SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di don Franco LOCCI
AGOSTO 2003
VENERDI’ 1 AGOSTO
Una scheggia di preghiera:
DONACI
DI NON ESSERE INCREDULI, MA CREDENTI. (Gv.
20,28)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ALFONSO M. DE LIGUORI, Santo, Fondatore
Brillante avvocato napoletano, Alfonso (1696 - 1787) divenne sacerdote a trent’anni e si dedicò alla predicazione fra i poveri. Fondò la congregazione dei Redentoristi, dandole come scopo l’evangelizzazione delle zone rurali.
Parola
di Dio: Lev. 1,4-11.15-16.27.34-37; Sal. 80; Mt. 13,54-58
“E
SI SCANDALIZZAVANO PER CAUSA SUA”. (Mt. 13,57)
Dopo
aver letto la pagina odierna del vangelo ed averne ricordate alcune altri
simili, forse ci si può porre una domanda: come mai per certe persone (vedi i
pescatori del lago, Matteo, Zaccheo, il centurione la donna malata di perdite di
sangue…) riescono ad incontrare subito Gesù e a riconoscere in Lui il Maestro
o addirittura il Figlio di Dio, ottenendo anche dei doni come la chiamata oppure
dei miracoli, e alcuni altri, come i conterranei di Gesù, invece faticano o
sono increduli? Qualcuno può azzardare: “Forse avevano doni diversi”,
qualcun altro potrebbe dire: “Non è semplice per uno che ha giocato con Gesù
che lo ha visto sudare nel lavoro di falegname, riconoscere in Lui il Figlio di
Dio”. Sono risposte che però non ci convincono più di tanto perché sappiamo
che Gesù è venuto per tutti e non solo per qualcuno e perché sappiamo che
l’intimità con l’umanità di Gesù ha portato altri alla fede. La risposta
forse è più semplice: perché chi ha in mente una idea preconcetta di come ‘è’
Dio e di come ‘deve’ comportarsi, davanti all’estrema libertà, fantasia,
amore di Dio nel farsi uomo per noi, rimane spiazzato, non riesce a capirlo, a
farlo rientrare nei propri schemi, insomma, Dio non può essere così, Dio è
ortodosso, Dio deve avere l’etichetta della religione, Dio non va in giro per
la terra seguito da una banda di straccioni, Dio non sorride sull’osservanza
delle norme religiose, Dio i miracoli, quelli veri, li fa per i suoi, per quelli
buoni, Dio non ha frequentazioni con pubblici peccatori e prostitute. Coloro
invece che con semplicità hanno messo i loro occhi in Gesù, lo hanno accolto
come novità profonda, come liberazione non solo dalle schiavitù umane ma anche
da certe catene religiose, chi cioè ha accolto Gesù nella sua pienezza di
persona umana, ha accolto anche la sua divinità, si è fidato di Lui, gli ha
aperto la porta di casa sua, gli ha permesso di operare in se stesso dei
cambiamenti. Anche
a noi succede esattamente la stessa cosa. Mi viene in mente uno di quei racconti
fulminanti di Anthony de Mello:
Un
visitatore che si aspettava grandi cose dal maestro, rimase deluso dalle parole
comuni che questi gli rivolse.
“Sono
venuto qui in cerca di un maestro”, disse ad un discepolo, “e tutto quello
che trovo è un essere umano che non ha niente di diverso dagli altri”.
SABATO 2 AGOSTO
Una scheggia di preghiera:
AGNELLO
DI DIO CHE TOGLI I PECCATI DEL MONDO, ABBI PIETA’ DI NOI. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
EUSEBIO Dl VERCELLI, Santo, Vescovo
Vescovo
di Vercelli, Eusebio (c.300 –c. 371) visse in oriente per otto anni,
condannato all’esilio a causa della sua fede nella divinità di Cristo, da
poco definita dal concilio di Nicea (325). In questo periodo ebbe modo di
incontrare i monaci della Palestina e dell’Alto Egitto.Tornato nella sua
Diocesi, formò con i suoi preti una comunità quasi monastica, molto impegnata
nel campo della pastorale
Parola
di Dio:
Lev. 25,1.8-17; Sal. 66; Mt. 14,1-12
“ERODE
DICEVA: COSTUI E’ GIOVANNI BATTISTA RISUSCITATO DAI MORTI. (Mt. 14,2)
Quasi
a conferma della meditazione di ieri, il brano evangelico odierno ci fa vedere
che la paura per quanto aveva commesso, fa vedere Gesù, ad Erode, come un
Giovanni Battista redivivo. Erode è uno che si crede potente e come tutti i
potenti vive nella paura di perdere il suo potere; questa paura, il voler
apparire, ed anche una dose abbondante di imbecillità (che di solito accompagna
sempre i potenti di questa terra), lo portano ad agire con violenza, qualche
volta anche contro se stesso. Giovanni Battista è stato ucciso perché dava
fastidio ma soprattutto per salvare la faccia, ma la paura di quanto ha fatto,
la consapevolezza di aver toccato forze più grandi di se stesso, ora fa vedere
Giovanni ancora vivo. La
paura! Quante immagini distorte di Dio ha ingenerato la paura! Certamente Dio è
più grande di noi, è il Misterioso, di lui dobbiamo avere rispetto. Aver timor
di Dio è riconoscere a Dio la proprietà di essere Dio e riconoscere in noi
l’essenza di creature. Ma questo non vuol dire avere paura di Dio,
specialmente del Dio Padre buono rivelato da Gesù.
DOMENICA 3 AGOSTO : 18^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE,
DACCI SEMPRE IL PANE DELLA VITA. (Gv.
6,34)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
LIDIA, Santa
In Macedonia, durante il secondo viaggio missionario di San Paolo, tra il 50 e il 53, una donna, Lidia, venditrice di porpora, sentite le parole dell’Apostolo si converte e si fa battezzare. Lidia è la prima donna catturata da Cristo in terra europea, la prima tra le donne che porteranno la luce della fede in seno alla famiglia.
Parola
di Dio: Es. 16,2-4.12-15; Sal.77; Ef. 4,17. 20-24; Gv. 6,24-35
“IL
PANE DI DIO E’ COLUI CHE DISCENDE DAL CIELO E DA’ LA VITA AL MONDO”.
(Gv.6,33)
Dio
ha mandato suo Figlio nel mondo con un compito ben definito, quello di offrire a
noi uomini nientemeno che la vita stessa di Dio affinché, diventati suoi figli,
possano aver parte alla vita eterna e condividere un giorno la sua felicità e
la sua gloria: “Eredi di Dio, coeredi di Cristo”, come insegna san Paolo
LUNEDI’ 4 AGOSTO
Una scheggia di preghiera:
SE
HO TROVATO GRAZIA AI TUOI OCCHI, CHE IO NON VEDA PIU’ LA MIA SVENTURA. (Num,
11,15)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GASPARE GOGGI, Servo di Dio
Nacque
a Pozzolo Fornigaro ( Alessandria ) il 6 gennaio 1877 da una famiglia contadina
profondamente cristiana. L’incontro con don Orione segnò la sua vita.
Laureatosi in lettere e filosofia all’Università di Torino fu
contemporaneamente l’anima del “cenacoli” di don Orione.
Parola
di Dio: Num 11,4-15; Sal. 80; Mt. 14, 13-21
“SPEZZO’
I PANI, LI DIEDE AI DISCEPOLI E I DISCEPOLI LI DISTRIBUIRONO ALLA FOLLA”.
(Mt.14,19)
Il racconto della moltiplicazione dei pani, che è un simbolo del dono dell’Eucarestia, ci permette di continuare la riflessione di ieri: se Gesù, facendosi pane per essere cibo alla nostra vita spirituale ci invita a mangiare di Lui, quando devo o non devo andare a fare la comunione? Un modo tecnicamente esatto ma che se non ben interpretato rischia di sviarci dal vero senso dell’Eucarestia, è quello di dire che va a fare la comunione chi è in grazia di Dio e non ci deve andare chi è in peccato. Ma chi ha la misura per stabilire questi criteri? Di nuovo ci viene risposto: la Chiesa con le sue norme. Anche qui la risposta è giusta, ma attenzione a non far dipendere l’Eucarestia da una serie di norme che spesso poi rischiano di essere interpretate con criteri molto umani. Non è forse molto più semplice, rispettoso del dono fattoci da Gesù e rispettoso anche di quanto ci dice la Chiesa dire che non posso andare e non sarebbe giusto andare a ricevere l’Eucarestia quando non riconosco chi essa sia e che cosa essa opera dentro di me? Detto in altre parole se io non credo che quel pane è Gesù nel suo mistero di passione morte e risurrezione, è meglio che non vada a riceverlo, se io non credo che questo pane è il perdono, la riconciliazione che Dio mi offre, se non credo che con la forza di questo pane io posso cambiare i miei atteggiamenti egoistici in atteggiamenti di condivisione fraterna, vanificherei il dono andando a riceverlo. Ma se io scopro di non essere perfetto, se scopro la mia povertà umana, se scopro anche il mio peccato, ma sento il bisogno di Dio per vincere il male che è in me, allora è proprio il momento di ricevere l’Eucarestia per avere la forza di questa comunione con Dio che mi permetta di tentare con decisione di cambiare. Ricordiamoci sempre le parole di Gesù: “Non sono venuto per i sani ma per i peccatori perché si convertano e vivano”.
MARTEDI’ 5 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
CREA
IN ME, O DIO UN CUORE PURO, RINNOVA IN ME UNO SPIRITO SALDO. (Sal.
51,12)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
OSVALDO, Santo
Fu figlio di re inglese. Si convertì in Scozia e visse con generosità e coraggio. Fu ucciso in battaglia dal re pagano che si era impadronito del suo paese e l’ultimo suo gesto fu di pregare per i soldati che morivano per lui. Il suo corpo fu martirizzato, mutilato e squartato. Era l’anno 642 e Osvaldo aveva 38 anni.
Parola
di Dio: Num. 12,1.13; sal. 50; Mt. 14,22-36
“GESU’
SALI’ SUL MONTE, SOLO, A PREGARE”. (Mt. 14,23)
Scusate se oggi, partendo da questo episodio dove Gesù prega a lungo sulla montagna, approfitto per fare con voi una meditazione un po’ più lunga sulla preghiera, ma lo faccio pensando che molti di voi forse in questi giorni stanno facendo un po’ di vacanza e forse hanno un briciolo di tempo in più per riflettere. Vorrei chiedermi con voi: perché pregare? Penso che la vita cristiana sia come un’amicizia condivisa da due persone e la preghiera è la via attraverso la quale quest’amicizia cresce e si sviluppa. La preghiera è parlare con Gesù, e attraverso Gesù al Padre, di ogni cosa, in ogni luogo, in ogni tempo. Essa è per il cristiano ciò che è il respiro per il corpo umano.
Ma se Dio conosce ogni cosa, perché pregare? Perché la preghiera serve soprattutto a noi, pregando rendiamo più profonda la nostra amicizia con Gesù. Pregare non è poi solo chiedere delle cose, è stare con Lui, con Lui condividere cose e persone, gioie e dolori. Gesù era Dio e in sé non avrebbe avuto bisogno di pregare, ma Gesù cerca continuamente quella comunione con il Padre che gli permette poi di dire “Chi vede me vede il Padre”.
Gesù
poi ci ha insegnato a pregare ed ha anche promesso che avrebbe risposto ad ogni
nostra preghiera. A volte però Egli non ci dà quello che noi chiediamo, perché
sa ciò che è meglio per noi, perché vede molto più lontano delle nostre
richieste immediate.
MERCOLEDI’ 6 AGOSTO : TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
Una scheggia di preghiera:
FA’
CHE ASCOLTIAMO LA PAROLA DEL TUO AMATISSIMO FIGLIO PER
DIVENTARE COEREDI DELLA SUA VITA IMMORTALE. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIORDANO, Santo, Vescovo
Dalla folla silenziosa di oscuri martiri che, attraverso le persecuzioni, come umili pietre contribuirono ad edificare la Chiesa, ecco emergere anche Giordano, vescovo di Evora, in Portogallo. il cui contributo consistette nel farsi massacrare per amore di Cristo, nel 303.
Parola
di Dio nella festa della Trasfigurazione:
Dan. 7,9-10.13-14; Sal. 96; Mc. 9,2-10
“UNA
VOCE USCI’ DALLA NUBE: QUESTI E’ IL FIGLIO MIO PREDILETTO:
ASCOLTATATELO!”. (Mc. 9,7)
La
festa della trasfigurazione ci permette di aggiungere una cosa importante alla
riflessioni di ieri sulla preghiera. Se è essa è dialogo amoroso tra noi e il
Signore non è solo importante sapere quello che dobbiamo dire noi, ma anche
saper ascoltare quello che Lui ha da dirci e accogliere quello che ha da darci. Davanti agli apostoli inebetiti da questa
grandiosa manifestazione di Gesù che da una parte
aumenta la loro fede nel Messia Figlio di Dio, ma che dall’altra li fa
entrare nel mistero di Dio, la voce del Padre dice che Gesù suo Figlio va
ascoltato. Sovente,
la domenica, quando alle intenzioni della preghiera sento me stesso e
l’assemblea rispondere: “Ascoltaci o Signore!”, mi chiedo due cose; prima
di tutto se questo “ascoltaci” è davvero convinto ed è adesione alle
richieste del lettore (quante volte non si capisce neppure quello che chiede o
ci sono delle intenzioni dei fedeli, preparate da sacerdoti, così astruse che
forse avrà difficoltà anche il Padre Eterno a capirle) e, seconda cosa, visto
che abbiamo appena finito di ascoltare la parola di Dio e il commento
dell’omelia se non sia anche il Signore a pregare noi dicendoci: “Franco (e
qui ciascuno metta il suo nome) mi hai ascoltato?”
GIOVEDI’ 7 AGOSTO
Una scheggia di preghiera:
RINNOVA,
SIGNORE, L’OPERA DELLA TUA CREAZIONE
E CUSTODISCI CIO’ CHE HAI RINNOVATO.
(Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ADRIANO DA BURONZO, Beato.
Nacque
a Buronzo dalla famiglia Berzetto nella prima metà del XV secolo. Fu
agostiniano e priore di vari monasteri tra cui quello di Avigliana che avrebbe
lui stesso fondato. Fu anche a Santa Maria della Misericordia di Vercelli e a
San Pietro di Biella. Non si conosce la data della sua morte; da documenti si sa
solo che nel 1490 era ancora vivo.
Parola
di Dio: Num. 20,1-13; Sal. 94; Mt. 16,13-23
“LUNGI
DA ME, SATANA! TU MI SEI DI SCANDALO PERCHE’ NON PENSI SECONDO DIO, MA SECONDO
GLI UOMINI!”. (Mt. 16-23)
Uno
dei possibili rischi della preghiera è quello di metterci noi al posto di Dio e
di avere noi da suggerire a Lui come deve comportarsi, che cosa deve fare e dare
a noi e al nostro prossimo. Pietro
è certamente un entusiasta. E’ anche uno che ha maturato la sua fede che ha
scoperto in Gesù il Messia, il Figlio di Dio, ma la troppa confidenza, il suo
voler bene a Gesù legato però a ragionamenti molto terreni, lo porta a
mettersi contro i progetti di Dio.
VENERDI’ 8 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
TU,
O SIGNORE, SEI DIO LASSU’ NEI CIELI E QUAGGIU’ SULLA TERRA E NON VE N’E’
UN ALTRO. (Deut.
4,39)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
DOMENICO, Santo, Fondatore
Domenico di Gutzman, di famiglia e di animo nobile nacque a Caleruega (Spagna) nel 1170. Divenne sacerdote. Scoprendo i danni prodotti dalle eresie fondò un ordine di frati predicatori poveri ed umili che predicassero con le parole e la vita. Onorio III approvò il nuovo ordine chiamato dei “Domenicani”. Nel 1221 Domenico, consumato dalle fatiche, morì a Bologna.
Parola
di Dio: Deut. 4,32-40; Sal. 76; Mt. 16,24-28
“SE
QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME RINNEGHI SE STESSO, PRENDA LA SUA CROCE E MI
SEGUA”. (Mt. 16,24)
Frase dura quella che Gesù ci suggerisce oggi. Eppure chiarificatrice su che cosa significhi essere veri discepoli di Cristo. Partiamo da una prima osservazione: non confondiamo il seguire Gesù con l’iscriversi ad una associazione o aderire ad una chiesa. Il cristiano prima di tutto è uno che è stato scelto da Gesù: “Non siete voi che avete scelto me, ma io ho scelto voi”. Se dunque io sono stato scelto dall’amore di Dio per essere discepolo di Gesù non solo devo conoscerlo, amarlo e avere fede in Lui, significa che devo diventare Lui. Diceva San Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. Comprendiamo allora la frase di oggi: rinnegare se stessi, non significa fare qualche piccolo sacrificio, significa dire di “no” al vecchio egoistico modo di vivere e di pensare e dire di “sì” a Gesù. La vita che io vivo non è più mia, per farne quello che voglio, ora appartiene a Gesù. E’ Lui il Signore e Maestro di tutto ciò che sono e di tutto ciò che ho. E allora riesco anche a capire che cosa significa: “Prendere la croce”. Per Gesù la croce significava dolore e vergogna, solitudine e rifiuto, sofferenza e morte. Gesù ci esorta a percorrere la medesima strada e a non sorprendersi quando avvengono incomprensioni e opposizioni. Prendere la croce, significa capire a fondo, proprio guardando a quello che Lui ha fatto, che il modo migliore di amare Lui e il prossimo è quello di "dare", consumare la nostra vita per gli altri
SABATO 9 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
DONACI,
SIGNORE, FEDE PARI AD UN GRANELLO DI SENAPA. (Mt.
17,20)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
VEREMONDO, Santo, Vescovo di Ivrea
Nasce
nella prima metà del secolo X. In
gioventù sarebbe stato camerlengo e avvocato a Pavia. Ottone I lo nominò
vescovo di Ivrea allora dominata dal marchese Arduino a cui Veremondo si oppose
in diverse occasioni fino a fulminargli la scomunica poi rinnovata dal Papa
Gregorio V. Quando fu eretta l’Abbazia di Fruttuaria anche con il concorso di
Arduino, Veremondo concesse ad essa grandi privilegi ed esenzioni. In quella
stessa abbazia si ritirerà Arduino al termine della sua vita. Durante il suo
episcopato rinvenne le reliquie del martire Tegulo, curò la costruzione della
cattedrale di Ivrea, istituì una scuola vescovile. Morì tra il 1010 e il 1014.
Parola
di Dio: Deut. 6,4-13; sal. 17; Mt. 17,14-20
“PERCHE’
NOI NON ABBIAMO POTUTO SCACCIARE QUELLO SPIRITO IMMONDO?”. “PER LA VOSTRA
POCA FEDE”. Mt. 17,19-20)
Quando mi disse : “Beato lei che ha fede” fu come uno schiaffo in faccia. Chi si dichiarava non credente era un uomo che da sei anni si prendeva cura del suo ragazzo che a causa di un incidente era rimasto paralizzato su una carrozzella e non riusciva a comunicare se non con gli occhi e qualche goffo movimento del capo e delle mani. Quell’uomo aveva rinunciato a terminare la sua carriera, nel frattempo aveva perso la moglie ma ogni giorno ricominciava da capo, metteva suo figlio sulla carrozzella, lo lavava, lo imboccava gli faceva tutti i servizi, lo portava in giro e tutto senza umana speranza di vedere una soluzione. E quell’uomo mi diceva beato per la fede! E lo diceva sinceramente! Mi sono reso conto di quanto aveva ragione Gesù di dire ai suoi discepoli e a me e a tutta la sua chiesa di quanto poca sia la nostra fede. E non lo dico tanto perché se noi avessimo fede riusciremmo ad ottenere miracoli, quanto perché scopro in me e in molti cristiani che la nostra fede è spesso una fede di parole che però dorme beatamente nella vita. Ma vi sembra che se i cristiani sulla terra avessero davvero fede ci sarebbero ancora milioni di uomini che muoiono di fame? Vi sembra che proprio tra cristiani abbondino i tradimenti, le oppressioni del prossimo, le ingiustizie, le ipocrisie? Mi è abbastanza facile dire il credo alla domenica e affermare di credere in un Dio Padre misericordioso, in un Figlio che ha dato la sua vita per me, in uno Spirito che mi sostiene e mi assiste, ma nella mia vita che posto ha la Trinità se spesso essa viene dopo il portafoglio, dopo la soddisfazione dei miei piaceri e desideri, se il tanto amore che Dio ha per me non mi spinge ad uscire dal mio guscio per farmi portatore di questo amore a qualche fratello? Quando ripenso a quel padre scopro che se non aveva una fede teologale, e che, se forse qualche volta pensava ad un Dio, se la prendeva pure con Lui per quello che gli era successo, aveva una fede forse solo umana ma fatta dalla costanza del suo amore, dalla fatica del quotidiano, dalle amarezze subite, dalla speranza in suo figlio perché, privato di tutto e senza speranze umane avesse almeno il suo amore. Allora mi sento di ripetere con verità quella invocazione del Vangelo: “Signore, noi crediamo, ma aiutaci nella nostra incredulità”
DOMENICA 10 AGOSTO : 19^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Una
scheggia di preghiera:
CON
LA FORZA DEL TUO CIBO DONACI DI CAMMINARE VERSO LE TUE PROMESSE.
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
BESSO Santo, Martire
I
fatti ci presentano due San Besso, uno ricordato in una chiesa campestre presso
Campiglia e l’altro ad Ivrea, da alcuni addirittura creduto vescovo di questa
città. La soluzione potrebbe essere che il primo fosse stato un eremita
martirizzato e il secondo forse uno dei tanti appartenuti alla legione Tebea
che, giunto ad Ivrea, fu martirizzato sul posto. Ecco come ci racconta la
leggenda a proposito del Besso di Campiglia:
Besso era scampato al massacro della legione Tebea ed era andato a
predicare il Vangelo in Val Soana e a Cogne. Fu però fatto schiavo di un
proprietario terriero e fu mandato a pascolare il gregge. Altri pastori
invidiosi perché il suo gregge era più florido del loro, rubarono un montone
lo uccisero e per compromettere Besso lo invitarono a mangiarlo con loro. Al suo
diniego e alla sua affermazione di fede, lo uccisero e gettarono il suo corpo in
un burrone. Gli abitanti di Campiglia raccolsero il corpo e lo inumarono in una
roccia vicino alla quale sorse un santuarietto meta continua di pellegrinaggi.
Parola
di Dio: 1Re 19,4-8; Sal. 33; Ef.4,30-5,2; Gv. 6,41-51
“IO
SONO IL PANE DISCESO DAL CIELO; SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE VIVRA’ IN
ETERNO”:
Credo che a molti di voi sia capitato di passare lunghi momenti davanti all’Eucarestia e, se non siamo troppo preoccupati di che cosa dire, di che cosa fare, forse abbiamo lasciato andare il nostro cuore davanti a questo mistero che è davvero un abisso che richiede fede e dà fede, che nasconde e manifesta, che comunica in modo ineffabile, ma richiede il coinvolgimento della nostra vita. Oggi vi offro proprio solo alcune schegge sull’Eucarestia.
- L’Eucarestia è la povertà di Dio: E’ la grandezza che si fa piccolezza, è l’amore che si fa pane.
- L’Eucarestia è la storia del più grande amore che sia vissuto su questa terra da un uomo chiamato Gesù.
- Tu puoi tenere in mano Dio come un pezzo di pane, è la presenza più ravvicinata e personalizzata che si possa immaginare. Se fosse davanti a noi in altro modo più appariscente, più trionfale ne saremmo schiacciati o per lo meno spaventati, invece sotto il segno del pane ci lascia veramente liberi: è amore che chiede solo amore.
- Dio prima di essere amicizia è pane, prima di essere nostro giudice è nostro nutrimento ed è un cibo che può trasformarmi: se voglio mi cambia lasciandosi mangiare da me.
Disse il Curato d’Ars:
Quando Dio decise di dare alla nostra anima un alimento che la sostenesse nel pellegrinaggio della vita, volse lo sguardo alla creazione e non trovò nulla che fosse degno di lei. Allora posò lo sguardo su di sé e decise di donare la propria persona.
Disse san Giovanni Crisostomo:
Gesù vuole che noi diventiamo suo corpo non solo mediante la carità, ma realmente, mescolandoci alla sua stessa carne. Egli si mescola a noi, mette in noi il suo corpo affinché noi diventiamo con lui una cosa sola.
Diceva
Francesco di Sales:
Credetemi,
a forza di mangiare la Bellezza, la Bontà e la Purezza in questo sacramento,
diventerete belli, buoni e puri.
Concludo
con una citazione Francois Mauriac:
“Stiamo
andando verso l'eternità: ci dovremmo andare di comunione in comunione.”.
LUNEDI’ 11 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
FA CRESCERE IN NOI LO SPIRITO DI FIGLI ADOTTIVI, PERCHE’ POSSIAMO ENTRARE
NELL’EREDITA’ CHE CI HA PROMESSO. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
CHIARA D’ASSISI, Santa, Fondatrice
Penso
che tutti abbiamo presente la freschezza e la gioia di questa ragazza che,
affascinata dall’esempio di Francesco, a diciotto anni consacrò nella povertà
la sua vita a Cristo. Nacque così l’ordine delle Clarisse che lei guidò per
42 anni nel convento di S. Damiano, ad Assisi.
Parola
di Dio: Deut. 10,12-22; Sal. 147; Mt. 17,22-27
“IL
VOSTRO MAESTRO NON PAGA LA TASSA PER IL TEMPIO?”. (Mt. 17,24)
Parlare di tasse normalmente è un discorso che non piace, sarà per il fatto che bisogna esborsare dei denari sudati, sarà per il fatto che spesso non si vedono bene usati i soldi versati per il bene comune. Ma anche quando, in ogni situazione si vedono le cose come una tassa da pagare, un dovere da compiere per non incorrere in qualche penalità, il discorso diventa pesante. Ogni Ebreo, oltre alle tasse da pagare ai romani, al re Erode aveva anche una tassa da pagare per il mantenimento del Tempio di Gerusalemme e di tutto quello che, legato alla religione, girava attorno ad esso. Chiedono a Gesù di esibire la ricevuta fiscale. E lui ancora una volta amareggiato da questo fiscalismo che impedisce di riconoscerlo, per loro serenità provvede al pagamento per sé e per i suoi, ma Gesù non è venuto a pagare nessuna tassa, né a noi che nei confronti di Dio non possiamo vantare nessun credito ma al massimo debito, né nei confronti del Padre che non ha bisogno di tasse, di sacrifici e di sangue per placarsi e continuare a voler bene ai suoi figli. Gesù è venuto ed ha dato tutto se stesso per amore, e l’amore lo ha portato a pagare ben di più di quello che poteva esigere la grettezza di un tariffario. La stessa cosa può succedere a noi nella nostra vita religiosa. Possiamo vedere il nostro rapporto con Dio e con i fratelli come una tassa da pagare per poter ottenere qualcosa o una risposta di amore grande nei confronti di un amore più grande che ci è donato. Qualche esempio per capirci meglio: se vedo la Messa della domenica come una tassa da pagare perché c’è un comandamento che lo impone e perché “Se no Dio si arrabbia con me e non mi manda più in paradiso ma mi affibbia almeno un po’ di anni di purgatorio”, io andrò a messa con rassegnazione, cercherò il prete che se la sbriga più in fretta, subirò passivamente un rito, la messa certamente non mi darà nulla per la vita e avrò perso un appuntamento con il Signore che invece voleva donarmi se stesso, farmi partecipe della sua vita, caricarmi per la settimana. Se devo voler bene al mio prossimo solo perché ‘purtroppo’ il Signore ha voluto così, solo perché non voglio correre il rischio che poi Lui si vendichi giudicandomi magari con lo stesso metro con cui ho giudicato io, diventerò ipocrita, non perdonerò mai con il cuore, il mio prossimo sarà solo e sempre un peso per me.
MARTEDI’ 12 AGOSTO
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE DIO, TU CAMMINI CON NOI, NON CI ABBANDONARE. (Deut. 31,8)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ERCOLANO, Santo, Vescovo
Visse
nel VI secolo. Fu Vescovo di Brescia ma un giorno rinunciò a questo incarico
perché sentiva forte il richiamo della preghiera. Terminò la sua vita in un
eremo.
Parola
di Dio: Deut. 31,1-8; Cantico da Deut. 32; Mt. 18,1-5.10.12-14
“SE
NON DIVENTERETE COME BAMBINI NON ENTRERETE NEL REGNO DEI CIELI”. (Mt. 18,3)
Per
capire il significato dell’invito di Gesù a diventare piccoli bisogna
guardare a come Dio stesso si è comportato. Il popolo eletto aspettava il
Messia e credeva sarebbe arrivato con potenza, gloria, teofanie sfolgoranti,
tuoni e lampi come sul Sinai, trionfo per lui e per i suoi fedeli. Cosa arriva?
La debolezza, la piccolezza, l’oscurità ; chi può riconoscere Dio sotto il
velo della carne di un bimbo indifeso? Solo l’umile Maria o dei rozzi pastori,
o dei sapienti ma abituati a cercare e fare lunghi cammini. E
quando Gesù è cresciuto vivendo per trent’anni
in oscuro borgo di Galilea come avrebbe potuto essere riconosciuto secondo le
aspettative del Messia? Si aspettavano il
figlio del Re Davide, il Vincitore, il Dio degli eserciti, colui che avrebbe
dovuto scacciare gli odiati romani. Chi arriva? Un povero operaio con un
gruppetto di poveracci. Anche qui solo pochi poveri ed umili riescono a
riconoscerlo. E come finisce la storia?
L’urto tra Lui che dice di essere il Figlio di Dio, il Messia e coloro che non
possono accettare una simile maniera di procedere giunge all’acme e si risolve
con la crocifissione di un innocente. E anche lì, ai piedi di quella croce sono
poche e umili persone a credere in Lui e a piangere per Lui e per noi. Dio ha
scelto la strada della piccolezza e solo i piccoli e gli umili riescono ad
accoglierlo. “Perfino la Chiesa – e qui cito fra virgolette perché non sono
le solite battute di don Franco che sulla Chiesa ci va pesante, ma sono parole
di Carlo Carretto, scritte anche parecchi anni fa e con tanto di imprimatur –
prende continuamente degli abbagli in questo senso e su questa strada. Sa
benissimo che Lui ha detto: “Il mio regno non è di questo mondo” e lei si
è fatta ed ha tuttora un regno, il Vaticano, anche se oggi piccolino,
piccolino! Sa benissimo che la dolcezza di Gesù e la sua non violenza ha
suggerito a Pietro: “Metti la spada nel fodero” e lei, così, alla
chetichella, ne ha fatti sbudellare parecchi per “zelo” di Lui! Si ricorda
che lui venne a Gerusalemme su un asinello rifuggendo sempre il trionfo e non
accettando mai che lo facessero re, e lei, poverina si adagiò sovente al regno
e amò il trionfo tanto che proprio per lei fu forgiato il termine "trionfalista"!”
Anche la Chiesa e anche noi se non ritroviamo davvero il bambino che è in noi,
la piccolezza del nostro essere, la capacità contemplativa rischiamo di vedere
solo il buio di Dio e di andarlo a cercare altrove mentre invece Lui è proprio
nell’umiltà del nostro cammino.
MERCOLEDI’ 13 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
BENEDETTO
SEI TU, DIO DELLA MIA VITA. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
IPPOLITO DI ROMA Santo Martire
Il
santo martire che ricordiamo oggi in sé non ha nulla di piemontese ma lo
ricordiamo in quanto egli è patrono del comune di Bardonecchia. Le notizie su
questo santo martire sono notevolmente confuse sembra fosse un sacerdote fecondo
scrittore, esiliato in Sardegna con papa Ponziano. Attorno a lui fiorirono
numerose leggende. Una di queste dice che fu arrestato insieme a Lorenzo e
Sisto, e mentre questi venivano decapitati Ippolito fu fatto trascinare fino a
morte da indomiti cavalli
Parola
di Dio: Deut. 34,1-12; Sal. 65; Mt. 18,15-20
“SE TUO FRATELLO COMMETTE UNA COLPA…”. (Mt. 18,15)
Gesù
è davvero realista. Ci ha detto che
la cosa più grande che possiamo fare è quella di amare Dio e i fratelli con
tutto il cuore, la mente, le forze, ma sa benissimo che non è facile, che i
nostri sentimenti, ragionamenti spesso sono sviati dall’egoismo e che le
nostre forze sono deboli. Anche nella vita tra cristiani, proprio perché vita
di comunità spesso nascono delle difficoltà e allora
ci illustra il modo di gestire i nascenti conflitti nella comunità
primitiva: passato l'entusiasmo dell'adesione al Maestro, allora come oggi
sorgevano i problemi di dialogo e di comprensione col rischio di gesti estremi
(magari in nome del vangelo!).
GIOVEDI’ 14 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
FA’ CHE APPREZZANDO LA TUA MISERICORDIA, DIVENTIAMO MISERICORDIOSI. (Lc.
6,36)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
MASSIMILIANO KOLBE, Santo
Nato
in Polonia nel 1894, Massimiliano entrò nella famiglia francescana dei Minori
Conventuali. Fondò la “Milizia di Maria Immacolata” e svolse, con la parola
e con la stampa, un intenso apostolato in Europa e in Asia. Deportato ad
Auschwitz durante la seconda guerra mondiale, offrì la sua vita in cambio di
quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Morì nel bunker
della fame il 14 agosto 1941.
Parola
di Dio:
Gios. 3,7-10-11.13-17; Sal. 113; Mt. 18,21-19,1
“SIGNORE, QUANTE VOLTE DOVRO’ PERDONARE AL MIO FRATELLO SE PECCA CONTRO DI ME? FINO A SETTE VOLTE?”. (Mt. 18,21)
La
logica del perdono, chissà perché, è qualcosa che urta profondamente contro i
nostri istinti. Eppure è ciò che maggiormente caratterizza la nostra identità
cristiana. Siamo chiamati, quindi, a perdonare sempre. Riflettiamo bene su
questa pagina perché contagi, un poco almeno, la nostra vita.
VENERDI’ 15 AGOSTO : ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Una
scheggia di preghiera:
BENEDETTA
TU FRA LE DONNE E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO. (Lc.
1,42)
Oggi ricordiamo: FESTA DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
“Colei
che nel parto aveva conservato illesa la sua verginità, doveva anche conservare
senza alcuna corruzione il suo corpo dopo la morte. Colei che aveva portato nel
suo seno il Creatore fatto bambino, doveva abitare nei tabernacoli divini.
Colei, che fu data in sposa dal Padre, non poteva che trovare dimora nelle sedi
celesti. Doveva contemplare il suo Figlio nella gloria alla destra del Padre,
lei che lo aveva visto sulla croce, lei, che fu trapassata dalla spada del
dolore quando lo vide morire. Era giusto che la Madre di Dio possedesse ciò che
appartiene al Figlio e che fosse onorata da tutte le creature come Madre e
ancella di Dio” (San Giovanni
Damasceno).
Parola
di Dio: Ap. 11,19; 12,1-6.10; Sal. 44; 1Cor. 15,20-26; Lc. 1, 39-56
“IN
QUEI GIORNI MARIA SI MISE IN VIAGGIO”. (Lc. 1,39)
La
festa di oggi è un occasione per molte riflessioni diverse. Ecco un accenno ad
alcune di esse. Ogni lettore faccia la sua meditazione su ciò che maggiormente
lo ha colpito.
SABATO 16 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
SEI
TU, SIGNORE, L’UNICO MIO BENE. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
Rocco, Santo
Rocco,
morti i genitori, volle seguire Gesù che, per il Vangelo, non aveva dove posare
il capo. Perciò rinunciò a tutti i suoi averi, si vestì come i poveri, prese
un bastone e si fece pellegrino. Dalla Francia scese in Italia, portando ovunque
la testimonianza di Gesù povero e amico dei malati. A
quei tempi, siamo nel secolo XIV, spesso la peste infieriva sulle varie città e
Rocco accorreva proprio là tra gli appestati, perché essi avevano più bisogno
d’aiuto. Pellegrinò in quasi
tutte le città d’Italia, lavorò in molti ospedali. Non
cessò dal suo intenso lavoro contro la peste, neppure quando, colpito da una
freccia alla coscia destra, ne portò la piaga e il dolore per tutta la vita.
Morì all’età di trentadue anni, dopo cinque anni di prigione, infatti era
stato scambiato per una spia.
Parola
di Dio: Gios. 24,14-29; Sal. 15; Mt. 19,13-15
“LASCIATE
CHE I BAMBINI VENGANO A ME, PERCHE' DI QUESTI E’ IL REGNO DEI CIELI”. (Mt.
19,14)
Quante
volte mi sono accostato al senso della vita e con la mia intelligenza ho cercato
di scrutarne i significati più profondi. Ne sono restato meravigliato,
attratto, ma mi sono dovuto fermare: quello che capivo era un nulla in confronto
a quello che rimaneva meraviglioso ma oscuro, e di quello che capivo molte erano
intuizioni non provate, teorie da verificare, cose o affermate o messe in dubbio
da persone diverse.
DOMENICA 17 AGOSTO : 20^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una
scheggia di preghiera:
TU, GESU’, SEI IL PANE DISCESO DAL
CIELO,
LA TUA CARNE E’ VERO CIBO E IL TUO
SANGUE VERA BEVANDA. (Gv.
6,58.54)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIACINTO, Santo
Nato nel XII secolo in Turchia, trascorse la propria vita inseguendo un unico scopo: rendere partecipi quanti più possibile della fede, aprire le menti al messaggio di Cristo, illuminare i cuori. Per questa sua testimonianza fu arrestato e morì tra grandi tormenti.
Parola
di Dio: Prov. 9,1-6; Sal. 33; Ef. 5,15-20; Gv. 6,51-58
“IN
VERITA’ VI DICO: SE NON MANGIATE LA CARNE DEL FIGLIO DELL’UOMO E NON BEVETE
IL SUO SANGUE NON AVRETE IN VOI LA VITA”. (Gv. 5,53)
Alcuni
anni fa nella comunità parrocchiale dove svolgevo il mio servizio di parroco si
era creato davvero un bel clima di preghiera e di serenità alla messa
domenicale: ci si trovava bene insieme, si cantava e pregava volentieri… Pur
conoscendo quasi tutti i partecipanti alla Messa rimanevo stupito dal fatto che
ci fosse un gruppo abbastanza numeroso che veniva a Messa abitualmente e direi
anche con gusto ma poi non andava a fare la Comunione. Con riservatezza provai a
tastare il terreno presso alcuni di loro ed ebbi questa serie di risposte:
“Vede, io vengo a Messa per tutta una serie di ricordi belli e brutti della
mia vita, forse non so neanche se vengo per fede, per abitudine o per sentire
una parola diversa da quelle che ascolto tutta la settimana, ma come posso
andare a far la Comunione se non so che cosa sia e se, tutto sommato, forse non
ci credo neppure?”. Un'altra persona quasi con aria di rimprovero mi disse:
“Sapesse quanta voglia avrei di mettermi in fila per ricevere Gesù, ma voi
preti, con le vostre norme avete detto che i divorziati non possono accostarsi;
ma io non mi sono mica divorziata in odio a Gesù, l’ho fatto per le botte che
prendevo e se ho cercato di ricostruirmi una famiglia l’ho fatto si, anche per
me, ma soprattutto per i miei figli”. Un altro ancora: “Non posso andare a
fare la Comunione. Se lo facessi dovrei cambiare ed ora non ci riesco proprio
anzi comincio a temere che non ci riuscirò mai!”. “Mi hanno insegnato che
le cose sacre sono cose serie, mi sembra banalizzare una cosa seria vedere tutta
quella fila di persone che tendono la mano e poi nella vita…” E
la serie di risposte. alcune profondamente valide, altre superficiali hanno
messo in evidenza che molti vanno al banchetto, ma non mangiano. Ma non mi
sembrava giusto aver fatto questa domanda solo a coloro che non andavano a fare
la Comunione, approfittai allora di varie occasioni per chiedere alle persona
che abitualmente andavano alla Comunione, perché facessero così. Anche qui mi
sono trovato davanti a risposte molto variegate per cui arrivai alla conclusione
che c’erano molte persone che andavano al Banchetto e mangiavano, ma senza
aver fame e senza apprezzare il cibo: era una abitudine; qualcun altro andava
“Perché per essere salvati bisogna fare così” e perché così hanno detto
i preti, qualcuno lo faceva perché se no gli altri avrebbero potuto dire che
era un peccatore o una peccatrice, qualcuno sentiva la comunione come un bisogno
altri come un desiderio, altri come una forza per affrontare la settimana, altri
perché volevano stare con Gesù, altri perché era un dono bello…
LUNEDI’ 18 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
INFONDI IN NOI LA DOLCEZZA DEL TUO AMORE. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ELENA, Santa
E’ la madre dell’imperatore Costantino che essendo una cristiana di umili origini seppe indirizzare così bene il figlio che egli legalizzò la Chiesa fino allora perseguitata. Di S. Elena si ricorda anche il suo pellegrinaggio in Terra Santa dove contribuì al ritrovamento e alla salvaguardia dei luoghi santi.
Parola
di Dio: Gdc. 2,11-19; Sal. 105; Mt. 19,16-22
“UDITO
QUESTO IL GIOVANE SE NE ANDO’ TRISTE POICHE' AVEVA MOLTE RICCHEZZE”. (Mt.
19,22)
Ho
provato a calarmi nei panni di quell’uomo, ricco, che va da Gesù. Una domanda
la sua sul cosa fare per entrare nella vita eterna che avrei fatto anch’io e
da persona educata alla religione delle norme, anch’io mi sarei aspettato un
ricettario di indicazioni osservando le quali avere assicurazione per il mio
posto in paradiso. Forse anche molti di noi potrebbero, magari con molta
benevolenza nei confronti di se stessi, dire: “Più o meno i grossi
comandamenti li ho osservati, ma questa è una cosa che ogni credente dovrebbe
fare, che cosa posso fare io per essere il migliore, il perfetto”. Non
so se quel tale cercasse la perfezione per sentirsi migliore degli altri o la
cercasse perché davvero la desiderava, ma certamente davanti alla “assurdità”
della risposta di Gesù di andare a vendere tutto per darlo ai poveri si è
sentito spiazzato: “Ma che maestro strano! Non sai quanta fatica ho fatto io e
prima di me mio padre per mettere insieme quello che abbiamo. Mica è roba
rubata, è sudata lira per lira e poi non conosci neanche la Scrittura che
sembra dire che le ricchezze sono la benedizione di Dio! E io per essere
perfetto dovrei mettermi a fare lo straccione dietro a te mentre qualcun altro
che si dice povero dilapiderebbe in un attimo tutte le mie sostanze senza poi
ricavarne neanche un grande risultato?” In
fondo ce la sentiamo di dare tutti i torti a questo "povero ricco"?
Eppure Dio e ricchezza non stanno insieme. Sentiremo nel Vangelo di domani che:
“Nulla è impossibile a Dio”, ma di norma o scegli di startene con la tua
ricchezza o con la povertà riesci ad andare dietro a Colui che davvero ti fa
ricco. Penso ai miei quattro soldi, ai miei tanti libri e alle tante cose cui
sono legato e mi sembra impossibile poterne fare a meno, ma poi, almeno in
teoria, mi dico che sono uno stupido perché il giorno della mia morte di tutte
queste cose ne farò a meno e se non sarò andato dietro a Gesù resterò anche
senza la sua vera ricchezza
MARTEDI’ 19 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
SEI
TU, SIGNORE, LA PACE DEL TUO POPOLO. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIOVANNI EUDES, Santo Fondatore
Giovanni Eudes (1601—1680) fondò nel 1642 la Congregazione di Gesù e Maria (Eudisti), a cui diede come finalità la formazione del clero e la predicazione al popolo. Promosse anche la congregazione femminile di nostra Signora della carità del rifugio, da cui deriverà quella del Buon Pastore, rivolta ad accogliere le prostitute. Giovanni Eudes fu il promotore del culto al cuore di Gesù e di Maria.
Parola
di Dio: Gdc. 6,11-24; Sal. 84; Mt. 19,23-30
“E'
PIU' FACILE CHE UN CAMMELLO PASSI PER LA CRUNA DI UN AGO, CHE UN RICCO ENTRI NEL
REGNO DEI CIELI”. (Mt. 19,24)
Ma allora la ricchezza, il possedere delle cose è un male? Gesù non ha voluto dire questo. Egli è amico dei poveri e dei ricchi, va a pranzo dagli sposi di Cana di Galilea, a Betania da Lazzaro, Marta e Maria, come in casa dei farisei o dal pubblicano Zaccheo che quando si converte dà via solo la metà dei suoi beni. Gesù stesso quando muore possiede una tunica, forse fatta da sua madre o forse regalata, fatta in un pezzo solo che i soldati si prendono guardia di stracciare ma si giocano in sorte. Gesù vuol dire un'altra cosa di cui le nostre esperienze possono dargli piena testimonianza: la ricchezza può diventare una grande tentazione. Il ricco facilmente si dimentica che tutto appartiene a Dio e si comporta invece come se le cose appartenessero a lui ed ecco allora che nascono la bramosia del benessere, l’affanno del possedere, le preoccupazioni per la propria insicurezza, la paura di perdere…
Ecco
allora l’indicazione serena di Gesù: i beni di questa terra non essendo un
male per se stessi non è il caso di disprezzarli, ma bisogna usarne bene. Nella
logica di Gesù chi ha dei doni (di qualsiasi tipo) li ha per gli altri. Anche
con la ricchezza ciò che conta è il cuore: se il cuore è nella ricchezza ci
stiamo costruendo una bara d’oro, se il cuore è in Dio e nel prossimo ogni
dono è per tutti e perché Dio ne sia magnificato
MERCOLEDI’ 20 AGOSTO
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, TU SEI BUONO VERSO TUTTI. (Mt. 20,15)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
BERNARDO, Santo, Monaco
Bernardo (1090 - 1153) fu un monaco contemplativo. Consacrò la sua vita allo studio e alla Madonna. Ma fu anche uomo di azione: si ricordano ben 65 conventi fondati da lui. Fu un grande cantore di Maria.
Parola
di Dio: Gdc. 9,6-15; Sal.20;Mt. 20,1-16
“NEL
RITIRARE IL DENARO MORMORAVANO CONTRO IL PADRONE” (Mt. 20,11)
Dopo aver letto la parabola di oggi o quella della zizzania nel campo del buon grano mi è capitato più volte di pensare o di sentir dire: “Ma non è il modo più giusto di comportarsi!”. E quando vediamo l’ingiusto, il cattivo a cui vanno tutte bene e il poveraccio e il buono sul quale le disgrazie sembrano piombare l’una dopo l’altra? In questo raccontino non ci sono tutte le risposte ai nostri interrogativi, ma forse qualche suggerimento può esserci utile.
Il
vecchio eremita Sebastiano pregava di solito in un piccolo santuario isolato
sulla collina. In esso si venerava un crocifisso che aveva ricevuto il
significativo titolo di “Cristo delle grazie”. Arrivava gente da tutto il
paese per impetrare grazie ed aiuto.
Un
giorno arrivò un riccone e, dopo aver pregato, dimenticò sul gradino la sua
borsa piena di monete d’oro. Sebastiano vide, ma conservò il silenzio. Non
parlò neppure un’ora dopo, quando arrivò un povero che, incredulo per tanta
fortuna, prese la borsa e se ne andò, né aprì bocca quando davanti a lui si
inginocchiò un giovane che chiedeva la sua protezione prima di intraprendere un
lungo viaggio per mare. Ma non riuscì a resistere quando vide tornare di corsa
l’uomo ricco che, credendo fosse stato il giovane a derubarlo della borsa di
monete d’oro, gridava a gran voce chiamando le guardie per farlo arrestare.
GIOVEDI’ 21 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
ECCOMI,
SIGNORE: AVRO’ VITA NEL FARE IL TUO VOLERE. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
PIO X, Santo, Papa
Giuseppe Sarto (1835 - 1914) fu un ottimo parroco di campagna, prima di diventare vescovo di Mantova, poi patriarca di Venezia e infine papa, nell’anno 1903. Per tutta la sua vita si dedicò totalmente al popolo cristiano, di cui voleva essere un autentico pastore. Con questo spirito realizzò una serie di riforme liturgiche e canoniche, favorendo in particolare la comunione dei bambini e la comunione frequente dei fedeli.
Parola
di Dio: Gdc. 11,29-39; Sal.39; Mt. 22,1-14
“IL
REGNO DI DIO E’ SIMILE AD UN RE CHE FECE UN BANCHETTO DI NOZZE PER SUO
FIGLIO”.
Il
Regno di Dio, ci spiega Matteo, è una bella festa di nozze riuscita. Sì, perché
stando alle nostre esperienze ci sono delle feste di nozze che sono una noia
infinita, ce ne sono altre che sono un insieme di formalità e di esteriorità
ipocrite che è meglio filarsela il più presto possibile e poi ci sono feste di
nozze belle, gioiose, dove non si guarda tanto alla lunghezza del menù, agli
abiti all’ultima moda, a chi siede al primo o all’ultimo posto, ma dove si
respira sincerità e amore. Pensiamo allora alla più bella festa cui abbiamo
partecipato: la presenza di Dio è qualcosa di simile. Non per niente san
Giovanni inizia il suo vangelo con una memorabile festa nel villaggio di Cana!
L'incontro con Dio è festa, gioia, danza, sorriso, bellezza indescrivibile. Ma
allora perché molti pensano la fede come il più triste dei funerali? Che
tristezza! Celebrazioni affrettate, volti irrigiditi, distanze tenute…troppo
spesso la gioia non è la prima sensazione che proviamo nell'avvicinarci alla
Chiesa. Riscopriamo la gioia, lasciamo che sia la bellezza del credere, il senso
della festa a preoccupare il nostro annuncio. Fino a quando daremo testimonianza
di una religiosità tristemente doverosa non avvicineremo nessuno alla fede! La
festa, nelle nostre celebrazioni e
nelle nostre comunità, dovrebbe nascere dalla certezza dell’incontro con
Cristo, il nostro fratello-Dio, il nostro liberatore dal male, Colui che con il
suo perdono ci abilita e ci dà la forza di diventare persone capaci di perdono,
Colui che gratuitamente continua a donarsi e a donare, Colui che dà senso al
mio e al nostro vivere. Penso che certe nostre celebrazioni e certi nostri
incontri di comunità siano così tristi perché abbiamo incontrato la
religione, la liturgia, le norme morali, l’organizzazione parrocchiale, le
abitudini, ma non abbiamo incontrato Cristo.
VENERDI’ 22 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
INSEGNACI
A VIVERE IL COMANDAMENTO DELL’AMORE. (Mt.
22,37-40)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
AUGUSTA, Santa, Martire
Era
Figlia di un capo Allemanno che aveva conquistato e sottomesso il Friuli, Siamo
nel V secolo. Augusta, venuta a contatto con il cristianesimo si convertì. Il
padre, geloso dell’amore per Cristo della figlia, prima la fece torturare e
poi decapitare.
Parola
di Dio: Rut 1,1. 3-8. 14-16. 22; Sal.145; Mt. 22,34-40
“MAESTRO,
QUAL E’ IL PIU’ GRANDE COMANDAMENTO DELLA LEGGE?”. (Mt. 22,36)
La
risposta di Gesù non è poi così sconvolgente: riprendendo i due precetti
centrali della fede ebraica non fa che ribadire l’alleanza del popolo
d'Israele con il suo Dio attraverso l’amore. E' splendida questa cosa: Gesù
ci chiede di amare, cioè di vivere esattamente ciò che per ciascuno è il più
grande sogno della vita, l'anelito ultimo di ogni uomo; noi e Dio desideriamo la
stessa cosa, Dio ci chiede di vivere il sogno che ciascuno di noi nasconde nel
cuore. Ma allora amare è ancora un comandamento? Posso amare per dovere? Certo
che no! Credo semplicemente che Gesù volesse dire questo: Dio ti ama, lasciati
amare. Il ‘comandamento’ è allora prima che un’obbedienza un invito ad
accorgersi di essere amati da Dio: "Lasciati amare da Dio, lasciati sedurre
da Dio, abbandona la tua piccola idea di Dio per aprirti alla grande novità del
vangelo" Fino a quando non percepiremo, questo amore che Dio continuamente
riversa nel nostro cuore, non potremo capire che la cosa più importante della
vita è restituire l’amore di Dio e manifestarlo ai fratelli.
SABATO 23 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
DONACI
LA TUA BENEDIZIONE PER TUTTI I GIORNI DELLA VITA. (Sal.
128,5)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ROSA DA LIMA, Santa, Vergine
La patrona dell’America del sud è una giovane peruviana di origine spagnola, morta a trentun anni. Isabella d’Oliva (1586 - 1617), soprannominata Rosa per la sua bellezza, a vent’anni si fece terziaria domenicana, come santa Caterina da Siena, per cui nutriva una grande ammirazione. Da allora abitò in una piccola cella nel giardino dei suoi genitori, e visse nella mortificazione, sottoposta a dure prove interiori. Morì dicendo: “Gesù! Gesù! Con me!”
Parola
di Dio: Rut 2,1-3. 8-11; 4,13-17; Sal. 127; Mt. 23,1-12
“TUTTE
LE LORO OPERE LE FANNO PER ESSERE AMMIRATI…”. (Mt. 23,5)
Gesù
sa che dove c’è il bene, là si scatena il male e constata che attorno alla
fede di Israele espressa nella religione e nei suoi rappresentanti c’è il
grande rischio del dimenticare l’essenza per il particolare e del servirsi del
Sacro per realizzare i propri interessi. E’ una tentazione sottile quella del
diavolo anche per la vita della Chiesa e dei cristiani di oggi. Il male prende
il sopravvento da piccole cose ad esempio: per la gloria e l’onore di Dio
occorre una certa maestosità, sontuosità del nostro agire, e le esteriorità
spesso prendono il sopravvento su Dio oppure si sceglie il male minore, quello
che non dà fastidio a nessuno e poi… a questo proposito questo racconto
parabola può essere molto illuminante. C’era
una volta un eremita così perfetto che aveva già un piede in Paradiso. Viveva
di quasi niente in una grotta scavata nei fianchi di una montagna verde dove
raccoglieva frutti selvatici, bacche e qualche radice per il pranzo della
domenica.
DOMENICA 24 AGOSTO : 21^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
DA CHI ANDREMO? TU SOLO HAI PAROLE DI VITA ETERNA. (Gv.
6,68)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
BARTOLOMEO, Santo, Apostolo
Bartolomeo o Natanaele fu nativo di Cana. Fu un uomo legato alle sue idee umane e religiose e non ebbe nessuna intenzione di cedere al fascino di Gesù. Ma Gesù gli dimostra di conoscere i segreti del suo cuore. Allora Natanaele si lascia convincere dalla verità e ne diventa testimone.
Parola
di Dio: Gios. 24,1-2.15-18; Sal. 33; Ef. 5, 21-32; Gv. 6,60-69
“TU
SOLO HAI PAROLE DI VITA ETERNA. NOI ABBIAMO CONOSCIUTO E CREDUTO CHE TU SEI IL
SANTO DI DIO”. (Gv. 6, 68-69)
Bellissima
questa risposta di Pietro, Speriamo anche noi di essere capaci di espressioni di
fede, di abbandono, di fiducia come questa, anche quando il linguaggio di Gesù
sembra diventare duro.
Questa
è la fedeltà che Cristo aspetta da noi: una fedeltà d'amore. Non ce n'è una
più completa, più fervida, più entusiasmante.
LUNEDI’ 25 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
ATTENDIAMO DAI CIELI TUO FIGLIO
GESU’ RISUSCITATO DAI MORTI CHE CI LIBERA DALL’IRA VENTURA. 1Tess.
1,10)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIUSEPPE CALASANZIO, Santo, Fondatore
Giuseppe Calasanzio (1557 - 1648) dedicò la sua vita al servizio dei bambini poveri. Nato in Aragona, fondò a Roma la congregazione degli Scolopi. Ma la sua Carità fu messa a dura prova dalle persecuzioni, che culminarono nella soppressione della sua opera da parte di papa Innocenzo X. Nel 1656, dopo la sua morte l’attività da lui avviata poté essere finalmente ripresa. Pio XII lo proclamerà patrono delle scuole popolari.
Parola
di Dio: 1Tes. 1,2-5.8-10; Sal. 149; Mt. 23,12-22
“GUAI
A VOI GUIDE CIECHE”. (Mt. 23,16)
Quando sentiamo Gesù parlare di guide cieche, facilmente ci vengono in mente tutta una serie di esempi concreti, da certe guide politiche che l’unica cosa che vedono sono i propri interessi a quegli ignoranti che credendosi dotti hanno sempre da propinare agli altri i propri consigli, da chi ha usato il ruolo della propria autorità per diventare autoritario e imporre se stesso, a chi aggrappandosi al suo piccolo ruolo magari nel proprio posto di lavoro, pretende obbedienza cieca e assoluta non tenendo assolutamente conto dell’esperienza e delle persone che ha davanti. Purtroppo poi è facile vedere esempi di guide cieche anche nella Chiesa. Eppure la Chiesa ha un mandato formativo di estrema delicatezza. Essa deve formare non solo dei cittadini ma dei santi, aiutando le persone, una per una, a vivere “come si addice ai santi”, ma per far questo l’educatore deve essere a sua volta "santo". Paolo spiegava questo dicendo: “Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo” E allora scopriamo che tutti siamo chiamati in causa, che tutti possiamo essere o guide illuminate o guide cieche: padri e madri a cui Dio affida le creature nuove perché le educhino a Lui e non le corrompano (affermando di educarle); sacerdoti e consacrati, laici e laiche impegnati nei più svariati tipi di animazione culturale, dalla scuola ai mass-media, dalla catechesi alla conduzione di gruppi, movimenti, associazioni. A tutti è rivolto il monito del Signore affinché con l’esempio della nostra vita possiamo diventare modelli di ciò che crediamo. San Giovanni Crisostomo scriveva: “Non ci sarebbe bisogno di maestri se noi predicassimo con le nostre opere…Svegliamoci! mostriamo sulla terra una via al cielo”
MARTEDI’ 26 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.
VOLGITI A ME, O DIO, CON UNO SGUARDO
D’AMORE. (Sal.
139,1.5)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ALESSANDRO, Santo, Martire
Ai tempi dell’imperatore Massimiano, Alessandro, soldato, fu imprigionato per amore di Cristo, ma fuggì verso Como. Catturato una prima volta, si rifiutò di sacrificare agli idoli e fu condannato a morte. Fuggì nuovamente e si nascose in una boscaglia presso Bergamo. Ma fu ripreso e questa volta non sfuggì al martirio e alla decapitazione, nell’anno 303.
Parola
di Dio: 1Tess. 2,1-8; Sal. 138; Mt. 23,23-26
“GUAI
A VOI. SCRIBI E FARISEI IPOCRITI, CHE PULITE L’ESTERNO DEL BICCHIERE E DEL
PIATTO MENTRE ALL’INTERNO SONO PIENI DI RAPINA E DI INTEMPERANZA”. (Mt.
23,25)
Proviamo
a guardarci attorno e a guardarci dentro. Non è forse vero che per molti oggi
quello che maggiormente conta è apparire? Si può essere persone mediocri, si
può essere sporchi e ambiziosi arrivisti, ma la cravatta giusta la momento
giusto, il sorriso illuminante e superiore salva la persona. Diceva uno
scrittore che la ragazza media preferisce essere bella piuttosto che
intelligente perché sa che l’uomo medio è più bravo a guardare che a
pensare. Purtroppo anche nella Chiesa qualche volta succede così. Si pensa di
onorare Dio con le ricchezze, con i templi maestosi, con paramenti liturgici
alla moda, si cerca di attirare le persone con manifestazioni grandiose dove
trovi di tutto dal prete che balla al grande cantante ma dove non trovi più Dio
che è stato estraniato dal fasto, dal rumore, dalla falsità. C’era
una volta un bramino buono e pio che viveva con le elemosine che i fedeli gli
regalavano. Un giorno pensò: “Andrò a chiedere l’elemosina vestito come un
povero intoccabile (un paria). Così si mise uno straccio intorno ai fianchi,
come fanno i paria, i più poveri dell’India. Quel giorno nessuno lo salutò,
nessuno gli diede l’elemosina. Andò al mercato, andò al tempio ma nessuno
gli rivolgeva la parola.
MERCOLEDI’ 27 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
FA’
CHE I NOSTRI CUORI SIANO FISSI LA’ DOV’E’ LA VERA GIOIA. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
MONICA, Santa
Nativa di Tagaste, nell’Africa romana, con trent’anni di paziente devozione, Monica (c. 331 - 387) riuscì ad ottenere la conversione del marito, un pagano violento e dissoluto. Il figlio maggiore, Agostino, la faceva molto soffrire con la sua cattiva condotta. Ma il Vescovo di Milano, S. Ambrogio, la rassicurò dicendole: “Non è possibile che il figlio di tante lacrime si perda”. La sua preghiera ottenne effettivamente la conversione. di Agostino, e Monica ebbe la consolazione di morire fra le sue braccia.
Parola
di Dio: 1Tes. 2,9-13; Sal. 138; Mt. 23,27-32
“ANCHE
VOI APPARITE GIUSTI ALL’ESTERNO DAVANTI AGLI UOMINI, MA DENTRO SIETE PIENI DI
IPOCRISIA E DI INIQUITA’ ”. (Mt.23,28)
Ci
piace questo Gesù che mette a nudo l’ipocrisia dei potenti e dei religiosi,
ci piace mettere in evidenza ancora oggi le tante forme di ipocrisia che vediamo
nel mondo, ci piacciono quei giornalisti e commentatori che castigano i potenti,
ma poi ci accorgiamo che queste parole di Gesù non sono solo per gli altri ma
sono dirette a ciascuno di noi.. Mi chiedo: chi mi conosce ha di me il giusto
giudizio oppure ho costruito tutta una serie di barriere per cui gli altri
vedono solo quello che voglio essi intendano di me? Certi atti di cortesia, di
deferenza se fossero letti nelle loro vere intenzioni
non risulterebbero forse diversi dalle intenzioni, certi: “Buon giorno,
come sta?” non risulterebbero: “Di nuovo tra i piedi, questo trombone al
quale devo far salamelecchi” ? Gesù
ci invita a guardarci dentro per non correre un altro rischio, quello di
diventare ipocriti non solo con gli altri, ma con noi stessi non sapendoci più
riconoscere tra quello che appariamo e quello che siamo in realtà.
GIOVEDI’ 28 AGOSTO
Una scheggia di preghiera:
INSEGNACI
A CONTARE I NOSTRI GIORNI
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
TERESA BRACCO,Testimone
Ecco
come l’ex Vescovo di Acqui monsignor Maritano in poche righe ci dice chi era
Teresa Bracco.
Parola
di Dio: 1Tes. 3,7-13; Sal. 89; Mt. 24,42-51
“VEGLIATE
DUNQUE…”. (Mt. 24.42)
L’uomo vive in perenni contraddizioni infatti abbiamo la presunzione di vivere sulla terra come se essa fosse l’unica e definitiva dimora per noi, mentre quotidianamente sperimentiamo la fragilità e precarietà del nostro essere. Quando Gesù ci invita alla vigilanza non vuole dunque suscitare in noi la paura o il timore dello sconosciuto, vuole soltanto riportarci alle dimensioni vere del nostro vivere. La vita è un dono, la creazione, la terra, la materia sono un dono ma non sono ancora “il dono”. Il dono vero è il Signore che porta a compimento le sue promesse e che realizza appieno il Suo Regno. Noi dunque non siamo i padroni della terra, della vita, siamo invece persone che usufruendo di questi doni attendono con fiducia operosa il compimento della promessa. Se davvero avessimo compreso questa dimensione del cristianesimo saremmo molto più sereni, preoccupati per le cose di questa terra ma nella giusta misura, molto più capaci di vivere la vita e non di lasciarcela scorrere sulle spalle, in attesa non della morte o del peggio, ma del meglio e dell’eterno, non col la paura di un giudice tremendo, ma con il desiderio di operare perché l’incontro con l’Amico che viene sia ancora più bello e partecipato da tanti fratelli. Alcuni anni fa un intervistatore poneva a tutti i suoi ospiti la domanda: “Che cosa c’è dietro l’angolo” e ciascuno si affrettava a dire le sue preoccupazioni e le sue speranze. Se facessero a noi questa domanda potremmo rispondere che dietro l’angolo c’è Gesù che mi attende con le braccia aperte.
VENERDI’ 29 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
FA’
SPLENDERE IN NOI LA TUA SANTITA’, O DIO. (1Tess.
4,3)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ALBERICO, Santo, eremita
Nel secolo XI, Alberico si diede alla vita eremitica vicino a Bagno di Romagna, in una grotta e così onorò il Signore con la sua vita.
Parola
di Dio nella memoria del Martirio di Giovanni Battista :
Ger.
1,17-19; Sal. 70; Mc. 6,17-29
“NON
TI E’ LECITO!” (Mc. 6,18)
Questa
frase che il Battista dice con fermezza ad Erode e che poi gli costerà la vita,
può far nascere in noi una domanda: è giusto nella comunità , davanti a certe
situazioni dire: “Non ti è lecito”? Gesù
nel suo Vangelo parla di correzione fraterna e invita ad usare da una parte
grande attenzione e misericordia ai fratelli e dall’altra ad essere fedeli a
quelli che sono i comandamenti di Dio, però Lui stesso, l’unico che poteva
farlo a pieno titolo pur lanciando molti “Guai!” li lancia sempre prima di
tutto non in vista di una condanna ma per una conversione. Davanti ad una
pubblica peccatrice, le dice con chiarezza che il suo comportamento non è
secondo la volontà di Dio ma le offre anche la possibilità di essere perdonata
e di ricominciare da capo.
SABATO 30 AGOSTO
Una
scheggia di preghiera:
RENDICI FORTI E GENEROSI NELL’AMORE PERCHE’ POSSIAMO CONFORMARCI IN
TUTTO ALLA TUA VOLONTA’. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIOVANNI GIOVENALE ANCINA, Beato, Vescovo di Saluzzo,
Nacque
a Fossano (Cuneo) il 19 ottobre 1545. Laureato in medicina e in filosofia, fu
molto versatile ed esperto anche di musica. A Roma seguì la predicazione di
Roberto Bellarmino e frequentò l’Oratorio di San Filippo Neri dove fu accolto
dal santo il 1 ottobre 1580. Nel 1582 fu ordinato sacerdote dell’Oratorio. Nel
1586 aprì una nuova casa a Napoli e vi lavorò per 10 anni predicando con zelo
e testimoniando la sua fede. Fondò un ‘Oratorio’ per i principi cercando di
portare un clima cristiano in quell’ambiente culturale. Papa Clemente VII lo
nominò Vescovo di Saluzzo diocesi allora vacante e a rischio di infiltrazioni
eretiche. Ancina cercò in tutte le maniere di rifiutare ma il 26 agosto 1602 fu
eletto Vescovo e il 6 marzo 1603 fece il suo ingresso nella diocesi. Vi rimase
poco perché un religioso che era stato da lui ripreso per i suoi disordini, lo
avvelenò. Morì il 30 agosto 1604 proibendo di denunciare il suo assassino. Il
suo corpo si trova nella cattedrale di Saluzzo.
Parola
di Dio: 1Tes. 4,9-12; Sal. 97; Mt. 25,14-30
“SIGNORE,
SO CHE SEI UN UOMO DURO… PER PAURA ANDAI A NASCONDERE IL TUO TALENTO
SOTTOTERRA…” (Mt. 25,24-25)
Per
capire bene la parabola dei talenti dobbiamo partire dall’inizio.
DOMENICA 31 AGOSTO: 22^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una scheggia di preghiera:
MOSTRACI,
SIGNORE, LA TUA VIA, GUIDACI SUL RETTO CAMMINO. (Sal.
27,11)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIUSEPPE PICCO, Servo di Dio
Nacque
a Nole Canavese (Torino) il 4 Luglio 1867 da una famiglia povera ma religiosa.
Anche un suo zio sacerdote ed insegnante nelle scuole elementari di Nole lo aiutò
nella scelta di un indirizzo di vita.
Parola
di Dio: Deut. 4,1-2. 6-8; Sal. 14; Giac. 1,17-18. “1-22. 27; Mc.
7,1-8.14-15. 21-23
“SONO
LE COSE CHE ESCONO DAL CUORE DELL’UOMO A CONTAMINARLO. (Mc. 7,15)
Ancora
una volta il Vangelo di oggi mette allo scoperto la nostra realtà. Noi siamo
portati a vedere il male intorno a noi come se fosse sempre colpa d’altri. Se
le cose non vanno è colpa dello Stato, dei potenti della terra, della
cattiveria degli altri, del disinteresse di Dio, al massimo, è colpa del
Diavolo. Gesù pur non negando le influenze esteriori che condizionano al male
ci dice di cercarne la radice in noi stessi e ci dice che la cura parte dallo
stesso cuore dell’uomo:
"Non cercare il male o il bene lontano da te! Non scaricare il barile! tu
hai già tutto in te: la possibilità del bene, la capacità di amare... Certo,
c'è anche il male: come è stato detto a Caino: "Il male è accucciato
alla porta di casa tua, ma se vuoi puoi vincerlo". Anche la radice di ogni
scelta morale non sta tanto nelle norme, nell’osservanza di leggi, fossero
queste anche divine, sta nel modo con cui ti metti davanti a Dio, al prossimo, a
te stesso.