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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

LUGLIO 2009

 

MERCOLEDI’ 1 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ester, regina; San Nicasio Burgio, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SALVACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: Questo è il grande segreto: avere Dio sempre presente. Vivere l’unione con Cristo in maniera abituale, continua, cuore a cuore, affetto ad affetto. (Beato Antonio Rosmini)

Saggezza popolare: Vale di più asciugare una lacrima al povero che ottenere cento sorrisi da un ministro. (Prov. Cinese)

Un aneddoto: C’era una volta una regina, la quale stava leggendo un libro, quando il boia la toccò sulla spalla per farle capire che era giunta la sua ultima ora; allora lei, alzandosi in piedi, mise un tagliacarte fra le pagine per non perdere il segno e chiuse il libro. Molto tempo dopo, venne la figlia della regina e, visto il libro, lo riaprì e continuò a leggerlo. Appena l’ebbe finito, ordinò ai servi di addobbare a festa tutte le sale del Palazzo per invitarvi i sudditi del suo regno. E l’invito diceva: “V’è stata una breve interruzione, ma il regno continua”.

Parola di Dio: Gen 21, 5. 8-20 / Sal 33 / Mt 8, 28-34

 

Vangelo Mt 8, 28-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo Gesù giunto all'altra riva del mare di Tiberiade, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciarono a gridare: "Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?". A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare; e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: "Se ci scacci, mandaci in quella mandria". Egli disse loro: "Andate!". Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio. Parola del Signore

 

(DISSERO I DEMONI:) “CHE ABBIAMO IN COMUNE CON TE FIGLIO DI DIO?” (Mt.8.29)

La domanda dei demoni significa che la breve permanenza di Gesù nella terra dei gadareni è un'anticipazione della vittoria sul maligno che Gesù opererà con la sua morte e risurrezione. A differenza dei discepoli che si pongono la domanda sull'identità di Gesù, i demoni lo riconoscono subito senza esitazione: è il Figlio di Dio. I demoni riconoscono la superiorità di Gesù, Figlio di Dio, e cercano una resa, la meno disastrosa possibile, chiedendo di poter restare sul territorio nei corpi dei porci. E Gesù disse loro: "Andate!". Ad una lettura superficiale sembra che Gesù venga a patti con i demoni. In realtà questa concessione è un tranello che nasconde la sconfitta definitiva. Il precipitare della mandria di porci posseduti dai demoni nelle acque del mare ci richiama l'affondamento del faraone e del suo esercito nel mare e la caduta di satana dal cielo. I demoni, che avevano cercato scampo entrando nei porci, sono precipitati definitivamente nel luogo della loro perdizione, negli abissi del mare. L'episodio ci insegna che non esiste alcuna possibilità di compromesso tra Gesù e satana: sono nemici irriducibili. Ma mentre i demoni riconoscono Gesù Figlio di Dio, gli uomini non solo non fanno altrettanto ma, prima che combini altri guai alla loro economia lo invitano ad andarsene e Gesù che scaccia i demoni, si ferma davanti alla volontà degli uomini, resta impotente di fronte a coloro che non comprendono il beneficio di liberazione che aveva portato loro. Il miracolo è accolto con disappunto dalla gente del luogo. Siamo davanti al mistero dell’incarnazione che diventa redenzione per coloro che lo accolgono e che diventa terribile possibilità per l’uomo di impedire a Dio di salvarlo. “Ecco il momento favorevole” diceva San Paolo in una delle sue lettere: oggi possiamo accogliere Gesù e la sua salvezza oppure possiamo correre il rischio di non riconoscerlo, di passargli vicino e di tirare dritto o addirittura di chiedergli cortesemente “di non darci fastidio”

 

 

GIOVEDI’ 2 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ottone, vescovo; San Bernardino Realino, sacerdote.

Una scheggia di preghiera:

 

MANIFESTA, SIGNORE, LA TUA MISERICORDIA.

 

Saggezza popolare: Gli occhi, attraverso le lacrime, vedono bene il Paradiso. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Sento di avere il Paradiso sulla terra, poiché il Paradiso è Dio e Dio è nella mia anima. (Beata Elisabetta della Trinità)

Un aneddoto: Una volpe si avvicinò un giorno ad una vigna cintata ermeticamente, salvo una apertura troppo piccola per potervi passare. Digiunò tre giorni, finché divenne abbastanza esile per infilarsi nella breccia. Mangiò tanta di quell’uva, che si trovò con le sue antiche dimensioni e, quando volle uscire, si accorse con costernazione che era troppo grassa per passare attraverso quel buco. Allora digiunò altri tre giorni e ridivenne magra ed emaciata, così uscì di là. Appena fuori, si voltò verso la vigna e contemplandola esclamò: “Vigna, vignetta, tu sei bella, e i tuoi frutti sono veri zuccherini. Ma che beneficio ho tratto da te? Quale sono entrata, tale ti ho lasciato”.

Parola di Dio: Gen 22, 1-19 / Sal 114 / Mt 9, 1-8

 

Vangelo Mt 9, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all'altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: "Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati". Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: "Costui bestemmia". Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: "Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e và a casa tua". Ed egli si alzò e andò a casa sua. A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini. Parola del Signore

 

“CORAGGIO FIGLIOLO, TI SONO RIMESSI I TUOI PECCATI”. (Mt.9,2)

All'episodio della liberazione degli indemoniati segue il miracolo del perdono e della guarigione del paralitico. Matteo tralascia tutti i particolari dell'avvenimento e va subito all'essenziale: la fede. E' sempre e solo la fede che conta. Gesù non ha il potere solo sulle malattie, le forze del creato e i demoni, ma ha anche il potere di perdonare i peccati. La salvezza consiste nella remissione dei peccati (Mt 1,21; Lc 1,77). E Gesù è il salvatore che perdona i peccati. Il peccato è un'offesa a Dio e quindi solo Dio può perdonarlo. Gesù è Dio diventato uomo che perdona qui in terra i peccati. Lo dice esplicitamente al paralitico: "Figliolo ti sono rimessi i tuoi peccati". Gesù è il figlio dell'uomo al quale sono stati dati da Dio "il potere, la gloria e il regno" Egli ha sulla terra il potere di rimettere i peccati. Quale grande fiducia mi danno quelle parole rivolte al paralitico: “Figliolo”. Se sono figlio, anche se prodigo, continuo a sentire la nostalgia del Padre, del bello e del buono che c’è nella sua casa. Se Dio è solo il giudice terribile, non ho nessuna voglia di incontrarlo!

“Ti sono rimessi i tuoi peccati”. Dio mi perdona, Lui che il male lo ha vinto con l’amore  crocifisso di Gesù, fa piazza pulita, cancella, dimentica, ricomincia da capo, si fida di me e questo non per scherzo. Quando Dio dice una parola questa è definitiva, per sempre. Se tutti noi, preti che amministrano il Sacramento della Riconciliazione e penitenti che vanno a confessarsi, avessimo capito il significato di queste parole: “Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”, con quanta più serietà e serenità vivremmo il Sacramento del perdono! 

 

 

VENERDI’ 3 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Tommaso apostolo; Sant’Eliodoro, vescovo

Una scheggia di preghiera:

 

“MIO SIGNORE E MIO DIO”

 

Saggezza popolare: Fa in modo che nessuno versi lacrime a causa tua. Gli dei le contano sempre una per una. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Io attendo Dio con ingordigia. (Rimbaud).

Un aneddoto: In un racconto di Josè Enrique Rodò, si presentano sei pellegrini, sei giovani greci, convertiti da un discepolo di san Paolo, i quali decisero di seguire la strada di Alessandro Magno per propagare nel mondo la buona novella. Durante il cammino, costoro incontrano varie situazioni che impongono una scelta e dove la loro coerenza di fedeli di Dio viene messa a dura prova. Prima è Neurco che, impietosito per un pover’uomo ferito, abbandona l’idea di andare più lontano dal suo paese. Poi è Lucio che, ascoltando il canto dei poemi pagani, si lascia sedurre dall’antica religione e ritorna agli antichi errori. Un terzo, Marione, in una festa campestre, cede alla tentazione della carne e non se la sente di troncare tutto per poter proseguire. Adimanto cammina e giunge ai confini della patria: ma arrivato lì, rimpiange il lavoro nei campi che ha abbandonato, e si convince che deve ritornarvi. Idomeneo, che ha sentito tutti quei richiami, riesce a vincere le attrattive di altri amori e giunge alla città dove l’attende l’altro compagno, il pellegrino Agenore, corso avanti per distaccarsi anche dagli amici e dedicarsi solo a Dio. I due superstiti possono ora cominciare il loro ministero sulle orme di Alessandro Magno. Perché hanno vinto? “Perché ebbero fede,  uno senza neppur voler ascoltare le tentazioni, l’altro superandole nel nome del Signore”.

Parola di Dio nella festa di san Tommaso: Ef. 2,19-22; Sal. 116; Gv. 20,24-29

 

Vangelo Gv 20, 24-29

Dal vangelo secondo Giovanni

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò". Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Poi disse a Tommaso: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!". Rispose Tommaso: "Mio Signore e mio Dio!". Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!". Parola del Signore

 

"BEATI QUELLI,CHE NON AVENDO VISTO, CREDERANNO”. (GV. 20,29)

La festa di San Tommaso ci invita ancora una volta alla riflessione sulla fede: questo Tommaso è simpatico perché fa un lungo cammino, in tutto simile al nostro, per giungere a credere. Egli è alla base un realista e anche a noi piace veder chiaro e non credere alle chimere, ma Gesù lo chiamerà a credere nello Spirito ed è la meta a cui dobbiamo arrivare anche noi. La fede non esclude l'esperienza, il realismo, anzi si fonda proprio su una rivelazione concreta di Dio all'umanità, ma non è neppure solo "toccare e vedere" perché Dio è ben più grande di noi. Il mio cammino di credente partirà allora da una realtà ben concreta: qualcuno che mi annuncia con fatti e parole il Salvatore, ma poi dovrà andare oltre, perché al di là dell'annuncio dovrò cogliere la presenza, la forza, la via di un Dio infinitamente più forte, più grande, più misterioso di me. Se saprò riconoscere in Lui il "mio Signore e mio Dio" il mio cuore si immergerà nell'immensità dell'Amore.

 

 

SABATO 4 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Elisabetta di Portogallo; Sant’Alberto Quadrelli, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O GESU’, SEI LA MIA SALVEZZA E LA MIA GIOIA.

 

Saggezza popolare: Se lavori con il cervello riposa lavorando con le mani; al contrario, riposa con il cervello. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Cristo stesso non può fare nulla di più santo, di più grande, di migliore della santa Messa. (S. Alfonso de’ Liguori).

Un aneddoto: Trovandosi san Francesco d’Assisi ad Arezzo, quando la città era sconvolta da lotte, vide demoni esultanti che incitavano i cittadini all’odio. Mandò allora frate Silvestro alle porte della città, perché li cacciasse. E quegli cominciò a gridare: “In nome di Dio, in nome di Dio, via di qui demoni tutti!”. Dovettero ubbidire al sempliciotto, in nome di Dio. E fu pace in ogni casa.

Parola di Dio: Gen 27, 1-5. 15-29 / Sal 134 / Mt 9, 14-17

 

Vangelo Mt 9, 14-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: "Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?". E Gesù disse loro: "Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano". Parola del Signore

 

“POSSONO FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO E’ CON LORO?” (Mt.9,15)

Il banchetto di nozze, il vino nuovo che è talmente frizzante da far scoppiare vecchi otri secchi… e noi parliamo di religione di tristezza, facciamo diventare il nostro Dio il dio dei morti o il vecchio sadico che si diverte a mandare sofferenze o a studiarne di terribili per un futuro di eternità! Certo, il male che è presente nella nostra vita e in quella del mondo non sempre ci permette di sorridere e saremmo solo degli ipocriti se nel cammino del nostro vivere impalcassimo sul nostro viso uno stereotipo sorriso anche nei giorni di lacrime, di domande che non sempre trovano risposte, ma, ricordiamoci, in ogni giorno della nostra vita Dio non cessa di amarci, Lui è un Padre buono che non si dimentica dei suoi figli; Gesù sa per esperienza personale che cosa siano il dolore, l’abbandono, la solitudine, il gridare; lo Spirito Santo è il Consolatore. Noi non siamo servi, ma amici, non siamo chiamati a tristi riti di osservanza religiosa ma alla festa di nozze del Figlio di Dio con l’umanità, abbiamo l’abito bianco della festa non per i nostri meriti ma perché Lui ce lo ha dato, siamo invitati ad un banchetto dove non siamo noi a pagare ma il conto è già pagato, dove c’è di tutto, perfino un Dio che si fa parola e pane: dunque per il cristiano, fratello di quel Dio che ci salva, figlio del Padre misericordioso, non c’ è posto per la tristezza d’animo.

 

 

DOMENICA 5 LUGLIO 14^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Zaccaria; Santa Zoe.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE IL CORAGGIO DELLA TESTIMONIANZA.

 

Saggezza popolare: Il frutto maturo cade da solo, ma non cade nella nostra bocca. (Prov. Cinese)

Hanno detto:

Anche il cristiano, come ogni uomo, risiede in un territorio limitrofo tra il Bene e il Male, in una zona di brigantaggio. (Graham Greene).

Un aneddoto: Un giorno l’organista di un villaggio della Germania suonava un pezzo di Mendelssohn sull’organo della sua chiesa. In verità lo stava suonando molto male. Un visitatore scivolò senza rumore nella chiesa, si sedette su uno degli ultimi banchi, nell’ombra, e ascoltò. L’organista, terminato il pezzo, si preparava ad andarsene, quando lo straniero prese coraggio e sali verso lui chiedendogli: “Mi permette di suonare un po’ sul suo organo?”. “Certamente no, rispose l’uomo con tono burbero. Non permetto mai a nessuno di servirsene. Ma almeno lei sa suonare?”. Educatamente lo sconosciuto lo assicurò di essere famigliare con lo strumento e insistette così tanto e bene che l’organista finì con l’acconsentire. Il visitatore si sedette, tirò i registri, e cominciò a suonare lo stesso pezzo, ma che differenza! Sembrava un’altra musica e un altro strumento. La chiesa sembrava risuonare d’un’armonia celestiale. L’organista era visibilmente imbarazzato. “Ma lei chi è?” gli chiese. Modestamente lo straniero rispose: “Il mio nome è Felice Mendelssohn”. “Come? disse l’uomo, rosso di vergogna come? E io ho rifiutato a lei il permesso di suonare? Non me lo perdonerò mai”.

Parola di Dio: Ez 2, 2-5 / Sal 122 / 2 Cor 12, 7-10 / Mc 6, 1-6

 

Vangelo Mc 6, 1-6

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: "Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?". E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua". E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. Parola del Signore

 

“UN PROFETA NON E’ DISPREZZATO CHE NELLA SUA PATRIA, TRA I SUOI PARENTI E IN CASA SUA”. (Mt.6,4)

Gesù, il profeta, anche a casa sua, ha trovato un muro davanti a sé. E noi? Noi lo sappiamo benissimo che il profeta, chi parla a nome di Dio, ha vita dura. Però ce la caviamo con ammirazione: “Poveri profeti! D’altra parte, se hanno accettato di farlo”. Ma, in Cristo, non siamo tutti “sacerdoti, re, profeti”? Sì, in teoria! Nella pratica, “sacerdoti” sono i preti; “re” non si capisce cosa significa, “profeti”... Chi sono? Invece, proprio perché battezzati in Cristo, siamo tutti profeti, inviati a parlare in nome di Dio a gente più forte e potente di noi, a “conoscenti” che appena apri bocca ti spiattellano in faccia: “chi ti credi di essere?”. E allora stiamo zitti, sperando che arrivi qualche profeta “specializzato”, disposto a farsi crocifiggere al posto nostro. Nel lavoro c’è chi fa il lavativo, chi se la prende con l’ultimo arrivato, con il più imbranato, con l’extracomunitario? C’è il capetto, o il capoccione, che infierisce sul più debole, su quello che ha il coraggio di non dirgli sempre di sì? Zitti! Tra gli amici c’è chi è volgare, falso, bravo a spargere zizzania, profittatore? Zitti ! Tra i vicini di casa c’è chi fa il prepotente, l’attaccabrighe, il disturbatore. Zitti!  E in casa? La suocera è invadente? La nuora è indisponente e saccente? Il figlio si comporta male, ma ormai è grande e guadagna? Zitti! E in parrocchia? Nel coro, nel gruppo dei catechisti, nel gruppo liturgico, nel consiglio parrocchiale, nella Caritas... Zitti! Anzi no! Zitti davanti e loquaci dietro:  “Quella ha detto questo di te”; “Quello non ti può vedere”; «Ci vorrebbe un parroco... ». Zitti ! E allora il Vangelo dove lo mettiamo?

 

 

LUNEDI’ 6 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Goretti; Santa Domenica, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

IO CREDO, RISORGERO’.

 

Saggezza popolare: Maledici un uomo e vi saranno due tombe. (Prov. Cinese)

Hanno detto:

Il Cristo entra nelle nostre vite come il vomere di un aratro, ma il terreno dei nostri desideri è duro e oppone resistenza. (P. Charles).

Un aneddoto: Stanco delle sofferenze e delle pene che gli riservava la vita, un uomo si lamentò col Signore che lo ascoltò e gli disse: domattina all’alba, trovati nella piazza della chiesa: là c’è ogni anno il mercato delle croci; ce ne sono tante, di tutte le misure, e ti potrai scegliere quella che ti va meglio, poiché ognuno deve portare la sua. Lascerai quindi la tua così scomoda e ne prenderai un’altra più leggera. L’uomo si alzò nella notte e al crepuscolo era già sulla piazza: una nebbia avvolgeva il sagrato e lo spazio antistante. Trascinò la sua croce dentro le caligine e vide una grande raccolta di croci, piccole, grandi, sottili, grosse, alte, basse: ce n’era per tutti i gusti, anche i più difficili. L’uomo lasciò da una parte la sua e, fregandosi le mani, si mise a cercarne una più adatta, ma la cosa non era poi tanto semplice: una era piccola, ma troppo ruvida; l’altra era leggera, ma scivolava e si portava male; alcune erano maneggevoli, ma troppo pesanti; altre, magari leggere, erano nodose, o grandissime. Cercò a lungo provando e riprovando un’infinità di croci e, quando disperava di trovare quella adatta, ne vide in un canto una che poteva andar bene: la provò ed era proprio quella giusta, non molto pesante, levigata, abbastanza piccola. Le prese e se ne uscì felice dalla nebbia. Ma non aveva fatto pochi passi che s’accorse d’aver ripreso la sua.

Parola di Dio: Gen 28, 10-22a / Sal 90 / Mt 9, 18-26

 

Vangelo Mt 9, 18-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: "Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano sopra di lei ed essa vivrà". Alzatosi, Gesù lo seguiva con i suoi discepoli. Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Pensava infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". Gesù, voltatosi, la vide e disse: "Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita". E in quell'istante la donna guarì. Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse: "Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme". Quelli si misero a deriderlo. Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E se ne sparse la fama in tutta quella regione. Parola del Signore

 

“LA FANCIULLA NON E’ MORTA, MA DORME”. (Mt. 9,24)

Quella bambina era proprio morta! E il padre, la madre, i flautisti e i vicini di casa lo sapevano bene, è per questo che si mettono a deridere Gesù. Provate ad immaginarvi la scena: E’ morta una persona a voi cara e qualcuno viene a dirvi: “Ma guarda che dorme!” Eppure, sia Gesù, che la persona che vi dicesse quella frase, avrebbero perfettamente ragione. Per il credente nel Dio della vita, la morte non è la paro­la definitiva della vita, la cassa da morto non è l’ultima dimora. La morte è il sonno apparente di questa parte di vita, è un passaggio alla vita definitiva. Risulta allora chiaro che cosa vuoi dire la preghiera che diciamo per i nostri morti: “L’eterno riposo…”. E’ il riposo dalle fatiche della vita, è il sonno del giusto che riposa sicuro in Dio, è l’ “Eterna gioia” di chi si ritrova nella vita piena di Dio.

 

 

MARTEDI’ 7 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apollonio, vescovo; San Firmino il vecchio, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, SIGNORE TUTTE LE PERSONE CHE OGGI INCONTRO.

 

Saggezza popolare: Colui che fa il male e teme di farlo sapere ha ancora un seme di bene nel suo male; colui che fa il bene ed è ansioso di farlo sapere ha ancora una radice di male nel suo bene. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Chi fa il primo passo è sempre colui che è abbastanza ricco di spirito da essere superiore alle azioni degli uomini e da trovare le parole che riallacciano un rapporto, senza perdere la propria dignità. (J. Perrin).

Un aneddoto: Alcuni anni fa andammo in gruppo sul Sinai, nella famosa Tebaide. Su una colonna vedemmo incisa una figura: una divinità sosteneva una bilancia della vita con due piatti, su cui erano appoggiati rispettivamente un cuore umano e una piuma di uccello. Chiedemmo al professore musulmano il significato di quella bilancia. Lui ci spiegò che nella religione egiziana si credeva che quando un uomo moriva, la divinità scendeva e pesava il suo cuore. Se il cuore pesava meno di una piuma di uccello, la divinità lo portava con sé perché era leggero quanto lei. Infatti l’idea egiziana era questa: Durante la vita il cuore di un uomo diminuiva di peso ad ogni atto di carità verso gli altri, per diventare alla fine, leggero come una piuma. (M. N. ZANARIA, Rinnovamento nello Spirito Santo)

Parola di Dio: Gen 32, 22-32 / Sal 16 / Mt 9, 32-38

 

Vangelo Mt 9, 32-38

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: "Non si è mai vista una cosa simile in Israele!". Ma i farisei dicevano: "Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni". Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!". Parola del Signore

 

“VEDENDO LE FOLLE NE SENTI’ COMPASSIONE...”. (Mt. 9,36).

A commento di questa frase vi offro oggi una preghiera.

Grazie Signore Gesù, per lo spettacolo della tua travolgente passione per la gente! Come non arrossire al pensiero che io invece, davanti alla folla, chiudo le finestre ed apro il televisore, per riposare in “santa” diabolica pace?

Alimenta nel mio cuore l’invidia per le Tue mani grandi, le Tue braccia lunghe, le Tue labbra mai secche, e il cuore inesausto, per dire a tutti che l’Amore è il senso della vita, per dire a tutti che Dio è Amore! Concedimi, Signore Gesù, uno sguardo al contempo rispettoso e pur tuttavia appassionato, missionario, sulle persone che amo! Insegnami a guardarli con nel cuore il desiderio che essi ti incontrino, ti amino e si lascino amare da te. Insegnami a salire sull’autobus affollato pensando alla fatica di tanti fratelli prima di pensare che con tutta quella gente e quel caldo sul bus chissà che puzza di sudore! Donami di incontrare le persone che incontro cercando subito di informarmi non se è ricco o povero, primario o lavascale, simpatico o antipatico, o chissà che cosa. Donami di saperli riconoscere fratelli, figli Tuoi. Dilata, Signore, le passioni del mio cuore! Liberami dagli hobby, dal mito sportivo, dai miei affetti piccini, dalle mie ambizioni asfittiche! Metti nel cuore di chi amo passioni grandi per la comunione profonda e per l’interiorità profonda: per Te! Metti nel mio cuore le passioni del tuo cuore!

 

 

MERCOLEDI’ 8 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Adriano, Papa; Sant’Abbondio di Cordoba.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER I TESTIMONI DEL TUO VANGELO.

 

Saggezza popolare: Chi guarda il cielo nel pozzo ne vede soltanto un pezzo. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Il volto di Dio ha saputo dirmelo solamente un santo nel sorriso del suo ultimo addio. (J. Vuaillat).

Un aneddoto: Sono spesso le piccole cose che fanno pensare di più.

Il treno attraversa un villaggio di un centinaio, al massimo, di abitanti. Il ferroviere di turno chiede a me, che sono l’unico viaggiatore, il permesso di aprire per mezzo minuto il finestrino. Dà un discreto colpo al suo fischietto ed alza, sorridente, la mano destra. “Sono contento di aver salutato la nonna anche oggi: mi aspettava come sempre alla finestra della cucina. Faccio così tutte le volte che passo da queste parti”. E mi confida anche che, quando era un giovane alunno, un suo istruttore gli aveva insegnato, passando davanti ad una nota casa per persone anziane, a salutare con la mano. “C’è sempre qualcuno, gli diceva che ne prova una grande gioia. Per lui è forse l’unico segno di interessamento alla sua persona che riceva dal di fuori”. Esatto. Non so se i due ferrovieri, il “maestro” e l’ “allievo” credano nel Signore che viene. Comunque sia, essi hanno capito che l’ incontro del Signore con noi, è un invito ad incontrarlo nei fratelli.

Parola di Dio: Gen 41, 55-57; 42, 5-7a. 17-24a / Sal 32 / Mt 10, 1-7

 

Vangelo Mt 10, 1-7

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: "Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino ". Parola del Signore

 

“DIEDE LORO IL POTERE DI SCACCIARE GLI SPIRITI IMMONDI E DI GUARIRE OGNI SORTA DI MALATTIE”. (Mt.1,1)

Quando Gesù manda in missione i suoi dodici chiede loro di annunciare la buona novella del suo regno e di comprovarla con gli stessi segni che ha fatto Lui per comprovare di essere il Figlio di Dio, segni di liberazione da ogni sorta di male. Spesso nella mia vita di prete ho pensato che queste fossero parole non troppo reali del vangelo: quante volte davanti a certe malattie o a certi grossi affanni della vita avrei voluto poter dire: “Adesso il Signore vi guarisce, vi libera dai vostri affanni” e se qualche volta è capitato il più delle volte le malattie hanno proseguito il proprio corso e gli affanni hanno continuato a crescere. Gesù ci avrà raccontato una bugia? Gli evangelisti si sono sbagliati nel riferire queste parole? Credo di no! Intanto spesso ci manca la fede. Pietro davanti alla Porta bella dice al paralitico che gli chiedeva l’elemosina: “Non posseggo né oro né argento ma nel nome di Gesù ti dico: “Alzati e cammina!”. E quello sciancato si mette a fare un balletto di prim’ordine! Però è anche vero che non tutti i paralitici sono stati guariti, che continuano ad esserci ciechi e malati di cancro anche quando magari si sono fatte preghiere di guarigione nei loro confronti. E allora che cosa voleva dirci Gesù? Gli uomini di oggi hanno come necessità primarie non quella di scoprire una religiosità ben organizzata, una chiesa potente, una serie di norme religiose (molti di essi queste cose le hanno già abbandonate da tempo, anzi molte volte sono proprio queste strutture ad aver allontanato), hanno bisogno di sentire che qualcuno crede che ci sia un Dio che ci vuol bene personalmente, un Dio che ama gratuitamente e non per interesse, un Dio che davvero viene a liberare l’uomo e non ad imporgli altri gioghi, un Dio che non minaccia inferni per condizionare, ma un Dio che scende nel nostro inferno di ingiustizie e cattiverie e con noi le affronta per vincerle anche per noi.  Quando ti capita (e grazie al cielo capita sovente) di incontrare un cristiano che nella sua povertà umana cerca di vivere queste cose, non hai bisogno di prediche, non hai bisogno di strutture, di mass media accattivanti, di riunioni a catena, ma riesci a respirare una boccata di pulito, di speranza, di libertà e scopri che l’amore di Dio per gli uomini non è una chiacchiera di preti ma un qualcosa di vero e reale. E questo miracolo ciascuno di noi può farlo.

 

 

GIOVEDI’ 9  LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Vittoria; Santa Veronica Giuliani.

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO CIO’ CHE SONO E TUTTO CIO’ CHE HO E’ DONO TUO, O SIGNORE.

 

Saggezza popolare: Parla poco. Le parole sono come perle preziose il cui valore aumenta in proporzione della rarità. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Chi non è capace di perdonare non è capace di amare. (M. Thurian)

Un aneddoto: Lo zio Tom era debole di cuore e il dottore gli aveva raccomandato di stare molto attento. Così quando la famiglia seppe che aveva ereditato un miliardo di dollari da un parente deceduto, non sapeva come dargli la notizia per paura che gli venisse un attacco cardiaco. Così chiesero aiuto al parroco locale, il quale li rassicurò che avrebbe trovato il modo. Dimmi, Tom, disse Padre Murphy all’uomo debole di cuore, se Dio, nella sua misericordia, ti mandasse un miliardo di dollari, cosa ne faresti? Tom ci pensò su un momento e poi disse senza esitare: Ne donerei la metà per la chiesa, Padre. Quando udì questo, venne a Padre Murphy l’attacco cardiaco! (A. DE MELLO)

Parola di Dio: Gen 44, 18-21. 23b-29; 45, 1-5 / Sal 104 / Mt 10, 7-15

 

Vangelo Mt 10, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Andate, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città. Parola del Signore

 

“GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE”. (Mt. 10,8)

Vi ripropongo una riflessione già fatta in altre occasioni, ma sempre attuale.

Il nostro modo di usare il linguaggio spesso è indicativo del tempo in cui viviamo. Certe parole, fino a qualche anno fa erano parolacce e nessuna persona di buona educazione si sarebbe mai peritato di usarle, oggi sono sulla bocca di tutti. Il valore delle cose spesso consisteva nella qualità di esse, oggi invece sta nel prezzo: ”Quanto costa?”. L’uso dei pronomi possessivi  che ha sempre avuto buon successo lungo la storia umana, oggi è al suo apice; tutto è “mio, tuo, suo”. Facciamo un po’ come certi animali che marcano il proprio territorio con un po’ di urina, quasi a dire: “dalla puzza si riconosce il padrone”. Tutto questo ha fatto sì che per molti siano andate completamente in disuso certe parole come: gratuito, dono, grazie. Eppure basterebbe fermarsi un momento, ragionare semplicemente, per capire che tutto quello che abbiamo è gratuito: la vita, il sole, gli affetti, la fede… A Dio non è bastato aver condiviso con noi la creazione, ha condiviso se stesso; Gesù, fatto uomo, ha offerto se stesso “mentre noi eravamo peccatori”; ancora, Egli si fa pane per noi non per i nostri meriti ma per la sua bontà… Se penso alla mia vita, quante cose ho ricevuto gratis: la salute, la famiglia, l’istruzione, il necessario e il superfluo quotidiano… quante cose sto ricevendo gratis proprio adesso: un cuore che batte, il respiro, il raggio di sole che entra nella mia stanza, il pensiero di voi, amici, per i quali sto scrivendo… E tutto questo gratis, non dovuto a meriti acquisiti, non comprato al supermercato pagando a caro prezzo. Ecco perché dovremmo reimparare certe parole. Ne suggerisco una piccola a me e a voi. Oggi diciamo almeno due volte la parola: “Grazie!” Una volta al buon Dio per tutti i suoi doni e una volta alla persona che ci è più vicina e che tutti i giorni ci fa il dono almeno di sopportarci.

 

 

VENERDI’ 10 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Anatolia, Vittoria e Audace, martiri.

Una scheggia di preghiera:

 

LA MIA BOCCA E LA MIA VITA PROCLAMINO SEMPRE LA TUA LODE, O SIGNORE.

 

Saggezza popolare: Perdonare agli altri di essere diversi è l'inizio della sapienza. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Per morire all’orgoglio, bisogna vivere mentalmente ai piedi degli altri. E’ questo l’unico modo di esercitare l’autorità nella Chiesa. (G. Huyghe).

Un aneddoto: “Due monaci lessero in un antico volume che all’estremità della terra si trovava un luogo in cui cielo e terra si toccano. Decisero allora di partire per andarlo a cercare e di non tornare fino a quando non lo avessero trovato. Peregrinarono così per tutta la terra, affrontando pericoli senza numero, soffrirono tutte le privazioni che un simile peregrinare comporta e tutte le tentazioni che possono stornare un uomo dal suo intento. Avevano letto che doveva esserci, nel punto cercato, una porta a cui bastava picchiare per trovarsi davanti a Dio. Finalmente trovarono ciò che cercavano, bussarono a quella porta con il cuore tremante di emozione, la videro aprirsi e quando varcarono la sua soglia si ritrovarono a casa, nella loro cella. Allora compresero: il luogo in cui cielo e terra si toccano, si trova, su questa terra, là dove Iddio ci ha posti!”.  (D. ZANELLA)

Parola di Dio: Gen 46, 1-7. 28-30 / Sal 36 / Mt 10, 16-23

 

Vangelo Mt 10, 16-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Parola del Signore

 

“SIATE SEMPLICI COME COLOMBE, PRUDENTI COME SERPENTI”. (Mt. 10, 16)

Gesù è semplice: Lui, il re dei re, nasce povero, in una grotta di pastori, in un paesino, sobborgo di Gerusalemme; è un grande predicatore, folle intere accorrono a Lui ma Lui non usa mai linguaggi forbiti, parole altisonanti, parla invece sovente con esempi presi dalla natura o dalla vita quotidiana dei suoi ascoltatori. E’ un fautore della non violenza, non usa armi e ne vieta l’uso ai discepoli, si lascerà tradire e mettere in croce e, anzi, proprio in quel momento cercherà di scusare e di pregare per i suoi persecutori. Eppure la sua semplicità è tutt’altro che bonomia o stupidità. Gesù è la Verità e sempre dice la verità senza peli sulla lingua, a costo di allontanare persone anche a Lui favorevoli, è misericordioso ma esigente (“neanche io ti condanno, ma va’ e non peccare più”), è caritatevole verso tutti ma sa usare la polemica e l’ironia sferzante contro l’ipocrisia (non per niente dà tanto fastidio che decidono di ucciderlo), sa tacere ma quando è il momento parla liberamente anche davanti a chi pensa di avere il potere terreno di salvarlo o di ucciderlo. La sua non violenza non significa resa davanti al prepotente e al male; il suo perdono non è per paura e non diventa mai connivenza con il male; non usa le tecniche del mondo ma sa cavarsela benissimo nei confronti dei ‘potenti e sapienti’ della terra. Se noi guardiamo a Lui, diventa allora abbastanza facile capire le indicazioni della frase di oggi. Essere semplici significa fidarsi di Dio, non ricercare il successo proprio e delle proprie idee in se stessi, nelle proprie astuzie, nella forza, nella vendetta, nella ricchezza, ma nello stesso tempo non significa accettare stoicamente il ruolo di eterni sconfitti, essere pusillanimi, accettare qualunque cosa senza valutarla, subire le prepotenze dei malvagi, non avere nulla da dire al mondo. Semplice non vuol dire sciocco. E’ detestabile il raggiro, non la prudenza. Si può essere avveduti senza essere impostori. E’ vietata la violenza, non la difesa. Dare la vita per l’altro è cristianesimo. Ma gettare la propria vita senza un grande motivo o senza aver tentato mille altri modi è bestemmia contro Colui che la vita ce l’ha data. E’ vietata la falsità non il silenzio. Seguire Cristo è proprio cercare in ogni situazione di agire come farebbe Lui al nostro posto. E quando non riusciamo a capirlo o quando lo intuiamo ma ci mancano le forze? In questi casi almeno affidiamoci a Lui e lasciamoci portare da Lui: se non te la senti di camminare o se non sai bene dove andare, lasciati prendere in braccio da Lui.

 

 

SABATO 11 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Benedetto, patrono d’Europa;Santa Amabile di Rouen.

Una scheggia di preghiera:

 

IN OGNI ORA DELLA MIA VITA CANTERO’ AL MIO DIO.

 

Saggezza popolare: Chi ti racconta i fatti degli altri e i propri, domani andrà a raccontare i tuoi agli altri. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Ricordarsi dei dimenticati è mettersi accanto a Dio che non dimentica nessuno. (V. Ghika).

Un aneddoto: Un vecchio rabbino aveva un nipotino che numerosi compagni venivano a raggiungere nei giorni di vacanza. Quella sera, si era deciso di giocare a nascondino. Nelle cantine della casa, nelle stalle e nei granai, i nascondigli abbondavano: tutto un universo misterioso per sottrarsi agli sguardi. Colui che la sorte aveva designato andò a caccia con metodo. La ricerca durò a lungo. Scovò l’uno dopo l’altro tutti i suoi compagni, salvo uno: il nipote del rabbino. Tutta la banda tentò di ritrovarlo, chiamò, e infine partì per giocare altrove. Quando non sentì più niente il bambino uscì dal nascondiglio. Non c’era più nessuno. Restava solo il nonno, seduto presso la porta di casa. Il bimbo s’avvicinò e scoppiò in singhiozzi. “Perché piangi?” gli domandò il vecchio rabbino. “Perché nessuno mi cerca più”, singhiozzò il piccolo. Allora il vecchio rabbino prese il bimbo tra le braccia e mormorò: “Anche Dio si è nascosto nel mondo, e piange perché noi non lo cerchiamo più”.

Parola di Dio nella festa di San Benedetto: Pr 2, 1-9 / Sal 33 / Gv 15, 1-8

 

Vangelo Gv 15, 1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli". Parola del Signore

 

“IN QUESTO E’ GLORIFICATO IL PADRE MIO: CHE PORTIATE MOLTO FRUTTO E DIVENTIATE MIEI DISCEPOLI”. (Gv. 15, 8)

Sono tanti i modi per cui ognuno è chiamato a realizzare questa parola di Gesù, portare a noi e agli altri i suoi frutti. San Benedetto, patrono d’Europa, che ricordiamo oggi, rinunciò a tutto per trovarsi insieme con altri per lodare e servire Dio con la vita comune, la preghiere, il lavoro silenzioso. Ma non tutti abbiamo la vocazione al monachesimo. Una cosa però tutti possiamo fare:”Glorificare Dio in ogni cosa”, come diceva lui. Non importa se sei prete o mamma di famiglia, se sei giovane esuberante o anziano col fiato lungo, se godi di ottima salute o se stai passando un periodo di prove. In qualunque situazioni ti trovi è Dio che ti ha condotto fin lì e allora fagli spazio, non perdere il tempo prezioso che ti è dato, ringrazialo, lodalo, sentiti una cosa sola con Lui che soffre o gioisce con te; non tenere gli occhi bassi per non vedere, ma guardati attorno, scopri la presenza degli altri: anche se scomodi, gli altri ti parlano di Dio e si aspettano Dio da te; guarda sempre con realismo la vita ma lascia che un tuo occhio ogni tanto punti verso il cielo: la tua casa definitiva è là.

 

 

DOMENICA 12 LUGLIO 15^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: San Fortunato; San Giovanni Gualberto.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE NEL CUORE, TUTTO IL MONDO E’ CASA NOSTRA.

 

Saggezza popolare:

Moltiplica le goccioline d'acqua, accumula i granelli di sabbia, e avrai formato il mare, il deserto, o un pantano. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Quando manchiamo di misericordia separiamo violentemente una creatura da Dio. (S. Weil)

Un aneddoto: “Voi, che siete ricco... Voi, che avete tutti i piaceri... Voi avete bisogno dì Dio!”. È la provocazione lanciata a Filippo Del Giudice, il grande produttore di film inglesi, da un idraulico, mentre gli riparava nella villa di Miami un tubo guasto. “Voi avete bisogno di Dio!”. Del Giudice ne è sconvolto. Si mette alla ricerca di Dio. Lascia tutto e si fa benedettino. Vive di preghiera e di povertà. Al giornalista, che lo intervista, confessa: “Ho speso più di venti milioni di sterline nella produzione di film e nelle gioie della vita. Ho avuto tutto... tranne la felicità. Ora non possiedo nulla, ma sono pienamente felice: ho trovato Dio”.

Parola di Dio: Am 7, 12-15 / Sal 84 / Ef 1, 3-14 / Mc 6, 7-13

 

Vangelo Mc 6, 7-13

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: "Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro". E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore

 

“GESU’ COMINCIO’ A MANDARLI A DUE A DUE”. (Mc. 6,7)

Gesù manda gli apostoli e ciascuno di noi a portare la sua lieta novella. Ma come evangelizzare? Il Vangelo spende una sola parola per dire “che cosa” gli apostoli, predicavano alla gente (“che si convertisse”), mentre descrive a lungo “come” dovevano predicare. Non insiste tanto sul cosa si deve dire, quanto su “come si deve essere”, per annunciare Cristo. Un insegnamento importante è contenuto nel fatto stesso che Gesù li manda a due a due. Perché? La prima testimonianza da rendere a Gesù è quella dell’amore reciproco: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”. Ma dove evangelizzare? Quali sono oggi, per i laici, “i villaggi e i luoghi” nei quali Gesù li manda? Per alcuni, i villaggi possono essere lontani; per la maggioranza “il villaggio” e il “luogo” sono molto vicini. Sono il posto di lavoro, le amicizie, la loro stessa cerchia familiare. Colpisce nel Vangelo che a un giovane Gesù dice: “Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri..., poi vieni e seguimi”. Al contrario, a un altro che voleva lasciare tutto e seguirlo, Gesù dice: “Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha usato con te”. Ciò che conta è dunque, nel luogo in cui ci troviamo, avere Gesù nel cuore e lasciar trasparire la gioia che ne deriva con atteggiamenti consoni a ciò che crediamo.

 

 

LUNEDI’ 13 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Enrico;Sant’Eugenio da Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, GESU’, MORIRE E’ VIVERE.

 

Saggezza popolare: Per il cavallo pigro il carro risulta sempre pesante, anche se è vuoto. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Ciascuno ha il proprio filtro, che porta con sé dappertutto, e attraverso il quale raccoglie, nella massa indefinita dei fatti, quelli che sono più idonei a confermare i suoi pregiudizi. (H. de Lubac)

Un aneddoto: Lo staretz Silvano dell’Athos a un missionario reduce dalla Cina che gli esternava la propria difficoltà nel convertire i cinesi. “E cosa fai per convertirli?”. “Vado nei loro templi e ordino loro di distruggere gli idoli”. “Cosa succede a quel punto?” chiede Silvano. “Mi buttano fuori e mi percuotono”. Silvano allora riprende: “Credo che avresti molto più successo se ti rivolgessi ai loro sacerdoti e chiedessi loro di parlarti della loro religione, di dirti la loro esperienza di Dio. Nei loro racconti troveresti certamente cose belle, vere, profondamente evangeliche. Allora potresti dire loro: “Tutto ciò è bello ed è vero; eppure c’è ancora qualcosa che manca al modo in cui avete colto questa realtà, qualcosa che proviene dall’evangelo!”. A quel punto ti ascolterebbero”. (A. BLOOM, Vivere nella Chiesa)

Parola di Dio: Es 1, 8-14. 22 / Sal 123 / Mt 10, 34 - 11, 1

 

Vangelo Mt 10, 34 -11, 1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa". Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Parola del Signore

 

“NON SONO VENUTO A PORTARE PACE, MA UNA SPADA”. (Mt 10,34)

Può stupirci la durezza della parola di Gesù nel Vangelo di oggi. Gesù non è venuto a suscitare guerre fratricide, ma a portare un messaggio d’amore e di salvezza. Egli non ha mandato i suoi discepoli a portare la spada, ma la pace, il perdono, la riconciliazione, la mitezza  e l’amore dei nemici. Ma davanti a questo splendido messaggio di bontà gli uomini possono reagire in due modi: accogliendo o rifiutando il vangelo. Quelli che si oppongono in modo violento al vangelo e agli evangelizzatori producono la rottura e la divisione. E ciò può avvenire anche all’interno della stessa famiglia e della comunità cristiana. Gesù è venuto a portare la spada del giudizio di Dio che separa il bene dal male, coloro che credono in lui da coloro che lo rifiutano. La parola di Dio è come una spada che penetra nell’intimo di ogni persona e la giudica mettendo in evidenza le sue vere intenzioni. Di fronte a questa scelta radicale, pro o contro Cristo, il discepolo deve essere disposto a prendere la croce della rottura anche con i familiari e a seguire Cristo. E’ questione di vita o di morte. E per avere la vita eterna bisogna essere disposti a perdere la vita temporale. Cristo è Dio che dev’essere amato più di ogni altra persona, perfino più di se stessi. Il linguaggio di Gesù diventa allora comprensibile per chi crede che Dio risuscita i morti e dà la vita eterna a chi ha perduto la vita per causa di Cristo.

 

 

MARTEDI’ 14 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Camillo de Lellis; San Ciro di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE!

 

Saggezza popolare: Il cielo esaudisce le preghiere del cuore, non quelle della bocca. (Prov. Cinese)

Hanno detto: L’orgoglio è lo splendore della stupidità. (V. Ghika)

Un aneddoto: San Camillo de’ Lellis, celeste patrono, insieme a san Giovanni di Dio, degli ospedali, fu bruciato dall’amore per i malati. La loro vista bastava da sola a fargli completamente dimenticare ogni altra attrattiva. Volentieri avrebbe preso su di sé ogni male, pur di raddolcire il loro dolore. Considerava tanto vivamente la persona di Cristo in loro, che spesso, quando dava loro da mangiare, li pregava così: Signore, dammi la tua grazia; donami il perdono dei peccati! Quando li incontrava diceva loro: Comandate, perché voi siete i miei padroni. Se qualcuno lo chiamava, mentre curava un ammalato, rispondeva:Abbiate pazienza; sono occupato con nostro Signore! Aveva scolpite nel cuore le parole di Gesù: “Ero malato e avete avuto cura di me”.

Parola di Dio: Es 2, 1-15a / Sal 68 / Mt 11, 20-24

 

Vangelo Mt 11, 20-24

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: "Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, gia da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua! ". Parola del Signore

 

“SE A TIRO E SIDONE FOSSERO STATI COMPIUTI I MIRACOLI CHE SONO STATI FATTI IN MEZZO A VOI, GIA' DA TEMPO AVREBBERO FATTO PENITENZA”. (Mt. 11,21)

Assistere o partecipare ad un miracolo non è automaticamente avere una garanzia per la fede. Gesù ha fatto dei miracoli nella città di Cafarnao, ma questo oltre le meraviglia e la ricerca di altri miracoli non ha portato frutti di conversione ed ecco allora che il miracolo diventa una responsabilità di cui Dio ci chiederà conto: Egli ci ha dato qualcosa che altri non hanno avuto e di cui noi siamo responsabili. Quando chiediamo miracoli e grazie per noi e per i nostri cari siamo sicuri di capire la responsabilità che questo comporta? Non sarà dunque meglio chiedere a Dio quelle manifestazioni del suo amore che ci permettono di crescere nella fede e nell’amore, piuttosto che richiedere manifestazioni straordinarie della sua potenza che, sortito il loro effetto, ci lasciano uguali a prima?

 

 

MERCOLEDI’ 15 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonaventura da Bagnoregio; San Vladimiro.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, MI FIDO DI TE.

 

Saggezza popolare: "Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta". (Prov. Cinese)

Hanno detto: Chi ha riposto la propria speranza nella menzogna ha tutto da temere dalla Verità. (P. Charles)

Un aneddoto: Quando nel 1450 avvenne la prima solenne traslazione della salma, fu rinvenuta la lingua di Bonaventura “integra, fresca e rubiconda” mentre il resto del corpo era ridotto in ossa e cenere. Questo fatto fu commentato come un segno di predilezione divina per il santo religioso che aveva in vita tanto bene scritto, parlato, predicato le lodi di Dio.

Parola di Dio: Es 3, 1-6. 9-12 / Sal 102 / Mt 11, 25-27

 

Vangelo Mt 11, 25-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare ". Parola del Signore

 

“TI BENEDICO O PADRE PERCHE’ HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E INTELLIGENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.” (Mt. 11,25)

In questa preghiera di lode così spontanea di Gesù c’è una grande attenzione per i semplici e per i piccoli.

Il mondo è dei forti, dei potenti, dei prepotenti. I semplici sono perdenti in partenza. I semplici (qualche volta inteso come i ‘sempliciotti’) servono solo in un caso, quando possono fare da base, da piedistallo ai potenti (pensate a come tutte le forme di potere, comprese quelle religiose, hanno manipolato i poveri, le folle, per ottenere poi, proprio sulla loro pelle, ciò che volevano). Quando Gesù parla dei piccoli e dei semplici non parla di ‘sempliciotti’ o di persone da manipolare, ma vuol farci capire che, nel Mistero (di Dio, della vita, della sofferenza…) si entra solo attraverso la semplicità. Essere semplici vuol dire essere veri, liberi, non fare calcoli, sapersi accontentare. Aperto ad ogni situazione, l’uomo semplice non ha privilegi da custodire per suo conto. Il semplice non è orgoglioso, sa perdere con dignità, riconosce volentieri gli errori commessi, sa chiedere e ringrazia tutti coloro che con i loro consigli lo aiutano. Non ha ricette preconfezionate, non vuole apparire, non si avvilisce davanti a cose che potrebbero smontarlo. Il Padre ama questi uomini i quali, senza usare la bacchetta magica, vincono quanti si dicono sapienti ed intelligenti perché conoscono le cose nascoste di Dio.

Dio, in Gesù, si è manifestato nell’umiltà e per gli ultimi.  Gesù ha predicato per tutti, ma gli scribi e i farisei, eccetto qualcuno molto libero, si sono forse convertiti? Zaccheo che ha colto il Suo sguardo d’amore che  era andato a snidarlo su una pianta, ha cambiato vita. I pescatori del lago hanno riposto in Lui la speranza e sono diventati apostoli. La donna che con tremore ma con fiducia tocca il mantello di Gesù è guarita. E oggi non è forse la stessa cosa?  Chi è che capisce, manifesta, rappresenta Gesù sulla terra? Le lussuose automobili targate Città del Vaticano, i cappelli svettanti di certi Vescovi o le Messe con invito personale e con successivo buffet di cardinali romani o la fede semplice, magari anche un po’ superstiziosa di certi “campesinos” dell’America Latina che hanno capito che il Vangelo li fa uomini liberi?

 

 

GIOVEDI’ 16 LUGLIO Beata Vergine Maria del monte Carmelo

Tra i santi ricordati oggi: Maria Maddalena Postel.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, CON LA TUA CROCE HAI PORTATO I MIEI PESI.

 

Saggezza popolare: I Fiumi non bevono le proprie acque, gli alberi non mangiano i loro dolci frutti; la ricchezza dei buoni va tutta a vantaggio altrui. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Ci vuole coraggio per amare la verità. Questo è uno dei motivi per cui la verità non è amata. (H. de Lubac)

Un aneddoto: Un califfo di Bagdad, chiamato Al-Mamun, possedeva uno splendido cavallo arabo. Un tale di nome Omah voleva a tutti i costi comprare quel cavallo e offrì in cambio molti cammelli, ma Al-Mamun non intendeva separarsi dall’animale. Omah ne fu così irritato che decise di procurarsi il cavallo con l’imbroglio. Sapendo che Al-Mamun avrebbe percorso una certa strada si travestì da mendicante, si sdraiò sul ciglio della strada e si finse malato. Al-Mamun era un uomo dal cuore tenero, perciò quando vide il povero ne provò compassione, smontò da cavallo e si offrì di portarlo in un caravanserraglio “Ahimè!”, si lamentò il mendicante, “non tocco cibo da giorni e non ho la forza di rialzarmi”. Allora Al-Mamun lo issò delicatamente sui cavallo ed era pronto a salire a sua volta, quando il finto povero lanciò la bestia al galoppo, seguito dal califfo appiedato, che gli gridava di fermarsi. Omah, giunto a distanza di sicurezza dal suo inseguitore, si fermò e si voltò indietro. “Hai rubato il mio cavallo”, gridò Al-Mamun. “Devo farti una richiesta”. “Quale?”, fece Omah di rimando. “Che tu non dica a nessuno come sei venuto in possesso del cavallo”. “Perché?” “Perché se si sparge la voce del tuo trucco, un giorno può accadere che una persona che sta male sul serio giaccia sul ciglio della strada e la gente gli passi vicino senza fermarsi ad aiutarla”.

Parola di Dio: Es 3, 13-20 / Sal 104 / Mt 11, 28-30

 

Vangelo Mt 11, 28-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero ". Parola del Signore

 

“VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI, E IO VI RISTORERÒ". (Mt. 11, 28)

Ci sono momenti nella nostra vita in cui “siamo stanchi”. Abbiamo tentato e percorso tutte le strade, ci siamo scorticati mani e piedi nel cercare di arrancare ogni giorno, nel cercare il senso del nostro vivere e i perché della nostra e altrui sofferenza, ed ogni giorno è uguale, ti alzi al mattino e non hai ancora smaltito la stanchezza di ieri,  il bruciore delle amarezze incontrate. Tante volte la speranza vacilla, perde luce come la fiammella della candela che improvvisamente ‘si abbassa’, perde luminosità. In certi casi si giunge persino ad avvertire l'inutilità del proprio lavoro, l’insufficienza delle proprie capacità, si prova la debolezza, la delusione, la frustrazione. Sembra non ci sia più nulla da fare. Sembra di battere continuamente la testa contro un muro. Fermiamoci un momento. Sentiamo Gesù che dice: “Io vi ristorerò”. E’ il Figlio di Dio che non ci promette facile soluzione al problema della sofferenza con tutti i suoi addentellati, non la elimina come se fosse la cosa più cattiva della terra, ma la assume su di sé e ci aiuta a darle senso. Lui non ha ricette, ma porta il peso con noi. Se siamo soli quel peso ci opprime ma se con noi lo porta il Figlio di Dio, possiamo farcela. E se noi, imparando da Lui, riusciamo ad aiutarci a vicenda nel portare i nostri pesi, ce la faremo ancora di più.

 

 

VENERDI’ 17 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessio; Santa Sinforosa; Santa Donata.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, LA TUA MISERICORDIA CI RENDA MISERICORDIOSI.

 

Saggezza popolare: Prima di fare la rivoluzione, riforma il tuo cuore. (Prov. Cinese)

Hanno detto:

Uno dei peggiori tradimenti del Vangelo consiste nel nascondere e consumare l’ingiustizia sotto le apparenze della carità. (H. de Lubac)

Un aneddoto: Il 17 luglio del 180, sotto l’imperatore Còmmodo, a Cartagine, furono processati e condannati a morte alcuni cristiani di Scilli, località della Numidia. Il verbale del processo, scritto da uno stenografo pagano (chiamato allora tachigrafo), che prese appunti frettolosi durante la discussione, è giunto fino a noi. E’ una delle più semplici e commoventi confessioni di fede di tutta la storia cristiana. Le battute della discussione sono brevi, essenziali, in vero stile romano. Ecco il verbale:

“Il 17 luglio, consoli Presente e Claudiano, il magistrato della città di Cartagine fece chiamare in tribunale Sperato, Narzalo e Cittino; Donata, Seconda, Vestia. Il proconsole Saturnino disse: “Se rinnegate Cristo, siete ancora in tempo ad ottenere la grazia dal nostro imperatore”. Sperato: “Noi non abbiamo fatto del male a nessuno non abbiamo aiutato nessuno a farlo. Mai abbiamo risposto con arroganza. Anzi, vogliamo bene anche a coloro che ci maltrattano, appunto perché amiamo ed ubbidiamo al Signore nostro”. Saturnino: “Siamo religiosi anche noi, e la nostra religione è semplice: adoriamo il genio dell’imperatore e preghiamo per la sua salvezza. E questo dovete farlo anche voi.” Sperato: “Noi non riconosciamo per Dio nessun signore di questo mondo. Il vero Signore sta in cielo. Io servo Lui solo, che nessuno vide né può vedere. Inoltre non ho mai rubato; se compro qualcosa pago le tasse, appunto perché temo il mio Signore, re dei re e imperatore di tutti i popoli”. Saturnino: “Via! Smettetela con codeste idee!” Sperato: “Cattive idee sono l’omicidio e la calunnia”. Cittino: “Noi pure non temiamo altri che il Dio che è nei cieli, Lui nostro Signore”. Donata: “A Cesare l’onore dovuto a Cesare, ma il timore soltanto al nostro Dio!” Vestia: “Io sono cristiana”. Seconda: “Sono cristiana anch’io, e rimango tale”. Saturnino: (a Sperato) “Sicché vuoi restare cristiano?” Sperato: “Sono cristiano”. “E noi pure” — replicano tutti gli altri. Saturnino: “Volete del tempo per riflettere?” Sperato: “In una cosa tanto giusta non c’è niente da riflettere”. Saturnino: Che cosa portate in questo astuccio? Sperato: “I libri sacri, e le lettere di Paolo, uomo giusto”. Saturnino: “Ebbene, voglio darvi tempo trenta giorni affinché ripensiate meglio alla cosa”. Sperato: “Io rimango cristiano”. Altrettanto dissero gli altri. Allora il proconsole prese la tavoletta e diede la sentenza: “Sperato, Narzalo, Cittino, Donata, Vestia, Seconda e gli altri che si professano cristiani, siano decapitati, perché hanno assolutamente rifiutato di ritornare a vivere secondo il costume romano”. Sperato: “Ne ringrazio il Signore”. Narzalo: “Oggi entreremo martiri in cielo. Deo gratias”. Il proconsole Saturnino comandò che la sentenza fosse letta per le vie della città: “Sperato, Narzalo, Cittino, Veturio, Felice, Aquilino, Lattanzio, Gennara, Generosa, Vestia, Donata, Seconda: condannati a morte”. Ed essi: “Deo gratias”. Portati via, ebbero la testa troncata.

Parola di Dio: Es 11, 10 - 12, 14 / Sal 115 / Mt 12, 1-8

 

Vangelo Mt 12, 1-8

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato". Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato ". Parola del Signore

 

“ECCO I TUOI DISCEPOLI STANNO FACENDO CIO’ CHE NON E’ LECITO FARE IN GIORNO DI SABATO”. (Mt. 12,2)

S. Benedetto che abbiamo ricordato solo alcuni giorni fa scrivendo per i suoi monaci nella sua Regola, parla di uno zelo buono che induce all'amore verso Dio e verso il prossimo e di uno zelo “amaro”, che è indice di umana grettezza e separa dal bene e conduce all'inferno. Quest'ultimo è quello che spesso mostrano scribi e farisei nei confronti del Cristo e dei suoi discepoli. Sono essi i predecessori e i maestri di tutti coloro che hanno sempre aperto un codice di comportamento per gli altri e che lo usano costantemente per giudicare e condannare. Sono tra i peggiori nemici della vera fede perché, illudendosi di zelare la giustizia, rinnegano di fatto la carità e l'amore. Spogliano il buon Dio della sua essenziale prerogativa che è appunto il perdono e la misericordia. Fanno uso della legge come di una lama tagliente non per curare il male, ma per uccidere i malati. È una brutta razza che trova sempre i suoi adepti anche nella nostra chiesa. Solo nel Signore riusciamo a coniugare con divina sapienza, giustizia e misericordia, peccato e perdono, colpa e assoluzione. La legge senza l'amore è solo vincolo e laccio, serve per gli schiavi e non per i figli, riempie le carceri del mondo e rischia di riempire di dannati gli inferi. Non è questa la missione di Cristo, non è questa la missione della chiesa e dei suoi ministri.

 

 

SABATO 18 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Federico; Sant’Arnoldo; San Bruno di Segni.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O SIGNORE MI AMI, NONOSTANTE LE MIE DEBOLEZZE.

 

Saggezza popolare: Le bottiglie vuote a metà producono maggior fracasso sebbene contengano meno liquido delle altre. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Signore, ti amo sopra ogni cosa… in generale; ma in questo breve minuto che passa, amo di più una sigaretta estera… o anche una nazionale. (M. Delbrêl)

Un aneddoto: Quando il monaco Costantino (il futuro san Cirillo, fratello di san Metodio, patroni d’Europa) giunse a Bagdad, il califfo Mutavakil gli mostrò che per suo decreto, a scherno dei cristiani, sulla facciata delle loro case erano state dipinte delle figure di diavoli. Il Califfo chiese: “Intendi tu che significato ha tutto questo?”. Il monaco rispose: “Mah! vedo delle figure di demoni sulla facciata, e immagino che all’interno abitino dei cristiani sinceri, perché i diavoli, non potendo convivere con loro, se ne fuggono fuori; dove poi tali segni non si vedono di fuori, vuol dire che i diavoli abitano dentro!”.

Parola di Dio: Es 12, 37-42 / Sal 135 / Mt 12, 14-21

 

Vangelo Mt 12, 14-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, i farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, ordinando loro di non divulgarlo, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti. Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. La canna infranta non spezzerà, non spegnerà il lucignolo fumigante, finché abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le genti. Parola del Signore

 

“ECCO IL MIO SERVO CHE HO SCELTO, IL MIO DILETTO NEL QUALE MI SONO COMPIACIUTO”. (Mt. 12,18)

Proprio mentre i farisei decidono di uccidere Gesù perché non è secondo le loro aspettative, Matteo applica a Gesù la profezia di Isaia che ci fa capire che Gesù è davvero il Messia. I verbi del testo di Isaia "non contenderà, non griderà, non spezzerà, non spegnerà" ci assicurano che Gesù non ha fatto del male a nessuno. Il suo amore per gli uomini non gli ha permesso di essere come lo avrebbero voluto il Battista e i suoi connazionali: pieno di zelo nel combattere i nemici, insignito di tutti i poteri, battagliero, travolgente. E’ stato invece mite, umile, buono e comprensivo con tutti. Egli non è un conquistatore di popoli che travolge tutto e tutti, ma salva la vita e rianima la speranza dei più deboli. L’umanità malata e peccatrice non ha bisogno di urla e di minacce, ma di conforto e di misericordia. Gesù è la manifestazione della bontà di Dio per tutti gli uomini.

 

 

DOMENICA 19 LUGLIO 16^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gervasio e Protasio; Santa Aurea; Sant’Arsenio.

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI ORA, OGNI MOMENTO E’ DONO DEL TUO AMORE.

 

Saggezza popolare: Il saggio della montagna a cui il viandante domandava se fosse felice, rispondeva che non aveva assolutamente tempo per pensarci. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Non si accede al regno di Dio per mezzo di uno studio supplementare o di una osservanza più scrupolosa dei precetti: il Regno esige una vera rinascita. (H. Van den Bussche, Giovanni)

Un aneddoto: Sulla tomba di Chateaubriand, a Saint-Malò sul lido atlantico, non c’è nome, né data, né iscrizione, nulla. Vi si innalza solo una croce. Il grande pensatore l’aveva chiesto al sindaco di Saint-Malò in una lettera del 1831: “La croce dirà che l’uomo riposante ai suoi piedi era un suddito di Cristo, questo sarà sufficiente al mio ricordo”.

Parola di Dio: Ger 23, 1-6 / Sal 22 / Ef 2, 13-18 / Mc 6, 30-34

 

Vangelo Mc 6, 30-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse loro: "Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore

 

“ GESU’ DISSE LORO: VENITE IN DISPARTE CON ME E RIPOSATEVI UN PO’ ”. (Mc. 6,31)

Gesù, dopo il loro ritorno dalla missione, invita i suoi discepoli a staccarsi dalla folla, dal loro lavoro, e ritirarsi con lui in un “luogo solitario”. Insegna loro a fare quello che faceva lui: a equilibrare azione e contemplazione, a passare dal contatto con la gente al dialogo con se stessi, con gli altri e con Dio. Il tema è di grande importanza e attualità. Il ritmo della vita ha preso una velocità che supera le nostre capacità di adattamento. Il correre è diventato spesso una frenesia e una malattia. Si dice: “Chi si ferma è perduto”, ma perduto è anche chi diventa ingranaggio di una macchina che non si ferma mai.  Si perde, in questo modo, la capacità di distacco critico che permette di esercitare un dominio sul fluire, spesso caotico e scomposto, delle vicende e delle esperienze quotidiane. La vita, allora, non è più un viaggio, ma un semplice trasferimento. Uno può trovarsi dall’altro capo dell’esistenza, senza neppure accorgersi di avere vissuto. Gesù, nel Vangelo, non dà mai l’impressione di essere agitato dalla fretta. Siamo in periodo di ferie estive. Esse sono per la maggioranza delle persone, l’unica occasione per riposarsi un po’, per dialogare in modo disteso con il proprio coniuge, giocare con i figli, leggere qualche buon libro o contemplare in silenzio la natura; insomma, per rilassarsi. Fare, delle vacanze, un tempo più frenetico del resto dell’anno, significa rovinarle.

 

 

LUNEDI’ 20 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Apollinare;Sant’Elia; Sant’Aurelio di Cartagine.

Una scheggia di preghiera:

 

IL MIRACOLO DELLA TUA MISERICORDIA MI ENTUSIASMA OGNI GIORNO, O SIGNORE.

 

Saggezza popolare: Chi conosce gli altri è erudito, chi conosce se stesso è saggio. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Un uomo dalla mente angusta teme sempre i cambiamenti. Si sente sicuro soltanto quando le cose vanno come sono sempre andate, e ha un timore quasi morboso del nuovo. Per lui nulla è più penoso di una nuova idea. (M. L. King)

Un aneddoto: A Boas, negli Stati Uniti, la maestra distribuì ai suoi scolari dei foglietti col disegno di una casa “a cui manca qualcosa di molto importante”. Dopo alcuni istanti di incertezza, tutti capirono che mancava il comignolo e si affrettarono a completare il disegno. Solo un ragazzino dell’ultimo banco esitò a lungo, benché i vicini gli mostrassero la soluzione disegnata. Infine si decise e tracciò sulla porta una bella croce nera: per lui valeva assai più d’un comignolo o di qualsiasi comodità. “Senza croce, una casa è sempre vuota”, diceva sua madre.

Parola di Dio: Es 14, 5-18 / Salmo: Es 15, 1-6 / Mt 12, 38-42

 

Vangelo Mt 12, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, alcuni scribi e farisei lo interrogarono Gesù: "Maestro, vorremmo che tu ci facessi vedere un segno". Ed egli rispose: "Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. Quelli di Ninive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona! La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone! ". Parola del Signore

 

“MAESTRO, NOI VORREMMO CHE TU CI FACESSI UN SEGNO”. (Mt. 12,38)

Ci sono cristiani che pare abbiano il prurito dei miracoli ad ogni costo. Sembra quasi che la loro fede dipenda dai miracoli, si puntelli su di essi. Anche la loro vita religiosa si sviluppa all’insegna dello straordinario. Non hanno capito che è la fede nel suo ordinario quotidiano che produce il miracolo. Dio è una libera proposta, non costringe nessuno a colpi di miracolo. Ma c’è anche l’atteggiamento opposto, quello dei cristiani che vogliono ridurre tutto al materialismo e quasi si vergognano dello straordinario. Gente che vorrebbe consigliare Dio prima che Lui manifesti la sua onnipotenza. Al di sopra, però di chi vuole troppi miracoli e di chi non ne vuole affatto, lasciando Dio (che sa le cose meglio di noi!) nella libertà di usare del quotidiano che è miracoloso o dello straordinario, rimane un obbligo preciso per noi: Gesù ci ha lasciato la consegna di “fare miracoli”, anzi noi stessi dobbiamo diventare “miracoli”, miracoli di speranza, di coerenza, di fedeltà, di perdono, di generosità, di gioia, di libertà, di comprensione. Come nel brano di vangelo, anche oggi succede che persone chiedano un segno ed abbiano il diritto di ottenerlo proprio da noi che ci diciamo cristiani. Gli uomini di oggi ne hanno basta di teorie, teologie, spiegazioni, religioni: il Cristo vogliono vederlo vivo! Il nostro mondo è malato di delusione, è accecato di violenza, è devastato dall’egoismo, è posseduto dalla noia, dunque non può più accontentarsi della nostra mediocrità, e neanche possiamo solo raccontare i miracoli di Gesù o contare su qualche suo miracolo straordinario. Dobbiamo essere noi a fare i segni di Gesù. Mi piace molto questa definizione di Pronzato: “I miracoli sono una vacanza di Dio, ma sono anche l’occupazione quotidiana del cristiano”.

 

 

MARTEDI’ 21 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo da Brindisi; Sant’Alberico Crescitelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ACCRESCI LA MIA FEDE!

 

Saggezza popolare: Il sapere che non si completa ogni giorno, diminuisce. (Prov. Cinese)

Hanno detto: E’ impossibile stabilire dei rapporti di amore al di fuori della verità. (L. Lochet).

Un aneddoto: Il Vicario di una parrocchia di New York che si occupa dei cittadini di colore fu chiamato a portare i sacramenti ad un giovane negro, venticinquenne, il quale aveva assassinato la sua amica e doveva affrontare la sedia elettrica di lì ad un’ora.  Il sacerdote lo confessò e gli diede la santa Comunione. Quando tutto terminò, ci fu un attimo di silenzio. Poi il giovanotto disse: “Padre, ho sciupato tutta la mia vita, non ho saputo imparare niente, so soltanto fare una cosa, lucidare le scarpe. Mi permetta di lucidare le sue scarpe”. E senza attendere risposta si pose in ginocchio, sputò sulle sue mani e si mise a strofinare vigorosamente le scarpe del prete. Questi taceva, sconvolto. In quel momento gli venne in mente: “Ma è la Maddalena ai piedi di Gesù”... Si può amare Dio, anche lucidando le scarpe a un sacerdote! E molto ci sarà perdonato se molto avremo amato.

Parola di Dio: Es 14, 21 - 15, 1 / Salmo Es 15, 8-10. 12. 17 / Mt 12, 46-50

 

Vangelo Mt 12, 46-50

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre Gesù parlava ancora alla folla, sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: "Ecco di fuori tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti". Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: "Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?" Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: "Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre ". Parola del Signore

 

“CHI È MIA MADRE, E CHI SONO I MIEI FRATELLI?”. (Mt. 12,48)

Gesù non è scortese nei confronti di sua madre o dei suoi parenti ma vuol farci capire che nel suo Regno non si entra per raccomandazioni, per privilegi, per parentele ma per fede personale. Maria, Giacomo, Giovanni partecipano a Gesù per fede, non perché parenti. E’ inutile dire: “lo sono cristiano perché la mia famiglia è cristiana, perché ho parenti preti e suore” ma “lo sono cristiano perché cerco di fare la volontà di Gesù”. Non saremo giudicati su come si sono comportati i nostri parenti, ma sul nostro comportamento, non conteranno le raccomandazioni, le “bustarelle”, gli inghippi diplomatici, conterà solo la nostra fede personale.

 

 

MERCOLEDI’ 22 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Maria Maddalena; San Fiorenzo.

Una scheggia di preghiera:

 

CANTERO’ LA TUA LODE DAVANTI AD OGNI CREATURA.

 

Saggezza popolare: Vincere se stesso è il modo più sicuro per non essere vinto dagli altri. Sapersi dominare è il mezzo più sicuro per non essere dominati. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Una vita interiore che non conducesse alla fiducia sarebbe un fallimento; ma una vita interiore che non partisse dalla fiducia sarebbe sbagliata fin dal principio, e questo errore iniziale avrebbe conseguenze funeste. (P. Charles)

Un aneddoto: Bruce Marshall ha scritto il suo primo romanzo intitolandolo «Il miracolo di padre Malachia» (1950): un frate benedettino, mandato ad evangelizzare Edimburgo, nel bel mezzo della società moderna, ottiene dal cielo un grosso miracolo per provare la divinità di Cristo e la santità nella Chiesa cattolica. Ma neppure dinnanzi all’evidenza di una casa da ballo fatta volare su uno scoglio del porto, si arrendono le presuntuose “intelligenze” della gente per bene, anzi trovano in tutto ciò una prova di mistificazione e di suggestione collettiva. E il monaco è costretto a chiedere al Signore di far ritornare al suo posto la casa da ballo. Conclude Marshall che, se Gesù comparisse a far miracoli ai nostri giorni, vi sarebbero anche oggi dei malvagi ostinati nel non credergli e ad accusarlo.

Parola di Dio: Ct 3, 1-4a o 2 Cor 5, 14-17 / Sal 62 / Gv 20, 1-2. 11-18

 

Vangelo Gv 20, 1. 11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro! Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto". Parola del Signore

 

“MARIA DI MAGDALA ANDO’ SUBITO AD ANNUNZIARE AI DISCEPOLI: “HO VISTO IL SIGNORE” E ANCHE CIÒ CHE LE AVEVA DETTO”.

(Gv. 20,18)

Qualche volte ci sembra che diventare testimoni di Gesù e  Apostoli sia una cosa per pochi ed estremamente difficile. Ma questo perché noi spesso pensiamo alla fede cristiana come ad un insieme di dogmi difficili, e perché ci sentiamo poco sicuri di noi, ma direi soprattutto perché la nostra fede non parte dalla gioia della risurrezione di Cristo. La Maddalena è colei che, di fronte alla rivelazione dell’amore risorto non può più contenere la sua gioia: poco le importa se non verrà creduta e se considerata una pazza. L’amore mette le ali ai suoi piedi e da allora essa diventa simbolo di tutti quelli che per amore di Cristo corrono per il mondo annunciando che la vita non muore mai, perché Gesù ce l’ha fatta: ha vinto per sé e per noi la morte. Quando la fede anche per noi non sarà più una teoria, una religione di norme, ma diventerà l’incontro con il vivente, la nostra vita diventerà automaticamente testimone del suo amore.

 

 

GIOVEDI’ 23 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Brigida, patrona d’Europa;Sant’Olimpio; Santa Cunegonda.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, O SIGNORE CUORE UMILE E SEMPLICE.

 

Saggezza popolare: E' più facile tenere sulla lingua un carbone acceso che un segreto altrui. (Prov. Cinese)

Hanno detto: “La preghiera è un intimo rapporto di amicizia, un trattenimento con colui da cui sappiamo di essere amati”. (S. Teresa d’Avila)

Un aneddoto: Sulle pareti della nave-traghetto Cariddi, che attraversa lo stretto di Messina, si legge un avviso: “Chi vede cadere una persona dalla nave, deve lanciare il grido: “Un uomo in mare”, e chi ode tale grido deve ripeterlo, cercando di farlo giungere al più presto sul ponte di comando”. Ciò dà da pensare: non siamo tenuti a gettarci nell’acqua per salvare il nostro prossimo, ma non possiamo neppure rimanere indifferenti o disinteressarci di chi è in pericolo... Gridiamo verso l’alto la nostra orazione perché dal ponte di comando, qualcuno intervenga subito.

Parola di Dio: Es. 19,1-2.9-11.16-20; Sal da Dan 3,52-56; Mt.13,10-17

 

Vangelo Mt 13, 10-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli e gli dissero: "Perché parli loro in parabole?". Egli rispose: "Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, sono diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono! ". Parola del Signore

 

“PERCHÉ PARLI LORO IN PARABOLE?” GESÙ RISPOSE: “PERCHÉ A VOI È DATO DI CONOSCERE I MISTERI DEL REGNO DEI CIELI, MA A LORO NON È DATO”.(Mt. 13,10-11)

Gesù usa le parabole per annunciare il regno dei cieli. Le parabole sono racconti semplici che partono dalla realtà della vita. Sono dunque facili messaggi per chi è semplice e sa leggere e interpretare con cuore disponibile e aperto il messaggio di Dio sulla vita, ma diventano astruse e difficili per chi sentendosi “culturalmente superiore’ ha la presunzione di conoscere tutto, di avere già la verità in tasca, di voler vivisezionare parole e fatti a proprio uso e consumo, di voler fare filosofia e accademia su parole così semplici. E così le parabole sono luce per i semplici e confusione per coloro che si ritengono sapienti. Anche oggi sono spesso stupito davanti alla forza della fede di certe persone umili e all’estrema complicazione e frammentarietà della fede dei “teologi”. Ricordo con riconoscenza un anziano sacerdote che davanti alla mia fede titubante, che cercava motivazioni “filosofiche e teologiche” mi diceva: “Rileggiti il Vangelo: Gesù ha dato la vita per quella parola, i teologi per la loro parola hanno solo avuto gli interessi librari”

 

 

VENERDI’ 24 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Cristina; Sant’Agostino Fangi.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, O SIGNORE, E’ PAROLA DI VITA ETERNA.

 

Saggezza popolare: Il silenzio è il linguaggio dello spirito. Dall'albero del silenzio pende il frutto della tranquillità. (Prov. Cinese)

Hanno detto: “La preghiera e il colloquio con Dio sono il bene sommo, perché è unione con lui”. (San Giovanni Crisostomo)

Un aneddoto: Una volta, in una parrocchia di periferia invitarono l’arcivescovo di Milano, cardinale Carlo Maria Martini, a visitare un giovane uomo di 35 anni, che giaceva in letto da quindici anni per la sclerosi a placche. Un tronco d’albero immobile. Il Cardinale racconta: «Mentre salivo le scale di quella povera casa, pregavo e pensavo a cosa avrei potuto dire per consolare quel povero giovane. Poi, quando mi sono seduto accanto a lui ed egli ha incominciato a parlare, mi sono accorto che era lui che consolava me, non viceversa. La sua fede era così forte, così viva, che anche quella misera condizione di vita non lo rendeva triste, ma anzi era gioioso, ottimista e ringraziava il Signore. Mi disse: “Ho una grande fortuna, ogni giorno vengono a portarmi l’Eucaristia. Come posso essere triste se ho sempre Dio con me?”»

Parola di Dio: Es 20, 1-17 / Sal 18 / Mt 13, 18-23

 

Vangelo Mt 13, 18-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Voi dunque intendete la parabola del seminatore: tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non da  frutto. Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi da  frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta ". Parola del Signore

 

“IL SEME CADUTO NELLA TERRA BUONA E’ COLUI CHE ASCOLTA LA PAROLA E LA COMPRENDE; QUESTI DÀ FRUTTO E PRODUCE ORA IL CENTO,ORA IL SESSANTA, ORA IL TRENTA”. (Mt. 13,23)

Il seminatore non siamo noi. Lui semina dove vuole e sa quello che fa. Il seme non siamo noi: è Lui che ha in germe la pianta. L’unica cosa che noi possiamo e dobbiamo essere è “terra buona”. La terra buona accoglie, riceve dal seme, ma trasmette al seme. Non fa niente da sola ma si lascia fare dal seme, protegge e dona, e soprattutto si lascia trasformare. Non pensiamo di essere noi a salvarci o a salvare il mondo o di essere noi seme per altri, lasciamoci lavorare da Dio, lasciamoci trasformare: ci sembra di perdere ma guadagniamo.

 

 

SABATO 25 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giacomo; San Cristoforo.

Una scheggia di preghiera:

 

VICINO A TE, GESU’, MA PER AMORE.

 

Saggezza popolare: Il cielo prova dolore ogni volta che gli uomini soffrono. (Prov. Cinese)

Hanno detto: “L’orazione del Signore (il Padre nostro) è veramente la sintesi di tutto il Vangelo”. (Tertulliano)

Un aneddoto: Una leggenda racconta che San Cristoforo fu insultato da un tale in mezzo alla folla. Cristoforo, soldato alto e forte, afferrò l'avversario, sguainò la spada e stava per trafiggerlo mentre la folla intorno lo incitava gridando: "Uccidilo, Uccidilo!.." Si ricordò allora della parola del Signore: "Così il Padre mio celeste farà a voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello". Cristoforo, facendo un'enorme sforzo, represse la collera e ripose la spada nel fodero; al popolo che continuava a chiedere vendetta rispose: "Lo farei, ma non posso, perché sono cristiano".

Parola di Dio nella festa di San Giacomo: 2Cor. 4,7-15; Sal. 125; Mt. 20,20-28

 

Vangelo Mt 20, 20-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio". Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti". Parola del Signore

 

“LA MADRE DEI FIGLI DI ZEBEDEO DISSE A GESU’: DÌ’ CHE QUESTI MIEI FIGLI SIEDANO UNO ALLA TUA DESTRA E UNO ALLA TUA SINISTRA NEL TUO REGNO”. (Mt. 20,20-21)

Oggi, festa di S. Giacomo, il Vangelo ci riporta la richiesta di sua madre a Gesù. Questa madre desidera che i propri figli siano vicini a Gesù. Non sappiamo se il suo desiderio fosse dettato da amore per Gesù e per i propri figli o da voler “sistemare” i figli in un luogo di potere, certo è che ogni cristiano ha giustamente il desiderio di “stare vicino” al maestro, godendo la sua amicizia. Ma questo è possibile solo ad una condizione: essere disposti e pronti a condividerne la vita in tutti i suoi aspetti, in tutti i suoi momenti, anche i più dolorosi. Qui è la fonte della vera amicizia con Gesù, del vero misticismo. Seguire Gesù non è una corsa verso una carriera, non è un conquistarsi un posto migliore in Paradiso, è trovare l’amico che ama, è condividere la sua esperienza, è fare come Lui la volontà del Padre.

 

 

DOMENICA 26 LUGLIO 17^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santi Gioacchino ed Anna; Santa Bartolomea Capitanio.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA GENEROSITA’, O SIGNORE, MI RENDA GENEROSO.

 

Saggezza popolare: Dio sorride se apri una porta; ed è triste se alzi un muro. (Prov. Cinese)

Hanno detto: “Tutte le parole che noi diciamo pregando non esprimono altro se non quanto è racchiuso nella preghiera insegnataci dal Signore, se la recitiamo bene e convenientemente”. (S. Agostino)

Un aneddoto: Quando Padre Damiano, l’apostolo dei lebbrosi, giunse al centro della sua attività missionaria si vide circondato da indigeni ostili o indifferenti dei quali non capiva neppure la lingua. Si fermò dinanzi a quei pagani con certo timore, ma subito si rischiarò in volto perché uno di essi gli era venuto accanto con aria di protezione e quindi si era chinato a tracciare sulla terra con la lancia un grande segno di croce. È il simbolo per cui in ogni terra, sotto ogni cielo, i cristiani si riconoscono.

Parola di Dio: 2 Re 4, 42-44 / Sal 144 / Ef 4, 1-6 / Gv 6, 1-15

 

Vangelo Gv 6, 1-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: "Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?". Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: "Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo". Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: "C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?". Rispose Gesù: "Fateli sedere". C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto". Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: "Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!". Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo. Parola del Signore

 

“C’E’ QUI UN RAGAZZO CHE HA CINQUE PANI D’ORZO E DUE PESCI; MA CHE COS’E’ QUESTO PER TANTA GENTE?” (Gv. 6,9)

L’uomo adulto, il politico, il manager, l’economista, l’uomo esperto... dicono che il problema della fame nel mondo problema è irrisolvibile. La pagina biblica, chiarisce e risolve il problema facendo nascere il dovere di distribuire a tutti quello che abbiamo. Nel vangelo abbiamo l’intervento di un giovane che offre tutto quello che ha. E’ un inesperto della vita, un sognatore, uno che non conosce le regole economiche: ha solo l’intuizione del cuore. Non nasconde il suo avere. Non sfugge alla denunzia del suo reddito: mette sulla tavola di tutti il suo tutto. Sembrava poca cosa e invece ne hanno usufruito tutti e ne è avanzato. Diciamo che è un miracolo. Sì, certo, è un “segno” di un intervento di Gesù, sul quel tappeto d’erba, davanti a tanta gente, che deve essere seguito e attuato. é il condividere con gli altri quello che si ha, quello che si è, quello che si sa, e questo risolve tutte le crisi. Se non fosse così, che senso avrebbe Paolo, quando afferma che siamo “un corpo solo” e che Dio “è presente in tutti e agisce per mezzo di tutti”? Riempirsi la bocca di “parole cristiane” non serve, se prima non si è vuotata la tasca. L’affamato vuole il pane, non un’idea. Ciò vale per il singolo, ma anche per la chiesa; per il semplice cittadino, ma anche per il parlamentare e per lo stato. E’ il test della credibilità.

 

 

LUNEDI’ 27 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio di Cordoba; Santa Liliosa.

Una scheggia di preghiera:

 

COME PICCOLO BIMBO, PRENDIMI TRA LE TUE BRACCIA, O SIGNORE.

 

Saggezza popolare: La solitudine rappresenta un grosso peso, quando non si hanno per compagni gli dei. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Chi non sale spesso in vita col pensiero in Cielo, pericola grandemente di non salirvi dopo morte. (San Filippo Neri)

Un aneddoto: Durante una furiosa tempesta, la nave su cui viaggiava Luigi IX per la Crociata, minacciava di affondare. Il santo sovrano sollevò sulle sue braccia un bambino, esclamando: “Signore io credo che, se tu vuoi, puoi salvarci. Se noi siamo indegni della tua misericordia, abbi almeno pietà di questo innocente”. La burrasca cessò prodigiosamente: a motivo di quella fede e di quella innocenza.

Parola di Dio: Es 32, 15-24. 30-34 / Sal 105 / Mt 13, 31-35

 

Vangelo Mt 13, 31-35

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un' altra parabola: "Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami". Un'altra parabola disse loro: "Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti". Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. Parola del Signore

 

“IL REGNO DEI CIELI SI PUO’ PARAGONARE AL LIEVITO CHE UNA DONNA HA IMPASTATO CON TRE MISURE DI FARINA PERCHE’ TUTTA SI FERMENTI”. (Mt. 13,33)

Mi piace molto il fatto che, quando Gesù ha voluto spiegare come cresce il regno dei cieli, ha usato l’esempio riguardante il lavoro di una casalinga. Oggi usare questo termina sembra quasi offensivo davanti a certe donne-in-carriera o davanti ad un mondo che sembra sottolineare soltanto gli aspetti più appariscenti ed esteriori o anche ad una chiesa che si lascia tentare dall’usare le stesse categorie del mondo. Il Regno dei cieli viene nel nascondimento, non è esteriorismo, grazie al cielo non dipende dagli sforzi dell’uomo; è come quel lavoro nascosto della casalinga che, forse non apprezzato o per lo meno poco capito è l’amore che permette alla casa e alla famiglia di funzionare. E’ continuo, non può smettere perché ogni giorno deve avere il suo ri-inizio, è amore fatto di silenzio e abnegazione ma offerto con gioia. C’è un mistero tra noi che matura: come un albero, come il lievito nella massa di farina silenziosamente cresce, silenziosamente fermenta.  Forse si sentono gli alberi quando crescono? Forse si sente il rumore del lievito quando fermenta? Eppure un mattino scopriamo che gli alberi sono tutti in fiore e che massa di farina è tutta fermentata. E’ questo il vero Regno di Dio quello che silenziosamente, senza armi, senza denaro né ricchezza, senza politica né affari, senza industrie e senza molte parole, conquista i cuori, perché esso è il Regno di colui che ama totalmente nel silenzio.

 

 

MARTEDI’ 28 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo I, Papa; Santa Serena.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, O SIGNORE, CONOSCI IL CUORE DELL’UOMO.

 

Saggezza popolare: Quando incontri un uomo troppo stanco per offrirti il suo sorriso, lasciagli il tuo. Nessuno ha tanto bisogno d'un sorriso quanto colui che non lo sa più dare. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Un balbuziente capisce meglio le parole di un altro balbuziente. (San Girolamo)

Un aneddoto: Di fronte al radicalismo dei suggerimenti di Cristo, in vista del pericolo di perdersi nel male, ricordiamo la domanda che san Luigi IX rivolse al suo Gran Siniscalco, Jean de Joinville, se preferiva esser malato piuttosto di aver commesso o star per commettere un peccato mortale. “Preferirei aver commesso trenta peccati mortali, rispose il sincero Gran Siniscalco, piuttosto d’esser lebbroso, per esempio”. “Ma come è possibile?”. “E così, insistette il de Joinville, se me lo chiedeste mille volte, di nuovo ripeterei la stessa cosa”. “Ah Mussart pazzo! disse Luigi di Francia, chiamandolo col suo nomignolo Mussart, t’inganni perché non c’è lebbra più sporca del peccato. Sentimi bene: quando un lebbroso muore rimane guarito da ogni infermità, questo è certo; ma se muore un uomo in peccato e senza pentimento, la sua colpa e il suo castigo non potranno esser mai cancellati. Che disgrazia, Mussart, che tu sia così pazzo!”. E Mussart conveniva dopo tanti anni, mentre scriveva le sue memorie nel 1309, che Re Luigi aveva avuto ragione.

Parola di Dio: Es 33, 7-11; 34, 5b-9. 28 / Sal 102 / Mt 13, 36-43

 

Vangelo Mt 13, 36-43

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù lasciò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si accostarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda! ". Parola del Signore

 

“SPIEGACI LA PARABOLA DELLA ZIZZANIA NEL CAMPO”. (Mt. 13,36)

Gli apostoli hanno avuto (come noi) difficoltà nel comprendere la parabola del buon grano e della zizzania e chiedono spiegazione. Anche loro (come noi) sarebbero dell’idea di quei contadini: “Vuoi che andiamo a togliere la zizzania, a sradicarla?”.  Gesù risponde: “No!, lasciate”. Una risposta sorprendente. L’intenzione sembrava buona, in fondo erano erbacce e seminate dal nemico. Il Regno di Dio non è forse una vittoria sul male? “Non preoccupatevi delle ombre della notte” sembra dirci il Signore, “quando il sole sorgerà nel suo mattino, ogni ombra sarà vinta e tutto sarà un trionfo di luce. Tutto, per ora ha una sua funzione: anche il male, anche l’opera del nemico. Il Regno di Dio non sta dunque nello sradicare, ma nel costruire. Come reagire allora davanti al male? Cercare in tutte le maniere di allontanarlo da noi come nemico di Dio e nostro; invocare la forza di Dio che può vincere il male e trasformarlo; fidarci di Dio anche nel momento del buio: se Dio aspetta a vincerlo non è di certo per la gioia sadica di vederci soffrire ma perché, nella sua sapienza, saprà Lui che anche attraverso la sofferenza e il male può nascere amore e salvezza.

 

 

MERCOLEDI’ 29 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marta; Sant’Ademaro; San Guglielmo Pinchon.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ CHE TI RICONOSCA E ACCOLGA QUANDO BUSSI ALLA MIA PORTA.

 

Saggezza popolare: L'uomo che non sa sorridere non dovrebbe aprire un negozio. (Prov. Cinese)

Hanno detto: Puoi cacciare l'indole naturale con un forcone: ma tornerà sempre di nuovo. (Orazio)

Un aneddoto: In “Casa di Bambola”, Ibsen presentava una donna, Nora, che dopo otto anni di matrimonio si era accorta di esser vissuta con un marito che le era divenuto estraneo in tutto. Allora, “per affermare la sua personalità”, era fuggita abbandonando lo sposo e i figli. Trent’anni più tardi un altro tragediografo, Cesare Viola, cercò di riprendere il filo di quella fuga in “Nora seconda”. L’eroina di ibsen è finita in tristissima solitudine a Capri, dove compare all’improvviso sua figlia Emmy, la quale, abbandonato il proprio marito, era fuggita lei pure con un amante, per poi passare ad altri amori in una miserabile abiezione: la vecchia Nora comprende le estreme conseguenze della sua smania di libertà: “tutto s’è trasformato in povero pretesto per giustificare l’immoralità”. La sua fuga fu un errore, la sua vita un fallimento, le conseguenze irreparabili: “la famiglia non è un gioco di bambole”.

Parola di Dio: Pr 31, 10-13. 19-20. 30-31 / Sal 14 / Gv 11, 19-27 o Lc 10, 38-42

 

Vangelo Lc 10, 38-42

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta". Parola del Signore

 

“GESÙ’ ENTRÒ IN UN VILLAGGIO E UNA DONNA DI NOME MARTA, LO ACCOLSE NELLA SUA CASA”. (Lc. 10,38)

Nelle nostre campagne c’era sempre un angolo, magari anche solo il pagliaio o la stalla, dove il viandante trovava accoglienza e riposo. Sentendo i racconti degli “sfollati” dell’ultima guerra ci sono racconti meravigliosi di ospitalità. Oggi nelle nostre città tutto è più difficile, sia le case, sia le condizioni di vita ci portano sempre più all’individualismo. Eppure Gesù bussa ancora in molti modi diversi alla porta del nostro cuore e delle nostre case. Quanti uomini cercano una parola di comprensione o di conforto per sentirsi ancora persone! Marta accoglie Gesù e nella sua casa entrano la gioia e la vita. Gesù bussa alla porta della tua vita, ma se ti chiede qualcosa è molto più quello che porta se tu lo accogli.

 

 

GIOVEDI’ 30 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Crisologo;Santa Donatella, martire; San Capreolo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.

 

Saggezza popolare: Non si può comperare un sorriso, non lo si può mendicare, non lo si può prendere a prestito né rubare; un sorriso non serve assolutamente a nulla finché non è stato donato. (Prov. Cinese)

Hanno detto: La parola detta non può tornare indietro. (Orazio)

Un aneddoto: Racconta Padre Gheddo: nel 1966 sono stato a Recife, capitale del Nord-Est brasiliano, regione molto povera, devastata da siccità e carestie. Ero ospite del vescovo di Recife, mons. Helder Càmara, che in seguito doveva diventare famoso come “profeta del terzo mondo”. Dom Helder mi portò a visitare la sua diocesi. Un pomeriggio siamo capitati in casa di un pescatore, una casupola di legno in riva all’Oceano, la cui moglie stava morendo. Mentre il vescovo era seduto accanto al letto e parlava con la donna, chiedo al marito quanti figli hanno.

— Abbiamo avuto sette figli, mi risponde, ma solo tre sono vivi. Gli altri sono morti da piccoli.

— Di che malattia?

— Mah, di malattie varie, non mangiavano abbastanza.

— Cosa mangiate tutti i giorni? gli ho chiesto.

La risposta mi ha stretto il cuore. Padre, noi non mangiamo tutti i giorni...

Parola di Dio: Es 40, 16-21. 34-38 / Sal 83 / Mt 13, 47-53

 

Vangelo Mt 13, 47-53

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alla folla: "Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete capito tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Terminate queste parabole, Gesù partì di là. Parola del Signore

 

“VERRANNO GLI ANGELI E SEPARERANNO I CATTIVI DAI BUONI”. (Mt. 13,49)

Il compito della chiesa è la missione, raffigurata mediante la pesca, affidata alla responsabilità dei discepoli (cfr Mt 4,19), ma l’incarico della cernita, immagine della separazione dei malvagi dai buoni, è affidata agli angeli (cfr Mt 13,41). Contro ogni tendenza integrista, che sogna una comunità credente di separati e di puri, Gesù annuncia che il tempo presente è l’ambito della tolleranza e della pazienza senza tendenze discriminatorie. Dunque compito della chiesa è la missione, non il giudizio. Come il compito del cristiano è quello di seminare e non raccogliere. Quante volte ho visto cristiani scoraggiati davanti all’esiguità dei risoltati del loro apostolato: non spaventiamoci, mettiamocela tutta e poi lasciamo agli “angeli” (leggi: la misericordia di Dio) a fare il resto.

 

 

VENERDI’ 31 LUGLIO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Loyola;San Fabio; San Giustino de Jacobis.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONAMI DI ACCOGLIERTI CON GIOIA.

 

Saggezza popolare: Lo spaccone è una tigre con la testa di carta. (Prov. Cinese)

Hanno detto: L'onestà è lodata ma muore di freddo. (Giovenale)

Un aneddoto: Ancora una testimonianza di Padre Gheddo: un giorno in India, mentre percorrevo un tratto di strada in autobus ho mangiato un’arancia e, non sapendo dove gettare le bucce, ho atteso che il bus si fermasse. Ho visto un bambino che correva a raccoglierle per cibarsene. Sono diventato rosso. Ma il dolore è diventato ancora più grande quando ho visto sua madre, giovanissima, che si avvicinava a mani giunte per ringraziarmi di aver dato da mangiare a suo figlio.

Parola di Dio: Lv 23, 1. 4-11. 15-16. 27. 34b-37 / Sal 80 / Mt 13, 54-58

 

Vangelo Mt 13, 54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?". E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità. Parola del Signore

 

“E SI SCANDALIZZAVANO PER CAUSA SUA”. (Mt. 13,57)

Dopo aver letto la pagina odierna del vangelo ed averne ricordate alcune altri simili, forse ci si può porre una domanda: come mai per certe persone (vedi i pescatori del lago, Matteo, Zaccheo, il centurione la donna malata di perdite di sangue…) riescono ad incontrare subito Gesù e a riconoscere in Lui il Maestro o addirittura il Figlio di Dio, ottenendo anche dei doni come la chiamata oppure dei miracoli, e alcuni altri, come i conterranei di Gesù, invece faticano o sono increduli?  Qualcuno può azzardare: “Forse avevano doni diversi”, qualcun altro potrebbe dire: “Non è semplice per uno che ha giocato con Gesù che lo ha visto sudare nel lavoro di falegname, riconoscere in Lui il Figlio di Dio”. Sono risposte che però non ci convincono più di tanto perché sappiamo che Gesù è venuto per tutti e non solo per qualcuno e perché sappiamo che l’intimità con l’umanità di Gesù ha portato altri alla fede. La risposta forse è più semplice: perché chi ha in mente un’idea preconcetta di come ‘è’ Dio e di come ‘deve’ comportarsi, davanti all’estrema libertà, fantasia, amore di Dio nel farsi uomo per noi, rimane spiazzato, non riesce a capirlo, a farlo rientrare nei propri schemi; insomma, Dio non può essere così, Dio è ortodosso, Dio deve avere l’etichetta della religione, Dio non va in giro per la terra seguito da una banda di straccioni, Dio non sorride sull’osservanza delle norme religiose, Dio i miracoli, quelli veri, li fa per i suoi, per quelli buoni, Dio non ha frequentazioni con pubblici peccatori e prostitute.  Coloro invece che con semplicità hanno messo i loro occhi in Gesù, lo hanno accolto come novità profonda, come liberazione non solo dalle schiavitù umane ma anche da certe catene religiose, chi cioè ha accolto Gesù nella sua pienezza di persona umana, ha accolto anche la sua divinità, si è fidato di Lui, gli ha aperto la porta di casa sua, gli ha permesso di operare in se stesso dei cambiamenti.

     
     
 

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