Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

a cura di don Franco LOCCI

 

DICEMBRE 2002

 

DOMENICA 1 Dicembre: 1^ DOMENICA DI AVVENTO

Una scheggia di preghiera:

 

SUSCITA IN NOI LA VOLONTA’ DI ANDARE INCONTRO A CRISTO CHE VIENE (dalla Litugia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

EVASIO, Santo,venerato a Casale Monferrato

Iniziamo questo piccolo cammino quotidiano tra i santi con un santo piemontese, ma subito troviamo qualche difficoltà infatti nel Martirologio Romano sono scritti due santi con questo nome: uno, Vescovo di Casale festeggiato appunto oggi e il Vescovo di Brescia ricordato il 2 Dicembre. Ma non ne sappiamo molto di più. Un’altra tradizione parla di un Evasio Vescovo di Asti ucciso nel 742 con altri 186 cristiani a Sedula (L’attuale Casale Monferrato).

Parola di Dio: Is. 63,16-17.19;64,1-7; Sal. 79; 1Cor. 1,3-9; Mc. 13,33-37

 

"QUELLO CHE DICO A VOI LO DICO A TUTTI: VEGLIATE". (Mc. 13,37)

L’abitudine, la tradizione, tende a presentarci l’Avvento come qualcosa di austero, tempo penitenziale in preparazione al Natale. Indubbiamente, per comprendere a fondo il senso della Incarnazione del Figlio di Dio, occorre prepararsi ma non come ci si prepara ad un funerale, bensì con la gioia di chi si prepara a celebrare il matrimonio tra Dio e la nostra umanità. L’invito che Gesù oggi ci rivolge, e che sentiremo sovente nell’Avvento, di vegliare, di essere pronti, non è tanto per ricordarci che la vita è breve e che bisogna sempre essere pronti a morire, quanto l’invito a non addormentarci con il rischio di perdere il meglio della nostra vita. Noi viviamo in una realtà che in molti modi cerca di addormentarci o intorpidirci: il benessere, cercando di rispondere alle esigenze e al superfluo dell’uomo porta ad addormentare i bisogni dell’uomo o a farli dipendere dalle cose. Il ritmo ripetitivo della vita, tende ad addormentare l’uomo. Perfino il divertimento portato all’esasperazione fa sì che l’uomo ne rimanga stordito e intorpidito. Anche le religioni spesso, quando hanno perso la vivezza di Dio, quando sono ridotte a formule e riti non aiutano l’uomo ad essere presente a se stesso. Gesù non è venuto ad addormentare l’uomo, non è venuto a mettere sulle spalle dell’uomo una nuova religione, non è venuto perché con il pensiero del cielo ci alienassimo dalla vita quotidiana. Gesù, con la sua incarnazione ci ha parlato del dono meraviglioso della vita che è da vivere in pienezza, ci ha messi davanti alle nostre responsabilità per la costruzione di un mondo migliore, ha dato valore di eternità al nostro "banale quotidiano". Vegliare dunque non per paura ma per non perdere il senso del nostro vivere, per non lasciarci addormentare o vivere dalle cose ma per essere protagonisti attivi in questo nostro mondo. Vegliare per cogliere anche oggi i segni della presenza di un Dio che non ha ancora finito di incarnarsi.

 

 

LUNEDI’ 2 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SIGNORE A LIBERARCI, FA’ SPLENDERE IL TUO VOLTO E SAREMO SALVI. (Sal. 50,4)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

BIANCA, Santa, Regina

Quella che ricordiamo oggi è una santa tutta regale: figlia del re di Castiglia, sposa di Luigi VIII° re di Francia, madre del futuro re Luigi IX°, che fu santo anche lui. Lei stessa, rimasta vedova, assunse la reggenza in nome del figlio minorenne e dimostrò eccezionale forza d’animo nell’affrontare anche difficili situazioni politiche. In ogni caso fu sempre mossa da fervente spirito cristiano.

Parola di Dio: Is. 2, 1-5; Sal. 121; Rm. 13, 11-14; Mt. 8,5-11

 

"GESU’ GLI RISPOSE: IO VERRO’ E LO CURERO’ ". (Mt. 8,7)

Con questa frase che Gesù dice al centurione venuto a chiedere la guarigione del suo servo, si può configurare il mistero della incarnazione del Figlio di Dio.

Al Padre che, dopo aver mandato patriarchi e profeti per il suo popolo, chiede: "Chi manderò?", Gesù risponde: "Manda me". Gesù è il Figlio che compie la volontà del Padre e che ama immensamente gli uomini, per questo dice: "Verrò e lo curerò".

Ma noi uomini, abbiamo intenzione di lasciarci curare? O meglio, sappiamo di essere malati, bisognosi di cure? Se penso di essere sano, non ho bisogno di un medico, se penso di essere malato ma di avere la capacità di curarmi da solo, non ho bisogno di un medico; ma se mi accorgo di essere malato, di non sapermi o potermi curare da solo, allora sento il bisogno di un medico bravo che mi guarisca. L’uomo è malato. Il suo animo ha bisogno di qualcosa di grande, non gli sono sufficienti le risposte di questo mondo, egli è malato di eternità, di desiderio di bellezza, di giustizia, di verità, di amore. L’uomo ci prova a guarirsi da solo con il materialismo, con le filosofie, perfino con le religioni. Sono tutte medicine insufficienti anzi, avvelenano più che guarire. Se abbiamo capito questo, allora, anche noi ci chiediamo: "Chi verrà a guarirci? Chi ci salverà dal male e dal Maligno?" E anche a noi, con la sua incarnazione Gesù risponde: "Verrò io e vi guarirò".

 

 

MARTEDI’ 3 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SIGNORE, RE DI GIUSTIZIA E DI PACE. (Dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

FRANCESCO SAVERIO, Santo, Sacerdote

Nato in Navarra (1506 – 1552), studiò a Parigi dove incontrò Ignazio di Loyola. Con Ignazio ed altri fondò la Compagnia di Gesù (i Gesuiti). Divenuto sacerdote, partì missionario. Nel giro di una dozzina di anni, percorse circa centomila chilometri per evangelizzare l’India, Ceylon, le Molucche e il Giappone. Morì alle soglie della Cina, a cui era stato negato l’accesso. E’ patrono delle missioni.

Parola di Dio: Is. 11,1-9; Sal. 71; Lc. 10,21-24

 

"BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO CIO’ CHE VOI VEDETE". (Lc. 10,23)

Qualche volta ci viene da pensare: " Per chi ha potuto vedere con i propri occhi Gesù, per chi ha potuto parlargli, ascoltare le sue risposte, vedere i suoi miracoli, tutto deve essere stato più semplice! Noi, invece, dobbiamo aver fede senza aver visto di persona, senza aver ascoltato direttamente, fidandoci delle parole altrui, in mezzo a problemi di ogni sorta!" Ma, è poi proprio così? I nostri occhi, dopo duemila anni dalla venuta di Gesù non riescono a vedere la sua presenza? Eppure Gesù ci ha detto che sarebbe rimasto con noi per tutti i giorni della nostra vita. La sua ‘Incarnazione’ da allora non è più cessata. Egli è in mezzo a noi nei poveri, in chi ha fame e sete, in chi soffre, nei piccoli, in coloro che cercano giustizia, è presente nei fratelli a cui dare anche solo un bicchier d’acqua. Ci sono ovunque segni della sua presenza: nella comunità cristiana e nella testimonianza di tanti credenti, nella sua parola che è viva ed efficace ancora oggi, nei suoi Sacramenti, nel suo Pane vivo per il nostro cammino, nel segno del suo perdono per i peccatori. Anche oggi, se sappiamo vederli, nel suo nome si compiono miracoli quotidiani: ci sono persone che trasformano la sofferenza in amore, c’è il miracolo del perdono al posto della vendetta, della condivisione al posto dell’egoismo. E’ vero che ci vuole fede per vedere tutto questo, ma anche ai tempi di Gesù ci voleva fede per riconoscere in un uomo, pur accompagnato da segni straordinari, il Figlio di Dio. Gesù non si è imposto allora come non si impone oggi, Egli si propone e chiede ad ogni uomo di vederlo, di seguirlo, di lasciarlo operare in noi. Noi viviamo una religione della Incarnazione: Dio si fa uomo per redimere la nostra vita e chiede a noi di incarnare il suo amore nella nostra storia affinché la nostra realtà, accogliendo la divinità, possa ancora manifestare la concretezza del Suo amore.

 

 

MERCOLEDI’ 4 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, ASCIUGA LE LACRIME SU OGNI VOLTO. (Is. 26,6)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

BARBARA, Santa, Vergine e Martire

Questo nome, comunissimo anche oggi, si rifà ad una popolarissima martire vissuta tra il III e il IV secolo. Le notizie, tra lo storico e il leggendario ci narrano di una bellissima ragazza che il padre, per gelosia, aveva fatto rinchiudere in una torre. Ma essa riempì la sua solitudine con l’amore di Cristo. Quando il padre si accorse della conversione della figlia la denunciò alle autorità pagane e chiese di essere lui stesso a torturarla e poi decapitarla. La leggenda dice che. subito dopo la decapitazione. un fulmine incenerisse il padre. Forse anche per questo Barbara è diventata la patrona degli artiglieri, dei minatori e dei vigili del fuoco.

Parola di Dio: Is. 25,6-10; Sal. 22; Mt. 15,29-37

 

"TUTTI MANGIARONO E FURONO SAZIATI. DEI PEZZI AVANZATI PORTARONO VIA SETTE SPORTE PIENE". (Mt 15,37)

Dopo aver visto alla televisione un documentario sulla fame del mondo, un signore mi diceva: "Dopo immagini come queste hai ancora il coraggio di predicare che Dio è un Padre buono? Ma un padre che, come dici tu, è Onnipotente, che con uno schiocco di dita potrebbe risolvere ogni problema, lascerebbe morire di fame e di stenti un suo figlio? E non venirmi a contare la solita storia con cui per secoli avete zittito poveri e sofferenti: Dio ti lascia soffrire di qua per poi darti il premio di là!" Era tanta la veemenza e la rabbia di quest’uomo nata dalla presa di coscienza della sofferenza di tanti sulla terra che, in un primo momento, stetti zitto, anche perché riconoscevo e riconosco che i suoi interrogativi sono in parte anche i miei e, seppur non abbia mai detto ad un sofferente che la prova e il dolore vengono da Dio per darci il Paradiso, riconosco che una certa religione facilona risolve i problemi (degli altri) così. Un giorno, però, riprendendo l’argomento con quell’uomo mi ritrovai a ragionare così con lui: se tu avessi la bacchetta magica che ti permette ogni cosa, come ti comporteresti con tuo figlio? Gli risolveresti tutti i problemi rendendolo schiavo delle tue soluzioni o preferiresti aiutarlo in modo che lui diventi consapevole dei propri valori e delle proprie scelte? E se hai più figli non desidereresti che l’unità dei fratelli fosse proprio quella che sopperisce alle necessità gli uni degli altri? Dio non ha risolto il problema della fame ma ha messo me e te sulla strada del fratello che ha fame. L’affamato ricorda a me, distratto dal benessere, che l’amore è più importante del cibo e io posso essere per lui il segno che Dio non lo ha dimenticato. So di non aver risolto i problemi che tu ponevi, ma intanto io e te possiamo diventare il pane di Dio che si moltiplica, e, se abbiamo fede in Gesù, dei nostri poveri pani ne avanzeremo ancora, sia per noi che per loro.

 

 

GIOVEDI’ 5 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE. (Sal. 118,26)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

DALMAZIO, Santo, Martire

Dalmazio proveniva dalla Germania ed evangelizzando attraversò la Gallia e l’Emilia, fino a giungere in Piemonte. A Pedona (oggi Borgo San Dalmazzo, in provincia di Cuneo) fu martirizzato nel 251.

Parola di Dio: Is. 26,1-6; Sal.117; Mt. 7,21.24-27

 

"NON CHIUNQUE DICE: SIGNORE, SIGNORE, ENTRERA’ NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTA’ DEL PADRE MIO CHE E’ NEI CIELI". (Mt. 7,21)

Dall’esame di coscienza di un prete la domenica sera:

"Finalmente la porta della canonica è chiusa e speriamo che, almeno per stasera a nessuno venga in mente di aver bisogno di un prete! Mi metto a scrivere perché non ho più voglia di parlare neanche con me stesso, talmente sono tante le parole che ho detto oggi. Dovrei essere contento di aver avuto tante occasioni di parlare di Te, e lo sono per le opportunità che mi hai dato: ho celebrato 3 Messe, ho battezzato 7 bambini, ho parlato ai bambini della Prima Comunione e alle loro famiglie, al gruppo scout, persino per pranzo sono stato con quel gruppo famiglie che era in ritiro, ed ho parlato di Te. Nei ritagli di tempo ho confessato… Signore, ho talmente parlato di Te che sono stanco della mia voce. Signore, oggi ho fatto la tua volontà! Ma sento dentro di me una vocina che le tante parole di oggi hanno cercato in tutti i modi di zittire e che adesso, nel silenzio, sta venendo fuori: "Tu hai parlato di Gesù ma a Gesù hai parlato? E poi, hai parlato proprio di Gesù o di te stesso? Hai fatto chiacchiere su istituzioni religiose o hai lasciato che Gesù parlasse attraverso te? Hai parlato di Gesù, ma hai ascoltato Gesù che ti parlava, ad esempio, attraverso quel penitente, nella confessione? Sei contento questa sera perché ti sembra di aver fatto tanto e buon lavoro da dover ricevere un premio, oppure perché Lui ha potuto parlare o agire attraverso te?" No, non mi sgomento, non mi flagello da solo, non dico che ho sbagliato tutto, in fondo ogni cosa detta o fatta oggi è fatta almeno per un desiderio di amore di Dio e del prossimo, ma è anche vero che non basta riempire una giornata per dire che essa ha senso, non basta dire su Gesù se Lui non è nel cuore, non bastano agli altri le parole se dietro ad esse non emerge Gesù. Per oggi mi fermo qui e vado a dormire. Grazie Gesù di quello che mi hai dato. Perdonami se non ti ho lasciato trasparire di più. Arriva tu dove non ce l’ho fatta… E domani, se hai ancora bisogno di un poveraccio come me… l’indirizzo lo sai e, se non rispondo subito, continua a bussare, forse è solo la stanchezza che mi fa dormire."

 

 

VENERDI’ 6 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’, FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETA’ DI NOI. (Mt. 9,27)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

NICOLA, Santo, Vescovo

Poco sappiamo di lui. Fu Vescovo di Mira, in Asia Minore, difese la fede nella divinità di Gesù fortemente contrastata dagli ariani. E’ un santo popolare famoso per la sua bontà. E’ il patrono della Lorena e della Russia. In diverse regioni di Europa egli è diventato il Santa Claus (Babbo Natale) dei bambini. Altra curiosità: Che cosa c’entra Nicola con Bari? C’entra perché le sue reliquie furono rubate da Mira da parte di 62 soldati baresi nel 1087 e poi collocate nella loro cattedrale.

Parola di Dio: Is. 29,17-24; Sal. 26; Mt. 9,27-31

 

"SIA FATTO A VOI SECONDO LA VOSTRA FEDE". (Mt. 9,29)

Penso ricordiate tutti l’episodio di quel prete che rimproverava i suoi fedeli dicendo: "Siete venuti a pregare perché il Signore conceda la pioggia, ma dove sono i vostri ombrelli?" Esaminiamo le nostre preghiere di richiesta. Qualcuno non chiede mai perché dice che intanto il Signore sa già. Ma una cosa non richiesta, non desiderata, potrà essere oggetto di dono?

Qualcuno chiede troppo e nel suo chiedere rischia di imporsi a Dio che "Se vuol essere buono, deve fare questo e quello (e la lista è lunga)".

Spesso poi chiediamo cose che a noi sembrano opportune ma che, se ci fossero veramente concesse, ci creerebbero dei guai che neppure immaginiamo.

Altre volte poi chiediamo, ma siamo convinti di ottenere? Ad esempio, la preghiera dei fedeli della Messa, dovrebbe essere una serie di preghiere nate nell’assemblea cristiana dopo aver ascoltato la parola di Dio e prima di accostarsi all’unica mensa di Cristo. Esse purtroppo, spesso, sono prese da un formulario e lette più o meno bene da un fedele, e noi tutti diciamo: "Ascoltaci, Signore", ma chissà se abbiamo ascoltato noi almeno quello che chiediamo, chissà se lo condividiamo davvero.

Capita poi che chiediamo, ma con addosso un tale pessimismo che saremmo davvero stupiti se, per caso, venissimo esauditi. Gesù dice ai due ciechi: "Sia fatto secondo la vostra fede". Se lo dicesse a noi, dopo una preghiera di richiesta, che cosa avverrebbe?

 

 

SABATO 7 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO GIORNO, O SIGNORE E’ VICINO. SIGNORE GESU’. VIENI PRESTO! (Dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

AMBROGIO, Santo, Vescovo e Dottore della Chiesa

Nato a Treviri intorno al 340. Era responsabile di polizia. Aveva conosciuto la fede cristiana ed era credente in Cristo ma non ancora battezzato. Il 7 dicembre 374 si deve eleggere il nuovo vescovo di Milano. Ambrogio, stimato da tutta la popolazione, temendo tumulti è presente. Si racconta che nel tumulto della folla si alzasse la voce di un bambino: "Ambrogio vescovo" Tutta la folla acclamò Ambrogio vescovo di Milano. Ambrogio fu dunque battezzato poi fatto vescovo. Si mostrò subito un ottimo pastore, dedito al popolo, instancabile nella predicazione, difensore della fede cattolica. I suoi sermoni contribuirono alla conversione di S. Agostino.

Parola di Dio: Is. 30,19-21.23-26; Sal. 146; Mt. 9,35-10,1.6-8

 

"GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE". (Mt. 10,8)

Ricevere qualcosa gratis fa talmente piacere che i venditori e i pubblicitari lo hanno capito e allora ti offrono qualcosa gratis perché poi tu sia invogliato a comprare. Con Dio non è così. Tutto con Lui è dono gratuito. Non abbiamo comprato la vita, tantomeno la Redenzione, e anche quando con qualche opera buona pensiamo di esserci fatti dei meriti, Gesù ci mette in guardia: "Quando avrete fatto tutto quello che dovevate fare dite: siamo servi inutili, abbiamo appena fatto il nostro dovere". Dal dono più grande, Gesù, fino ai doni personali, i carismi, tutto ci mostra la generosità di Dio. Come dire allora il nostro grazie, come manifestare la nostra riconoscenza per quanto ricevuto? Certamente attraverso la preghiera di lode che, spontanea, dovrebbe sovente sgorgare dai nostri cuori. Ma noi siamo figli di Dio, fratelli di Gesù, dovremmo quindi nella nostra vita manifestare la nostra somiglianza con Gesù e il Padre. Il nostro dare gratuitamente è allora far vedere concretamente come si comporta Dio. Chi ama gratuitamente, chi dà senza esigere e neanche aspettarsi il ritorno, chi perdona con amore senza far pesare le proprie ragioni, chi spezza il proprio pane senza giudicare se chi riceve è degno o meno del dono, ecco, costui si comporta da Dio, come Dio e dice a Dio il più bel grazie che Lui può aspettarsi: "Ecco , quello è proprio mio figlio – può dire Dio – si comporta come me":

 

 

DOMENICA 8 Dicembre: IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA VERGINE MARIA

Una scheggia di preghiera:

 

AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA, IL SIGNORE E’ CON TE. (Lc. 1,28)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

CHIARA DA FOLIGNO, Beata, mistica

Oggi guardiamo alla figura di una mistica francescana entrata nel 1399 nel monastero di Santa Agnese di Foligno. Grande devota di Francesco ebbe visioni ed esperienze mistiche. Una curiosità: si narra che durante una visione ricevette uno schiaffo dal demonio e ne portò il segno sulla gota per tutta la vita.

Parola di Dio: Gn. 3,9-15.20; Sal. 97; Ef. 1, 3-6.11-12; Lc. 1, 26-38

 

"TI SALUTO, O PIENA DI GRAZIA". (Lc. 1,28)

Oggi, festeggiando la Madre di Gesù e Madre nostra Maria preservata da ogni colpa, più che fermarci su questo saluto dell’Angelo, ripercorro con voi il "Prefazio"? (quella preghiera della Messa che il sacerdote recita prima del canto del "Santo") nella quale la Chiesa ha raccolto il senso di questa festa. Per prima cosa si loda Dio perché ha preservato la Vergine Maria da ogni macchia di peccato perché diventasse degna Madre di suo Figlio. Quando noi, nell’Ave Maria diciamo: "Il Signore è con te", dobbiamo proprio pensare: "Dio è con te dall’eternità. Egli da sempre ha pensato a te, ti ha voluta senza macchia, foglio bianco per accogliere il segno del Verbo che è stato con te nel modo più intimo possibile, quello di un figlio portato e generato nel tuo grembo, e che sarà sempre con te, infatti fin da adesso tu sei già in cielo anche con il tuo corpo". Poi la preghiera afferma ancora che con Maria "Dio ha dato inizio alla Chiesa, sposa di Cristo, senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza". Se per noi è facile e bello accettare che Maria sia Immacolata, è più difficile capire che la Chiesa sia altrettanto esente dalle colpe e non sempre la vediamo splendente di grazia e di opere buone. Ma qui non si vuole affermare che tra i cristiani non ci siano colpe, si vuole dire che la Chiesa parte da Dio e, nonostante i suoi peccati, redenta da Cristo, diventa bella e pura come Maria. Maria diventa dunque modello della Chiesa non solo per il suo impegno contro il peccato e il male ma modello del futuro Regno completamente redento da Gesù. E, sembra ancora dirci la preghiera, se Maria è per noi "avvocata di grazia e modello di santità", la purezza e la grandezza di Maria sono poi portate al massimo da suo Figlio, l’Agnello immacolato, l’innocente che toglie le nostre colpe. Un antico proverbio latino diceva: "Talis mater, talis filius" cioè: come la madre, così è il figlio: Nel caso di Maria e Gesù c’è un legame tale che entrambi si illuminano a vicenda: l’umanità di Gesù rispecchia Maria e la divinità di Gesù illumina e rende splendente la Madre.

 

 

LUNEDI’ 9 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SIGNORE A VISITARCI CON LA TUA PACE. (Dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

VALERIA, Santa, Martire

Era nata a Limonges, in Francia, nel III° secolo. Mentre era fidanzata ad un pagano incontrò la fede in Cristo e fu battezzata dal Vescovo San Marziale. A questo punto rivelò la sua fede al fidanzato che lo considerò un tradimento, e geloso di Cristo la uccise tagliandole la testa.

Parola di Dio: Is. 35, 1-10; Sal. 84; Lc. 5, 17-26

 

"PORTARONO UN PARALITICO SOPRA UN LETTUCCIO". (Lc. 5,18)

Nell’odierno racconto evangelico tanti sono i protagonisti: Gesù, il paralitico, gli amici del malato, la folla, gli scribi e i farisei…c’è anche un protagonista minore di cui però, si ripete il nome parecchie volte: il lettuccio.

Un letto, una stuoia, una barella che è all’inizio segno di una malattia, della costrizione… anche oggi il letto significa dolore, incapacità di muoversi, estraniamento dalla vita civile; è un luogo, una cosa ristretta in cui si dipende dagli altri e dai loro umori; è segno di tutte le impotenze. Il paralitico del Vangelo è lì e da solo non può prendere iniziative.

Proviamo a pensare a quanti, anche oggi, sono costretti in un "lettuccio". Non solo nelle corsie degli ospedali o nelle case per anziani, ma malati nel corpo e nello spirito, carcerati o nei penitenziari o chiusi in ambienti ristretti di vita, costretti a lavori infami, abbandonati a se stessi, soli…

Forse anche noi, in certe occasioni, abbiamo sperimentato il "lettuccio" della malattia o della impotenza davanti ad avvenimenti nei quali non puoi far nulla.

Ma il "lettuccio" può anche diventare il momento della solidarietà. Attorno a quel paralitico ci sono quattro amici che prestano cuore, braccia e gambe e quel ‘lettuccio’ della costrizione e dell’impotenza può allora anche camminare, ascendere su un tetto, scendere, legato a corde, con il suo contenuto di impotenza, proprio davanti a Gesù.

E non è forse proprio attorno ai lettucci dei poveri, dei diseredati, dei malati, dei sofferenti, degli affamati, dei lebbrosi, dei soli, di coloro che patiscono ingiustizia, che si sono scritte le più belle pagine del cristianesimo?

E il "lettuccio" del Vangelo diventa anche protagonista della guarigione. Quando questa avviene sembrerebbe essere diventato un oggetto inutile, da nascondere, invece Gesù lo fa diventare la testimonianza: "Prendi il tuo lettuccio e va a casa tua". Il nostro cuore non può e non deve dimenticare: noi siamo stati salvati e liberati gratuitamente e per amore dal nostro peccato, dalla solitudine, dalle catene. Questi segni ci ricordano quanto è grande l’amore di Colui che ci ha voluto uomini nuovi, capaci di camminare da soli e di guardare negli occhi Colui che ci ha guarito.

 

 

MARTEDI’ 10 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GIUSTO GIUDICE, DONA LA CORONA DI GIUSTIZIA A CHI ATTENDE CON AMORE LA TUA VENUTA. (2Tim. 4,8)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

BARTOLOMEO ALBIZI, Beato

Nato a Vico Pisano da famiglia nobile, si fece francescano e visse tutta la vita dal 1342 fino alla morte nel convento francescano di Pisa. Fu un predicatore umile e semplice, amato e rispettato dal popolo proprio per la sua umiltà.

Parola di Dio:: Is. 40, 1-11; Sal. 95; Mt. 18, 12-14

 

"SE UN UOMO HA CENTO PECORE E NE SMARRISCE UNA…". (Mt.18,12)

Gesù ci ha detto che sono i piccoli ad entrare nel Regno dei cieli ed ora continua su questa linea donandoci una delle rivelazioni più belle della "Buona notizia": Dio si prende cura anche del più piccolo degli esseri umani, Dio non si rassegna a perdere nessuno dei suoi figli, ma costantemente lo cerca. Gesù è venuto e viene sulla terra per ciascuno di noi.

Capita però che ci siano delle pecorelle che stentano a farsi trovare, allora Gesù, con pazienza attende, forse anche l’ultimo momento. Ecco il racconto di una giovane donna che, sapendo di dover presto morire, fa questa esperienza:

"Un giorno mi svegliai e, invece di lanciare ancora messaggi al di là di quell’alto muro di mattoni, a quel Dio che poteva esserci o anche non esserci, smisi. Decisi che non me ne importava nulla…di Dio, della vita dopo la morte e di cose del genere. Decisi di passare il tempo rimasto facendo qualcosa di più utile. Mi ricordai allora di queste parole: "La tristezza più profonda è passare la vita senza amare. Ma sarebbe altrettanto triste vivere la vita e lasciare questo mondo senza aver mai detto a coloro che ami quanto li hai amati".

Cominciai dal caso più difficile: mio padre. Stava leggendo un giornale quando cominciai a parlargli: "Papà…". "Sì, che c’è?", chiese senza abbassare il giornale. "Papà, vorrei parlarti". "Bene, parla". "Voglio dire… è davvero importante".

Il giornale si abbassò di pochi centimetri, lentamente: "Che cosa c’è?"

"Papà, ti voglio bene. Volevo solo che tu lo sapessi".

Il giornale scivolò a terra. Poi mio padre fece due cose che non mi ricordavo di avergli mai visto fare prima: pianse e mi abbracciò. Parlammo tutta la notte, anche se doveva andare a lavorare il mattino dopo.

Fu più facile con mia madre e con mio fratello più giovane. Anch’essi piansero con me e ci abbracciammo e cominciammo a dirci parole molto belle l’un con l’altro. Mettemmo in comune le cose che avevamo tenuto segrete per così tanti anni.

Mi dispiaceva solo di aver aspettato così a lungo. Io ero lì, all’ombra della morte. E stavo appena cominciando ad aprirmi a tutte le persone cui ero stata accanto fino ad allora. Poi un giorno mi voltai e Dio era là. Non era venuto quando lo imploravo. Ma la cosa importante è che era là.

 

 

MERCOLEDI’ 11 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

BUONO E PIETOSO SEI, SIGNORE, LENTO ALL’IRA E GRANDE NELL’AMORE. (Sal.103,8)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

DANIELE DI COSTANTINOPOLI, Stilita, Santo

La santità, l’amore per Dio si sono espressi in tanti modi diversi. C’è anche chi si è fatto santo vivendo su una colonna. Daniele era nato nel 409 nella attuale Siria. A 12 anni vestiva già l’abito monastico. Visitò tutti i monaci solitari di allora e a 42 anni salì su una colonna dove passò tutto il resto della vita fino alla sua morte nel 493.

Parola di Dio: Is. 40, 25-31; Sal. 102; Mt. 11, 28-30

 

"VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI E IO VI RISTORERO’". (Mt 11,28)

Sono malato, mi è andato male un affare, ho molte paure per me e per i miei cari… Chi può consolarmi?

Un certo mondo mi dice: "Fatti furbo! Ti è andata male una cosa, consolati con un’altra, non importa come". Qualcun altro, per consolarmi mi dice: "Poveretto!", e io vado ancora più giù. Altri mi offrono dei palliativi, delle maschere. I più, quelli che mi erano vicini quando tutto andava bene, si allontanano e mi lasciano solo, ancora più solo. E dov’è Dio? Gesù non ci dice di essere Lui la buona spalla su cui poter piangere, Lui non ci inganna, ci racconta che anche la Buona Notizia del suo Regno può essere un giogo, ma ci rassicura, perché se noi lo accettiamo, il suo modo di consolarci, sarà quello di ristorarci. Lui non ci dice: "Poveretti!", ma cerca di rimetterci in forma, ci dà da mangiare, ci rimette in strada, ci dà una possibilità nuova. Lui fa questo non come il grande, il potente, il ricco che dall’alto della sua posizione stende una mano verso il miserabile ai suoi piedi. Lui per ristorarci si è fatto uno di noi, ha provato sulla sua pelle le fatiche, le ansie, le paure, le delusioni; chi meglio di Lui sa che cosa voglia dire soffrire moralmente e materialmente? Lui non ci ristora con un pane qualunque, ma si fa Lui stesso Pane. Lui non ci addormenta rimandando tutto al futuro, ma ci incita al presente che prepara il futuro.

 

 

GIOVEDI’ 12 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

LE NUBI PIOVANO IL GIUSTO, SI APRA LA TERRA E GERMOGLI IL SALVATORE. (Is.48,8)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

GIOVANNA FRANCESCA DI CHANTAL, Santa

Giovanna (nata nel 1572 e morta nel 1641) si sposò nel 1592 con il barone di Chantal. Rimase vedova con quattro figli, si occupò di loro e allo stesso tempo dei poveri e dei malati. Nel 1604 incontrò San Francesco di Sales. Ne nacque una amicizia che fu per entrambi sorgente di progresso spirituale. Con l’aiuto del Santo, Giovanna fonderà l’ordine delle suore della Visitazione. Morta a Moulin verrà sepolta vicino al suo padre spirituale ad Annecy.

Parola di Dio: Is. 41, 13-20; Sal. 144; Mt. 11, 11-15

 

"TRA I NATI DI DONNA NON E’ SORTO UNO PIU’ GRANDE DI GIOVANNI IL BATTISTA; TUTTAVIA IL PIU’ PICCOLO NEL REGNO DEI CIELI E’ PIU’ GRANDE DI LUI". (Mt.11,11)

Gesù ammirava il Battista, nel Vangelo di oggi lo paragona addirittura ad Elia, eppure Giovanni appartiene ancora alla prima Alleanza, quella dell’Antico Testamento che ha il compito di preparare la venuta del Figlio di Dio.

Con Gesù siamo entrati nel tempo nuovo. Se l’Antico Testamento sembrava una specie di recinto riservato ad un popolo, ai professionisti della fede, ora dietro a Gesù vanno i poveri e i peccatori, sono loro che, a pieno titolo, possono prendere d’assalto il nuovo Regno. La fede non è più riservata a qualcuno. Il più piccolo di questi ‘ultimi’ è più grande di Giovanni perché ha la Nuova Alleanza con Dio sancita nel sangue di Gesù.

Anche oggi, in pieno duemila del cristianesimo, c’è ancora qualcuno che vorrebbe la fede relegata al mondo religioso, che preferisce delegare preti e frati alla preghiera e allo studio della Bibbia, che preferisce racchiudere Dio in dogmi e definizioni ben strette. C’è, anche oggi, qualcuno che storce il naso di fronte a scelte concrete di qualche comunità a favore dei poveri; qualcuno preferirebbe tassarsi per i poveri purché essi se ne stiano a casa loro e soprattutto non intacchino il buon nome di chi è religioso. E pensare che invece dovremmo gioire: se il Regno di Dio è aperto ai piccoli, ai peccatori, agli ultimi, vuol dire che c’è speranza anche per me.

 

 

VENERDI’ 13 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PRENDIMI COME SONO, MA FAMMI DIVENTARE COME TU DESIDERI! (Giovanni Paolo I°)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

SANTA LUCIA, Vergine e Martire

Si sa di certo che Lucia fu martirizzata per la fede verso il 304 a Siracusa, per il resto tutto quanto riguarda la sua storia si fonde con la leggenda: la madre l’aveva promessa sposa senza sapere che lei si era votata al Signore. Il fidanzato non volle accettare questo rifiuto e la denunciò come cristiana. La leggenda vuole che Lucia si strappasse gli occhi e li mandasse al fidanzato per provare la sua fermezza. Il proconsole, per cercare di farla recedere dalla sua fede minacciò di farla chiudere in un postribolo. Al che Lucia esclamò: "Il corpo viene contaminato solo se l’anima vi acconsente". Trafitta da un pugnale, dopo una lunga serie di sevizie, morì per testimoniare Gesù. E’ soccorritrice nelle malattie degli occhi, patrona degli elettricisti e degli oculisti.

Parola di Dio: Is. 48, 17-19; Sal. 1; Mt. 11, 16-19

 

"VI ABBIAMO SUONATO IL FLAUTO E NON AVETE BALLATO, ABBIAMO CANTATO UN LAMENTO E NON AVETE PIANTO". (Mt. 11,17)

Succedeva all’epoca di Gesù come succede nella nostra: ci sono persone mai contente e incapaci di vedere il bene e di saper cogliere il positivo degli altri. Era venuto Giovanni Battista con un messaggio impegnativo di conversione, ed ecco che molti lo avevano giudicato guardandolo dall’alto e, scuotendo la testa avevano detto: "E’ un pazzo!". E’ venuto Gesù, ed ecco subito chi ha da dire: "Ma può un maestro, mandato da Dio, andare con i pubblici peccatori?". Ma, intanto, le proposte di Giovanni e di Gesù per queste persone sono cadute nel vuoto.

Anche noi spesso cerchiamo scuse, tranciamo giudizi, ci mascheriamo per non sentirci impegnati davanti al messaggio di Gesù.

Non è forse vero che molti dicono: "Ma se neanche i preti mettono in pratica ciò che predicano, dovrei essere proprio io a farlo?" Altri poi dicono che perdonare è da stupidi, che dare ai poveri è come mettere l’acqua in un colabrodo, che Dio è importante ma senza denaro non si vive quindi: Dio al suo posto e il denaro in tasca.

E quando facciamo così con la novità del Vangelo, i suoi valori ci passano vicino ma non ci toccano. Le parole di Gesù sono sempre per altri e scorrono su di noi come l’acqua sulla pietra.

Dobbiamo uscire da queste ambiguità. Specialmente in questo tempo di Avvento se non vogliamo anche noi ridurre il Natale ad una tradizione o ad una festa consumistica, dobbiamo lasciarci toccare dalla parola del Signore, dobbiamo pensare che la sua parola è prima di tutto per me.

 

 

SABATO 14 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

BEATI COLORO CHE TI VIDERO E SI SONO ADDORMENTATI NELL’AMORE. (Sir. 48,11)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

GIOVANNI DELLA CROCE, Santo, Sacerdote e Dottore della Chiesa

Giovanni (1542-1591) fu ordinato sacerdote carmelitano. A 25 anni incontrò Santa Teresa di Gesù e divenne suo collaboratore nella riforma del Carmelo. Incarcerato per invidia da parte di alcuni confratelli, con scritti anche dalla cella continuò la sua opera. Il suo pensiero può sintetizzarsi in questa frase: "Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore e per aprirsi all’amore bisogna rinunciare a tutto ciò che non è Dio".

Parola di Dio: Sir. 48,1-4.9-11; Sal. 79; Mt. 17,10-13

 

"ELIA E’ GIA’ VENUTO, MA NON L’HANNO RICONOSCIUTO. COSI’ ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVRA’ SOFFRIRE PER OPERA LORO". (Mt 17,12)

Gesù parla ancora di Giovanni e lo paragona ad Elia, quel grande profeta deciso e forte che secondo una tradizione sarebbe dovuto tornare sulla terra prima della venuta del Messia. Giovanni, dunque, è Elia, ma non solo non è stato riconosciuto come tale, ma è stato ucciso da un re ubriacone, per colpa di una donna. E Gesù dice chiaramente di veder prefigurata in questo la sua morte: anche Lui non sarà capito, ascoltato, accettato, anzi verrà ucciso come bestemmiatore proprio da parte dei rappresentanti della religione. Come è facile confondere! Spesso la mia verità diventa la verità assoluta, spesso un profeta appare come un matto, un furfante come un salvatore della patria, un Redentore come un bestemmiatore. E’ l’opera del diavolo, il ‘beffardo’ mistificatore che, approfittando delle nostre debolezze, fa passare il male per bene, la falsità per verità, che confonde con mezze bugie e con mezze verità… E noi, se ci lasciamo prendere da questo, passiamo vicino a Gesù e rischiamo non solo di non riconoscerlo, ma qualche volta di aggregarci al gruppo di coloro che "per far del bene" vogliono farlo fuori.

 

 

DOMENICA 15 Dicembre 3^ DOMENICA DI AVVENTO

Una scheggia di preghiera:

 

CI RALLEGRIAMO IN TE, SIGNORE, TU SEI VICINO.(Fil. 4,4.5)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

CRISTIANA, Santa

Il nome originario di questa donna, schiava vissuta in Georgia nel IV° secolo, è Nino, ma siccome viveva umilmente e in preghiera la sua fede in mezzo ai pagani, essi la chiamarono Cristiana, e questo nome le rimase. La sua fama crebbe al punto che anche il re e la regina vollero conoscere la fede di Cristiana e la diffusero nel loro regno.

Parola di Dio: Is 61,1-2a.10-11; Sal. da Lc. 1; 1Tes. 5,16-24; Gv. 1,6-8.19-28

 

"FRATELLI SIATE SEMPRE LIETI, PREGATE INCESSANTEMENTE, IN OGNI COSA RENDETE GRAZIE: QUESTA, INFATTI, E’ LA VOLONTA’ DI DIO". (1Tes.5,16-18)

Rileggiamo bene la frase che ci viene proposta oggi. Non vi stupisce almeno un po’ l’invito di Paolo: la volontà di Dio è che siate lieti!

Noi siamo stati abituati da un certo tipo di predicazione a pensare alla volontà di Dio come a un qualcosa di difficile legato a obbedienze cieche. Qualche volta stentiamo perfino a dire "Sia fatta la tua volontà" perché la vediamo come qualcosa di contrario a noi. La volontà di Dio riguarderebbe quasi esclusivamente l’accettazione della sofferenza. Invece la volontà di Dio è che noi siamo felici, che noi possiamo godere dei suoi innumerevoli doni, che noi possiamo sorridere alla vita, che noi possiamo fin d’ora godere dell’amicizia di Dio. Dio non ci è contrario, ma favorevole al nostro vero bene. Cristo non viene sulla terra per portar via qualcosa di nostro, ma per donarci se stesso. Un cristiano vero non può essere triste; magari sofferente ma non triste, travagliato, pieno di interrogativi, preoccupato per i fratelli, ma non triste. Un cristiano mesto, triste, troppo ‘serioso’, non è nella volontà di Dio, ha magari incontrato una religione, ma non il Cristo, lo sposo che viene a far festa con l’umanità.

 

 

LUNEDI’ 16 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

FAMMI CONOSCERE, SIGNORE, LE TUE VIE, INSEGNAMI I TUOI SENTIERI. (Sal.25,4)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

ADELAIDE, Santa, regina

Si può diventare santi anche occupando posti di prestigio e di potere. Adelaide, figlia del re di Borgogna, sposò il re d’Italia Lotario II°. Ma questi dopo tre anni di matrimonio morì, forse avvelenato da Berengorio II° d’Ivrea, il quale oltre a prenderne il regno voleva anche sposarsi la regina. Questa fuggì all’eremo di S. Cassiano sui colli Berici. In seguito fu Ottone I° di Germania a sposarla. E questo fu il secondo felice matrimonio da cui nacquero tre figli. Rimase però nuovamente vedova, ma sola, in mezzo a molte difficoltà continuò a reggere l’impero fino al 999.

Parola di Dio: Num. 24,2-7.15-17; Sal. 24; Mt.21,23-27

 

"CON QUALE AUTORITA’ FAI QUESTO? CHI TI HA DATO QUESTA AUTORITA’?". (Mt. 21,23)

Noi vorremmo che tutte le cose fossero sempre chiare, giustificate nel loro essere, e se per un retto funzionamento della vita sociale è un bene che ci sia nelle cose e nelle persone un certo ordine che permetta chiarezza, possibilità di scelte, regole di comportamento, se ci pensiamo un momento, non possiamo pretendere questo nei confronti di Dio.

Dio è più grande di noi, Dio supera le nostre categorie. Anzi, noi non potremmo dire nulla di Dio se non fosse Lui a suscitare in noi la sete di infinito, se non fosse Lui ad aver preso l’iniziativa di rivelarsi a noi.

I Sommi Sacerdoti vogliono sapere con quale autorità Gesù predichi, faccia miracoli; vogliono incasellarlo nei loro schemi religiosi e, se per caso non rientra in essi, vogliono trovare il motivo per farlo fuori. Ma Gesù che è la manifestazione di Dio non si lascia incasellare negli schemi della religione, dai suoi dogmi, dalle tradizioni, dalle leggi o dalle liturgie.

Davanti a Dio noi dobbiamo ricordarci di essere davanti ad un mistero che ci supera, che non è tanto da vivisezionare ma è da adorare. Davanti al Presepio di Gesù, come davanti alla croce o alla tomba vuota o all’Eucarestia non è tanto questione di chiederci il perché o il per come, non è questione di costruire teologie che cercano di spiegare tutto o di abbandonarci a facili sentimentalismi, è immergerci nell’amore del mistero, è lasciarci cercare da Dio, è lasciarci trovare e portare da Lui là dove vuole.

 

 

MARTEDI’ 17 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

O SAPIENZA CHE ESCI DALL’ALTISSIMO, VIENI AD INSEGNARCI LA VIA DELLA VITA. (dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

CHERUBINO DI AVIGLIANA, Beato

Era nato nel 1451 ad Avigliana dalla nobile famiglia Testa. Sentì fin da ragazzo il desiderio di darsi totalmente a Dio e vestì l’abito degli Eremitani che avevano un convento proprio ad Avigliana. Era un mistico, contemplativo. Passava ore e ore a piangere davanti al crocifisso. Ebbe una vita breve (morì a 29 anni) ma il suo stile era quello della preghiera, della mortificazione e della obbedienza. Muore il 17 settembre 1479. Vengono citati alcuni fatti miracolosi ad esempio il giorno della sua morte tutte le campane di Avigliana e dei dintorni si misero a suonare da sole e a festa quasi a sottolineare il suo transito ai cieli. Riesumando il suo corpo trovarono che sul suo cuore era fiorito un giglio segno della sua purezza.

Parola di Dio: Gn. 49, 2.8-10; Sal. 71; Mt. 1, 1-17

 

"GENEALOGIA DI GESU’ CRISTO, FIGLIO DI DAVIDE…". (Mt. 1,1ss)

Inizia la Novena di Natale con la lettura di questa lunga, noiosa, artefatta genealogia di Gesù. Ma quando Matteo ha scritto questa pagina non l’ha costruita soltanto come un esercizio letterario, ma attraverso la genealogia e la ‘scelta’ degli antenati di Gesù, ha voluto cominciare a dirci molte cose di Lui.

A noi che ci apprestiamo a celebrare la nascita di Gesù, fa piacere capire che Lui non è una meteora che in un momento passa bruciando da un orizzonte all’altro del cielo. Gesù fa parte ed è culmine di un progetto di amore di Dio nei confronti dell’uomo. Tutta la storia che lo ha preceduto viene racchiusa in Lui che la porta a compimento. Anche noi, allora, che veniamo dopo Gesù e che lo "abbiamo rivestito" nel nostro battesimo, non siamo solo un granellino nella storia dell’umanità, ma siamo individui amati personalmente, inseriti in questo cammino di amore che Dio ha tessuto lungo i secoli. La genealogia poi dice che Gesù è radicato profondamente in un popolo e nella storia degli uomini. La sua non è una incarnazione apparente, è realmente e totalmente uomo. E questo valorizza la nostra umanità. L’uomo è talmente importante per Dio che Lui vive tutta la nostra esperienza umana in Cristo. C’è allora da essere ottimisti nei confronti della nostra umanità, anche se le apparenze qualche volta ci fanno pensare il contrario. Nella genealogia poi sono elencate anche alcune donne straniere, non di Israele. Questo ci indica che Gesù è Salvatore di tutti. La prima Alleanza esclusiva con un popolo diventa, nel Figlio di Dio fatto uomo, per tutti i popoli della terra, nessuno escluso.

 

 

MERCOLEDI’ 18 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

O SIGNORE, GUIDA DEL TUO POPOLO, VIENI A LIBERARCI CON POTENZA. (dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

VALLE GIULIA (SUOR NEMESIA), Serva di Dio

Era nata ad Aosta il 27 Giugno 1847. Rimasta orfana di madre a 5 anni fu affidata dal padre con il fratellino a dei parenti di Donnaz. A 11 anni entrò in collegio a Besancon. Lì maturò una forte vocazione di servizio al Signore e ai fratelli per cui nel 1836 entrò al noviziato presso le suore della Carità di Vercelli. Fu poi destinata all’educazione dei fanciulli nel collegio di Tortona. Essa si sentiva portata a questo ed aveva doti di pazienza, carità, equilibrio. Nel 1886 fu superiora e nel 1903 fu nominata maestra delle novizie nella casa di Borgaro Torinese. Morì il 18 dicembre 1948.

Parola di Dio: Ger. 23, 5-8; Sal. 71; Mt .1, 18-24

 

"GIUSEPPE NON TEMERE DI PRENDERE CON TE MARIA, TUA SPOSA, PERCHE’ QUELLO CHE E’ GENERATO IN LEI VIENE DALLO SPIRITO SANTO". (Mt. 1,20)

Nel secondo giorno della Novena di Natale ci viene presentato un uomo di fede chiamato ad accogliere Gesù. Giuseppe vive una storia straordinaria, per certi aspetti drammatica. Lui ama Maria, rispetta Maria, è sicuro di Lei, ma si trova anche davanti all’osservanza di una legge religiosa che nel nome di Dio gli impone di ripudiare la futura sposa perché incinta e di farla condannare (magari alla lapidazione).

Giuseppe nella sua umanità non vuole che alcun male venga fatto a Maria e allora decide di rimandarla a casa in segreto. A questo punto è l’Angelo che lo rassicura. Certo non è semplice essere "padre" di Dio sulla terra. Giuseppe, però, non è curioso, non vuol sapere tutto per filo e per segno, non può spiegarsi umanamente ciò che vede in Maria, ma davanti al mistero sa venerare fidandosi di Dio. Accogliere Gesù che viene è entrare in un mistero d’amore. Dio non si spiega, non si può spiegare: Dio lo si accetta con gioia e venerazione. Il mistero non ha bisogno di teologi, ha bisogno di adoratori. Essere giusti come Giuseppe, saper amare e rispettare profondamente al di là delle apparenze, fidarsi di Dio e dargli cieca e gioiosa obbedienza, saper attendere e saper contemplare, offrire il proprio cuore e le proprie braccia a Colui che viene per opera di Spirito santo è quanto suggerisce Giuseppe a ciascuno di noi.

 

 

GIOVEDI’ 19 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

O GERMOGLIO DELLA RADICE DI IESSE, VIENI A LIBERARCI, NON TARDARE. (dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

GUGLIELMO DI FENOGLIO, Beato

Era nato a Garessio Borgaretto intorno al 1100. E ancora oggi è patrono di Garessio. Ebbe fede profonda e dedicò un primo periodo della sua vita all’eremitaggio vicino a Torre Mondovì, poi si recò a Casotto dove era nata una certosa e lì visse come semplice fratello laico, distinguendosi per semplicità e obbedienza. Le tradizioni e le leggende si impadronirono della sua figura attribuendogli colloqui con Gesù Crocifisso fino ad attribuirgli la "Leggenda della mula": si sarebbe servito di una gamba della sua mula, poi rimessa a posto, per allontanare dei briganti che lo avevano assalito

Parola di Dio: Gdc. 13, 2-7. 24-25; Sal. 70; Lc. 1, 5-25

 

"ECCO SARAI MUTO E NON POTRAI PARLARE FINO AL GIORNO IN CUI QUESTE COSE AVVERRANNO". (Lc. 1,20)

Nel cammino della Novena di Natale il vangelo di oggi ci fa cambiare campo. Ieri il nostro sguardo si era fermato su Maria incinta per opera di Spirito Santo e su Giuseppe, il patriarca che da uomo giusto accetta l’opera di Dio e collega così Gesù alla storia della salvezza, ora ci spostiamo di circa 130 chilometri e vediamo un altro avvenimento che prepara la venuta di Gesù. Due anziani, senza la gioia di una famiglia e la promessa di una nascita straordinaria: Dio prepara la nascita di suo Figlio attraverso la nascita del Precursore. Il turbamento di Zaccaria è grande e l’angelo allora, come segno, lo fa star muto.

Essere muti può apparire una grande disgrazia, significa avere difficoltà nel comunicare attraverso quello che è il mezzo per eccellenza per rapportarsi con gli altri, ma, qualche volta, tacere in un mondo fatto di parole può anche essere non fermarsi alla superficie, andare a fondo nelle cose e nei valori. Per Zaccaria, poi, il significato della sua mutezza va anche oltre. Zaccaria è un anziano sacerdote dell’Antica Alleanza: ormai l’Antico Testamento ha finito le sue parole, ormai tutto tace perché stanno adempiendosi le promesse: le parole tacciono perché sta per giungere la Parola.

Noi spesso diciamo: "Oh, se Dio mi parlasse!" e non ci accorgiamo che ci sta parlando in mille modi. Siamo noi a non ascoltarlo perché subissati da mille parole che risuonano nelle nostre orecchie o perché siamo troppo intenti a parlare noi. E se il messaggio di oggi fosse proprio quello di cercare e creare un po’ di silenzio per permette alla Parola, al Verbo che è come il sussurro debole di un venticello, di farci sentire la sua voce?

 

 

VENERDI’ 20 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

O CHIAVE DI DAVIDE, APRI LE PORTE DEL REGNO DEI CIELI. (dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

LIBERATO Santo, Martire

Era nato nel III° secolo da una nobile famiglia romana. Fece carriera, divenne console. Ma incontrò Cristo e la fede e, come dice il suo nome si liberò dalla carriera, dagli affanni mondani, dalla politica e dalla nobiltà. E alla fine seppe offrire come martire la sua vita.

Parola di Dio: Is. 7, 10-14; Sal. 23; Lc. 1, 26-38

 

"L’ANGELO GABRIELE FU MANDATO DA DIO…" (Lc. 1,26)

Attorno al Natale di Gesù c’è un grande movimento di angeli. L’angelo appare a Giuseppe, a Maria, a Zaccaria, gli angeli cantano sulla grotta di Betlemme, vanno dai pastori. Gli angeli sono i messaggeri di Dio. Essi sono incaricati non di risolvere i problemi degli uomini ma di portare ad essi la buona notizia di Dio.

Nel Vangelo di oggi Gabriele porta la buona notizia a Maria: essa è piena di grazia, cioè piena di doni di Dio, piena di Spirito Santo, graziosa al cuore di Dio, Colei che può intercedere grazie per noi, la tutta bella, la tutta santa, la totalmente amata, pensata da Dio da tutta l’eternità, collaboratrice del suo piano d’amore.

La buona notizia che Dio la ama diventa in Lei l’incarnazione del Figlio di Dio.

Maria chiede all’angelo, si informa e l’angelo le svela i misteri di Dio, le dà dei segnali, non le dice tutto, non le risolve tutti i problemi.

Dio ha messo vicino a noi tanti "Angeli"., dall’Angelo custode fino a tutte le persone vive o defunte che ci vogliono bene. Se noi riusciamo ad ascoltare le loro ispirazioni al bene, essi ci portano alla volontà di Dio e alla buona notizia del suo amore per noi, ma essi non si mettono al nostro posto.

Il Vangelo di oggi si conclude con l’accettazione di Maria: "Eccomi, sono la serva del Signore". Anche per noi, affinché Cristo possa incarnarsi nella nostra vita, non basta la buona notizia portata da tanti angeli, occorre la nostra accettazione personale e lasciare che Dio possa liberamente operare in noi.

 

 

SABATO 21 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

O ASTRO CHE SORGI, VIENI E ILLUMINA CHI GIACE NELLE TENEBRE E NELL’OMBRA DELL’ERORRE. (dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

SAN PIETRO CANISIO, Sacerdote e Dottore della Chiesa

Pietro Kanijs, nacque a Nimega, in Olanda, nel 1521. Gesuita, ordinato sacerdote nel 1546 fondò diversi collegi e si dedicò, attraverso la predicazione e gli scritti, a diffondere la fede cattolica e a ristabilire l’unità della Chiesa. Compose un catechismo che divenne un classico della pastorale catechistica.

Parola di Dio: Ct. 2, 8-14; Sal. 32; Lc. 1, 39-45

 

"ECCO APPENA LA VOCE DEL TUO SALUTO E’ GIUNTA AI MIEI ORECCHI, IL BAMBINO HA ESULTATO DI GIOIA NEL MIO GREMBO". (Lc. 1,44)

Dove arrivano Maria e Gesù arriva la gioia vera. Provate a immaginare: un giorno vi trovate in una buia prigione. E’ da tanto che non vedete più la luce del sole, è da tanto che non vedete un amico, mangiate male, siete deperiti, avete paura per il domani, temete per la vostra vita, non avete notizie dei vostri cari e temete anche per loro… improvvisamente si apre la porta della cella e colui che viene si china su di voi, vi bacia, vi conforta, vi riveste di abiti nuovi, vi dà da mangiare, vi rassicura sui vostri cari e soprattutto vi dice: "Non solo sei libero, ma sei riconosciuto come figlio del re, fratello mio". Non è forse una gioia immensa? Quando viene Gesù succede esattamente la stessa cosa. Il buio della nostra cella del senso della vita viene illuminato, i nostri occhi cominciano a vedere e soprattutto possono posarsi negli occhi del Dio amico; il nostro peccato, le sozzure, gli egoismi vengono lavati, noi riacquistiamo la dignità di uomini, non siamo più larve in attesa della morte; ci viene dato un "pane per il cammino", il cibo per la vita eterna; veniamo rassicurati per il futuro sia per noi che per i nostri cari, soprattutto ci troviamo tra le braccia confortanti di Gesù che ci dice di non temere, che ci augura la sua pace, che ci riveste di sé, che ci dice che siamo figli di Dio e fratelli suoi. E questo non è gioia? E non è ancora una gioia più grande poter fare anche noi come Maria, diventare a nostra volta portatori di gioia perché portatori di Gesù? Ogni volta che diciamo una parola di incoraggiamento, di stima, ogni volta che compiamo un gesto di carità, ogni volta che contribuiamo a sciogliere una catena di oppressione che ridiamo dignità ad una persona, noi portiamo la gioia di Gesù. E chi porta gioia, libertà, amore non può essere a sua volta che pienamente libero, capace di amare veramente e soprattutto persona gioiosa.

 

 

DOMENICA 22 Dicembre 4^ DOMENICA DI AVVENTO

Una scheggia di preghiera:

 

O RE DELLE GENTI, VIENI E SALVA L’UOMO CHE HAI TRATTO DALLA TERRA. (Dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

FLAVIANO, Santo, Martire

Visse nel IV° secolo sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata, persecutore dei cristiani. La sua fu una famiglia di santi: la moglie santa Dafiosa e le due figlie santa Damiana e santa Demetria. Flaviano biasimava l’imperatore perché aveva rinnegato pubblicamente la sua fede e andava nottetempo a seppellire i corpi dei martiri. Per questo venne condannato "all’iscrizione" fu cioè marcato a fuoco sul volto con il sigillo degli schiavi, e portato ai lavori forzati presso le terme di Civitavecchia. Fu poi martirizzato nel 362.

Parola di Dio: 2Sam. 7,1-5.8b-12.14.16; Sal. 88; Rom. 16,25-27; Lc. 1,26-38

 

"ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE, AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO". (Lc. 1,38)

"Dio da ricco che era si fece povero per noi, dice San Paolo e nel racconto della Annunciazione che ci viene riproposto anche in quest’ultima domenica di Avvento, noi ne abbiamo la conferma: Dio, il Creatore e Signore di tutto l’universo, chiede permesso, ospitalità al corpo e al cuore di una donna, per poter diventare uomo come noi. Dio ha bisogno del ‘sì’ di Maria per poter salvare l’umanità.

Dio è grande ma non è mai invadente, Dio non si impone ma si propone, Dio chiede per poter dare.

La stessa cosa succede a noi: Egli non si impone a nessuno. Ci dà dei doni perché noi possiamo conoscerlo ma ci lascia liberi di accoglierlo o di respingerlo. Non viene per portarci via nulla ma, se lo accogliamo, valorizza tutto della nostra vita; chiede un "sì" per poter donare a noi tutto se stesso.

Maria è il nostro modello perché anche noi impariamo concretamente a dire il "sì" che Dio si aspetta da noi. Maria è turbata davanti al mistero, ma non spaventata. Anche noi, davanti a un Dio che chiede di poter fare irruzione nella nostra vita, possiamo giustamente essere turbati, non sapere che cosa ci aspetterà, ma non spaventati.

Il nostro Dio non è il Dio della paura, è il Padre e un Padre buono non spaventa.

Maria chiede, fa tutte le sue obiezioni umane.

Dio non si spaventa delle nostre perplessità, delle nostre domande, qualche volta anche delle nostre parole grosse nei suoi confronti, chiede a noi di avere fiducia.

E, a questo punto, Maria spalanca il suo cuore, riconosce la sua piccolezza ("sono la serva") e dà tutta la disponibilità a Dio di operare in Lei . Maria non ha fatto grandi cose, ma Dio ha potuto operare in Lei grandi cose. Dio non ha bisogno di grandi imprese da parte nostra, ha bisogno solo che il nostro cuore sia aperto, disponibile, poi ci penserà Lui a guidarci e a fare cose che noi neppure ci immaginavamo.

 

 

LUNEDI’ 23 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO CON NOI, VIENI E SALVACI CON LA TUA PRESENZA. (dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

SERVOLO, Santo

Visse nella seconda metà del IV° secolo. E’ anche detto: "Il Paralitico", perché fu colpito fin da ragazzo da paralisi. A Roma viveva di elemosina che però condivideva con altri poveri. Pur essendo analfabeta era riuscito ad imparare a memoria le Scritture ed ogni sua parola era una parola che sapeva di Parola di Dio e di lode al Signore. Morì nel 593.

Parola di Dio: Ml. 3,1-4.23-24; Sal.24; Lc. 1,57-66

 

"IN QUEL TEMPO PER ELISABETTA SI COMPI’ IL TEMPO DEL PARTO E DIEDE ALLA LUCE UN FIGLIO". (Lc. 1,57)

Ci troviamo davanti ad una prima nascita miracolosa. Una donna anziana, fuori del suo tempo di fertilità concepisce e partorisce un figlio. Certamente al di là del racconto del fatto, qui c’è tutto un simbolismo. L’Antica Alleanza tra Dio ed Israele, a suo tempo aveva dato frutti grandiosi: Abramo, Mosé, la liberazione, la legge, Davide, i Profeti…ma ora questa pianta è diventata vecchia, sta per cedere il suo posto al nuovo "Virgulto di Iesse" e prima di lasciare spazio alla nuova Alleanza dà il suo ultimo frutto, il più bello: Giovanni Battista, l’ultimo grande profeta dell’Antico Testamento e il precursore del Figlio di Dio. Giovanni e Gesù non solo sono legati da parentela umana ma, pur essendo ben diversi hanno molte caratteristiche in comune: entrambi sono dono di Dio, la loro nascita è fonte di gioia per molti, la gente per entrambi si chiede: "Che cos’è mai questo?". Essi si sono incontrati ancor prima di nascere e sono stati gioia uno per l’altro. Si incontreranno ancora e il frutto della vecchia pianta indicherà il nuovo frutto chiamandolo "l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo" e uno anticiperà l’Altro nel dono totale di se stesso per fedeltà a Dio e agli uomini. Anche noi contemplando e rivivendo queste scene dovremmo "meravigliarci" e gioire al vedere la fedeltà di Dio che fa nascere simili frutti anche da una pianta avvizzita, e che non si ferma nei suoi progetti di amore nei nostri confronti ma, servendosi del "sì" di una anziana e di quello di una giovane dona se stesso, la sua parola, il suo Figlio a noi, povera umanità che Egli ama.

 

 

MARTEDI 24 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU SEI FEDELE PER SEMPRE. (dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

DELFINO, Santo, Vescovo

Delfino dal 380 al 403 fu vescovo di Bordeaux (Francia). Difese la fede soprattutto contro gli eretici. Aveva un profondo spirito ascetico. Questo amore per l’ascetismo lo trasmise anche a Paolino, futuro vescovo di Nola.

Parola di Dio: 2 Sam. 7, 1-5.8-11.16; Sal. 88; Lc. 1, 67-79

 

"VERRA’ A VISITARCI DALL’ALTO UN SOLE CHE SORGE PER RISCHIARARE QUELLI CHE STANNO NELLE TENEBRE".(Lc. 1,78-79)

Se Zaccaria era stato muto per nove mesi, aveva usato molto bene questo tempo per meditare, infatti, quando gli viene ridato l’uso della parola, esplode con questo meraviglioso canto di ringraziamento e le parole di Zaccaria, lodando Dio per la nascita di Giovanni, preludono ai compiti di Colui che, questa notte, ricorderemo nato per la nostra salvezza. Giovanni dovrà annunciare "il sole che sorge dall’alto, la luce che viene ad illuminarci". Non per niente la fede dei primi cristiani ha scelto, tra le feste romane, quella della nascita del sole per ricordare la nascita di Cristo, e ha scelto di ricordarla di notte perché: "Il popolo che camminava nelle tenebre, vide una grande luce". Gesù è la luce che Dio ha mandato sulla terra per illuminare il cammino di ogni uomo; non solo la luce della conoscenza, dell’intelletto, ma la via per liberarci dal male di fronte al quale l’uomo solo è impotente, via per scoprire un Dio che ci è Padre, via per scoprire una morale non fatta di leggi ma di cuori che si amano. Gesù è la luce, il sole che illumina sulla verità, non le piccole verità che ognuno si costruisce sulla propria misura, non le verità fatte di definizioni filosofiche, ma la Verità di Dio. E il sole che viene è proprio il Dio della vita. Egli è Colui che "nato dal Padre prima di tutti i secoli" è "della stessa sostanza del Padre", è Colui "per il quale tutto è stato creato", è Colui per il quale "noi siamo esistiamo e ci muoviamo". E’ Lui che viene a darci la vita dei figli, rigenerati nell’amore del suo sangue versato per noi; è Colui che in se stesso ha vinto la morte e ci ha detto con chiarezza che essa non è la parola ultima della vita, è Colui che ci promette che chi si ciba di Lui possiede la vita eterna. Ecco Colui che è venuto e che noi celebriamo nato per noi in questa notte: "Vieni ancora Signore Gesù, sole splendente e luce per illuminare ogni uomo".

 

 

MERCOLEDI’ 25 Dicembre: NATALE DEL SIGNORE

Una scheggia di preghiera:

 

CI RALLEGRIAMO IN TE, SIGNORE: OGGI PER NOI E’ NATO IL SALVATORE. (dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

VERNA ANTONIA MARIA, Serva di Dio

Nasce a Pasquaro, una frazione di Rivarolo Canavese il 12 Giugno 1773. Sente prepotente il desiderio di dedicarsi a Dio e per questo a 15 anni lascerà la sua casa per ritirarsi in un luogo segreto dove potersi dare a Lui. Dal 1789 è di nuovo a Pasquero dove si dedica all’educazione dei fanciulli. Si sposta poi a Rivarolo. Intorno a lei che insegna, assiste i malati in casa, fa il catechismo, ben presto si uniscono altre ragazze. Ma solo dopo molte difficoltà riuscì ad aprire una casa sua nel 1819, e solo nel 1828 potrà fondare le Suore della Carità dell’Immacolata Concezione di Ivrea. Dopo una breve malattia muore il 25 dicembre 1838

Parola di Dio: Is 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv. 1,1-18 (messa del giorno)

 

"OGGI VI E’ NATO UN SALVATORE CHE E’ CRISTO SIGNORE". (Lc. 2,11)

Ci aspettavamo un Dio grande e potente, un liberatore, un giudice, e ci è stato dato un bambino. Dio ha scelto la strada della povertà, della semplicità, del cuore. per giungere al cuore dell’uomo e risollevarlo. Noi ci aspettavamo parole solenni, patti sanciti tra scoppi di tuoni, giudizi gridati dall’alto di montagne e invece abbiamo solo il balbettio di un bambino. Dio sa benissimo quale rischio corre con noi, ma gioiosamente lo accetta per amore. Infatti un bambino può suscitare tenerezza, ma poi si hanno cose più importanti da fare, affari più grossi cui correre dietro; il balbettio di un bambino lo si può soffocare facilmente in mezzo alla festa del consumo, dell’esteriorità, delle vacanze natalizie. Ci si può fermare ai sentimenti e ai ricordi di questa notte, ma impedendo a Gesù di crescere in mezzo a noi, facendo tacere le sue parole di salvezza, di solidarietà, di cambiamento del cuore dell’uomo. Eppure Gesù, l’uomo Dio è venuto sulla terra per donarci la gioia di un Dio che si fida, spera in noi e continua a bussare senza abbattere la porta, continua a proporci se stesso e i suoi doni gratuitamente, viene a proporci di dare un senso a tutto nella nostra vita, anche alla piccolezza e alla povertà, addirittura alla sofferenza. Grazie, Gesù. Grazie, Padre. Grazie, Spirito santo. Potevate dimostrarmi il vostro amore in mille modi, potevate fare irruzione nel mondo, avete scelto la strada della piccolezza. L’abbassamento è per me: Io non riuscivo ad alzare gli occhi fino a Dio, ma Tu ti sei fatto bambino perché io potessi immergermi negli occhi di un piccolo e scoprire la grandezza e la serenità. "Venne tra i suoi, ma i suoi non lo accolsero", Signore, fa’ che non abbia paura a riceverti e a lasciarti crescere in me!

 

 

GIOVEDI’ 26 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU’, ACCOGLI IL MIO SPIRITO. (Atti 7,59)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

POLLO SECONDO, Beato

Nasce in Caresanablot (Vercelli) il 2 Gennaio 1908. A Vercelli studia dai Fratelli delle Scuole Cristiane. Undicenne entra in seminario. Si laurea in filosofia. Il 15 Agosto 1931 viene ordinato sacerdote a Sostegno (Vercelli). Fu professore e direttore spirituale al seminario minore di Moncrivello poi insegnante di filosofia e teologia fondamentale al seminario maggiore di Vercelli. Fu cappellano dell’Opera Caritas, ma soprattutto cappellano militare del 3° Battaglione Alpini "Val Chisone" durante la 2^ guerra mondiale. Alla fine del 1941 è con il battaglione in Montenegro a Carvice. Il 26 Dicembre, in un attacco nella zona di Dragali un proiettile gli recide l’arteria femorale e muore. Oggi è tumulato nella cattedrale di Vercelli.

Parola di Dio (Letture di S. Stefano) At. 6,8-10; 7,54-59; Sal. 30; Mt. 10, 17-22

 

"SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME, MA CHI PERSEVERERA’ FINO ALLA FINE SARA’ SALVATO". (Mt. 10,22)

Alcune volte, dopo aver parlato della gioia cristiana, mi è capitato di essere interpellato da persone, che attraversando momenti particolarmente difficili, chiedono come si possa essere gioiosi in certe situazioni. Alcuni anni fa, una ragazza che aveva partecipato con fede e gioia alle celebrazioni natalizie, dopo la messa di Santo Stefano mi disse: "Don Franco, nel Vangelo ci sono linguaggi diversi. Ieri si cantava: "Gloria a Dio e pace agli uomini", gioia per un Dio che si fa bambino e oggi è lo stesso Gesù che parla di odio, di persecuzione nei confronti dei credenti in Lui".

Certamente gioia e dolore sembrano stridere insieme, come nascita e martirio non sembrano andare d’accordo, ma se davvero avessimo un briciolo di fede, la gioia del sapere che Dio è un Padre che non ci abbandona, che Gesù ha già sofferto e testimoniato prima di me e per me, che lo Spirito santo è forza di Dio, certamente ci aiuterebbe a vivere meglio i nostri momenti di sofferenza, e il martirio, se diventa un atto di amore per Dio e per i fratelli, pur non perdendo la sua drammaticità, non potrebbe portare la serenità del fare anche noi come Gesù: dare la vita per amore?

Se rileggete la pagina del libro degli Atti degli apostoli dove è narrato il martirio di Stefano, scoprirete che Stefano muore esattamente come Gesù. Stefano è pieno di Spirito santo, come Gesù; anche lui, come il Maestro, viene portato fuori delle mura della città per essere ucciso; anche lui si affida a Dio con le stesse parole di Gesù e perdona, come Lui, ai suoi persecutori. Quando si diventa un cuor solo e un’anima sola con Gesù, non spaventa neanche l’odio o il martirio. 

Quanta strada abbiamo ancora da fare!

 

 

VENERDI’ 27 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

A COLUI CHE SIEDE SUL TRONO E ALL’AGNELLO. LODE, ONORE, GLORIA, POTENZA PER SEMPRE! AMEN! (Apoc. 6,13)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

FABIOLA, Santa

Sì, è proprio quella del famoso romanzo di Wiseman da cui fu tratto l’altrettanto famoso film. Era vissuta nel IV° secolo a Roma. Sposa una prima volta, ripudiò il marito vizioso e si risposò. Questo fu uno scandalo per la Chiesa di allora. Alla morte del secondo marito Fabiola fece penitenza e fu riammessa nella comunità dove fece molto bene fondando anche un ospedale dove si rendeva utile ad ogni servizio, anche i meno gradevoli. Morì nell’anno 400.

Parola di Dio (Letture di San Giovanni Evangelista): 1 Gv. 1, 1-4; Sal. 96; Gv. 20, 2-8

 

"USCI’ SIMON PIETRO INSIEME ALL’ALTRO DISCEPOLO, QUELLO CHE GESU’ AMAVA, E SI RECARONO AL SEPOLCRO". (Gv. 20,4)

San Giovanni evangelista, nel suo Vangelo, non ha preoccupazioni di narrare quello che altri avevano già raccontato, vuole invece portarci alla contemplazione del mistero fondamentale: Il Figlio rivela il Padre e il Padre rivela il Figlio perché ama l’uomo e questi dovrebbe sentirsi chiamato a sua volta alla fede e all’amore. Giovanni, in ogni sua pagina, sia del Vangelo che delle sue lettere, sembra dirci:

"Ama! Accogli con tutto te stesso l’amore che Dio ti dona per primo. Rimani sempre ancorato a questa certezza, la sola capace di dare senso, forza e gioia alla tua vita.

Forte di questa grazia, ama a tua volta il Signore che ti ha creato a sua immagine e somiglianza, amalo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua vita Egli ti ha amato per primo donandoti il suo Figlio unigenito, tu scegli di rispondergli liberamente con il dono della tua vita. Ama i tuoi fratelli. Segui la via dell’amore sull’esempio di Cristo. Non puoi illuderti infatti di amare Dio che non vedi se non ami il fratello e la sorella che ti stanno accanto… Ad ogni istante interrogati sull’amore perché è sull’amore che sarai giudicato".

 

 

SABATO 28 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

A TE GRIDA, SIGNORE, IL DOLORE INNOCENTE. (dalla Liturgia)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

ANTONIO DI LERINS, Santo

Nato in Pannonia nella seconda metà del V° secolo, fu discepolo di San Severino. Divenuto monaco, nel 488 si trasferì in una grotta presso il lago di Como. Ma la fama della sua santità gli impediva la vita eremitica. Si spostò allora nell’isola di Lerins dove rimase fino alla morte avvenuta verso il 520.

Parola di Dio 1 Gv. 1,5 - 2,2; Sal. 123; Mt. 2, 13-18 (Letture della festa dei santi martiri innocenti)

 

"RACHELE PIANGE I SUOI FIGLI E NON VUOLE ESSERE CONSOLATA". (Mt. 2,18)

Oggi, giorno in cui ricordiamo i bambini fatti uccidere da Erode vi propongo una pagina, scritta nel 1986, da quel grande cristiano che fu Carlo Carretto:

Mi dice: "Ho perduto il mio bambino in grembo, ho avuto un aborto involontario. Ero al terzo mese e mi sentivo così felice! E’ stata una cosa terribile e non ne posso più". La lascio piangere a lungo e poi le dico: "Perché mi dici di averlo perduto? Come lo chiamavi?".

Mi guarda stupita. "Come lo chiamavo? Non lo chiamavo! Non aveva nome. Non era ancora nato e io non sapevo chiamarlo. Avrei desiderato Chiara perché ho già due ragazzi, uno di sette anni, Domenico, e l’altro di quattro, Mario". "Ebbene", le dico con gioia, "sia Chiara. Tu ora hai una bambina chiamata Chiara". "Ma non è nata!". "Come non è nata? E’ nata sì, e anche se ti sembra che sia morta nel tuo grembo a tre mesi, in realtà essa è viva e continua a vivere. Tu sei mamma di Chiara. Tu sei mamma di tre figli: Domenico, Mario e Chiara". "Ma non l’ho potuta battezzare. Non so dove sia! Dove sarà? Come la devo immaginare?".

"Ma tu sai che oltre il battesimo d’acqua che tu non hai potuto darle, non certo per colpa tua, c’è il battesimo di desiderio e il battesimo col sangue che tu le hai dato abbondantemente con il tuo dolore e penso anche con il tuo sangue. Non farti idee sciocche e illogiche, vere esagerazioni di un passato dominato solo dalla legge e sovente dalla superstizione. Ti immagini? Un Dio, proprio Colui che ha creato cielo e terra e noi tutti, che si prende il gusto di mandare in un luogo oscuro e lontano da te il tuo bimbo per il solo motivo che non ha avuto un po’ d’acqua sul capo! Se ci fosse un dio del genere io non esiterei a dirgli: "Se è così, io con te non ci vengo. Mi fai paura con la tua legge iniqua e priva d’amore". Ti pare?" Quella mamma mi guarda e mi sorride.

 

 

DOMENICA 29 Dicembre: SANTA FAMIGLIA DI GESU’ GIUSEPPE E MARIA

Una scheggia di preghiera:

 

FA’ CHE NELLE NOSTRE FAMIGLIE FIORISCANO LE STESSE VIRTU’ E LO STESSO AMORE CHE NELLA TUA. (dalla Liturgia)

Tra i santi di oggi ricordiamo:

TOMMASO BECKET, Vescovo e Martire

Tommaso (1118 - 1170) fu cancelliere del re d’Inghilterra Enrico II°. Nel 1162 fu eletto arcivescovo di Canterbury e per difendere i diritti della Chiesa entrò in conflitto con il suo re. Fu esiliato in Francia ma anche dopo il suo ritorno a Canterbury mantenne il suo atteggiamento di fermezza nei confronti del re. Questi decise di farlo uccidere da quattro sicari, proprio nella sua cattedrale.

Parola di Dio: Gen. 15,1-6; 21,1-3; Sal. 104; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc. 2,22-40

 

"IL PADRE E LA MADRE DI GESU’ SI STUPIVANO DELLE COSE CHE SI DICEVANO DI LUI". (Lc. 2,33)

Oggi, guardando alla Santa famiglia di Gesù, di Giuseppe e di Maria e pensando alle tante difficoltà che le nostre famiglie attraversano, mi ritorna in mente l’accorato appello che tante volte Papa Giovanni Paolo II° ha ripetuto e che ci ha anche lasciato scritto nella sua enciclica sulla famiglia: "Famiglia, diventa ciò che sei!" Il Papa voleva dire che la famiglia per realizzarsi pienamente deve diventare ciò che è nel progetto divino che la vuole intima comunità di vita e di amore. Poiché dovrebbe sempre essere l’amore che fa sbocciare e crescere una famiglia, diventa evidente che la prima missione della famiglia è quella di custodire, rivelare e comunicare l’amore. Tutti gli altri compiti della famiglia derivano da questo. Alla luce dell’amore deve configurarsi la vita di ogni famiglia, la quale non può ridursi a convivenza forzata, a coabitazione superficiale, al semplice "stare insieme", privo di slanci. Fondata e vivificata dall’amore, la famiglia deve diventare una comunità di persone. Una comunità che mediante l’amore diventa comunione. Così è stato per la Santa Famiglia: per loro l’amore è diventato a volte silenzio, fidarsi al buio, impotenza di dare una casa accogliente al Figlio di Dio, fuga, ma queste difficoltà non solo non hanno rovinato l’amore tra Giuseppe, Maria e Gesù, ma l’hanno ancora accresciuto. Quando si vuole il vero bene dell’altro e Dio è in mezzo, la famiglia non soltanto "tiene" ma giorno per giorno cresce nell’amore.

 

 

LUNEDI’ 30 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA SUA PIENEZZA NOI ABBIAMO RICEVUTO GRAZIA SU GRAZIA. (Gv.1,16)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

BELTRAMI ANDREA DI OMEGNA, Servo di Dio

Era nato ad Omegna il 24 giugno 1870. Da ragazzo entrò nel collegio salesiano di Lanzo Torinese. Appassionato per lo studio, di profonda indole religiosa, scoprì la propria vocazione e chiese di entrare nel noviziato salesiano di Foglizzo. Pronunciò i voti direttamente nelle mani di don Bosco il 2 ottobre 1877. Fu fatto insegnante di latino ed italiano al noviziato di Foglizzo, intanto frequentava lettere presso l’università di Torino. Nel 1890 si ammalò di tisi e dovette abbandonare l’insegnamento, riuscì tuttavia ad arrivare all’ordinazione sacerdotale l’8 gennaio 1893. La salute non gli permise altre attività pubbliche fino alla morte che avvenne il 30 dicembre 1897. Questi ultimi quattro anni però furono ricchi di produzione letteraria, ascetica e storica. Già in vita aveva avuto fama di santità, la sofferenza e la morte la misero ancora più in evidenza.

Parola di Dio: 1Gv. 2,12-17; Sal.95; Lc. 2,36-40

 

"C’ERA UNA PROFETESSA, ANNA. ERA MOLTO AVANZATA IN ETA’ ". (Lc. 2,36-37)

La figura di questa anziana profetessa, Anna, che accoglie Gesù, mi dà occasione di continuare con voi le riflessioni sull’amore e la famiglia che abbiamo fatto insieme in questi giorni attraverso un brano poetico di un anziano tratto dal libro "Amore fedele". Il brano si intitola: "L’amore non invecchia".

Vieni accanto a me, qui sulla panchina davanti a casa, moglie mia.

E’ proprio tuo diritto; saranno quarant’anni che siamo insieme, questa sera, e visto che il tempo è bello, ed è anche la sera della nostra vita.

Vedi, meriti davvero un breve istante di riposo. Ecco: i nostri figli adesso sono accasati, se ne sono andati nel mondo e, di nuovo, siamo solo noi due, così come abbiamo cominciato…

C’è bisogno d’amore, e l’amore non è quello che si pensa quando si comincia.

Non sono soltanto questi baci che ci scambiamo, le parole dolci che ci sussurriamo all’orecchio, o tenersi stretti l’uno l’altro; il tempo della vita è lungo, il giorno delle nozze non è che un giorno.

Solo dopo, ti ricordi, solo dopo abbiamo cominciato la vita… Bisogna costruire e tutto crolla; bisogna ricostruire e ancora una volta tutto crolla… Siamo rimasti fedeli l’uno all’altro. E così ho potuto appoggiarmi a te mentre tu ti appoggiavi a me.

Abbiamo avuto la fortuna di stare insieme, ci siamo messi tutti e due all’opera, abbiamo tenuto duro, abbiamo resistito alla stanchezza.

Il vero amore non è quello che si crede, il vero amore non è quello di un giorno, ma è per sempre. E’ aiutarsi, è capirsi. E poco a poco vediamo che tutto si aggiusta… Perciò siediti vicino a me e poi guarda, è il tempo della mietitura ed è il tempo di riporre nei granai. Stringiti a me, non parleremo: non abbiamo più bisogno di dirci niente. Abbiamo solo bisogno di essere insieme ancora una volta, e di lasciar giungere la notte nella pace del compito assolto,

 

 

MARTEDI’ 31 Dicembre

Una scheggia di preghiera:

 

NOI TI LODIAMO, DIO, TI PROCLAMIAMO SIGNORE. (dal Te Deum)

 

Tra i santi di oggi ricordiamo:

SAN SILVESTRO I°, Papa

Fu papa dal 314 al 335. Nel 313 l’imperatore Costantino aveva ufficialmente reso religione pubblica il cristianesimo. Silvestro organizzerà la Chiesa finalmente uscita dalle catacombe, ma non per questo più sicura in quanto minacciata dalle eresie e dalla mentalità dell’imperatore che si considerava il legittimo rappresentante della divinità. Nel 324 fu consacrata la Basilica di S. Pietro, nel 325 venne convocato il concilio di Nicea dove si condannò l’eresia di Ario che negava la divinità di Gesù e si definì nettamente il Credo che è anche detto simbolo di Nicea. Silvestro si prodigò anche per stabilire le regole della liturgia e fu molto attento alle necessità del popolo che subito dopo la morte cominciò a venerarlo come santo.

Parola di Dio: Parola di Dio: 1 Gv. 2, 18-21; Sal. 95; Gv. 1, 1-18

 

"VENNE TRA LA SUA GENTE, MA I SUOI NON LO HANNO ACCOLTO. A QUANTI PERO’ LO HANNO ACCOLTO HA DATO IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO".

(Gv. 1,11-12)

Fermiamoci, oggi, ultimo giorno dell’anno per ricapitolare alcune delle tante cose vissute in questo tempo che Dio ci ha dato.

Quanti avvenimenti nella nostra storia personale e familiare: fatti sereni e fatti dolorosi; qualcuno è nato, qualcuno è morto, prove, incontri, paure, possibilità… Tutti questi fatti come hanno segnato la mia vita? Li ho subiti? Li ho visti e letti come un segno? Sono riuscito a dare un senso cristiano al succedersi delle mie giornate?

Quanta Parola di Dio, quanti Sacramenti, quante possibilità di preghiera. Gesù ha bussato alla porta del mio cuore per portarmi tanti regali: l’ho accolto? L’ho ringraziato dimostrandogli la mia gioia per i suoi doni o quanti di questi doni sono ancora lì, incartati, gettati in un angolo?

Gesù ha bussato da me tante volte in quest’anno nel volto del mio prossimo che mi chiedeva amore, comprensione, condivisione. Come ho accolto il mio prossimo? Come ho speso il mio tempo? Come ho condiviso i miei doni?

Il mondo oggi fa di tutto per chiudere in fretta un anno, per buttarsi alle spalle il passato, per inebetirsi in speranze spesso superficiali e fasulle su un domani diverso, migliore. Io, oggi, voglio solo dirti, Signore, grazie per il tuo amore, per il bene che mi hai voluto e grazie anche per quel poco che sono riuscito a fare con te.

Ti dico: è davvero un peccato tutto il tempo perso, le gioie e i dolori non vissuti con Te, l’amore non ricevuto e non dato. Ma Tu sei venuto a cancellare il peccato, a ridare vita. Fa’ che sappia accoglierti e con te camminare nelle strade del tempo che tu vorrai ancora darmi per giungere con te là dove è la nostra meta definitiva: il tuo cuore che ci ama per sempre.

     
     
 

Archivio