Archivio

 
     
     

UNA PAROLA AL GIORNO

RIFLESSIONI QUOTIDIANE SULLA

PAROLA DI DIO

a cura di don Franco LOCCI

 

DICEMBRE 1998

 

 

MARTEDI’ 1 DICEMBRE 1998

"GESÙ ESULTÒ NELLO SPIRITO SANTO E DISSE: BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO CIÒ CHE VOI VEDETE". ( Lc. 10,21.23)

In questo mese dì dicembre, preparandoci attraverso l'avvento al Natale del Signore, siamo invitati a guardare a colui che viene. Ci fermeremo sovente sulla figura di Gesù. Se Gesù non avesse conosciuto la sofferenza; se avesse ignorato la fame, se non avesse gustato il vino di Cana, se non avesse compiuto scelte essenziali per andare avanti nella vita...Se fosse cresciuto senza conoscere le tenerezze di una madre, se non avesse piegato il ginocchio per lavare i piedi dei discepoli, se non si fosse curvato sul bancone del falegname, se non avesse tenuto i bambini nelle sue braccia, se non avesse emesso i gemiti della solitudine e dell'angoscia davanti alla morte, che cosa sarebbe veramente della nostra condizione umana? Potremmo anche noi come Lui meravigliarci e gioire nello Spirito Santo? E' attraverso la grande umanità di Gesù che Dio desta in noi il desiderio di guardare, di ammirare e contemplare la bellezza della terra e dell'uomo e di scoprire in essa lo spazio che Dio e l'uomo hanno scelto per il loro incontro.

 

 

MERCOLEDI’ 2 DICEMBRE 1998

"MA GESU’ DOMANDO’ LORO: QUANTI PANI AVETE?". (Mt.15,34)

II profeta Isaia, nella prima lettura di oggi ci parla di un banchetto meraviglioso e gioioso che Dio prepara sul suo monte alla fine dei giorni: banchetto a cui, tramite Gesù, noi siamo invitati e dove dolore e morte non ci saranno più. Questo banchetto è anticipato da Gesù attraverso il racconto evangelico della moltiplicazione dei pani. Gesù ha compassione della folla, dei poveri, delle sofferenze di questa nostra povera umanità. Gesù vuol donare se stesso come pane di vita, ma Gesù per fare questo miracolo ha bisogno che si compia un altro miracolo: quello del cuore dei suoi discepoli: perché tutti abbiano il pane, perché Gesù possa farsi pane, occorre che i discepoli condividano il loro pane. E' solo aprendo questa porta d'amore che poi l'Amore potrà arrivare a tutti. La nostra vera preparazione al banchetto dell'Eucarestia e al banchetto dell'eternità, è allora imparare a condividere il pane, quello concreto.

 

 

GIOVEDÌ' 3 DICEMBRE 1998

"PERCIO’ CHIUNQUE ASCOLTA QUESTE MIE PAROLE E LE METTE IN PRATICA E' SIMILE AD UN UOMO SAGGIO CHE HA COSTRUITO LA SUA CASA SULLA ROCCIA". (Mt.7,24)

Tutti noi amiamo la casa dove viviamo: essa per noi è un rifugio, è II luogo della nostra intimità, della familiarità, ha una porta per accogliere gli amici, ha finestre per accogliere la luce che viene da fuori, ha mura che la sostengono e le permettono di resistere alle intemperie, ha mobili secondo i nostri gusti...La nostra casa è l'immagine della nostra stessa vita. Noi amiamo la nostra vita, curiamo la nostra vita come un dono prezioso. Se davvero crediamo in essa cerchiamo di ringiovanirla giorno per giorno, se non siamo di quelli che "strizzano la vita" cerchiamo di viverne ogni giorno gli aspetti belli e meno belli... Ma quali sono le fondamenta della mia vita per non correre il rischio che essa mi crolli tra le mani come un castello di sabbia? In un mondo in cui tutto diventa relativo è solo Gesù la certezza che non teme smentite. Ma anche oggi, come ci diceva già il Vangelo di ieri occorre concretezza. Le belle parole cascano al primo soffio di vento, la fede, la speranza e la carità, faticose, costruiscono e rimangono.

 

 

VENERDI’ 4 DICEMBRE 1998

"ALLORA TOCCO' LORO GLI OCCHI E DISSE: "SIA FATTO A VOI SECONDO LA VOSTRA FEDE". (Mt 9,29)

Gli uomini pensano di vederci e di vederci anche bene. potenti cannocchiali sono puntati sull'universo per scrutarne le origini anche più lontane, potenti microscopi esaminano le parti più piccole della materia per carpirne i segreti, ma spesso l'uomo non riesce neanche a vedere se stesso. Siamo ciechi, superficiali davanti al senso della vita, del dolore della morte, ci accontentiamo di dolcificanti pillole religiose che ci diano una parvenza di speranza futura, passiamo accanto all'uomo piagato da mille sofferenze e non ci accorgiamo di lui, qualche volta, pur vedendolo, preferiamo non vederlo e tirare dritti perché ci disturba... Siamo davanti a Gesù con la nostra cecità e Gesù è disponibile verso di noi. Lui può guarirci. Egli dice: sia fatto a voi secondo la vostra fede. Ma io voglio vederci davvero? Credo di poter vedere con gli occhi stessi di Dio? Sono disposto, dopo aver visto, di cercare di fare come ha fatto Dio in Gesù?

 

 

SABATO 5 DICEMBRE 1998

"GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE". (Mt.10,8)

L'uomo usa spesso il possessivo: "questo è mio, me lo sono guadagnato con la mia fatica, anche la vita è mia e me la gestisco come meglio credo, tutto nel mondo è mio, esisto io e tutto è centrato su di me..." Gesù non elimina la nostra importanza, non se la prende direttamente neanche con le nostre proprietà, viene soltanto a ricordarci la realtà: " La vita tè la sei data da solo? Il fatto che tu abbia più o meno beni dipende esclusivamente da te, II tempo è poi proprio tutto tuo? La fede è frutto solo della tua volontà? Tutto quello che hai non ti è forse solo dato in amministrazione, e per gratuita benevolenza?" Se capiamo questo diventiamo capaci di gratitudine, diventiamo non i possessori unici dei beni terreni, ma amministratori equi di beni comuni, diventiamo capaci, in parole povere, di amare e anche la fede non diventa più un possesso esclusivo ed esclusivista ma un cammino da fare con umiltà con i fratelli, nelle mani di Dio.

 

 

DOMENICA 6 DICEMBRE 1998 2^ DOM. DI AVVENTO

"FRATELLI TUTTO CIO’ CHE È STATO SCRITTO E' STATO SCRITTO PER LA NOSTRA ISTRUZIONE, PERCHE' IN VIRTU’ DELLE SCRITTURE, TENIAMO VIVA LA NOSTRA SPERANZA". (Rm15,4)

Nel cammino dell'avvento liturgico e della preparazione alla venuta definitiva di Cristo, tutta la nostra fede si fonda sulla Parola di Dio. una parola che può attirare come una calamità, che può illuminare i nostri passi, che può diventare sostanza di preghiera e di comunione. Tre monaci, tutti studiosi della Bibbia, andarono un giorno da un grande uomo di preghiera per chiedergli come pregare la Parola. Il primo raccontò di aver letto la Bibbia da capo a fondo e di averla imparata a memoria II secondo disse di averla letta e riletta fino ad aver imparato a cantarla. Il terzo, intimidito dalla sapienza dei primi due, non osava parlare; l'uomo di Dio lo incoraggiò ed egli disse di essere riuscito a leggere una frase soltanto, ma di averla macinata giorno e notte nella mente e nel cuore, senza poter andare più avanti. il grande uomo di preghiera rispose " E' questo il modo di pregare la parola"

 

 

LUNEDÌ 7 DICEMBRE 1998

"I TUOI PECCATI SONO PERDONATI.. ALZATI, PRENDI IL TUO LETTUCCIO E TORNA A CASA TUA". (Lc. 5,20.24)

Mi è abbastanza facile entrare nei panni del paralitico del Vangelo. Infatti spesso mi sento goffo, impacciato nel mio camminare, nell'esprimere me stesso, nel trovare con facilità la via della vita... Vorrei essere diverso, vorrei avere degli amici veri che mi aiutino ad uscirne, che mi portino al posto giusto dove Qualcuno possa dire anche definitivamente a me: "ti sono perdonati tutti i tuoi peccati, piantarla lì definitivamente con le barelle del paralitico, alzati, cammina!" Ma spesso mi perdo di coraggio. C'è troppa gente intorno a Tè, la barella, in fondo è un letto, non sempre mi fido totalmente degli amici che vogliono portarmi a Tè. Gesù, donami il coraggio della perseveranza, donami l'abbandono totale nella certezza che in esso non perdo niente, ma ritrovo Tè.

 

 

MARTEDI' 8 DICEMBRE 1998 - IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

"TI SALUTO O PIENA DI GRAZIA, IL SIGNORE E' CON TE". (Lc. 1,28)

Elisabetta, sua cugina, la chiama " la Benedetta", perché su dì lei Dio riversa le sue benedizioni e tutte le generazioni diranno la sua gioia. Strana gioia! Attraversata da prove e dolori. Fino alla croce dove perderà il Figlio della promessa. Ma "beati quelli che piangono, perché saranno consolati". Elisabetta la chiama anche "la Credente", colei che ha creduto nonostante tutto: la sua fede è fatta di obbedienza al mistero di un Dio che si serve di lei per rivelarsi e donarsi ad un mondo che non crede. Beati i poveri che si lasciano afferrare dallo Spirito, perché il Regno di Dio è per loro. Infine Elisabetta la chiama "la madre del mio Signore", colei che lo sguardo dì Dio ha resa degna di mettere al mondo, nel dolore e nella gioia, l'Uomo nuovo, la Parola fatta carne, il Servitore di Dio per la salvezza di tutti, perché tutti possano ritrovare la pace con Dio e con se stessi. Beati quelli che fanno opera di pace perché saranno chiamati figli di Dio. Maria stessa si designa solo come "la Serva", una come quelli che si mettono interamente a disposizione di Dio e degli altri, e si considerano dei "servi inutili" dei quali però Dio si vuole servire perché portino agli altri la sua giustizia piena di misericordia e ne siano un segno. Beati quelli che hanno fame della giustizia che è dono di Dio: saranno saziati. Ma Dio la chiama la "piena di grazia", colei che ha ricevuto il favore di Dio e che è stata colmata della sua grazia. Lei sa al dì là di tutte le sofferenze, le difficoltà, i sospetti e le paure che Dio la manterrà nella fede e nell'obbedienza, nella fedeltà alle sue promesse e alle sue esigenze. Beati quelli che hanno II cuore puro perché vedranno Dio.

 

 

MERCOLEDI' 9 DICEMBRE 1998

"LEVATE IN ALTO I VOSTRI OCCHI E GUARDATE: CHI HA CREATO QUEGLI ASTRI?". (Is. 40,26)

Lasciamoci guidare oggi nella meditazione da S. Agostino. "Cielo e terra glorificano Dio. Tutte le creature proclamano che Egli é. Il cielo grida a Dio: "Sei stato tu a farmi, non mi sono fatto da solo". E la terra: "Sei tu il mio creatore, sei stato tu a farmi".Ma quando e come proclamano questa verità? Quando l'uomo riflette su di essi e questa verità appunto, scopre in essi. E' grazie al tuo sguardo attento, è grazie alla tua voce che hanno una voce. Contempla il cielo quanto è bello. E contempla la terra, quanto è bella. Irradiano tutte le due bellezze. Dio li ha fatti, li dirige, orienta il loro corso, è sempre presente nella loro storia, ne determina i momenti e li determina in rapporto a ciò che egli è. Ecco perché lo glorificano tutte le creature: quelle che si muovono e quelle immobili, il cielo in alto e la terra dal basso, la giovinezza perenne e la venerabile vecchiaia. Se tu ami ciò che Egli ha fatto, ami ancor di più colui che tutto ha fatto. Se bella la creazione, infinitamente più bello è Dio che in essa si riflette.

 

 

GIOVEDI' 10 DICEMBRE 1998

"NON TEMERE, VERMICIATTOLO DI GIACOBBE LARVA DI ISRAELE, IO VENGO IN TUO AIUTO". (Is.41.14)

Niente è più terribile della paura, o peggiore dell'angoscia. E' un poco come il vischio in cui si resta impigliati con le mani, i piedi, il corpo intero... L'angoscia, quando prende, paralizza il corpo e il cuore sembra che non si possa fare più niente. E, tuttavia, quando pensiamo che ormai non si possa far più nulla, forse c'è ancora qualcosa da provare, da tentare, da rischiare... Fidarci che Qualcuno ci possa aiutare e incontrarlo nella preghiera. Spesso noi ci battiamo come leoni, quasi fino all'esaurimento, come se fossimo soli, e non avessimo nessuno accanto a noi Certo: non ci sono preghiere miracolo, sarebbe troppo facile: un colpo di telefono a Dio.. e tutto risolto senza che noi dovessimo far nulla, neppure muovere un dito e questo perché abbiamo fiducia in Lui e niente di spiacevole ci può accadere se siamo in buone relazioni con Lui. Sarebbe troppo facile. Perché, certo, Dio c'è, ed è pronto a venire in nostro soccorso, ma non senza di noi Signore, se tu mi aiutassi a capire che non sono solo a combattere contro l'angoscia e la paura... Ho bisogno di tè, ma tu non farai niente senza di me per la mia liberazione...

 

 

VENERDI' 11 DICEMBRE 1998

" E' VENUTO GIOVANNI, CHE NON MANGIA E NON BEVE. E HANNO DETTO HA UN DEMONIO, E' UN PAZZO". (Mt. 11,18)

Spesso la parola di Dio è difficile da intendere, da capire, dura soprattutto da mettere in pratica. E allora uno dei metodi più semplici per non lasciarci coinvolgere da essa è quello di respingere coloro che sono incaricati di annunciarcela. E diciamo di loro: sono pazzi, quello che dicono non sta in piedi. Sognano, non hanno i piedi per terra. O peggio ancora: sono bugiardi, insensati, indemoniati. Bugiardo e insensato diventa colui che dice. non rendere male per male, perdona a chi ti ha offeso Bugiardo e utopista è colui che dice: spartisci con quelli che non hanno niente. Bugiardo è chi dice: no, il migliore non è il più forte, ne il più potente, o il più ricco o il più bello. No, il migliore non è quello che pur di riuscire, passa sopra a tutto e a tutti, perché negli affari le cose vanno così, e non c'è posto per i sentimenti: gli affari sono affari...Quando la Parola di Dio da fastidio, non resta più che una cosa da fare: isolare la Parola, ridicolizzare la Parola, emarginare la Parola, giustiziare la Parola ..Ma attenzione, non siamo noi che giudichiamo la Parola, è la Parola che giudica noi!

 

 

SABATO 12 DICEMBRE S. GIOVANNA FRANCESCA DI CHANTAL

"ELIA, FOSTI DESIGNATO A RIMPROVERARE I TEMPI FUTURI PER PLACARE L'IRA PRIMA CHE DIVAMPI". ( Sir. 48,10)

La figura del grande profeta Elia e quella di Giovanni il Battista sembrano coincidere. Certamente Gesù ci parla di coloro che sono fedeli alla Parola e delle prove che essi devono affrontare. La perseveranza è la cosa più importante. Ho trovato in un florilegio di un padre della chiesa, il Defensor Grammaticus alcune frasi che possono farci riflettere proprio sulla perseveranza. Gerolamo ha detto: "Ai cristiani non verrà chiesto come hanno cominciato bensì come hanno finito. Paolo cominciò male, ma finì bene. Di Giuda si lodano gli inizi ma si depreca la conclusione. Molti sono quelli che partono, pochi quelli che arrivano sulla vetta." Gregorio ha detto: "il valore del bene, operare sta nel perseverare. Invano si opera bene se si desiste prima della fine della vita." Isidoro ha detto "II nostro comportamento è gradito a Dio solo se siamo così tenaci da condurre a termine l'opera intrapresa. La ricompensa è promessa non a chi inizia bensì a chi persevera."

 

 

DOMENICA 13 DICEMBRE 1998 3^ DOM. DI AVVENTO

"FRATELLI, SIATE ANCHE VOI PAZIENTI". (Gc. 5,7)

A proposito della pazienza ecco alcuni apoftegmi dei padri del deserto: Un monaco, vedendo due uomini che portavano un morto su una barella, disse ad uno di loro: "Porti i morti? Va piuttosto a sopportare i vivi!" Due fratelli! abitavano nello stesso luogo. Un giorno venne un anziano, desideroso di metterli alla prova. Con un bastone cominciò a devastare gli ortaggi del primo fratello. questo lo vide e si nascose. Ma quando rimase soltanto un cavolo uscì allo scoperto e disse al vegliardo: "Padre, se ti piace, lascialo: tè lo cuocerò e lo mangeremo insieme" II vegliardo allora si prostrò dinanzi a lui ed esclamò: "Grazie alla tua pazienza lo Spirito Santo è su di tè, fratello". Quando San Giovanni il Piccolo era superiore del monastero di Scelte, venne un giorno atrocemente insultato da un suo monaco. Il santo lo ascoltò in tutta tranquillità. E quando gli fu chiesto da uno dei suoi assistenti perché mai non gli avesse imposto il silenzio, dato che ciò era in suo potere, rispose: "Quando una casa brucia, non sarebbe da stolti buttarvi della legna? Quel buon fratello, era talmente preda dell'ira che, se lo avessi ripreso in quel momento, la sua collera sarebbe ancora cresciuta invece che diminuire.

 

 

LUNEDI' 14 DICEMBRE 1998

"NEANCH'IO VI DICO CON QUALE AUTORITA’ FACCIO QUESTE COSE". (Mt 21.27)

Quali sono le credenziali che Gesù presenta perché noi possiamo credere in Lui ? Qualche volta noi siamo peggio dei sommi sacerdoti dì allora perché vorremmo che Gesù ci confermi con continui miracoli la sua persona, il suo agire, i suoi insegnamenti. Gesù invece rimane sempre proposta. Non condiziona mai la fede obbligandoci con l'evidenza. " Se vuoi.." è la proposta di Gesù. "Avvenga secondo la tua fede" sono i suoi miracoli. Dio in Gesù non fa irruzione sulla terra per costringerci al suo regno, attraverso Lui però ci invita ad entrare nella sua gioia. Solo quando Maria dice di "sì", Gesù si incarna; solo quando il ladrone dice a Gesù: "ricordati di me", Gesù può dirgli: "Oggi sarai con me in paradiso".

 

 

MARTEDÌ' 15 DICEMBRE 1998

"CHI DEI DUE HA COMPIUTO LA VOLONTA’ DEL PADRE?". (MT.21,31)

IL TUFFO DAL PONTE

In tanti l'avevano vista cadere nel vortice del fiume :Ma solo un uomo si gettò, vestito com'era. Quell'uomo non sapeva nuotare, non era neppure tanto giovane e aveva una gamba di legno, ma s'era gettato in un impeto dì rabbia nel vedere tanta indifferenza. Il fiume era gonfio, le vesti rosse della bimba apparivano e scomparivano e l'uomo s'era sentito i polmoni riempirsi d'acqua, ma a un tratto la sua gamba si conficcò nella sabbia del fondo e la bimba gli venne addosso, come un sughero lieve. Furono salvi. I figli di quell'uomo, la sera, gli si strinsero intorno ammirati e lo videro grande, grandissimo come era veramente. Gli altri uomini raccontarono la cosa ai loro figli. I figli non dissero nulla, ma in fondo ad ogni loro cuore era nata una domanda: "Perché non tu, papa?"

 

 

MERCOLEDI’ 16 DICEMBRE 1998

"IO SONO IL SIGNORE E NON C'E' ALCUN ALTRO. IO FORMO LA LUCE E CREO LE TENEBRE". (IS.45,6-7)

Una riflessione di Carlo Carretto:

Non perdere più tempo a chiederti se Dio esiste. Ci pensa il prete a dirtelo in tutti i modi. Tutto l'esistere tè lo ripete. E se tu non lo vedi vuol proprio dire che sei cieco, e se non lo senti significa che sei sordo. Non sforzarti più, è un lavoro inutile. Cerca di toccarlo, e lo puoi toccare nell'amore. Lo puoi toccare, indirettamente, servendo le creature di un servizio autentico e gratuito. Dio lo scopriamo come incontro, ma dentro, non fuori di noi. Dentro, non fuori di Lui.

 

 

GIOVEDÌ'17 DICEMBRE 1998

GIACOBBE GENERO' GIUSEPPE, LO SPOSO DI MARIA, DALLA QUALE E' NATO "GESÙ" CHIAMATO CRISTO. (Mt.1,16)

Ho visto il tronco di un grande albero tagliato, con tutti quegli anelli che ne indicavano gli anni. La genealogia di Gesù, fantastica e reale, difficile e storica che Matteo propone mi ha ricordato proprio questo. Siamo tutti anelli, vicino alla corteccia, di un grande albero secolare. Se guardiamo verso il centro, al cuore dell'albero, troviamo i nostri antenati, le nostre radici. Ad ogni persona che ci ha preceduto è riservato un anello di quest'albero della vita. Anche Gesù ha avuto le sue radici umane, radici che arrivano fino ad Abramo, padre della fede. Diciamo grazie per questa storia della salvezza e diciamo grazie per tutti coloro che, anello dopo anello, ci hanno passato il testimone della fede.

 

 

VENERDÌ'18 DICEMBRE 1998

"BENEDETTO IL SIGNORE DIO DI ISRAELE, EGLI SOLO COMPIE PRODIGI. E BENEDETTO IL SUO NOME GLORIOSO PER SEMPRE, DELLA SUA GLORIA SIA PIENA TUTTA LA TERRA". (Sal 71)

Siamo ancora capaci di rallegrarci con tutto il cuore? Le grida di gioia risuonano più nelle tribune degli stadi che all'interno delle nostre chiese. E spesso servono solo a dimenticare le preoccupazioni e le paure della vita quotidiana. Siamo talvolta molto bravi ad analizzare e denunciare i mali e i problemi del nostro tempo, ma poi chiudiamo gli occhi sui nostri sbagli e sui nostri fallimenti. E questo ci rende tristi. Signore, donaci la capacità che avevano i profeti di scoprire la tua azione di salvezza ogni volta che uomini e donne vengono liberati da ciò che li tiene prigionieri: l'odio, la diffidenza nei confronti degli altri, la corsa verso il denaro o verso i facili piaceri. E donaci anche la capacità di ringraziarti per questa realtà che i nostri occhi hanno veduto. Rendici capaci di meravigliarci quando vediamo che le sofferenze non incattiviscono ne abbattono gli uomini, ma grazie alla tua presenza essi restano aperti e sereni, quando invece di colpire si perdona, invece di correre dietro a mille cose si è capaci di fermarsi per mettersi in ascolto degli altri. Fa che sappiamo rallegrarci e benedire per ogni preghiera esaudita, per ogni fallimento e dubbio superato, per ogni fragilità che è stata accettata. Fa che sappiamo vedere che in tutto questo sei Tu che segretamente, misteriosamente, con il tuo Spirito Santo stai lavorando in noi e per noi.

 

 

SABATO 19 DICEMBRE 1998 - S. ANASTASIO l°, S. DARIO DI NICEA; B URBANO V°

"ZACCARIA DISSE ALL'ANGELO: COME POSSO CONOSCERE QUESTO? IO SONO VECCHIO E MIA MOGLIE E' AVANZATA NEGLI ANNI". (Lc.1,18)

Quando la ragione si ferma a riflettere trova soltanto delle risposte umane; quando la fede si ferma a credere riceve le risposte di Dio. Zaccaria è e si sente vecchio, così pure "avanzata negli anni" è sua moglie Elisabetta; come potranno mai vedere, solo con le povere forze umane, che la loro vita avrà una discendenza, e che il loro figlio sarà "colui che preparerà la strada al Messia"? Ma ogni impotenza dell'uomo può diventare potenza dì Dio e ogni Onnipotenza di Dio diventa segno credibile là dove l'uomo con le sue forze non riesce a dare risposte: occorre solo la fede in "colui che tutto può".

 

 

DOMENICA 20 DICEMBRE 1998 4^ DI AVVENTO

"LA VERGINE CONCEPIRA’ E PARTORIRA’ UN FIGLIO CHE SARA’ CHIAMATO EMMANUELE: DIO - CON - NOI". (Is.7,14)

La profezia riguarda un Dio che si fa uomo, il Trascendente che si incarna, il Mistero che prende corpo, la paura che si fa dolcezza, l'incomunicabilità che si fa abbraccio. Il lontano sì è fatto vicino, Dio divenne figlio. Per la prima volta una donna potrà dire in tutta verità."Dio mio, Figlio mio". Allora non ha più ragione aver paura. Se Dio è quel bimbo messo lì sulla paglia della grotta, Dio non mi fa più paura. E se anch'io posso sussurrare accanto a Maria:"Dio mio, figlio mio", il paradiso è entrato in casa mia, recandovi veramente la pace. Posso aver paura di mio padre, specie quando non lo conosco ancora, ma di mio figlio no. Di un figlio che posso prendere in braccio, dì un figlio che chiede proprio a me protezione e calore, no, non ho paura. Ora l’unica fatica che mi rimane è solo quella di credere.

 

 

LUNEDI' 21 DICEMBRE 1998

"NON TEMERE, NON LASCIARTI CADERE LE BRACCIA! IL SIGNORE TUO DIO E' IN MEZZO A TÈ UN SALVATORE POTENTE". (Sof. 3,16-17)

L'invito è a non scoraggiarci, a tenere la strada. Bisogna tenere la strada: è una legge. E' la legge delle imprese, dì ogni società che vuole andare avanti. Tenere la strada, dopo aver fissato un obiettivo, vuoi dire seguirla ad ogni costo, qualsiasi cosa avvenga, stringendo i denti e serrando i pugni. Guardati attorno e osserva quelli che tengono la strada: non è per caso o per un colpo di fortuna. Si tratta di sforzo quotidiano con la volontà di stare in piedi in qualsiasi situazione. E tu, Signore, con la tua venuta continui a dirmi: " Coraggio, resisti, nonostante tutto. Tè l'ho detto e tè lo ripeto ancora attraverso i miei profeti: se anche i giovani sono vinti dalla fatica, se anche gli atleti a volte si accasciano, quelli che sperano in me terranno la strada.

 

 

MARTEDI' 22 DICEMBRE 1998

MARIA DISSE: "L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE". (Lc. 1,46)

Maria è appena stata sconvolta dal messaggio dell'Angelo. Per il momento si tratta di un segreto tra Lei e Dio, che si è servito di un messaggero. Qualsiasi altro, dopo un simile annuncio si sarebbe sentito al settimo cielo, trasportato in un altro mondo, trasfigurato.. Maria che cosa ha fatto? Si mette in viaggio, per strada; e si precisa che lo fa in fretta "rapidamente". Va ad aiutare. Forse si mette in strada anche perché aveva il desiderio di condividere con qualcuno il suo segreto. Elisabetta avrebbe compreso ancora più facilmente di Giuseppe: anche lei era una donna e quanto le accedeva era straordinario. Mettersi in strada significa proprio questo: non riuscire a stare più in casa e sapere che qualcuno ti attende al termine del cammino e allora si arriverà ad incontrare, comprendere, lodare: Se davvero vogliamo vedere chiaro dentro di noi, se vogliamo incontrare il Cristo che si è messo in cammino verso di noi, anche noi dobbiamo metterci per strada.

 

 

MERCOLEDI' 23 DICEMBRE 1998

"E PER TUTTA LA REGIONE MONTUOSA DELLA GIUDEA SI DISCORREVA DI QUESTE COSE". (Lc.1,65)

Le opere di Dio, quando non cadono nell'indifferenza, suscitano meraviglia stupore. Ma il problema è proprio quello dell'indifferenza. Perché oggi si fa tanto chiasso intorno al Natale? La festa, i regali, le tradizioni, un po' di nostalgia e malinconia, un po' di affetti usati e strausati, le vacanze... tutte cose, anche belle, ma che il più delle volte sono solo per riempire un vuoto, il vuoto dell'essenza, il vuoto di Dio. Dio arriva a Betlemme e solo dei pastori se ne accorgeranno, gli altri hanno da pensare ad affari e censimenti. Finito questo Natale si riprenderà la vita solita, magari con qualche stomaco e fegato un po' più ingrossati, ma Dio è nato? Le opere di Dio sono sotto i nostri occhi, basta saper vedere con attenzione. Il miracolo dell'amore del Signore per l'uomo si ripete in continuazione ed ha bisogno di annunciatori che lo dicano a tutti, che "spargano la voce", perché anche nelle nostre "regioni" si parli e si gioisca per le sue meraviglie.

 

 

GIOVEDI' 24 DICEMBRE 1998

"BENEDETTO IL SIGNORE DIO DI ISRAELE PERCHE’ HA VISITATO E REDENTO IL SUO POPOLO" (Lc.1,68)

Il bambino deposto nella mangiatoia è il Figlio di Dio, lo si tocca, lo si sente. Lì è presente la stessa Parola di Dio che agisce. In questo bambino che non parla ancora già si può percepire la Parola che Dio rivolge a tutti gli uomini che sono in attesa.

Ma che cosa dice Dio lì, dalla mangiatoia? Dice:

"Fermatevi davanti ad ogni essere umano e ditevi:

Ecco la dimora di Dio, il suo tempio santo!

Ecco il regno in cui Dio è nato!"

Ma che cosa dice Dio lì, dalla mangiatoia?

Dice: "L'amore non è altro che la propria persona donata,

spezzata, crocifissa, perché altri possano nutrirsene".

Ma che cosa dice Dio li, dalla mangiatoia?

Dice:"E’ la fragilità che vincerà e non i bei vestiti,

i titoli o i valori. Il piccolo resto, il tenero germoglio,

la traccia minuta di lievito porteranno la terra dalla parte della vita!"

Quello che Dio dice, lì, dalla mangiatoia

diventerà carne e spinto attraverso di noi sulla terra degli uomini:

E' il messaggio del Natale!

 

 

VENERDI' 25 DICEMBRE 1998 - NATALE DEL SIGNORE

"IN PRINCIPIO ERA IL VERBO".  (Gv.1.1)

Grazie, Signore, per questa Parola di novità apparsa al nostro mondo assieme al Bambino di Betlemme. Davanti alla mangiatoia, al luogo in cui nasce la tua Parola, tu chiami anche noi a diventare assieme al Cristo e a sua immagine parole di giustizia e dì pace, parole che lottano e parole che liberano. Davanti alla mangiatoia tu ci chiami per nome perché partiamo, assieme al bambino appena nato, per annunciare che Dio si è donato a tutta la terra. In questo Natale tu ci inviti a parlare, non accontentandoci di sole parole ma condividendo la nostra vita come ha fatto Gesù, la tua parola viva. In questo Natale tu ci inviti a parlare della tua tenerezza offerta con gesti concreti ad ognuno per la sola ragione che è uomo, o donna, o bambino della terra, e questo basta per la tua tenerezza. Signore, Padre nostro, fa di noi la tua parola viva che segue Cristo, nato per noi in questo giorno.

 

 

SABATO 26 DICEMBRE 1998

E COSI' LAPIDAVANO STEFANO MENTRE PREGAVA E DICEVA. "SIGNORE GESÙ', ACCOGLI IL MIO SPIRITO". (At 7,59)

"Signore, fa di me un tuo strumento": questa preghiera di S. Francesco, interpreta perfettamente il messaggio che la liturgia di oggi vuole trasmetterci. Proprio nel giorno seguente il Natale del Signore ci viene presentato il primo martire della Chiesa. Stefano è stato uno strumento fedele del Vangelo e per questo è morto. Gesù oggi forse non ci chiede tanto ma continua a invitarci ad imprestargli la nostra intelligenza, il nostro corpo, la nostra voce. le nostre mani per permettergli di parlare ancora agli uomini, e ci invita anche a non spaventarci davanti alle persecuzioni. " Chi persevererà fino alla fine sarà salvato". I nostri padri dei tempi dell'Antico Testamento vedevano gli avvenimenti contraddire le promesse di Dio, eppure non si scandalizzavano ne si turbavano. Si affidavano all'incomprensibile ma sicura Provvidenza.

 

 

DOMENICA 27 DICEMBRE 1998 SACRA FAMIGLIA DI GESÙ'

"GIUSEPPE PRESE CON SE’ IL BAMBINO E SUA MADRE E FUGGI’ IN EGITTO". ( Mt.2,14)

Oggi, ancora vicini al Natale, siamo chiamati a pensare alla famiglia di Gesù, ma a me viene anche spontaneo pensare alla famiglia di Dio di cui faccio parte. Signore, Gesù mi hai insegnato a chiamarti Padre, ma tu sei anche come una Madre a volte felice e a volte inquieta, che non stacca mai gli occhi per un solo istante dai suoi bambini; che si rallegra per ciò che li rende felici, che prova riconoscenza per ogni loro progresso, e vive nell'inquietudine ad ogni attacco di febbre. Signore, tu sei Padre, ma sei anche come una madre che conosce i suoi figli più di quanto si conoscono loro stessi. Una madre che li nutre di pane e d'amore, di fede e di fiducia, di tenerezza e di fedeltà. Una madre che asciuga le loro lacrime quando subiscono i colpi della vita, che ride dei loro colpi maldestri e sa trasformarli in altrettante occasioni di crescita. Signore, tu sei Padre ma sei anche come una Madre che difende i suoi piccoli, che li protegge con la sua presenza, che li tiene per mano per guidarli e per impedire a loro di diventare a loro volta persone che fanno male agli altri. Sei come una Madre il cui amore non è soffocante e permette di crescere. Tu perdoni anche gli errori più grandi: non per debolezza, ma per rendere possibile un nuovo cammino. Tu sai agire con discrezione per permettere ai tuoi figli di trovare, ognuno, la sua strada e di crescere nella libertà. Fa', o Signore, che tutti i tuoi figli, felici, liberi e riconoscenti, possano riunirsi presto attorno a tè, con la stessa serena gioia con cui ci si ritrova insieme, attorno alla propria Madre.

 

 

LUNEDI' 28 DICEMBRE 1998

"ERODE MANDO' AD UCCIDERE TUTTI I BAMBINI DI BETLEMME E DEL SUO TERRITORIO DAI DUE ANNI IN GIU’". (Mt.2,16)

Bambini violati in tutto il mondo: quante volte ci siamo scandalizzati dispiaciuti, meravigliati davanti alle tante sofferenze inferte ai più piccoli. Un bambino dovrebbe sempre e solo dare il senso della tenerezza, il desiderio della protezione, dovrebbe essere uno sguardo sulla speranza stessa dell’uomo e del suo futuro, invece... il piccolo è debole, si può approfittare di lui, il bambino è il futuro del nemico, uccidiamolo, fino ad arrivare a chi usa e abusa dei piccoli per la bacatezza dei suoi egoismi. Gesù si è fatto Bambino ed ha trovato solo una grotta ad accoglierlo, i bambini contemporanei di Gesù hanno trovato un re che per paura ha tolto loro il dono più grande, quello della vita. Eppure, nel piano di Dio ha un senso anche questo, difficile per noi comprenderlo ma vero come è vero Dio e la sua paternità. In fondo questi martiri innocenti non fanno nient'altro che anticipare ciò che farà quel Bambino che questa volta, grazie al loro sangue si salva anche Lui, innocente, darà la sua vita per noi peccatori.

 

 

MARTEDI' 29 DICEMBRE 1998

"MARIA E GIUSEPPE PORTARONO IL BAMBINO AL TEMPIO PER OFFRIRLO AL SIGNORE". (Lc.2.22)

Vi offro ancora una meditazione di Carlo Carretto su Maria. Che ne dici tu, Maria, non ti pareva un sogno l'avere un figlio del genere? Ti pareva cosa reale? Averlo generato nella carne era niente in confronto alla fatica di generarlo nella fede. Vedere un bimbo, il tuo bimbo era facile, ma credere, credere mentre gli facevi fare la pipì, in un angolo, che proprio lui, il tuo bimbo, era il Figlio di Dio, non era cosa così facile. La fede era certamente oscura, dolorosa anche per tè, non solo per i tuoi fratelli su questa terra di viventi. Non c'è fatica più grande sulla terra, della fatica di credere, sperare e amare e tu lo sai. "Beata tè che hai creduto", ti ha detto Elisabetta e beata tè che mi aiuti a credere.

 

 

MERCOLEDI' 30 DICEMBRE 1998

"IL MONDO PASSA CON LA SUA CONCUPISCENZA. MA CHI FA LA VOLONTA’ DI DIO RIMANE IN ETERNO". (1Gv. 2,17)

E' un padre della Chiesa, Cirillo di Gerusalemme, a guidare la nostra riflessione. Del tuo corpo, ti prego, usa con moderazione. Ricorda che con questo corpo dovrai risorgere ed essere giudicato. Forse hai qualche dubbio che ciò possa avvenire. Riflettici, allora, in base a ciò che in tè stesso è già avvenuto. Dimmi: cento anni fa dove eri? Colui che ha dato l'esistenza a chi non era non potrà forse resuscitare chi esisteva ed è caduto nella morte? Ogni anno Egli fa nascere il frumento che, seminato, è morto ed è marcito. Avrà forse difficoltà a risuscitare noi, lui che per amore di noi resuscitò se stesso? Guarda gli alberi. Per tanti mesi rimangono senza frutti e senza foglie. Trascorso l'inverno diventano tutti verdi, nuovi, come se sorgessero da morte. A maggior ragione e con maggior facilità noi saremo chiamati a vita nuova. Non ascoltare quelli che negano la risurrezione del corpo. Isaia attesta: "I morti rivivranno, i cadaveri risorgeranno!". Secondo la parola di Daniele, "molti di quelli che dormono sotto terra si risveglieranno, alcuni per la vita eterna, altri per l'eterna rovina".

 

 

GIOVEDI' 31 DICEMBRE 1998

"NON VI HO SCRITTO PERCHE’ NON CONOSCETE LA VERITA’, MA PERCHE’ LA CONOSCETE E PERCHE’ NESSUNA MENZOGNA VIENE DALLA VERITA’". (1Gv.2.21)

Mentre oggi facciamo un po' l'esame dì coscienza sull'anno passato, mi piace poter pensare a quali auguri ci fa Dio per l'anno nuovo. " In questo tempo e su questa terra. Siate felici! Siate felici con il perdono, perché nulla più del perdono può cambiare le situazioni e rendere stabile la pace. Siate felici nella condivisione perché ogni miseria può essere sconfitta: basta non dichiararsi vinti finché non ci sia pane per tutti. Siate felici praticando la giustizia: perché senza non c'è umanità. Siate felici irradiando tenerezza: poiché è l'unico sole che possa permetterci di attraversare le notti e i giorni. Siate felici, ve lo auguro di cuore: io sono venuto, e sono nato per realizzarlo per voi. E mi impegno a questo: Parola di Dio".

     
     
 

Archivio