SCHEGGE E SCINTILLE
PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA
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a cura di don Franco LOCCI
FEBBRAIO 2003
SABATO 1 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
BENEDETTO IL SIGNORE DIO DI ISRAELE
PERCHE’ HA VISITATO E REDENTO IL SUO POPOLO. (Lc. 1,68)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Era
un sacerdote di Aosta incaricato della chiesa cimiteriale di San Pietro, uomo
semplice che trascorreva gran parte del suo tempo nella preghiera, nel lavoro
manuale e nell’essere attento alle necessità degli altri. Visse in un periodo
non ben definito tra il V e VIII secolo. Non avendo altre notizie, a parte
la descrizione di alcuni miracoli, Orso diventa così un modello di santità a
cui tutti possono aspirare, incarna le beatitudini del Vangelo, mette in pratica
le opere di misericordia preannunciando la misericordia e la giustizia di Dio.
Parola di Dio: Eb. 11,1-2.8-19; Cantico da Lc.
1,68-75; Mc. 4,35-41
“GESU’ STAVA A POPPA, SUL CUSCINO, E DORMIVA”. (Mc. 4,38)
E’ un episodio, quello della tempesta sedata, che sempre ci ha fatto fare tante riflessioni diverse: provo a sottolinearne alcune. Ciascuno approfondisca quella che maggiormente in questo momento ha rapporto con la propria vita.
- “Essere saliti su una barca”. Spesso noi benediciamo o malediciamo quell’incontro, quel momento in cui siamo saliti “su una determinata barca”. Gesù è salito, con la sua Incarnazione, sulla barca degli uomini ed è contento di averlo fatto allora e oggi, ma noi siamo contenti di salire sulla barca di Gesù?
Essere sulla barca con Gesù non significa aver stipulato una assicurazione casco. Gesù non ci ha mai ingannati su questo: anche sul cristiano si abbattono le malattie, le prove, le delusioni, i tradimenti… anzi proprio perché cristiano ci sono persecuzioni in più. Gesù non ci toglie dal male, ma è la forza per vincere il male.
- Se si è veramente stanchi per il lavoro fatto e con l’animo in pace, si può dormire anche in mezzo alla tempesta. Gesù aveva operato, Gesù si fida di Dio. Gesù dorme tranquillo. Noi siamo cristiani che possono dirsi ‘tranquilli’ perché coscienti di aver fatto tutto quello che dovevano e fiduciosi in Dio anche in mezzo alle tempeste?
- Perché Dio spesso sembra dormire? Perché non interviene a mettere a posto le cose? Perché sembra non ascoltare le nostre preghiere?. E Gesù con il suo dormire sembra risponderci: “Perché non hai fiducia piena in quel Dio che è con te? Perché lasci che la paura apra nel tuo cuore dei varchi alla non speranza? Hai fatto veramente tutto quello che dovevi fare? Sei venuto a svegliarmi?”
- Gli apostoli si meravigliano che Gesù abbia una potenza tale da comandare alla natura e dalla meraviglia passano alla fede in Lui e al ringraziamento gioioso. Sappiamo ancora meravigliarci davanti ai segni che Dio ha posto e pone nel cammino della nostra storia e della nostra vita e il grazie gioioso è spesso sulle nostre labbra e nel nostro cuore?
DOMENICA 2 FEBBRAIO: FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
Una scheggia di preghiera:
INFONDI NEL NOSTRO SPIRITO LO
SPLENDORE DELLA TUA SANTITA’. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Nacque a Firenze il 25 aprile 1523. Fin da piccola si sentì portata al monastero dove entrerà appena dodicenne. Fu una mistica particolarmente legata alla passione di Cristo che rivive nella sua carne, senza per altro dimenticare i suoi impegni di superiora e il suo dedicarsi all’apostolato. Muore il 2 Febbraio 1590.
Parola di Dio: Malachia 3,1-4; Sal. 23; Eb.
2,14-18; Lc. 2,22-40
“PRESE GESU’ TRA LE BRACCIA E BENEDISSE
DIO”. (Lc. 2,28)
Spesso, meditando nel quarto mistero gaudioso del rosario sulla presentazione di Gesù al tempio, mi è capitato di fischiettare quel canto che qualche volta facciamo durante l’offertorio della Messa e che dice: “Guarda a questa offerta, guarda a noi Signore, tutto quel che abbiamo noi lo offriamo a te: nella tua messa la nostra messa, nella tua vita la nostra vita”. Mi pare che in queste poche strofe possa raccogliersi l’essenza del mistero che celebriamo oggi. Gesù, col suo amore per Lui e per noi, ha detto al Padre: “Eccomi manda me” e Dio, in Maria, gli ha dato il nostro corpo, “lo ha fatto in tutto simile a noi, eccetto che nel peccato”. Con questo anche noi siamo simili a Lui, nostro fratello, ed ora Gesù, ancora una volta portato da Maria, viene offerto al Padre. E’ il primogenito, il frutto migliore della nostra umanità, l’agnello immolato per la nostra salvezza che viene offerto come sacrificio gradito al Padre. “Tutto ciò che abbiamo, noi lo offriamo a te”: è la cosa migliore della nostra umanità, in Lui ci siamo noi tutti con le meraviglie che Dio ha operato in noi, con la nostra materialità a volte pesante, con i nostri desideri di bene e le nostre speranze… Gesù porta al padre la nostra umanità e allora “la sua Messa”, il suo sacrificio di morte e di risurrezione diventa anche la nostra quotidiana Messa, il nostro ringraziamento, il nostro soffrire e il nostro gioire sono nella mani di Dio, anche noi, come Gesù e con Gesù possiamo dire a Dio con gioia: “Sia fatta la tua volontà che è la cosa più bella che poteva capitarmi”. Possiamo offrire a Dio le nostre minuzie sapendo che gli sono gradite. La sua vita offerta diventa la nostra vita perché “dal suo sangue siamo rigenerati”, perché la sua risurrezione ci apre all’eternità con Lui.
Se volete, questi pensieri potrebbero arricchire la nostra celebrazione eucaristica almeno due volte, quando anche noi facciamo il gesto del vecchio Simeone che prende in braccio Gesù e lo innalza verso il Padre, all’offertorio quando offriamo il nostro povero pane e vino insieme a Gesù e al “Per Cristo” quando diciamo a Dio che una sola cosa con Gesù, per Gesù e in Gesù si compie il nostro vivere e agire ed avviene il nostro grazie pieno e definitivo all’amore di Dio.
LUNEDI’ 3 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
LA TUA PRESENZA, SIGNORE, CI COLMA
DI GIOIA. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
E uno dei santi più popolari ma anche per lui le notizie storiche sono poche. Sarebbe stato medico, vescovo di Sebaste in Armenia e il suo martirio sarebbe avvenuto sotto l’imperatore Licinio (307—323).
Parola di Dio: Eb. 11,32-40; Sal. 30; Mc. 5,1-20
“GESU’ NON PERMISE (ALL’INDEMONIATO GUARITO) DI SEGUIRLO, MA DISSE: VA’ NELLA TUA CASA, DAI TUOI, ANNUNZIA LORO CIÒ CHE IL SIGNORE TI HA FATTO E LA MISERICORDIA CHE TI HA USATO. (Mc. 5,19)
Siccome
a prima vista stupisce che Gesù respinga una vocazione ma la indirizzi ad
altro, ecco che alcuni commentatori hanno cercato di “giustificare” Gesù
facendo dei ragionamenti a favore della propria casta: Gesù non poteva
permettere che un ex indemoniato facesse parte dei dodici (che, tra l’altro,
sarebbero anche diventati tredici) o dei suoi discepoli, ne avrebbe degradato la
dignità. Facendo così imprestiamo a Gesù la nostra gretta mentalità di
casta. Gesù invece, con questo episodio, ci dà una serie di insegnamenti che
dovrebbero renderci tutti più gioiosi e sereni. Ne
suo Regno c’è posto per tutti. C’è posto per il pio e deciso Giovanni,
come per “l’incredulo” Tommaso, per un convertito come Paolo o per un
giusto come Nicodemo che va da Gesù di notte, per una Marta indaffarata per
amore e per una Maria che pende dalla bocca di Gesù ai suoi piedi, per una
donna siro-fenicia che si accontenta delle briciole.. Non ci sono graduatorie:
un vescovo ed uno spazzino hanno la stessa dignità davanti al Signore, avranno
compiti diversi ma per Lui sono entrambi figli preziosi e amati e anche
all’interno della Chiesa dovrebbero essere onorati tutti alla stessa maniera,
anzi, se proprio vogliamo stare al vangelo l’unica preferenza da fare è per i
poveri. La missione poi è talmente bella, grande che
c’è spazio per tutti, si può annunciare il Regno predicando, celebrando i
Sacramenti come servendo nelle corsie di un ospedale, come soffrendo e offrendo
in un letto, come sorridendo e accogliendo…
La santità è per tutti (anche se in quella
ufficiale c’è ancora una prevalenza di Papi e Vescovi e fondatori perché
appoggiati da Congregazioni potenti). Quell’indemoniato guarito non avrà
neppure bisogno di predicare presso i suoi, sarà la testimonianza vivente che
c’è Qualcuno più forte di una legione di demoni che pur era stata capace di
annegare duemila porci!
MARTEDI’ 4 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
CHE IO NON RESTI CONFUSO, O
SIGNORE, PERCHE’ TI HO INVOCATO. (Sal.31,18)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Durante la persecuzione persiana nei confronti dei cristiani di Arbela, era stato arrestato il loro Vescovo Giovanni.
I Cristiani della città, in segreto, scelsero Abramo come loro nuovo Vescovo. Egli guidò a lungo questi cristiani perseguitati fino a quando fu, a sua volta arrestato. Venne martirizzato attraverso la decapitazione.
Parola di Dio: Eb. 12,1-4; Sal. 21; Mc. 5,21-43
“LA BAMBINA NON E’ MORTA, DORME”. (Mc. 5,34)
Quando la gente incontra un prete, spesso assume
degli atteggiamenti particolari. Da chi quasi venera con un senso di timore (o
di paura superstiziosa?) e allora si mette ad adulare, parla di religiosità,
chiede preghiere a chi invece, forse anche un po’ con il desiderio di sfida
davanti ad una casta tanto potente, esterna la sua superiorità o cerca di
contraddire o di prenderti in castagna. Un giorno mi è capitato di incontrare
un uomo che appena saputo che ero prete cominciò a dire che la Chiesa per anni
aveva tenuto nell’ignoranza la gente e che gli stessi vangeli, letti con un
po’ di attenzione dimostravano chiaramente che Gesù era solo un uomo, molto
capace di cogliere ogni occasione a suo favore, ma un uomo, e pretendeva di
dimostrarlo dicendo che Gesù non aveva fatto risorgere nessuno dai morti e che
anche la sua presunta resurrezione poteva spiegarsi almeno in due o tre modi
diversi. Citava il brano che abbiamo letto oggi dicendo: “Ma se è Gesù
stesso ad ammettere che la bambina non è morta: caso tipico di morte apparente!
E nel caso di Lazzaro non dice forse che Lazzaro dorme? E la morte di Gesù non
lascia forse perplesso Pilato che si stupisce del fatto che Gesù sia morto così
in fretta? Tutti casi di morte apparente che ben sfruttati da voi religiosi
hanno costruito la più grossa menzogna della storia”.
MERCOLEDI’ 5 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
TI BENEDICO, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA.
PERCHE’ HAI TENUTO NASCOSTE QUESTE COSE AI SAPIENTI E LE
HAI RIVELATE AI PICCOLI.(Mt.11,25)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Fondatrice con don Alberione della Pia Società delle Figlie di San Paolo Nata a Castagnito d’Alba (Cuneo) il 20 Febbraio 1894, figlia di agricoltori, sentendosi chiamata alla vita consacrata, dopo aver chiesto invano di entrare tra le Suore del Cottolengo, si aggregò nel 1915 al gruppo delle “figlie” di don Alberione. Nel 1922 fu superiora di questo gruppo impegnato soprattutto per la Buona Stampa. Morì ad Abano Laziale il 5 febbraio 1964.
Parola di Dio: Eb. 12,4-7.11-15; Sal. 102; Mc.
6,1-6
“E GESÙ
NON VI POTÈ OPERARE MIRACOLI’’. (Mc. 6,5)
Gesù
è il Figlio di Dio, può tutto. Eppure nel Vangelo di oggi scopriamo che Gesù,
che ha guarito malati, cacciato demoni, condizionato la natura, non può operare
miracoli nella sua patria. Gesù può tutto ma ci rispetta al punto da non poter
niente contro la nostra incredulità. I compaesani di Gesù avevano un limite:
pensavano di conoscere talmente bene Gesù da averlo incasellato nei loro
schemi.
Proviamo a pensare se quanto successo agli
abitanti di Nazareth non può essere un rischio anche per i cristiani, per noi
che pensiamo di conoscere a sufficienza il Vangelo e Gesù.
GIOVEDI’ 6 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
ABBIAMO CONOSCIUTO, O SIGNORE, LA
TUA MISERICORDIA (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Paolo
Miki e i suoi venticinque compagni sono i primi martiri dell'estremo oriente
canonizzati dalla Chiesa. Furono messi in croce e uccisi a colpi di spada a
Nagasaki nel 1597. Suggellarono con il sangue il loro annuncio del Vangelo e
morirono cantando.
Parola di Dio: Eb. 12,18-19.21-24; Sal. 47; Mc.
6,7-13
“GESU’ CHIAMO’ I DODICI E COMINCIO’ A
MANDARLI”. (Mc. 6,7)
Tante
volte ho provato ad immaginarmi la scena descritta dal Vangelo e, chiaramente
forse la leggo attraverso l’ottica della mia esperienza personale. Cerchiamo
però di vederla non solo come un qualcosa di passato ma come un fatto che
interpella noi, oggi. Gesù oggi chiama me, te, tanti nostri amici e ci
dice:
“Io mi sono fidato di voi, vi ho chiamati ad
essere miei discepoli, avete ricevuto i miei doni, i Sacramenti in particolare,
avete ascoltato per anni la mia parola, adesso mi fido ancora di più di voi:
voglio mandarvi ad annunciare il mio regno…”
VENERDI’ 7 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
TI CERCO SIGNORE, MIA SPERANZA.
(dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
E’ venerato nella Parrocchia di Morgex (Valle d’Aosta). Su di Lui non si ha una documentazione storica certa. Sarebbe
vissuto nel VII secolo e sarebbe stato parroco. Le sue reliquie furono ritrovate il 12 Giugno 1967 durante dei lavori fatti nella chiesa. La tradizione ricorda fatti miracolosi come cambiamenti di acqua in vino, guarigioni dalla scabbia in vita e
dopo morte. Il fatto che sulla
sua tomba fosse cresciuta una pianta di piselli fa si che nella festa venissero
in suo onore benedetti e offerti legumi.
Parola di Dio: Eb. 13, 1-8; Sal. 26; Mc. 6,14-29
“LA GUARDIA ANDO’, DECAPITO’ GIOVANNI IN
PRIGIONE E PORTO’ LA SUA TESTA SU UN VASSOIO”.
Quando
ero ragazzo i nostri educatori tendevano a presentarci le figure degli eroi per
far nascere in noi desideri di valori superiori. Certamente la cosa serviva e
serve, ma c’era e c’è anche il pericolo di farsi degli idoli di eroi senza macchia e senza paura, lontani però dalla realtà. E’ un eroe Giovanni Battista?
SABATO 8 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
NON TEMO ALCUN MALE PERCHE’ TU
SEI CON ME. (Sal. 23,4)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Fondatrice della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Savigliano. Nacque il 5 settembre a Savigliano. Alla sua educazione provvidero prima le ‘Rosine’ e poi le Suore di San Giuseppe di Torino. Già consacrata a Dio con voto privato di castità, Terziaria carmelitana e francescana, a 37 anni sperimentò la vita religiosa prima al Carmelo di Moncalieri e poi alla Visitazione di Pinerolo, ma ne uscì per continuare a darsi ad opere di bene usando la sua casa per l’accoglienza di ragazze abbandonate. Tutto questo lo faceva sempre nello spirito della Sacra Famiglia. Ed è proprio in questo indirizzo che emise i voti con altre undici compagne il 6 ottobre 1877. In 25 anni riuscì ad aprire 5 case: a Loreto, a Civitella, a Savona, a Torino e a Galliano Antero. Morì l’8 febbraio 1906.
Parola di Dio: Eb. 13,15-17.20-21; Sal. 22; Mc.
6,30-34
“VENITE IN DISPARTE, IN UN LUOGO SOLITARIO E
RIPOSATEVI UN PO’ “. (Mc. 6,31)
“E SI COMMOSSE PER LORO PERCHE’ ERANO COME
PECORE SENZA PASTORE”. (Mc. 6,34)
Direi
che il piccolo brano di vangelo proposto oggi si svolge tra due tensioni che a
prima vista sembrano opposte ma che, considerandole bene, partono da un stessa
attenzione amorosa di Gesù. I
discepoli sono tornati dalla loro prima missione apostolica. Sono entusiasti, ma
anche stanchi e Gesù li invita a trovare un momento di riposo e di confronto
per poter gustare e riflettere sull’accaduto. Tutto è combinato: una partenza
alla chetichella, un luogo deserto… ma la folla non dà requie e Gesù davanti
alla folla che lo cerca, che pende dalle sue labbra, sembra quasi dimenticare
l’invito precedente fatto agli apostoli per lasciarsi commuovere e
“mangiare” dalle esigenze di queste persone. Ho sentito tante volte, specialmente tra preti e
cristiani cosiddetti “impegnati”, la discussione sul giusto riposo o sul
dedicarsi totalmente, senza respiro, alla missione, Non credo che la soluzione
stia da una delle due parti. La soluzione sta nelle motivazioni.
Non è dunque questione di contrapporre preghiera e azione, riposo e lavoro, lasciar fare da Dio o fare tutto noi… è questione di amore e di un amore equilibrato che tiene conto delle esigenze sia di se stessi che degli altri. La mancanza di equilibrio, in tutti i campi, ma specialmente in quello religioso, è deleteria e porta sempre a ingiustificati estremismi, ad esasperazioni che non hanno nulla di buono e questo vale sia per il contemplare, il pregare che l’agire. Se tu ami troverai il tempo per te, per il tuo sano equilibrio, se tu ami Dio troverai il tempo per Lui anche se magari tutte le formule della preghiera non saranno osservate, troverai il tempo per il tuo prossimo senza però esaurirti e correre il rischio di dare solo cose e non te stesso che ami.
DOMENICA 9 FEBBRAIO: 5^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, RICORDATI CHE E’ UN
SOFFIO LA MIA VITA. (Gb. 7,7)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Quella
di Abbondo è la figura di un parroco come ce ne sono stati e ce ne sono tanti,
innamorato di Dio, convinto del suo sacerdozio come servizio e disponibile ai
suoi parrocchiani. Era
nato a Tronzano Vercellese il 27 Agosto 1720. Si sentì chiamato al sacerdozio,
studiò al seminario di Vercelli e fu ordinato il 21 marzo 1744. Dopo aver
ottenuto nel 1748 la laurea in lettere all’Università di Torino, fu destinato
ad insegnare nelle Scuole Regie di Vercelli. Ma nel 1757 lasciò
l’insegnamento per fare il parroco al suo paese natale. Il parroco precedente
era un giansenista dunque Abbondo cercò di aiutare i suoi parrocchiani a
riscoprire la bellezza e la bontà di Dio, la possibilità di conoscerlo, di
pregarlo, di incontrarlo sovente nella sua Parola e nei Sacramenti. Buon
predicatore, specialmente di inverno quando in campagna c’erano meno lavori,
riuniva i parrocchiani per la catechesi e la preghiera. Amava e rispettava i
bambini che, andando contro la mentalità corrente, ammetteva all’Eucarestia
all’età di dieci anni, seguiva i malati portando loro frequentemente la
Comunione, e invitava tutti ad accostarsi spesso ai Sacramenti.
Parola di Dio: Gb.
7,1-4.6-7; Sal. 146; 1Cor 9,16-19.22-23; Mc. 1,29-39
“MI SONO FATTO DEBOLE CON I DEBOLI, PER
GUADAGNARE I DEBOLI, MI SONO FATTO TUTTO A TUTTI, PER SALVARE AD OGNI
COSTO QUALCUNO. TUTTO FACCIO PER IL VANGELO. (1Cor. 9, 22-23)
Questa frase che San Paolo dice per se stesso è da applicarsi prima di tutto a Gesù. E proprio il brano di Marco che ci viene proposto in questa domenica, raccontandoci una giornata tipo del Maestro, ce ne dà un esemplificazione viva. Gesù è la buona notizia di Dio e tutta la sua vita esprime questo: Gesù è la Parola di Dio attualizzata nella sinagoga, Gesù è la comunione intima e gioiosa nella casa di Pietro, Gesù è la guarigione dei malati, la liberazione dagli ossessi, la comunione di preghiera con il Padre. Gesù si è dato totalmente a noi, Gesù è davvero la via, la verità, la vita, il pane per il nostro cammino quotidiano e lo è con tutto il suo essere. Qualche volta pensiamo di essere noi ad andare a cercare Dio e ci dimentichiamo che è Lui che ci è venuto incontro, che si e fatto debole con noi deboli per renderci forti, che si è fatto tutti a tutti per salvare ognuno. Ma, partendo dall’esempio di Gesù, facciamo ancora un’altra riflessione. Noi spesso agiamo come se nella nostra vita ci fossero dei compartimenti stagni ben separati l’uno dall’altro: di qui ci sta la fede, la preghiera, la carità, il perdono, di là ci sta la realtà della vita quotidiana, il nostro lavorare, il rapportarci con gli altri. Qualche volta ci sono addirittura dei segnali che ci fanno aprire o meno uno di questi comportamenti, ad esempio: è domenica e allora bisogna andare a Messa oppure questo è un affare e allora bando a tutte le carità per non essere presi per il naso; fin che si tratta di perdonare a nemici generici ne siamo capaci ma quando i nemici cominciano ad avere un nome e cognome è tutt’altra cosa. Gesù, nella sua giornata non fa distinzioni di tempi o di luoghi: per lui è importante la sinagoga come la casa di Pietro, i malati come la preghiera solitaria… Impariamo da Lui: noi non siamo cristiani solo la domenica o quando magari bazzichiamo nella sacrestia di qualche parrocchia, dal giorno del nostro battesimo noi dovremmo essere cristiani in ogni momento e in ogni luogo!
LUNEDI’ 10 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
QUANTO SONO GRANDI LE TUE OPERE, O
SIGNORE, TUTTO HAI FATTO CON SAGGEZZA. (Sal. 104,24)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
E'
la sorella di San Benedetto. Trascorse la vita in casa in umiltà,
silenzio e preghiera, Entrata successivamente in convento mantenne un vivo amore
per il fratello. Morì nel 457 e Benedetto racconta che vide la sua anima
librarsi verso il cielo come una colomba
Parola di Dio: Gen. 1,1-19; Sal. 103; Mc.
6,53-56
“COMINCIARONO
A PORTARGLI SUI LETTUCCI GLI AMMALATI OVUNQUE SENTIVANO SI TROVASSE”. (Mc. 6,55)
La gente
del Vangelo forse non ha ancora capito bene chi sia Gesù, ma percepisce in Lui
una forza, una novità. Forse può esserci anche superstizione, ma se quanti
toccano Gesù, sono guariti dalle loro infermità è per la fede nella sua
potenza, una fede ancora rozza, ma segno di una disponibilità che apre loro la
via giusta alla comprensione, all’accoglienza, alla conversione.
MARTEDI’ 11 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
VENITE, PROSTRATI ADORIAMO DAVANTI
A DIO CHE CI HA CREATI. (Sal. 95,,6)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Fondatore
delle compagnie della gioventù dei “Luigini” e della congregazione
femminile delle suore oblate di San Luigi Gonzaga.
e poi al collegio reale di Alba (Cuneo). Proprio ad Alba entrò in seminario ma i suoi studi furono più volte interrotti; infatti
a causa dei rivoluzionari francesi il seminario fu chiuso per ben cinque volte. Pur in mezzo alle molteplici prove fu ordinato
il 9 Marzo 1799. Dotato di fede
solida e profonda era punto di riferimento per molti in questo periodo di
sbandamento morale. Si dedicò particolarmente alla formazione dei giovani. Si
recò a Genova per portare aiuti a Pio VII prigioniero. Aveva intenzione
di fondare un ordine di suore con l’unico scopo della preghiera continua per
la pace. Nel 1815 fondò le Suore Oblate di San Luigi Gonzaga con il particolare
scopo di favorire la gioventù abbandonata. Grande influenza ebbe su di lui il
rapporto di profonda amicizia spirituale con il Padre Pio Brunone Lanteri. Morì
l’ 11 febbraio 1853. La sua salma è stata traslata nel 1953 nella casa
delle Luigine di La Morra.
Parola di Dio: Gen. 1,20-2,4; Sal.8; Mc. 7,1-13
“SIETE VERAMENTE ABILI NELL’ELUDERE IL
COMANDAMENTO DI DIO, PER OSSERVARE LA VOSTRA TRADIZIONE”. (Mc. 7,9)
In questi ultimi anni ho avuto tempo e occasioni per poter ritornare con libertà e un po’ più approfonditamente su certe pagine della storia della Chiesa o sulla vita di santi di ogni epoca. per scoprire che sempre a più riprese la chiesa ha scoperto in se stessa la mala pianta dell’ipocrisia ed ha cercato di estirparla. Non mi stupisce più allora che anche tra i cristiani di oggi, i mali denunciati da Gesù nei farisei siano ancora presenti, ma nello stesso tempo capisco che il Vangelo ci richiami a conversione proprio su queste cose. Per chi, poco per volta perde il senso della religione come espressione di una fede viva, come manifestazione di un amore ricevuto, donato, testimoniato, ecco che essa diventa formalità, ricerca di potere, moralità esteriore, forma ipocrita di dominio sugli altri, diventa osservanza tradizionale dimenticando l’opera di Dio. Come combattere queste forme di ipocrisia religiosa? La strada è una sola ed è quella che i Santi hanno riproposto e ripropongono a più riprese. E’ ritornare al Vangelo di Gesù, è recuperare la sua buona notizia di salvezza, è lasciarci alle spalle le false sicurezze di una religione che ha una casella ben definita non solo per i dogmi ma anche per le persone, per le norme, è riscoprire nella comunione la libertà dei figli. E’ inutile voler riformare la Chiesa e noi stessi cambiando solo le etichette, mutando organizzazioni, creando nuove e ulteriori forme vincolanti: la vera conversione per ciascuno di noi e per le comunità cristiane è quella di tornare a Gesù. E mi piace a questo punto ricordare anche la festa di oggi che ci ripropone il messaggio della Madonna a Lourdes. La Madonna, Madre della Chiesa vuole riportarci a Gesù ai suoi valori, alla vera conversione.
MERCOLEDI’ 12 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
BENEDICI IL SIGNORE, ANIMA MIA;
SIGNORE, MIO DIO, QUANTO SEI GRANDE. (Sal. 104,1)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Era nato da una famiglia nobile e si fece monaco nel monastero di san Solutore presso Torino nel 1006. Fu abate e
ricevette alcune donazioni da parte del vescovo Cuniberto di Torino. Morì il 12 febbraio 1053. L’abbazia di San
Solutore andò distrutta durante l’occupazione di Torino da parte dei francesi nel 1536 e le reliquie del Santo furono
allora deposte nella chiesa dei santi
martiri Solutore, Ottavio e Avventore.
Parola di Dio: Gen. 2,4-0.15-17; Sal.103; Mc.
7,14-23
“DAL CUORE DEGLI UOMINI ESCONO LE INTENZIONI
CATTIVE: FORNICAZIONI, FURTI, OMICIDI, ADULTERI, CUPIDIGIE, MALVAGITA’,
INGANNO, IMPUDICIZIA, INVIDIA, CALUNNIA, SUPERBIA, STOLTEZZA”.(Mc. 7,21-22)
Alla luce di questa parola di Gesù provo a guardare dentro di me e scopro che è proprio lì la radice di tutto.
E’
nel profondo di me stesso, del mio “cuore” che nascono i desideri più belli
e anche quelli più tenebrosi. E’ nel profondo di me stesso che nasce il
desiderio del bello, del buono, dell’eterno, del gioioso, dell’amore ed è
ancora lì che nascono le cattiverie, gli egoismi, le invidie, le paure. Nel
profondo di me stesso sono seminati secoli e secoli di storia, ci sono le radici
dei santi e le vendette di chi ha odiato, c’è l’immagine di Dio e il volto
deturpato dal male, c’è l’angoscia profonda della finitezza umana e ci sono
le speranze che parlano di eternità. E, continuando a guardare dentro di me faccio
ancora altre scoperte.
GIOVEDI’ 13 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
TU BENEDICI L’UOMO, SIGNORE, E
GLI DONI PIENEZZA DI VITA. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Sembra
che Pietro non fosse di origine italiana, ma fino al 978, anno in cui fu fatto
Vescovo quasi nulla sappiamo di lui. Alcuni anni dopo, Pietro aveva lasciato la
diocesi di Vercelli per seguire l’esercito di Ottone II° sceso nell’Italia
meridionale a combattere i Saraceni. Ma questi vinsero l’imperatore e Pietro
con molti altri fu fatto prigioniero e portato ad Alessandria di Egitto e messo
in carcere. Qui si trovava San Bonomio che conduceva vita monastica e cercava di
aiutare i cristiani. Riuscì Bonomio a far liberare Pietro e a farlo ritornare
alla sua sede. Pietro chiamò Bonomio e gli affidò l’abbazia di Lucedio e tra
i due santi da allora iniziarono profondi rapporti spirituali. Intanto a Roma
moriva Ottone II e lasciava l’impero al figlio di tre anni. Arduino di Ivrea
approfittò dell’occasione ma Pietro gli si schierò contro. Arduino si
impadronì di Vercelli e di sua mano trucidò il vescovo e siccome la gente
accorreva al sua sepolcro nella cattedrale, Arduino la fece incendiare e
disperdere le spoglie dell’odiato avversario.
Parola di Dio: Gen. 2,18-25; Sal. 127; Mc.
7,24-30
“NON E’ BENE PRENDERE IL PANE DEI FIGLI E
GETTARLO AI CAGNOLINI”.(Mc. 7,27)
Tante
volte abbiamo commentato questa apparente durezza di Gesù nei confronti di
questa donna pagana che va a chiedere la guarigione della propria figlioletta.
Questa volta, partendo da questo episodio, vorrei con voi fare in piccola
riflessione un po’ diversa dal solito. Gesù non poteva voler male ad una mamma che
chiedeva la guarigione della figlia. Gesù, che è venuto per la salvezza di
ogni uomo sulla terra non poteva fermarsi a forme campanilistiche di distinzione
tra ebrei e altri popoli. Dunque perché questa durezza? Come si concilia
l’amore di Gesù con queste parole che sembrano quasi essere un disprezzo?
VENERDI’ 14 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
DONACI, SIGNORE, LA GIOIA DEL
PERDONO. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Cirillo
e Metodio erano due fratelli legati da un grande affetto e dal desiderio di
andare ad evangelizzare nel nome di Gesù. Diventati monaci svolsero la loro
azione non priva di difficoltà e controversie, soprattutto nella Russia
meridionale e nella Moravia. Per tradurre in lingua slava la Bibbia e i libri
liturgici crearono l'alfabeto detto "cirillico”, che un poco semplificato
è tuttora in uso.
Parola di Dio: Is. 52,7-10; Sal. 95; Mc. 16,15-20
“APRITI!”. (Mc. 7,34)
Il
vangelo racconta che Gesù “fece bene ogni cosa”, che guarì moltissimi
malati e certamente i pochi capitoli di Marco non possono raccontare per filo e
per segno tutto quello che Gesù ha compiuto durante la sua vita pubblica. Ecco
allora che i miracoli narrati assumono non solo il ruolo di raccontare un
determinato prodigio e non vogliono neanche solo manifestarci il fatto che Gesù
comprovava il suo messaggio di Figlio di Dio con opere che gli uomini comuni non
possono compiere, ma i miracoli diventano segno di ciò che Gesù è venuto a
compiere per noi. La guarigione del sordo muto è un messaggio valido per noi
cristiani del 2003. è un messaggio valido per me oggi: Gesù è venuto per
liberare l’uomo che ancora oggi è raggomitolato su se stesso incapace da solo
nel proprio egoismo ad aprirsi a Dio, al vero senso della vita, ai fratelli. Se cerco di essere onesto con me stesso e lascio
le vesti della presunta povera e piccola sapienza umana, scopro che da solo sono
un punto infinitesimamente piccolo nel confronto del creato, scopro di
sapere quasi nulla di ciò che mi circonda e di me stesso, di Dio a mala pena
balbetto un nome. I miei occhi poi spesso sono ciechi non solo perché non
vedono il senso della vita ma perché non sanno neppure contemplare cose, fatti
e persone e si fermano all’apparenza, a schemi artefatti, le mie orecchie sono
sorde ai segnali che mi vengono da Dio, dalla natura, dalle persone o, al
massimo colgo solo vaghi brusii e la mia bocca parla a vanvera di cose che
mi superano e riempie il mondo di rumori e di parole senza senso… Gesù con la
sua persona è Colui che è venuto per aprire i miei occhi e le mie orecchie, è
il ponte di congiunzione tra il finito e l’infinito, è l’unico che con
autorità può parlarmi da Dio e mostrarmi in se stesso Dio, è Colui che con se
stesso manifesta il senso del mio cammino sulla terra, è Colui che mi
rivaluta come uomo non tanto per la ricchezza del mio sapere ma nel dirmi che ho
la dignità di Figlio di Dio, chiamato come Lui a morire al male, ad ogni forma
di male, per risorgere con Lui al bene, alla vita che dura per sempre.
SABATO 15 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
INSEGNACI A CONTARE I NOSTRI GIORNI
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Si può diventare santi anche facendo i calzolai! E la storia di Euseo vissuto tra il XIII e il XIV secolo nel territorio di Serravalle Scrivia. Visse in una capanna su una rupe tra cespugli facendo il ciabattino e pregando. Un giorno di carnevale alcune persone mascherate, passando davanti alla sua capanna videro sul tetto tre gigli fioriti: era un fatto straordinario essendo inverno. Andarono a vedere e trovano Euseo morto. Lo seppellirono lì e li sorsero nei secoli diverse chiese per ricordarlo e il ciabattino solitario divenne patrono dei calzolai.
Parola di Dio: Gen. 3,9-24; Sal. 89; Mc. 8,1-10
“COSI’ ESSI MANGIARONO E SI SAZIARONO E
PORTANO VIA SETTE SPORTE PIENE DI PEZZI AVANZATI”. (Mc. 8,9)
Sovente, quando passo qualche momento davanti all’Eucarestia o quando distribuisco la Comunione magari in una affollata celebrazione eucaristica, sono colto da una domanda all’apparenza frivola davanti ad un mistero così grande. Penso a come Gesù possa essere pane vivo presente in tante parti del mondo contemporaneamente e nel cuore di tante persone così diverse e distanti. Eppure, mentre io sono davanti all’Eucarestia qui, nello stesso istante un prete in Asia o in Africa sta celebrando la Messa e Gesù si fa carne lì, come è carne qui. Gesù è nel cuore di quella suora mistica piena di amore per Lui e nel cuore di quel bambino che lo ha ricevuto un po’ distratto, ascolta le preghiere di quel malato che chiede la guarigione ed è nel cuore di quella mamma che piange la morte di suo figlio. Qualche altra volta ho provato a fare un altro esperimento: durante un viaggio in automobile o in treno, provare a mandare un saluto a Gesù Eucarestia ad ogni chiesa che incontro. Se non ci credete provate: in un viaggio di duecento chilometri almeno una quarantina di chiese voi le trovate, e Gesù è lì, presente in ogni chiesa, in ogni tabernacolo, magari solo.
Gesù ha moltiplicato i pani per quelle persone affamate, ma soprattutto, donandosi a noi nel Pane Eucaristico, ha moltiplicato e moltiplica se stesso. Sarò forse un po’ sentimentale, ma come è bello allora adorare Gesù nell’Eucarestia pensando che in quel momento un mio fratello in Australia sta dicendo a Gesù che gli vuol bene, come è prezioso sapere che mentre io adoro c’è un ammalato che sta offrendo le sue sofferenze per la pace nel mondo, come è bello pensare che Gesù in tutte le chiese e in tutti i villaggi è lì in mezzo alla sua gente per condividerne ancora e sempre le gioie e le pene. Come è bello, anche non essendo a volte materialmente davanti all’Eucarestia sentirne il profumo della sua presenza in mezzo agli uomini. Gesù ha moltiplicato il pane e ce ne fu in abbondanza, Gesù ha moltiplicato se stesso e ce n’è talmente in abbondanza che in ogni momento poi incontrarlo.
DOMENICA 16 FEBBRAIO: 6^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, SE VUOI, PUOI GUARIRMI. (Mc.
1,40)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata.
Lo
stesso paese, Castelnuovo di Asti, oggi Castelnuovo don Bosco diede i natali a
tre grandi della Chiesa torinese: Don Bosco , San Giuseppe Cafasso e
Giuseppe Allamano. Egli nacque il 21 gennaio 1851 sua madre è la sorella del
Cafasso. Perse il papà che aveva tre anni. Trascorse l’infanzia
frequentando l’asilo e le scuole elementari e conducendo nei tempi liberi le
pecore al pascolo. Appena undicenne arriva a Torino sotto la guida di don Bosco.
Don Bosco vedendo le sue capacità e riconoscendo la sua devozione gli proporrà
la strada dei salesiani, ma Giuseppe ha altro in mente vuol essere sacerdote a
servizio della chiesa torinese. Pur non avendo una buona salute fisica ha una
tempra spirituale robusta. Uno dei suoi primi motti è: "Farmi santo e non
solo buono. Fare e non aspettare”. Il 20 settembre 1873 è ordinato sacerdote
nel duomo di Torino. Vorrebbe andare viceparroco in qualche paesetto, ma il
vescovo Gastaldi lo incarica di essere formatore di sacerdoti in seminario.
Parola di Dio: Lev. 13,1-2.44-46; Sal.31; 1Cor.10,31-11,1; Mc. 1,40-45
“VENNE A GESU’ UN LEBBROSO: LO SUPPLICAVA IN
GINOCCHIO E GLI DICEVA: SE VUOI PUOI GUARIRMI”. (Mc. 1,40)
Le prime volte mi vergognavo e mi facevo dei sensi di colpa enormi, eppure davanti a certi barboni, sporchi e puzzolenti provavo un senso di ribrezzo, la voglia di allontanarmi, di tappare il naso, la paura del contatto fisico… poi qualcuno che abitualmente era a servizio di questi fratelli mi ha fatto capire che era una reazione naturale e che riuscivi a contrastarla solo con tanto amore e, aggiungeva sorridendo: “comprendendo che le puzze più grandi non sono quelle che colpiscono il naso, ma quelle magari nascoste da impeccabili vestiti e da costosi profumi”. E già, perché il lebbroso del Vangelo siamo noi, feriti, malati di egoismo, incapaci di amore, pieni di incrostazioni di giudizi artefatti e a volte ingiusti, pieni di paure, incapaci di guardare Dio, emarginati in ristrette mentalità, con prospettive umane riducenti… Mentre scrivo questo mi pare di sentire una voce che mi dice: “Ma dai, non esagerare: in fondo non è poi così tutto nero: l’uomo ha fatto cose meravigliose se la caverà anche senza Dio…” Non c’è nessuno peggio di un ammalato che non si riconosca tale o accetti di esserlo. Se non riconosci il tuo male come potrai cercarne la medicina, tentarne la guarigione? Il lebbroso del Vangelo conosce la sua malattia, soffre della emarginazione che questa gli ha procurato, ma vuol venirne fuori, cerca tutte le strade per la guarigione, va da Gesù con umiltà ma anche con cipiglio deciso: “Se vuoi puoi guarirmi”. Gesù non aspetta altro, è venuto per guarire, per sanare, per riabilitare, per darci nuove possibilità: ma siamo davvero convinti di avergli detto: “Io da solo mi faccio schifo e non ce la faccio a venire fuori dal mio male, ma se tu vuoi, puoi…”
LUNEDI’ 17 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
L’AMORE DEL FRATELLO E’ IL
SACRIFICIO A TE GRADITO. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Intorno al 1233, sette mercanti fiorentini rinunciarono alla loro attività e ai loro guadagni per dedicarsi alla ricerca di Dio. Vissero in comunità nella penitenza e nella meditazione della passione di Gesù e delle sofferenze di sua Madre. Nacque così l'ordine dei Serviti, dedito alla predicazione e all'insegnamento.
Parola di Dio: Gen. 4,1-15.25; Sal. 49; Mc.
8,11-13
“PERCHE’ QUESTA GENERAZIONE CHIEDE UN SEGNO
?”. (Mc. 8, 12)
Sembra di coglierlo lo stupore di Gesù in questa frase: Egli ha appena fatto tutta una serie di miracoli, ha detto parole che nessun uomo aveva mai pronunciato sulla terra e coloro che lo ascoltano gli chiedono un segno, un miracolo grandioso che confermi a loro chi sia davvero Lui. L’incapacità di vedere e l’incredulità sono davvero grandi! Ma non stupiamoci troppo perché anche in mezzo ai cristiani la voglia di miracolistico che soddisfi i nostri gusti e spesso anche l’incredulità, sono grandi. Faccio qualche esempio ma poi chiediamoci se per caso non siamo colpiti anche noi da alcune di queste forme. Noi abbiamo, ad esempio, il miracolo continuo dell’Eucarestia e, magari dimenticandola preferiamo correre dietro a presunte statue sudanti sangue o piangenti. Noi abbiamo il miracolo continuo della nostra e dell’altrui vita e vorremmo magari vincere al lotto perché questo ci confermerebbe che il Signore ci vuole bene, diciamo di credere alla Provvidenza di Dio ma almeno il novanta per cento dei nostri sforzi è indirizzato a provvedere con abbondanza a rispondere ai nostri desideri di cose e di denaro, sentiamo dai nostri pulpiti o altari prediche sull’umiltà, sulla povertà dei mezzi e poi certe parrocchie si costruiscono solo su cose, costruzioni dimenticando le persone. Non ricordo più chi fosse, ma un personaggio della letteratura diceva: noi abbiamo insegnato ai nostri figli a gioire per il contenuto di due calze ripiene di dolcetti portate da un ipotetica Befana e non abbiamo insegnato loro a ringraziare perché ogni mattina in due calze mettono un paio di gambe che camminano. Invece di chiedere miracoli (spesso inutili) impariamo a gioire davanti al miracolo quotidiano di un Dio che, nonostante tutto, ogni giorno ci dice: “Ti voglio bene, sei mio figlio”.
MARTEDI’ 18 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
CI BENEDICA IL SIGNORE CON LA SUA
POTENZA. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Nasce
nel 1580 o 1582 nella contrada San Pietro presso Revello, nella diocesi di
Saluzzo. All’età di otto anni i suoi genitori Pietro Gallo e Caterina
Capitolo lo affidano a un sacerdote, don Tolosano perché gli insegni a leggere
e scrivere e lo faccia crescere nella dottrina cristiana. A vent’anni rimasto
orfano e senza beni si mette a servizio chiedendo però di avere i suoi
spazi per servire il Signore nella preghiera. Ascoltando una predica di
Giovenale Angina, Vescovo di Saluzzo, si sente chiamato ad abbandonare il mondo
e a ritirarsi in convento. Si reca dunque a Pavia per entrare nei frati minori
riformati. Il 14 Gennaio prende l’abito religioso da fratello laico. Nel 1622
è mandato a Torino dove rimane fino alla morte il 18 febbraio 1623.
Viene sepolto prima nella chiesa di san Martignano e poi a Madonna degli Angeli.
Parola di Dio: Gen.6,5-8.7,1-5.10; Sal. 28; Mc.
8,14-21
“FATE ATTENZIONE: GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI
FARISEI E DAL LIEVITO DI ERODE”. (Mc. 8,15)
Quanto è difficile capirsi tra persone che fanno discorsi diversi. Provate a pensare se non è vero che buona parte delle discussioni e dei diverbi che avvengono nelle nostre famiglie sono dovute non a difficoltà reali di divergenze insanabili, ma a modi di esprimere una stessa idea con termini diversi o a incomunicabilità dovuta al fatto che ognuno continua a fare il proprio discorso senza cercare di capire che cosa voglia dire l’altro.
Tra
Gesù e i discepoli, nel Vangelo di oggi, è successa la stessa cosa: Gesù
cerca di mettere in guardia i discepoli “dal lievito dei farisei e di Erode”
ed essi continuano a parlare del lievito del panettiere, dimenticando nello
stesso tempo che non è tanto il problema del pane materiale che deve
preoccuparli (Gesù aveva appena moltiplicato il pane) ma quanto Gesù indicava
per la vita. Anche noi, oggi siamo messi in guardia da Gesù e
dobbiamo fare attenzione al lievito dei farisei e di Erode, ma capiamo che cosa
Gesù vuole dirci?
La
religiosità dovrebbe essere il giusto modo di manifestarsi della fede ma
quando prende il sopravvento, la fede si perde e rimane solo la falsa maschera
della religiosità. Gesù non ha paura per noi quando ci manda come pecore in
mezzo ai lupi. Non ha ritegno di dirci di andare verso gli ultimi, anche verso i
ladri e le prostitute, ci mette in guardia invece dalle false religiosità e da
coloro che le rappresentano. Da certi sedicenti cristiani, gran parlatori di
fede, che poi sono materialisti, arrivisti boriosi, pieni di sé, da coloro
che ci dicono: “O fai come me o non sei cristiano”, da chi usa il religioso
per il proprio tornaconto, non c’è che una strada da seguire: scappare
lontano per non rischiare di essere contaminati.
MERCOLEDI’ 19 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
TU SEI IL MIO BALUARDO E IL MIO
RIFUGIO;
Tra i santi di oggi ricordiamo:CUMIANO, Monaco di Bobbio, Santo
Era
un monaco irlandese che fu anche vescovo non si sa bene di quale diocesi.
Ritiratosi trovò nel monastero di Bobbio il luogo per concludere la sua vita
servendo il Signore e i confratelli. Dice infatti una iscrizione sul suo
sepolcro: “Diventò famoso per grandi virtù, fu pio con i confratelli,
prudente, mite, pacificatore, fedele all’osservanza della regola”. Morì tra
il 725 e il 744 a 95 anni dopo aver servito per 20 anni nel monastero.
Parola di Dio: Gen. 8,6-13.20-22; Sal.
115; Mc. 8,22-26
“GESU’ GLI IMPOSE LE MANI E GLI DISSE: VEDI
QUALCOSA?”. (Mc. 8,23)
Nel Vangelo sono molte le guarigioni. Qualche malato si reca da Gesù, chiede la guarigione o tocca il maestro e Gesù con un gesto o con una parola realizza il miracolo; ci può stupire allora il Vangelo di oggi che ci racconta una guarigione progressiva che avviene in due tempi. Quale sarà il motivo di questo fatto?
Penso
che il senso sia questo: coloro che cercano veramente la luce, se si lasciano
guidare dal Signore, la scopriranno gradualmente, dovranno accettare le tappe
di questo cammino.
GIOVEDI’ 20 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
TI SERVIRANNO, SIGNORE, TUTTI I
POPOLI DELLA TERRA. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Nemesio era egiziano e visse nel III secolo ad Alessandria. Diventato cristiano dovette affrontare la persecuzioni
allora in atto. Fu arrestato in un primo tempo con la scusa di aver avuto a che fare con i briganti. Da quella accusa
cercò di discolparsi, ma venne deferito come cristiano, davanti al governatore che contro di lui si accanì con
torture e flagellazioni più di quanto si accanisse contro i briganti catturati e imprigionati dopo di lui. Morì lodando
Dio, arso vivo.
Parola di Dio: Gen. 9,1.13; Sal 101; Mc. 8,27-33
“E VOI CHI DITE CHE IO SIA?”. (Mc. 8,27)
Proviamo
oggi a fare un esperimento. Gesù rivolge a noi la stessa domanda che ha rivolto
agli apostoli: “Voi, chi dite che io sia?”. Quali potrebbero essere oggi le
risposte e la mia risposta? Il teologo, il prete e magari anche molti
cristiani potrebbero rispondere con il catechismo, quello di una volta, molto
sintetico: “La seconda persona della santissima Trinità” o quello nuovo
molto più lungo e articolato, oppure basterebbe rispondere con la parte del
Credo che diciamo la domenica e che riguarda Gesù:”. Dio da Dio, luce da
luce… incarnato.. morto e risorto…” Ma sappiamo che i dogmi sono per noi,
ci indicano Dio, ma non lo costringono nelle parole e allora la domanda si
fa incalzante e vitale per ciascuno: “Chi sono io per te, che cosa conta per
te che io sia nato, che sia stato condannato a morte, che sia risorto? Le mie
parole fanno parte delle tue scelte di vita?”. E, sì, perché il Figlio
di Dio non è un interrogativo della storia è qualcuno che coinvolge la mia
vita. E’ un qualcuno davanti al quale non si può essere indifferenti: “O
con Lui o contro di Lui”, la sua salvezza non è un passaporto garantista di
un paradiso ma un qualcosa che o mi libera oggi o è un inganno, la sua
persona o è vero Dio e vero uomo o è uno dei tanti personaggi anche buoni
della storia, le sue parole o mi coinvolgono o sono vento come le tante parole
di tanti uomini che magari sono belle a sentirsi ma scivolano via.
VENERDI’ 21 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
RENDICI, SIGNORE, DI DIVENTARE TUA
STABILE DIMORA. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Enrichetta, come comunemente veniva chiamata, nacque a Borgo Salsazio di Carmagnola il 10 ottobre 1824 da famiglia
molto semplice. La madre, che dopo 4 anni dalla nascita della figlia, era rimasta vedova, educò severamente Enrichetta,
ed essa, dopo qualche
primo sbandamento, anche con l’aiuto dello zio che era parroco a Borgo San
Pietro, divenne l’anima catechistica del paese dando esempio di serenità e di
profonda pietà. Sentì la vocazione allo stato religioso e il 19 maggio 1850
entrò nell’Istituto delle Suore di Santa Anna della Provvidenza che da poco
era stato fondato dalla marchesa Falletti di Barolo. Inviata a
Castelfidardo, a soli 27 anni era già maestra delle novizie, ruolo che ricoprì
poi anche a Torino. A 32 anni fu nominata Superiora Generale e in questi anni
riuscì a fondare una trentina di case e una missione in India. Semplice, donna
di preghiera, preziosa consigliera, infaticabile nelle iniziative, morì a
Torino il 21 febbraio 1894.
Parola di Dio: Gen. 11,1-9; Sal. 32; Mc.
8,34-9,1
“IN VERITA’ VI DICO: VI SONO ALCUNI QUI
PRESENTI CHE NON MORRANNO SENZA AVER VISTO IL REGNO DI DIO VENIRE CON
POTENZA”. (Mc. 9,1)
Qualcuno, dopo aver letto questa frase di Gesù ha detto: “Ecco, anche Gesù credeva che tutto quello che riguardava il Regno di Dio si sarebbe compiuto in un arco di tempo di pochi anni. E’ la stessa convinzione di Paolo quando pensa di essere ancora tra i viventi quando ci sarà la seconda venuta di Gesù… L’uno e l’altro si sono sbagliati dunque…” Non credo che Gesù dicendo questa frase volesse indicare i tempi del compimento del suo regno (in altre pagine del Vangelo, parlando di questo, dice che il tempo e l’ora li conosce solo il Padre), credo invece che volesse dire a noi un'altra cosa: “Tu che di solito leggi i fatti del mondo in cui vivi con gli occhi di colui che sa sempre e solo vedere il male, impara a scorgere i segni del Regno di Dio che viene, accogli in te i segni di un regno che può cambiare la tua vita oggi”. Perché il regno di Dio è ovunque si combatte il male e l’egoismo, il regno di Dio è in coloro che, come dice il Vangelo di oggi, accettano e vivono la croce non come punizione ma come momento importante della vita che può essere dono, il regno è nel condividere i doni della terra, il Regno è nel fidarsi di Dio e abbandonarsi a Lui, il Regno di Dio è in mezzo ai credenti e ai non credenti, è nell’opera dei missionari e nella testimonianza dei semplici, è nel sorriso che sa superare l’odio e la vendetta, è nella parola di conforto che invece di stroncare ridà fiducia… Proviamo dopo la giornata di oggi a fermarci un momento per cogliere tutti i segni che oggi ci dicono che il Regno di Dio sta venendo e scopriremo di essere anche noi tra quei fortunati “che prima di morire hanno visto il Regno di Dio venire con potenza”.
SABATO 22 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
NULLA TURBI LA TUA CHIESA CHE HAI
FONDATO SULLA ROCCIA. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Discolio fu il quarto Vescovo di questa città nella seconda metà del secolo V.
Simplicio è invece l’ottavo e il suo episcopato può collocarsi verso il 470. Molto di più non sappiamo di questi vescovi che però furono tenuti in gran considerazione dalle popolazioni di quel luogo sia durante il loro episcopato che nel ricordo dei secoli successivi.
Parola di Dio nella festa della Cattedra di
Pietro: 1Pt. 5,1-4; Sal. 22; Mt. 16,13-19
“QUESTO E’ IL MIO FIGLIO PREDILETTO:
ASCOLTATELO!”. (Mc. 9,7)
Il
racconto della trasfigurazione di Gesù è pieno di indicazioni, potremmo dire
che tutto diventa simbolo, dalla montagna, luogo favorevole perché l’umanità
e la divinità possano incontrarsi, alle veste bianche simbolo della purezza del
cuore, alla luce di Gesù che illumina il nostro cammino, alla testimonianza
della legge e dei profeti che ci garantiscono la pienezza della rivelazione in
Gesù, perfino a quelle tre tende che Pietro vorrebbe costruire e che indicano
il bisogno continuo dell’uomo di avere Dio nella sua casa… Ma direi che la
parola più importante è quella di Dio che rinnovando in Gesù l’incarico di
Messia dice a noi: “Ascoltatelo”.
DOMENICA 23 FEBBRAIO: 7^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una scheggia di preghiera:
TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE,
FA’ CHE SIAMO NUOVI CON TE. (cfr.Is. 43,19)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Fondatrice delle Figlie della Passione di Gesù Nazareno,
Era nata a Torino il 16 Febbraio 1802. Fin da ragazza sentì molta devozione per la Passione di Gesù. Desiderosa di
operare il bene nel 1834 entrò nella Compagnia delle Umiliate di Torino che avevano come compito quello di visitare ed aiutare i malati dell’Ospedale San Giovanni e poi di andare a trovare i malati nelle case. Intanto a Torino il padre Marcantonio Durando, beato, aveva fondato la comunità delle Figlie della Passione di Gesù Nazareno per l’assistenza a domicilio dei malati e volle che Luisa ne fosse la superiora e la guida. Cosa che essa fece per otto anni fino alla sua morte
che avvenne il 23 febbraio 1873.
Parola di Dio: Is. 43,18-19.21-22.24-25; Sal.
40; 2Cor. 1,18-22; Mc. 2,1-12
“FIGLIOLO, TI SONO RIMESSI I TUOI PECCATI”. (Mc.
2,5)
Oggi vediamo Cristo perdonare e
guarire un paralitico. E’ il senso della venuta di Cristo sulla terra. Egli è
qui per la nostra salvezza, ma perché questo possa avvenire occorrono alcune
cose:
LUNEDI’ 24 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
CREDO, AIUTAMI NELLA MIA
INCREDULITA’. (Mc. 9,24)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Vescovo
di Treviri (Germania), Modesto governò la diocesi nei difficili tempi delle
incursioni dei Franchi, che devastarono la città e il territorio circostante.
Se, com'è prevedibile data la sua santità, nella vita rese onore al suo nome,
è inevitabile che di lui non si sappia nient'altro. Ma poco importa. L'
importante è che Dio si sia accorto di lui.
Parola di Dio: Sir.1,1-10; Sal.92; Mc. 9,14-29
“TUTTO E’ POSSIBILE PER CHI CREDE”. (Mc.
9,239
Più
che riflettere su una singola frase del Vangelo proviamo oggi a ripercorrere
questo brano perché esso può aiutarci a comprendere più a fondo che cosa sia
la fede. L’uomo che ha portato il figlio indemoniato ai
discepoli di Gesù perché lo guariscano, aveva speranza che essi lo potessero
fare, ma sia lui che i discepoli sono delusi. Gesù allora sbotta ed è a sua
volta deluso da persone che da lui cercano solo facili miracoli. Primo
insegnamento: fede non è vedere tutto facilmente chiaro (non sarebbe più
esercitare fiducia nell’Altro), fede non è neanche sperare che tutti i
problemi dell’uomo si risolvano a suon di miracoli. Il padre del ragazzo dice
a Gesù : “Se puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci”. Sembra più uno
che tenta un ultima carta piuttosto che uno convinto che quello che ha davanti
possa compiere quanto gli è richiesto. Gesù sbotta di nuovo e poi dice che la
grazia può arrivare solo se noi abbiamo fede. Guardando alla mia poca fede
penso che spesso i miracoli, le grazie, i doni non arrivano non perché il
Signore non ce li voglia dare, ma perché siamo noi le persone non troppo
convinte. Noi chiediamo ma stentiamo nella fiducia in Colui al quale chiediamo.
MARTEDI’ 25 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
IN TE GIOISCO ED ESULTO, CANTO INNI
AL TUO NOME, O ALTISSIMO. (Sal.9,3)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Luigi
Versiglia era nato a Oliva Gessi, in provincia di Pavia il 3 Giugno 1873. Fece
gli studi presso i salesiani e scelse di essere anche lui della Compagnia di don
Bosco. Subito fu inviato a dirigere la casa di Genzano, ma la sua era una
vocazione missionaria. Già nel 1906 partì a capo della prima spedizione
missionaria salesiana in Cina. A Macao fondò un orfanotrofio, ma nel 1910 a
causa della rivoluzione portoghese dovette rifugiarsi ad Hong Kong. . Il vescovo
di Macao offrì allora ai salesiani la missione di Heung Shan e in mezzo a tante
difficoltà venne fuori la sua vera stoffa di apostolo. Fu poi consacrato
vescovo ed ebbe il vicariato apostolico di Shiuchov. Sotto il suo impulso
le residenze missionarie si moltiplicarono: istituti, asili orfanotrofi, due
scuole magistrali, il seminario indigeno. Ebbe coraggio (quattro volte fu
catturato dai pirati). Fu generoso con gli altri e austero con se stesso.
Callisto
Caravario nacque a Cuorgnè, nel Canavese l’8 giugno 1903 da una famiglia
operaia che si trasferì pochi anni dopo a Torino. Qui Egli entrò nel Collegio
Salesiano di San Giovanni e la domenica frequentava l’Oratorio san Giuseppe.
In questi ambienti sviluppò la sua vocazione sacerdotale e salesiana. Fu a
Valdocco, poi a Foglizzo e poi a Valsalice. Prima ancora di diventare sacerdote
partì in missione per la Cina. Verrà ordinato sacerdote proprio da Mons.
Versiglia il 18 maggio 1929. Mandato alla missione di Linchow, giovane e solo in
una comunità che doveva iniziare, dimostrò di avere doti non comuni di
apostolo. Dopo sei mesi ricevette la notizia che Mons. Versiglia sarebbe venuto
a trovarlo. Scese allora a Shiuchow per accogliere il vescovo e poi
accompagnarlo alla sua missione. Con Versiglia e Caravario si unirono
anche due catechisti una maestra e una catechista. Il 25 febbraio la barca
dei missionari fu affrontata dai pirati e siccome i due si opponevano al
sequestro della maestra e della catechista vennero trucidati e tutti i loro
oggetti religiosi bruciati
Parola di Dio: Sir. 2,1-11; Sal. 36; Mc. 9,30-37
“SE UNO VUOL ESSERE IL PRIMO, SIA L’ULTIMO DI
TUTTI E IL SERVO DI TUTTI”. (Mc. 9,35)
Quante lotte per un po’ di potere! E questo non solo tra i politici che hanno la pretesa di guidare il mondo e neanche solo nel mondo degli affari dove la lotta tra squali è all’ultimo sangue e neanche solo l’assurda lotta per il potere e il prestigio religioso testimoniata dalla pagina del Vangelo che abbiamo letto e purtroppo ancora realtà odierna, ma quante piccole lotte quotidiane per prevalere, per farci sentire migliori degli altri, per la ricerca di piccoli poteri all’interno della famiglia, quante bugie per apparire migliori, piccoli ricatti per avere prevalenza… Davanti a tutte queste cose Gesù inverte i termini: aver potere per Dio è servire, i primi saranno gli ultimi, conta di più un bambino che un tronfio scienziato. E Gesù non sì limita a darci questa indicazione: è lui stesso a viverla, a metterla in pratica. Lui, Creatore e Signore, per amore nostro “umiliò se stesso”, prese la nostra condizione, si fece in tutto simile a noi. Gesù accetta di nascere in un piccolo paese sconosciuto, è un re che nasce in una stalla e muore su una croce, è il Signore alla cerca dei peccatori, Colui che si mette a lavare i piedi ai suoi discepoli, perché “anche voi facciate così”. E’ la scelta dell’amore quella di mettersi al servizio. Chi ama non vuole superare l’amato ma vuole amare; il servizio non è umiliazione o sminuirsi, è gioia di amare.
MERCOLEDI’ 26
Una scheggia di preghiera:
LA TUA LEGGE, O SIGNORE, E’ FONTE
DI GIOIA. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
E’
il dodicesimo Vescovo di questa città ed esercitò il suo ministero tra il 515
e il 534 circa, sembra che adempisse con diligenza e carità i suoi doveri nei
confronti della Verità da annunciare e dell’attenzione da avere per il suo
clero e per il suo popolo.
Parola di Dio: Sir. 4,11-19; Sal. 118; Mc.
9,38-40
“GESU’ DISSE LORO: NON C’E’ NESSUNO CHE
FACCIA UN MIRACOLO NEL MIO NOME E SUBITO DOPO POSSA PARLARE MALE DI ME. CHI NON
E’ CONTRO DI NOI E’ PER NOI”.
Nella vita spesso non è facile riconoscere gli amici dai nemici, quelli che sono dalla nostra parte da quelli che ci sono contro, coloro che ci aiutano nel cammino della fede da coloro che ce ne allontanano. Ma, mi chiedo: un cristiano ha bisogno di questi giudizi, di queste distinzioni? Rispondo di sì. E’ vero che non sta a noi giudicare. Solo Dio conosce i cuori e può dare un giusto giudizio delle persone e delle loro azioni, ma è vero che noi dobbiamo difendere la nostra fede e i valori in cui crediamo e dunque dobbiamo avere un criterio nello scegliere e accogliere chi ci può aiutare in questo cammino. Gesù stesso ce ne suggerisce il modo: non sono le apparenze a darci il criterio di giudizio, non sono le parole a dirci la bontà o meno di una persona, sono le opere. Chi opera il bene a qualunque razza, religione, cultura appartenga “è con noi”. In un altro brano Gesù dirà : “li riconoscerete dalle loro opere” e non importa neppure che le loro opere siano simili alle nostre, basta che siano opere per il bene. Se vogliamo essere secondo il Vangelo allora dobbiamo rallegrarci e appoggiare tutti coloro che, anche senza essere magari vestiti dei nostri simboli, operano per il bene dell’uomo. Gesù ha a cuore tutti gli uomini, gioiamo dunque anche noi di tutto il bene che c’è nel mondo e, nello stesso tempo, proprio perché solidarizziamo nel bene, terremo alla larga il male.
GIOVEDI’ 27 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
LIBERACI DALLE RICCHEZZE INGIUSTE:
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Vissuto
nel VI secolo, divenne prima sacerdote e poi vescovo di Siviglia. Ebbe un ruolo
importante anche nelle vicende storiche della sua epoca. Fu colui che convertì
Sant'Ermenegildo. Fu aiutato nella evangelizzazione da suo fratello Isidoro,
santo pure lui. Morì nel 600.
Parola di Dio: Sir. 5,1-8; Sal 1; Mc. 9,41-50
"CHI SCANDALIZZA UNO DI QUESTI PICCOLI CHE CREDONO, È MEGLIO PER LUI CHE SI METTA UNA MACINA DA ASINO AL COLLO E VENGA GETTATO IN MARE”. (Mc. 9,42)
E’ facile comprendere che qui Gesù, quando
parla di piccoli che vengono scandalizzati, si riferisce soprattutto alle
persone umili che vengono o allontanate dalla fede o non aiutate a realizzarsi
umanamente e spiritualmente per l’orgoglio e l’egoismo di altri, Ma siccome
Gesù sovente ha usato proprio l’esempio dei bambini non mi sembra fuori luogo
ricordare uno dei maggiori “scandali” che noi adulti, in nome di un egoismo
mascherato da amore diamo ai nostri bambini.
VENERDI’ 28 FEBBRAIO
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, NEL FARE IL TUO VOLERE
E’ TUTTA LA MIA GIOIA. (dalla Liturgia)
Tra i santi di oggi ricordiamo:
Francesca
Maria Nasce a Mondovì Breo il 26 novembre 1716 in una famiglia di nobili
decaduti. Visse in un ambiente caratterizzato da profonda religiosità. Nel 1734
entrò nel Terz’Ordine di san Domenico assumendo il nome di Rosa. Nel 1742
accoglie in casa sua una ragazza, Marianna Viglietti, di 28 anni rimasta orfana.
Di qui inizia a dedicarsi all’opera dei Ritiri con il fine di “accogliere
povere figlie abbandonate per allevarle nel santo timore di Dio e occuparle nei
lavori coi quali devono procacciarsi il necessario sostentamento.” Tra il 1745
e il 1755 il primo “Ritiro” di Rosa arriva ad accogliere una settantina di
persone. E’ un epoca difficile, sovente deve cambiare domicilio. I Lavori con
cui si sostengono sono i tipici lavori dell’epoca : tessitura, cucitura e
soprattutto tutto quanto riguardava i bachi da seta. Naturalmente non tutti
vedono bene quest’opera e molte male lingue colpiscono la Govone che però va
avanti, anzi si reca da Carlo Emanuele III per chiedere aiuto. Su sua
richiesta fonda a Torino l’Istituto delle Rosine. Sempre su interessamento del
Re nel 1756 può prendere possesso dei locali e dei terreni già appartenuti ai:
Fate bene fratelli. A 8 mesi dal trasloco le “Rosine” sono già 150. Anche
qui non mancano le difficoltà. Un libello la accusa di incapacità, di
ingerenze nella vita di altre persone, di essere una approfittatrice. Interviene
addirittura una commissione di quattro teologi che senza interrogarla
personalmente la giudicano. Rosa, come sempre, soffre e tace, ma continua ad
andare avanti. Il suo motto era: “Vivrai del lavoro delle tue mani” . E la
grazia di Dio la accompagnò: ecco un susseguirsi di case che Rosa apre: 1857
Fondazione delle Rosine a Fossano; 1758 a Savigliano; 1759 a Saluzzo; 1764 a
Novara; 1770 a San Damiano d’Asti, 1771 a Chieri; 1772 a Iglesias.
Parola di Dio: Sir. 6,5-17; Sal.118; Mc. 10,1-12
“L’ UOMO DUNQUE NON SEPARI CIO’ CHE DIO
HA CONGIUNTO”. (Mc. 10,9)
Certamente
queste parole di Gesù meritano tutta una serie di riflessioni importanti, sia
per recuperare la sacralità del matrimonio, sia per non ergerci a giudici di
chi ha trovato difficoltà a realizzarle. Certamente, oggi mi pare sia
troppo facile e superficiale il modo con cui certe famiglie si disgregano. Il
brano di Marion Stoud che vi propongo oggi non risolve i problemi delle
coppie ma per qualcuno non potrà essere un suggerimento? “Oggi
usciamo” hai detto. “Il lavoro può aspettare. E’ tempo di svagarci”. E
così abbiamo gettato di nuovo la biancheria nel cestino, chiuso la porta della
camera da letto decorata a metà e lasciato i nostri lavori di giornata, chiusi
nell’armadio con la scatola degli arnesi! Che
cosa è successo perché oggi fosse un giorno speciale? Per andare, la mano
nella mano, nella quiete del chiostro della cattedrale? E ridere per quanto
erano buffe le anatre quando gettavamo loro i resti della colazione nel fiume?
Trovare il libro che abbiamo sempre desiderato alla bancarella del mercato? O
era invece il levare del sole che sembrava rendere dorato il nostro mondo? Forse
erano tutte queste cose, ma nessuna di esse. Oggi era un giorno particolare
perché ci siamo presi un momento di libertà: tempo per parlare; per trovare e
scoprire ciò che pensavamo e il perché; tempo per ricordare che il matrimonio
può essere duro, ma può anche essere felice!