SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di don Franco LOCCI
GIUGNO 2004
MARTEDI’
1 GIUGNO (riprende la 9^ settimana del Tempo Ordinario)
Una
scheggia di preghiera:
A
CRISTO LA GLORIA ORA E NEL GIORNO DELL’ETERNITA’
Tra i santi di oggi ricordiamo: ABACHIRION, Santo, Martire
Sembra fosse originario della città di Antinopolis sul corso del Nilo, visse nel III secolo e fu martire ai tempi di Diocleziano. Una “Passio” insicura racconta le innumerevoli torture che subì e le conversioni che ci furono attorno alla sua morte.
Parola
di Dio: 2Pt. 3, 12-15.17-18; Sal. 89; Mc. 12,13-17
“RENDETE
A CESARE CIO’ CHE E’ DI CESARE E A DIO CIO’ CHE E’ DI DIO”. (Mc.
12,17)
Spesso questo brano è stato inteso come una indicazione precisa da parte di Gesù per il rispetto sia del potere civile che di quello religioso. Non è una interpretazione sbagliata ma certamente Gesù voleva dire qualcosa di più. Lui, nella sua vita, pur facendo delle scelte importanti, non si è mai schierato né con i romani, né con gli Zeloti. Gesù ha rispettato ogni forma di potere, ma le ha sempre contestate al loro interno quando non vedevano e non servivano l’uomo e il comandamento di Dio. Anche in questo caso Gesù mette l’uomo al centro: in Palestina circolavano diversi tipi di monete-denaro, quelle ebraiche assolutamente prive di figure umane (sarebbe stato peccato di idolatria) e quelle romane che avevano impressa l’immagine dell’imperatore (che, ricordate, veniva considerato un Dio sulla terra). Quando Gesù dice: “Rendete a Cesare quello che è di Cesare”. intende soprattutto: “Restituitegli la sua immagine” cioè: “Non cadete nel peccato di idolatria. Invece rendete a Dio la vostra immagine di uomini creati a somiglianza del vostro Creatore”. L’uomo con il potere, il denaro, il successo crea idoli e si nasconde dietro maschere false, però perde la sua vera grandezza e misconosce la propria identità, dare a Dio quello che è di Dio significa rimettere le cose al loro giusto posto cioè riscoprire la nostra identità di Figli di Dio, quindi riscoprire il vero rispetto di noi stessi e dei nostri valori, riscoprire il prossimo come creatura di Dio al quale siamo uniti da fratellanza, riscoprire Dio come il nostro comune Padre buono che vuole la nostra salvezza.
MERCOLEDI’ 2 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
TU
SEI IL DIO DEI VIVI, IL DIO DELLA VITA.
Tra i santi di oggi ricordiamo: ERASMO Santo, Vescovo e Martire
Originario di Antiochia, fu costretto durante la persecuzione di Diocleziano, nel III secolo, a nascondersi sul monte Libano. Arrestato e torturato fu miracolosamente liberato. Si recò in Illiria dove operò numerose conversioni.
Nuovamente arrestato su ordine dell'imperatore Massimiano, sarebbe stato ancora liberato dall'arcangelo Michele che lo avrebbe condotto a Formia dove divenne vescovo e dove subì il martirio.
Parola
di Dio: 2Tm.1,1-3.6-12; Sal. 122; Mc. 12,18-27
“DIO
NON E’ UN DIO DEI MORTI, MA DEI VIVENTI!”. (Mc. 12,27)
L’ abitudine e i condizionamenti socio-ambientali sono i grandi nemici del manifestarsi libero e sereno della fede e della religiosità. Ne é un esempio il brano evangelico di oggi dove vediamo questi Sadducei che per il rispetto di una legge (quella del levirato che serviva per poter dar prole ad un parente defunto) arrivano fino alla estremizzazione quasi ridicola di questa donna che va in moglie a sette fratelli senza saper di quale sarà in un presunto aldilà cui loro non credevano. Ma anche la nostra fede nella risurrezione dei morti e le abitudini sociali di certa parte del clero, che sui morti ci hanno sempre guadagnato, hanno spesso reso Dio e la religione della gioia e della vita come se fossero i “becchini della morte”. Specialmente prima della riforma liturgica. ma in alcuni casi anche oggi, la Messa è stata “venduta” per i morti. C’erano Messe a “tre” (celebrante, diacono e suddiacono), Messe cantate, suonate, con catafalco, con tomba o con “tombino” (come diceva un certo parroco per indicare la messa “più bassa che ci fosse” contrassegnata solo da un tappeto nero messo per terra) e naturalmente questo corrispondeva ad un tariffario quasi che Dio e la Chiesa a seconda della cifra mandassero in paradiso più o meno in fretta. Io credo che l’Eucarestia sia il dono, il Testamento più grande che Gesù ci ha lasciato. E’ dunque bello e valido che in questa celebrazione della vita che vince la morte, nel ricordo reale di Cristo che si fa pane per tutti e che con questo attua la salvezza, si ricordino anche i nostri morti. Questo per pregare per loro, con loro ma anche per ricordarci della misericordia di Gesù che arriva a tutti vivi e defunti, per rinnovare la nostra fede nella risurrezione e il nostro impegno a vivere bene qui, per realizzare il piano di Dio ed essere poi con Lui e con i nostri cari per l’eternità, ma da questo a ritenere la Messa valida o meno se il prete ha detto il nome del defunto, c’è proprio una mentalità diversa. Non facciamo diventare Dio il Dio dei morti, non facciamo diventare la Chiesa il “becchino prezzolato a servizio delle pompe funebri”. Anche a proposito dell’offerta (e dovrebbe essere sempre offerta e non tariffa) essa non dovrebbe mai servire a “comprare la Messa” ma al massimo potrà essere un riconoscere un servizio o, meglio ancora, un offrire qualcosa per il bene di altri in memoria e a favore del defunto per il quale vogliamo pregare. Dunque, anche in queste cose ricordiamoci che Dio è il Dio non dei morti ma dei vivi qui sulla terra e dei vivi per l’eternità.
GIOVEDI’ 3 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
DONACI
INTELLIGENZA, SIGNORE PER CONOSCERE LA TUA LEGGE.
Tra i santi di oggi ricordiamo: EUGENIO I Papa
Mentre il Papa Martino I era prigioniero a Costantinopoli, nel 654, viene eletto Eugenio I che si considererà vicario di Martino fino alla sua morte. Anch’egli, come il suo predecessore rifiutò ogni compromesso con l’eresia. Morì però troppo presto per risolvere i tanti problemi aperti per la Chiesa di allora, il 3 giugno 657.
Parola
di Dio: 2Tm. 2,8-15; Sal.24; Mc. 12,28-34
“NON
SEI LONTANO DAL REGNO DI DIO”. (Mc. 12,34)
Mi
è sempre piaciuta questa frase che Gesù rivolge al dottore della legge, anche
perché spero che il Signore possa dirla anche per me. Ma come si fa a non
essere lontani dal Regno di Dio? I Farisei erano sicuri di essere degli ottimi
religiosi e invece erano in maggioranza degli ottimi ipocriti. Anche oggi senti
spesso parlare dei cristiani che si sentono sicuri della loro fede, della loro
morale precisa al millimetro, che hanno una risposta pronta e netta ad ogni
interrogativo, che con baldanza sdottoreggiano su ogni argomento teologico.
Per i rabbini di allora cercare quale fosse il primo comandamento rimaneva una
delle tante questioni teoriche, una ricerca puramente intellettuale, ed anche
per noi stabilire quali siano le cose migliori o quelle peggiori spesso serve
per crearci dei parametri per poter nascondere la nostra mediocrità.
VENERDI’ 4 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
LA
TUA LEGGE, SIGNORE, E’ FONTE DI PACE
Tra i santi di oggi ricordiamo: FRANCESCO CARACCIOLO, Santo
Nato a Villa Santa Maria, nelle vicinanze di Chieti nel 1563 si chiamava al secolo Ascanio. Di nobile famiglia, fu ordinato sacerdote a ventidue anni e si dedicò particolarmente alla assistenza dei condannati a morte, collaborò con Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo alla fondazione e alla redazione delle costituzioni dell'ordine dei chierici regolari minori, dediti alla vita attiva e contemplativa. Le costituzioni furono approvate da Sisto V (1588). Nel 1591 divenne generale dell'ordine e fondò diverse case religiose in Spagna. Morì ad Agnone, Campobasso nel 1608.
Parola
di Dio: 2Tm. 3,10-16; Sal. 118; Mc. 12,35-37
"E
LA NUMEROSA FOLLA LO ASCOLTAVA VOLENTIERI". (Mc.12,37)
La
parola di Dio è sempre uguale, ma e vero che
ci sono predicatori che ascoltiamo più volentieri degli altri.
Quand'è
che la gente ascolta volentieri una persona? I motivi possono essere diversi, ad
esempio, quando si crea una sintonia tra chi parla e ascolta, quando chi parla
usa termini e gestualità che davvero comunicano, quando chi ascolta vede in
colui che parla la realizzazione dei suoi pensieri, quando le parole dette
corrispondono alle scelte di vita di chi parla. Perché la gente ascoltava
volentieri Gesù? Perché era uno di loro, perché le sue non erano solo parole
vuote ma accompagnate da gesti concreti di amore, perché richiamava l'essenza
della loro fede e la liberava dalle pastoie della falsa religione, perché
realizzava le aspirazioni dei poveri, perché usava con i semplici un linguaggio
semplice, facilmente comprensibile…
SABATO 5 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
CON
LA MIA VITA CANTERO’ LA TUA LODE
Tra i santi di oggi ricordiamo: EOBAN O EOBANO, Santo, Vescovo e Martire
Era
un sacerdote anglosassone, dotto nelle Sacre Scritture e magnifico predicatore,
fu monaco benedettino e compagno di apostolato di san Bonifacio, che lo consacrò
vescovo di Utrecht. Assieme a san Bonifacio subì il martirio a Dokkum, nella
Frisia, nel 755.
Parola
di Dio: 2Tm. 4,1-8; Sal.70; Mc.12,38-44
“QUESTA
VEDOVA HA GETTATO NEL TESORO PIU' DI TUTTI GLI ALTRI”. (Mc. 12,43)
Il
racconto della vedova che offre a Dio quanto ha (due monetine) conclude tutta
una serie di discussioni che i “dotti” avevano ingaggiato con Gesù. Erano
venuti i “maestri” a interrogare Gesù, avevano tirato fuori la loro
scienza, le loro teologie e Gesù aveva cercato di riportarli dalla sfacciata
ipocrisia alla semplicità e umiltà di vita. Dopo tanto parlare, disquisire di
teologia, Gesù lascia che sia il gesto concreto di fede di questa donna a parlare.
E il silenzio di questa donna, probabilmente analfabeta, parla più di tutte le
affermazioni di scienza o di teologia.Non contano le parole, le manifestazioni
altisonanti del culto e neppure i bigliettoni sbandierati di chi dà ma con la
ricevuta fiscale detraibile dalle tasse degli uomini o da quelle presunte con
Dio, conta questo gesto silenzioso ma di donazione totale nella fiducia che Dio
è provvidenza. A noi, “persone equilibrate” il gesto della vedova pare
eccessivo. La vedova invece non e prudente, dà tutto, si fida di Dio. Non aveva
sentito Gesù dire: "Va', vendi ogni cosa, poi vieni e seguimi!” ma lo
mette in pratica. Gioca tutta la sua vita su Dio… eppure, sembra che nessuno
si accorga di questo! Sono tutti ammirati dalle abbondanti elargizioni dei
ricchi: che cosa può voler dire una piccola, insignificante figura nera con due
spiccioli che non fanno neppure rumore? Qualcuno se ne accorge! Gesù legge
dentro e vede la fede, quella fede che non fa rumore e non si esibisce davanti a
platee per riceverne l'applauso.
DOMENICA 6 GIUGNO SANTISSIMA TRINITA’
Una
scheggia di preghiera:
GLORIA
AL PADRE, AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO
Tra i santi di oggi ricordiamo: NORBERTO Santo Vescovo
Nato
a Wanten, in Germania, da una nobile famiglia renana, Norberto (1085-1134)
fu in un primo tempo cappellano alla corte imperiale.
Si convertì improvvisamente dalla
vita mondana che conduceva, e si
dedicò alla penitenza e alla predicazione itinerante. Divenuto
vescovo di
Magdeburgo, condusse una attiva opera di
riforma.
Parola
di Dio: Pro. 8,22-31; Sal. 8; Rom 5,1-5; Gv. 16,12-15
“LO
SPIRITO VI GUIDERA’ ALLA VERITA’ TUTTA INTERA”. (Gv. 16,13)
Se
crediamo che Gesù è il Figlio di Dio, possiamo fidarci di ciò che Egli dice
sul conto di Dio. Gesù,infatti non parla per astrazione, per ragionamento, per
deduzione, ma per esperienza. Lui sa com’è Dio perché Lui e il Padre sono
una cosa sola. E Gesù ci svela qualcosa di inaudito, inimmaginabile, inatteso:
Dio è Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. Cioè: Dio non è il solitario,
è festa, famiglia, comunione, danza, relazione, dono. Dio è tre persone che si
amano talmente, che se la intendono così bene che noi – da fuori – vediamo
uno. Un po’ come quando vediamo una coppia di sposi o di fratelli che si
vogliono talmente bene da sembrare una cosa sola. Che bello! Vedere realizzato
in Dio ciò che noi sempre desideriamo! Tre persone che non si confondono, che
non si annullano in una indefinita energia cosmica. Riusciamo addirittura a
delineare l’opera, il lavoro di ognuno, il “carattere specifico” di ogni
persona: riconosciamo l’impronta del Padre nella Creazione, nello stupore
della natura; riconosciamo l’agire del Figlio nella sua volontà di salvezza
dell’uomo; riconosciamo l’afflato dello Spirito che accompagna, porta a
compimento e santifica l’umanità pellegrina.
LUNEDI’ 7 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
TU SEI IL MIO CUSTODE, CON LA TUA OMBRA MI COPRI.
Tra i santi di oggi ricordiamo: ANTONIO MARIA GIANNELLI, Santo Vescovo
Nacque il 12 aprile 1789 a Cereto, presso Chiavari (Genova). Nel 1829 fondò le Figlie di Maria Santissima dell'Orto, conosciute ancora oggi con il nome di Suore Gianelline. Esse compiono il loro apostolato prevalentemente in America Latina. Nel 1838 venne eletto vescovo di Bobbio. Morì il 7 giugno 1846.
Parola
di Dio: 1Re 17,1-6; Sal. 120; Mt. 5,1-12
“BEATI
I PURI DI CUORE, PERCHE’ VEDRANNO DIO”. (Mt. 5,8)
In
un libro di circa trent’anni fa ho trovato questo brano che mi sembra un
commento molto attuale della Beatitudine di
oggi e in generale di tutte le Beatitudini:
La
tragedia dell’oggi è che l’uomo non sa più di avere un cuore. Ubriaco di
conoscenza ha chiuso gli occhi dell’anima, i soli che sanno vedere l’
“oltre” delle cose e degli eventi. Così è sommerso da mille miraggi, da
infinite illusioni. Rincorre la libertà, ma ignora che la sola libertà è nel
cuore. Chi è libero dentro è sovrano. Rincorre la gioia, ma ignora che la
gioia autentica è nel cuore. Chi ha nel cuore la gioia vede l’universo
sorridergli. Rincorre la pace ma ignora che la vera pace è nel cuore. Chi ha la
pace nel cuore, non solo è “perfetto nella pace” ma è anche l’unico che
la dispensi realmente a piene mani.
MARTEDI’ 8 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
RISPLENDA
SU DI NOI, SIGNORE, LA LUCE DEL TUO VOLTO.
Tra i santi di oggi ricordiamo: MEDARDO, Santo, Vescovo
Era nato in Francia, in Piccardia nel VI secolo. Fu nominato Vescovo della diocesi di Vermand che, a causa delle invasioni barbariche trasferì poi a Noyon. Svolse una particolare attività missionaria nelle Fiandre. Morì verso l’anno 545, Nel Medioevo veniva invocato contro il mal di denti.
Parola
di Dio: 1Re 17,7-16; Sal. 4; Mt. 5,13-16
“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA… VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO”. (Mt 5,13-14)
Proviamo a sentirle rivolte a noi personalmente queste parole. E’ Gesù che dice a me: “Tu sei il sale della terra… Tu sei la luce del mondo!”. Quale grande fiducia ha in noi il Signore. Se io guardo la mia vita mi accorgo che ci sono più domande che risposte, più ombre che luci, più debolezze che sicurezze… come faccio ad essere luce e gusto della vita per gli altri? E’ vero che di mio c’è molto poco, ma se credo a Gesù io sono il tempio dello Spirito Santo che Lui mi ha donato, io sono il figlio che può dialogare con Dio suo Padre, io sono fatto a immagine e somiglianza di Dio, io posso rappresentare il volto di Cristo sulla terra… Tutte queste cose me le ha dette Lui, il Figlio di Dio morto e risorto per me e per tutti noi, mi ha anche detto che dove è carità e amore lì c’è Lui, che qualunque gesto fatto con amore è fatto a Lui, che Lui sarà con noi per tutti i secoli… Allora non posso nascondere la sua luce, non chiudo in dispensa a doppia mandata il suo sale che può dar gusto alla vita di tante persone. Il cristiano non porta se stesso, quando lo fa porta solo le proprie miserie, ma è chiamato a portare Gesù. Ci riuscirò allora nella misura in cui io scompaio per lasciare posto a Lui. Io ho difficoltà al perdono, ma Gesù perdona me e tutti i miei fratelli. Io ho difficoltà ad amare certe persone, ma Lui ama tutti e ciascuno in modo particolare. Io ho difficoltà ad annunciare il Vangelo, ma se lascio parlare Lui, Lui riesce ad arrivare ad ogni cuore magari servendosi anche delle mie povertà e dei miei errori. Non perdiamoci d’animo: nonostante le nostre debolezze, ogni sforzo di bontà, di amore evangelico non va perduto ma a suo tempo produce il frutto desiderato da Dio per il nostro bene e per quello dei fratelli.
MERCOLEDI’ 9 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
SEI
TU IL MIO SIGNORE, SENZA DI TE NON HO ALCUN BENE.
Tra i santi di oggi ricordiamo: EFREM Santo, Diacono e Dottore della Chiesa
Teologo
e poeta, Efrem (306—373) rifiutò il sacerdozio per umiltà e fu diacono a
Nisibi, in Turchia, e poi a Edessa. Scrisse in Siriaco una serie di commenti
biblici, di omelie e di inni che gli hanno meritato il soprannome di “cetra
dello Spirito Santo”. I suoi poemi esprimono una profonda devozione alla
Vergine.
Parola
di Dio: 1Re 18,20-39; Sal. 15; Mt. 5,17-19
“NON
PENSATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI; NON SONO VENUTO PER
ABOLIRE MA PER DARE COMPIMENTO”. (Mt. 5,17)
Siamo perfettamente convinti che “La legge di Dio non passerà!” ma altrettanto crediamo a quel motto di sant’ Agostino che dice: “Ama e fa ciò che vuoi”. Come mettere insieme queste due affermazioni? E’ sempre difficile coniugare nella vita morale ciò che è la legge di Dio, generale e oggettiva per tutti gli uomini, con quella che è la libertà portata da Cristo. Questo non ci stupisca: Gesù ha trovato difficoltà in chi lo ascoltava a questo riguardo; nella chiesa primitiva (vedi soprattutto le lettere di Paolo, di Giacomo, gli Atti degli Apostoli) è stato motivo di discussioni accanite e anche di divisioni. Forse però la chiave per avvicinarci a comprendere e vivere questo argomento sta proprio nelle parole di Gesù che meditiamo oggi. Dio ha parlato. Ha dato una legge universale con un linguaggio storico. Questa legge, nella sua essenza, è immutabile. Gesù non è venuto né ad abolirla né a cambiarla, ma a svelarcene il senso e il modo di viverla. In parole povere: io posso osservare tutti e dieci i comandamenti, e faccio bene, ma se alla base non c’è l’amore di Dio e del prossimo non serve a niente. Se invece io amo Dio che mi dà la sua legge e il prossimo come mio reale fratello, osserverò la legge con amore, perché è un dono prezioso ma saprò anche andare oltre alla legge quando l’amore lo richiede. Per un cristiano, ad esempio, il comandamento “Non uccidere”, non è solo più negativo ma diventa: ama la vita, tua, degli altri, delle cose, e, sempre nell’amore, diventa addirittura come per Gesù: “Non c’è amore più grande che dare la propria vita per il fratello”.
GIOVEDI’ 10 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
IL
TUO POPOLO, O SIGNORE, SI NUTRE DEI TUOI BENI.
Tra i santi di oggi ricordiamo: ENRICO DA BOLZANO, Beato
Enrico nacque a Bolzano intorno al 1250 e lì visse poveramente come operaio. Sposatosi, si trasferì a Treviso con la moglie e il figlio. Dopo la loro morte visse in una modestissima stanza messogli a disposizione da un notaio. Negli ultimi anni si ridusse in estrema povertà, accettando l'elemosina. Durante la sua vita, sia a Bolzano, che a Treviso, fu un assiduo uomo di preghiera; si racconta che a Treviso visitava quotidianamente tutte le chiese della città. Molto ammirata fu la sua vita di penitente: dormiva su un duro giaciglio, portava un ruvido saio, praticava lunghe veglie in preghiera. Quando si spense, tutto solo nella sua stanza, i trevisani dissero che era morto un santo.
Parola
di Dio: 1Re 18,41-46; Sal. 64; Mt. 5,20-26
“SE
PRESENTI LA TUA OFFERTA SULL’ALTARE E LI’ TI RICORDI CHE IL TUO FRATELLO HA
QUALCHE COSA CONTRO DI TE, LASCIA LI’ IL TUO DONO DAVANTI ALL’ALTARE E VA
PRIMA A RICONCILIARTI CON IL TUO FRATELLO E POI TORNA AD OFFRIRE IL TUO DONO”.
(Mt. 5,23—24)
San
Paolo in una delle sue lettere ci invita a riflettere prima di ricevere
l’Eucarestia per poterla ricevere degnamente affinché Essa non diventi motivo
di condanna per noi. Credo che ciascuno di noi, prima di accostarsi
all’Eucarestia si faccia l’esame di coscienza. Solamente che l’abitudine e
un certo tipo di insegnamento che abbiamo ricevuto ci porta a vedere se “sono
degno di ricevere Gesù” quasi che la Comunione sia un premio che noi
meritiamo o meno a seconda delle nostre opere; nel brano di vangelo odierno Gesù
ci dice qualcosa di più: l’Eucarestia è impossibile se non é comunione
d’amore per i fratelli. Il culto e la religione devono rispecchiare la vita e
viceversa. Mangiare il Corpo del Signore richiede amore nel cuore e pace con i
fratelli, perché Cristo è il segno dell’amore di Dio Padre per l’uomo.
VENERDI’ 11 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
ANNUNZIERO'
AI FRATELLI LA SALVEZZA DEL SIGNORE.
Tra i santi di oggi ricordiamo: AMABILE, Santo, Sacerdote
Era un sacerdote della cattedrale di Clermont. Morì verso il 475 in concetto di santità anche per aver liberato i dintorni da vari animali velenosi. E’ patrono di Riom ed è invocato a favore dei dementi e degli indemoniati.
Parola
di Dio nella festa di San Barnaba:
At. 11,21-26; 13,1-3; Sal. 97; Mt. 10,7-13
“E,
STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL REGNO DI DIO E’ VICINO”. (Mt. 10,7)
Gesù,
mandando i dodici in missione, vuol farci capire una cosa molto semplice: se tu
hai trovato una cosa bella, l’unica maniera di gioirne appieno è di farne
partecipi gli altri; e, ancora: se tu hai a cuore le prove, le difficoltà, la
ricerca dell’uomo, tu ami quest’uomo non solo dicendogli: ”poverino!”,
ma aiutandolo a trovare Colui che è il senso del suo gioire e del suo soffrire.
Quanto è diverso il “modo missionario” di Gesù da certi “modi
missionari” organizzati dalle chiese! Gesù non bada che i dodici abbiano
capito tutto. Non sono neppure ancora passati attraverso lo scandalo della
croce, non sono neppure ancora arrivati ad affermare che Gesù è il Figlio di
Dio, non sono teologi perfetti, non hanno fatto corsi di formazione missionaria,
non hanno lauree universitarie né sono andati a corsi di dizione o di canto
gregoriano per liturgie inappuntabili. Sono poveri perché non hanno nulla, ma
sono poveri soprattutto perché non hanno nulla di proprio da portare agli altri
e anche il loro messaggio è umile e rispettoso delle persone a cui è
indirizzato: “Il Regno di Dio è vicino a voi”. Non sono mandati perché
“venga la chiesa” ma perché “venga il tuo Regno”. Non hanno da dire:
“Venite da me che ho la verità, che vengo a darvi il vero Dio. Venite da noi
perché noi siamo i migliori”, ma semplicemente: “Guardate che Dio è già
qui, sta operando in voi”.
SABATO 12 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
TU SEI FEDELE, SANTO IN TUTTE LE TUE OPERE.
Tra i santi di oggi ricordiamo: NAZARIO e CELSO, Santi, Martiri
Nazario
e Celso, giunti a Roma da Milano, divennero compagni di martirio nelle
persecuzioni del I secolo: conobbero insieme la flagellazione e la
decapitazione, irremovibili nella loro fedeltà a Cristo.
Parola
di Dio: 1Re 19,19-21; Sal. 15; Mt. 5,33-37
“SIA
IL VOSTRO PARLARE SI’, SI’; NO, NO; IL DI PIU’ VIENE DAL MALIGNO”. (Mt.
5,37)
Come
è difficile incontrare delle persone sincere! E’ molto più facile trovare
persone che ci fanno vedere una faccia e poi sono completamente diversi, persone
che ti parlano con parole suadenti,
che sono accattivanti, ma che lo fanno per loro interessi particolari, persone
che ti dicono mezze verità per portarti dalla loro parte…E se è vero che
quando andavamo a confessarci da ragazzi, uno dei peccati più facilmente
individuabile erano le famose “bugie”, è altrettanto vero che da grandi, se
siamo corretti nel nostro esame di coscienza, dovremmo ancora confessarci per
aver attentato tante volte alla verità in modi magari ben più
gravi: per averla nascosta agli altri o a noi stessi; per aver insinuato cose
che a base di “forse”, “ma”, “mi pare”, hanno portato altri su
giudizi non veri; per non averla cercata la verità perché poi ci sarebbe
costata troppo; per aver mascherato dietro parole di vana cultura la nostra
povertà e vuotezza interiore. Con
questa frase, poi, Gesù non solo ci invita alla sincerità, all’evitare le
bugie, ma anche ad usare bene del nostro modo di parlare e di porci davanti agli
altri. Qui tutti, io per primo, abbiamo molto da imparare. Noi siamo tutti dei
grandi parolai e chiacchieroni. Spesso pensiamo che con le nostre parole
possiamo convincere o addirittura ‘convertire’. E non ci rendiamo invece
conto che la semplicità, la sincerità e la testimonianza dei fatti parlano
certamente più di tante chiacchiere o di tanti salotti religiosi, sfoggio di
presunte culture, che lasciano indifferenti e creano ancora maggiori divisioni
tra credenti. Non lo avete notato che quelli
che parlano di più sono spesso coloro che hanno meno cose da trasmettere?
Guardiamo ancora una volta a Gesù, nostro modello: ha lavorato in silenzio per
trent’anni ed ha predicato solo tre anni; quello che diceva lo viveva; non si
lasciava ingannare né dalle maschere e neanche dalle belle apparenze di
religiosità; sapeva leggere nei cuori e scorgere il bene anche dove altri
vedevano solo colpa e peccato da punire; odiava l’ipocrisia; anche ai suoi
discepoli non ha chiesto che andassero a fare quali prediche, ma solo una
testimonianza gioiosa dell’opera di Dio; le sue sono sempre parole di Verità,
anche quando questo gli costa la morte, sono parole a volte molto esigenti nei
nostri confronti, ma sono sempre anche parole di serio incoraggiamento, di
presenza consolante, di impegni dati sulla fiducia.
DOMENICA 13 GIUGNO FESTA DEL CORPO E SANGUE DEL SIGNORE
Una
scheggia di preghiera:
SEI
TU SIGNORE IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.
Tra i santi di oggi ricordiamo: IGNAZIO MALOYAN, Beato, Confessore della fede
Nacque a Mardine, in Turchia il 19 aprile 1869. Entrò in convento a Bzommar in Libano e divenne sacerdote nel 1896. Nel 1897 fu in missione prima ad Alessandria poi al Cairo. Nel 1911 fu eletto Arcivescovo di Nardine. Nel 1915, essendo la Turchia alleata con la Germania, cominciò la persecuzione contro gli Armeni. Il 13 Giugno 1915 fu arrestato con 27 componenti la comunità. Al suo rifiuto di abbracciare l’Islam fu colpito e torturato e poi ucciso.
Parola
di Dio: Gen. 14,18-20; Sal. 109; 1Cor 11,23-26; Lc. 9,11-17
“TUTTI
MANGIARONO E SI SAZIARONO”. (Lc. 9,17)
E’
abbastanza facile comprendere come il brano di Luca, oltre che raccontarci la
moltiplicazione dei pani, vuole parlarci del dono dell’Eucarestia. Gesù prima
di tutto dona se stesso come parola, infatti noi abbiamo bisogno di una parola
che sia buona notizia in mezzo alle prove della nostra vita, che ci illumini, ci
guidi, ci sostenga. “Beati quelli che hanno fame della Parola di Dio perché
saranno saziati”. E ogni volta che noi celebriamo l’Eucaristia, con
abbondanza ci viene rivolta la parola di Dio.
LUNEDI’ 14 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
ASCOLTA
LA VOCE DEL MIO GRIDO, PERCHE'
TI PREGO, O SIGNORE.
Tra i santi di oggi ricordiamo: ELISEO, Santo profeta
Vissuto
fra l’850-800 avanti Cristo fu chiamato da Elia a continuare la sua opera di
profeta. La sua vita è costellata da prodigi di ogni genere: con il mantello di
Elia divise le acque del Giordano; rese inesauribile l’olio di una vedova;
risuscitò il figlio di una sunamita che lo ospitava... Morì verso il 790 a.C.
e fu sepolto nei pressi di Samaria.
Parola
di Dio: 1Re 21,1-16; Sal. 5; Mt. 5,38-42
“DA’
A CHI TI DOMANDA E A CHI DESIDERA DA TE UN PRESTITO NON VOLGERE LE SPALLE”.
Ho
ritrovato una serie di racconti che un mio professore delle medie (don Piero
Bossù che fu missionario in Guatemala per tanti anni) scriveva. Hanno il sapore
di favole di una semplicità e delicatezza che commuove. Ve ne proporrò
qualcuna quando avrò lo spazio sufficiente e quando mi sembrerà possano dare
una risposta parabolica alla parola del vangelo del giorno.
MARTEDI’ 15 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
PERDONAMI,
O SIGNORE, CONTRO DI TE HO PECCATO.
Tra i santi di oggi ricordiamo: IOLANDA D’UNGHERIA Beata
Principessa, figlia del re Bela IV d'Ungheria e nipote di Santa Elisabetta d'Ungheria, nacque nel 1235. Ricevette la sua formazione cristiana dalla sorella maggiore, la beata Cunegonda. Si sposò al duca polacco Bodeslaus, principe di Kalishi in Pomerania. Terziaria francescana, unì ai doveri di sposa e madre, l'esercizio della carità nell'assistenza agli infermi e ai poveri. Nel 1279 rimase vedova e successivamente entrò nelle Clarisse del convento di Sandeck ove si distinse per la sua umiltà. Resse come badessa il convento di Gneson. Morì nel 1298. Fu beatificata nel 1827.
Parola
di Dio: 1Re 21,17-29; Sal. 50; Mt. 5,43-48
“AMATE
I VOSTRI NEMICI, PREGATE PER I VOSTRI PERSECUTORI, PERCHE’ SIATE FIGLI DEL
PADRE VOSTRO CELESTE”. (Mt. 5,43)
Se voi andate a dire ad una persona di amare il proprio nemico e non gli date una motivazione egli avrà mille motivi per dirvi che siete pazzi o addirittura per farvi corresponsabili del male. Se voi giustificate questa pretesa del perdono solo con motivazioni umane egli avrà altrettante motivazioni umane per dirvi il contrario e per giustificare la vendetta. Gesù quando ci chiede di amare i nostri nemici, di pregare per i nostri persecutori non ci dice che questo sia facile ma ci dà la motivazione per farlo nell’ imitare addirittura l’atteggiamento di Dio che dona a tutti in eguale misura sia che siano santi o peccatori. Le nostre capacità di amare cioè sono a misura di come noi vediamo e intendiamo Dio. Se Dio per noi è il Padrone insindacabile, il castigamatti, il Dio cacciatore dei peccati, come potremo noi amare i nostri nemici? Ma se noi comprendiamo che il Dio di Gesù ama ogni uomo di un amore infinito e non può fare a meno di fare di tutto perché ogni uomo sia partecipe di questo suo amore, se comprendiamo che per dirci che ci è Padre Benevolo è disposto a lasciare il suo paradiso, a “spogliare se stesso”, a salire su una croce fatta dagli stessi uomini che Egli ama, se comprendiamo che da li sopra è ancora capace di invocare perdono, se capiamo che con noi ha usato misericordia ed è disposto ad usarne ancora, come posso io che mi dico di Cristo non avere motivazioni sufficienti per perdonare, per amare, per pregare per ogni mio fratello anche per chi mi è contrario, pesante o nemico?
MERCOLEDI’ 16 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
QUANTO
GRANDE E’ LA TUA BONTA’, O SIGNORE.
Tra i santi di oggi ricordiamo: AURELIANO Vescovo
Fu Vescovo di Arles dal 546. Persona molto attiva, vigilò sulla integrità della dottrina, partecipò al Concilio di Orleans, dissuase Totila dal saccheggio di Roma e fondò ad Arles due monasteri. Morì a Lione nel 549.
Parola
di Dio: 2Re 2,1.6-14; Sal. 30; Mt. 6,1-6.16-18
“IL
PADRE TUO CHE VEDE NEL SEGRETO TI RICOMPENSERA'”. (Mt. 6,4)
Tutti, guardando a Gesù, hanno cercato di incasellarlo secondo i propri criteri e le proprie mire.Non molto tempo fa, e ancora oggi alcuni movimenti hanno cercato di fare di Gesù un rivoluzionario. Se con onestà guardiamo ai vangeli Gesù non fu un rivoluzionario politico. Durante la sua vita, la sua morte e risurrezione e anche dopo con i primi cristiani, Roma ha continuato nella sua politica di occupazione, Erode si è tenuto il suo piccolo spazio di potere. Non è stato neppure un gran rivoluzionario religioso se i maggiorenti ebrei sono riusciti a metterlo in croce, se hanno continuato nelle loro credenze e ipocrisie, se si sono scrollati di dosso con qualche semplice colpetto gli apostoli e i primi credenti. Ma se guardiamo al cuore dell’uomo certamente Gesù è il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Prendiamo il vangelo di oggi: contro tutti gli usi dei suoi tempi Gesù propone una religiosità che privilegia l’intenzione sulla stessa opera esteriore. Nella vita cristiana al primo posto viene la fede che agisce attraverso la carità. Dio guarda il cuore delle persone e non le esteriorità. E’ finito il tempo del Dio che si accontenta di qualche candela, di offerte esteriori, di riti e cerimonie, Dio guarda che cosa c’è dietro. Dio vuole adoratori in spirito e verità cioè esecutori della sua volontà, servitori lieti del suo piano di salvezza. E ditemi che questa, se presa sul serio, non è una rivoluzione!
GIOVEDI’ 17 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
ABBA’,
PADRE!
Tra i santi di oggi ricordiamo: GREGORIO BARBARIGO, Santo, Vescovo
Nato a Venezia nel secolo XVII, studiò all’università di Padova dove ottenne il titolo di dottore in legge, ma la sua vocazione era il sacerdozio. Presto divenne Vescovo di Bergamo. Nel 1660 fu creato cardinale e trasferito a Padova. Fu un grande e santo vescovo. Fondò il seminario, fece costruire un tipografia per stampare testi per il vicino oriente, sviluppò l’insegnamento catechetico ed ebbe a cuore specialmente i poveri. Morì, amato da tutti, nel 1697.
Parola
di Dio: Sir. 48,1-14; Sal. 96; Mt. 6,7-15
“MA
LIBERACI DAL MALE”. (Mt. 6,13)
Quando
recito il Padre nostro per conto mio e arrivo all’ultima invocazione “ma
liberaci dal male” di solito aggiungo “da ogni male” e penso ai tanti mali
che affliggono gli uomini, mali spirituali, morali e materiali, e poi “e dal
Maligno” perché pur prendendoci la nostra parte di colpa per tanti mali del
mondo la radice è in Lui. Su questo vi propongo oggi una riflessione di
Alessandro Pronzato:
Tutta
questione di mani. Quelle del padre o quelle del Maligno.
L’uomo,
anche adulto, ha bisogno di essere preso in mano. Soltanto che troppe volte si
consegna disarmato, nelle mani sbagliate. E diventa prigioniero proprio quando
pretende di essere libero. Prigioniero di se stesso prima ancora che del
Maligno.
VENERDI’ 18 GIUGNO SACRATISSIMO CUORE DI GESU’
Una
scheggia di preghiera:
DOLCE
CUOR DEL MIO GESU’, FA’ CHE IO T’AMI SEMPRE PIU’
Tra i santi di oggi ricordiamo: AMANDO DI BORDEAUX, Santo
Visse nella seconda metà del IV secolo fu educato dal vescovo di Bordeaux san Delfino e nel 404 ne divenne il successore. Fu amico di San Gregorio di Tours e di San Paolino da Nola che aveva preparato per ricevere il battesimo. Fu un buon vescovo per la sua gente. Morì verso il 432.
Parola
di Dio nella festa del sacro Cuore:
Ez. 34,11-16; Sal. 22; Rom 5,5-11; Lc. 15, 3-7
“RALLEGRATEVI
CON ME, PERCHE’ HO RITROVATO LA MIA PECORA CHE ERA PERDUTA”. (Lc. 15,6)
La
figura del buon pastore che ama le sue pecorelle, che cerca la perduta, che
difende il suo gregge, che vive in comunione profonda con ognuno e con tutti è
veramente una bella immagine del cuore di Gesù: il cuore di un Dio che palpita
per l’uomo. Dio è innamorato di noi. Lascio la parola a quel poeta innamorato
che fu Padre Davide Maria Turoldo:
Un
chiostro è il mio cuore ove tu scendi ogni sera
Io
e te soli a prolungare il colloquio, ora sopra una panchina di pietra.
O
per scoprire come amore ancora ti spinge,
in
silenzio ascolto il fruscio dei tuoi passi e il suono della voce che mi
chiama…
E
non fuggo per nascondere dietro gli alberi la mia nudità:
orgoglioso d’essere questo nulla da te amato.
SABATO 19 GIUGNO CUORE IMMACOLATO DELLA BEATA VERGINE MARIA
Una
scheggia di preghiera:
DOLCE
CUORE DI MARIA SIATE LA SALVEZZA DELL’ANIMA MIA.
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIULIANA FALCONIERI, Santa, Vergine
Ancora giovanissima Giovanna venne in contatto con i Servi di Maria e scelse nel loro ambito una vita di penitenza e di contemplazione. Fu un chiaro punto di riferimento per le “Mantellate” dell’Ordine. Morì il 19 Giugno 1341.
Parola
di Dio nella festa del Sacro cuore di Maria:
Is.
61,10-11; Cant. Da
1Sam 2,1.4-8; Lc. 2,41-51
“SUA
MADRE SERBAVA TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE”. (Lc. 2,51)
Nel
giorno della festa del cuore di Maria vi offro ancora un racconto di Don Bossù
sia per ricordare a Maria un suo caro devoto sia per ricordare che nel cuore di
Maria c’è posto per tutti fosse anche per un asino come Mastro Spatola o come
noi.
Quel
giorno Mastro Spatola aveva un diavolo per capello. I capelli erano esattamente
tre, disperatamente superstiti sulla sua zucca di pittore bizzarro, ma tre
diavoli sono più che sufficienti a trasformare in una specie d’inferno anche
una chiesa piena zeppa di santi. Quella del
convento ne riboccava: un intero ciclo di storie edificanti: e Antonio, e
Barbara, e Agnese, e Martino... Tutti usciti dal pennello di Mastro Spatola,
ch’era un pittore abilissimo, geniale e incredibilmente fecondo: un vulcano,
addirittura. In tutti i sensi, però. Se aveva la luna a rovescio, cosa che gli
avveniva spesso, entrava in eruzione ed erano guai: invece di vampe e lapilli,
scagliava su Fioravante (il suo giovane aiuto) pennelli, spatole e barattoli.
Quel giorno, dunque, stava pennelleggiando furiosamente, perché era indietro
nel lavoro e quel solennissimo rompistivali del padre priore, ch’era peggio
d’una mosca cavallina, non avrebbe tardato a ronzargli intorno. Lavorando,
pensava che, mentre lui si dannava l’anima a quel modo, l’ineffabile Fioravante,
dopo aver fatto l’ore piccole con gli amici, votando boccali e pizzicando la
mandola, adesso sonava beatamente il contrabbasso, con le coperte tirate fin
sugli orecchi. Uh! Mastro Spatola, solo a pensarci, si sentiva schiattare. Per
l’appunto, stava dipingendo il serpente del paradiso terrestre e, con tutto
quel veleno in corpo e la collaborazione di quei tre diavoli che sapete, il
lavoro non poteva fallire. Difatti, ne venne fuori un serpentaccio coi fiocchi,
una viscida meraviglia dalla pelle screziata, un rotolo di furore represso, di
malizia e d’orgoglio.
E
piangeva.
DOMENICA 20 GIUGNO (12^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C)
Una
scheggia di preghiera:
TI
BENEDIRO’ FINCHE IO VIVA.
Tra i santi di oggi ricordiamo: SILVERIO, Santo, Papa
Era il figlio di Ormisda che, dopo aver avuto questo figlio era rimasto vedovo, fattosi sacerdote e diventato Papa. Tredici anni dopo la morte del padre la stessa sorte tocca al figlio. Era ancora suddiacono quando alla morte del Papa Agapito fu eletto per succedergli. Silverio lottò con tutte le forze contro l’eresia eutichiana, ma i suoi nemici lo accusarono e riuscirono a farlo esiliare prima in Licia e poi a Ponza (l’isola veniva allora chiamata Palmaria) Vi morì di stenti (qualcuno dice ucciso) il 20 giugno del 538
Parola
di Dio: Zac. 12,10-11; Sal. 62; Gal. 3,26-29; Lc. 9,18-24
“VOI CHI DITE CHE IO SIA?”. (Lc. 9,20)
La
domanda su chi sia Gesù non è un problema che a forza di pensare riusciamo a
risolvere in qualche modo. Ancor meno, una questione senza importanza. In realtà,
è l’unica questione che valga assolutamente la pena, e che inoltre non può
risolversi se non con la vita. Perché è chiaro che il fatto che Gesù Cristo
abbia accettato di essere un messia di croce, il fatto che dire Gesù equivalga
a dire Figlio di Dio, oltrepassa i nostri schemi mentali e la nostra stessa
capacità di raziocinio, e l’uomo non conquisterà mai codeste verità della
nostra fede a colpi di ragionamenti. Soltanto quando l’uomo comincia a
percorrere la stretta via della croce, e, fissi gli occhi su Gesù, segue le
orme della sua storia, scopre che la questione Gesù Cristo cammina allo stesso
passo della questione uomo.
LUNEDI’ 21 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
GUIDAMI,
SIGNORE, SULLA VIA DELLA VITA.
Tra i santi di oggi ricordiamo: LUIGI GONZAGA, Santo
Luigi
(1568—1591) fu paggio alla corte dei Medici e a quella di Spagna. A
diciassette anni ottenne il permesso di farsi gesuita e rinunciò ai suoi
diritti sul principato di Mantova. Dopo una breve vita religiosa condotta con la
fedeltà più assoluta, mori di peste mentre, a Roma, curava gli appestati, e
poté così realizzare il suo desiderio di immergersi nel “mare immenso”
dell’amore divino.
Parola
di Dio: 2Re 17,5-8.13-15.18; Sal. 59; Mt. 7,1-5
“NON
GIUDICATE PER NON ESSERE GIUDICATI”. (Mt. 7,1)
Il
principio del “non giudicare” a cui ci invita Gesù, ha diverse motivazioni.
Prima di tutto è fondato sul nostro rapporto con Dio. Egli, il Perfetto,
potrebbe essere giudice inflessibile con noi, invece usa misericordia, quindi il
credente perdonato deve usare altrettanta misericordia con i fratelli (pensiamo
alla parabola dei due debitori). Seconda motivazione, il non giudicare è fondamento del comandamento dell’amore: noi, non siamo Dio, non
possiamo leggere nel profondo del cuore e quindi conoscere a fondo le motivazioni
dell’agire dell’altro, quindi ogni giudizio è nelle mani di Dio. Un terzo
motivo è quello enunciato nel Vangelo di oggi: la nostra “vista” non è
pura; quante pagliuzze e quante travi non ci permettono di vedere bene! Quante
volte le cose che noi vediamo negli altri non sono altro che negatività che
abbiamo in noi, quindi se non sappiamo giudicare bene neanche noi stessi,
possiamo diventare giudici insindacabili degli altri?
MARTEDI’ 22 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
FORTE,
SIGNORE, E’ IL TUO AMORE PER NOI.
Tra
i santi di oggi ricordiamo: INNOCENZO V PAPA. Beato
Sono
due i luoghi che si vantano per la nascita di questo Papa beato, uno è la Val
di Isere e l’altro è La Salle, piccolo comune della Valle d’Aosta dove era
il castello dei suoi avi. Studia a Parigi, conosce Alberto Magno e Tommaso d’Aquino.
Consegue la licenza in teologia. E’ un domenicano, ottimo predicatore,
parlatore acuto e affascinante. Nato forse nel 1225, sappiamo certamente che nel
1272 è arcivescovo di Lione. Quando nel 1274 si apre il Concilio di Lione, in pratica è lui a
prenderne la guida insistendo soprattutto per l’unità della Chiesa. Alla fine
del Concilio riaccompagna a Roma il papa Gregorio X, ma questi durante il
viaggio muore ad Arezzo. Il 21 gennaio 1276 viene eletto papa e prende il nome
di Innocenzo V. Viene consacrato in San Pietro il 22 febbraio. Il suo papato sarà
brevissimo, solo cinque mesi. In questo periodo però riuscì ad evitare una
guerra tra Genova, il re di Navarra e l’imperatore Rodolfo. Fin dal momento
della morte è considerato “santo” dal popolo. Verrà beatificato nel 1898.
Parola
di Dio: 2Re 19,9-11.14-21.31-36; Sal. 47; Mt. 7,6.12-14
“NON
DATE LE COSE SANTE AI CANI”. (Mt.7,6)
Chi
di noi, se ha qualcosa che gli è profondamente caro, non lo difende e protegge?
E chi di noi se possedesse un quadro d’autore permetterebbe al primo
imbrattatele di modificarlo? Gesù sa il valore delle cose: sa che l’amore che
Dio ha per noi è prezioso, Lui lo ha pagato con il suo sangue; sa che i
sacramenti che ci ha dato hanno in sé una grazia di valore incommensurabile e
allora ci dice: “Attenti a non svendere a basso prezzo questi doni preziosi”.
Quando si fanno battezzare i bambini perché “tutti fanno così”, quando
ci si confessa senza conoscere il proprio peccato o senza pentirsi; quando si
riceve l’Eucaristia come abitudine e senza
impegno, noi svendiamo, svalutiamo questi doni preziosi.
MERCOLEDI’ 23 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
PIEGA
IL MIO CUORE VERSO I TUOI INSEGNAMENTI, SIGNORE.
Tra i santi di oggi ricordiamo: LANFRANCO, Santo, Vescovo
Fu
vescovo di Pavia nel XII secolo. Era un periodo difficile in cui Egli però cercò
sempre di mantenere la giusta equidistanza dal potere politico. Mori nel
monastero del Santo Sepolcro in Valleombrosa nel 1198.
Parola
di Dio: 2Re 22,8-13; 23,1-3; Sal 118; Mt. 7,15-20
“GUARDATEVI
DAI FALSI PROFETI CHE VENGONO A VOI IN VESTI DI PECORE”. (Mt. 7,15)
Dio si serve dei suoi santi per indicarci la strada della verità, dell’amore e il male cerca di distrarci da essa con i suoi falsi profeti. Essi non sono solo coloro che travisano la purezza dell’insegnamento di Gesù ma soprattutto coloro che con la loro vita e con il loro esempio sminuiscano la portata di quanto ci ha donato. Se è vero che dobbiamo stare in guardia contro i falsi profeti di oggi (vedi ideologie, letture personalistiche della parola di Dio, new age, predicatori esoterici) dobbiamo stare ancora più attenti a chi distrugge l’opera di Gesù con il cattivo esempio mettendo al posto dei valori di Gesù quelli del potere, del denaro dei facili successi. Si uccide Gesù volendo eliminarlo, ma lo si uccide altrettanto irridendo alla sua opera, vanificando i suoi valori, impedendo gli uomini nel loro costruirsi secondo il progetto di Dio. Gesù ci dice che i falsi profeti si riconoscono dai frutti cattivi che producono ma, attenzione: ci sono dei frutti cattivi che se non li conosci appaiono belli, commestibili. Il vero credente deve riconoscere non dalla apparenza, ma dalla sostanza.
GIOVEDI’ 24 GIUGNO NATIVITA' DI GIOVANNI IL BATTISTA
Una
scheggia di preghiera:
DAL
GREMBO DI MIA MADRE, TU SIGNORE, MI HAI CHIAMATO.
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI TERISTI, Santo, Monaco
Era nato a Palermo, fuggito all’invasione saracena passò in Calabria. Entrò nel monastero di Stilo. Il nome “Teristi” deriva dal greco e significa: “Mietitore” per il compito che aveva in monastero. Visse nell’XI - XII secolo.
Parola
di Dio: Is. 49,1-6; Sal. 138; At. 13,22-26; Lc. 1,57-66.80
“DAVVERO
LA MANO DEL SIGNORE STAVA CON LUI”. (Lc. 1,66)
Oggi
è la solennità della Natività di Giovanni Battista. Per pochissimi santi la
Chiesa celebra il natale: celebra quello di Gesù, di Maria, Sua Madre e di
Giovanni Battista: un modo di dire grazie a Dio per il dono che fa alla nostra
famiglia umana con loro. E la festa di Giovanni ci dà occasione per riflettere
su chi siano stati e siano oggi i profeti. Alle volte si pensa che siano persone
che predicono il futuro... macché, quelli sono gli indovini! No, i profeti sono
amici di Dio che, animati nel profondo dallo Spirito Santo, indicano al popolo
l'interpretazione di eventi, ammoniscono, scuotono, a volte anche con metodi
piuttosto inusuali e rudi. Straordinaria la presenza dei profeti nella
Scrittura, uomini diversi sedotti da Dio che fanno diventare la loro vita una
catechesi vivente, un monito continuo al popolo, a volte al costo della propria
vita. Persone che rischiarano le tenebre e che invitano alla speranza. E, tra
questi, spicca come un gigante Giovanni Battista. Giovanni crudo asceta del
deserto, Giovanni tagliente predicatore, Giovanni disposto a morire per
mantenere fede alla sua missione di verità. Giovanni che prepara e dispone il
popolo all'accoglienza del Messia ma che, teneramente, resta anche lui spiazzato
dall'originalità di questo Messia. D'altronde: come biasimare Giovanni?! Il più
grande dei profeti ma anche il più sfortunato: invita a conversione, grida e
minaccia, indica un Messia vendicativo con l'ascia pronta a tagliare l'albero
che non produce frutto e poi arriva Gesù che invece di abbattere accarezza e
pota l'albero per fargli portare più frutto! Impressiona il fatto che
addirittura Giovanni sia spiazzato dall'inaudita tenerezza di Dio: anche lui
deve arrendersi alla contro-logica del Dio d'Israele.
Alcune
considerazioni, allora. I profeti esistono ancora, sono presenti in mezzo a noi.
Uomini e donne che vivono il Vangelo con tale coinvolgente semplicità e
convinzione da diventare un segno di conversione per noi tutti. Ciascuno di noi
è chiamato a diventare profeta, a diventare segno là dove vive, ad essere
almeno un po' trasparenza di Dio. Mi viene in mente il sospiro di Mosè che,
commentando il fatto che alcuni profetizzavano senza suo permesso, sognava:
"fossero tutti profeti i figli di Israele!"
VENERDI’ 25 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
SE VUOI, TU PUOI SANARMI!
Tra i santi di oggi ricordiamo: GUGLIELMO DI VERCELLI, Santo, Monaco
Verso
il 1085, in una nobile famiglia di Vercelli nacque Guglielmo, che si rivelò ben
presto amante della meditazione, della solitudine e di Cristo. A 15 anni,
divenuto monaco, partì per andare in Terra santa ma l’inatteso scontro, con
alcuni ladroni lo fermarono nei pressi dell’inabitata montagna di Montevergine.
L’incontro scontro si rivelò provvidenziale, perché il luogo così solitario
piacque a Guglielmo, che vi si stabilì. Presto molti discepoli si unirono a
lui.
Parola
di Dio: 2Re 25,1-12; Sal 136; Mt. 8,1-4
“GESU’
STESE LA MANO E LO TOCCO’ DICENDO: LO VOGLIO, SII SANATO”. (Mt. 8,3)
E’ facile immaginarci la gioia di questo sfortunato al contatto della mano di Gesù... lui che da quando era incappato nella lebbra non era stato più “toccato” da nessuno, lui che era diventato il solitario,
l’abbandonato,
il maledetto. Questa mano tesa, questo essere toccato è prima di tutto un
insperato gesto di amicizia: attraverso questo gesto Gesù reintegra questo
povero malato nella società degli uomini. E’ un gesto di misericordia, di
amore, di vittoria sul male.
SABATO 26 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
IO NON SONO DEGNO DI CIO’ CHE FAI
PER ME, TU CHE AMI TANTO UNO COME
ME!
Tra i santi di oggi ricordiamo: JOSE MARIA ROBLES HURTADO, Santo, Sacerdote
Nacque in Messico il 3 maggio 1888. Fu parroco e fondatore della Congregazione religiosa delle Sorelle del Sacro Cuore Sacramentato, devoto particolarmente al Sacro Cuore. Fu arrestato durante la persecuzione e impiccato ad un albero il 26 giugno 1927.
Parola
di Dio: Lam. 2,2.11-14.18-19; Sal. 73; Mt. 8,5-17
“VI
DICO: IN ISRAELE NON HO TROVATO NESSUNO CON UNA FEDE COSI’ GRANDE”. (Mt.
8,10)
Ieri
abbiamo pensato al primo miracolo di Gesù raccontato da Matteo: la guarigione
di un ebreo lebbroso, oggi ecco il secondo fatto ad uno straniero. E’ tutto un
programma: il movimento missionario della Chiesa è cominciato! La salvezza di
Dio non è riservata a qualcuno: tutti gli uomini sono amati. L’amore di Dio
brucia le barriere che noi uomini eleviamo. Gesù fa questo miracolo per un
pagano, straniero, rappresentante della forza di occupazione in Palestina. I
romani erano mal visti dalla popolazione: spesso i giudei fedeli sputavano per
terra, in segno di disprezzo, dopo che era passato un romano. Eppure, Gesù con
una insistenza quasi irritante, sottolinea la fede del centurione, comparandola
espressamente a quella di lsraele. Quello che conta non è l’appartenenza ad
un popolo, non è neanche l’essere arrivati primi o ultimi, è avere fede.
Molte volte è l’ultimo arrivato che ci vede più chiaro, conservando fresca
la capacità di meravigliarsi. Poiché siamo abituati al cristianesimo, abbiamo
bisogno degli scossoni di chi, mosso dalla grazia, lo scopre da altre posizioni.
Con Dio non ci si può proprio abituare!
DOMENICA 27 GIUGNO (13^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C)
Una
scheggia di preghiera:
SEI
TU, SIGNORE, IL MIO UNICO BENE
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
San Cirillo, vescovo di Alessandria di Egitto, vissuto nel V secolo è famoso soprattutto perché nel Concilio di Efeso, nel 431, attaccò Nestorio e i suoi seguaci che negavano la maternità divina della Madonna, riuscendo ad ottenere con grande gioia di tutto il popolo, che Maria venisse dichiarata Madre di Dio. Cirillo morì nel 444. Fu proclamato Dottore della Chiesa nel 1882.
Parola
di Dio: 1Re 19,16. 19-21; Sal. 15; Gal. 5,1.13-18; Lc. 9,51-62
“GESU’
SI DIRESSE DECISAMENTE VERSO GERUSALEMME”. (Lc. 9,51)
Partendo dalla pagina del vangelo letta oggi, Luca raccoglie il parlare e l’agire di Gesù nello schema di un lungo viaggio che Egli compie verso Gerusalemme. Un artificio letterario, certamente, questo interminabile viaggio verso la Passione morte e Resurrezione, che rivela al lettore di oggi, con disarmante semplicità, che la nostra vita è un viaggio, un percorso, un itinerario, un pellegrinaggio alla sequela di Gesù. Così, sembra dire, chi vuole davvero essere discepolo di Gesù non può che essere in cammino, mai troppo fermo sulle proprie posizioni, mai sclerotizzato intorno alle proprie convinzioni, ma sempre disponibile a seguire il vento dello Spirito. Facciamoci dunque qualche domanda: Non viviamo certe volte la fede, la religiosità come sedentari, in poltrona e pantofole? Dicendo: "So già, conosco. Nessuna novità pericolosa per carità, che già faccio fatica a vivere quel po' di fede che ho". L'immagine di staticità che spesse volte diamo come comunità cristiana non è forse derivata semplicemente dal fatto che temiamo di muoverci per seguire Gesù? Certo, non confondiamo cammino con novità a tutti i costi, con l'originalità fine a se stessa. No: qui l'atteggiamento è decisamente più profondo, è l'atteggiamento di Colui che mi chiede di seguirlo, mettendo i miei progetti, le mie sensibilità, le mie prospettive al secondo posto. Abbiamo bisogno di conversione, di freschezza, di autenticità, di novità di vita, questo ci dice Luca.
LUNEDI’ 28 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
PERDONA,
SIGNORE, L’INFEDELTA’ DEL TUO POPOLO.
Tra i santi di oggi ricordiamo: ADA, Santa
Di Ada sappiamo pochissimo anche se fu venerata da molti. Era una badessa del monastero di Santa Maria di Le Mans, probabilmente originaria di Soissons.
Parola
di Dio: Am. 2, 6-10.13-15; Sal 49; Mt. 8,18-22
“MAESTRO,
IO TI SEGUIRO’ OVUNQUE TU ANDRAI”. (Mt. 8,19)
Penso che ciascuno di noi in un momento di fede o di esaltazione abbia detto a Gesù: “Ti seguirò ovunque tu vada”. Il Signore certamente apprezza questi gesti di entusiasmo ma vuole anche dirci con chiarezza che cosa comporta il seguirlo. Molte persone, confondendo religiosità con fede, pensano all’essere cristiani come ad una assicurazione sulla vita terrena ed eterna: osservare alcune norme significa avere un certo ordine di vita, significa dare delle risposte a problemi più grandi di noi e poi significa garantirsi il paradiso. Niente di più lontano dalla mentalità di Gesù. Seguirlo è sempre mettersi in viaggio e non arrivare subito a destinazione e siccome Gesù non ha casa, significa seguirlo per strade che non sono nostre. Se gli vai dietro proverai gioia, avventura, entusiasmo ma ti troverai sempre davanti al mistero, dovrai continuamente mettere in crisi le tue sicurezze, ti troverai a remare contro corrente nei confronti del mondo, saprai che il ‘paradiso’ non è una tua conquista a base di buone azioni ma un dono che ti sarà dato.
MARTEDI’ 29 GIUGNO FESTA DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO
Una
scheggia di preghiera:
BENEDETTO
IL SIGNORE CHE LIBERA I SUOI AMICI.
Tra
i santi di oggi ricordiamo: MARCELLO E
ANASTASIO, Santi, Martiri
Sembra che i due cristiani provenissero da Roma e fossero andati missionari ad Argenton dove li colse la persecuzione di Aureliano (270-276).
Parola
di Dio: At. 12, 1-11; Sal. 33; 2Tim. 4,6-8.17-18; Mt. 16,13-18
“TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE”. “TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERÒ, LA MIA CHIESA”. (Mt. 16,15.16)
Non
è uno scambio di cortesia tra Gesù e Simone: queste due affermazioni riguardano
da vicino la fede di ogni credente.
MERCOLEDI’ 30 GIUGNO
Una
scheggia di preghiera:
LIBERACI,
SIGNORE, DAL MALE E DAL MALIGNO.
Tra i santi di oggi ricordiamo: ADOLFO DI OSNABRUK, Santo, Vescovo
Era figlio dei conti di Teckenburg, nato nel 1185. Fece parte del clero di Colonia ma, attratto dai cistercensi di Altenkamp, volle entrare in monastero. Nel 1217 fu però fatto vescovo di Osnabruck. Rimase un uomo di vita semplice, ebbe cura particolare dei poveri e lebbrosi, si interessò di monasteri. Morì il 30 giugno 1224.
Parola
di Dio: Am. 5,14-15.21-24; Sal. 49; Mt. 8,28-34
"DUE
INDEMONIATI, USCENDO DAI SEPOLCRI, GLI VENNERO INCONTRO". (Mt. 8,28)
L'episodio
dei due indemoniati che vengono liberati sta ad indicarci la forza di Gesù
nella lotta contro la schiavitù del male.
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