SCHEGGE
E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di don Franco LOCCI
MARZO 2003
SABATO 1 MARZO
Una scheggia di preghiera:
LA
TUA GRAZIA, SIGNORE, E’ PER SEMPRE,
ALBINO,
VESCOVO DI VERCELLI, Santo
Il
santo che ricordiamo oggi è il 5° successore sulla cattedra di Sant’Eusebio.
Fu vescovo nella seconda metà del V° secolo. Non si conosce molto di lui, ma
gli viene attribuita una leggenda che, se anche gli storici considerano
improbabile, ci dice quanto profonda possa essere l’intesa tra i santi. Albino
aveva fatto costruire o ricostruire la basilica della città. Bisognava
consacrarla, ma Albino tergiversava sperando che il gesto di consacrazione fosse
fatto da qualche Vescovo importante. In quel tempo passò a Vercelli Germano di
Auxerre che già da vivo era famoso ed era considerato santo. A lui si rivolse
Albino per la consacrazione della sua Chiesa. Ma Germano aveva fretta e promise
ad Albino che avrebbe realizzato il suo desiderio al ritorno del suo viaggio.
Germano però morì a Ravenna e a Vercelli tornò solo con la sua salma che
veniva condotta in Gallia. Ma Albino voleva consacrare la sua Chiesa, almeno
presente il cadavere di San Germano, e un fatto miracoloso sembrò dire che
anche Germano era d’accordo nel mantenere la promessa fatta, infatti quando la
salma di Germano fu portata in Chiesa tutti i ceri che nei giorni precedenti non
si erano potuti stranamente accendere, splendettero insieme: la santità va
d’accordo superando anche i limiti del tempo!
Parola di Dio:
Sir. 17,1-15; Sal. 102; Mc. 10,13-16
“IN
VERITA’ VI DICO: CHI NON ACCOGLIE IL REGNO DI
DIO COME UN BAMBINO NON ENTRERA’
Quando
prego o rifletto me lo riprometto tutte le volte, e poi… ci sono cascato di
nuovo: Una persona che si diceva miscredente mi ha attaccato con tutta una
serie di interrogativi ed io nell’orgoglio del mio presunto sapere ho pensato
di poterle rispondere ed ho sfoderato le mie conoscenze, ho cercato di
distruggere i suoi costrutti e, poco per volta siamo diventati avversari che
sembravano rimbeccarsi a colpi di spada; a un certo punto non ho neppure
più badato alla persona che avevo davanti e sono diventato pesante, quasi
offensivo sul piano personale… ci siamo lasciati convinti ciascuno di aver
avuto la meglio.
No,
il vero sconfitto sono stato io perché non dovevo attaccar battaglia con un mio
fratello, perché sapevo benissimo che non è a base di diatribe e discussioni
che si accresce la propria e l’altrui fede, perché sono stato talmente
presuntuoso da pensare di dover essere io con i miei ragionamenti a difendere
Dio.
DOMENICA 2 MARZO - 8^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una
scheggia di preghiera:
COME
UN PADRE HA PIETA’ DEI SUOI FIGLI,
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
QUINTO, Santo
Questo
cristiano dei primi secoli amava talmente i poveri e la sua fede che per ben
due volte fu portato davanti ai tribunali pagani, accusato e torturato. Gli
furono anche spezzate le gambe ma miracolosamente riuscì ancora per 10 anni a
continuare a camminare per tutta l’Eolide portando aiuto e conforto ai
poveri. Morì in fama di grande taumaturgo nel 283.
Parola
di Dio: Os. 2,16-17.21-22; Sal. 102; 2Cor. 3,1-6; Mc. 2,18-22
“POSSONO FORSE DIGIUNARE GLI INVITATI A NOZZE QUANDO LO SPOSO E’ CON LORO? FINCHE’ HANNO LO SPOSO CON LORO NON POSSONO DIGIUNARE.
(Mc. 2,19)
Quando
ero ragazzino ero attratto dal “servir messa”. Non che capissi tutto della
Messa e neanche che capissi il significato di tutte parole in latino che
sacerdote e chierichetto si scambiavano, c’erano, però, tra le prime battute
che venivano dette nella messa le parole di un salmo che un buon sacerdote ebbe
la bontà di spiegarmi e di tradurmi: “Introibo ad altare dei” “Ad Deum
qui laetificat iuventutem meam. Quel sacerdote mi disse: “Lascia perdere,
iuventutem non è la Juve, la squadra a cui tieni, ma queste parole significano
: Salirò all’altare di Dio, al Dio che dà gioia alla mia giovinezza”
Da
allora tutte le volte che servivo messa, e nella mia parrocchia succedeva anche
di servirne tre o quattro per mattina, mentre dicevo quelle parole guardavo il
prete. C’era qualcuno che diceva queste parole come un treno che passa e
stentavo a vedere sia giovinezza che gioia, c’era qualcuno che era più
attento ai nominativi e agli accusativi del latino che non al senso di quello
che si diceva e c’erano preti e fedeli che invece li vedevi contenti. C’era
poi un prete, vecchio di non so quanti anni, che per tutta la sua vita aveva
fatto il cappellano del cimitero e che quindi aveva visto sempre gente piangere
che quando diceva queste parole sembrava illuminarsi, fare una iniezione
tonificante alle sue stanche ossa e se anche subito dopo saliva i tre scalini
dell’altare facendo fatica e scricchiolando visibilmente con la paura da parte
nostra di vedercelo crollare addosso prima che raggiungesse l’altare, mi
sembrava il più giovane di tutti con un sorriso appena velato, ad ogni scalino,
dalle fitte dell’artrosi.
Amici,
la gioia di Cristo ci fa giovani a tutte le età. Posso essere triste se Dio è
mio Padre? Se mio fratello Gesù per dirmi che mi ama mi ha regalato la sua
vita, il suo sangue, il suo corpo, il suo perdono? Posso essere un cristiano che
vive e partecipa alla messa senza un sorriso, senza la voglia (purtroppo nelle
nostre liturgie occidentali non si può), almeno una volta, di mettersi a
ballare davanti al Signore? E’ o non è una festa di nozze, l’Eucarestia?
Qualcuno
mi dirà: “C’è ben poco da ridere in questa vita! Non li senti i
telegiornali, non vai mai a farti un giro negli ospedali, non vedi la fatica di
tante famiglie che vivono nella precarietà di un lavoro e di un domani
incerto?” Certo il cristiano non è colui che, col paraocchi per non vedere,
ride da idiota, ma è colui che con la forza di Cristo morto e risorto,
attraverso la carità e l’ottimismo, riesce a dare a se stesso e ai fratelli
la speranza di una vita di pienezza, dove già fin da adesso il dolore può
diventare amore e dove c’è la certezza che il pianto si cambierà in una
gioia senza fine.
LUNEDI’ 3 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
SIGNORE,
TUTTO E’ POSSIBILE PRESSO DI TE. (Mc. 10,27)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
CAMILLA, Santa, Vergine
Era
una vergine di Auxerre (Francia) e visse nel IX secolo. Chiamata a scortare le
reliquie del santo vescovo Germano da Ravenna alla Francia perse durante quel
tragico viaggio 4 giovani sorelle. Morì poco dopo anche lei durante una
guerra di religione e il suo corpo venne arso dai nemici. Non abbiamo di lei
altre notizie, ma il fatto che il nemico si sia accanito su di lei tanto da
bruciarla dopo la morte, ci dà la misura di quanto fosse ispirato da Dio il suo
comportamento.
Parola
di Dio: Sir. 17,19-27; Sal. 31; Mc. 10,17-27
“GESU’,
VOLGENDO LO SGUARDO ATTORNO, DISSE AI SUOI DISCEPOLI: QUANTO DIFFICILMENTE
COLORO CHE HANNO RICCHEZZE ENTRERANNO NEL REGNO DI DIO”. (Mc. 10,23)
Per
essere fedele al titolo di questi fogli, davanti ad una pagina bella e complessa
come quella del giovane ricco che va da Gesù, vi offro una serie di schegge di
riflessioni.
-
Noi spesso vorremmo una serie di formule e di indicazioni precise per avere la
vita eterna. Ma Gesù non ha ricette preconfezionate, ci dice solo
l’ingrediente principale che va mescolato con ogni avvenimento e in ogni
scelta: l’amore
-
Mi sento buono perché non faccio grandi peccati e più o meno osservo i
comandamenti. Gesù è contento di questo, ma vuole darci qualcosa di più e
vuol far scaturire da noi qualcosa di ancora migliore.
Che
io sia buono o cattivo devo essere convinto di una cosa: lo sguardo di Gesù è
fisso su di me, non tanto per giudicarmi, per inserirmi nella graduatoria dei
buoni o dei cattivi, ma per amarmi.
-
Va, vendi quello che hai… dallo ai poveri..” Un Gesù esagerato? Ma tutte le
esagerazioni, le esasperazioni non sono cosa buona!… Gesù non chiede di
diventare poveri perché la povertà è bella, ma per essere liberi di seguire
Lui.
-
Come mai i ricchi stentano ad entrare nel regno? Perché troppo attaccati alle
cose rischiano di non vedere, capire, apprezzare il Regno, Dio e i fratelli.
Quando si portano dietro troppe cose il cammino diventa pesante e il passo
impedito.
-
Il Vangelo termina con le stesse parole che l’Angelo ha detto alla Madonna
dopo l’annunciazione: a Dio non è impossibile incarnarsi in una donna che sia
disponibile ad accoglierlo, a Dio non è impossibile, purché egli lo voglia,
far entrare un ricco nel suo regno; a Dio non è impossibile far entrare nella
gioia dell’eternità anche un peccatore come me, purché io mi lasci portare
da Lui.
MARTEDI’ 4 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
IL
SIGNORE E’ IL MIO SOSTEGNO,
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
LUCIO I, Santo, Papa
Il
papa Lucio I iniziò il suo pontificato con l’esilio. Erano i tempi durissimi
della persecuzione di Decio, nel III secolo, e Lucio, tornato a Roma, non se la
senti di infierire contro i cristiani che durante la persecuzione avevano
rinnegato la fede. il suo pontificato, pieno di misericordia durò soltanto 8
mesi. Morì nel 254.
Parola
di Dio: Sir. 35,1-12; Sal. 49; Mc. 10,28-31
“PIETRO
DISSE A GESU’: “ECCO NOI ABBIAMO LASCIATO TUTTO E TI ABBIAMO SEGUITO”. (Mc.
10,28)
Ricordo
ancora con un senso di vergogna (e forse il fatto che lo scriva è un po’ come
confessarlo un’altra volta) un episodio di grettezza della mia infanzia. I
miei non erano ricchi e stentavano a pagare anche quella che era la retta del
seminario, ma cercavano di fare di tutto perché non mi mancasse niente, Anzi,
mio padre per invogliarmi a studiare, aveva fatto un piccolo patto con me: per
ogni voto al di sopra della sufficienza c’era un piccolo premio in danaro.
Ricordo con rammarico che io, ogni fine del mese gli facevo la nota di quanto mi
doveva e se non era puntuale nei pagamenti mi lamentavo con Lui: cieco che non
sapeva vedere il bene e si attaccava alle piccole cose.
Quanto
ci assomiglia questo Pietro che è con Gesù e che sindaca con lui su quale tipo
di premio gli spetti, che fa l’elenco delle reti, della barca, dei pesci non
presi e si aspetta un premio corrispettivo per ogni rinuncia.
“Signore,
io sono stato buono: mi sono trattenuto, non ho mandato a quel paese quel mio
fratello che se lo meritava, ho stretto i denti ed ho accettato quella
malattia, sono venuto a fare l’ora di adorazione… che premio mi spetta?”.
“Perché sei così ingiusto che permetti che ai lazzaroni vada sempre bene,
mentre a me che ti servo ne capita una dopo l’altra?”
La
mentalità del contabile, del ragioniere ci impedisce di vedere ciò che
abbiamo. Non ci rendiamo più conto che per noi Gesù ha dato la sua vita, ci
dimentichiamo che la vita è un dono, che Dio non ha debiti con noi mentre noi
ne abbiamo accumulati parecchi con Lui, non comprendiamo la gioia del suo Regno,
le possibilità di comunione che ci vengono dai Sacramenti, la bellezza di poter
poco per volta imparare ad amare come Lui, l’essere per davvero Figli di Dio,
e ci preoccupiamo per un piccolo premio o ci lamentiamo con Lui perché ci
sembra che non sia troppo puntuale a pagarci?
Gesù
non si tira indietro ci promette il centuplo ma se noi impariamo ad amare
scopriamo che il centuplo ce lo ha già dato e ce lo dà continuamente con il
dono di se stesso.
MERCOLEDI’ 5 MARZO - MERCOLEDI’ DELLE CENERI
Una
scheggia di preghiera:
PERDONACI,
O SIGNORE, ABBIAMO PECCATO. (dalla Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIACOMINO DI CREVACUORE
Ecco
un altro beato di cui conosciamo poco. Vissuto probabilmente nel 1400 fu frate
converso nel convento dei carmelitani di Vercelli. Era un frate cercatore, cioè
andava a cercare elemosine per il convento e per i poveri. Sembra però che la
sua carità spesso lo portasse a lasciare tutto ai poveri, anche la sua razione
quotidiana.
Parola
di Dio: Gioele 2, 12-18; -sal. 50; 2Cor. 5,20-6,2; Mt. 6,1-6.16-18
“ECCO
ORA IL MOMENTO FAVOREVOLE, ECCO ORA IL GIORNO DELLA SALVEZZA. (2Cor. 6,2)
Quasi
come viatico per questo cammino di quaranta giorni vi affido una riflessione di
quel grande vescovo innamorato di Dio che fu don Tonino Bello:
“Cenere
in testa e acqua sui piedi. Tra questi due riti, si snoda la strada della
quaresima. Una strada lunga, apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in
verità, molto più lunga e faticosa, perché si tratta di partire dalla propria
testa per arrivare ai piedi degli altri.
GIOVEDI’ 6 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
AFFIDO
A TE LA MIA SORTE, TU SARAI IL MIO SOSTEGNO. (Sal. 55,23)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
MARCIANO
(MARZIANO) Vescovo di Tortona, Santo, Martire
Una
antica tradizione identifica questo Marciano con un martire dei tempi
dell’imperatore Adriano (117-138). Sarebbe stato un protovescovo della Diocesi
di Tortona. Qualche storico lo identifica con un altro Marciano che fu vescovo
di Ravenna, ma i Tortonesi preferiscono pensarlo come loro vescovo e protettore.
Parola
di Dio: Deut. 30, 15-20; Sal. 1; Lc. 9,22-25
“CHE
GIOVA ALL’UOMO GUADAGNARE IL MONDO INTERO, SE POI SI PERDE O ROVINA SE STESSO?
Gesù
ci insegna la vera sapienza. Noi crediamo che la vita sia un insieme di cose e
corriamo disperatamente per averle, spesso guardiamo al domani nella speranza
che sia migliore di oggi e ci dimentichiamo che è oggi che dobbiamo vivere,
rimandiamo il problema del voler bene e di Dio ad un ipotetico futuro e non ci
rendiamo che il Regno di Dio è adesso. Vi offro questa riflessione di Marion
Stroud che è stata scritta soprattutto per le coppie ma penso possa andar
bene per ciascuno: Se sapessimo che la vita finisce domani, perderemo ancora
tempo a litigare? Butteremmo via in frammenti le ore preziose, rifugiandoci
dietro quel muro di freddo silenzio, uscendone fuori solo per lanciare
un’altra diga di parole furiose, invisibili missili, ma in ogni caso micidiali
come mattoni o come bottiglie rotte?
VENERDI’ 7 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
PIETA’
DI ME, O DIO, SECONDO LA TUA MISERICORDIA:
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
MARIA CLOTILDE ADELAIDE SAVERIA di Borbone, Regina di Sardegna, Venerabile
Era
nata il 23 settembre 1759 nel castello di Versailles da Luigi, delfino di
Francia e Maria Giuseppina di Sassonia. Fu però educata ad una vita cristiana
ed ascetica. Ella imparò l’italiano direttamente da Goldoni e ancora
giovanissima andò sposa al principe ereditario del Piemonte Carlo Emanuele,
anch’egli incline alle cose dello spirito. Maria Clotilde fu di esempio a
tutta la corte Sabauda per il suo spirito di preghiera e di sacrificio. Avendo
atteso invano la nascita di un erede, i due coniugi si consacrarono a perfetta
castità, entrarono entrambi nel Terz’Ordine domenicano. Nel 1793 prese
l’abito votivo della “Consolata”. Nel 1798 la convenzione firmata con il
generale Loubert costringeva il re a lasciare il trono, e i due sovrani
dovettero partire esuli per la Sardegna. In seguito si spostarono a Firenze e
poi alla corte borbonica di Napoli dove Maria Clotilde si spense il 7 marzo
1802. Maria Clotilde fu acclamata come “angelo tutelare del Piemonte” e il
suo nome fu dato ad un'altra pia principessa della casa Savoia, la moglie del
principe Girolano Napoleone.
Parola
di Dio: Is. 58,1-9; Sal. 50; Mt. 9,14-15
“VERRANNO
GIORNI QUANDO LO SPOSO SARA’ LORO TOLTO E ALLORA DIGIUNERANNO”. (Mt. 9,15)
Leggendo
le vite dei santi spesso ci capita di trovare che molti di loro facevano tante
penitenze, rinunce anche a cose lecite e qualche volta necessarie, ci risulta
addirittura che qualcuno di loro compromise la propria salute per penitenze
troppo pesanti. Noi ci chiediamo: “Il Signore vorrà proprio queste cose?
Questo continuo battersi il petto anche quando non è il caso non sarà una
raffinata forma di ipocrisia? E poi, a forza di penitenze non si rischia, come
è successo in epoche passate di ridurre la Buona notizia ad un invito alla
sofferenza?” Qualcuno, poi con realismo dice: “Ma nella vita non ci sono già
abbastanza prove, sofferenze, rinunce obbligatorie, per andarsene a cercare
altre?”. Eppure non possiamo neanche nasconderci che Gesù ha digiunato, che
Lui stesso ci invita a pentirci, che tutta la Bibbia è piena di inviti al
digiuno del corpo segno di ravvedimento. Ecco
alcuni tentativi di risposta con i quali siamo invitati a confrontarci:
Gesù
è la pienezza dell’umanità. Gesù è venuto a portarci la gioia di essere
perdonati da un Dio che è nostro Padre. Perché la gioia della sua salvezza
possa operare in noi occorre il nostro ravvedimento. Questo dovrebbe portarci da
una parte ad esaminare la nostra situazione, a riconoscere il nostro peccato, a
comprendere che da soli non possiamo salvarci, a manifestare con dei segni il
nostro desiderio di essere perdonati e salvati, e il digiuno e la rinuncia non
possono allora manifestare come segno questo nostro atteggiamento? Certamente
con equilibrio. Dio non gode delle nostre sofferenze, Dio vuole che gli atti
esteriori manifestino ciò che è veramente nel nostro cuore. Dio ci ha dato le
cose perché noi ne usassimo con saggezza; allora digiuno, rinuncia e amore non
possono mai andare disgiunti. Se io rinuncio a qualcosa per dirmi: “Quanto
sono bravo, quanto sono forte!” la rinuncia ha già il suo premio in se stessa
(un premio ben stupido) e non serve a nulla. Se io rinuncio a qualcosa per
qualcosa di più grande manifesto il mio animo, il mio desiderio, la mia
convinzione, faccio del bene e allora questo può essere gradito.
Dopo
questa riflessione a qualcuno può rimanere ancora il dubbio se certi santi che
si flagellavano e torturavano per fare penitenza fossero del tutto equilibrati.
Credo di poter dire che certe manifestazioni erano frutto di una mentalità
propria di certe epoche e anche di certi tipi di predicazione ma questa cosa,
oggettivamente sbagliata e in sé non voluta dal Vangelo, era per molti di essi
una espressione di amore profonda per Dio e un tentativo amoroso di ripercorrere
nelle proprie membra la passione di Gesù.
SABATO 8 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
SALVA
IL TUO SERVO CHE IN TE SPERA, O SIGNORE. (Sal. 86,3)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIOVANNI DI DIO, SANTO
Giovanni
Ciudad (1495 - 1550) figlio di un artigiano portoghese, fu pastore, militare,
commerciante, prima di convertirsi all’età di 42 anni. Fondò un ospedale a
Granada e pose le basi dell’ordine dei Fate bene fratelli. Morì vittima della
sua grande dedizione. E’ patrono degli infermieri e degli ammalati.
Parola
di Dio: Is. 58,9-14; Sal. 85; Lc. 5,27-32
“LEVI
GLI PREPARO’ UN GRANDE BANCHETTO NELLA SUA CASA. E C’ERA UNA FOLLA DI
PUBBLICANI E D’ALTRA GENTE SEDUTA CON LORO A TAVOLA”. (Lc. 5,29)
Gesù
chiama l’esattore Levi (Matteo) e questi, dopo aver lasciato il tavolo del
cambiavalute, imbandisce una festa per Gesù. Noi siamo talmente abituati a
pensare che la sequela di Gesù sia una cosa dura e difficile che ci stupisce
che un chiamato, come primo segno di sequela faccia una festa. E pensate bene:
Gesù va a quella festa!
Se
dunque ti senti peccatore, indegno di Gesù, pensa che Lui ti sta cercando, che
per te ha offerto la sua vita, che non ti considera una “persona persa” ma
che ti sta cercando perché ti ama. L’unica cosa che devi fare è lasciarti
trovare, cambiare vita, fare festa e invitare anche altri alla festa perché la
misericordia di Lui possa riempirti e raggiungere anche i fratelli.
DOMENICA 9 MARZO - 1^ DOMENICA DI QUARESIMA B
Una
scheggia di preghiera:
CONCEDICI
DI CRESCERE NELLA CONOSCENZA DEL MISTERO DI CRISTO E DI TESTIMONIARLO CON UNA
DEGNA CONDOTTA DI VITA. (dalla Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
BARELLO MORELLO, Servo di Dio
Nacque
nel 1857 a Cavagnolo da famiglia contadina. Rimasto orfano fu allevato da uno
zio. Nella sua giovinezza alternò momenti di rilassatezza ad altri di profonda
devozione. Nel 1875, in spirito di penitenza divenne pellegrino devoto. E
peregrinò soprattutto in Spagna. Profondo amante della Eucarestia fece sempre
vita povera di questuante dedicando tutto il suo tempo alla preghiera in un
abbandono totale alla Provvidenza. Morì ad Alcoy (Valenza) il 9 marzo 1894.
Parola
di Dio: Gen. 9,8-15; Sal.24; 1Pt. 3,18-22; Mc. 1,12-15
“LO SPIRITO SOSPINGE GESU’ NEL DESERTO ED EGLI VI RIMASE QUARANTA GIORNI TENTATO DA SATANA. (Mc.1,12-13)
La
prima domenica di quaresima, oltre che ad introdurci a comprendere meglio il
senso del battesimo che rinnoveremo la notte di Pasqua ci invita a seguire Gesù
nel deserto. Perché il deserto, la preghiera, il sacrificio, la sobrietà, la
condivisone? Il mondo di oggi ci dice ben diverso!
Si
possono dunque riassumere tutti gli impegni quaresimali di questo periodo in
questi atteggiamenti principali: riflessione, rinuncia, condivisione.
Riflessione intesa come ascolto frequente della Parola di Dio, per essere
illuminati, giudicati, orientati; come preghiera sia comunitaria che personale;
come sforzo di vita interiore. Ricordiamoci che cosa ci ha detto Gesù:
“quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre
tuo”, per invitarci a ritrovare l’interiorità, il raccoglimento, chiudendo
la porta a quanto è motivo di dissipazione, di dissociazione da ciò che
dovremmo essere davanti al Signore e quello che siamo. La quaresima, poi è un
periodo di rinuncia non soltanto al superfluo, ma anche al necessario,
soprattutto per condividere con gli altri il frutto delle nostre rinunzie,
infatti già il giorno delle Ceneri Isaia ci ha ricordato che il digiuno
consiste nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i
miseri, i senzatetto, nel vestire chi è nudo. Possa dunque essere questo il
clima in cui ci mettiamo in ascolto e alla sequela di Gesù.
LUNEDI’ 10 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
TI
SIANO GRADITE LE PAROLE DELLA MIA BOCCA E SIANO DAVANTI A TE I PENSIERI DEL MIO
CUORE. (Sal. 19,15)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ATTALA ( ATTALO), Abate di Bobbio, Santo
Era
nativo della Borgogna, si fece monaco a Lerins, ma non vi rimase a causa della
rilassatezza dell’osservanza. Fu accolto benevolmente da San Colombano che
accompagnò fino a Bobbio. Qui un anno dopo la morte del fondatore (615) fu
eletto a succedergli come abate. In dodici anni di guida di quella comunità
insistè molto sulla preghiera e la pietà dando egli stesso esempio di
disciplina e di amor di Dio. Si racconta che già in vita operasse miracoli come
quello di riattaccare un dito ad un monaco che se lo era tagliato. Morì nel
luglio del 626 vicino alla croce che aveva fatto mettere sulla porta della sua
cella per baciarla ogni volta che vi entrava e vi usciva.
Parola
di Dio: Lev. 19,1-2.11-18; Sal. 18; Mt. 25,31-46
“E
SARANNO RIUNITE DAVANTI A LUI TUTTE LE GENTI, ED EGLI SEPARERA’ GLI UNI DAGLI
ALTRI, COME IL PASTORE SEPARA LE PECORE DAI CAPRI”. (Mt. 25,32)
Dopo
aver letto questa pagina di Vangelo mi ha colto una strana sensazione: “Oggi,
per me avviene il Giudizio universale”
Oh,
non è che pensi che proprio oggi morirò e comparirò davanti al tribunale di
Dio, no! Penso che oggi io sono davanti a Dio e a suo Figlio Gesù. Lui è lì e
anche oggi mi offre la vita, il perdono dei peccati, il suo amore concreto. Lui
è lì, il Signore dell’universo che si è fatto uomo come me, per me. Lui è
lì che si fa pane per il mio cammino e dopo avermi offerto tutte queste cose
chiede a me, proprio a me, un po’ d’amore. E io, nella preghiera gli dico
che gli voglio bene, anzi arrivo a dire, forse esagerando un po’, che lo amo
“con tutto il cuore”.
Ma
se oggi è il mio giudizio universale mi accorgo che dopo avergli detto “ti
amo” non posso chiudere la pagina del libro e andarmene per i fatti miei perché
Dio è dappertutto e, se io lo riconosco, in tutti mi chiede un po’ di amore.
“Ma
Gesù, come è difficile riconoscerti, come è difficile capire dove è il
giusto amare, come è difficile distinguere carità da giustizia. Perché hai
complicato le cose nascondendoti negli altri. Non era tutto più semplice se te
ne stavi nel tuo tempio dove magari venivo a fare un bella offerta per comprarmi
una fetta di paradiso…”
MARTEDI’ 11 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
PADRE
NOSTRO! (Mt. 6,9)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
BALBINA
DI ASSISI, Beata, Monaca
Nata ad Assisi nel 1215, nipote di Santa Chiara, divenne religiosa nel monastero di San Damiano. Dotata di doni soprannaturali, fu esempio di virtù cristiane. Dopo aver eretto un convento ad Arezzo, tornò ad Assisi dove morì
l’11 marzo
1254.
Parola
di Dio: Is. 55,10-11; Sal. 33; Mt. 6,7-15
“VOI
DUNQUE PREGATE COSI’: PADRE NOSTRO…”. (Mt. 6,9)
Molto
dipende dall’esperienza che noi leghiamo a questa parola: Papà, come
Mamma, sono le due parole forse più importanti della vita sia per ciò che esse
suscitano in noi nel ricordo dei nostri genitori, sia per il senso della
sacralità della famiglia, sia perché esse, in modi molto diversi, ci
coinvolgono nel nostro atteggiamento verso gli altri, soprattutto verso le
persone che ci sono più care. Eppure queste due parole che in linea di massima
raccolgono i sentimenti più cari e l’esempio di amore più vero e più
sentito e donato, possono essere state oscurate nella nostra mente o dalla
nostra esperienza personale negativa o da una visione di paternità e di
maternità troppo legate al tempo, al modo e alla cultura in cui viviamo.
Padre
è colui che genera per amore totale e disinteressato e non il padre meschino
che genera sul calcolo e sul bisogno.
Padre
è colui che si interessa con amore al figlio e non solo quello che soddisfa un
suo bisogno e lascia che l’educazione del figlio la dia la madre o qualcun
altro.
Padre
è colui che dona sempre e non quello che approfitta del figlio o della figlia.
Padre
è colui che ha autorità per il bene e non il padrone che sfrutta tutte le
occasioni.
Padre
è colui che genera ad “immagine e somiglianza” donando le cose migliori di
se stesso al figlio e non colui che vuole il figlio brutta o buona copia di se
stesso.
Padre
è colui che di figli ne ha tanti e sa dare a ciascuno secondo le necessità
senza distinzioni o parzialità.
Padre
è colui che educa offrendo i propri valori e dando esempio con la propria vita,
non colui che impone e ottiene con la forza. ….
Ogni
volta che preghiamo con le parole che Gesù ci ha insegnato, impariamo a gustare
le dolcezza e la bellezza di un Padre vero, generoso, amante totale dell’uomo
e se qualche esperienza temporale e negativa abbiamo avuto. non facciamo cadere
sul Padre dei cieli quelle che possono essere le povertà dei padri della terra.
MERCOLEDI’
12 MARZO
Una scheggia di preghiera:
TU
GRADISCI, SIGNORE, UN CUORE PENITENTE. (dalla Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
MANFRINATI FLORA, Serva di Dio,
Fondatrice
delle Educatrici Apostole Figlie di Nostro Signore Universale Nata
a Tregisallo (Ferrara) l’ 8 Luglio 1906, si trasferì con la famiglia operaia
a Testona di Moncalieri. Fu guidata da grandi e santi preti: il Boccardo, il
Paleari e poi Padre Fissore. Specialmente durante la guerra aiutò le
missionarie della Consolata nell’oratorio catechistico San Michele che verrà
distrutto in un bombardamento. Si formò attorno a lei un gruppo di ragazze
desideroso di operare il bene Il gruppo iniziò la sua opera nella casa di una
sua amica Lina Prosa, intanto una fondazione il COR (Casa Opere Religiose) si
rendeva disponibile affinché si fondasse un collegio famiglia, prodromo delle
future “casa famiglia”. Muore il 12 marzo 1954.
Parola
di Dio: Giona 3,1-10; Sal. 50; Lc. 11,29-32
“QUESTA
GENERAZIONE CERCA UN SEGNO, MA NON LE SARA’ DATO NESSUN SEGNO FUORCHE’ IL
SEGNO DI GIONA”. (Lc. 11,29)
Gesù,
davanti alle folle che cercano da lui solo segni miracolistici, dice ai suoi
uditori e a noi: “Non vi sarà dato alcun segno se non quello di Giona”. Che
cosa vuol farci capire Gesù?
“Se
vieni dietro a me per trovare una via facile, un facile soluzione a tutti i tuoi
problemi, resterai deluso”. Gesù non è venuto a risolvere Lui i nostri
problemi con qualche bel miracolo, è venuto ad indicarci una strada (e neppure
facile: quella della croce) perché noi ci mettiamo alla ricerca e, con il suo
aiuto, possiamo dare un senso alla nostra vita.
“Se
cerchi miracoli strabilianti, hai sbagliato strada: Io non scendo dalla croce
per comprovare che sono il Figlio di Dio, io muoio sulla croce per darti la mia
vita”. I facili miracoli lasciamoli a maghi e fattucchieri. I miracoli
veri ci sono, eccome! Ma sono da leggere nel quotidiano non nello straordinario.
GIOVEDI’ 13 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
FATTI
CONOSCERE NEL TEMPO DELLA NOSTRA AFFLIZIONE E INFONDI IN NOI CORAGGIO. (Ester
4,17)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ELDRADO, Abate della Novalesa, Santo
Pur
conoscendo quasi nulla della sua infanzia e giovinezza si pensa dai più che
fosse originario della Provenza. Due documenti dell’825 e dell’827 ce lo
indicano come abate della Novalesa. Dalla chiesetta eretta in suo onore da un
altro abate, Giacomo delle Scale, priore nel 1229 – 1265 all’interno
dello stesso monastero, comprendiamo alcuni aspetti della vita di Eldrado, prima
agricoltore, poi pellegrino, quindi la sua consacrazione alla Novalesa, poi la
sua attività taumaturgica come liberatore di Briancon dai serpenti e da ultimo
la sua morte mentre riceve il viatico.
Parola
di Dio: Ester 4,1.3-5.12-14; Sal. 137; Mt.7,7-12
“BUSSATE
E VI SARÀ APERTO”. (Mt. 7, 7)
Ci
guida oggi una riflessione di don Albanese datata di parecchi anni.
Sei
un uomo? Dunque sei un mendicante. Siamo tutti dei mendicanti che ci
avvicendiamo a bussare a ogni porta. Abbiamo bisogno di tutto e di tutti: io di
te, tu di me, e tutti di Dio. Chi dicesse il contrario è un bugiardo o un
povero illuso.
Al
bimbo che chiede il coltello si dà del pane: consentire al capriccio
sarebbe un delitto. Tu obietti che il bimbo non sa perché minorenne, e non
rammenti che dinanzi a Dio non c’è maggiore età. Che cosa sai tu del domani?
Che cosa sai tu della vita? Che cosa sai tu di te stesso?
Siamo
tutti minorenni! Chiedi dunque quello che vuoi e ti sarà dato quel che ti
occorre. Bussa senza esitazione, chiedi senza interruzione, senza pensare che
sia troppo grande ciò che tu vuoi, senza credere che sia troppo difficile ciò
che desideri, senza timore d'essere troppo meschino tu per ottenere; perché più
grande è il dono, più risplende la potenza del donatore; più grande è la tua
miseria, tanto più profonda è la pietà che ispiri. Chiedi come il figlio
chiede alla madre, come il figlio che non limita né la sua richiesta né la sua
fiducia, perché è sicuro che tutto sarà possibile a chi gli ha dato la vita.
Ricordati che la risposta sarà in misura della tua fiducia.
VENERDI’ 14 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
PERDONACI,
SIGNORE, E NOI VIVREMO. (dalla Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
MATILDE, Santa, Regina
Matilde era regina di Germania molto amata dal suo popolo per la pietà, la prodigalità con cui aiutava i poveri del suo regno. Ma la sua famiglia non vedeva di buon occhio questa sua generosità e la costrinse per un certo tempo a ritirarsi in convento e congelò i suoi beni giudicandola troppo prodiga. Matilde riuscì comunque a fondare diversi monasteri e scuole popolari ed, essendo essa stessa analfabeta volle dare ai suoi sudditi l’esempio sedendo sui banchi di scuola. Morì in convento nel 968.
Parola
di Dio: Ez. 18,21-28; Sal. 129; Mt. 5,20-26
“SE
DUNQUE PRESENTI LA TUA OFFERTA SULL’ALTARE E LI’ TI RICORDI CHE IL TUO
FRATELLO HA QUALCHE COSA CONTRO DI TE, LASCIA LI’ IL TUO DONO DAVANTI
ALL’ALTARE, E VA’ PRIMA A RICONCILIARTI CON IL TUO FRATELLO E POI TORNA AD
OFFRIRE IL TUO DONO”. (Mt. 5,23-24)
Dopo
un’omelia in cui, commentando queste parole di Gesù, avevo insistito sul
fatto che la nostra preghiera, la nostra Messa doveva essere coerente con i
nostri atteggiamenti e che “dovremmo prendere un po’ più sul serio queste
parole di Gesù”, un amico mi diceva: “Vacci piano a prendere alla lettera
quanto dice il Vangelo se no, in questo caso rischi che la chiesa si svuoti
almeno per metà e che di quelli che sono usciti non ne torni quasi
nessuno”. E mi spiegava: “Prendi cento persone che sono andate a Messa. Chi
di quelle cento non ha, almeno in un cantuccio della sua vita, qualcuno da
perdonare o qualcosa da farsi perdonare? Se fossero coerenti dovrebbero uscire
tutti, al massimo potrebbero rimanere i sordi, i distratti o i presuntuosi . Ma
tu credi che sarebbe facile partire ed andare a chiedere perdono a quel parente
con il quale da anni c’è tensione per quella eredità mal divisa, dal quale
tu ti senti defraudato e che lui, a sua volta pensa di essere nel giusto e
magari defraudato da te? Sei davvero disposto a perdonare a quel ladruncolo che
pur di scippare la borsetta a tua madre anziana l’ha fatta cadere e di lì
sono nate tutte quelle conseguenze per cui dopo un paio di anni di prove per
tutti, tua madre è morta? Sei disposto a farti perdonare da quella persona che
pensa di essere stata offesa da te, mentre tu, invece, pensi di aver detto solo
la verità? Ti sentiresti di fare un gesto di onestà nel perdonare quella
persona che, sei convinto e i fatti sembrano darti ragione, aspetta solo il tuo
perdono per poter nuovamente approfittare di te?…”
La
strada del perdonare e dell’essere perdonati dagli altri è una strada lunga e
difficile e, tante volte stenta a trovare la meta, qualche volta, solo con le
nostre forze umane sembra impossibile a realizzarsi. Che cosa voleva dunque dire
Gesù?
Primo:
non essere ipocrita né con Dio né con i fratelli: non puoi andare da Dio a
chiedere perdono se tu non ti metti sulla stessa strada per perdonare e per
accogliere l’eventuale perdono dei fratelli.
Secondo:
non sono i risultati immediati ottenuti che ti aprono o precludono al perdono di
Dio. E’ l’atteggiamento del tuo cuore quello che conta, è il cammino che
cerchi di intraprendere verso il saper perdonare che conta. Anzi è proprio
dalla constatazione della grande misericordia che Dio ha con te che trovi la
forza ed anche la gioia di renderti maggiormente disponibile al perdono.
SABATO 15 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
VOGLIO
OSSERVARE I TUOI PRECETTI E NON ABBANDONARTI MAI. (Sal. 119,15)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
LUISA, Santa
Luisa
era figlia naturale di Luigi de Marillac, un nobile francese che fino alla sua
morte la mantenne in una ricca scuola. Dopo, però Luisa si scontrò con la
realtà della povertà. Andò sposa al segretario della regina Maria De’
Medici ed ebbe un figlio, Michele. La sua vita quotidiana era però
costantemente
turbata dall’insoddisfazione: solo i suoi frequenti colloqui con S. Francesco
di Sales riuscirono a darle un po’ di pace. Quando il marito morì e il figlio
entrò in seminario poté consacrarsi totalmente al Signore. L’incontro con
S. Vincenzo de Paoli fece nascere le suore “Figlie della carità” dedite
all’assistenza dei poveri. Morì nel 1660.
Parola
di Dio: Deut. 26,16-19; Sal 118; Mt. 5,43-48
“MA
IO VI DICO: AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER I VOSTRI PERSECUTORI”. (Mt.
5,43)
Quella
che abbiamo letto oggi è forse la pagina più esaltante di tutta la buona
notizia di Gesù ma anche, a prima vista, la pagina più impossibile. Chi è che
umanamente può essere capace di amare il proprio nemico che proprio in quel
momento lo sta denigrando e distruggendo? Tra l’altro può aver senso
una cosa del genere o non va contro la natura stessa che spesso d’istinto per
difendersi deve aggredire?
Gesù
non chiede a noi ciò che può essere impossibile per la nostra umanità, ma ci
indica delle strade e ci propone anche i mezzi per poterci arrivare. Amare
i propri nemici non vuol dire essere degli idioti masochisti che dicono:
“Fammi pure del male che io ti amo ancora di più”. Anche Gesù non si
comporta così: accetta con dolore e fatica la propria sofferenza, dice con
chiarezza quello che è male e quello che bene, parla di un premio e di un
castigo che ci sarà come conseguenza delle proprie scelte, ma non risponde né
con l’odio né con la violenza anzi, trasforma il male che i suoi nemici gli
stanno facendo in un atto di amore per tutti, loro compresi, se vorranno
accoglierlo. Ma come è riuscito Gesù a fare questo? Perché ha guardato a Dio
suo Padre ed ha fatto come Lui. Se per noi è estremamente difficile amare il
nostro nemico è solo guardando a Dio e a Gesù che riusciremo a disarmare la
rabbia e l’odio, è solo con la sua forza che allontaneremo la voglia di
vendetta, è solo pensando alla misericordia che Dio sta usando con me che
riuscirò a rivedere anche nel nemico il volto pur difficile di un mio
fratello ed è nell’equilibrio tra amore e giustizia, partendo dall’umiltà
che potrò iniziare il mio cammino di trasformazione della vendetta in perdono,
dell’odio in amore.
DOMENICA 16 MARZO - 2^ DOMENICA DI QUARESIMA B
Una
scheggia di preghiera:
PURIFICA
I NOSTRI OCCHI PERCHE’ POSSIAMO GODERE LA VISIONE DELLA TUA GLORIA. (Dalla
Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIULIANO Santo, Martire, Venerato a Vercelli
E’
un santo che ultimamente è stato "eliminato", infatti lo si festeggiava
fino al 1914, poi venne soppressa la festa solo perché non si sa a quale
Giuliano si faccia riferimento. Certamente a Vercelli c’è una chiesa che fin
dal 1185 è dedicata ad un San Giuliano martire. Potrebbe dunque essere un santo
ma forse non di origine Vercellese. quello per secoli si è venerato lì.
Parola
di Dio: Gen. 22,1-2.9-13.15-18; Sal. 115; Rom. 8,31-34; Mc. 9,2-10
“SI
TRASFIGURO’ DAVANTI A LORO”. (Mc. 9,2)
E’
un momento difficile per gli apostoli. Gesù deve mettere in crisi ciò che essi
pensavano del Messia. Il Cristo non è il re glorioso e potente che libera dai
poteri terreni, è il Dio che viene per servire e che accetta l’ignominia e la
morte come l’ultimo dei peccatori. Perciò Gesù, per aiutarli, anticipa la
gloria della sua risurrezione e il Padre indica ancora una volta in Gesù il
Figlio delle sue compiacenze e aggiunge un comando: “Ascoltatelo”. Sono
molti i segni di questo brano di Vangelo: il monte, luogo della preghiera; la
nube segno della presenza di Dio; i personaggi dell’Antico Testamento che
indicano la legge e i profeti; gli apostoli smarriti un po‘ come noi; la veste
bianca che ci ricorda il battesimo… ma vorrei oggi fermarmi sul volto di Gesù:
noi dobbiamo scorgere il vero volto di Gesù quando è luminoso e quando è
deformato. Gli apostoli presenti alla trasfigurazione saranno anche testimoni
della sofferenza e dell’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi, così come
saranno testimoni della sua risurrezione. Ma Gesù è presente anche nei nostri
fratelli e spesso il loro volto è deturpato dall’ingiustizia, dalla violenza,
dal sopruso. Se vogliamo vedere Gesù dobbiamo riconoscerlo nelle persone che
gioiscono e nelle persone che soffrono. Spesso corriamo il rischio di annunciare
la vittoria del Signore sul peccato e sulla morte, dimenticando le tenebre del
Venerdì Santo e il grave silenzio del Sabato Santo. Potremo parlare di
vittoria, di risurrezione solo se intanto sapremo accettare la passione col
Signore e se ci faremo carico delle pene, delle sofferenze del nostro prossimo.
Cerchiamo dunque i momenti di contemplazione, di preghiera prolungata, di
silenzio davanti a Dio, per ridiscendere a valle, nella città degli uomini che
soffrono, che sono bisognosi di aiuto concreto e generoso. Più che le nostre
parole saranno i nostri gesti a testimoniare la nostra fede nel fatto che tutti
i volti sfigurati dal peccato, dal male, dalla morte, saranno trasfigurati nella
luce della gloria di Cristo risorto.
LUNEDI’ 17 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
A
TE CONVIENE LA GIUSTIZIA, SIGNORE, A NOI LA VERGOGNA SUL VOLTO. (Dan. 9,7)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
PATRIZIO, Santo
Patrizio,
nativo della Gran Bretagna (385 - 461), fu rapito dai pirati a 15 anni e venduto
come schiavo in Irlanda. Sette anni dopo, il giovane fuggì. Dopo aver ricevuto
la debita formazione nel monastero di Lerins, divenne vescovo. Si recò quindi
ad evangelizzare l’Irlanda ancora pagana.
Parola
di Dio: Dan. 9,4-10; Sal. 78; Lc. 6,36-38
“DATE
E VI SARA’ DATO”. (Lc. 6,38)
Partiamo
da una esperienza che, penso, ciascuno di noi avrà fatto: un amico ci ha fatto
un dono oppure un piacere desiderato. Non sentiamo forse la voglia di
contraccambiare. E questo non tanto per sdebitarci ma proprio per amore
riconoscente? Se succede così a noi, diventa facile capire quanto più
possa capitare a Dio che è l’amore. Ciascuno di noi può testimoniare che Dio
non si lascia mai battere in generosità. Non solo succedeva al Cottolengo a Don
Bosco e ad altri santi di aver dato via tutto e di trovare chi li aiutava
improvvisamente, penso possano testimoniarvelo tanti preti, tante Conferenze di
san Vincenzo, i ragazzi del Sermig e tanti umili cristiani. Se tu dai con amore,
Dio ti dà il centuplo. E non solo in denaro o in cose: Dio mette in te la
serenità per affrontare una determinata difficoltà, ti trovi magari a dire
quelle parole giuste al momento giusto che tu non ti saresti neppure sognato di
pensare, ritrovi magari una persona con cui pensavi i ponti fossero
definitivamente rotti… Ma bisogna cominciare a dare e a dare
disinteressatamente, con amore. Ma qualcuno potrebbe dire: “Ma io non ho
nulla, sono povero, vecchio…”. Non è vero: se vogliamo abbiamo dei
veri tesori: il nostro tempo, il nostro cuore, il nostro sorriso, il nostro
consiglio, la nostra cultura, la nostra pace… “Ma io non so a chi dare!”.
Anche qui non mascheriamoci dietro a scuse inesistenti: basta guardarci attorno:
pensa se non puoi dare niente gratuitamente ai tuoi familiari, a quel compagno
avvilito perché non è riuscito a scuola, a quella famiglia che abita sul tuo
piano a quell’anziano come te ma pessimista e triste.
MARTEDI’ 18 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
DONACI,
O SIGNORE, UN CUORE NUOVO E UNO SPIRITO NUOVO. (Ez. 18,31)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
SALVATORE, Santo
Era
catalano e, rimasto orfano giovanissimo, andò a Barcellona dove fece il
calzolaio per mantenere la sorella. Fattosi frate laico francescano, la sua fama
divenne subito grande perché compiva miracoli e guarigioni. Per tentare di
sfuggire all’entusiasmo popolare dovette cambiare diversi conventi finché
giunse a Cagliari dove finalmente trovò pace e serenità. Mori nel 1567.
Parola
di Dio: Is. 1,10.16-20; Sal.49; Mt. 23,1-12
“SULLA
CATTEDRA DI MOSE’ SI SONO SEDUTI GLI SCRIBI E I FARISEI. QUANTO VI DICONO,
FATELO E OSSERVATELO, MA NON FATE SECONDO LE LORO OPERE, PERCHE’ DICONO E NON
FANNO”.
Gesù,
lo sai, per me è istintivo: dopo aver letto questo Vangelo, tutte le volte, si
presentano alla mia mente una serie di immagini, dove vedo ben chiari gli scribi
e i farisei di oggi, dove vedo visi mutevoli ad ogni occasione che si atteggiano
ad espressioni comunemente intese come religiose, dove sento voci melliflue che
sanno tutto e che impongono tutto… e non posso far altro che dire: ”Hai
proprio ragione l’ipocrisia religiosa è facile ed è grande, ancora oggi”.
Ma
poi so che non posso fermarmi lì. Rischierei di diventare un’ipocrita
anch’io se mi fermassi a vedere solo il male che l’ipocrisia religiosa ha
creato in altri e non scoprissi che questa brutta malattia è sempre in agguato
se pur non ha già colpito anche me.
E
allora chiedo al Tuo Spirito di farmi conoscere i sintomi di questo male e di
farmi anche capire quali siano i rimedi per combatterlo e vincerlo.
I
farisei si ritenevano i “puri” e questa supponenza poco per volta li aveva
fatti sentire padroni della religione, sicuri delle proprie norme, incapaci di
vedere il loro prossimo.
Il
desiderio di una fede “pura” non è sbagliato ma andrebbe accompagnato dalla
“purezza” interiore cioè: voglio incontrare Cristo, il suo messaggio,
voglio capire e comprendere la sua verità, voglio adeguare la mia morale alla
sua, ma perché? Per essere ritenuto buono? Per comprarmi il paradiso? Per
sentirmi migliore degli altri? O perché ho scoperto di essere amato nella mia
miseria dal Signore ed ho desiderio di volergli bene e di dimostrarglielo con il
cuore con la vita?
Gli
scribi avevano studiato la Sacra Scrittura e ne erano ottimi conoscitori ed
interpreti, ma si erano chiusi in una specie di corporazione in cui contava chi
conosceva di più, chi aveva la miglior scuola, i migliori allievi.
Conoscere
la Bibbia è un bene, ignorarla sarebbe un male, un trascurare un dono prezioso
che il Signore ci ha dato. Ma la Bibbia serve per conoscere Dio, per la mia vita
e per quella degli altri, se no è solo un libro fumoso di cose passate.
La
radice dell’ipocrisia religiosa, dunque, non sta nel religioso, ma sta
nell’uso che ne faccio, non è un male esteriore anche se esteriormente si
manifesta, è profondamente interiore, sta nella purezza delle motivazioni
che mi spingono. E la cura? E’ nel ritrovare, attraverso l’amore e la giusta
umiltà, il vero senso del dono della fede che ci è data non perché noi ce ne
appropriamo e la rinchiudiamo nei nostri ragionamenti o nei nostri schemi, ma
perché ne gioiamo, ne otteniamo salvezza e, a nostra volta la doniamo con amore
agli altri.
MERCOLEDI’ 19 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
TU
SEI FEDELE, O SIGNORE, ALLE TUE PROMESSE. (dalla Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIUSEPPE, Santo, Sposo di Maria
Giuseppe,
falegname di Nazareth, della stirpe di Davide, sposo di Maria, ebbe fiducia in
Dio e nella Madonna ed accettò la sua maternità. Dio lo ripagò affidandogli
nientemeno che il proprio Figlio. Fu l’uomo giusto che visse all’ombra di
Gesù e di Maria e fu l’ombra di Dio per loro,
Parola
di Dio nella festa di San Giuseppe:
Parola di Dio nella feria di quaresima: Ger. 18,18-20: Salmo 30; Mt. 20,17-28
“COLUI
CHE VORRA’ ESSERE IL PRIMO TRA VOI, SI FARA’ VOSTRO SCHIAVO; APPUNTO COME IL
FIGLIO DELL’UOMO, CHE NON E’ VENUTO PER ESSERE SERVITO, MA PER SERVIRE
E DARE LA SUA VITA IN RISCATTO PER MOLTI”. (Mt. 20,27-28)
Ieri
parlavamo di ipocrisia religiosa e ci chiedevamo quale poteva essere la medicina
per combatterla e guarirla ed oggi Gesù, proponendoci se stesso e rispondendo
alla domanda della mamma dei figli di Zebedeo che cercava per loro un posto
d’onore, ci propone il rimedio più sicuro. Gesù sembra dirci: “ Se tu
consideri la fede e la religione alla stregua delle cose di questa terra e con i
criteri di questo mondo, la tua fede e la tua religione non servono a nulla: non
servono per far carriera, e se anche nelle comunità dei credenti qualche volta
succede così: stai attento che la "carriera religiosa" è uno dei più
grossi imbrogli: alla fine ne resterai ancora più deluso delle ‘carriere’
terrene. La fede vera e la vera religione non conquistano i primi posti, sono
gioie talmente interiori che si manifestano nel servizio. Guarda a me – ci
dice ancora Gesù - Io ti ho amato sul serio, sul serio ho accettato di farmi
peccatore al posto tuo ed o accettato nella mia carne le conseguenze del
peccato: il dolore, la morte. Non ti ho amato per diventare il tuo padrone, ma
per offriti la salvezza. E allora, se ti senti amato così, non dovrebbe essere
naturale, gioioso, il cercare di donare la stessa cosa ai fratelli non con la
forza, non con la sussiegosità di chi si sente padrone della religione, ma con
la carità di chi ha imparato da me a servire?”.
GIOVEDI’ 20 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
BEATO
CHI CONFIDA NEL SIGNORE. (dalla Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
CLAUDIA, Santa, Martire
Durante
i primi anni del IV secolo ad Amisio (attuale Turchia), l’imperatore Massimino
Cesare aveva da tempo dato il via all’ennesima persecuzione contro i
cristiani. Claudia, insieme ad altre sei donne cristiane venne arrestata,
interrogata, invitata a rinunciare alla sua fede, ma non tradì e accettò la
morte compiendo la scelta vincente di una vita eterna in cambio di una breve
vita terrena.
Parola
di Dio: Ger. 15,5-10; Sal.1; Lc.16,19-31
“ALLORA, GRIDANDO, DISSE: PADRE ABRAMO, MANDA LAZZARO AD INTINGERE NELL’ACQUA IL DITO E BAGNARMI LA LINGUA PERCHE’ QUESTA FIAMMA MI TORTURA”. (Lc. 16,24)
Quella
che abbiamo letto oggi è una parabola talmente ricca di insegnamenti che
è un peccato non avere tutto lo spazio per poterla commentare nella sua
integrità. Fermiamoci ad un particolare: quella di oggi sembra essere la
parabola del ricco e del povero Lazzaro le cui situazioni si capovolgono nella
vita futura dove Lazzaro sarà felice in Dio e il ricco si troverà nella
situazione di desiderare il modesto sollievo di una goccia d’acqua, ma
questa parabola non vale solo per il futuro, la vediamo illustrata molto spesso
anche in questa vita.
VENERDI’ 21 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
TU
HAI MANDATO TUO FIGLIO VITTIMA DI ESPIAZIONE PER I NOSTRI PECCATI.
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
ELIA, Eremita presso Orta, Santo
I
santi Giulio, prete, e Giuliano, Diacono, evangelizzarono la regione del lago di
Orta e poi, nei loro ultimi anni si ritirarono nell’isola del lago per
vivere vita eremitica, con loro molto probabilmente c’era anche il prete Elia
che si prese cura della chiesa da loro edificata e nella quale seppellì
anche il corpo di Sant’Audenzio di Milano. Elia, morto verso la metà del
secolo V fu subito considerato santo dalla gente del posto.
Parola
di Dio: Gen. 37,3-4.12-13.17-28; Sal. 104; Mt. 21,33-43.45
“IL
PADRONE MANDO’ I SUOI SERVI DA QUEI VIGNAIOLI A RITIRARE IL RACCOLTO”.(Mt.
21,34)
A
prima vista può sembrare strano: se Dio è nostro Padre, se Lui gratuitamente
ci ha donato ogni cosa, se ha curato la nostra vigna e poi ce l’ha affidata,
perché ora vuole che noi gli diamo i nostri frutti? E poi quali saranno i
frutti che Dio pretende di raccogliere da noi?
Dio
non pretende dei frutti per arricchire la sua grandezza: tutto è di Dio e nulla
esiste senza la sua volontà, quindi Dio non cerca dei frutti per se stesso, ma
vuole gioire nel vedere noi a portare i suoi frutti.
Ma
se le cose stanno così i frutti saranno quelli che immaginiamo noi?
Dio
non si accontenta di preghiere, devozioni, pratiche varie, manifestazioni
esteriori, tessere e neanche di offerte generose.
Lui
non vuole qualcosa di più, Lui vuole noi.
I
frutti che Lui pretende da noi non servono ad aumentare le infinite ricchezze
che sono già sue; i frutti servono a noi per crescere come uomini e come
cristiani. Lui ha mandato i Patriarchi, i Profeti, Gesù, gli annunciatori del
suo Vangelo per noi. Non sono esattori, sono quelli che ci possono aiutare ad
ottenere da noi stessi il frutto migliore quello di crescere come figli ad
immagine e somiglianza del Padre buono.
SABATO 22 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
TU
GETTERAI IN FONDO AL MARE I NOSTRI PECCATI, O SIGNORE. (Mc. 7,19)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
BENVENUTO, Santo, Vescovo
Benvenuto
Scotivoli era nato ad Ancona. Dopo aver studiato diritto a Bologna lasciò la
carriera di avvocato per seguire la vocazione al sacerdozio. Eletto vescovo di
Osimo, nelle Marche, si dedicò fino alla morte, nel 1282, alla cura delle anime
e alla riforma dei costumi e della vita ecclesiastica.
Parola
di Dio: Michea 7,14-15.18-20; Sal. 102; Lc. 15,1-3.11-32
“BISOGNAVA
FAR FESTA E RALLEGRARSI, PERCHE’ QUESTO TUO FRATELLO ERA MORTO ED E’ TORNATO IN
VITA". (Lc. 15,32)
Molti
di noi stentano a comprendere l’insegnamento e la grande gioia che scaturisce
da questa parabola perché forse assomigliano al figlio maggiore di questo
Padre. Qualche volta siamo portati a dire: “Insomma io non sono proprio uno
‘scappato di casa’, non me la sono presa con Dio anche se tante cose non mi
sembrano giuste in questo mondo, non gli ho chiesto in anticipo la sua eredità,
non ho passato parte della mia vita in bagordi… In fondo ho sempre cercato di
fare la volontà di Dio, ho avuto paura dei suoi castighi, ho cercato di fare un
po’ di bene attorno a me, se guardo con attenzione ho osservato (a parte
qualche piccola sbavatura: ma chi non la fa) i suoi comandamenti… E adesso
dovrei gioire perché un disgraziato, uno che se l’è spassata mentre io
lavoravo, torna a casa ed è perdonato, abbracciato, festeggiato dal Padre: il
bastone ci vorrebbe!” Gesù, nella parabola non condanna il bene che il figlio
maggiore ha fatto ma mette in evidenza il suo difetto che è quello di non aver
capito il motivo del suo agire e dell’agire del Padre Insomma è uno che fa
bene ma non ama. Ama poco il padre: è interessato agli averi, ha poca
confidenza con lui: non gli ha mai neppure chiesto un capretto per far festa,
non vede nel fratello un fratello ma solo un peccatore, uno che ha dilapidato
dei soldi del padre che forse avrebbero potuto essere suoi. Gesù ci ama quando
vede che facciamo il nostro dovere. Il premio non ci mancherà: “quello che è
mio, è tuo” ma ci chiede di amare: amare Lui, la sua volontà, vedere negli
altri dei fratelli amati, non essere invidiosi per il perdono accordato ma
gioiosi per i doni che Dio riversa su tutti. Se pensiamo di essere un po’ come
questo figlio maggiore, ringraziamo Dio di non essere scappati di casa, ma non
chiudiamo la porta di casa perché “Nella casa del Padre mio ci sono molti
posti” e solo insieme con altri la festa sarà più completa.
DOMENICA 23 MARZO - 3^ DOMENICA DI QUARESIMA B
Una
scheggia di preghiera:
LA
TUA MISERICORDIA CI SOLLEVI, O SIGNORE. (dalla Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
BERNOLFO
Santo, Martire, Venerato a Mondovì
Storia
strana e controversa quella di questo Santo Bernolfo o Bernulfo che viene
festeggiato oggi a Mondovì e onorato come patrono secondario della città.
Infatti con ogni probabilità egli fu Vescovo ma di Asti. egli era Astigiano, se
non di nascita, almeno di elezione, fu Vescovo di quella città nel VIII secolo.
Era il periodo in cui i Saraceni che occupavano la Liguria avevano valicato gli
Appennini e si spingevano nel Monferrato depredando ed uccidendo. Anche Bernolfo
fu martirizzato per la sua fede. Quando alcuni cittadini di Asti, Vicoforte,
Carassona e Vasco in rivolta contro i Vescovi Conti della città emigrarono per
fondare la città di Mondovì vi portarono le sue reliquie e da allora vi fu
onorato, quasi a dire che se c’erano Vescovi Conti di Asti che mal governavano
c’erano anche dei santi martiri sotto i quali farsi proteggere.
Parola
di Dio: Es. 20,1-17; Sal. 18; 1Cor. 1,22-25; Gv. 2,13-25
“LO
ZELO PER LA TUA CASA MI DIVORA”.. (Gv. 2,17)
Nel
brano di Vangelo di oggi ritorna la parola “tempio”. Prima è il
tempio, luogo di preghiere e di presenza di Dio che Gesù purifica scacciandone
i venditori e tutti coloro che ne hanno fatto una spelonca di ladri. Poi, nella
discussione gli ebrei pensano al tempio di pietre costruito in 46 anni mentre
Gesù parla del tempio del suo corpo, poi i discepoli illuminati dalla
risurrezione comprendono quale sia il vero Tempio di Dio sulla terra.
Ripercorriamo anche noi il cammino di questa parola. Anche noi abbiamo dei
templi segno della presenza di Dio in mezzo alle nostre case e luogo di
preghiera e spesso sono templi da purificare perché sono diventati solo più
luoghi di culto, di riti tristi spesso superstiziosi… Ma vi è anche un altro
corpo che ha bisogno di essere purificato ed è il corpo della comunità
ecclesiale che deve liberarsi dai compromessi con il potere e con il denaro per
annunciare con credibilità “Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei,
stoltezza per i pagani; ma , per coloro che sono chiamati, potenza e sapienza di
Dio”. E, infine, c’è un Tempio che è il Corpo del Signore. Dobbiamo dunque
sempre più accentuare la centralità della Eucarestia domenicale, incontro
festivo e gioioso di fratelli e di amici che vanno verso il Padre per ascoltare
la sua voce e per offrire a Lui il corpo crocifisso e risorto del Signore Gesù,
che viene poi ridonato come cibo per il nostro viaggio. Ognuno di noi e le
nostre comunità cristiane abbiamo un lungo cammino di conversione da
compiere, perché la nostra vita sia un culto animato dallo spirito gradito a
Dio e perché la nostra preghiera dia orientamento e alimento alla nostra vita.
LUNEDI’ 24 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
L’ANIMA
MIA HA SETE DEL DIO VIVENTE, QUANDO VEDRO’ IL SUO VOLTO? (Sal. 42,3)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
GIOVANNI DEL BASTONE, Beato
Nella
chiesa di San Benedetto in Fabriano sono conservati i resti di questo Beato
Giovanni e il suo bastone, segno della sua volontà di essere monaco e che lo
accompagnò in tanti viaggi fatti per predicare il Vangelo. Egli era nato a
Fabriano dove aveva aperto una scuola, poi si era ritirato nell’eremo, ma di
qui era stato richiamato dal Vescovo di Camerino che, ordinandolo sacerdote, lo
aveva mandato a predicare. Morì il 24 Marzo 1290.
Parola
di Dio: 2Re 5,1-15; Sal 41e42; Lc. 4,24-30
“C’ERANO
MOLTI LEBBROSI IN ISRAELE AL TEMPO DEL PROFETA ELISEO, MA NESSUNO DI LORO FU
RISANATA SE NON NAAMAN IL SIRO”. (Lc. 4,27)
Non
vi è mai capitato di assistere a quella che io chiamo: la “fiera delle
religioni”? Succede, e molto più spesso di quello che immaginiamo, quando
incontri gli esaltati della religione che si presentano come gli unici detentori
della verità: “Vieni con noi il nostro è il migliore degli Dei; la nostra è
l’unica vera religione; con la nostra chiesa non puoi sbagliare mai”. E
questa è una fiera che ci rattrista perché Dio, i suoi valori, sono
messi all’asta o sono contrapposti gli uni agli altri quasi che Dio
fosse in lotta con se stesso. Ma quello che oltre a rattristare spaventa è
quando questi integralisti religiosi (a qualunque religione appartengano)
escludano ogni altro pensiero religioso diverso dal loro e arrivino a
giustificare il terrorismo e la guerra santa mascherandoli con sentimenti
religiosi.
Un’idea
base del Vangelo è quella che Dio non è monopolio di nessuno: Dio è libertà
assoluta che non può essere vincolata in schemi umani ed è misericordia e
amore per tutti gli uomini.
Gesù,
ricordando l’episodio di Naaman, un pagano guarito dalla lebbra, vuole
aiutarci a capire che nessuno di noi davanti a Dio deve avere l’atteggiamento
del possesso. Bisogna invece essere riconoscenti per il suo amore che si riversa
su ogni uomo che si rende a Lui disponibile.
Tra
tutti gli integralismi, quello religioso è il peggiore perché è addirittura
contrario al pensiero di Dio e non rispetta l’uomo. Ma, attenzione anche ai
piccoli integralismi religiosi, quelli che ci fanno dire: “La salvezza si
realizza solo nel mio movimento”, “La Bibbia la interpretiamo bene solo in
quei gruppo”, “Se vuoi essere a posto devi per forza fare così e così”.
Affermare
la propria appartenenza di fede a un popolo o ad un gruppo è necessario per la
verità ma non deve mai diventare imposizione umana e tantomeno motivo di
giudizio o di discriminazione.
MARTEDI’ 25 MARZO: ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
Una
scheggia di preghiera:
ECCOMI,
SIGNORE, SI COMPIA IN ME LA TUA PAROLA. (Dalla Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
MENOCHIO GIUSEPPE BARTOLOMEO, Servo di Dio
Era
nato a Carmagnola il 19 marzo 1741. La sua famiglia aveva profondi valori
cristiani e fu anche benedetta come vocazioni, infatti quattro dei sei
figli furono sacerdoti. Giuseppe entrò nel 1760 tra gli Eremitani di
Sant’Agostino, fu sacerdote, poi parroco, poi predicatore famoso in tutto il
Piceno. Nel 1796 fu consacrato coadiutore di Reggio e poi chiamato dal Papa Pio
VII a Roma con l’incarico di essere suo confessore. Fedele al Papa visse con
Lui tutte le vicissitudini di quel tempo. Cercò per sé e predicò per gli
altri la volontà di Dio, si spese indefessamente nell’apostolato specialmente
per quelle diocesi che erano prive di vescovo e per le religiose. Morì alcuni
mesi prima del Papa il 25 marzo 1823.
Parola
di Dio nella festa della Annunciazione: Is.
7,10-14; Sal. 39; Eb. 10,4-10; Lc. 1,26-38
“ECCOMI,
SONO LA SERVA DEL SIGNORE, AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA” . (Lc. 1,38)
Con
queste sue parole Maria dà inizio alla sua grande avventura con Dio. Non tutto
è chiaro a Maria: ha chiesto informazioni, qualcuna ne ha avuta, ma tutto
poggia sulla fede e lei si fida: si fida che Dio abbia su di Lei un progetto
meraviglioso e si affida alla sua volontà non con senso di costrizione, ma con
la gioia profonda del sapere che Dio non inganna e che vuol fare cose grandi in
Lei.
Ma,
perché il disegno di Dio si compia in pienezza Dio chiede il mio, il tuo
assenso, come lo ha chiesto a Maria. Solo così si realizza la parola che ha
pronunciato su di me, su di te. Allora anche noi, come Maria, siamo chiamati a
dire non con tristezza o rassegnazione, ma con serenità e gioia profonda: «Eccomi,
sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
MERCOLEDI’ 26 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
LE
TUE PAROLE, O SIGNORE, SONO SPIRITO E VITA. (Gv. 6,63)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
MORANO MADDALENA, Serva di Dio
Nata
a Chieri il 15 Novembre 1847, si trasferì con la famiglia a Buttigliera di Asti
dove faceva la tessitrice in casa sua. Guidata da Don Bosco e da Don Cagliero
entrò tra le Figlie di Maria Ausiliatrice. In 26 anni la sua attività fu
molteplice. Fondò ben 19 nuove case, 12 oratori, 6 scuole, 5 asili, 4 convitti,
3 scuole di religione. Era molto attiva ma anche di spiritualità molto
profonda. Morì ad Alì Marina il 26 marzo 1908
Parola
di Dio: Deut. 4,1.5-9; Sal. 147; Mt. 5,17-19
“NON
SONO VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE COMPIMENTO”. (Mt. 5,17)
Quando
noi pensiamo ad un uomo libero credo ci venga subito in mente Gesù ed è Lui
stesso che ci ha insegnato il cammino della libertà vera. Eppure, abbiamo letto
nel vangelo di oggi, dice di non essere venuto ad abolire neanche il minimo
precetto della legge antica. Sembra un controsenso ma questo è dovuto al
falso concetto di libertà che spesso noi abbiamo.
Molti
pensano che libertà significhi: “Fare ciò che voglio”. Libertà per Gesù
è invece realizzare il progetto di uomo secondo la volontà di Dio. Il piano di
Dio è un piano amorevole nei nostri confronti. Egli desidera che noi,
individualmente
e come comunità di suoi figli, troviamo il senso della vita e incontriamo
Lui, pienezza della nostra realizzazione. Per questo la Bibbia racconta la sua e
la nostra storia della salvezza. La legge di Dio, allora, non è un peso, il
vincolo di un padrone che per tener buoni i suoi schiavi, impone norme e pene,
è la strada della vera libertà. Gesù, come uomo libero, accetta la legge di
Dio e la osserva perché è in essa che realizza la volontà del Padre.
Io
sarò perfettamente libero e aiuterò i miei fratelli nella libertà se
accetterò la legge di Dio non come imposizione ma come dono di Dio per giungere
liberamente a Lui.
GIOVEDI’ 27 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
FA’
CHE ASCOLTIAMO, SIGNORE, LA TUA VOCE. (dalla Liturgia)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
AIMONE, Santo, Vescovo
Aimone
entrò giovanissimo nel monastero di Fulda in Germania e lì assimilò in
profondità lo spirito della vita monastica. Divenne maestro per 30 anni.
Chiamato ad essere vescovo e abbandonato certo a malincuore l’insegnamento,
svolse il suo impegno con entusiasmo fino alla morte che avvenne nell’853.
Parola
di Dio: Ger. 7,23-28; Sal. 94; Lc. 11,14-23
“CHI
NON E’ CON ME E’ CONTRO DI ME”. (Lc. 11,23)
Attenzione
alla interpretazione di questo versetto del Vangelo, infatti una cattiva
interpretazione in mano a qualcuno rischia di portare ad integralismi che sono
tutt’altro che nelle intenzioni di Gesù..
Gesù
non ci dice di diventare beceri assertori di una formula religiosa al posto di
un’altra, ma ci invita invece ad essere profondamente seri nelle nostre
scelte.
Spesso
noi siamo maestri di equilibrismo: da una parte ci diciamo cristiani e
dall’altra seguiamo le norme atee e materialistiche del nostro mondo, spesso
del Vangelo prendiamo per noi le pagine che ci piacciono, che magari sembrano
giustificare certi nostri comportamenti e lasciamo da parte quelle che ci
infastidiscono o che ci impegnano particolarmente.
Gesù
non ci sta a questi compromessi. Lui non è per le mezze misure. Lui ha detto di
sì al Padre e a noi, e per quel “sì” andrà fino in fondo, fino alla
donazione totale della croce.
Scegliere
Lui, magari con fatica, magari ripartendo anche molte volte al giorno, significa
aver trovato il modello, significa cercare ogni giorno di “rivestire Cristo”
come ci è stato proposto fin dal nostro Battesimo, e ogni volta che scopro di
essere sceso a compromesso con il mondo, se davvero voglio essere suo, significa
ricominciare da capo a guardare a Lui. Il cristiano non è né integralista, né
perfetto, ma uno che continuamente vuole camminare con Cristo e verso Cristo.
VENERDI’ 28 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
LA
TUA PAROLA, SIGNORE, E’ VIVA, EFFICACE, SCRUTA I SENTIMENTI E I PENSIERI DEL
CUORE. (Ebrei 4,12)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
AGNESE DI CHATILLON ,Beata
Fu
monaca cistercense nel monastero di Beauprè attorno al 1600. La sua giornata
era incentrata sulla meditazione della Passione di Cristo. Spesso andava in
estasi mistiche. A lei, sia in vita che dopo morte si attribuiscono miracoli e
prodigi.
Parola
di Dio: Os. 14,2-10; Sal. 80; Mc. 12,28-34
“ASCOLTA,
ISRAELE… AMERAI DIO CON TUTTO IL TUO CUORE CON TUTTA LA TUA MENTE, CON TUTTA
LA TUA FORZA… E IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO”. (Mc.12,29-31)
Una
certa esperienza di Vangelo e una certa dimestichezza con l’annuncio della
Chiesa ci fa capire che con questo brano siano al nucleo dell’annuncio di Gesù:
Amare Dio e amare il prossimo è il senso della vera realizzazione dell’uomo
secondo il progetto di Dio ed è anche l’unico vero modo nostro di rispondere
all’amore che Dio ha per ciascuno e per tutti. Ma oggi vorrei fermarmi con voi
su una parola che Gesù ha anteposto all’enunciazione del comandamento
dell’amore: “Ascolta!”. Qualcuno, conoscitore della Bibbia, potrà
ricordarmi che era ed è una parola rituale, che le varie preghiere del buon
ebreo di allora e di oggi cominciano sempre con l’enunciazione: “Ascolta
Israele!”. Tutto vero, ma ci abbiamo mai pensato che prima di conoscere Dio,
prima di parlagli nella preghiera, prima di cercare di comprendere quali siano
le sue vie verso di noi e la nostra via verso di Lui ci sta quell’
“Ascolta!” ? Se io non ascolto come potrò conoscere e comprendere Dio? Come
potrò sapere quali sono i suoi doni e quale il suo progetto? Se non ho
ascoltato il suo immenso amore per me come potrò riuscire ad amarlo con tutto
il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze, e, ancor di più, come
riuscirò ad amare il mio prossimo, tutto il mio prossimo, come me stesso? Noi
spesso diamo per scontato il fatto di sapere già tutto. Diciamo di conoscere
Dio, sappiamo ‘come va a finire il Vangelo’; i preti poi sono ‘uomini per
tutte le stagioni’ che devono avere sempre in tasca una risposta per tutte le
domande e una faccia di circostanza per tutte le vicende della vita… ma, siamo
poi proprio sicuri di aver ascoltato, assaporato, gustato fino in fondo
l’amore che Dio ha per noi e siamo proprio sicuri di sapere quale sia il suo
progetto per noi, oggi?
Proviamo
a farlo questo esperimento, oggi: ascoltare il Signore, lasciarci portare da Lui
senza preconcetti o risposte artefatte. Dio parla! Forse ti ha già
parlato questa notte, nel dormiveglia, mentre ti è venuto in mente che forse
puoi provare a perdonare quella persona invece che vendicarti di essa; forse ti
ha parlato questa mattina mentre ti sei distratto dicendo le preghiere perché
un uccellino cantava le sue lode meglio di te, forse ha da parlarti attraverso
quelle persone che oggi incontrerai e che non conosci… Ti sta parlando adesso
mentre leggi queste righe… Allora: “Ascolta!” e poi dopo aver ascoltato
riuscirai anche ad amare un po’ di più.
SABATO 29 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
O
DIO, ABBI PIETA’ DI ME PECCATORE. (Lc. 18,13)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
SECONDO, Santo, Martire di Asti
Secondo
sarebbe stato un nobile pagano di Asti che avrebbe appreso la fede da San
Calogero, allora prigioniero in città. Sarebbe poi stato battezzato a Milano da
San Faustino. Per aver sepolto il corpo di Marciano a Tortona fu a sua volta
arrestato, tormentato con supplizi e decapitato. Fin qui il racconto più o meno
leggendario della sua “passio”. Di certo sappiamo che il culto di questo
martire è molto antico, ce lo testimonia anche una chiesa in suo onore della
seconda metà del secolo IX. Sovente è rappresentato mentre attraversa il Po a
cavallo come se fosse terraferma. E’ patrono di Asti e di Ventimiglia.
Parola
di Dio: Os. 6,1-6; Sal. 50; Lc. 18,9-14
“O
DIO, ABBI PIETA’ DI ME PECCATORE”. (Lc. 18,13)
“Per
essere graditi a Dio bisogna partire dal fondo”. Avevo cominciato così, in un
gruppo di giovani, a commentare la parabola del Fariseo e del pubblicano, ed
ecco che una ragazza mi bloccò subito: “Non ricominciamo con la solita solfa:
Tutti siamo peccatori, battiamoci il petto, andiamo a confessarci, facciamo
penitenza… Non ti sembra che siano state proprio tutte queste affermazioni che
hanno permesso alla Chiesa di imperare sulle anime e sui corpi? E dove saranno
poi tutti questi benedetti peccati di cui sempre dobbiamo pentirci? Dio sarà
proprio arrabbiato perché ho raccontato qualche bugia o perché ho indugiato a
qualche piacere?”.
DOMENICA 30 MARZO - 4^ DOMENICA DI QUARESIMA B
Una
scheggia di preghiera:
DA
MORTI CHE ERAVAMO PER I PECCATI, TU CI FAI RIVIVERE IN CRISTO. (Ef. 2,5)
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
AMEDEO IX Duca di Savoia, Beato
Amedeo
nasce da Anna di Lusignano e da Ludovico, duca di Savoia, il 1 febbraio 1435. Il
suo matrimonio fu combinato per necessità politiche, infatti sposò Iolanda di
Valois, figlia di Carlo VII di Francia. I due però si trovarono; avevano
soprattutto in comune una fede profonda e sapevano condividere tutto, dalla
preghiera al governo dello stato. Amedeo soffriva di epilessia e questo gli causò
parecchie difficoltà. Pur essendo un propugnatore di una crociata per liberare
Costantinopoli dai Turchi, fu fondamentalmente un pacifista, era anche molto
generoso con i poveri che spesso erano suoi commensali. Edificò chiese e
monasteri. Aggravandosi il suo male nel 1469 abdicò in favore di Iolanda, ma i
suoi fratelli e i nobili lo assediarono al punto che per liberarlo dovette
intervenire Luigi XI. Morì il 30 marzo 1472 a Vercelli.
Parola
di Dio: 2Cron. 36,14-16.19-23; Sal. 136; Ef. 2,4-10; Gv. 3,14-21
“COME
MOSE’ INNALZO’ IL SERPENTE NEL DESERTO. COSI’ BISOGNA CHE SIA INNALZATO IL
FIGLIO DELL’UOMO, PERCHE’ CHIUNQUE CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA”.
(Gv. 3,14-15)
Da
sempre e per primo Dio ha amato gli uomini, ma il Vangelo ci dice anche la
misura senza limiti di questo amore: il dono del Figlio morto e risuscitato per
noi. Egli è come l’antico serpente di rame innalzato nel deserto per la
guarigione di quanti erano stati morsicati da serpenti velenosi, a causa della
loro infedeltà. Egli è innalzato come su un trono, è glorificato sul legno
della croce. Chi guarda Lui è salvo. Al termine della passione di Gesù,
Giovanni riporterà le parole di un profeta: “Volgeranno lo sguardo a Colui
che hanno trafitto”. Tutta la storia della salvezza è storia di questo amore
fedele, tenace da parte di Dio. Se vogliamo essere coinvolti in questa storia di
salvezza, dobbiamo credere all’amore di Dio, affidarci a questo amore anche
nei momenti più bui e difficili, guardare con più insistenza e con più
passione al Cristo crocifisso: Egli non è venuto per giudicare e per
condannare, ma per salvare. Chi guarda il crocifisso smaschera le proprie
menzogne, i propri alibi, il proprio egoismo; si fa trasparente come è
trasparente lui, lì sulla croce, squarciato e aperto allo sguardo di tutti. Il
crocifisso ci insegna a smascherare gli idoli di questo mondo, i potenti di
questo secolo, i soprusi e le ingiustizie, per far risplendere la luce e la
verità del Padre su tutte le cose. Ci siamo impegnati a conoscere meglio il
Cristo, a farne esperienza in questa quaresima. Guardiamo al Signore Gesù
innalzato sul legno della ignominia e della gloria e chiediamo con le parole
della liturgia: “O Dio che illumini ogni uomo che viene in questo mondo, fa
risplendere su di noi la luce del tuo volto”.
LUNEDI’ 31 MARZO
Una
scheggia di preghiera:
MI
RALLEGRERO’ PER LA TUA MISERICORDIA,
Tra
i santi di oggi ricordiamo:
CORNELIA, Santa, Martire
Cornelia
morì per amore di Cristo. Era africana e aveva il cuore pieno di fede. Fu
torturata, martirizzata, ma non tradì. Infine, fu uccisa. Non si sa di lei né
il quando né il dove, ma di quali particolari ancora avremmo bisogno per
giustificare la sua santità?
Parola di Dio: Is. 65,17-21; Sal. 29; Gv. 4,43-54
“QUELL’
UOMO CREDETTE ALLA PAROLA DI GESU’ E SI MISE IN CAMMINO”. (Gv. 4,50)
“Beato
lei che ha la fede!” mi diceva una signora che aveva avuto tutta una
serie di grossi problemi e che stentava, come tutti, a capire il significato di
queste prove. No, la fede non è un qualcosa che uno ha e l’altro no, non è
neanche un lenitivo davanti al male, non è l’ultima spiaggia a cui approdare.
La fede non è sicurezza è fiducia. La fede non è un punto di arrivo, un
qualcosa da possedere sempre e da tenere in cassaforte, è un cammino, fede non
è avere sempre risposte sicure, è anche dubitare ma senza perdere il desiderio
di trovare la strada. Fede è conoscere, informarsi, far funzionare il cervello
ma poi è anche abbandonarsi e far funzionare il cuore. Mi sembra che il
funzionario del re che va da Gesù a chiedere la guarigione del figlio e che la
ottiene sia un po’ di tutto questo. Ha cercato una strada, si è messo in
cammino, ha chiesto con umiltà ma anche con forza, non si è fermato alla prima
risposta che sembrava solo un rimprovero, sulla parola di Gesù si è rimesso in
cammino senza aver nessuna prova certa della guarigione del figlio. Dopo il
cammino ha constatato la verità di Gesù e la grazia ricevuta proprio nel
momento in cui l’aveva chiesta e allora la fede che già era stata la base per
la possibilità del miracolo, diventa nuovo gioioso cammino suo e della sua
famiglia. Ecco tutto è raccolto tra quei due verbi: “Credette” e “Si mise
in cammino”. Anche il nostro cammino quotidiano è un viaggio verso Gesù, ma
è anche un viaggio da Gesù verso la vita. Anche noi non “vediamo”
chiaramente, non “sappiamo” per filo e per segno. Si tratta di fidarsi. Se
credi che Gesù è il Figlio di Dio, che le sue parole sono verità, cammina
sicuro, Lui non ti deluderà.