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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

LUGLIO 2005

 

 

VENERDI’ 1 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

VISITA, SIGNORE, LE NOSTRE INFERMITA’

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ATILANO CRUZ ALVARADO, Santo, Sacerdote 

Nacque in Messico il 5 ottobre 1901. Fu ordinato sacerdote proprio durante la rivoluzione. Undici mesi durò il suo servizio sacerdotale sulla terra. Fu preso e fucilato il 1° luglio 1928.

 Parola di Dio: Gn 23,1-4.19;24,1-8.10b.62-67; Sal 105; Mt 9,9-13

 

“NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO, MA I MALATI”. (Mt. 9, 12)

Conosco molti preti e religiosi che nel loro zelo “si ammazzano” di lavoro per organizzare, salvaguardare nella fede, guidare altri cristiani che fanno parte del “loro gregge” e certamente questo non è sbagliato quando fatto a imitazione del Buon Pastore che si prende cura delle proprie pecorelle, cerca per esse “pascoli di erbe rigogliose e fonti di acque fresche e dissetanti”, ma mi chiedo, come mi sono chiesto tante volte facendo un esame di coscienza per il mio ministero sacerdotale, quanta attenzione e quanto tempo rivolgo a coloro che in un modo o in un altro sono già legati alla fede e alla Chiesa e che se maturassero davvero potrebbero camminare da soli, e quanto invece a chi è lontano, a chi è considerato peccatore,  a chi non ha avuto la fortuna di una educazione alla fede o a valori cristiani. Spesso, addirittura, queste persone sono considerate dei “nemici” perché non la pensano come noi, delle persone da frequentare poco perché “potrebbero allontanarci dalla vera fede” o gente per la quale “non c’è nulla da fare”. Gesù sta con i suoi, con loro non ha segreti, spiega le parabole, fa loro vedere attraverso la sua persona ciò che è davvero gradito a Dio, li invita a scelte serie e impegnative, ma Gesù non ha paura di stare con i farisei (coloro che si consideravano i buoni e i pii di allora) e neanche con i pubblicani (coloro che dai pii venivano considerati pubblici peccatori perché o non troppo osservanti o legati per i loro commerci ai nemici e invasori di Israele). Gesù dice chiaramente che è venuto per i peccatori e allora in quella categoria possiamo davvero rientrarci tutti perché incapaci di vivere l’amore fino in fondo. Guardando a Gesù vogliamo allora farci un paio di domande che forse ci disturberanno un po’. Prima di tutto: chi sono le persone che abitualmente frequento:  i rassicuranti “buoni” o i lontani, quelli “bollati” da altri? E qual è il mio atteggiamento verso questi ultimi? Vado con loro perché invidio la loro libertà, vado per “convertirli” o sono con essi per amicizia profonda, rispetto, e per manifestare con la vita quello che credo e la misericordia di Dio verso tutti?

  

 

SABATO 2 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE, FA’ CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARTINIANO E PROCESSO, Santi, Martiri  

Di questi due santi non si conosce molto, certamente sono due cristiani che furono decapitati sull’Aurelia con ogni probabilità durante la persecuzione di Decio. Questo ci è testimoniato anche dal fatto che una basilica fu innalzata sul luogo dell’esecuzione. La tradizione li ha identificati con le guardie di Pietro quando era in prigione. Essi si sarebbero convertiti sentendo Pietro predicare e vedendolo testimoniare la sua fede e avrebbero a loro volto testimoniato con la vita la nuova fede nella quale erano stati battezzati dall’Apostolo.

Parola di Dio: Gn 27,1-5.15-29; SaI 134; Mt 9,14-17

 

“NON SI METTE VINO NUOVO IN OTRI VECCHI, ALTRIMENTI SI ROMPONO GLI OTRI E IL VINO SI VERSA E GLI OTRI VAN PERDUTI”. (Mt. 9,17)

Noi abbiamo perso il senso profondo della novità dell’annuncio evangelico; ad esempio un Dio buono che si fa uomo per dirci che ci vuole bene è diventato il Natale con tutte le sue tradizioni più o meno cristiane; il sapere chi sia Dio  ci interessa fino ad un certo punto, nella vita ci sono tante altre cose che ci interessano di più; a volte preferiremmo un Dio giudice insindacabile che condanni i cattivi (gli altri) e che premia noi (i buoni) piuttosto che un Dio Padre misericordioso che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi; l’Eucaristia invece di essere un momento gioioso e misterioso di incontro con Dio e con i fratelli è un rito con cui paghiamo la tassa della domenica al Signore; amore cristiano e vago senso di filantropia spesso si camuffano a vicenda… Gesù è venuto a portare una bomba e noi ne abbiamo fatto un fuoco di artificio, bellino da vedere ma che una volta finito non lascia segni se non un po’ di fumo. Dio per amore ci ha svelato i suoi misteri e ce ne fa parte e noi preferiamo raccogliere in codici le norme per essere buoni cristiani e per comprarci il paradiso. Lo Spirito Santo apre a prospettive nuove la vita dei cristiani e noi facciamo di tutto per riportarla a schemi vecchi e obsoleti (bella questa parola che va di moda oggi! Vuol poi dire: superati, sorpassati). Ma non ci accorgiamo che usando otri vecchi noi non riusciamo a fermare l’opera dello Spirito, che tappando libertà e iniziative noi diamo la possibilità al “vino nuovo” di erompere da un'altra parte. A forza di voler salvaguardare la fede, a forza di volerla far rientrare nei canoni “ortodossi” stabiliti da noi, quasi costringiamo Dio a rivolgersi ad altri (storia già successa molte volte fin dalla storia della chiesa primitiva e ancor prima nella Bibbia). La novità di Gesù, l’eterna novità o giovinezza di Dio non devono farci paura, devono riempirci di gioia. E ancora un particolare: questo frase di Gesù non può anche riferirsi al nostro modo umano di educare i giovani quando vogliamo a tutti i costi che vengano su a nostra immagine e somiglianza? Non è assurdo allora piangerci addosso quando “abbiamo perso” otri e contenuto?

  

 

DOMENICA 3 LUGLIO: 14^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO SEI TU, SIGNORE, IN TUTTE LE TUE CREATURE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ELIODORO, Santo, Vescovo

Dalmata di origine, nato nel 330 circa, lasciò il suo romitaggio per recarsi ad Aquileia dove soggiornò a lungo. Divenne poi vescovo di Altino. Morì verso il 400.

Parola di Dio: Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30

 

“TI BENEDICO O PADRE PERCHE’ HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AGLI INTELLIGENTI E AI SAPIENTI…”. (Mt.11,25)

Ieri parlavamo di novità del Vangelo, di Buona notizia e anche il Vangelo di oggi dovrebbe gioiosamente stupirci per le buone notizie che ci porta: nel Vangelo odierno noi vediamo Gesù pregare. Il suo è senz’altro un modo originale di rivolgersi a Dio. Innanzitutto lo chiama, nella sua lingua, Abba, cioè papà, babbo. E pensare che gli Ebrei che lo ascoltavano si facevano persino scrupolo di pronunciare il nome di Jahvè! Nessun orante ebraico, che si sappia, aveva mai osato rivolgersi a Dio con questa familiarità. Se, mentre stiamo parlando con una persona molto importante, vediamo un bimbo avvicinarsi a lei senza soggezione alcuna e parlargli con confidenza, noi diciamo subito: è il figlio! Cosi dovevano concludere i discepoli, almeno più tardi, ripensando a quella scena. Secondo l'evangelista, sono gli stessi Giudei a tirare questa conclusione: “Egli chiama Dio suo padre, si fa perciò uguale a Dio”. Dunque questa sua intimità profonda con il Padre non solo c’insegna la strada della preghiera confidenziale, sicuri che Dio ci ascolta, ma ci rivela Lui come Figlio di Dio. Il contenuto, poi di questa preghiera ci svela quale sia il desiderio e il modo di comportarsi di Dio: "Tu hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" cioè: Dio desidera rivelarsi agli uomini, Dio ama l’intimità con la sua creatura, ma quando un cuore è pieno di se stesso, della sua sapienza umana, del suo orgoglio, non riesce a stabilire un contatto con Lui perché Dio non è comprabile dall’intelligenza umana, dalla potenza umana. Dio non si compra con la scienza. Dio gioca a nascondino con la sapienza umana. Le più grandi biblioteche dei filosofi di questa terra hanno balbettato di Dio, quando non ci hanno presentato un Dio costruito dagli uomini. Solo un cuore semplice può entrare nella sua intimità. Gesù è il Figlio di Dio, l’intimo del Padre perché semplice ed umile di cuore.

  

 

LUNEDI’ 4 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

SVEGLIACI DAL SONNO DELLA MORTE E MOSTRACI IL TUO VOLTO, DIO DEI VIVENTI 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ALBERTO QUADRELLI, Santo, Vescovo

Nato a Rivalta, fu eletto per acclamazione vescovo di Lodi  nell’ 1168. Fu attivo e zelante, ricostruì la diocesi divisa a causa di papi ed antipapi e la guidò saggiamente. Morì a Lodi nel 1179.

Parola di Dio: Gn 28,10-22a; Sal 90; Mt 9,18-26

 

“ARRIVATO GESÙ NELLA CASA DEL CAPO E VEDUTI I FLAUTISTI E LA GENTE IN AGITAZIONE DISSE: RITIRATEVI, PERCHÉ LA FANCIULLA NON È MORTA, MA DORME. QUELLI SI MISERO A DERIDERLO”.(Mt. 9,24)

Sia al tempo di Gesù che nel nostro ecco, davanti alla tragedia della morte, precipitarsi come avvoltoi piagnoni prezzolati, gramaglie che nascondono gemiti falsi, comari che spiano gesti e parole per poter avere poi qualcosa su cui spettegolare. Anche oggi è pieno di questi sacerdoti e sacerdotesse della morte che fanno di tutto per esorcizzare ogni speranza davanti alla morte e deridono chi parla di vita, di risurrezione; pensiamo ad esempio a tutta quella pletora di maghi e maghetti che vivono sulle disgrazie altrui o a chi si veste di ipocrisia per poter meglio gioire del fatto che il male sia capitato a te e non a lui. Eppure quella bambina era proprio morta! E il padre, la madre, i flautisti e i vicini di casa lo sapevano bene,ed anche per questo che alcuni si mettono a deridere Gesù. Provate ad immaginarvi la scena: E’ morta una persona a voi cara e qualcuno viene a dirvi: “Ma guarda che dorme!” Eppure, sia Gesù, che la persona che vi dicesse quella frase, avrebbero perfettamente ragione. Per il credente nel Dio della vita, la morte non è la parola definitiva della vita, la cassa da morto non è l’ultima dimora. La morte è il sonno apparente di questa parte di vita, è un passaggio alla vita definitiva. Risulta allora chiaro che cosa vuol dire la preghiera che diciamo per i nostri morti: “L’eterno riposo...”. E’ il riposo dalle fatiche della vita, è il sonno del giusto che riposa sicuro in Dio, è l’ “Eterna gioia” di chi si ritrova nella vita piena di Dio.

  

 

MARTEDI’ 5 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

NOI ADORIAMO TE, SIGNORE, DIO VIVO 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ELISABETTA FEDEROVNA, Santa, Martire

Nacque nel 1864. Era la sorella dell’Imperatrice Alessandra di Russia e nipote della regina Vittoria di Inghilterra. Allevata nel protestantesimo si convertì all’ortodossia. Sposò il governatore di Mosca, ma fu un matrimonio infelice. Già da sposa si interessava alle povertà del suo distretto. Il marito morì assassinato. Allora acquistò un edificio che adibì a monastero dove poter vivere sia l’aspetto della contemplazione come l’azione della carità concreta. Allo scoppio della rivoluzione pur potendo avere un salvacondotto per la fuga, rimase. Lenin la mandò in Siberia e poi il 18 Luglio 1918 la fece uccidere.

Parola di Dio: Gn 32,23-33; Sal 16; Mt 9,32-38

 

“GESU’ ANDAVA ATTORNO PER CITTA’ E I VILLAGGI, INSEGNANDO NELLE LORO SINAGOGHE, PREDICANDO IL VANGELO DEL REGNO E CURANDO OGNI MALATTIA E INFERMITA’”(Mt. 9,35)

Noi siamo abituati a pensare in grande. Ammiriamo i leader della terra che raccolgono attorno a se milioni di persone, crediamo che i grandi annunci debbano avvenire in mezzo alle folle oceaniche, facciamo di tutto per partecipare a quegli eventi di massa che ci sembrano importanti per poter dire: “C’ero anch’io”. Eppure l’evento più grande del mondo, il Dio fatto uomo, ha cominciato con cose piccolissime: vi immaginate Dio che sotto il sole della Palestina, con i piedi coperti di polvere si aggira tra piccoli paesi, entra in malandate sinagoghe, sta sulle piazze dei mercati per dire che Dio è fedele, è Padre, ed ha mandato Lui suo figlio a predicare la sua misericordia? Non è che Gesù disdegni le folle, anzi, le vede come pecore senza pastore, ma prende le distanze da esse quando per propria convenienza vogliono farlo re. Se allora il regno di Dio è diverso dai regni degli uomini, non dobbiamo scoraggiarci davanti alla povertà del nostro agire e testimoniare per esso, penso ad esempio alle nostre parrocchie che stentano a diventare anche solo piccole comunità, penso al lavoro di sacerdoti, diaconi, catechisti, operatori di pastorale che dopo anni di fatiche sembra non portare alcun frutto, penso alla nostalgia di tanti sacerdoti che dopo anni di lavoro faticoso celebrano la loro messa domenicale con poche vecchine in chiese quasi vuote. Non scoraggiamoci fratelli, non andiamo a cercare conforto in qualche grande manifestazione di Chiesa che pur raccogliendo atti di fede mette insieme ad essa anche tanti altri motivi! Guardiamo a Gesù il Figlio di Dio che va in giro per villaggi e borgatucce, che guarisce poveri che a volte non gli dicono neppure grazie, ma non smette di dire che suo Padre è buono e misericordioso verso tutti. E se proprio ci prende lo scoramento per i risultati di una pastorale che sembra non portare frutti, pensiamo al momento più solenne della vita di Gesù, quando Lui dona la vita per gli uomini morendo sulla croce: chi c’era con Lui? Maria e poche donne, Giovanni, sacerdoti e notabili che bestemmiavano, popolo curioso che prendeva in giro e, unico, un ladro crocifisso che chiede perdono. Se questo è successo a Lui, “legno verde”, non preoccupiamoci troppo dei nostri risultati. Noi seminiamo abbondantemente, al raccolto ci penserà Dio stesso.

 

 

MERCOLEDI’ 6 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

GUIDA , SIGNORE, I PASSI DI COLORO CHE ANNUNCIANO IL TUO REGNO 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GODELINA, Santa, Martire

Nacque al castello di Longfort nel 1040. Venne data in sposa a Bertoldo di Ghistelles che era un rude. Dopo averla maltrattata la fece strozzare e gettare in un pozzo nel 1070 circa. Dall’acqua di quel pozzo fu guarita la figlia della seconda moglie di Bertoldo il quale si convertì e si fece monaco

Parola di Dio: Gn 41,55-57;42,5-7.17-24a; SaI 32; Mt 10,1-7

“QUESTI DODICI GESU’ LI INVIO’ DOPO AVERLI COSI’ ISTRUITI: NON ANDATE FRA I PAGANI E NON ENTRATE NELLE CITTA’ DEI SAMARITANI”.. (Mt. 10,5)

Ci possono sembrare strane queste parole che Gesù rivolge ai dodici mentre li manda per una prima missione, ancor più strane se le confrontiamo con quelle che troviamo alla fine dello stesso vangelo di Matteo dove Gesù dice: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni”. Il piano di Dio ha tempi diversi: c’è una prima tappa in cui  l'annuncio del regno è riservato a Israele, il popolo eletto che aveva ricevuto la promessa di Dio. Con la morte e la risurrezione di Gesù è incominciata la seconda tappa: la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d'angolo per tutti gli uomini. A tutti ormai è aperto l'annuncio della salvezza, a tutti è offerta la grazia sovrabbondante di Cristo. Anche da questa gradualità del disegno di Dio possiamo imparare qualcosa: noi, spesso, siamo impazienti, vogliamo tutto subito anche nella nostra vita spirituale  e non sappiamo ringraziare, perché non li vediamo, per i piccoli passi che il Signore fa compiere sulla strada verso di lui a noi e agli altri. Gesù, Figlio di Dio, venuto a portare l'annuncio fondamentale per tutta l'umanità, ha aspettato umilmente, è stato in silenzio per trent’anni, ha limitato la sua azione ai confini ristretti della Palestina, lui che ha detto: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!”. Non ha avuto altro desiderio se non di compiere la volontà del Padre, ha avuto la pazienza di Dio con tutte le persone che ha avvicinato, a cominciare dai Dodici... E ha salvato il mondo. L'impazienza con noi stessi  e con gli altri, anche nel bene, non solo è inutile rispetto al futuro, ma impedisce il bene presente. Chiediamo al Signore, mite e umile di cuore, che pacifichi le nostre impazienze orgogliose, perché possiamo fare bene la sua volontà giorno per giorno e aspettare fiduciosi i suoi doni futuri.

  

 

GIOVEDI’ 7 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

INSEGNACI LA TUA MISERICORDIA, O SIGNORE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BENEDETTO XI, Beato, Papa

Si chiamava Niccolò Boccassini, era nato a Treviso da umile famiglia il 13 settembre 1260. Entrò nei domenicani. Fu apprezzato per la sua umiltà, la sua pietà e la mitezza d’animo. Divenne Provinciale di Lombardia poi generale dell'ordine domenicano (1296), cardinale vescovo di Ostia (1298). Eletto Papa nell’ottobre del 1303 liberò dalle censure canoniche Filippo IV il Bello, riconoscendogli le facoltà e i privilegi a lui negati dal suo predecessore; scomunicò Guglielmo di Nogaret, Sciarra Colonna e gli altri responsabili dell'oltraggio di Anagni. Cercò di pacificare Firenze e fece appello al mondo cristiano per una crociata. Risiedette raramente a Roma, dominata dai Colonna; morì forse di veleno il 7 luglio 1304.

Parola di Dio: Gn 44,18-21.23-29;45,1-5; Sal 104; Mt 10,7-15

 

“ANDATE, PREDICATE CHE IL REGNO DEI CIELI E’ VICINO”. (Mt. 10,7)

Il discorso “missionario” di Gesù ai suoi discepoli ci dà occasione di riflettere in questi giorni anche sul ministero sacerdotale. E su questo argomento spesso manca l’equilibrio: o si esalta questo compito fino a renderlo un qualcosa di intoccabile e lontano dalla realtà della vita o si mettono in berlina i difetti dei ministri con giudizi anche pesanti che spesso non tengono conto delle realtà e dei problemi reali di tale ministero, chiamato ad annunciare Dio tramite la debolezza di poveri uomini. Ognuno di noi può leggere ed interpretare a modo suo la testimonianza che vi riporto e che è tratta da un articolo di Renata Farina su “Libera” del 22 maggio 2002. Sul finire del Grande Giubileo il Papa Giovanni Paolo II invita a pranzo alcuni vescovi. Ne ha l’abitudine. L’invito arriva al mio amico vescovo. Deve attraversare il portone di bronzo, vigilato  dalle  guardie Svizzere, prima delle ore 12 e 30. Parte per tempo, ma ci sono intoppi: ingorghi, un tamponamento... E’ in ritardo quando attraversa  trafelato piazza San Pietro. E’ sotto il colonnato quando vede un uomo che, mal vestito, sciupato, domanda la carità. Si guardano... dopo tre secondi si riconoscono, si abbracciano. Erano compagni di seminario e di Messa. Poi uno abbandonò la veste  ed eccolo prete spretato e barbone; l’altro invece fece carriera ed eccolo rasato e trafelato per andare dal Papa. Immaginiamoci il Vescovo. Il Papa è su che lo aspetta. Ma si vergogna di dire all’amico che ha fretta, che ha cose importanti. Magari deve andare su dal Santo Padre a parlare di carità e lascia andare l’amico? Decide in fretta e gli dice: “Senti devo andare su dal Papa, ma tu aspettami qui, non ti muovere che ci vediamo dopo e mi racconti tutto”. Il vescovo ansimante arriva al terzo piano, nell’appartamento del Papa. Gli altri sono già seduti  a tavola. Il Papa fa una battuta sul ritardatario e lui racconta tutti i contrattempi e poi quell’incontro con il povero prete sotto il colonnato. “Che gli devo dire, Santità?” Il Papa lo guarda stupito e gli risponde: “L’ha lasciato solo?” E il Vescovo: “Sì, ma mi aspetta... dopo lo porto con me”. Ancora il Papa: “Mi ascolti: Lei che lo conosce, scenda e gli dica che il Papa lo invita a tavola”. Il Vescovo scivola giù lesto saltando i gradini. Se non lo trova, pensa, è spacciato. Ma il suo prete è lì, gli spiega dell’invito, lo riassetta un momento  e salgono entrambi increduli le scalinate. Si accomodano a tavola. Il Papa guarda quel povero prete. La luminosità dell’appartamento e la miseria dell’invitato, tutto stride  tranne quella tensione magnifica per cui ci si riconosce uomini. I cristiani lo sanno che nulla mai è perduto. Ed il vecchio Papa gli domanda: “Vorrebbe confessarmi?”. Dopo la confessione, il Papa saluta gli altri Vescovi che dovevano discorrere di un documento pastorale: “Credo ci siamo detti tutto”.

  

 

VENERDI’ 8 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

DONACI, SIGNORE UN CUORE SEMPLICE, CAPACE DI AMARE. 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:ABBONDIO DI CORDOVA, Santo, Martire

Era nato nel paese di Ananelos, vicino a Cordova. Fu sacerdote. Durante la persecuzione musulmana del 851-854 fu arrestato e condannato, perché cristiano, ad essere divorato dai cani.

Parola di Dio: Gn 46,1-7.28-30; Sal 36; Mt 10,16-23

 

"VI MANDO COME PECORE IN MEZZO AI LUPI". (Mt. 10,16)

Mi è sempre piaciuto il realismo di Gesù: non inganna i suoi; la missione non è una passeggiata trionfale, è andare "come agnelli in mezzo ai lupi". La sorte delle pecore in mezzo ai lupi, normalmente, non è piacevole, eppure Gesù non promette facili paradisi terrestri ai suoi amici: dove è passato Lui, “l’Agnello innocente condotto al macello”, passeranno i suoi testimoni. Questo non vuol dire diventare passivi, subire solamente le prove; Gesù ci indica due “armi” per combattere la persecuzione: la prudenza e la semplicità. Prudenza significa essere attenti, non andarsi a cercare la persecuzione, saper riconoscere il male e il malvagio, difendersi con le armi della fede e della preghiera dal maligno, significa usare il cervello (Gesù non ha mai detto che il cristiano per la sua bontà deve essere uno stupido, un facilone), e semplicità. Troppo spesso si è confusa semplicità con stupidità, perdono con debolezza di carattere, purezza di cuore con mancanza di concretezza, non violenza con debolezza e si è fatto del cristiano uno che vivendo in un “altro mondo” non ha i piedi sulla terra. Gesù nel Vangelo ci insegna la semplicità come strada per incontrare Dio e i valori fondamentali della vita, ma ci invita anche ad essere accorti, a saperci difendere, a saper cogliere con furbizia le occasioni di bene; ci insegna a perdonare ma a dire sempre la verità, a porgere l’altra guancia ma a chiedere le motivazioni, a offrire sempre un’altra possibilità ma non a diventare conniventi con il male. La fede cristiana non si fonda sull’abdicare alla realtà umana, ma nell’incarnare nell’umanità una realtà che la supera e la porta al suo vero essere.

  

 

SABATO 9 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, GESU’, IL SOSTEGNO ALLA MIA DEBOLEZZA 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: VERONICA GIULIANI, Santa, Vergine  

Si chiamava Orsola Giuliani ed era nata a Mercatello, presso Urbino nel 1660. A 17 anni entrò tra le clarisse di Città di Castello prendendo il nome Veronica. Mistica, amante del Redentore, ne riviveva la passione e ne portava le stimmate. Morì nel 1727.

Parola di Dio: Gn 49,29-33;50,15-24; Sal 104; Mt 10,24-33

 

"NON LI TEMETE". (Mt.10,26)

Il discorso missionario continua con parole di incoraggiamento. Il realista Gesù ha messo gli apostoli e noi davanti al fatto che l'annuncio e la testimonianza cristiana creeranno opposizione, avranno insuccesso. Ce n’è abbastanza per perdersi di coraggio ed ecco allora le parole di Gesù: "Non abbiate paura". Essere con Dio non ti garantisce dalle prove e dall'insuccesso umano, ma ti dà la garanzia di essere dalla parte del più forte, del vincitore. Gli uomini possono uccidere il corpo ma non l'anima se questa è unita al suo Creatore. Pensiamo al coraggio dei martiri; da dove veniva loro? Non certo dalle forze umane. Dio ama le sue creature, Egli è colui che provvede ai passeri del cielo, è colui che veste i gigli del campo meglio di quanto non fosse vestito il re Salomone, volete che si dimentichi dei suoi amici, di coloro che lottano per Lui, che soffrono per Lui? "Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio nei cieli". Gesù ci fa una promessa. Ci dice che noi saremo presentati come suoi amici da Lui al Padre; chiede però anche a noi di presentarlo agli altri come nostro amico. Certamente ciascuno di noi ci tiene ad essere amico di Gesù, ma ci sono certi momenti in cui il cosiddetto “rispetto umano”, o meglio il timore del giudizio degli altri o la paura di perdere qualche beneficio, ci tenta a nascondere questa amicizia. “Se con certi amici mi presento come cristiano vengo deriso, se non mi comporto come gli altri del giro, vengo tagliato fuori” mi diceva un giovane; e noi così, preferiamo accodarci e nascondiamo la nostra fede. Non si tratta di diventare integralisti, di parlare di Cristo come degli invasati, di misurare la fede degli altri, si tratta di essere noi stessi e di portare i nostri valori, senza paura, orgogliosi e riconoscenti di essere amici di Gesù.

  

 

DOMENICA 10 LUGLIO: 15^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARIA AIKENHEAD, Serva di Dio.

Era irlandese nata il 15 gennaio 1787 da padre protestante e madre cattolica. Essa fu cattolica ed entrò in un Istituto religioso prendendo il nome di Mary Augustune. Con Alice Walsh fondò l’Irish Sisters off Charity. A Dublino fondò il primo ospedale diretto da suore. Con grande carità si prodigò durante la peste del 1832. Muore a Dublino il 22 luglio 1858.

Parola di Dio: Is 55,10-11; Sal 64; Rm 8,18-23; Mt13,1-23

 

"BEATI I VOSTRI OCCHI PERCHE' VEDONO E I VOSTRI ORECCHI PERCHE' SENTONO". (Mt. 13,16)

Noi uomini abbiamo diversi modi per comunicare: i segni, i gesti e gli atteggiamenti, la parole e i silenzi; e ci serviamo di mezzi e di codici di comunicazione: alfabeti, disegni, segnali, ponti radio, antenne satellitari, telefoni e telefonini… Dio comunica con la sua creatura ed anche Lui usa modi diversi: la creazione, la storia dell'uomo, la sua parola trasmessa oralmente, le Scritture nell'Antica Alleanza, Gesù, suo Figlio incarnato, la Parola di Gesù scritta nel Nuovo Testamento e scritta nel cuore e nei gesti dei suoi testimoni. Dio comunica e comunica abbondantemente, ma perché il suo messaggio possa giungere a noi occorrono diverse cose:

Che si sappia che c'è una comunicazione in arrivo per me.

Che si abbia desiderio di conoscere questa notizia.

Che si usino i mezzi perché le nostre orecchie e il nostro cuore possano recepire.

Che questa notizia sia decodificata in un linguaggio comprensibile.

Che la notizia, capita, accolta, trovi un terreno buono per fruttificare.

Proviamo a ripercorrere questi passaggi pensando al messaggio di Dio. Se il credo che Dio sia "l'ente supremo", mi è molto difficile pensare che abbia un messaggio personale proprio per me, al massimo sarà uno che darà norme generali per far funzionare l'intera baracca dell'universo e del nostro mondo. Se invece penso al Dio di Gesù, al Dio della storia, al Dio incarnato per amore, al Dio "lento all'ira, pieno di grazia e di amore", al Dio Padre, penso che mio Padre ha qualcosa da dirmi, e io, figlio, sono direttamente interessato a conoscere questa sua volontà. Allora si tratta di scoprire attraverso i mezzi opportuni ciò che vuole dirmi. Un esempio: in questo momento nell'etere ci sono migliaia e migliaia di segnali radio, questi segnali sono la codificazione di parole, di immagini, di migliaia di trasmittenti… A orecchio non ne sento nessuna. Ho bisogno di un apparecchio che capti (antenna) e di un selettore che scelga una lunghezza d'onda particolare, poi ho bisogno di un decodificatore che trasformi i segnali in parole e in immagini, e, ancora, ho bisogno di sapere la lingua in cui i messaggi sono trasmessi, perché se io, ad esempio, sento una voce cinese, sento solo dei suoni, ma non capisco niente. Tutto questo può sembrare estremamente complicato nei confronti della parola di Dio. E' solo un modo per aiutare a comprendere: Dio ha un messaggio proprio per me, oggi. Come ascoltarlo perché non vada perso?

 

 

LUNEDI’ 11 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

DONACI DI CORRERE CON CUORE ARDENTE E LIBERO NELLA VIA DEI TUOI PRECETTI, O SIGNORE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: AMABILE DI ROUEN,  Santa

Di lei si conosce pochissimo, neanche l’epoca precisa in cui visse., sembra fosse una principessa inglese che si era ritirata in un convento, quello di sant’Amando a Rouen. Le sue reliquie ivi conservate vennero distrutte dai Calvinisti nel 1562.

Parola di Dio: Prov 2,1-9; Sal 111; Gv 15,1-8

 

“COME IL TRALCIO NON PUO' FAR FRUTTO DA SE STESSO SE NON RIMANE NELLA VITE, COSI ANCHE VOI SE NON RIMANETE IN ME”.(Gv. 15,4)

La festa odierna di S. Benedetto ci ricorda una persona che per contestare la società corrotta del suo tempo, si ritirò nella solitudine di Subiaco per cercare Dio e vivere sotto il suo sguardo, insieme con altri fratelli nel lavoro e nella preghiera. Noi non siamo chiamati a farci monaci ma, se vogliamo essere cristiani veri, dobbiamo mettere Gesù al centro della nostra vita. Dio lo si incontra ovunque, sia nella preghiera che nel lavoro. Rimanere in Lui significa trovare in Lui le radici delle nostre scelte quotidiane, significa lasciare che il suo Spirito ci guidi, significa non porre ostacoli affinché la sua linfa vitale passi in noi. Ecco perché è importante la preghiera nella nostra vita, proprio per creare la comunione con Lui. Pregare non è tempo perso o rubato al nostro agire: è permettere a Gesù di operare in noi e attraverso noi. Questo legame poi dei tralci con il tronco della vite è comunione con il Signore, ma è anche comunione tra i tralci stessi che si intrecciano tra loro e formano un cuor solo e un’anima sola. Comunione perciò con il Signore e comunione nella comunità dei credenti di cui facciamo parte. Se diminuisce la prima, si indebolisce anche la seconda e viceversa. Questo nostro rimanere nel Signore diventa poi la glorificazione del Padre che è il vignaiolo. Egli ama la vite, ne ha cura, tanto che anche la potatura dei tralci è un gesto della sua premura verso di noi, perché Egli vuole che noi gioiamo sempre di più nel portare frutti belli e buoni.

 

 

MARTEDI’ 12 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

DA UN CUORE INGRATO: LIBERACI O SIGNORE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:ANDREA DI RINN, Beato, Martire

E’ un martire bambino. Era nato il 16 novembre 1459. La madre lo aveva affidato ad uno zio che viveva a Rinn, vicino ad Innsbruck, nel Tirolo. Costui, per denaro vendette il nipotino a degli Ebrei che in un boschetto vicino lo immolarono su una pietra il 21 luglio 1462.

Parola di Dio: Es 2,1-15; Sal 68; Mt 11,20-24

 

"GESU' SI MISE A RIMPROVERARE LE CITTA' NELLE QUALI AVEVA COMPIUTO IL MAGGIOR NUMERO DI MIRACOLI". (Mt. 11,20)

“Signore, non sarebbe tutto più facile se tu facessi dei miracoli, se la fede non fosse una ricerca al buio ma un evidenza! Mi sembra di sentire la risposta di Gesù: “Che cosa vuoi ancora di più? Il Dio dell’eternità ha parlato la lingua degli uomini. Io mi sono incarnato per esserti vicino. Sono morto in croce per te. Sono risorto. Ti ho lasciato i Sacramenti dove tu puoi entrare in comunione con Dio. Hai la mia parola nelle Scritture. Hai la testimonianza dei santi di ieri e di oggi. Tutta la vita è un miracolo continuo. Ti ho lasciato mia Madre che ti ha dato segni e miracoli nel mio nome... Che cosa vuoi di più? Che cosa aspetti ad accogliermi? Vai ancora alla cerca di altri segni, di altri miracoli per darmi fiducia? Sei alla ricerca di me o del sensazionale? Non sei ancora cresciuto abbastanza se pensi che la fede possa nascere a comando solo perché c’è stato qualche miracolo. Oltretutto, miracoli, apparizioni, fatti straordinari ce ne sono, ma quanti si sono convertiti davvero?”. “Hai sentito questi ultimi due Papi e tanti cristiani lamentarsi perché nella costituzione europea non si fa riferimento ai valori cristiani ed è vero perché specialmente voi Europei avete ricevuto doni su doni nella fede, derivate da una cultura a sfondo cristiano, avete avuto opportunità materiali e concrete di incontrare Gesù, di leggere la Bibbia, di fare il catechismo, di ricevere i sacramenti... In che misura rispondete?" Se guardiamo nella globalità siamo una società “cristiana-atea praticante”; siamo coloro che hanno ricevuto l’insegnamento dell’amore e che con le leggi dell’economia soffochiamo i popoli della fame. Dio ci vuole bene e noi stentiamo ad essergliene grati. Gesù ci dice: “Fate attenzione perché il Regno di Dio vi sarà tolto e sarà dato ad un altro popolo che lo farà fruttificare.”

  

 

MERCOLEDI’ 13 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

SII BENEDETTO O DIO GRANDE PERCHE’ AMI I PICCOLI 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: TERESA DI GESU’ DI LOS ANDES, Santa, Vergine  

Juana Fernandez Solar nacque a Santiago del Cile il 13 luglio 1900. Affascinata dal Cristo fin dalla fanciullezza, il 7 maggio 1919 entrò nel Carmelo Teresiano di Los Andes. Dopo aver fatto la propria professione religiosa, morì il 12 aprile 1920. E' la prima santa del Carmelo Teresiano dell'America Latina e della nazione cilena.

Parola di Dio: Es 3,1-6.9-12; SaI 102; Mt 11,25-27

 

“TI BENEDICO O PADRE PERCHE’ HAI RIVELATO QUESTE COSE AI PICCOLI”. (Mt. 11,25)

Gesù loda e ringrazia il Padre perché sono i piccoli a comprendere i doni di Dio. Spesso, quando ci fermiamo alle nostre intelligenze, alle filosofie, alla lettura superficiale dei fatti della nostra vita può prenderci lo scoraggiamento, la paura… eppure nella semplicità basterebbe poco per capire a fondo il senso del nostro essere: Paolo, con la faccia triste e abbattuta, si ritrovò con la sua amica Carla in un bar per prendere un caffè. Depresso, scaricò su di lei tutte le sue preoccupazioni... e il lavoro…e i soldi…e i rapporti con la sua ragazza…e la sua vocazione!...Tutto sembrava andar male nella sua vita. Carla introdusse la mano nella borsa, prese un biglietto da 50 euro e gli disse: “Vuoi questo biglietto?” Paolo, un po’ confuso, all’inizio le rispose: “Certo Carla...sono 50 euro, chi non li vorrebbe?” Allora Carla prese il biglietto in una mano, lo strinse forte fino a farlo diventare una piccola pallina. Mostrando la pallina accartocciata a Paolo, gli chiese un’altra volta: “E adesso, lo vuoi ancora?” “Carla, non so cosa intendi con questo, però continuano ad essere 50 euro. Certo che lo prenderò anche così, se me lo dai”. Carla spiegò il biglietto, lo gettò al suolo e lo stropicciò ulteriormente con il piede, riprendendolo quindi sporco e segnato. “Continui a volerlo?” “Ascolta Carla, continuo a non capire dove vuoi arrivare, rimane comunque un biglietto da 50 euro, e finché non lo rompi, conserva il suo valore…” “Paolo, devi sapere che anche se a volte qualcosa non esce come vuoi, anche se la vita ti piega o ti accartoccia, continui a essere tanto importante come lo sei stato sempre... Quello che devi chiederti è quanto vali in realtà, e non quanto puoi essere abbattuto in un particolare momento”. Paolo si paralizzò guardando Carla senza dire una parola, mentre l’impatto del messaggio entrava profondamente nella sua testa. Carla mise il biglietto spiegazzato di fianco a lui, sul tavolo, e con un sorriso complice disse: “Prendilo, ritiralo perché ti ricordi di questo momento quando ti senti male…però mi devi un biglietto nuovo da 50 euro per poterlo usare con il prossimo amico che ne abbia bisogno.” Gli diede un bacio sulla guancia e si allontanò verso la porta. Paolo tornò a guardare il biglietto, sorrise, lo guardò e con una nuova energia chiamò il cameriere per pagare il conto...

 

 

GIOVEDI’ 14 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

SPIRITO DI DIO, NELLA FATICA RIPOSO, NELLA CALURA RIPARO, NEL PIANTO CONFORTO 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARIANO DI GESU’ EUSE HOYOS, Beato

Nacque a Yerumal in Colombia il 14 ottobre 1845. Crebbe come un contadino ma la sua era una vocazione al sacerdozio. Fu prete nel 1872. Fu viceparroco di suo zio a San Pedro, poi a Yarumal, poi ad Angostura dove poi divenne parroco, attento a tutti ma particolarmente ai contadini. Sapeva parlare al cuore, con semplicità. Morì il 14 luglio del 1926.

Parola di Dio: Es 3,13-20; Sal 104; Mt 11,28-30

 

"VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI E IO VI RISTORERO' ". (Mt. 11,28)

Quante persone ‘‘affaticate e oppresse” sia al tempo di Gesù che ai nostri giorni: angariati dai potenti, guardati con sufficienza da coloro che si sentono sapienti, malati, poveri che faticano a vivere, trascurati, persone sole... Ci sono momenti nella nostra vita in cui “siamo stanchi”. Abbiamo tentato e percorso tutte le strade, ci siamo scorticati mani e piedi nel cercare di arrancare ogni giorno, nel cercare il senso del nostro vivere e i perché della nostra e altrui sofferenza, ed ogni giorno è uguale, ti alzi al mattino e non hai ancora smaltito la stanchezza di ieri,  il bruciore delle amarezze incontrate. Tante volte la speranza vacilla, perde luce come la fiammella della candela che improvvisamente ‘si abbassa’, perde luminosità. In certi casi si giunge persino ad avvertire l'inutilità del proprio lavoro, l’insufficienza delle proprie capacità, si prova la debolezza, la delusione, la frustrazione. Sembra non ci sia più nulla da fare. Sembra di battere continuamente la testa contro un muro… E’ bello e  liberante sentirsi dire da Gesù parole come queste: “Io vi ristorerò” Quando Gesù parlava gli affaticati e gli oppressi erano gli stessi ascoltatori di Gesù, angariati dalle difficoltà della vita, dalle ingiustizie dei potenti, dal pesante fardello del cumulo delle osservanze farisaiche.

Gesù toglie dalle spalle quel peso ormai insopportabile e consegna al cuore dell’uomo la libertà di un rapporto totalmente nuovo con Dio. Così egli fa con te: il peso del tuo passato, dei tuoi peccati, dei tuoi errori, delle tue frustrazioni, è annullato dal suo amore, e per te inventa da capo la capacità di una vita nuova. E poi Gesù dice ancora a te queste stesse parole perché ne faccia il modello del tuo rapporto con gli altri: anche tu devi farti compagno della fatica e della sofferenza del fratello e liberarlo (almeno un po’) dal peso della sofferenza con il valore della solidarietà.

 

 

VENERDI’ 15 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

BENEDETTO SEI TU, SIGNORE, NOSTRA LIBERAZIONE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BERNARDO II DI BADEN, Beato

Era figlio di Giacomo V e di  Caterina Lotaringia, nato verso il 1428, svolse attività al servizio dell’Imperatore Federico III, come generale e diplomatico. Fu inviato presso corti francesi ed Italiane per raccogliere fondi e adesioni per la crociata contro i turchi. Mentre attraversava il Piemonte per recarsi a Roma cadde malato e morì a Moncalieri il 15 luglio 1458. Fu sepolto nella chiesa colleggiata di Santa Maria della Scala. Considerato da tutti come un santo il suo culto si diffuse rapidamente.

Parola di Dio: Es 11,10—12,14; Sal 115; Mt 12,1-8

 

“SE AVRESTE COMPRESO CHE COSA SIGNIFICHI: MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO, NON AVRESTE CONDANNATO PERSONE SENZA COLPA”. (Mt. 12,7)

Quando sentiamo parlare Gesù di persone condannate ingiustamente a causa di una cattiva interpretazione della religione ci viene subito in mente quello che è successo a Gesù condannato da una religione che interpretando alla lettera e con grettezza la parola di Dio, arriva a mettere in croce il proprio Dio o ci vengon in mente gli errori della Chiesa che spesso ha condannato persone solo per la propria supposta difesa della fede. Ma scendiamo vicino a noi: anche nel nostro quotidiano se non comprendiamo davvero che Dio vuole misericordia e non sacrificio corriamo il rischio di condannare i nostri fratelli: provate a pensare a quelle comunità cristiane che si sentono così sicure della propria buona fede e che giudicano il prossimo e non lasciano entrare quasi nessuno nella propria congrega. Provate a pensare a quei preti che usano del sacramento della penitenza come di un tribunale dove contano di più le norme scritte che il penitente che hai davanti, pensiamo ai nostri giudizi sui fratelli dove spesso chi non la pensa come noi è considerato un pubblico peccatore, pensate anche solo ai termini che usiamo per indicare certe persone (indico solo quelli “potabili” ma tutti ne conosciamo di ben più terribili): “donne di malaffare”, “diversi”, magnaccia… o per indicare differenze religiose: “barbet” (che in piemontese non indica solo i protestanti che avevano la barba, ma anche quelli che non sono religiosi come noi), “infedeli”… Ci troviamo davanti a due modi totalmente diversi di vedere uomini e cose. Dio vede dei figli cari e invita noi a vedere dei fratelli e noi con le nostre norme vediamo dei nemici e dei concorrenti.

  

 

SABATO 16 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

RIDESTA IN NOI LA FEDE, SIGNORE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: EUSTAZIO, Santo, Vescovo

Era nato a Sidia, in Panfilia nel 260. Dopo essere stato vescovo di Berea, fu fatto patriarca di Antiochia nel 323 o 324 e partecipò al concilio di Nicea (325), dei cui canoni antiariani si fece sostenitore. Fu deposto (330) ed esiliato in Tracia da Costantino. Dei suoi scritti restano solo frammenti e un trattato contro Origene. Morì in esilio a Trianopoli nel 337. 

Parola di Dio: Es 12,37-42; Sal 135; Mt 12,14-21

 

“NON SPEGNERA’ IL LUCIGNOLO FUMIGANTE”. (Mt. 12,20)

Nel fare il prete incontro spesso tanta gente che della fede ha quasi sempre solo ricordi di infanzia, oppure che ha una fede così vaga che potrebbe essere cristiano, buddista, ateo allo stesso tempo e tante volte, specialmente quando chiedono qualche sacramento senza neppure volersi impegnare a conoscere ciò che ricevono mi prende il dubbio di fare una cosa giusta a concederlo. Eppure anche l’intransigenza è spesso deleteria Gesù che è stato esigente con i suoi discepoli, è stato anche estremamente attento e disponibile verso coloro che pur non essendo “perfetti nella fede” avevano in loro anche solo un lumicino di apertura a Dio (pensate a Zaccheo, al ladrone...). Quanto è facile stroncare un uomo, uccidere la speranza! Quanti ragazzi avrebbero voluto sentirsi dire dai genitori “Riprova ancora, nonostante  tutto lo sai che ci sono io e ti voglio bene” e invece sono stati delusi da un: “non vali proprio niente... sei sempre il solito.., lascia perdere, faccio io, tu non sei capace”. E anche nella confessione quante persone avrebbero capito la misericordia del Signore se invece di sentirsi tuonare addosso le fiamme dell’inferno, avessero trovato nel sacerdote l’invito all’impegno che nasce dal perdono di Dio paziente e misericordioso.

Se ad una persona già piena di dubbi, magari lontana dalla Chiesa o prevenuta contro di essa, noi diciamo: “Hai sbagliato tutto. Se non diventi come noi per te non c’è più nulla da fare”, il più delle volte otteniamo di allontanarla ancora di più; e  se ci chiudiamo per principio rifiutando i sacramenti a persone che non ci danno tutte le garanzie, quali occasioni diamo a queste persone di conoscere un po’ più da vicino la bellezza della fede? Gesù non stroncava se non coloro che pensavano di essere già dei supergiusti. Gli è bastato uno sguardo e un invito all’amore per recuperare Pietro, gli basta un po’ di fede per operare miracoli.

  

 

DOMENICA 17 LUGLIO: 16^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI BUONO, O SIGNORE, E CI PERDONI 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: PAVOL GOJDIC, Beato

Nacque il 17 luglio 1888 a Ruské Pekl’any. Seguendo la propria vocazione fu ordinato sacerdote nel 1911. Dopo alcune esperienze pastorali nel 1919 divenne direttore dell’Ufficio Episcopale, ma lasciando tutto entrò nell’ordine di San Basilio Magno, però non riuscì a trovare la pace ascetica che cercava, infatti fu nominato amministratore apostolico della epiarchia di Presov. Era slavo e amava il rito orientale. Presto fu nominato Vescovo si diede da fare per i suoi sacerdoti, per i poveri e per l’annuncio evangelico. Il 13 aprile 1939 fu nominato amministratore apostolico in Slovacchia e poi vescovo di Presov. Il potere comunista voleva farlo abiurare, fu arrestato e internato, condannato all’ergastolo.  Rimase in prigione fino al termine della sua vita il 17 luglio 1960

Parola di Dio: Sap 12,13.16-19; Sal 85; Rm 8.26-27;Mt 13,24-43

 

“IL REGNO DEI CIELI SI PUO’ PARAGONARE… (Mt,13,24ss)

Se volete possiamo paragonare  la nostra vita a una gigantesca caccia al tesoro: o ti metti alla ricerca dei valori per cui vale vivere o la vita diventa insipida e ti scorre addosso. Ci vuole grinta, forza, lucidità per gareggiare; bisogna tapparsi le orecchie di fronte ai troppi che ammiccano vendendoti a peso d'oro le istruzioni per trovare il tesoro, tenere duro davanti ai troppi che ti dicono che il tesoro non c'è, che la vita è un'immensa e macchinosa fregatura. Matteo, colui che oggi ci ha riportato le parabole del Regno di Gesù dice che lui, il tesoro, l'ha trovato. Non come la fiammata dell'innamoramento che scompare con il desiderio, ma come la lenta consapevolezza della verità, del fiume che scorre sotto il terreno, dell'evidenza del cuore. Matteo aveva tutto: soldi, successo, potere; era temuto, rispettato, un "business-man" come i tanti che si vedono anche oggi nelle nostre città. Un giorno, però, quello sguardo dell'ospite di Pietro il pescatore, quel tale Gesù della vicina Nazareth, lì a Cafarnao, sul lago, lo aveva sconvolto. Era poi così certo di avere tutto? Il tesoro vero, il senso della vita, lo aveva davvero scoperto? Matteo fa l'errore di lasciare la sua parte migliore emergere, per una frazione di secondo intuisce che la sua vita è piena di vuoto, che tutto ciò che ha è fumo, apparenza, inutile orpello. Quello sguardo lo perfora, lo trapana, lo svela a se stesso, lascia tutto e segue il Maestro. Da Gesù Matteo impara ad amare, a conoscere Dio, a conoscere se stesso. Da Gesù Matteo impara ad essere vero, a diventare libero, e racconta, parla come un fiume in piena, del Regno, di Dio, di lui, il Maestro.

Il piano di Dio è esposto, il volto che Gesù è venuto a descriverci, ormai chiaro, la proposta del regno annunciata. Ora tocca a noi, tocca a me decidere. Starò ancora ad aspettare? Dopo avere veduto, dopo avere lasciato il seme della Parola perforare l'asfalto del mio cuore ancora tentennerò? Dopo avere saputo che il padrone del campo permette che la zizzania e il grano crescano insieme, perché mi ama, aspetterò ancora che il regno si manifesti nella mia vita? Il Signore "pescandoci", sa che dentro di noi ci sono pesci commestibili e pesci velenosi, parti di luce e fitte tenebre. E le ama, entrambe. Le ama perché ama noi, le ama perché ci vuole salvi, le ama perché è un Dio di tenerezza e compassione.

  

 

LUNEDI’ 18 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

SIGNORE, FA’ CHE SAPPIAMO LEGGERE I SEGNI DEL TUO AMORE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ARNOLDO, Santo

Una leggenda lo presenta come un suonatore di cetra presso la corte di Carlo Magno. In Germania infatti è considerato come protettore dei musicanti.

Parola di Dio: Es 14,5-18; Cantico da  Es 15,1-6; Mt 12,38-42

 

“IL FIGLIO DELL’UOMO RESTERA’ TRE GIORNI E TRE NOTTI NEL CUORE DELLA TERRA”. (Mt. 12,40)

I Giudei chiedono un segno a Gesù che li autorizzi a considerarlo come il Messia, in fondo chiedono a Gesù di prendere deliberatamente le parti dei giudei contro i romani, gli chiedono con qualche gesto clamoroso di calamitizzare intorno a se stesso l’unità religiosa e politica di Israele. In fondo è la stessa domanda che nasce da parte del diavolo nelle tentazioni a Gesù ed è la stressa domanda che faranno i Giudei ai piedi della croce: “Se sei il Messia scendi dalla croce e ti crederemo”. E’ ancora la stessa domanda che qualche volta poniamo noi a Gesù: “Risolvici i nostri problemi e noi crederemo a quel Gesù che abbiamo un mente”. Gesù respinge le tentazioni del diavolo, Gesù non scende dalla croce, anzi Gesù, proprio nel momento della croce e della morte, dà a noi un altro segno, quello dell’amore totale. E’ solo sapendo leggere questo segno di amore, di servizio, di non violenza che noi riusciamo a cogliere la “Buona novella di Gesù” che non è semplice liberazione da qualche nemico terreno, che non è semplice soluzione di tutti i nostri problemi materiali, ma che è incontrare davvero il Dio che ci è Padre, il Figlio che ci ama fino al dono della vita e lo Spirito che ha la capacità di rinnovarci ogni giorno.

 

 

MARTEDI’ 19 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE MARIA DICIAMO: ECCOCI, SIAMO TUOI SERVI, SIGNORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MACRINA LA GIOVANE, Santa  

Era la sorella di San Basilio Magno e di Gregorio Nisseno. In un primo periodo della sua vita si dedicò alla cura dei fratelli e delle sorelle, poi entro in un monastero dove condusse vita di penitenza. Ebbe il dono di parecchi miracoli.

Parola di Dio: Es 14,21-81; Cantico da Es 15,8-12.17; Mt 12,46-50

 

“CHI E’ MIA MADRE E CHI SONO I MIEI FRATELLI?”. (Mt.12,48)

Oggi leggiamo un brano evangelico che ci sembra piuttosto duro, soprattutto verso la Madre di Gesù. Per la nostra mentalità che vede solo negli onori terreni la riconoscenza dei meriti, sembra infatti che Gesù rinneghi, in qualche modo, le qualità di Maria. Gesù, Non tradisce sua madre e Gesù stesso la vuole accanto a sé fino al momento supremo della sua morte in Croce. Anzi la presenza di sua Madre serve a Gesù per farci una rivelazione straordinaria! Il discepolo è un “parente di Gesù”. Gesù offre la calda intimità della sua Famiglia agli uomini. Tra Dio e gli uomini non ci sono più solamente freddi rapporti di obbedienza e sottomissione come tra un padrone e gli schiavi. Al seguito di Gesù noi entriamo nella Sacra Famiglia e la caratteristica che ci distingue è quella di fare la volontà di Dio. Cercare e fare la volontà di Dio è entrare in intima comunione con Lui e allo stesso tempo entrare in comunione con gli innumerevoli fratelli e sorelle che anch’essi cercano di fare questa stessa volontà. Cercando la sua volontà, in tutti gli atti della mia giornata, io sono unito a tutti i “santi” della terra, a tutti i discepoli di Gesù che sono sparsi in tutti i paesi del mondo. E Maria, che fa la volontà di Dio alla perfezione, è allora davvero nostra Madre.

  

 

MERCOLEDI’ 20 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, SIGNORE, E’ PAROLA DI VITA ETERNA 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ELIA DI GERUSALEMME, Santo, Patriarca

Nato nel 430  di origine araba, fu monaco nella Nitria. Per fuggire la persecuzione di Timoteo Eluro passò in Palestina fondando un convento presso Gerusalemme e diventando nel 494 patriarca della città. Si oppose alla deposizione di Eufemio di Costantinopoli da parte dell'imperatore Anastasio I favorevole ai monofisiti e accettò le decisioni del concilio antimonofisita di Calcedonia: dovette per questo rinunciare al patriarcato (516). Morì nel 518.

Parola di Dio: Es 16,1-5.9-15; Sal 77; Mt 13,1-9

 

“ECCO, IL SEMINATORE USCI’ A SEMINARE”. (Mt. 13,3)

Quando leggiamo la parabola del seminatore, il più delle volte ci preoccupiamo di quanto frutto debba portare il seme o a quale genere di terreno apparteniamo. Penso sia importante soprattutto interessarci del seminatore perché vogliamo capire il comportamento di Dio. Con questa parabola Gesù si paragona a colui che semina il seme fecondo della Parola di Dio. Abbiamo l'immagine del seminatore che sparge con gesti ampi i suoi semi dappertutto; egli raccoglie i semi dalla sua bisaccia a piene mani e li distribuisce poi sul terreno, attento ad averne una distribuzione regolare ed uniforme. Il seminatore non si interessa a evitare le strade, i sassi o i terreni non fecondi. Il seme è sempre distribuito su tutta la sua proprietà. Noi tutti cristiani dovremmo avere a cuore una cosa sola: quella di imitare Gesù, il suo stile di vita, il suo amore e anche nel dare testimonianza dovremmo cercare di fare come ha fatto Lui. Gesù non si è mai imposto, ma sempre proposto, non ha obbligato nessuno alla fede ma ha sempre dato occasioni per giungervi. La figura di questo seminatore ne è l’esempio. Nella mia vita, magari malamente, ma quante volte ho annunciato la Parola, l’ho scritta, ho cercato di testimoniarla e, quali risultati visibili ho visto? E quella mamma che ha dato la vita per educare i suoi figli a dei valori e poi se li ritrova sbandati? Il seminatore ha fiducia nel seme. Dio ha fiducia nell’uomo, in ogni uomo anche se il cuore è indurito, se ci sono tanti rovi o se si vedono già gli uccelli appostati, pronti alla rapina, e continua a seminare nella speranza che almeno uno dei tanti semi che ci getta trovi una fessura in cui insinuarsi e un po’ di terra buona per poter crescere.

  

 

GIOVEDI’ 21 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI UN CUORE UMILE, SIGNORE, CHE COMPRENDA LA TUA PAROLA 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BONIFACIO DI SAVOIA, Beato, Vescovo

Nacque verso il 1207 nel castello di Saint Helene du Lac, in Savoia era figlio del conte Tommaso I e di Margherita di Ginevra. Dapprima fu certosino nella grande certosa di Grenoble, nel 1232 fu eletto vescovo di Belley e nel 1241 arcivescovo di Canterbury per volontà della nipote, la regina Eleonora d'Inghilterra. Venne consacrato vescovo da Innocenzo IV a Lione nel 1245. Obbligato, per motivi politici, ad andare esule in Francia nel 1262 (si era messo in urto col re Enrico III), ritornò in Inghilterra nel 1265; nel 1268 si ritirò nella Savoia. Morì il 4 luglio 1270.

Parola di Dio: Es 19,1-2.9-11.16-20; Cantico da  Dn 3,52-56; Mt 13,10-17

 

“PERCHÉ PARLI LORO IN PARABOLE?” GESÙ RISPOSE: “PERCHÉ A VOI È DATO DI CONOSCERE I MISTERI DEL REGNO DEI CIELI, MA A LORO NON È DATO”. (Mt. 13,10—11)

Credo che tutti voi che leggete queste piccole riflessioni amiate i vostri preti e proprio per questo sappiate anche sorridere davanti ai loro difettucci, perché anche i vostri preti sono persone in cui come opera il bene anche il male, l’egoismo e l’orgoglio sono sempre in agguato. Alcuni, ad esempio, ci tengono sia per amore della Parola di Dio, sia anche un po’ per se stessi a fare delle belle prediche. Ad esempio conosco un vescovo che pur essendo sempre molto compassato, il giorno del suo ingresso in diocesi dopo l’omelia non ha saputo trattenersi dal darsi una pacca sulla gamba quasi a dirsi: “Anche questa è andata bene!”, un grande parroco che alla fine di qualche omelia particolarmente forte diceva in sacrestia in piemontese: L’ aj cimie toti” cioè “Li ho talmente colpiti da lasciarli stramazzati” e conosco anche me stesso. Io ci metto sempre parecchio tempo a preparare un omelia, cerco di capire le letture della parola, cerco di capire quello che la Chiesa vuole che in quel giorno io dica ai fedeli, cerco di capire le esigenze dei fedeli che ho davanti… e mi è capitato qualche volta di aver fatto delle prediche che personalmente consideravo dei gioiellini dal punto di vista teologico, presentate con parole forbite, toni suadenti. Normalmente in quelle occasioni, quando provavo a tastare in privato il terreno dei miei uditori ne risultava che non ricordavano nulla. Altre volte cercando di essere semplice, facendo degli esempi mi sono trovato davanti a persone che ad anni di distanza ricordavano ancora un paragone, una battuta, un’esperienza raccontata. Gesù usa le parabole per annunciare il regno dei cieli. Le parabole sono racconti semplici che partono dalla realtà della vita. Sono dunque facili messaggi per chi è semplice e sa leggere e interpretare con cuore disponibile e aperto il messaggio di Dio sulla vita, ma diventano astruse e difficili per chi sentendosi “culturalmente superiore” ha la presunzione di conoscere tutto, di avere già la verità in tasca, di voler vivisezionare parole e fatti a proprio uso e consumo, di voler fare filosofia e accademia su parole così semplici. E così le parabole sono luce per i semplici e confusione per coloro che si ritengono sapienti.

  

 

VENERDI’ 22 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, PERCHE’ IL TUO SERVO TI ASCOLTA 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: FIORENZO, Santo Eremita

Era un discepolo di San Martino di Tours che lo ordinò sacerdote. Si diede a vita eremitica. Attorno a lui fiorivano miracoli per cui tutto il Medioevo lo venerò.

Parola di Dio: Es. 20,1-7; Sal 18; Mt. 13,18-23

 

“QUELLO SEMINATO NELLA TERRA BUONA E’ COLUI CHE ASCOLTA LA PAROLA E LA COMPRENDE; QUESTI DA’ FRUTTO E PRODUCE ORA IL CENTO, ORA IL SESSANTA; ORA IL TRENTA”. (Mt. 13,23)

Un giovane muratore lavorava alla demolizione di una casa che doveva essere ristrutturata. Ad un tratto staccando un pezzo d' intonaco, vide che un mattone era stato sostituito da un libro. Un grosso volume che era stato murato. Incuriosito lo tolse, era una Bibbia. Chissà come era finita là... Il giovane muratore non aveva mai avuto molto interesse per questioni religiose, ma durante la pausa del pranzo cominciò a leggere quel libro. Continuò alla sera, a casa, e per tante altre sere. A poco a poco, scoprì le parole che Dio indirizzava proprio a lui. E la sua vita cambiò. Due anni dopo, l'impresa del muratore si trasferì per lavoro in Arabia. Laggiù, gli operai condividevano piccole camerette. Una sera, il compagno di stanza del muratore lo osservò mentre continuava a leggere tranquillamente la sua Bibbia. "Che cosa leggi ?", gli chiese," La Bibbia"."Uff! La Bibbia! Tutte frottole! Pensa che io, una volta, ne ho murata una nella parete di una casa vicino a Milano. Sarei curioso di sapere se il diavolo è riuscito a farla uscire da là!". Il giovane muratore, sorpreso, guardò il suo compagno.

"E se io ti facessi vedere proprio quella Bibbia?".

"La riconoscerei, perché l' avevo segnata".

Il giovane muratore porse al compagno la sua Bibbia:

"Riconosci il tuo segno?".

L'altro prese in mano il volume e rimase turbato. Era proprio la Bibbia che aveva murato, dicendo ai compagni di lavoro:" Voglio proprio vedere se uscirà di qui sotto!"

Il muratore sorrise:"Come vedi, è tornata da te".

 

 

SABATO 23 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

DONACI LA TUA PAZIENZA, SIGNORE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: APOLLINARE, Santo, Vescovo, Martire   

La tradizione, non sicura, vuole che Apollinare sia stato ordinato Vescovo dallo stesso Pietro e mandato da Lui nell’Emilia e a Ravenna dove predicò ai pagani ottenendo grandi conversioni. Sarebbe morto martire durante una delle prime persecuzioni, qualcuno indica quella di Vespasiano. A suo nome è la basilica di Sant’Apollinare in classe di Ravenna, eretta nel secolo IV°. E’ il patrono di Ravenna.

Parola di Dio: Es 24,3-8; Sal 49; Mt. 13,24-30

 

“I SERVI GLI DISSERO: VUOI CHE ANDIAMO AD ESTIRPARE LA ZIZZANIA?”.(Mt. 13,28)

In tutti i campi è facile essere come i servi della parabola: giudicare ciò che è bene e ciò che è male e nel nome del bene partire in crociata per estirpare il male. Non così per Dio: Dio ha tempo. Dio dà tempo. Dio ha bisogno di tempo. Dio sa aspettare. La presenza del male non rappresenta un fatto eccezionale. E’ la norma. Nella Chiesa, come nel mondo. Dappertutto. L’uomo non ha diritto di “anticipare” il giudizio finale. Questo spetta a Dio, in esclusiva. E’ il compito suo. Noi non riusciamo a delimitare i territori del bene e del male. Ci sono modi diversi anche per guardare il campo. C’è chi vede nel mondo esclusivamente sporcizia, corruzione, violenza, cattiveria, falsità. Ma c’è chi senza ignorare quei prodotti, riesce a scorgere anche il bene, la generosità, la pulizia, l’onestà, la coerenza. Oggi, meditando questo Vangelo, oltre che imparare il tempo di Dio dobbiamo anche chiedergli che ci impresti il suo sguardo. E poi occorre, per imitare Dio, la grande virtù della pazienza. L’impazienza è la radice di tutti gli integralismi, dei fanatismi, delle intolleranze, delle inquisizioni. La zizzania c’è in tutti i campi, anche nel tuo campo e proprio nel momento in cui tu giudichi, condanni, disprezzi gli altri, ritenendoti “puro”, ti trasformi in zizzania. Il vero scandalo è quello offerto da coloro che pensano di dimostrare le proprie virtù denunciando le colpe degli altri. La pazienza invece è imparentata con l’umiltà. Se Dio fosse impaziente come noi, quante volte avrebbe già dovuto estirparci?

 

 

DOMENICA 24 LUGLIO: 17^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Una scheggia di preghiera:

 

IL MIO TESORO SEI TU, O SIGNORE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANTONIO DELL’AQUILA, Beato 

Era nato a Milano nel 1424 Appartenente alla nobile famiglia dei Torriani, esercitò per qualche tempo la medicina ed entrò poi tra gli agostiniani prima a Milano, quindi nel convento di San Nicola di Foligno e da ultimo all'Aquila dove introdusse la più stretta osservanza della regola nel monastero femminile di Santa Lucia e dove fondò le mantellate di sant'Agostino. Morì all’ Aquila nel 1494.

Parola di Dio: 1 Re 3,5.7-12; Sal 118; Rm 8,28-30; Mt 13,44-52

 

“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE AD UN MERCANTE CHE TROVATA UNA PERLA PREZIOSA VA, VENDE TUTTI I SUOI AVERI E LA COMPRA”. (Mt 13,45)

Lascio commentare a don Ravasi:

Se si vuole conquistare il Regno dei cieli, entrare cioè nella pace, nell'armonia, nella salvezza di Dio, bisogna avere la stessa prontezza di decisione e la stessa totalità di donazione. Ascoltiamo le parole di un commentatore moderno delle parabole, Knoch: "Il Regno dei cieli è un'occasione unica e straordinaria che, con la venuta di Gesù, è offerta a tutti, al povero e al ricco. Bisogna afferrare al volo questa unica occasione impegnandovi tutto quanto si ha a disposizione, persino la propria vita”. Puntare, quindi, sul vero tesoro come quel mercante di preziosi: egli ha intuito che nella paccottiglia del bazar c'è una perla eccezionalmente pura; per acquistarla vende tutto senza esitazione ed alla fine ha tra le mani una vera “gioia”. Naturalmente si può anche immaginare in questa parabola un altro versante piuttosto amaro: quante volte l'uomo è pronto a vendere tutto, anche la sua anima per un falso clamoroso, scegliendo quelle illusioni di gioia che alla fine gli lasciano nelle mani solo paglia e polvere!

 

 

LUNEDI’ 25 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

CHE IO IMPARI IL SERVIZIO DA TE, O GESU’

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: PIETRO DA MOGLIANO, Beato, Francescano

Nato nel 1435, a apparteneva alla famiglia dei Corradini. A 13 anni ebbe una visione che lo portò a farsi francescano. Fu predicatore nelle principali città del centro Italia e a Creta, pacificò le contese tra Ascoli, Fermo e Offida. Predicò la crociata contro i turchi. Morì nel 1490.

Parola di Dio: 2 Cor 4.7-15; Sal 115; Mt 20,20-28

 

“LA MADRE DEI FIGLI DI ZEBEDEO DISSE A GESÙ: DÌ CHE QUESTI MIEI FIGLI SIEDANO UNO ALLA TUA DESTRA E UNO ALLA TUA SINISTRA NEL TUO REGNO”.(Mt. 20,20—21)

Oggi, festa di S. Giacomo, il Vangelo ci riporta la richiesta di sua madre a Gesù. Questa madre desidera che i propri figli siano vicini a Gesù. Non sappiamo se il suo desiderio fosse dettato da amore per Gesù e per i propri figli o da voler “sistemare” i figli in un luogo di potere, certo è che ogni cristiano ha giustamente il desiderio di “stare vicino” al maestro, godendo la sua amicizia. Ma questo è possibile solo ad una condizione: essere disposti e pronti a condividerne la vita in tutti i suoi aspetti, in tutti i suoi momenti, anche i più dolorosi. Qui è la fonte della vera amicizia con Gesù, del vero misticismo. Seguire Gesù non è una corsa verso una carriera, non è un con­quistarsi un posto migliore in Paradiso, è trovare l’amico che ama, è condividere la sua esperienza, è fare come Lui la volontà del Padre. Se questa madre avesse saputo che alla destra e alla sinistra di Gesù in croce sarebbero finiti altri due crocifissi, avrebbe continuato ad insistere nella sua richiesta? Eppure solo diventando “piccoli”, “servi” si può essere vicini a Gesù sia nella prova che nella gloria. La preghiera di domanda, che pure è importante, corre sempre questo rischio. Noi crediamo un bene per noi alcune cose, ma non sappiamo esattamente se saranno un bene o un male. Dio lo sa! Certi silenzi di Dio, certi non esaudimenti di nostre richieste non saranno forse grazie? Può darsi che sia anche debolezza di fede, ma quando chiedo qualcosa al Signore, gli dico sì la mia richiesta, la appoggio anche con tutte le mie motivazioni, ma, alla fine, aggiungo: “Tu sai che cosa è meglio per me, nella tua bontà di Padre donamelo e fammi anche capire che, qualunque cosa sarà è il miglior dono che poteva essermi fatto”.

  

 

MARTEDI’ 26 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

PERDONACI, SIGNORE, PER LA GLORIA DEL TUO NOME

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BARTOLOMEA CAPITANIO, Santa 

Nacque a Lovere in provincia di Bergamo il 13 gennaio 1807 Educata presso le clarisse, dal 1824 si dedicò all'insegnamento e poi fu economa e direttrice del locale ospedale per i poveri. Dal 1829 lavorò alla fondazione della congregazione delle suore di Carità dette di Maria Bambina. Morì il 26 luglio 1833

Parola di Dio: Sir 4,1.10-15; Sal 131; Mt 13,36-43

 

“COME DUNQUE SI RACCOGLIE LA ZIZZANIA E SI BRUCIA NEL FUOCO, COSÌ AVVERRÀ ALLA FINE DEL MONDO”. (Mt. 13,40)

Gesù spiegando la parabola della zizzania ci dà diverse indicazioni sia riguardo a Dio che sul senso della nostra vita. Dio è paziente e misericordioso: se fosse intollerante, se castigasse subito ogni peccato, che cosa ne sarebbe di noi? Ma se non è intollerante in questa vita, non può accogliere in sé il male e coloro che con il male si sono identificati, quindi, attenzione, perché se Dio continua ad offrirti una possibilità di salvezza, se tu preferisci crescere nel male a quel punto sarai tu stesso ad escluderti dalla sua misericordia. Ma la parabola ci insegna anche un’altra cosa: chi, nella realtà della vita e della Chiesa, può oggi distinguere con chiarezza e precisione il bene e il male, il buon grano e la zizzania? Anche noi, a imitazione di Dio non possiamo essere intolleranti, e se dobbiamo far attenzione a che il male non ci soffochi non possiamo neppure aver la pretesa di giudicare e di voler essere noi coloro che estirpano il male. Il male si giudica da se stesso e sarà il male stesso a tormentare chi lo ha voluto e ad allontanarlo da Dio per sempre mentre, da questo contrasto, il bene sarà ancora più luminoso.

  

 

MERCOLEDI’ 27 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

SEI LA MIA VITA, SEI LA MIA SALVEZZA, SEI LA MIA GIOIA, ALLELUIA 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: PANTALEONE DI NICOMEDIA, Santo, Martire Patrono di   Courmayeur

Originario di Nicomedia in Bitinia era figlio di padre pagano e di madre cristiana. Non era però stato battezzato. Venne affidato alle cure del medico Eufrosino per diventare a sua volta medico. La sua fama lo fece approdare alla corte imperiale. Intanto era diventato cristiano ed aveva anche convertito il padre. Siccome era molto bravo come medico questo suscitò l’invidia di altri che lo denunciarono come cristiano. Fu dunque arrestato, portato davanti all’imperatore Massimiano sottoposto ad una lunga serie di tormenti dai quali ogni volta, miracolosamente, scampava. La gente che assisteva cominciò a convertirsi. Allora l’imperatore ne comandò la decapitazione. E così avvenne.

Parola di Dio: Es 34,29-35; Sal 98; Mt 13,44-46

 

“TROVATA UNA PERLA DI GRAN VALORE, VA, VENDE TUTTI I SUOI AVERI E LA COMPRA”.

(Mt. 11,46)

Quando, come nelle parabole di oggi, Gesù ci parla di “tesoro” o di “perla preziosa” noi giustamente pensiamo al Regno dei cieli che ci viene offerto e insieme ad esso alla gioia che ci dà il pensiero di essere inseriti in questo grande piano d’amore per il quale vale la pena di “vendere tutto”. Ci è invece difficile comprendere che anche il dolore possa essere fonte di bene e partecipazione al Regno. Proprio partendo dalla “perla preziosa” ecco una piccola parabola significativa:

Disse un'ostrica ad una vicina: "Ho veramente un gran dolore dentro di me. E' qualcosa di pesante e di tondo, e sono stremata". Rispose l'altra con borioso compiacimento: "Sia lode ai cieli e al mare, io non ho dolori in me. Sto bene e sono sana sia dentro che fuori". Passava in quel momento un granchio e udì le due ostriche. Disse allora a quella che stava bene ed era sana sia dentro che fuori: "Sì, tu stai bene e sei sana; ma il dolore che la tua vicina  porta dentro di sé è una perla di straordinaria bellezza". Avere dolore, per l'ostrica, è la grazia più grande! Quando le entra dentro un granello di sabbia, una pietruzza che la ferisce, non si mette a piangere, non strepita, non si dispera. Giorno dopo giorno trasforma il suo dolore in una perla: il capolavoro della natura.

  

 

GIOVEDI’ 28 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:

 

SULLA TUA PAROLA, SIGNORE, GETTERO’ LE RETI 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: VITTORE I, Santo, Papa

Questo Papa viene dall’Africa, uomo di grande forza di volontà, deciso, qualche volta inflessibile come quando minaccia scomuniche a chi non vuol festeggiare la Pasqua nella prima domenica dopo il plenilunio di primavera. Il suo papato va dal 189 al 199, anno della sua morte.

Parola di Dio: Es 40,16-21.34-38; SaI 83; Mt 13,47-53

 

“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE AD UNA RETE GETTATA NEL MARE”. (Mt. 13,47)

Nella parabola del Regno che Gesù ci presenta oggi vediamo  due azioni distinte. La prima è la rete che raccoglie tutto e la seconda è la cernita. Lasciando a Dio questa seconda fase, fermiamoci un momento sulla prima. La rete va buttata. Un cristiano non è un buon discepolo se non butta la rete. Se la fede rimane nascosta non è fede, se la gioia del Vangelo non si comunica vuol dire che il Vangelo non è arrivato al cuore. E non bisogna scoraggiarci di gettarla anche se, almeno all’apparenza, sembra non prendere granché o raccogliere alghe e pietre e, qualche volta, spazzatura. Dobbiamo soprattutto evitare di selezionare troppo, fare la cernita. Occorre piuttosto tirare a riva tutto ciò che c’è nella rete. Non sappiamo veramente ciò che succederà sulla sponda dell’eternità e quali saranno i criteri adottati dagli angeli. Dobbiamo, perciò, stare attenti a non anticipare la cernita finale che implica una sapienza divina. E, ricordiamoci, la testimonianza cristiana non è fatta soltanto di parole o di prediche, quindi da relegare a qualcuno ‘esperto’ di queste cose, ognuno di noi ha mille occasioni, ogni giorno, di “gettare le reti”, cioè di seminare un buon esempio, un atto di carità, un gesto di giustizia, una parola di benevolenza, un riferimento alla fede. Ma, sarà il momento giusto? E’ opportuno o meno? Come verrò giudicato?… Non preoccupiamoci neppure troppo: buttiamo la rete, Dio farà il resto.

  

 

VENERDI’ 29 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

LA TUA MISERICORDIA, SIGNORE MI INSEGNI A NON GIUDICARE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADEMARO, Santo

Entrò nel monastero benedettino di Figeac, ma in cerca di perfezione passò poi al convento dei frati minori della stessa città. Fu un celebre predicatore operò molti miracoli e fu un devoto dell’Eucaristia. Si distinse per la sua carità e abnegazione durante la peste del 1311. Morì tra il 1311 e il 1335.

Parola di Dio: Ger 26,1-9; Sal 68; Mt. 13,54-58

 

“E SI SCANDALIZZAVANO PER CAUSA SUA”. (Mt. 13,57)

Gesù ha predicato il Regno di Dio con le parabole, ecco ora una reazione al suo insegnamento. L'evangelista Matteo precisa dove nasce la contestazione a Gesù. Non nelle strade, non tra il popolo dove Gesù ha operato, guarito, consolato e perdonato i peccatori. Nasce nella sinagoga dove Gesù ha la pretesa di insegnare. La classe colta, dei religiosi che non comprende l'insegnamento di Gesù, è quella che si dimostra più restia ad accettare il suo messaggio di salvezza. E, notate, Gesù non è attaccato sul contenuto del suo insegnamento ma disprezzato per le sue umili origini; Egli non proviene dalla classe sacerdotale e vuol pretendere di insegnare la sua dottrina nella sinagoga! Spesso succede così anche oggi e può capitare anche noi di non voler accettare un consiglio o un insegnamento. Può, allora succedere che siamo tentati a colpire quelli che riteniamo i nostri avversari sul piano personale. Gesù invece ci insegna a non disprezzare ciò che ci sembra umile. E' l'invito a non giudicare dalle apparenze e nel saper accettare tutti senza nessun pregiudizio.

  

 

SABATO 30 LUGLIO

Una scheggia di preghiera:  

 

LIBERACI, SIGNORE, DALLA STUPIDITA’ DEL PENSAR COMUNE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: TOMMASO ABEL, Beato, Martire   

Era un sacerdote inglese, dottore in teologia, precettore presso Caterina di Aragona, moglie di Enrico VIII. Quando scoppiò la crisi per il preteso divorzio da Caterina egli difese contro il re la validità del matrimonio di lei. Fu imprigionato prima nella torre di Londra, poi a Beauchamp, infine il 24 luglio 1540 fu condannato a morte “per aver tenuto fede all’alleanza con il Vescovo di Roma” e il 30 luglio impiccato e squartato.

Parola di Dio: Lv 25,1.8-17; Sal 66; Mt 14,1-12       

  

 

“ERODE DICEVA: COSTUI E’ GIOVANNI BATTISTA RISUSCITATO DAI MORTI. (Mt. 14,2)

Erode è uno che si crede potente e come tutti i potenti vive nella paura di perdere il suo potere; questa paura, il voler apparire, ed anche una dose abbondante di imbecillità (che di solito accompagna sempre gli arrampicatori ai vari poteri di questa terra), lo portano ad agire con violenza, qualche volta anche contro se stesso. Giovanni Battista è stato ucciso perché dava fastidio ma soprattutto per salvare la faccia, ma la paura di quanto ha fatto, la consapevolezza di aver toccato forze più grandi di se stesso, ora fa vedere Giovanni ancora vivo. Erode, stupidamente crede di essere libero perché il potere “gli permette di fare quello che vuole”. Ma, chiediamoci: dov’è la verità e dove la vera libertà? E’ libero Erode che pensa di fare ciò che vuole, ma che è schiavo della sua stessa politica, che è un re fantoccio nelle mani dell’invasore romano, che vive di continue paure di perdere il suo piccolo potere o è libero Giovanni legato con catene nella sua prigione, ma che dice la verità, che obbedisce a Dio? E oggi la libertà sta di casa nelle ricchezze che permettono di “fare ciò che voglio” magari anche sulle spalle di altri, sta di casa nei vari palazzi dei poteri politici, religiosi, economici, sta di casa dai divi e dagli uomini di successo, la libertà e la verità abitano nella casa dei ‘grandi fratelli Tv.’, nelle telenovela che vengono presentate come modello di vita o nella vita di chi sta lottando per la liberazione propria e dei propri fratelli dal potere economico delle multinazionali, da certi poteri politici e religiosi che vogliono tenere l’uomo sottomesso per ottenere maggiori profitti? Quanti uomini anche oggi asseriscono di essere liberi, dicono di fare ciò che vogliono ma poi dipendono dall’ultima corrente politica, dalla moda, sono schiavi delle loro passioni... Esaminiamoci: qual è la mia libertà? Vivo veramente per dei valori scelti? In che modo mi lascio condizionare? La mia testimonianza cristiana si ferma davanti alle prove che incontro nel mondo?

 

 

DOMENICA 31 LUGLIO: 18^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Una scheggia di preghiera:

 

APRI LA TUA MANO, SIGNORE E SAZIA OGNI VIVENTE 

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI E CATERINA COLOMBINI, Beati

Giovanni era un mercante di Siena che aveva fondato nel 1360 una congregazione di laici al servizio dei poveri chiamata popolarmente: “I Gesuati”, “che tutto facean nel nome di Gesù”. Caterina era sua cugina e a sua volta fondò il ramo femminile della “Pavere Gesuate della Visitazione della Madonna”. Vivevano elemosinando per i poveri, accompagnati da segni e miracoli. Giovanni muore a Siena nel 1367, Caterina nel 1387.

Parola di Dio: Is 55,1-3; SaI 144; Rm 8,35.37-39; Mt 14,13-21

 

“TUTTI MANGIARONO E FURONO SAZIATI”. (Mc. 14,20)

Il testo evangelico di questa domenica ci pone davanti agli occhi un simbolo fragrante e immediato, il pane. Attorno ad esso si distende una folla affamata nei cui confronti Gesù “prova compassione”. Il pane per l'uomo della Bibbia è il cibo fondamentale tant'è vero che “mangiare il pane” è sinonimo in ebraico di “cibarsi, pranzare”. Gli apostoli si fermano alla materialità delle cose, sanno fare i conti. E li presentano al Signore: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci”. Qualcosa di irrilevante rispetto alle necessità. Si tratta di sfamare una folla di oltre cinquemila persone. Eppure Gesù ordina: “Portatemeli qua". Gesù, per operare il miracolo, non crea il pane dal nulla. Né trasforma, come gli aveva suggerito Satana nel deserto, le pietre in pane. Si serve, invece, del piccolo, insufficiente, “sproporzionato” dono di cinque pani e due pesci. Quasi a indicare che il vero miracolo è il gesto del condividere, il mettere a disposizione di tutti quel poco, vorrei dire quel nulla, che abbiamo. E per questo che oggi il nostro pensiero va al pane della carità fraterna che dobbiamo dividere con l'affamato, come si ripete in molti testi profetici. Il pensiero va al Padre celeste che ci dà “oggi il nostro pane quotidiano”, il pensiero corre, però, anche al pane della parola di Dio, alimento altrettanto indispensabile per la nostra esistenza del cibo che poniamo sulle nostre tavole. Parlando del pane, il pensiero corre infine all'Eucaristia  “al pane della vita”, a quel “pane vivo disceso dal cielo”, di cui Gesù ha detto: “ Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”  e “Beato chi mangerà il pane nel Regno di Dio!”.

     
     
 

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