SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di don Franco LOCCI
MARZO 2004
LUNEDI’ 1 MARZO
Una scheggia di preghiera:
E’
QUESTO IL GIORNO DELLA NOSTRA SALVEZZA
Tra i santi di oggi ricordiamo: LEOLUCA, Santo, Abate
Nacque
a Corleone tra l’815-818. Il suo nome era Leone. Rimasto orfano sentì, per
fede, di dover distribuire il suo patrimonio ai poveri e di doversi ritirare
prima nel monastero di Agira (Enna) e poi di doversi spostare in Calabria in un
monastero vicino alla attuale Vibo Valentia. Qui prese il nome monacale di Luca.
Condusse vita austera di preghiera e di digiuno. Diventò abate e diede un
impulso di rinnovamento un po’ a tutta la chiesa calabrese. Morì all’età
di 100 anni. I Corleonesi unirono al nome di Luca quello di Leone e Leoluca è
il patrono di quella città.
Parola
di Dio: Lv. 19,1-2.11-18; Sal. 18; Mt. 25,31-46
“QUANDO
IL FIGLIO DELL’UOMO VERRA’ NELLA SUA GLORIA…”. (Mt. 25.31)
Un modo davvero strano quello di Gesù nel raccontarci il giudizio universale. Da una parte c’è la grandiosità dell’evento: la gloria di Dio, il Figlio dell’uomo con i suoi angeli, le genti che vengono separate, la promessa di una eredità di gloria o di fiamme eterne… e dall’altra le motivazioni del giudizio che a prima vista sembrano banali. Per stare in tono ci si aspetterebbe che Gesù premi gli eroi della fede, ci si aspetterebbe che certe categorie: papi, vescovi, preti, religiosi, abbiano posti di onore insieme alla corte degli angeli, si penserebbe a ricchi che hanno dato buone offerte alla chiesa privilegiati, come ci si aspetterebbe prostitute e pubblici peccatori infilzati e messi a rosolare tra le fiamme infernali e invece scopriamo che il giudice prima di tutto non giudica, ma ratifica scelte già avvenute e poi queste non sembrano a prima vista scelte religiose. Tutto questo vuole dirci qualcosa: Dio ci ha reso fratelli perché come fratelli condividessimo i suoi doni. L’essenza della religione è qui. E allora il nostro mondo ha davvero da temere perché ci sono ancora milioni di persone che muoiono di fame, perché il sud del mondo continua ad essere un problema che può esplodere da un momento all’altro, perché anche in mezzo a noi ci sono ancora poveri, disadattati, alcolisti, drogati, violenti… Il giudizio è su di noi. E non possiamo nemmeno dire di non sapere. Oggi tutti sappiamo tutto! Però d’altra parte è consolante pensare che possiamo, nel nostro piccolo, venire incontro a chi ha dei problemi, condividere con chi vive il tempo della malattia o della solitudine, incoraggiare chi dispera… Basta uscire di casa e lasciare che il cuore sappia riconoscere il fratello.
MARTEDI’ 2 MARZO
Una scheggia di preghiera:
TU
SEI NOSTRO RIFUGIO DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE
Tra i santi di oggi ricordiamo: LUCA CASALE, Santo,Frate
Nacque a
Nicosia in Sicilia. Entrò nel
monastero di Agira dove prese l’abito monastico. Molti accorrevano da lui per
la sua bontà d’animo. Invecchiando divenne cieco. Morì il 2 Marzo di un anno
imprecisato verso la fine del secolo IX.
Parola
di Dio: Is. 55,10-11; Sal. 33; Mt. 6.7-15
“SIA
FATTA LA TUA VOLONTA’ “. (Mt. 6,10)
Fare
la volontà di Dio non è obbedire servilmente agli ordini di un Padrone, ma
corrispondere liberamente all’amore di un Padre. Dio conosce il nostro vero
bene perché ci scruta nell’intimo. Ci ha creati e sa come siamo fatti. legge
i nostri pensieri più segreti. Coglie le nostre aspirazioni più profonde. Gli
è noto il nostro desiderio di felicità. Dio ci manifesta la sua volontà perché
desidera ardentemente che ci realizziamo in modo totale. Come ogni Padre che
sogna un futuro felice per i propri figli. Fare la volontà di Dio equivale
allora ad attuare la nostra felicità. Anche quando la sua volontà sembra
contrastare i nostri interessi immediati, o costa sacrifici ed impegno.
MERCOLEDI’ 3 MARZO
Una scheggia di preghiera:
TU
GRADISCI, SIGNIRE, UN CUORE PENITENTE
Tra i santi di oggi ricordiamo: TERESA EUSTOCHIO VERZERI, Santa, fondatrice
Nacque il 31 luglio del 1801 a Bergamo. Crebbe in ambiente cristiano. Nel 1831 fondò la Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù per l’educazione dei giovani poveri e delle ragazze orfane o traviate. Incontrò molte difficoltà sia in ambito religioso che civile. Morì a Brescia il 3 marzo 1852,
Parola
di Dio: Gio. 3,1-10; Sal. 50; Lc. 11,29-32
“A
QUESTA GENERAZIONE NON SARA’ DATO NESSUN SEGNO SE NON IL SEGNO DI GIONA”.
Quando sentiamo parlare del “segno di Giona” noi pensiamo immediatamente alla ‘balena’ che lo inghiotti e che lo risputò vivo, dopo tre giorni, sulla spiaggia di Ninive, e riusciamo anche a vedere in questo racconto il segno della morte e risurrezione di Gesù. Ma Giona ha anche altre caratteristiche: è un profeta che non ha voglia di andare a predicare ai pagani ed è un profeta che quando poi lo fa, non predica cose belle ma invita alla penitenza. Allora per noi il ‘segno di Giona’ non sarà forse anche un invito alla conversione attraverso il riconoscere i nostri peccati? Oggi quasi più nessuno si confessa e quelli che lo fanno spesso si riconoscono colpevoli di briciole… Siamo dunque anche noi una “generazione malvagia?” Non lo possiamo escludere e lo siamo certamente se ci riteniamo giusti o poco peccatori. Evangelizzare vuol dire annunziare la misericordia di Dio per i nostri peccati, ma come può annunciare questa misericordia chi a sua volta non si sente peccatore? Riconosciamo dunque la nostra povera realtà e invochiamo di più la misericordia del Signore, ci sentiremo allora gioiosamente perdonati e automaticamente la nostra evangelizzazione, come quella di Giona diventerà significativa e profonda.
GIOVEDI’ 4 MARZO
Una scheggia di preghiera:
ISPIRACI,
O SIGNORE, PENSIERI E PROPOSITI SANTI E DONACI IL CORAGGIO DI ATTUARLI
Tra i santi di oggi ricordiamo: UMBERTO DI SAVOIA, Beato
Un beato
principe e condottiero può sembrare strano, eppure la santità può
manifestarsi in qualsiasi luogo.Nacque al castello di Avigliana verso il 1136 da
Amedeo III, Conte di Savoia, e di Matilde d’Albon. Il padre, al ritorno della
seconda e sfortunata crociata morì. Umberto aveva solo tredici anni. Decise
allora di farsi guidare dal Vescovo di Losanna. Imparò così prima di tutto a
governare se stesso per poter poi governare il popolo. Un episodio può
illuminarci: una volta mentre si trovava in ritiro presso l’abbazia di Haute
Combe ebbe notizia che i francesi avevano posto l’assedio alla città di
Monmelian. Egli lasciò il convento e marciò con le sue truppe per liberare la
città. Fatto questo tornò in convento per terminare il suo ritiro. Il popolo
lo amava, conosceva la sua generosità e il suo coraggio. Rimasto vedovo senza
figli si sposò una seconda volta, ma anche questa volta la moglie morì. Si
ritirò allora ad Altacomba, ma la nobiltà savoiarda non voleva un principe
straniero. Quindi Umberto, quasi di
forza fu costretto ad uscire dal monastero e a sposarsi una terza volta.
Finalmente ebbe un figlio maschio, Tommaso,
che sarà suo erede. Intanto dovette reggere un paese minacciato
dell’imperatore Barbarossa. Soltanto quando questi morì poté ritirarsi
definitivamente nell’Abbazia di Haute Combe.
Parola
di Dio: Est. 4,1-3.6.12-14;Sal. 137; Mt. 7,7-12
“CHIEDETE
E VI SARA’ DATO”. (Mt.7,7)
Inizio la riflessione di oggi sulla preghiera con alcune frasi di san Giovanni Crisostomo: “La preghiera è un sommo bene: è infatti comunione intima con Dio e ci rende una cosa sola con Lui. Deve però trattarsi di una preghiera che viene dal cuore, e non solo fatta per abitudine. Con la preghiera l’uomo si unisce a Dio in un ineffabile abbraccio: come un bambino chiama nell’affanno sua madre, anche l’uomo grida verso Dio desideroso del sostegno che viene da Lui”. La preghiera di richiesta a cui ci ha invitato oggi Gesù sottolinea proprio la nostra dipendenza radicale da Dio. La preghiera di domanda, se fatta bene, ci fa entrare nella mentalità di Dio e in noi stessi per scoprire i nostri veri bisogni. Dio non può essere considerato un distributore automatico di grazie, e non può esaudire le domande inutili o ingiuste. Dice sant’ Agostino:”Dobbiamo dimostrare di fidarci del Signore. Se Egli non allontana da noi le prove, non dobbiamo per questo pensare di essere trascurati da Lui ma piuttosto dobbiamo aspettarci beni maggiori con la paziente sopportazione dei mali. Perciò, se accadrà l’opposto di quanto chiediamo, sopportiamo pazientemente e ringraziamo Dio in ogni caso: Lui ci ama e sa bene quello che fa.
VENERDI’ 5 MARZO
Una scheggia di preghiera:
PERDONACI,
SIGNORE, E NOI VIVREMO
Tra i santi di oggi ricordiamo:
SANTA OLIVIA Vergine e Martire
Vissuta nel II secolo, santa Olivia, vergine
Bresciana, fu scoperta a pregare sulla tomba di alcuni martiri e condotta
davanti al prefetto della città. Costui tentò con tormenti di indurla a
rinunciare alla fede, ma Olivia resistette impavida, morendo con la preghiera
sulle labbra.
Parola
di Dio: Ez. 18,21-28; Sal. 129; Mt. 5,20-26
“SE
PRESENTI LA TUA OFFERTA SULL’ALTARE E LI’ TI RICORDI CHE TUO FRATELLO HA
QUALCHE COSA CONTRO DI TE, LASCIA LI’ IL TUO DONO E VA’ PRIMA A
RICONCILIARTI”.
Prima di commentare la parola proposta, dobbiamo partire proprio dall’inizio del Vangelo odierno dove Gesù ci ricorda che la nostra giustizia dovrà superare quella degli scribi e dei Farisei. Essi facevano consistere la propria religiosità nell’osservanza stretta di norme, noi dobbiamo allargare il nostro cuore a quello di Dio, solo così riusciamo a comprendere il senso della riconciliazione. Dio è sempre pronto a venirci incontro, a perdonarci, a riconciliarci con Lui, ma noi siamo pronti a fare altrettanto con i fratelli? Noi abbiamo insistito molto sul fatto che non si andasse a ricevere la Comunione se non si era ben riconciliati con Dio, ma qui Gesù sembra insistere su qualcos’altro: è importante prima di tutto essere riconciliati con i fratelli. Ma allora chi andrà a ricevere l’Eucarestia? Se guardiamo bene, tutti abbiamo difficoltà con qualche nostro fratello, qualche volta per colpa nostra, altre per colpa sua, altre ancora per colpa di nessuno ma per situazioni che si sono create. Gesù ci chiede di metterci sulla strada, di non chiuderci al fratello, di non tranciare giudizi insindacabili, di non chiudere la porta in modo definitivo, ci chiede di comprendere sempre più il dono ricevuto della Comunione con Lui per non vanificarlo con la nostra chiusura agli altri. E se non sempre è facile, almeno per noi, la riconciliazione immediata con il fratello, non disperiamo perché se Dio vede la nostra volontà, il nostro desiderio e il nostro impegno, a Lui nulla è impossibile.
SABATO 6 MARZO
Una scheggia di preghiera:
SIANO
DIRITTE LE MIE VIE NEL CUSTODIRE I TUOI DECRETI
Tra
i santi di oggi ricordiamo: EZIO Santo, Martire
Ezio era un patrizio di Amorio di Frigia
(attuale Turchia). Un giorno la città fu conquistata e occupata dai Saraceni
che si accanirono con ferocia sulla popolazione non risparmiando né donne, né
bambini. Quarantadue capi militari e funzionari, tra cui Ezio, vennero presi e
condotti prigionieri in Mesopotamia dove per ben sette anni furono angariati e
torturati affinché rinunciassero alla fede. Nessuno di loro tradì ed Ezio,
insieme ai suoi compagni, venne decapitato nell’anno 845.
Parola
di Dio: Dt. 26,16-19; Sal. 118; Mt. 5,43-48
“MA
IO VI DICO: AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER I VOSTRI PERSECUTORI”. (Mt.
5,44)
Devo ammetterlo, anche oggi ci stavo cascando. Nel commentare il comandamento dell’amore dei nemici stavo per fermarmi nel dire che è una meta, un ideale mai raggiungibile ma auspicabile, stavo per ripetere che è la grande novità del cristianesimo che se davvero ci riuscissimo sarebbe un mondo più bello…Tutte cose giuste, ma tutte scappatoie per non farsi la domanda: “E tu come ami…(e qui mettere dei nomi e cognomi ben precisi) che è tuo nemico, che ha infangato il tuo nome, che ha fatto del male alle persone a te care?” Sì, perché è qui che il Vangelo vuole portarmi e allora arriviamo alla confessione: “Signore, qualche volta ci sono riuscito: dalla voglia della vendetta e dell’odio in qualche caso mi sono liberato, ma di lì a voler bene ce ne passa ancora. Sovente prego per i miei nemici ma, onestamente, spesso lo faccio perché è un comandamento e non perché l’ho scelto… ma poi, Signore che cosa vuol dire amare?” E allora molto umilmente provo a guardare a Gesù per imparare a balbettare qualcosa sull’amore. Lui ha amato tutti, a tutti ha detto la verità, in certi momenti il suo amore gli ha fatto dire con parole forti l’errore e il peccato di certi uomini. Ha amato Pietro sia quando lo ha chiamato, quando lo ha lodato per la sua fede, quando lo ha chiamato Satana, quando lo ha perdonato, quando lo ha stabilito a capo della sua comunità. Ha amato anche coloro che lo hanno messo in croce. Ha amato Giuda ed ha rispettato la sua libertà anche quando questi non ha più avuto fiducia nel suo perdono. “Signore, riscopro di non essere capace di amare non soltanto i nemici ma qualche volta anche gli amici ma ti metto davanti a me e non mi perdo d’animo dovessi anche ricominciare ancora mille volte”.
DOMENICA 7 MARZO - 2^ DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA ANNO C
Una scheggia di preghiera:
NON
NASCONDERE IL TUO VOLTO DA ME
Tra i santi di oggi ricordiamo:
PERPETUA E FELICITA Sante, Martiri.
Perpetua
era una giovane di nobile famiglia e aveva da poco dato alla luce un bambino.
Felicita, la sua schiava era incinta quando durante le persecuzioni fu
arrestata con la sua padrona e divenne madre in carcere pochi giorni prima del supplizio. Il martirio delle due donne e
di altri tre cristiani ebbe luogo nell’anfiteatro di Cartagine, il 7 marzo
203.
Parola
di Dio: Gn. 15,5-12.17-18; Sal. 26; Fil. 3,17-4,1; Lc. 9,28-36
“VENNE
UNA NUBE E LI AVVOLSE; ALL’ENTRARE IN QUELLA NUBE EBBERO PAURA”. (Lc. 9,34)
La Trasfigurazione: momento in cui Gesù svela il
suo mistero, momento in cui Gesù vuole accanto a sé i suoi amici per mostrare
loro il suo vero volto; ed è luce, bagliore, gioia pura e accecante al punto
che gli apostoli stessi faticano a descriverla... Se lo avete notato il Vangelo
mette in evidenza meraviglia e stupore, gioia e paura di questi discepoli.
Entrare in profondo contatto con Dio dà gioia perché è il fine della nostra
vita ma mette anche paura perché fin che siamo nell’ambito dei rapporti umani
abbiamo linguaggi, gesti, abitudini, leggi, tradizioni che ci proteggono, mentre
davanti a Dio vengono a saltare tutte le garanzie umane
e si sente il profondo abisso che separa l’infinito dal finito. Non sarà
forse per questo che con la scusa di essere concreti noi preferiamo un rapporto
con Dio fatto di formule di preghiera, di gesti e di riti piuttosto che entrare
nella “nube”, cioè lasciarci assorbire dal mistero di un amore infinito,
dalla infinita Giustizia. Eppure se noi non facciamo questa esperienza di
infinitamente bello e di infinitamente misterioso rischiamo di confondere il
senso e la meta della nostra vita. Noi non camminiamo verso la promessa di un
paradiso terrestre, noi camminiamo verso Dio, noi non obbediamo a norme che
servono alla convivenza civile o che comprano i favori di Dio, noi abbiamo il
Dio-con-noi che ci accompagna con il dono di se stesso, noi fin d’ora siamo
tabernacolo di Dio, rivestiti di Cristo, figli di Dio come Gesù.
“Signore
tu lo sai, non sono un mistico, i miei piedi sono ben fissi su questa terra però
anche in un materialista come me c’è un cuore che ha desideri più grandi e
che ogni tanto mi fa intravedere luci che vanno ben aldilà delle prospettive
umane. Aiutami qualche volta a togliere le briglie al mio cuore e a lasciarlo
correre nell’infinito perché anche solo la nostalgia di Te mi faccia avere e
mettere il gusto di Te in ogni azione quotidiana.
LUNEDI’ 8 MARZO
Una scheggia di preghiera:
SALVACI
E PERDONA I NOSTRI PECCATI PER AMORE DEL TUO NOME
Tra i santi di oggi ricordiamo: FELICE DI DUNWICH,
Santo, Vescovo
Felice, vissuto nel VII secolo, fu missionario in Inghilterra orientale e fu il primo vescovo di Dunwich.
Parola
di Dio: Dn. 9,4-10; Sal.78; Lc. 6,36-38
“SIATE
MISERICORDIOSI COME E’ MISERICORDIOSO IL PADRE VOSTRO. NON GIUDICATE E NON
SARETE GIUDICATI”. (Lc. 6,36-37)
Un insegnamento in sé semplicissimo ma estremamente arduo quello del non giudicare e di avere misericordia nientemeno nella misura in cui Dio ha misericordia degli uomini! Ma, prima di tutto chiediamoci che cosa voglia significare per Gesù sia il giudicare che l’aver misericordia. In non giudicare non vuol dire non avere un criterio di vita. Non si può passare nella vita senza avere un criterio di bene e di male, senza renderci conto del valore o del disvalore delle cose e delle persone e senza fare le scelte conseguenti. Qui il giudicare è ergerci noi giudici del fratello sentendoci superiori a lui, giudicando dall’esterno (e chi di noi può conoscere le radici profonde e le motivazioni recondite delle scelte di un altro?). Questo tipo di giudizio spetta solo a Dio che conosce i cuori. E che cos’è la misericordia? E’ un cuore che accoglie la miseria degli altri e che si lascia “commuovere” profondamente; è un’anima sconvolta fin nel suo intimo dalla miseria degli altri, è un cuore che compatisce (cioè soffre insieme) e che agisce per liberare gli altri della miseria. E’ colui che non si lascia rodere dal rancore e dall’odio. E’ compassione, tenerezza, perdono…Ci rendiamo sempre più conto che l’uomo redento da Gesù deve aver acquistato le dimensione del cuore stesso di Dio. E’ vero che con le nostre povere forze umane non ci riusciremo mai, ma è anche vero che, solo puntando al cuore di Dio, lasceremo sempre più operare Lui in noi, e a Lui “nulla è impossibile”.
MARTEDI’ 9 MARZO
Una scheggia di preghiera:
MOSTRACI,
SIGNORE LA VIA DELLA SALVEZZA
Tra i santi di oggi ricordiamo: FRANCESCA ROMANA,
Santa
Sposatasi per obbedienza, Francesca (1384 -
1440) fu per circa quarant’anni una moglie e una madre modello. Dopo aver
compiuto i suoi doveri familiari, questa donna della aristocrazia romana passava
il resto del suo tempo a pregare e ad assistere i poveri. Fondò nel 1433
un’associazione di oblate, che esiste ancora oggi e si ispira alla spiritualità
benedettina. Divenuta vedova, fu scelta come superiora della comunità, al cui
interno trascorse il resto della sua vita in unione sempre più profonda con
Dio.
Parola
di Dio: Is. 1,10.16-20; Sal. 49; Mt.23,1-12
“SULLA
CATTEDRA DI MOSE’ SI SONO SEDUTI GLI SCRIBI E I FARISEI…”(Mt. 23,2)
La tentazione di dominare, di comandare, di sentirci capaci di trovare soluzioni di cui altri non sono capaci, la voglia di imporci in tutti i campi, è sempre forte. Provate a pensare ai giornali che leggiamo, alla radio e alla televisione che ascoltiamo, c’è da ammucchiare tutti i giorni infinite ricette che dovrebbero risolvere magicamente ogni problema. Provatevi ad ascoltare le chiacchiere che ascoltiamo o che magari facciamo dalla pettinatrice o dal barbiere: se fossimo noi Dio avremo una soluzione per tutti i problemi! Addirittura anche all’interno della comunità cristiana spesso ci si imbatte in preti che dal pulpito sanno dare la soluzione ad ogni problema (magari facendo passare le proprie convinzioni per Parola di Dio) o troviamo cristiani che hanno sempre la soluzione più adatta per i problemi degli altri (chissà se succede così anche per i propri!). Eppure secondo Gesù questa è una tentazione! E’ la tentazione di credere di possedere la verità e di imporla agli altri. Eppure basterebbe o ascoltare le parole di Gesù o anche solo leggere la storia per capire che la verità non la si impone mai con la forza, che i poteri terreni, anche quelli religiosi passano velocemente lasciando alle spalle solo mucchietti di cenere, che il tentativo di soluzione di un problema ne lascia aperti altri novantanove. E, specialmente a livello di comunità ecclesiali, non è forse vero che i frutti migliori sono nati dall’umiltà, dalla semplicità, dal sacrificio nascosto? Ha costruito di più il potere temporale dei papi o l’anima innamorata di Dio e degli uomini dei santi? Valgono di più tutte le dotte dispute teologiche o Cristo morto e risorto per noi? Sfamano di più i simposi e i convegni sulla fame del mondo o chi per salvare qualche affamato ce la sta mettendo tutta donando prima che le cose se stesso?
MERCOLEDI’ 10 MARZO
Una scheggia di preghiera:
VIENI
PRESTO IN MIO AIUTO, SIGNORE, MIO SALVATORE
Tra i santi di oggi ricordiamo: CAlO, Santo
Caio visse al tempo dell’imperatore Settimio
Severo, nel III secolo, nell’attuale Turchia. Della sua vita non sappiamo
nulla. Sappiamo però che affrontò con coraggio e fede il martirio insieme a
S. Alessandro.
Parola
di Dio: Ger. 18, 18-20; Sal. 30; Mt. 20,17-28
“I
CAPI DELLE NAZIONI DOMINANO SU DI ESSE E I GRANDI ESERCITANO SU DI ESSE IL
POTERE. NON COSI’ DOVRA’ ESSERE TRA VOI”. (Mt. 20,25-26)
Qualche
volta viene da credere che noi cristiani abbiamo perso il significato del nome
che ci contraddistingue. Infatti Cristiano deriva da Cristo, noi dunque dovremmo
essere Cristo sulla terra e invece siamo tutt’altro. Se Gesù e il Padre sono
una cosa sola, come mai ad esempio i cristiani fanno fatica a trovare qualche
momento di preghiera e di comunione con Dio o relegano questi solo al minimo
indispensabile? Se Gesù è venuto per i poveri e per gli ultimi come mai gran
parte della Chiesa è connivente con i potenti e i ricchi di questo mondo? Come
mai la maggioranza cristiana dell’Occidente fa molto poco per i popoli
affamati, come mai i popoli cristiani (almeno sulla carta) derubano i popoli
poveri delle proprie risorse naturali e riescono a giustificare soprusi e
guerre? Credo sia a causa del fatto che invece di imitare Cristo abbiamo
scimmiottato i poteri di questa terra: guardate le gerarchie cattoliche con
tutti i loro scalini di onorificenze, guardate a certi ordini religiosi nati per
l’aiuto ai più poveri e diventati ricchi, guardiamo a noi stessi che
preferiamo correre dietro le mode anche religiose piuttosto che manifestare nel
servizio la povertà di Colui che è morto nudo in croce.
GIOVEDI’ 11 MARZO
Una scheggia di preghiera:
SCRUTAMI,
O DIO, E GUIDAMI SULLA VIA DELLA VITA
Tra i santi di oggi ricordiamo:
COSTANTINO, Santo Re e Martire
Era re della
Cornovaglia, vissuto nel IV secolo, un re dissoluto e prepotente, si era
macchiato di assassini, aveva ripudiato la moglie. Ma proprio la morte di questa
provocò in lui una profonda conversione. Rinunciò al regno e si ritirò in
convento. Si diede poi, insieme a San Columba, all’attività missionaria,
cercando di convertire la Scozia. Mentre compiva quest’opera fu trucidato
durante una incursione delle tribù dei Pitti.
Parola
di Dio: Ger. 17,5-10; Sal. 1; Lc. 16,19-31
“C’ERA
UN UOMO RICCO….UN MENDICANTE DI NOME LAZZARO GIACEVA ALLA SUA PORTA”. (Lc.
16,19-20)
La parabola del ricco e di Lazzaro volutamente gioca sul contrasto tra ricco e povero, ma non è lontana dalla realtà sia del tempo di Gesù che maggiormente del nostro tempo: lo squilibrio tra ricchi e poveri è abissale e umanamente non solo incolmabile ma destinato a crescere indefinitivamente. Finché saranno i ricchi a decidere le sorti del mondo, saranno sempre talmente miopi, perché egoisti, da non trovare una soluzione non dico giusta, ma almeno vivibile. Ma è anche vero che probabilmente se fossero i poveri a comandare avrebbero la stessa miopia ed egoismo dei ricchi espressa in modi diversi. Scopriamo allora che occorrono poveri diversi, quelli che il Vangelo chiama “beati” per dare il cambiamento dei valori. Il povero evangelico infatti non ama la povertà per la povertà, ma conosce il valore delle cose di cui non diventa mai schiavo. E’ uno che sa gustare le cose, tutte le cose, specialmente le piccole cose ma che le usa a favore di tutti. Con questi poveri è possibile ipotizzare una più armoniosa e giusta convivenza umana. Ma, come sempre, il Vangelo non parte dagli altri ma da me, sono io che posso e devo fare queste scelte evangeliche di semplicità, di condivisione gioiosa.
VENERDI’ 12 MARZO
Una scheggia di preghiera:
IN
TE MI RIFUGIO, O SIGNORE, CHE IO NON RESTI CONFUSO IN ETERNO
Tra i santi di oggi ricordiamo: MASSIMILIANO,
Santo, Martire
Potremo definirlo come il primo obiettore di
coscienza. Al tempo del proconsole Dione Cassio, era figlio di un veterano
dell’esercito e secondo la tradizione doveva fare il militare anche lui. Ma,
come cristiano, Massimiliano giudicava l’arruolamento incompatibile con la sua
fede. Condannato per questo si avviò al patibolo chiedendo al padre di
regalare l’abito militare preparato per lui al soldato che lo avrebbe
decapitato.
Parola
di Dio: Gn. 37,3-4.12-13.17-28; Sal. 104; Mt. 21,33-43.45
“C’ERA
UN PADRONE CHE PIANTO’ UNA VIGNA, LA CIRCONDO’ CON UNA SIEPE, VI SCAVO’ UN
FRANTOIO, VI COSTRUI’ UNA TORRE… (Mt. 21,33)
Proviamo a leggere la parabola di Gesù secondo una delle tante interpretazioni che ad essa si possono dare. Dio ha fatto bene tutte le cose per l’uomo, la vigna è la vita dell’uomo. Dio vi ha posto una siepe per difenderla e questa siepe potrebbe essere la coscienza che, se l’uomo usa, lo difende da chi vorrebbe derubarlo della speranza, dell’amore, della fedeltà. Dio ha anche posto un frantoio e una torre: il dolore, la pazienza, la fatica che si richiede per rompere la crosta delle apparenze e giungere alla sostanza delle cose. Che cosa poteva ancora fare Dio per noi? Ma l’uomo invece che gioire per questi doni, invece di usarne per il bene di tutti, ha voluto appropriarsene, fare a meno di Dio. Ma Dio, innamorato pazzo della sua creatura, non si è lasciato fermare dai suoi no, dagli inviati bastonati e tornati a mani vuote, ha mandato suo Figlio, ma noi prima non abbiamo tenuto conto delle sue parole e questo è già uccidere in noi Colui che parla, poi non solo non gli abbiamo dato i suoi frutti ma addirittura lo abbiamo venduto per “trenta monete”. Cosa potrà ancora fare Dio per noi se il nostro cuore non ha saputo nemmeno capire l’amore di suo Figlio? Eppure è proprio guardando a “Colui che è stato trafitto” che noi possiamo avere la salvezza. Dio dal dolore, dal peccato, dalla cattiveria degli uomini che hanno inventato una croce per suo Figlio vuole ancora trarre salvezza per noi. Guardando a Lui noi possiamo ancora e maggiormente ritrovare l’amore che salva, guardando alla sua nudità e povertà riusciamo a capire che le cose non ci sono state date per il nostro egoismo e possesso, ma per dono e per amore, guardando alla sua donazione totale comprendiamo che non è tenendo le cose che diventiamo maggiormente uomini ma che è solo condividendo che possiamo acquistare la giusta libertà e l’orgoglio di essere, con Gesù, Figli di quel Padre che ci ama dall’eternità
SABATO 13 MARZO
Una scheggia di preghiera:
FA’
CHE POSSIAMO GIUNGERE ALLA SPLENDIDA LUCE IN CUI E’ LA TUA DIMORA
Tra i santi di oggi ricordiamo: MARTIRI DI
CORDOVA, Santi Martiri
Nella città di
Cordova, durante l’occupazione araba, tra il 771 e il 1236 vi furono diverse
persecuzioni nei confronti dei cristiani e molti di essi furono martirizzati,
ricordiamo ad esempio Rodrigo e Salomone martirizzati il 13 marzo 857 ed Eulogio
decapitato l’11 marzo 859
Parola
di Dio: Mic. 7,14-15.18-20; Sal. 102; Lc. 15,1-3.11-32
“UN
UOMO AVEVA DUE FIGLI”. (Lc. 15,11)
Possono essere tanti modi di intitolare questa parabola: Il Figliol prodigo, Il padre misericordioso… Oggi vorrei leggerne un aspetto che mi permette di intitolarla: “Il padre sfortunato” Infatti questa parabola inizia con un verbo che dice all’imperfetto: “Un padre aveva due figli” questo dunque ci fa pensare che prima della fine del racconto forse qualcosa sarà cambiato. Infatti il figlio più giovane chiedendo l’eredità e andandosene è come se avesse detto: “Tu per me sei morto, non sono più tuo figlio”. Ma almeno gliene è rimasto uno di figlio, il maggiore. Noi diremmo che il Padre è riuscito almeno con questo figlio. Ma la parabola non si ferma qui. Gesù non condivide il nostro modo superficiale di vedere e giudicare. Colui che conosce gli animi, che ha dichiarato che i primi saranno gli ultimi e che le prostitute e i peccatori ci precederanno nel Regno dei cieli ci fa capire che mentre il figlio disgraziato può essere recuperato il figlio “buono” si rivela non amante del padre, iroso, collerico e capriccioso. Forse egli pur essendo vicino fisicamente era molto più lontano di quel fratello che se ne era andato. La parabola si conclude con la preghiera del padre nel confronto di questo figlio affinché accetti la gioia del fratello ritrovato, ma non ci dice come sia andata a finire. Vi sono luoghi del nostro io dai quali è molto più difficile far ritorno che da tutte le lontananza in cui si fugge per sciupare una vita o seguire una passione. E’ più facile spostare le montagne che smuovere certi orgogli o certi egoismi.
DOMENICA 14 MARZO – 3^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C
Una scheggia di preghiera:
LA
TUA MISERICORDIA CI SOLLEVI, O SIGNORE
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIACOMO DA
VITERBO, Beato Agostiniano
Entrato
nell’ordine agostiniano compì gli studi nell'università di Parigi, dove nel
1287 ottenne il baccellierato e nel 1293 conseguì il magistero in teologia.
Chiamato nel 1300 a reggere lo studio generale, che gli agostiniani avevano
fondato a Napoli, nel 1302 fu nominato da Bonifacio VIII arcivescovo di
Benevento e, nello stesso anno, fu trasferito alla sede di Napoli. Svolse
notevole attività letteraria. Morì a Napoli nel 1308.
Parola
di Dio: Es. 3,1-8.13-15; Sal. 102; 1Cor. 10,1-6.10-12; Lc. 13,1-9
“SE
NON VI CONVERTIRETE PERIRETE TUTTI ALLO STESSO MODO”. (Lc. 13,5)
La pagina del Vangelo ci presenta Gesù che commenta due episodi di cronaca successi in quel periodo a Gerusalemme: una repressione brutale nel Tempio da parte di soldati romani e il crollo della torre di Siloe. Gesù – a sorpresa – afferma che gli uomini uccisi durante questi due fatti non erano più o meno peccatori degli altri. Una frase buttata lì con semplicità e che pure scardina molte nostre false sicurezze. Quante volte mi sento dire: “Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?” Malgrado l’apparenza ci spinga a formulare tali pensieri, la Bibbia afferma il contrario: disgrazia e fortuna non sono legati al nostro comportamento, né ad una punizione di Dio, ma diventano l’occasione, come asserisce Gesù, di accorgerci che la vita è un soffio e che occorre davvero cogliere ogni momento per guardare a Dio. La vita – ci ricorda il Maestro – è un’unica occasione che ci è data per scoprire la Verità in noi. La vita, fortunata o tragica che sia, non è che lo strumento con cui impariamo a scoprire la pienezza nascosta nelle cose ed è la nostra occasione di conversione: Dio nella sua misericordia concede, come nella parabola del fico, delle dilazioni, ma abusarne vorrebbe dire prendersi gioco della sua pazienza. Non è improprio identificarci con il fico infruttuoso: tante foglie e pochi frutti. Tante parole, tante promesse, tanti sogni… poi il tempo passa e le nostre mani rimangono vuote. “Taglialo” potrebbe dire il Signore; ma Lui ci dà speranza: “Lascialo ancora per quest’anno…”. Non possiamo deluderlo.
LUNEDI’ 15 MARZO
Una scheggia di preghiera:
MANDA
LA TUA VERITA’ E LA TUA LUCE; SIANO ESSE A GUIDARMI
Tra i santi di oggi ricordiamo: CLEMENTE MARIA
HOFBAUER, Santo, Sacerdote
Si chiamava
Giovanni ed era nato in Moravia il 26 Dicembre 1751. A 30 anni cambiò il nome
in Clemente Maria in onore di Clemente di Ancira e della Madonna. Di famiglia
modesta, orfano di padre, fece il fornaio ma voleva diventare sacerdote. Entrò
tra i missionari Redentoristi e fu professo nel 1784. Esercitò il ministero per
più di 20 anni a Varsavia. Nel 1908 fu espulso e andò a Vienna dove fu
cappellano delle suore Orsoline. Morì a Vienna il 15 marzo 1820.
Parola
di Dio: 1Re 5,1-5; Sal. 41; Lc. 4,24-30
“NESSUN
PROFETA E’ BENE ACCETTO IN PATRIA”. (Lc. 4,24)
Gesù,
utilizzando questo proverbio della saggezza popolare, lo applica a se stesso
ed anche a noi. A Nazareth, i suoi concittadini pretendevano di conoscerlo perché
conoscevano la sua famiglia, perché erano cresciuti con Lui e quindi non
volevano accettare che “uno di loro” fosse “diverso da loro” avesse doti
che loro non avevano; quindi, proprio i più vicini, i più fortunati ad aver
potuto condividere l’umanità di Gesù, sono coloro che non accolgono la sua
divinità e così facendo si perdono il dono di Lui.
MARTEDI’ 16 MARZO
Una scheggia di preghiera:
CUSTODISCIMI,
O SIGNORE, COME LA PUPILLA DELL’OCCHIO
Tra i santi di oggi ricordiamo:
BENEDETTA DI ASSISI, Beata
Entrata fra le Clarisse di Assisi nel 1214, successe a S. Chiara nel governo del monastero di S. Damiano, rimanendo in quell'ufficio fino al 1260. Si ritiene che sia stata anche badessa a Siena e a Vallegloria presso Spello. Morì nel 1260 e il suo corpo riposa insieme a quello di Santa Chiara.
Parola
di Dio: Dn. 3,25.34-43; Sal. 24; Mt. 18,21-35
“NON
DOVEVI ANCHE TU AVER PIETA’ DEL TUO COMPAGNO COSI’ COME IO HO AVUTO PIETA’
DI TE?”. (Mt. 18,33)
“Non
riesco a perdonare!”. Quante volte troviamo difficile il perdono. Vorremmo
farlo, capiamo che la vendetta e il rancore sono già una punizione, un peso
per noi, ma il male ricevuto (o presunto) ritorna a galla e ci impedisce di
vedere il bene.
MERCOLEDI’ 17 MARZO
Una scheggia di preghiera:
BENEDETTO
IL SIGNORE, GLORIA DEL SUO POPOLO
Tra i santi di oggi ricordiamo: GERTRUDE DI NIVELLES, Santa, Monaca
Era
figlia di Pipino il vecchio di Landen, maggiordomo
del re di Austrasia nata nel 626 circa. Rifiutando nozze preparate per lei, entrò
molto giovane nel monastero di Nivelles fondato dalla madre, santa Itta (o
Iduberga), alla quale succedette come badessa nel 647. Era assai colta, amante
della Scrittura, pacificatrice di nemici. Morì a Nivelles nel 659.
Parola
di Dio: Dt. 4,1.5-9; Sal. 147; Mt. 5,17-19
“NON
SONO VENUTO PER ABOLIRE MA PER DARE COMPIMENTO”. (Mt. 5,17)
Ai
tempi di Gesù qualcuno vedeva nelle sue parole solo quelle di un rivoluzionario
su cui far leva per far piazza pulita del passato. Gesù dice chiaramente di
essere in stretta continuità con il piano di Dio che si è realizzato lungo
la storia del popolo ebraico; Gesù è il compimento della Legge. La legge
ebraica, dono di Dio, era una serie di precetti da osservare. Dio li aveva dati
per richiamare il suo popolo ai veri valori sia umani che di fede, ma gli
uomini li avevano fatti diventare norme fredde, da osservare per non incorrere
in pene (per capirci, un po’ come se noi dicessimo: pago le tasse solo per non
incorrere nella finanza). Gesù vuole aiutarci a ritrovare la legge di Dio
come dono per incontrare Lui e i fratelli e stabilisce un nuovo criterio di
valutazione morale: l’intenzione personale. Posso anche osservare
scrupolosamente tutti e dieci i comandamenti ma se non lo faccio per amore non
mi serve a niente. Oppure posso anche trasgredire esteriormente qualche norma
ma con retta intenzione e lì c’è vero amore. Non è una legge che mi fa
buono o cattivo: è il cuore che diventa determinante. Con l’osservanza
esteriore delle leggi possiamo anche ingannare gli altri sulla nostra bontà.
Ma Dio vede il nostro cuore.
GIOVEDI’ 18 MARZO
Una scheggia di preghiera:
FA’
CHE ASCOLTIAMO, SIGNORE, LA TUA VOCE
Tra i santi di oggi ricordiamo: CIRILLO DI
GERUSALEMME, Santo, Vescovo
Era nato verso
il 315 a Gerusalemme. Cristiano convinto, fu ordinato sacerdote e poi, nel 348
fu ordinato Vescovo di Gerusalemme. In un’epoca di controversie religiose e di
pericolo di eresie, Cirillo si fece catechista dei suoi diocesani. Uomo austero
avvalorò quanto predicava con un esempio costante di vita. Morì nel 386
Parola
di Dio: Ger. 7,23-28; Sal.94; Lc. 11,14-23
“CHI NON E’ CON ME E’ CONTRO DI ME; CHI NON
RACCOGLIE CON ME, DISPERDE”. (Lc. 11,23)
E
poi venite a dirmi che la Parola di Dio non è “una spada a due tagli” che dove ferisce lacera. Qui Gesù sembra quasi essere un
integralista e ci pone davanti a scelte che assolutamente non prevedono
compromessi, basta non essere con Lui per essergli già contro. Non è possibile
essere cristiani solo quando conviene, solo quando siamo in chiesa, solo quando
le cose sono facili e vanno bene.
Gesù non è un sonnifero per addormentarci in facili speranze di aldilà, né
un calmante per darci ragioni del mistero e del dolore. Non si può essere con
Lui la domenica e il lunedì con il denaro. Tutto questo può sembrare
intransigenza. Ma vediamolo dal lato giusto: è amore. Amore di Dio per noi che
vuoi vederci totalmente realizzati in Lui, e amore nostro per Dio: non posso
dire di amare una persona se poi mi ricordo di lei solo quando mi fa comodo.
VENERDI’ 19 MARZO
Una scheggia di preghiera:
TU
SEI FEDELE, SIGNORE ALLE TUE PROMESSE
Tra i santi di oggi ricordiamo: SIBILLINA BISCOSSI, Vergine, Beata
Nata a Pavia
nel 1287 rimase presto orfana di entrambi i genitori e fece i lavori più umili.
A dodici anni divenne cieca e fu accolta tra le terziarie domenicane dove visse
da reclusa e da un buco riceva l’elemosina e dispensava i suoi consigli. Morì
il 19 marzo 1367.
Parola
di Dio nella Festa di San Giuseppe:
2
Sam. 7,4-5.12-14.16; Sal. 88; Rom. 4,13.16-18.22; Mt. 1,16.18-21.24
“GIUSEPPE,
LO SPOSO DI MARIA, ERA UN UOMO GIUSTO”. (Mt. 1,19)
La figura di Giuseppe mi ha sempre affascinato
forse perché molte sue caratteristiche stentano a realizzarsi in me. Intanto di
Giuseppe si parla poco nel Vangelo e poi, altra caratteristica da cui mi sento
lontano ma che invidio: Giuseppe nei Vangeli non dice neanche una parola di suo
ma è uno che nel silenzio agisce ed è allora molto bello vedere la sua figura
di uomo giusto, innamorato di Maria, che è disposto a cambiare tutti i suoi
giusti progetti pur di continuare a dimostrarle il suo amore, che è disposto ad
accogliere anche senza capire tutto, che è fedele a Dio, che permette allo
Spirito Santo che è amore di compiere la sua strada. Giuseppe
è tutt’altro che un credulone. Quando sa che Maria è incinta, non dubita di
Lei, ma fedele alla legge, cerca una soluzione umana rispettosa di Maria e di
Dio e giunge, con il suo ragionamento, a “licenziarla in segreto”.
SABATO 20 MARZO
Una scheggia di preghiera:
ANIMA
MIA BENEDICI IL SIGNORE, NON DIMENTICARE I SUOI BENEFICI
Tra i santi di oggi ricordiamo: SERAPIONE DI THMUIS, Santo, Vescovo
Fu vescovo di
Thumuis nel basso Egitto tra il 340 – 356. Era monaco, amico di Atanasio e
combatté l’arianesimo. Morì nel 362.
Parola
di Dio: Os. 6,1-6; Sal. 50; Lc. 18,9-14
“DUE
UOMINI SALIRONO AL TEMPIO A PREGARE: UNO ERA FARISEO E L’ALTRO PUBBLICANO”.
Se
volete comprendere l’attualizzazione di questa parabola potete fare un piccolo
esperimento: prendete un foglio e dividetelo in due colonne: sulla prima
scrivete tutte le volte che avete espresso con sicurezza e sufficienza le vostre
critiche nei riguardi degli stranieri, dei poveri, degli immigrati, dei capi
politici, della Chiesa, dei vicini di casa…Nella seconda colonna scrivete
l’elenco dei peccati che avete confessato nell’ultima vostra confessione.
DOMENICA 21 MARZO – 4^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C
Una scheggia di preghiera:
PADRE,
HO PECCATO CONTRO IL CIELO E CONTRO DI TE
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIUSTINIANO Vescovo di Vercelli Santo.
Fu, secondo antiche tradizioni il quarto successore di S. Eusebio nella guida della diocesi di Vercelli. Nella lapide che lo ricorda si legge della sua santità di vita, della fedeltà alla giustizia, della sua paternità nei confronti del popolo. Resse la diocesi per 16 anni all’incirca tra il 435 e il 452.
Parola
di Dio: Gs. 5,9-12; Sal. 33; 2 Cor. 5,17-21; Lc. 15,1-3.11-32
“IL
PADRE LO VIDE E COMMOSSO GLI CORSE INCONTRO…
Se
dovessimo fare il “Personaggi ed interpreti” di questa parabola che per la
seconda volta incontriamo in questo mese, scopriremmo facilmente che i
personaggi sono tre: il figlio più giovane, il figlio maggiore e il Padre. Il
personaggio principale è, contrariamente ad una interpretazione frequente, il
Padre e non il figlio più giovane: il Padre che vuol far condividere la sua
gioia a tutti e due i figli.
LUNEDI’ 22 MARZO
Una scheggia di preghiera:
TU
SOLO, O SIGNORE, HAI PAROLE DI VITA ETERNA
Tra i santi di oggi ricordiamo: EPAFRODITO, Santo
Vissuto
nel I secolo era originario della città di Filippi. Convertito da san Paolo,
fu, più tardi, inviato a Roma per consegnargli le collette della comunità
cristiana di Filippi. Pare sia stato vescovo della sua città natale.
Parola
di Dio: Is. 65,17-21; Sal.29; Gv. 4,43-54
“E
CREDETTE LUI CON TUTTA LA SUA FAMIGLIA”. (Gv. 4,53)
La
struttura del racconto di questo miracolo non solo ci dà la possibilità da una
parte di vedere il potere di Gesù che riesce a fare anche miracoli a distanza,
ma ci permette di vedere nella fede di questo funzionario del re che ha un
figliolo ammalato, il cammino che dovrebbe fare la nostra fede.
MARTEDI’ 23 MARZO
Una scheggia di preghiera:
CON
LA TUA PRESENZA SALVACI, O SIGNORE
Tra i santi
di oggi ricordiamo: TURIBIO DI MONGROVEJO,
Santo, Vescovo
Turibio (c. 1538 - 1606) era ancora un laico
quando il re di Spagna lo mandò a riorganizzare la chiesa del Perù. Divenuto a
42 anni arcivescovo di Lima, cercò di riparare gli sbagli e le ingiustizie
commesse dai conquistatori nei confronti degli indios. Per questo si scontrò
con i governatori del paese, che tuttavia non riuscirono a venir a capo della
sua incrollabile pazienza e della sua cortese fermezza. Quando morì una
profonda riforma si era ormai realizzata.
Parola
di Dio: Ez. 47,1-9.12; Sal.45; Gv. 5,1-3.5-16
“SIGNORE,
IO NON HO NESSUNO CHE MI IMMERGA NELLA PISCINA QUANDO L’ACQUA SI AGITA”.
Il malato del Vangelo dice di essere lì da tanto tempo ai bordi della piscina perché non ha nessuno che lo aiuti al momento giusto. Nel mondo ci sono milioni di persone che “non hanno nessuno” che li aiuti a togliersi dalla malattia, dalla fame, dall’ignoranza, da una vita subumana. Molti missionari cercano di venire loro incontro, oggi poi si sta sviluppando sempre più un movimento di volontari che in modi diversi cercano di venire incontro alle tante necessità di tanti uomini che “non hanno nessuno”. Ovviamente, non tutti, anzi pochissimi possono lasciare famiglia e patria per andare nel Terzo Mondo ad aiutare chi “non ha nessuno”, ma questo non deve impedire di cercare anche qui, nei nostri paesi, i poveri, i malati, gli anziani, i soli, i giovani a rischio che “non hanno nessuno”: Sì, perché sempre più anche nelle nostre città si verifica il dramma della gente che non ha nessuno!. Proviamo oggi ad aprire gli occhi e il cuore, a guardarci attorno, a scoprire vicino a noi chi non ha nessuno cominciando magari dai vecchietti che abitano nel nostro condominio o dal ragazzino che, figlio di genitori divisi, è trattato come un pacco postale da mandare oggi da uno e domani dall’altro o da quell’uomo che, proprio perché “non ha più nessuno, si è attaccato al bottiglione del vino. E poi proviamo a chiederci: “E io non potrei essere qualcuno almeno per uno di loro?”
MERCOLEDI’ 24 MARZO
Una scheggia di preghiera:
RICORDATI
, SIGNORE, DEL TUO AMORE
Tra i santi di oggi ricordiamo: CATERINA DI
SVEZIA, Santa
Figlia di un
principe scandinavo e di Santa Brigida, fu educata nel monastero di Risberg. Con
il suo sposo decisero di vivere da fratello e sorella dedicandosi alla preghiera
e alla evangelizzazione. Rimasta vedova entrò nel monastero fondato da sua
madre a Watzen e vi rimase fino alla morte il 24 Marzo
1381.
Parola
di Dio: Is. 49,8-15; Sal 144; Gv. 5,17-30
“CHI
ASCOLTA LA MIA PAROLA E CREDE A COLUI CHE MI HA MANDATO HA LA VITA ETERNA”.
Quella di oggi è una delle pagine che maggiormente ci indicano il senso cristiano della vita. Naturalmente bisogna credere che Gesù sia Dio, credere che “operi come il Padre”, che ci dica la verità tutta intera. Se noi infatti accogliamo Gesù come il Figlio di Dio, mandato per la nostra salvezza, accettiamo la sua Parola e permettiamo ad essa di agire in noi. Lui allora ci dice di avere in se stesso la vita. Se noi siamo uniti a Lui, alla sua parola, noi siamo nella pienezza della vita fin da ora perché i nostri gesti, le nostre azioni corrisponderanno a quello che Dio desidera, e Lui non può che desiderare il nostro vero bene, e per di più esse avranno valenza di eternità perché se è vero che con Cristo dobbiamo morire al male e al peccato è altrettanto vero che con Lui siamo destinati alla risurrezione e alla vita eterna. Quindi con Gesù io vivo qui sulla terra al meglio delle possibilità della vita, con gli occhi e il cuore puntati a quella eternità che in Lui è già cominciata. Ed ecco allora che il nostro cuore si apre anche alla certezza dell’eternità per i nostri morti: essi non sono più nella realtà di questa vita terrena ma sono nella realtà della vita eterna e per di più, come noi sono destinati anche alla risurrezione fisica per poter gioire completamente, anima e corpo, della visione di Dio. Tutto questo sulla parola di Gesù, ma se credo che Gesù è Dio allora è certamente verità e ottima buona notizia.
GIOVEDI’ 25 MARZO ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
Una scheggia di preghiera:
ECCOMI,
SIGNORE, SI COMPIA IN ME LA TUA PAROLA
Tra i santi di oggi ricordiamo: DISMA, Santo
E’ il
nome col quale nella letteratura apocrifa sulla passione, morte e resurrezione
di Gesù è chiamato il buon ladrone che avrebbe aiutato Gesù durante la fuga
in Egitto, fu poi come lui crocifisso e dopo la morte andò in paradiso
precedendo tutti gli altri santi.
Parola
di Dio nella festa dell’ Annunciazione:
Is.
7,10-14; Sal. 39; Eb. 10,4-10; Lc. 1,26-38
“L’ANGELO
FU MANDATO A MARIA… E L’ANGELO PARTI’ DA LEI”. (Lc. 1,26-38)
Due
sono i personaggi dell’annunciazione: l’angelo e Maria.
VENERDI’ 26 MARZO
Una scheggia di preghiera:
ASCOLTA,
SIGNORE, IL GRIDO DEL TUO POVERO
Tra i santi di
oggi ricordiamo: EMANUELE, Santo, Martire
Emanuele era probabilmente originario
dell’attuale Turchia. Il vescovo della sua città, in tempo di persecuzioni
anticristiane, venne allontanato e diffidato dal continuare la sua opera, ma
disobbedì clamorosamente e non smise di battezzare, predicare ed assistere i
fedeli. Naturalmente, venne arrestato e condannato a morte. Emanuele, insieme
a una quarantina di altri cristiani, non tollerò il sopruso e, pur sapendo di
andare incontro a morte certa, si allineò al suo vescovo e si presentò al
governatore dichiarando apertamente la sua fede. La morte era un castigo
troppo lieve per quei tempi: Emanuele e i compagni furono torturati a lungo
prima che, pietosamente, venissero decapitati.
Parola
di Dio: Sap. 2,1.12-22; Sal. 33; Gv. 7, 1-2.10.25-30
“CERCAVANO
DI UCCIDERLO”. (Gv. 7,1)
Attorno
a Gesù si coagulano le tensioni più diverse: troviamo i poveri e i peccatori
che lo cercano, i malati che desiderano da Lui guarigione, molti che lo lodano e
che dicono di non aver mai visto un personaggio simile ma troviamo anche tanta
avversità che si spinge fino al desiderio di eliminarlo. Come si spiega tanta
avversione nei confronti di Gesù che passò “beneficando e sanando i
malati”? I detentori del potere religioso vedono in Lui un grande eretico:
“Lui, uomo, si proclama Dio”; hanno paura di qualcuno che soppianti il
loro potere, hanno paura di una rivolta di popolo contro le loro prepotenze e la
paura si organizza per estirpare il giusto. Ieri, come oggi, il bene vero dà
fastidio. Ad esempio, quante notizie di bene troviamo su un giornale? Non
rendono a coloro che sguazzano sul malcontento! E non è forse vero che ogni
volta che noi cerchiamo di operare il bene c’è sempre qualcuno o qualcosa
che cerca di impedircelo, di farci tacere? Il bene suscita le forze del male:
esse si sentono colpite, si organizzano, usano le armi della ricchezza e del
potere, cercano di far
tacere il bene. Ma anche
qui non dobbiamo spaventarci: Dio, il Bene è più forte del male e anche se
Cristo finirà sulla croce, è proprio quella croce che salva il mondo.
SABATO 27 MARZO
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE,
MIO DIO, IN TE MI RIFUGIO
Tra i santi di oggi ricordiamo:
GABRIELE DELL’ADDOLORATA Santo
Nato ad Assisi
nel 1838 è attratto in gioventù dai
piaceri e dal
successo mondano. Ma riflettendo
durante una malattia decide di votarsi a Dio. A 18 anni
chiede di
essere ammesso tra i passionisti. Il suo carattere amabile, la gioia che
emana dalla sua persona, la sua fedeltà e tutte le osservanze della
regola, il
suo amore generoso per il Signore e il suo affetto illimitato per la
Madre di Dio ne fanno in breve tempo
un religioso
esemplare. Muore giovanissimo, a 24 anni.
Parola
di Dio: Ger. 11,18-20; Sal. 7; Gv. 7,40-53
"STUDIA
E VEDRAI CHE NON SORGE PROFETA DALLA GALILEA!
Ci
sono alcune categorie di persone che sono proprio difficili da digerire. Una di
queste è quella dei saccenti, di coloro che si sentono talmente in gamba che si
permettono di giudicarti e di mandarti a quel paese! Li trovi ovunque: in
ufficio: "Ma come, non sai ancora come si fa!" nei negozi: "Ma si
figuri, signora, quella mia vicina" in parrocchia: "Noi, nel nostro
gruppo sì che siamo forti... Noi abbiamo fatto…" E si fermassero qui, ma
per di più ti giudicano: "Quello è un ignorante, quell'altro è privo di
savoir-faire, il terzo è un cristiano di seconda categoria perché non sa che
cosa sia "escatologia" o "teologia della liberazione".
DOMENICA 28 MARZO – 5^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C
Una scheggia di preghiera:
GRANDI
COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI
Tra i santi di oggi ricordiamo: FEDORA, Santa,
Martire
La storia di Fedora è simile a quella delle
tante migliaia di martiri dei primi anni della Chiesa. Fu arrestata per la sua
fede manifesta ed invitata ad abiurare. Si rifiutò, fu minacciata, poi
torturata ma, confortata anche da un giovane cristiano di nome Didimo, continuò
con fierezza a manifestare la sua fede fino al momento del martirio.
Parola
di Dio: Is. 43,16-21; Sal. 125; Fil. 3,8-14; Gv. 8,1-11
“GLI
SCRIBI E I FARISEI GLI CONDUCONO UNA DONNA SORPRESA IN FLAGRANTE ADULTERIO”.
Ormai è guerra aperta: gli scribi e i farisei hanno un unico scopo: far condannare Gesù. Essi sanno che ama ed è amato dai peccatori, ma sanno anche che Gesù si è mostrato ancora più esigente di Mosè quando ha detto: “Chi guarda una donna e la desidera ha già commesso adulterio con lei”. Si presenta un’occasione insperata: hanno trovato una donna sorpresa in flagrante adulterio. Secondo la legge di Mosè erano sia l’uomo che la donna a dover morire, ma i farisei se la prendono con la parte più debole. Davanti a questo caso Gesù contraddirà la legge di Mose o il suo discorso della montagna? Infatti sono due i processi che si snodano sotto i nostri occhi, quello alla donna e quello a Gesù. E rischiano di morire tutti e due, una per adulterio e l’altro per bestemmia se si opporrà alla legge di Mosè. Ma come succederà davanti a Pilato Gesù sceglie il silenzio accompagnato da quel misterioso gesto di scrivere con il dito per terra. Il silenzio di Gesù evita alla donna l’umiliazione di quel terribile processo che si stava preparando e favorisce il riflettere quando finalmente Gesù parlerà rinviando le persone alla propria coscienza: Lui sa che tutti sono peccatori agli occhi di Dio. Infine questo episodio, incominciato in una estrema violenza si conclude nella pace più profonda. “Gesù rimase solo con la donna davanti a Lui”. La miseria, la nostra miseria, davanti alla misericordia e quel “Va’, d’ora in poi non peccare più” è detto anche per noi e, se accolto, ci libera nell’amore da ogni giudizio nei confronti dei nostri fratelli.
LUNEDI’ 29 MARZO
Una scheggia di preghiera:
TRASFORMACI
IN CREATURE NUOVE PER ESSERE PREPARATI ALLA PASQUA
Tra i santi di oggi ricordiamo: BERTOLDO, Santo, monaco
Era nativo
della Lombardia (qualcun altro parla invece di Limonges). Verso il 1142 si recò
in Siria con il cugino Aimerico di Malefaida nominato patriarca di Antiochia. Di
là si ritirò sul monte Carmelo dove riunì in un convento gli eremiti sparsi
sul monte, che si diedero una regola (regola primitiva). Fu il primo generale
latino dell'ordine verso il 1154 Morì sul monte Carmelo nel 1198 .
Parola
di Dio: Dn. 13,1-9.15-17.19-30.33-62; Sal. 22; Gv. 8,12-20
“IO
SONO LA LUCE DEL MONDO; CHI SEGUE ME, NON CAMMINERA’ NELLE TENEBRE, MA AVRA’
LA LUCE DELLA VITA”. (Gv.8,12)
Gesù
è la luce del mondo ma spesso noi abbiamo paura della luce e preferiamo cercare
i piccoli sfarfallii del mondo oppure parliamo, discutiamo filosofeggiamo sulla
luce. Gusterà Gesù, sarà avvolto dalla luce solo che si getterà in Lui.
Questi due raccontini possono suggerirci molte cose:
********************
C’era
una volta una società di ranocchi, che viveva in fondo ad un pozzo oscuro, da
cui non si poteva vedere proprio nulla del mondo di fuori. Soffrivano molto. Un
giorno però un’allodola dal cielo azzurro scese in quel pozzo e si mise a
parlare di un mondo di sole, di fiori e d’amore.
MARTEDI’ 30 MARZO
Una scheggia di preghiera:
ASCOLTA,
SIGNORE, IL GEMITO DEL MISERO
Tra i santi di oggi ricordiamo: JULIO ALVAREZ
MENDOZA, Santo, Sacerdote
Nacque in Messico a Guadalajara il 20 dicembre 1866, fu parroco, padre e amico dei piccoli, povero tra i poveri. Arrestato durante la rivoluzione, per estremo disprezzo fu fucilato su un cumulo di immondizie il 30 marzo 1927.
Parola
di Dio: Num. 21,4-9; Sal. 101; Gv. 8,21-30
“GESU’
DISSE AI FARISEI: VOI SIETE DI QUAGGIU’, IO SONO DI LASSU’”. (Gv. 8,23)
Questa frase del Vangelo di oggi può stupirci ma anche farci riflettere. Ci stupisce perché è rivolta ai farisei, ed essi erano i religiosi di allora, i garanti della fede di Israele e in pratica li accusa di essere atei. E’ dunque possibile che una persona religiosa sia intimamente atea? Purtroppo sì quando la religione serve da mantello per nascondere dietro ad essa i propri interessi personali o di corporazione. Se noi leggiamo la storia delle religioni vediamo che esse hanno fornito santi, martiri, persone di fede sia di cultura che poveri e semplici, ma purtroppo vediamo (e specialmente ai vertici delle istituzioni religiose) persone che hanno sfruttato la religione e il religioso per interessi personali o per difendere il religioso in quanto forma di potere. Ma, dicevo, la frase di Gesù ci fa anche riflettere personalmente: che cosa è per me il credere nel Dio di Gesù? Può essere una pia abitudine: “Sono nato in questo ambiente, mi sta bene così almeno fin che non mi scomoda troppo”; può essere una scelta intellettuale: “Io credo che Dio esiste, ho un rapporto personale con Lui; non chiedetemi di più”; può essere più una scelta di religione che di fede: “Io sono cattolico: mi sta bene la Chiesa, il Papa, le norme, la liturgia, le scelte politiche che mi vengono indicate…”; può al contrario essere una scelta di Cristo ma non della Chiesa o può essere la fede riposta in Cristo che ce lo fa accogliere così com’è con tutte le conseguenze delle scelte evangeliche manifestate nella vita non solo a livello personale ma nella comunione dei salvati da Lui. Chiediamoci a quale categoria apparteniamo e se il rimprovero di Gesù ai farisei tocca un po’ anche noi, sia il benvenuto se ci aiuta a convertirci davvero.
MERCOLEDI’ 31 MARZO
Una scheggia di preghiera:
A
TE LA LODE E LA GLORIA NEI SECOLI
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Nacque a
Casamari presso Ravenna, nella seconda metà del secolo X, da giovane si dedicò
agli studi vivendo negli agi della vita di famiglia. Convertitosi si ritirò a
vita eremitica sotto la guida dell’eremita Martino abate di Pomposa di cui
divenne successore nel 998. Sotto la sua guida il monastero conobbe un periodo
florido, sia nell’ingrandimento edilizio, sia per il gran numero di monaci
affluiti, a loro dedicò il suo tempo nell’assisterli con la preghiera e anche
con miracoli.
Parola
di Dio: Dn. 3,14-20.46-50.91-92.95; Cant da Dn. 3,52-56; Gv. 8,31-42
“SE
RIMANETE FEDELI ALLA MIA PAROLA, SARETE DAVVERO MIEI DISCEPOLI; CONOSCERETE LA
VERITA’ E LA VERITA’ VI FARA’ LIBERI” . (Gv. 8,31)
Della
libertà tutti ne parlano, tutti la desiderano, persone lottano e qualche volta
muoiono perché credono in essa.
Nel nome della libertà poi vengono commessi anche crimini, una cattiva
interpretazione di essa fa sì che abiti in casa mia non nella stessa misura
della casa di mio fratello. Qualcuno camuffa con questo termine persino altre
forme di schiavitù… Gesù ci dice che chi crede in Lui, chi accoglie la sua
parola conosce la verità e la verità rende liberi. Ed ha ragione Gesù perché
solo nella verità può esserci libertà vera; dove c’è falsità, ingiustizia
albergano l’egoismo e il potere e lì non può esserci libertà. Quando
l’uomo pensa ad esempio che il denaro o il potere possono dare senso alla vita
diventa schiavo di questi. Ma la verità dove la troviamo? La possiamo cercare
nei libri, nella filosofia, nelle religioni, in noi stessi e troveremo barlumi
di verità, ma l’unico che davvero è la Verità non può che essere Gesù,
perché è Figlio di Dio. Quello che Lui ci dice e ci ha testimoniato con la sua
vita non è una parola qualunque, è la verità di Dio, dunque andare da Gesù,
accogliere Gesù, cercare di vivere quello che Gesù ci ha detto è essere nella
verità non tanto perché lo abbiamo stabilito noi, ma perché è Lui la verità
di Dio.