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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di don Franco LOCCI

 

DICEMBRE 2003

 

LUNEDI’ 1 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI, SIGNORE, A LIBERARCI: FA’ SPLENDERE IL TUO VOLTO E NOI SAREMO SALVI.

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ELIGIO, Santo, Vescovo

Intorno alla figura di questo santo, nato verso il 588 a Limonges, circolano molte leggende. Essendo orefice e fabbro il re Clotorio II gli commissionò un trono d’oro e allo scopo gli affidò una certa quantità di materiale prezioso. Figuriamoci dunque il suo stupore quando di troni se ne vide consegnare due! "C’era oro a sufficienza", si giustificò Eligio. Per la sua onestà fu dunque promosso a direttore della zecca di Marsiglia, ma, morto il re prese i voti e divenne ben presto vescovo di Nayon - Tournai. Riscattò molti prigionieri e fondò monasteri sia maschili che femminili. La morte lo colse in cammino verso l’Olanda, dove si stava recando per portarvi il Vangelo, nel 660.

Parola di Dio: Is. 2,1-5 (opp. 4,2-6); Sal. 121; Mt. 8,5-11

 

"SIGNORE, IO NON SONO DEGNO CHE TU ENTRI SOTTO IL MIO TETTO". (Mt. 8,8)

Penso che proprio queste parole del centurione possano inquadrare il cammino del nostro Avvento che comprende la nostra preparazione al Natale ma soprattutto il nostro camminare verso Colui che viene a realizzare le nostre speranze di salvezza definitiva. Noi dovremmo essere come quel centurione, dovremmo esserci recati anche noi da Gesù. Abbiamo tante cose che ci sono necessarie, abbiamo le nostre povertà e i nostri peccati dai quali vorremmo essere guariti, portiamo a lui le miserie di questo nostro mondo che vorremmo migliore e che vediamo malato soprattutto di egoismo. Chiediamo a Gesù che venga e che venga presto, ma, come il centurione siamo consapevoli non solo di non aver nessun diritto su Gesù, ma anche di essere colpevoli di non aver approfittato delle tante sue venute nella nostra vita. Non sono degno perché sono peccatore, perché non è bene mettere la purezza di Gesù con il lerciume della mia vita, perché troppe volte quando Lui si è chinato su di me, mi ha sollevato, guarito, perdonato non sono stato neanche riconoscente, perché nonostante le tantissime Comunioni con Gesù, la mia vita è cambiata così poco, perché nonostante i Natali, le Pasque, nonostante la tanta parola di Dio che mi è stata rivolta, sono ancora e sempre allo stesso punto…Gesù ci risponde con le stesse parole che ha detto a quel centurione: "Io verrò e ti curerò". Gesù non si spaventa della nostra povertà, non ha paura di sporcarsi ad entrare in casa nostra, anzi lo fa con molto rispetto guardando di più alla persona che alle cose, è suo desiderio stare con noi ogni momento della nostra vita, desidera guarirci, perdonarci… E, allora, Signore, consapevole della mia miseria, con addosso il timore di deluderti ancora una volta ma con nel cuore il desiderio di te, ti dico: Vieni presto e cambiami anche là dove da solo non sono capace di cambiare.

 

 

MARTEDI’ 2 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

TI RENDO LODE, PADRE DEL CIELO E DELLA TERRA, CHE HAI NASCOSTO QUESTE COSE AI DOTTI E AI SAPIENTI E LE HAI RIVELATE AI PICCOLI.

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: CROMAZIO DI AQUILEIA Santo, Vescovo

Nacque ad Aquileia tra il 335 e il 340. Diventato sacerdote in questa città fu un valido difensore del Vescovo Valeriano, nelle dispute per la vera ortodossia. Nel 388 fu ordinato vescovo di Aquileia da Sant’Ambrogio. Fu amico di San Girolamo e nel suo ministero prestò particolare attenzione sia alla pastorale che alla difesa dell’ortodossia della fede. Morì tra il 407-408

Parola di Dio: Is. 11,1-9; Sal. 71; Lc. 10,21-24

 

"BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO CIO’ CHE VOI VEDETE". (Lc. 10, 23)

Per poter accogliere Gesù occorre la fede e, se questa è un dono che noi invochiamo, essa parte anche dai nostri occhi. Spesso il nostro mondo, e forse anche noi, ci lamentiamo perché ai nostri occhi balza evidente la presenza del male nelle sue molteplici manifestazioni, Ma se sappiamo guardare con attenzione siamo davvero beati perché, ad esempio mai come oggi, siamo consapevoli delle grandi meraviglie del creato, possiamo guardare in alto e scrutare gli astri del cielo, in basso e vedere le meraviglie del mondo minerale, vegetale, animale, se solo siamo un po’ attenti possiamo scoprire orme di Dio da tutte le parti. Ma siamo ancora più beati come cristiani perché davvero, se lo vogliamo, i nostri occhi possono cogliere l’amore di Dio per noi nel dono del suo Figlio Gesù. Non che con questo i credenti in altri religioni abbiano meno fede, ma noi siamo davvero ‘fortunati’ a conoscere Gesù. Lui è la parola definitiva su Dio e della nostra storia, in Lui si ricapitolano tutte le cose del nostro universo perché "tutto è stato creato per Lui e in Lui", Lui ci ha salvato e ci salva senza alcun merito nostro, in Lui noi siamo pienamente figli di Dio e fratelli suoi, in Lui vediamo l’amore incarnato di Dio per noi. Se riuscite a ritagliare qualche minuto di tempo andate a rileggere con calma la prima lettura di oggi dal profeta Isaia. Scopriremo come questo profeta, molti anni prima della venuta di Gesù, ne tratteggia alcune caratteristiche ad esempio: Egli è la sapienza, l’intelligenza delle cose, il conforto e il consiglio per noi, la fortezza nelle prove, Colui che ci insegna non la paura ma il rispetto di Dio, Colui che non giudica per norme e leggi artefatte, ma sa leggere nel profondo del cuore e delle cose, Colui che si schiera totalmente contro il male e lo combatte, Colui che è fedele e che porterà a compimento il suo Regno di pace in mezzo a noi.

 

 

MERCOLEDI’ 3 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SEI TU, SIGNORE IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GALGANO DI CHIUSDINO, Santo, Eremita,

Intorno alla figura di questo eremita sono sorte tante leggende compresa quella che fosse un cavaliere che per scegliere Cristo decise di lasciare le armi e conficcò la sua spada in una roccia. Sappiamo per certo che, giovanissimo, sentì la vocazione alla vita eremitica. Il suo pregare fu caratterizzato da parecchi segni mistici, miracolosi e taumaturgici. Morì, con ogni probabilità il 3 Dicembre 1183.

Parola di Dio: Is. 25,6-10; Sal. 22; Mt. 15,29-37

 

"GESU’ PRESE I SETTE PANI E PESCI, RESE GRAZIE, LI SPEZZO’, LI DIEDE AI DISCEPOLI E I DISCEPOLI LI DISTRIBUIVANO ALLA FOLLA". (Mt. 15,36)

Anche oggi facciamoci prendere per mano dalla prima lettura del profeta Isaia che ci dice che Dio sta preparando un banchetto di festa per noi dove sarà Egli stesso non solo a darci da mangiare, ma anche ad asciugare ogni lacrima, a sollevarci da ogni paura. Gesù è venuto a fare proprio questo. Egli guarisce la nostra umanità muta davanti al dolore dandoci il senso della nostra vita, Egli ci raddrizza dalle nostre storture, Egli, nonostante i nostri cronici ritardi, ci fa camminare speditamente e apre i nostri occhi e il nostro cuore alla fede, perché è un Dio che sente compassione delle nostre povertà e che, da un piccolo dono, prepara per noi un banchetto eterno di festa. Ma la moltiplicazione dei pani nel nostro cammino di Avvento vuol dire anche un’altra cosa. Noi chiediamo a Gesù di venire fra noi, ma Lui è già qui in molti modi, in particolare con il dono dell’Eucarestia. Pensate: noi possiamo essere in Comunione con Gesù anche sensibilmente come è stata Maria nei giorni dell’attesa della nascita del suo Figlio; noi non abbiamo bisogno di andare a cercare il nostro Dio lontano perché Egli davvero ha messo la sua tenda in mezzo a noi; quando le nostre fami di amore, di bello, di giustizia ci colpiscono non dobbiamo aspettare risposte lontane, abbiamo Colui che si è fatto Pane; quando siamo deboli e peccatori possiamo entrare in piena Comunione con il suo mistero di perdono, di morte e di risurrezione; quando sentiamo il nostro cuore traboccare di gioia per i doni ricevuti e abbiamo voglia di dire il nostro grazie, Lui nella Messa lo dice con noi. Non siamo meno fortunati di quei pastori che, indirizzati dagli angeli, a Natale vedono Gesù nella grotta di Betlemme, noi possiamo incontrare Gesù "in carne ed ossa" tutti i giorni, se vogliamo.

Approfittiamo di questo dono meraviglioso dell’Eucarestia, non priviamocene per delle banalità e neanche per la paura di esserne indegni (e chi ne è degno?) e, anche se non sempre possiamo partecipare alla Messa, entriamo almeno qualche volta in una chiesa, fermiamoci davanti a Lui, facciamo "il pieno di Lui", e se altre volte non riusciamo neppure a questo, riscopriamo la "comunione spirituale", lanciamogli un pensiero di adorazione e di gratitudine mentre passiamo davanti a una chiesa, sentiamo vivo questo desiderio di essere una cosa sola con Lui. Questo è anche il suo desiderio, ed è per questo che ha preparato per noi il banchetto dell’Eucarestia offrendosi Lui come nostro pane.

 

 

GIOVEDI’ 4 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE.

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI DAMASCENO, Santo, Dottore della Chiesa.

Nato a Damasco nella seconda metà del secolo IV, ebbe una buona educazione filosofica, ma seguendo una chiamata particolare si fece monaco nel monastero di San Saba a Gerusalemme e scrisse parecchie opere di Teologia in particolare contro gli iconoclasti: Morì ultracentenario.

Parola di Dio: Is. 26,1-6; Sal.117; Mt. 7,21. 24-27

 

"NON CHIUNQUE MI DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERA’ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTA’ DEL PADRE MIO CHE E’ NEI CIELI". (Mt. 7, 21)

E’ sempre facile arrivare a delle conclusioni indebite partendo da affermazioni più che vere. Ad esempio, leggendo queste parole di Gesù si potrebbe essere portati a dire: "Non servono la preghiera, i tempi dedicati alla meditazione, l’importante è agire nella volontà di Dio, fare il bene". Di qui il passo è facile: "Non prego quasi mai, non vado a Messa, ma sono buono, quindi sono a posto con Dio". Gesù non voleva dire questo e abbiamo il conforto di tutto il Vangelo sul suo atteggiamento nei confronti della preghiera se vediamo che Gesù spesso pregava pubblicamente e personalmente, se dice a Maria di Betania che ha scelto la parte migliore nello stare ad ascoltare il suo maestro e se gentilmente richiama Marta per la sua "fretta e impazienza" nel fare il bene. E’ verissimo che se la preghiera è fatta solo di parole e di formule non serve a niente, è vero che non dobbiamo avere la pretesa di ‘comprare Dio’ a suon di parole dette da noi o peggio ancora fatte dire da altri, è vero che se dai miei momenti di preghiera non esco cambiato almeno un po’, la preghiera non ha avuto effetto, è verissimo che la mia fede non si misura dai minuti o dalle ore che passo in preghiera, ma è anche altrettanto vero che se voglio costruire la casa sulla roccia e non sulla sabbia, ho bisogno di riflettere, di consigliarmi, di saper scegliere cose e materiali adatti. Ecco allora che la preghiera diventa la base dell’agire. Io ho bisogno di essere presente a me stesso e di aver presente Dio e il suo messaggio per poter scegliere ed agire perché se no anche il mio agire sarebbe solo magari filantropia e non scelta cristiana, onestà naturale e non scelta evangelica. Ho bisogno della riflessione e dell’aiuto di Dio perché se no è molto più facile costruire sulla sabbia dei luoghi comuni, delle facili ‘religioni risolvi problemi’, degli interessi personali magari mascherati da carità.

Gesù vuole il nostro bene, vuole farsi incontrare da noi, ma tutto questo non è così immediato e facile. Specialmente in questo Avvento e poi in questo Natale, non accontentiamoci dei luoghi comuni del nostro mondo e neppure di quelli abitudinari della nostra religiosità, abbiamo il coraggio di prendere un po’ del nostro tempo per metterci davanti a Dio, magari in silenzio, o con l’aiuto della sua parola per delinearci di nuovo con verità sia il volto di Cristo, sia il nostro progetto di vita con Lui.

 

 

VENERDI' 5 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E’ MIA LUCE E MIA SALVEZZA, DI CHI AVRO’ PAURA?

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: SABA, Santo, Monaco

Era figlio di un ufficiale di Alessandria, ebbe una infanzia molto difficile. A 18 anni entrò in monastero in Terrasanta, ma ottenne di andare a vivere in una grotta. Presto molti furono attirati dalla sua personalità austera ma buona e si ritrovò a governare circa 150 monaci. Morì il 5 dicembre del 532.

Parola di Dio: Is. 29,17-24; Sal. 26; Mt. 9,27-31

 

"E SI APRIRONO LORO GLI OCCHI". (Mt. 9,30)

"Apri gli occhi!" Quante volte forse abbiamo detto questa frase o ce la siamo sentita dire per indicare che dovevamo prestare una particolare attenzione, che dovevamo uscire dai luoghi comuni di intendere, che dovevamo essere più presenti a quanto succedeva. Gesù apre gli occhi a due ciechi, ridà loro la vista e con questo realizza le antiche profezie che vedevano nel Messia uno che "ridona la vista ai ciechi", ma Gesù con questo gesto vuol fare ben di più, vuole gridare anche a noi di aprire i nostri occhi, di imparare di nuovo a vedere le cose nella loro realtà vera e non solo attraverso il filtro del mondo o dell’egoismo umano, vuole soprattutto che i nostri occhi imparino a riconoscere Lui perché attraverso Lui possiamo vedere il mondo, la vita, la gioia e la sofferenza con gli occhi di Dio. Gesù dunque è disposto a fare questo miracolo ma occorre una cosa. I due ciechi del vangelo avevano seguito Gesù urlando e implorando il miracolo e quando finalmente Gesù si rivolge a loro c’è ancora una domanda a cui rispondere: "Credete voi che io possa fare questo?" cioè Gesù chiede a noi:" Credi che io possa darti un nuovo modo di vedere diverso dal mondo, ad esempio che si possa vivere senza essere attaccati al denaro, al potere, al successo? Credi, ti fidi di me quando ti dico che Dio ti ama mentre le cose della tua vita sembrano dirti il contrario e tutto sembra parlarti della sua latitanza… ci credi, lo desideri veramente?"

Mi ha sempre colpito la frase che Gesù dice a questi ciechi dopo la loro risposta affermativa: "Sia fatto a voi secondo la vostra fede", perché mi sono sempre detto: "Forse il mio cuore non è ancora cambiato, forse i miei occhi stentano a vedere ma non perché Dio non voglia cambiarmi o guarirmi, ma solo perché mi è dato secondo la mia fede e questa è talmente piccola che mi ha impedito di ottenere la pienezza del dono"

 

 

SABATO 6 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

FA RISPLENDERE SU DI NOI IL TUO VOLTO, O SIGNORE, E SAREMO SALVI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: PIETRO PASCASIO Santo, Vescovo

Nacque a Valenza, nella Spagna, nel 1227. Iniziati gli studi ecclesiastici, li continuò a Parigi dove fu ordinato sacerdote. Ritornato in patria entrò nell'Ordine della Mercede e si dedicò alla redenzione degli schiavi. Eletto vescovo di Jaen si dimostrò vero pastore del suo gregge; mentre compiva una visita pastorale alla diocesi fu catturato dai mori e condotto in schiavitù. Morì decapitato in Granada il 6 dicembre 1300. Fu tra i primi a sostenere con forza la Immacolata Concezione di Maria.

Parola di Dio: Is. 30,19-21.23-26; Sal. 146; Mt. 9,35-10,1.6-8

 

"GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE". (Mt. 9,8)

Ieri Gesù ci diceva che se noi crediamo in Lui, Egli può darci un modo nuovo di vedere la realtà con gli occhi di Dio. Oggi, sempre che noi vogliamo lasciarlo operare in noi, ci suggerisce una parola molto piccola ma che davvero può cambiare un mucchio di cose nel nostro modo di intendere e di vivere. La parola è "gratis". Questa parola deriva a sua volta da un'altra parola latina: "gratia" detta in Italiano :"grazia" ed è a sua volta radice di altre parole come gratificare, essere grati, gratuità. Se io parto dal fatto che : "La vita è mia e me la gestisco io", se pensiamo alla natura come un qualcosa che può darci ricchezza, se crediamo che le nostre doti servano per imporci sugli altri, nella vita cercheremo solo di far soldi, sfrutteremo all’osso persone e natura per ottenere per noi il massimo e il nostro atteggiamento sarà sempre più aggressivo e concorrenziale nei confronti degli altri, e anche Dio, Gesù e il Vangelo o non esisteranno perché non rendono o saranno un sogno più o meno vago e tutto questo fino alla morte che chiuderà definitivamente il capitolo (ma è meglio non pensarci!)

Se capisco invece che niente mi è dovuto, niente è mio in maniera definitiva, ma tutto mi è stato donato "gratis", per "Grazia", che io sono stato "gratificato" unicamente per amore, non potrò che essere "grato" cioè riconoscente, non sfrutterò le cose e le persone non vedrò nel mio prossimo solo e sempre un concorrente da battere, ma imparerò anch’io ad essere "gratuito". Ecco gli occhi nuovi che Gesù vuole darci gratis. Ci interessano?

 

 

DOMENICA 7 DICEMBRE: 2^ DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO C

Una scheggia di preghiera:

 

GRANDI COSE HA FATTO IL SIGNORE PER NOI!

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARIA GIUSEPPA ROSSELLO, Santa

A Savona, in Liguria, nasce nel 1780, santa Maria Giuseppa Rossello. Non riuscendo a entrare in un Ordine per la sua povertà e cattiva salute, si fece terziaria francescana; nel 1837, gettò le basi di un nuovo Istituto, di cui fu fondatrice e superiora, anche se costantemente malata: la Congregazione si dedicò all'insegnamento e fu denominata Figlie di Nostra Signora della Misericordia.

Parola di Dio: Bar. 5,1-9; Sal. 125; Fil. 1,4-6.8-11; Lc. 3,1-6

 

"PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE, RADDRIZZATE I SUOI SENTIERI". (Lc. 3,4)

Nel cammino del nostro Avvento appare la figura dominante di Giovanni Battista. San Luca, che nel prologo del suo vangelo ha detto di voler fare opera di storico, ci presenta Giovanni nella sua epoca, ma lo caratterizza anche con le figure dei più grandi profeti di Israele facendocelo vedere come la continuazione dei personaggi più in vista del profetismo: Isaia, Elia, Geremia, Baruc.

Ma qual è il messaggio di questo nuovo profeta? "Egli proclama un battesimo di conversione per il perdono dei peccati". Battezzare significa immergere e richiama da una parte i bagni rituali dei membri della vicina comunità di Qumran, ma ancor più è un gesto simbolico e la proclamazione pubblica di un cambiamento interiore personale, di un ritorno comparabile a quello che annunciava Isaia nella grande marcia di ritorno degli esiliati verso Gerusalemme: "Allora i passaggi tortuosi diventeranno dritti, le strade impervie saranno spianate".

La novità di Giovanni però è quella di dire che questa salvezza non sarà solo più per un popolo ma per tutti gli uomini. Qui poi la conversione non è solo dovuta all’uomo che cambia strada, ma a Dio che viene incontro.

Ed è proprio questo lo stile con cui prepararci a questo Natale ed anche alla venuta definitiva di Dio, al termine della nostra vita: cambiare il cuore, l’atteggiamento, indirizzarci verso la vita che è Dio e non verso la morte che è il peccato, l’egoismo; ‘immergerci’ in Gesù per essere purificati, riscoprire l’universalità della salvezza che ci fa vedere in ogni uomo un fratello amato da Dio personalmente, come me, che ci fa sperare, nonostante i segni contrari che il mondo pone, nelle possibilità di bontà degli uomini, che ci fa credere al fatto che Dio non abbandona questa nostra umanità e nessuno di noi.

 

 

LUNEDI’ 8 DICEMBRE: IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA VERGINE

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTA BELLA SEI O MARIA E LA MACCHIA DEL PECCATO ORIGINALE NON E’ IN TE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MACARIO DI ALESSANDRIA, Santo, Eremita

E’ un famoso anacoreta del deserto di Scete vissuto nel IV secolo, chiamato "il Grande" o "l’Egiziano". Da giovane aveva lavorato come cammelliere, ma verso il 330 cominciò a sentire il richiamo alla vita ascetica e si stabilì nel deserto, dove già erano altri anacoreti. Dovette sostenere dure lotte contro gli ariani. Morì intorno al 393

Parola di Dio: Gen. 3,9-15.20; Sal. 97; Ef. 1,3-6.11-12; Lc. 1,26-38

 

"NON TEMERE, O MARIA, PERCHE’ HAI TROVATO GRAZIA PRESSO DIO". (Lc. 1,30)

Anche nel Vangelo della festa dell’Immacolata trovo quella parola che meditavamo già sabato scorso. L’Angelo dice ha Maria che Lei ha "trovato grazia presso Dio". E proprio partendo da questa parola mi sento oggi di rivolgermi anche a nome vostro a Maria, così:

"Maria, tu sei un dono gratuito, un dono meraviglioso. Dio da sempre ha pensato a te come alla madre di suo Figlio e su di te ha riversato gratuitamente tanti suoi doni. Tu sei l’altra faccia della donna: se Eva ci aveva trascinato verso il male, l’egoismo, il voler fare a meno di Dio, Tu ci indichi tuo Figlio, la via, la verità, la vita, se il peccato originale ci indica la strada del dolore e della morte, i doni che Dio ha dato a te ci fanno credere che ci possa essere una risposta positiva all’amore del Signore. Tu sei "piena di grazia". Sei graziosa: "Tutta bella sei o Maria", sei piena di "grazie" perché tutta la tua vita terrena ed ora in Paradiso non è che un grazie continuo al Signore. Tu sei piena di "Grazia", cioè di Spirito Santo che coprendoti con la sua ombra ti ha fatto generare per noi il Figlio di Dio, e tu sei ancora piena di grazie, perché i doni ricevuti vuoi spanderli a piene mani su di noi, fratelli del tuo Gesù. Guardando a Te, Immacolata, non posso che gioire perché Dio in Te ha prefigurato quello che, grazie a suo Figlio può succedere a noi, Tu sei una buona boccata di aria pura e fresca in mezzo alla puzza mefitica in cui spesso ci muoviamo. Tu sei il volto materno di Dio che si china su di noi e ci apre alla speranza perché anche noi siamo pieni di Grazia, dello Spirito Santo promesso e mandato da Gesù, perché anche noi siamo pieni di grazie cioè di doni gratuiti di Dio. Aiutaci allora a dire il nostro grazie sincero e profondo e a fare come te che tutto ciò che hai ricevuto lo doni."

 

 

MARTEDI’ 9 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AIUTACI AD AMARTI DI PIU’

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: SIRO, Santo, Vescovo di Pavia

Qualcuno vuole che Siro, Vescovo di Pavia, fosse quel ragazzo che alla moltiplicazione dei pani e dei pesci, offri a Gesù quanto aveva. Certo invece è il fatto che Siro sia stato il primo vescovo di Pavia e che abbia percorso in lungo e in largo la pianura padana per annunciare il Vangelo.

Parola di Dio: Is. 40,1-11; Sal. 95; Mt. 18,12-14

 

"IL PADRE VOSTRO CELESTE NON VUOLE CHE SI PERDA NEANCHE UNO SOLO DI QUESTI PICCOLI". (Mt. 18,14)

"Ma, Dio penserà davvero a ciascuno di noi? Siamo parecchi miliardi di persone…", "Dio non si sarà stancato di me? L’ho tradito parecchie volte, l’ho volutamente dimenticato.. e anche adesso che sono dispiaciuto di questo, so di non aver la forza per uscire da quella situazione di male…". Son queste due tra le tante obiezioni che facciamo sulla grandezza e sulla misericordia di Dio. Eppure dovrebbe bastare il Vangelo di oggi per avere una risposta chiara. Il buon Pastore conosce le sue pecorelle una per una, noi siamo preziosi personalmente al suo cuore, Gesù ha una strada particolare per ciascuno di noi, Dio conosce per filo e per segno la nostra storia, i nostri sentimenti e pensieri più segreti non tanto per andare alla caccia dei nostri peccati e delle nostre ipocrisie, quanto per venirci incontro, cercarci per le nostre strade, offrirci le sue spalle quando non ce la facciamo più a camminare, riportarci a casa e fare festa con noi.

La bilancia della giustizia di Dio pende inesorabilmente dalla parte della misericordia e anche quando i nostri peccati fossero enormi sull’altro piatto della bilancia ci sale Gesù con la sua croce. Dio non è il vendicatore castigamatti ma è Colui che ama il peccatore e che fa di tutto per riconquistarlo. E’ vero che qualche volta noi non ci sentiamo neppure degni della sua misericordia, ma questa è l’ultima e più terribile tentazione del diavolo per impedire che la grazia e l’amore di Dio possano raggiungerci. Fidati di Dio, abbandonati, e Lui farà il resto.

 

 

MERCOLEDI’ 10 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

A TE MI AFFIDO, DIO FEDELE!

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARCANTONIO DURANDO, Beato

Nacque a Mondovì il 22 maggio 1801 in una famiglia i cui componenti si distinsero nella carriera militare e politica e furono esponenti di primo piano del Risorgimento piemontese ed italiano. Entrò nella Congregazione dei Missionari Vincenziani nel 1818. Fu ordinato sacerdote nel 1824. Attuò subito la "missionarietà" della predicazione popolare nelle campagne secondo le esigenze e la cultura dell’epoca. Lo cercavano ovunque. Intanto anche nella Congregazione riceveva incarichi di responsabilità. La sua presenza a Torino diventerà quasi totale fino alla morte avvenuta il 10 dicembre 1880. A soli 36 anni è Provinciale dei Vincenziani dell’Alta Italia. A lui è dovuta l’introduzione in Piemonte delle "Figlie della carità". Nel 1855 manderà queste suore, su invito del Governo, ad assistere i militari piemontesi nella guerra di Crimea. Nel 1865 avviò l’ "Opera del cuore", la comunità delle "Suore Nazarene" affidandole alla serva di Dio Luigia Borgnotti e mettendole a servizio dei malati a domicilio e alla educazione dell’infanzia e della gioventù. Desideroso egli stesso di essere missionario e di esserlo in Cina e non potendo fu molto attento alle missioni estere permettendo a parecchi dei suoi di raggiungere la Cina, il Medio Oriente, l’Etiopia e le Americhe

Parola di Dio: Is. 40,25-31; Sal.102; Mt. 11,28-30

 

"VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI E IO VI RISTORERO’. (Mt. 11,28)

Questa mattina, prima di mettermi a scrivere queste poche righe, come al solito ho sentito uno dei primi giornale radio e come al solito in dieci minuti ho spaziato per tutto il mondo sentendo angosce di popoli che subiscono guerre e occupazioni, elenco di morti in attentati, notizie di carestie e di inondazioni, famiglie che hanno perso la casa e i loro averi e si trovano sul lastrico, la solita famiglia che esasperata arriva ad autodistruggersi… Poi ho cominciato a pregare e ad un certo punto mi sono trovato a fare al Signore il lungo elenco delle "persone da ricordare": quei quattro o cinque che so essere affetti da cancro, quella famiglia che non ce la fa più a reggere la situazione del proprio figlio drogato, quegli anziani che soffrono la solitudine e si sentono abbandonati, quell’ammalata immobilizzata da anni nel suo letto e chi condivide con lei questi anni di sofferenza e di impotenza, quella persona che soffre a causa di scrupoli privi di senso ma che insorgono fino al punto di esasperare, quella bambina con un cancro al cervello che dovrà essere operata con il rischio di rimanere invalida per tutta la vita…Davvero capisco Gesù che conoscendoci uno per uno "provò compassione davanti alla folla". La croce che Gesù ha portato era ben pesante se raccoglieva tutte le miserie e le sofferenze di ogni uomo di ogni tempo! E per di più è così difficile da capire! Eppure quanto mi tira su quell’invito di andare a Lui per essere consolati: Gesù conosce il dolore e la sofferenza non per sentito dire ma perché li ha subiti sulla sua pelle, Gesù ci consola non dandoci una pillola che faccia finta di addormentare i nostri mali, Gesù non è lo stregone che con qualche formula e relativa parcella dice di liberarci da tutte le cattive influenze, Gesù parla apertamente di giogo, di croce ma ci dice anche che con lui il carico può diventare sopportabile e anche la croce può trovare qualche motivazione.

"Signore, nelle tue mani metto tutte le sofferenze di cui ti ho parlato questa mattina insieme anche alle mie che a confronto di quelle sono ancora piccole, metto anche il mio grido di aiuto perché tu stesso ci hai detto di chiedere per ottenere e poi, mi fido di te: tu vuoi bene a ciascuno e se ognuno si affida a Te, certamente lo aiuterai nelle sue prove".

 

 

GIOVEDI’ 11 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

 SIGNORE ACCRESCI LA NOSTRA FEDE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: DAMASO I, Santo, Papa

Damaso, vissuto dal 305 al 384 era diacono a Roma quando fu eletto papa. Era un periodo difficile, gli fu apposto un antipapa, Ursino, erano presenti parecchie eresie contro cui dovette lottare. Fu il papa che incaricò S. Girolamo di tradurre in latino la Bibbia.

Parola di Dio: Is. 41,13-20; Sal. 144; Mt. 11,11-15

 

"TRA I NATI DI DONNA NON E’ SORTO UNO PIU’ GRANDE DI GIOVANNI BATTISTA, TUTTAVIA IL PIU’ PICCOLO NEL REGNO DEI CIELI E’ PIU’ GRANDE DI LUI".

(Mt. 11,11)

Gesù mette davanti a noi la figura del suo precursore, Giovanni Battista, e ce lo indica come esempio per realizzare il Regno a cui siamo chiamati. Perché è grande Giovanni? Molti sono i motivi della sua grandezza, provo ad enumerarne qualcuno per vedere se noi riusciamo a realizzali nel nostro desiderio di discepolato di Gesù. Giovanni viene prima di Gesù, ma quando Gesù è presente Giovanni si mette dietro a Gesù. Ogni cristiano dovrebbe essere proprio colui che segue Gesù, non tanto colui che gli va davanti. E’ Gesù che è la parola definitiva di Dio, è Gesù che ha salvato il mondo. Noi siamo contenti di essere chiamati a collaborare con Gesù, ma ricordiamoci sempre che "un discepolo non è mai più del maestro" e che noi "non siamo degni neanche di scioglierli il legaccio dei sandali". Giovanni è un uomo austero di preghiera e di azione, convinto di portare un messaggio più grande di se stesso e proprio per questo deciso nella verità. A Gesù piacciono gli uomini tutti di un pezzo, magari anche con caratteri difficili, scorbutici, magari anche angolosi e non belli all’apparenza ma pronti, generosi, decisi di andare fino in fondo, capaci di opporsi ai soprusi del potere. Mi chiedo se noi, come cristiani, siamo così o mezze cartucce, banderuole che girano ad ogni colpo di vento, cristiani timidi, paurosi, nascosti, incapaci di generosità vera, di amore profondo, di preghiera che non sia solo rituale.

Giovanni è uno che per amore di Dio e della verità è disposto a rimetterci la testa, anticipando anche in questo Gesù. E noi, oggi siamo disposti a pagare qualcosa di persona per amore di Gesù e della verità?

 

 

VENERDI’ 12 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE ACCRESCI LA NOSTRA SPERANZA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BARTOLO DA SAN GIMINIANO, Santo

Nacque nelle vicinanze di San Giminiano nel 1228. Sentendo la vocazione, pur contrastato dalla famiglia entrò nel monastero benedettino di San Vito in Pisa. Una visione però gli disse che la sua vita doveva essere quella del penitente. Lasciò allora il monastero e diventò terziario francescano dedicandosi soprattutto all’assistenza dei poveri. A 52 anni è colpito dalla lebbra e si ritira nel lebbrosario di San Giminiano. Avrà ancora 20 anni di dure sofferenze e morirà il 12 dicembre 1300.

Parola di Dio: Is. 48,17-19; Sal. 1; Mt. 11,16-19

 

"A CHI PARAGONERO’ IO QUESTA GENERAZIONE? (Mt. 11,16)

La generazione di Gesù è stata una generazione che non ha saputo cogliere i segni dell’amore di Dio: Giovanni era un personaggio troppo difficile, austero, era uno che non parlava ma gridava, un personaggio scomodo che chiedeva atti di penitenza e conversione, uno che minacciava inferni e punizioni, dunque lasciamolo stare magari dicendo: "Il solito esaltato religioso che non può che menar gramo per una società ben educata, diplomatica fondata su ordini costituiti ben chiari e sicuri". Gesù era uno del popolo, amico dei semplici e degli umili, aveva parole di bontà e di grazia, presentava Dio come Padre ma anche lui era scomodo perché con i poveri dove si può arrivare? Perché, se si minano le osservanze di norme religiose si rischia di far cadere tutto il castello della religione, perché gli idealisti si dimenticano che il mondo è fatto di soldi, di potere, di cose ben concrete… E così la maggioranza non ha accolto né Giovanni né Gesù.

Ma la nostra generazione è molto diversa da quella di allora? Noi abbiamo più scienza (?) e più tecnica, noi non abbiamo più schiavi (?) ne poteri assoluti (?), noi siamo il meglio del prodotto di tutte le civiltà (???), noi nella nostra presunzione pensiamo di essere autosufficienti (e poi basta un piccolo blak out per mandarci in crisi profonda) pensiamo di poter gestire il mondo e le cose con la nostra giustizia e verità (è per quello che nel mondo si muore sia per aver mangiato troppo che per non aver cibo sufficiente), pensiamo anche di poter fare a meno di Dio, di questa idea superstiziosa, superata, medievale perché tutto è nelle nostre mani (fino a quando un piccolo virus, forse anche scatenato da uomini arriva magari a distruggerci) Ecco, questa nostra generazione come accoglie Dio e i suoi inviati?. A qualcuno non interessano proprio: c’è tempo per i divertimenti, per la televisione, per i computer ma non per Dio. Qualcun altro, insoddisfatto di se stesso, a seconda delle mode ricorrenti "cerca spiritualità", ma di solito si ferma agli spacciatori maghi o alle piccole o grandi droghe che addormentano ogni desiderio. Qualcuno Dio se lo è fatto su misura e anche oggi gli idoli sono i infiniti… Ma è troppo facile fare i "sociologi", in questa generazione ci sono anch’io: Gesù bussa alla porta del mio cuore oggi, oggi io incontrerò delle persone concrete che sono i suoi "inviati". Come lo accolgo? Come mi lascio coinvolgere nei suoi progetti?

 

 

SABATO 13 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE ACCRESCI LA NOSTRA CARITA’

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANTIOCO, Santo

La storia di Antioco è legata a quella del fratello Platano. Entrambi figli di una cristiana, Rosa, che li aveva battezzati di nascosto del marito pagano, furono medici ed annunciatori del Vangelo. Ma l’Imperatore Adriano li fece arrestare e li sottopose a molti tormenti. Visto che né il fuoco né i leoni li avevano finiti li fece abbandonare in mare su una barchetta di paglia. Ma anche qui non morirono e furono trascinati dal vento verso le coste della Sardegna (ricordiamo l’isola che oggi porta il nome di S. Antioco). Qui continuarono la loro professione e la loro testimonianza. Anche qui furono però accusati e Platano, mandato a Roma fu decapitato. Antioco invece, mentre i soldati lo cercavano fuori della caverna dove era raccolto in preghiera, morì, pregando prima che essi potessero ucciderlo.

Parola di Dio: Sir 48, 1-4.9-11; Sal. 79; Mt. 17,10-13

"ELIA E’ GIA’ VENUTO E NON L’HANNO RICONOSCIUTO; ANZI L’HANNO TRATTATO COME HANNO VOLUTO. COSI’ ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVRA’ SOFFRIRE PER OPERA LORO". (Mt. 17,12)

Ieri parlavamo della generazione dei contemporanei di Gesù che non ha saputo accogliere né Gesù né il suo profeta Giovanni e vedevamo come anche noi corriamo il rischio di passare vicino alla salvezza senza riconoscerla, ma Gesù oggi ci dice che il non riconoscerlo, non è solo un occasione perduta per noi, diventa anche un volerlo eliminare. Erode ha fatto uccidere Giovanni, i poteri religioso e civile metteranno Gesù sulla croce. Non accogliere Gesù significa non solo vanificare la sua grazia ma anche metterlo in croce: non ci sono vie di mezzo, "O con me o contro di me". Per comprendere meglio questo forse ci può aiutare un esempio preso da una esperienze che tutti noi in qualche modo abbiamo fatto. Se tu ami una persona e le vuoi davvero bene, fai di tutto per offrirle il meglio di te stesso per il suo bene e certamente sei rammaricato se vedi che questa persona non accoglie il tuo amore. Questa è una sofferenza personale, interiore, ma può succedere di peggio: il tuo atteggiamento di amore verso una persona può addirittura essere interpretato male dalla persona stessa o da altri e tu per aver di cercato di voler bene puoi venire insultato e perseguitato. E’ quello che è successo a Giovanni e a Gesù. Loro volevano il bene dell’umanità ma sono stati interpretati come coloro che volevano destituire un ordine costituito e perciò combattuti ed eliminati. Il credente che non accoglie Cristo, quindi non solo vanifica il suo amore ed è un ingrato ma contribuisce anche ad eliminare Gesù, Dio, i suoi doni non solo dalla propria vita, ma anche da quella del mondo, in altre parole, contribuisce ad uccidere Gesù e il suo amore: quale grande responsabilità trovarci a combattere contro Dio!

 

 

DOMENICA 14 DICEMBRE: 3^ DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO C

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI IN MEZZO A NOI, DIO DELLA NOSTRA GIOIA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: VENANZIO FORTUNATO, Santo, Vescovo

Era nato presso Treviso nel 530. Anima poetica, a causa di una guarigione ottenuta si recò in pellegrinaggio presso la tomba di San Martino a Tours. Divenne amico e confidente della regina Radegnoda. Verso il 595 venne ordinato vescovo di Poitiers. Morì poco dopo il 600. Era un uomo di carattere dolce, servizievole di carattere poetico. Scrisse non solo commenti biblici ma anche 11 libri di poesie.

Parola di Dio: Sof. 3,14-18; Cantico da Is. 12; Fil. 4,4-7; Lc. 3,10-18

 

"MAESTRO, CHE DOBBIAMO FARE?". (Lc. 3,10)

Giovanni Battista con il suo esempio e con la sua vita ci ha già richiamato in questo avvento alla conversione. Ma essa in che cosa consiste? Noi abituati ad idee precise, a distinzioni sopraffine, a codici legulei, vorremmo che Giovanni e poi Gesù ci dicessero con esattezza che cosa fare. In fondo l’antico Testamento era preciso con tutte le sue norme e, in fondo, quando c’è una buona legislazione ci sono anche mille scappatoie per eludere ciò che non ci piace. Giovanni e poi Gesù, invece non daranno delle norme precise, delle indicazioni attraverso cui "comprarsi il paradiso", ma proprio perché essi invitano alla conversione del cuore chiedono che il cuore, nella vita concreta quotidiana manifesti con i semplici atti il cambiamento che sente di dover realizzare. Ecco allora che alle folle Giovanni indica la solidarietà concreta con il prossimo: Non puoi dire di aver capito che Dio è amore nei tuoi confronti e nei confronti di ogni uomo se tu hai tutto il necessario e anche il superfluo e tuo fratello muore di fame (attuale anche per noi!) Agli esattori delle tasse che noi possiamo identificare con i cosiddetti "potenti" di questa terra dice di non abusare del proprio ruolo, del proprio potere, del non "fare la cresta visto che intanto nessuno può dirmi niente" (proviamo ad applicarlo ai vari ruoli che abbiamo nella famiglia, sul posto di lavoro, nel commercio…) E ai soldati non chiede di fare tutti gli obiettori di coscienza, ma di mettere amore e carità anche in quel terribile mestiere non maltrattando, abusando, estorcendo.

Tutto questo può essere difficile per noi? Certamente con le nostre sole forze rischiamo di non farcela anche perché significa andare controcorrente con la mentalità del nostro mondo. Ma Luca ci ricorda che se la conversione a cui siamo invitati è impossibile alle sole forze umane essa non è impossibile se noi ci fidiamo dell’intervento di Dio, se noi quotidianamente ci ‘immergiamo’ nella potenza del fuoco del suo Spirito.

 

 

LUNEDI’ 15 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

FAMMI CONOSCERE ,SIGNORE, LE TUE VIE, INSEGNAMI I TUOI SENTIERI

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARIA CROCIFISSA DI ROSA, Santa, Fondatrice

Il suo nome era Paola di Rosa nata il 6 novembre 1813 a Bergamo da nobile famiglia. Educata dalle suore, giovanissima tornò in famiglia, fece voto di castità e prese la direzione di una filanda dove, insieme al lavoro, operò a favore delle sue 70 operaie. Durante il colera del 1836 operò nel lazzareto e fondò una associazione di infermiere mosse da ideali evangelici. E’ questo il primo nucleo delle "Ancelle della Carità" che verranno approvate definitivamente nel 1851. Morì pochi anni dopo nel 1855 a Brescia

Parola di Dio: Num. 24,2-7.15-17; Sal. 24; Mt. 21,23-27

 

"CON QUALE AUTORITA’ FAI QUESTO? CHI TI HA DATO QUESTA AUTORITA’?". (Mt. 21,23)

Il termine: "autorità" è un termine ambiguo nel modo di intendere degli uomini: un dizionario comunemente lo definisce come: "autorità legittima a comandare", ma siccome, avere autorità significa anche avere potere ecco che sempre sono nate lotte per aver la legittimazione ad esercitare l’autorità. Vanno da Gesù coloro che si ritenevano gli autorizzati da Dio a garantire la purezza dell’ebraismo e gli chiedono le credenziali per il suo modo autorevole di imporsi al male e alla malattia e di interpretare la parola di Dio. Gesù ponendo a sua volta la domanda sull’autorità divina o meno di Giovanni apparentemente non dà una risposta su se stesso ma in pratica ci fa capire ampiamente dove risiede la vera autorità. Per Gesù innanzitutto l’unica vera autorità è quella di Dio che viene esercitata per il nostro bene. Dio non comanda a vanvera, a capriccio, per farci vedere quanto potente sia. Se Dio ci chiede qualcosa (vedi ad esempio i comandamenti) questo è esclusivamente per il nostro bene. Dio poi partecipa la sua autorità, pensiamo ad esempio nell’antico Testamento, ai Patriarchi, ai profeti, alle autorità religiose, ma con molta libertà per cui ci sono profeti anche fuori dell’accampamento o indovini che vengono da lontano a profetizzare o addirittura re nemici che agiscono a favore del bene di Israele. La garanzia dunque della autorità non risiede automaticamente nel ruolo della religione ma nei frutti concreti che questa esercita, cioè se un’autorità porta alla fede e si manifesta nel servizio di Dio e dei fratelli viene da Dio, se essa, pur esercitata da personaggi ufficialmente delegati a questo compito non è però servizio amorevole verso Dio e i fratelli, ma sfruttamento di questa autorità a favore di se stessi, non è da Dio.

Scendiamo però da questi grandi principi alla concretezza della vita: l’autorità di un genitore risiede sì nel ruolo che egli ha nei confronti dei figli ed è una autorità che viene da Dio, quando però diventasse autoritarismo non rispettoso della persona dei figli, moralmente non avrebbe più valore. L’autorità di una sacerdote è valida; egli è ordinato a questo ruolo, quando però approfittasse del proprio ruolo per imporre se stesso, senza tener conto né del comandamento dell’amore né delle persone che ha davanti, il suo non sarebbe più un servizio alla verità. Se volete Gesù invita quei sommi sacerdoti e scribi e anche noi a cambiare il termine: non parliamo più di autorità, ma di servizio sincero a Dio ed ai fratelli e allora scopriremo tante volte che l’autorità vera risiede là dove con molta umiltà si cerca di mettere in pratica il vangelo: lì Cristo è davvero legittimamente rappresentato.

 

 

MARTEDI’ 16 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SEI VICINO A CHI TI CERCA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADONE DI VIENNE, Santo, Vescovo

Era nato verso l’anno 800 , nel territorio della diocesi di Sens, in Borgogna. Si fece monaco a Ferrieres e tra l’841 e l’853 fu maestro della scuola monastica, Nominato Arcivescovo di Vienne, è ricordato soprattutto per lo zelo con cui compì il suo ministero. Rimase Arcivescovo di questa città fino alla sua morte il 16 dicembre 875.

Parola di Dio: Sof. 3,1-2.9-13; Sal. 33; Mt. 21,28-32

 

"IL SECONDO FIGLIO GLI RISPOSE: NON NE HO VOGLIA, MA POI, PENTITOSI VI ANDO’". (Mt. 21,30)

"Signore, Tu hai dimostrato di amare la sincerità e di aborrire l’ipocrisia per cui oggi, stimolato dal tuo Vangelo cercherò di essere me stesso, senza maschera: somiglio molto al figlio della parabola che non ha voglia di lavorare nella tua vigna! Non è che non riconosco in te il Padre buono che mandandomi nella tua vigna non solo mi fai partecipe dei suoi frutti e tuo diretto collaboratore manifestandomi la fiducia che, nonostante tutto, riponi in me, ma non ho voglia per tanti motivi. Il primo è la mia poltronite, il secondo è aver visto per esperienza quanto sia difficile lavorare nella tua vigna: le persone sono così dure, così difficili da amare, spesso lavori per anni in una comunità e vedi che poi basta un nonnulla per mandare all’aria tutto quello che avevi cercato di fare, ancora di più, spesso vedi che proprio coloro che sono i tuoi maggiori rappresentanti non solo non riconoscono il lavoro faticoso fatto ma pensano di più a soldi e organizzazioni che a vigne, pecore e pastori e che si muovono nella tua vigna come elefanti in un campo di grano. Non ho voglia di andarci a lavorare nella tua vigna perché anche Tu, Padre sei buono ma anche complicato: in certi momenti mi sembri assente, in altri permetti alla zizzania di crescere insieme al buon grano e di soffocarlo, in certi momenti manifesti la tua grande misericordia e in altri sei di una esigenza impossibile! Non ho voglia di andare a lavorare nella tua vigna perché vedo molti altri tuoi figli che hanno blaterato di andarci loro a lavorare a nome tuo, se ne stanno nella tua vigna comodamente seduti sotto qualche pianta di frutta a mangiare, bere e soprattutto chiacchierare tra loro su qual sarà il modo migliore per far lavorare gli altri, sullo stipendio ricevuto e sui frutti da dividersi… Signore, non ho voglia di andare, eppure ci andrò perché sono convinto che tu mi vuoi bene nel chiedermi questo e perché anch’io, a modo mio e molto malamente ti voglio bene e voglio bene anche alla tua vigna, anche se spezza la schiena, però, Padre sappi questa mia debolezza e vacci piano con prove perché questo tuo figlio brontolone che tu ami e che ti ama non ti promette niente di sicuro".

 

 

MERCOLEDI’ 17 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

O SAPIENZA CHE ESCI DALL’ALTISSIMO E TUTTO DISPONI CON FORZA E DOLCEZZA: VIENI A INSEGNARCI LA VIA DELLA VITA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: LAZZARO, Santo

E’ il fratello di Marta e di Maria. Gesù si trovava tra amici quando si recava nella loro casa. Quando Lazzaro si ammala e muore, Gesù, nonostante la paura degli Apostoli si reca in Giudea e, suscitando la fede delle due sorelle, opera la sua risurrezione. La morte e la risurrezione di Lazzaro sono simbolo e profezia della morte e risurrezione di Gesù e manifestano in Lui il Dio della vita. La leggenda indica in Lazzaro il primo vescovo di Cipro o di Marsiglia.

Parola di Dio: Gen. 49,2.8-10; Sal.71; Mt 1,1-17

 

"GENEALOGIA DI CRISTO, FIGLIO DI DAVIDE, FIGLIO DI ABRAMO". (Mt. 1,1)

"Sa, io appartengo ad una famiglia illustre" mi diceva un giorno un signore e mi sciorinava davanti le sue ricerche araldiche facendomi vedere come risalendo lungo i secoli si arrivava fino ai tempi di Carlo Magno. La genealogia di Gesù che abbiamo letto oggi non ha la pretesa di essere una ricerca con tutti i crismi della storicità come intendiamo noi, vuol invece semplicemente suggerirci che quel Gesù che è venuto, il Figlio di Dio, il Messia, è molto ben incarnato nella nostra storia, non è una metoeora improvvisa, viene al culmine di una storia di salvezza che la bontà di Dio ha intessuto con l’uomo fin dalla prima chiamata di Abramo e proseguita tra alti e bassi da parte dell’uomo e con continua fedeltà da parte di Dio fino ad arrivare alla realizzazione della promessa del Salvatore. Questo è principalmente il senso che Matteo ha voluto dare costruendo questa genealogia di Gesù. Ma a me ha fatto venire in mente anche un’altra riflessione che un fatto successomi ha risvegliato in me. Un giorno accompagnai da un esorcista incaricato dal vescovo, un uomo che aveva manifestazioni strane. L’esorcista parlò con lui, con la moglie, con me e poi si mise a pregare e a farci pregare anche in maniera intensa e ricordo che uno dei suoi ritornelli era quello di benedire tutti gli avi di quest’uomo, questo mi fece capire una cosa che spesso noi dimentichiamo: noi siamo frutti che veniamo dal passato, le nostre radici affondano lontano nel tempo, i nostri cromosomi hanno impronte genetiche di tantissime generazioni prima di noi e nei nostri avi certamente ci sono state cose buone e meravigliose ma anche povertà e peccati. Pregare Dio perché dia pace al passato e perché faccia emergere in noi il bene che i nostri avi hanno fatto mi sembra una cosa doppiamente bella perché essa implica la comunione storica: siamo davvero fratelli con tutti perché le nostre radici partono dall’Uno (da Dio) ed anche perché è bello pensare che in noi almeno in parte rivivano i nostri avi e che noi, ancora oggi possiamo portare a compimento i loro desideri di bene e possiamo riparare anche quelli che sono stati i loro mali.

 

 

GIOVEDI’ 18 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

O SIGNORE, GUIDA DEL TUO POPOLO CHE HAI DATO LA LEGGE A MOSE’ SUL MONTE SINAI: VIEIN A LIBERARCI CON LA TUA POTENZA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GAZIANO, Santo, Vescovo

E’ il primo a portare il messaggio cristiano in Turenna, nel bacino della Loira. Fissò la sua sede episcopale a Tours. Specialmente nei primi tempi fu ampiamente osteggiato e minacciato di morte, ma con fermezza ed amore continuò a predicare il Vangelo e dopo alcuni anni molti si erano convertiti soprattutto per l’esempio e l’incoraggiamento di Gaziano.

Parola di Dio: Ger. 23,5-8;Sal.71; Mt.1,18-24

 

"DESTATOSI DAL SONNO GIUSEPPE FECE COME GLI AVEVA ORDINATO L’ANGELO". (Mt. 1,24)

Leggendo ieri la lunga Genealogia di Gesù, abbiamo notato che la lunga serie di coloro che hanno preceduto Cristo nel corso delle generazioni ci ha condotto fino a Giuseppe, lo sposo di Maria.. Di Giuseppe però non si dice che "generò Gesù", ma si dice che Egli è "lo sposo di Maria dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo". Si intravede dunque un enigma e il Vangelo di oggi ci parla del dramma umano di Giuseppe che si risolve con la sua umile obbedienza alla volontà di Dio.

Nello svolgimento della storia della salvezza, Dio coinvolge persone importanti e umili, passa attraverso persone sante ma anche ribelli. Giuseppe, anello per il quale Gesù è collegato a Davide e Abramo, si fa collaboratore ubbidiente nell’esercizio della sua paternità vera anche se solo legale. Giuseppe sembra quasi anticipare lo stile del Vangelo di Gesù dove contano i piccoli, coloro che sembrano inutili perché umili. Quanto abbiamo da imparare anche noi da questo, ad esempio, quanti piccoli drammi della nostra esistenza possono essere superati con uno sguardo di fede più profondo e una accettazione più cordiale di ciò che Dio chiede a noi! E quante altre volte quando abbiamo l’impressione di avere nella Chiesa un ruolo secondario, una parte emarginata non dovremmo imparare da Giuseppe che corrispondere alla volontà di Dio non diventa necessariamente protagonismo, mania di apparire e di essere al centro della attenzione?

 

 

VENERDI’ 19 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

O GERMOGLIO DELLA RADICE DI IESSE CHE TI INNALZI COME SEGNO PER I POPOLI: VIENI A LIBERARCI, NON TARDARE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: URBANO V, Beato, Papa

Il suo nome era Guglielmo di Grimoardo ed era nato in Linguadoca nel 1310. Volle farsi monaco ed in seguito divenne abate si Saint-Germain- d’Auxerre. Papa Clemente V lo volle con sé ad Avignone In seguito venne eletto Papa e prese il nome di Urbano V. Volle cercare di ristabilire la Chiesa ad una vita più conforme al Vangelo, Volle anche trasferire il Papato a Roma. Tuttavia per dei disordini dovette ritornare ad Avignone dove mori in semplicità nell’anno 1370

Parola di Dio: Gdc. 13,2-7.24-25; Sal. 70; Lc. 1,5-25

 

"IO SONO VECCHIO E MIA MOGLIE E’ AVANZATA NEGLI ANNI" . (Lc. 1,18)

Proprio l’antifona di questo giorno della novena di Natale, quella che noi abbiamo usato come scheggia di preghiera per oggi, ci parla di un germoglio che nasce su una vecchia radice. Anche il Vangelo ci parla di due anziani, Zaccaria ed Elisabetta che, sterili, vedono sgorgare da loro, per grazia di Dio, una vita nuova. E’ il trapasso tra l’antico e il nuovo Testamento. La prima alleanza stretta da Dio con gli uomini è invecchiata tra la continua fedeltà di Dio e l’infedeltà degli uomini. La freschezza del rapporto tra Dio e i Patriarchi, tra Dio e i profeti si è sedimentata in una religiosità spesso formale e sclerotica, sembra che tutto sia invecchiato e manchi di vitalità, eppure la fedeltà di Dio non si spaventa neppure della ‘vecchiaia’ dell’uomo e da questa vecchia radice Egli fa nascere un pollone nuovo: Giovanni che farà da ponte tra l’antica e la nuova promessa.

Quante volte vedendomi invecchiare e scoprendo di aver fatto pochissimi passi nel cammino della fede, mi prende una specie di scoraggiamento, quando poi vedo la Chiesa che dopo circa duemila anni è ancora alle prese con beghe di potere, con formalismi liturgici, quando vedo battezzati che si trascinano in una vita religiosa priva di fantasia e di uno scatto di rinnovamento, viene da dire: "Ma non siamo ormai una vecchia radice improduttiva?". Poi penso: "Se Dio mi permette di cogliere la mia e l’altrui miseria, ci sarà un motivo" e scopro questo motivo nel fatto che cogliere le proprie debolezze significa sempre più renderci conto che, nonostante le nostre risposte negative, Dio è fedele e può far nascere un germoglio nuovo anche da una vecchia radice. Alcuni anni fa, durante un pellegrinaggio in Terra santa ebbi l’occasione di soffermarmi un bel po’ nell’orto degli ulivi. Le guide dicevano che, essendo l’ulivo una pianta ultramillenaria, le vecchie radici di quegli ulivi probabilmente erano state testimoni della preghiera di Gesù e del suo sudar sangue in quella terribile notte. Ebbene, quei vecchi contorti ceppi ‘buttavano’ ancora, erano pieni di piccoli germogli. Non perdiamoci di coraggio: anche il più ‘vecchio’ di noi può ancora generare qualcosa di bello e di nuovo e se questo sembra impossibile agli uomini come a Zaccaria o anche a Maria, l’angelo di Dio ripete ancora anche a noi, alla chiesa, ad ogni battezzato: "Impossibile presso gli uomini ma non impossibile a Dio".

 

 

SABATO 20 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

O CHIAVE DI DAVIDE CHE APRI LE PORTE DEL REGNO DEI CIELI: VIENI E LIBERA CHI GIACE NELLE TENEBRE DEL MALE.

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: URSICINO, Santo, Eremita

Questo eremita avrebbe accompagnato San Colombano in Svizzera, fermandosi però nel Giura Bernese nel 612 e fondando anche una chiesa in onore di San Pietro che in seguito sarà dedicata proprio a lui.

Parola di Dio: Is. 7,10-14; Sal. 23; Lc. 1,25-38

 

"ALLORA MARIA DISSE: ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE, AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO". (Lc.1,38)

L’annuncio della nascita di Giovanni era avvenuto nella scenografia solenne del tempio di Gerusalemme, quello della nascita di Gesù avviene tra le mura domestiche di una piccola casa di un villaggio sperduto. Là c’era un vecchio e solenne sacerdote ‘addobbato’ per la celebrazione di un rito, qui è una ragazza giovane, bella, semplice: tutto questo ci dice che se Dio può far nascere Giovanni da due vecchi, il Figlio di Dio è invece la vera novità e la vera giovinezza di tutta l’umanità e Maria è l’ "annunziata" cioè la prescelta, colei che viene investita da questo annuncio e diventa non solo la madre del Salvatore, ma anche la Madre della nuova umanità rigenerata da Lui. Maria si rende disponibile, accoglie in sé la parola annunciata, consente che in lei si faccia avvenimento e in questo Maria, prima ancora che Gesù nasca e predichi, diventa modello di discepolato: è infatti attenta alla Parola, preoccupata di comprenderne la fattibilità, pronta e generosa nell’accettazione, disponibile a collaborare nel coinvolgimento della sua persona. Anche a noi, oggi viene portato il lieto annuncio di un Dio che si vuole incarnare nella nostra vita per portarci la gioia e la salvezza. Gesù oggi vuole incarnarsi nel mio pensare ed operare, vuole trasformare la mia tristezza in gioia, le mie paure in serenità, mi chiede se può servirsi di me per portare ad altri la gioia, una parola di conforto, la condivisione di un bene…Ho la freschezza, la gioia, l’umiltà di Maria nel rispondergli?

 

 

DOMENICA 21 DICEMBRE: 4^ DOMENICA DEL TEMPO DI AVVENTO C

Una scheggia di preghiera:

 

O ASTRO CHE SORGI, SPLENDORE DI LUCE ETERNA E SOLE DI GIUSTIZIA: VIENI ED ILLUMINA CHI GIACE NELLE TENEBRE E NELL’OMBRA DI MORTE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: TEMISTOCLE, Santo Martire

Era originario di Mira, in Licia e faceva il pastore al tempo dell’Imperatore Decio che dominò dal 249 al 251. Durante la persecuzione i soldati cercavano un cristiano di nome Dioscoride. Chiesero a Temistocle che non rivelò il luogo in cui Dioscoride si trovava, ma si dichiarò lui stesso cristiano. Fu arrestato, torturato e martirizzato

Parola di Dio: Mi. 5,1-4; Sal. 79; Eb. 10,5-10; Lc. 1,39-48

 

"BEATA COLEI CHE HA CREDUTO NELL’ADEMPIMENTO DELLE PAROLE DEL SIGNORE". (Lc. 1,45)

Scusatemi se vi sembrerò il solito che non capisce niente, che distrugge i buoni sentimenti, ma un certo tipo di Natale mi ha completamente deluso. Il Vangelo di oggi parla di gioia intima e profonda di due donne che si incontrano e che portano nel cuore e nel corpo un mistero più grande di loro ma che, senza parole, riescono a comunicarselo, mentre il Natale che ci viene proposto in questi giorni è tutto esteriorità, buonismo stucchevole, luoghi comuni, tradizioni e auguri obbligatori, pranzi in famiglia dove troneggia il panettone e l’albero di Natale e dove magari passata la festa ci si fa le scarpe a vicenda. E poi ti augurano: "Sii Felice!" Ma perché dovrei essere felice? Molti non passeranno un Natale felice, molti non faranno il cenone, per molti questa festa non farà che acuire certe sofferenze, tutto il buonismo di Natale finisce a Santo Stefano se non prima…Ma allora dove sta la felicità, dove è il Natale vero? Rileggiamo il Vangelo di oggi: è tutto un sussulto! Giovanni che si muove nel grembo di Elisabetta perché misteriosamente riconosce il Messia, Elisabetta che gioisce perché vede realizzato il suo sogno di maternità, Maria che comincia a fare i complimenti a Dio per tutto quello che sta operando in Lei per il bene di tutti. Ecco, la gioia vera sta lì, tra quelle due povere donne che certamente non erano molto importanti per la loro epoca ma che nel loro intimo non tessono solo la vita di due bambini ma danno spazio al Dio che viene. Ecco allora la buona notizia, ben diversa dal Natale dei consumi: puoi essere felice anche se povero e sfortunato, anche se non potrai realizzare le settimane bianche natalizie…Dio viene per colmare il tuo cuore: questa è la buona notizia. La felicità non sta nelle cose, sta in un Dio che si consegna alla nostra umanità come un bambino. Possiamo essere poveri, malati, tristi, feriti, magari con le lacrime agli occhi per noi e per tanti fratelli del nostro mondo ma possiamo anche noi sussultare di gioia nell’intimo del nostro cuore se scopriamo di avere davvero Dio-con-noi

 

 

LUNEDI’ 22 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

O RE DELLE GENTI E PIETRA ANGOLARE DELLA CHIESA: VIENI E SALVA L’UOMO CHE HAI TRATTO DALLA TERRA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: BARTOLOMEO DI CHIARAVALLE, Beato

Era il fratello di San Bernardo e lo seguì con altri 30 giovani a Citeaux e poi nel 1115 a Chiaravalle. Morì tra il 1158 e il 1162.

Parola di Dio: 1Sam. 1,24-28; Cant. 1Sam. 2; Lc. 1,45-55

 

"L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE". (Lc. 1,45)

Per restare fedeli al titolo di questi fogli vi offro oggi, pensando alla preghiera della Madonna, tutta una serie di schegge, ciascuno lasci che il Signore arrivi là dove vuole lui.

Maria è una che sa ringraziare, è una che sa trasformare gli avvenimenti della sua vita in preghiera. È una che non si lascia spaventare dai propri sentimenti ma li lascia traboccare dal cuore.

Maria è umile, per pregare non si fida solo delle proprie parole, tutta la sua preghiera è presa dai salmi e dai cantici dell’Antico Testamento. Maria è una giovane donna che fa cantare le cose vecchie.

La preghiera per Maria non è qualcosa di triste, ma è gioia profonda. La gioia di Maria non si fonda sulle piccole gioie terrene ma sulla gioia che viene da Dio.

La gioia è ancora più grande quando si vede la propria piccolezza scelta dall’amore di Dio. Maria non viveva a Roma la trionfante, né ad Atene, la saggia, non a Babilonia, la superba e neppure a Gerusalemme, la Santa, Dio è andata a cercarla in un piccolo paese sperduto.

La grandezza di Maria non è opera sua, ma in ciò che Dio ha operato in Lei.

Maria vede l’opera di Dio non solo per quello che ha fatto per lei, ma il suo orizzonte è il mondo intero. Dio continua ad operare meraviglie anche oggi, meraviglie spesso nascoste che solo occhi attenti e cuore innamorato sanno vedere, occhi che sanno cogliere l’agire di Dio che è abbassare gli orgogliosi e i superbi e innalzare i piccoli

Maria sa che Dio è fedele alle sue promesse e riesce a vederle realizzate in se stessa: e i nostri occhi sanno vedere le meraviglie a cui Dio oggi chiama e il nostro cuore è disponibile a lasciarsi riempire del suo Spirito per poter generare anche noi, oggi, il Cristo di Dio?

 

 

MARTEDI’ 23 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

O EMMANUELE, DIO CON NOI, ATTESA DEI POPOLI E LORO LIBERATORE: VIENI A SALVARCI CON LA TUA PRESENZA

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI DA KETY, Santo

Giovanni (1390 - 1473) fu insegnante di letteratura e teologia presso l’Università di Cracovia. Quando si trovava in qualche controversia religiosa usava rispondere "Deo gratias" quando l’avversario lo ingiuriava. Fu asceta e si dedicò con grande impegno al servizio dei poveri.

Parola di Dio: Ml 3,1-4.23-24; Sal. 24; Lc. 1,57-66

 

"GLI SI SCIOLSE LA LINGUA E PARLAVA BENEDICENDO DIO". (Lc. 1,64)

Oggi il Vangelo anticipa il Natale raccontandoci la storia di una nascita, quella di Giovanni il Battista. Egli ha lo scopo di precorrere Gesù, di preparargli la strada, dunque in questo racconto noi anticipiamo i doni del Natale. Proviamo a sottolinearne alcuni.

Due vecchi generano una vita nuova: l’uomo, il vecchio Adamo, avvelenato dal suo egoismo non riesce più a generare vita nuova; Gesù il Figlio di Dio viene a rendere l’impossibile possibile: con Lui ci può essere l’uomo nuovo capace di dialogo vitale con il suo creatore,

Giovanni è il legittimo continuatore della prima storia dell’Alleanza, ma a Giovanni viene dato un nome nuovo che rompe con l’antica tradizione. Anche Gesù è l’apice della rivelazione dell’Antico Testamento, ma è anche colui che la supera e ci dà una nuova alleanza con Dio non più fondata sulla norma della legge, ma sullo Spirito e sull’amore.

La nascita di Giovanni fa aprire le labbra mute di Zaccaria che si mettono a lodare Dio. L’uomo, con le sue parole e con i suoi atti ha portato il male nel mondo, è quindi giusto che nel momento del passaggio tra il vecchio e il nuovo taccia. E’ il momento di lasciare parlare Dio nella sua parola decisiva della creazione, quella di regalarci il suo Verbo. L’uomo taccia, non rovini con le sue parole quella di Dio; quando finalmente, meravigliato, vedrà l’opera di Dio, allora potrà riaprire la sua bocca, ma solo per lodarlo.

Quest’ultima riflessione mi riporta proprio a quanto stiamo vivendo in questi giorni. Come sempre, nell’imminenza di queste feste ci si trova in mezzo a un profluvio di parole: parole di augurio, parole per vendere e comprare, parole di buonismo falso o sincero… E se provassimo anche solo per un po’ a staccare la spina? E se pensassimo che anche oggi Dio sta dicendo la sua parola di salvezza per noi, la parola che ha un nome e che si fa carne per noi: Gesù? Forse, dopo il silenzio, anche la nostra bocca si scioglierebbe, ma soprattutto per benedire Dio.

 

 

MERCOLEDI’ 24 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI A VISITARCI DALL’ALTO, SOLE CHE SORGI, PER RISCHIARARE QUELLI CHE STANNO NELLE TENEBRE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADELE DI PFALZEL, Santa Abbadessa

Figlia di Dagoberto II e sorella di sant'Erminia, nacque intorno al 675. Fondò a Pfalzel, presso Treviri un monastero, che diresse come badessa, per più di trent'anni. Morì nel 734.

Parola di Dio: 2Sam. 7,1-5.8-11.16; Sal. 88; Lc. 1,67-79

 

"BENEDETTO IL SIGNORE DIO DI ISRAELE PERCHE’ HA VISITATO E REDENTO IL SUO POPOLO". (Lc. 1,68)

Concludiamo il cammino del nostro Avvento con questo canto che sgorga dalle labbra di Zaccaria, colui che era stato muto ma che ora lascia scaturire il suo grazie e la sua lode per le opere di Dio. Guardando all’ottimismo di questo suo canto (come a quello del ‘Magnificat’ di Maria), ci chiediamo se noi, uomini di oggi, abbiamo ancora i motivi e il desiderio di cantare in questo modo al Signore. L’uomo attuale, da una parte, sembra invincibile: ha fatto molti progressi, sembra avere le chiavi del progresso, della vita, della felicità… se però guardiamo a quanto ci dicono i mezzi di comunicazione sociale, l’arte, il cinema, il teatro, noi abbiamo in generale una visione triste e pessimistica dell’uomo. Perché questo? Non sarà forse perché l’uomo ha perso il "piano di sopra"? Abbiamo troppa materia e poco spirito (guardate ad esempio a come il nostro mondo celebra oggi il Natale: tutto fuorché Cristo, o se c’è, Gesù lo si confonda facilmente con Babbo Natale), manca la proiezione vera verso la gioia (ci si accontenta di piccole felicità o piaceri), ci manca l’ottimismo, la solidarietà profonda, la fratellanza vera. Un uomo così potrà ancora essere redento? Credo di sì, ma ad una condizione, che l’uomo si ricordi che Dio lo ama. Zaccaria, con il suo canto ci ricorda proprio questo: Dio è fedele al suo progetto di amore e lo porta avanti, lungo la storia, non si lascia scoraggiare dai ‘no’ del suo popolo e continua a credere nell’uomo fino al punto di farsi uomo in Gesù perché "l’uomo sia liberato dalle mani dei nemici e possa servirlo in santità e giustizia, senza timore, al suo cospetto, per tutti i giorni". Abbiamo concluso l’avvento e ci apprestiamo al Natale. Anche in quest’anno ci è stata data l’opportunità di accogliere e di generare in noi il Figlio di Dio: ne abbiamo approfittato? E se fossimo ancora mancanti, distratti, indaffarati in mille cose, perché non approfittare proprio di oggi, con un po’ di silenzio, di preghiera per aprire il nostro cuore all’incontro con la misericordia che viene?

 

 

GIOVEDI’ 25 DICEMBRE: NATALE DEL SIGNORE

Una scheggia di preghiera:

 

GLORIA A DIO NELL’ALTO DEI CIELI E PACE IN TERRA AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: ANASTASIA, Santa, Vergine

La storia di questa martire giunge a noi attorniata di tante leggende al punto che è difficile discernere il vero dalla coreografia che l’esempio dei martiri ha suscitato negli scrittori delle loro vita. Probabilmente di nobile famiglia si era votata totalmente al Signore e resistette a tutte le profferte di matrimonio che le furono fatte. Denunciata come cristiana, fu relegata, durante la persecuzione di Diocleziano con altri cristiani sull’isola Palamaria e lì condannata al rogo. Era l’anno 287.

Parola di Dio: Is. 52,7-10; Sal. 97; Eb. 1,1-6; Gv. 1,1-18

 

"QUESTO PER VOI IL SEGNO: TROVERETE UN BAMBINO AVVOLTO IN FASCE CHE GIACE IN UNA MANGIATOIA". (Lc. 2,12)

La gioia è per tutti, il Salvatore è venuto per tutti, ma il segno è per i pastori.. Quelli che non avevano dato ospitalità a Maria Giuseppe e Gesù, si sono persi il segno e il Salvatore; il Sommo sacerdote nella sussiegosità del suo potere non incontra il Messia ma solo la solennità dei suoi riti, i maestri della legge che pur sapevano che il Messia avrebbe dovuto nascere a Betlemme si sono addormentati con il volto immerso nei rotoli della legge. I privilegiati di Dio, coloro che possono gioire del suo "segno" sono i pastori. Eppure non erano una categoria di persone ben vista, gente sempre in giro alla cerca di un po’ di erba per le proprie pecore, gente priva di cultura, non "buoni parrocchiani" delle sinagoghe, gente rude, anche ladri, bugiardi… Non se lo aspettavano il Messia, forse le loro speranze le loro rivendicazioni contro tutti i soprusi che subivano potevano condensarsi sulla figura di un Messia liberatore ma erano troppo realisti per pensare che un Messia avrebbe pensato proprio a loro. Con qualunque potere i poveri restano sempre poveri! Eppure il Dio che viene ha scelto proprio loro per dire agli altri la buona notizia, un po’ come Gesù che sceglierà le donne la mattina di Pasqua per dire la sua risurrezione. I pastori abituati a veder figliare le pecore capiranno quel segno così minuto e povero di una ragazza che ha partorito un bambino e lo allatta, gioiranno di un Dio che viene sì per tutti ma che ama gli ultimi e i piccoli, di un Dio che non lo dice a parole ma si fa piccolo e povero lui. Il Natale è tutto qui. Togliamo le false maschere che gli abbiamo messo, gli orpelli religiosi e tradizionale che lo hanno ridotto ad una storia (o a una leggenda) piena di miele. No, non facciamo finta che Dio nasca! Dio è nato davvero, è vissuto, è morto davvero su una croce, è risorto ed è vivo davvero, non per finta, non per una storia che ci commuove o per fare l’interesse dei preti e delle chiese che qualche volta su queste cose fanno marciare i loro borsellini. Dio è qui soprattutto per i pastori , per i poveri, per quelli che questa sera si sentono soli, per quelli che oggi rimpiangono presenze del passato, per quelli che non hanno né calore né regali, né festa, forse neppure speranza o fede. Ma Dio è qui anche per me se so di averne bisogno e se so ancora stupirmi davanti alla nascita di un Dio povero, così diverso da quanto abbiamo immaginato.

 

 

VENERDI’ 26 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU’, ACCOGLI IL MIO SPIRITO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: STEFANO, Diacono, primo martire

Stefano era un uomo, giovane, totalmente conquistato da Cristo. Proprio per la sua saggezza fu scelto dalla Chiesa primitiva per essere diacono, cioè servitore dei poveri e della parola evangelica. Stefano invita alla conversione i giudei che hanno crocifisso Gesù, ma questi lo accusano di andare contro la Legge e lo lapidano. Stefano, come Gesù, invoca il perdono sui suoi carnefici. La preghiera fu certamente accolta se Saulo diventerà l’apostolo Paolo.

Parola di Dio: Atti 6,8-10; 7,54-60; Sal 30; Mt. 10,17-22

 

"E’ LO SPIRITO DEL PADRE VOSTRO CHE PARLA IN VOI". (Mt.10,20)

Il giorno che segue la nascita di Gesù ci viene presentata un’altra nascita, la nascita al cielo del primo martire del cristianesimo. Non ci sembri strano questo accostamento di nascita – morte – rinascita, è infatti la pienezza della buona notizia di Gesù. Egli è venuto, ha preso un corpo per dirci la fedeltà di Dio. Egli è venuto perché attraverso la sua vita donata noi potessimo rinascere, e il cristiano, rivestendo Cristo e i suoi valori, diventi suo testimone fino al punto di essere disposto a fare come ha fatto Lui: donare la vita. Quando nel vangelo di oggi Gesù ci invita a non spaventarci davanti alle persecuzioni per la fede, ci dà delle garanzie precise. Se tu davvero hai scelto Cristo ed hai rivestito Lui, nel momento della prova avrai la sua forza, le sue parole, il suo coraggio. Leggendo il martirio di Stefano negli Atti degli Apostoli, sembra stupirci il fatto che la sua "passione", i suoi gesti, le sue parole ricalchino quasi passo a passo i gesti, le parole, la passione di Gesù. Questo vuol dire semplicemente che quando maestro e discepolo sono una cosa sola, anche il loro destino è accomunato. Certo, a noi può fare paura la persecuzione, la fatica della testimonianza, l’impopolarità di certe scelte cristiane, ma se davvero amiamo Gesù, esse non devono spaventarci più di tanto. Il Padre non ha abbandonato Gesù e anche quando la persecuzione lo ha fatto passare attraverso la morte, la fedeltà di Dio lo ha risuscitato. Abbiamo testimonianza di questi doni in tutta la storia della Chiesa, dai martiri della Chiesa di Roma fino agli attuali martiri, a coloro che oggi vengono uccisi perché cercano di fare il bene nel nome di Cristo; ma, ancor di più, se sappiamo prestare attenzione vera, nella nostra vita: Non vi è mai capitato di constatare come certe volte avete affrontato situazioni difficili con una forza di amore e di testimonianza certamente superiore alle vostra capacità?

 

 

SABATO 27 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ CHE I TUOI AMICI CONTEMPLINO SEMPRE IL TUO VOLTO, O SIGNORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI, Santo, ApostoIo ed Evangelista

Giovanni era figlio di Zebedeo. Con il fratello Giacomo erano stati discepoli di Giovanni il Battista. Seguirono Gesù. E con Pietro furono i tre apostoli testimoni della Trasfigurazione e dell’Agonia nell’Orto degli Ulivi. Durante l’ultima cena, "l’apostolo che Gesù amava" mise il suo capo sul petto del maestro. Ai piedi della croce Gesù gli affidò sua Madre. Giovanni testimonia questo amore di Gesù nella sua vita lasciandoci anche il prezioso scritto del Quarto Vangelo, tre lettere e il libro dell’Apocalisse.

Parola di Dio: 1Gv. 1,1-4; Sal. 96; Gv. 20,2-8

 

"MARIA DI MAGDALA CORSE E ANDO’ DA SIMON PIETRO E DALL’ALTRO DISCEPOLO, QUELLO CHE GESU’ AMAVA". (Gv. 20,2)

Continua anche oggi, l’approfondimento del Natale con la celebrazione della festa di san Giovanni evangelista, "quello che Gesù amava". Leggere questa frase, fino a qualche tempo fa, mi dava fastidio in quanto mi sembrava che Giovanni affermasse di essere una specie di prediletto, di "cocco di mamma" nei confronti degli altri. Gesù non amava meno Pietro o Matteo o Giacomo, Gesù amava e ama ciascuno in modo particolare, quella di Gesù non è filantropia (amore generico per l’uomo) è amore personale. Qualche volta la Chiesa, forse per paura di cattive interpretazioni materialistiche, ha avuto quasi paura di parlare di sentimenti, di amicizia, di amore nel Vangelo. Eppure non c’è uno che più di Gesù abbia provato e vissuto tutti i sentimenti: provate a pensare allo sguardo di Gesù che legge i cuori, alla profonda amicizia con Lazzaro, Marta e Maria, alle commozioni di Gesù davanti alla vedova di Naim che porta in sepoltura il suo figliolo o davanti a Gerusalemme, pensate allo sguardo di amore verso il giovane ricco, alle sue delicatezze nei confronti di Pietro… Anch’io posso dire come Giovanni di essere "Colui che Gesù ama", sì, perché mi ama con il mio carattere così com’è, mi ama e mi accetta con i miei limiti, mi aiuta esprimere al meglio i talenti che mi ha dato, mi segue con pazienza anche quando mi allontano, è disposto non solo a perdonarmi ma sempre a ricominciare con me, mette in evidenza le poche cose buone che ho e soprattutto il suo amore sensibile ed unico mi vuol far trovare la felicità nella strada che porta al padre.

 

 

DOMENICA 28 DICEMBRE: SANTA FAMIGLIA C

Una scheggia di preghiera:

 

QUESTA FAMIGLIA TI BENEDICE, TI BENEDICE SIGNORE

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: SANTI MARTIRI INNOCENTI

La festa di oggi ci fa ricordare i bambini uccisi dal re Erode nella speranza di uccidere Gesù. Non sappiamo esattamente quanti siano stati ma questi innocenti sono il segno di tutti gli innocenti uccisi a causa della giustizia e della fede.

Parola di Dio: 1Sam. 1,20-22.24-28; Sal. 83; 1Gv. 3,1-2.21-24; Lc. 2,41-52

 

"IL FANCIULLO GESU’ RIMASE A GERUSALEMME SENZA CHE I GENITORI SE NE ACCORGESSERO". (Lc. 2,43)

Quando ero ragazzino e si leggeva il brano di vangelo di oggi o si meditava il quinto mistero gaudioso del rosario, in me nascevano sentimenti diversi: mi sembrava strano che ci venisse presentata una "disobbedienza di Gesù"; d’altra parte la cosa mi piaceva: "Se anche Gesù è scappato di casa, se ha risposto in questo modo a Maria, anche le mie disobbedienze non sono poi così gravi come qualcuno vuol farmi passare". Ho poi capito che la "disobbedienza" di Gesù è giustificata da una obbedienza ancora più importante e che questo brano vuol cominciare a farci capire chi sia Gesù, cioè Colui che non solo appartiene ad una piccola famiglia umana ma Colui che ci fa entrare nella grande famiglia di Dio, perché a pieno titolo Egli è vero uomo e vero Dio. Ho anche capito che le esigenze di Dio, del cammino di fede, del compiere la sua volontà devono superare tutte le altre esigenze umane e allora sono contento che la liturgia di oggi mi faccia leggere nella festa della sacra famiglia, questo brano perché la famiglia di Nazareth che ci viene proposta come modello è prima di tutto una famiglia comune, come le nostre, con tutte le caratteristiche della sua epoca, con le gioie familiari vissute nella semplicità, con le apprensioni, le aspirazioni, gli interrogativi di tutti i giorni, proprio come a casa nostra. Non si tratta allora neanche per noi di aspirare ad una famiglia straordinaria, significa, invece, con semplicità far diventare straordinario l’ordinario, cioè vivere con Dio l’ordinario quotidiano, trasfigurare le gioie, i dolori, le paure, i dubbi, le speranze con la presenza, la forza e l’amore di Dio. Questo qualche volta ci risulterà più facile, altre volte più difficile, qualche volta si capisce e si accetta subito tutto, altre volte bisogna, come Maria, conservare queste cose nel cuore per macinarle ancora. Se però nelle nostre case c’è Dio, sarà proprio in Lui che in ogni giorno ritroveremo la forza e la gioia di riscoprire ciò che permette alle nostre famiglie di andare avanti anche in mezzo alle difficoltà.

 

 

LUNEDI’ 29 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU’, SEI LA LUCE PER ILLUMINARE LE GENTI, TU SEI LA GLORIA DEL NOSTRO POPOLO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: VITALE, Beato, Abate

Fin da giovane era innamorato di Dio. Fu cappellano presso Roberto di Normandia. Nel 1095 si ritirò a Dompierre, ma essendosi uniti a lui altri giovani nel 1112 fondò il monastero di Savigny di cui divenne abate, senza per questo smettere di percorrere la Francia per annunciare il Vangelo. Ovunque passava riusciva a costruire orfanotrofi, rifugi per i pellegrini. Severo con il peccato era molto misericordioso con i peccatori. Morì nel 1122

Parola di Dio: 1Gv. 2,3-11; Sal 95; Lc. 2,22-35

 

"SIMEONE PRESE IL BAMBINO TRA LE BRACCIA E BENEDISSE DIO". (Lc. 2,28)

Il gesto di Simeone mi ritorna in mente almeno due volte al giorno: la prima quando, all’offertorio, presento a Dio il pane e il vino e le nostre poche cose e la seconda quando, alla fine della grande preghiera Eucaristica, presento al Padre il corpo e il sangue di Gesù dicendo che la nostra lode a Lui avviene per Cristo, con Cristo, e in Cristo.

Gesù portato al tempio da Maria e Giuseppe, offerto al Padre e poi riscattato per noi con l’offerta dei poveri, anticipa proprio questo: Gesù si offre per noi, sia per donarci la salvezza, sia per farsi tutto per noi. Maria che lo ha ricevuto gratis da Dio, restituisce a Dio il dono e Dio le ridona Gesù e il suo mistero di cui essa è sempre più partecipe.

Se noi capissimo l’Eucarestia che troppe volte celebriamo solo come rito abitudinario! Che cosa abbiamo noi da offrire a Dio? Tutto è suo! Le uniche cose veramente nostre sono i peccati, gli egoismi… Ecco allora, l’esiguità del nostro offrire: un po’ di pane e vino e il frutto della terra e del nostro lavoro. Ma Dio, come ci ha indicato Gesù stesso nella moltiplicazione dei pani, non si spaventa dell’esiguità del dono e ce lo rende con la presenza stessa di Gesù e con la rinnovazione di tutti i suoi doni. Noi, allora, grazie a Lui possiamo cantare con pienezza la nostra lode a Dio. Altro che rito! La Messa è davvero questa Comunione (non solo intimistico tu per tu) con il mistero di Dio che continuamente comunica con noi in uno scambio vitale di doni.

 

 

MARTEDI’ 30 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

LODE A TE, SIGNORE, RICONOSCIUTO DAI PICCOLI E DAI DEBOLI.

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOCONDO, Santo, Vescovo di Aosta

Poche sono le notizie che abbiamo circa san Giocondo che già solo nel nome ci dona la serenità portata da Cristo con la sua buona novella. E’ il terzo vescovo certo di Aosta e successe a San Grato. Prese parte ai concili romani del 501 e del 502. Si presume sia morto il 30 dicembre, non si sa esattamente di quale anno.

Parola di Dio: 1Gv. 2,12-17; Sal. 95; Lc. 2,36-40

 

"ANNA, FIGLIA DI FANUELE AVEVA OTTANTAQUATTRO ANNI . VENNE E SI MISE A LODARE DIO E PARLAVA DEL BAMBINO A QUANTI ASPETTAVANO LA REDENZIONE". (Lc. 2,36.38)

Un giorno, un sacerdote che si apprestava a celebrare in una grande chiesa del centro cittadino, sbirciando dalla porta della sacrestia e vedendo in chiesa una decina di donne anziane, sbuffava dicendo: "Guarda: tutti i giorni mi tocca dir messa per queste quattro vecchie!" Forse aveva ragione nel rimpiangere la presenza alla Messa di altre persone, forse era vero che tra "quelle quattro vecchie" ce n’erano alcune pettegole, altre non avevano capito la Messa e magari per tutto il tempo bofonchiavano rosari, ma in mezzo a quelle "quattro vecchie" per quello che conoscevo io c’erano delle perle di fede che neanche il più grande predicatore di ascesi avrebbe potuto desiderar di meglio. C’era Giuseppina, la maestra, che non si era accontentata del suo lavoro, ma per tutta la vita aveva continuato ad insegnare e non solo grammatica ma anche amore, valori di vita, di fede; c’era Giovanna: la vita non era stata generosa con lei, prima le era morto il marito e lei si era allevati tre figli. La guerra gliene aveva portato via uno e la malattia, quella brutta malattia, gli altri due, eppure non aveva smesso di aver fede, di pregare e, fin che ce l’aveva fatta, di andare ogni giorno a preparare da mangiare alla mensa dei poveri. C’era Zoraide: prima elementare, per più di cinquant’anni un banco al mercato ma, siccome era onesta, non solo non si era arricchita ma oggi doveva essere aiutata dalla San Vincenzo. In tutti questi anni non aveva ancora imparato bene l’italiano che parlava misto al dialetto incomprensibile del suo paese, però diceva il suo rosario in latino con tanti strafalcioni che però erano musica per Maria e per Gesù e quando le dicevi: "Zoraide, preghi per me o per quel malato" lei diceva: "Dirrò u russerio" e cominciava subito.

Anche Gesù è stato preso tra le braccia di una ottantaquattrenne che bazzicava al tempio ma lei lo ha riconosciuto come Messia, i sacerdoti no!

 

 

MERCOLEDI’ 31 DICEMBRE

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, GESU’, PERCHE’ SE NOI TI ACCOGLIAMO TU CI FAI DIVENTARE FIGLI DI DIO

 

Tra i santi di oggi ricordiamo: MELANIA LA GIOVANE, Santa

Nata in un ricca e nobile famiglia romana, pur essendosi sposata, dopo la morte di due figli decise d’accordo con il marito Piniano di vivere entrambi una vita monacale. Si spostarono prima in Sicilia, poi in Africa, poi a Gerusalemme fondando monasteri animandoli con un intensa attività liturgica. Morì a Gerusalemme nel 440.

Parola di Dio: 1Gv. 2,18-21; Sal. 95; Gv. 1,1-18

 

"IN PRINCIPIO ERA IL VERBO" (Gv, 1,1)

L’anno si conclude con il Vangelo che comincia con la frase: "In principio" e questa frase ci rimanda addirittura alla prima parola della Bibbia: "In principio Dio creò il cielo e la terra". Per Dio che sempre è, il tempo è l’eterno presente del suo amore per noi. Per noi il tempo qui sulla terra è quel dono nel quale e attraverso il quale noi possiamo cogliere l’amore di Dio per noi e possiamo rispondervi, e il ponte per poter comunicare tra l’eterno e il temporale è proprio Gesù che è uomo concreto nel tempo ma che è Dio eterno. Allora guardo all’anno passato non solo con la nostalgia di chi aggiunge un altro anno ai suoi, neanche solo con la fretta di dimenticare per guardare avanti verso un futuro di cui non ho garanzie e non sono padrone, ma come chi in questo tempo passato ha ricevuto doni. Il mio anno trascorso è un dono prezioso. Non c’è nulla da buttare. Non tutti lo hanno potuto concludere. Scopro di dover ringraziare per un mucchio di cose, scopro anche le prove, le sofferenze e vorrei averle sfruttate per il bene mio e degli altri, scopro anche i "buchi", i vuoti che non ho saputo riempire d’amore, i tempi persi magari a pensare alle offese ricevute, le incapacità di perdono, le mancanze di attenzione per i vicini…. Signore perdonami e aiutami perché senza di te non possiamo nulla! Scopro anche i piccoli tentativi di rispondere all’amore con l’amore e ne sono contento.

Oggi e domani tutti si augurano buon anno e anch’io spero per me e per i miei e per tutto il mondo che sia un anno migliore, ma oggi, ultimo dell’anno, mentre ti ringrazio dei tuoi doni e ti chiedo scusa per i miei egoismi vorrei, o Gesù, augurare un buon anno anche a Te: che il tuo amore per noi non vada perduto, che ci sia riconoscenza per i tuoi doni, che il tuo esempio di perdono entri nella nostra vita, che la tua parola possa essere ascoltata, che coloro che operano il bene possano realizzarlo… Buon anno, Gesù: che Tu, davvero, possa essere tutto in tutti.

     
     
 

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