SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
SABATO 1 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, CHE IL MIO PARLARE SIA: SI’, SI’, NO, NO.
Hanno detto: Fuggi le chiacchiere, per non essere reputato un loro fomentatore: a nessuno nuoce aver taciuto, nuoce aver parlato (Marco Porcio Catone)
Saggezza popolare: Quando la notte è così buia che non riesci a scorgere il tuo naso, sii certo, l'alba è molto vicina. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Disse un alunno al suo bravo maestro: Amerei molto di più il Signore, se potessi vederlo! A simile chiara proposta il maestro prese il fanciullo per mano e lo condusse in giardino. Era una splendida giornata di luce e il sole brillava potente. Disse allora il maestro: Piccolo mio, guarda ora in alto e prova a fissare ben bene il sole che splende. Il fanciullo provò e riprovò, ma non ci riuscì. Esclamò: Non posso: è troppo abbagliante! Il maestro quindi diede al fanciullo una lente opaca e propose: Ora prova a guardare. Il fanciullo ubbidì e subito esclamò: Ora sì che lo vedo e posso anche ammirare il suo splendore. Concluse il maestro: Come per fissare il sole splendente abbiamo bisogno di una lente opaca, così per vedere Dio abbiamo bisogno della fede! La fede ci lascia vedere di Dio solo quanto è necessario alla nostra debole mente, solo quanto è utile al nostro piccolo cuore, senza incantarci. (G. Della Vecchia)
Parola di Dio: Lv 25, 1. 8-17 / Sal 66 / Mt 14, 1-12
Vangelo Mt 14, 1-12
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui". Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù. Parola del Signore
“LA TESTA (DI GIOVANNI) VENNE PORTATA SU UN VASSOIO E FU DATA ALLA FANCIULLA”. (Mt. 14,11)
Erode è la classica persona che ha ascoltato la parola della salvezza e si è lasciato illuminare per breve tempo la coscienza: però questo non è bastato a fargli cambiare vita. Il vizio e la prevaricazione fanno di lui un debole incapace di vedere la verità, e il male riesce a prendere prevalenza su di lui. Ma in tutta questa situazione ingiusta e tenebrosa splende la figura limpida di Giovanni per il suo aderire alla verità, costi quello che costi. Anche oggi non sempre la verità piace, piacciono di più gli ipocriti che blandiscono, che adulano presunte qualità, mentre ci danno fastidio quelli che dicendo la verità ci mettono davanti ai nostri limiti e alle nostre responsabilità. Chi dice la verità è dunque spesso destinato all’isolamento e al rifiuto se non addirittura al martirio. Eppure i veri profeti, quando vengono zittiti, trovano sempre il modo di essere eloquenti, anche senza parole. In questa vicenda Giovanni continua a parlare anche dopo la sua morte. Davanti ad un esempio così grande mi chiedo se la nostra vita, le nostre scelte, il vivere anche la prova sono testimonianza di amore per la Verità (che poi è Gesù stesso).
DOMENICA 2 AGOSTO: 18^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.
Una scheggia di preghiera:
MIO CIBO E’ FARE LA TUA VOLONTA’.
Hanno detto: Il saggio, per parlare, deve prima molto meditare. (San Girolamo)
Saggezza popolare: La speranza è come una strada di campagna: non ci fu mai una strada, ma quando molta gente ha calpestato quel terreno, la strada si forma. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Era già scesa la notte su Roma. E in quell’appartamento seminterrato l’esiguo gruppo di ragazze, che volevano vivere il Vangelo, erano i primi tempi del movimento, si davano la buona notte. Ma ecco il campanello. Chi era a quell’ora? Un uomo che si presentava alla porta nel panico, disperato: il giorno dopo l’avrebbero sfrattato di casa con la famiglia, perché non pagava l’affitto. Le ragazze si guardarono e, in un mutuo accordo, aprirono il cassettino dove avevano raccolto il residuo dei loro stipendi. Diedero tutto a quell’uomo, senza ragionare. Quella notte dormirono felici. Qualcun altro avrebbe pensato a loro. Ma ecco che non è ancora l’alba e il telefono squilla. “Vengo subito con un taxi”, dice la voce di quell’uomo. Meravigliate per la scelta di quel mezzo, le ragazze attendono. La faccia dell’ospite dice che qualcosa è cambiato: “Ieri sera, appena tornato a casa, ho trovato un’eredità che non avrei mai immaginato di ricevere. Il cuore m’ha detto di farne a metà con voi”. La somma era esattamente il doppio di quanto avevano generosamente dato.
(C. LUBICH).
Parola di Dio: Es 16, 2-4. 12-15 / Sal 77 / Ef 4, 17. 20-24 / Gv 6, 24-35
Vangelo Gv 6, 24-35
Dal vangelo secondo Giovanni.
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Trovatolo di là dal mare, gli dissero: "Rabbì, quando sei venuto qua?". Gesù rispose: "In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?". Gesù rispose: "Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato". Allora gli dissero: "Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo". Rispose loro Gesù: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi da il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e da la vita al mondo". Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo pane". Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete". Parola del Signore
“PROCURATEVI NON IL CIBO CHE PERISCE, MA QUELLO CHE DURA PER LA VITA ETERNA”. (Gv.6,27)
Gesù, pur essendo tutt’altro che indifferente al problema materiale delle persone, non si vende come “risposta facile” alle loro attese di tipo sociale, religioso, politico, ma tende a sottrarsi ai loro tentativi di sequestrarLo per prospettive terrestri o finalità esclusivamente “orizzontali”. A chi si accontenta dei cinque pani moltiplicati e vorrebbe ingaggiarLo per farGli vestire i panni del re dalle tasche forate o dal miracolo facile, Cristo fa capire che il “segno” dei pani deve essere tale. In sostanza Egli vuole risvegliare il desiderio interiore di cercare oltre, di guardare al di là del valore immediato del gesto per coglierne il significato attribuito da Chi lo compie. Le folle aspirano alla pagnotta gratis (con qualcuno che ovviamente gliela fornisca ogni giorno...). Gesù vuole che arriviamo a cercare Lui come Pane Vero di una vita non incentrata soltanto sull’appagamento dei bisogni terrestri!
LUNEDI’ 3 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, GESU’, DELLA TUA MISERICORDIA.
Hanno detto: Tacciono le leggi fra le armi. (Seneca)
Saggezza popolare: Tutto il buio dell'universo non riuscirà a spegnere la luce di una sola candela. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Mermillod, vescovo di Ginevra, si trovava a Parigi, a predicare nella chiesa di Santa Clotilde. Predicava in occasione di una terribile carestia che si era abbattuta sull’Irlanda. Riuscì ad evocare quella miseria spaventosa e, dopo un sermone pieno di fervore e d’amore, fece la questua. Un operaio mise allora nel piatto della questua il suo orologio, che a quel tempo valeva una fortuna. Egli posò il suo orologio dicendo: “Non si ha bisogno di sapere l’ora, quando un popolo muore di fame”.
Parola di Dio: Nm 11, 4b-15 / Sal 80 / Mt 14, 13-21
Vangelo Mt 14, 13-21
Dal vangelo secondo Matteo
Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qua". E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore
“VIDE UNA GRANDE FOLLA E SENTI’ COMPASSIONE PER LORO”. (Mt. 14,14)
Nel racconto di Matteo quello che commuove di più è la compassione di Gesù per la folla. Dimentica tutto per essa, anche la stanchezza per cui si era ritirato con i suoi in un luogo deserto. In Gesù non c’è posto se non per l’amore. Tutto sgorga dall’amore per il Padre, che si esprime in una adesione talmente piena alla sua volontà, che suo cibo è fare la volontà del Padre. Ebbene, qual è la volontà del Padre? E’ la compassione per l’uomo, il desiderio che tutti si salvino. E questa è la volontà di Gesù. C’è un crescente impressionante in questo racconto: la sua compassione per questa folla che lo cerca; poi la guarigione miracolosa “guarì i loro malati”; finalmente la moltiplicazione dei pani. Noi sappiamo dal racconto di Giovanni che non finisce qui. Resta il dono più grande che egli annuncerà a Cafarnao, il giorno dopo la moltiplicazione dei pani. Gesù è venuto per dare un pane più sostanzioso, per cui chi ne mangia non avrà più fame né sete: è se stesso, Parola di Dio e pane di vita eterna; la sua carne vero cibo, il suo sangue vera bevanda. Amore infinito, dunque; donazione piena. Come potremo essergli grati? Cibandocene sapendo quel che stiamo per fare.
MARTEDI’ 4 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.
Una scheggia di preghiera:
NELLE TEMPESTE, SIGNORE, SALVAMI!
Hanno detto: Il mondo è pieno di idee cristiane impazzite. (G. K. Cheserton)
Saggezza popolare: Lo straniero è un amico che si deve ancora conoscere. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Il Santo Curato d’Ars, nel 1700 incontrava spesso in chiesa un suo parrocchiano, semplice: restava molto tempo davanti al tabernacolo. Un giorno, il parroco gli chiese cosa facesse. E lui: “Semplicissimo. Egli guarda me ed io guardo Lui”. Sì, il Signore ti accoglie sempre, ti guarda così come sei, ti ripete: “Io sono qui!”. Ti puoi rivolgere a Lui in ogni circostanza, in ogni difficoltà: Lui non si assenta mai, né di giorno né di notte. Lo trovi sempre.
Parola di Dio: Nm 12, 1-13 / Sal 50 / Mt 14, 22-26
Vangelo Mt 14, 22-36
Dal vangelo secondo Matteo.
In quei giorni, dopo che ebbe saziato la folla, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E' un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!”. Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano.
“(GESU’) VENNE VERSO DI LORO CAMMINANDO SUL MARE”. (Mt. 14,26)
A prima vista ci sembra un miracolo superfluo quello di Gesù che cammina sulle acque e sappiamo che Gesù non amava miracolo eclatanti ed inutili. Dunque dietro a questo miracolo e alla storia che comporta devono esserci degli insegnamenti importanti; eccone alcuni: Quel Gesù che cammina sulle acque è lo stesso Dio che ha aperto le acque del mar Rosso per far passare gli Ebrei. Gesù che di notte prega sul monte non si dimentica dei suoi amici che sono in preda alla tempesta. Gesù non ci lascia soli nelle difficoltà ma ci viene incontro. Gesù corre però il rischio di essere confuso con un fantasma. E’ la paura quella che non permette agli apostoli di riconoscerlo. Il primo passo della fede è quello di vincere con Lui le nostre paure. Gesù non è il fantasma di un Dio che viene di notte a chiederci conto delle nostre malefatte è invece l’amore di Dio che non ci abbandona e che ci aiuta a sconfiggere le tempeste della vita. Pietro vorrebbe anche lui fare come il suo Maestro e Gesù glielo permette non tanto per sperimentare la realtà dello straordinario quanto per riscoprire che la cosa più importante è quella di fidarsi di Gesù nonostante tutte le tempeste della vita.
MERCOLEDI’ 5 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, AIUTAMI!
Hanno detto: La superstizione è più ingiuriosa nei confronti di Dio che non l’ateismo. (Diderot)
Saggezza popolare: Chi si mette in mostra non è luminoso. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Narra Jean de Joinville, uno dei primi storici francesi, compagno di san Luigi IX alla crociata, che un frate domenicano, inviato dal sovrano a trattare coi Saraceni, aveva trovato sulla strada una vecchietta di nome Caritea. Costei reggeva, uno per mano, due recipienti: nel primo c'erano braci infuocate, nel secondo acqua gelata. “Che cosa vuoi farne?”, le aveva domandato il frate; e la vecchietta aveva risposto che col fuoco intendeva bruciare il paradiso e con l'acqua spegnere le fiamme dell'inferno in modo che nessuno facesse il bene per la speranza di un premio o si astenesse dal male per paura del castigo, ma unicamente “per amore di Dio”.
Parola di Dio: Nm 13, 1-2. 25 - 14, 1. 26-29 / Sal 105 / Mt 15, 21-28
Vangelo Mt 15, 21-28
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". "E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore
“ANCHE I CAGNOLINI SI CIBANO DELLE BRICIOLE CHE CADONO DALLA TAVOLA DEI LORO PADRONI”. (Mt. 15,27)
Pochi personaggi del vangelo sono simpatici come questa donna: è una madre, non prega per sé, ha immaginazione, non si arrende ai silenzi o al rifiuto, intuisce sotto il no di Gesù l’impazienza di dire sì. Crede che Dio è più attento alla felicità dei suoi figli che non alla loro fedeltà. Questa è la grandezza della sua fede. Grande è sulla terra il numero delle madri che non sanno il credo, ma sperimentano il cuore di Dio. Grande è allora la fede sulla terra. “Signore, aiutami!”. A volte ciò che riceviamo può sembrare una briciola, ma le briciole di Dio sono grandi come il cuore di Dio. In questo momento presente di festa e di vacanze, di fame e di miseria, tante madri nel mondo implorano ancora briciole per i loro figli, stritolati dalla fame e dalla malattia. Il mondo domanda a noi, suoi discepoli: fate dei segni, dei piccolissimi segni, delle briciole di miracolo, per noi, i “cagnolini” della terra. Se faremo questo, allora capiremo il Regno, e come si possa abitare la terra, facendone una casa per tutti.
GIOVEDI’ 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.
Una scheggia di preghiera:
FA’ CHE ASCOLTIAMO, SIGNORE, LA TUA VOCE.
Hanno detto:
Conviene di più mettere il cuore nella preghiera senza trovare le parole che trovare le parole senza metterci il cuore. (Gandhi)
Saggezza popolare:
L'uomo superiore comprende ciò che è giusto. L'uomo inferiore comprende soltanto ciò che gli può tornar utile. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Durante l’ultima guerra, a Fossacesia, spesso fummo costretti dai bombardamenti a rifugiarci nelle grotte della valle; si sentiva tremare la terra, sembrava di morire là dentro. E così c’erano donne che dicevano: “Che cosa fa Dio?”. E guardavano me, perché ero vestito da prete. Un giorno dico: “Smettetela mo’ con ‘sta storia di che cosa fa Dio. Guardate fuori mo’! C’era un bel prato fiorito: continua a fare il suo mestiere. Lui fa i fiori e le piante, e le bombe le abbiamo fatte noi”.
Parola di Dio: Parola di Dio:Dn. 7,9-10.13-14; Sal. 96; Lc.9,28-36
Vangelo Lc 9, 28-36
In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per
Elia". Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura.
E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto;
ascoltatelo". Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Parola del Signore
“MAESTRO, E’ BELLO PER NOI STARE QUI”. (Lc. 9,33)
Nella nostra esperienza di fede capita anche a noi, talvolta, di passare per il Tabor. Sono momenti di luce, in cui sentiamo viva la vicinanza di Dio, una presenza consolante che infonde coraggio e ci dona la certezza di non esserci sbagliati, un ristoro per la nostra anima che avverte su di sé la bontà e la misericordia di Dio e si apre alla sua grazia, nella gioia e nella pace. Non di rado questo accade proprio quando ci troviamo a pochi passi dalla prova, come se il Signore volesse rendere più solida la nostra fede, più sicura la nostra speranza prima di affrontarla. La tentazione di quei tre fermarsi per sempre sulla montagna, lasciarsi invadere dalla luce del Cristo, è in fondo la tentazione di ogni credente: vivere la risurrezione, allontanando l’ora della passione e della morte, cercare una relazione con Dio che sia sempre nel segno della visione, della conferma, della beatitudine e della contemplazione. Ma non è questo che Gesù domanda ai suoi discepoli di ieri e di oggi. Sul Tabor si sale, ma anche si scende, e piuttosto alla svelta. Quello che qui è stato donato deve diventare un viatico prezioso nell’ora della tentazione e della prova. Perché è Gerusalemme il luogo del compimento, non il Tabor. E sono la croce e la risurrezione a essere decisive, non i momenti di luce e di gioia.
VENERDI’ 7 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, GESU’, PER LA TUA CROCE CHE SALVA.
Hanno detto: Il coraggio è la giusta metà tra la paura e l’audacia. (Aristotele)
Saggezza popolare: L’acqua non resta sulle montagne né la vendetta su un cuore grande. (Prov. Cinese)
Un aneddoto: Don Angelo Roncalli era ai suoi primi passi nel sacerdozio. Un giorno, per la celebrazione della Messa aveva ricevuto due lire. Quello stesso giorno fu chiamato ad amministrare il suo primo battesimo. Gli si presentarono alla porta una povera madre con un bimbo di pochi giorni tra le braccia, accompagnata dallo sposo. Dal viso di quei due erano evidenti i segni della più estrema povertà. Don Angelo battezzò il piccolo con tanto amore e quando la cerimonia finì, la madre arrossendo, disse: “Padre, siamo tanto poveri che non possiamo offrire neppure due uova”. Don Angelo avrà pensato in quel momento alla Madonna e alle due tortore offerte al tempio di Gerusalemme per la nascita di Gesù, ma questa madre era ancora più povera! Frugò nelle tasche, trovò le due lire ricevute la mattina e le pose nella mano della donna.
Parola di Dio: Dt 4, 32-40 / Sal 76 / Mt 16, 24-28
Vangelo Mt 16, 24-28
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno ". Parola del Signore
“SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO DI ME RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA”. (Mt. 16,24)
Già ieri dicevamo che per seguire Gesù non basta fermarsi sul Tabor e neanche andargli dietro per curiosità; oggi Gesù ci dice chiaramente che per seguirlo bisogna abbracciare la sua croce. La croce non piace a nessuno e tutti preferiremmo passare per strade meno scomode e più confacenti alla nostra sensibilità. Eppure, Gesù ha posto come condizione a chi decide di seguirlo proprio la croce, accettata con amore, presa assieme a lui e portata per la salvezza di tutti. E’ scomoda, è dura, e non è assolutamente attraente, eppure la croce possiede una forza particolare che trasforma il senso stesso del dolore. Quando impariamo a non subirla o a non recalcitrare di fronte ad essa, miracolosamente non siamo più noi a portare lei, ma è lei che ci porta verso Dio.
SABATO 8 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, CONVERTICI!
Hanno detto: Non cercate gli errori. Cercate i rimedi. (Henry Ford)
Saggezza popolare: "Il vincitore supremo è quello che vince l'avversario senza colpo ferire".(Prov. Cinese)
Un aneddoto: S. Domenico esortava spesso i fratelli, a voce e per lettera, a studiare sempre l’Antico e il Nuovo Testamento. Portava continuamente con sé il Vangelo di Matteo e le Lettere di S. Paolo e meditava così lungamente queste ultime da arrivare a saperle quasi a memoria. Un universitario, udendo predicare Padre Domenico ottimamente, gli domandò in che libri studiava... Rispose l’uomo santo: Figliolo, nel libro dell’Amore (= La Bibbia) più che in nessun altro libro ho studiato: questo libro insegna ogni cosa!
Parola di Dio: Dt 6, 4-13 / Sal 17 / Mt 17, 14-20
Vangelo Mt 17, 14-20
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: "Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell'acqua; l'ho gia portato dai tuoi discepoli, ma non hanno potuto guarirlo". E Gesù rispose: "O generazione incredula e perversa! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatemelo qui". E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito. Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: "Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?". Ed egli rispose: "Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile. Parola del Signore
“O GENERAZIONE INCREDULA E PERVERSA! FINO A QUANDO STARO’ CON VOI? FINO A QUANDO DOVRO’ SOPPORTARVI?”. (Mt. 17,17)
Quanta gente va dal Signore solo per chiedere grazie e miracoli! Non dico che questo non vada fatto; Gesù stesso ci ha insegnato a chiedere per ottenere e ci ha anche detto di chiedere con insistenza, ma Gesù stesso non può fare a meno di reprimere un gesto di sfogo davanti ai suoi contemporanei, mai contenti, sempre alla ricerca di facili miracoli e mai disposti alla fede e alla conversione. Spesso, con certi atteggiamenti, rischiamo di rendere Gesù, Maria e i santi, fenomeni da baraccone, mentre invece il Signore vorrebbe esaudirci ma cambiandoci, convertendoci.
DOMENICA 9 AGOSTO: 19^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.
Una scheggia di preghiera:
IL TUO PANE, O GESU’ E’ VIATICO PER IL NOSTRO CAMMINO.
Hanno detto: Una cosa non è in sé giusta perché è legge. Ma se è giusta deve diventare legge. (Montesquieu)
Saggezza popolare: Non è bello ciò che costa molto, ma costa molto ciò che è bello. (Prov. Ebraico)
Un aneddoto: E’ bello questo episodio che riguarda il beato card. Ferrari, arcivescovo di Milano. Stava salendo, in groppa al mulo, un tortuoso sentiero che portava a una parrocchia alla quale avrebbe fatto, il giorno seguente, la visita pastorale. Ad un certo punto s’imbatté in una vecchietta che procedeva, col dorso ricurvo, sotto il peso di una grossa fascina. La salutò così: «Buona sera, brava donna. Dove andate?». La donna rispose: “E’sera: vado a casa”. Alcuni anni dopo, il card. Ferrari era moribondo. Ai presenti andava ripetendo la frase di quella vecchietta: “E’ sera: vado a casa”.
Parola di Dio: 1 Re 19, 4-8 / Sal 33 / Ef 4, 30 - 5,2 / Gv 6, 41-51
1^ Lettura 1 Re 19, 4-8
Dal primo libro dei Re
In quel tempo, Elia si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri". Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: "Alzati e mangia!". Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi. Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: "Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino". Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb. Parola di Dio
“ORA BASTA, SIGNORE! PRENDI LA MIA VITA, PERCHE’ IO NON SONO MIGLIORE DEI MIEI PADRI”. (1 Re 19,4)
La parabola di Elia è quella di ogni cristiano. Quante volte lo scoraggiamento ci ha fatto dire: non ce la faccio più, non serve a niente essere buoni, non cambia nulla, non vale la pena di vivere il vangelo. Troppo lungo il cammino, troppo deserto, troppo dolore. Ma c’è un angelo, Dio interviene. Non toglie la fatica, porta un po’ di pane, un po’ d’acqua. Un quasi niente che a noi evoca castighi e invece si tratta degli alimenti più semplici e più necessari. Lo stile di Dio: egli interviene con la forza delle cose quotidiane, con l’umiltà e la povertà che hanno le cose essenziali, il pane, l’acqua, l’aria, la luce, un amico. Che però risvegliano tutte le energie creatrici dell’uomo, la sua dignità e la sua libertà. Che cosa sarà mai quel pezzetto di pane che mangiamo la domenica? Un nulla! Ma se vuoi è il tutto.
LUNEDI’ 10 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo;Sant’Ugo di Montaigu.
Una scheggia di preghiera:
CON TE, GESU’, DIVENTO CAPACE D’AMORE.
Hanno detto: Il pregiudizio è figlio dell’ignoranza. (William Hazlitt)
Saggezza popolare: La tristezza chiude le porte del cielo, la preghiera le apre, la gioia le abbatte. (Prov. Ebraico)
Un aneddoto: Mi disse una volta un parroco: ho assistito nei suoi ultimi momenti un buon padre di famiglia. Ancora giovane era stato colpito dalla tubercolosi e dopo mesi di sanatorio era stato mandato a casa perché non c’era nulla da fare. L’andai a trovare e mi chiese la comunione e l’olio santo. Mentre amministravo quest’ultimo sacramento lui incoraggiava la moglie e l’unica figlia inginocchiate al suo letto dicendo: “Non dovete piangere, vado a star bene in paradiso e vi ricorderò”. Mi diceva quel parroco dell’enorme impressione provata e che in cuor suo aveva pregato: “Signore quando sarà la mia ora fa’ che io muoia con la fede di questo mio parrocchiano”.
Parola di Dio nella festa di San Lorenzo: 2Cor. 9,6-10; Sal 111; Gv. 12,24-26
Vangelo Gv 12, 24-26
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà". Parola del Signore
“SE UNO MI VUOL SEGUIRE, MI SEGUA”. (Gv. 12,26)
Offrire la vita per una giusta causa è tra gli uomini una cosa degna, encomiabile, ma ha un valore ancora più grande donare la propria vita per Gesù, uniformando la nostra morte alla sua morte. San Lorenzo visse l’esperienza del martirio riconoscendo davanti ai suoi accusatori che gli unici tesori della Chiesa sono i poveri. Gesù ci invita a non temere chi può uccidere il corpo: più importante della stessa vita è la fedeltà al suo amore. Di fronte a questo amore sgorga la forza e il coraggio di sostenere le pene più aspre. Solo allora la nostra notte non conoscerà tenebre e tutto verrà inondato di luce, perché chi crede nel Figlio di Dio vive per sempre nell’amore, e l’amore non può morire: se lo fa, è solo per tre giorni, ma poi risorge per sempre.
MARTEDI’ 11 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara;San Rufino; Sant’Equizio.
Una scheggia di preghiera:
TU, O BUON PASTORE, MI CONOSCI E MI CHIAMI PER NOME.
Hanno detto: E’ più facile disgregare un atomo che un pregiudizio. (Albert Einstein)
Saggezza popolare: Non gettare terra nel pozzo in cui hai bevuto. (Prov. ebraico)
Un aneddoto: Era un giorno pieno di sole. Le monachelle di S. Chiara in Assisi se ne stavano all’ombra delle stanze, occupate come sempre a pregare e a lavorare. All’improvviso scoppiò un tumulto di voci e di botte alla porta del convento. Era arrivata una masnada di armati, volevano prendere le monache e la loro povera roba. La porta, per fortuna, resistette, ma tutte tremavano di paura. S. Chiara andò in chiesa, levò l’Eucaristia dal tabernacolo e tenendo bene in alto l’ostensorio si affacciò alla grande finestra che dava sulla piazza di fuori. La piazza rigurgitava di soldatacci e delle loro lance e spade sguainate. Chiara alzò l’ostensorio come forza benedicente di Dio. A quel gesto si quietarono le voci, come il mare quando cala il vento. Gli armati indietreggiarono e poi precipitosamente fuggirono. La signoria di Cristo aveva riportato pace e sicurezza.
Parola di Dio: Dt 31, 1-8 / Salmo Dt 32, 3-4a. 7-9. 12 / Mt 18, 1-5. 10. 12-14
Vangelo Mt 18,1-5.10.12-14
Dal vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli ". Parola del Signore
“SE UN UOMO HA CENTO PECORE E NE SMARRISCE UNA…”. (Mt.18,12)
Gesù ci ha detto che sono i piccoli ad entrare nel Regno dei cieli ed ora continua su questa linea donandoci una delle rivelazioni più belle della “Buona notizia”: Dio si prende cura anche del più piccolo degli esseri umani, Dio non si rassegna a perdere nessuno dei suoi figli, ma costantemente lo cerca. Gesù è venuto e viene sulla terra per ciascuno di noi. Chi è quel pastore così folle da lasciare novantanove pecore da sole per andare a cercarne una sola? Basandosi soltanto sulla matematica e sugli interessi, una sola pecora che si perde, di fronte all’intero gregge, è solo un incidente inevitabile che non nuoce più di tanto all’economia del pastore. Ma Gesù è un pastore particolare: a Lui interessa ogni singola pecora in quanto esse sono persone amate, non soltanto un numero. Ciascuno di noi è personalmente nel cuore di Dio. Lui anche oggi si preoccupa di me, della mia gioia, della mia salvezza.
MERCOLEDI’ 12 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.
Una scheggia di preghiera:
INSEGNAMI AD USARE CON I FRATELLI LA TUA MISERICORDIA, O SIGNORE.
Hanno detto: Il perfetto valore è di fare senza testimoni ciò che si sarebbe capace di fare davanti a tutti. (La Rochefoucauld)
Saggezza popolare: Non si sa di dove esce il fumo, non si conosce come si sviluppi un bambino. Come si potrebbero comprendere i misteri di Dio. (Prov. Etiopico)
Un aneddoto: Anni fa, nella clinica Columbus dove vado a celebrare la S. Messa, mi chiama un signore di 83 anni. Deve subire una grave operazione e vuole confessarsi. Mi dice che non s’è confessato da settant’anni ed è sempre vissuto lontano dalla pratica religiosa. Gli chiedo come mai adesso vuole il perdono di Dio. “Vede, mi dice, io ho avuto una mamma molto religiosa e quando da giovane abbandonai la fede, la mamma mi diceva spesso: “Da vecchio ti pentirai”. Quella frase mi è sempre rimasta in testa. Adesso capisco che la mamma aveva ragione. Eccomi qui pentito e disposto a confessarmi”. Il buon seme, cari amici, in un modo o nell’altro porta sempre frutto. - (P. GHEDDO)
Parola di Dio: Dt 34, 1-12 / Sal 65 / Mt 18, 15-20
Vangelo Mt 18, 15-20
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo. In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Parola del Signore
“SE IL TUO FRATELLO COMMETTE UNA COLPA, VA E AMMONISCILO TRA TE E LUI SOLO; SE TI ASCOLTERA’, AVRAI GUADAGNATO TUO FRATELLO…”. (Mt. 18, 15)
Quando il Signore parla, sa di avere a che fare con persone concerete che hanno la loro indole, i loro pregi e anche i loro difetti. Non è possibile avere una comunità, compresa la Chiesa, nella quale non vi siano contrasti e tensioni. Quello che è importante, invece, è il modo in cui esse si risolvono. Gesù consiglia anzitutto di chiamare in disparte la persona che riteniamo che abbia sbagliato. Questo passaggio noi spesso lo saltiamo volentieri, perché preferiamo sbandierare gli errori degli altri sempre a terze persone mai agli interessati. La correzione non può mai essere una inconscia vendetta o un mascherare un istinto di superiorità. Deve stare a cuore unicamente il bene del fratello. Perciò in essa deve esserci sempre verità e carità insieme, il peccato va denunciato, condannato ma il peccatore va capito, accolto, perdonato, protetto, amato.
GIOVEDI’ 13 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito;San Landolfo; San Benildo.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, LIBERA IL MIO CUORE DALL’IRA E DAI RANCORI.
Hanno detto: Per i vanitosi gli altri uomini sono degli ammiratori. (Antoine di Santo-Exupéry)
Saggezza popolare: Le vecchie ciabatte son quelle che durano di più. (Prov. Francese)
Un aneddoto: Un uomo si recò da Buddha con in mano un’offerta floreale.
Buddha alzò lo sguardo verso di lui e disse: “Mettilo giù!”
Egli non riusciva a credere che gli fosse stato chiesto di posare i fiori, ma poi pensò che molto probabilmente l’invito si riferiva ai fiori che teneva nella mano sinistra poiché offrire qualche cosa con la sinistra era considerato maleducato e di cattivo auspicio. Così lasciò andare i fiori che aveva nella mano destra. Ma Buddha disse ancora: “Mettilo giù!” Questa volta egli posò tutti i fiori e restò a mani vuote di fronte a Buddha, il quale ripeté ancora con un sorriso: “Mettilo giù!” L’uomo, assai perplesso, domandò: “Che cos’è che devo mettere giù?” “Non i fiori, figlio mio, ma chi li ha portati”, fu la risposta di Buddha.
Parola di Dio: Gs 3, 7-10a. 11. 13-17 / Sal 113A / Mt 18, 21 - 19, 1
Vangelo Mt 18, 21 - 19, 1
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello". Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore
“SIGNORE, FINO A QUANTE VOLTE DOVRO’ PERDONARE A MIO FRATELLO?”. (Mt. 18,21)
Pietro non mette in dubbio che bisogna perdonare; ma è un uomo del suo tempo. Allora, i rabbini insegnavano che il giusto perdona tre volte. Proponendo sette volte, pensava certamente d’essere molto generoso. Gesù taglia corto: occorre perdonare settanta volte sette, vale a dire sempre. Vedete, noi generalmente siamo in grado di comprendere il valore del perdono che Dio ci dà ogni volta che con cuore contrito andiamo da Lui; molto più difficile è invece capire il valore del perdono che noi diamo agli altri. Quando non perdoniamo, non permettiamo a Dio di servirsi di noi per donare la sua grazia e il suo perdono ai fratelli. Non abbiamo mai pensato che donando il nostro perdono noi permettiamo a Dio di spandere la sua grazia in tutte quelle situazioni e persone che sono lontane da essa? Dunque la nostra responsabilità nel perdonare è davvero grande. Non si perdona solo perché c’è un comandamento o solo per dimostrare la nostra magnanimità. Il perdono dato agli altri non è solo nostro: non permettiamo che i nostri risentimenti o le nostre rabbie blocchino il piano d’amore che Dio ha per noi e per i nostri fratelli e che realizza attraverso il perdono dato e ricevuto.
VENERDI’ 14 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe; San Callisto, vescovo di Todi.
Una scheggia di preghiera:
DONA SIGNORE CORAGGIO, PACE E UNITA’ ALLE NOSTRA FAMIGLIE.
Hanno detto: Nel servizio della verità, è più importante cercarla dell'avere trovata. (André Siegfried)
Saggezza popolare:
C’è una porta da cui può entrare la buona o la mala fortuna; ma di quella porta tenete voi la chiave. (Prov. Giapponese)
Un aneddoto: Tre saggi decisero di intraprendere un viaggio poiché, anche se nel loro paese erano considerati sapienti, erano abbastanza umili da sperare che viaggiare avrebbe aperto le loro menti. Avevano appena attraversato il confine di un paese limitrofo, quando videro da lontano un grattacielo. Si chiesero che cosa mai potesse essere un oggetto tanto enorme. La soluzione più ovvia sarebbe stata quella di andare a vedere di persona, ma ciò avrebbe potuto essere pericoloso: se fosse scoppiato appena si fossero avvicinati? In ogni caso era più saggio stabilire prima di che cosa si trattava. Furono avanzate, esaminate e confutate, in base all’esperienza passata di ognuno di essi, numerose teorie. Alla fine fu stabilito, sempre sulla scorta delle loro conoscenze precedenti che erano assai vaste, che l’oggetto in questione, qualsiasi cosa rappresentasse, poteva essere stato collocato lì se non da un gigante. Da tutto ciò trassero la conclusione che sarebbe stato più prudente stare alla larga da quel paese.
Così ritornarono in patria con un elemento nuovo da aggiungere al loro corredo di esperienze
Parola di Dio: Gs 24, 1-13 / Sal 135 / Mt 19, 3-12
Vangelo Mt 19, 3-12
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: "E' lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?". Ed egli rispose: "Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi". Gli obiettarono: "Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?". Rispose loro Gesù: "Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio". Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca ". Parola del Signore
“E’ LECITO AD UN UOMO RIPUDIARE LA PROPRIA MOGLIE PER QUALSIASI MOTIVO?”. (Mt. 19,3)
Morale permissiva o morale restrittiva? Anche oggi molti come quel fariseo che pose la domanda a Gesù, vorrebbero avere ad ogni quesito morale indicazioni precise di comportamento, norme e regole per i trasgressori; Gesù non si ferma a queste discussioni giuridiche e neppure dà un giudizio morale su questa o quella situazione. Afferma un principio che deriva dall’ordine della creazione e quindi da Dio stesso. Il matrimonio è voluto da Dio, è un valore divino e umano da costruire e da salvaguardare al dì là di ogni altra cosa. Ma, e tutti quei casi di difficoltà reali, non risolvibili? Il fatto che ci siano difficoltà e anche, in certi casi soluzioni diverse da affrontare con molto rispetto e con tanta solidarietà umana non toglie che la meta umana e di fede del matrimonio consista nel salvaguardare l’unità e l’indissolubilità. Certo, anche qui gioca la fede nel valore umano di un amore continuamente ricercato e nella fiducia che la grazia di Dio accompagna il sacramento del matrimonio per tutta la vita.
SABATO 15 AGOSTO: ASSUNZIONE AL CIELO DELLA BEATA VERGINE MARIA
Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.
Una scheggia di preghiera:
GRAZIE, O DIO, PER IL DONO PREZIOSO DEL CORPO.
Hanno detto: Buttatevi in Dio, buttatevi in Dio, e sappiate che se vorrà qualche cosa da voi, vi farà buoni in tutto quello in cui vorrà adoperarvi. (San Filippo Neri)
Saggezza popolare: Non dire: è impossibile. Di': non l'ho ancora fatto. (Prov. Giapponese)
Parola di Dio: Ap.11,19; 12,1-6.10; Sal. 44; 1Cor. 15,15-26; Lc. 1,39-56
Vangelo (Lc 1,39-56)
+ Dal Vangelo secondo
Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una
città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra
le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del
mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il
bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le
generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per
quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i
superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha
innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a
mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore
“D’ORA IN POI TUTTE LE GENERAZIONI MI CHIAMERANNO BEATA”. (Lc. 1,48)
Oggi festeggino il corpo di una Donna, la madre di Gesù che è stato portato in cielo e che è destinato all’eternità. Dio ci ha dato la vita, dono meraviglioso, ed essa è legata ad un corpo che con noi è cresciuto, che ci ha fatto soffrire e gioire; questo corpo, macchina meravigliosa, bello o meno bello che esso sia, ci accompagnerà fino alla fine dei nostri giorni; ma poi? La terra ritorna alla terra, tutto finisce in cenere? No, per noi cristiani sia Gesù, il Figlio di Dio, è vivo e con il suo corpo è tornato al Padre, sia la mamma di Gesù, primizia delle creature, è stata portata a Dio nell’eternità con il suo corpo. Maria diventa dunque la vera icona della nostra umanità. Dio l’ha amata, ha pensato a lei da tutta l’eternità, l’ha chiamata, l’ha scelta. Lei è vissuta come tutti noi in mezzo alle gioie e alle prove, Lei ha avuto fede e nella sua vita ci sono stati pure momenti di buio nei quali doveva conservare nel cuore le cose che non comprendeva completamente, è passata attraverso il dolore della morte in croce di suo Figlio ed ha gioito pienamente della sua risurrezione, ha assistito gli apostoli ed ha partecipato alle vicissitudini dei primi cristiani e Dio ha voluto portarla con sé nella gioia eterna anche col suo corpo, quel corpo che ha generato l’umanità di suo Figlio, per essere l’anticipo e figura della nostra chiamata all’eternità anche con il nostro corpo.
DOMENICA 16 AGOSTO: 20^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria;San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.
Una scheggia di preghiera:
IL MIO CUORE NON HA PACE FINCHE' NON DIMORA IN TE, SIGNORE.
Hanno detto: L'essenziale non è vivere ma vivere bene. (Platone)
Saggezza popolare: Una parola cortese riscalda tre stagioni fredde. (Prov. Giapponese)
Un aneddoto: Prima di visitare un celebre santuario, un guru macilento entrò da un barbiere che stava rasando un uomo pingue e fondo. Immediatamente il barbiere trascurò il cliente che stava servendo e, con cura e deferenza, servi il guru di tutto punto. Poi gli diede alcune monete e si raccomandò alle sue preghiere. Il guru decise in cuor suo che avrebbe ripagato il barbiere con la totalità delle elemosine che avrebbe raccolto durante la giornata. Passarono alcune ore ed uno sconosciuto avvicinò il guru dandogli un sacchetto di monete d’oro. Il guru corse subito dal barbiere tendendogli il gruzzolo d’oro. Ma questi gli disse offeso: Non ti vergogni, proprio tu che dovresti esser santo, di pagare un lavoro che ho fatto per amor di Dio? (Tradizione derviscia)
Parola di Dio: Pr 9, 1-6 / Sal 33 / Ef 5, 15-20 / Gv 6, 51-58
Vangelo Gv 6, 51-58
Dal vangelo secondo Giovanni. In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo". Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: "Come può costui darci la sua carne da mangiare?". Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno". Parola del Signore
CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE DIMORA IN ME E IO IN LUI”. (Gv .6,56)
Noi spesso pensiamo che la Messa ci dia qualcosa di buono, di santo, la Messa invece fa essere, fa essere Cristo risorto. Questo dimorare in lui e lui in noi ci fa diventare lui e ci spinge di giorno in giorno verso la vita eterna. Che non è un’altra vita, ma questa nostra vita che diventa altra. Il paradiso non è un luogo tra le stelle. È vivere per sempre in Dio. Affinché questo avvenga, non basta che il Risorto entri in noi, è necessario che noi dimoriamo in lui, cioè che viviamo come lui è vissuto: una vita vera, buona, bella, fedele al Padre e ai fratelli. La messa non è una bacchetta magica che ci trasforma da ranocchi in principi. é un dono che agisce se viene accolto e trafficato. Il pane vivo ci porta verso la risurrezione se viviamo da risorti: da uomini saggi, secondo la volontà di Dio. Non è facile capire le parole di Gesù. Ci aiuta Maria, una creatura come noi. È stata assunta in cielo perché Gesù ha dimorato in lei e lei in lui. E’ la nostra speranza. Anche noi sbocceremo alla vita eterna, se, come lei, crediamo nell’adempimento delle parole del Signore, anche quando, come per lei sotto la croce, la nostra esperienza sembra dimostrarci il contrario.
LUNEDI’ 17 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.
Una scheggia di preghiera:
APRI I NOSTRI OCCHI SULLE NECESSITA’ DEI FRATELLI, O SIGNORE.
Hanno detto: Chi trascura di educare il proprio figlio all'amicizia, lo perderà non appena avrà finito di essere bambino. (Charles Péguy)
Saggezza popolare: La paura di non essere all'altezza ci fa salire di un gradino. (Prov. Giapponese)
Un aneddoto: In una scuola di catechismo per ragazzi di quarta elementare, l’insegnante, un giorno, spiegava l’episodio del tradimento di Giuda e di quello di Pietro. Tutti i bambini commentavano: “Giuda è cattivo, perché si è impiccato”. Quand’ecco, uno di loro si alza e grida: “Anch’io mi sarei impiccato”. Gli altri lo redarguiscono: “Fare questo è peccato”. E lui: “Sì, anch’io mi sarei impiccato, ma al collo di Gesù. E allora soltanto lo avrei lasciato, quando lui mi avesse perdonato”.
Parola di Dio: Gdc 2, 11-19 / Sal 105 / Mt 19, 16-22
Vangelo Mt 19, 16-22
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. E se vuoi entrare nella vita, eterna osserva i comandamenti". Ed egli chiese:"Quali?". Gesù rispose:"Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Parola del Signore
“VA’ VENDI QUELLO CHE POSSIEDI, DALLO AI POVERI… POI VIENI E SEGUIMI”. (Mt. 19,21)
Che strano! Gesù lo si può seguire solo in povertà, solo dopo aver venduto tutto e aver dato il ricavato ai poveri. Perché? Non è, forse, Dio la ricchezza infinita? Sì; ma è anche la povertà infinita. La povertà non è la miseria. E’ il dono di tutto se stesso per amore. E’ il mettere in comune quanto ognuno possiede. Questa è una conseguenza dell’amore. Se due si amano, si sposano. Che significa ciò? Che mettono tutto in comune: se stessi e le loro cose. Ma, per seguire Gesù, non basta metter in comune, con Lui, noi stessi e le nostre cose? No, perché i poveri sono una cosa sola con Gesù. Amare Gesù è amare i poveri, ogni figlio di Dio. Gesù, per essi - e cioè per ognuno di noi - si è spogliato di tutto, anche della sua divinità. Ha chiesto al Padre che ci amasse come ha amato Lui. Gli ha chiesto che ci vuole là dov’è Lui, con la sua stessa gloria. Ha dato tutto. Ha fatto - di sé e di tutti noi - un solo corpo: e, allora, è chiaro che condividere con Gesù - in maniera sponsale - tutti i nostri averi, è condividerli con i poveri. Questa è la perfezione e cioè il culmine dell’amore. Evidentemente tutto ciò va fatto per amore di Dio e seguendo Gesù. Ecco un episodio illuminante della vita di San Francesco: Una volta incontrò un povero. Francesco, a causa della malattia, aveva indosso sopra l’abito un mantello. Mirando con occhi misericordiosi la miseria di quell’uomo, disse al compagno: 'Bisogna che restituiamo il mantello a questo povero: perché è suo. Difatti, noi l’abbiamo ricevuto in prestito, fino a quando ci sarebbe capitato di trovare qualcuno più povero di noi”. Il compagno però, considerando lo stato in cui il padre pietoso si trovava, oppose un netto rifiuto: egli non aveva il diritto di dimenticare se stesso per provvedere all’altro. Ma il Santo: ‘Ritengo che il Grande Elemosiniere mi accuserà di furto, se non darò quel che porto addosso a chi è più bisognoso’.
MARTEDI’ 18 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.
Una scheggia di preghiera:
TU, O SIGNORE, SEI PIU’ GRANDE DI OGNI COSA.
Hanno detto: Gli amici non vivono semplicemente in armonia, come alcuni dicono, ma in melodia. (David Henry Thoreau)
Saggezza popolare: Gocce di pazienza fanno forte l'uomo. (Prov. Giapponese)
Un aneddoto: Un brigante del deserto venne un giorno a morire davanti alle porte del monastero di Scete. “Dio mi perdonerà”, disse al fratello che era subito accorso. “Perché ne sei sicuro”, chiese questi. “Perché è il suo mestiere”
Parola di Dio: Gdc 6, 11-24a / Sal 84 / Mt 19, 23-30
Vangelo Mt 19, 23-30
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile". Allora Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi ". Parola del Signore
“E’ PIU’ FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 19,24)
Ma, la ricchezza, il benessere sono proprio così brutti e sempre negativi, se il Vangelo è così drastico nei loro confronti ed esalta la povertà? Eppure sappiamo che la povertà può generare ribellione, fame, disperazione.., e sappiamo anche che un certo benessere può generare serenità di vita, generosità. Il Vangelo non vuol far altro che riproporci valori e aiutarci a conseguirli attraverso la fede perché noi siamo felici e allora ci ricorda i rischi del ricco. La ricchezza e il benessere rischiano di diventare un idolo che ci impedisce la strada di Dio. Quando il denaro e le cose diventano il fine della vita, io non vedo più Dio, la sua provvidenza; al denaro comincio ad immolare il mio tempo, le preoccupazioni, le persone e ne va di mezzo anche la mia serenità. E non pecchiamo di presunzione ingannandoci e dicendo: “Ma io so gestire bene le mie cose”, il rischio e la tentazione ci sono sempre!
MERCOLEDI’ 19 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.
Una scheggia di preghiera:
IL SIGNORE E’ IL MIO PASTORE, NON MANCO DI NULLA.
Hanno detto: E’ così dolce essere amati, che ci contentiamo anche dell'apparenza. (Adolphe d'Houdetot)
Saggezza popolare: La polvere può diventare una montagna. (Prov. Giapponese)
Un aneddoto: Una vergine digiunava sei giorni la settimana e aveva imparato a memoria l’Antico e il Nuovo Testamento. Il suo padre spirituale le domandò: “Sei capace di preferire gli estranei ai parenti, e di perdonare chi ti ha offeso?” Lei rispose negativamente. Il padre sentenziò: “Il digiuno e la Bibbia non ti servono a nulla; hai solo ingannato te stessa”.
Parola di Dio: Gdc 9, 6-15 / Sal 20 / Mt 20, 1-16a
Vangelo Mt 20, 1-16
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e da loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi". Parola del Signore
“MORMORARONO CONTRO IL PADRONE DICENDO: QUESTI ULTIMI HANNO LAVORATO UN’ORA SOLTANTO E LI HAI TRATTATI COME NOI CHE ABBIAMO SOPPORTATO IL PESO DELLA GIORNATA E IL CALDO”. (Mt.20,11-12)
Tutta la “morale” della parabola è nell’ordine inverso della paga.
La paga è la valutazione del lavoro in termini di denaro; ebbene, la parabola vuol dire che Dio ha un modo diverso di ragionare e di valutare.
Noi siamo dentro una società di conti e di bilanci e la mentalità del contratto ha conquistato ogni dimensione dell’uomo e questa mentalità è addirittura arrivata a contaminare i rapporti dell’uomo con Dio. Spesso crediamo di essere noi i costruttori della nostra salvezza attraverso l’osservanza di alcune norme, Dio, per qualcuno è diventato una specie di datore di lavoro o di controllore che alla fine pesa, paga e tutto è a posto. Ma Dio non è così, Dio non è riducibile ai nostri schemi e “i suoi pensieri sono diversi dai nostri pensieri”. Dio agisce secondo i criteri della gratuità: Egli non è tanto Colui che paga secondo il guadagno ma Colui che dona al di sopra e al di fuori di ogni contratto. La gratuità non rinnega la sua giustizia, ma imprevedibilmente la supera. Come è bello, invece che essere calcolatori nei confronti di Dio, non aspettarsi niente come dovuto ma passare da una meraviglia all’altra nello scoprire la sua misericordia e la sua grandezza! Potergli dire: “mi fido di te perché non hai mai deluso nessuno!”.
GIOVEDI’ 20 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.
Una scheggia di preghiera:
STARE CON TE, SIGNORE, E’ PER NOI FESTA.
Hanno detto: Quando l'anima sta rassegnata nelle mani di Dio, e si contenta del divino beneplacito, sta in buone mani, ed è molto sicura che le abbia ad intervenire bene. (San Filippo Neri)
Saggezza popolare: Un minuto di pazienza, dieci anni di pace. (Prov. Greco)
Un aneddoto: S. Bernardo era sempre intento o a pregare o a leggere o a scrivere o a meditare o a predicare. Un giorno andava a cavallo in compagnia di un contadino. Bernardo, asceta stupendo, si lamentava delle distrazioni che purtroppo aveva durante la preghiera; il contadino invece affermava, con poca umiltà e sincerità, di saper pregare senza distrazioni. Bernardo allora, bonariamente, gli disse: Ti voglio mettere alla prova, per vedere se è vero quel che tu dici. Ti lascio per un momento solo. Tu reciterai con la massima attenzione un ‘Padre nostro’. Se riuscirai a dirlo senza alcuna distrazione, ti regalerò questo cavallo. Però tu devi essere sincero. Il contadino accettò, tutto contento, la prova e promise sincerità: gli pareva d’essere già padrone del cavallo! Si mise quindi in disparte e iniziò il ‘Padre nostro’. Non era ancora giunto a metà, che un pensiero gli si affacciò alla mente: Bernardo, dandogli il cavallo gli avrebbe dato anche la sella? Tornò allora dal santo e, confessando la sua distrazione, imparò ad essere meno presuntuoso.
Parola di Dio: Gdc 11, 29-39a / Sal 39 / Mt 22, 1-14
Vangelo Mt 22, 1-14
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlar in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti ". Parola del Signore
“EGLI MANDÒ’ I SUOI SERVI A CHIAMARE GLI INVITATI ALLE NOZZE, MA QUESTI NON VOLLERO VENIRE”. (Mt. 22,3)
Questa parabola sembra un assurdo. Il re non chiede di pagare tasse, di andare a lavorare, chiede di partecipare gratuitamente, anche a mani vuote, ad una festa di nozze ma gli invitati accampano scuse, non vogliono andarci. Assurdo!? Ma non è ancora così? Dio ci dà la sua Parola ma noi abbiamo le parole dei politici, dei sociologi, delle mode, della TV e per la Parola di Dio non c’è spazio. Gesù offre se stesso nell’Eucaristia, si fa parte per la nostra fame, ci fa festa convocandoci al banchetto domenicale e noi decliniamo l’invito perché siamo stanchi, abbiamo il wee-kend, dobbiamo andare “fuori porta”. Gesù è perfino pronto a perdonare i. nostri peccati gratuitamente e noi preferiamo andare a pagare uno psicologo, a raccontargli i nostri sensi di colpa, per far “emergere l’ego”. Penso alla delusione di Dio: “Ti ho preparato una festa e tu non hai voluto gioire”.
VENERDI’ 21 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Pio X;San Baldovino di Rieti.
Una scheggia di preghiera:
GESU’ INSEGNACI AD AMARE COME HAI AMATO TU.
Hanno detto: Gli errori diventano sempre grandi dove l'amore è piccolo. (Charles Spurgeon)
Saggezza popolare: La vita è un dono di Dio, ma una vita felice è frutto di saggezza. (Prov. Greco)
Un aneddoto: S. Alfonso de Liguori fu buttato fuori dalla congregazione da lui fondata, quella dei redentoristi, mentre san Giuseppe Calasanzio fu deposto dalla carica di superiore generale degli scolopi proprio dai suoi confratelli più intimi. La stessa cosa capitò a Anna Michelotti, l’apostola degli ammalati poveri, la quale venne deposta dal suo ufficio di madre generale per macchinazioni interessate di un cappellano. E Antonio Rosmini non venne calunniato mentre difendeva la Chiesa? Anche don Bosco dovette soffrire, non poco, proprio a causa di quelle persone che egli stesso aveva aiutato ad ascendere ad alte cariche di responsabilità. Sono cose che capitano in questo mondo e che non devono minimamente avvilirci, giacché è proprio nella lotta e nel contrasto che si forma ed emerge l’eroe, il santo.
Parola di Dio: Rt 1, 1. 3-6. 14b-16. 22 / Sal 145 / Mt 22, 34-40
Vangelo Mt 22, 34-40
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti ". Parola del Signore
“UN DOTTORE DELLA LEGGE LO INTERROGO’ PER METTERLO ALLA PROVA: “MAESTRO, QUAL E’ IL PIU’ GRANDE COMANDAMENTO DELLA LEGGE?”. (Mt. 22,35-36)
Anche davanti alla non sincerità di chi lo interroga Gesù mantiene la serenità e risponde con calma e con amore. Non c’è astio in lui, non ci sono le frecciate che usano i nostri politici contro i loro oppositori. Gesù istruisce anche i suoi oppositori. Risponde con verità. E’ questo un tratto caratteristico di come sappia amare. Questa sua arte di amare anche i nemici apparirà, nel suo culmine, nella sua passione e morte. Egli dà la vita per loro e prega il Padre di perdonarli perché non sanno quello che fanno. Nella risposta di Gesù c’è, alla radice, tutta la rivoluzione da lui portata. Gesù non mette l’uomo sopra Dio. Espone chiaramente che il primo comandamento è: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima, e con tutta la tua mente”. Dio è tutto, noi siamo nulla. Ciò affermato, ecco il colpo d’ala: pone l’uomo sul piano di Dio. Gli han chiesto qual è ‘il più grande comandamento della legge’, e lui non si ferma qui. Dà anche il secondo e lo dichiara simile al primo: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Perché simile? Forse perché parla dell’amore? Sì; ma anche perché per Gesù non è possibile amare Dio senza amare il prossimo. “Mi ami tu più di tutti?”, chiede a Pietro. Allora “pasci i miei agnelli” e cioè prenditi cura dei miei. “Perché mi perseguiti?”, chiede a Paolo che imprigiona i cristiani. “Chi accoglie voi accoglie me…”; “Ogni qualvolta avrete fatto ciò ad uno dei minimi… l’avete fatto a me”. “Vedi tuo fratello, - diranno i primi cristiani - “vedi Dio”. Dunque, questi due comandi sull’amore di Dio e del prossimo sono simili. Qui c’è tutta la legge i profeti. Basta far questo per salvarsi. Tutti gli altri comandamenti sono compresi in esso.
SABATO 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA
Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.
Una scheggia di preghiera:
PARLA, O SIGNORE, PERCHE’ IL TUO SERVO TI ASCOLTA
Hanno detto: In materia d'amore tutti sappiamo scrivere, ma nessuno sa leggere. (Dino Segre)
Saggezza popolare: Se il lavoro fosse una cosa bella, i ricchi se ne sarebbero già impossessati.(Prov. Haitiano)
Un aneddoto: Un vecchio prete malato di Genova (a cui davo una mano quando ero seminarista e che ormai si è ritirato dalla Parrocchia) una volta mi ha detto questo: “Una persona oggi mi ha dato cinquantamila lire Sai cosa mi ha detto quella persona?” “Reverendo, ce l’ha ancora quei poveri trai i piedi?” E io gli ho risposto: “lo i poveri non li ho mai avuti tra i piedi, li ho sempre avuti nel cuore... Se lo ricordi!”
Parola di Dio: Is 9, 1-6 / Sal 112 / Lc 1, 39-47
Vangelo Lc 1, 39-47
Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore". Parola del Signore
“ENTRATA NELLA CASA DI ZACCARIA (MARIA) SALUTO’ ELISABETTA” (Lc. 1,40)
Un racconto, quello della visita di Maria a Santa Elisabetta, che non ha nulla di tanto straordinario: due parenti che si incontrano una giovanissima, l’altra più anziana, entrambe incinte. Eppure interiormente le due donne vivono quel momento come un’autentica rivelazione della presenza e della Grazia di Dio che in loro si compie. Elisabetta, riconoscente di questa sua maternità ormai insperata riconosce che quanto sta avvenendo in Maria è opera dell’Altissimo e che quella semplice fanciulla che ha davanti è la Madre di Dio. Maria da suo canto riceve la conferma di quanto l’angelo le aveva detto: “Nulla è impossibile a Dio” e si riconosce parte di quell’immenso popolo silenzioso dei poveri di Dio. E anche due persone che ancora non parlano si riconoscono e gioiscono a vicenda: Gesù riconosce e benedice il suo precursore e Giovanni anticipa l’incontro con Gesù sulle rive del Giordano e adora il suo Signore e il Messia atteso. I Grandi misteri si compiono nell’umiltà e nel silenzio. Noi cerchiamo Dio nelle sue manifestazioni di potenza, invochiamo fulmini e miracoli, Dio parla e compie le sue opere nell’umiltà e nel silenzio dei cuori. Oggi Dio non ha qualcosa da dirmi e da darmi, solo che sappia accoglierlo in silenzio e con umiltà?
DOMENICA 23 AGOSTO: 21^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima;San Filippo Benizi.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU SOLO HAI PAROLE DI VITA ETERNA.
Hanno detto: L'amore è l'unica forza in grado di trasformare un nemico in un amico. (Martin Luther King)
Saggezza popolare: L’asino suda, così il cavallo può essere decorato. (Prov. Haitiano)
Un aneddoto: A Giorgio La Pira, quando diventò deputato al Parlamento, gli amici regalarono i quattro volumi della Liturgia delle Ore. Nelle pause tra una seduta e l’altra si aggirava per i corridoi di Montecitorio e recitava con devozione le varie ore, rammaricandosi solo che non ci fosse una cappella con il Santissimo Sacramento. A chi gli domandava perché si comportasse in quel modo, andava ripetendo che “si riscaldava il cuore reso gelido dai venti di tanti problemi e preoccupazioni”. Sindaco di Firenze, impegnava alcune ore della notte a pregare e ad adorare l’eucaristia. Per questo era così attivo, sorridente, disponibile al punto da attirare l’ammirazione incondizionata di tutti, credenti e non credenti.
Parola di Dio: Gs 24, 1-2a.15-17.18b / Sal 33 / Ef 5, 21-32 / Gv 6, 60-69
Vangelo Gv 6, 60-69
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?". Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? E' lo Spirito che da la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio". Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". Parola del Signore
“DISSE ALLORA GESU’ AI DODICI: FORSE ANCHE VOI VOLETE ANDARVENE?” (Gv. 6,67)
Non è l’opinione della maggioranza che rende una cosa vera. Dio è verità assoluta, anche se è stato ed è rifiutato da molti. “Volete andarvene anche voi?”. Ascoltando questo Vangelo siamo invitati a rinnovare anche noi la nostra scelta di Cristo. In passato si avvertiva meno il bisogno di questa scelta personale, perché si era portati a essere cristiani dalla tradizione e dal costume, ma ora non è più così. Come, in amore, i giovani non accettano più, oggi, che siano i genitori a scegliere per loro chi devono sposare, così, in fatto di religione, non ci si può più accontentare delle scelte fatte da altri per noi, senza farle proprie e ratificarle. Tutto questo è un bene e un progresso, ma crea anche responsabilità. Vuol dire che bisogna scegliere, decidersi. La cosa peggiore sarebbe non accettare che altri scelgano per noi e neppure scegliere noi stessi.
LUNEDI’ 24 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo;Santa Emilia di Vialar.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU’, SEI IL FIGLIO DI DIO
Hanno detto: L'amore è la capacità di avvertire il simile nel dissimile. (Theodor Adorno)
Saggezza popolare: Tutto ciò che non viene donato va perduto. (Prov. Indiano)
Un aneddoto: Elisabetta della Trinità, una monaca di clausura, affermava di essere impegnata tutto il giorno, senza un momento di pausa. A chi meravigliato le chiedeva spiegazione, rispondeva: “Debbo fare compagnia ai Tre ospiti divini che sono in me, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo voglio essere una lode vivente continua dell’amore infinito di Dio”.
Parola di Dio nella festa di San Bartolomeo: Ap. 21,9-14; Sal. 144; Gv. 1,45-51
Vangelo Gv 1, 45-51
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth". Natanaèle esclamò: "Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi". Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità". Natanaèle gli domandò: "Come mi conosci?". Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico". Gli replicò Natanaèle: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!". Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!". Poi gli disse: "In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo". Parola del Signore
“ECCO DAVVERO UN ISRAELITA IN CUI NON C'È FALSITÀ!” (Gv. 1,47)
Un elogio di Gesù; ne troviamo altri nei Vangeli e sono tutti significativi. In questo caso, spicca quello fatto a Natanaele, l'apostolo poi identificato con Bartolomeo. Gesù, nell'elogiare questo discepolo intende valorizzare la ricerca sincera di chi cerca il Signore con tutto il cuore e con tutta la mente. Natanaele è un fine conoscitore delle Sacre Scritture vuole capire la figura di Gesù proprio alla luce dell'insegnamento dei profeti. Sono tutte indicazioni valide anche per noi;giusta è l'esortazione ad approfondire la conoscenza di Gesù con la lettura della Bibbia: infatti, come diceva San Girolamo, esperto traduttore della Bibbia ebraica: “L'ignoranza delle Sacre Scritture è ignoranza di Cristo stesso”. Se noi siamo sinceri, se noi cerchiamo Dio, Dio ancora di più cerca noi e a noi si rivela per regalarci con se stesso la gioia vera.
MARTEDI’ 25 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, ALLONTANA DA ME LA VIA DELLA MENZOGNA.
Hanno detto:
La felicità non sta nell'essere amati: questa è soltanto una soddisfazione di vanità mista a disgusto. La felicità è nell'amare. (Thomas Mann)
Saggezza popolare: Finché i figli sono giovani, date loro profonde radici, quando saranno cresciuti, date loro le ali. (Prov. Indiano)
Un aneddoto: Un giorno il mullah Nasruddin vide il maestro del villaggio che conduceva alla moschea un gruppo di fanciulli. “Perché li stai portando là?”, gli chiese. “C’è la siccità”, rispose il maestro “e confidiamo che il grido degli innocenti muova a compassione il cuore dell’Onnipotente”. “Non sono le grida, innocenti o criminali che siano, che contano”, dichiarò il mullah, “ma la saggezza e l’accortezza”. “Come osi parlare in modo tanto blasfemo di fronte a questi bambini!”, esclamò il maestro. “Dimostrami la verità di ciò che hai detto o ti denuncerò come eretico”. “Niente di più facile”, ribatté Nasruddin. “Se le preghiere dei fanciulli avessero effetto, non ci sarebbe più un solo maestro in tutto il paese, poiché non c’è nulla che essi detestino tanto come andare a scuola. Il motivo per cui sei sopravvissuto a quelle preghiere è che noi, che siamo più saggi dei bambini, ti abbiamo conservato al tuo posto”.
Parola di Dio: 1 Ts 2, 1-8 / Sal 138 / Mt 23, 23-26
Vangelo Mt 23, 23-26
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!". Parola del Signore
“GUAI A VOI SCRIBI E FARISEI IPOCRITI”. (Mt. 23,23)
L’esclamazione: ‘guai!’ indica, insieme, una maledizione e una minaccia. Gesù, dunque, maledice? Sì; ma la sua maledizione è il segno di un pericolo. Se non si recede dal male, sono guai! Siamo nella morte. O si è con Gesù o contro Gesù. Non scegliere Lui significa neutralizzare la sua predicazione. Le invettive di Gesù riportate da Matteo non mi hanno mai lasciato tranquillo. Sono rivolte, innanzi tutto a noi responsabili nel Popolo di Dio, a noi che abbiamo ricevuto l’amministrazione del “Sangue di Cristo” come si esprime S. Caterina; a noi che abbiamo il compito d’essere guide e invece, non di rado, siamo noi stessi dei ciechi. Dio lo sa. Gesù dice, però, qualcosa che riguarda tutti. Ci ammonisce di purificare l’interno, e cioè l’anima, dalla rapina e dall’intemperanza. La giustizia di cui parla Gesù non è soltanto quella virtù per cui diamo a ciascuno il suo. Il giusto è il santo. La misericordia, poi, è l’espressione più alta dell’amore. E’ un amore del tutto gratuito. Con la misericordia perdoniamo e amiamo chi non è degno, chi ci ha offesi. La fedeltà, infine, è la qualità più bella di Dio. Dio è fedele alle sue promesse, qualunque cosa faccia l’uomo. Gesù ci spinge, oggi, ad un esame di coscienza
MERCOLEDI’ 26 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.
Una scheggia di preghiera:
AGNELLO DI DIO CHE TOGLI IL PECCATO DEL MONDO, ABBI PIETA’ DI NOI.
Hanno detto: Non c'è altra morte tranne che l'assenza d'amore. (René Barjavel)
Saggezza popolare: Quando un uomo muore, per lui è la fine del mondo. (Prov. Indiano)
Un aneddoto: Un giorno il sultano Akbar era a caccia nella foresta. Quando fu l’ora della preghiera della sera, scese da cavallo, stese per terra una stuoia e si inginocchiò a pregare come fanno tutti i bravi musulmani in ogni parte del mondo. Proprio in quel momento una contadina, sconvolta per la scomparsa del marito, che era uscito di casa quella mattina senza più farvi ritorno, passò di lì di tutta corsa alla ricerca disperata del .consorte. Era talmente preoccupata che non si accorse neppure della figura inginocchiata dell’imperatore e vi incespicò, quindi si rialzò e, senza neppure una parola di scusa, corse a perdifiato nel fitto della foresta. Akbar fu molto seccato dell’interruzione ma, da bravo musulmano, osservò la regola che proibiva di parlare durante il namaaz. Quando egli aveva quasi finito di pregare, la donna ritornò tutta felice, insieme al consorte ritrovato e, vista dell’imperatore e del suo seguito, fu sorpresa e spaventata. Akbar sfogò contro di lei la sua collera, urlando: “Giustifica la tua condotta irriverente o sarai punita!” La donna si sentì improvvisamente piena di coraggio, guardò in faccia l’imperatore e disse: “Vostra Maestà, ero così assorta dal pensiero di mio marito che non vi ho visto, neppure quando, come dite, sono inciampata su di voi. Durante il namaaz voi eravate assorto in Uno che è infinitamente più prezioso di mio marito, come mai allora vi siete accorto di me?” L’imperatore tacque pieno di vergogna e in seguito confidò ai suoi amici che una donna di campagna, che non era una persona colta, né un mullah, gli aveva insegnato il vero significato della preghiera.
Parola di Dio: 1 Ts 2, 9-13 / Sal 138 / Mt 23, 27-32
Vangelo Mt 23, 27-32
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!". Parola del Signore
“RASSOMIGLIATE A SEPOLCRI IMBIANCATI: ESSI ALL’ESTERNO SON BELLI A VEDERSI, MA DENTRO SONO PIENI DI OSSA DI MORTI E DI OGNI PUTRIDUME”. (Mt. 23,27)
Qui c’è tutta la novità portata da Gesù. A coloro che erano preoccupati di un’osservanza esteriore di precetti legali che erano più frutto di tradizioni umane che di comandi di Dio, Gesù insegna che occorre cominciare a purificare il cuore. Capite che l’osservazione di Gesù interpella tutti noi. Nessuno, penso può rimanere indifferente di fronte ad una esigenza di purezza così eccelsa come quella che ci è richiesta da Gesù. Che cosa fare, dunque, quando ci riconosciamo anche noi peccatori? Ricorrere a Gesù. E’ Lui l’Agnello che toglie il peccato del mondo, Lui che è morto per noi, per ottenerci il perdono e il dono di diventare, come Lui, figli di Dio. Occorre essere molto umili, perché siamo tutti peccatori. E’ necessario, perciò, che siamo misericordiosi, che perdoniamo agli altri come Dio ha perdonato a noi in Cristo. Cosa avverrà se saremo misericordiosi con i nostri fratelli? Avverrà che il Signore perdonerà anche a noi. Dice, infatti, S. Giovanni nella sua prima lettera: “Noi passiamo dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli”. Ecco la nostra via di salvezza.
GIOVEDI’ 27 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica;San Cesario di Arles; San Giuseppe Calasanzio.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, SIGNORE A RICONOSCERE I TUOI SEGNI.
Hanno detto: E' ottimo rimedio, nel tempo delle tribolazioni e aridità di spirito, l'immaginarsi di essere come un mendico, alla presenza di Dio e dei Santi, e come tale andare ora da questo Santo, ora da quell'altro a domandar loro elemosina spirituale, con quell'affetto e verità onde sogliono domandarla i poveri. (San Filippo Neri)
Saggezza popolare: Chi è privo di passioni dorme placido anche in mezzo alle spine. (Prov. Indiano)
Monica di Tagaste era cristiana. Sposò Patrizio, uomo irascibile e pagano: il suo paziente e dolce affetto lo conquistò al Cristianesimo. Da lui ebbe tre figli, di cui il più famoso è Agostino: sua gioia e tormento. Lo seguì con materna comprensione nei suoi lunghi errori religiosi e morali; ebbe cura del nipotino Adeodato, nato ad Agostino da una convivenza illecita; lo convertì a Cristo a forza d’infinite lacrime e preghiere. Quando nella notte di Pasqua dell’anno 397, Ambrogio, vescovo di Milano, battezzò Agostino e lo accolse ufficialmente nella Chiesa, Monica fu invasa dalla più grande gioia: aveva generato il figlio due volte: una alla vita terrena e ora alla vita celeste. Dopo simile consolazione, che stare a fare ancora al mondo? Lei e il figlio, prima del ritorno in Africa, appoggiati ad un balconcino di Ostia Tiberina, sotto la volta del cielo stellato, conversarono con grande dolcezza, dimentichi delle vicende passate, protesi verso il futuro di Dio. Monica disse al figlio: Agostino mio, questa vita ormai non ha più alcuna attrattiva per me. Le mie speranze sulla terra sono ormai esaurite. Una sola cosa c’era che mi faceva desiderare di restare quaggiù ancora per poco: vedere la tua conversione prima di morire. Ora che il mio Dio mi ha soddisfatta ampiamente, ora che ti vedo addirittura pronto a rinunziare a tutto per servire Lui, che cosa faccio qui? Si mise a letto e dopo pochi giorni morì, gioiosa perché Dio non disprezza il pianto di una madre, anzi ne ascolta sempre l’incessante preghiera; ma soprattutto per aver guidato nel porto di Dio l’intera barca della sua famiglia.
Parola di Dio: 1 Ts 3, 7-13 / Sal 89 / Mt 24, 42-51
Vangelo Mt 24, 42-51
Dal vangelo secondo Matteo.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni. Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti". Parola del Signore
“VEGLIATE PERCHÉ NON SAPETE IN QUALE GIORNO IL SIGNORE VOSTRO VERRÀ”. (Mt. 24,42)
Questo invito alla vigilanza da parte di Gesù non è soltanto come se ci dicesse: “Guarda che puoi morire da un momento all’altro”, e un invito a vivere pienamente la vita. Vivi, e non lasciarti vivere. Ma non basta vivere, occorre precisare per che cosa si vive. Bisogna dare un significato ai giorni, alle ore, ai minuti. La pienezza non è data dalla quantità, ma dalla qualità della vita. E’ magnifico vivere. A patto sia veramente vita, non una rappresentazione, un’apparenza, un funzionamento. Non puoi prendere la vita come viene. La vita “viene” come decidi tu, con l’impronta che gli dai tu. Vivi la vita come un perenne miracolo. Non come qualcosa di inevitabile, di insulso. Vai incontro a questo nuovo giorno con meraviglia e sorpresa e vi troverai doni sempre nuovi.
VENERDI’ 28 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.
Una scheggia di preghiera:
VIENI, SIGNORE GESU’.
Hanno detto: Temere l'amore è temere la vita, e chi teme la vita è già morto per tre quarti. (Bertrand Russell)
Saggezza popolare:
Colui che ha fatto bianchi i cigni e verdi i pappagalli e variopinti i pavoni, provvederà al tuo sostentamento. (Prov. Indiano)
Parola di Dio: 1 Ts 4, 1-8 / Sal 96 / Mt 25, 1-13
Vangelo Mt 25, 1-13
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge. Le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero:No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora". Parola del Signore
“LE SAGGE, INSIEME ALLE LAMPADE PRESERO ANCHE DELL’OLIO IN PICCOLI VASI”. (Mt.25,4)
Inconsciamente, abbiamo l’illusione che la nostra vita duri in maniera indefinita e che ci sia sempre tempo per incominciare a pensare al dopo, per prepararci al paradiso. È più frutto di una sensazione che di un ragionamento. Difatti, se c’interrogano, o anche solo se ci fermiamo a riflettere, non abbiamo dubbi: prima o dopo anche a noi toccherà morire. Questo pensiero, però, non diventa operativo, non determina una sterzata nella nostra vita. È veramente strana questa nostra sensazione che allontana in maniera indefinita nel tempo la nostra morte, e cioè l’incontro con Dio, con Gesù, incontro che sarà decisivo e definitivo. Eppure vediamo ogni giorno morire anziani e giovani, più i giovani che gli anziani: malattie, incidenti… La fantasia della morte è senza limiti. Gesù fa un pressante invito alla vigilanza. Vigilate perché non sapete né il giorno né l’ora in cui verrà il Figlio dell’uomo e cioè l’ora della morte, l’ora della vita piena. Chiediamo la grazia che il Signore ci trovi pronti e con la lampada accesa.
SABATO 29 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.
Una scheggia di preghiera:
VOI TUTTI SANTI E MARTIRI, PREGATE PER ME
Hanno detto: Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male. (Hermann Hesse)
Saggezza popolare: La rana non beve tutta l'acqua dello stagno dove vive. (Prov. Indiano)
Un aneddoto: Agostino racconta che a Cartagine vi fu un medico molto buono, che si chiamava Gennadio, il quale non poteva persuadersi che l’anima umana fosse spirituale. Tutti gli studi e tutti i ragionamenti che aveva fatto, non erano stati sufficienti a convincerlo. Una notte, mentre dormiva, vide come in sogno un giovane di bellissimo aspetto, che era un angelo del Paradiso. L’angelo si fermò davanti al letto del medico, e, guardandolo gli domandò: - Gennadio, dormi o sei sveglio? Gennadio rispose: Dormo. Soggiunse l’angelo: Mi vedi? - Sì che ti vedo. - Mi vedi con gli occhi? - No, perché io dormo e tengo gli occhi chiusi. Ti vedo, ma non so dire con che ti vedo. Ascolti quello che ti dico? - Si, io ascolto. - Mi ascolti con le orecchie? - No. Io ti ascolto, ma non so con che ti ascolto. - Tu adesso parli, ma come parli? con la bocca? - No. La mia bocca è ferma, eppure io parlo. Non so con che parlo. - Dunque tu vedi, ascolti e parli, mentre i tuoi sensi non agiscono. Verrà un giorno, in cui il tuo corpo sarà messo nella tomba, e allora i tuoi sensi non potranno più agire in nessun modo, anzi saranno disfatti in polvere, ma tu potrai vedere, ascoltare, parlare. Ciò detto, l’angelo disparve. Gennadio si destò e da quel giorno rimase convinto che l’anima è spirituale. Ciò che disse l’angelo a Gennadio è perfettamente vero. Quando noi moriremo e lasceremo il corpo a disfarsi sotto terra, l’anima non avrà più bisogno di occhi,di orecchi, di bocca, di cervello, di cuore, e potrà vedere, ascoltare, parlare, comprendere, amare, meglio assai di quel che non faccia adesso, mentre è imprigionata nel corpo.
Parola di Dio nella festa del martirio di san Giovanni Battista: Ger.1,17-19; Sal.70; Mc.6,17-19
Vangelo Mc 6, 17-29
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Erode aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata. Giovanni diceva a Erode: "Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello". Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: "Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò". E le fece questo giuramento: "Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno". La ragazza uscì e disse alla madre: "Che cosa devo chiedere?". Quella rispose: "La testa di Giovanni il Battista". Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: "Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista". Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore
“ERODE AVEVA FATTO ARRESTARE GIOVANNI E LO AVEVA MESSO IN PRIGIONE”. (Mc.6,17)
Quando i profeti mettono il dito sulla piaga e arrivano al nocciolo della questione, vengono tolti di mezzo senza scrupoli. Questo brano, posto dopo l’invio in missione dei Dodici, indica il destino del missionario, del testimone di Cristo. In greco, testimone si dice "martire". La morte di Giovanni prelude la morte di Gesù e di quanti saranno inviati. Ciò può sembrare poco confortante, ma l’uomo deve comunque morire. La differenza della morte per cause naturali e martirio sta nel fatto che la prima è la fine, il secondo è il fine della vita. Il martire infatti testimonia fin dentro ed oltre la morte, l’amore che sta a principio della vita. Non spaventiamoci dunque se davanti ai nostri tentativi di testimonianza del vangelo ci troviamo davanti alla derisione, alla sufficienza di chi ci ascolta a all’aperta lotta contro di noi. E’ solo il momento di amare ancora di più.
DOMENICA 30 AGOSTO: 22^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.
Una scheggia di preghiera:
PURIFICAMI, O SIGNORE, SARO’ PIU’ BIANCO DELLA NEVE.
Hanno detto: Il Paradiso non è fatto pei poltroni. (San Filippo Neri)
Saggezza popolare: Il profumo dell’aloe non è mai così penetrante come quando è gettato nel fuoco. (Prov. Indiano)
Un aneddoto: Marcello Candia, l’industriale milanese che vendette le sue fabbriche e le sue proprietà e andò a vivere ed a morire fra i lebbrosi nell’Amazzonia Brasiliana, racconta che un giorno, nel lebbrosario di Manituba, andò a trovare un’anziana signora lebbrosa, che da molti anni era sola, abbandonata dal marito, dai figli, dai parenti. Abitava in una misera capanna di legno, aveva il volto e le mani distrutte dalla lebbra. Marcello le portò qualche dono e poi le chiese: Signora Maria, cosa fa tutto il giorno? Viene qualcuno a trovarla? — Sono quasi sempre sola — risponde la vecchietta — e non riesco più a lavorare perché non ci vedo e sono quasi paralizzata. — Allora — riprese Marcello — si sente sola, molto triste e abbandonata. — Sola sì, triste e abbandonata no, perché prego molto e sento che il Signore mi è vicino, non mi lascia mai sola. — E per chi prega? Per quali intenzioni? — Prego per il Papa, per i vescovi, per i sacerdoti e le suore. Prego per i lebbrosi abbandonati, prego per i bambini orfani, prego per tutti quelli che aiutano il nostro lebbrosario di Marituba. La signora Maria andava avanti a fare un elenco di persone per cui pregava, che non finiva più — E per lei non prega mai? — le chiese Candia. — No, prego sempre per gli altri, perché quando gli altri sono contenti, sono contenta anch’io. - (P. GHEDDO)
Parola di Dio: Dt 4, 1-2. 6-8 / Sal 14 / Gc 1, 17-18. 21b-22. 27 / Mc 7, 1-8. 14-15. 21-23
Vangelo Mc 7,1-8.14-15.21-23
Dal vangelo secondo Marco.
In quel tempo, si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame quei farisei e scribi lo interrogarono: "Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?". Ed egli rispose loro: "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini". Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: "Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo". Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo. Parola del Signore
“QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL SUO CUORE E’ LONTANO DA ME”. (Mc.7,6)
Ciò che Gesù denunciava in alcuni farisei del suo tempo, di dare più importanza alla pulizia esteriore che alla purezza del cuore, si riproduce oggi su scala mondiale. Ci si preoccupa molto dell’inquinamento dell’atmosfera, delle acque, del buco nell’ozono; invece silenzio quasi assoluto sull’inquinamento interiore e morale. Chi si dà pensiero, per esempio, dell’inquinamento della verità dovuto a forme distorte di informazione, o di certi abusi della sessualità e manipolazioni genetiche che minacciano di inquinare le sorgenti stesse della vita? Ci indigniamo vedendo immagini di uccelli marini che escono dalle acque inquinate, ricoperti di catrame, ma non facciamo altrettanto per i nostri bambini precocemente viziati e spenti, a causa della coltre di malizia che ormai si stende su ogni aspetto della vita. Veniamo più direttamente a noi stessi. Se noi siamo attentissimi a ciò che “entra” in noi dalla bocca (cibi avariati, prodotti scaduti), ma non siamo altrettanto attenti a ciò che “esce” da essa (parole taglienti, violente, a volte false), non meritiamo anche noi il rimprovero di Cristo: “Ipocriti!”? Sia chiaro: non si tratta di opporre tra loro i due tipi di inquinamento. La lotta all’inquinamento, o in favore dell’igiene, è un segno di progresso e di civiltà al quale non si può a nessun costo rinunciare. Gesù non disse che non bisognava lavarsi le mani e tutto il resto. Disse che questo, da solo, non basta; non va alla radice del male. Per combattere tutto l’inquinamento che c’è nel mondo, bisogna mettersi in ricerca delle cause. E la ricerca ci riporta a un punto preciso: il cuore dell’uomo, il suo egoismo, la sua cupidigia, invidia, o almeno la sua disattenzione e negligenza insensibile.
LUNEDI’ 31 AGOSTO
Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.
Una scheggia di preghiera:
AIUTACI, SIGNORE A TRASFORMARE LE ABITUDINI IN BUONE ABITUDINI.
Hanno detto: Amiamo.. non nelle grandi ma nelle piccole cose fatte con grande amore. C'è tanto amore in tutti noi. Non dobbiamo temere di manifestarlo (Madre Teresa di Calcutta)
Saggezza popolare: I gatti leccano i raggi di luna nella ciotola dell'acqua, convinti che si tratti di latte. (Prov. Indu’)
Un aneddoto: Il vescovo Dupanloup era andato in visita pastorale in un paese della diocesi di Orléans. In parrocchia si faceva il catechismo ed egli chiese a una bambina: “Preghi tutti i giorni?”. La bambina scoppiò in un pianto dirotto e rispose: “Monsignore, appena dico “Padre”, mi fermo e non so più andare avanti”. “Volesse il cielo che sapessi pregare come te!”’, rispose il Vescovo. (Divo Barsotti)
Parola di Dio: 1 Ts 4, 13-18 / Sal 95 / Lc 4, 16-30
Vangelo Lc 4, 16-30
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù si recò a Nazareth, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: "Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è il figlio di Giuseppe?". Ma egli rispose: "Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!". Poi aggiunse: "Nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro". All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Parola del Signore
“ENTRO’, SECONDO IL SUO SOLITO, DI SABATO, NELLA SINAGOGA E SI ALZÒ A LEGGERE”. (Lc. 4,16)
Gesù è praticante e osservante: “secondo il suo solito”, al sabato è alla preghiera della sinagoga. Anche la maggioranza di voi che leggete queste pagine, “secondo il vostro solito”, ogni domenica vi trovate alla Messa. Siamo talmente “soliti”, che se uno volesse potrebbe quasi fare una piantina dei banchi vedendo come, ogni domenica, l’abitudine, ci fa mettere quasi sempre allo stesso posto. E questo può essere senz’altro un bene. Ma per Gesù non è certo solo un’abitudine, un rituale, un’osservanza. Gesù si alza, non sta passivo in chiesa, legge la Parola e l’attualizza. Ecco il modo di dare senso alle “buone abitudini”. La preghiera liturgica non è uno spettacolo a cui si assiste. E’ l’incontro con Dio che parla. Non è un qualcosa da subire ma un momento in cui sono tre protagonisti che comunicano: Dio, i fratelli, noi. Dio è sempre nuovo nel suo amore, è propositivo, è attuale. I fratelli non sono una massa anonima biascicante parole, ma persone concrete che con tutti i limiti, hanno la fede, pregano con me, soffrono, gioiscono con me. C’è una mensa fatta di Parola e di Pane (cioè Gesù Cristo) cui siamo tutti invitati. Dio non vuole un’ora del tuo tempo: Egli, l’eterno, vuoi regalarsi a te!