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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di don Franco LOCCI

 

GENNAIO 2005

 

 

 

SABATO 1 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

DIO CI BENEDICA CON LA LUCE DEL SUO VOLTO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GUGLIELMO DA VOLPIANO, Abate,santo

Era nato nel 962 nel castello dell’Isola san Giulio sul lago d’Orta. Di famiglia nobile (ebbe per madrina l’imperatrice Adelaide, moglie di Ottone I) non si sa bene donde gli sia venuto l’attributo “di Volpiano”. Frequentò le scuole di Vercelli e di Pavia e fece la sua professione religiosa al monastero di S. Michele di Lucedio dove divenne segretario. Fu poi a Cluny e poi incaricato della restaurazione materiale e spirituale della abbazia di San Benigno a Digione. Costruì e riformò anche diverse altre abbazie e fondò nella diocesi di Ivrea l’abbazia di san Benigno di Fruttuaria. Mori a Fecamp il 1 Gennaio 1031 e fu sepolto in quella città.

Parola di Dio: Nm 6,22-27; SaI 66; Gal 4,4-7; Lc 2,16-21

 

“GLI FU MESSO NOME GESU'”. (Lc. 2,21)

Comincio a non contare più gli anni. Ormai non so più quanti siano gli anni in cui ho cominciato a scrivere prima: “Una parola al giorno”, poi “Schegge e scintille” cercando sempre di tenere un occhio rivolto al dono quotidiano della Parola e un occhio alla nostra vita di uomini. Ma come le prime volte mi sembra ancora meraviglioso poter iniziare l’anno nuovo nel nome di Gesù nostro fratello e figlio di Dio che ci viene offerto dalle mani di sua Madre Maria. Qualche volta potremo dire: “Ma la storia è sempre uguale e l’uomo purtroppo è sempre uguale. Il tempo con i suoi riti sembra una finzione se non fosse per gli anni che passano.” Credo che oggi in particolare sia proprio il passare del tempo che ci può far da maestro. E’ nel tempo che si svolge il dono meraviglioso della vita, è nel trascorrere del tempo che ci viene offerto Cristo, speranza e salvezza nostra, è in questo e non in un altro tempo che noi dobbiamo costruire la pace per noi e per i mondo in cui viviamo. E il tempo passa in fretta. Se non riesco a cogliere oggi il mio tempo, la mia grazia, la mia gioia, questo tempo non tornerà più. Tutto sembra ripetitivo, ma tutto è unico ed originale. Gesù lo accogli oggi o come oggi Gesù non potrai più accoglierlo.

Davvero, Maria, Madre di Dio ci mostri oggi il volto benevolo del suo Figlio e lo Spirito di Gesù ci consenta di aprire gli occhi, le orecchie, il cuore per poter oggi e in questo anno, anche attraverso queste piccole riflessioni quotidiane, incontrarlo e, gioendo dei suoi doni, testimoniarlo vivo ai fratelli.

 

 

DOMENICA 2 GENNAIO   2^ DOMENICA DOPO NATALE

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, RIVELATI A TUTTI I POPOLI NELLO SPLENDORE DELLA TUA VERITA’

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GREGORIO DI NAZIANZO, Santo, Vescovo 

Nacque ad Arianzo in Cappadocia o nel 329 o nel 330. Ebbe l’opportunità di studiare a Cesarea e ad Atene. Divenne sacerdote nel 360, e si ritirò nel monastero del suo amico Basilio il Grande. Là egli lo fece Vescovo di Sasima. Venne poi chiamato al governo di Costantinopoli dove dovette combattere contro l’arianesimo. Morì nel 390. Fu anche scrittore fecondo sia in campo religioso che poetico.

Parola di Dio: Sir 24,1-4.8-12; SaI 147; Ef 1,8-6.15-18; Gv 1,1-18

 

“A QUANTI L’HANNO ACCOLTO HA DATO IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO”. (Gv. 1,12)

Un figlio ha sempre qualcosa del padre, o nella fisionomia, o nel carattere, o nella sua storia. Noi, “fatti a immagine e somiglianza” del Creatore, abbiamo in noi i suoi tratti. Solamente che, volendo costruirci da soli nel nostro egoismo, abbiamo nascosto queste fattezze. Gesù, il Figlio di Dio è venuto proprio per aiutarci a recuperare in pieno questa nostra realtà. Proprio guardando a Gesù possiamo riscoprire il nostro vero volto. Lui ha dato dignità all’uomo. Lui ha liberato l’uomo dalla schiavitù delle cose e del potere. Lui ha amato tutti e ci ha indicato in ogni uomo un nostro fratello. Lui non guarda alle apparenze ma al cuore dell’uomo.

Riscoprirci liberati, con la dignità di figli, ci rende responsabili di manifestare a noi e agli altri il nostro Padre. Il cristiano con la sua vita deve far vedere l’opera del Padre. Mi chiedo: chi mi vede agire in famiglia, sul lavoro, che idea può farsi, dal figlio, di Dio mio Padre?

 

 

LUNEDI’ 3 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’, SEI L’AGNELLO DI DIO CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GENOVEFFA, Santa, Vergine 

Quando nel 451 gli Unni di Attila assediarono Parigi, Genoveffa, anche a costo della vita cercò di distogliere i cittadini dal fuggire. Attila fu sconfitto e Parigi salva. Genoveffa era nata a Nanterre nel 422 e fin dall’età di quindici anni si era consacrata al Signore. Morì il 3 Gennaio del 500.

Parola di Dio: 1Gv 2,29-3,6; Sal 97; Gv 1,29-34

 

“HO VISTO LO SPIRITO SCENDERE COME UNA COLOMBA DAL CIELO E POSARSI SU DI LUI”. (Gv. 1,32)

In uno dei suoi tanti libri di riflessione sui Vangeli Pronzato, in stile giornalistico commenta questo versetto dicendo: “La colomba trova il suo nido”, cioè lo Spirito Santo che è dono, che è amore trova il suo vero nido in Gesù che è dono totale di Dio e che manifesta il suo concreto amore per gli uomini.

Stando al paragone: questa colomba dello Spirito Santo cerca oggi nido in noi cristiani. Dio vuole consacrarci come ha fatto con Gesù, vuol mettere il suo sigillo su di noi perché come Gesù, anche noi possiamo essere i testimoni del dono e dell’amore.

A ciascuno di noi credente in Cristo tutto è stato donato gratuitamente (la vita, la fede, Gesù, i Sacramenti, la Parola…) lo Spirito di Gesù dunque vuol nidificare in noi per farci diventare a nostra volta dono, amore, carità concreta, attenzione al nostro prossimo, capaci di accogliere e di dare, come un fiume che riceve in abbondanza dalle piogge, dai suoi affluenti ma che ridona tutto, alla terra, ai campi, al mare ma che nello stesso tempo da vita, bellezza, fa crescere… Dobbiamo imparare a ricevere, ad accorgerci dei doni immensi che ogni giorno ci sono fatti e dobbiamo imparare la generosità del dare, dobbiamo gioire al vedere altri crescere perché proprio nel momento in cui lasciamo scorrere in noi i doni di Dio perché giungano ad altri e portino frutto, noi a nostra volta riceviamo altri doni. Lo Spirito di Dio nidifica in noi non perché ce lo teniamo stretto, ma proprio perché lo lasciamo libero di fare i suoi frutti di dono e di amore in noi e nei nostri fratelli.

 

 

MARTEDI’ 4 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

GLORIA NEI CIELI E GIOIA SULLA TERRA!

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:  CELSO, Santo, Vescovo

Fu vescovo di Treviri nel IV secolo. Della sua vita conosciamo talmente poco che non sappiamo neppure se morì martire o se riuscì a scampare alle persecuzioni. Certo è che la fama della sua santità fu subito talmente nota che molti si recavano sulla sua tomba per impetrarne l’aiuto.

Parola di Dio: 1Gv 3,7-10; SaI 97; Gv 1,35-42

 

“RABBI’ DOVE ABITI? DISSE LORO: VENITE E VEDRETE”. (Gv. 1,38)

La chiamata può partire da Gesù o dal desiderio degli apostoli o dalle indicazioni precise di Giovanni Battista, come nel Vangelo di oggi, in ogni caso però deve portare a fare esperienza di Gesù. Bisogna seguirlo, stare a casa sua, incontrarlo personalmente e, se è il caso, come succederà a Pietro anche lasciarci cambiare il nome.

Molti di noi da anni hanno incontrato Gesù, forse eravamo ancora bambini quando, grazie alla fede dei nostri genitori e di tante altre persone buone abbiamo fatto la prima conoscenza con Gesù. Il passare degli anni avrebbe dovuto portarci ad altri incontri con Gesù, ma purtroppo non sempre è successo così. Oggi infatti moltissimi cristiani (forse anche noi?) si sono fermati a quel Gesù che hanno conosciuto da bambini al catechismo, tutto il resto è diventato abitudine, tradizione, religione; spesso Gesù è considerato come la cassetta di pronto soccorso a cui accedere quando succede qualcosa di grave o l’abitudine come quella di lavarsi i denti al mattino. Spesso anche tra coloro che partecipano alla Messa questa è più una buona tradizione, un pagare il nostro contributo per sentirci a posto, che un incontro vero fatto di ascolto, di cammino di fede, di comprensione, di scelte.

Come posso continuare per anni a dire di amare una persona se non la conosco, se non è viva nella mia vita? Gesù dice a quei primi apostoli: “Venite e vedrete”. Anche noi se crediamo davvero che Egli sia il Figlio di Dio che ci porta i suoi doni di salvezza, dobbiamo imparare a conoscerlo, ascoltare e meditare la sua parola, approfondire la fede con delle catechesi serie e poi soprattutto cominciare a fare come ha fatto Lui: combattere ogni forma di male, aprire il proprio cuore agli altri e specialmente agli ultimi e ai peccatori, condividere i doni ricevuti, cercare di fare famiglia con i propri fratelli di fede, portare loro la gioia di Gesù.

 

 

MERCOLEDI’ 5 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: SIMEONE, Santo, stilita

Era nato a Sis, in Cilicia nel 390. Convertitosi ed entrato in monastero ne venne cacciato per l’eccessiva rigidità della sua vita di penitenza. Scelse allora la più assoluta delle solitudini: visse per circa 30 anni in cima a una colonna. Molti attratti da questo tipo di santità si  recavano da lui per avere consigli. Morì nel 459.

Parola di Dio: 1 Gv 3,11-21; Sal 99; Gv 1,43-51

 

“PRIMA CHE FILIPPO TI CHIAMASSE, IO TI HO VISTO QUANDO ERI SOTTO IL FICO”.(Gv. 1,48)

Natanaele da prima scettico, poi tentennante davanti a Gesù, finalmente “si scioglie” e lo riconosce addirittura Figlio di Dio, quando Gesù, sorridendo, gli parla di qualcosa che è successo poco prima mentre era sotto il fico.

Questa rivelazione ha fatto sbizzarrire gli esegeti e i “fantasisti del Vangelo”. Che cosa avrà mai fatto Bartolomeo sotto quel fico: dormiva? peccava? pregava?

A noi importa poco che cosa facesse Bartolomeo, importa invece che Gesù tocca nel vivo una persona e aiuta la sua fede. Il cammino verso la fede di Bartolomeo è fatto di tre passi:

1) E’ un vero israelita in cui non c’è falsità, cioè è una persona onesta che cerca la verità.

2) Si lascia convincere da Filippo ad andare da Gesù: Dio si serve di un fratello per portarlo alla fede.

3) E’ disponibile a lasciarsi toccare sul vivo da Gesù. Il cammino della nostra fede se vuol essere valido deve muoversi su queste strade: una ricerca sincera, essere onesti e non prevenuti, l’umiltà di farci aiutare dai fratelli, la disponibilità a lasciarsi toccare nel cuore e convertire da Gesù.

 

 

GIOVEDI’ 6 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

TI ADORERANNO, SIGNORE, TUTTI I POPOLI DELLA TERRA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MACARIO LO SCOZZESE, Santo

Originario della Scozia, divenuto benedettino, nel 1138 venne in Germania e fu priore del monastero di San Giacomo a Regnsburg. Fu poi consacrato nel 1139 primo abate del monastero scozzese di San Giacomo in Wurzburg. Era una persona erudita, esemplare nella vita ascetica. Molti sono i miracoli a lui attribuiti. Morì il 6 gennaio 1153.

Parola di Dio: Is 60,1-6; SaI 71; Ef 3,2-3a.5-6; Mt 2,1-12

 

ED ECCO LA STELLA CHE AVEVANO VISTO NEL SUO SORGERE LI PRECEDEVA”. (Mt. 2,9)

E’ facile capire che ogni uomo sulla terra cerca una stella a cui mettersi al seguito. Chi cerca un condottiero, chi un amore, chi un potente, chi una verità; ci sono poi anche piccole stelle che si propongono come nostre guide come i divi, i personaggi dello spettacolo o della politica… Se noi guardiamo il mondo attuale ci rendiamo poi conto che tutti desidererebbero trovare un “salvatore” che ci procuri pace e prosperità. Spesso però si sbaglia strada: si cerca di costruire la pace dando il via a nuove guerre, si cercano piccole gioie immediate dimenticandoci che non possono essere che effimere, ci si fa un dio del denaro della sessualità, del potere… Una stella non la si cerca in basso, sulla terra. Per trovare la nostra stella, quella che ci condurrà sulla strada giusta, bisogna guardare verso l’alto. Cristo è la nostra vera stella che non ci inganna, che ci conduce alla vera pace, alla gioia e all’amore che non finiscono. Può capitare anche a noi, come ai magi, che ci siano dei momenti in cui stentiamo a ritrovare il segno della nostra stella guida, capita a volte di trovarci smarriti a camminare nel buio dei misteri, dei dubbi, delle paure. Eppure anche se una nuvola passa nel cielo le stelle non spariscono. Non si vedono, ma sono sempre là. Quando pensiamo che la nostra stella sia sparita, ricordiamoci che Cristo è sempre là, nel profondo del nostro cuore, anche se noi non lo sentiamo. Bisogna allora umilmente saper chiedere e rivolgerci soprattutto alla Parola di Dio. Se tutti i giorni della nostra vita con umiltà, senza scoraggiarci, chiederemo allo Spirito Santo di illuminarci con la Parola di Gesù, non solo ritroveremo la Stella ma essa brillerà sempre più forte e ci permetterà anche di portare a Gesù i nostri fratelli.

 

 

VENERDI’ 7 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’, SEI LA LUCE CHE VIENE AD ILLUMINARE OGNI UOMO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: SAN RAIMONDO DE PEÑAFORT, sacerdote

Nacque vicino a Barcellona circa l'anno 1175. Divenne dapprima canonico di quella chiesa e fu accettato, in seguito, tra i Frati Predicatori. Per ordine del papa Gregorio IX pubblicò la raccolta delle Decretali. Eletto maestro generale del suo Ordine, lo governò con ottime leggi.  Tra i suoi scritti si distingue la Summa casuum, per l'amministrazione esatta e fruttuosa del sacramento della penitenza. Morì nell'anno 1275.

Parola di Dio: 1Gv 3,22-4,6; Sal 2; Mt 4,12-17.23-25

 

“GESU’ PERCORREVA TUTTA LA GALILEA, INSEGNANDO NELLE LORO SINAGOGHE E PREDICANDO LA BUONA NOVELLA E CURANDO OGNI SORTA DI MALATTIE ED INFERMITA’ NEL POPOLO”. (Mt. 4,23)

Prima di tutto vorrei fermarmi con voi oggi sul fatto che il Vangelo di Matteo ci ricorda che Gesù predicava “la Buona novella”. Spesso non ce ne ricordiamo più e rischiamo di considerare Gesù come uno dei tanti fondatori di una religione piena di misteri e di norme da osservare. No! Gesù è la buona notizia di Dio. Dio ama talmente gli uomini che nonostante i nostri “no” Egli ci manda suo Figlio per dirci che ci vuole bene. Gesù poi ci annuncia che Dio non è il padrone terribile, ma il Padre che ci ama; con il dono della sua vita Gesù poi ci dice che quello che non potevamo fare da soli (il salvarci) ce lo ha ottenuto Lui; oltre poi a darci il senso perché gioie e dolori della nostra vita non siano vani Gesù ci parla anche di vita eterna a cui siamo chiamati. Non è una buona notizia tutto questo? Abbiamo ancora il diritto di essere tristi, pessimisti o di considerare le parole di Gesù come un peso da portare per tenerci buono Dio?

Ma Gesù non parla soltanto: la sua testimonianza avviene tra predicazione e gesti concreti di liberazione. E con questo Gesù indica anche a noi la strada della testimonianza vera. L’annuncio gioioso che ogni cristiano deve fare è parlare del Regno e testimoniarlo con opere concrete di salvezza. E’ Gesù stesso che salva; il cristiano, con la sua persona, non può che essere la parola di questa salvezza avvenuta. Un cristiano che con la sua vita non è concretamente questa parola, un cristiano che non dice niente a nessuno è solo “sale che ha perso il suo sapore e che non serve ad altro che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”.

E la testimonianza, qual è? Quella che ha realizzato Gesù: Liberare dal male, cioè offrire concreti gesti di speranza al mondo. Guardiamo ai santi: parlavano di Dio con le labbra e con la vita che era segno continuo di attenzione all’uomo, di donazione, di amore.

 

 

SABATO 8 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIORGIO DI CHOZIBA, Santo, Monaco

Era uno dei monaci del monastero di Choziba. Durante l’invasione di Gerusalemme da parte dei Persiani fu fatto prigioniero e in seguito rilasciato. Divenne famoso soprattutto per i suoi miracoli. Morì a Cipro verso il 625.

Parola di Dio: 1 Gv 4,7-10; Sal 71; Mc 6,34-44

 

“PRESE I CINQUE PANI E I DUE PESCI, LEVO’ GLI OCCHI AL CIELO, PRONUNZIO’ LA BENEDIZIONE, SPEZZO’ I PANI E LI DIEDE AI DISCEPOLI PERCHE’ LI DISTRIBUISSE. (Mc. 6,41)

Anche i più sprovveduti in campo religioso, leggendo questa frase del miracolo della moltiplicazione dei pani ne colgono subito il riferimento all’Eucaristia. Gesù, Colui che ha moltiplicato il pane per cinquemila uomini, è Colui che si fa pane per ogni uomo. Ripercorrendo velocemente questo racconto scopriamo qualcosa di importante per comprendere meglio l’Eucaristia.

“Gesù si commosse”.

L’Eucaristia nasce dalla commozione di Gesù per la nostra povertà. Gesù ha nel suo cuore ciascuno di noi, vede la nostra povertà, le nostre fatiche, le prove, i dolori, le delusioni e ci viene incontro con il dono di se stesso.

“Si mise ad insegnare loro molte cose”.

L’uomo non ha bisogno solo di pane, “ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Gesù vuol salvare l’uomo intero, corpo e anima.

“Date voi stessi da mangiare a loro”.

Chi celebra l’Eucaristia, la Chiesa docente, gerarchica, non può accontentarsi di parlare e poi sentirsi a posto, deve concretizzare le parole che annuncia. Il celebrante nonostante la sua pochezza permette a Dio di fare il miracolo. Il poco diventa tanto, il Cristo si moltiplica e si dona per la necessità di ciascuno e “se ne avanzarono ancora dodici ceste”, quanto necessario per una intera nazione (le dodici tribù di Israele).

L’Eucaristia vera (e non solo il rito) è dono della misericordia di Gesù che unendoci al mistero della sua morte e risurrezione ci porta la salvezza fatta di insegnamento e di viatico, cioè pane per il nostro cammino, ma ci insegna anche a dare il nostro poco perché il pane spezzato possa esserci per tutti.

 

 

DOMENICA 9 GENNAIO  BATTESIMO DEL SIGNORE

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ CHE ASCOLTIAMO, O PADRE, LA VOCE DEL TUO FIGLIO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: PAOLINA MARIA JARICOT, Venerabile   

Nasce a Lione il 22 luglio 1799 da una agiata famiglia borghese  e ricevette una accurata educazione. Aveva una particolare attenzione per il problema missionario e allora fondò nel 1882 il Consiglio della Propagazione della fede. Fondò anche le Figlie di Maria, religiose senza uniforme. Per i lavoratori fondò nel 1845 l’ Opera delle Operaie, attrezzando perfino un’officina, che diventò presto un opera modello, ma finì nelle mani di un affarista e fallì. Abbandonata da tutti fu sostenuta dal Curato di Ars, ciò non tolse che morì in miseria il 9 gennaio 1862.

Parola di Dio: Is 42,1-4.6-7; Sa 28; At 10,34-38; Mt 3,13-17

 

“QUESTI E’ IL FIGLIO MIO PREDILETTO, NEL QUALE MI SONO COMPIACIUTO”. (Mt. 3,17)

Mi piace tradurre questa frase in questo modo "Questo è mio Figlio benamato. In lui, ho messo tutto il mio amore." Questa parola ci dice prima di tutto che Dio ama perfettamente, totalmente suo Figlio. È normale. Un padre buono certamente ama pienamente suo figlio. Ma la frase ci dice ancora: "Guardate verso Gesù, e voi saprete tutto l'amore di cui sono capace verso gli uomini". In Gesù,noi possiamo vedere la sorgente stessa dell'amore di Dio per l'umanità.

E Gesù questo amore ce lo ha dimostrato, facendo bene ogni cosa, guarendo i malati, cacciando i demoni, liberando gli uomini schiavi del peccato, amandoci fino a dare la sua vita per noi.

Ma il giorno del nostro battesimo anche a ciascuno di noi, Dio ha detto : "Sei mio figlio, sei la mia ragazza, sei il mio bambino benamato." E  questo ci dà la fierezza, la coscienza e la responsabilità di essere figli di Dio.

Chi sa perché qualche volta abbiamo paura di dire che siamo cristiani. Sono figlio di Dio e mi vergogno di mio Padre? Riconosco che può essere difficile oggi, e che il mondo tante volte si burla di chi ha fede, però penso  che il cristiano deve manifestare, là dove vive, la sua dignità, la sua fierezza di essere uno che ha rivestito Gesù.

Ma c'è altro: sono figlio di Dio, ciò mi impegna, ciò mi dà delle responsabilità, le stesse che ebbe Gesù cioè essere a servizio dei miei fratelli, affinché gli uomini di oggi siano veramente uomini, liberati del male, viventi in relazione fraterna. Ah, se, di ciascuno di noi, piccoli e grandi, all'ultimo giorno, si potesse dire come per Gesù : "È passato tra noi  facendo il bene".

 

 

LUNEDI’ 10 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO IL SIGNORE CHE REGNA NELLA PACE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: AGATONE, Santo, Papa     

Sappiamo solo che era originario della Sicilia, forse monaco, capace di parlare latino e greco. Il 27 giugno 678 fu eletto Papa. Dovette affrontare subito le dispute religiose che dividevano Roma da Costantinopoli. Egli con molta calma preparò quello che fu poi il III Concilio Ecumenico Costatinopolitano. Agatone però non vide la fine di questo Concilio perché morì il 10 gennaio 681. Agatone è ricordato dai suoi contemporanei per la gentilezza d’animo, il buon umore e la serenità. E’ considerato santo anche dalla chiesa Bizantina.

Parola di Dio: Eb 1,1-6; Sal 96; Mc 1,14-20

 

“IL TEMPO E’ COMPIUTO, IL REGNO DI DIO E’ VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO”. (Mc. 1,15)

 “Il Regno è qui, è vicino” diceva Gesù ai suoi contemporanei. Ancora più vicino è oggi secondo la sua parola.

“Ma dov’è il tuo Regno? Vedo regni terreni fondati sulla potenza, sul denaro, sulla violenza. Vedo la verità nascosta in mezzo a nugoli di menzogne, vedo l’amore degradato, vedo la giustizia fatta su misura per ricchi e potenti, vedo milioni di persone morire per fame, vedo una natura meravigliosa ma ostile... Dov’è il tuo regno di giustizia, di pace, di verità, d’amore? Anche dentro di me scopro bene e male in continua lotta, verità e menzogna che sussistono, fede e dubbi che si danno la mano, speranze uccise dalla rassegnazione"...

Non c’è bisogno di andar a cercare Dio lontano, di percorrere strade di filosofia, di saggezza… con Gesù Dio è il Dio-con-noi. Parla il nostro linguaggio, vive la nostra realtà quotidiana, conosce il nostro gioire e soffrire. Il suo regno è ben diverso da quelli terreni, non è potere ma servizio, non è condanna ma misericordia, non è contrapposizione ma fratellanza.

“Convertitevi e credete al Vangelo”. Tutto ti viene offerto gratuitamente oggi, sta però a te, uomo considerato degno di scegliere liberamente, rivolgerti verso Lui, lasciare le false sicurezze degli idoli o del pensare di salvarsi da solo e accogliere il Vangelo. Ma questa conversione ci costa, è difficile? La conversione è al Vangelo, ad una buona notizia, dunque non a un qualcosa di tetro, di pesante. Se qualche rinuncia c’è da fare è solo per ottenere una gioia più profonda, per incontrare il mio fratello Gesù che è Dio. Davvero la nostra fede non è tristezza, ma gioia!

 

 

MARTEDI’ 11 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

O SIGNORE, NOSTRO DIO, QUANTO E’ GRANDE IL TUO NOME SU TUTTA LA TERRA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: LIBERATA, Santa, Vergine Martire

Attorno alla figura di questa santa gravitano almeno tre serie di leggende una spagnola, una nordica e una italiana. Questo ci dice che un fondamento storico deve certamente esserci stato. Ricordo la leggenda spagnola che la fa figlia di Lucio Catelio Severo, governatore della provincia iberica nell’anno 122. La Madre, Celsa partorì 9 gemelle (basta anche che fossero sorelle) che in un modo o nell’altro morirono tutte martiri, qualcuno dice a causa del padre. Santa Liberata è venerata come colei che ha il potere di togliere i tristi pensieri.

Parola di Dio: Eb 2,5-12; SaI 8; Mc 1,21-28

 

"ENTRATO GESÙ DI SABATO NELLA SINAGOGA..."(Mc. 1,21)

Gesù lo fa proprio apposta: i gesti più importanti li realizza di "sabato". Penso per tanti motivi. Il sabato ricordava la gloria e il riposo del Creatore e Gesù glorifica Dio con i suoi segni. Il sabato era giorno di preghiera e Gesù ci insegna a santificarlo con l'ascolto della Parola, la preghiera e l'attuazione pratica di essa. Il sabato era diventato un insieme di norme e di riti che non erano più legge di Dio ma peso per gli uomini e Gesù vuoI riportare le cose al suo giusto posto.

In Marco Gesù, di sabato, in questa sua giornata a Cafarnao, "entra nella sinagoga" e libera un indemoniato destando meraviglia, vive nella semplicità della "casa di Pietro portandovi la gioia di una guarigione" e poi, "sulla porta" concretizza in guarigioni e aiuti la parola annunciata.

Ecco come dovrebbe essere la nostra "domenica", il giorno del Signore risorto.

E' il buongiorno di Dio e il cristiano si mette in ascolto, nella comunità, della Parola.

E' il giorno del riposo e il cristiano nella casa, nel riposo vive della gioia familiare.

E' tempo da donare e il cristiano esce dal suo guscio per portare gioia ai fratelli: è il giorno della festa, della carità in cui tutti devono godere dei doni di Dio.

Quanta differenza dai nostri: "E’ domenica: devo andare a Messa!", "Tutti gli altri giorni mi comandano gli altri, la domenica è mia e me la gestisco io!".

Quanta differenza dall'osservanza formalistica di norme perché "se no fai peccato".

Il  cristiano non è colui che deve non fare peccato, ma colui che amato da Dio, gioisce di questo e spande amore!

 

 

MERCOLEDI’ 12 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

CANTIAMO AL SIGNORE CANTI DI GIOIA, MEDITIAMO TUTTI I SUOI PRODIGI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BENEDETTO BISCOP, Santo Monaco 

Era Anglosassone, visse nel VII secolo. Dotato di notevoli qualità intellettuali e morali godeva di una posizione di rilievo alla corte del re Oswiu. Giunto però a 25 anni fece la scelta di dedicarsi alla vita religiosa. Cercava vita nascosta ma presto fu nominato abate e spesso si trovò in viaggio per adempiere ai suoi doveri nei confronti del Papa. Morì nel 690.

Parola di Dio: Eb 2,14-18; Sal 104; Mc 1,29-39

 

“GLI DISSERO: TUTTI TI CERCANO”. (Mc. 1,37)

All’inizio della vita pubblica di Gesù, tutti lo cercavano. Gesù è talmente buono, il suo insegnamento talmente diverso da quello formale degli incaricati della religione e della morale, la sua attenzione agli ultimi e ai poveri è talmente viva , i suoi miracoli così generosi ed eclatanti che i motivi per ricercarlo sono molti e per tanti. Mi chiedo se oggi sono ancora in molti quelli che cercano Gesù. Certamente ci sono dei credenti che hanno giocato e giocano ogni giorno la propria vita per Lui, ci sono anche dei ricercatori della verità che spesso approdano vicino a Gesù, ci sono altri che vorrebbero sfruttare Gesù per comprovare le proprie ideologie, ci sono molti che vanno da Gesù solo quando hanno bisogno di qualcosa… Ad esempio se oggi un parroco propone ai suoi parrocchiani sia credenti che non credenti una serie di incontri su Gesù quanti sarebbero coloro che alzerebbero la mano per aderirvi? E quanti sarebbero gioiosi di partecipare ad un gruppo che nel nome di Gesù cercasse di dare una mano magari ai più poveri?

Non è che Gesù non attiri più è invece che quel minimo (per qualcuno anche massimo) di benessere che viviamo ha addormentato le nostre necessità e molti quando hanno accontentato le esigenze del mangiare del bere e del divertirsi pensano di non aver bisogno di altro (illusi: provate a pensare quando incocciamo in una malattia o nella morte di una persona cara!). Altri poi cercherebbero Cristo ma non lo trovano rappresentato dai cristiani.

Credo che siamo noi cristiani che dobbiamo far nascere nei fratelli la voglia di cercare Gesù. Il giorno che le persone ci vedessero sempre serene anche nelle difficoltà ci chiederebbero di far loro conoscere la fonte della nostra gioia, il giorno che ci vedessero comunità unita, pronta  a condividere con gli altri le nostre cose, che ci vedessero onesti in mezzo alla disonestà, pronti a perdonare invece che vendicarci, per lo meno si chiederebbero il perché e forse qualcuno in più andrebbe a cercare Gesù per vedere se è proprio Lui che dà ai suoi amici la capacità di vivere pienamente la propria vita in tutte le situazioni. Ma spesso siamo proprio noi che per primi dovremmo ricominciare ad andare da Gesù, noi cristiani che siamo ignoranti della nostra fede, noi che andiamo a messa e dal mago, noi che siamo degli individualisti che non vogliono saperne della comunità, noi chiesa che pensiamo più alle strutture, alla difesa di quello che abbiamo piuttosto che rinnovare in Cristo il fondamento della nostra fede, noi che ci accontentiamo di formule religiose e ci dimentichiamo di Dio, noi che abbiamo imprestato a Dio il nostro brutto volto di uomini ancorati ai propri ritualismi abitudinari e che non lasciamo che sia il volto di Dio a splendere in noi. Cominciamo ad andare noi da Gesù e, sono convinto che se siamo sinceri in questo avvicinarci a Lui, tanti altri ne sentiranno il desiderio

 

GIOVEDI’ 13 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

SE TU VUOI, PUOI GUARIRMI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BERNO (o Bernone) Beato, Fondatore

Era nato in Borgogna verso l’ 850 da nobile famiglia. Si fece benedettino ad Autun. Verso l’890 fondò l’abbazia di Gigny, dalla quale partì per la fondazione della famosissima abbazia di Cluny a cui mise come abate Odone. Morì nel 927.

Parola di Dio: Eb 3,7-14; Sal 94; Mc 1,40-45

 

“IL LEBBROSO SUPPLICAVA GESU’ IN GINOCCHIO E GLI DICEVA: SE VUOI PUOI GUARIRMI”. (Mc. 1,40)

La preghiera scaturita dalla fede e dal desiderio di guarigione di questo lebbroso può farci riflettere ancora una volta sul senso e valore della preghiera.

La preghiera è come avere a disposizione un telefonino che funzioni a meraviglia e sul quale sono prepagate tutte le telefonate. Lo si può utilizzare sempre, giorno e notte, non va mai fuori campo. Quando lo usiamo il Signore capisce bene il nostro modo di esprimerci, anche i nostri balbettamenti. Egli capisce anche i sogni e le aspettative che noi non sappiamo esprimere a parole. Egli vede nel segreto di ogni cuore, Egli conosce a fondo la sorgente e la ragione delle nostre lacrime. Egli ha a cuore la povertà di tutti e di ciascuno. Pregare è dialogare con il Signore non tanto per imporgli ciò che Egli deve fare, per far valere la nostra giustizia al posto della sua, quanto piuttosto per dirgli sinceramente: “Mio Dio, io conto su Te, senza di Te non sono nulla, io non ho che Te, Tu sei la mia ragione di vita”. Pregare è dare una mano a Colui che si ama ed è lasciarsi prendere per mano da Lui e con Lui guardare avanti. Pregare è credere nell’avvenire anche nella notte delle nostre impossibilità. È tentare ancora quando tutto sembra inutile. Questo non significa che l’altro deve fare sempre e soltanto quello che vogliamo noi. Quando un bambino piange, la madre comprende ciò che gli è veramente necessario, così è anche da parte del medico che decide ciò che occorre al malato e non viceversa. Ma una cosa è certa: chi prega Dio lo trova sempre attento, mai distratto, mai occupato altrove, mai stanco di ascoltarci, mai in collera, mai chiuso davanti ai nostri peccati. Gesù invita a pregare con insistenza ed ha ragione, perché pregare così è una questione di vita o di morte. Infatti la nostra preghiera sarà valida non se sarà sempre esaudita come vorremmo ma se, dopo di essa, saremo noi ad essere cambiati e, pensando un po’ più come Dio, saremo disposti a dargli una mano. 

 

 

VENERDI’ 14 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

PROCLAMEREMO LE TUE OPERE, SIGNORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MACRINA LA ANZIANA, Santa  

Era la nonna di San Basilio, fedele discepola di San Gregorio il Taumaturgo, vescovo di Neocesarea nel Ponto Eusino, e fu la sua principale educatrice sul piano spirituale. Per sfuggire alla persecuzione di Diocleziano condusse la sua famiglia sui monti e là abitò con loro per circa 7 anni.

Parola di Dio: Eb 4,1-5.11; Sal 77; Mc 2,1-12

 

“SI RECARONO DA LUI CON UN PARALITICO PORTATO DA QUATTRO PERSONE.” (Mc. 2,3)

Ieri il Vangelo di Marco ci presentava un lebbroso che aveva deciso di andare a buttarsi in ginocchio davanti a Gesù, oggi ci presenta un'altra persona che è 'in ginocchio', anzi, inchiodata dalla paralisi. Si può stare in ginocchio e si può essere messi in ginocchio. Nel primo caso è una nostra scelta: è un atteggiamento di fede, sereno, in cui avvertiamo la nostra piccolezza, povertà, incapacità di salvarci da soli davanti all’immensità della misericordia di Dio, è riconoscere la sua perfezione e il nostro limite. La persona di fede si sente a suo agio anche in ginocchio e così riesce ad aprire meglio il suo cuore alla preghiera.

Nel secondo caso, è una costrizione, una sconfitta, un peso che opprime, che ci butta in ginocchio anche contro la nostra stessa volontà. Succede quando l’uomo non riesce più con le sue forze ad affrontare difficoltà che sembrano essere più grandi di lui, contro le quali non ce la fa, si sente sconfitto in partenza. Succede quando il dolore, la sofferenza, il fallimento, il male, hanno il sopravvento, lo schiacciano, lo fanno piegare fino a terra.

L’uomo è in ginocchio quando ha un male incurabile, quando è distrutto dal vizio, dalla droga, dalla più estenuante miseria. L’uomo è in ginocchio quando avverte di non aver più la stima degli altri, e neppure quella di se stesso, quando non si sente più amato, quando sa di essere emarginato, inutile, abbandonato alla solitudine. L’uomo è in ginocchio quando perde la persona che ama, quando si sente privato della sua libertà, travolto da un ingranaggio che lo travolge per vie perverse. L’uomo è in ginocchio quando si sente dominato dal peccato, incapace di resistergli, preso nel vortice della sua passione.

Il paralitico è così. Da solo è bloccato. Non può neppure andare da Gesù. Per fortuna ha quattro amici che mettono gambe e inventiva per lui e, quando è davanti a Gesù si sente dire, e lui, ebreo, lo comprende: “Ti sono rimessi i tuoi peccati”. Peccare in ebraico significa essere deviato, mancare l’obiettivo come una freccia che fallisce il bersaglio. Il peccatore è un uomo sviato dai suoi fini. Fatto per Dio a sua immagine e somiglianza, la menzogna del serpente gli ha messo paura e sfiducia nei suoi confronti. E fuggendo da Lui è rimasto nudo, spoglio anche di sé. Rimane creatura mancata, bloccata, paralizzata in se stessa. Ha perso la comprensione dell’amore di Dio per noi e allora il male, anche quello fisico lo domina. Ecco perché Gesù prima perdona il peccato: quando l’uomo ritrova la sua dimensione, ritrova Dio, allora può di nuovo camminare, allora la paralisi che gli impedisce di muoversi e di raggiungere Dio è vinta.

 

 

SABATO 15 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, SIGNORE, CON LA TUA PAROLA DI VITA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MAURO, Santo

Figlio di un nobile romano fu discepolo di San Benedetto nel monastero di Subiaco. Umile e buono ascoltava e obbediva. Seguì Benedetto a Montecassino. Fu poi mandato da Benedetto a fondare un monastero in Francia. Verso 70 anni rinunciò al pastorale di Abate per prepararsi santamente alla morte che giunse per lui il 15 Gennaio 584.

Parola di Dio: Eb 4,12-16; Sal 18; Mc 2,13-17

 

“NON SONO VENUTO PER CHIAMARE I GIUSTI, MA I PECCATORI”. (Mc. 2,17)

Qualche giorno fa riflettevamo sul fatto che i cristiani dovrebbero ancora e sempre andare a cercare Gesù. Ma dove? Il buon senso, l’equilibrio, la buona educazione cristiana, ci dicono che Gesù lo troviamo in Chiesa, nei suoi Sacramenti, tra i credenti riuniti nel suo nome, nel saggio e materno insegnamento della Chiesa, ed è vero. Però il Vangelo ci dice anche Gesù dobbiamo andarlo a cercare proprio nei posti dove umanamente meno ce lo aspetteremmo. Gli Ebrei si aspettavano di trovare il Messia o presso il tempio o nei luoghi del potere: era uno che doveva liberare Israele! Gesù, il Figlio di Dio nasce in una grotta di pastori, a loro si rivela; cresce in un paesino sperduto dopo aver dovuto addirittura andarsene esule da quella che era la Terra promessa, parla con i poveri e gli ultimi, va a mangiare a casa di ricchi e di poveri ma, se preferisce qualcuno sono i peccatori. E spesso oggi succede la stessa cosa. Non sempre trovi Gesù a casa dei religiosi: essi ne sanno già talmente tanto di Lui che possono farne a meno; non sempre trovi Gesù tra le cosiddette persone per bene, è facile trovare maschere di ipocrisia, ma è più facile trovare Gesù là dove c’è povertà, dove i benpensanti vedono solo il peccato, perché lui non cerca il peccato, ma ama il peccatore. E poi, siamo così sicuri di noi stessi da non sperare che Gesù venga anche da noi non perché bravi ma proprio perché abbiamo anche noi tante cose da cui essere perdonati?

 

 

DOMENICA 16 GENNAIO:   2^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DONA AI NOSTRI GIORNI LA TUA PACE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIUSEPPE TOVINI, Beato, Laico Terziario Francescano

Giuseppe Tovini nacque a Cividate Camuno, nella provincia Bresciana il 14 marzo 1841, primo di sette fratelli. Nel luglio 1859 gli muore il padre e lui si trova a 18 anni con cinque fratelli minori da mantenere, con una situazione economica disastrosa. Abbandona così l’idea di farsi missionario Si mette a lavorare presso gli studi di un avvocato e di un notaio di Lovere. Nel 1867 si trasferisce a Brescia, Il 6 gennaio 1875 si unisce in matrimonio con Emilia Corbolani, figlia del titolare dello studio dove lavora. Dalla loro unione nascono ben 10 figli. Dal 1871 al 1874 viene eletto sindaco di Cividate. Si impegna in molti campi fondando banche, giornali, ma egli fu soprattutto uomo di Dio. Muore il 16 gennaio 1897.

Parola di Dio: Is 49,3.5-6; Sal 39; 1 Cor 1,1-3; Gv 1,29-34

 

“ECCO L’AGNELLO DI DIO CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO”. (Gv 1,29)

Tre titoli vengono attribuiti a Gesù nel vangelo di oggi. Gesù è l'agnello di Dio che porta il peso del peccato (1,29), colui su cui rimane lo Spirito e battezza in Spirito (1,33), il Figlio stesso di Dio (1,34). E' un programma, quello enunciato, la scoperta strepitosa che viene data ai discepoli e a noi. Gesù è l'agnello che porta il peccato, come quello usato nel giorno della purificazione del popolo che scarica le sue colpe sul capro immolato in sacrificio per tutti, immagine prefigurata in Isaia del mite agnello condotto al macello. Rispetto alla tragedia dell'umanità, all'inquietante dilemma del male e della violenza, Dio si schiera, si esprime, si coinvolge: egli è colui che si lascia uccidere, che assume su di sé sofferenza e tenebra, che la redime, portandola. Pensiamo a questo quando soffriamo o vediamo soffrire, quando le tenebre egoistiche del nostro mondo ci porterebbero ad essere tristi e pessimisti. Egli e colui che dona lo Spirito in abbondanza, quello Spirito che permette al discepolo di accorgersi di Dio, che lo mette in sintonia. Fede che non è sforzo ma scoperta, non conquista ma abbandono, lasciando che lo Spirito che dà vita ad ogni cosa ci apra,finalmente, lo sguardo dentro. Egli è, infine, il "figlio di Dio"; non un grande uomo, non un profeta, non un uomo di tenerezza e compassione, ma la presenza stessa di Dio. Non c'è mediazione su questo, non sofismi e ragionamenti: la comunità primitiva crede che Gesù di Nazareth, potente in parole ed opere, non sia solo ispirato da Dio, ma parli con le parole stesse di Dio poiché in lui abita la presenza stessa del Verbo di Dio. Dio è accessibile, amici, visibile, chiaro, manifesto, incontrabile, si racconta, si spiega, si dice, si rivela. Lo accoglieremo? O continueremo ad accarezzare e celebrare un dio più approssimativo e simile alle nostre segrete immagini di lui? Questo è ciò in cui crede la comunità di Giovanni. Così come Isaia sogna la comunità di Israele non più chiusa in se stessa intenta a proteggersi, ma aperta all'annuncio del vero volto di Dio alle nazioni straniere, così come Paolo augura ai cristiani di Corinto, città delirante e violenta, di essere santi perché santificati da Cristo, anche noi siamo chiamati a dare testimonianza al Figlio di Dio. Non più stanche comunità che stentano ad assolvere ai compiti istituzionali, ma gruppi di cristiani riempiti dalla luce, testimoni credibili come il Battista e il suo discepolo Giovanni.

 

LUNEDI’ 17 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O CRISTO, SEI L’UNICO SOMMO SACERDOTE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ROSELINA DI VILLENEUVE, Santa 

Il nome di questa ragazza francese sembra derivare da un miracolo successo nella sua infanzia. Mentre portava del cibo ai poveri il padre le chiese che cosa nascondesse nel grembiule. Lei rispose: “Fiori!”. Poi aperto l’indumento mostrò un mazzo di rose. Fu monaca e anche amata priora del suo convento. Morì il 17 gennaio 1329.

Parola di Dio: Eb 5,1-10; Sal 109: Mc 2,18-22

 

“NESSUNO VERSAVINO NUOVO IN OTRI VECCHI ALTRIMENTI IL VINO NUOVO SPACCHERA’ GLI OTRI”. (Mc. 2,22)

Questo vino spumeggiante e gli otri vecchi mi hanno sempre fatto pensare. Gesù è il vino spumeggiante e noi spesso siamo gli otri vecchi. Allora oggi, a titolo provocatorio per voi e per me vi offro una riflessione di un certo Fratel Jeremiah non meglio identificato:

“Se potessi rivivere la mia vita, cercherei di fare più errori. Cercherei di rilassarmi, di scaldarmi i muscoli. Sarei più sciocco di quanto non sia stato in questo viaggio. Ci sono pochissime cose che prenderei seriamente. Mi sposterei di più, scalerei più montagne, nuoterei in più fiumi e starei a guardare più tramonti. Cercherei di camminare di più e di guardarmi in giro con maggior attenzione. Cercherei di avere più problemi reali piuttosto che pochi ed immaginari. Vedete, sono una di quelle persone che ha sempre vissuto in modo protetto e assennato: ho vissuto con giudizio, ora dopo ora, giorno dopo giorno. Certo anch’io ho avuto i miei momenti: e se tornassi indietro cercherei di averne di più. A dire il vero, non vorrei altro. Solo momenti, uno dopo l’altro, anziché vivere ogni giorno pensando agli anni a venire. Sono stato uno di quelli che non vanno da nessuna parte senza un termometro, una borsa per l’acqua calda, un collutorio, un impermeabile… Se dovessi ripartire da capo, andrei più in giro, viaggerei più leggero di come ho fatto.

Se dovessi rivivere la mia vita da capo, salirei su più giostre  e coglierei più margherite.”

 

 

MARTEDI’ 18 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU, SIGNORE, SEI IL DIO FEDELE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: PRISCA, Santa, Martire

Una delle grandi Basiliche di Roma celebra Santa Prisca, martire. Non abbiamo notizie storiche fondate su questa santa se non che mise la sua casa a disposizione dei primi cristiani. Racconti tradizionali, invece, ce la presentano come la prima santa occidentale, in ordine di tempo, ad essere stata martirizzata. Sarebbe infatti stata battezzata dallo stesso S. Pietro all’età di 13 anni e poco dopo avrebbe subito il martirio.

Parola di Dio: Eb 6,10-20; Sal 110; Mc 2,23-28

 

“IL SABATO E’ STATO FATTO PER L’UOMO E NON L’UOMO PER IL SABATO”. (Mc. 2,27)

Qualcuno dice che Gesù sia stato sempre molto duro con i farisei. Certamente Gesù ama ogni persona ma vedeva in essi coloro che gli erano nemici per principio preso, per una visione religiosa ottusa e voleva aiutarli a liberarsi dalle pastoie della legge a cui essi stessi, per salvaguardare la propria purezza, si erano legati e sottomessi.

Ogni volta che la vera fede e la pratica religiosa sono in calo più aumentano le norme religiose e si complicano le leggi. Anche cogliere qualche spiga matura nei campi da parte dei discepoli diventa agli occhi indagatori dei farisei motivo  di critica. Gesù vuole riportare alla vera libertà i figli di Dio e cerca allora di aiutarli a leggere anche la storia dell’Antico Testamento con gli occhi della fede vera: il sabato non è una imposizione di Dio è la gioia di vivere in comunione con Dio ricordando e rinnovando quanto il sabato propone. Se volete, in termini molto banali non è oggi mettersi a discutere se di domenica i negozi possano o no essere aperti, se è peccato o meno, è questione di riscoprire come cristiani la domenica come il giorno della risurrezione di Cristo e della nostra liberazione, come giorno di riposo e di recupero di valore e di gesti che il tempo della settimana ci impedisce. Quando si sono obbligati i cristiani alla messa domenicale sotto pena di peccato mortale purtroppo li si è abituati a compiere un gesto per paura e per tenersi buono Dio ma spesso non li si è affatto aiutati a scoprire l’Eucaristia come dono. Se ho capito che cos’è l’Eucaristia non andrò a Messa la domenica perché è obbligatorio andarci, ma sentirò il desiderio di partecipare e di vivere con i miei fratelli questo dono così prezioso. Gesù dunque, tutt’altro che imporci nuove norme, viene a liberare i farisei e noi da tutte quelle forme di legalismo che ci rendono schiavi e che spesso ci impediscono di vedere la bellezza e la gioia della nostra religione.

 

 

MERCOLEDI’ 19 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

LODE A TE, O CRISTO, RE DI GIUSTIZIA E DI PACE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ARSENIO DI CORFU’, Santo, Vescovo  

Nacque a Betania, presso Gerusalemme, al tempo di Basilio I il Macedone (867-886). Fu eletto vescovo di Corfù. Recatosi a Costantinopoli per difendere presso Costantino VII Porfirogenito le ragioni dei notabili della sua isola, nel viaggio di ritorno si ammalò gravemente e morì presso Corinto.

Parola di Dio: Eb 7,1 -3.15-17; Sal 109; Mc 3,1-6

 

“E GESU’ DISSE ALL’UOMO DALLA MANO INARIDITA: METTITI NEL MEZZO”. (Mc. 3,3)

Quando si mettono insieme ipocrisia e grettezza in personaggi che si credono religiosi o che pensano di avere un minimo di potere, in questo campo si arriva a colmi come questo: Gesù che guarisce di sabato un malato e i farisei che proprio per questo congiurano di farlo morire. Eppure basterebbe solamente ascoltare la Bibbia. Il sabato ricorda la creazione e tutto quello che “Dio ha fatto bene”. Qui c’è un malato, cioè uno che non gusta appieno la bellezza e la grandezza della creazione. Che cosa è più importante mettere “al centro”, “nel mezzo”, la questione di “non lavorare” facendo un miracolo o il malato?

Gesù è venuto per portare la vita e mette al centro il malato. A lui importa la persona prima della sterile norma e con questo gesto accetta la sfida dei suoi avversari, vuole aiutarli a venir fuori dalla loro visione gretta vuole ridare vita con una testimonianza nuova a tutto ciò che sterile, arido in loro, più arido della mano del malato. Ma neanche l’evidenza del miracolo riesce a smuovere i cuori dei farisei.

Spesso anche in mezzo a noi (e facciamoci un esame di coscienza per capire se non siamo anche noi in mezzo a loro) circolano persone malate di ipocrisia o di grettezza puerile che vorrebbero ritornare a norme precise e chiare, legulei che vorrebbero trasformare le nostre comunità in eserciti. Facciamo attenzione a queste persone che spesso sono il danno più grave che la religione della libertà e dell’amore può avere.

 

 

GIOVEDI’ 20 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O GESU’ HAI VINTO LA MORTE ED HAI FATTO SPLENDERE LA VITA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: FABIANO, Santo, Papa

Fabiano era un laico, cristiano. Pro­prio per la sua fede e la sua carità, da laico fu eletto direttamente papa nel 236. Fu un “buon successore di Pietro” e suggellò il suo servizio alla Chiesa con il martirio: rese coraggiosamente testimonianza al Cristo durante la persecuzione di Decio, nell’anno 250.

Parola di Dio: Eb 7,25-8,6; Sal 39; Mc 3.7-12

 

“GLI SPIRITI IMMONDI QUANDO LO VEDEVANO GLI SI GETTAVANO AI PIEDI GRIDANDO: TU SEI IL FIGLIO DI DIO”.

(Mc. 3,11)

“Figlio di una semplice donna, era nato in un oscuro villaggio. Crebbe in un altro villaggio dove lavorò come falegname fino a trent’anni. Poi per tre anni girò la sua terra predicando. Non scisse mai un libro. Non ottenne mai una carica pubblica. Non ebbe mai né una famiglia né una casa propria. Non frequentò l’università, non si allontanò più di duecento chilometri da dove era nato. Non fece nessuna di quelle cose che di solito si associano al successo.

Aveva solo trentatré anni quando l’opinione pubblica gli si rivoltò contro. I suoi amici fuggirono. Fu venduto ai suoi nemici e subì un processo che era una farsa. Fu inchiodato a una croce in mezzo a due ladri. Mentre stava morendo i suoi carnefici si giocavano a dadi le sue vesti che erano l’unica proprietà che avesse in terra. Quando morì venne deposto in un sepolcro messo a disposizione di un amico mosso a pietà.

Sono trascorsi diciannove secoli ed Egli è la figura centrale della storia dell’umanità. Neppure gli eserciti che hanno marciato, le flotte che sono salpate, i parlamenti che si sono riuniti, i re che hanno regnato, messi tutti assieme hanno influenzato la vita dell’uomo sulla terra quanto quell’Unica Vita regalata per Amore” (autore ignoto)

 

 

VENERDI’ 21 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

LE TUE VIE, SIGNORE, SONO VERITA’ E VITA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: FRUTTUOSO, Santo, Vescovo 

Fu Vescovo in Spagna, a Tarragona e venne arrestato il 16 gennaio del 259 nella persecuzione di Valeriano. Ammise la sua fede, il suo essere Vescovo cristiano, il suo diritto e dovere di pregare per tutta la Chiesa. Venne condannato e bruciato vivo.

Parola di Dio: Eb 8,6-13; Sal 84; Mc 3,13-19

 

“GESU’ SALI’ SUL MONTE E CHIAMO’ A SE QUELLI CHE EGLI VOLLE ED ESSI ANDARONO DA LUI”.  (Mc. 3,13)

Per Gesù il monte è il luogo della preghiera, quello della Trasfigurazione ma anche quello della donazione totale. Gesù è sul monte a pregare per coloro che dovranno essere i suoi discepoli ma vuole anche subito che essi siano sul monte con Lui. Ogni chiamata divina implica sempre una salita. Bisogna incontrare Gesù nella preghiera, bisogna fare esperienza personale di Lui, bisogna cominciare a salire con Lui anche verso il monte della immolazione.

Seguire Cristo significa imitare Cristo, diventare in tutto come Lui. Certo questo non è facile e non è neanche immediato. Quando il Signore espliciterà meglio la sua missione e l’immagine del monte assumerà i lineamenti del monte della croce, gli apostoli saranno presi dallo spavento, saranno protagonisti di rinnegamento e fughe. Dovranno partecipare ad una cena speciale, vederlo risorto ed essere colmati dalla luce dello Spirito Santo per avere la forza di accettare la missione ed essere anch’essi disposti al martirio.

Anche per noi c’è una chiamata. Ci sono tra noi sacerdoti, religiosi, consacrati chiamati a seguire Cristo ministerialmente, ci sono laici e laiche chiamati a vivere il Vangelo in famiglia, nel posto di lavoro. In ogni caso sappiamo che il nostro nome è nel cuore del Signore, che anche noi siamo chiamati prima di tutto a fare esperienza di Lui e che poi siamo chiamati come Lui a rendere testimonianza anche nel momenti di difficoltà e di prova. E non spaventiamoci se ci sentiamo ancora deboli, spesso incapaci, se qualche volta fuggiamo le nostre responsabilità. Davanti a Gesù contano poco gli errori e neanche i peccati, conta il desiderio di ripartire sempre dietro la sua voce che chiama.

 

 

SABATO 22 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

APRI, SIGNORE, IL NOSTRO CUORE E COMPRENDEREMO LE PAROLE DEL TUO FIGLIO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: VINCENZO, Santo, Martire

Nato a Huesca (Spagna) essendo buono, colto, eloquente, fu scelto dal Vescovo di Saragozza come suo coadiutore nella predicazione del Vangelo. Durante la persecuzione di Diocleziano fu arrestato ma anche prigioniero continuò a predicare. Sopportando atroci sofferenze, nel 304, a Saragozza, Vincenzo si dimostrò degno del suo nome, che significa “vincitore”.

Parola di Dio: Eb 9,2-3.11-14; Sal 46; Mc 3,20-21

 

“ALLORA I SUOI, SENTITO QUESTO, USCIRONO PER ANDARE A PRENDERLO POICHE’ DICEVANO: E’ FUORI DI SE’” .

(Mc. 3,21)

Gesù aveva detto: "Se vorrete essere fedeli alla mia parola incontrerete difficoltà perfino nella vostra famiglia, tra i vostri parenti". Gesù sperimenta questo nella sua vita. I suoi familiari, gli danno del pazzo, vogliono riportarlo a più miti consigli, "per il suo bene", vogliono distoglierlo dalla sua missione troppo pericolosa. Quante volte è successa la stessa cosa nella vita dei santi! Quante vocazioni ostacolate perché "C’è qualcosa di meglio per te nella vita!". Quanto bene interrotto perché "non bisogna esagerare". Quante persone fatte passare per "matte" solo perché l'amore di Dio le spingeva a compiere cose che altri non avrebbero mai fatto.

Quante speranze, quanti progetti sono stati uccisi dal “buon senso” che è sempre pronto, nel nome di un presunto amore, a tarpare le ali, a ricondurre all’ordine costituito, al ridurre il tutto ad una piatta terribile. E i nemici del nuovo, dell’apertura, della fantasia non c’è bisogno di cercarli lontano: sono proprio i tuoi.

Lo sapete quale è il nemico più grande del cristianesimo? Sono i cristiani! I cristiani dell’abitudine, quelli che hanno ridotto Dio ad un rito, quelli del compromesso tra morale cristiana e morale del mondo, quelli che hanno fatto della fede una questione di religione, quelli che non sanno sorridere e gioire perché davvero contenti della buona novella di Gesù, i conformisti del buon senso che non sono capaci di un lampo di fantasia nella carità… quelli che quando vedono uno che canta sopra le righe, fuori del coro, nel nome del buon senso “uscirono per andare a prenderlo poiché dicevano: E’ fuori di sé”.

 

 

DOMENICA 23 GENNAIO:   3^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SEI MIA LUCE E MIA SALVEZZA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BENEDETTA BIANCHI PORRO, Venerabile

Nacque a Davadola, vicino a Forlì l’8 Agosto 1936. Appena nata s’ammala di poliomielite. Nell’ottobre del ‘53 si trasferisce a Milano per frequentare l’università: sceglie Medicina. È convinta che la sua vocazione sia quella di dedicarsi agli altri come medico, ma la malattia avanza inesorabilmente. Una lunga via crucis di interventi chirurgici, fino alla diagnosi che lei stessa formulerà per prima: neurofibromatosi diffusa o morbo di Recklinghausen. Un morbo rarissimo che la priva della vista e dell’udito, del gusto e dell’odorato immobilizzandola in un letto. La sua cameretta diventa un crocevia di vite e il suo letto un altare attorno al quale si crea uno straordinario cenacolo d’amore. Benedetta si spegne a soli 27 anni, il 23 gennaio 1964.

Parola di Dio: Is 8,23—9,3; Sal 26; 1 Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23

 

“GESÙ DISSE LORO: SEGUITEMI, VI FARO' PESCATORI DI UOMINI”.(Mt. 4,19)

Che cosa può succedere sulle rive di un lago, tra un gruppo di pescatori? Nulla di straordinario, al di là della vita di ogni giorno. Eppure proprio tra quelle barche, tra quegli uomini comuni passa Gesù e arriva una chiamata che cambia la vita di Andrea e dei suoi compagni.

Quando, ragazzino, sentivo parlare di vocazione mi immaginavo la chiamata in modo solenne, almeno come quella di Mosè, davanti ad un roveto ardente, o quella di Samuele con tanto di voce che ti parla, all’interno del tempio, e con te, eroe, che puoi rispondere: “Eccomi, sono pronto a dare la vita per te”.

Invece Gesù chiama nella quotidianità. Non ci sono tuoni e lampi, non c’è nep­pure la sicurezza umana di conoscere del tutto Colui che ti chiama o l’eroicità di una risposta. Non capisci nep­pure che cosa voglia chiederti, dicendo: “Ti farò pescatore di uomini”. Eppure anche oggi c’è Lui con il mistero e il fascino della sua persona e delle sue parole. C’è Lui che non bada troppo al fatto se le tue mani sono pulite. C’è Lui che chiamandoti ti dice che si fida di te.

Ti accorgerai, oggi, di Gesù che passa e chiama? Riuscirai ad abbandonare almeno qualcuna delle reti che ti tengono legato? Proverai anche tu il desiderio e la gioia, come Andrea di andare a dire a qualcun altro: “Guarda che ho incontrato il Messia”?

 

 

LUNEDI’ 24 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

CANTIAMO A TE, SIGNORE, UN CANTO NUOVO PERCHE’ HAI FATTO MERAVIGLIE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: FELICIANO DA FOLIGNO, Vescovo  

Era nato a “Forum Flamini” in Tuscia. Studiò a Roma intorno al 160 e poi tornò nelle sue terre a predicare. Lì fu eletto vescovo di Foligno. La sua predicazione toccò quasi tutta l’Umbria. Fu vescovo per 56 anni e morì (non si è sicuri se martire anche lui) amareggiato dalle persecuzioni di Decio. Aveva 94 anni.

Parola di Dio: Eb 9,15.24-28; Sal 97; Mc 3,22-30

 

“GLI SCRIBI DICEVANO: COSTUI E’ POSSEDUTO DA BEELZEBUL E SCACCIA I DEMONI PER MEZZO DEL PRINCIPE DEI DEMONI” (Mc. 3,22)

Quando una persona è presa di mira è facile che tutti si accaniscono contro di lei. Gesù questa volta è attaccato dagli scribi che lo definiscono posseduto dal principe dei demoni nel nome del quale scaccia gli altri demoni. Non c’è nessuno più cieco di chi non vuol vedere e si lascia portare dai propri preconcetti confondendo lo spirito di Dio con quello del maligno. E’ questo quel famoso peccato contro lo Spirito santo che Gesù definisce imperdonabile: si stravolge il significato delle cose, si prendono le grazie di Dio per opera del demonio e ci si rende quindi impermeabili all’opera della salvezza. Se poi tutto questo è supportato da una falsa religiosità davvero Dio che ci rispetta anche nei nostri errori non può più far niente perché ogni porta è chiusa a Lui. Gesù non opera per il nostro male ma per il nostro bene, Gesù non ci lega come fa il diavolo ma ci libera, Dio non è il Dio esattore di tasse ma il Dio che dona fino all’estremo dono di se stesso, non siamo noi con le nostre povere opere di religione che ci salviamo ma è Lui che gratuitamente nonostante i nostri peccati ci ama e si fida ancora di noi dopo averci perdonati. Dobbiamo avere questa apertura a Dio, dobbiamo fidarci di Lui, abbandonarci alla sua volontà. Nel nome di Cristo con il quale siamo stati segnati nel battesimo e nel nome del quale ci facciamo il segno di croce ogni giorno noi ci affidiamo a Lui. In quel nome sta la nostra forza: “Qualunque cosa chiederete nel mio nome io la farò”.

 

 

MARTEDI’ 25 GENNAIO:   CONVERSIONE DI SAN PAOLO

Una scheggia di preghiera:

 

CONVERTI, SIGNORE, IL NOSTRO CUORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ELVIRA, Santa, Vergine e martire

La tradizione ha sempre ricordato questa santa martire, però di lei non esistono notizie storiche certe e non compare neppure nel martirologio Romano

Parola di Dio: At 22,3-16 opp. At 9,1-22; SaI 116; Mc 16,15-18

 

“PREDICATE IL VANGELO AD OGNI CREATURA: CHI CREDERA’ E SARA’ BATTEZZATO SARA’ SALVO”.  (Mc 16,16)

Oggi festeggiamo la conversione di un grande personaggio: Paolo di Tarso che da persecutore, come ci ha raccontato lui stesso, diventa annunciatore del cristianesimo, una conversione che ha segnato la strada sulla quale si sono immessi dopo di lui tante altre persone che, come lui, essendo prima dichiaratamente contrari a Gesù e alla fede, hanno poi ritrovato per Grazia di Dio la strada del ritorno. E quante volte anche noi dopo esserci allontanati da Dio con il peccato abbiamo sentito il bisogno di ritornare verso la fonte del senso pieno del nostro vivere. Dunque anche noi oggi possiamo festeggiare con Paolo e dire con Lui quanto sia grande la misericordia del Signore che viene a cercarci mentre impettiti a cavallo del nostro egoismo pensiamo addirittura di liberarci di Lui e di salvarci unicamente con le nostre forze. Benedetto Gesù che parecchie volte ci ha fatto sperimentare la bassezza e il buio della nostra caduta ma che con misericordia ci ha rialzati. Ma Paolo ci insegna anche un’altra cosa: spesso il Signore dopo la chiamata e il nostro gioioso ritorno ci sollecita ad un impegno e ad una missione speciale. Paolo sentirà imperioso il comando del Signore ad andare in tutto il mondo a predicare il vangelo ad ogni creatura e così farà anche Pietro dopo aver ricevuto il perdono di Gesù, dunque anche a noi che beneficiamo del perdono di Gesù l’impegno di annunciare la sua misericordia ai fratelli.

 

 

MERCOLEDI’ 26 GENNAIO SANTI TITO E TIMOTEO

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O GESU’, SEI LA LUCE GIOIOSA DELLA GLORIA DEL PADRE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ALBERICO DI CITEAUX, Santo Abate

Non abbiamo notizie di lui prima di ritrovarlo con Alberto di Molesne in un gruppo di persone che cercavano per esprimere la propria fede e preghiera, la vita solitaria. Fondarono il monastero di Molesne, ma a causa di dissidi dovettero andarsene prima l’uno e poi l’altro. Fondarono un nuovo monastero a Citeaux e Alberico volle che questo nuovo monastero fosse consacrato alla Madonna. Morì il 26 Gennaio 1108.

Parola di Dio: 2 Tm 1,1-8 opp. Tt 1.1.5; Sal 88; Lc 22,24-30

 

“VOI SIETE QUELLI CHE AVETE PERSEVERATO CON ME NELLE MIE PROVE, E IO PREPARO PER VOI UN REGNO, perché POSSIATE MANGIARE E BERE ALLA MIA MENSA”. (LC. 22,28-30)

Un pastore, medico missionario aveva trascorso quarant’anni della sua vita curando malati e amministrando Sacramenti nei villaggi poveri dell’Africa. Alla fine decise di andare in pensione. Telegrafò che sarebbe tornato per nave e comunicò la data e l’ora del suo ritorno.

Mentre attraversava l’Atlantico , ripensò a tutto il tempo che aveva passato a curare quella povera gente, sia nel corpo che nello spirito. Poi i suoi pensieri corsero avanti, alla grande festa che pensava si stesse preparando per lui in America, visto che non aveva mai rimesso piede in patria per tutti quegli anni.

Mentre la nave entrava in porto, il cuore del vecchio si riempì d’orgoglio scorgendo sul molo il comitato di benvenuto: una grande folla di gente si era riunita e c’era un enorme striscione con la scritta: “Bentornato a casa”.

Quando l’uomo scese dalla nave sulla banchina aspettandosi una grande ovazione, il suo cuore mancò un battito per la delusione. All’improvviso si era reso conto che tutte quelle persone non erano lì per lui ma per una star del cinema che era a bordo della sua stessa nave. Aspettò pieno di tormento, con l’animo spezzato. Nessuno era venuto ad accoglierlo. Quando la folla si disperse il vecchio rimase lì da solo.

Sollevando il viso verso il cielo pronunciò queste parole: “Oh Dio, dopo aver dedicato tutti questi anni ai miei fratelli, era troppo chiedere che almeno una persona, solo una, fosse qui a darmi il benvenuto?”.

Nella tranquillità del suo cuore gli sembrò di udire la voce di Dio che sussurrava: “Non sei ancora a casa. Quando verrai nella mia casa, allora sarai il benvenuto”.

 

 

GIOVEDI’ 27 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

LAMPADA PER I MIEI PASSI E’ LA TUA PAROLA, O SIGNORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: LUPO, Santo, Vescovo 

Sappiamo che Lupo, del VI secolo fu Vescovo a Chalon sur Saone. Era stato prima monaco a Saint Pierre di Chalon e poi abate. Fu portatore di grande carità, intercedeva volentieri per i condannati. La sua vita fu contrassegnata da miracoli. Si sa solamente che morì il 27 gennaio, ma non si sa di quale anno,

Parola di Dio: Eb 10,19-25; SaI 23; Mc 4,21-25

 

“LA LAMPADA SI PORTA PER METTERLA SUL LUCERNIERE”. (Mc. 4,21)

Ciò che risplende, di sua natura si diffonde, se non viene volutamente nascosto. Gesù è la luce del mondo quindi la sua luce continua a diffondersi tra di noi e nel mondo intero. Gesù però vuole servirsi di noi, ci fa suoi collaboratori nella diffusione del suo Regno, quindi anche noi abbiamo la responsabilità di lasciare che la luce di Cristo che è in noi illumini i nostri fratelli. Per questo la luce di Cristo non solo non va nascosta ma messa in mostra. Questo richiede non solo che noi diciamo a parole la nostra fede ma soprattutto che siamo limpidi nel mostrarla, che la nostra vita traspaia quanto crediamo; occorre quindi verità, sincerità, coerenza, credibilità. Ogni forma di inganno o di sotterfugio deve essere bandito dall’esistenza del cristiano perché come ci ha detto Gesù: “Non c’è nulla di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce”.

E qual è la luce che maggiormente dovremmo riflettere? E’ lasciar trasparire la gioia di aver conosciuto e sperimentato la misericordia di Dio, di aver incontrato un Padre buono, di aver sperimentato l’amore di Gesù, di esserci lasciati costruire dalla sapienza dello Spirito. Ecco allora che la luce di Gesù e la nostra piccola candela che si consuma regalando però luce, diventano la stessa cosa ed altri potranno uscire dalle tenebre e vivere nella luce di Cristo.

 

VENERDI’ 28 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI, SIGNORE, IN TE SPERIAMO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: PIETRO NOLASCO, Santo   

Nacque in Mas Saintes Puelles, nella Francia, verso il 1180. Ancora giovane si stabilì a Barcellona dedicandosi alle opere di misericordia e, insieme ad altri giovani, alla liberazione degli schiavi. Per ispirazione della Madonna, il 10 agosto 1218, fondò l'Ordine della Vergine Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi. Organizzò tale opera anche con l'aiuto di confraternite laiche. Realizzò varie redenzioni, disposto a dare perfino la vita per liberare gli schiavi in pericolo di perdere la fede. Esempio eroico di carità verso il prossimo, morì il 13 maggio del 1249.

Parola di Dio: Eb 10,32-39; SaI 36; Mc 4,26-34

 

“IL REGNO DI DIO E’ COME UN GRANELLINO DI SENAPA CHE QUANDO E’ SEMINATO E’ IL PIU' PICCOLO DI TUTTI I SEMI”. (Mc. 4,31)

La fecondità dei semi di Dio è misteriosamente nascosta, non vi è nulla di appariscente e di clamorosamente visibile. E solo l’occhio della fede che ci svela qualche frutto, che ci aiuta a comprendere ma ai nostri occhi il mistero non è mai completamente chiaro. Ai nostri occhi tutto sembra sempre molto piccolo, sembra che i granellini di Dio sparsi per il mondo, siano inadeguati a confronto con le nostre attese e le nostre smanie di grandezza. Qualche volta poi appena germogliati vorremmo quasi metterci a tirarli per vederli crescere in fretta. Noi viviamo nell’epoca del tutto e subito. Dio invece vede il nostro tempo in chiave di eternità. A noi poi è dato solo di seminare i doni di Dio neanche di vedere l’epoca della mietitura o della raccolta dei frutti. Ci sfuggono poi i criteri per valutare la crescita  del  Regno. Le misure di Dio infatti non corrispondono alle nostre.

Ma tutto questo anziché svilirci o farci diventare pessimisti dovrebbe far nascere in noi una grande fiducia e una grande speranza. Se i semi fossero solo nostri, se a noi soli fosse affidata la vigna insomma, se tutto dipendesse da noi: che guaio! Conosciamo bene i nostri limiti e se non li conoscessimo basta leggere la storia nostra e della Chiesa! Grazie al cielo i semi sono suoi, il vignaiolo è Lui, il Regno è suo e Lui è Dio! Io devo offrirgli la mia collaborazione, mettercela tutta ma poi abbandonarmi con fiducia a colui che con i suoi tempi e con la sua sapienza fa crescere e raccoglierà.

 

 

SABATO 29 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO SEI TU, SIGNORE: HAI ADEMPIUTO LA TUA PROMESSA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: COSTANZO, Santo, Vescovo e Martire  

Costanzo è vissuto nel II secolo a Perugia di cui è patrono. Sappiamo pochissimo di lui. Certamente a soli 30 anni fu Vescovo di Perugia e affrontò con coraggio la persecuzione. Fu lungamente torturato e poi decapitato verso l’anno 178.

Parola di Dio: Eb 11,1-2.8.19; Cant da Lc 1,68-75; Mc 4,35-41

 

“GESU’ DISSE AI DISCEPOLI: PASSIAMO ALL’ALTRA RIVA”. (Mc. 4,35)

Forse vi sembrerà una riflessione stana quella di oggi, ma vorrei fermarmi con voi a pensare proprio all’invito di Gesù di “passare all’altra riva”. Non è forse vero che stiamo ancora constatando, dopo secoli di storia, quanto sia facile arroccarci sulle nostre posizioni anche religiose, quanto sia facile creare steccati e muri di divisione anche tra credenti? Gesù ci invita a valicare i confini e a remare insieme ad altre barche. Bisogna affrontare insieme i rischi della traversata della vita quando la meta è comune. Quando poi, come spesso accade si solleva la tempesta del vento e i marosi diventano forti, sarà lo stesso Signore a sgridare i venti e a imporre al mare di tacere e di calmarsi. E anche gli occupanti delle altre barche godranno dello stesso prodigio anche se non hanno Gesù con sé.

Se sapessimo superare le divisioni, se sapessimo guardare il molto che ognuno ha, senza invidie assurde, se sapessimo gioire per la varietà dei doni invece di litigare, di far sorgere marosi che rischiano di buttarci tutti a mare, invece di voler difendere “il nostro Dio” a tutti i costi, quanto cammino in più farebbero i cristiani! E saremmo nella piena volontà di Cristo che ci vuole uniti nel suo nome non tanto per difendere una bandiera ma per testimoniare una fede!

 

 

DOMENICA 30 GENNAIO:    4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI DI AMARE I NOSTRI FRATELLI NELLA CARITA’ DEL CRISTO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARTINA, Santa, Martire 

Era nata all’inizio del terzo secolo. Rimase presto orfana e in possesso di una notevole sostanza economica che con generosità cominciò a distribuire ai poveri. Denunciata come cristiana, non si tirò indietro neanche davanti alle più atroci torture. Alla fine fu decapitata.

Parola di Dio: Sof 2,3;3,12-13; Sal 145; 1 Cor 1,26-31; Mt5,1-12

 

“BEATI GLI AFFLITTI PERCHE’ SARANNO CONSOLATI”. (Mt. 5,4)

Tutti noi, nella vita abbiamo incontrato la sofferenza. Le lacrime sono eredità di tutti. Ogni vita umana è attraversata prima o poi dal torrente del dolore e se si vuole andare avanti ci si deve bagnare in esso.

Ma il dolore può uccidere, annebbiare oppure illuminare, redimere.

Le lacrime si possono sciupare, versare a terra, e diventano fango o volgerle al cielo per farle brillare come perle al sole.

Gesù, rivolgendo questa parola agli afflitti, non ha in mente una categoria particolare di sofferenti. Lui, l’uomo della sofferenza, pensa a chiunque pena, sia adulto o bambino, uomo o donna, di qualsiasi razza e latitudine, per qualsiasi causa soffra, sia per una disgrazia, una calamità, una malattia, la perdita di una persona cara o di beni materiali o della stima, pensa alle delusioni, alle angosce mute del cuore…

Gesù pensa a tutti e pensa anche alle mie e alle tue sofferenze, e ci dice che di esse possiamo già essere consolati fin da adesso se sappiamo accettarle come le ha accolte Lui. Se tu “prendi la tua croce” come Lui, Dio te la rende leggera, senti che puoi portarla. C’è una forza in te che non è da te, viene da Lui.

La religione non vuole addormentarci davanti al dolore; noi dobbiamo reagire ad esso, dobbiamo combatterlo. Ma, nonostante tutto le sofferenze possono permanere. Allora, se noi le accogliamo come Lui, come mezzo di redenzione c’è davvero un nuovo vigore che ci aiuta a portare le prove della vita e ad aiutare anche gli altri nelle loro pene.

 

 

LUNEDI’ 31 GENNAIO

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PRESENZA, SIGNORE, CI COLMA DI GIOIA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIMIGNANO, Santo, Vescovo

Era un uomo di preghiera. Quando a Modena nel 324 morì il Vescovo, egli fuggì, ma vennero a cercarlo e lo elessero Vescovo di questa città. Fu un grande pastore che amò il suo gregge e in tempi difficili fu segno per tutti,  credenti e no, nella difesa dei diritti dei poveri.

Parola di Dio: Eb 11,32-40; Sal 30; Mc 5,1-20

 

“ESCI SPIRITO IMMONDO DA QUEST’UOMO”. (Mc. 5,8)

Cerchiamo, attraverso la ripresa di alcuni punti, di cogliere i tanti significati di questo racconto di non facile comprensione offertoci dal vangelo di oggi.

Prima di tutto l’episodio si svolge in territorio pagano e questo sta ad indicarci che nessuno è escluso dal messaggio della salvezza e dall’opera misericordiosa di Gesù.

I demoni si rivelano tanti: anche oggi il male si presenta con mille volti e tentazione diverse anche se la sostanza è una sola, quella di dividerci da Dio.

I demoni riconoscono Gesù come Figlio di Dio. Noi invece spesso facciamo fatica a riconoscerlo tale. Non sarà forse perché a forza di dire: “che male c’è?” abbiamo perso il senso del male e di conseguenza anche del Bene?

I diavoli chiedono di essere trasferiti in un branco di porci. Viene da pensare che esistano luoghi prediletti da Satana, che abbia i suoi inferni anche in questo mondo, specialmente dove il male dilaga, dove è accettato e vissuto come stile di vita, dove nessuno gli è contrario, dove può prendervi stabile dimora.

Ma anche nei maiali la presenza del male è devastante e il male approfitta di loro per creare altro male: i mandriani avvertono i padroni dell’accaduto e questi invece di considerare l’intervento salvifico di Gesù calcolano il danno economico subito e invitano Gesù ad andare via. Capita ancora: le cose di questo mondo spesso hanno la prevalenza su Cristo.

Solo l’indemoniato guarito si mostra grato e anche se Gesù non gli permette di seguirlo gli dà l’incarico di essere annunciato tra i suoi in terra pagana di quanto ha ricevuto dalla misericordia di Dio. E Gesù non dà forse anche a noi l’incarico di essere “tra i nostri” testimoni del suo amore e della sua misericordia?

     
     
 

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