SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di don Franco LOCCI
FEBBRAIO 2004
DOMENICA 1 FEBBRAIO: 4^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C
Una
scheggia di preghiera:
BENEDETTO
SEI TU, PADRE DEL CIELO E DELLA TERRA.
PERCHE’ AI PICCOLI AI RIVELATO I
MISTERI DEL REGNO DEI CIELI
Tra i santi di oggi ricordiamo: ANNA MICHELOTTI, Santa, Fondatrice
Nacque il 29 agosto 1843 ad Annecy (Ducato di Savoia) da padre originario da Almese (Valsusa) e da madre savoiarda. Si formò alla scuola spirituale del grande conterraneo san Francesco di Sales, unendo una forte tensione interiore di preghiera e di contemplazione all’impegno di carità verso i più deboli e i più emarginati. Venuta a Torino si dedicò alla cura gratuita a domicilio degli ammalati privi di ogni assistenza. Fondò, secondo questo ideale, la Congregazione delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù e degli ammalati poveri. Morì a Torino il 1° febbraio 1888.
Parola
di Dio: Ger. 1,4-5.17-19; Sal. 70; 1Cor 12,31-13,13; Lc. 4,21-30
“NESSUN
PROFETA E’ BENE ACCETTO IN PATRIA”. (Lc. 2,24)
Gesù,
utilizzando questo proverbio della sapienza popolare, afferma prima di tutto
qualcosa che riguarda se stesso: Lui è il profeta che Dio ha mandato, Lui è la
Parola di Dio incarnata, Lui ha tutta l’autorità e il diritto di richiamarci
ai valori di Dio. Ma, misteriosamente, i profeti non furono ben accetti, la loro
missione dovette compiersi in mezzo a mille rischi e molti di essi per essere
fedeli al messaggio che Dio aveva dato loro, finirono male. Anche nei confronti
di Gesù c’è diffidenza, contrarietà, paura del nuovo, incomprensione e,
quello che stupisce ancor di più è che questa ostilità nasce proprio là, tra
i conoscenti, i parenti, i correligionari, dove uno si aspetterebbe invece
maggior disponibilità, attenzione, comprensione.
LUNEDI’ 2 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
VIENI,
SIGNORE, NEL TUO TEMPIO SANTO
Tra i santi di oggi ricordiamo: ADALBALDO, Santo
Tutti santi in casa! Era nipote di Santa Geltrude, si sposò con Santa Rictrude ed ebbero 4 figli, tutti o
santi o beati. Fu ucciso verso il 650 in Aquitania. Sulla sua tomba avvennero miracoli e a clamor di popolo
fu santo.
Parola
di Dio nella festa della PRESENTAZIONE DEL SIGNORE AL TEMPIO:
“I
MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA… LUCE PER ILLUMINARE LE GENTI E GLORIA
DEL TUO POPOLO ISRAELE”. (Lc. 2,30-32)
L’uomo
da sempre ha bisogno di luce. Senza il sole non ci sarebbe vita. La luce
riscalda, illumina, guida… La luce caccia le tenebre, difende dalle
paure…Oggi, festa della ‘candelora’ o della luce noi andiamo ad accendere
(come nella notte di Pasqua) le nostre candele da Gesù “luce di ogni uomo”.
MARTEDI’ 3 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
NELL’ORA
DELL’ANGOSCIA SOCCORRIMI, SIGNORE
Tra i santi di oggi ricordiamo: PIETRO DA RUFFIA, Beato, Martire. Domenicano
Lasciata Ruffia (Cn) dove era nato da una famiglia della nobiltà piemontese, entrò nell'Ordine domenicano a Savigliano, praticando eroicamente la povertà, il rinnegamento di sé e applicandosi intensamente allo studio. Fu inquisitore della fede a Torino e non risparmiò fatica per salvaguardare dall'eresia le popolazioni del Piemonte e della Liguria. Mentre era ospite a Susa dei Frati Minori, fu pugnalato dai valdesi a Susa il 2 febbraio 1365.
Parola
di Dio: 2Sam. 18,9-10.14. 24-25.30-19,4; Sal.85; Mc. 5,21-43
“E
ORDINO’ LORO DI DARLE DA MANGIARE”. (Mc. 5,43)
Ogni
volta che ho letto questa pagina direi così gloriosa del Vangelo mi sono sempre
stupito che terminasse con una annotazione diremmo quasi banale, quella in cui
Gesù inviata a dar da mangiare alla bambina morta e risuscitata. Noi, educati
alla teoria dell’eroe senza macchia né paura da imitare nella nostra vita
consideravamo quasi una banalità tutto quello che poteva essere sentimento o
riferimento al materiale. Poi, con l’andare della vita, mi sono accorto che
l’errore non era una svista di scrittura da parte di Matteo, era un grave
errore di lettura del Vangelo da parte nostra.
MERCOLEDI’ 4 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
PERDONA, SIGNORE, IL MIO PECCATO
Tra i santi di oggi ricordiamo: ANDREA CORSINI, Santo, Vescovo
Nato nel 1301 da nobile famiglia, in Firenze fu in giovinezza focoso e mondano. Sentì pero la necessità di convertirsi ed iniziò una vita tutta nuova fatta di penitenza e preghiera, Fu eletto provinciale dell'ordine della Madonna del Carmelo. Scoppiata la peste in Firenze si dedicò a sanare le piaghe morali e materiali della città. Mandato a Bologna dal papa dovette anche affrontare il carcere ma riuscì a pacificare gli animi in quella città. Fu poi vescovo attento alle necessità dei poveri nella città di Fiesole. Morì nel 1373.
Parola
di Dio: 2Sam. 24,2.9-17; Sal. 31; Mc. 6,1-6
“E
SI MERAVIGLIAVA DELLA LORO INCREDULITA’ “. (Mc. 6,6)
Ci sono situazioni in cui è veramente difficile credere, ad esempio davanti alla sofferenza di un innocente è difficile pensare alla paternità di Dio, ma ci sono anche altre situazioni in cui la fede, almeno a prima vista sembra evidente al punto da sembrare sciocchi nel volerla negare. Gesù è andato ad annunciare l’amore di Dio a Nazareth, la città dove è cresciuto e vissuto. Non è andato a chiedere qualcosa a suoi concittadini, ma a dire loro che Dio li ama, è andato per insegnare con l’autorità che gli viene dal fatto di essere Figlio di Dio, è andato per operare i miracoli, doni gratuiti di Dio, e proprio dai suoi riceve freddezza, incomprensione, disprezzo. I pagani i peccatori sono gioiosi nell’accoglierlo, gli appartenenti al suo popolo, alla sua religione, i suoi stessi paesani non lo accettano. Eppure spesso è così anche oggi: capita di trovare valori cristiani vissuti, disponibilità al dialogo e alla ricerca, sincerità di gesti, capacità di affetti veri e profondi là dove la fede o non è manifesta o addirittura negata, tutte cose che rischi di non trovare in ogni comunità cristiana. Perché questo? Credo che una delle causa sia quella che abbiamo ridotto la fede ad un abito che indossiamo, ad una abitudine ben sistemata in norme e riti che non le permettono più di accogliere la novità e la gioia continua del Regno di Gesù. Gli abitanti di Nazareth conoscevano troppo bene l’umanità di Gesù per accettarne la divinità, erano dei buoni teologi dell’ebraismo per poter anche solo lontanamente pensare che Dio, l’Unico, fosse nell’uomo Gesù, erano talmente pieni di sé che non pensavano che un loro concittadino potesse avere qualcosa in più di loro. E così Gesù, non solo fu “meravigliato dalla loro incredulità”, ma non poté neppure “operare miracoli”. Fin che ci chiudiamo in noi stessi, fin che pensiamo di possedere Dio perché seguiamo alcune norme religiose, fin che diamo per scontata la nostra bontà, troverà Gesù posto in casa nostra e potrà operare per noi i miracoli del suo amore?
GIOVEDI’ 5 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
TUO E’ IL REGNO, TUA LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI
Tra i santi di oggi ricordiamo: ADELAIDE DI VILICH, Santa, Badessa
Figlia di nobili nacque verso il 960 nel castello di Geldern. I suoi genitori costruirono il monastero di Vilich e lei ne fu badessa e lo mise sotto la regola di san Benedetto. Oddone III le chiese di guidare anche il monastero di Colonia. Era una donna di preghiera e di penitenza, prudente e caritatevole. Morì il 5 febbraio 1015.
Parola
di Dio: 1Re. 2,1.4.10-12; Cantico da 1Cr 29,10-12; Mc. 6,7-13
“E
ORDINO’ LORO CHE, OLTRE AL BASTONE, NON PRENDESSERO NULLA PER IL VIAGGIO”. (Mc.
6,8)
Quel
bastone che Gesù permette agli apostoli di portare con sé nella missione ha
sempre fatto discutere esegeti e teologi. A noi poco interessano le fini
disquisizioni, a noi interessa il senso del Vangelo perché lì è la nostra
gioia e la nostra salvezza, e allora la prima cosa bella di questo brano di
vangelo è che noi siamo chiamati ad essere collaboratori del regno dell’amore
di Gesù. La nostra vita non è solo un cammino personale ma è anche un cammino
verso gli altri. Ma chi ci autorizza, chi ci sostiene in questo cammino? E’
Gesù il buon Pastore e allora, proprio guardando a Lui, quel bastone assume i
suoi veri significati. Il bastone serviva al pastore per sostenersi: da soli
incespichiamo, rischiamo di cadere se la forza di Gesù non ci sostiene.Il
bastone serviva al pastore per difendersi dalle bestie selvatiche: la nostra non
è una passeggiata, nel cammino della vita incontriamo il nemico che non solo
vuole distoglierci dalla nostra meta ma che in tutti i modi cerca di aggredire
noi e il gregge; questo è l’unico momento in cui “il bastone” della forza
di Dio può e deve essere usato a difesa. Il bastone serviva al pastore anche
per tener unito il gregge e per indirizzarlo: la fede è allora quel mezzo che
ci deve tenere uniti non imponendosi ma con la delicatezza di chi ci indica la
via. Un buon pastore non ammazza le sue pecorelle a suon di botte e anche quando
le tosa non le spella mai.
VENERDI’ 6 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
VIVA IL SIGNORE. SIA ESALTATO IL DIO DELLA MIA SALVEZZA
Tra i santi di oggi ricordiamo: ANGELO DA FURCI, Beato
Era nato a Furci, in provincia di Chieti nel 1246: Educato religiosamente, nel 1266 entrò fra gli agostiniani
di Vasto dove divenne sacerdote. Mandato a studiare alla Sorbona, vi rimase 5 anni. Al ritorno si dedicò all’insegnamento in vari conventi. Poi rimase a Napoli. Fu un grande oratore. Morì il 6 Febbraio 1327 nel convento di Sant’Agostino della Zecca a Napoli.
Parola
di Dio: Sir. 47,2-11; Sal. 17; Mc. 6,14-29
“ERODE
DICEVA: QUEL GIOVANNI CHE IO HO FATTO DECAPITARE E’ RISUSCITATO”. (Mc. 6,16)
Quando si dice: cattiva coscienza! Erode, annebbiato dal potere, dal sesso e dal vino ha fatto uccidere Giovanni Battista del quale pure aveva timore se non rispetto e adesso, lui che vede nemici da tutte le parti e che quindi non sa neanche godere del suo ruolo di potente, crede che Gesù sia la reincarnazione di Giovanni che viene per tormentarlo. Dio ha messo dentro di noi una sentinella: la coscienza, essa prima o poi lancia segnali per farci capire il bene e il male. Noi però siamo capaci di tacitarla o di camuffare la sua voce. Qualche esempio: abbiamo coscienza che nella precarietà della nostra vita non sono i denari a fare la felicità, però ugualmente spesso diamo loro il primo posto giustificandoci che oggi “qualunque cosa vuoi fare se non hai denari…”. La coscienza ci invita all’onestà nelle piccole cose e noi sappiamo che anche tenerci un resto non corretto non è giusto, ma ce lo teniamo lo stesso dicendo: “Va in cambio di tutte le volte che l’hanno rubato a me”. Sappiamo benissimo che dovremmo dedicare un po’ più di tempo ai figli alla famiglia, ai nostri anziani, “ma con tutte le cose che ho da fare?.” Sappiamo benissimo che la guerra è sempre un male, che l’odio è un peso terribile che non può produrre alcun bene né per noi né per gli altri, “eppure è il mio unico modo per difendermi”. Altre volte poi ci stordiamo con le cose, gli affari, le preoccupazioni per tacitare quella voce… Non sarebbe meglio confrontarci con quella voce, con il profondo di noi stessi? Certo non è facile, certo, non ci piace l’immagine che lo specchio della coscienza qualche volta ci rimanda di noi stessi, certo, fare questo significa poi modificarci, ma io credo sia meglio avere una coscienza che ci richiama e qualche volta ci tormenta che averla uccisa perdendo la nostra vera identità e caricandoci di pesi e di colpe che poi in qualche modo il profondo di noi stessi ci fa già pagare in questa vita e che apparirà chiaro davanti a Dio e a tutti nell’eternità.
SABATO 7 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
DONAMI, SIGNORE, LA SAPIENZA DEL CUORE
Tra i santi di oggi ricordiamo: ZUCCHI GUGLIELMO, Beato
Nacque
ad Alessandria nel secolo XIV. Non si conosce nulla della sua giovinezza tranne
che per un certo periodo fece l’eremita. Ordinato sacerdote fu prefetto della
cattedrale fino alla sua morte il 7 febbraio 1377. Vicende complesse ebbero
anche le spoglie del beato che sono attualmente nella Cattedrale e che ogni
anno vengono esposte nel giorno della festa.
Parola
di Dio: 1Re 3,4-13; Sal.118; Mc. 6,30-34
“VENITE
IN DISPARTE, IN UN LUOGO SOLITARIO, E RIPOSATEVI UN PO’ “. (Mc. 6,31)
C’ è stato un periodo della mia vita (e la tentazione a volte ritorna ancora oggi) in cui ho pensato di aver io tutto da fare nel mondo: l’annuncio del Vangelo, la catechesi, l’organizzazione parrocchiale, la cura dei poveri…Mi sembrava di essere fuori posto se non riuscivo ad arrivare a tutto, a partecipare ad ogni riunione… insomma, è la tentazione di sentirsi al centro della storia della salvezza e dell’esasperazione delle proprie responsabilità fino al punto di pensare che il mondo dobbiamo salvarlo noi e non basti già quello che ha fatto Gesù. Eppure è proprio Gesù, colui che ha mandato in missione gli apostoli, che al loro ritorno li invita a riposare un po’. Il cristiano è dunque uno che deve imparare ad andare e a stare, a parlare e ad ascoltare, a testimoniare sia con la sua azione che con la sua contemplazione. Il cristiano è uno che sa di essere incaricato di collaborare per la venuta del Regno ma anche uno che sa che il Regno viene quando e come vuole, è uno che annuncia la parola di Dio ma non le impone tempi e modi di realizzazione. Se è vero che certi cristiani vanno continuamente stimolati perché sono dei cristiani addormentati è anche vero che certi vescovi, preti e laici cristiani dovrebbero imparare a riposare con Cristo, a ritrovare momenti di serenità, di preghiera personale, di riscoperta meravigliata della creazione e del bello. Certi cristiani sempre “occupati” dovrebbero poter aver un po’ di tempo per riscoprire che appartengono ancora al genere degli uomini e riscoprire i valori umani che una frequentazione esasperata dello spirituale (o meglio di quello che si ritiene spirituale ma che spesso è solo esteriorismo religioso) ha fatto loro dimenticare. E poi con Gesù non preoccupiamoci! Come succede nel vangelo di oggi anche un riposo programmato può poi saltare davanti alla compassione di vedere una folla che è “come pecore senza pastore”.
DOMENICA 8 FEBBRAIO : 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, ALLONTANATI DA ME CHE SONO UN PECCATORE
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIROLAMO EMILIANI, Santo
Nato a Venezia, Girolamo (1486-1537) era militare quando fu fatto prigioniero e si convertì. Da allora si dedicò al servizio dei poveri, degli ammalati; degli orfani, servizio che è lo scopo della congregazione da lui fondata (i Somaschi). Curando gli appestati , si ammalò anch'egli di peste e morì. E' patrono dei bambini abbandonati.
Parola
di Dio: Is. 6,1-8; Sal. 137; 1Cor. 15,1-11; Lc. 5,1-11
“SIGNORE
ALLONTANATI DA ME CHE SONO UN PECCATORE”. (Lc. 5,8)
Quando da bambino sentivo parlare di "vocazione", mi immaginavo che fosse Gesù, o la Madonna, o un Angelo ad arrivare e a dire con chiarezza: “Io ti ho scelto per fare questo e questo”. Poi mi sono accorto per esperienza personale che la chiamata non era così. Infatti mi sono ritrovato al Seminario minore per una serie di concause che di certo non seguivano nessuna apparizione. Io stesso avevo mille dubbi che quella fosse la mia strada e solo con gli anni ho poi maturato il pensiero che forse attraverso la strada del sacerdozio avrei potuto rispondere all’amore del Signore. Così pure, avendo poi avuto la fortuna di conoscere e di entrare nelle confidenze di migliaia di persone mi sono accorto che non tutti i matrimoni sono nati da un colpo di fulmine di innamoramento e che non tutte le famiglie felici lo devono soltanto all’attrazione fisica. Credo insomma, senza precludere a Dio qualunque altra strada, che la vocazione, alla fede, al servizio, alle scelte specifiche di vita, va cercata con semplicità nei fatti della nostra stessa vita ma, essenziale di ogni vocazione sia il riconoscere la propria povertà e il bisogno dell’altro sia uomo, sia Dio. In una coppia, perché un rapporto funzioni, occorre riconoscere di essere in due, di aver bisogno l’uno dell’altro. In una vocazione sacerdotale o religiosa occorre riconoscere la propria miseria e il grande amore del Signore, altrimenti diventa un mestiere o una carriera. E tutte queste cose non si devono fare solo una volta nella vita ma devono essere quotidiane.
LUNEDI’ 9 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
PADRE, PER AMORE DI GESU’ NON RESPINGERE IL TUO SERVO
Tra i santi di oggi ricordiamo: RINALDO, Santo
Di nobile famiglia Umbra, visse la giovinezza come eremita e, più tardi, fu nominato vescovo di Nocera: da allora, ogni giorno, un piccolo orfano aveva un posto d'onore alla sua mensa. La sua vita esemplare finì nel 1222.
Parola
di Dio: 1Re 8,1-7.9-13; Sal. 131; Mc. 6,53-56
“ACCORRENDO
DA TUTTA QUELLA REGIONE COMINCIARONO A PORTARGLI SUI LETTUCCI GLI AMMALATI,
DOVUNQUE UDIVANO CHE SI TROVASSE. (Mc. 6, 55)
La
malattia e la speranza della guarigione sono realtà profondamente umane e
misteriose. Spesso su questi argomenti si rischia anche da parte di cristiani di
dire delle stupidaggini e di far dire a Dio delle cose che certamente Lui non
avrebbe detto. Mi è capitato sottomano un pensiero di Davide Maria Turoldo
detto ad una riunione di malati quando lui stava lottando contro il cancro che
poi lo portò alla morte. Forse è un po‘ difficile ma ve lo ripropongo così
come uscito dalla bocca di quel poeta innamorato di Dio.
MARTEDI’ 10 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
ASCOLTA LA PREGHIERA CHE OGGI IL TUO SERVO INNALZA INNANZI A TE
Tra i santi di oggi ricordiamo: GUGLIELMO DI MALAVALLE, Santo, eremita
Forse
era di origine belga; dopo una giovinezza scapestrata si convertì, e dopo un
viaggio penitenziale in Terrasanta si fece eremita verso la metà del XII secolo
a Lupocavio presso Pisa e poi in una grotta presso Siena detta Malavalle. Morì
nel 1175.
Parola
di Dio: 1Re 8,22-23.27-30; Sal. 83; Mc. 7,1-13
“QUESTO
POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA MA IL SUO CUORE E’ LONTANO DA ME”. (Mc.7,6)
Gesù,
usando la frase di Isaia che meditiamo oggi e applicandola alla situazione
religiosa del suo popolo ci invita in maniera molto chiara a superare ogni
ipocrisia religiosa che in sé è una bruttissima forma di ateismo perché quasi
pretende che Dio non conosca la realtà delle cose e delle persone e si
accontenti dell’esteriorità.
MERCOLEDI’ 11 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
APRI,
SIGNORE IL NOSTRO CUORE E COMPRENDEREMO LE PAROLE DEL FIGLIO TUO
Tra i santi di oggi ricordiamo: ELOISA, Santa
Ancor
giovane rimase vedova. Donò allora gran parte dei suoi beni all’abbazia
benedettina di Meulan, si risposò ma rimase nuovamente vedova e decise allora
di consacrarsi totalmente a Dio. Si fece murare in una
cella presso la basilica di Coulombs. Morì in grande considerazione di santità
nel 1060.
Parola
di Dio: 1Re 10,1-10; Sal. 36; Mc. 7,14-23
“CIO’
CHE ESCE DALL’UOMO, CONTAMINA L’UOMO”. (Mc. 7,20)
Continua
anche oggi il discorso di Gesù sull’ipocrisia religiosa e mette in evidenza
una altra forma della sua presenza in mezzo a noi. Siccome ci è difficile
accettare le nostre miserie, vedere il nostro peccato e poi combatterlo con
tutte le nostre forze, noi spesso preferiamo vederne la causa fuori di noi e
attribuirne la colpa a qualcun altro. Non è forse vero che, magari proprio nel
momento in cui ci confessiamo, diciamo che “Siamo uomini, siamo deboli”,
“Facciamo i peccati di tutti” o che “Io sono bravo ma il diavolo mi tenta
e mi fa peccare”.
GIOVEDI’ 12 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
PERDONA,
SIGNORE, LE NOSTRE INFEDELTA’
Tra i santi di oggi ricordiamo: NICOLA DI LONGOBARDI, Beato
Era
nato a Longobardi, in Calabria nel 1649. Figlio di poveri fu umile e semplice ma
ricco di Dio. Attratto dalla spiritualità di San Francesco da Paola entrò nei
“Minimi”. Visse nella preghiera e nel servizio. Sopportò con amore
penitenze e malattia. Morì nel 1679.
Parola
di Dio: 1Re 11,4-13; Sal. 105; Mc. 7,24-30
“SI’,
SIGNORE, MA ANCHE I CAGNOLINI, SOTTO LA TAVOLA, MANGIANO DELLE BRICIOLE DEI
FIGLI”. (Mt. 7,28)
Mi
è capitato sovente di incontrare persone che, quasi a chiedere al sacerdote se
fosse giusto, mi dicevano: “Io non so se prego perché il più delle volte non
di dico le preghiere, ma con Dio ci parlo”. E mi è anche capitato di
incontrare qualcuno che mi ha detto: “Io con il Signore ci litigo”.
VENERDI’ 13 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
FA’
CHE ASCOLTIAMO, SIGNORE, LA TUA VOCE
Tra i santi di oggi ricordiamo: FOSCA, Santa Martire
Di nobile famiglia pagana, Fosca ancora quindicenne si fece battezzare insieme alla sua nutrice Maura. Siamo nel 250 mentre imperversa la persecuzione contro i cristiani. Il padre di Fosca denunciò lui stesso
la
figlia. Fosca e Maura vennero torturate e poi decapitate.
Le reliquie delle due sante unite in vita e
in morte dalla fede si trovano tuttora riunite nella chiesa dell'isola di
Torcello, vicino a Venezia.
Parola
di Dio: 1Re 11,29-32;12.19; Sal. 80; Mc.7,31-.37
“GLI
PORTARONO UN SORDOMUTO PREGANDOLO DI IMPORGLI LA MANO… ED EGLI DISSE:
EFFETA’, CIOE': APRITI!”. (Mc. 7,32-33)
Ricordo
che ad una riunione di preti di parecchi anni fa, quando ancora c’era serenità
nell’incontrarsi, si era letto proprio questo brano di Vangelo e un giovane
pretino cercava di interpretare l’ “Apriti” di Gesù in questo modo: “Ci
sarebbe bisogno oggi che si aprissero tante orecchie che non sanno più
ascoltare la Parola di Dio e che si aprissero tante bocche per dire la realtà
del nostro cristianesimo”. Sorridendo bonario, un anziano parroco gli
rispondeva: “Sono d’accordo per le orecchie: tutti dovremmo imparare ad
ascoltare di più, specialmente noi preti dovremmo imparare ad ascoltare sia Dio
che le necessità della nostra gente, ma in quanto alle bocche…E’ vero che
qualcuna dovrebbe testimoniare maggiormente la fede, ma altre stessero un po’
zitte invece di fare tanti inutili salotti religiosi, invece di partecipare alla
fiera delle vanità religiose, invece di predicare teologie astruse dimenticando
la semplicità del Vangelo.”
SABATO 14 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
HAI MANIFESTATO LA TUA SALVEZZA
Tra i santi di oggi ricordiamo: VALENTINO, Santo Vescovo di Terni, Martire
Poco sappiamo di questo Santo patrono degli innamorati. Una “passio” narra che Valentino, vescovo di Terni fosse stato chiamato a Roma per pregare per un malato e per guarirlo. Lì fu riconosciuto come cristiano e decapitato. Un’altra tradizione dice che, arrestato, ridiede la vista alla figlia cieca del giudice che si
convertì. Ma l’imperatore mise a morte tutti e tre.
Parola
di Dio nella festa dei santi CIRILLO E METODIO:
Is. 52,7-10; Sal. 95; Mc. 16,15-20
“ALLORA
ESSI PARTIRONO E PREDICAVANO DAPPERTUTTO, MENTRE IL SIGNORE OPERAVA INSIEME CON
LORO E CONFERMAVA LA PAROLA CON I PRODIGI CHE L’ACCOMPAGNAVANO.
Oggi,
festa dei santi Cirillo e Metodio che furono missionari del Vangelo presso i
popoli slavi, ancora rifacendoci al pensiero che meditavamo ieri circa le
orecchie e la bocca da aprire vi propongo una preghiera di Michel Quoist in cui
mi sono abbastanza rispecchiato e che penso possa avere diversi suggerimenti per
ciascuno:
DOMENICA 15 FEBBRAIO: 6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C
Una
scheggia di preghiera:
BEATO
CHI PONE LA SPERANZA NEL SIGNORE
Tra i santi di oggi ricordiamo: FAUSTINA, Santa
Nella metà del IV secolo, nei pressi di Piacenza, due sorelle, Faustina e Liberata, si innamorarono di Cristo. Desiderose entrambe di vivere questo amore in modo radicale ed esclusivo, si ritirarono a vita ascetica nei pressi di Como e vi fondarono un monastero. Qui, sempre più innamorate di Cristo, morirono verso il 580.
Parola
di Dio: Ger. 17,5-8; Sal 1; 1Cor. 15,12.16-20; Lc. 6,17.20-26
“BEATI
VOI… GUAI A VOI…” (Lc. 6,20-26)
Se
mi guardo intorno sembra che nel nostro mondo tutti sappiano in che cosa
consiste la felicità: sei felice se hai un bel fisico, se ti tieni in forma (e
sei sano!), se hai un bel lavoro di responsabilità con molti, molti soldi, se
sai parlare, hai fascino, sei un po’ spregiudicato, politicamente corretto, se
hai una bella moglie e magari anche una altrettanto bella amante, sei hai una
macchina bella, casa bella, se…
se… se… Poi magari ci guardiamo allo specchio e scopriamo che non sono un
gran bellezza, il lavoro è solo discreto e ho sempre a che fare con quel
problema di stomaco, eccomi quindi declassato alla categoria degli infelici.
Allora, il raggiungimento della felicità è destinato a pochi, pochissimi
eletti?
LUNEDI’ 16 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
DONACI,
SIGNORE LA TUA SAPIENZA
Tra i santi di oggi ricordiamo: LUCILIA Santa Martire
Una delle più grandi persecuzioni contro i cristiani fu quella di Diocleziano. Anche Lucilia fu una delle
tante giovani che, piuttosto che rinnegare Cristo preferì la morte lasciando insieme agli altri martiri la testimonianza che per Cristo e con Cristo si può soffrire sorridendo, cantando, pregando
Parola
di Dio: Gc. 1,1-11; Sal. 118; Mc. 8,11-13
“VENNERO
I FARISEI E COMINCIARONO A DISCUTERE CON LUI. CHIEDENDOGLI UN SEGNO DAL CIELO,
PER METTERLO ALLA PROVA”. (Mc. 8,11)
Ci
sono persone che pensano che la fede si conquisti in base a discussioni,
ragionamenti o segni straordinari. Mi piace l’atteggiamento di Gesù nei
confronti di questi farisei amanti delle dispute religiose e ricercatori di
segni straordinari del cielo: non li maltratta, non ricorda loro che la Parola
di Dio la si accoglie e non la si discute, non dice a loro che il segno di Dio
lo hanno davanti agli occhi e proprio perché presi da sé stessi non riescono a
vederlo, ma sospira deluso della loro durezza di cuore e li lascia alle loro
chiacchiere religiose andandosene.
MARTEDI’ 17 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
LA
TUA GRAZIA, SIGNORE, CI SOSTIENE
Tra i santi di oggi ricordiamo: FULDRADO O FULRADO, Santo, Monaco
Era nato in Alsazia all’inizio del secolo VIII . Discendente da nobile famiglia, consigliere di Pipino il Breve, fondò chiese e monasteri e si adoperò attivamente per la restaurazione del potere temporale del papa in Italia. Morì nell’abbazia di Saint Denis nel 784 .
Parola
di Dio: Gc. 1,12-18; Sal 93; Mc. 8,14-21
“FATE
ATTENZIONE, GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI FARISEI E DAL LIEVITO DI ERODE”. (Mc.
8,15)
Per
non correre lo stesso rischio dei discepoli che sentendo questa frase di Gesù
pensavano al pane che avevano dimenticato di comperare, chiediamoci anche noi
quale sia il lievito dei farisei e di Erode.
MERCOLEDI’ 18 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
DONACI,
SIGNORE, OCCHI PER VEDERE IL TUO VOLTO
Tra i santi di oggi ricordiamo: COSTANZA DI Vercelli Santa
Visse nella prima metà del secolo VI
ed era sorella di Costanzo, Santo Vescovo di Vercelli. Fu persona umile e
modesta negli atti e, consacrandosi a Lui, dedicò tutta la sua vita al Signore.
Parola
di Dio: Gc. 1,19-27; Sal. 14; Mc. 8,22-26
“GLI
CONDUSSERO UN CIECO PREGANDOLO DI TOCCARLO”. (Mc. 8,22)
Questo
brano di vangelo mi fa entrare ammirato e in punta di piedi nel mistero
dell’umanità di Gesù. Egli è il Figlio di Dio Onnipotente, con una sua
parola può calmare il mare, la sua stessa presenza fa fuggire i demoni, con una
parola richiama Lazzaro dalla tomba, ma Gesù, il Figlio di Dio, nato povero per
stare con i poveri e per salvare i poveri, non usa mai arbitrariamente dei suoi
poteri e solo in casi estremi e come testimonianza per noi manifesta la sua
superiorità sull’ordine delle cose. La maggioranza dei suoi miracoli sono
invece un linguaggio semplice perché noi poveri uomini capiamo Lui e il suo
amore. Qui Gesù è davanti ad un cieco (e nella vita quanti di noi sono non
vedenti del bello, del vero, di Dio…), lo portano da Gesù perché da solo non
può arrivarci (quanto grande amore è il compito di coloro che portano altri da
Gesù), gli chiedono, secondo tutta una serie di credenze di toccarlo (basta il
contatto tra il divino e l’umano perché l’umano sia risanato e
santificato). Gesù non solo gli toccherà gli occhi ma lo prende per mano (Gesù
è la mano di Dio per la nostra umanità). Poi lo porta fuori del villaggio (la
vera guarigione portata da Gesù è soprattutto interiore, non ha bisogno di
chiasso, di chiacchiere, deve avvenire in un tu per tu di cuori) e compie dei
gesti che sembrano quelli di un guaritore (Gesù può tutto ma per farsi capire
e amare usa il linguaggio dei segni che noi uomini possiamo comprendere). Gesù
accetta che la guarigione del cieco avvenga “a puntate” (Gesù non forza mai
la nostra umanità accetta con pazienza i nostri “tempi lunghi”). Una volta
guarito il cieco è invitato a non entrare neanche nel villaggio (per Gesù la
testimonianza è una cosa che deve nascere dal cuore e non attraverso un battage
pubblicitario e poi Gesù rispetta l’uomo nella sua totalità: chi è arrivato
a vederci deve prima maturare il senso di quello che ha ricevuto, poi lo
manifesterà ad altri).
GIOVEDI’ 19 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
CELEBRATE
CON ME IL SIGNORE, ESALTIAMO INSIEME IL SUO NOME
Tra i santi di oggi ricordiamo: MANSUETO, Santo Vescovo
Mansueto
fu vescovo di Milano verso il 670 e contrariamente a quanto il suo nome
indicava, si trovò a lottare contro gli eretici: scrisse, predicò, condannò.
Ad una cosa sola si arrese con mansuetudine: alla morte.
Parola
di Dio: Gc. 2,1-9; Sal. 33; Mc. 8,27-33
“E
VOI CHI DITE CHE IO SIA?”. (Mc. 8,29)
Tutto
dipende dalla risposta che diamo a questa domanda.
VENERDI’ 20 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
LA
TUA LEGGE, SIGNORE, E’ FONTE DI GIOIA
Tra i santi di oggi ricordiamo: CHERUBINO DI AVIGLIANA, Beato
Era
nato nel 1451 ad Avigliana (TO) dalla nobile famiglia Testa. Sentì fin da ragazzo il
desiderio di darsi totalmente a Dio e vestì l’abito degli Eremitani che
avevano un convento proprio ad Avigliana. Era un mistico,
contemplativo. Passava ore e ore a piangere davanti al crocifisso. Ebbe una vita
breve (morì a
29 anni) ma il suo stile era quello della preghiera, della mortificazione e
della obbedienza. Muore il
17 settembre 1479. Vengono citati alcuni fatti miracolosi ad esempio il giorno
della sua morte tutte le
campane di Avigliana e dei dintorni si misero a suonare da sole e a festa quasi
a sottolineare il suo transito
ai cieli. Riesumando il suo corpo trovarono che sul suo cuore era fiorito un
giglio segno della sua
purezza
Parola
di Dio: Gc. 2,14-24.26; Sal. 11; Mc. 8,34-9,1
“CHE
GIOVA ALL’UOMO GUADAGNARE IL MONDO INTERO SE POI PERDE LA PROPRIA ANIMA?”.
Ma,
abbiamo ancora un’anima?
SABATO 21 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
IL
TUO VOLTO, SIGNORE, IO CERCO
Tra i santi di oggi ricordiamo: PIER DAMIANI, Vescovo e Dottore
Nato
a Ravenna nel 1007, a 28 anni entrò nel monastero di Fonte Avellana,
rinunciando a tutto tranne che all'arte dello scrivere. Si servì di questo per
promuovere la riforma del clero, dei monasteri e del laicato. Nominato suo
malgrado vescovo, cardinale e conte di Ostia, riuscì abbastanza rapidamente a
farsi sollevare da questi incarichi onorevoli.
Ridivenne semplice monaco e come tale morì nel 1072.
Parola
di Dio: Gc.3,1-10; Sal.11; Mc. 9,2-13
“E
GESU’ SI TRASFIGURO’ DAVANTI A LORO”. (Mc. 9,2)
La
Trasfigurazione: momento in cui Gesù svela il suo mistero, momento in cui Gesù
vuole accanto a sé i suoi amici per mostrare loro il suo vero volto; ed è
luce, bagliore, gioia pura e accecante al punto che gli apostoli stessi faticano
a descriverla... La Trasfigurazione è la méta a cui siamo chiamati. Guai se
non fosse così! Troppi pensano al cristianesimo come alla religione della
penitenza e della mortificazione! Troppi si avvicinano a Dio nella sofferenza e
fermano il loro sguardo alla croce. No: non c’è salvezza nella croce se non
dopo la Resurrezione. E il cristianesimo è anzitutto la religione del Tabor che
ci permette di salire sul Golgota. La sofferenza nella vita c’è, e lo
sappiamo. Vorremmo ignorarla o toglierla. Dio fa di più: la trasfigura, la
feconda, la vivifica. Il Vangelo di oggi ci dice che credere può essere
splendido. Varrebbe la pena ricuperare dentro di noi questo senso dello stupore
e della bellezza, questo ascolto dell’interiorità che ci porta in alto, sul
monte, a fissare lo sguardo su Cristo. Certo: la vita non è sempre Tabor e alle
volte si fatica, e tanto. Ma, ricordate che la nostra patria è altrove?
DOMENICA 22 FEBBRAIO: 7^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C
Una
scheggia di preghiera:
DONACI
DI ATTUARE NELLE PAROLE E NELLE OPERE CIO’ CHE E’ CONFORME ALLA TUA
VOLONTA’
Tra i santi di oggi ricordiamo: MARGHERITA DA CORTONA, Santa
Nacque a Laviano, sul lago Trasimeno nel 1247. Orfana di madre ebbe una matrigna che era gelosa di lei. Per le angherie subite a 18 anni seguì un amante, ma quando questi fu ucciso si ritirò col suo bambino presso
i Francescani di Cortona. Divenne
terziaria. Fondò un ospedale, dette assistenza alle gestanti. Era anche una
mistica. Morì nel 1297.
Parola
di Dio: 1Sam 26,2.7-9.12-13.22-23; Sal. 102; 1Cor 15,45-49; Lc. 6,27-38
“AMATE
I VOSTRI NEMICI…BENEDITE COLORO CHE VI MALEDICONO… DA’ A CHIUNQUE TI CHIEDE". (Lc. 6,27-38)
Una
pagine difficile di Vangelo quella che ci viene proposta oggi, ma una pagina che
dovrebbe scuoterci dal nostro torpore abitudinario di cristiani della domenica.
Una riflessione di don Curtaz ci aiuta
LUNEDI’ 23 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
CREDO:
AIUTAMI NELLA MIA INCREDULITA’
Tra i santi di oggi ricordiamo: POLICARPO DI SMIRNE, Santo, Vescovo Martire
Nato verso il 69 fu discepolo di Giovanni Evangelista, vescovo di Smirne fu martirizzato sotto il proconsolato di Stazio Quadrato. Di lui si conserva una Lettera ai Filippesi relativa al viaggio di Ignazio di Antiochia.
Parola
di Dio: Gc. 3,13-18; Sal. 18; Mc. 9,14-29
“CREDO,
AIUTAMI NELLA MIA INCREDULITA’”. (Mc. 9,24)
Tutto
il brano del Vangelo che racconta la guarigione del ragazzo posseduto dallo
spirito muto si gioca intorno al termine “fede”. C’è una prima fede
speranzosa, forse un po’ superstiziosa di questo padre che ha portato il
figlio dagli Apostoli, ma c’anche l’insuccesso che non solo mina la fede di
questo padre ma manda in crisi anche gli amici di Gesù che non sono stati in
grado di guarire il ragazzo. C’è Gesù che sbotta davanti all’incredulità
della sua generazione e davanti a questa sete quasi esclusiva di miracolismi
facili. C’è ancora questo padre che usa il condizionale nei confronti di Gesù:
“Se puoi qualcosa…” e c’è Gesù che risponde che “Tutto è possibile
a chi ha fede”, c’è ancora questo padre che dice di aver fede ma di essere
consapevole delle proprie debolezze e incredulità. Anche davanti al miracolo
c’è ancora la paura di molti che la morte abbia avuto il sopravvento sulla
vita, c’è l’affermazione che solo la preghiera può operare sulla fede e
quindi sanare definitivamente. In
tutte queste contraddizioni mi ritrovo pienamente: Io credo in Gesù, ho anche
cercato di giocare almeno in parte la mia vita per Lui, credo al valore della
preghiera e cerco in tutti i modi di farla diventare sospiro del cuore, credo
che nulla è impossibile a Dio ma poi mi ritrovo pieno di dubbi e di
interrogativi, dico di amare Dio con tutto il cuore e poi gran parte del mio
tempo e dei miei affetti si riversano sulle cose, dico di attendere ansiosamente
la venuta di Gesù e poi prego perché il Signore procrastini a lungo il momento
della mia morte…”Signore, ma è ancora fede questa?”
MARTEDI’ 24 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
GETTO
IN TE IL MIO AFFANNO, NON PERMETTERE CHE IO VACILLI
Tra i santi di oggi ricordiamo: TOMMASO MARIA FUSCO, Beato
Nacque a Pagani (Salerno) il 1° dicembre 1831. Entrato in seminario divenne sacerdote nel 1855. Nel 1887 entrò nella Congregazione dei Missionari Nocerini. Ebbe una particolare attenzione verso i bambini e gli orfani e fondò la Congregazione delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue per l’aiuto alle orfane.
Fu un gran predicatore impegnato in
molti luoghi diversi, confessore attento, uomo di carità. Fu perseguitato dai
propri confratelli ma si sostenne sempre con la fede illimitata nel Signore. Morì
il 24 febbraio 1891.
Parola
di Dio: Gc. 4,1-10; Sal.54; Mc. 9,30-37
“DI
CHE COSA STAVATE DISCUTENDO LUNGO LA VIA?”. (Lc. 9,33)
Una
sera di alcuni anni fa ritornavo a casa, passata ormai la mezzanotte, da una
riunione zonale di sacerdoti. Ero anche un po’ appesantito non solo dalla
stanchezza ma anche dal fatto non riuscendo spesso a trovarci d’accordo si
pensava ugualmente di terminare queste riunioni “in fraternità”, cioè
bevendo due bicchieri di vino e mangiando due paste. Prima di coricarmi, com’
è mia abitudine, diedi un occhiata al vangelo del giorno successivo, e mi capitò
proprio questo brano. Mi sembrava di sentire Gesù che mi poneva la stessa
domanda: “Di che cosa avete parlato questa sera?”.
MERCOLEDI’ 25 FEBBRAIO: MERCOLEDI’ DELLE CENERI
Una
scheggia di preghiera:
PERDONACI,
SIGNORE, ABBIAMO PECCATO
Tra
i santi di oggi ricordiamo: CESARIO, Santo
Nato
in una famiglia di santi (ricordiamo particolarmente
il fratello: San Gregorio di
Nazianzo) studiò geometria, astronomia e medicina
e fu medico di corte a Costantinopoli. Ma ben presto, sempre più
attratto da Cristo, donò tutto ai poveri e si ritirò a vita penitente. Morì
ancora giovane nel 369.
Parola
di Dio: Gl. 2,12-18; Sal 50; 2Cor. 5,20-6,2; Mt. 6,1-6.16-18
“GUARDATEVI
DAL PRATICARE LE VOSTRE BUONE OPERE DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE DA LORO
AMMIRATI”. (Mt.6,1)
So
che la maggioranza dei lettori di “Schegge” ha un certo numero di anni
quindi mi permetto di andare indietro anche nei miei ricordi sicuro che
qualcuno, almeno in parte, si ritroverà in essi. Quando ero ragazzo l’inizio
della Quaresima era un qualcosa di importante per noi. Innanzitutto c’era un
velo di malinconia: finiva il carnevale, (e allora finiva davvero mentre oggi
dura tutto l’anno), ma poi iniziava anche un tempo molto serio e il giorno del
mercoledì delle ceneri con il suo digiuno era uno dei giorni dell’anno in cui
avevi più fame del solito, poi quel “Ricordati che sei polvere e in polvere
ritornerai” dava un po’ fastidio, ma comunque era un’occasione per
cominciare a fare tutto un cammino di fioretti, di preghiere, di catechismo che,
se era un po’ duro però, aveva come meta la gioia della festa di Pasqua. Oggi
superati in gran parte i digiuni, andati in disuso i fioretti ci possono essere
due atteggiamenti con cui iniziare la quaresima: quello del disinteresse e
quello delle velleità un po’ ipocrite di fare di questo tempo l’unico
adatto alla conversione.
GIOVEDI’ 26 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
LODE
A TE, O CRISTO, RE DI ETERNA GLORIA
Tra
i santi di oggi ricordiamo: NESTORE, Santo
Era
il Vescovo amato di Magido in Panfilia. Durante la persecuzione di Decio nel 250
gli fu chiesto di abiurare alla fede. Ma egli non cedette e con gioia e
riconoscenza accettò
di morire come Gesù, sulla
croce.
Parola
di Dio: Dt. 30,15-20; Sal. 1; Lc. 9,22-25
“CHI
VORRA’ SALVARE LA PROPRIA VITA LA PERDERA’, MA CHI PERDERA’ LA PROPRIA
VITA PER ME LA SALVERA’ (Lc. 9,24)
La
ricchezza, la bellezza, l’intelligenza, la laurea, la casa… e tutto ciò che
posso accumulare nel corso della mia esistenza, giungerà presto al suo termine.
Ciò che rimane della vita di una persona è solo l’amore e non un
amore umano, per grande che sia, ma l’Amore che ha scoperto e sviluppato nel
dialogo cosciente con Cristo.
VENERDI’ 27 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
TU
GRADISCI, O SIGNORE, UN CUORE PENITENTE
Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI DI GORZE, Beato, Monaco
Era nato a Vandières sulla Mosella all’inizio del X secolo. Si fece pellegrino per fede e venne anche a Montecassino. Tornato in patria si fece monaco e fu cellerario (933) del monastero di Gorze, riuscì a ristabilire la prosperità materiale dell'abbazia. Inviato come missionario (953) presso il califfo di Cordova, Abd al-Rahman III, vi rimase tre anni. Ritornato in patria, riprese la sua vita severa di penitenza e di studio e nel 967 divenne abate di Gorze dove morì nel 976 .
Parola
di Dio: Is. 58,1-9; Sal.50; Mt. 9,14-15
“POSSONO
FORSE GLI INVITATI A NOZZE ESSERE IN LUTTO MENTRE LO SPOSO E’ CON LORO?”.
Ancora
una volta la parola di Dio torna su un tema caro alla Quaresima: il digiuno, e
anche questa volta le indicazioni sembrano contraddittorie, infatti che rapporto
c’è tra la austerità cui la Quaresima ci invita e la letizia degli “invitati
alle nozze?. Infatti Gesù chiama così i suoi discepoli ma nello stesso tempo
parla anche di porta stretta, di croce da portare, di vita da perdere. Noi
tendiamo a credere che la gioia di vivere e il digiuno e l’austerità che il
Signore ci chiede siano contrapposte, ma Lui descrivendo la sua missione ha
detto: “Sono venuto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia
piena”. Forse allora la vera contrapposizione non è gioia - austerità, ma
gioia - felicità.
SABATO 28 FEBBRAIO
Una
scheggia di preghiera:
TU SEI BUONO, SIGNORE E PERDONI, SEI PIENO DI MISERICORDIA CON CHI TI
INVOCA
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
Romano,
nato nel 400, sentì il bisogno di rinnovare nelle foreste del Giura la
fioritura del monachesimo successa nella Tebaide. Fondò parecchi conventi ed
eremi, fu anche esorcista e parecchi miracoli accompagnarono la sua vita. Morì
nel 465.
Parola
di Dio: Is. 58,9-14; Sal. 85; Lc. 5,27-32
“NON SONO I SANI CHE HANNO BISOGNO DEL MEDICO, MA I MALATI; IO NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI, MA I PECCATORI A CONVERTIRSI.
(Lc. 5,31-32)
Ancora una volta leggendo questo racconto della conversione di Levi mi meraviglio e lodo il Signore per il suo amore per noi. Lui ci vuole davvero bene e viene a cercarci. Non si accontenta di offrirci una formula per salvarci, non ci dà solo delle norme da osservare per essere moralmente certi di esserci guadagnati il paradiso, no, lui per liberarci dal peccato si fa peccato per noi. Levi è un pubblico peccatore? Gesù non punta il dito per condannarlo, ma gli chiede di seguirlo e poi va a casa sua scandalizzando tutti i perbenisti e gli osservanti. Gesù non compra l’uomo, lo conquista facendosi tutto a lui. Quanto avremmo da imparare noi da questo atteggiamento di Gesù! Noi Chiesa che per paura di perdere i nostri diritti, di confrontare le nostre idee spesso abbiamo innalzato muri invece che costruire ponti, noi cristiani che spesso abbiamo paura di comprometterci frequentando compagnie culturali non proprio “dei nostri” o persone che non sono totalmente ortodosse. Gesù non è un medico che scrive ricette, è un medico che visita, che si interessa , che si fa tutto a tutti, è uno che non dice: “Bisogna fare così”, e poi se ne va, ma è uno che fa e poi dice: “Seguimi”. Davanti ad un amore così grande non perdo la speranza di potermi convertire neppure io.
DOMENICA 29 FEBBRAIO: 1^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO C
Una
scheggia di preghiera:
CONCEDICI
DI CRESCERE NELLA CONOSCENZA DI CRISTO
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
Era
nato verso il 360 alle foci del Danubio. Uomo di squisita cultura cercò in un
primo tempo la vita monastica a Betlemme e nella solitudine della Tebaide.
Venuto a Roma per difendere Giovanni Crisostomo,
fu
ordinato prete e poi si spostò per una missione nelle Gallie dove promosse il
monachesimo. Morì nel 435.
Parola
di Dio: Dt. 26,4-10; Sal. 90; Rm. 10,8-13; Lc. 4,1-13
“GESU’
FU CONDOTTO DALLO SPIRITO NEL DESERTO DOVE PER QUARANTA GIORNI FU TENTATO DAL
DIAVOLO” . (Lc. 4,1-2)
Sembra
quasi che la Chiesa e Gesù, oggi prima domenica di Quaresima, vogliano portarci
nel deserto per dirci: “Giù le maschere, guardate in voi stessi, cercate di
scoprire davvero chi siete, per che cosa correte, che cosa valete”. Nel
deserto non c’è bisogno di essere diversi da ciò che si è: l’apparenza
non serve, sono messo alle strette, senza cedere alle lusinghe del mondo che mi
propone modelli di vita impossibili. No, nel deserto dobbiamo scaricarci di
tutto il superfluo, nel deserto dobbiamo imparare a sopportare l’inaudito
frastuono del silenzio. Nel deserto leviamo le maschere e scopriamo che siamo
viandanti, pellegrini, la nostra patria è altrove. Occorre pazienza, quindi,
nel raggiungere la meta (a proposito: lo sappiamo dove stiamo andando?). Il
deserto rivela la nostra natura profonda di viandanti; e il viaggio ricorda
parole quali precarietà, essenzialità, disponibilità alla scoperta e allo
stupore, fiducia.