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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di don Franco LOCCI

 

MAGGIO 2004

SABATO 1 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI SIGNORE L’OPERA DELLE NOSTRE MANI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: TELESFORO, Santo Papa   

Era originario di Terranova di Calabria, aveva frequentato anacoreti e penitenti. Venuto a Roma fu eletto Papa nel 125. Fu un innovatore in campo liturgico ad esempio, sono dovute a lui la Messa di mezzanotte di Natale e il digiuno quaresimale. Questo Papa non ha una festa propria nel calendario; lo ricordiamo oggi perché è il giorno in cui si celebra un altro Telesforo che fu martire.

Parola di Dio nella festa di San Giuseppe lavoratore: Gn. 1,26-2,3; Sal. 89; Mt. 13, 54-58

 

“NON E’ EGLI FORSE IL FIGLIO DEL CARPENTIERE ?” . (Mt. 13,55)

Nella sinagoga di Nazareth, la patria di Gesù, si manifesta ancora una volta la figura del vero Messia, quali siano le sue scelte e le sue prospettive ed anche quali i criteri secondo cui la nostra fede può fondarsi in Lui. Quello che agli occhi dei suoi connazionali era un motivo di disprezzo (“Altro che Messia, è figlio di un artigiano, operaio pure lui”), per Gesù è motivo di grandezza: il Figlio di Dio è l’artigiano, l’operaio che, in tutto simile a noi, ci insegna attraverso il lavoro delle nostre mani ad essere collaboratori di Dio stesso. Il Messia non è da ricercare alle corti dei potenti terreni, il Messia è l’amore di Dio incarnato nelle realtà del quotidiano che ci dice il valore di quello che noi viviamo tutti i giorni e che spesso ci appare terribilmente banale. San Giuseppe, con il suo lavoro, la sua onestà quotidiana, il suo silenzio, il suo abbandono fiducioso alla volontà di chi ha risposto alla chiamata di Dio, è vissuto nel mistero e del mistero è diventato protagonista, ha accolto ed è vissuto con Maria, è stato padre sulla terra del Figlio di Dio. A me sembra molto bello che il mese dedicato dalla devozione a Maria inizi con la figura di Giuseppe, l’artigiano, perché aprendo il nostro sguardo su quella casa di Nazareth, noi scopriamo non solo l’umiltà dei loro protagonisti, ma soprattutto il valore della nostra vita quotidiana. Non si serve il Signore solo nel giorno delle grandi scelte, non diventano santi solo i martiri o i mistici, la Chiesa non è formata solo  da eroi o da consacrati dalle mani giunte e dal collo torto. Il viaggio della santità non è una strada impossibile perché troppo ardua, non è riservata solo a qualcuno dotato di doni speciali, è la strada della vita quotidiana fatta di piccole cose, di vita di famiglia, di lavoro, di mistero, di gioie e sofferenze vissute nella semplicità e nella fiducia.

 

 

DOMENICA 2 MAGGIO  4^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

 

SEI IL MIO PASTORE, NULLA MI MANCHERA’

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANTONIO PIEROZZI, Santo, Vescovo 

Era nato a Firenze nel 1389. Entrò nel convento di Santa Maria Novella. Fu uno studioso ma umile e visse di preghiera e penitenza. Nel 1446 fu nominato Arcivescovo di Firenze. Fu padre dei poveri e degli sventurati. Morì il 2 Maggio 1459.

Parola di Dio: At. 13,14.43-52; Sal. 99; Ap. 7,9.14-17; Gv. 10,27-30

 

“NESSUNO PUO' RAPIRE LE MIE PECORE DALLA MANO DEL PADRE MIO”. (Gv. 10,29)

Ci sono situazioni nella nostra vita, in cui non si sa più che fare: un matrimonio sbagliato in cui, oltre all’umiliazione di un progetto vanificato, si vedono cadere uno per uno tutti i valori e gli affetti in cui avevi creduto; un figlio con il quale pensi di avere tentato tutte le strade possibili, credi di aver dato tutto e ancor più con il quale non si dialoga o che ha preso strade sbagliate dalle quali non riesci a toglierlo  in nessun modo; un cancro incurabile; una morte improvvisa. Troppe volte ci scontriamo, nella nostra vita, con la miseria delle situazioni e, smarriti, rischiamo di scivolare nel profondo baratro dello scoraggiamento e della disperazione. In quei momenti, ci sembra che Dio o non ci sia o se ne sia andato o sia diventato solo il crudele spettatore dei nostri guai.  Allora, proprio in quei momenti, abbiamo bisogno di sederci, con calma, e di riprendere in mano questa pagina di Vangelo piena di tenerezza. Ci crediamo davvero a quanto è scritto in essa? Il nostro Dio è il Dio della morte, del potere o il Dio tenero che non ci abbandona mai? Questa pagina di Vangelo non è consolazione per donnicciole sentimentali, è tenerezza di Dio per i momenti difficili, per quei momenti in cui non “sentiamo” la sua presenza.  Proprio in quei momenti bisogna credere che il Padre è più grande. Più grande dei nostri sbagli, più grande dei nostri limiti, più grande delle nostre malattia, più grande della nostra solitudine, più grande, più grande. Come un Pastore, buono, straordinariamente buono, ci dice, ci garantisce, ci assicura che siamo nella sua mano e non andremo mai perduti, mai rapiti, mai lontano. Così è successo a Maria. Per il fatto che Dio l’aveva scelta per essere la madre di suo Figlio non tutto le è andato dritto. Una volta che l’angelo se ne è andato lei è restata con il mistero della sua gravidanza da spiegare e da far accettare, con il mistero di un Dio che era in tutto bambino e uomo come gli altri, con il mistero del dolore, del potere umano che la manda in esilio, con la sofferenza personale e la morte in croce di suo Figlio. Se Maria non avesse pensato che Dio era il suo pastore, che Dio non la abbandonava ce ne sarebbe stato più che a sufficienza per disperarsi.

 

 

LUNEDI’ 3 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

RISUONI IN TUTTO IL MONDO LA TUA PAROLA DI SALVEZZA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: FILIPPO E GIACOMO, Santi, Apostoli

Filippo era nativo di Betzaida, come Pietro e Andrea, fu uno dei primi che Gesù chiamò al suo seguito. A lui si rivolsero alcuni greci per essere pre­sentati a Gesù ed è ancora Filippo che durante l’ultima cena dice a Gesù: “Mostraci il Padre e ci basta”. Giacomo sembra essere “fratello del Signore” nel senso che forse gli era parente e colui che diresse la Chiesa di Gerusalemme prima di morire martire nel 62.

Parola di Dio nella festa dei santi  Filippo e Giacomo: 1Cor. 15,1-8; Sal. 18; Gv. 14,6-14

 

“CHI HA VISTO ME HA VISTO IL PADRE”. (Gv. 14,9)

Anche noi, come Filippo, spesso desideriamo che Dio appaia chiaramente, ai nostri occhi, alla nostra mente, al nostro cuore, perché se in certi momenti ci sono evidenti la sua esistenza, la sua paternità nei nostri riguardi, la sua grandezza, in altri momenti ci sembra che Egli sia muto, latitante e qualche volta perfino ci sorge il dubbio che tutto il complesso della fede sia un costrutto dell’uomo per cercare di darsi un senso mentre senso non ne ha. Come una cosa piccola non può contenere una cosa grossa, così siamo assurdi quando vogliamo conoscere Dio con le nostre sole forze. E allora è proprio Dio che si rivela a noi: parla ai nostri occhi con la sua natura, alla nostra intelligenza con la sua Sapienza, al nostro cuore con il suo amore. Ma se noi ancora con i nostri limiti confondiamo il suo volto, Egli ha scelto di parlarci attraverso suo Figlio fatto uomo. In Lui c’è tutta la grandezza di Dio e tutta la piccolezza dell’uomo. In Lui c’ è la comunicazione perfetta: Egli parla la nostra lingua, vive la nostra stessa realtà finita, ha sentimenti come i nostri e quindi può mostrarci il vero volto di Dio. “Beati allora quelli che lo hanno visto. Beata Maria che lo ha portato nel suo grembo, che lo ha visto crescere in casa sua, beati quegli apostoli che hanno seguito la sua passione di amore per noi e la gloria della sua risurrezione!…”. Ma noi dove possiamo vedere il volto di Gesù e in esso quello del Padre? “Io sono con voi fino alla fine dei tempi”. “Prendete e mangiate questo è il mio corpo. Fate questo in memoria di me”. “Io ho fame e voi mi date da mangiare”. “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. “Qualunque cosa avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avrete fatto a me”. “Chi ascolta voi ascolta me”… Il Cristo lo posso trovare in molti modi e il volto del Padre, se incontro Lui mi appare evidente, ma ho ancora occhi, cuore e mente aperti per saperlo vedere?

 

 

MARTEDI’ 4 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

FA CHE ASCOLTIAMO, SIGNORE, LA TUA VOCE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: FLORIANO; Santo Martire 

Floriano era un militare dell’esercito romano che operava nella attuale Austria. Durante la persecuzione di Diocleziano si presentò volontariamente consegnandosi come cristiano. Fu gettato in un fiume con una macina da mulino appesa al collo. E’ invocato contro i danni del fuoco e dell’acqua.

Parola di Dio: At. 11,19-26; Sal. 86; Gv. 10,22-30

“LE MIE PECORE ASCOLTANO LA MIA VOCE, E IO LE CONOSCO ED ESSE MI SEGUONO”. (Gv. 10,27)

Ieri pensavamo a Gesù che davvero ci mostra pienamente il volto di Dio e oggi questo brano di vangelo ci ricorda ancora la stessa cosa, dicendoci anche che noi possiamo conoscere la voce di Gesù e che Lui conosce noi. Il nostro viaggio verso Dio non è solo fatica nostra per avvicinarci a Lui ma è soprattutto Lui che viene a cercarci e ci chiama per nome. Un giorno due uomini decisero di mettersi alla ricerca della cosa più preziosa del mondo. Si diedero appuntamento per raccontarsi le loro scoperte e partirono. Il primo non ebbe dubbi: per Lui la cosa più preziosa era una gemma di inestimabile valore. Attraversò mari e deserti, salì sulle montagne finché non l’ebbe trovata: era la più bella gemma che esistesse sulla terra. Tornò allora a casa per raccontare all’amico quanto gli era successo e per fargli vedere il suo tesoro. Ma l’amico tardava a tornare, infatti si era proposto di trovare nientemeno che Dio. Anche lui aveva camminato molto, era andato a consultare i luminari di tante religioni, aveva letto, studiato, discusso, imparato teologie… ma Dio non lo aveva trovato. Un giorno , dopo tanto cercare, mentre era seduto sulla sponda di un fiume vide un’anatra che in mezzo ai canneti cercava i piccoli che si erano allontanati da lei. Li cercava, li chiamava con la sua voce e continuò così fino al calar del sole, finché non ebbe ricondotto anche l’ultimo sotto la sua ala. Allora l’uomo sorrise e fece ritorno al paese. Ritrovato l’amico, vista la  gemma preziosa che egli subito si premurò di mostrargli, venne interrogato da questi: “E tu che cosa hai trovato di prezioso?”. Egli, sorridendo, rispose: “Ho cercato Dio”. “E lo hai trovato?”. “Ho scoperto una cosa ancora più bella: era Lui che cercava me”. In questo mese di maggio pensiamo: è Dio che è andato a cercarsi una Madre. E quando l’ha trovata, l’ha riempita di sé e della sua gioia.

 

 

MERCOLEDI’ 5 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

RISPLENDA SU DI NOI, SIGNORE, LA LUCE DEL TUO VOLTO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANGELO, Santo, Monaco

Angelo si fece monaco in Palestina, al monte Carmelo. Fu inviato a Roma per sottoporre al papa la nuova e definitiva regola dei Carmelitani. Compiuta la sua missione, venne invia­to in Sicilia per contrapporre agli eretici che infestavano l’isola, l’arma della sua parola. Ma un signorotto di Licata rifiutò di accettare la scomoda verità della sua predicazione e il 5 maggio 1255 Angelo morì trafitto da 5 colpi di spada. Prima di morire, trovò la forza di esortare il popolo a perdonare l’uccisore.

Parola di Dio: At. 12,24-13,5; Sal. 66; Gv. 12,44-50

 

“NON SONO VENUTO PER CONDANNARE IL MONDO MA PER SALVARE IL MONDO”. (Gv.12,47)

Gesù ci mostra il Padre, ma noi spesso, per formazione, per abitudini religiose, abbiamo già in noi un volto di Dio e stentiamo ad accogliere quanto Egli voglia manifestarci. Gesù ci dice che è venuto per salvare non per condannare, che il Padre è buono benevolo con tutti, anche con i peccatori e malvagi, ci racconta parabole dove il Padre accoglie il figlio pentito e va incontro all’altro figlio che fa le bizze… Ma noi abbiamo in mente un Dio giudice, un padrone e allora la paura ci distorce il vero volto di Dio. Se di Dio ho paura non riesco a cogliere la sua misericordia, cerco di ingraziarmelo, di “comprarmelo” con le buone azioni. Se penso a Dio come ad un Padre che mi cerca per dirmi il suo amore, per darmi la misericordia di suo Figlio, per riempirmi dei doni del suo Spirito, allora sono disponibile davanti alla sua Parola. Essa diventa un dono prezioso, un motivo di cambiamento, un impegno gioioso. Il Dio della paura è quello che non ci lascia vivere, che ci rende meschini e calcolatori, ipocriti e titubanti. Il Dio dell’amore ci rende gioiosi e riconoscenti, amanti della vita e fiduciosi. Preferisco il Dio che mi distrugge, che è irraggiungibile, che se sbaglio mi manda all’inferno o il Dio di Gesù che per dirmi che mi vuol bene ha dato la sua vita per me?

 

 

GIOVEDI’ 6 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU, O GESU’ SEI IL TESTIMONE FEDELE, IL PRIMOGENITO DEI MORTI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BENEDETTA, Santa, Monaca

Monaca nel VI secolo a Roma, in un monastero fondato da Santa Galla, Benedetta morì, così come annunziatole da San Pietro in una visione, esattamente 30 giorni dopo la morte della fondatrice Galla.

Parola di Dio: At. 13, 13-25; Sal. 88; Gv. 13,16-20

 

“UN SERVO NON E' PIU' GRANDE DEL SUO PADRONE. NE’ UN APOSTOLO PIU' GRANDE DI CHI LO HA MANDATO”. (Gv. 13,16)

Se molti di noi tenessero presente questa parola di Gesù, quanti guai sarebbero evitati e quanta maggior serenità ci potrebbe essere in ambito cristiano! Infatti, se per virtù del nostro Battesimo, dobbiamo essere dei testimoni, degli apostoli del Vangelo, dobbiamo altrettanto fare attenzione a non voler imporre ad altri la nostra fede, a non voler assolutizzare il nostro insegnamento. L’errore è sempre lo stesso, e noi, con somma gioia del tentatore, ci cadiamo abitualmente. Gesù è venuto per servire, non per comandare, Gesù è venuto a proporre e non ad imporre, Gesù è venuto a perdonare e non a giudicare insindacabilmente, Gesù è venuto a chiamare per servire e non a creare una gerarchia di comando, Gesù è venuto a lavare i piedi e non a far strisciare sotto i piedi, Gesù è venuto a farsi pane, non a mangiare il nostro pane… il cristiano, allora, dovrebbe essere servo del fratello, uomo di proposta e non di imposizione, persona che non giudica  ma che offre, uomo disposto a lasciarsi mangiare dai fratelli… E anche oggi rivolgo il mio sguardo a Maria. Che si sappia, Maria non ha mai fatto prediche, neanche dopo l’Ascensione di Gesù al cielo, ma in compenso ha amato e servito con tutta se stessa e ancora oggi il suo compito di Avvocata e Mediatrice e Consolatrice e Ausiliatrice li svolge con amore, servendoci. Non siamo noi che “salviamo”, è Dio che salva, io al massimo posso donargli me stesso perché nella sua volontà Lui possa anche servirsi di me per arrivare agli altri.

 

 

VENERDI’ 7 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: FLAVIO, Santo, Martire

Durante le persecuzioni anticristiane, furono migliaia i martiri, la maggior parte rimasti ignoti. Di uno di questi conosciamo il nome, Flavio, il luogo, Nicomedia (attuale Turchia) e una notizia indubbia: il suo incrollabile amore per Cristo.

Parola di Dio: At 13,26-33; Sal. 2; Gv. 14,1-6

 

“IO VADO A PREPARARVI UN POSTO”. (Gv. 14,2)

Noi di solito, quando sentiamo questa frase pensiamo subito al paradiso e di solito a quel paradiso che è un po’ la proiezione di tutti i nostri desideri inappagati, quindi a un posto dove si sta bene, dove non ci sono più né malattie, né sofferenze, né morte, dove invece si può ottenere tutto quello che non abbiamo potuto godere qui in terra. Pur senza cancellare quelli che possono essere gli aspetti gioiosi anche dal punto di vista umano, penso che qui Gesù volesse dirci un’altra cosa, vuol dirci che il nostro posto ora e poi è vicino a Dio e che Dio sempre è vicino a noi. Gesù non si preoccupa tanto di dirci luoghi e situazioni del nostro futuro; addirittura, nel suo parlare, presente e futuro non hanno neppure contorni ben definiti. Ci dice però chiaramente di non aver paura ma solo fede in Lui che desidera ardentemente che noi siamo dove Egli è. La fede non si misura dalla paura che noi abbiamo per il nostro futuro ma dalla fiducia attiva in Colui che non ci abbandona nel cammino di questa vita e che diventa la meta del nostro andare. Se Dio, che è il Tutto è la mia meta e se Lui mi è già vicino oggi posso ancora preoccuparmi se nel Paradiso ci sarà questo o quel divertimento? Penso a Maria assunta in cielo anche con il suo corpo: la bontà di Dio ci permette di vedere in Lei il nostro futuro dove tutto sarà bello e glorificato, ma penso anche alla vita terrena di Maria dove lei, pur in mezzo alle prove, ha già vissuto il suo paradiso perché sempre in comunione con Gesù.

 

 

SABATO 8 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

CANTIAMO AL SIGNORE, SALVEZZA DI TUTTI I POPOLI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ACACIO DI BISANZIO, Santo, Martire

Centurione romano, si trovava in Cappadocia. Durante le persecuzione di Diocleziano, a causa della sua fede cristiana, fu condotto prigioniero a Bisanzio, dove fu torturato e decapitato.

Parola di Dio: At. 13,44-52; Sal.97; Gv. 14,7-14

 

“IN VERITA’ VI DICO: 

ANCHE CHI CREDE IN ME COMPIRA’ LE OPERE CHE IO COMPIO E NE FARA’ DI PIU’ GRANDI”. (Gv 14, 12)

Certe frasi del Vangelo ci sembrano iperboliche, esagerate: davvero noi, povere creature, potremmo compiere opere più grandi di quelle di Gesù? Intanto, per prima cosa, Gesù dice che solo chi crede in Lui, chi è unito a Lui e vive della sua vita, è in grado di compiere le opere che Egli compie, anzi ne farà di più grandi. Come si vede, Gesù non intende parlare qui di qualsiasi azione, ma di quelle che compie Lui, in continuità cioè con tutto ciò che Egli ha fatto, per riaprire agli uomini la comunione col Padre, per comunicare loro la salvezza. E non significa che i discepoli saranno superiori al Maestro, perché, attraverso il loro operare, è Gesù stesso che, anche dopo il suo ritorno al Padre, continua ad agire nel mondo. Dipende da noi che Gesù ripassi oggi sulla terra a compiere l'opera sua: Egli agisce mediante noi, se lo lasciamo fare. Anche per la sua prima venuta sulla terra Dio ha chiesto il consenso di Maria, una di noi. Maria ha creduto: ha aderito totalmente ai piani del Padre. E quale “opera” ha fruttato la sua fede? Per il suo “sì”, “Il Verbo si è fatto carne” in Lei ed è stata resa possibile la salvezza dell'umanità. Abbiamo anche noi una grande responsabilità: dobbiamo credere in Gesù perché Egli possa vivere in noi e operare tramite noi. Dobbiamo accogliere e mettere in pratica le sue Parole, che si sintetizzano nel comandamento dell'amore. Dimentichiamo noi stessi e mettiamoci ad amare come ha amato Lui, con un amore che non misura. E, sulla tomba del nostro io, vivrà ogni giorno di più il Risorto, con la sua potenza, la sua luce, la sua gioia, in ciascuno di noi e in mezzo a noi. Il mondo ha estremo bisogno di questa sua presenza. Sia questa l'opera nostra, l' “opera più grande”: vivere in modo da offrire, a quanti incontriamo, il Risorto vivo in noi e in mezzo a noi. In Lui tanta parte di umanità troverà ciò che fuori di Lui è vano cercare: la speranza, il bene, la verità, l'unità, la pace. E con Lui lavoreremo alla trasformazione vera del mondo.

 

 

DOMENICA 9 MAGGIO  5^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDIRO’ IL TUO NOME PER SEMPRE, SIGNORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BEATO, Santo

Nacque in Italia, ma la sua vita si svolse in Gallia, nella regione del Laòn (Francia centrale) dove predicò giorno per giorno la Parola di Cristo. Rientrava ogni sera nella spoglia caverna che per tutta la vita fu la sua abitazione.

Parola di Dio: At. 14,21-27; Sal 144; Ap. 21,1-5; Gv 13,31-35

 

“COME IO VI HO AMATO, COSI’ AMATEVI ANCHE VOI GLI UNI GLI ALTRI”. (Gv. 13,34)

Gesù risorto, oggi, lo si riconosce solo attraverso dei “segni”, così per Maria di Magdala il segno è il tono di voce di Gesù che la chiama per nome, per Tommaso le ferite, per i discepoli di Emmaus il pane spezzato, per Pietro e gli altri la rete piena di pesci. E oggi che cosa contraddistingue un cristiano? Qual è il segno attraverso cui può essere identificato? Il fatto di andare a Messa? Il fatto di non commettere peccati? Il fatto di pregare? Gesú dice: dall’amore. Un cristiano si riconosce dal modo che ha di amare, un cristiano lo vedi tra mille per il colore della sua passione, per lo sguardo di tenerezza che ha sulle cose. Non dai vestiti o dalle croci appesa al collo, non dalle abitudini domenicali o dalle sue scelte politiche. Dall’amore, solo dall’amore. Ma un amore che imita Cristo. L’amore dei cristiani è anzitutto un amore ricevuto, accolto. Come una fontana di montagna che riceve l’acqua di sorgente, si riempie e alla fine trasborda per lasciar correre questo amore. Noi amiamo, ci amiamo perché siamo amati. Ci scopriamo pensati, dentro un progetto, cercati e svelati a noi stessi, capaci di amare oltre il possibile perché riempiti dall’amore di Dio. Scopriamo che è l’amore e solo l’amore che riempie il mondo e regge l’universo. Ci possiamo amare ed accogliere perché lui per primo ci ha amati e ci ama. Guardo ancora una volta a Maria e scopro che la Madre è questo amore. Lei sa benissimo che è solo “Dio che ha fatto cose grandi in Lei” e queste cose non le tiene per se stessa. Maria lasciandosi amare da Dio, ama come Dio, ama tutti, perdona anche ai crocifissori del suo Figlio, previene le nostre necessità, è presente alle nostre gioie e ai nostri dolori, vuole davvero il nostro bene perché il suo unico fine è che anche noi ci lasciamo amare da Dio per essere a nostra volta capaci di amare come Dio.

 

 

LUNEDI’ 10 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

CONCEDICI DI AMARE CIO' CHE COMANDI E DI DESIDERARE CIO' CHE PROMETTI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: CATALDO, Santo, Vescovo

Cataldo approdò, proveniente dalla nativa Irlanda, nella rada che si apre presso Lecce, nel VII secolo. Dapprima monaco, poi abate di un monastero del centro Irlanda, divenne vescovo di Rachau e intorno al 666, durante un pellegrinaggio in Terra Santa, il destino lo portò in Italia. Recatosi a Taranto, non vollero più lasciarlo andare via. Lo elessero vescovo e lo amarono fino alla sua morte nel 685.

Parola di Dio: At. 14,5-18; Sal. 113b; Gv. 14,21-26

 

“CHI ACCOGLIE I MIEI COMANDAMENTI E LI OSSERVA, QUESTI MI AMA”. (Gv. 14,21)

Un giorno un signore mi disse: “Come si può credere ad una religione dolciastra come la vostra? Davanti ai gravi problemi della vita voi rispondete con quella strausata parola che vuol dire tutto e niente: amore!” Gli dissi che mi dispiaceva se noi cristiani avessimo dato questa impressione, perché per Dio, per Gesù e per noi amare è tutt’altro che una serie di melensi sentimenti. Dio ama e il suo amore diventa vita. Dio ama e vuol perdonare e il suo amore si incarna in Gesù. Gesù vuol essere fedele all’amore di Dio e al nostro e le sue scelte lo portano alla conseguenza del dare la vita. Quando mi chiedo se sono o meno capace di amare non devo fermarmi al fatto se sento o meno particolari sentimenti di benevolenza, devo chiedermi se l’altro è diventato per me più importante di me stesso. Amare Dio non è provare afflati mistici (al massimo e solo in certi casi questi possono essere conseguenze) è accogliere Dio, Gesù, Lo Spirito Santo così come sono, è cercare in concreto di fare ciò che a loro è gradito e scoprire nel farlo che questo è anche il loro amore concreto per noi perché è la nostra piena realizzazione.

 

 

MARTEDI’ 11 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI LA TUA PACE, SIGNORE!

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: IGNAZIO DA LACONI, Santo. Religioso 

Nacque a Laconi, in Sardegna il 17 novembre 1701 da una famiglia numerosa, povera, ma di fede profonda. Entrò nei Cappuccini del Buon Cammino di Cagliari. Aveva l’incarico della questua: riceveva e donava. Era di buon esempio per tutti, ricercato per i suoi consigli. Negli ultimi pur essendo diventato cieco, continuò il suo servizio. Morì l’11 maggio 1781.

Parola di Dio: At 14,19-28; Sal. 144; Gv. 14,27-31

 

“VI LASCIO LA PACE, VI DO LA MIA PACE. NON COME LA DA’ IL MONDO, IO LA DO A VOI”. (Gv. 14,27)

Lungo i secoli ci si è rivolti a Maria con tanti appellativi, alcuni di essi riguardano Lei, i suoi doni, la sua vita, altri riguardano il suo rapporto con noi. L’invocazione: “Regina della Pace, prega per noi” riguarda entrambe le situazioni. Noi abbiamo bisogno di pace. In tutti i secoli l’uomo ha sempre lasciato emergere il peggio di sé e sono venute le guerre: provate a pensare a quante persone nel passato e nel presente sono morte a causa della violenza! Ma la pace non è stata minacciata solo dalle armi: pensate alle guerre, alle violenze che succedono nel mondo del lavoro, per la conquista del denaro o del potere, provate a pensare a quante famiglie divise da lotte fraterne, a quante persone umiliate, schiavizzate per egoismo di altre… A volte ci viene quasi da disperare sul fatto che l’uomo possa su questa terra essere in pace. Maria c’è riuscita! Non è che alla Madonna sia andata molto meglio di noi. Fin da ragazza ha subito umiliazione da parte di chi la vedeva incinta prima che sposa. Poi, immaginatevi quale deve essere stata la sua pena nel partorire il proprio figlio in una stalla: Lei, al Figlio di Dio non poteva offrire neanche una casa decente, poi lei e la sua famiglia hanno subito il sopruso dei potenti e per salvare suo Figlio, ha dovuto prendere la strada dell’esilio, è vissuta in un mistero più grande di lei, ha assistito alla morte in croce di suo Figlio…ma Maria non ha perso la pace, perché la pace, quella che viene da Dio non è assenza di guerre, compromesso per non arrivare a distruggerci. La pace di cui parla Cristo e che era nel cuore di Maria è completamente diversa dalla pace del mondo. La pace di Cristo resiste al dolore, alle prove, alle umiliazioni, alle privazioni di ogni genere. E’ la pace dei missionari, dei martiri, dei santi, dei veri cristiani. La pace di Cristo nasce da un atto di fede totale nella bontà di Dio; nasce dalla certezza che Dio ha in pugno la vita e la storia, nasce da un abbandono confidente all’Onnipotente. Ecco quello che noi invochiamo da Maria per il mondo. per le nostre famiglie, per noi stessi quando in ogni situazione della nostra vita continuiamo ad invocarla: “Regina della pace, prega per noi”.

 

 

MERCOLEDI’ 12 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

NON PERMETTERE, SIGNORE, CHE CI SEPARIAMO DA TE LUCE DI VERITA’

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: PANCRAZIO, Santo, Martire

Un ragazzo può essere capace di un’autentica professione di fede? Pancrazio avrebbe senz’altro risposto affermativamente a questa domanda: a soli quattordici anni egli versò il proprio sangue per il Cristo, a Roma, verso l’anno 304.

Parola di Dio: At. 15,1-6; Sal 121; Gv. 15,1-8

 

“CHI RIMANE IN ME E IO IN LUI, FA MOLTO FRUTTO”. (Gv. 15,5)

“Benedetto il frutto del tuo grembo: Gesù”. Ripetiamo questa frase dell’Ave Maria molte volte al giorno e pensiamo dunque al Frutto che Maria ha portato: è lo stesso frutto che dovremmo portare anche noi e che Dio si aspetta da noi. Noi come Lei siamo chiamati a generare Gesù. Portare frutto non è un lusso del tralcio. E’ la sua ragion d’essere. Il frutto non è l’ornamento della vigna. Ne costituisce il “dovere” più elementare. Per portare frutto bisogna però “rimanere in Lui”. Maria unita a Dio genera il Figlio di Dio. Il frutto della Chiesa e del cristiano non deriva da tecniche più o meno raffinate, da documenti elaborati, da calcoli umani, da legami “politici” influenti, da organizzazione perfetta, ma dal “rimanere” in Cristo, dal non porre ostacolo a che la sua linfa vitale possa passare e agire in noi. I frutti poi, non sono necessariamente quelli più appariscenti. La vita, infatti, nasce e si sviluppa nell’oscurità, nella profondità, non tanto nel chiasso, nelle esteriorità, nelle apparenze. Quando siamo cuore a cuore con Cristo Lui può operare in noi e farci portare il frutto che desidera cioè se stesso donato per noi e per il mondo.

 

 

GIOVEDI’ 13 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

MIA FORZA E MIO CANTO E’ IL SIGNORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: IMELDA LAMBERTINI, Beata   

La storia di Imelda è molto breve perché in tredici anni questa bambina riuscì a raggiungere le vette della santità. Nata a Bologna nel 1322 a dieci anni fu ammessa nel convento delle Domenicane di santa Maddalena e subito diede segni di devozione non comune, anche favorita da grazie eccezionali. Piena di fervore eucaristico morì subito dopo aver ricevuto in modo misterioso la prima Comunione. Nel 1910 fu proclamata protettrice dei Comunicandi.

Parola di Dio: At. 15,7-21; Sal.95; Gv.15,9-11

 

“QUESTO VI HO DETTO PERCHE’ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”. (Gv. 15,11)

In questo mese già una volta ci siamo fermati a riflettere sulla pace, quella che Gesù augura e porta e abbiamo detto che è una realtà profonda del cuore fondata sulla certezza dell’amore di Dio per ciascuno e per tutti. Anche la gioia che Gesù ci dà si fonda sulla stessa cosa. Se non ci fosse la certezza che Dio ci ama e ci vuole realizzati e felici avrebbero ragione molti a dirci che siamo degli utopisti se non dei matti a credere alla possibilità della gioia in un mondo come il nostro dove c’è davvero poco da gioire e molto da soffrire. Ma se divento cosciente dell’amore che Dio ha per me, della sua stima, del suo perdono, della fiducia che ripone in me, non posso non aver gioia: Dio, il Creatore, il Sapiente, l’Unico, mi ama di un amore totale e personale, e me lo ha dimostrato e dimostra attraverso suo Figlio Gesù. Posso ancora essere pessimista, triste, posso ancora sentirmi solo? E se io sono amato così, questo amore posso tenermelo per me solo o non devo sprizzare gioia da tutti  i pori?  Il mondo ha bisogno della mia gioia... Nel mondo c’è il grande contagio del possedere, della tristezza, io ho l’antidoto della gioia e ce l’ho in abbondanza; perché non regalarlo? Se farò così scoprirò un’altra meraviglia: donare gioia non ci impoverisce di essa, anzi, ce la moltiplica. Ancora una volta Maria mi è testimone ed esempio di questo: Lei, anche in mezzo alle prove sa lasciar cantare il suo cuore, sa vedere le meraviglie di Dio, sa donare Gesù… è davvero la Madre della nostra gioia!

 

 

VENERDI’ 14 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE PERCHE’ TU CI HAI CHIAMATI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MATTIA, Santo Apostolo

Dopo l’Ascensione del Signore, Mattia venne eletto al posto di Giuda per completare il numero dei Dodici. Mattia ha potuto essere scelto per portare la testimonianza che ha fondato la fede della Chiesa, perché era un amico di Gesù. Sappiamo solo questo di Lui, ma è sufficiente.

Parola di Dio nella festa di san Mattia: At. 1,15-17.20-26; Sal. 112; Gv. 15,9-17

 

“NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI E VI HO COSTITUITI PERCHE’ ANDIATE E PORTIATE FRUTTO”. (Gv. 15,16)

Tante volte, rileggendo il Vangelo, noi ci troviamo spiazzati davanti ad esso proprio perché partiamo da un presupposto inesatto. Pensiamo di essere noi i principali personaggi della fede quando diciamo: "lo ti amo, Signore... lo rispondo con le mie scelte... lo ho dei diritti nei tuoi confronti perché prego... Noi siamo la Chiesa quindi noi facciamo il Regno di Dio..." Se Dio nella sua immensa grandezza, bontà, misericordia non "avesse pensato a me dall'eternità", io neppure esisterei. Se Gesù non si fosse fatto uomo, come potrei salvarmi? Come entrare in comunione con Dio? I sacramenti, la grazia me li posso dare da solo? Il Regno di Dio lo costruisco io con le mie forze? Basta guardare ai disastri della storia della Chiesa quando gli uomini di chiesa hanno pensato di sostituirsi alla misericordia di Dio! Anche Maria, prima di dire il suo “si” era già stata “prescelta” per la missione di essere Madre del Salvatore. Quanto è gratificante e liberante pensare: “E' Lui che mi ha voluto, scelto, amato; è Lui che mi manda, mi sostiene, mi guida, è Lui che costituisce e regge il suo Regno fino al suo compimento decisivo. Io sono importante, ma solo per un motivo: è Lui che mi ama, che mi chiama Figlio e che ha talmente fiducia in me da chiedermi di diventare suo collaboratore”.

 

 

SABATO 15 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI IL NOSTRO DIO E NOI SIAMO IL TUO POPOLO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: SOFIA, Santa, Martire

Di questa santa abbiamo pochissime notizie, sappiamo solamente che morì martire a Roma, una delle tante oscure, umili ed eroiche vittime delle persecuzioni anticristiane.

Parola di Dio: At. 16,1-10; Sal. 99; Gv. 15,18-21

 

“SE IL MONDO VI ODIA, SAPPIATE CHE PRIMA DI ODIARE VOI HA ODIATO ME”. (Gv. 15,18)

Gesù è morto su una croce. La spada ha trafitto il cuore della Madre ai piedi di quella croce. I primi cristiani hanno incontrato tutti il martirio per la fede. Anche oggi è impressionante scoprire quanti sono ancora martiri veri e propri per la testimonianza cristiana nel mondo. Ma quello che spesso incontriamo nel nostro mondo è una indifferenza alla fede, tante volte ancora più scoraggiante che una aperta ostilità. E l’indifferenza, l’abitudine, il “tanto tutti fanno così”, può mettere a dura prova la testimonianza cristiana: è un martirio che non arriva tutto di un colpo, ma uno stillicidio che se non stai attento presto ti smonta, ti toglie l’entusiasmo, ti appiattisce. Il cristiano, seguendo il suo Maestro, è uno che non demorde, che non cerca risultati umani, che continua nella sua testimonianza sicuro che l’importante è seminare e qualche volta bagnare il terreno con un po’ di sudore, un po’ di lacrime e qualche goccia di sangue. A far crescere, a tempo opportuno, ci penserà il Signore stesso.

 

 

DOMENICA 16 MAGGIO  6^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

 

SII PER ME DIFESA O DIO, ROCCA E FORTEZZA CHE MI SALVA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: UBALDO, Santo, Vescovo   

Era nato a Gubbio nel 1084 dalla nobile famiglia dei Baldassini che aveva progettato per lui un degno matrimonio. Ubaldo preferì farsi prete e dare via il suo patrimonio ai poveri. Fu canonico della cattedrale e contava di vivere una vita di preghiera. Rifiutò infatti il vescovado di Perugia ma non poté rifiutare quello di Gubbio.  Si mostrò un vero padre per i suoi diocesani e difese la città contro Federico Barbarossa. Morì nel 1160.

Parola di Dio: At 15,1-2.22-29; Sal.66; Ap. 21,10-14.22-23; Gv. 14,23-29

 

“LO SPIRITO SANTO VI INSEGNERA’ OGNI COSA E VI RICORDERA’ TUTTO CIO’ CHE VI HO DETTO”. (Gv. 14,26)

Una delle litanie con cui noi onoriamo Maria è: “Madre della Chiesa, prega per noi” e, vi assicuro, per un certo periodo mi ha fatto un po’ di difficoltà, non tanto perché Maria possa essere la madre di tutti i credenti, ma perché mi pareva strano e quasi disdicevole confondere la Maternità di Maria con quella Chiesa che spesso non è stata e non è la vera immagine di Cristo. Sulla scorta del vangelo di oggi mi chiedo allora quale sia la Chiesa. La Chiesa vera non è tanto una istituzione gerarchica quanto il luogo dell’amore in cui Dio davvero abita, è il luogo dove è lo Spirito Santo ad insegnare, è il luogo del cammino della fede nell’attesa del ritorno di Cristo, ed è il luogo della pace. Vedete quale differenza tra il modo degli uomini (religiosi compresi) di considerare la Chiesa come piramide religiosa di potere e quella di questa pagina evangelica. A questa Chiesa Gesù non ha lasciato istruzioni da codificare, ha dato lo Spirito Santo come guida, a questa Chiesa non ha chiesto di conquistare il mondo come una nuova forma di potere, ma ha detto di annunciare ad ogni uomo la salvezza da Lui portata, non ha chiesto di scimmiottare il mondo ma di guardarsi dai modi del mondo, non ha detto di portare codici di diritto canonico, ma ha detto di portare solo il segno dell’amore, anzi di essere segno dell’amore di Dio. Qualcuno sorridendo mi dirà: “utopie”, ebbene sì, ma sono le utopie di Gesù e per Gesù l’utopia non esiste perché “nulla è impossibile a Dio”, credo allora che Maria sia madre della Chiesa povera e peccatrice di cui io faccio parte ma che anche Lei desideri essere madre di una Chiesa nuova che con il coraggio sempre più manifesto di lasciare le vesti del potere riscopra e creda che l’ “utopia” di Gesù, con la forza dello Spirito si può ancora realizzare.

 

 

LUNEDI’ 17 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, O SIGNORE, DI POTER GUSTARE IN OGNI TEMPO I FRUTTI DELLA PASQUA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: PASQUALE BAYLON, Santo

Nato nel 1540 nel regno spagnolo di Aragona, Pasquale Baylòn, bambino pascolava il gregge di famiglia e trascorreva ore in preghiera, mortificando il corpo con digiuni e flagellazioni. A 18 anni chiese di entrare nel convento di Santa Maria di Loreto, ma la domanda non venne ascoltata. Più tardi, quando ormai la fama della sua santità e di alcuni miracoli gli aprì le porte del convento, egli prese i voti come “fratello laico” sentendosi indegno del sacerdozio. Svolse allora l’umile compito di portinaio, ma le sue dispute con i calvinisti di Francia e soprattutto gli scritti che ci ha lasciato, lo designano ufficialmente “teologo dell’Eucarestia”, argomento su cui imperniò tutta la sua vita spirituale. Morì nel 1618, a soli 53 anni, con il corpo consumato dalle esagerate mortificazioni inflittesi.

Parola di Dio: At. 16,11-15; Sal. 149; Gv. 15,26-16,4

 

“VI HO DETTO QUESTE COSE PERCHE’, QUANDO GIUNGERA’ LA LORO ORA, RICORDIATE CHE VE NE HO PARLATO”. (Gv. 16,4)

Gesù mette in guardia i suoi apostoli: sta per avvicinarsi il momento della prova, lo scandalo della Croce. Sarà per loro il momento più duro: accettare non il Messia trionfante ma il Cristo Crocifisso e accettare di morire crocifissi con Lui. Ma Gesù mette in guardia anche noi, infatti anche noi abbiamo e avremo, se davvero cristiani consapevoli, prove per testimoniare la nostra fede. Gesù ci avvisa che metterci alla sua sequela non è viaggiare in mezzo agli onori, scegliere Lui significa accettare quanto a Lui è stato fatto. Gesù è stato non capito, osteggiato, messo in croce, ma nello stesso tempo è stato fedele alla volontà del Padre, ha trasformato la sofferenza in amore, ha vinto la morte con la risurrezione. Il  cristiano perseguitato, provato, sa che sta percorrendo la stessa strada di Gesù, continua con amore e con fermezza a fare la volontà del Padre, offre, come Gesù, le prove per regalare testimonianza e salvezza, con Lui muore per portare molto frutto, con Lui risorge ogni giorno fino alla risurrezione finale. Belle parole! Ma, ce la faremo? Gesù ci ha promesso e mandato il Consolatore. Cioè, da soli non ce la facciamo a conoscere la verità, ad amare pienamente, a perdonare come Lui ha perdonato, ma con la forza dello Spirito di Gesù possiamo avvicinarci al vivere come ha vissuto Lui. Gesù dà un bellissimo nome allo Spirito Santo, lo chiama: “Il Consolatore”. Colui che consola non ci lascia soli, ci incoraggia, ci tira su di morale. L’uomo, davanti al mistero del creato si sente sperso; davanti al mistero di Dio che lo sovrasta è piccolo; davanti alla sofferenza, alla morte si sente solo e perduto. Gesù è venuto proprio per incontrare la nostra solitudine e incapacità da soli di “guardare in alto”: Lui si è fatto solidale con noi. Ma Gesù è salito al cielo, noi non lo vediamo più con i nostri occhi, pur promettendoci di rimanere con noi fino alla fine dei tempi. Il dono dello Spirito è allora Colui che ci consola, aiuta, rafforza nella presenza di Gesù. E’ lo Spirito che ci aiuta a riconoscere Gesù nei sacramenti, nei poveri, nella comunità. Lo Spirito che rende testimonianza a Gesù ci aiuta a trovare senso ai misteri della nostra vita, ci apre a Dio e ci ispira a vivere gli insegnamenti di Gesù senza paura davanti alla prova e alla persecuzione, logiche conseguenze della testimonianza.

 

 

MARTEDI’ 18 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

NELLA TUA BONTA’ SOCCORRIMI, SIGNORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI I, Santo, Papa

Eletto papa nel 523 si trovò a combattere contro l’eresia ariana. Rifiutatosi di seguire le istruzioni dell’imperatore Teodorico, ariano, fu imprigionato e morì di fame in un carcere di Ravenna il 18 Maggio 526.

Parola di Dio: At. 16,22-34; Sal. 137; Gv. 16,5-11

 

“E’ BENE PER VOI CHE IO ME NE VADA, PERCHE’ SE NON ME NE VADO, NON VERRA’ A VOI IL CONSOLATORE”. (Gv. 16,6)

Sono, queste parole, abbastanza misteriose. Proviamo a cercarne una spiegazione. Gesù, durante la sua vita terrena, e stato una “presenza” visibile di Dio. Ma questa Presenza, così utile per noi che siamo esseri corporei e sensibili, era anche allo stesso tempo un limite: a causa della sua umanità, del suo corpo, Gesù era limitato ad un certo tempo e ad un certo luogo. Gesù non poteva fare tutto ciò che avrebbe desiderato fare. E ne aveva coscienza quando ha detto “è bene per voi che io me ne vada”. Mandando il suo Spirito, Gesù ha coscienza di moltiplicare la sua presenza: lo Spirito non ha più alcun limite, può arrivare dappertutto. Noi vorremmo poter consultare Gesù ‘in diretta’ e non ci accorgiamo di essere il tempio dello Spirito dove Gesù abita, noi vorremmo sentire la sua parola, ma nello Spirito possiamo leggere ed ascoltare sia la parola di Gesù che troviamo nelle Scritture che quella che ci parla direttamente attraverso la coscienza, gli altri e i fatti della vita. Noi vorremmo poter toccare Gesù, andare magari una volta in vita a fare un pellegrinaggio alla dimora della sua abitazione, e non ci accorgiamo che Lui stesso è in continuo pellegrinaggio verso di noi, che possiamo non solo toccarlo ma riceverlo nel suo Corpo e rivivere la grazia della sua passione e risurrezione per noi. Noi vorremmo sentire con le nostre orecchie le parole del suo perdono, per esserne sicuri, e non ci accorgiamo che queste parole, proprio per dono dello Spirito giungono a noi ogni volta che un povero prete, a nome suo le ripete, proprio per noi.

Noi vorremmo poter vedere la bellezza di Maria, dirle grazie per aver accettato di essere Madre di Gesù e Madre nostra, e non ci accorgiamo che abbiamo quello stesso Spirito che ha generato in Lei il Salvatore e che può generarlo anche in noi. E’ solo accorgendoci dello Spirito Santo e lasciandolo operare in noi che continuiamo l’incarnazione di Gesù in tutto il mondo.

 

 

MERCOLEDI’ 19 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA, SIGNORE, IN MEZZO A NOI IL CONSOLATORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: CELESTINO V, Santo, Papa

Nacque ad Isernia in Abruzzo l’anno 1215. Fu Papa per pochi mesi soltanto. Aveva già quasi settant’anni quando fu strappato dalla solitudine della vita monastica e fu spinto ad accettare il pesante incarico di capo della Chiesa; la Santa Sede era vacante da 27 mesi: egli dovette accettare. Ma qualche mese più tardi rinunciò volontariamente al governo della Chiesa. Morì nel 1296, Clemente VI lo proclamò santo nel 1313. S. Celestino aveva visto affluire nel suo eremitaggio numerosi discepoli attratti dalla santità della sua vita. Di qui l’origine di un ramo dell’Ordine benedettino che porta il suo nome: "i Celestini", soppressi al tempo della Rivoluzione francese.

Parola di Dio: At. 17,15.22-18,1; Sal. 148; Gv. 16,12-15

 

“MOLTE COSE HO ANCORA DA DIRVI MA PER IL MOMENTO NON SIETE IN GRADO DI PORTARNE IL PESO”. (Gv. 16,12)

Gesù vuol dirci che la fede è un cammino, è una via in sviluppo. Ci sono quotidianamente cose nuove da scoprire in Dio, un po’ come succede ad un fidanzato, a uno sposo, ad un amico nello sviluppo di una relazione di amore. Come gli apostoli, io non sono che all’inizio. Accetto, o Signore, che Tu dica così anche a me. C’è una quantità di cose che io, ora, non posso capire ma che tu mi rivelerai poco per volta se sarò fedele ad ascoltare la voce dello Spirito che parla al mio cuore e che mi parla di Te, Gesù. Fa’ che io non mi consideri mai soddisfatto, pieno di me stesso e delle mie conoscenze dottrinali. E fa’, Signore, che io pensi anche a coloro con i quali vivo. Per essi è la stessa cosa. Anch’essi sono nel cammino della fede... ci sono delle  verità, delle attitudini che anch’essi devono ancora scoprire. Dammi, Signore, la tua pazienza, la tua pedagogia. Che io non metta sulle spalle di altri, pesi che essi non possono portare... che io sappia camminare al ritmo della tua grazia, al ritmo dei tuoi passi, accompagnando i miei fratelli nel loro cammino. Signore insegnami a fare come ha fatto tua Madre: Lei è entrata per fede nel mistero di ciò che Tu la chiamavi a compiere. Non  sapeva tutto, Si meravigliava di quanto le stava succedendo, si chiedeva il perché delle cose, ma “teneva nel suo cuore tutto, meditandolo” e si abbandonava alla volontà dello Spirito. Fa che anch’io sia come una foglia abbandonata al ‘Vento’, per essere portato là dove tu vuoi”.

 

 

GIOVEDI’ 20 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SANTO SPIRITO, VIENI PADRE DEI POVERI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: CARLO DOMENICO ALBINI, Servo di Dio

Era nato a Mentone il 26 novembre 1790. Scelse la strada del sacerdozio. Fu insegnante di teologia nel seminario di Nizza. Entrò nella Fondazione dei Missionari Oblati di Maria. Fu predicatore in Provenza poi ancora professore di morale al seminario di Marsiglia e dal 1835 al seminario di Aiaccio in Corsica. Aiutato dalla fama di santità e dai miracoli predicò in tutta la Corsica combattendo soprattutto lo spirito di vendetta presente tra quelle popolazioni. Morì a Vico il 20 maggio 1839.

Parola di Dio: At. 18,1-8; Sal.97; Gv. 16,16-20

 

“ANCORA UN POCO E NON MI VEDRETE: UN PO’ ANCORA E MI VEDRETE”.(Gv. 16,16)

Nulla è più tormentoso della vibrazione di un cuore che teme di perdere un amato. E’ lo stato d’animo dei discepoli, quasi completamente smarriti dopo le parole di Gesù che vuole prepararli al distacco e alla prova  del Calvario. Se in certi giorni la nostra fede è una luce che ci illumina, una capacità che ci rende forti, anche per noi in certi giorni giunge la notte della fede, il momento in cui non “vediamo” non “tocchiamo”, in cui abbiamo paura di perdere o di aver perso il Signore. Quando poi anche noi dobbiamo salire verso il calvario e ci sentiamo oppressi dal peso delle croci ci sembra di essere totalmente soli, abbandonati da Dio e dagli uomini. Ma il Signore non ci lascia soli, ci dice “ancora un poco” e i tre giorni sono passati: la croce ora è albero fiorito, il chicco di grano è morto e dalla sua morte è nata la vita.

 

 

VENERDI’  21 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

A TE LA GLORIA, O DIO, RE  DELL’UNIVERSO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADELFIO DI ONUPHIS, Santo Vescovo

Sappiamo che era Vescovo di Onuphis nel delta del Nilo. Fu esiliato al tempo dell’imperatore Costanzo in quanto era oppositore dell’arianesimo.

Parola di Dio: At. 18,9-18; Sal. 46; Gv. 16,20-23

 

“VOI SARETE AFFLITTI, MA LA VOSTRA AFFLIZIONE SI CAMBIERA’ IN GIOIA”. (Gv. 16,20)

Qui Gesù non soltanto vuol aiutare i suoi amici ad essere preparati alla sofferenza della sua passione e alla gioia della sua risurrezione, ma in fondo vuol descrivere in breve il percorso della vita di ognuno di noi. Noi siamo persone chiamate alla gioia e alla serenità che spesso si accorgono che nella vita c’è un prevalere immediato della fatica e della sofferenza ma persone che, credendo alla Rivelazione, sanno che lo sbocco definitivo sarà la gioia e la festa. Davanti alla croce di Gesù ci sono atteggiamenti diversi. C’è il dolore, intenso, compartecipe di sua Madre che vede il proprio Figlio e il Salvatore del mondo, morire. C’è l’ammirazione del centurione che lo porta all’atto di fede: “Costui è veramente il Figlio di Dio”. C’è il pianto accorato delle donne, il dolore pieno di rimorsi e di speranze deluse degli apostoli. E c’è la gioia degli scribi e dei farisei che finalmente pensano di essere riusciti a far fuori colui che dava tanto fastidio, e poi c’è l’indifferenza di tanti che passano, giudicano e non solo non si accorgono di un Dio in croce, ma neanche della sofferenza di un uomo. E oggi, non succede la stessa cosa? C’è tanta gente che vede nella croce il segno della salvezza e chi si beffa della croce, chi la croce vuole abolirla non solo dai tribunali, dalle scuole, dagli ospedali ma soprattutto dal cuore degli uomini. Gesù e Maria ci ricordano che la  sofferenza, non va vissuta come un iniquità contro di noi o come noncuranza di Dio nei nostri confronti, ma quale intrinseco fardello da portare coraggiosamente. L’importante è sapere che ha un senso, che è una soglia da superare per entrare nella gioia piena e definitiva. Soprattutto e importante sapere che Cristo è sempre con noi: domani nella nostra gioia, anzi come causa della stessa, oggi come pellegrino e fratello che vive nella nostra stessa afflizione.

 

 

SABATO 22 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

ACCLAMATE DIO CON VOCI DI GIOIA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIULIA Santa, Vergine e Martire

Probabilmente Giulia era una ragazza cristiana cartaginese, di famiglia nobile, vissuta nel V secolo. La Passio racconta che fu fatta schiava da un commerciante pagano, tale Eusebio, che la condusse in Siria. Giulia, per le sue doti di dolcezza e sottomissione, conquistò Eusebio che la portava con sé nei suoi viaggi e proprio durante uno di questi, fecero naufragio al largo della Corsica. Approdati sulle coste corse, tutto l'equipaggio sacrificò agli dei, per ringraziamento, con l'esclusione della giovine, perché cristiana. La cosa venne all'orecchio del governatore Felice, che probabilmente invaghitosi della bella schiava, tentò prima di acquistarla da Eusebio e quindi approfittando una sera dell'ubriachezza dello stesso gliela sottrasse con l'inganno. Felice offrì a Giulia la libertà in cambio di un sacrificio agli dei, ma al rifiuto della ragazza ricorse alla violenza facendola percuotere e flagellare. Quindi ordinò che le fossero strappati i capelli e infine la fece inchiodare ad una croce e gettare in mare. Alcuni monaci dell'isola di Gorgona furono avvertiti in sogno dell'accaduto e recuperarono al largo dell'isola la croce con il corpo della martire e un cartiglio, scritto da mani angeliche, con il nome e la storia del martirio. Il corpo fu deposto in un sepolcro dell'isola.

Parola di Dio: At. 18,23-28; Sal. 46; Gv. 16,23-28

 

“SE CHIEDERETE QUALCHE COSA AL PADRE NEL NOME MIO, EGLI VE LA DARA’ “. (Gv. 16,23)

Questa affermazione di Gesù ha spesso mandato in crisi fior di teologi. Gesù promette la realizzazione delle nostre richieste, ma questo in buon numero di casi non avviene allora sarà una promessa falsa di Gesù? Gesù avrà voluto parlare solo di richieste spirituali e non materiali? (anche qui ci sono dei dubbi che sempre si avverino richieste spirituali)… Io credo che qui non si tratti di qualcosa di macchinale, anche perché noi spesso nella nostra preghiera balbettiamo e chiediamo a Dio cose che non sappiamo neppure se sono il nostro vero bene. Ma questa frase è un grande insegnamento sulla preghiera. La preghiera "fatta in nome di Gesù deve nascere da una profonda intimità con lui e questa poco per volta ci porta a sentire ciò che lui sente e a chiedere ciò che Cristo chiede. Man mano che la nostra intimità con Cristo crescerà, sempre meno le richieste saranno nostre ma diventeranno sempre più sue a modello di quella grande preghiera che Gesù ci ha insegnato. Invece di grazie passeggere ci sentiremo più chiesa e chiedendo il quotidiano necessario allargheremo il nostro cuore alla richiesta della glorificazione del Padre, la venuta del suo regno, l'attuazione della sua amorosa volontà, il perdono dei peccati, la preservazione dalla tentazione. In questo mese di maggio guardiamo ancora a Maria. Come pregava Maria? Spesso Maria pregava con il silenzio. I silenzi di Maria nel Vangelo sono non vuote obbedienze o incapacità di parole ma sono il continuo cercare di comprendere e di conformarsi alla volontà di Dio. Quando è il momento però Maria, sa anche far traboccare la gioia dal suo cuore, ed ecco il Magnificat, una preghiera personale, ma presa dalla Sacra Scrittura che esprime la gioia e la riconoscenza profonda del suo cuore. Maria poi sa vedere e sa chiedere. E’ talmente profonda la sua intimità con Gesù che non ha bisogno che di fargli notare: “Non hanno più vino”, ed è talmente sicura di essere esaudita che nonostante le parole di Gesù dice ai servi: “Fate come Egli vi dirà”. Ci insegni dunque, nostra Madre a stare con Dio, a parlare con Dio, a fare la volontà di Dio e allora scopriremo con gioia che siamo sempre esauditi, anche quando ci sembra di non aver ottenuto, perché se Dio è davvero il mio Padre buono può darmi qualcosa che non sia per il mio bene?

 

 

DOMENICA 23 MAGGIO ASCENSIONE DEL SIGNORE

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI LA SPERANZA DI RAGGIUNGERE CRISTO NELLA GLORIA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: DESIDERIO, Santo, Vescovo, Martire

Desiderio era vescovo di Langres (Francia) al tempo in cui i feroci Vandali, barbari e ariani, invasero tutta la regione. i concittadini del Santo vendettero cara la pelle e il loro valore non fece che inasprire i barbari che saccheggiarono la città con inaudita ferocia. Desiderio si presentò allora al capo dei Vandali e, in nome del suo popolo, supplicò pietà tendendo verso di lui il Vangelo. Ma il barbaro ordinò che il vescovo fosse ucciso e il Libro Sacro si ricoprì del suo sangue.

Parola di Dio: At. 1,1-11; Sal. 46; Eb. 9,24-28;10,19-23; Lc. 24,46-53

 

“E DOPO AVERLO ADORATO TORNARONO A GERUSALEMME CON GRANDE GIOIA”. (Lc. 24, 52)

Il Vangelo racconta di questo ultimo saluto di Gesù ai suoi prima della sua Ascensione al Cielo. Ci sarà stato anche un momento particolare di saluto per sua Madre? Il Vangelo non lo racconta ma credo sia lecito pensarlo e mi piace immaginarlo non come un saluto triste tipo lacrime e fazzoletti alla stazione ma un saluto pieno di gioia. Gesù ha compiuto la sua missione, il suo amore è ormai riversato sugli uomini. Il suo andarsene poi non è un abbandonarci, ma un fidarsi di noi e un affidarci il suo messaggio, il cielo ormai non è più molto distante dalla terra. Certo può rimanere la nostalgia del vedere e del toccare, ma anche per questo Gesù ci ha lasciato se stesso nei sacramenti (i sette e tanti altri). Maria è felice per Gesù, il risorto che più non muore, è felice per gli apostoli che se anche dovranno barcamenarsi in mezzo a difficoltà e prove, ora hanno anche loro lo Spirito Santo, quello stesso Spirito che ha ingenerato il Lei il Figlio di Dio, e Maria è contenta anche per la propria missione di Madre di ogni uomo: l’amore trabocchevole che Dio ha versato nel suo cuore ora può scendere su ogni uomo divenuto figlio suo nel Figlio. Anche per noi la festa dell’ascensione è una festa e non una commemorazione di una partenza e anche se i nostri occhi possono guardare nostalgici il punto del cielo dove Cristo se ne è andato, è la festa della nostra maggiore età: Cristo si fida di noi (e in questo davvero ha il coraggio di Dio!), Cristo ci affida il suo messaggio e ci rende capaci di amare, Cristo rimane con noi attraverso il suo Spirito e ci incoraggia: realizzeremo o deluderemo un così grande amore?

 

 

LUNEDI’ 24 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, AIUTO DEI CRISTIANI, PREGA PER NOI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BEATA VERGINE MARIA, AIUTO DEI CRISTIANI

Nella città di Torino si venerava la Vergine, sotto il titolo di "Aiuto dei cristiani", nella chiesa di san Francesco da Paola, dove era stata istituita una compagnia di devoti ed esiste tuttora un altare a lei dedicato. San Giovanni Bosco riprese questa devozione e le diede grande diffusione; costruì la basilica in onore di Maria Ausiliatrice, affidando alla Vergine il patrocinio di tutte le sue opere. Egli intendeva soprattutto ricordare gli interventi di Maria in momenti difficili della storia della Chiesa.

Parola di Dio: At. 19,1-8; Sal. 67; Gv. 16,29-33

 

“PER QUESTO CREDIAMO CHE SEI USCITO DA DIO”. (Gv. 16,30)

Il nostro è un Dio unico: chi ama Gesù, ama il Padre. Il Padre ci ama dello stesso amore di Gesù. La fondamentale realtà dell’ebraismo e del cristianesimo è la fede in un unico Dio. Tutta la Bibbia vede il maggior peccato nell’idolatria. Noi, oggi, pensiamo che questo pericolo non ci sia più, ragioniamo addirittura all’opposto: “Oggi l’uomo non crede neppure più a Dio, figuriamoci se di idoli ne ha tanti”. Eppure non è vero! Gli idoli sono solo cambiati, sono diventati più subdoli, più nascosti. Pensate a queste nuove forme di religiosità che mettono insieme Gesù Cristo e l’invocazione delle forme di energia presenti nel cosmo, pensate ai cristiani che vanno a Messa portando addosso il pentacolo del mago, pensate al dio denaro al quale si sacrificano continuamente persone, cose, valori; pensate alla pubblicità consumistica che ci presenta quotidianamente una serie di idoli, pensate anche ad un certo tipo di religiosità che mette sullo stesso piano Dio, S. Antonio, Padre Pio, la Sindone. Dio è uno solo, facciamo un po’ di pulizia di idoli e idoletti per riscoprire Lui solo come Signore della nostra vita. Oggi noi ricordiamo con un appellativo che Maria è aiuto dei cristiani, rivolgiamoci dunque con fiducia a Lei nel chiederle che ci aiuti ad avere fede solo nel Dio di suo figlio Gesù e a far sì che nell’affermare questa fede allontaniamo da noi le potenze del male che anche oggi ci tentano di idolatria.

 

 

MARTEDI’ 25 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SPIRITO SANTO LUCE DEI CUORI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: URBANO I, Santo,  Papa                                   

E’ il 17° Papa dopo Pietro. Governò la Chiesa tra il 222-230 in un periodo di relativa pace. Una tradizione vede questo Papa martire, ma probabilmente lo confonde con un Martino, vescovo che davvero subì il martirio.

Parola di Dio: At. 20,17-27; Sal. 67; Gv. 17,1-11

 

“DISSE GESU’: IO TI PREGO PER COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHE’ SONO TUOI”.(Gv. 17,9)

Gesù ci porta nel suo cuore: nel Vangelo di Giovanni, alla fine dei discorsi di addio che hanno riempito l’Ultima Cena, troviamo che Gesù sente il desiderio di pregare. Egli ha bisogno di essere in piena comunione con il Padre per poter aderire totalmente alla sua volontà, ha bisogno di tutta la forza dello Spirito di Amore per poterci amare fino in fondo donando la sua vita per noi in mezzo alle sofferenze della passione e della croce. Ma ci tocca particolarmente questa preghiera di Gesù perché, in un momento così estremo della sua vita, Lui non si ferma a chiedere aiuto per se stesso, ma ha nel cuore principalmente noi. Ci sente come dono del Padre, valiamo il suo sangue prezioso versato per noi, quindi Gesù prega il Padre per noi. Proprio nel momento della sua passione Gesù pensava a me! Anche oggi, glorificato nel suo cielo, Gesù pensa a me, parla al Padre di me!

La Chiesa, consapevole di questo dono, ci fa terminare ogni preghiera liturgica con la frase “Per Cristo nostro Signore” perché “senza di Lui non possiamo nulla”. Gesù, Maria, gli Angeli, i Santi desiderano che per me e per te possa compiersi il progetto di amore di Dio e se noi non chiudiamo definitivamente il nostro cuore (come il “mondo”, per cui Gesù non prega neppure più) questa preghiera verrà esaudita perché noi siamo importanti nel loro cuore, come i nostri fratelli, tutti i nostri fratelli dovrebbero essere importanti nel nostro cuore. E qui lascio a voi e a me un interrogativo: preghiamo per la salvezza dei nostri fratelli?

 

 

MERCOLEDI’ 26 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA, O SIGNORE E’ VERITA’: CONSACRACI NEL TUO AMORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: QUADRATO, Santo

E’ il più antico apologista cristiano (prima metà del II sec.). Discepolo degli apostoli, scrisse e presentò all'imperatore Adriano, di passaggio in Asia, una Apologia del cristianesimo, il cui tema principale doveva essere la dimostrazione della divinità di Gesù attraverso i miracoli e della quale giunsero a noi solo frammenti

Parola di Dio: At. 20,28-38; Sal. 67; Gv. 17,11-19

 

“PADRE SANTO, CUSTODISCI NEL TUO NOME COLORO CHE MI HAI DATO, PERCHÈ SIANO UNA COSA SOLA, COME NOI”. (Gv. 17, 11)

Gesù ha pregato per l’unità dei cristiani. Gesù ci ha presentato il modello e il fondamento di questa unità: Gesù, il Padre, lo Spirito sono una cosa sola, un unico Dio. I credenti in Gesù, talmente amati da Lui, avendo in Lui scoperto l’amore vero, dovrebbero essere una cosa sola, un corpo unico. Come mai, allora, ci sono tante divisioni nella Chiesa? Come mai, credenti nello stesso Cristo, in suo nome si fanno la guerra? come mai nelle nostre comunità cristiane non riusciamo ad andare d’accordo e ci dividiamo in gruppi a volte opposti? La risposta è evidente: perché non abbiamo ancora fatto unità fino in fondo con Gesù. Se Gesù è morto per tutti e per ciascuno perché io penso che Gesù sia solo dalla mia parte? Se ho capito che il cristiano è uno che, come Gesù, è a servizio degli altri, perché la Chiesa è spesso ancora dominata dal potere, dalle diplomazie, dagli onori? Certo le differenze ci sono sia nei caratteri, sia nei doni ricevuti, sia nelle cause storiche, ma queste differenze non dovrebbero, anziché dividerci, concorrere a costruire il corpo di Cristo in una varietà e ricchezza di elementi? Pensate: addirittura Maria, Madre di Cristo e madre della Chiesa è stata usata per creare delle divisioni tra cristiani quando proprio Lei vorrebbe che la famiglia dei suoi figli fosse un cuor solo e un’anima sola con Gesù. Maria non ci vuole tutti uguali, ma ci vuole tutti uniti e tutti simili a Gesù.

 

 

GIOVEDI’ 27 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

IO SPERO IN TE, SIGNORE, DIO DELLA MIA GIOIA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ELEUTERIO, Santo, Papa

Eleuterio è il tredicesimo Papa e succede a Sotero nel 175. Il periodo del suo papato fu relativamente tranquillo infatti l’Imperatore Commodo era un tollerante con i cristiani. All’interno della Chiesa però  sta maturando l’eresia di Montano. Eleuterio non prende misure forti contro questa eresia. Muore nel 189 ed è subito venerato come santo.

Parola di Dio: At. 22,30;23,6-11; Sal. 15; Gv. 17,20-26

 

“E LA GLORIA CHE TU HAI DATO A ME IO L’HO DATA A LORO, PERCHE’ SIANO COME NOI UNA COSA SOLA”. (Gv. 17,22)

Il Signore Gesù dice che ci ha dato la sua gloria, dobbiamo dunque aprirci ad essa, accoglierla. E per accoglierla bene è necessario che sappiamo di quale gloria si tratta. In questa stessa preghiera Gesù afferma che è una gloria proveniente dall'amore del Padre e  il motivo di questo dono è “perché siamo una cosa sola”. È chiaro che è una gloria ben diversa da quella perseguita dall'orgoglio. La gloria che l'orgoglio ricerca crea divisione: si vuol essere superiori agli altri, distinguersi da loro, separarsi da loro, specialmente dai più umili, dai più poveri. Questa è la gloria umana. La gloria di Gesù, lo sappiamo, è la gloria di Colui che è venuto per servire, che si è abbassato al nostro livello, che si è identificato con noi, che ci ha lavato i piedi. È la purissima gloria di colui che non ha mai ricercato la propria gloria, e che proprio per questo è glorificato dal Padre. E, ancora una volta, Maria ci è di modello. Dio l’ha “coperta” della sua Gloria, del suo Spirito, ma Maria è rimasta al suo umile posto. La Madre di Dio sa di essere “Beata”, ma Lei lo manifesta vivendo le beatitudini di Gesù, essendo povera, afflitta, operatrice di pace, perseguitata per causa della giustizia, sofferente. Lei accetta la Gloria di Dio mettendosi a servizio di sua cugina, degli sposi di Cana, di Gesù, degli Apostoli e Lei, una cosa sola con Suo Figlio, continua  a manifestare la sua gloria, non tanto per i tributi e gli onori che noi uomini possiamo attribuirle ammirando i suoi doni, quanto per la sua maternità che continua nei nostri confronti con lo stesso affetto e la stessa dedizione con cui si è manifestata a Gesù.

 

 

VENERDI’ 28 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI IL SIGNORE, ANIMA MIA, NON DIMENTICARE TANTI SUOI BENEFICI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GERMANO, Santo, Vescovo   

Era nato verso la fine del V secolo ad Autun. La sua prima esperienza religiosa fu quella di vivere quindici anni come anacoreta a Luzy. Poi fu ordinato sacerdote e nominato abate di Sant-Symphorien. Fu poi scelto come Vescovo di Parigi, Con l’aiuto di Childeberto fondò l’abbazia di San Vincenzo denominata poi Saint Germain de Pres. Venne soprannominato “padre dei poveri” per l’attenzione e la cura che aveva per loro. Morì il 28 maggio del 576.

Parola di Dio: At. 25,13-21; Sal. 102; Gv. 21,15-19

 

“SIMONE DI GIOVANNI, MI AMI PIU' DI COSTORO?”. (Gv. 21,15)

Il peccato è vinto dall’amore. Quel Gesù che ha vinto il peccato offrendo per amore se stesso sulla croce non è con il dito puntato contro Pietro per rinfacciargli il suo rinnegamento, chiede solo a Pietro un amore più grande; non lo degrada, non lo allontana, gli dà ancora fiducia, anzi rinnova la sua vocazione e il suo servizio ai fratelli: deve solo amare di più. Già alla peccatrice Gesù aveva detto: “molto le è perdonato, perché molto ha amato”. E’ inutile stare a crogiolarsi nel peccato e nei suoi sensi di colpa, tanto meno serve solo piangersi addosso o addirittura disperare di essere perdonati. L’unico modo per vincere il peccato è fidarsi di chi lo perdona e trasformarlo in grazia e amore. Anche religiosamente trasformiamo le nostre confessioni da elenchi di peccati, da momenti di autocompiacimento o autogiustificazione in momenti di conversione che riconoscendo il male lo vincono trasformandolo in amore gioioso. Maria, colei che è senza peccato ci ricorda che è solo l’amore che riesce a sconfiggere e superare la tentazione e il peccato e che quand’anche questo avesse avuto presa su di noi, per Dio noi rimaniamo sempre figli carissimi che se sanno ritornare nella casa del Padre gli riempiono il cuore di gioia.

 

 

SABATO 29 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

MANDA IL TUO SPIRITO E RINNOVA LA FACCIA DELLA TERRA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: SISINIO, MARTIRIO E ALESSANDRO, Santi, Martiri

Sisinio, Martirio e Alessandro erano nati in Cappadocia e, ancora giovinetti nel IV secolo vennero mandati a Milano per essere istruiti nella fede dal vescovo Sant’ Ambrogio. Attratti dall'ideale missionario furono inviati al vescovo di Trento, San Vigilio  che li destinò nel 387 ad evangelizzare l'antica regione dell'Anaunia, l'odierna Valle di Non. Dopo dieci anni a servizio della gente della valle, il 29 maggio del 397, furono trucidati in un rito, detto degli Ambarvali, durante una festa pagana di carattere agreste nella località di Mecla, oggi Sanzeno.

Parola di Dio: At. 28,16-20.30-31; Sal.10; Gv. 21,20-25

 

“VI SONO ANCORA MOLTE ALTRE COSE COMPIUTE DA GESU’, CHE SE FOSSERO SCRITTE UNA PER UNA, PENSO CHE IL MONDO STESSO NON BASTEREBBE A CONTENERE I LIBRI CHE SI DOVREBBERO SCRIVERE” . (Gv. 21,25) Sembra quasi essere rammaricato San Giovanni, concludendo il suo Vangelo, nel dirci che si potrebbe scrivere all’infinito su Gesù. Ma penso anche che queste sue parole volessero dire chiaramente che il vangelo continua. Gesù è con noi fino alla fine dei tempi. Il Vangelo non è un libro scritto e finito ma è vivo oggi. Non è scrivendo storie più o meno fantasiose sulla vita di Gesù che si conosce tutto del Signore (a me i Vangeli bastano  ed  avanzano! riuscissi a mettere in pratica almeno qualche pagina!) ma è sapendo scorgere oggi la presenza del Signore nelle persone, nei fatti, in me stesso, che vengo interpellato e che, se sono coerente, devo rispondere e scrivere così non con delle lettere sulla carta, ma con la mia vita un'altra pagina di quella meravigliosa storia di amore di Dio che ogni giorno si incarna, parla, fa miracoli, soffre, muore e risorge. Anche di Maria ci piacerebbe conoscere tanti particolari in più della sua vita, del suo stare con Giuseppe, con Gesù, con gli apostoli, ma anche di lei abbiamo solo i tratti più importanti dei suoi doni e del suo vivere la fede concretamente. Noi non possiamo e non dobbiamo diventare Maria, ma guardando a Maria possiamo cercare di fare come ha fatto lei. Pensa: oggi con Gesù io e te siamo chiamati a scrivere una pagina di Vangelo; possiamo annunciare la gioia di Cristo che salva, possiamo manifestare il suo perdono, possiamo compiere il miracolo della carità... Oggi possiamo essere noi la parola del Vangelo!

 

 

DOMENICA 30 MAGGIO PENTECOSTE

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SANTO SPIRITO, RIEMPI I CUORI DEI TUOI FEDELI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNA D’ARCO, Santa

Giovanna, ancora giovinetta, ebbe delle visioni che la invitavano a liberare la Francia dominata dagli inglesi. Il Delfino le affidò il comando delle truppe che assediavano Orleans e in poco tempo riconquistarono quasi tutto il territorio francese. Per gelosia venne consegnata agli inglesi che imbastirono contro di lei un processo ecclesiastico accusandola ingiustamente di stregoneria e condannandola al rogo il 30 Maggio 1431.

Parola di Dio: At. 2,1-11; Sal. 103; Rom. 8,8-17; Gv. 14,15-16; 23-26

 

“SE UNO MI AMA IL PADRE MIO LO AMERA’ E NOI VERREMO A LUI E PRENDEREMO DIMORA PRESSO DI LUI”. (Gv. 14,23)

E’ difficile immaginaci lo Spirito Santo! Anche gli scritti del Nuovo Testamento si affidano al “vento” alle “fiammelle”, al “tuono”… e così ce lo siamo facilmente dimenticato! Così pochi conoscono delle preghiere, delle invocazioni dello Spirito.  Eppure lo Spirito è presenza d'amore della Trinità, ultimo dono di Gesù agli apostoli, nominato con rispetto e con titoli straordinari da Gesù: " Vivificatore", "Consolatore", "Colui che ci rammenta tutto di Gesù". Davvero lo Spirito, già ricevuto da ciascuno nel Battesimo, è Colui che ci rende presente qui e ora il Signore Gesù. Siete soli? Avete l'impressione che la vostra vita sia una barca che fa acqua da tutte le parti? Vi sentite incompresi o feriti? Invocate lo Spirito che è Consolatore che con-sola, cioè fa compagnia a chi è solo. Ascoltate la Parola e faticate a credere, a fare il salto definitivo? Invocate lo Spirito che è Vivificatore, rende la vostra fede schietta e vivace come quella dei grandi santi. Fate fatica a iniettare Gesù nelle vene della vostra quotidianità, preferendo tenerlo in uno scaffale bello stirato da tirare fuori alla domenica? Invocate lo Spirito che ci ricorda ciò che Gesù ha fatto per noi. Così  e successo agli apostoli, che hanno dovuto essere abitati dallo Spirito per essere finalmente, definitivamente annunciatori e, allora, solo allora, hanno iniziato a capire, a ricordare col cuore. Ecco allora che le immagini del fuoco, del vento, sono quanto mai azzeccate, e la pagina degli Atti è straordinaria in questo suo esagerato uso di parole che sottolineano lo stupore, la meraviglia, il cuore che scoppia. Abbiamo bisogno, ci è indispensabile invocare lo Spirito perché ci cambi il cuore, ce lo riempia, dia una sveglia alla nostra fede. Ci aiuti Maria ad invocarlo ogni giorno, Colui che l’ha costituita Madre di Gesù, Colui che l’ha accompagnata nel cammino della sua vita, Colui che ancora oggi la rende Madre di ogni uomo desidera fare altrettanto con noi purché sappiamo come Lei accogliere e vivere  i suoi doni.

 

 

LUNEDI’ 31 MAGGIO

Una scheggia di preghiera:

 

VISITA MARIA LE NOSTRE CASE E PORTA GESU’ IN MEZZO A NOI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: FESTA DELLA VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Due donne si incontrano; entrambe stanno per essere madri, sebbene una sia vergine, e l’altra avanzata negli anni. Perché Luca riferisce questo incontro? Perché, nel grembo della Vergine, il Cristo già si rivela attraverso la gioia che suscita. Giovanni, che sarà il precursore di Gesù, esulta di gioia nel grembo di sua madre, e l’anziana Elisabetta proclama che in Maria è presente il Signore. La Vergine allora canta la sua azione di grazie per la salvezza che verrà donata agli uomini dal suo Figlio.

Parola di Dio nella festa della Visitazione: Sof. 3,14-18 (Rom. 12,9-16); Salmo da Ct.2,8.10-14; Lc. 1,39-56

 

“BENEDETTA TU FRA LE DONNE E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO” (Lc. 1,42)

“Maria, tu ci hai accompagnati nel cammino di questo mese dedicato a te e ancora e sempre vieni a “visitarci” con la tua presenza. Tu ci porti Gesù. Giovanni esulta nel grembo di sua madre, Elisabetta gioisce, Tu stessa prorompi nell’inno di lode e di ringraziamento. Ogni volta che ci accostiamo all’Eucarestia tu ci offri Gesù, ogni volta che entriamo nella preghiera tu ci comunichi Gesù, ogni volta che cerchiamo di rifare i suoi gesti, di mettere in pratica le sue parole, tu ci offri Gesù nel fratello. Grazie per questo, o Maria, e grazie anche per te stessa perché ci fai vedere in concreto la realizzazione dell’amore di Dio: quando noi siamo disponibili il Signore può operare come ha fatto con te, quando ci fidiamo, Lui, anche in noi, “fa cose grandi”, quando meditiamo nel profondo del cuore il mistero Egli si rivela, quando siamo attenti alle necessità degli altri Egli non ci nega il miracolo del vino gioioso per la festa, quando piangiamo sul suo cuore, Egli ci consola, quando stiamo ai suoi piedi nel silenzio, Egli ci parla, quando sfaccendiamo tutto il giorno, ma tenendolo con noi, non  ci abbandona… E allora Maria anche noi con Te non possiamo fare a meno di dire tutta la nostra gioia e la nostra lode: Dio davvero ci ha visitato. Ci ha ricolmato di se stesso; anche noi quasi non ci riconosciamo più talmente i suoi doni ci hanno cambiato. Lui è davvero il Signore di ogni cosa, non abbiamo diritto di essere pessimisti perché il mondo, i fatti, il tempo sono suoi e davvero per Lui sono importanti gli ultimi, i sofferenti, davanti a Lui non contano i potenti ma il cuore umile su cui costruisce la speranza di oggi e la felicità eterna di domani. Continua a visitarci Maria. Anche se non sembra, noi e il mondo intero abbiamo estremamente bisogno di Gesù!”

     
     
 

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