e della sacralità della vita umana. Nella religione cristiana non è mai possibile disistimare o emarginare la vita di qualcuno: tutti hanno una dignità ricevuta da Dio che nessuno può mettere in discussione.

 

Davanti ar Crocifisso d’una chiesa,  una candela accesa se strugge da l’amore e da la fede.

Te dà tutta la luce, tutto quanto er calore che possiede, senza abbadà se er foco  la logora e la riduce a poco a poco.

Chi nun arde nun vive. Com’è bella la fiamma d’un amore che consuma, perché la fede resti sempre quella!

Io guardo e penso. Trema la fiammella, la cera cola e lo stoppino fuma. (Trilussa).

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Bernadette Soubirous non riuscì neppure a superare l’esame di catechismo della Prima Comunione. Il curato d’Ars fu ritenuto impreparato e quindi bocciato all’esame di teologia e, ammesso al sacerdozio, fu mandato nella più piccola parrocchia della diocesi. Oggi è il patrono dei parroci. San Leopoldo Mandic fu mandato a tempo pieno in confessionale, perché non si sapeva cosa fargli fare… Conclusione chiara: l’umiltà aiuta a vedere la verità e quindi apre il cuore a Dio. Tanti problemi di fede sono semplicemente problemi di orgoglio.

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La donna può trovare la gioia della sua vita non fuggendo da se stessa e dal suo ruolo, ma riconquistando la sua femminilità nella dignità e uguaglianza con l’uomo. Il papa Giovanni Paolo II ha scritto: “La donna, nel nome della liberazione dal ‘dominio’ dell’uomo – non può tendere ad appropriarsi le caratteristiche maschili contro la sua ‘originalità’ femminile” Ogni madre deve ricordare che la maternità va conquistata giorno dopo giorno; va meritata con una fedeltà che continui e accompagni, senza mai tradirlo, il gesto stupendo del dare la vita.

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La miseria più grande dell’uomo è di non sapere più dove va la vita, e quindi non sa più a cosa serve la vita. Da questa situazione può nascere qualsiasi violenza e ogni forma di disprezzo della vita. C. Péguy ha scritto: “L’uomo moderno soffre di amnesia dell’eternità”.

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Dio non si dimostra, Dio si mostra. A un convertito, ritornato da Ars, chiesero: “Che cosa hai visto ad Ars?”. Ed egli rispose:” Ad Ars ho visto Dio in un uomo”. Quando morì il sacerdote francese Amedeo Ayfre alcuni dissero: “Quell’uomo ti metteva addosso la voglia di Dio”. Ci è mai successo di aver fatto venire la voglia di Dio a qualcuno?

 

 

PENSIERI DI DICEMBRE

 

 

Una volta un uomo-pupazzo di neve, si innamorò di una donna-pupazzo di neve. L’abbracciò con tanto calore che si sciolsero l’uno nelle braccia dell'altra. In quel luogo, bagnato con tanta acqua, in primavera sorsero i più bei fiori del mondo. Un uomo che aveva visto tutto, pensò: “L’amore funziona sempre: un giorno o l’altro fiorisce”.

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Voi ed io siamo stati creati per cose più grandi. Non siamo stati creati solo per attraversare questa vita senza uno scopo. E quello scopo più grande consiste nell’amare e nell’essere amati. (Madre Teresa)

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Il pensiero si manifesta nella parola; la parola si manifesta nell'atto; l'atto si sviluppa in abitudine; e l'abitudine si solidifica in carattere. Sorveglia quindi con cura il pensiero e le sue strade, e fa che esso sgorghi dall'amore nato dalla premura per tutti gli esseri. (Buddha)

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Un giorno, un professore ateo sfidò I suoi alunni. Chiese: Dio ha fatto tutto ciò che esiste? Uno studente rispose coraggiosamente: "Sì, l'ha fatto!" - Proprio tutto? Chiese il professore. - Sì, proprio tutto. Rispose lo studente. Allora, Dio ha fatto anche il male, giusto? Rispose il professore. Perché il male esiste…. Lo studente non seppe rispondere, e rimase in silenzio. Il professore era visibilmente soddisfatto di aver provato ancora una volta che la Fede era solo un mito. All’improvviso, un altro studente alzò la mano e chiese: “Posso farle una domanda, professore?” “Certamente”, gli rispose il professore. - Il freddo esiste? - È chiaro che esiste - Rispose il professore - Non hai mai sentito freddo? - In realtà, professore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della Fisica, ciò che noi consideriamo freddo, nella realtà è assenza di calore. Un oggetto può essere studiato solo quando ha e trasmette energia, ed è il calore che fa in modo che tale corpo ha e trasmette energia. Lo zero assoluto è l'assenza totale e assoluta del calore, tutti i corpi rimangono inerti, incapaci di reagire. Ma il freddo non esiste. Noi abbiamo creato questo termine per descrivere come ci sentiamo quando ci manca il calore. - E l’oscurità? Continuò lo studente.

- Esiste.  Rispose il professore. “Di nuovo, professore, si inganna. L’oscurità è l’assenza totale di luce. Possiamo studiare la luce, ma non l'oscurità. Il prisma di Newton scompone la luce bianca nei suoi vari colori, secondo la lunghezza d’onda. L’oscurità è il termine che noi abbiamo creato per descrivere la totale assenza di luce.” E infine, lo studente chiese: “E il male, professore? Esiste il male? Dio non creò il male. Il male è l’assenza di Dio nel cuore delle persone – l’assenza della amore, dell’umanità e della fede. L’amore e la fede sono come il calore e la luce. Esistono. La loro assenza produce il male” Questa volta era il professore che rimase in silenzio. E il nome dello studente? Albert Einstein.

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Essere Chiesa non significa separarsi dagli altri, ma lasciarsi accendere dal fuoco di Dio per correre dagli altri ad annunciare l’unica grande notizia: Dio è amore. Se non si è missionari di Dio, non si è cristiani. I “lontani” dalla Chiesa ufficiale possono essere vicinissimi a Dio, mentre i “vicini” alla Chiesa possono essere lontanissimi da Dio. “Quanti lupi sono dentro l’ovile (della Chiesa) e quante pecore sono fuori di esso”. (S. Agostino).

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Gesù presenta il sacrificio come componente della vita: “Chi non prende la sua croce e non mi segue non è degno di me” (Mt 10,38): proprio il contrario di ciò che comunemente si pensa. Pochi genitori educano i figli al sacrificio. Qualche volta l’amore dei genitori verso i figli è collaborazione insipiente al divertimento più sfrenato e immorale. “Attualmente né la scuola, né la famiglia sanno insegnare alla gioventù come comportarsi. Noi vediamo riflessa in questa gioventù, come in uno specchio, la mediocrità degli educatori” (A. Carrel). E’ mia impressione che una bomba atomica sia scoppiata presso le radici della moralità: E responsabile, per gran parte, è la televisione, che ha ridotto la vita a un bene di consumo (E. Montale).

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Mia nonna era una donna istintiva e non potrei affermare che la sua fede avesse robusti fondamenti teologici. Eppure fu lei a insegnarmi un amore speciale per la Vergine. Qualunque problema si presentasse, dopo un minuto di riflessione alzava inevitabilmente gli occhi e le mani al cielo, con aria di impotenza, ed esclamava gran voce: "Ah! Madre de Dios!". Immediatamente dopo, il suo viso riprendeva l'espressione tranquilla di chi è sicuro di aver messo la propria causa in ottime mani. (Amparo Alarcon)

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Metti, Signore, nei nostri cuori desideri che tu possa colmare.

Metti sulle nostre labbra preghiere che tu possa esaudire.

Metti nelle nostre opere atti che tu possa benedire. (Liturgia mozarabica spagnola)

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Nessuno, dunque pianga più i morti, nessuno si disperi, né rigetti così la vittoria di Cristo. Egli infatti ha vinto la morte. Perché dunque piangi? A che pro gemi e ti lamenti! Coraggio, c’è la risurrezione con assoluta certezza: dorme non è morta; riposa, non è perduta per sempre. Sono infatti ad accoglierla la risurrezione, la vita eterna, l’immortalità e l’eredità stessa degli angeli. Non senti il Salmo che dice: “Torna, anima mia, al tuo riposo, perché Dio ti ha fatto grazia”. Dio chiama “grazia” la morte, e tu ti lamenti?  (San Giovanni Crisostomo)  

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Una mattina un professore di cardiologia condusse gli alunni al laboratorio di anatomia umana dell’università. Stavano osservando alcuni organi, quando notarono un cuore smisuratamente grande. Il professore chiese ai ragazzi se sapevano dire a chi fosse appartenuto, intendendo quale malattia avesse causato la morte di quella persona. “Io lo so” disse un ragazzo in tono molto serio: “Era il cuore di una madre”. Anche il cuore di Maria è un cuore ‘grande’ perché deve accogliere tutti i fratelli di Gesù, nessuno escluso.

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Se ci ricordassimo più spesso dell'esistenza del Signore dentro di noi e della sua venuta sulla terra per salvarci dalla morte, non inciamperemmo continuamente. Invece siamo stranamente portati a fare come chi, possedendo una pila e camminando di notte per un bosco, si dimenticasse di accenderla.

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Che la tua porta sia aperta a Colui che viene! Apri la tua porta, dilata il tuo cuore, va incontro al sole della luce senza fine che illumina ogni uomo. Se ti chiudi dentro te stesso Cristo rimarrà fuori. Anche se nessuno potrebbe impedirgli di entrare, Egli non vuole introdursi in modo importuno, non vuole costringere chi non vuole aprirgli. (S. Ambrogio, Commento sul salmo 118)

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La Bibbia ci insegna che il Signore tiene davanti a sé il “libro della vita” in cui sono segnati splendori e miserie di ogni uomo, anche quelle realtà che a nessuno saranno mai note. La speranza è una sola: che Dio strappi le pagine segnate dal veleno del nostro odio, del nostro male, della nostra crudeltà e lasci solo quei fogli sui quali abbiamo scritto a lettere d’oro il nostro amore, la verità, la giustizia, la fedeltà.

(G. Ravasi, Dalla terra al cielo. Mattutino)

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Ieri? Storia. Domani? Mistero. E' per questo che esiste il presente!!! Ricorda ancora, il tempo non ti aspetterà. Dai valore ad ogni momento a tua disposizione. Lo apprezzerai ancor di più se potrai condividerlo con qualcuno che sia speciale.

 

Se mio padre ha sempre il muso, è perché io non so sorridere.

Se mia madre urla sempre, è perché io non so sussurrare.

Se i miei amici sono sempre annoiati, è perché io non so divertirmi.

Se la parrocchia è sempre così spenta, è perché io non riesco più a donarmi.

Se la gente è cattiva,è perché io non sono buono.

Se quest'anno tornerai Signore, è perché io ricominci a cambiare.

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“Se lascio alla chiesa cento milioni”, chiede un miliardario al prete che gli dà gli ultimi sacramenti, “posso essere sicuro di salvarmi?”. “Beh…”, fa il prete, “non vorrei darle delle assicurazioni infondate, ma è certo una cosa che val la pena tentare...” Grazie al cielo ci sono delle cose che i soldi non possono comprare. Ricordi quella vecchia tiritera: puoi comprare il letto ma non il sonno, puoi comprare un ora di sesso ma non l’amore, puoi comprare una religione ma non la fede… (Continua tu)

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Inverno: tempo di silenzio. Del più bel silenzio dell’anno: silenzio bianco, silenzio luminoso delle nevi. Tempo di silenzio, quindi tempo prezioso. Nel silenzio, infatti, risplende sempre qualcosa. No, non ha sbagliato chi ha definito l’inverno la primavera del genio. Inverno: tempo di trasparenza. Stagione pulita, stagione cristallo. Puoi perdere la testa in un cielo colmo di stelle. L’inverno ricorda che l’uomo è un dio caduto dall’alto, che ha nostalgia di cieli. Inverno: tempo di gelo. Ogni cosa è rigida, ferma, bloccata. Eppure continuo a credere al grano, ai fiori, alle rondini. Dove c’è speranza, anche sotto i cappotti si può sentire il sole.

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Auguri a tutti di essere:

Abbastanza giovani per essere sempre allegri.

Abbastanza adulti per fare le cose seriamente.

Abbastanza forti per non essere subito stanchi.

Abbastanza saggi per sapersi moderare.

Abbastanza sereni per riconoscere i propri limiti.

Abbastanza impegnati per cercare di superarli.

Abbastanza spiritosi per non prendersi troppo sul serio.

Abbastanza generosi per prendere sul serio gli altri!

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Sulla meridiana di una chiesa delle Alpi piemontesi sta scritto: “E più tardi di quanto crediate”. Alla fine di un anno che segna sempre più lontana nei secoli la vita terrena del Salvatore, dobbiamo ricordarci che il tempo ci è “prestato” ed è fugace quanto mai: serve solo per approfittare della Redenzione. Il resto non ha alcun valore.

 

 

 

 

qualunque cosa fai, falla con gioia il Signore e la vita ti ricompenseranno.

 

 

 

Stampato in proprio  -  Pro Manuscripto 2009

 

 

 

 

 

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