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PENSIERI “SPETTINATI”
PER UN ANNO VISSUTO DA VIVI
1^ Parte Gennaio - Giugno
Carissimi,
in occasione delle feste natalizie e per il ‘cambio dell’anno ho pensato di offrirvi un ‘calendario’.(non spaventatevi dei due volumetti: ho dovuto far così solo per motivi tecnici di stampa). Non si tratta certamente né di un calendario fotografico come vanno di moda adesso, né di un calendario agenda su cui scrivere i mille impegni che ogni giorno ci riempiono di affanni. Ci sono i giorni e a ciascun giorno un pensierino, alcuni miei, altri pescati nel “pozzo” delle letture e dei libri che in questi anni sono stati compagni del mio cammino. Di molti non son riuscito neppur più a cogliere l’origine. Ma lo scopo è molto semplice: qualche buon pensiero o qualche richiamo anche deciso possono aiutarci a non lasciarci vivere dal tempo che passa, ma a saperlo apprezzare, gustare lodando Dio che ce lo dona e rispondendo al suo amore. Naturalmente alcune cose potranno servire, altre magari illuminare, altre non trovarci d’accordo… va tutto bene pur di non bruciare il tempo. E se nel tempo che ci è dato ci ricordiamo a vicenda vorrà dire che la preghiera vicendevole, la stima e l’amicizia aggiungeranno ancora perle ai doni di Dio. Don Franco
Gennaio
1 Gennaio
Inizio e fine spesso coincidono: quando il chicco, muore nasce il nuovo germoglio. La notte scorsa è bastato un secondo perché nella nostra suddivisione del tempo finisse un anno e ne cominciasse un altro. Mi fanno riflettere tutti e due: quello che non è più mio e che avrei potuto vivere con più pienezza e le pagine bianche dell’anno nuovo: non so se saranno tutte mie, mi piace vederle bianche ma avranno senso solo quando saranno scritte, magari anche imbrattate. Ma anche quest’anno non sarò solo a scriverne le pagine. C’è Dio che scrive con me una storia di amore, ci sono i fratelli che bene o male entreranno in queste pagine. “Signore, Dio dell’eternità che sei vivo adesso e sempre ma che in Gesù ti sei incarnato nel mio tempo, fa’ che non vada perso neppure uno dei 262.800 minuti di questo anno. Il presente è l’unica moneta che ho. Che lo spenda bene per farlo diventare con te Eternità.”
2 Gennaio
In questi giorni i maghi imperano, gli astrologi si sbizzarriscono e dirci che tutti i nati sotto quel segno in questo anno incontreranno l’anima gemella, i futurologi a seconda del loro fegato o sono ottimisti o prevedono tuoni e lampi. Anche un credente può e deve guardare al futuro, e allora anche senza leggere gli astri o le mani, è certo nel prevedere: anche quest’anno il Signore mi amerà del suo amore infinito. Man mano che il tempo della mia vita passa, Lui bussa per regalarmi il suo perdono. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto è un dono del suo amore. Anche quest’anno incontrerò molte persone: starà solo a me stabilire se sono nemici o fratelli. Anche quest’anno il sole sorgerà per me e per tutti ma starà a me gioire della sua luce o mettermi gli occhiali scuri per rimanere al buio. E’ vero che non so che cosa mi succederà il tal giorno e la tal ora: questo “futuro”, forse per fortuna, non posso leggerlo ma voglio scriverlo con la grazia di Dio e con la gioia nel cuore, altrimenti che senso avrebbe avere un futuro?
3 Gennaio
A proposito di maghi e di indovini mi viene in mente Bonaventura di Aragona che vissuto sul finire del 1600 diceva : “Se non ci fosse al mondo gente stupida non ci sarebbero neanche stregoni” Infatti è da stupidi voler mettere attraverso la magia, Dio al nostro servizio, è da persone di poco senso voler sapere che cosa saremo quando non sappiamo neppure ancora che cosa siamo; diceva l’attore Vittorio Caprioli: “Temere il futuro è riempirsi di medicine prima che arrivi la malattia” mentre è altrettanto sciocco vedere il futuro come il periodo di tempo nel quale tutto funzionerà alla perfezione, i nostri affari andranno a gonfie vele, i nostri amici saranno sinceri e la nostra felicità assicurata. Lasciamo il futuro nelle mani di Dio, anzi scriviamolo con Lui partendo dal passato ma soprattutto vivendo il presente.
4 Gennaio
A volte parliamo con leggerezza e non ci curiamo delle circostanze, eppure non dovremmo mai permettere alla lingua di oltrepassare il pensiero e dovremmo ricordarci che chi parla troppo non può che restar solo; e poi non è affatto vero che quello che si dice passa. Una buona parola non va mai perduta: passa da una persona all’altra e alla fine torna a noi. Invece come dice il proverbio: “Una parola mal detta va come una saetta”.
5 gennaio
Oggi tutto va di corsa. Diceva un mio amico mentre stavamo entrando in Tangenziale accerchiati da macchine sibilanti, impazienti: “Sembrano tanti spermatozoi in competizione alla cerca dell’unico ovulo”. Eppure sappiamo tutti che la fretta e la velocità spesso portano alla morte, sappiamo che la fretta è cattiva consigliera o umoristicamente come diceva Ramon Gomez De la Serna. “è la sorella del dimenticar le chiavi”. E pensare che siamo proprio stupidi quando pensiamo di perdere qualcosa del tempo quando le cose non sono fatte in fretta, e poi abbiamo del tempo libero e non sappiamo che cosa farcene se non trovare delle cose per ammazzarlo in fretta. Che non abbia ragione quel proverbio che dice: “Chi ha fretta vada adagio”?
6 gennaio
Questi magi ricercatori, camminatori mi fanno venire in mente il senso della nostra vita. Qualcuno se la cava dicendo che è un “passaggio”, qualcun altro dice che è un vagabondaggio, a me piace pensarla come un pellegrinaggio. Il pellegrino non gira a vuoto, ha una meta, se ha il cammino nel cuore sa che il suo vero paese è altrove, ma nel frattempo non si perde il suo camminare, sa gioire di ciò che incontra, non si impossessa di niente perché anche le cose belle possono appesantire il viaggio, sa chiedere umilmente informazioni, sa gioire del dono di un pezzo di pane e sa donare a sua volta perché sa che cosa voglia dire fame e stanchezza… Mi piace molto che cosa scriveva Giovanni da Kronstat nel suo libro “La mia vita in Cristo”: “Che cos’è la nostra vita? Il cammino di un viandante; appena ha raggiunto un certo luogo gli si aprono le porte, abbandona gli abiti da viaggio e il bastone da pellegrino ed entra a casa sua”.
7 gennaio
Non essere un demolitore. Non pensarti troppo grande e importante: non sei la sola perla della spiaggia! Sii sorridente. Sii simpatico senza essere falso. Sii uomo di pace, lascia perdere il veder nero e le critiche continue. Nascondi i tuoi crucci. Non andare a cercar l’altro apposta per raccontarglieli e quando l’altro sta parlando non interromperlo per dire “anche a me è successo..” Rispetta tutti. Nessuno ha mai ricevuto benefici disprezzando gli altri. Aiutati e aiuta gli altri. Nessuno è mai diventato amico solo vedendo i difetti degli altri e calpestando piedi e distribuendo calci.
8 Gennaio
Se con quelle astruse leggi della statistica riduciamo l’uomo in numeri ecco che cosa avviene durante le 24 ore nell’uomo comune medio (alto metri 1,60 e del peso di Kg. 70)? Pompa attraverso il cuore sangue: 22.000 litri; 103.680 volte inspira ed espira di aria;fa crescere i suoi capelli di 0,45 mm; beve di liquidi: 1,40 litri; mangia: 1,75 Kg; secerne di saliva: 1,80 litri; batte le palpebre 12.240 volte; usa per muovere la testa 20 muscoli; produce in energia 3.000 cal.; dorme 8 ore; ci mette per addormentarsi 13 minuti; ha bisogno di sale 6 gr…. Possiamo allora ridurre l’ uomo al frutto del caso o al meccanicismo? Dietro a queste meraviglie che cosa può esserci?
9 Gennaio
Nell’hotel Rand di New York ai piedi dello scalone che porta ai piani si legge questo cartello: “Siate gentili con le persone che incontrate quando state salendo, perché tornerete ad incontrarle scendendo”. Sia in casa, sia nella società, in fabbrica o in ufficio, le nostre relazioni siano ispirate a gentilezza. Non costa nulla ed è fonte di felicità. Spesso la maniera di dare vale di più di ciò che si dà. Dice Lao Tse: “Gentilezza nel parlare crea fiducia; gentilezza nel pensare crea intimità, gentilezza nel donare crea amore”.
10 Gennaio
Quante volte ci offendiamo per un nonnulla; e dall’offesa si passa poi alla voglia di farla pagare, perché “non si deve passare per fessi”. Sentite questa storiella: una vecchietta si offese perché una sua vicina non l’aveva invitata ad una merenda all’aperto in giardino. Quando la sua vicina si accorse della dimenticanza provvide a mandarle l’invito. La vecchietta ribatté: “E’ troppo tardi ho già pregato invocando per quel momento la pioggia dal cielo”
11 gennaio
E’ umano provare antiapatia per qualcuno. Forse però, devo farmi anche qualche domanda per non restare solo a livello di istinti. Intanto qualche volta il nostro giudizio è superficiale e non conosciamo a fondo la persona, altre volte contraddiciamo un’opinione mentre ci è antipatico solo il tono con cui è stata espressa e poi ogni volta che trovo qualcuno antipatico dovrei chiedermi: “Che cosa c’è in me che non va?” Infatti di solito si detesta chi ci assomiglia e i nostri difetti visti dal di fuori ci esasperano.
12 gennaio
E’ triste la parola “solo”. Tutti, in un momento o nell’altro, hanno fatto l’amara esperienza della solitudine. Quante persone sono destinate non soltanto a conoscere che il mondo è difficile, ma anche a coabitare con l’amarezza di essere soli. La solitudine è un grande peso, specialmente quando non si ha Dio come compagno. Incontriamo donne e uomini soli in casa, negli ospedali, per le strade delle città, nelle carceri. Un modo per vincere la solitudine è avere e coltivare amicizie, allargare le relazioni umane senza pregiudizi. Fa’ che tutti quelli che incontri diventino tuoi amici. Fa’ amicizia con il mondo intero. (J. Maurus)
13 gennaio
Non lasciare che passi un solo giorno senza che si sia levato un raggio di felicità su un cuore triste. Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non ha vissuto invano. In ogni avvenimento passa un sentiero che porta a Dio. I tuoi passi camminano su una strada ma il tuo cuore deve battere sul mondo intero.
14 gennaio
Si raggiungono le vette solo mettendo passo dopo passo, solo sempre ripartendo. Cammina con qualunque tempo: il grano per maturare ha bisogno sia del giorno di sole che di quello di pioggia. E quando crederai di essere arrivato è ora di ripartire. Là dove siamo ora non è che una tappa del nostro cammino. Un po’ di speranza in tasca, lo sguardo fiducioso alla meta, la gioia di saper Gesù compagno di viaggio… e si può sempre ripartire, anche oggi, adesso.
15 gennaio
Una canzone di qualche anno fa diceva “I bambini fanno oh!” cioè sanno meravigliarsi di tutto. Ma tu non ti sei mai meravigliato, stupito, non hai mai gioito nel fondo del cuore davanti al sorriso di un bambino? Prima quegli occhi così profondi e così limpidi ti guardano, poi si distendono, poi sorridono insieme a tutto il viso a tutto il corpo… E tu guardi quel sorriso e ti senti riappacificato con te stesso, con la vita, con il mondo. Quanto costa poco un sorriso eppure che medicinale importante. La vita senza un sorriso è come una lampada senz’olio.
16 gennaio
“Se vi sentite di mancare di coraggio o di fiducia, sorridete a voi stessi e vi ritemprerete. Sorridete all’incontro con ogni persona, così la incontrerete davvero. Chi vi vede sorridere vi si avvicinerà tanto più amichevolmente quanto più aperto sarà il vostro sorriso e quindi il vostro cuore. Sorridetevi quando siete soli così facendo vi migliorerete dentro e migliorerete tutto anche fuori. Il sorriso vi libera dalle angustie, vi apre, vi eleva e vi raffina”. (Louis Chapuis, L’arte della longevità)
17 gennaio
Gesù ha detto: “Siate perfetti come il Padre vostro celeste”. Ce ne è tanto da spaventarsi. Ma questa è una meta a cui aspirare per essere “santi come Lui è santo”. Santa Teresina ne ‘La storia di un anima’ semplifica dicendo che la perfezione consiste nel fare la volontà di Gesù, nell’essere come Lui ci vuole e Santa Caterina da Siena ci ricorda che “Iddio non chiede un’opera perfetta, ma piuttosto un infinito desio di bene”. Ricercare la perfezione non significa non sbagliare mai. Anche i saggi sbagliano, solo gli insipienti non si correggono dei propri errori. Se, sorridendo, vuoi camminare nella strada della perfezione usa questo metodo: metti in pratica la metà dei consigli che dai agli altri e correggi in te la metà dei difetti che biasimi negli altri: ce n’è più che a sufficienza.
18 gennaio
Se frequentiamo solo persone simpatiche o a noi congeniali non usciamo dallo stretto circolo di noi stessi. Per una pienezza di vita dobbiamo offrire la nostra attenzione a coloro che ne hanno poca e quindi ne hanno più bisogno. Per molte persone una parola di incoraggiamento, un atto di gentilezza o di confidenza possono rappresentare la differenza tra la disperazione e la speranza. I medici sono d’accordo nell’affermare che molte malattie sono indotte dalla carenza di amore e da un senso di insicurezza. L’amore per il prossimo è il miglior antidoto sia per gli altri che per noi stessi.
19 gennaio
Arthur Rodzinski celebre direttore della New York Philarmonic Orchestra una volta dichiarò: “Nella nostra orchestra ci sono uomini di varie nazionalità, diversi per tipo, per temperamento. Abbiamo imparato a dimenticare le simpatie e le antipatie e le diversità di carattere per amore della musica, alla quale abbiamo dedicato la vita. A volte mi domando se i problemi del mondo non si possano risolvere sulla base di una simile armonia. Pensate a quali risultati un individuo può ottenere nella sinfonia con il controllo delle proprie peculiarità e ambizioni per amore della musica… Solo quando ciascuno di noi e ciascuna nazione avrà imparato il segreto dell’amore il mondo diventerà una grande orchestra guidata dal più grande Direttore di tutti.”
20 gennaio
C’è un bel proverbio che dice: “Errare è umano, perdonare è divino”, ma raramente noi lo mettiamo in pratica. Se un amico ci offende rimuginiamo la sua ingratitudine. Se un parente non ci guarda, ci teniamo lontani da lui. Se un collega d’ufficio ci muove una critica, immediatamente rispondiamo per le rime. Se nutriamo sentimenti mediocri e ripaghiamo con meschinità, non facciamo che aggiungere miseria al mondo a scapito della nostra felicità. Vogliamo essere divini? Perdoniamo! Vogliamo essere caritatevoli? Dimentichiamo.
21 gennaio
Capita il giorno in cui ti senti sommerso dalle difficoltà, il giorno in cui non vedendo possibilità di soluzione vien voglia di lasciar cadere le braccia. E’ più facile arrendersi di fronte alle difficoltà che cercare di superarle e questo sia nel lavoro, nei rapporti umani o nel perseguire un ideale. Prova però a ragionarci: se ti arrendi non hai concluso e vivrai per lo meno nella delusione, se perseveri potrai sempre avere un occasione imprevista. Se non rischi non l’avrai mai. Diceva il Cardinal Suenens: “La speranza non è un sogno, ma un modo per tradurre i sogni in realtà”.
22 gennaio
Una volta un giornalista intervistò Edison circa gli ultimi suoi esperimenti sulle batterie. Edison lo informò di aver fatto circa ventimila esperimenti, ma sempre senza esito. “E non si sente scoraggiato da queste inutili ricerche?” “Inutili? - Esclamò Edison – Niente è inutile: ho scoperto ventimila cose che non servono”
A volte ci sembra che i nostri tentativi sulla via del bene, le nostre buone azioni non servano, non abbiano alcun risultato. E’ proprio il momento di non scoraggiarci: quello che non serve oggi non potrà forse servire domani? E non è vero, come dice la Madonna che “Dio guarda alla povertà della sua serva per fare cose grandi?” Nelle mani di Dio forse serve più un insuccesso offerto con amore che un successo che rischia di avere già in sé il suo premio.
23 gennaio
“Vostro figlio è la verità con la faccia sporca, la saggezza con i capelli arruffati, la speranza dell’avvenire con un ranocchio in tasca. Vostro figlio è una creatura magica: potete cacciarlo dalla vostra stanza, ma non dal cuore. Tanto vale che vi rinunciate. E’ il vostro carceriere, il vostro superiore, il vostro padrone, un terremoto in miniatura dalla faccia lentigginosa. Ma, quando tornate a casa, la sera, recando con voi soltanto i brandelli delle vostre speranze e dei vostri sogni, lui può rimetterli in sesto con due magnifiche parole: “Ciao, mamma! Ciao, papà”
24 gennaio
Volete fare un esperimento? Prendete un foglio di carta e una penna e poi con calma elencate tutte le vostre paure, ma proprio tutte da quella del ragno a quella della morte. Poi con calma rileggete e spuntate: con ogni probabilità scopriremmo che il cinquanta per cento di esse sono infondate, sciocche o false, per il quaranta per cento non sono poi così terribili come sembrano e per il rimanente dieci per cento potrebbero essere superate solo se le affrontassimo con coraggio invece che con timore. Perciò la strada è non lasciarci spaventare, smetterla di preoccuparci e cominciare ad agire.
25 gennaio
Una giovane sposa aveva solo una cosa di cui lamentarsi riguardo al marito. Diceva: “Quando parla con gli altri mio marito mi loda sempre. Gli amici mi riferiscono costantemente le cose meravigliose che egli dice a mio riguardo. Ma non sono contenta. Perché non dice le stesse cose direttamente a me?” Spesso pensiamo che le persone care sappiano del nostro amore per loro, ma guardando anche a noi stessi non abbiamo forse bisogno di sentircelo dire? E, per metterla con un sorriso ricordiamoci che nessun uomo ha mai protestato con una donna perché questa parlava troppo, quando lei gli stava dicendo che era un uomo straordinario.
26 gennaio
“Il verbo inglese ‘to zap’ indica un movimento rapido, veloce, quasi fulmineo. Il termine zapping allude all’abitudine televisiva di cambiare spesso canale nel tentativo di vivere più intensamente tutte le immagini. Zapping allude anche al tentativo di vivere ogni momento della vita con intensità. Ciò però conduce al nervosismo, all’insoddisfazione, così dannosi alla salute fisica e psicologica. Zapping significa voler vivere la vita a bocconi, senza avere il tempo di gustarla. La vita ha bisogno del suo spazio sia in casa che in ufficio. Ha bisogno di essere vissuta con calma, con gioia, con serenità. (J. Maurus)
27 gennaio
Ecco una serie di osservazioni di Abramo Lincoln:
“Non si crea prosperità scoraggiando la frugalità. Non si ispira la forza nei deboli indebolendo i forti. Non si aiuta il salariato togliendo di mezzo colui che lo paga.
Non si promuove la fratellanza degli uomini incoraggiando la lotta di classe. Non si aiutano i poveri distruggendo i ricchi. Non si costruisce una sicurezza prendendo soldi in prestito. Non si forma un carattere e non si infonde coraggio privando l’uomo di iniziativa e di indipendenza. Non si aiutano gli altri facendo per loro ciò che essi possono e devono fare da sé.”
28 gennaio
Quando si parla di Freud si pensa alla psicoanalisi, alle turbe sessuali, al lettino da cui scaricare i nostri guai. Ebbene un giorno chiesero a Freud quale fosse l’ideale della sanità mentale; si aspettavano chissà quale discorso sull’appagamento sessuale, ma Freud sorprese tutti con due parole: “Amare e Lavorare”. Ma si può lavorare in molti modi diversi: un uomo che lavora con le mani è un manovale; un uomo che lavora con le mani e con il cervello è un artigiano. Un uomo che lavora con le mani col cervello e con il cuore è un artista qualunque lavoro stia facendo.
29 gennaio
Consigli spettinati a proposito del lavoro
Sbriga un lavoro noioso oggi invece di domani. Ti risparmi di stare per 24 ore con il fastidioso pensiero di doverlo fare mentre ti godi per 24 ore la soddisfazione di esserti liberato da una noia. Se da principio non riesci, sei nella media. È meglio avere una persona che lavora con te, che non tre persone che lavorano per te.
Se ci mettiamo decisamente all'opera, ci accorgiamo che anche una montagna di lavoro cala di giorno in giorno. Se noi lavoriamo, Dio riesce. Il frutto maturo cade da solo, ma non cade nella nostra bocca. Anche tra le pentole c'è il Signore.
30 gennaio
Che cosa dicono i santi a proposito del lavoro:
La mano all'opera e il cuore a Dio! (Santa Zita)
Da' un motivo soprannaturale alla tua ordinaria occupazione professionale, e avrai santificato il lavoro. (Escrivà de Balanguer)
Al momento della morte non saremo giudicati sulla quantità di lavoro che avremo fatto, ma dal peso d'amore che avremo messo nel nostro lavoro. (Madre Teresa di Calcutta)
Il lavoro è un'alta missione: esso è per l'uomo come una collaborazione intelligente e affettiva con Dio creatore dal quale ha ricevuto i beni della terra per coltivarli e farli prosperare. (Papa Giovanni XXIII)
Un uomo tanto sa quanto lavora (San Francesco d’Assisi)
31 gennaio
E visto che il mese di gennaio finisce con la festa di San Giovanni Bosco, ci facciamo aiutare dal suo pensiero per capire ancora meglio il lavoro. “Chi vuol lavorare con frutto deve tenere la carità nel cuore e praticare la pazienza con le opere. Lavoriamo continuamente in questa vita per salvare l'anima nostra e tante altre: ci riposeremo nella beata eternità. Siamo in tempi in cui bisogna operare. Il mondo è divenuto materiale, perciò bisogna lavorare e far conoscere il bene che si fa. Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo: il mondo è un cattivo pagatore, e paga sempre con l’ingratitudine.”
Febbraio
1 febbraio
Tutti ricordiamo la storia di Caino e Abele e come Dio dica a Caino: “Il male è accucciato all’uscio della tua casa ma se vuoi tu puoi dominarlo”. Lo scrittore John Steinbeck attorno a questa frase ha costruito il suo romanzo ‘La valle dell’Eden”. Ecco una sua riflessione su quel: ‘Tu puoi’: “Diamine, questo sì che fa grande un uomo e gli dà la statura degli dei, perché, nella sua debolezza e nella sua bassezza e dopo l’assassinio del fratello, tuttora egli ha la grande scelta. Può scegliere la sua strada, percorrerla lottando e vincere… E’ facile per pigrizia o per debolezza gettarsi nel grembo della divinità e dire: “Non potevo farci nulla, la via era prestabilita”. Ma pensate alla gloria della scelta. E’ questo che fa di noi un uomo.”
2 febbraio
Vivere è bello, ma sentirsi vivi è immenso. Molte persone vivono, ma poche si sentono vive cioè poche riescono a dare un senso pieno al loro vivere, gioire, soffrire. Impariamo a gioire della vita che scorre nelle vene, che esplode nel cuore e si riversa sul mondo. Sei un piccolo uomo, una piccola donna ma con la possibilità di dilatare il tuo cuore fino ai confini dell’Universo per contenere più vita. Non lasciare che i giorni fluiscano, concentra il tuo amore in ogni esperienza perché la vita ne scaturisca più intensa e poi non accumulare, non trattenere, non chiudere ma trasmetti perché la vita si rinnova proprio quando la si trasmette e dona.
3 Febbraio
Forse ricordate certi predicatori che parlavano delle cose di questa terra come se fossero sterco del diavolo o della vita come se fosse un qualcosa di estremamente brutto destinato solo a finire in “pasto ai vermi”. E’ vero che le cose in sé non danno la felicità, ed è vero che siamo tutti dei precari in questa vita, ma anche Gesù guardava i fiorellini del campo, destinati a finire come bellezza e lode più grande della sontuosità del regno di Salomone. Se la vita, i sentimenti, i desideri fossero tanto brutti e peccaminosi perché Dio ci avrebbe fatto così? Sta a noi, anche con il dono della grazia divina dare un senso alle cose non confondendo ciò che è passeggero con ciò che eterno ma anche godendo in pieno dei doni che Dio ci ha dato e che in fondo anticipano solo il dono della eternità. Un bambino guardando il cielo in una notte stellata disse a sua madre: “Se è così bella questa metà del cielo, quanto di più lo sarà l’altra?”
4 febbraio
Mi piace riproporvi queste poche righe provocatrici di Marie Noel perché forse ci aiutano a capire di più chi sia Dio e in cosa consista la sua “Santità”
“Come sono contenta che Dio non sia un Santo. Se un santo avesse creato il mondo, avrebbe creato la colomba, non il serpente. Ma come avrebbe creato la colomba? Non l’avrebbe creata maschio e femmina, non avrebbe osato creare la primavera che turba ogni carne del mondo. E i fiori sarebbero tutti bianchi. Dio sia lodato. Dio ne ha fatte di tutti i colori.”
5 febbraio
Andando alle riunioni zonali dei preti, alcuni anni fa ricordo un confratello (con lui avevo confidenza perché della mia stessa età) che arrivava sempre con il volto teso, davanti ad ogni discussione si prendeva il capo tra le mani quasi a volervi spremere risorse nuove, sempre impegnato a parlare e anche a fare cose anche belle ma nelle quali, proprio perché troppo teso, troppo spirituale, troppo intellettuale, rischiava di non metterci più spirito. Scherzando (ma purtroppo l’umorismo non era il suo forte) gli dissi: “E lasciati un po’ andare! Dal tuo cervello non ci strizzi più niente mentre il tuo cuore che è grande potrebbe dare a te e agli altri per cui ti impegni cose meravigliose”. Noi, purtroppo oggi abbiamo pochissima capacità di stupore e di meraviglia e sempre più amiamo presentarci con compiacimento come uomini in crisi, a volte frustrati. Vediamo il male, il peccato, la violenza e non vediamo più il bello il buono che segretamente ma quotidianamente incontriamo così spesso sostituiamo la ragione alla pietà, i calcoli alla prudenza, l’indifferenza alla serena pace del cuore.
6 febbraio
Vittorio Buttafava ci suggerisce un metodo per prenderci un po’ in giro e ridimensionare certe angosce che se lasciate sole potrebbero davvero farci male. “Il rimedio sicuro, quando siete angosciati da un problema che vi pare enorme è di aprire a caso un qualsiasi libro di astronomia. Vi può capitare ad esempio di leggere che il corpo celeste più lontano da noi è a tredici milioni di anni luce (in chilometri ci vorrebbe un numero con una trentina di zeri); che la stella più vicina, eccettuato il sole, è a quaranta mila miliardi di chilometri; che la temperatura del sole è di trentacinque milioni di gradi, e avanti così. Di fronte ad una realtà così impressionante come è possibile prendere sul serio i nostri problemi? Provate ad abbandonarvi in questo infinito, a naufragare nel tempo e nello spazio, e dopo un minuto sentire dissolversi la vostra angoscia e rimpicciolire fino a scomparire il vostro “enorme” problema. Basta poco: un manuale di astronomia.”
7 febbraio
Viviamo in una società commerciale e a volte limitiamo la nostra vita a produrre e consumare. Un esempio può venirci da questa storiella sui giornalisti:
Uno di loro diceva: “Quest’oggi è una giornata vuota, nessun omicidio, nessun assalto a banche… Niente di serio da riportare”. Il suo capo redattore gli rispose: “Non scoraggiarti. Io ho fiducia nella natura umana. Qualcosa capiterà. Tieniti pronto” Se noi occupiamo la nostra mente con questi pensieri e sentimenti, non saremo più capaci di vedere il bello e il buono del mondo. Se invece la nostra vita interiore è in armonia con Dio e con la bellezza, la nostra vita esteriore comunicherà agli altri la pace e la gioia che provengono da questa interiorità.
8 febbraio
Chi ha bisogno di me?
La montagna non ha bisogno dell’alpinista che la conquisti. Le stelle non hanno bisogno dell’astronomo che le studi e le classifichi. Una goccia di rugiada non ha bisogno del poeta che la canti. Io ho bisogno del cibo. Ma il cibo non ha bisogno di me. Io ho bisogno del vestito. Ma il vestito può fare a meno di me. Dunque non sono gli oggetti che hanno bisogno di me. Ci sono invece i valori che hanno bisogno di me. Non esiste la generosità in astratto. La generosità per esistere ha bisogno di una persona che la pratichi. Non esiste la bellezza in astratto. Esiste una creatura bella. Non esiste la sincerità in astratto. Esiste una persona sincera. Ecco chi ha bisogno di me. La bontà, la lealtà, l’umiltà, la dignità, la pace, la giustizia, hanno bisogno di me per venire al mondo. (Alessandro Pronzato)
9 febbraio
E se davvero vuoi rivestire gli ideali nella tua vita, non lasciarti distrarre dai tuoi obiettivi.
Una giovane donna si iscrisse a una scuola guida. Durante una lezione di pratica, in una strada con molto traffico l’istruttore si chinò verso di lei e le sussurrò: “Mi ha forse chiamato: ‘caro’?” “Signore!” gridò la signorina voltandosi verso di lui. Ma l’istruttore tutto sorridente le disse di fare attenzione alla strada e aggiunse: “Ho fatto questo per insegnarle una lezione: non importa ciò che gli altri dicono, lei deve sempre stare attenta alla strada.”
10 febbraio
Sono tanti che pensano di avere le ricette per la felicità e da tutti possiamo prendere qualcosa di buono e di bello. Ecco le indicazioni di Goethe:
Ci sono nove ingredienti per essere felici: abbastanza salute per fare del lavoro un piacere; abbastanza ricchezza per affrontare le necessità; abbastanza coraggio per combattere le difficoltà e superarle; abbastanza grazia per confessare i propri peccati e dimenticarli; abbastanza pazienza per fare del bene; abbastanza carità per vedere un po’ di bene nel prossimo; abbastanza amore per essere utili e servizievoli verso gli altri; abbastanza fede per realizzare le verità di Dio, abbastanza speranza per bandire tutte le paure e le ansietà riguardo al futuro.
11 febbraio
Nel nostro mondo, grazie alla scienza, sono scomparse molte cose negative ad esempio la peste, la caccia alle streghe eppure non si è riusciti a cacciare né la noia né la tristezza che poi si trasformano e diventano malinconia, ozio, depressione, esaurimento. Occorre ritrovare la luce. Nelle grandi foreste solo le piante più alte che prendono la luce sono destinate a sopravvivere. E allora se vuoi sopravvivere alla noia, alla depressione guarda la luce, cammina verso la luce, vivi orientato verso il sole. Riscopri la gioia di un sorriso. Ricorda che la gioia è più preziosa del dolore. Frequenta persone positive. L’uomo che canta sul lavoro, lavora di più, lavora meglio e vive più a lungo.
12 febbraio
Il primo servizio che si deve al prossimo è quello di ascoltarlo. Come l’amore di Dio comincia con l’ascoltare la sua Parola, così l’inizio dell’amore per il fratello sta nell’imparare ad ascoltarlo. Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non saprà neppure più ascoltare Dio. Anche di fronte a Dio sarà sempre lui a parlare. Avrà così inizio la morte spirituale; alla fine non resteranno che chiacchiere spirituali. Chi non sa ascoltare a lungo e con pazienza parlerà senza toccare veramente l’altro; ed infine non se ne accorgerà nemmeno più. Chi crede che il suo tempo sia troppo prezioso per essere perso nell’ascoltare il prossimo, non avrà mai veramente tempo per Dio e per il fratello, ma sempre e solo per se stesso. (Dietrich Bonhoeffer)
13 febbraio
La solita mentalità che oppone corpo ad anima ha fatto sì che spesso abbiamo avuto del corpo una visione negativa eppure la vita spirituale comincia mediante il corpo… nel corpo, col corpo. Capire questo saper gestire con equilibrio la propria corporeità vedendola come un dono modellato da Dio per noi è il primo passo per il “decollo” dell’uomo spirituale.
14 febbraio
Se ti accorgi che le gioie del mondo ti tengono prigioniero e desideri dimenticare; se ti accorgi che le cure del mondo ti preoccupano, e desideri dimenticare; se ti accorgi che le preoccupazioni terrene si impadroniscono di te come la corrente afferra il nuotatore e desideri dimenticare; se le angosce della tentazione ti perseguitano e tu desideri dal profondo del cuore di poter dimenticare: ricordati di Nostro Signore Gesù Cristo e allora riuscirai. (Soren Kierkegaard)
15 febbraio
La vita passa e tra i giorni che verranno deve giungere un ora azzurra anche per noi. Vi è chi vive la vita e chi la sciupa. Chi vive per godere e chi per mangiare. Chi per comandare e chi solo per servire. Chi per amare e chi solo per soffrire. Chi per attendere sempre il domani e chi per morire forse stasera. Ma vi è chi, convinto di vivere la vita, la ignora invece completamente. Chi la sfiora appena, non la vede che in superficie e non la sente mai in profondità. Vi è chi raggiunge la sua sera senza aver mai vissuto e chi, prima del meriggio ha già sciupato più di una vita.
Non incominciamo la giornata senza una promessa a noi stessi. Non chiudiamo il giorno senza ascoltare ancora una volta il nostro cuore. Viene sempre un’ora azzurra per amare e per soffrire. E allora la vita diventa grande e bella. Viene sempre un’ora illuminata per cantare la speranza. (Nino Salvaneschi)
16 febbraio
Credo che la vita non è un’avventura da vivere secondo le mode correnti ma un impegno a realizzare il progetto che Dio ha su ognuno di noi: un progetto d’amore che trasforma la nostra esistenza. Credo che la più grande gioia di un uomo è incontrare Gesù Cristo, Dio fatto carne. In Lui ogni cosa – miserie, peccati, storia, speranza – assume nuova dimensione e significato. Credo che ogni uomo possa rinascere a una vita genuina e dignitosa in qualunque momento della sua esistenza. Compiendo fino in fondo la volontà di Dio può non solo rendersi libero ma anche sconfiggere il male. (Thomas Merton)
17 febbraio
Troppi ritengono che dare un po’ del molto superfluo dei loro beni sia un mezzo sicuro per acquistarsi il Paradiso. E quanti poveri, vicini e lontani, ci ringraziano per un aiuto che abbiamo offerto, per tacitare la nostra coscienza, liberarci da un complesso di colpa, non sentirci meno degli altri, magari per essere citati nel bollettino parrocchiale. Ma la carità non dispensa mai dalla giustizia. Questa viene sempre prima, consiste nel dare quello di cui gli altri hanno diritto, I poveri, coloro che non hanno nulla, non sono nostri debitori, ma creditori. Sono nostri fratelli, figli dell’unico Padre che sta nei cieli. I beni da Lui creati sono a servizio di tutti; il diritto di partecipare a quanto è necessario per vivere da uomini, è anteriore e superiore a qualsiasi altro diritto, compreso quello di proprietà. La morte per fame di milioni di creature, 14.000 bambini ogni giorno, è un crimine che grida vendetta al cospetto di Dio e deve pesare sulla coscienza di ogni uomo, particolarmente di ogni cristiano. I popoli del benessere, la Chiesa stessa, deve sentirsi impegnata a una crociata di giustizia, meglio ancora di restituzione per quanto è stato negato ai figli di Dio. Accanto ai tanti ladri di professione di cui sono pieni i giornali in questi giorni, non ci siamo anche noi, sia pure con una minore responsabilità? Urge rivedere i conti, prima di presentarci al Giudice supremo. San Alfonso ammonisce: “restituzione o dannazione!”.
18 febbraio
Tutti sappiamo che il centro del cristianesimo è l’amore per Dio e per il prossimo, ma spesso abbiamo un’idea di amore molto annacquata ecco due brevi racconti, uno dei Padri del deserto, l’altro della tradizione hassidica, dove amore prende il suo senso e diventa impegnativo. Il padre Lot si recò dal padre Giuseppe a dirgli: “Padre, io faccio come posso la mia piccola liturgia, il mio piccolo digiuno, la preghiera, la meditazione, vivo nel raccoglimento, cerco di essere puro nei pensieri. Che cosa devo fare ancora?”. Il vecchio, alzatosi, aprì le braccia verso il cielo e le sue dita divennero come dieci fiaccole. “Se vuoi gli disse diventa tutto di fuoco”.
“Un contadino si trovava con altri in un’osteria. Dopo essere stato a lungo in silenzio, si rivolse ad un compagno e gli chiese: “Di’ un po’: mi vuoi bene o no!” L’altro rispose distrattamente: “Sì, ti voglio bene!” E il contadino: “Tu mi dici che mi vuoi bene, eppure non sai di che cosa ho bisogno. Se tu veramente mi amassi, tu lo sapresti. Infatti amare i fratelli significa conoscerne le necessità e soffrire le loro pene”.
19 febbraio
Un’altra parola che specialmente in ambito cristiano spesso usiamo malamente è la parola umiltà. Essa deriva da humus, terra: poca cosa ma estremamente importante perché sorgente della vita. Umiltà è allora riconoscere la propria miseria ma anche sapere che è una miseria amata da Dio. Spesso invece ci incontriamo con quella che io chiamo “umiltà pelosa” cioè dichiararsi piccoli, poveri, incapaci perché gli altri ci dicano il contrario. Ecco un esempio: Le monache di un monastero eleggono la nuova badessa, la quale dichiara di non essere assolutamente degna della stima delle consorelle. Il Vescovo presente le viene in aiuto dicendole: “Madre, apprezzo e mi edifica il giusto sentire che ha di sé; se proprio pensa di non essere all’altezza di così pesante onere e arduo servizio, può liberamente rifiutarlo”. L’eletta non ci ripensa su e immediatamente accetta. Se questa è umiltà, meglio non averla.
20 febbraio
Mai come in questi anni sentiamo la difficoltà di rapporti tra cristiani e musulmani specialmente a causa degli estremismi religiosi. Ma là dove la fede semplice ma vera e soprattutto l’amore prendono il posto delle discussioni religiose ci si può rispettare e benedire a vicenda.
Una sera di agosto del 1973 in un quartiere popolare di Bamako, la capitale del Mali, una piccola sorella di Gesù invita gli abitanti del quartiere, per la gran parte musulmani, nella sua “casa” per una veglia di preghiera: il giorno dopo avrebbe fatto la sua professione solenne in una cappella della città. Viveva lì da dieci anni con altre due consorelle: una lavorava per mantenere le altre, una accoglieva la gente per consigli, una terza si occupava dei malati. La loro casupola di fango era poverissima come tutte le altre. La gente, circa duecento persone, si raccolse nel cortiletto, seduta per terra all’africana: molti giovani, mamme con il bambino a cavalcioni sulla schiena sorretto dallo scialle, alcuni vecchi. Il prete africano raccontò la storia di Abramo, cara sia ai cristiani che ai musulmani, e poi l’applicò alla giovane suora che si preparava alla sua professione solenne: “Anche questa nostra sorella, come Abramo, è stata chiamata da Dio e ha detto il suo sì: domani prenderà il suo impegno definitivo e irrevocabile con Dio; perciò noi siamo qui a pregare per lei e con lei e a farle i nostri auguri”. Si alzò una vecchia musulmana, chiese la parola e disse: “Io conosco la sorella da sette anni; è stata vicina a tutti gli avvenimenti lieti e tristi della mia famiglia; è sempre stata presente al battesimo (musulmano) dei miei nipotini. Quello che lei dice non è molto diverso da quello che ci insegna il Corano e non ha mai turbato la mia coscienza. E fece seguire la “benedizione” molto in uso tra quella popolazione. Disse: “Le suore portano gli uomini a Dio. Ebbene: che quelli che non conoscono Dio possano conoscerlo; che quelli che lo conoscono pensino di più a lui; che tutti noi, cristiani e musulmani, possiamo giungere a lui”.
21 febbraio
Quando parlo ai fidanzati o alle giovani coppie sono solito ricordare e dare come impegno per la loro vita matrimoniale, una frase della Bibbia: Non tramonti il sole sulla vostra ira (Ef. 4,26).
Ogni giorno, nella convivenza tra persone che si amano ma che hanno dietro di sé una diversa personalità, una educazione e una formazione realizzate in contesti non simili, caratteri non omogenei, è facile l’insorgere di momenti di frizione, di disagio, di nervosismo, anche per problemi che riguardano l’ambiente esterno alla famiglia: il lavoro, o i rapporti con gli altri... Che ci siano questi momenti tesi è facile e non fa grande difficoltà: tutto dipende da come si riassorbono, quale strascico lasciano nella vita coniugale. Ricordo una preghiera, scritta da un ragazzo, in cui invocava dal Signore tante cose riguardanti la sua esistenza quotidiana e tra l’altro diceva: “Vieni a casa mia a sciogliere il ghiaccio del silenzio e dei musi lunghi”. Quante volte in tante famiglie, purtroppo tramonta il sole sull’ira, sul rancore, sulla tensione che dura giorni, settimane, e si manifesta nell’ignorarsi a vicenda, nel non parlarsi, nel progettare vendette, nel sospendere ogni tipo di dialogo... Non tramonti il sole sulla vostra ira: fossimo capaci tutti, e non solo mariti e mogli, di essere fedeli a questa semplice, ma impegnativa indicazione!
22 febbraio
Esistono varie rappresentazioni del Buon Pastore. In particolare, quasi tutti conoscono quella classica di Raffaello e del Murillo che raffigura un giovane pastore che abbraccia una pecorella in modo veramente romantico. Le statue che ci rappresentano il Buon Pastore sono, in genere, barocche e sdolcinate, molto lontane dalla realtà. Tempo fa, visitai l’esposizione di un pittore fiammingo che aveva un quadro del Buon Pastore, molto differente da tutti quelli che avevo visti sino allora. Nel fondo si vedeva un gregge di pecore che pascolava in un verde prato, lungo un ruscello cristallino che scendeva da una montagna. Di fronte, era raffigurato un lupo, con sguardo feroce che si allontanava dal pastore agonizzante, con i vestiti strappati. In verità, questo quadro tanto veristico, è molto più vicino alla realtà: il Buon Pastore è colui che dà la vita per le sue pecorelle.
23 febbraio
Alcuni anni fa andammo in gruppo sul Sinai, nella famosa Tebaide. Su una colonna vedemmo incisa una figura: una divinità sosteneva una bilancia della vita con due piatti, su cui erano appoggiati rispettivamente un cuore umano e una piuma di uccello. Chiedemmo al professore musulmano il significato di quella bilancia. Lui ci spiegò che nella religione egiziana si credeva che quando un uomo moriva, la divinità scendeva e pesava il suo cuore. Se il cuore pesava meno di una piuma di uccello, la divinità lo portava con sé perché era leggero quanto lei. Infatti l’idea egiziana era questa: durante la vita il cuore di un uomo diminuiva di peso ad ogni atto di carità verso gli altri, per diventare alla fine, leggero come una piuma.
24 febbraio
Dio solo può dare la fede;Tu, però, puoi dare testimonianza. Dio solo può dare la speranza;Tu, però, puoi infondere fiducia. Dio solo può dare l’amore;Tu, però, puoi insegnare all’altro ad amare. Dio solo può dare la pace;Tu, però, puoi seminare l’unione. Dio solo può dare la forza;Tu, però, puoi dare sostegno ad uno scoraggiato. Dio solo è la via;Tu, però, puoi indicarla agli altri. Dio solo è la luce;Tu, però, puoi farla brillare agli occhi di tutti. Dio solo è la vita;Tu, però, puoi fare rinascere negli altri la voglia di vivere. Dio solo può fare ciò che appare impossibile;Tu, però, puoi fare il possibile. Dio solo basta a se stesso;Egli, però, preferisce contare su di Te.
25 febbraio
San Benedetto aveva una regola educativa semplice che diceva:“Chi educa veda tutto, lasci correre su molte cose, intervenga su pochissime.” Sembra facile ma non lo è. Bisogna vedere tutto, aprire gli occhi, seguire e interessarsi di quello che fanno senza essere ossessivi e intervenire in ogni momento e su ogni cosa. Bisogna lasciar correre sulle cose meno importanti, su ciò che non è secondo i “nostri” gusti, perché i “loro” gusti e giustamente! sono diversi dai nostri. Occorre però sapere intervenire con decisione e con fermezza sulle cose che sono fondamentali, ma sono poche. Spesso, invece, tanti educatori agiscono diversamente da questa regola: non vedono niente perché stravedono per i loro figli, intervengono sempre, a proposito e a sproposito, e dimenticano di essere chiari e precisi nelle situazioni decisive.
26 febbraio
Pier Giorgio Liverani nel suo libro “Essere o non essere tele genitori” ci offre 12 piccole indicazioni per un buon rapporto tra ragazzi e televisione.
1. Non lasciare la TV sempre accesa. Possibile che debba parlare solo lei?
2. Non mettere la TV in ogni stanza. Diventerebbe la padrona di casa.
3. Non lasciare mai soli i bambini davanti alla TV. Rischiano di restare soli anche nel mondo e nella vita.
4. Non diventare tu per primo videodipendente. Dio ha detto ai Progenitori: “Dominate la terra” (e quindi anche la TV).
5. Da’ alla tua famiglia sagge regole televisive. Non è la TV che deve dettare la propria legge.
6. Impara a smontare il giocattolo televisivo. Devi conoscere tutti i trucchi e i linguaggi.
7. Tieni in mano le «chiavi» del televisore. Sei tu che devi comandare lo strumento e il messaggio.
8. Sviluppa e fa’ sviluppare il senso critico. Il televisore non deve stare al posto del cervello
9. Non fidarti dei «semafori». C’è sempre chi passa con il rosso: i divieti attirano.
10. Trasforma il televisore in un collaboratore educativo. E soltanto un domestico elettrico.
11. Accetta le sfide quotidiane della TV. La fuga dalle difficoltà non è mai costruttiva.
12. Ricorda che sei tu che devi educare tuo figlio. Lui non deve pensare di avere per genitori due televisori.
27 febbraio
Nessuno “nasce imparato” specialmente nel mestiere di genitore; ma guardando alle nostre e alle altrui esperienze ecco alcune indicazioni:
I bambini imparano come vivono.
I bambini sono come i fiori, vanno curati con tanto amore.
Se sono troppo accarezzati e viziati, diventano egoisti.
Se maltrattati, umiliati, trascurati, si sentono colpevoli.
Il rimprovero è una medicina amara, da usare con cautela.
La lode esagerata fa molto più male che bene.
I difetti vanno corretti prima che diventino vizi.
Assecondare tutti i capricci è sempre pericoloso.
Il carattere si forma convincendo, non imponendo.
Chi non sa rimproverare non ha un vero amore.
Il sacrificio è parte integrante dell’educazione.
Quanto più una cosa costa, tanto più è apprezzata.
Chi non sa correggere finirà per pentirsi amaramente.
A ogni diritto deve corrispondere sempre un dovere.
Non tutto quello che piace è buono e fa del bene.
La violenza, il castigo irrazionale, non migliora mai.
Il bambino deve vivere tra i coetanei per crescere normale.
L’esempio dei genitori è il più efficace insegnamento.
La formazione religiosa è il fondamento dell’educazione.
28 febbraio
A proposito di Educazione lasciamo parlare alcuni dei nostri grandi santi:
Nella guida delle anime occorre: una tazza di scienza, un barile di prudenza e un oceano di pazienza. (Francesco di Sales)
Quando in Paradiso arriva un insegnante che abbia speso bene la sua vita nel ministero sacro dell'insegnamento, allora le porte si spalancano: agli insegnanti è riservata quasi la grazia del sacerdozio. (Giovanni XXIII)
Come gli uccellini imparano a cantare ascoltando i loro genitori, così i figli imparano la scienza dalle virtù delle anime che dovranno formarli alla vita. (Santa Teresina)
L’educazione è cosa del cuore e del cuore Dio solo è padrone, né potremmo riuscire ad alcuna cosa, se Dio non ce ne insegna l’arte e non ce ne dà in mano le chiavi. (San Giovanni Bosco)
Marzo
1 marzo
Non basta accumulare anni. Occorre vivere. Non è sufficiente aggiungere anni alla vita. Bisogna aggiungere vita agli anni. La vita non è questione di prolungamenti, aggiunte, supplementi, ma di intensità, profondità, autenticità. E’ un desiderio più che legittimo quello di vivere a lungo. Purché si viva veramente, in pienezza, da uomini. Può essere doloroso portare certi pesi, e ricevere certi colpi. Ma più doloroso ancora, e quasi insopportabile, è vivere senza pesi e non sapere perché. Può essere faticoso percorrere una certa strada in salita e ingombra di sassi. Ma più faticoso ancora, e senz’altro disumano, è camminare su una strada di facilità, e non domandarsi dove conduce. Si dice: vita da cani, o da somari. Ci si lamenta, si impreca. Ma, bene o male, uno ce la fa. E’ a vivere ogni giorno da uomo che non sempre si riesce.
2 marzo
A Lourdes, nello stradello che scende dalla basilica superiore alla grotta, c’è un monumento che raffigura un cieco. Alla base del monumento c’è scritto così: ritrovare la fede è più che ritrovare la vista. Queste parole le ha fatte scrivere una donna, che a Lourdes ha ritrovato la fede e ha capito quanto fosse cieca prima di credere. Sempre a Lourdes ho conosciuto un cieco, di nome Pietro: lo scoppio di una mina gli ha portato via una mano e l’ha privato della vista per sempre. Eppure la serenità di quest’uomo non si ritrova in tante altre persone che sono sane e vedenti. Egli è arrivato a dirmi: “Preghi per i miei figli perché credono poco: sono ciechi. Sì, io non vedo come voi, ma vedo quello che più conta”. L’atteggiamento di quest’uomo ci illumina sulla cecità più grave che esista: la cecità di coloro che non vedono il Signore e non sanno leggere il libro della vita.
3 marzo
Quanto è triste vedere anche tra cristiani persone che fanno il bene per “guadagnarsi il paradiso”, che vanno a Messa per osservare il precetto, che si astengono dal peccato per paura delle punizioni divine. E’ una forma di idolatria perché si riduce Dio all’esecutore di certe norme, non si vede più il Padre, si riduce la Messa ad un rito e la morale ad una osservanza sterile delle norme. Narra Jean de Joinville, uno dei primi storici francesi, compagno di san Luigi IX alla crociata, che un frate domenicano, inviato dal sovrano a trattare coi Saraceni, aveva trovato sulla strada una vecchietta di nome Caritea. Costei reggeva, uno per mano, due recipienti: nel primo c'erano braci infuocate, nel secondo acqua gelata. “Che cosa vuoi farne?”, le aveva domandato il frate; e la vecchietta aveva risposto che col fuoco intendeva bruciare il paradiso e con l'acqua spegnere le fiamme dell'inferno in modo che nessuno facesse il bene per la speranza di un premio o si astenesse dal male per paura del castigo, ma unicamente “per amore di Dio”.
4 marzo
Faceva notare Charles Péguy :“Chissà perché la grazia riporta vittorie insperate nell’anima dei peccatori (e ne fa degli ammirevoli convertiti), mentre la gente onesta continua in una sorda sbiadita mediocrità. E come se fosse dentro un’armatura, una corazza senza difetti. Non c’è scalfittura possibile, non c’è neppure quell’apertura che si chiama ferita da peccato, perché la grazia irrompa, tocchi la pelle viva, e ci possa guarire”.
Bertold Brecht era un militante marxista; eppure, alla domanda quale fosse la sua lettura preferita, rispose: “Loro forse rideranno, ma è la Bibbia”. Perché coloro che sembrano così lontani, anzi ostili alla religione si alimentano alla Bibbia, ne sentono la nostalgia e il gusto? E noi, che dovremmo avere il culto della Parola di Dio, restiamo indifferenti, come sazi, avendola forse appena assaggiata?
5 marzo
Negli antichi ospedali, in fondo alle grandi corsie, talvolta al centro, in mezzo ai letti degli ammalati, troviamo degli altari. Quegli altari fra i malati stavano a significare che il luogo del dolore è sacro e che i gementi, nei loro letti, erano altrettanti altari viventi, nei quali misteriosamente Cristo continua a soffrire fino ad identificarsi con loro. “Ero malato egli ci chiederà nell’ultimo giorno, in un giudizio senza appello e tu non mi hai visitato”.
6 marzo
Davanti al male siamo portati a prendercela con il Signore: ci sembra che non intervenga, anzi qualche volta lo facciamo diventare addirittura causa del male. Ecco come don Zeno Saltini racconta una esperienza della sua vita: “Durante l’ultima guerra, a Fossacesia, spesso fummo costretti dai bombardamenti a rifugiarci nelle grotte della valle; si sentiva tremare la terra, sembrava di morire là dentro. E così c’erano donne che dicevano: “Che cosa fa Dio?”. E guardavano me, perché ero vestito da prete. Un giorno dico: “Smettetela mo’ con ‘sta storia di che cosa fa Dio. Guardate fuori mo’! — c’era un bel prato fiorito —: continua a fare il suo mestiere. Lui fa i fiori e le piante, e le bombe le abbiamo fatte noi”.
7 marzo
Nel film “Il Vangelo secondo Matteo”, il regista Pier Paolo Pasolini, dovendo riprodurre il momento della passione e della morte di Cristo, cercò una persona che potesse mettersi dinanzi a Gesù Crocifisso e rivivere, per il film, la sofferenza della Madonna: allora pensò a sua mamma che aveva visto il proprio figlio partigiano fratello di Pier Paolo Pasolini, ucciso barbaramente durante la guerra di liberazione, trucidato dalla violenza e dalla ingiustizia. Questa donna si è vista proporre dal figlio regista di mettersi dinanzi al Cristo sulla Croce e rivivere, in quel momento, la sua sofferenza manifestandola così come l’aveva espressa quel giorno in cui aveva trovato il proprio figlio impiccato a una pianta del paese nativo. In quella scelta e in quella intuizione c’è veramente l’affermazione che l’esperienza di Cristo e di sua madre, l’Addolorata, non è qualcosa del passato, ma è l’esperienza di ogni giorno, vissuta nella sofferenza e nella tragedia di tante persone, di tante mamme, che vedono i propri figli travolti e uccisi dalla guerra, dalla violenza, dalla droga, dai razzismi di ogni specie, dai suicidi, dalle disgrazie, dalle ingiustizie.
8 marzo
Per scoprire il valore di un anno, chiedi a uno studente che è stato bocciato all'esame finale. Per scoprire il valore di un mese, chiedi a una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto. Per scoprire il valore di una settimana, chiedi all'editore di una rivista settimanale. Per scoprire il valore di un'ora, chiedi agli innamorati che stanno aspettando di vedersi. Per scoprire il valore di un minuto, chiedi a qualcuno che ha appena perso il treno, il bus o l'aereo. Per scoprire il valore di un secondo, chiedi a qualcuno che è sopravvissuto a un incidente. Per scoprire il valore di un millisecondo, chiedi ad un atleta che alle Olimpiadi ha vinto la medaglia d'argento. Il tempo non aspetta nessuno. Raccogli ogni momento che ti rimane, perché ha un grande valore. Condividilo con una persona speciale, e diventerà ancora più importante.
9 marzo
Il tuo Cristo è ebreo e la tua democrazia è greca. La tua scrittura è latina e i tuoi numeri sono arabi. La tua auto è giapponese e il tuo caffè brasiliano. Il tuo orologio è svizzero e il tuo walkman è coreano. La tua pizza è italiana e la tua camicia è hawaiana. Le tue vacanze sono turche, tunisine o marocchine. Cittadino del mondo, non rimproverare il tuo vicino di essere... straniero.
10 marzo e 11 marzo
Noi andiamo avanti per luoghi comuni e spesso sono proprio questi ad ucciderci il vero senso della vita. Questo dodecalogo del “Mai più” che vi offro oggi e domani ci aiuta, bibbia alla mano a far piazza pulita di alcuni di essi.
Mai più dirò "non posso", perché "tutto posso in Colui che mi da forza" (Fil. 3,13).
Mai più dirò di essere povero, perché "il mio Dio colmerà ogni bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù" (Fil. 4,19).
Mai più dirò di aver paura, perché "Dio non ci ha dato uno spirito di timidezza ma di forza, d'amore e di saggezza" (2Tm. 1,7).
Mai più dubiterò e mancherò di fede, perché Dio ha dato a ciascuno una misura di fede (Rm. 12,3) e nessuno mai potrà separarmi dal suo amore (Rm. 8,35).
Mai più dirò di essere debole, perché "il Signore è mia luce e mia salvezza" (Sal. 27,1) e "quanti riconoscono il proprio Dio si fortificheranno e agiranno" (Dn. 11,32).
Mai più ammetterò la supremazia di satana sulla mia vita, perché "Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo" (1Gv. 4,4).
Mai più dirò di essere sconfitto, perché "Dio ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo" (2Cor. 2,14) e "in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati" (Rm. 8,37).
Mai più dirò di non essere sapiente, perché "Cristo Gesù per opera di Dio è diventato per noi sapienza" (1Cor. 1,30).
Mai più dirò di essere malato, perché Gesù "si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori" (Is. 53,4) e "per le sue piaghe siamo stati guariti " (Is. 53,5).
Mai più dirò di essere preoccupato, perché "gettando in Lui ogni preoccupazione Egli avrà cura di me" (1Pt 5,7).
Mai più dirò di essere schiavo perché "dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà"(2Cor 3,17) e il nostro corpo è tempio dello Spirito Santo (1Cor 6,19).
Mai più mi sentirò condannato, perché " non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" (Rm. 8,1).
12 marzo
Com’è facile per l’uomo negare Dio, e di seguito meravigliarsi perché il mondo va all’inferno. Ama la verità: mostrati quale sei, senza finzioni, senza paure e senza riguardi. E se la verità ti costa la persecuzione, tu accettala; se ti costa il tormento, tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, tu sii forte nel sacrificio. Com’è facile per l’uomo credere a quello che è scritto sui giornali, ma dubitare di quello che sta scritto nella Bibbia. La fiducia che abbiamo in noi stessi dà vita a gran parte della fiducia che abbiamo negli altri. Ripensiamo a quello che dice S. Girolamo: chi non conosce la Sacra Scrittura, non conosce Gesù Cristo...
13 marzo
Curioso...che tutti vogliono andare in cielo, pensando di non dover credere, pensare, dire e fare ciò che sta scritto nella Bibbia. Oppure questo è inquietante?
Nonostante le mie limitatezze, fragilità, preoccupazioni e paure, sono anche un frammento di cielo, creato e amato da Dio, e mi convinco che i limiti di questo mondo non avranno la parola definitiva... Curioso... che qualcuno possa dire “ Io credo in Dio”, seguendo tuttavia il diavolo (che a parte tutto ‘crede’ in Dio).
"Non capisco infatti le paure di chi grida: "Demonio, demonio!" mentre potrebbe gridare "Dio,Dio!" e riempire l'inferno di spavento. Non sappiamo forse che i demoni non possono neppure muoversi senza il consenso di Dio? Che cosa sono dunque questi vani timori?" (Teresa d'Avila, Vita,)
14 marzo
Curioso... come si possano inviare tramite e-mail mille barzellette anche di dubbio gusto, le quali si diffondono come fuoco di paglia, ma quando si inviano notizie sul Signore, ci si pensa due volte prima di divulgarle. Il giorno che avrai il coraggio di dire al mondo, senza paura e senza vergogna: "Dio è mio padre", sarà il giorno nel quale inizierà la tua guarigione interiore. Perché in quel giorno tu incomincerai a valorizzarti, a riconoscere da dove vieni e ciò che sei; tu sei il capolavoro di Dio. Sei unico, sei unica! Curioso... come l’osceno, il volgare, il violento e l’occulto passa liberamente sulla rete, ma che una discussione aperta su Gesù nelle scuole e sul lavoro venga repressa. E’ curioso vero? Quanto terribile e reale deve essere il peccato. Dio accetta la crocifissione di suo figlio Gesù per espiare il peccato. La grande tragedia della vita non è che gli uomini muoiono, ma che non amano.
15 marzo
Curioso... come qualcuno può infiammarsi per Gesù durante la Messa, ma nel resto della settimana rimanga un cristiano invisibile.Conserva la gioia del Dio dell'amore nel tuo cuore, e dividi questa gioia con tutti coloro che incontri e così trasformati in uno strumento di pace. (Madre Teresa di Calcutta)
Curioso...come posso preoccuparmi di più di quello che pensa la gente di me, che di quello che Dio pensa di me... L'uomo è visibile, toccabile: la risposta oppure il giudizio sono immediati. Soltanto con gli occhi della vera fede si riesce a vedere anche l'invisibile e averne timore.
16 marzo
Una volta un ladro, un artista, un avaro e un uomo saggio, che viaggiavano insieme, scoprirono una grotta nascosta tra le rocce. Il ladro disse: “Che splendido nascondiglio!”. L’artista: “Che posto splendido per dipingere murali!”. L’avaro: “Che splendido forziere per un tesoro!”. L’uomo saggio disse semplicemente: “Che splendida grotta!”. Quando guardi tuo figlio non volerlo con le tue caratteristiche. Guardalo ammirato e aiutalo a crescere secondo i doni che Dio gli ha dato.
17 marzo
Un giorno Gesù (cosi racconta un vangelo apocrifo, cioè un vangelo non ritenuto ispirato dalla Chiesa) vide un gruppo di uomini che guardavano per terra e parlottavano.“Che puzza”, diceva uno, “Che schifo”, aggiungeva l’altro. “Che carogna”, sbuffava il terzo. Si trattava di un cane morto da qualche giorno. Arriva Gesù, rimane un momento in silenzio, e poi dice: “Ma guardate che bei denti!”.In tutto c’è qualcosa di buono. Basta aver occhi generosi per vederlo. Persino un orologio fermo segna l’ora esatta una volta al giorno!
18 marzo
Un giorno un discepolo si macchiò di una grave colpa. Tutti s’aspettavano che il maestro lo punisse in modo esemplare. Ma passò un anno e il maestro non diede segno di reazione. Allora un altro discepolo protestò: “Non si può ignorare ciò che è accaduto: dopo tutto, Dio ci ha dato gli occhi!”.Il maestro gli replicò: “E’ vero, ma anche le palpebre!”.
19 marzo
Il giorno dopo, il Signore tornò a guardare la sua Creazione. C’era qualche ritocco da fare. C’erano dei bei sassi sui greti dei fiumi, grigi, verdi, e picchiettati. Ma sotto terra i sassi erano schiacciati e mortificati. Dio sfiorò quei sassi profondi ed ecco si formarono diamanti e smeraldi e milioni di gemme scintillanti laggiù nelle profondità. Il Signore vide i fiori, uno più bello dell’altro. Mancava qualcosa, pensò, e posò su di essi un soffio leggero: ed ecco, i fiori si vestirono di profumo. Un uccellino grigio e triste gli volò sulla mano. Dio gli fischiettò qualcosa. E l’usignolo incominciò a gorgheggiare. E disse qualcosa al cielo e il cielo arrossì di piacere. Nacque così il tramonto. Ma che cosa mai avrà bisbigliato il Signore all’orecchio dell’uomo perché egli sia un uomo? Gli bisbigliò, in quel giorno lontano, in quell’alba remota, tre piccole parole: “Ti voglio bene”. (Bruno Ferrero)
20 marzo
Un giorno, un giovane volle consultare un anziano su un problema che gli stava a cuore."Mio signore", gli disse, "voglio confessarti una cosa: non riesco ad avere un amico. Mi sapresti dare un consiglio?" L'anziano sorrise e rispose:"Posso solo dirti di me. Quand’ero ragazzo fra cento ragazzi, ne ebbi uno, di amico. Fu una cosa bellissima che diede i suoi frutti e poi terminò. Quando divenni adulto fra mille adulti, ne ebbi un altro, di amico. Fu una cosa bellissima, ma l’amico morì ed anch’io mi sentii morire. Ora che sono diventato anziano fra diecimila anziani, adulti e giovani, ho rinunciato ad avere un amico e ho preferito esserlo io, un amico, ogni giorno e ogni ora, di qualcuno che non so chi sia e non so dove sia".
21 marzo
Se un padre di famiglia non sistema i figli nella macchina senza i prescritti seggiolini, la legge lo punisce perché, in un ipotetico incidente, metterebbe in pericolo l’incolumità dei figli. Se poi quel padre abbandona la moglie ed i figli e divorzia, danneggiando sicuramente e per sempre i bambini nell’affetto e nell’educazione, la legge non batte ciglio e glielo consente. Dove è andata a finire la logica?
22 marzo
Un uomo viaggiava, portando sulle spalle tante croci pesantissime. Era ansante, trafelato, oppresso e, passando un giorno davanti ad un Crocifisso, se ne lamentò con il Signore così:" Ah, Signore, io ho imparato nel catechismo che Tu ci hai creato per conoscerti, amarti e servirti... ma invece mi sembra di essere stato creato soltanto per portare le croci! Me ne hai date tante e così pesanti che io non ho più forza per portarle...". Il Signore però gli disse: "Vieni qui, figlio mio, posa queste croci per terra ed esaminiamole un poco... Ecco, questa è la croce più grossa e la più pesante; guarda cosa c'è scritto sopra...". Quell' uomo guardò e lesse questa parola: sensualità. "Lo vedi?" disse il Signore, "questa croce non te l' ho data Io, ma te la sei fabbricata da solo. Hai avuto troppa smania di godere, sei andato in cerca di piaceri, di golosità, di divertimenti... e di conseguenza hai avuto malattie, povertà, rimorsi". "Purtroppo è vero, soggiunse l'uomo, questa croce l' ho fabbricata io! E' giusto che io la porti! " Sollevò da terra quella croce e se la pose di nuovo sulle spalle. Il Signore continuò: "Guarda quest' altra croce. C' è scritto sopra: ambizione. Anche questa l' hai fabbricata tu, non te l' ho data Io. Hai avuto troppo desiderio di salire in alto, di occupare i primi posti, di stare al di sopra degli altri... e di conseguenza hai avuto odio, persecuzione, calunnie, disinganni". "E' vero, è vero! Anche questa croce l' ho fabbricata io! E' giusto che io la porti !". Sollevò da terra quella seconda croce e se la mise sulle spalle. Il Signore additò altre croci, e disse: "Leggi. Su questa è scritto gelosia, su quell' altra: avarizia, su quest' altra...". " Ho capito, ho capito Signore, è troppo giusto quello che Tu dici...". E prima che il Signore avesse finito di parlare, il povero uomo aveva raccolto da terra tutte le sue croci e se le era poste sulle spalle. Per ultima era rimasta per terra una crocetta piccola piccola e quando l' uomo la sollevò per porsela sulle spalle, esclamò: " Oh! Come è piccola questa! E pesa poco! " Guardò quello che c'era scritto sopra e lesse queste parole: " la croce di Gesù ". Vivamente commosso, sollevò lo sguardo verso il Signore ed esclamò: " Quanto sei buono! ". Poi baciò quella croce con grande affetto. E il Signore gli disse: "Vedi , figlio mio, questa piccola croce te l'ho data Io, ma te l'ho data con amore di Padre; te l' ho data perché voglio farti acquistare merito con la pazienza; te l' ho data perché tu possa somigliare a Me e starmi vicino per giungere al Cielo, perché io l' ho detto: " Chi vuole venire dietro a me prenda la sua croce ogni giorno e mi segua..." Ma ho detto anche: " Il mio giogo è soave e il mio peso è leggero". L' uomo delle croci riprese silenzioso il cammino della vita; fece ogni sforzo per correggersi dei suoi vizi e si diede con ogni premura a conoscere, amare e servire DIO. Le croci più grosse e più pesanti caddero, una dopo l' altra dalle sue spalle e gli rimase soltanto quella di Gesù. Questa se la tenne stretta al cuore fino all' ultimo giorno della sua vita, e quando arrivò al termine del viaggio, quella croce gli servì da chiave per aprire la porta del Paradiso.
23 marzo
Una volta un uomo-pupazzo di neve, si innamorò di una donna-pupazzo di neve. L’abbracciò con tanto calore che si sciolsero l’uno nelle braccia dell’altra. In quel luogo, bagnato con tanta acqua, in primavera sorsero i più bei fiori del mondo. Un uomo che aveva visto tutto, pensò: “L’amore funziona sempre: un giorno o l’altro fiorisce”.
24 marzo
C’era una volta un musicista che suonava uno strumento bellissimo: la musica rapiva la gente a tal punto che si metteva a danzare. Per caso un sordo, che non sapeva nulla della musica, passò di là e vedendo tutta quella gente che ballava con entusiasmo, si mise, lui pure, a danzare. La vista persuade molto più dell’udito. La parola è suono, l’esempio è tuono!
25 marzo
Siamo sinceri: non abbiamo figli un po’ viziatelli? Allora, e se smettessimo di essere troppo arrendevoli e, qualche volta, dicessimo un bel no?
“È' il momento di guarire dalla “sindrome dell’abbondanza”. Il permissivismo non è educativo: le piccole rinunce sono importanti, danno spessore al desiderio”. (Giovanni Bollea, psichiatra)
“Un bambino non abituato fin dagli inizi della vita a limitarsi, può diventare facilmente un piccolo despota”. (Roberta Rizzitelli, psicologa)
“Un cavallo non domato diventa restio, un figlio lasciato a se stesso, diventa sventato”. (Sir. 30,8)
“Il rischio di far germogliare un parricida (uccisore del padre) comincia dal rifiuto e dalla concessione di una caramella”. (Guido Ceronetti, giornalista)
“Si abbassano le vette per far meno fatica; e così i ragazzi vivono nella palude”. (Severino Poletto, cardinale)
“Se mi vuoi bene, dimmi no!” (Giulietta Ukmar, psichiatra)
26 marzo
Figli scusateci se per anni vi abbiamo fatto credere che solo la carriera e il denaro sono necessari per diventare "importanti". Figli scusateci se vi abbiamo dato cose e non valori. Figli scusateci se vi abbiamo insegnato la via facile, non la via giusta. Figli scusateci se abbiamo dedicato più tempo ai rimproveri che ai buoni esempi. Figli scusateci se non abbiamo trovato il tempo per guardarvi in faccia, per parlarvi, per sorridervi. Figli scusateci se abbiamo sbagliato operazione: abbiamo fatto la moltiplicazione degli elettrodomestici e la sottrazione dell’amore. Figli scusateci se non vi abbiamo fatto venir voglia di Dio. Figli scusateci se vi abbiamo imbrogliati. (Pino Pellegrino)
27 marzo
Dio è un fuoco divorante…Fa’ attenzione, egli si rimpiatta, comincia con un piccolo amore, con una piccola fiamma e, prima che tu te ne renda conto, ti tiene già tutto e sei prigioniero. Se ti lasci prendere, allora sei perduto, perché non ci sono limiti verso l’alto. Egli è Dio, è abituato all’infinito. Ti risucchia in alto come un ciclone, ti vortica su e giù come una tromba d’acqua. Pensaci bene: l’uomo è fatto secondo misura e limite, e solo nella finitezza egli trova pace e felicità; ma Dio non conosce misura. È un seduttore dei cuori”. (Hans Urs Von Balthasar)
28 marzo
10 INGREDIENTI PER UNA RICETTA DI SANTITA'
'O Teotimo, se vedi un uomo andare in estasi, ma non conduce una vita estatica, le sue estasi possono piacere agli uomini, ma non a Dio' (S.Francesco di Sales): sulla via della santità può essere allora colui o colei che…
Manifesta la sua vita interiore nell'esercizio della carità verso tutti, anche quando è più difficile.
Si comporta con simpatia, in modo che tutti possano 'approfittare' della sua disponibilità, perché 'quando viene toccato/a non dà la scossa'.
Accetta qualsiasi persona, cercando di farsela amica e non solo di sopportarla per forza.
Ha iniziativa nel fare il bene, ma sa anche rinunziare al suo progetto per qualcosa di più importante, senza recriminazioni: coglie nella luce di Dio l'essenziale delle cose, cercando di non confondere un 'sassolino' con una 'montagna'.
Da tutto trae motivo per risalire col cuore a Dio, facendo di ogni cosa un 'simbolo' di bontà e bellezza.
Non si ritiene insostituibile, per cui, se Dio gli chiede 'qualcos'altro', è pronto/a a 'scattare'.
Tiene per sé solo il necessario, sapendo che il cristiano che 'ha due tuniche ne deve dare una a chi non ne ha nessuna'.
Vuole bene alle persone, cioè cerca il 'loro' bene.
Ha un sano senso dell'umorismo, soprattutto verso se stesso/a.
Soprattutto, si lascia 'afferrare' da Cristo, perché sa bene che senza di Lui non si può far proprio nulla.
29 marzo
La preghiera non è accendere una candela e lasciarla bruciare davanti al Signore, sperando che il fuoco ed il fumo commuovano il Signore. La vera preghiera è che io diventi una candela che si consuma lentamente davanti a lui sul lavoro, tra gli amici, nel silenzio. (Ernesto Olivero)
30 marzo
Il sorriso è una grande fedeltà interiore a se stessi... E' un'arte che bisogna praticare con ostinazione e costanza. Non facendo le smorfie di fronte allo specchio, perché il risultato di simili tentativi non è il sorriso, ma la maschera. Bisogna impararla vivendo, lasciando che l'allegria interiore illumini tutto ciò che ci accade quotidianamente e imponendo ad ognuna delle nostre parole l'obbligo di non uscire dalla bocca senza prima essersi impregnata di un sorriso. (Descalzo)
31 marzo
La preghiera, è la chiave che apre la porta dei mattino e chiude la porta della sera. Non c'è pace senza la grazia di Dio e non c'è grazia di Dio senza preghiera. Ecco perché chiedo a tutti voi di seguire la consuetudine della preghiera. La preghiera non è il passatempo ozioso di una vecchietta. Compresa nel suo vero valore e ben impiegata, essa è il più potente mezzo di azione. Senza dubbio la preghiera richiede una viva fede in Dio. La preghiera vuota è come un suono di tromba, o un rumore di cembali. Deve venire dal cuore. La preghiera che viene dal cuore ci distende, ci dà il senso della nostra misura, ci indica con chiarezza qual è il prossimo passo da fare. Nella vita possiamo perdere molte cose, ma non la preghiera che ci lega in cooperazione a Dio e gli uni agli altri. La preghiera dovrebbe essere un bagno di purificazione per lo spirito dell'uomo. Se non ci laviamo nel corpo, ne soffre la salute, allo stesso modo lo spirito diventa immondo, se non laviamo il cuore con la preghiera. Vi chiedo, pertanto, di non trascurarla mai. (Gandhi)
Aprile
UN MESE CON I SANTI
1 aprile
ATTO DI FEDE
Il più del credo è quello che prorompe dal tuo labbro nel buio, nel sacrifico, nel dolore, nello sforzo supremo di un’inflessibile volontà di bene; è quello che, come folgore, squarcia le tenebre dell’anima tua; è quello che, nel balenar della tempesta, ti innalza e i conduce a Dio. (San Pio da Pietralcina)
2 aprile
REGOLE DI BUON SENSO del servo di Dio Adolfo Barberis
Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi.
Una cosa per volta.
Non fermarsi alla prima difficoltà.
E' meglio prevenire che reprimere.
Occupati di ciò che hai sottomano.
Non basta che una cosa sia buona in se stessa, occorre che sia conveniente qui e adesso.
Misurare le proprie parole.
Misurare con un metro giusto ciò che altri fa e ciò che facciamo noi.
Non prendere per oro colato tutto ciò che udite e leggete.
Controllare e lasciarsi controllare…
Tutte le cose hanno un diritto e un rovescio
Credere all'esperienza degli altri.
Chi troppo vuole nulla stringe: l'ottimo è nemico del bene.
Non pretendere di avere il monopolio della verità, rispettando le opinioni altrui, senza però dire amen a tutti.
Altra regola del buon senso è l'ottimismo. A che serve piangere e piagnucolare? La prima cosa da fare è "voler vivere"; la seconda è scuotersi per non rimanere a seppellire gli avvenimenti: la terza è guardare attorno e vedere che vi sono mille creature migliori di voi e pure più sventurate di voi, e la quarta è credere che quello che farete ora sarà migliore di ciò che avete fatto prima.
Fai quello che devi, se vuoi che gli altri facciano per te quello che devono.
3 aprile
L'anima cerchi sempre di inclinarsi: non al più facile, ma al più difficile; non al più saporoso, ma al più insipido; non a quello che piace di più, ma a quello che piace di meno; non al riposo, ma alla fatica; non al più, ma al meno; non al conforto, ma a quello che non è conforto; non al più alto e pregiato, ma al più vile e disprezzato; non alla ricerca di qualche cosa, ma a non desiderare niente; non alla ricerca del lato migliore delle cose create, ma del peggiore; e a desiderare nudità, privazioni e povertà di quanto v'è al mondo per amore di Gesù Cristo. (San Giovanni della Croce)
4 aprile
L'Anima che fa la Comunione possiede nel proprio cuore la seconda Persona della Santissima Trinità non solo come Dio, ma anche come uomo. Essa ha il paradiso nel cuore, solo che non lo sente. In Cielo poi, il possesso di Dio si svilupperà in gioia e gaudio. La Comunione è la vita che si inizia sulla terra e si consuma in Cielo. (Don Alberione)
5 aprile
Spesso diciamo che non siamo nulla, anzi che siamo la miseria in persona, la spazzatura del mondo; ma resteremmo molto male se ci prendessero alla lettera e se ci considerassero in pubblico secondo quanto diciamo. E' proprio il contrario: fingiamo di fuggire e di nasconderci solo perché ci inseguano e ci cerchino; dimostriamo di voler essere gli ultimi, seduti proprio all'ultimo angolino della tavola, ma soltanto per passare con grande onore a capotavola. L'umiltà vera non finge di essere umile, a fatica dice parole di umiltà; perché è suo intendimento non solo nascondere le altre virtù, ma soprattutto vorrebbe nascondere se stessa; se le fosse lecito mentire, o addirittura scandalizzare il prossimo, prenderebbe atteggiamenti arroganti e superbi per potersi nascondere e vivere completamente ignorata e nascosta... O evitiamo di dire parole di umiltà, oppure diciamole con profonda convinzione, profondamente rispondente alle parole. Non abbassiamo gli occhi senza umiliare il cuore; non giochiamo a fare gli ultimi se non intendiamo esserlo per davvero... (San Francesco di Sales)
6 aprile
Poco importa che un uccello sia legato ad un filo sottile invece che ad uno grosso, perché, per quanto sia sottile, rimarrà legato come al grosso, fin tanto che non lo romperà per volare. La verità è che quello sottile è più facile da rompere; però, per facile che sia, se non lo rompe, non volerà. (San Giovanni della Croce)
7 aprile
Vivere d'amore, che strana pazzia!
Mi dice il mondo: smettila di cantare e bada a non sprecare i tuoi aromi, la tua vita, impiegali utilmente! Ma amarti, Gesù, che feconda perdita! Ogni mio aroma è tuo, per sempre. E voglio cantare, lasciando il mondo: Io muoio d'amore! Morir d'amore, ecco la mia speranza: quando vedrò spezzati i miei lacci, Dio sarà la mia gran ricompensa: non voglio altri beni. Son tutta presa del suo amore, e venga, dunque, a stringermi a sé per sempre. Ecco il mio cielo, il mio destino: Vivere d'amore. (Santa Teresa di Gesù Bambino)
8 aprile
Le opere dell'amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove c'è pace c'è Dio; è così che Dio tocca le nostre vite e mostra il Suo amore per noi, riversando pace e gioia nei nostri cuori. E' soltanto Dio che ha il potere di donare e di togliere: condividi dunque tutto ciò che ti è stato dato, compreso te stesso. Non ci vuole molto, può bastare un sorriso: il mondo sarebbe diverso se sorridessimo di più. Perciò sorridi, sii allegro, contento che Dio ti ami. (Madre Teresa di Calcutta)
9 aprile
La peggiore malattia dell'Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati. L'unica cura è l'amore. Una volta che comprendi quanto Dio sia innamorato di te, puoi vivere solo irradiando quell'amore. L'amore non ha senso se non viene condiviso. Ciò che conta non è quanto fai, ma quanto amore metti in ciò che fai e condividi con gli altri. Amare significa anche accettare la sofferenza con gioia. Dio ama chi dona con gioia. (Madre Teresa di Calcutta)
10 aprile
Nessun esempio di virtù è assente dalla croce
La passione di Cristo
infatti è sufficiente per orientare tutta la nostra vita.
Chiunque vuol vivere in perfezione non faccia altro che disprezzare quello che
Cristo disprezzò sulla croce, e desiderare quello che egli desiderò. Nessun
esempio di virtù infatti è assente dalla croce.
Se cerchi un esempio di carità, ricorda: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13).
Se cerchi un esempio di pazienza, ne trovi uno quanto mai eccellente sulla croce. Infatti “quando soffriva non minacciava” (1 Pt 2, 23) e come un agnello fu condotto alla morte e non aprì la sua bocca (cfr. At 8, 32). Se cerchi un esempio di umiltà, guarda il crocifisso: Dio, infatti, volle essere giudicato sotto Ponzio Pilato e morire.
Se cerchi un esempio di obbedienza, segui colui che si fece obbediente al Padre fino alla morte.
Se cerchi un esempio di disprezzo delle cose terrene, segui colui che è il Re dei re e il Signore dei signori. Egli è nudo sulla croce, schernito, sputacchiato, percosso, coronato di spine, abbeverato con aceto e fiele. Non legare dunque il tuo cuore alle vesti ed alle ricchezze, perché “si sono divise tra loro le mie vesti” (Gv 19, 24); non gli onori, perché ho provato gli oltraggi e le battiture (cfr. Is 53, 4); non alle dignità, perché intrecciata una corona di spine, la misero sul mio capo (cfr. Mc 15, 17); non ai piaceri, perché «quando avevo sete, mi han dato da bere aceto» (Sal. 68, 22). (San Tommaso d’Aquino)
11 aprile
Lascia per un momento le tue abituali preoccupazioni, uomo insignificante: entra per un istante dentro te stesso, allontanandoti dal tumulto del tuoi pensieri confusi e dalle preoccupazioni inquietanti che ti opprimono. Riposa in Dio per un momento, riposa solo un istante in lui. (Sant’Anselmo)
12 aprile
Gesù... mi ha messo innanzi agli occhi il libro della natura e ho capito che tutti i fiori creati da Lui sono belli, che lo splendore della rosa e il candore del giglio non tolgono nulla al profumo della piccola violetta o alla semplicità incantevole della margheritina... Ho capito che se tutti i fiorellini volessero essere rose, la natura perderebbe il suo ornamento primaverile, i campi non sarebbero più smaltati di fioretti... Così avviene nel mondo delle anime che è il giardino di Gesù. Egli ha voluto creare grandi Santi che possono paragonarsi ai gigli e alle rose, ma ne ha creati anche di più piccoli, e questi devono contentarsi di essere pratoline o violette destinate a rallegrare lo sguardo del buon Dio quando Egli lo abbassa ai suoi piedi. La perfezione consiste nel fare la sua volontà, e nell'essere ciò che Egli vuole che siamo... ( Santa Teresa di Lisieux)
13 aprile
Richiama alla memoria i più bei giorni della tua vita, i giorni della tua innocenza, quando Dio illuminava con la grazia la tua anima, e ti parlava nella preghiera, e ti guidava e custodiva in tutto quello che ti accingevi a fare. Vivevi allora felice con lui nella sua città; ma tu hai voluto uscirne, e allora gli assassini ti hanno aggredito, ti hanno coperto di ferite, ti hanno spogliato di ogni bene. Piangi e sospira la felicità perduta, ora che giaci quasi senza vita nella tua miseria, incapace di rialzarti. (Sant’Antonio da Padova)
14 aprile
La Fede mi fa sentire la vicinanza dei miei cari defunti, come si sente nel silenzio il battito del cuore di un amico che veglia su di noi. La persuasione che presto mi incontrerò con i loro sguardi mi incoraggia a vivere in modo da non dover arrossire dinanzi a loro e non mi rincresce più lasciar questo mondo. O Fede! Come consoli l'anima in questi giorni in cui tutto è mestizia e dolore! Ogni foglia che cade mi avverte che la vita si dilegua: ogni rondine che emigra mi ricorda i miei cari che lasciano la terra per l'eternità e mentre la natura non mi parla che dolore, la fede non mi parla che di speranza. (Don Orione)
15 aprile
Io so bene, o Vergine piena di grazia, che a Nazareth tu sei vissuta poveramente, senza chiedere nulla di più. Né estasi, né miracoli, né altri fatti straordinari abbellirono la tua vita, o Regina degli eletti. Il numero degli umili, dei «piccoli», è assai grande sulla terra: essi possono alzare gli occhi verso di te senza alcun timore. Tu sei la madre incomparabile che cammina con loro per la strada comune, per guidarli al cielo. O Madre diletta, in questo duro esilio io voglio vivere sempre con te e seguirti ogni giorno. Mi tuffo rapita nella tua contemplazione e scopro gli abissi di amore del tuo cuore. Tutti i miei timori svaniscono sotto il tuo sguardo materno che mi insegna a piangere e a gioire. (Santa Teresa del Bambin Gesù)
16 aprile
Dovete (invece) comprendere adesso - con una luce tutta nuova - che Dio vi chiama per servirlo nei compiti e attraverso i compiti civili, materiali, temporali della vita umana: in un laboratorio, nella sala operatoria di un ospedale, in caserma, dalla cattedra di un'università, in fabbrica, in officina, sui campi, nel focolare domestico e in tutto lo sconfinato panorama del lavoro, Dio ci aspetta ogni giorno. Sappiatelo bene: c'è un qualcosa di santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni, qualcosa che tocca a ognuno di voi scoprire. Non vi è altra strada, figli miei: o sappiamo trovare il Signore nella nostra vita ordinaria, o non lo troveremo mai. Per questo vi posso dire che la nostra epoca ha bisogno di restituire alla materia e alle situazioni che sembrano più comuni, il loro nobile senso originario, metterle al servizio del Regno di Dio, spiritualizzarle, facendone mezzo e occasione del nostro incontro continuo con Gesù Cristo. (Josè Maria Escrivà)
17 aprile
È importantissimo per noi uomini finché siamo quaggiù tener presente il Signore sotto figura di uomo. Non siamo angeli; abbiamo un corpo; voler fare gli angeli è una vera pazzia. In via ordinaria il pensiero ha bisogno di un appoggio. Talvolta l'anima è così piena di Dio da non aver bisogno, per raccogliersi, di alcuna cosa creata. Ma questo non avviene molto di frequente. Pensate di trovarvi innanzi a Gesù Cristo, conversate spesso con lui e cercate di innamorarvi di lui, tenendolo sempre presente. La continua conversazione con Cristo aumenta l'amore e la fiducia. Se è Dio è anche uomo, e come tale egli non si meraviglia della debolezza umana e sa che questa nostra natura va soggetta a molte cadute, a causa del primo peccato che egli stesso è venuto a riparare. Posso parlare con lui come con un amico. Non è come i signori della terra che ripongono tutta la loro grandezza in un apparato esteriore. Con costoro non si può parlare che in certe ore e nemmeno da tutti. Se un poveretto vuol parlare, deve fare giri e rigiri e implorare raccomandazioni... Al sopraggiungere degli affari e dei travagli, quando non si può avere tanta quiete o si è in aridità, Cristo è sempre un buonissimo amico, ci è di grande compagnia perché lo vediamo uomo come noi, soggetto alle nostre debolezze e sofferenze. Non fa come gli amici del mondo che nel tempo della tribolazione si dileguano. Ci aiuta e ci incoraggia. (Santa Teresa d’Avila)
18 aprile
Tacere di sé è umiltà. Tacere i difetti altrui è carità. Tacere parole inutili è penitenza. Tacere a tempo e a luogo è prudenza. Tacere nel dolore è eroismo. Saper parlare è un vanto di molti. Saper tacere è una saggezza di pochi. Saper ascoltare una generosità di pochissimi. Per possedere il Tutto non possedere nulla di nulla! Quando ti rifugi in qualche cosa cessi di lanciarti nel Tutto. Se vorrai possedere qualcosa del Tutto non hai posto il tuo tesoro nel Tutto!
(San Giovanni della Croce)
19 aprile
Prima e subito dopo la mia conversione, pensavo che una vita dedita alla pietà consistesse nel vivere soltanto nel pensiero del Signore, ma poi ho capito che in questo mondo ci viene chiesto altro e che perfino nella vita più puramente contemplativa il rapporto con il mondo non può essere tagliato. Credo perfino che più uno si addentra in Dio, e più è chiamato ad uscire da sé verso il mondo per portargli la vita divina. (Edith Stein)
20 aprile
Tutto è per noi Cristo.
Se desideri medicare le tue ferite, egli è medico. Se bruci di febbre, egli è la sorgente ristoratrice. Se sei oppresso dalla colpa, egli è la giustizia. Se hai bisogno di aiuto, egli è la forza. Se temi la morte, egli è la vita. Se desideri il cielo, egli è la via. Se fuggi le tenebre, egli è la luce. Se cerchi il cibo, egli è il nutrimento. Gustate, dunque, e vedete quanto è buono il Signore; felice l'uomo che spera in lui. (Sant’Ambrogio)
21 aprile
Comunicati sovente, o Filotea, e credi a me: come le lepri diventano bianche d'inverno perché non mangiano altro che neve, così a forza di adorare e mangiare la bellezza, la bontà e la purezza medesima in questo divin sacramento, diventerai tu pure tutta bella, tutta buona, tutta pura! (San Francesco di Sales)
22 aprile
Chi potrà spiegare la dolcezza di Gesù verso i peccatori? Con quale delicatezza trattò Maddalena, la peccatrice! Con quale condiscendenza convertì la Samaritana! Con quale misericordia perdonò la donna adultera! Con quale carità andò a pranzo in casa di peccatori pubblici per guadagnarseli! Con quale bontà ed umiltà cercò di conquistarsi il cuore di Giuda che voleva tradirlo,fino a lavargli i piedi ed a chiamarlo amico! Da ultimo, con quale carità chiese perdono a Dio Padre per i carnefici,scusandoli della loro ignoranza! La Sapienza incarnata, Gesù, è bella, dolce e caritatevole! E' bella nell'eternità, perché splendore del Padre,specchio limpido ed immagine della sua bontà, più bella del sole e più splendida della stessa luce. E' bella nel tempo, perche formata dallo Spirito Santo, pura, senza peccato e bella, senza difetto; perché durante la vita fu l'incanto degli occhi e dei cuori degli uomini; perché oggi è gloria degli angeli. Come è tenera e dolce verso gli uomini, specialmente verso i poveri peccatori! E' venuto a cercarli in modo visibile sulla terra e ora continua a cercarli tutti i giorni in modo invisibile. (San Luigi Maria da Monfort)
23 aprile
Non potrei giammai rassegnarmi di essere separato da voi per mancanza di amore. Deh!, per pietà, non permettete che vada errata questa povera anima; non acconsentite giammai che questa mia speranza vada fallita. Fate che io mai mi separi da voi, e se lo sia al presente senza conoscerlo, traetemene in questo istante; confortate questo mio intelletto, o Dio mio, sicché conosca bene me stesso e il grande amore che mi avete dimostrato e possa io godere eternamente le bellezze sovrane del vostro volto divino. (San Pio da Pietralcina)
24 aprile
Dio eterno, fuoco e abisso di carità, il tuo occhio è su di noi, e perché la tua creatura veda che le cose stanno così, vale a dire che tu hai posto su di noi, gli occhi della tua pietà e della tua misericordia, o gli occhi della tua giustizia - secondo le nostre azioni - tu le hai donato l’occhio dell’intelligenza che le permette di vedere; appare dunque in modo manifesto che ogni male ci viene dall’essere privati della luce, come ogni bene ci viene dalla luce, poiché non si può amare quel che non si conosce, e nulla può esser conosciuto senza luce. Dio eterno, Padre compassionevole, misericordioso, abbi pietà e misericordia di noi, dato che siamo ciechi, senza alcuna luce, e io più di tutti, povera miserabile, e così sono stata sempre crudele nei riguardi di me stessa. Con quell’occhio di pietà con il quale creasti noi e tutte le cose, considera le necessità del mondo e provvedi. Tu ci hai donato l’essere dal nulla: illumina dunque quest’essere che è tuo. Ci hai donato nell’ora del bisogno la luce degli apostoli: ora, in questo tempo in cui abbiamo più che mai bisogno di luce, risuscita un Paolo che illumini il mondo. Con il velo della tua misericordia chiudi e copri l’occhio della tua giustizia, e apri l’occhio della tua pietà; con il legame della carità, lega te stesso e placa la tua ira. (Santa Caterina da Siena)
25 aprile
Mio Dio, non dimenticarti di me quando io mi dimentico di te. Non abbandonarmi, Signore,quando io ti abbandono. Non allontanarti da me,quando io mi allontano da te. Chiamami se ti sfuggo, attirami se ti resisto, rialzami se cado. Donami, Signore, Dio mio, un cuore vigile che nessun vano pensiero porti lontano da te, un cuore retto che nessuna intenzione perversa possa sviare, un cuore fermo che resista con coraggio ad ogni avversità, un cuore libero che nessuna torbida passione possa vincere. Concedimi, ti prego, una volontà che ti cerchi, una sapienza che ti trovi, una vita che ti piaccia, una perseveranza che ti attenda con fiducia e una fiducia che alla fine giunga a possederti. (San Tommaso d’Aquino)
26 aprile
La preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il Cielo, è un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella grazia; insomma è qualche cosa di grande, di soprannaturale, che mi dilata l'anima e mi unisce a Gesù. (Santa Teresa di Lisieux)
27 aprile
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni. Però ciò che è importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea di arrivo c'è una linea di partenza. Dietro ogni successo c'è un'altra delusione. Fino a quando sei vivo, sentiti vivo. Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite... insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c'è in te. Fai in modo che invece di compassione, ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone. Però non fermarti mai. (Madre Teresa di Calcutta)
28 aprile
Di che dovete affannarvi se Gesù vuol farvi pervenire alla patria celeste per i deserti o per i campi, quando e per gli uni e per gli altri si perverrà lo stesso alla beata eternità? Allontanate da voi ogni soverchia preoccupazione che nasce dalle prove con le quali il buon Dio vuole visitarvi; e se ciò non è possibile, allontanatene il pensiero ed in tutto vivete rassegnati ai divini voleri. (San Pio da Pietralcina)
29 aprile
La via della perfezione non consiste nella molteplicità delle meditazioni, delle pratiche e dei gusti, sebbene tutto ciò sia in qualche modo necessario ai principianti, ma in una sola cosa, nel sapere, cioè, rinunciare a se stessi all'interno e all'esterno, abbracciando le sofferenze e annientandosi in tutto. (San Giovanni della Croce)
30 aprile
La fede è dono di Dio e cresce mediante la preghiera, come la speranza e l'amore: e queste sono le tre virtù principali della vita interiore. Conoscerti e credere in te stesso significa poter conoscere Dio e credere in Dio. La conoscenza di se stessi infonde umiltà e la conoscenza di Dio infonde amore. (Madre Teresa di Calcutta)
Maggio
1 maggio
Prendete il tempo di
giocare, è il segreto dell'eterna giovinezza.
Prendete il tempo di leggere, è la sorgente del sapere.
Prendete il tempo di amare e di essere amati, è una grazia di Dio.
Prendete il tempo di farvi degli amici, è la via dei fortunati.
Prendete il tempo di ridere, è la musica dell'amore.
Prendete il tempo di pensare, è la sorgente dell'azione.
Prendete il tempo di donare, la vita è troppo corta per essere egoisti.
Prendete il tempo di lavorare, è il prezzo del successo.
Prendete il tempo di pregare, è la vostra forza sulla terra.
2 maggio
Le sei parole più
importanti "Riconosco di aver commesso un errore".
Le cinque parole più importanti: "Hai fatto un buon lavoro".
Le quattro parole più importanti: "Che cosa ne pensi?".
Le tre parole più importanti: "Se tu potessi".
Le due parole più importanti: "Grazie tante".
La parola più importante: "Noi".
La parola meno importante: "Io".(Davide Weiss)
3 Maggio
Qual'é il senso della nostra vita? Qual'é il senso di tutti i viventi in genere? Dare una risposta a questa domanda significa essere religiosi. Tu mi chiedi: ha assolutamente senso porre questa domanda? Io rispondo: chi percepisce la propria vita e la vita dei suoi simili come priva di senso, non solo è infelice, ma non è affatto in grado di vivere. (Albert Einstein)
4 maggio
Ciascuno di noi ha una missione nella vita.
Di rado ci rendiamo pienamente conto che siamo mandati per adempiere i compiti che Dio ci ha dato. Agiamo come se fossimo noi a scegliere come, dove e con chi vivere. Agiamo come se fossimo gettati allo sbaraglio nella creazione e dovessimo decidere come passare il tempo finché moriremo. Ma siamo stati mandati nel mondo da Dio, proprio come Gesù. “Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo” (Gv.17,18). Quando cominciamo a vivere con questa convinzione la nostra vita, scopriamo subito che cosa siamo stati mandati a fare.
5 maggio
Passa tranquillamente tra
il rumore e la fretta, e ricorda quanta pace
può esserci nel silenzio. Dì la verità con calma e chiarezza; ascolta gli altri:
anche i noiosi ed ignoranti: hanno una storia da raccontare. Gioisci dei tuoi
risultati così come dei tuoi progetti. Sii prudente nei tuoi affari perché il
mondo è pieno di tranelli. Ma ciò non accechi la tua capacità di distinguere la
virtù: molte persone lottano per grandi ideali e dunque la vita è piena di
eroismo. Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti e neppure sii
cinico riguardo all'amore; poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni,
esso è perenne come l'erba. Sii in pace con Dio, comunque tu lo concepisca,
conserva la pace con la tua anima pur nella rumorosa confusione della vita.
6 maggio
Quando t'imbatti in una cosa bella, la racconti.
E quando t'imbatti in una cosa vera, la dici. E se hai capito che la storia di Gesù ha illuminato il cammino del mondo e dell'uomo dandogli senso, allora lo racconti. Non puoi farne a meno. E se l'incontro con Gesù ha cambiato la tua esistenza dandole forza, direzione, senso, allora inviti gli amici a condividerla.
7 maggio
La perla di gran valore è nascosta profondamente. Come un pescatore di perle, o anima mia, tuffati, tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù, e cerca! Forse non troverai nulla la prima volta. Come un pescatore di perle, o anima mia, senza stancarti, persisti e persisti ancora, tuffati nel profondo, sempre più giù, e cerca! Quelli che non sanno il segreto, si burleranno di te, e tu ne sarai rattristato. Ma non perdere coraggio, pescatore di perle, o anima mia! La perla di gran valore è proprio là nascosta, nascosta proprio in fondo. E' la tua fede che ti aiuterà a trovare il tesoro ed è essa che permetterà che quello che era nascosto sia infine rivelato. Tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù, come un pescatore di perle, o anima mia. E cerca, cerca senza stancarti! (Swami Paramananda)
8 maggio
Non ammiro Pietro che rinnega, spergiurando, il Cristo, né la sua fede vacillante quando cammina sulle acque. Ciò nonostante, il suo rinnegamento e la sua esitazione mi sono d'aiuto nel cammino della vita. Anch'io ho vacillato e sono caduto; e se non m'è dato di piangere come Pietro, posso almeno gridare con lui: "Salvami, o Signore, se non vuoi ch'io mi perda!". Non posso ammirare Saulo che custodisce le vesti dei lapidatori di Stefano e cavalca da Gerusalemme a Damasco, spirante minacce e stragi contro tutti i cristiani. Sotto questo aspetto, Saulo, persecutore dei discepoli di Gesù è, a sua volta, un tipo detestabile. Tuttavia Saulo, divenuto Paolo mi incoraggia. Se lui poté cambiare l'odio in amore, la mia speranza vive ancora.
9 maggio
Padre io ti ringrazio per l'amore personale che hai per me. Ti ringrazio che mi hai amato prima che nascessi. Ti ringrazio che mi amerai per tutta l'eternità. Ti ringrazio che mi hai amato quando non pensavo a te, quando t'ignoravo, quando ero indifferente a te, quando ti offendevo. Ti ringrazio che mi ameresti anche se diventassi un Giuda. Ti ringrazio che mi ami in questo momento e mi accetti come sono.
10 maggio
Occupati dei guai, dei
problemi del tuo prossimo. Prenditi a cuore gli affanni,
le esigenze di chi ti sta vicino. Regala agli altri la luce che non hai, la
forza che non possiedi, la speranza che senti vacillare in te, la fiducia di cui
sei privo. Illuminali dal tuo buio. Arricchiscili con la tua povertà. Regala un
sorriso quando hai voglia di piangere. Produci serenità dalla tempesta che hai
dentro. "Ecco, quello che non hai, te lo do". Questo è il tuo paradosso. Ti
accorgerai che la gioia a poco a poco entrerà in te, invaderà il tuo essere,
diventerà veramente tua nella misura in cui l'avrai regalata agli altri.
11 maggio
Noi crediamo: che la preghiera non è tutto, ma che tutto deve cominciare dalla preghiera. Noi crediamo: che Gesù Cristo, dandoci il "Padre nostro", ha voluto insegnare che la preghiera è amore. Noi crediamo: che la preghiera non ha bisogno di tante parole, perché l'amore si esprime, soprattutto nei fatti. Noi crediamo: che si può pregare tacendo, soffrendo, lavorando. Ma il silenzio è preghiera solo se si ama, il lavoro è preghiera solo se si ama. Noi crediamo: che non sapremo mai pesare la validità della nostra preghiera, ma sentiamo di pregare se cresciamo nell'amore, se cresciamo nel distacco dal male, se cresciamo nella fedeltà alla volontà di Dio. Noi crediamo: che impara a pregare soprattutto chi impara a tacere davanti a Dio. Noi crediamo: che tutti i giorni dobbiamo chiedere al Signore il dono della preghiera. Noi crediamo: che chi impara a pregare impara a vivere.
12 maggio
Non tutto quello che desideriamo può comprarci il denaro. Per esempio si può comprare: il letto, ma non il sono; il cibo, ma non l'appetito; il libro, ma non l'intelligenza; la cultura, ma non la sapienza; una casa, ma non la famiglia; la medicina, ma non la salute; lo svago, ma non la felicità; la tranquillità, ma non la pace; la sicurezza materiale, ma non la spirituale; il crocifisso, ma non la fede; un posto nel cimitero, ma non nel cielo; compagnia, piacere, risate, ma non veri amici.
13 maggio
Per anni sono stato un nevrotico. Ero ansioso, depresso ed egoista. E tutti continuavano a dirmi di cambiare. E tutti continuavano a dirmi quanto fossi nevrotico. E io mi risentivo con loro, ed ero d'accordo con loro, e volevo cambiare, ma non ci riuscivo, per quanto mi sforzassi. Ciò che mi faceva più male era che anche il mio migliore amico continuava a dirmi quanto fossi nevrotico. Anche lui continuava a insistere che cambiassi. E io ero d'accordo anche con lui, e non riuscivo ad avercela con lui. E mi sentivo cosi impotente e intrappolato. Poi, un giorno, mi disse: “Non cambiare. Rimani come sei. Non importa se cambi o no. Io ti amo così come sei; non posso fare a meno di amarti”. Quelle parole suonarono come una musica per le mie orecchie: “Non cambiare. Non cambiare. Non cambiare... Ti amo”. E mi rilassai. E mi sentii vivo. E, oh meraviglia delle meraviglie, cambiai! Ora so che non potevo cambiare davvero finché non avessi trovato qualcuno che mi avrebbe amato, che fossi cambiato o meno. È così che mi ami, Dio!
14 maggio
La mia bambina ha una bambola, la sua bambola ha tutto: il letto, la carrozzina, i mobili della cucina e chicchere e posate e scodelle, e un armadio con i vestiti sulle stampelle in folla, e un automobile a molla con la quale passeggia per il corridoio quando le scarpe le fanno male. La mia bambina ha una bambola e la sua bambola ha tutto, persino altre bamboline più piccine anche loro con le loro scodelline, chiccherine, posatine... E questa è una storiella divertente ma solo un poco, perché ci sono bambole che hanno tutto e bambini che non hanno niente. (Gianni Rodari)
15 maggio
Quando si è visto una volta sola lo splendore della felicità sul viso di una persona che si ama, si sa che per un uomo non ci può essere altra vocazione che suscitare questa luce sui visi che lo circondano. (Albert Camus)
16 maggio
La vita è come una partita in cui ciascun giocatore sfrutta come meglio può le carte che gli sono toccate. Chi insiste a giocare non con le carte che ha ricevuto ma con quelle a cui sostiene di aver diritto, è destinato a fallire nella vita. Non ci vien chiesto se vogliamo giocare. Su questo non c'è scelta, tutti devono partecipare. Sta a noi decidere come. (Anthony De Mello)
17 maggio
La verità di noi stessi è che siamo fatti per amare e abbiamo bisogno di essere amati.
La verità di Dio è che Dio è amore, un amore misterioso ed esigente, ma insieme tenerissimo e misterioso. Questo amore con cui Dio ci avvolge è la chiave della nostra vita, il segreto di ogni nostro agire. Noi siamo chiamati ad agire per amore, a spendere volentieri la nostra vita per i nostri fratelli e sorelle, e lasciare esplodere la nostra creatività e ad esercitare la nostra intelligenza nel servizio degli altri. (Card. Carlo Maria Martini)
18 maggio
E' molto bello che nel vangelo di Giovanni la prima presentazione di Maria avvenga a una festa di nozze, in un momento di gioia intensa e partecipata. Se il messaggio di Gesù è un "vangelo", cioè un lieto annuncio, non poteva esserci momento più significativo per proclamarlo. Non meraviglia che la prima a capirlo e a viverlo così sia proprio sua madre. Era abituata a gustare e a condividere la gioia umana più profonda e autentica (con Elisabetta, con il Magnificat, con i pastori, con Simeone e Anna) perché viveva vicino alla sorgente di quella gioia, Gesù. Chi pensa e vive la propria fede cristiana come un peso schiacciante e un impegno severo che non lascia spazio a manifestazioni di gioia e a distrazioni festose, non ha capito il vangelo. La fede è prima di tutto pace, gioia e festa con Dio Padre e con i fratelli. Il volto del cristiano deve essere il riflesso del Dio della gioia. Maria insegna a tutti a condividere e a comunicare la gioia di vivere. E' la prima e la più semplice testimonianza del vangelo che il Signore ci chiede.
19 maggio
La frase si trova in un testo del Concilio, ed è splendida per dottrina e concisione. Dice che, all'annuncio dell'angelo, Maria vergine "accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio". Nel cuore e nel corpo. Fece largo, cioè, nei suoi pensieri ai pensieri di Dio, ma non si sentì per questo ridotta al silenzio. Offrì volentieri il terreno vergine del suo spirito alla germinazione del Verbo; ma non si considerò espropriata di nulla. Gli cedette con gioia il suolo più inviolabile della sua vita interiore; ma senza dover ridurre gli spazi della sua libertà. Diede stabile alloggio al Signore nelle stanze più segrete della sua anima, ma non ne sentì la presenza come violazione di domicilio.(Tonino Bello)
20 maggio
Prima ancora che qualsiasi essere umano ci vedesse, siamo stati visti dagli amorevoli occhi di Dio. Prima ancora che qualcuno ci sentisse piangere o ridere, siamo stati ascoltati dal nostro Dio che è tutto orecchie per noi. Prima ancora che qualcuno in questo mondo ci parlasse, la voce dell'amore eterno già ci parlava. La nostra preziosità, unicità e individualità non ci sono state date da coloro che incontriamo nell'arco del tempo - della nostra breve esistenza cronologica - ma da Colui che ci ha scelto con infinito amore, un amore che esiste da tutta l'eternità e che durerà per tutta l'eternità. (Henri J.M. Nouwen)
21 maggio
Beata la mamma che sa sorridere anche quando tutt'intorno è nuvolo. Beata la mamma che sa parlare senza urlare. Beata la mamma che sa amare senza strafare. Beata la mamma che sa essere ciò che vuole trasmettere. Beata la mamma che trova il tempo per mangiare con i figli e con papà. Beata la mamma che non insegna la vita facile ma la via giusta. Beata la mamma che non smette mai di essere mamma. Beata la mamma che sa pregare: dal buon Dio sarà aiutata, dai suoi figli sarà ricordata.
22 maggio
Non scommettere sulla pace che non venga dall'alto: è inquinata. Non scommettere sulla pace non connotata da scelte storiche concrete: è un bluff. Non scommettere sulla pace che prenda le distanze dalla giustizia: è peggio della guerra. Non scommettere sulla pace che si proclami estranea al problema della salvaguardia del creato: è amputata. Non scommettere sulla pace che sorrida sulla radicalità della nonviolenza: è infida. Non scommettere sulla pace che non provochi sofferenza: è sterile. Non scommettere sulla pace come "prodotto finito": scoraggia. (Tonino Bello)
23 maggio
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi non distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. (Neruda)
24 maggio
Prendi un sorriso, regalalo a chi non c'è l'ha mai avuto. Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte. Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango. Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha mai pianto. Prendi il coraggio mettilo nell'animo di chi non sa lottare. Scopri la vita raccontala a chi non sa capirla. Prendi la speranza e vivi nella luce. Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare. Scopri l'amore e fallo conoscere al mondo. (Gandhi)
25 maggio
Se la nota dicesse: non è una nota che fa la musica...non ci sarebbero le sinfonie. Se la parola dicesse: non è una parola che può fare una pagina ...non ci sarebbero i libri. Se la pietra dicesse: non è una pietra che può alzare un muro...non ci sarebbero case. Se la goccia d'acqua dicesse: non è una goccia d'acqua che può fare un fiume...non ci sarebbe l'oceano. Se il chicco di grano dicesse: non è un chicco di grano che può seminare un campo ...non ci sarebbe la messe. Se l'uomo dicesse: non è un gesto d'amore che può salvare l'umanità ...non ci sarebbero mai né giustizia né pace, né dignità né felicità sulla terra degli uomini. Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota. Come il libro ha bisogno di ogni parola. Come la casa ha bisogno di ogni pietra. Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua. Come la messe ha bisogno di ogni chicco l'umanità intera ha bisogno di te, qui dove sei, unico, e perciò insostituibile. (Michel Quoist)
26 maggio
Non so se sopravvivrò fino a domani, se oggi o domani vivranno o moriranno prima di me tutti coloro che io amo e coloro che mi amano; non so se sarò sano o malato, se sarò sazio o affamato, se sarò stimato o disprezzato dalla gente. So soltanto una cosa: che tutto ciò che mi accadrà e che accadrà a tutti coloro che io amo, sarà secondo la volontà di Colui che vive in tutto ciò che ci circonda e nella mia anima. E tutto ciò che accade secondo la Sua volontà è bene.
(L. Tolstoj)
27 maggio
Bisogna cercare senza stancarci. Bisogna camminare lungo le vie della vita con la tenerezza di un bambino e la forza di un gigante. Bisogna soffermarci ad ammirare il cielo della sera e ascoltare i sospiri del vento che passa leggero tra i rami dei pini. Bisogna cercare perché anche la voce del mare può avere un suono diverso per dire qualcosa. Bisogna cercare perché in ogni palpito lieve del mondo si può trovare l'infinito. (Romano Battaglia)
28 maggio
Credevo che avessero ucciso Gesù, e oggi l'ho visto dare un bacio a un lebbroso. Credevo che avessero cancellato il suo nome, e oggi l'ho sentito sulle labbra di un bambino. Credevo che avessero crocefisso le sue mani pietose, e oggi l'ho visto medicare una ferita. Credevo che avessero trafitto i suoi piedi, e oggi l'ho visto camminare nelle strade dei poveri. Credevo che l'avessero ammazzato una seconda volta con le bombe, e oggi l'ho sentito parlare di pace. Credevo che avessero soffocato la sua voce fraterna, e oggi l'ho sentito dire: "Perché, fratello?" a uno che picchiava. Credevo che Gesù fosse morto nel cuore degli uomini e seppellito nella dimenticanza, ma ho capito che Gesù risorge anche oggi ogni volta che ogni uomo ha pietà di un altro uomo. (L Cammarota)
29 maggio
Ti ho chiamato per nome fin dal principio. Tu sei mio e io sono tuo.
Tu sei il mio Amato, in te mi sono compiaciuto. Ti ho modellato nelle profondità della terra e ti ho formato nel grembo di tua madre. Ti ho scolpito nei palmi delle mie mani e ti ho nascosto nell'ombra del mio abbraccio. Ti guardo con infinita tenerezza e ho cura di te con una sollecitudine più profonda che quella di una madre per il suo bambino. Tu sai che io sono tuo come io so che tu sei mio. Tu mi appartieni. Io sono tuo padre, tua madre, tuo fratello, tua sorella, il tuo amante e il tuo sposo... Ovunque tu sia, io ci sarò. Niente mai ci separerà. Noi siamo uno. (Henri J.M. Nouwen)
30 maggio
Semina, semina, l'importante è seminare: un po', molto, tutto il grano della speranza. Semina il tuo sorriso, perché tutto splenda intorno a te. Semina la tua energia, la tua speranza per combattere e vincere la battaglia quando sembra perduta. Semina il tuo coraggio per risollevare quello degli altri. Semina il tuo entusiasmo per infiammare il tuo prossimo. Semina i tuoi slanci generosi, i tuoi desideri, la tua fiducia, la tua vita. Semina tutto ciò che c'è di bello in te, le piccole cose, i non nulla. Semina, semina e abbi fiducia, ogni granellino arricchirà un piccolo angolo della terra.
31 maggio
Abbiamo il potere di essere in Paradiso con Dio già adesso, di essere felici con lui anche in questo momento, se amiamo come lui ama, se aiutiamo come lui aiuta, se doniamo come lui dona, se serviamo come lui serve. (Madre Teresa di Calcutta)
Giugno
1 giugno
Le persone che sanno amare sono quelle che rendono bello il mondo; le persone più importanti della terra sono le persone profondamente buone. Perché sono solo loro che sanno dare alla gente quello di cui ha più bisogno: la bontà. Chi porta bontà comunica pace, sicurezza, forza, perché comunica Dio. Abbiamo bisogno di tante cose: di salute, di pane, di lavoro, di tranquillità e di pace... ma più di tutto di bontà.
2 giugno
Quando sei paziente mentre tutti perderebbero la pazienza; quando ti controlli davanti a un pensiero cattivo; quando fermi una parola di condanna che sembrerebbe a tutti legittima, stai diventando esperto in amore. Amare è fermarsi accanto ad ogni persona senza passare oltre; è trovare il tempo per uno che soffre mentre manca il tempo per te e le tue cose. Amare è rendere presente Dio in mezzo alla gente. Signore, moltiplica sulla terra le persone capaci di amare, perché gli uomini hanno bisogno di Te!
3 giugno
Quando soffro e il mio soffrire è tale che mi impedisce ogni attività, mi ricordo della messa. Tu nella messa, Signore Gesù, oggi come allora, non lavori, non predichi: ti sacrifichi per amore. Nella vita si possono fare tante cose, dire tante parole, ma la voce del dolore, del dolore offerto per amore, è la parola più forte, quella che ferisce il cielo. Quando soffro, immergo il mio dolore nel tuo: dico la mia messa; e lascio scorrere la mia sofferenza a beneficio dell'umanità: come hai fatto tu, mio Signore! (Chiara Lubich)
4 giugno
Ricomincia se sei stanco e la strada ti sembra lunga, se ti accorgi che hai sbagliato strada, ...non lasciarti portare dai giorni e dai tempi. Ricomincia se la vita ti sembra troppo assurda, se sei deluso da troppe cose e da troppe persone, ...non cercare di capirne il perché. Ricomincia se hai provato ad amare e ad essere utile, se hai conosciuto la povertà e i tuoi limiti, ...non lasciare là un impegno a metà assolto. Ricomincia se gli altri ti guardano con rimprovero, se sono delusi di te, irritati, ...non ribellarti, non domandar loro nulla. Ricomincia perché l'albero germoglia di nuovo dimenticando l'inverno, il ramo fiorisce senza domandare perché e l'uccello fa il suo nido senza pensare all'autunno, perché la vita è speranza e sempre. Ricomincia!
5 giugno
La sete di Gesù è una sete d'amore per le persone prese così come sono, con le loro povertà e le loro ferite, con le loro maschere e i loro meccanismi di difesa e anche con tutta la loro bellezza. La sua sete è che ognuno di noi - "grande" o "piccolo" non importa - possa vivere pienamente ed essere ricolmo di gioia. La sua sete è rompere le catene che ci chiudono nella colpevolezza e nell'egoismo, impedendoci di avanzare e di crescere nella libertà interiore. La sua sete è liberare le energie più profonde nascoste in noi perché possiamo diventare uomini e donne di compassione, artigiani di pace come lui, senza fuggire la sofferenza e i conflitti del nostro mondo spezzato, ma prendendovi il nostro posto e creando comunità e luoghi d'amore, così da portare una speranza a questa terra. (Jean Vanier)
6 giugno
La vocazione "è una particolare ferita del cuore". Una ferita sacra, destinata a non rimarginarsi, per ricordare come una cicatrice, quel giorno benedetto che Dio ti ha fatto sentire in modo particolare la sua voce e ti ha svelato quel sogno da vertigini che aveva ed ha su di te; una ferita singolare, che mentre esprime la fatica e la sofferenza della lotta con Dio, dice anche la pienezza della gioia e della piena realizzazione in Lui. (A. Cencini)
7 giugno
Il silenzio è mitezza quando non rispondi alle offese quando non reclami i tuoi diritti, quando lasci a Dio la difesa del tuo onore. Il silenzio è misericordia quando non riveli le colpe dei fratelli, quando perdoni senza indagare il passato, quando non condanni, ma intercedi nell'intimo. Il silenzio è pazienza quando soffri senza lamentarti, quando non cerchi consolazione tra gli uomini quando non intervieni ma attendi che il seme germogli lentamente.
8 giugno
Il silenzio è umiltà quando taci per lasciare emergere i fratelli, quando celi nel riserbo i doni di Dio, quando lasci che il tuo agire venga interpretato male, quando lasci ad altri la gloria dell'impresa. Il silenzio è fede quando taci perché è Lui che agisce, quando rinunci alle voci del mondo, per stare alla sua presenza, quando non cerchi comprensione perché ti basta sapere di essere amato da Lui. Il silenzio è adorazione quando abbracci la Croce senza chiedere perché nell'intima certezza che questa è l'unica via giusta.
9 giugno
Hai mai pensato a guardare tutte le cose con gli occhi di Dio? Provaci! Tutto riacquista un senso nuovo: il tuo lavoro, il tuo tempo libero, la tua famiglia, i tuoi amici, perfino i tuoi problemi. Vedere le cose con gli occhi di Dio è un primo passo per diventare a sua immagine e somiglianza.
10 giugno
Accontentatevi di non essere santi, anche se vi rendete conto che la sola cosa per cui vale la pena di vivere è la santità. Allora sarete soddisfatti di lasciare che Dio vi conduca alla santità per vie che non potete comprendere. (Thomas Merton)
11 giugno
Noi, popoli supernutriti, abbiamo inventato:
Il pane insipido e il pane salato. Il pane croccante e quello floscio. Il pane a rosetta e quello a filone. Il pane all'olio e quello col riso. Il pane bianco e quello integrale. Il pane magro e quello vitaminizzato. Il pane a fuoco e quello a vapore. Il pane diabetico e quello con patate. Le fette rotonde e quelle quadrate. I poveri cercano semplicemente il pane quotidiano.
12 giugno
Costa dire "hai ragione".
Costa dire "perdonami". ed anche dire "Ti perdono".
Costa la confidenza, costa la pazienza. Costa fare una cosa che non hai voglia
di fare ma che lui o lei vuole. Costa cercare di capire. Costa tenere il
silenzio.
La fedeltà costa e sorridere al cattivo umore e trattenere le lacrime che fanno
soffrire. A volte costa impuntarsi, a volte cedere. Costa dir sempre "è colpa
mia". Costa confidarsi e ricevere confidenze. Costa sopportare i difetti, costa
cancellare le piccole ombre, costa condividere i dolori. Costa la lontananza e
costano i distacchi. Costano le nubi passeggere. Costa avere opinioni
differenti, costa dir sempre di "sì". Eppure a questo prezzo si genera l'amore.
Gli spiccioli non servono. Ci vuole un legno pesante come la Croce.
13 giugno
Il decalogo della gioia di don Mario Foradini
“Nessuno è felice come Dio e nessuno fa felice come Dio” (sant'Agostino).
Dio è la fonte della felicità infinita.
La gioia è un dono e una conquista.
La gioia vera è frutto di un amore vero.
La gioia cresce donandola.
La gioia è il nutrimento del cuore.
Solo chi è sincero può essere felice.
Tanto più si prega, tanto più si è nella gioia.
Per avere la gioia bisogna volerla donare.
Solo un cuore puro può gioire sempre di più.
14 giugno
Gesù non ha buona memoria.
Sulla Croce durante la sua agonia il ladrone gli chiede di ricordarsi di lui quando sarebbe entrato nel suo regno. Se fossi stato io gli avrei risposto, "non ti dimenticherò, ma i tuoi crimini devono essere espiati, con almeno 20 anni di purgatorio", invece Gesù gli rispose "Oggi sarai con me in Paradiso". Aveva dimenticato i peccati di quell'uomo. Lo stesso avviene con Maddalena e con il figliol prodigo. Gesù non ha memoria, perdona ogni persona, il suo amore è misericordioso. Gesù non conosce la matematica. Lo dimostra la parabola del Buon Pastore. Aveva cento pecore, una di loro si smarrì e senza indugi andò a cercarla lasciando le altre 99 nell'ovile. Per Gesù uno equivale a 99 e forse anche di più. Gesù poi non è buon filosofo. Una donna ha dieci dracme ne perde una quindi accende la lucerna per cercarla, quando la trova chiama le sue vicine e dice loro "Rallegratevi con me perché ho ritrovato la dracma che avevo perduto". E' davvero illogico disturbare le amiche solo per una dracma, e poi far festa per il ritrovamento. Per di più invitando le sue amiche per far festa, spendendo ben di più di una dracma. In questo modo Gesù spiega che c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte.
15 giugno
Gesù è un avventuriero.
Chiunque voglia raccogliere il consenso della gente si presenta con molte promesse, mentre Gesù promette a chi lo segue processi e persecuzioni, eppure da 2000 anni constatiamo che non si è esaurita la schiera di avventurieri che hanno seguito Gesù. Gesù non conosce né finanzia né economia. Nella parabola degli operai della vigna, il padrone paga lo stesso stipendio a chi lavora al mattino e a chi inizia a lavorare il pomeriggio. Ha fatto male i conti? Ha commesso un errore? No, lo fa di proposito, perché Gesù non ci ama rispetto ai nostri meriti o per i nostri meriti, il suo amore è gratuito e supera infinitamente i nostri meriti. Gesù ha i "difetti" perché ama. L'amore autentico non ragiona, non calcola, non misura, non innalza barriere, non pone condizioni, non costruisce frontiere e non ricorda offese. (Card. Van THuan)
16 giugno
Sorridi alla vita che viene e avanza, sempre così ricca di sorprese e di novità. Sorridi alla poesia che ti canta nel cuore, per spingerti alla ricerca di spazi sconfinati. Sorridi al tuo oggi, così fresco e pulito, per niente corroso dalla pesantezza del tempo. Sorridi ai fiori gialli del campo e ai convolvoli rosa, aggrappati alla siepe della strada. Sorridi al cinguettio dei passeri che saltano di ramo in ramo tra il verde dei pini. Sorridi ai tentativi che fai per diventare creatura nuova. Sorridi al sudore di colui che scalpellando trae dalle viscere austere della pietra il volto radioso di un bimbo. Sorridi al vento che, accarezzandoti, reca in dono il profumo ossigenante dei campi vicini e lontani. Sorridi al sole, che ancora non si è stancato di offrirti una cascata di luce e di calore. Sorridi ai bambini che incontri, perché sono il grande motore del futuro. Sorridi all'anziano dal volto grinzoso, perché ha nel cuore una storia che ti è necessario sapere. Sorridi alla musica silenziosa delle stelle che, di lassù, guidano la danza dell'universo. Sorridi anche alla pagina del dolore, perché, quando l'avrai completata, voltandola, ne troverai una tutta bianca e sarà l'inizio di una stagione nuova.
17 giugno
Se un bambino vive con senso critico impara a condannare. Se un bambino vive con ostilità impara a combattere. Se un bambino vive col senso del ridicolo impara ad essere timido. Se un bambino vive con vergogna impara a sentirsi colpevole. Se un bambino vive con tolleranza impara ad essere paziente. Se un bambino viene incoraggiato impara la fiducia. Se un bambino vive con lode impara ad apprezzare. Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia. Se un bambino vive con sicurezza impara ad aver fede. Se un bambino vive nella lode impara a voler bene a se stesso. Se un bambino vive nell'accoglimento e nell'amicizia impara a trovare l'amore nel mondo.
18 giugno
Beato il cuore che fa spazio a tutti dentro di sé e trova sempre al suo interno un angolino libero per l'ultimo che arriva. Beato il cuore che non riesce a chiamare estraneo anche il più diverso, ma vive l'accoglienza come legge fondamentale, perché questo è il Vangelo. Beato il cuore che vive un continuo "Eccomi" agli altri, a Dio e a stesso: crescerà fino alla pienezza. Beato il cuore che si fa solidale nella verità con tutti e ciascuno, in ogni situazione, nella buona e nella cattiva salute: sarà artefice della civiltà dell'amore. Beato il cuore che non è gonfio di sé, non si vanta, non manca di rispetto: sarà beato perché perdendo se stesso si ritrova.
19 giugno
Beato il cuore che si compiace della verità, della giustizia e della purezza: sarà specchio di Dio e città sul monte. Beato il cuore che si lascia compromettere dalla sofferenza degli altri ed offre solidarietà, asilo, speranza: realizzerà l'unità dei fratelli. Beato il cuore che non conosce il colore della pelle o la diversità delle lingue, ma solo il linguaggio degli occhi, del sorriso, del volto e della luce di Dio: sarà rigeneratore di speranza. Beato il cuore che vive l'attenzione agli altri, la generosità, l'autenticità della vita e una presenza operosa: sarà costruttore del Regno di Dio. Beato il cuore mite e umile, perché sarà una nuova incarnazione del Cuore di Cristo.
20 giugno
La pace guardò in basso e vide la guerra, "Là voglio andare" disse la pace. L'amore guardò in basso e vide l'odio, "Là voglio andare" disse l'amore. La luce guardò in basso e vide il buio, "Là voglio andare" disse la luce. Così apparve la luce e risplendette. Così apparve la pace e offrì riposo. Così apparve l'amore e portò vita. (L. Housman)
21 giugno
Esiste un grande eppur quotidiano mistero. Tutti gli uomini ne partecipano, ma pochissimi si fermano a rifletterci. Quasi tutti si limitano a prenderlo come viene e non se ne meravigliano affatto. Questo mistero è il tempo. Esistono calendari ed orologi per misurarlo, misure di ben poco significato, perché tutti sappiamo che, talvolta, un'unica ora ci può sembrare una eternità, e un'altra invece passa in un attimo... dipende da quel che viviamo in quest'ora. Perché il tempo è vita. E la vita dimora nel cuore. (Michael Ende)
22 giugno
Il tempo è uno stupendo regalo che Dio ci fa. Egli ne domanderà il conto esatto. Ma non temere, Dio non è un cattivo padrone. Non ci dà nessun lavoro senza offrirci i mezzi per compierlo. Si ha sempre il tempo di fare ciò che Dio ci dà da fare. Quando ti manca il tempo per eseguire tutto, fermati qualche istante e prega. Poi stabilisci l'impiego della tua giornata sotto lo sguardo di Dio. Tralascia ciò che lealmente sai di non poter portare a termine, anche se gli uomini vi insistono e non comprendono, perché Dio non te lo dà da fare. Tu non hai, quindi, mai troppo lavoro da compiere. Quando hai scoperto ciò che Dio desidera vederti fare, allora lascia tutto e dedicati interamente a questo compito, Dio ti aspetta là, in quel momento, in quel posto e in nessun altro luogo.
23 giugno
C'è vita solo dove c'è amore. La vita senza amore è morte. La legge dell'amore governa il mondo. Se c'è nel cuore umano un amore puro, tutto il resto segue automaticamente e il campo del servizio è illimitato. Se si aprono le porte del cuore tutto può entrarvi. (Gandhi)
24 giugno
Se uno ama l'altro solo per ciò che di lui ha compreso e per ciò che corrisponde agli ideali e ai desideri che egli stesso su di lui ha concepito, in verità non lo ama. E' necessario accettarlo così com'è, in se stesso e per se stesso. Solo in questo modo scoprirai l'altro nella sua verità. (Karl Rahner)
25 giugno
Noi pensiamo di essere tristi perché non riceviamo amore. Non è così. Noi siamo tristi perché non diamo amore. Siamo nati per amare. Il nostro benessere non dipende dall'amore degli altri nei nostri confronti, ma dall'amore che noi doniamo. (Alan Cohen)
26 giugno
Sperare non consiste nel rimandare a domani. Bisogna cominciare oggi. Sperare non consiste nell'attendere che qualcuno faccia al posto nostro. Significa incominciare a farlo noi ora. (Jean Guitton)
27 giugno
C'è un grande tesoro che si può trovare in un unico luogo al mondo. E' una cosa che si può chiamare compimento dell'esistenza. Il grande tesoro è: lasciar entrare Dio nel presente. E il luogo in cui si trova questo tesoro è dove sei tu ora. (Martin Buber)
28 giugno
Ci sono case ricche, che non consentono più di vedere il cielo, ci sono vite troppo frenetiche che non consentono più di stare a tavola insieme e di accorgersi del colore degli occhi e delle gioie e delle ferite dei cuori. (Card. Carlo Maria Martini)
29 giugno
L'elemosina non è quella che facciamo noi, quella che intendiamo noi, no! "Elemosine", cioè l'elemosina, è amore che trabocca. In realtà vuol dire questo. E' come un vaso pieno il cui contenuto si riversa. L'elemosina è la partecipazione misericordiosa alla condizione dell'altro. Solo allora tu, in questa maniera, entri nella sfera di Dio, perché Dio è l'esser per l'altro. (Davide Maria Turoldo)
30 giugno
Trovare Dio in tutte le cose è una meta stupenda. E' il frutto che matura in colui che si mette in cammino e dirige i suoi passi verso il cuore. E' li che Dio si nasconde, nel cuore di tutto ciò che esiste. Dio è il cuore della nostra vita. La sua dimora è il cuore. Trovare Dio in tutte le cose è partire dalle cose per trovare Dio. Fermati. Osserva. Non vedi che le cose "parlano"? Non ti accorgi di nulla? Che cosa provi quando vedi il sole che tramonta? E quando osservi un fiore? E quando ti avvicini ad una sorgente? Una zolla di terra, un lembo di cielo, il volto di una persona, un frammento di pane, l'acqua che bolle nella pentola, il cibo che prepari con le tue mani... sono tutte cose che possono sorprenderti. Fermati ancora. Ascolta il respiro: da dove viene? dove ti porta? Il respiro sei tu: da dove vieni? dove vai? Non ti accorgi che stai pregando? La preghiera è dentro di te. E' il tuo essere che prega. Anche quando non ci pensi. Anche quando non gli "corri" dietro. Adesso sai dov'è Dio. Hai ancora bisogno di cercarlo?
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