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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

AGOSTO 2008

 

VENERDI’ 1 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; San Giovanni da Rieti, San Leo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNACI A RICONOSCERE IL TUO VERO VOLTO.

 

 

Hanno detto: Una povera vecchia è capace di amare Dio meglio di un dottore in teologia. (San Bonaventura)

Saggezza popolare: Amami poco... ma continua! (Proverbio Toscano)

Un aneddoto: Domanda il discepolo: “Qual'è l’errore più grande che l’uomo può fare?” Risponde il rabbino: “Ci sono tanti errori e peccati; ma quello più grande è: Dimenticare d’essere figli del Re!

Parola di Dio: Ger. 26,1-9; Sal. 68; Mt. 13,54-58

 

Vangelo Mt 13, 54-58

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?". E si scandalizzavano per causa sua. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua". E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità. Parola del Signore

 

“NON E’ EGLI FORSE IL FIGLIO DEL CARPENTIERE?”. (Mt. 13,55)

E’ veramente difficile per Gesù  portare la salvezza e la liberazione là dove c’è solo facile supponenza o indifferenza o ostilità. L’uomo si fa imbrigliare dalle apparenze: si ferma a quanto sa, vede e sente  o meglio, a quanto pensa di sapere, di vedere, di sentire. Non è affatto facile liberarsi dalla convinzione di conoscere già ogni cosa e ogni persona. L’errore dei cittadini di Gesù è proprio credere che non possa essere di più di quanto già essi sappiano di Lui, il figlio di Maria e di Giuseppe, il carpentiere. Questo basta loro. Vengono poste delle domande, ma non si aspetta la risposta perché in fondo, non la si cerca. Anche oggi Gesù ha difficoltà a farsi conoscere nella sua pienezza proprio da quelli che pensano di conoscerlo già a sufficienza. Il supporre di sapere tutto, il ridurre la fede a religiosità o il Cristo all’immagine che ce ne siamo fatta, ci impedisce di essere aperti alla sua novità. Gesù non può essere ridotto ad un oggetto di solo studio. Io posso anche credere di conoscere tutto di Napoleone, ma questo non cambia la mia vita. Dio non lo si compra preconfezionato e con l’etichetta di garanzia al supermercato, Dio lo si può solo accogliere con amore così com’è perché sia Lui a cambiare la nostra vita a sua misura.

 

 

SABATO 2 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Eusebio di Vercelli; San Pietro Giuliano Eymard.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’ SEI LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA.

 

Hanno detto:

Guardando indietro nella tua vita scoprirai che i momenti nei quali hai veramente vissuto sono quelli in cui hai fatto le cose con spirito di amore. (Drummond)

Saggezza popolare: Per amore della rosa, si sopportano le spine. (Proverbio Turco)

Un aneddoto: Un giorno uno studente ateo, in una riunione familiare, chiede ad un membro della chiesa clandestina russa: ”Come si può credere in Dio, se nessuno lo ha visto e dimostrato scientificamente?” Poi, sicuro, afferma: “Non vi è nulla dopo la morte, ad eccezione del mondo che continua a rotare nel cosmo!” Un giovane credente gli risponde: “Ascolta. Se noi potessimo fare un’intervista ad un embrione nel seno materno e gli dicessimo che, dopo i nove mesi di vita intrauterina, vi è un’esistenza meravigliosa in un mondo popolato di stelle, di fiori, d’animali e di uomini, cosa risponderebbe? Se è molto scientificamente presuntuoso, risponderebbe dicendo che questo non è sicuro: infatti nel seno materno non lo vede e non lo tocca questo mondo meraviglioso, eppure lì dentro conosce tutto millimetro per millimetro. Ma se non è superficiale e analizza se stesso in profondità, guardando i suoi occhi, il suo cuore e i suoi pie­dini in formazione, di certo si domanderebbe: “ Perché ho questi occhi, se tutta la mia vita si svolgerà nel buio del ventre materno? Di certo non sono fatto per vivere solamente qui dentro! Se sempre rimarrò qui dentro, perché il mio piccolo cuore è in formazione? Non basta il cuore di mia madre? Certamente dovrò un giorno staccarmi da lei. Se il mio mondo è solo questo utero, perché i miei piedini di giorno in giorno diventano sempre più grandi e robusti? Guardando me stesso in profondità vedo di essere destinato a camminare, ad amare, a vedere un mondo diverso!” Così avviene per l’uomo, in cerca del suo destino. Se ben analizza le sue facoltà spirituali, se ben riflette sulla sua esigenza d’immortalità, si scopre destinato al regno eterno di Dio. (citato da A. HORTOLANO, Preghiere Indiscrete).

Parola di Dio: Ger. 26,11-16.24; Sal. 68; Mt. 14,1-12

 

Vangelo Mt 14, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui". Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla!". Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta. Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista". Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere. La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre. I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù. Parola del Signore

 

“ERODE DICEVA: COSTUI E’ GIOVANNI BATTISTA RISUSCITATO DAI MORTI. (Mt. 14,2)

Erode è uno che si crede potente e come tutti i potenti vive nella paura di perdere il suo potere; questa paura, il voler apparire, ed anche una dose abbondante di imbecillità (che di solito accompagna sempre gli arrampicatori ai vari poteri di questa terra), lo portano ad agire con violenza, qualche volta anche contro se stesso. Giovanni Battista è stato ucciso perché dava fastidio ma soprattutto per salvare la faccia, ma la paura di quanto ha fatto, la consapevolezza di aver toccato forze più grandi di se stesso, ora fa vedere Giovanni ancora vivo. Erode, stupidamente crede di essere libero perché il potere “gli permette di fare quello che vuole”. Ma, chiediamoci: dov’è la verità e dove la vera libertà?

E’ libero Erode che pensa di fare ciò che vuole, ma che è schiavo della sua stessa politica, che è un re fantoccio nelle mani dell’invasore romano, che vive di continue paure di perdere il suo piccolo potere o è libero Giovanni legato con catene nella sua prigione, ma che dice la verità, che obbedisce a Dio?

E oggi la libertà sta di casa nelle ricchezze che permettono di “fare ciò che voglio” magari anche sulle spalle di altri, sta di casa nei vari palazzi dei poteri politici, religiosi, economici, sta di casa dai divi e dagli uomini di successo? La libertà e la verità abitano nella casa dei ‘grandi fratelli Tv.’, nelle telenovela che vengono presentate come modello di vita o nella vita di chi sta lottando per la liberazione propria e dei propri fratelli dal potere economico delle multinazionali, da certi poteri politici e religiosi che vogliono tenere l’uomo sottomesso per ottenere maggiori profitti?

Quanti uomini anche oggi asseriscono di essere liberi, dicono di fare ciò che vogliono ma poi dipendono dall’ultima corrente politica, dalla moda, sono schiavi delle loro passioni... Esaminiamoci: qual è la mia libertà? Vivo veramente per dei valori scelti? In che modo mi lascio condi­zionare? La mia testimonianza cristia­na si ferma davanti alle prove che incontro nel mondo?

 

 

DOMENICA 3 AGOSTO XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Lidia; San Nicodemo.

Una scheggia di preghiera:

 

DOV’E’ CARITA’ E AMORE, QUI C’E’ DIO.

 

Hanno detto: L'amore che non si rinnova ogni giorno diviene abitudine e poi schiavitù. (Gibran)

Saggezza popolare: Chi si ritira prima di morire non è da compatire. (proverbio Piemontese)

Un aneddoto: Un giovane nobile si recò un giorno da un virtuoso Abate chiedendo di entrare a far parte del suo Ordine. L’abate volle conoscere le sue abitudini e le sue inclinazioni; il candidato alzò il capo con orgoglio: “lo vesto sempre di bianco, non bevo che acqua, d’inverno mi rotolo nudo nella neve. Per meglio mortificarmi, ho messo dei chiodi aguzzi nelle mie scarpe, e ordino al mio scudiero di frustarmi quaranta volte al giorno...In quel preciso istante, apparve un cavallo nei pressi; l’animale s’abbeverò ad una pozza, e si rotolò per terra nella neve. “Vedi”, disse l’Abate, “questa creatura è bianca, non beve che acqua, si rotola nudo nella neve, i chiodi tormentano i suoi piedi e riceve ben più di quaranta frustate in un solo giorno. Eppure non è altro che un cavallo...”.

Parola di Dio: Is. 55,1-3; Sal 144; Rm. 8,35.37-39; Mt. 14,13-21

 

Vangelo Mt 14, 13-21

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, quando udì della morte di Giovanni Battista, Gesù partì su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qua". E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore

 

“CONGEDA LA FOLLA PERCHE' VADA NEI VILLAGGI A COMPRARSI DA MANGIARE”. (Mt. 14,15)

Davanti ad una folla affamata di oltre cinquemila persone, i discepoli, con ‘‘buon senso” e con molta diplomazia, invitano Gesù a mandarli via. Detto in altre parole: “Quello che avevi da dir loro l’hai detto, per il mangiare si arrangino!”.  Questa frase continua a risuonare nel mondo, con infinite varianti: “Sono fatti loro... Che cosa c’entro io... Non è compito mio... Ci sono delle strutture apposta... paghiamo le tasse proprio per questo... Qualcuno dovrà ben pensarci... Che cosa ci posso fare io?... Mica posso portarmi a casa tutta quella gente... Bisogna che i responsabili si decidano ad intervenire... E poi, diciamola tutta, anche loro devono darsi da fare, mica pretendere sempre dagli altri... Noi abbiamo già guai a sufficienza per conto nostro…” E Gesù ci butta in faccia, con la massima naturalezza: “Non occorre che vadano: date voi stessi da mangiare”. Concretamente, Lui mi dice: “Poche storie. Tocca a te. E’ faccenda tua, non puoi tirarti indietro”. Gesù per operare un miracolo non parte dal nulla, non cambia le pietre in pane come gli aveva suggerito il diavolo nel deserto. Dio per fare i miracoli vuol servirsi di poca cosa ma data dagli apostoli. Dio per fare miracoli ha bisogno di te e di me.

 

 

LUNEDI’ 4 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Maria Vianney; San Tertulliano.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, SIGNORE, PUOI SAZIARE LA NOSTRA FAME.

 

Hanno detto: Il vero amore pensa all'istante e all'eternità. Ma mai alla durata. (Nietzsche)

Saggezza popolare: Non si insegna a nuotare ai pesci.

Un aneddoto: Tra i pellegrini che andavano dal santo curato d’Ars, uno aveva espresso in particolare il desiderio di vedere con i propri occhi quell’uomo che faceva tanti prodigi e convertiva tanti cuori; e si trovò di fronte a un uomo magro e molto austero, umile e semplice, che conversava con Dio, parlava di Dio e lasciava trasparire Dio. Al suo ritorno gli chiesero che cosa aveva visto, ed egli rispose: «Nulla, ho visto Dio in un uomo». Perché non cerchiamo di fare in modo che anche in noi sia facile scoprire la presenza del Signore? (E. PIRONIO, Il Padre ci attende, Bologna ).

Parola di Dio: Ger. 28,1-17; Sal.118; Mt.14,13-21

 

Vangelo Mt 14, 13-21

Dal vangelo secondo Matteo

Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città.

Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati. Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare". Ma Gesù rispose: "Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare". Gli risposero: "Non abbiamo che cinque pani e due pesci!". Ed egli disse: "Portatemeli qua". E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini. Parola del Signore

 

“DATE LORO VOI STESSI DA MANGIARE”. (Mt.14,16)

Per uno strano incrocio di date questo lunedì ci presenta lo stesso vangelo letto ieri, riprendiamo dunque la conclusione delle riflessioni di ieri per ampliarle: Gesù, con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, manifesta che è il Messia, e che Dio è in grado di sfamarci tutti; ma non lo fa da solo. Il Signore sa bene che nelle mani dei discepoli c'è poco: appena cinque pani e due pesci; eppure debbono rispondere al bisogno di quella folla senza rimandarla indietro. Il miracolo inizia proprio qui: dalla debolezza messa con fiducia nelle mani del Signore. Così avviene la moltiplicazione. La povertà diventa abbondanza. Molte volte i miracoli sono bloccati dall'avarizia. Tanta gente resta affamata e muore, non per la mancanza il cibo, ma perché viene sprecato o distrutto per interesse. Il Signore ha bisogno delle nostre mani, anche se deboli, delle nostre risorse, anche se modeste. Egli rende forte la nostra debolezza e ricca la nostra povertà. E’ anche questo il senso delle dodici ceste avanzate: ad ogni discepolo, ad ognuno dei dodici, è consegnato uno di quei cesti perché senta la grave e dolce responsabilità di distribuire quel pane che la misericordia di Dio ha moltiplicato nelle sue mani. Sulle sabbie di Villa El Salvador, nella periferia sud di Lima (Perù), il Papa Giovanni Paolo II si incontrò con un milione di poveri, la mattina del 5 febbraio 1985. Durante la liturgia della Parola, fu proclamato il Vangelo della moltiplicazione dei pani e il Papa fece la sua esortazione missionaria; alla fine dell'incontro, visibilmente impressionato, parlò a braccio facendo una sintesi del suo messaggio con queste parole: "Hambre de Dios, SI. Hambre de pan, NO" (Fame di Dio, Sì. Fame di pane, No). Questa sintesi dottrinale fece immediatamente il giro del mondo e rimase scolpita nel monumento che sul posto ricorda quella visita del Papa. È una sintesi che spiega e sostiene il lavoro missionario: un lavoro per fomentare la fame di Dio e debellare la fame di pane.

 

 

MARTEDI’ 5 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Osvaldo; Sant’Emidio.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI OCCHI PER VEDERE IL TUO VOLTO, O SIGNORE.

 

Hanno detto: L'amore non esige perfezione ma impone sincerità. (Leo Buscaglia)

Saggezza popolare: L’arte non ha maggior nemico dell’ignorante.

Un aneddoto: Non dimenticherò mai una sera, in Argentina, in un "obraje", nella macchia dove lavorano in clima estremo, spesso tormentati da nuvole di zanzare, con i piedi in acquitrini putridi, con un salario di stretta sopravvivenza, i boscaioli. Mi aggiravo all'ora del tramonto fra i "ranchos" miserabili di fango dove si riparano ammassate dieci o più persone. Passo davanti alla casa di Domingo che sta riposando a dorso nudo, scalzo, giocando con I’ascia che ha maneggiato duramente tutta la giornata... Domingo, normalmente poco espansivo, mi vede passare davanti alla sua casa, mi saluta e m'invita a sedergli accanto. Quando il sole è scomparso del tutto dopo aver assolto il suo impegno di dare ore di splendore a uno dei paesaggi più desolati che io abbia visto, Domingo manda una voce dentro il "rancho": "Negra, il fratello resta a cena con noi”. La ''negra'' si affaccia alla porta sorridente e dice: "Domingo, abbiamo tanto poco da cena, non sarebbe meglio invitarlo un'altra volta?" Ma Domingo insiste, e io sento che devo restare, proprio perché non hanno niente da darmi. Dopo poco arriva sulla tavola un piatto di pasta bollita senza condimento: è tutto. Siamo noi tre nel silenzio calmo della notte. Ad un tratto io ho visto il volto di Domingo illuminarsi: "Negra, noi siamo veramente felici, ci vogliamo bene, abbiamo buona salute. Dio stasera è con noi per la presenza del fratello, abbiamo tutto". E la "negra" faceva il commento musicale con il suo sorriso. Come avrei voluto fissare quel momento... No, non era "fatalismo": Domingo era buon operaio perché solido di muscoli e abile nel taglio, scomodo, scontroso, contestatore, "mai contento", diceva di lui il "capataz". In quel momento Domingo aveva la sua estasi contemplativa: scopriva nel suo "nulla" uno sguardo che si posava su di lui con amore. (Testimonianza di Arturo Paoli)

Parola di Dio: Ger. 30,1-2.12-15.18-22; Sal. 101; Mt. 14,22-36

 

Vangelo Mt 14, 22-36

Dal vangelo secondo Matteo.

In quei giorni, dopo che ebbe saziato la folla, Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E' un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: “Coraggio, sono io, non abbiate paura”. Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli disse: “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: “Tu sei veramente il Figlio di Dio!”. Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati, e lo pregavano di poter toccare almeno l'orlo del suo mantello. E quanti lo toccavano guarivano. Parola del Signore

 

“E’ UN FANTASMA, E SI MISERO A GRIDARE DALLA PAURA” (Mt 14,26)

O Dio ti riempie il cuore di gioia o Dio ti fa paura. Se noi sappiamo che Dio ci vuole bene e vuole sempre ed unicamente il nostro bene, la sua venuta nella nostra storia ci riempi di meraviglia e di gioia: Lui non è il mio “padrone” ma è un padre, Lui non è solo il Signore potente, ma è tenerezza, Lui non è solo il mistero oscuro imperscrutabile, ma il Dio che svela il suo volto misericordioso, Lui non è Colui che se sgarro tira i suoi fulmini o inventa inferni sadici per punire le colpe, ma colui che viene a cercare il peccatore per salvarlo… Certo non bisogna confonderlo con il fantasma delle nostre paure: se in mezzo alle tempeste della mia vita io so solo scorgere il fantasma delle mie paure, se vedo in Lui un castigamatti, se cerco di comprarmelo solo con qualche preghiera o qualche voto, soprattutto se non riesco più a distinguere il suo volto misericordioso, allora Dio diventa una fantasma, una paura in più da aggiungere alle paure che già la vita mi propina ogni giorno. No, Dio non è un fantasma che appare solo in certi momenti della vita, il nostro Dio si è incarnato per “essere con noi ogni giorno di vita”, Dio non è la proiezione delle nostre paure: Egli è! Dio non è una somma alchemica di pensieri filosofici degli uomini, è persona, Dio non è fantasie new age che vedendolo dappertutto e in tutto rischiano di eliminarlo definitivamente perché non ha più il suo vero volto: Dio c’è e ti ama!

 

 

MERCOLEDI' 6 AGOSTO: TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

Tra i santi ricordati oggi: San Giordano; Santi Giusto e Pastore.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDIMI DOCILE ALL’ASCOLTO DELLA TUA PAROLA, O SIGNORE.

 

Hanno detto: Il cuore dei santi è un altare presso il quale stanno volentieri gli angeli di Dio, pronti a prendere e offrire al Signore i loro pensieri, le loro orazioni e buone opere. (Sant’Alberto Magno)

Saggezza popolare: Un angelo che cade dal cielo si volta spesso a guardare indietro.

Un aneddoto: Dona Lourdes, sempre assidua agli incontri di preghiera, è da un po’ che non compare più in chiesa. Un’amica va a vedere che cosa le è successo. “Sei ammalata? Perché non vieni più in chiesa?”. ‘‘La mia vicina ha litigato con me’’ risponde Lourdes. “Ma che colpa ne hai tu, se è stata lei a litigare?”. Dona Lourdes scuote la testa: “Non posso proprio venire. Non ricordi ciò che dice Gesù? Se tuo fratello ha qualche cosa contro di te, va a riconciliarti con lui prima di avvicinarti all’altare. lo sono andata, ma lei non ha voluto ascoltarmi. Vedi tu se puoi fare qualche cosa per aiutarmi L’amica, preoccupata, cerca allora il Padre perché intervenga a pacificare le due donne. Quando Lourdes torna alla chiesa non è più sola, ma a braccetto della vicina riconciliata.

Parola di Dio: Parola di Dio:Dn. 7,9-10.13-14; Sal. 96; 2Pt. 1,16-19; Lc.9,28-36

 

2^ Lettura 2 Pt 1,16-19

Dalla seconda lettera di Pietro

Carissimi, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". Questa voce noi l'abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. Parola di Dio

 

“QUESTA VOCE (DEL PADRE) NOI L’ABBIAMO UDITA SCENDERE DAL CIELO MENTRE ERAVAMO CON LUI SUL SANTO MONTE” (2Pt 1,18)

Quello che era rimasto nel cuore di Pietro, riguardo l’esperienza della trasfigurazione di Gesù, era innanzitutto la voce di Dio che annunciava Cristo come suo Figlio prediletto. Aldilà della grandezza a cui Pietro fu ammesso con gli altri due apostoli, aldilà di questa esperienza che preludeva la risurrezione di Gesù preparandoli ad affrontare lo scandalo della sua passione, Pietro comprese che quella voce era la conferma di tutte le profezie precedenti a Gesù, che essi in quel giorno videro realizzate tutte insieme. Pietro sapeva, come ogni buon ebreo, che l’importante nella vita di unione con Dio non era tanto il vedere Dio, ma ascoltarlo cioè comprendere Dio, farne la sua volontà. Anche oggi noi possiamo sentire quella voce che conferma Gesù: basta fidarci di Lui, del suo Vangelo, basta cercare con tutte le nostre forze di aderire alla parola, al pensiero, alle scelte di Gesù. Qui allora scaturisce un piccolo esame di coscienza: ma io la conosco davvero la Parola di Dio. Molti di noi potrebbero dire: “Io, i Vangeli li conosco quasi a memoria!” Ma quella parola è entrata nel mio cuore? Cristo oggi è vivo in me, nelle mie scelte fatte in comunione con Lui? Posso  con Paolo dire in verità: “Non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me?”. Non scoraggiamoci fratelli, ma ripartiamo con coraggio masticando giorno per giorno la parola di Gesù perché ci alimenti e poco per volta ci trasformi.

 

 

GIOVEDI’ 7 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Sisto II e compagni; San Gaetano.

Una scheggia di preghiera:

 

STO IN SILENZIO DAVANTI ALLA TUA CROCE, SIGNORE.

 

Hanno detto:

Se tenessi presente il tuo Angelo Custode e gli Angeli del tuo prossimo, eviteresti molte sciocchezze che ti sfuggono nella conversazione. (Escrivà de Balanguer)

Saggezza popolare: Fanciulli e pazzi hanno un angelo custode. (Proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Rabbi Nahman di Bratzlaw ci ha tramandato questo detto di suo bisnonno, il Baalshemtov: “Ahimè, il mondo è pieno di potenti luci e di misteri, e l’uomo se li nasconde con la sua piccola mano.”

Parola di Dio: Ger. 31,31-34; Sal. 50; Mt. 16,13-23

 

Vangelo Mt 16, 13-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!". Parola del Signore

 

“PIETRO TRASSE GESU’ IN DISPARTE E COMINCIO’ A PROTESTARE”. (Mt. 16,22)

Lo dico sorridendo: “La prima protesta nella storia della Chiesa è stata quella di Pietro”. Una protesta certamente dettata da amore per Gesù, ma completamente sballata. Essa  è eco delle tante nostre proteste: “Signore, perché la croce quando tutto si potrebbe risolvere più facilmente?”, “Perché la vita non potrebbe essere una bella passeggiata in questo bel mondo per arrivare senza traumi alla gioia dell’eternità?”, “Perché tu stesso hai dovuto salvarci attraverso la sofferenza della croce, quando avresti potuto farlo in mille altri modi non cruenti?” I teologi, lungo i secoli hanno cercato in mille modi di rispondere a queste domande, ci hanno detto che la sofferenza è causata dal peccato e che è mezzo per vincere il peccato, ci hanno detto che l’amore che offre e soffre è il modo più completo di amare, ci hanno ricordato che “per crucem ad lucem”, cioè attraverso la croce si raggiunge la luce. E certamente queste risposte hanno tutte una loro parte profonda di verità, ma il mistero del dolore, della sofferenza del giusto, della croce, rimane ancora mistero. Eppure il Vangelo di oggi ci ricorda che davanti alla domanda di Gesù: ”Chi dite che io sia?”, non basta rispondere teologicamente esatto, e non basta neppure arrivare a dire che Gesù è il Messia, bisogna accettarlo così come Egli è : il Messia sofferente. Anche Gesù non ha amato la croce in se stessa ma l’ha accettata e abbracciata nella volontà del Padre, fidandosi di Lui e amando noi. Davanti al mistero della croce nella mia vita e in quella degli uomini l’unica strada è quella di guardare a Gesù e fidarsi di Lui. E’ bene non  dimenticare che Lui si è messo davanti lungo quella strada, sta in testa all’interminabile processione, e sulle spalle porta la sua e le nostre croci. Risulta difficile e imbarazzante discutere di croce con uno esperto come Lui. Ed è inutile protestare. Pietro, quella famosa volta ci ha provato e si è guadagnato un titolo poco lusinghiero: “Satana”, pietra di inciampo, divisore dalla volontà di Dio.

 

 

VENERDI’ 8 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Domenico; San Famiano.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, LE TUE ORME SIANO LA MIA VIA.

 

Hanno detto: Non capisco bene perché gli uomini che credono agli elettroni si considerino meno creduli degli uomini che credono agli angeli. (G.B. Shaw)

Saggezza popolare: Anche il diavolo fu prima angelo.

Un aneddoto: S. Domenico, illustre fondatore dei Frati Predicatori, passò tutta la sua vita, predicando il Vangelo.

Avendo un giorno predicato contro gli eretici, scrisse le argomentazioni contro i loro errori e consegnò lo scritto ad uno di essi, perché vi meditasse sopra. L’eretico, la notte, radunò attorno ad un gran fuoco gli amici e mostrò loro lo scritto. Essi gli consigliarono di buttarlo nel fuoco: se non fosse bruciato, veramente conteneva la sana dottrina di Cristo. E così avvenne. Ritentarono di bruciarlo, perché la prova fosse più sicura; ma il foglietto, anche la seconda volta, non prese fuoco. Anche la terza volta ritirarono dal fuoco il foglio intatto e perciò più d’uno di loro si convertì al Signore.

Parola di Dio: Na. 2,1.3;3,1-3.6-7; Sal. Cantico da Dt. 32,35-36.39-41; Mt. 16,24-28

 

Vangelo Mt 16, 24-28

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. In verità vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel suo regno". Parola del Signore

 

“SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI SEGUA”. (Mt. 16,24)

Frase dura quella che Gesù ci suggerisce oggi. Eppure chiarificatrice su che cosa significhi essere veri discepoli di Cristo. Partiamo da una prima osservazione: non confondiamo il seguire Gesù con l’iscriversi ad una associazione o aderire ad una chiesa. Il cristiano prima di tutto è uno che è stato scelto da Gesù: “Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi”. Se dunque io sono stato scelto dall’amore di Dio per essere discepolo di Gesù non solo devo conoscerlo, amarlo e avere fede in Lui, significa che devo diventare Lui. Comprendiamo allora la frase di oggi: rinnegare se stessi, non significa fare qualche piccolo sacrificio, significa dire di “no” al vecchio egoistico modo di vivere e di pensare e dire di “sì” a Gesù. La vita che io vivo non è più mia, per farne quello che voglio, ora appartiene a Gesù. E’ Lui il Signore e Maestro di tutto ciò che sono e di tutto ciò che ho. E allora riesco anche a capire che  cosa significa: “Prendere la croce”. Per Gesù la croce significava dolore e vergogna, solitudine e rifiuto, sofferenza e morte. Gesù ci esorta a percorrere la medesima strada e a non sorprendersi quando avvengono incomprensioni e opposizioni. Prendere la croce, significa capire a fondo, proprio guardando a quello che Lui ha fatto, che il modo migliore di amare Lui e il prossimo è quello di ‘dare’, consumare la nostra vita per gli altri.

 

 

SABATO 9 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa; San Fermo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, IL MIO CUORE NON HA PACE FINCHE' NON RIPOSA IN TE.

 

Hanno detto: L'angoscia che rimane in chi ha insultato Dio, è il segno che Dio gli ha risposto; è passato dentro di lui, e gli ha lasciato qualcosa. (V.G. Rossi)

Saggezza popolare: Ognuno è all’altro o angelo o demonio

Un aneddoto: E' proprio vero che nel mondo dei preti trovi sempre qualche originale. C'era un prete che abitualmente era spiantato perché quando passava qualcuno e gli diceva: "Ho bisogno... mi faccia un prestito.. .glieli restituirò", ci cascava sempre e i pochi soldini accumulati con fatica per un vestito nuovo o per un giorno di riposo tranquillo finivano in "prestito". Altri amici preti un giorno gli dissero: "Insomma è ora che ti fai un po' furbo!” Con un po' di ingenuità e forse anche con bonaria ironia rispose: "Voi qualche soldino da parte l'avete. Pensate un po' se un giorno venisse in mente a tutti quelli cui ho imprestato di rendermi i soldi, io diventerei ricco, certamente più di voi... Ma poi voi mettete i soldi in banca e questi vi rendono pochino. La banca del buon Dio, che tra l'altro non va in fallimento, rende il 100 per 100 e per di più la vita eterna!"

Parola di Dio: Os. 2,16-17.21-22; Sal 44; Mt. 25,1-13

 

1^ Lettura Os. 2, 16-17. 21-22

Dal libro del profeta Osea

Perciò, ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acòr in porta di speranza. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d'Egitto. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore. Parola di Dio

 

“TI FIDANZERO’ CON ME NELLA FEDELTA’ E TU CONOSCERAI IL SIGNORE”. (Os. 2,22)

I versetti del profeta Osea ci dicono molto del Signore. Egli è un innamorato fedele che continua ad amare anche quando si scopre tradito. La sua non è ingenuità e neppure cocciutaggine. Il suo è amore puro, quell’amore che non permette a nulla di spegnerlo. E’ un amore che attira, che parla al cuore. Questo amore non si serve di ricatti per legare a sé la persona amata, non toglie la libertà, ma crea dei vincoli attraverso la fedeltà. Il suo essere fedele è un continuo richiamo per chi si è allontanato. E la fedeltà rimane la strada sulla quale si può camminare se si vuol tornare a Lui. Santa Edith Stein che ricordiamo oggi come patrona d’Europa, negli anni della sua ricerca interiore anche molto travagliata era arrivata ad incontrare Gesù, come le vergini sagge della parabola era uscita nella notte con la sua piccola lampada per incontrarlo e fargli festa. E l’amore incontrato con Lui divenne una fiamma talmente grande che le permise di arrivare a dare la sua vita nelle camere a gas di Auschwitz.

 

 

DOMENICA 10 AGOSTO XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Lorenzo; Sant’Ugo di Montaigu.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SALVAMI!

 

Hanno detto: Due cose uccidono l'anima: la presunzione e la disperazione. Con la prima si spera troppo; con la seconda troppo poco. (Sant’Agostino)

Saggezza popolare: La fretta corre incontro alla disgrazia.

Un aneddoto: Un giovane ateniese, che frequentava la scuola di un filosofo illustre, annunciò un giorno al maestro il suo fidanzamento. Il filosofo però gli chiese: “Quali doti ha la tua ragazza?” Rispose il giovane: “E bellissima”. Il maestro scrisse allora uno zero alla lavagna. “E poi?” “E’ di nobile famiglia”. Il maestro scrisse un altro zero accanto al primo. “E’ ricca! Non solo di soldi, ma specialmente di capacità domestiche. Nuovo zero al seguito degli altri due. Finalmente il giovane disse: “E’ soprattutto un fiore di bontà e di religiosità. Solo allora il filosofo scrisse il numero uno davanti agli zeri e concluse: “Mi congratulo con te: possiedi un vero tesoro! Siine degno!”.

Parola di Dio: 1Re 19,9.11-13; Sal. 84; Rm. 9,1-15; Mt.14,22-33

 

Vangelo Mt 14, 22-33

Dal vangelo secondo Matteo.

Dopo che la folla si fu saziata, subito Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù. La barca intanto distava gia qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: "E' un fantasma" e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". Pietro gli disse: "Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?". Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: "Tu sei veramente il Figlio di Dio!". Parola del Signore

 

“SIGNORE, COMANDA CHE IO VENGA DA TE SULLE ACQUE”. ED EGLI GLI DISSE: “VIENI”. (Mt.14,28-29)

E’ un impudente Pietro a fare una richiesta simile? Certo in lui avrà giocato il senso del miracolistico, la voglia di poter dire “l’ho fatto anch’io”, ma come sottofondo non ci sarà stato anche l’insegnamento di Gesù: “Dove sono io sarete anche voi”, “Quello che faccio io, fatelo anche voi”? Infatti, Gesù non rifiuta questa richiesta: “Vieni!”, cioè “Provaci per vedere se hai davvero fede in me, nelle mie parole”. E Pietro ci prova, e ci riesce anche, almeno in un primo momento, ma poi si spaventa, affonda, e lì avviene il vero miracolo: ha bisogno di una mano, riconosce di non farcela, chiede aiuto a Gesù e da Gesù viene salvato. Noi, se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere dove è Gesù, fare ciò che Lui ha fatto, ma dobbiamo anche, con umiltà riconoscere i nostri limiti e il bisogno di Lui per non affondare. Il ritornello che dovrebbe sempre girarci in testa e darci il senso vero della vita e dell’umiltà è: “Senza di me, voi non potete far nulla”.

 

 

LUNEDI’ 11 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Chiara;San Rufino; Sant’Equizio.

Una scheggia di preghiera:

 

RENDI LA MIA VITA DONO GRATUITO.

 

Hanno detto: Dio visita l'anima sviata a volte con un comando, a volte con un castigo, a volte con un miracolo. (Sant’Antonio da Padova)

Saggezza popolare: Chi va e torna fa buon viaggio.

Un aneddoto: Quando S. Francesco era ad Assisi, visitava molte volte S. Chiara dandole santi consigli. Lei aveva un grandissimo desiderio di pranzare una volta con lui, ma il Santo mai aveva acconsentito. Un giorno i frati dissero a Francesco: Padre, a noi non sembra che questa tua rigidità sia secondo la carità divina. Potresti proprio accontentare le richieste di Chiara, sorella così santa e tanto cara a Dio che ha abbandonato il mondo dopo aver ascoltato le tue parole". S. Francesco allora rispose: "Poiché vi sembra bene, allora chiederemo a sorella Chiara di uscire da S. Damiano, dove è rinchiusa da tanto tempo, per venire a mangiare con noi davanti a S. Maria degli Angeli dove le furono tagliati i capelli e divenne sposa di Gesù Cristo". Quando giunse il giorno stabilito, S. Chiara, accompagnata da una sorella e da alcuni frati, arrivò a S. Maria degli Angeli. Il pranzo era molto povero e apparecchiato per terra, come era solito fare il Santo. Quando furono pronte le vivande, Francesco cominciò a parlare così soavemente di Dio, che scese su di loro l'abbondanza della grazia divina e furono subito rapiti in Dio. Rimasero fermi, con gli occhi al cielo e le mani alzate. Nel frattempo gli uomini di Assisi guardando verso la pianura, videro come un grande fuoco sulla chiesa di S. Maria degli Angeli, sulla pianura intorno e sul bosco. Accorsero in fretta per spegnere l'incendio, ma quando giunsero nel luogo, videro che nulla bruciava. Trovarono S. Francesco con S. Chiara e tutti i loro compagni rapiti in contemplazione di Dio, seduti intorno a quella povera mensa e compresero che quello era fuoco divino, non materiale, che Dio aveva fatto apparire miracolosamente e che simboleggiava il fuoco del divino amore del quale ardevano le anime di quei Santi, frati e monache. Gli uomini allora tornarono ad Assisi con il cuore traboccante di gioia. Dopo molto tempo, quando Francesco, Chiara e i loro compagni si risvegliarono dall'estasi, sentendosi ristorati dal cibo spirituale, si preoccuparono ben poco di quello materiale, comunque mangiarono insieme benedicendo il Signore!

Parola di Dio: Ez. 1,2-5.24-28; Sal. 148; Mt. 17,22-27

 

Vangelo Mt 17, 22-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati. Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?". Rispose: "Sì". Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?". Rispose: "Dagli estranei". E Gesù: "Quindi i figli sono esenti. Ma perché non si scandalizzino, và al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te ". Parola del Signore

 

“IL VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA PER IL TEMPIO?”. (Mt. 17,24)

Gesù sta parlando di un grande atto di amore, cioè della sua disponibilità a dare la sua vita, a versare il suo sangue per gli uomini, per i peccatori,ed ecco che si comincia a parlare di tasse per il Tempio. Da una parte c’è la donazione assoluta di se stessi e dall’altra il gretto discorso di religione su come sostenere le attività del Tempio e sentirsi nello stesso tempo osservanti. Gesù, pur pagando la tassa del tempio non solo per sé ma anche per Pietro, “per non scandalizzarli” (e il modo, cioè il pesce con in bocca il denaro non vorrà forse indicare ai gestori del tempio che anche in questo Dio “provvede”?), prende le distanze da questo modo di intendere fede e religione. Esse non devono mai essere una tassa pagata a Dio.  Dio non solo non chiede tasse fatte di preghiere, di buone azioni, o di offerte per sostenere la religione, ma viene Lui stesso a pagare per le nostre manchevolezze. Tra cristiani non dovrebbe mai esserci il discorso delle tasse da pagare a Dio: “Devo pagare la tassa della Messa domenicale”, “Devo dare in carità la decima dei miei guadagni per fare una cosa meritevole di grazie”, “Con la mia ingiustizia mi sono appropriato indebitamente di cento milioni, ma ne ho dati venti per la costruzione di quel santuario dove, tra l’altro, metteranno il mio nome su una lapide, all’ingresso della chiesa”. Ad una coppia di sposi cui dicevo: “In casa vostra ci sia sempre un posto per il Signore”, scherzando lo sposo rispondeva “Ma io non sono ancora in grado di mantenerlo”. Gli dissi allora: “Guarda che questo ospite non solo non devi mantenerlo ma è lui a mantenere voi”. Con Dio non ci sono tasse, con Dio non si contratta né con soldi, né con elemosine, né con buone azioni. Queste, se si fanno, è solo perché abbiamo capito l’amore gratuito di Dio, è perché abbiamo capito che vale di più condividere i beni che tenerseli, donare che accumulare.

 

 

MARTEDI’ 12 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ercolano; Sant’Eusebio da Milano.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI IL MIO PASTORE, NULLA MI MANCHERA’

 

Hanno detto: La tecnica ha bisogno di un anima; la meccanica esige una mistica. (H. Bergson)

Saggezza popolare: Chi patisce, compatisce.

Un aneddoto: "Eccomi seduto accanto a te", disse Dio al suo devoto, " e tu continui a riflettere su di me nella tua testa, a parlare di me con la tua lingua e a leggere di me nei tuoi libri. Quand'è che tacerai e mi assaporerai?"

Parola di Dio: Ez. 2,8-3,4; Sal. 118; Mt. 18,1-5.10.12-14

 

Vangelo Mt 18,1-5.10.12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: "Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?". Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli". Parola del Signore

 

“SE UN UOMO HA CENTO PECORE E NE SMARRISCE UNA, NON LASCERA’ FORSE LE NOVANTANOVE SUI MONTI, PER ANDARE IN CERCA DI QUELLA PERDUTA?

(Mt. 18,12)

Gesù, con questa parabola oltre che presentarci quale sia il vero volto di Dio, voleva anche spiazzare i suoi ascoltatori: infatti, sebbene ci sia una logica nel racconto di Gesù che dovrebbe esaltare la cura del pastore verso le sue pecore, leggendo più in profondità si nota un chiaro controsenso dal punto di vista umano: chi è quel pastore così folle da lasciare novantanove pecore da sole per andare a cercarne una? Basandosi solo sui conti una pecore che si perde, di fronte all’intero gregge, è solo un incidente inevitabile che non nuoce più di tanto all’economia del pastore. Ma questo pastore ha qualcosa di particolare. Dio ci vuole davvero bene: non si rassegna a perdere nessuno di noi. Non si contenta di dire: “Peccato, ne ho perso uno ma ne ho ancora miliardi”, oppure: “Se l’è voluta, si arrangi!”. Parte alla ricerca,  chiama la pecora, affronta Lui il lupo, pur di salvarla. Ricordo di aver letto una volta questa frase: “Dio non si rassegna a perdere nessuno dei suoi figli”. Per Dio non esiste gente senza importanza, noi siamo persone davanti a Lui e non numeri, siamo amati personalmente, valiamo il sangue di suo Figlio Gesù, siamo preziosi ai suoi occhi e Lui, l’Onnipotente viene a cercarci anche quando usando del dono della libertà che Lui ci ha fatto noi ci siamo allontanati e inguaiati.

 

 

MERCOLEDI' 13 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Ponziano e Ippolito;San Landolfo; San Benildo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, OGNI UOMO POSSA SEMPRE RITORNARE A TE.

 

Hanno detto: Preferisco quelli che rischiano la loro anima a quelli che la rinnegano. (Bernanos)

Saggezza popolare: Il debito mangia giorno e notte.

Un aneddoto: Una signora aveva chiesto di confessarsi e cominciò così: "lo peccati non ne ho però mia nuora... e mio marito.., e le vicine di casa..." La lasciai

parlare e poi un po' sorridendo ma decisamente le dissi: "Bene Signora: adesso diciamo insieme una preghiera per queste persone poi lei tornando a casa dica loro: mi sono confessata per voi e il prete mi manda l'assoluzione per voi, In quanto a lei, mi raccomando, faccia qualche peccato o ne scopra qualcuno di quelli che ha e poi venga a confessarsi così potrò dare anche a lei l'assoluzione".

Parola di Dio: Ez. 9,1-7; 10,18-22; Sal. 112; Mt. 18,15-20

 

Vangelo Mt 18, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo. In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro". Parola del Signore

 

“SE IL TUO FRATELLO COMMETTE UNA COLPA, VA E AMMONISCILO TRA TE E LUI SOLO; SE TI ASCOLTERA’, AVRAI GUADAGNATO TUO FRATELLO…”. (Mt. 18, 15)

Nella vita cristiana spesso credente e peccato, credente e peccatore stentano a trovare il rapporto di giusta comprensione: da chi vede peccato ovunque a chi lo minimizza a tal punto da farlo diventare un semplice errore; da chi vede Dio come inesorabile cacciatore di peccato e peccatori a chi lo fa diventare un “buon uomo” a cui in fondo tutto va bene. Matteo, parlando di peccato prima di tutto con realismo ci dice che anche nella comunità cristiana ci possono essere il peccato e il peccatore. Ma l’attenzione più che essere rivolta al peccato da individuare e poi castigare si interessa del recupero del peccatore. Il metodo non è poi quello dell’inquisizione ma quello della delicatezza. Non si parte mormorando sul peccatore, tagliando colletti, facendo piazzate, si comincia da un rapporto personale. Non si va a caccia del peccatore per “eliminare i rami secchi”, per ricostruire la comunità dei perfetti, si cerca invece di ristabilire (senza falsità e ipocrisie) un rapporto di amore che rischia di essere interrotto dal peccato. La persona che ha sbagliato, prima di sentirsi giudicata deve sentirsi amata. Poi non si convince l’altro di un errore a base di parole o di discussioni ma dando testimonianza con la propria vita e con le proprie scelte. E anche quando, nel caso estremo, dovesse arrivare la ‘scomunica’, essa  non può mai voler dire una porta definitivamente chiusa né per la comunità né, tanto meno, per il cuore di Dio.

 

 

GIOVEDI’ 14 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimiliano Kolbe; San Callisto, vescovo di Todi.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ TU SEI MORTO PER ME MENTRE ERO PECCATORE.

 

Hanno detto: L'anima è ben più in ciò che essa ama, che nel corpo che essa anima. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Chi pianta le fave senza concime le raccoglie senza baccello.

Un aneddoto: Nel 1941 padre Kolbe viene arrestato e internato nel campo di concentramento di Auschwitz col numero 16670. Il campo di concentramento è doppiamente un inferno. Non c’erano solo i soprusi e le sofferenze inflitte dalle SS. La lotta per la conservazione della vita assumeva forme così brutali che era raro il caso che un prigioniero aiutasse un altro. Non così padre Kolbe. «L’ho visto con i miei occhi — afferma un prigioniero sopravvissuto — passare una parte della sua razione a uno che soffriva la fame più degli altri. E la razione che ci davano era tanto piccola che solo il cuore di una mamma poteva avere la forza di spartirla». «Una notte faceva un freddo cane — ricorda un altro —. Mi svegliai di soprassalto: qualcuno mi stava ricoprendo con una coperta. Era il Padre. Ogni volta che mi rammento di lui non posso trattenere le lacrime». L’amore di padre Kolbe per i suoi compagni di sventura era tale che dava tutto se stesso, lasciando sempre il posto migliore agli altri. Distrutto dalla tubercolosi che lo aveva di nuovo colpito, al dottore che gli proponeva di entrare in ospedale, rispose: «Io posso aspettare; prenda piuttosto quello lì», e indicò un altro prigioniero. “In quel mondo — testimonia il dottore — un tale desiderio di sacrificarsi per gli altri era così sorprendente per me, che alla fine gli chiesi: ‘Chi sei?’, ed egli mi rispose: ‘Sono un sacerdote cattolico’. E quando gli domandai se credeva ancora che Dio vegliasse su di noi, cercò di persuadermi con tutto il suo fervore che Dio, nonostante le apparenze contrarie, vegliava effettivamente su di noi”.

Parola di Dio: Ez. 12,1-12; Sal. 77; Mt. 18,21-19,1

 

Vangelo Mt 18, 21 - 19, 1

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". E Gesù gli rispose: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello". Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. Parola del Signore

 

“SIGNORE, FINO A QUANTE VOLTE DOVRO’ PERDONARE A MIO FRATELLO?”. (Mt. 18,21)

Pietro, forte della mentalità rabbinica, chiede a Gesù se la misericordia verso il fratello deve essere grande: perdonare fino a sette volte per lui significava fare una cosa sacra come aveva fatto Dio creando il mondo in sette giorni, ma Gesù, giocando sulla sua stessa mentalità, gli dice che bisogna perdonare settanta volte sette, cioè all‘infinito. Se il Vangelo ci richiama così spesso sulla esigenza di perdonare e se noi ne parliamo così sovente significa che saper perdonare fa parte dell’essenza dell’essere cristiano e che, essendo una delle cose più difficili, richiede tanta riflessione e soprattutto tanto allenamento. “Io vorrei perdonare, ma non ci riesco”. “Io so che il perdonare farebbe un gran bene anche a me stesso, so che Dio mi ha perdonato tante volte… ma tutte le volte che ripenso al male che mi è stato fatto, provo una rabbia e una voglia di vendicarmi, fosse anche solo per non passare proprio da stupido”. Credo che tutti abbiamo provato in mille modi la strada del perdono e, al di là del carattere che ognuno si trova, abbiamo forse sperimentato che spesso non basta la volontà di perdonare per riuscirvi. Allora può arrivare lo scoraggiamento: “Non ce la farò mai!”

E se invece capissimo che il perdono è una strada fatta di tante piccole tappe che deve però sempre partire dal perdono ricevuto?

 

 

VENERDI’ 15 AGOSTO: ASSUNZIONE AL CIELO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: San Tarcisio, martire; Sant’Alfredo.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, DOVE SEI TU, LA SIA IO.

 

Hanno detto: Un'anima è una diocesi abbastanza vasta per un vescovo. (San Carlo Borromeo)

Saggezza popolare: A cane vecchio e malato tutti pestano la coda.

Un aneddoto: Nella vita di san Luigi Grignon de Montfort si narra che, trovatosi su di un veliero attaccato dai corsari, quando già costoro stavano dando l’assalto per catturare tutti i passeggeri al largo della Bretagna, egli si inginocchiò e cominciò a cantare l’ Ave Maris Stella, supplicando un aiuto efficace dalla gran Madre del Signore. E in realtà s’alzò un vento impetuoso che trascinò lontano le navi dei corsari, facendole scomparire presto all’orizzonte. Nel momento dell’Assunzione in cielo — spiegò poi il santo — la Madonna estende la sua mediazione, già praticata durante la vita, all’universo intero e in tutti i secoli. Confidando in lei, si è sempre difesi.

Parola di Dio: Ap.11,19; 12,1-6.10; Sal. 44; 1Cor. 15,15-26; Lc. 1,39-56

 

2^ Lettura 1 Cor 15, 20-26

Dalla prima lettera ai Corinti

Fratelli, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte. Parola di Dio

 

“CRISTO E’ RISORTO DAI MORTI, PRIMIZIA DI COLORO CHE SONO MORTI”. (1Cor. 15,20)

La solennità di Maria Santissima assunta in cielo in anima e corpo, non è solo una festa per onorare ancor più la mamma di Gesù, ma è davvero la festa del trionfo della speranza cristiana. Maria anticipa in tutto in sé quello che è il progetto di Dio su di noi: dopo Maria, la prima redenta che ha partecipato alla gloria del Cristo, il popolo di Dio è chiamato allo stesso destino. Paolo ci ricorda che coloro che sono di Cristo partecipano in tutto a Lui. Maria, ha dato la vita a suo Figlio, ha sofferto con Lui, con Lui è “morta” sulla croce, ma con Lui è anche la prima risorta dei credenti, la prima a godere, anima e corpo, con il Figlio la gloria dell’eternità. Noi battezzati ci siamo rivestiti di Cristo quindi anche noi seguiremo la sorte di Lui, ora nelle prove del quotidiano, ma non come chi è senza speranza, anzi costruendo con fatica il Regno che Egli ci ha lasciato in eredità, sicuri che Lui porterà a compimento ogni cosa e che anche il nostro debole corpo sarà reso conforme al suo corpo glorioso. Pensate che bello: anche questo povero mio corpo grande nella sua creaturalità ma estremamente debole, col quale qualche volta è perfino difficile convivere, è destinato all’eternità.

 

 

SABATO 16 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santo Stefano d’Ungheria; San Rocco; Sant’Ambrogio di Ferentino.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, O SIGNORE, TUTTI I PICCOLI DEL MONDO.

 

Hanno detto: Hai una sola anima: salvata, tutto è salvato: perduta, tutto è perduto per sempre. (S. Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Amore fa amore, crudeltà fa tirannia.

Un aneddoto: Un giorno, un giovane che sfuggiva ad un implacabile nemico arrivò in un villaggio. Gli abitanti lo accolsero con cortesia e gli offrirono un nascondiglio sicuro. Il giorno dopo arrivarono i soldati che lo inseguivano. Entrarono di forza nelle case, perquisirono cantine e soffitte e poi radunarono nella piazza tutti gli abitanti del villaggio. “Appiccheremo il fuoco al villaggio e passeremo per le armi tutti gli uomini se non ci consegnate quel giovane prima dell’alba di domani”, gridò il loro comandante. Il capo del villaggio, lacerato dal dilemma se consegnare il ragazzo ai soldati o fare uccidere la sua gente, si ritirò in camera e aprì la Bibbia, sperando di trovarvi una risposta prima dell’alba. Dopo molte ore, di prima mattina, il suo sguardo cadde su queste parole: “E’ meglio che perisca un solo uomo piuttosto che si perda tutto il popolo”. Il capo del villaggio chiuse la Bibbia, chiamò i soldati e indicò loro il nascondiglio del ragazzo. Dopo che i soldati ebbero portato via il fuggiasco per ucciderlo, al villaggio vi fu una festa perché il capo aveva salvato le loro vite e il villaggio. Ma il capo non si unì ai festeggiamenti. Oppresso da profonda tristezza rimase nella sua stanza. La notte, un angelo andò da lui e gli chiese: “Che cosa hai fatto?”. Ed egli rispose: “Ho consegnato il fuggiasco al nemico L’angelo allora disse: “Ma non sai che hai consegnato il Messia?”. “Come potevo saperlo?”, replicò il capo del villaggio angosciato. E l’angelo: “Se invece di leggere la tua Bibbia fossi andato una sola volta a trovare quel ragazzo e lo avessi guardato negli occhi, lo avresti saputo”.

Parola di Dio: Ez. 18,1-10.13.30-32; Sal. 50; Mt. 19,13-15

 

Vangelo Mt 19, 13-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli". E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì. Parola del Signore

 

“LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME PERCHE’ DI QUESTI E’ IL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 19,14)

E’ facile intenerirsi davanti ai bambini ma, mi chiedo se questa nostra società ama i bambini. Gli spot pubblicitari amano i bambini? Li sfruttano per vendere. Un certo tipo di famiglia progetta i bambini a tempo e su misura compatibilmente a tutte le altre esigenze e se per caso ne viene qualcuno fuori programma, in nome della libertà c’è tutto lo spazio per farli fuori. Ci sono banche del seme di premi Nobel per fare bambini super intelligenti. I figli sono belli ma non devono rompere più di tanto, per cui i figli spesso sono cresciuti dagli altri e non dai genitori.., senza contare chi sfrutta i bambini, chi abusa dei bambini.., intanto i bambini non contano, non hanno potere politico, non votano, non comprano in prima persona... Non basta portare i bambini a Gesù perché li benedica: che cosa diamo veramente loro? E anche da un punto di vista religioso: basta che diamo loro un Battesimo fatto di riti e di festa senza poi dare un’educazione cristiana?

 

 

DOMENICA 17 AGOSTO XX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Giacinto; Santa Chiara da Montefalco.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTAMI!

 

Hanno detto: Prima carità è quella usata all'anima propria. (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Argenti e ori non fanno uomini migliori.

Un aneddoto: Il grande scrittore cattolico francese Jean Guitton, racconta che quand’era giovane co­scritto di leva, nel 1921, prima di iniziare la vita militare si pose questo problema: dato che sono abituato tutte le sere a recitare le preghiere in ginocchio ai piedi del mio letto, dovrò fare lo stesso in caserma, col rischio di essere deriso dai miei commilitoni? Si era consultato con due sacerdoti amici. Uno gli aveva risposto: “No, vai sotto le coperte e prega con calma, senza fare sfoggio della tua fede e senza sfidare inutilmente i tuoi compagni di leva”. L’altro invece era di parere opposto: “È tuo dovere di credente dare questa testimo­nianza, con semplicità, con umiltà ma anche per affermare il diritto di praticare la fede in pubblico, dato che tutto il mondo moderno vuol ridurla ad un fatto privato”. Jean Guitton seguì questo secondo consiglio. I suoi compagni non dissero niente, ma quel gesto incise nell’animo di alcuni. Vent’anni dopo, un compagno di camerata di Jean Guitton morì in montagna e Guitton, già docente universitario, andò dalla famiglia per portare le sue condo­glianze. Il padre di quel suo compagno, professore universitario e preside della Facoltà di Scienze, anticattolico, gli ricordò che suo figlio, anche egli ateo, aveva spesso ricordato in famiglia il gesto di Jean Guitton. Il padre gli dice: “Lei è quello che diceva le preghiere inginocchiato ai piedi del letto in caserma? Lei è un autentico credente!”. Jean Guitton conclude dicendo: “Da quel momento ho capito che non è il caso di preoccuparsi troppo dell’opinione pubblica”. 

(P. GHEDDO, Il Vangelo delle 7,19, Bologna 1991)

Parola di Dio: Is. 56,1.6-7; Sal. 66; Rm. 11,13-15.29-32; Mt. 15,21-28

 

Vangelo Mt 15, 21-28

Dal vangelo secondo Matteo. In quel tempo, partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio". Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: "Esaudiscila, vedi come ci grida dietro". Ma egli rispose: "Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele". Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: "Signore, aiutami!". Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini". "E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita. Parola del Signore

 

“DISSERO A GESU’: ESAUDISCILA, PERCHE’ CI VIENE DIETRO GRIDANDO”. (Mt. 15,23)

Davanti a qualcuno che, commentando il dialogo tra Gesù e la Cananea, arrivava alla conclusione: “Bisogna chiedere con insistenza”, mi veniva voglia di rispondere: “Ma Dio non ha bisogno di essere scocciato dalle nostre lagne: Lui conosce i nostri bisogni prima ancora che noi gliene parliamo”. Poi però mi è venuto da pensare: “Certo, Lui sa, ma l’insistenza non è per smuovere la durezza di cuore di un Dio, ma per rendere consapevoli noi di cosa chiediamo e a chi lo chiediamo… Insomma, la preghiera non serve a Dio, serve a noi”. Questa donna non si lascia smontare prima dal silenzio di Gesù, poi dalle sue parole che sembrano ingiurie. Lei sa il bisogno che ha, sa che Gesù può farle il miracolo, e allora non pensa a se stessa, a sentirsi offesa per un apparente rifiuto: ha fede e allora chiede. Fossero così le nostre preghiere, quanta più fede ci sarebbe! E se “un granello di fede può far spostare le montagne” quanti segni e miracoli in più ci sarebbero perché Dio non è sordo, spesso siamo noi che chiediamo troppo poco e malamente a Colui che attraverso la preghiera vorrebbe far smuovere la nostra fede per poterci ricolmare dei suoi doni.

 

 

LUNEDI’ 18 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Elena; Santi Floro e Lauro.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNAMI LA GENEROSITA’

 

Hanno detto: Chi lavora per salvare anime, salva anche la propria. (San Giovanni Bosco)

Saggezza popolare: Amicizia stretta da vino non dura da sera a mattino.

Un aneddoto: Forse uno dei luoghi dove si svolse più selvaggia e tremenda l’ultima guerra fu intorno a Barga.

Un giorno le SS riuscirono a scoprire le opere di carità, che una donna andava compiendo con ardimento e sprezzo del pericolo. La trasportarono su un autocarro alle prigioni di Lucca. Dopo molte sofferenze, tradotta all’interrogatorio, fu richiesta se nella sua casa avesse ricoverato persone. Rispose francamente: ”Sì!” “Erano nemici, partigiani, inglesi?” “Erano tutti miei fratelli.” I soldati sorpresi guardarono il volto sereno di quella donna e ancora la interrogarono: “Fratelli? Ma, com’erano vestiti? Che divisa portavano?” “Stracci!” “Dite la verità: erano partigiani!”, e le puntarono l’arma alle tempia. La donna, imperterrita, rispose: “Sì, anche partigiani!... Ma se dovete fucilare il responsabile di quanto io ho fatto a sollievo di molti affamati, feriti e morenti, non dovete uccidere me, ma colui che è il vero colpevole. Volete che vi dica il nome?” “Chi è? “, chiesero furiosamente quegli uomini di guerra. “Eccolo!” rispose la donna. E da una manica del soprabito estrasse un Crocifisso e lo alzò di fronte alle armi e agli occhi crudeli. Soggiunse quindi: “Si chiama Gesù. Uccidete Lui! Egli solo è il colpevole, perché m’ha insegnato ad amare tutti gli uomini, anche voi, come fratelli!” Le armi furono abbassate. La donna fu riportata in cella e, dopo qualche tempo di prigionia, poté tornare a Barga.  (Da Avvenire)

Parola di Dio: Ez. 24,15-24; Cantico da Dt. 32,18-21; Mt. 19,16-22

 

Vangelo Mt 19, 16-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso". Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze. Parola del Signore

 

“SE VUOI ENTRARE NELLA VITA… SE VUOI ESSERE PERFETTO…”. (Mt. 19,17.21)

Gesù non impone nulla, propone. Puoi fermarti all’obbedienza dei comandamenti, e questo non è poco. Puoi però andare oltre: cercare ciò che sta al di là della legge, fare un passo di generosità più lungo, non dare solo qualcosa ma essere disponibile a dare tutto, se viene richiesto. Non essere tirchio con Gesù. Con il Signore non esiste spreco. Con il Signore non è ricco colui che ha ma colui che dà. L’amore va oltre il minimo indispensabile. “Se vuoi…”.Per una persona si tratterà di lasciare materialmente i suoi averi. Per un’altra si tratterà di pensare meno a se stessa per aprirsi di più agli altri,di diminuire magari le ore passate davanti alla TV. o in palestra per ricordarsi che c’è sempre qualcuno che ha bisogno, anche solo di una parola amica. Per un’altra ancora si tratterà di rivedere il suo rapporto con le cose.  Gesù oggi dice a me e a te “se vuoi…” e lo dice perché la nostra gioia sia piena. Cosa gli risponderemo?

 

 

MARTEDI’ 19 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni Eudes; Bartolomeo da Simeri.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O SIGNORE, SEI L’UNICO VERO DIO.

 

Hanno detto: Stiamo sicuramente andando indietro quando ci accorgiamo di non essere andati avanti: l'anima non può rimanere ferma. (San Giovanni Cassiano)

Saggezza popolare: L'uomo può ciò che vuole, quando sa di non voler altro che ciò che deve.

Un aneddoto: Viveva sola, in un appartamento piccolo piccolo. Una vita di sacrifici, rinunce, sofferenze: prima per accudi­re la mamma ammalata, poi i fratelli che crescevano, infine i nipoti... “La mia è stata una vita inutile: sempre a servizio di tutti. Non ho neppure potuto crearmi una famiglia come tanto avrei desiderato. Vivo con la pensione minima, non avendo potuto versare i contributi. Faccio ancora qualche servizio, per non essere di pe­so ad alcuno. Prego e vado a consolare chi soffre...”, Povera, cara Marta, come puoi chiamare inutile la tua vita? Sei una grande benefattrice dell’umanità. Hai trascorso la tua esistenza seminando bontà, amore... Quante persone ti devono gratitudine per questa tua testimonianza di silenziosa, eroica carità. Non ci sono vite inutili in questo mondo. Diceva madre Huberta, fondatrice delle “Suore del sorriso”: “Se avessi trascorso la vita a tergere le lacrime di un solo bambi­no, avrei fatto tanto per l’avvenire del mondo”. Dove vive una creatura, là c’è Dio che l’ha creata!

Parola di Dio: Ez. 28,1-10; Cantico da Dt.32,26-28.30.35-36; Mt. 19, 23-30

 

1^ Lettura Ez 28, 1-10

Dal libro del profeta Ezechiele

Mi fu rivolta questa parola del Signore: "Figlio dell'uomo, parla al principe di Tiro: Dice il Signore Dio: Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto: Io sono un dio, siedo su un seggio divino in mezzo ai mari, mentre tu sei un uomo e non un dio, hai uguagliato la tua mente a quella di Dio, ecco, tu sei più saggio di Daniele, nessun segreto ti è nascosto. Con la tua saggezza e il tuo accorgimento hai creato la tua potenza e ammassato oro e argento nei tuoi scrigni; con la tua grande accortezza e i tuoi traffici hai accresciuto le tue ricchezze e per le tue ricchezze si è inorgoglito il tuo cuore. Perciò così dice il Signore Dio: Poiché hai uguagliato la tua mente a quella di Dio, ecco, io manderò contro di te i più feroci popoli stranieri; snuderanno le spade contro la tua bella saggezza, profaneranno il tuo splendore. Ti precipiteranno nella fossa e morirai della morte degli uccisi in mezzo ai mari. Ripeterai ancora: "Io sono un dio", di fronte ai tuo uccisori? Ma sei un uomo e non un dio in balìa di chi ti uccide. Della morte dei non circoncisi morirai per mano di stranieri, perché io l'ho detto". Parola di Dio

 

“RIPETERAI ANCORA: “IO SONO UN DIO”, DI FRONTE AI TUOI UCCISORI?” (Ez. 28,9)

Se sfogliamo con attenzione la Bibbia facilmente scopriamo che ogni peccato dell’ uomo può essere ricondotto al peccato di idolatria. Adamo ed Eva vogliono diventare come Dio, Israele sovente inorgoglito dei doni di Dio e delle vittorie che pensa di aver ottenuto da solo si dimentica di Lui e cade nell’orgoglio; il Vitello d’oro vuol soppiantare la scelta di Dio per quel popolo… Anche i nostri singoli peccati, come i peccati sociali sono voler mettere noi stessi, le conquiste dell’intelligenza umana al posto di Dio. Spesso si preferisce la verità parziale alla Verità, si scelgono morali personali, utilitaristiche, relativistiche piuttosto che accettare i comandamenti del Signore, ci si esalta per qualche scoperta e si pensa di essere diventati Dio. Una volta c’erano gli idoli di pietra, oggi vengono sostituiti dalle tecnologie, dalla società in cui conta più il denaro che l’uomo. Ezechiele in modo brutale ma realistico ci dice: “dirai ancora di essere Dio mentre stai morendo in un letto di ospedale, sforacchiato, intubato da una scienza che al massimo ti consente di vivere come larva per alcune ore in più? Sei ancora Dio quando un’onda anomala, un terremoto, una inondazione in momento distruggono uomini,case tecnologie?” Non è questione di spaventarci, ma questione di rimettere le cose al giusto posto.

 

 

MERCOLEDI' 20 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Bernardo; San Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNAMI A GIOIRE DEL BENE ALTRUI.

 

Hanno detto: L'anima del giovane è fatta per volare, non per strisciare nel fango. (Paul Claudel)

Saggezza popolare: Le piante della virtù non nascono dai semi del vizio.

Un aneddoto: S. Bernardo era sempre intento o a pregare o a leggere o a scrivere o a meditare o a predicare. Un giorno andava a cavallo in compagnia di un contadino. Bernardo, asceta stupendo, si lamentava delle distrazioni che purtroppo aveva durante la preghiera; il contadino invece affermava, con poca umiltà e sincerità, di saper pregare senza distrazioni. Bernardo allora, bonariamente, gli disse: Ti voglio mettere alla prova, per vedere se è vero quel che tu dici. Ti lascio per un momento solo. Tu reciterai con la massima attenzione un ‘Padre nostro’. Se riuscirai a dirlo senza alcuna distrazione, ti regalerò questo cavallo. Però tu devi essere sincero. Il contadino accettò, tutto contento, la prova e promise sincerità: gli pareva d’essere già padrone del cavallo! Si mise quindi in disparte e iniziò il ‘Padre nostro’. Non era ancora giunto a metà, che un pensiero gli si affacciò alla mente: Bernardo, dandogli il cavallo gli avrebbe dato anche la sella? Tornò allora dal santo e, confessando la sua distrazione, imparò ad essere meno presuntuoso.

Parola di Dio: Ez. 34,1-11; Sal. 22; Mt. 20,1-16

 

Vangelo Mt 20, 1-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: " Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e da  loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi". Parola del Signore

 

“NON POSSO FARE DELLE MIE COSE QUELLO CHE VOGLIO?”. (Mt. 20,15)

Per capire questa difficile parabola bisogna uscire da una logica economica, lasciare da parte la mentalità sindacalista e adottare la logica dell’amore. Ancora una volta Dio capovolge completamente il modo di pensare e di agire degli uomini. Tutta la nostra società è infatti impostata sul primato: è necessario essere i primi se si vuole sopravvivere in un mondo dove gli ultimi non sono ascoltati, sono esclusi ed emarginati: tutto è diventato competizione. Dio ha un altro modo di guardare la nostra realtà: per lui contano gli ultimi, coloro che agli occhi del mondo non hanno alcun valore. Gesù stravolge la nostra cultura del “merito”, secondo la quale la salvezza diventerebbe quasi un diritto per chi ha “sopportato il peso e il caldo della giornata”. Dio è un padrone amoroso e mostra questo amore come vuole: accoglie tutti, senza rifiutare nessuno, chiama a tutte le ore, età e condizioni, chiama uno per uno, per compiti diversi e chiama per la salvezza e allora per chi è entrato alla prima ora nella logica dell’amore di Dio e del servizio, il peso della giornata e il caldo non sono un castigo, ma un privilegio.

 

 

GIOVEDI’ 21 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Pio X;San Baldovino di Rieti.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNAMI A CAMMINARE, O SIGNORE, MA VERSO LA META.

 

Hanno detto: L'anima può nutrirsi soltanto di Dio. Solo Dio le basta, solo Dio può colmarla, solo Dio può saziare la sua fame! (Santo curato d’Ars)

Saggezza popolare: La più grande viltà è quella di non far bene quando si può.

Un aneddoto: Sapete l’impressione che destò san Pio X nell’ambasciatore del Brasile, che per primo lo avvicinò dopo la sua elezione al pontificato? Disse: “Mi avevano detto che era un parroco di campagna... Credevo di trovarmi davanti a un uomo che avrei giocato con due parole. Egli ha giocato me. Ora capisco cosa vuol dire vivere vicini al Signore in una consuetudine continua. Può non essere stato all’università, può non aver mai imparato la diplomazia, egli ci gioca tutti. Sa stare dappertutto: sa stare con tutti. Chi l’avrebbe pensato?”

Parola di Dio: Ez. 36,23-28; Sal. 50; Mt. 22,1-14

 

1^ Lettura Ez 36, 23-28

Dal libro del profeta Ezechiele

Così dice il Signore: Santificherò il mio nome grande, disonorato fra le genti, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le genti sapranno che io sono il Signore parola del Signore Dio quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi. Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. Parola di Dio

 

“VI PRENDERO’ DI MEZZO ALLE GENTI, VI RADUNERO’ DA TUTTE LE NAZIONI E VI CONDURRO’ NEL VOSTRO PAESE”. (Ez. 36,24)

E’ facile immaginarsi il desiderio del popolo di Israele disperso e prigioniero di poter nuovamente avere una patria. In questi anni tutti, chi in un modo o nell’altro, siamo venuti in contatto con persone che per povertà, per cercare lavoro hanno lasciato i loro paesi di origine e sono venuti in Italia in cerca di fortuna. A parte chi, imitando il nostro mondo che mette in evidenza solo i soldi, ha pensato di poter ottenere tutto con la violenza, in molti di questi fratelli sentiamo la nostalgia di casa, il desiderio di poter riabbracciare i propri cari, la mancanza anche delle proprie tradizioni o di quei piccoli gesti che ti fanno sentire a casa tua. Alcuni anni fa mi raccontava un anziano rimasto per anni in campo di concentramento che il suo sogno ricorrente durante la prigionia era quello di poter passare ancora una serata nella stalla della sua cascina con i familiari a raccontarsi storie, a dire insieme magari un po’ di corsa, il rosario, sentire il calore delle bestie, vedere le donne cucire, i bambini addormentarsi, e poi sul tardi uscire nell’aria fresca della notte e poter dall’aia guardare i campi che “dormono in attesa di poter portare frutto”. Chissà se anche noi sentiamo ancora nostalgia di “casa” o se siamo talmente presi dal nostro correre quotidiano da aver dimenticato che in questa terra siamo esuli. Eppure la nostra patria definitiva non è qui. I nostri affetti, le nostre speranze, hanno bisogno di trovare compi­mento e il nostro cuore avrà pace definitiva solo in Lui.

 

 

VENERDI’ 22 AGOSTO: BEATA VERGINE MARIA REGINA

Tra i santi ricordati oggi: Santa Augusta; San Fabrizio e Filiberto.

Una scheggia di preghiera:

 

O REGINA DEL MONDO, MARIA SEMPRE VERGINE, CHIEDI PER NOI PACE E SALVEZZA.

 

Hanno detto:

Malgrado tutto, sotto la spessa coltre dei nostri atti resta l'anima incontaminata dell'infanzia, poiché l'anima sfugge al tempo. (D’ormesson Vladimir)

Saggezza popolare: Un fiore costa un soldo, ma non sta bene in petto a tutti.

Un aneddoto:Papà, quanto costa una candeletta?”. “Eh, figlio mio, tutto costa caro e i soldi scarseggiano sempre più!...”. “Ma dimmi, papà, quanto costa”. “Trenta, cinquanta centesimi.., secondo il peso e la misura.”. “E la luce elettrica, quanto costa?”. “Domandalo al contatore. E un vero disastro. Ci va metà dello stipendio, se basta!”. “E il sole quanto costa?”. “Ma ti sei messo in mente di stancarmi?”  La pazienza del papà sta per esaurirsi. Luigino ha già capito e per non buscarsi uno schiaffo se ne sta zitto. Dopo cena il silenzio dura ancora da ambo le parti. Giunta l’ora del riposo, quando Luigino un po’ timido si avvicina al babbo per augurargli la buona notte e gli stampa un bacio sulla guancia, questi, tirando un sospirone, riprende a parlare: “Vuoi sapere quanto costa il sole. Domandalo un po’ ai frati tu che bazzichi sempre per il convento, e poi fallo sapere anche a me quanto costa!”. “Papà, dice con aria di trionfo Luigino, io lo so, non ho alcun bisogno di chiedere ai frati. Volevo solo sapere se lo sai anche tu.”. “Sentiamolo!”. “Le candelette costano.., la luce elettrica costa... ma il sole non costa un centesimo... E’ gratuito, senza fili e senza contatore. Vedi, papà? Basta dire “grazie” al Signore che l’ha creato per noi, e niente più. Il mattino seguente, appena alzato, il babbo spalancò la finestra e vide tanto sole che gli venne spontaneo esclamare: “Grazie, Signore!”.  (da Via, Verità, Vita)

Parola di Dio: Is. 9,1-6; Sal. 112; Lc. 1,39-47

 

Vangelo Lc 1, 33-47

Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore". Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore". Parola del Signore

 

“MARIA SI MISE IN VIAGGIO VERSO LA MONTAGNA” (Lc. 1,39)

Oggi celebriamo Maria onorandola con un termine che può sembrarci anacronistico ed anche un po’ strano secondo la mentalità del Vangelo. Maria non è forse una giovane ragazza di umili origini? Come mai allora è Regina? Siamo come nelle favole dove umili contadinotte diventano principesse? No! La regalità di Maria deriva dal suo essere madre di Gesù che è il re dell’universo, salvatore di tutti gli uomini, ma che viene incoronato re, proprio nel suo momento supremo di servizio e di amore per gli uomini: la croce. Maria è regina proprio per la sua umiltà: Dio ha guardato la povertà, la semplicità, l’umiltà di questa ragazza ed ha fatto cose grandi in lei. In lei non troviamo l’altezzosità di chi si sente superiore, ma la gioia di chi sa di avere ricevuto tutto gratuitamente, e allora in Lei anche noi scopriamo il senso vero dell’umiltà a cui siamo chiamati: non è abbassamento senza scopo, non rinuncia alla propria dignità è, al contrario un percorso verso la vera dignità, verso la vera gloria che Dio vuol darci. Maria poi è Regina per continuare ad intercedere per noi, per liberarci da ogni ingiustizia, da ogni angoscia, da ogni difficoltà. Questo è quanto la madre di Gesù fa ogni giorno per tutti quelli che con fiducia si affidano a Lei.

 

 

SABATO 23 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Rosa da Lima;San Filippo Benizi.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, COERENZA DI VITA

 

Hanno detto:

Ha detto giusto chi disse che l'anima e il corpo sono due nemici che non si possono separare, e due amici che non si possono vedere. (Escrivà de Balanguer)

Saggezza popolare: Non si può fare il fuoco così basso che il fumo non ascenda.

Un aneddoto: “Da parecchi mesi mettevo da parte tutti i soldi che mi davano papà e mamma, zia Eugenia e i nonni. Avevo raggranellato settantacinque euro. Proprio quanto costavano gli orecchini che ogni giorno vedevo nell’oreficeria, passando per andare a scuola, e che mi piacevano un mondo. Ma non li ho comprati. Oggi ho sentito una gioia che non avevo mai provato. Ho donato i miei risparmi a una suora missionaria. L’ho conosciuta perché è venuta a trovare i suoi genitori, che abitano nell’appartamento di fronte al mio. Una sera, in parrocchia, ci ha fatto vedere le diapositive del suo lavoro tra i lebbrosi, a Calcutta. Quando, prima di ripartire, è venuta a salutarci, io le ho dato una busta con i soldi. Non li voleva. Ma io ho insistito. Alla fine li ha accettati. Mi ha detto che con essi curerà un bambino lebbroso». (in Progetto uomo)

Parola di Dio: Ez. 43,1-7; Sal. 84; Mt. 23,1-12

 

Vangelo Mt 23, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì'' dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare "maestro", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato". Parola del Signore

 

“SULLA CATTEDRA DI MOSE’ SI SONO SEDUTI GLI SCRIBI E I FARISEI. QUANTO VI DICONO, FATELO E OSSERVATELO, MA NON FATE SECONDO LE LORO OPERE, PERCHE’ DICONO E NON FANNO”. (Mt. 23.1-2)

Gesù, lo sai, per me è istintivo: dopo aver letto questo Vangelo, tutte le volte, si presentano alla mia mente una serie di immagini, dove vedo ben chiari gli scribi e i farisei di oggi, dove vedo visi mutevoli ad ogni occasione che si atteggiano ad espressioni comunemente intese come religiose, dove sento voci melliflue che sanno tutto e che impongono tutto… e non posso far altro che dire: ”Hai proprio ragione l’ipocrisia religiosa è facile ed è grande, ancora oggi”.Ma poi so che non posso fermarmi lì. Rischierei di diventare un’ipocrita anch’io se mi fermassi a vedere solo il male che l’ipocrisia religiosa ha creato in altri e non scoprissi che questa brutta malattia è sempre in agguato se pur non ha già colpito anche me. E allora chiedo al Tuo Spirito di farmi conoscere i sintomi di questo male e di farmi anche capire quali siano i rimedi per combatterlo e vincerlo. La radice dell’ipocrisia religiosa, non sta nel religioso, ma sta nell’uso che ne faccio, non è un male esteriore anche se esteriormente si manifesta, è profondamente interiore, sta nella  purezza delle motivazioni che mi spingono. E la cura? E’ nel ritrovare, attraverso l’amore e la giusta umiltà, il vero senso del dono della fede che ci è data non perché noi ce ne appropriamo e la rinchiudiamo nei nostri ragionamenti o nei nostri schemi, ma perché ne gioiamo, ne otteniamo salvezza e, a nostra volta la doniamo con amore agli altri.

 

 

DOMENICA 24 AGOSTO: XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Bartolomeo;Santa Emilia di Vialar.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O GESU’, SEI IL  FIGLIO DI DIO

 

Hanno detto: In mezzo alle prove, la vostra anima sia come un usignolo che canta su un cespuglio di spine. (San Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Come il vento spinge le nuvole in cielo, così le passioni spingono gli uomini in terra.

Un aneddoto: SIAMO DAVVERO FRATELLI?

Alcuni anni fa c’era un programma alla radio Vaticana che raccontava un fatto e poi lasciava in aria la domanda: “Come vi sareste comportati voi?” Ecco il fatto: Un tale, trovandosi in una chiesa romana durante una Messa vespertina si sentì invitato dal sacerdote a “scambiare il segno di pace” col proprio vicino di banco. Questi era un barbone, molto male in arnese. Quando si sentì stringere la mano dal signore in questione, disse, fissandolo negli occhi, con un sorriso beato:  “Questa sera vengo a cena da te”. Il signore rimase piuttosto interdetto e, mentre la Messa volgeva alla fine, rifletteva furiosamente se gli convenisse o no portarsi a casa il barbone, ed era assai imbarazzato. Tanto che quando costui l’incalzò dicendogli: “Allora, vengo a cena a casa tua?”, rispose turbato: “Bene, bisogna vedere: io ti conosco appena, capisci…” “Ma se non mi conosci – ribatté stupendamente il barbone perché mi hai stretto la mano?”

Parola di Dio: Is. 22,19-23; Sal. 137; Rm. 11,33-36; Mt. 16,13-20

 

Vangelo Mt 16, 13-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Parola del Signore

 

“TU SEI IL CRISTO IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE”. (Mt. 16,16)

Quando ero ragazzino c’erano delle preghiere che mi piacevano molto e altre che mi sembravano noiose e che non riuscivo a capire. Il “Credo” era una di queste: “Che preghiera è se in fondo diciamo cose astruse e difficili su Dio, cose che Egli sa benissimo e non chiediamo nulla?”

E anche se oggi trovo ancora il “Credo” formulato in una maniera troppo difficile, filosofica, teologica, ho capito però quanto sia importante per ciascuno di noi fare e rinnovare sovente il proprio atto di fede. Noi non crediamo in un dio qualunque, in un dio generico: noi crediamo nel Dio di Gesù e crediamo in Gesù Figlio di Dio e in tutto quello che Lui ci ha rivelato. Il nucleo della fede non è la religiosità, l’appartenenza a una chiesa e neppure la moralità. La nostra fede è una persona, Gesù che è Dio, che ci rivela Dio, che ci dona Dio, che in Dio ci fa fratelli e quindi suo popolo, sua Chiesa.

E particolarmente ai nostri giorni dobbiamo riscoprire Gesù Figlio di Dio perché molti e anche molte pseudo religioni contemporanee tendono a farci vedere Gesù come un grand’uomo e basta. Ma se Gesù è solo un uomo, quale verità abbiamo su Dio? Se le sue parole sono solo umane che garanzia mi possono dare?

 

 

LUNEDI’ 25 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: San Ludovico; San Giuseppe Calasanzio; San Genesio.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

Hanno detto: Dio ha collocato nei nostri cuori una fiaccola che risplende di conoscenza e di bellezza; è peccato lasciar morire la fiamma e seppellirla tra la cenere. (Gibran)

Saggezza popolare: Chi non ha poveri o matti nel parentado, o di tuono o di lampo deve esser nato.

Un aneddoto: Marcello Candia, l’industriale milanese che vendette le sue fabbriche e le sue proprietà e andò a vivere ed a morire fra i lebbrosi nell’Amazzonia brasiliana, racconta che un giorno, nel lebbrosario di Manituba, andò a trovare un’anziana signora lebbrosa, che da molti anni era sola, abbandonata dal marito, dai figli, dai parenti. Abitava in una misera capanna di legno, aveva il volto e le mani distrutte dalla lebbra. Marcello le portò qualche dono e poi le chiese: “Signora Maria, cosa fa tutto il giorno? Viene qualcuno a trovarla?”. “Sono quasi sempre sola — risponde la vecchietta — e non riesco più a lavorare perché non ci vedo e sono quasi paralizzata”. “Allora — riprese Marcello si sente sola, molto triste e abbandonata.”. “Sola sì, triste e abbandonata no, perché prego molto e sento che il Signore mi è vicino, non mi lascia mai sola.”. “E per chi prega? Per quali intenzioni?” . “Prego per il Papa, per i vescovi, per i sacerdoti e le suore. Prego per i lebbrosi abbandonati, prego per i bambini orfani, prego per tutti quelli che aiutano il nostro lebbrosario di Marituba...” La signora Maria andava avanti a fare un elenco di persone per cui pregava, che non finiva più. “E per lei non prega mai?”, le chiese Candia. “No, prego sempre per gli altri, perché quando gli altri sono contenti, sono contenta anch’io.” (P. GHEDDO, Il vangelo delle 7.19, Bologna 1991, p. 88).

Parola di Dio: 2Ts. 1,1-5.11-12; Sal. 95; Mt. 23,13-22

 

Vangelo Mt 23, 13-22

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati. Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro? E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati. Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta? Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso". Parola del Signore

 

“GUAI A VOI GUIDE CIECHE”. (Mt. 23,16)

Quando sentiamo Gesù parlare di guide cieche, facilmente ci vengono in mente tutta una serie di esempi concreti, da certe guide politiche che l’unica cosa che vedono sono i propri interessi a quegli ignoranti che credendosi dotti hanno sempre da propinare agli altri i propri consigli, da chi ha usato il ruolo della propria autorità per diventare autoritario e imporre se stesso, a chi aggrappandosi al suo piccolo ruolo magari nel proprio posto di lavoro, pretende obbedienza cieca e assoluta  non tenendo assolutamente conto dell’esperienza e delle persone che ha davanti. Purtroppo poi è facile vedere esempi di guide cieche anche nella Chiesa. Eppure la Chiesa ha un mandato formativo di estrema delicatezza. Essa deve formare non solo dei cittadini ma dei santi, aiutando le persone, una per una, a vivere “come si addice ai santi”, ma per far questo l’educatore deve essere a sua volta ‘santo’. Paolo spiegava questo dicendo: “Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo” E allora scopriamo che tutti siamo chiamati in causa, che tutti possiamo essere o guide illuminate o guide cieche: padri e madri a cui Dio affida le creature nuove perché le educhino a Lui e non le corrompano (affermando di educarle); sacerdoti e consacrati, laici e laiche impegnati nei più svariati tipi di animazione culturale, dalla scuola ai mass media, dalla catechesi alla conduzione di gruppi, movimenti, associazioni. A tutti è rivolto il monito del Signore affinché con l’esempio della nostra vita possiamo diventare modelli di ciò che crediamo. San Giovanni Crisostomo scriveva: “Non ci sarebbe bisogno di maestri se noi predicassimo con le nostre opere…Svegliamoci! mostriamo sulla terra una via al cielo”

 

 

MARTEDI’ 26 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alessandro; San Zefirino.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO DONACI IL DISCERNIMENTO.

 

Hanno detto: L'anima che cammina in amore non stanca né si stanca. (San Giovanni della Croce)

Saggezza popolare: Quando il padrone non sa quel che si fa, la casa va in rovina.

Un aneddoto: Un fotoreporter si sofferma ad osservare una cosa mai vista: si tratta del rientro di una fila di elefanti nella foresta, verso l’ora del tramonto. Scorge, con meraviglia, che ad un grosso elefante, oltre alle zanne, manca anche tutta la proboscide. Scatta le sue foto, nascosto in un palmeto. E poi rimane ad osservare. La proboscide è l’unico mezzo di cui l’elefante si serve per bere e per mangiare. Diversamente non può vivere. Ad un certo punto, gli si fanno attorno una cerchia di elefanti che, con le loro proboscidi, portano, alla bocca del mutilato, cibo ed acqua. Il fotoreporter, meravigliato, ha subito pensato: “Se anche noi uomini ci aiutassimo così”  (in Madre, Brescia, maggio 1990,)

Parola di Dio: 2Ts. 2,1-3.13-17; Sal. 95; Mt. 23,23-26

 

Vangelo Mt 23, 23-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!". Parola del Signore

 

“GUIDE CIECHE CHE FILTRATE IL MOSCERINO E INGOIATE IL CAMMELLO”. (Mt. 23,24)

Gesù in questo brano evangelico  non si scaglia tanto contro il valore di certe tradizioni religiose quanto sul modo ipocrita con cui i farisei hanno sconvolto i criteri di valutazione fino a far sembrare indispensabile ciò che invece è secondario, trascurando invece l’essenza.  Quanto fariseismo c’è ancora in mezzo a noi! Vediamo ancora oggi persone che vivono una religione mercificata senza entusiasmo, senza gioia. Questo è un culto vuoto che onora Dio con le labbra mentre il cuore è lontano. Ci si aggrappa alla sicurezza di “ciò che si è sempre fatto” e non si dà ascolto alla voce dei tempi per paura di dover cambiare. Ci si aggrappa a codici morali che hanno per secoli garantito un certo potere, non tanto per il valore delle norme in essi contenute, quanto per la paura che se non ci fossero questi il potere sarebbe diminuito.  Quanto fariseismo c’è ancora in chi propugna il valore della povertà o anche fa  il voto di povertà, quando è sicuro che, sì, non avrà tutto, ma non gli mancherà mai niente fino alla fine della vita.  Quanta ipocrisia in chi vede peccati da tutte le parte, se ne dichiara scandalizzato, evoca punizioni più adeguate e poi al peccato ci sguazza dentro, magari trovando per se stesso molte giustificazioni. Quanto siamo ipocriti e falsi quando, per paura di scandalizzare qualcuno, raccontiamo la storia della Chiesa come se fosse tutta bella, senza peccato, oppure imponiamo dei gioghi  a persone che già fanno fatica solo per paura che altri ‘benpensanti’ debbano ‘contaminarsi’ a stare con loro. Gesù non si spaventa di questi errori, ma ce li mette davanti. I guai che Gesù dice non sono per mandare i peccatori a bruciare nell’inferno, ma perché rendendocene conto troviamo la strada della luce, della sincerità, dell’onestà e della coerenza.

 

 

MERCOLEDI’ 27 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Monica;San Cesario di Arles; San Giuseppe Calasanzio.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DAL VOLER APPARIRE.

 

Hanno detto: L'anima grande e forte non diviene mai vittima della tristezza, neppure nelle ore della più grave tribolazione. (Giovanni XXIII)

Saggezza popolare: L'oro presente è causa timore, assente dà dolore.

Un aneddoto: Monica di Tagaste era cristiana. Sposò Patrizio, uomo irascibile e pagano: il suo paziente e dolce affetto lo conquistò al Cristianesimo. Da lui ebbe tre figli, di cui il più famoso è Agostino: sua gioia e tormento. Lo seguì con materna comprensione nei suoi lunghi errori religiosi e morali; ebbe cura del nipotino Adeodato, nato ad Agostino da una convivenza illecita; lo convertì a Cristo a forza d’infinite lacrime e preghiere. Quando nella notte di Pasqua dell’anno 397, Ambrogio, vescovo di Milano, battezzò Agostino e lo accolse ufficialmente nella Chiesa, Monica fu invasa dalla più grande gioia: aveva generato il figlio due volte: una alla vita terrena e ora alla vita celeste. Dopo simile consolazione, che stare a fare ancora al mondo? Lei e il figlio, prima del ritorno in Africa, appoggiati ad un balconcino di Ostia Tiberina, sotto la volta del cielo stellato, conversarono con grande dolcezza, dimentichi delle vicende passate, protesi verso il futuro di Dio. Monica disse al figlio: - Agostino mio, questa vita ormai non ha più alcuna attrattiva per me. Le mie speranze sulla terra sono ormai esaurite. Una sola cosa c’era che mi faceva desiderare di restare quaggiù ancora per poco: vedere la tua conversione prima di morire. Ora che il mio Dio mi ha soddisfatta ampiamente, ora che ti vedo addirittura pronto a rinunziare a tutto per servire Lui, che cosa faccio qui?

Si mise a letto e dopo pochi giorni morì, gioiosa perché Dio non disprezza il pianto di una madre, anzi ne ascolta sempre l’incessante preghiera; ma soprattutto per aver guidato nel porto di Dio l’intera barca della sua famiglia.

Parola di Dio: 2Ts. 3,6-10.16-18; Sal. 127; Mt. 23,27-32

 

Vangelo Mt 23, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:"Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!". Parola del Signore

 

"GUAI A VOI CHE RASSOMIGLIATE A SEPOLCRI IMBIANCATI. ESSI, ALL'ESTERNO, SONO BELLI A VEDERSI, MA DENTRO SON PIENI DI OSSA DI MORTI E DI OGNI PUTRIDUME". (Mt.23,27)

Vi ripropongo oggi una riflessione “datata” ma che ritengo sempre attuale. Non c’è niente di più istruttivo specialmente durante un periodo di vacanza in cui c’è sempre l’esaltazione di ogni corporalità, che una visita ai nostri cimiteri. “Padre integerrimo”, “Strappato prematuramente ai suoi cari”, “Parroco amato dai suoi parrocchiani”... Qualche volta ti capita di sapere a chi sono appartenute le ossa che ci sono lì sotto. Era un padre integerrimo ma anche un ubriacone che quando tornava a casa “bevuto” era meglio togliersi di sotto. E quel figlio che ha fatto scrivere “strappato prematuramente..." quante volte, fra i denti, gli ha augurato: “Ti venisse un accidenti”; e quel parroco tanto amato dai parrocchiani era “uno attaccato ai soldi”, “un tiratardi che non la finiva mai di parlare”, “uno che meno male che è morto perché la parrocchia aveva perso ogni vitalità”. E, purtroppo, è vero anche per certi profeti della Chiesa. Da vivi ci davano fastidio, ci smuovevano dal nostro immobilismo, ci sbattevano in faccia le nostre ipocrisie, non erano “della legge”, da morti diventano profeti, grandi uomini... Gesù ci invita a guardare le persone vive o morte per quello che sono, non per quello che appaiono, non per il fastidio o meno che ci hanno dato. Non serve a nulla dire di uno, quando è morto, che era un profeta, se non ci siamo neppur lasciati scalfire dalla sua profezia.

 

 

GIOVEDI’ 28 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino; Santa Adelina; Sant’Alfrico.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI FEDELE, SIGNORE, LE TUE PAROLE SONO VERITA’ E VITA.

 

Hanno detto: Affaticarsi, tormentarsi anche per un'anima, è dopo tutto un'umile maniera di imitare Gesù che morì per tutte le anime. (Goyau)

Saggezza popolare: Si può conoscere la tua opinione dal tuo sbadigliare.

Un aneddoto: (da:S. AGOSTINO, Confessioni, 8-10)

Da una casa vicina ascolto una voce che canta, forse di bimbo o di bimba, un ritornello: — Prendi e leggi; prendi e leggi!

Freno il singhiozzo, mi alzo, come ad un comando. In­tendo aprire la Bibbia e leggervi il primo versetto, che mi si presenta allo sguardo. Avevo infatti sentito raccontare di Antonio, che, essendosi per caso imbattuto nella lettura del Vangelo nel versetto: — Va’, vendi quanto possiedi; il ricavato donalo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi! — lo aveva interpretato come un consiglio rivolto a sé stesso e perciò si convertì subito a te, o Signore. Ritornai quindi in fretta al posto dove avevo lasciato il libro dell’apostolo Paolo. Lo presi. Lo aprii silenziosamente. Lessi quel versetto che per primo mi capitò sott’occhio. Diceva: non nel piacere e neppure nel vino; non nell’amore impuro e nemmeno nell’odio, c’è pace; ma solo in Gesù!  Non volli leggere oltre; non v’era bisogno. Fu allora che m’infondeste nel cuore, Signore, una luce di certezza e di pace, che mise in fuga tutti i miei dubbi. O  eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi, tremai di amore e di terrore. Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi hai chiamato ed ora io anelo a te!      

Parola di Dio: 1Cor. 1,1-9; Sal. 144; Mt.24,42-51

 

1^ Lettura 1 Cor 1, 1-9

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza. La testimonianza di Cristo si è infatti stabilita tra voi così saldamente, che nessun dono di grazia più vi manca, mentre aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo: fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro! Parola di Dio

 

FEDELE E’ DIO. (1Cor.1, 9)

L'uomo dice di “sì” e poi spesso fa "no", Dio invece è fedele sempre. E' stato fedele nell'Antico Testamento all'Alleanza, è stato fedele mandandoci suo Figlio, Gesù è fedele al compito affidatogli dal Padre, è fedele all'uomo e lo salva. Gesù è fedele anche alle sue promesse e quindi è con noi tutti i giorni, ma è fedele anche alle promesse future, quindi verrà alla fine del mondo per portare a compimento il suo regno, per giudicare gli uomini. Non posso dunque permettermi di dubitare della sua misericordia che perdona,della sua Grazia che aiuta, della sua presenza nel fratello, del suo Spirito che ci è dato. Anche davanti alle nostre infedeltà Dio continua a volerci bene perché egli "è" il fedele.

 

 

VENERDI’ 29 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Martirio di san Giovanni Battista; San Bononio di Lucedio.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU SIGNORE, LA MIA FIDUCIA, FIN DALLA MIA GIOVINEZZA.

 

Hanno detto: L'anima umana è come un abisso che attira Dio, e Dio vi si getta, (J. Green)

Saggezza popolare: Ognun vede le proprie oche come cigni.

Un aneddoto: Spesso ci sono croci esterne che non dipendono da noi, ma c’è anche un tipo di croce che ci fa particolarmente soffrire ed è quella che viene proprio dall’interno della Chiesa

S. Alfonso dei Liguori fu buttato fuori dalla congregazione da lui fondata, quella dei redentoristi, mentre san Giuseppe Calasanzio fu deposto dalla carica di superiore generale degli scolopi proprio dai suoi confratelli più intimi. La stessa cosa capitò a Anna Michelotti, l’apostola degli ammalati poveri, la quale venne deposta dal suo ufficio di madre generale per macchinazioni interessate di un cappellano. E Antonio Rosmini non venne calunniato mentre difendeva la Chiesa? Anche don Bosco dovette soffrire, non poco, proprio a causa di quelle persone che egli stesso aveva aiutato ad ascendere ad alte cariche di responsabilità. Sono cose che capitano in questo mondo e che non devono minimamente avvilirci, giacché è proprio nella lotta e nel contrasto che si forma ed emerge l’eroe, il santo. (V. DEL MAZZA, L’autostrada della felicità)

Parola di Dio nella festa del martirio di san Giovanni Battista: Ger.1,17-19; Sal.70; Mc.6,17-19

 

1^ Lettura Ger 1, 17-19

Dal libro del profeta Geremia

In quei giorni, la parola del Signore mi fu rivolta per dirmi: "Tu, cingiti i fianchi, alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti alla loro vista, altrimenti ti farò temere davanti a loro. Ed ecco oggi io faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti". Parola di Dio

 

“TI MUOVERANNO GUERRA MA NON TI VINCERANNO, PERCHE’ IO SONO CON TE PER SALVARTI”. (Ger 1,19)

Oggi la liturgia accumuna il martirio di Giovanni Battista alla testimonianza profetica di Geremia: sia Giovanni che Geremia non sono due super eroi della fede. Geremia avrà i suoi bravi dubbi e si lamenterà spesso con il Signore per la sorte difficile toccatagli, Giovanni durante il suo periodo di prigionia avrà dei dubbi su Gesù, vedendolo così diverso dal Messia che lui aveva annunciato. Ma entrambi hanno il coraggio di parlare a nome di Dio. E spesso le cose che Dio ha da dire non sono piacevoli da ascoltare e suscitano irritazione, sete di vendetta persecuzione. Né a Geremia né a Giovanni piacciono le persecuzioni ma la loro vera eroicità sta nel fidarsi del Signore che non li abbandona anche nel momento in cui uno ci rimette la testa. Ieri pensavamo alla fedeltà di Dio: se davvero ci crediamo Dio è fedele anche quando siamo perseguitati, anche quando non sappiamo capire il perché di certe strade che ci sono riservate, anche quando giungeremo alla fine della nostra vita terrena. Ma è proprio nella fiducia della fedeltà di Dio che trovo il coraggio e la gioia, anche in quei momenti di sentirmi tra le braccia di Dio.

 

 

SABATO 30 AGOSTO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gaudenzia; San Pietro di Trevi.

Una scheggia di preghiera:

 

TI OFFRO LE MIE DEBOLEZZE, SIGNORE

 

Hanno detto: Un figlio può prendere dal padre il naso e gli occhi e persino l'intelligenza, ma non l'anima. L'anima è nuova, in ogni uomo. (H. Hesse)

Saggezza popolare: La luna brilla ma non riscalda. (Proverbio Russo)

Un aneddoto: "Stava per giungere una postulante — raccontava con semplicità madre Teresa — e non c'era un materassino per lei in tutto il convento. Una fodera l'avevamo, ma non c’era niente con cui riempirla. Stavo scucendo il mio cuscino per estrarne il cotone e usare quello, quando suona il campanello dell'entrata. Vado ad aprire. E' un inglese con un cuscino sotto il braccio: "Sto per lasciare Calcutta, dice, e ho pensato che forse a voi poteva servire". Lo aiuto a tirar giù dalla macchina un materasso gonfio, pesante, che servirà a riempire almeno quattro dei nostri smilzi materassini". Nel centro di assistenza, a Calcutta, un giorno sono stati ricevuti altri venti ragazzi. A pranzo il loro appetito robusto ha messo fine alla provvista di riso. Per il pasto serale non ce n'è proprio più. E' l'ora di accendere il fuoco, ma che mettere nella pentola? Madre Teresa sorride. Forse pensa alle parole che in circostanze simili diceva il Cottolengo: "Adesso si vedrà se la Casa è mia o è della Provvidenza". Dall'entrata vengono avanti tre persone, una signora e due uomini curvi sotto il peso di due sacchi. Quella donna, sconosciuta, si rivolge alla prima suora che vede: "Ho pensato di portarvi un po' di riso. Volete accettarlo?".

Parola di Dio: 1Cor.1,26-31; Sal. 32; Mt. 25,14-30

 

1^ Lettura 1 Cor 1, 26-31

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Considerate la vostra vocazione, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore. Parola di Dio

 

“DIO HA SCELTO CIÒ CHE NEL MONDO È DEBOLE PER CONFONDERE I FORTI”. (1Cor.1,27)

Sembra quasi che Dio ci trovi gusto a cambiar le carte in tavola e a lasciarci perplessi, imbarazzati. Le Beatitudini che   controsenso! Dio si serve dei deboli: ma se il mondo è dei forti, dei furbi, se nel mondo i deboli al massimo servono da scalino per gli altri! Eppure questa parola si è realizzata e si realizza tante volte: il crocifisso della Palestina ha cambiato il mondo; un gruppo di pescatori e poveracci, neanche troppo forti nella fede hanno scosso un impero romano; una Madre Teresa ha messo in crisi la calma delle nostre coscienze e senza tante parole ci insegna cosa vuol dire amare. Ma perché? Non perché il debole da solo riesca a sconfiggere il forte, ma perché lo Spirito Santo si serve della disponibilità del debole per operare le scelte di Dio: e Dio, che è sempre più forte del più potente e superbo, sta con coloro che essendo deboli sentono di avere bisogno di Lui.

 

 

DOMENICA 31 AGOSTO: XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Raimondo; San Domenico del Val.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, AMORE MIO, IO CONFIDO IN TE

 

Hanno detto: Quiete, preghiera, carità e padronanza di sé costituiscono il tiro a quattro che porta l'anima in cielo. (Iperechio)

Saggezza popolare: Come ti vedono così ti dipingono. (Proverbio polacco)

Un aneddoto: Prima di visitare un celebre santuario, un guru macilento entrò da un barbiere che stava rasando un uomo pingue e fondo. Immediatamente il barbiere trascurò il cliente che stava servendo e, con cura e deferenza, servi il guru di tutto punto. Poi gli diede alcune monete e si raccomandò alle sue preghiere. Il guru decise in cuor suo che avrebbe ripagato il barbiere con la totalità delle elemosine che avrebbe raccolto durante la giornata.

Passarono alcune ore ed uno sconosciuto avvicinò il guru dandogli un sacchetto di monete d’oro. Il guru corse subito dal barbiere tendendogli il gruzzolo d’oro. Ma questi gli disse offeso: “Non ti vergogni, proprio tu che dovresti esser santo, di pagare un lavoro che ho fatto per amor di Dio?”

Parola di Dio: Ger. 20,7-9; Sal. 62; Rm. 12,1-2; Mt. 16,21-27

 

Vangelo Mt 16, 21-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai". Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: "Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!". Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni". Parola del Signore

 

“PIETRO PRESE IN DISPARTE GESU’ E SI MISE A RIMPROVERARLO”. (Mt.16,22)

La troppa confidenza, il cosiddetto “buon senso terreno”, la sua impulsività e generosità, fanno sì che Pietro si prenda la libertà di rimproverare Gesù col risultato di sentirsi chiamare: “Satana” cioè: “Colui che vuol dividermi da Dio”. Anche noi, spesso ci arroghiamo il compito di dare dei suggerimenti a Dio quando  nella nostra supponenza arriviamo addirittura a metterci al suo posto: “Dio dovrebbe bruciare le mani di tutti quei ladri”. “Come mai o Dio non sei intervenuto mentre succedeva quella disgrazia?”. “Non sei giusto nel permettere la sofferenza dei giusti mentre i malvagi trionfano”. “Se fossi al tuo posto…” E così, partendo da “buon senso” e confidenza, diventiamo anche noi Satana, cioè vorremo prendere il posto di Dio perché quasi quasi ci sentiamo migliori di Lui. E’ vero che nella vita ci sono tante cose che non comprendiamo, è vero che siamo portati a seguire una via facile, senza difficoltà e senza croci, perché le prove e le sofferenze non ci piacciono ma… ci fidiamo o non ci fidiamo di Dio, della sua paternità nei nostri confronti, della sua capacità di volere il nostro vero bene anche quando ci chiede di passare per strade che non sono le nostre?  

     
     
 

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