SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di don Franco LOCCI
APRILE 2004
GIOVEDI’ 1 APRILE
Una scheggia di preghiera:
IL
SIGNORE E’ FEDELE PER SEMPRE
Tra i santi di oggi ricordiamo: UGO, Santo, Vescovo
Nacque
nel 1053 a Grenoble. Sentendo di essere chiamato alla contemplazione e alla
preghiera, voleva una vita riservata ma a soli 27 anni fu nominato Vescovo di
Grenoble. Se ne sentiva indegno, ma resse con forza e amore la sua diocesi per
52 anni fino alla morte nel 1132.
Parola di Dio:
Gn. 17,3-9; Sal. 104; Gv. 8,51-59
“IN
VERITA’, IN VERITA’ VI DICO: PRIMA CHE ABRAMO FOSSE, IO SONO”. (Gv. 8,58)
Non
vi è nulla di più terribile, nella ricerca della verità, nell’essere
convinti di possederla. Se poi si pensa che la verità si fondi su basi di
rivelazioni religiose, si diventa ancora più caparbi, intransigenti,
integralisti. La discussione che abbiamo letto nel Vangelo di oggi tra Gesù e i
Giudei ne è un esempio. Parlano tutti di cose conosciute per fede ma non si
intendono perché Gesù è la novità di Dio e i Giudei non vedono più in là
della lettura tradizionale della loro religione. Gesù parla di salvezza, di
risurrezione, di vita eterna e loro gli rispondono che Abramo è morto. Gesù
dice che è Dio il testimone del suo operato ed essi non gli danno retta. Gesù
alla fine dice di essere lui stesso Dio ed essi si affrettano a prendere le
pietre per lapidare il bestemmiatore.
VENERDI’ 2 APRILE
Una scheggia di preghiera:
GUIDACI,
PADRE, ALLA LIBERTA’ CHE CRISTO CI HA CONQUISTATA
Tra i santi di oggi ricordiamo: FRANCESCO DA PAOLA, Santo, Eremita
Nacque
a Paola, in provincia di Cosenza il 27 marzo 1416 da una famiglia modesta ma
religiosa. A 12 anni venne in contatto con i Minori Conventuali. Si dedicò
giovanissimo a vita eremitica dove in primo piano erano per lui preghiera
digiuno, mortificazione e lavoro. Presto richiamati dalla sua santità si
ritrovarono attorno a lui altri giovani. Molti segni e miracoli accompagnavano
il suo operare. Fu chiamato a fondare un monastero a Milazzo. Fu anche chiamato
alla corte di Francia. Morì il 2 Aprile 1507.
Parola di Dio:
Ger. 20,10-13; Sal. 17; Gv. 10,31-42
“E IN QUEL LUOGO MOLTI CREDETTERO IN LUI”. (Gv. 10,42)
Gesù
è davvero segno di contraddizione.Già il vecchio Simeone al tempio aveva detto
a Maria: “Egli è qui per la salvezza e la dannazione di molti”. E’ su Gesù
che si gioca la nostra vita. Chi, come i Giudei, si sclerotizza sulla religione,
sulle leggi e le norme che essa manifesta senza accoglierle nella profondità
del cuore e quindi essere aperti a Dio, si chiude a Dio stesso, Gesù diventa un
millantatore, uno che vuol farsi passare per ciò che non è, uno da sopprimere
perché infetta la religione e così si diventa addirittura atei deicidi.
SABATO 3 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE
RADUNA IL TUO POPOLO
Tra i santi di oggi ricordiamo: PANCRAZIO DI TAORMINA, Santo, Vescovo, Martire
Una
tradizione vuole che Pancrazio sia stato convertito direttamente dalla
predicazione di Pietro e da lui inviato, come Vescovo, in Sicilia. Certo è che
giunse a Taormina nel primo secolo e la fece sede della sua predicazione dando
vita ad una prima comunità cristiana. Il suo compito non era privo di rischi e
infatti l’evangelizzatore di Taormina morì lapidato dai pagani.
Parola
di Dio:
Ez. 37,21-28; Cantico da Ger. 31,10-13; Gv. 11, 45-56
“CHE
VE NE PARE? NON VERRA’ EGLI ALLA FESTA?”. (Gv. 11,56)
Colui che ha risposto al Padre che chiedeva: “Chi manderò? Chi andrà per noi?” e ha detto: “Manda me!”, Colui che ha imparto da sua Madre che ha risposto: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola”, sarà puntuale all’appuntamento con Dio e con gli uomini. Gesù non manca mai i suoi appuntamenti, il suo è un amore troppo grande che gli fa superare le paure e anche il sudore di sangue dettato dall’angoscia, vuol troppo bene al Padre e a noi per ritirarsi. E come Gesù sarà fedele a quella festa dove avrà la parte dell’agnello immolato che con il suo sangue salva gli uomini dall’angelo della morte, così Gesù continua ad essere puntuale ad ogni appuntamento con noi. Puoi star sicuro che a quel momento di gioia della tua famiglia Egli è presente; anche se non lo vedi Lui è lì con la sua croce e la sua compassione mentre tu affronti la prova; e anche in quell’ultimo momento che sarà la morte Lui sarà ancora lì per accoglierti tra le sue braccia, solo che tu lo voglia. Ma io, sono fedele ai miei appuntamenti con la vita e con Lui? Forse non è tanto il caso di chiederci se Lui sarà fedele all’appuntamento con la festa quanto se io, se noi, abbiamo intenzione a partecipare alla sua festa.
DOMENICA 4 APRILE DOMENICA DELLE PALME
Una scheggia di preghiera:
MIO
DIO, MIO DIO, PERCHE’ MI HAI ABBANDONATO
Tra i santi di oggi ricordiamo: BENEDETTO IL MORO, Santo, Monaco
Era nato a San Fratello (Messina) nel 1526 da una famiglia discendente da schiavi negri condotti in Sicilia dall'Africa. Persona molto umile, fece il pastore poi entrò tra gli eremiti di Girolamo di Lanza. Soppresso l'istituto nel 1562, passò a Palermo tra i frati minori, ove fece il cuoco, il maestro dei novizi, il guardiano, il superiore. Morì amato da tutti il 4 aprile 1589. E’ patrono di Palermo dal 1652.
Parola
di Dio:
Vangelo delle Palme : Lc. 19,28-40.
Alla Messa: Is. 50,4-7; Sal. 21;
Fil. 2,6-11; Lc. 22,14-23,56
“DICEVANO:
BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE. ALCUNI GLI DISSERO: RIMPROVERA I
TUOI DISCEPOLI. MA EGLI RISPOSE: VI DICO CHE SE QUESTI TACERANNO GRIDERANNO LE
PIETRE”. (Lc. 19,37.40)
Sembra
ironica questa risposta che Gesù dà a coloro che gli chiedono di far tacere la
folla dei discepoli che lo accolgono osannanti in Gerusalemme, ma è una
risposta soprattutto profetica. Infatti Gesù entra nella città Santa come un
re, ma come un re che serve, la cui forza non è il dominio ma l’amore. Ci
saranno coloro che vorranno farlo tacere perché hanno paura di questi
capovolgimenti radicali più ancora che di una rivoluzione armata, ma non si può
impedire ai piccoli, ai poveri, ai semplici di accoglierlo con gioia: Gesù lo
aveva detto: “I puri di cuore vedranno Dio”.
LUNEDI’ 5 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
IL
SIGNORE E’ MIA LUCE E MIA SALVEZZA
Tra i santi di oggi ricordiamo: ALBERTO DA MONTECORVINO, Santo Vescovo
Nacque
da nobile famiglia normanna nel 1031 nei pressi di Montecorvino (provincia di
Foggia). Tra il 1059 e il 1075 fu eletto vescovo contro la sua stessa volontà.
Erano molti infatti che lo cercavano per il suo spirito di preghiera e per la
fama della sua bontà. Morì il 5 aprile di un anno tra la fine del XI e
l’inizio del XII secolo.
Parola
di Dio:
Is. 42,17; Sal. 26; Gv. 12, 1-11
“E
TUTTA LA CASA SI RIEMPI’ DEL PROFUMO DELL’UNGUENTO”. (Gv. 12,3)
La
settimana Santa comincia con un buon profumo, è il profumo dell’unguento che
Maria, sorella di Marta e di Lazzaro da poco risuscitato dai morti, versa sui
piedi di Gesù che è ospite in casa sua. Nel Vangelo di Luca troviamo un
episodio analogo ma là è una peccatrice che davanti a Gesù sente sciogliersi
il nodo del suo peccato e si converte ad una vita nuova e ad un amore senza
peccato. Qui invece il rapporto è diverso: Maria ha un nome, è amica di Gesù,
è una che sta ai suoi piedi per ascoltarlo, è riconoscente per la grazia che
ha ricevuto e il suo gesto è per Gesù un presagio della sua sepoltura: il
profumo della fede e dell’amore che attendono la risurrezione.
MARTEDI’ 6 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
DONAMI
DI GUSTARE LA DOLCEZZA DEL TUO PERDONO
Tra i santi di oggi ricordiamo: CELESTINO I, Santo, Papa
Era
nativo della Campania. Nel 422 venne eletto Papa. Intraprese un’opera di
restaurazione della Chiesa. Convocò il III Concilio ecumenico di Efeso dove
venne affermata la natura umana e divina di Gesù. Da ciò Maria può essere
chiamata Madre di Dio. Morì nel 432.
Parola
di Dio:
Is. 49,1-6; Sal. 70; Gv. 13,21-33.36-38
“PIETRO
GLI DISSE: SIGNORE DOVE VAI?…DARO’ LA MIA VITA PER TE!”. Gv. 13, 36.37)
Pietro è uno che ama, ma è un debole. Per questo ci è tanto simile. Forse proprio per questo Gesù lo ha scelto come capo della Chiesa, per farci capire che quello che conta non è la nostra forza, la nostra completa rettitudine morale, ma la nostra debolezza confortata dal suo amore e dal suo perdono. Pietro quando chiede a Gesù: “Dove vai?”, lo chiede perché lui desidera essere là dove è il suo maestro, quando, proprio in quella notte, seguirà Gesù nel cortile del pretorio, sarà sia “per vedere come andava a finire” ma anche per vedere se forse non poteva fare qualcosa. Quando Pietro dice a Gesù che è disposto a dare la sua vita per Lui è sincero infatti sguainerà la spada nell’orto degli ulivi per combattere per Gesù e per vendere a caro prezzo la propria vita… Pietro lo ama davvero Gesù ma nello stesso tempo vorrebbe che le cose andassero come vuole lui. Perché il Figlio di Dio deve soffrire? Perché non prende il potere con la forza o con l’astuzia? Perché non è un po’ meno intransigente e un po’ più diplomatico?…. “Signore, noi ti amiamo, siamo anche disposti a giocare almeno un po’ della nostra vita per te, ma se tu fossi un po’ secondo i nostri progetti! Perché non intervieni con forza davanti alle ingiustizie? Perché la sofferenza, la prova sembra quasi accanirsi nei confronti dei tuoi amici? Perché tanta pazienza nei confronti dei malvagi, perché permetti tanti scandali? Perché…”. Poi fermiamoci e facciamo un po’ di silenzio per sentire anche noi, in lontananza cantare un gallo il quale non ci rimprovera il nostro peccato, ma può farci riflettere: chi conosce la verità e il senso della vita: io o Gesù? E’ più giusto che Gesù cominci a pensarla come me o che io mi abbandoni e cominci a pensare come Lui? E meglio che mi affidi ai miei piccoli ragionamenti o che nella mia debolezza impari da Lui ad amare?
MERCOLEDI’ 7 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
NELLA
TUA FEDELTA’ SOCCORRIMI, SIGNORE
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI BATTISTA DE LA SALLE, Santo Confessore
Nacque
a Reims nel 1615 da famiglia ricca e pia. Nel 1678 fu ordinato sacerdote. Fu
pioniere delle scuole popolari e per questo pensò ad una Congregazione di
maestri. Previde anche scuole per la formazione degli insegnanti. Morì a Rouen
nel 1719.
Parola
di Dio:
Is. 50,4-9; Sal. 68; Mt. 26,14-25
“RABBI’,
SONO FORSE IO?”. (Mt. 26, 25)
“Questa inquietante domanda, purtroppo, continua ad essere una realtà per noi. Tradimenti piccoli o grandi ce ne sono già stati nella nostra vita e fino all’ultimo momento possiamo abbandonarti, venderti, tradire te il tuo amore. Nessuno di noi può avere la presunzione di dire: “Sono sicuro, io non corro rischi”. E Tu questo lo sai. Lo sapevi quando hai scelto quei dodici, lo sapevi quando hai scelto di affidare a una chiesa l’annuncio del tuo regno, lo sapevi quando hai scelto di farci il dono di essere cristiani. E sai anche la nostra debolezza, la forza della tentazione, i distorcimenti della verità a cui spesso andiamo incontro. Eppure ti sei fidato e ti fidi di noi, senti profondamente l’amarezza del tradimento, capisci la gravità delle nostre scelte ma dimostri di volerci bene non solo perché ci lasci liberi ma anche perché sei sempre pronto a ricominciare con noi. Non voglio mettermi a far fini quanto inutili discussioni teologiche sulla figura di Giuda, se era un predestinato o meno a questo compito… Giuda per un motivo o per un altro ha sbagliato, ha tradito l’Amore con un bacio, poi si è anche pentito, ha cercato di rimediare restituendo quei denari, ma non c’era più tempo e allora ha sbagliato ancora una volta: forse per dire il suo pentimento, forse per punirsi di ciò che aveva fatto è andato ad impiccarsi. Ma il tuo amore di crocifisso per i peccatori non avrà raggiunto anche Giuda che, in fondo sbagliando ancora atrocemente con il suo suicidio, almeno indirettamente chiedeva perdono? Noi non lo sappiamo. Questo fa parte del Tuo rapporto intimo e profondo con ciascuno di noi, ma ti chiediamo Gesù di starci vicino perché in ciascuno di noi può esserci un Giovanni, un Pietro o un Giuda”
GIOVEDI’ 8 APRILE - GIOVEDI’ SANTO
Una
scheggia di preghiera:
IL
TUO CALICE, SIGNORE, E’ DONO DI SALVEZZA
Tra i santi di oggi ricordiamo:
CAROLINA BELTRAMI Fondatrice delle Suore Immacolatine, Serva di Dio
Carolina
nasce ad Alessandria il 4 Agosto 1869 da Giovanni e Virginia De Ambrosis. Studiò
presso le Canossiane di Milano, dove la famiglia si era trasferita. Ritornata ad
Alessandria fu catechista alla Cattedrale ed animatrice di oratorio. Nel
desiderio di aiutare le giovani, con altre compagne generose, aprì un
laboratorio: accorrevano molte ragazze, specialmente le operaie del
cappellificio Borsalino. Poco per volta le animatrici di Carolina si chiamarono
“Signore dell’Immacolata”. Molte aderivano a questo ideale e Carolina poté
aprire sia a Torino che a Milano una casa per la protezione della giovane. Dopo
un momento in cui, a causa di un
direttore spirituale, tornò a casa sua, con l’aiuto del Vescovo di
Alessandria, Giosuè Signori poté riprendere la guida della sua opera ottenendo
di vestire da suora. Nel novembre 1921, l’opera diventa congregazione
religiosa. Le case si moltiplicano in Val di Lanzo, in Toscana, ad Ivrea e
ancora ad Alessandria. A causa di invidie e di particolari difficoltà Carolina
si trovò ad essere nelle sue case come semplice suora. Morì ad Alessandria
l’ 8 aprile 1932
Parola
di Dio:
Es. 12,1-8. 11-14;
Sal.115; 1Cor. 11,23-26; Gv. 13,1-15
“SE
IO, IL SIGNORE E IL MAESTRO HO LAVATO I VOSTRI PIEDI, ANCHE VOI DOVETE LAVARVI I
PIEDI GLI UNI GLI ALTRI. (Gv. 13,14)
E’
un giorno importante questo nel cammino di ogni comunità cristiana. Oggi
riceviamo il testamento di Gesù. Prima di morire Egli lo ha scritto per noi nel
suo sangue. Egli ci fa eredi di se stesso; si dona a noi nel pane e nel vino
consacrati, si fa prigioniero di amore nei nostri tabernacoli, ci dà il segno
della sua continua incarnazione in mezzo a noi, ci vuole bene fino “a farsi
mangiare” per essere una sola cosa con noi, ci dà quel Pane che deve aiutarci
a superare le divisioni, che è la forza di perdono per arrivare a perdonare, ci
dà quel sangue che ci rigenera e nel dono dello Spirito ci fa rinascere a vita
nuova, ci segna perché l’angelo della morte non abbia ad infierire su di noi,
ci destina ad una eternità con Dio… Ma c’è anche un secondo articolo nel
testamento di Gesù per noi che in fondo afferma gli stessi doni precedenti ma
che anche visivamente ci suggerisce quale deve essere il Regno in cui noi siamo
entrati: la lavanda dei piedi. Dio viene incontro alle nostre debolezze. Lui, il
Maestro e Signore, non ha paura neanche del nostro peccato, anzi se lo carica
sulle spalle come farà con la croce e sulla croce lo inchioderà perché possa
essere perdonato, ma chiede a noi di fare la stessa cosa, di lavarci i piedi a
vicenda. Non ci affida una Chiesa potente ma sa che facciamo parte di una chiesa
peccatrice, non ci chiede di conquistare il mondo, ma di seminare amore, non ci
chiede di condannare e giudicare per “difendere il dogma”, ma di cercare con
umiltà e di saper sempre vedere nell’altro un fratello. Fin che sarai
impegnato a fare il gesto del servo che lava i piedi non avrai tempo per alzare
gli occhi e condannare; fin che vedrai le miserie del fratello, sarai conscio di
essere misero anche tu; fin che sentirai le mani del Cristo che lavano i tuoi
piedi e il tuo cuore capirai quanto è bello amare, perdonare come ha fatto Lui.
VENERDI’ 9 APRILE – VENERDI’ SANTO
Una
scheggia di preghiera:
PADRE,
NELLE TUE MANI CONSEGNO IL MIO SPIRITO
Tra i santi di oggi ricordiamo: DEMETRIO, Santo, Martire
Era
originario da una agiata famiglia consolare greca. Era diventato un pubblico
funzionario e un graduato dell’esercito, ma cristiano. Nel 306 a Tessalonica,
per la sua fede, fu torturato e martirizzato a colpi di lancia.
Parola
di Dio:
Is. 52,13-53,12; Sal. 30; Eb. 4,14-16; 5,7-9; Gv. 18,1-19,42
“LO
CROCIFISSERO”. (Gv. 19,23)
Oggi
e domani, nelle celebrazioni e nei silenzi che la liturgia ci propone vi invito
a mettervi davanti a un crocifisso (al Crocifisso) e a lasciare che il vostro
cuore “legga” questo libro meraviglioso. Io ho provato a farlo, ma questi
sono solo piccoli suggerimenti: il Crocifisso ha tante cose da dire a ciascuno
di noi.
Capitolo
primo: La croce non mi piace
Non
mi piace! E’ uno strumento di morte. Qualcuno lo riteneva uno strumento di
giustizia, ma è giustizia inventare un modo così atroce di morire? Gli uomini
hanno messo tutta la loro intelligenza per studiare un modo per far morire in
maniera atroce e degradante: nudo davanti agli altri, sospeso e immobilizzato,
degradato, impotente, inchiodato, sanguinante, deriso, preso dagli spasmi più
atroci, costretto dal tuo stesso istinto di sopravvivenza a prolungare la morte
nella sofferenza. Non mi piace pensare che un uomo possa sentirsi capace di
uccidere un altro uomo fosse anche per “giustizia!” Mi ribello profondamente
al sentir parlare di croci, camere a gas, ghigliottine, impiccagioni, sedie
elettriche, torture, fuochi…
Capitolo
secondo: Il crocifisso e i crocifissi.
Guardo
la tua immagine e sulla maschera del tuo volto coperto di sangue, di sputi,
tirato dal dolore si compongono i volti dei tanti crocifissi della terra: quelle
terribili immagini di madri scheletriche che piangono lacrime silenziose su
bambini dalla pancia gonfia, il volto che ormai era solo più un teschio di quel
ragazzo morto per Aids, i corpi crivellati, dilaniati per lo scoppio delle bombe
dell’assurdo terrore, il volto imbiancato di polvere di quel ragazzo che hanno
estratto dopo sei giorni dalle macerie di un palazzo e che grida: “Non sono più
solo!”, il volto di paura di quei familiari che aspettano nell’astanteria
dell’ospedale per sapere se il loro ragazzo è vivo e vivrà…Signore: Quanti
volti! Sono il tuo volto!
Tu gridi : “Pietà!” nel tuo dolore. Noi gridiamo: “Abbi pietà di noi!”.
SABATO 10 APRILE – SABATO SANTO
Una
scheggia di preghiera:
ACCOGLICI,
SIGNORE, NELLA TUA MISERICORDIA
Tra i santi di oggi ricordiamo: POMPEO, Santo, Martire
Era
uno dei tanti cristiani del III secolo che testimoniarono la fede con il
martirio. Lui con Terenzio, Africano e altri 39 compagni fu torturato e poi
decapitato a Cartagine
Parola
di Dio:
Non c’è liturgia fino alla veglia di risurrezione
“GESU’
DISSE: TUTTO E’ COMPIUTO!. E, CHINATO IL CAPO, SPIRO’ “(Gv. 19,30)
Capitolo
terzo: La morte.
La
morte fa paura, ma quando la sofferenza è grande la si invoca; è quasi come un
acquietarsi e rientrare nel seno della propria madre. Davanti alla morte si urla
o una lacrima silenziosa testimonia il nostro passaggio. Per te Gesù c’è
stato tutto questo: l’urlo di chi sente mancare il fiato, ma anche di chi si
sente solo, incompreso, abbandonato. La paura che raccoglieva tutte le nostre
paure di uomini. La presenza di tua madre per poterla chiamare con l’ultima
parola dei moribondi: “Mamma!”, lo schiamazzo delle folle e il silenzio di
chi ti ama. Come sarà la mia morte? Stento ad immaginarmela, spesso ironizzo su
di essa, quasi ad allontanarne il pensiero… ma essa è lì a mettere in
evidenza i miei non frutti. Anche per te, Gesù, la vita, la missione sembra
essere una sconfitta, ma tu porti nella morte e nel cielo un frutto prezioso, un
altro crocifisso, un ladro pentito. Signore che alla mia morte insieme ai miei
peccati io possa portare anche solo un'altra persona salvata dalla tua
misericordia!
Capitolo
quarto:La croce è un legno che fiorisce
Un frutto appeso a un albero che era “bello a vedersi e buono a gustarsi” è stato l’inizio del peccato dell’uomo ora c’è un altro albero, la Croce con appeso un frutto arrossato dal sangue, maturato nella sofferenza e nella morte eppure: “Guarderanno a colui che hanno crocifisso e saranno salvati”. E’ vero, la croce è brutta ma colui che l’ha accettata per amore l’ha trasformata in grazia. E allora riesco ad intuire qualcosa perfino delle sue parole: “Chi non prende la sua croce e non viene dietro di me non è degno di me”. La croce è la nostra speranza, la nostra salvezza, la nostra gloria. Tutto tace oggi in attesa della rinascita, della fedeltà di Dio, ma quel segno silenzioso già parla e le sue parole non sono di morte ma di vita che ha vinto la morte.
DOMENICA 11 APRILE – DOMENICA DI PASQUA
Una
scheggia di preghiera:
QUESTO
E’ IL GIORNO DI CRISTO SIGNORE, ALLELUIA, ALLELUIA
Tra i santi di oggi ricordiamo: STANISLAO, Santo, Vescovo
Nacque
tra il 1030 e il 1055 nelle vicinanze di Cracovia da umile famiglia. Diventato
prete, per le sue non comuni doti spirituali, morali e intellettuali, fu
canonico a Cracovia, poi Vescovo. Esercitò il ministero con particolare
attenzione alla evangelizzazione e alla riforma del clero. Stanislao non aveva
peli sulla lingua e accusò pubblicamente il re Boleslao II° per la sua
condotta immorale. Il re lo fece uccidere proprio mentre celebrava la Messa nel
1099.
Parola
di Dio:
Atti 10,34.37-43; Sal.117; Col. 3,1-4 (1Cor. 5,6-8); Gv. 20,1-9
“NON
AVEVANO ANCORA COMPRESO LA SCRITTURA, CHE EGLI CIOE’ DOVEVA RISUSCITARE DAI
MORTI”. (Gv. 20,9)
Che
effetto fa, oggi, gridare gioiosamente, celebrare, dire: “Cristo è
risorto”? Buona parte del nostro mondo non
conosce neppure Cristo. Per altri la risurrezione è un mito: Gesù è stato un
grand’uomo della storia, ha detto cose rivoluzionarie e quindi è finito male
perché il potere e l’ordine costituito non potevano permettersi un elemento
di disturbo come Lui; molte delle cose che ha detto possono essere valide, ma
tutto finisce lì. Per molti altri la risurrezione c’è stata, ma
è un fatto personale di Gesù (beato Lui!), infatti dopo duemila anni
tutti moriamo ancora. Ed ecco, allora, che anche oggi molti ”cristiani” si
recano in chiesa per tradizione, per abitudine a compiere dei riti religiosi
spesso celebrati con altrettanta abitudine ripetitiva da sacerdoti più becchini
della morte che ministri della vita. L’antica sequenza di Pasqua che abbiamo
letto diceva: “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il
Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa”. E, allora, è ora di
smetterla di andare alla sepoltura di Dio. Chi va in chiesa, oggi, non va a
visitare una tomba. Il Tabernacolo
non è un’urna cineraria, lì c’è il Pane della vita. L’Eucaristia non è
un rito commemorativo organizzato da un’impresa di pompe funebri
in occasione di un anniversario di morte, è la memoria viva dell’amore
di Dio morto e risorto e operante in mezzo a noi. Qualcuno mi dirà: “Ma
cammina con i piedi per terra! Dov’è che la morte è vinta? Dopo quella
‘risurrezione’ ci sono quasi duemila anni in cui i cimiteri hanno continuato
a riempirsi: grandi e piccoli, poveri e ricchi, umili e scienziati, nessuno si
è salvato dalla morte!” E’ vero, ma se credi, da dopo la risurrezione di
Gesù, la morte non è più la stessa, è cambiato anche il dolore, si sono
aperte porte che danno una prospettiva diversa. Ripetiamoci ancora la frase di
Paolo: “Se siete risorti con Cristo…” Il senso della nostra Pasqua è qui.
Se risorgere è solo qualcosa che tocca Cristo e non noi, oggi, è una cosa, ma
se ci riguarda adesso, cambia tutto.
LUNEDI’ 12 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
SI’,
NE SIAMO CERTI: CRISTO E’ DAVVERO RISORTO.
TU
RE VITTORIOSO PORTACI LA TUA SALVEZZA.
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIULIO I, Santo, Papa
Era
romano. Fu eletto Papa nel 337. Era il periodo della eresia ariana. Giulio
convocò un concilio dove si mostrò abile mediatore. Fece anche costruire
chiese e basiliche romane. Morì nel 352.
Parola
di Dio:
At. 2,14.22-32; Sal. 15; Mt. 28, 8-15
“I
SOMMI SACERDOTI E GLI ANZIANI DELIBERARONO DI DARE UNA BUONA SOMMA DI DENARO AI
SOLDATI…”. (Mt. 28,12)
Davanti
ad un fatto straordinario che supera le nostre solite capacità
è logico rimanere meravigliati e anche perplessi. Se, come in questo
caso ti parlano della risurrezione di un uomo puoi avere effettivamente tutta
una serie di dubbi. Ma se dubitare è lecito, intestardirsi, non voler vedere a
nessun costo, falsare la verità è colpevole. Questi capi degli anziani, che
proprio perché religiosi sapevano che la verità va sempre rispettata, arrivano
addirittura a comprare con denaro le guardie affinché mentiscano. Noi possiamo
dire che la fede è difficile, possiamo anche avere tutta una serie di dubbi,
possiamo anche lecitamente esternare agli altri i nostri interrogativi, ma
inganniamo solo noi stessi e il prossimo se non rispettiamo la verità, se
cerchiamo a tutti i costi di addomesticare il Vangelo, se pensiamo di manipolare
Dio. La risurrezione di un uomo può essere difficile da credere perché diciamo
noi : “Non l’abbiamo mai vista” secondo quello che ci immaginiamo
umanamente, ma continuamente siamo testimoni di "risurrezioni".
MARTEDI’ 13 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
DELLA
GRAZIA DEL SIGNORE E’ PIENA LA TERRA
Tra i santi di oggi ricordiamo: MARTINO I, Papa e martire
Era
nato a Todi. Fu eletto Papa nel 649. Convocò un Concilio per condannare i
monoteliti. Arrestato dall’imperatore Costante subì dure sofferenze da
esiliato a Costantinopoli. Morì nel 656.
Parola
di Dio:
At. 2,36-41; Sal. 32; Gv. 20,11-18
“LE
DISSE GESU’: DONNA PERCHE’ PIANGI?”. (Gv. 20,15)
Una
domanda a prima vista, sciocca, assurda, quella che Gesù fa a Maria. Sembra
quasi che Gesù sia lontano dai sentimenti, da tutto il dolore che comporta la
vita. E’ vero che la vita è bella ma è anche estremamente dolorosa, è vero
che niente come un affetto profondo, sincero, vero riempie di più il cuore, ma
è anche vero che qualunque avvenimento bello che qualunque sentimento profondo
sottostà alla caducità della vita. Quando ti manca qualcuno dei tuoi cari,
quando vedi una speranza su cui avevi giocato tutto andare persa, quando vedi un
affetto profondo deluso umiliato o annientato dalla morte allora quanta amarezza
nel cuore e quante lacrime negli occhi! E Gesù chiede: “Perché piangi”?
MERCOLEDI’ 14 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
RESTA
CON NOI, SIGNORE, PERCHE’ SI FA SERA E IL GIORNO GIA’ VOLGE AL DECLINO.
Tra i santi di oggi ricordiamo: ABBONDIO DI ROMA, Santo
Era
mansionario nella basilica di San Pietro a Roma ed esercitava questo compito con
grande umiltà e dignità. Sembra sia morto nell’anno 564. Il clero addetto
alla basilica di San Pietro lo ricorda e festeggia il 14 aprile
Parola
di Dio:
At. 3,1-10; Sal.104; Lc. 24,13-35
“NON
CI ARDEVA FORSE IL CUORE NEL PETTO MENTRE CONVERSAVA CON NOI LUNGO IL CAMMINO,
QUANDO CI SPIEGAVA LE SCRITTURE?”. (Lc. 24,32)
Anche
se oggi sempre più ne sorrido, è sempre stato per me un vanto proclamarmi
persona ‘razionalista’, con i piedi per terra, ma questo nel tipo di
educazione imperante nei miei anni spesso voleva anche dire uno che non solo
sapeva tenere a bada i sentimenti ma che quasi li considerava come un qualcosa
di inferiore. Per cui, se ancora oggi dico di non aver mai avuto visioni
particolari, di non aver mai sentito il Signore parlarmi nell’orecchio, se
dico che ho difficoltà a credere a statue che piangono o a Madonne che appaiono
forse con troppa frequenza, oggi riconosco che tante volte il Signore ha davvero
camminato con me, mi ha parlato non con il linguaggio delle parole ma con quello
della vita, mi ha “miracolato” un mucchio di volte, ha fatto fremere il mio
cuore “mentre mi parlava per la via”.
GIOVEDI’ 15 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
O
SIGNORE, NOSTRO DIO, QUANTO E’ GRANDE IL TUO NOME SU TUTTA LA TERRA.
Tra i santi di oggi ricordiamo: PATERNO Vescovo
Nato
in Francia a Poitiers, sentiva due esigenze: quella della vita solitaria e
l’urgenza della evangelizzazione. Le mise in pratica alternativamente: giunse
nel Galles, in Irlanda e poi in Palestina dove fu fatto Vescovo. Venne poi
richiamato a Vannes dove rimase vescovo Paterno di nome e di fatto per 13 anni.
Sembra sia morto nel 511.
Parola
di Dio:
At. 3, 11-26; Sal. 8; Lc. 24,35-48
“STUPITI
E SPAVENTATI CREDEVANO DI VEDERE UN FANTASMA”. (Lc. 24,37)
Nella
vita è molto facile confondere la realtà con i fantasmi. Quanti esempi
quotidiani abbiamo di questo: c’è gente che dà più credito ad un oroscopo
di quanto dia credito alle persone che vivono con loro. I vari fitness e il
trucco valgono più della realtà e vedi spesso andare in giro dei “fantasmi
di bellezza” che se li avessi visti al mattino appena alzati saresti fuggito
inorridito, spesso dietro pellicce o abiti sontuosi che sembrano indicare la
massima rispettabilità o dietro incarichi “al massimo livello”, scopri
cadaveri ambulanti o persone arriviste che sono state messe a ricoprire ruoli
importanti proprio perché sono cretine. E non è forse facile prendere per oro
ciò che non è, giocare la propria vita su cose che sono passeggere e lasciarsi
sfuggire l’essenziale…? Anche gli apostoli, che pur avevano avuto esperienza
diretta di Gesù, spesso cadono nel tranello dei “fantasmi”. Gesù che
cammina sulle acque per venire loro incontro è un “fantasma” che mette
terrore, Gesù trasfigurato sul Tabor fa parlare a sproposito perché Pietro
“non sapeva quel che diceva”. Gesù trasfigurato dal dolore nell’orto
degli ulivi non ha diritto neanche ad un momento di condivisione e di preghiere
perché “i loro occhi erano appesantiti dal sonno”, il Risorto viene
scambiato per un fantasma anche se i discepoli già avevano avuto la
testimonianza della tomba vuota, di Maria Maddalena… E anche la formalità
delle religioni spesso ci aiuta a
credere che Gesù sia un fantasma: un battesimo ricevuto per tradizione senza un
minimo di impegno da parte dei genitori è il modo per convincersi che Dio sia
un fantasma a cui bastano pochi riti per tenerlo buono, una Eucarestia che è
diventata un rito senza la certezza che quel pane sia il Cristo vivente che
viene a sostenere il mio cammino, è ridurre il dono più grande ad un fantasma,
una predicazione senza convinzione, un sacramento della Confessione solo come
lavanderia a gettone, una testimonianza senza gioia sono fantasmi di Gesù.
Gesù
non è un fantasma e mi piace il modo concreto con cui Gesù lo dimostra:
“Toccate le mie ferite!”
Gesù,
il risorto è il Crocifisso. La risurrezione non ha cancellato la crocifissione.
Chi vuole seguire Gesù e non un fantasma, deve sapere che è certa la
risurrezione, ma anche che non ci viene cancellato il fatto che per giungervi
bisogna passare attraverso la crocifissione.
VENERDI’ 16 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
SEI
LA MIA LUCE, SEI LA MIA SALVEZZA, SEI LA MIA GIOIA, ALLELUJA
Tra i santi di oggi ricordiamo: BENEDETTO GIUSEPPE LABRE, Santo, Confessore
Nacque
in Francia ad Amettes il 25 marzo 1748. Voleva diventare trappista ma per il suo
carattere ebbe difficoltà in vari monasteri. Preferì allora diventare
pellegrino, “il vagabondo di Dio”. Viveva di carità, predicava,
testimoniava nei suoi viaggi tra Francia e Italia. Morì il 17 aprile 1783 nel
retrobottega di un macellaio che lo aveva raccolto per le strade di Roma.
Parola
di Dio:
At. 4,1-12; Sal 117; Gv. 21,1-14
“ALLORA
QUEL DISCEPOLO CHE GESU’ AMAVA DISSE A PIETRO: E’ IL SIGNORE!”. (Gv. 21,7)
Stupisce
vedere come in questa apparizione di Gesù risorto, gli apostoli non riescano
a riconoscere Gesù, non riescano neppure a leggere la pesca miracolosa come un
segno del risorto. Solo Giovanni, il contemplativo, l’innamorato, ha occhi
per riconoscerlo. Si tratta di prospettiva: si può essere familiari a Gesù,
uomini di preghiera e passargli
accanto, ma è solo chi lo ha nel cuore, chi è abituato a conoscere i suoi
gesti, i suoi silenzi, l’intonazione della voce che lo incontra. Quando la
preghiera è solo intellettuale, quando è legata a parole e gesti non ci
porta ancora all’incontro, ma quando il desiderio, la ricerca, gli affetti
partono dal cuore, allora si vede bene, e anche il minimo indizio ci porta
subito ad incontrare l’amato e a leggere la vita con Lui. Gesù ha acceso il
fuoco. Il fuoco dell’amicizia, il calore di un Dio che ama, il fuoco che
purifica, il fuoco del trovarsi insieme. Gesù ci ha preparato e ci prepara la
cena. Si è messo il grembiule del servizio, ci ha lavato i piedi, ci ha
convocati intorno alla mensa della sua parola, si è fatto pane per noi. Se noi
pensassimo all’Eucarestia così, non la vedremmo più come un rito, un dovere,
non troveremmo più le assurde scuse per giustificarci se “non possiamo
andare”.
SABATO 17 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
TI
RENDIAMO GRAZIE, SIGNORE NOSTRO DIO
Tra i santi di oggi ricordiamo: VANDONE Abate, Santo
Vandone
aveva scelto di vivere umilmente nel monastero di Fontanelle, in Francia, però
le sue doti lo fecero scegliere come abate. Fu esiliato da Carlo Martello ma poi
richiamato da Pipino il breve. Guidò con equilibrio quel monastero
arricchendolo soprattutto nella biblioteca. Morì nel 754.
Parola
di Dio:
At. 4, 13-21; Sal. 117; Mc. 16,9-15
“ALLA
FINE APPARVE AGLI UNDICI E LI RIMPROVERO’ PER LA LORO INCREDULITA’ E DUREZZA
DI CUORE”. (Mc. 16,14)
Per
tutta questa ottava di Pasqua abbiamo letto i racconti delle apparizioni del
risorto ed oggi, a conclusione ecco la sintesi di queste apparizioni che Marco
fa al termine del suo Vangelo.. Leggendolo mi hanno stupito due particolari: Il
primo è che Marco dice che Gesù apparve la prima volta a Maria Maddalena , e
il secondo è che anche dopo la risurrezione Gesù deve rimproverare i suoi
discepoli per la loro incredulità.
DOMENICA 18 APRILE 2^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C.
Una
scheggia di preghiera:
ABBIAMO
CONTEMPLATO, O DIO, LE MERAVIGLIE DEL TUO AMORE
Tra i santi di oggi ricordiamo: CALOGERO, Santo, Martire
Era
di Brescia e si convertì grazie ai santi Faustino e Giovita. Fu martirizzato ad
Albenga sotto Adriano (117-138). In Piemonte viene ricordato particolarmente
nelle diocesi di Asti e di Ivrea.
Parola
di Dio:
At. 5,12-16; Sal. 117; Ap. 1,9-13.17-19; Gv. 20,19-31
“BEATI
QUELLI CHE PUR NON AVENDO VISTO CREDERANNO”. (Gv.20,29)
Ogni
volta che nel Vangelo ritroviamo una
beatitudine state sicuri che essa a prima vista va contro un nostro modo
abituale di intendere. Noi infatti diremmo, con un pizzico di invidia: “Beati
quelli che erano là. Che hanno visto e toccato perché così sono sicuri!”.
Noi, infatti, come Tommaso, ci vantiamo di essere dei razionalisti materialisti.
Eppure, mentre diciamo questo siamo già in contraddizione con noi stessi;
infatti abbiamo formulato un pensiero, e chi l’ha mai visto e toccato un
pensiero? Eppure esso esiste; tutto ciò che c’è di grande nella storia
dell’uomo fu fatto dal pensiero. Come dunque si può dichiarare di credere
solo a ciò che si vede? Noi crediamo alla giustizia, alla verità, per esse
siamo disposti anche a batterci, ma che aspetto ha la giustizia? Di che colore
è la verità? Domande assurde: nessuno ha mai visto giustizia o verità. Le
cose grandi e care spesso non cadono direttamente sotto il dominio dei sensi.
LUNEDI’ 19 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
GLORIA
ALLA SANTA TRINITA’, ALLELUIA, ORA E PER L’ETERNITA’, ALLELUJA
Tra i santi di oggi ricordiamo: ESPEDITO, Santo Martire
Era
un soldato romano, un uomo pronto, solerte nell’adempimento dei propri doveri.
Era di stanza a Mitilene, nell’Asia minore. Qui sarebbe stato decapitato perché
cristiano, durante la persecuzione di Diocleziano. Dal suo nome viene
raffigurato con una croce con su scritto “Hodie”, adesso, subito.
Parola
di Dio:
At. 4,23-31; Sal.2; Gv. 3,1-8
“NICODEMO
ANDO’ DA GESU’ DI NOTTE.” (Gv 3,1)
Nicodemo
è un capo dei farisei, certamente un uomo stimato ed importante. E’ un
Maestro in Israele e quindi dovrebbe saperne di religione, la sua fede dovrebbe
essere sicura senza dubbi e tentennamenti. Egli va da Gesù di notte. Forse ha
fatto così per non farsi vedere dai suoi pari che certamente, come succederà
in seguito, lo avrebbero o preso in giro o accusato, forse va di notte da Gesù
per non compromettere ulteriormente Gesù con i capi, forse sceglie la notte
anche perché c’è la notte dentro di lui.
Certamente Nicodemo ha intravisto delle
luci, ha visto Gesù, i suoi miracoli. Egli aspetta la venuta del
Messia, però la sua Legge, la sua posizione sociale, il suo mondo, gli dicono
che forse Gesù può essere solo una falena notturna senza significato. Allora
va a parlargli. Mi piace il temperamento di quest’uomo che, anche se di notte,
va a cercare la verità.
MARTEDI’ 20 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
LA
NOSTRA SUPPLICA GIUNGA AL TUO VOLTO, O SIGNORE
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
AGNESE DI MONTEPULCIANO (Agnese Segni), Santa, Vergine
Nacque
nei pressi di Montepulciano nel 1274. Sentiva il desiderio della vita
spirituale e a 9 anni fu accolta in convento. Fu mandata come superiora
a fondare un nuovo convento nel territorio di Viterbo, a Proceno dove tutti
riconobbero la santità di Agnese fatta di sacrificio, di preghiera e di doni
miracolosi. Nel 1306 ritornò a Montepulciano e più volte fu chiamata come
paciera dei suoi concittadini. Morì il 20 Aprile 1317.
Parola
di Dio:
At. 4,32-37; Sal. 92; Gv. 3,7-15
“SE
VI HO PARLATO DELLE COSE DELLA TERRA E NON CREDETE, COME CREDERETE SE VI
PARLERO’ DI COSE DEL CIELO?”. (Gv. 3,12)
Gesù rimane meravigliato davanti alla nostra poca capacità di capire. Nicodemo, un maestro di Israele stenta a capire. Noi dopo anni di vita nella fede del cristianesimo spesso siamo ancora ignoranti (nel senso che non conosciamo la nostra fede) e incapaci di affidarci non tanto alle nostre piccole conoscenze umane quanto al dono stesso dello Spirito che ci faccia partecipi dei doni di Dio. Eppure Dio ha cercato e cerca in tutti i modi di parlarci. L’Antico Testamento è Dio che si riduce al nostro linguaggio perché noi ci apriamo almeno un po’ al suo. Gesù è la parola di Dio che si fa carne perché noi possiamo accogliere Dio e scoprire che siamo suoi Figli. Gesù usa le parabole perché ci sia più facile accostarci ai misteri di Dio. Gesù usa segni concreti per lasciarci partecipi dei suoi doni… E noi spesso non capiamo, restiamo ancorati a quattro norme o riti religiosi, ci accontentiamo del minimo mentre è Dio stesso che ci viene incontro. E penare che basterebbe svestirci per un momento delle nostre piccole sicurezze, abitudini, mentalità orgogliose, per ascoltare con semplicità, con senso di novità la parola del Signore. Propongo a me e a voi oggi, ad esempio, di lasciar parlare al nostro cuore, senza presupposti, l’ultima frase del vangelo odierno. Essa dice: “Così bisogna che il Figlio sia innalzato, perché chiunque crede in Lui abbia la vita Eterna”. Che cosa vuoi dire a me, oggi, con questa parola?
MERCOLEDI’ 21 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
ASCOLTA,
O DIO, IL POVERO CHE TI INVOCA
Tra i santi di oggi ricordiamo: ROMAN ADAME ROSALES, Santo, Sacerdote
Nacque
in Messico il 27 febbraio 1859, era parroco. Persona umile si occupò di
catechesi, missioni popolari, aiutò malati e cercò di educare bambini. Durante
la rivoluzione continuò di nascosto ad amministrare i Sacramenti ma, sorpreso
venne ucciso il 21 aprile 1927.
Parola
di Dio:
At. 5,17-26; Sal. 33; Gv. 3,16-21
“CHI
OPERA LA VERITA’ VIENE ALLA LUCE, PERCHE’ APPAIA CHIARAMENTE CHE LE SUE
OPERE SONO STATE FATTE IN DIO”. (Gv. 3,21)
Oggi,
invece della solita meditazione vi offro una parabola di Segundo Galilea. E una
parabola che può prestarsi a diverse interpretazioni, specialmente se legata
alla frase della Parola che vogliamo meditare. Proviamo ad interrogarci su di
essa e vediamo se lo Spirito ha qualcosa da suggerirci.
“Un uomo molto buono viveva solo nella sua casa. Era poco comunicativo così che la gente del quartiere non conosceva la sua magnanimità e si domandava se quell’uomo fosse buono o cattivo, servizievole o egoista, amichevole o freddo… Passarono gli anni e la gente continuava a non conoscere la sua bontà, fino al giorno in cui l’uomo decise di formarsi una famiglia ed ebbe moglie e figli. L’uomo era molto buono, amava la sua famiglia e i familiari cominciarono a raccontare agli altri quanto l’uomo fosse buono e come insegnasse loro ad essere ugualmente buoni con gli altri. La gente del quartiere conobbe così la bontà dell’uomo attraverso la sua famiglia: se egli avesse continuato a vivere da solo, mai la gente lo avrebbe conosciuto realmente. I vicini poterono così ricorrere a quell’uomo con fiducia perché ora sapevano che sarebbero stati ben accolti, avrebbero ricevuto aiuto nel momento del bisogno e, allo stresso modo dei suoi familiari, si sarebbero arricchiti con la sua bontà.
GIOVEDI’ 22 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
SE
TU SIGNORE LA FORZA DEI DEBOLI
Tra i santi di oggi ricordiamo: LEONIDA, Santo, Martire
E’
il padre di Origene, il grande padre della Chiesa. Fu lui che lo istruì
soprattutto nella filosofia. Nella persecuzione di Settimio Severo, la madre
(dicono nascondendogli i vestiti e lasciandolo nudo) riuscì ad impedire il
martirio al figlio, ma Leonida, invece venne arrestato e come cristiano
decapitato nel 204.
Parola
di Dio:
At. 5, 27-33; Sal. 33; Gv. 3,31-36
“IL PADRE
AMA IL FIGLIO E GLI HA DATO IN MANO OGNI COSA” (Gv. 3,35)
In
tante pagine del Vangelo Gesù dice di se stesso cose grandi: dice che Lui e il
Padre sono una cosa sola, dice che Lui può perdonare i peccati come solo Dio può
fare, nel Vangelo di oggi afferma che il Padre ama il Figlio al punto da dargli
in mano ogni cosa… O sono affermazioni di un pazzo, oppure chi dice tali cose
le dice con piena anche se misteriosa verità. Eppure Gesù è una persona
talmente equilibrata, talmente schietta, realista, intelligente che non può
truffarci in affermazioni così decisive sulla sua persona: uno come Gesù non
può mentire. Se allora davvero Gesù ha in mano ogni cosa è Lui il senso
ultimo della mia vita. Altro che essere un fumoso personaggio della storia!
Sentite come un attore, Paolo Carlini, prima di morire esprime la sua fede in
Gesù: “Credevo che avessero ucciso Gesù ed oggi l’ho visto dare un bacio
ad un lebbroso. Credevo che avessero cancellato il suo nome ed oggi l’ho
sentito sulle labbra di un bambino. Credevo che avessero crocefisso le sue mani
pietose ed oggi le ho viste medicare una ferita. Credevo che avessero trafitto i
suoi piedi ed oggi l’ho visto camminare sulle strade dei poveri. Credevo che
l’avessero ammazzato una seconda volta con le bombe ed oggi l’ho sentito
parlare di pace. Credevo l’avessero soffocato con la sua voce fraterna e
l’ho sentito dire: “Perché, fratello?” ad uno che lo picchiava. Credevo
che Gesù fosse morto nel cuore degli uomini e seppellito nella dimenticanza, ma
ho capito che Gesù risorge anche oggi, ogni volta che un uomo ha pietà di un
altro uomo.”.
VENERDI’ 23 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
SEI
TU, SIGNORE, IL PANE. UN CIBO SEI PER NOI
Tra
i santi di oggi ricordiamo: ADALBERTO DI PRAGA, Santo,
Nacque
nel 956 da nobile famiglia boema. Fu ordinato sacerdote nel 981 a Praga e nel
983 fu vescovo di quella città. Era una persona molto umile e amava e serviva i
poveri. Si sentì indegno di quel compito e dopo sei anni si dimise per
ritirarsi a Roma nel monastero dei Santi Bonifacio e Alessio, sull’Aventino.
Fu però richiamato a Praga. I Praghesi però non lo vollero e allora si fece
missionario e raggiunse Danzica. Giunto a Tenkitten fu ucciso il 23 aprile 997
mentre predicava .
Parola
di Dio:
At. 5,34-42; Sal. 26; Gv. 6,1-15
“GESU’
PRESE I PANI E DOPO AVER RESO GRAZIE LI DISTRIBUI’ A QUELLI CHE SI ERANO
SEDUTI E LO STESSO FECE DEI PESCI, FINCHE’ NE VOLLERO”. (Gv. 6,11)
Iniziamo
oggi la lettura dei brani del Vangelo di Giovanni che formano la riflessione di
questo evangelista sul tema: Gesù, Pane di vita. Il primo brano riguarda
proprio la moltiplicazione dei pani e Giovanni con questo brano vuole subito
dirci che Gesù è venuto per sfamare la nostra fame e sete e lo fa con il pane
degli uomini condiviso e moltiplicato ma lo fa soprattutto donando se stesso
come pane che ci deve sostenere nel cammino.
Gesù,
come già sua Madre alle nozze di Cana è pronto a cogliere i nostri bisogni ma
desidera che anche i suoi discepoli siano consapevoli dei bisogni della gente:
la Chiesa non potrà mai essere disincarnata dalle necessità umane.
SABATO 24 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
VOLGITI
A NOI, SIGNORE, IN TE SPERIAMO
Tra i santi di oggi ricordiamo: MARIA ELISABETTA HESSELBLAD, Beata
Nacque
in Svezia il 4 giugno 1870, di religione luterana. A 18 anni emigrò in America
e fece l’infermiera. Sentiva il desiderio dell’unione delle varie
confessioni. Nel 1902 diventò cattolica. Entrò nell’ordine delle Brigidine.
La sofferenza ebbe gran parte nella sua vita. Morì il 24 Aprile 1957.
Parola
di Dio:
At. 6,1-7; Sal. 32; Gv. 6,16-21
“IL MARE ERA AGITATO PERCHE’ SOFFIAVA UN FORTE VENTO”. (Gv. 6,18)
Il
Vangelo di oggi sembra quasi una risposta alla conclusione di quello di ieri.
Dicevamo che Gesù si era allontanato perché coloro che avevano gustato il pane
e i pesci moltiplicarti per la loro fame avevano capito questo segno solo dal
punto di vista umano. Ecco che i discepoli sono soli sulla barca, questo sembra
quasi dire che anche loro hanno dei momenti in cui sembrano ragionare unicamente
con le proprie facoltà umane. Ma quando non c’è Gesù si incappa nel mare
agitato, nella tempesta, nella paura: c’è bisogno di avere Lui a bordo per
arrivare “rapidamente alla riva dove erano diretti”. Non
basta neppure aver mangiato quel pane per essere immuni da se stessi e la Chiesa
che è ministra di Eucaristia corre il rischio, tutte le volte che presa da se
stessa dimentica Gesù, di remare a vuoto, di vivere di paure, addirittura di
confondere la figura di Gesù con quella di una fantasma. E ciascuno di noi,
ogni volta che vogliamo fare da soli, rischia di perdersi.
DOMENICA 25 APRILE 3^ DOMENICA DI PASQUA ANNO C
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
TU SAI TUTTO; TU SAI CHE TI AMO
Tra i santi di oggi ricordiamo: MARCO EVANGELISTA
San
Marco era cugino di Barnaba. Seguì Paolo nel suo primo viaggio missionario e
poi anche a Roma. Fu discepolo di Pietro che grande influenza ebbe nella
composizione del suo Vangelo. Sembra essere stato il fondatore della chiesa di
Alessandria.
Parola
di Dio:
At. 5,27-32.40-41; Sal. 29; Ap. 5,11-14; Gv. 21,1-19
“SIMONE
DI GIOVANNI, MI AMI?”. (Gv. 21,16)
Se
li leggiamo bene i Vangeli che raccontano le apparizioni del risorto, almeno dal punto
di vista dei discepoli sono una delusione: Maria piange e non riconosce Gesù, i
discepoli di Emmaus gli camminano a fianco per dei chilometri e non lo
riconoscono se non alla fine, allo spezzare del pane, gli undici non credono
alle donne, Pietro stesso nel vangelo di oggi sembra ritorni al suo mestiere:
“Io vado a pescare”. Come può Gesù fidarsi ancora di questa gente? Può
sembrarci davvero strano, da un punto di vista umano, il fatto che Gesù affidi
a Pietro la guida della sua Chiesa, dopo che lui lo ha tradito. Ci fideremo noi
di affidare il nostro portafoglio ad uno che ci ha appena derubato?
Gesù
pone questa domanda perché vuole che noi gli chiediamo questo dono
meraviglioso. Noi abbiamo un grande desiderio di amare il Signore, ma spesso ci
scoraggiamo perché siamo deboli, fragili, incapaci di vera fedeltà e la nostra
risposta sarebbe sempre piena di esitazione e di dubbi. Ma è Gesù stesso che
ci fa il dono di potergli rispondere: “Tu sai che ti amo”. Ti amo non perché
sono perfetto, non perché mi sento forte, generoso, ma perché tu, o Signore,
sei generoso con me e mi rendi capace di amarti un po' e ogni giorno di più”.
Se lo lasci operare Dio può far sì che perfino il mio e il tuo cuore diventino
capaci di amore vero!
LUNEDI’ 26 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
ACCRESCI
IN NOI, SIGNORE, L’EFFICACIA DEL MISTERO PASQUALE
Tra i santi di oggi ricordiamo: ANACLETO, Santo, Papa
Anacleto
fu originario di Atene e visse nel primo secolo. Terzo pontefice tra Lino e
Clemente subentrò a Papa Lino dal 79 al 90 d.C. Fu Pontefice in un periodo di
pace e fu sepolto nella necropoli del Vaticano.
Parola
di Dio:
At. 6,8-15; Sal. 118; Gv. 6, 22-29
“PROCURATEVI
NON IL CIBO CHE PERISCE MA QUELLO CHE DURA PER LA VITA ETERNA E CHE IL FIGLIO
DELL’UOMO VI DARA’ “. (Gv. 6,27)
Ancora
una volta nel brano di Vangelo di oggi troviamo che si scontrano due mentalità
molto diverse: la mentalità umana, la nostra, e Gesù che cerca in tutti i modi
di farcela superare. Gesù sa che la gente stenta a vedere più in là
dell’immediato. In quel momento cercava in Gesù colui che ha dato loro da
mangiare gratis e magari sognavano che facendolo re questo si sarebbe ripetuto
ogni giorno. Gesù dice a loro e a noi: “Il pane toglie la fame, ma il giorno
dopo si ha di nuovo fame; un desiderio accontentato fa nascere subito un altro
desiderio, Cerca allora il compimento, il cibo che non perisce, quello che dura
per la vita eterna”. Proviamo a pensare quante delle nostre energie, del
nostro tempo sono dedicati a risolvere problemi materiali e quanto dedichiamo a
curare il nostro spirito, ed avremo la misura della nostra fede, non quella
detta a parole, ma quella reale.
MARTEDI’ 27 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
TU
SEI IL PANE DELLA VITA. CHI VIENE A TE NON AVRA’ PIU’ FAME
E
CHI CREDE IN TE NON AVRA’ PIU’ SETE
Tra i santi di oggi ricordiamo: LIBERALE, Santo, Martire
Era
veneto e visse ad Altino presso Padova. Cristiano integerrimo, molto severo con
se stesso, si oppose fieramente all’arianesimo. Gli ariani lo trassero in una
imboscata e lo uccisero . Era l’anno 400.
Parola
di Dio:
At. 7,51-8,1; Sal. 30; Gv. 6,30-35
“IL
PANE DI DIO E’ COLUI CHE DISCENDE DAL CIELO E DA’ LA VITA AL MONDO”. (Gv.
6,33)
Quando
noi sentiamo parlare di pane di vita, istintivamente pensiamo subito
all’Eucarestia e certamente questo è giusto perché Gesù ha voluto rimanere
con noi attraverso il segno del suo sacrificio e del pane consacrato, ma aldilà
di questo Gesù vuol proprio parlarci di se stesso come risposta ai nostri
desideri di vita eterna, di felicità di giustizia, di bellezza. E’ Lui che
attraverso il grande mistero dell’Incarnazione è un Dio che si fa uomo per
amore, un Dio che si fa pane per la nostra fame. Il nostro non è un Dio che è
venuto in mezzo ai mortali per scagliare qualche fulmine, dettare qualche legge
nuova, compiere qualche impresa gloriosa tra cori di lodi e poi tornarsene nella
sua beatitudine. Il nostro Dio, invece, si è caricato di povertà e di miseria
da cui non riuscirà più a scrollarsi, è un Dio che per sempre continuerà ad
incarnarsi nella nostra storia e nella povertà di un pane spezzato e donato.
MERCOLEDI’ 28 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
DELLA
TUA LODE, SIGNORE, SIA PIENA LA MIA BOCCA
Tra i santi di oggi ricordiamo: TIRSO, Santo, Martire
Siamo
nel III secolo, ad Apollonia in Frigia. Tirso con Leucio e Callinico sono
arrestati perché cristiani. Professano apertamente la propria fede e vengono
martirizzati nella persecuzione di Decio.
Parola
di Dio:
At. 8,1-8; Sal. 65; Gv. 6,35-40
“IO
SONO IL PANE DELLA VITA CHI VIENE A ME NON AVRA’ PIU’ FAME”. (Gv. 6,35)
Nel
nostro mondo c’è chi muore a causa della fame e chi mangia troppo. C’è che
fa diete terribili per mantenere la forma e chi finisce anoressico e non ha più
voglia di mangiare. C’è chi è raffinato nel mangiare e chi mangia di corsa
per sopravvivere. Ci hanno poi spesso abituati a mangiare cose adulterate al
punto che qualche volta non riconosciamo più il gusto genuino delle cose… E
per i nostri desideri più profondi? Anche lì c’è qualcuno che fa finta non
esistano, chi si ferma solo alla materialità, chi è formalista, chi pensa di
non poter trovare un pane giusto per i propri bisogni… Anche qui poi spesso ci
vengono presentati cibi adulterati. Troppo
spesso ci hanno dato un pane adulterato, una sapienza che pretendevano
definitiva, ma che ha mostrato il suo sapore di morte. Troppo spesso hanno
preteso saziarci con vane parole, con dubbi gelidi e briciole d’olio ben
congegnato.
Vogliamo
che la nostra coscienza sia arbitro morale delle scelte della nostra vita, ma
quanto alimentiamo la coscienza informandola rettamente?
GIOVEDI’ 29 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
IN
TE, SIGNORE, HO POSTO LA MIA GIOIA
Tra i santi di oggi ricordiamo: ROBERTO DI BRUGGE, Beato
Nato
verso la fine del XI Secolo in giovane età si unì a San Bernardo e si fece
monaco a Clairvaux Nel 1139 divenne primo
abate cistercense dell'abbazia della Dune (Fiandra) e nel 1153 succedette a san
Bernardo come abate di Clairvaux, dove morì nel 1131.
Parola
di Dio nella festa di Santa Caterina da Siena:
1Gv. 1,5-2,2; Sal. 44; Mt. 25,1-13
Parola di Dio nel tempo dell’anno: Atti 8,26-36.38-40; Sal 65; Gv.
6,44-51
“SE
UNO MANGIA DI QUESTO PANE, VIVRA’ IN ETERNO”. (Gv. 6,51)
Il
primo libro della Bibbia, la Genesi, afferma che Dio aveva fatto l’uomo per
l’immortalità, infatti egli “era in un giardino dove c’era l’albero
della vita”. L’ultimo libro della Bibbia, l’Apocalisse, afferma che
Dio ridarà questa immortalità.
VENERDI’ 30 APRILE
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
FA’ CHE RISORGIAMO A VITA NUOVA PER LA FORZA DEL TUO SPIRITO
Tra i santi di oggi ricordiamo: VENTURA DI SPELLO, Santo
Nasce
a Spello verso la fine del XII secolo. Recatosi a Roma fu educato al monastero
di Fontana di Trevi. Tornato a Spello fondò una chiesa e un ospedale e un
convento di cui divenne superiore. Morì il 30 aprile di un anno imprecisato.
Parola
di Dio:
At. 9,1-20; Sal. 116; Gv. 6,52-59
“COME
PUO’ COSTUI DARCI LA SUA CARNE DA MANGIARE?”. (Gv. 6,52)
Non
stupitevi se davanti all’Eucaristia, come davanti ad ogni mistero cristiano,
vengono dei dubbi, degli interrogativi. Forse anche noi ci siamo chiesti: ma
come Gesù può farsi carne in un pezzo di pane? Come può essere presente
totalmente e contemporaneamente in tutti tabernacoli del mondo e in tutti i
cuori che lo ricevono? Mangiare la sua carne non è un po’ come essere
cannibali? Le risposte a questi interrogativi non sono scientifiche, vanno lette
nella fede ma certamente possiamo essere sicuri che Colui che ci ha amato fino a
dare la sua vita per ciascuno e per tutti, che è morto ed è risorto può anche
farsi pane per ciascuno e per tutti e farsi mangiare da noi perché possiamo
diventare Lui.
Se cominciamo a ragionare in questo modo allora scopriamo
che il termine “Comunione” si allarga a dismisura. Non è “l’andare a
prender l’ostia” o “l’andare a prender Messa”. E’ essere consci del
dono, è entrare in sintonia con il Signore che ci parla, è diventare
talmente “parenti” con Gesù da essere una cosa sola con Lui, è
comunicare e partecipare alla sua vita, alla sua misericordia, alla sua
solidarietà con tutti gli uomini.