UNA PAROLA AL GIORNO
RIFLESSIONI QUOTIDIANE SULLA
PAROLA DI DIO
a cura di don Franco LOCCI
VENERDI' 1 DICEMBRE 1995
“Il
cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.
Signore, io amo la vita. Davanti al
mare e al cielo riesco
a meravigliarmi, mi affeziono e provo gioia davanti alle persone amate ma sono
ancora più felice per questa tua frase. Le tue parole non passeranno. Non
passerà la tua promessa di amicizia con gli uomini. Anche se stento a vederlo,
il tuo regno di giustizia, di verità, di pace, di amore verrà davvero e
pienamente. La croce si tramuterà in risurrezione. Chi mangerà il tuo pane
vivrà in eterno. Chi ascolta e vive la tua Parola è beato. Tu sei con noi
tutti i giorni, sei il buon Pastore che ci conduci alla vita. Grazie, Signore,
di questa tua parola immutabile e che ciascuno, amando Te e la tua parola in
essa trovi il senso della propria vita.
SABATO 2 DICEMBRE 1995
“State ben attenti che i vostri cuori non si appesantiscano
in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”.
Gesù sa benissimo come funziona la
nostra vita. E’
nostra quotidiana esperienza che quando lasciamo che nella nostra vita abbiano
il sopravvento le preoccupazioni materiali, il denaro,
DOMENICA 3 DICEMBRE 1995
“Vegliate, dunque...”.
Ecco l’Avvento con i suoi richiami psicologici e
liturgici. Sentir parlare di avvento per i cristiani praticanti significa far
scattare quel meccanismo
LUNEDI' 4 DICEMBRE 1995
“Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e
dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel Regno
dei cieli”.
Nessuno ha l’esclusiva del Regno di Dio. Dio è per tutti, tutti sono figli suoi, tutti sono invitati al Regno. Mi sembra bello che l’avvento di Gesù nella nostra vita cominci con questa prospettiva.
Nel Regno
si entra attraverso una porta stretta ma con un orizzonte enorme. Non è più
l’orizzonte delle religioni che relegano la salvezza all’appartenenza ad
un determinato gruppo o all’adempimento di determinate norme, ma è
l’orizzonte sconfinato di un Dio che si propone e invita tutti, di un Dio che
vuoi far festa con tutti gli uomini.
MARTEDI' 5 DICEMBRE 1995
“Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete”.
Questa beatitudine non è rivolta solo ai contemporanei di
Gesù ma anche a tutti coloro che “pur non avendo visto, crederanno”. I
nostri occhi materiali non hanno visto la venuta materiale di Gesù nel mondo ma
possono vedere la sua presenza concreta nella nostra vita, i nostri orecchi non
hanno sentito le parole concrete di Gesù sul Regno, ma grazie a Lui, il suo
Regno è già in mezzo a noi. Ecco allora la necessità di avere orecchi e occhi
che sappiano vedere ed ascoltare. Dio C'è, e oggi, come Padre, mi parla. Le
sue parole sono potenti ma discrete, si manifestano nella grandezza de].
creato e nella potenza della redenzione, ma solo chi ha gli occhi della fede
riesce a coglierle. L’Avvento, la venuta del Salvatore, è continuo. Il nostro
tempo di Avvento allora non è solo l’attesa di commemorare il Natale, è
l’incontrare quotidianamente Colui che viene a salvarci.
MERCOLEDI' 6 DICEMBRE 1995
“Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla; su
pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce, ristora l’anima
mia..
Una riflessione di Carlo Carretto:
Credere che Dio è il mio pastore, che mi conduce, che mi
chiama per nome mi dà tanta sicurezza e tanta tenerezza. La mia debolezza sta
nel sentirmi solo nella grande città.
GIOVEDI' 7 DICEMBRE 1995
“Non chiunque mi dice “Signore, Signore, entrerà nel
Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.
Una tentazione ricorrente quella di pensare che Dio possa comprarsi a base di parole e di formule. Gesù in tanti brani di Vangelo ci invita alla preghiera,ci dice anche di pregare incessantemente, di fidarci di Dio abbandonandoci a Lui, ma ci mette in guardia: la preghiera è un atto di fiducia, non una compravendita, è accettare la sua volontà, non avere la presunzione di ridurre Lui alla nostra volontà. Pregare è entrare con umiltà nel cuore di Dio, scoprire giorno per giorno il suo progetto di amore su noi, chiedere a Lui la capacità e la volontà di adeguarvisi e ripartire con forza.
Se vuoi sapere se la tua preghiera è vera, se è efficace, se ha toccato il
cuore di Dio, guardati: se dopo aver pregato sei cambiato, almeno nelle
intenzioni, se sei ripartito con coraggio, se hai realizzato un atto concreto di
carità, di perdono, di solidarietà, vuol dire che hai pregato davvero. Se non
è così, forse, bisogna cambiar modo di pregare.
VENERDI' 8 DICEMBRE 1995
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto”.
La festa dell’immacolata ci ricorda due cose: da una parte
la realtà del male e del peccato, dall’altra quella della Misericordia e
della Grazia.
SABATO 9 DICEMBRE 1995
“Gesù, vedendo le folle
né sentì compassione? perché
erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore”.
(Mt.
9,36)
Quante masse sfinite, sbandate vediamo. Migrazione di interi
popoli. Masse di persone anonime che gridano cercando giustizie, altre masse che
cercano divertimento diventando altrettanto anonime all’ultimo concerto rocK.
Masse di automobili con relativi uomini inscatolati che cercano lottando tra
loro di sfruttare al massimo gli ultimi cinque minuti prima di bollare la
cartolina.
DOMENICA 10 DICEMBRE 1995
“Comparve Giovanni Battista a predicare nel deserto”.
Giovanni inizia la sua predicazione nel deserto. Sembra
strano che una voce così importante che annunzia la venuta del Salvatore si
innalzi proprio nel deserto: chi l’ascolterà?
Riesco ancora a sentire che il Regno dei cieli è qui? riesco ancora a
capire che c’è molto da convertirmi, che ci sono montagne di egoismo da abbassare
e valli di vuoto da riempire per accoglierlo?
Con umiltà, sapendo di essere servi di un Dio che vuole
la salvezza di tutti, non dovremmo ricominciare con coraggio, come Giovanni
LUNEDI' 11 DICEMBRE 1995
“Sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla
terra di rimettere i peccati”.
Quando gli anni passano forse si ha più tempo di pensare e
di rivedere il cammino della propria vita, per cui mi capita sovente di incontrare anziani che, profondamente
rattristati, vengono a cercare il prete per chiedere
perdono di antichi peccati e sovente davanti alla domanda: “Ma di questo si è
già confessato?” mi sento rispondere:
MARTEDI' 12 DICEMBRE 1995
“Consolate, consolate il mio popolo”. (Is. 40,1)
Mi diceva un signore: “Io rischio di non andare più in
chiesa perché, pur sapendo di essere peccatore, di avere moltissime cose di cui
convertirmi, in certe chiese mi sento solo e sempre puntare il dito contro dal
predicatore: Siete tutti peccatori, l’inferno si apre sotto i vostri piedi...“Gli
rispondevo che anche Gesù non era molto dolce nei confronti del
peccato e che quindi certe tirate di orecchi ci stanno proprio bene, ma
dobbiamo anche ricordarci che “in cielo si fa festa anche per un solo
peccatore che si converte”, che Gesù è venuto non per condannare, ma per
salvare.
MERCOLEDI' 13 DICEMBRE 1995
“Levate in alto i vostri occhi”.
Quante volte la nostra giornata inizia sotto il peso delle
preoccupazioni. Sali su un tram, al mattino e ti trovi pigiato tra persone,
ciascuna chiusa in se stessa, con gli occhi assonnati e inespressivi che
guardano o in terra o lo scorrere di vie piene di uomini impazienti inscatolati
nelle loro macchine, e ti prende quasi la paura che il cielo non ci sia più
sopra quelle vie sporche, che il sole un bel giorno, stufo del suo solito giro,
abbia deciso di non splendere più, che l’uomo, macchina per lavorare, non
abbia prospettive.
GIOVEDI' 14 DICEMBRE 1995
“Dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il Regno dei
cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono”.
Molti vorrebbero che la conquista del Regno di Dio fosse come
una tranquilla passeggiata. Di certo Gesù non è per la violenza. Egli è la
pace di Dio con gli uomini. Lui stesso non userà mai violenza. E’ sempre
proposta, mai imposizione. Preferirà morire piuttosto che difendersi con
potenza. Eppure dice che bisogna usare violenza per entrare nel suo Regno. Ma
quale violenza? Quella che dobbiamo fare contro noi stessi, contro il nostro
egoismo. Non è forse violenza”, dura prova, cambiare mentalità, passare
dal materialismo al dono per gli altri, fare scelte di volontariato, accettare
di essere presi in giro per la fede?
VENERDI' 15 DICEMBRE 1995
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo
cantato un lamento e non avete pianto”.
Gesù, come sempre, con due battute, stigmatizza un certo
comportamento. Ci sono persone (e chiediamoci se almeno in alcuni
atteggiamenti non facciamo anche noi parte della compagnia) che non sono mai
contente. Persone sempre disposte a piangersi addosso. Persone che non sanno
gioire. Persone che si lamentano di tutto e di tutti. Anche con Dio qualche
volta ci comportiamo così: da Lui abbiamo ricevuto la vita ma ne vediamo solo
gli aspetti negativi, è provvidenza continua per noi e ci lamentiamo per le
cose che ci mancano e sindachiamo sul suo modo di operare; ci ha donato suo
Figlio e noi non apprezziamo il suo perdono, la sua Parola; facciamo parte del
suo popolo e noi vediamo solo le magagne della Chiesa. Oltretutto, queste
persone e noi, quando siamo così, diventiamo contagiosi, spargiamo il virus
del pessimismo, della tristezza, della non voglia di vivere mentre dovremmo
essere gioiosi annunciatori di speranza. Il mondo che di mugugni ne ha già
tanti, ha sete di un tuo sorriso.
SABATO 16 DICEMBRE 1995
“In quei giorni sorse Elia come fuoco; la sua parola
bruciava Come fiaccola”.
E’ naturale che ciascuno di noi abbia paura di bruciarsi!
Per cui ci teniamo alla larga dal fuoco. Anche la Parola di Dio che può
scuoterci dalle nostre abitudini, la prendiamo alla larga, ci cauterizziamo
contro le sue bruciature. Quando ripenso a quasi 25 anni di predicazione della
Parola e mi vedo ancora così distante da essermi lasciato cambiare da essa,
quando vedo una comunità amorfa, passiva dopo tanti anni di Parola di Dio, mi
dico che invece di lasciarci trasformare abbiamo indossato una tuta di
amianto.
DOMENICA 17 DICEMBRE 1995
“Giovanni, che era in carcere, mandò a chiedere a Gesù:
Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”.
Caro Giovanni, come ti ringrazio per questa domanda che hai
fatto mentre eri in carcere! Tu che hai giocato la tua vita per il Cristo, tu
che hai fatto, per essere suo messaggero, la vita dura del deserto; tu che hai
gridato con forza nel suo nome, tu che hai rinunciato addirittura ai tuoi
discepoli per mandarli dietro a Lui, tu che sei finito in carcere per essere
fedele alla Parola di Dio, hai anche tu i tuoi dubbi, hai anche tu bisogno di
conferme. Caro Giovanni, come ti sento vicino in questo! Anch’io mi pongo le
tue domande, anch’io vorrei delle conferme, vorrei essere sicuro di aver
giocato bene la mia vita.
LUNEDI' 18 DICEMBRE 1995
“Destatosi dal sonno, Giuseppe, fece come gli aveva
ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”.
S. Giuseppe è davvero l’uomo della fede. Una fede non
parolaia ma ben radicata nella vita. Se prima di questo sogno aveva cercato
di risolvere il suo problema con una soluzione umana rispettosa di Maria, ora
che ha la prova (un sogno!?) che Dio lo ha scelto per una missione, tace davanti
al mistero, si rende disponibile, dice il suo sì incondizionato, gioisce
silenziosamente nel sentirsi partecipe del mistero del Messia.
MARTEDI' 19 DICEMBRE 1995
“Dirò le meraviglie del Signore. Ricorderò che tu solo
sei giusto”.
In questi giorni della novena di
Natale, penso che una
delle cose da riscoprire sia proprio la meraviglia. Non solo la meraviglia dei
più piccoli che forse sentono ancora il “magico” di queste feste che stiamo
preparando, ma la meraviglia profonda della fede che ci fa stupire davanti a un
Dio che per amore si incarna e si fa bambino. La meraviglia del sentirci amati,
la gioia di essere perdonati, la speranza di essere chiamati ad essere anche
noi “figli nel Figlio”, il desiderio di cantare e di gridare al mondo
che quel Bambino è fratello di tutti, il desiderio che altri, tutti
partecipino a questa festa.
MERCOLEDI' 20 DICEMBRE 1995
Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore”.
La porta dell’umanità che si era chiusa dietro le spalle
di Adamo ed Eva si riapre grazie alla disponibilità totale di Maria e quel Dio,
pellegrino di Amore trova ospitalità tra gli uomini che viene a salvare.
Quante volte ho chiesto: “Che cosa vuoi da me, Signore?”,
“fammi capire la tua volontà”. Ma la risposta è poi semplice. Il Dio che
viene non viene a portarmi via nulla, non mi chiede cose grandiose, chiede
accoglienza per poter abitare con me, in me. Maria, con il suo realismo di donna
pratica ha chiesto alcune spiegazioni all’angelo, ma come questo le ha detto
di lasciar fare allo Spirito Santo, si è fidata.
GIOVEDI' 21 DICEMBRE 1995
“In quei giorni Maria si mise in viaggio".
Ieri meditavamo sulla disponibilità e accoglienza di Maria,
oggi il Vangelo ci fa capire che Maria non solo accoglie ma porta Gesù, non
solo è serva di Dio ma anche serva degli uomini. Accogliere Gesù non
significa tenerselo per sé, coccolarselo, escludersi in una specie di paradiso
terrestre ma significa andare, portare Gesù. E così Maria con questo viaggio
lungo che la porta nelle vicinanze di Gerusalemme non solo porta Gesù nella
casa di Zaccaria, Elisabetta e Giovanni, ma anticipa a Gesù stesso il viaggio
che Lui dovrà fare per andare a donare la sua vita per noi.
VENERDI' 22 DICEMBRE 1995
Maria disse: “L’anima mia
magnifica il Signore”.
Un cuore pieno non può che lasciar
traboccare ciò che ha
dentro. Dal cuore di Maria traboccano la meraviglia, la gratitudine, la fede,
la disponibilità, la gioia. Tutto questo si trasforma in parole che, guarda
caso, non sono neanche “originali” in quanto il Magnificat è una preghiera
fatta di parole e di preghiere che già ci sono nella Bibbia. Maria ha
talmente “macinato”, pregato queste parole che le escono spontanee dal
cuore.
SABATO 23 DICEMBRE 1995
“In quei giorni, per Elisabetta, si compì il tempo del
parto e diede alla luce un figlio”.
Ogni qual volta nasce un bambino il mondo si trasforma. Tutti
si dedicano a questo piccolo essere e la gioia che irradia da lui vince quel
distacco che gli uomini inalberano per tenersi lontani a vicenda. Si crea una
sorta di fratellanza di tutti verso tutti. Ci dice speranza la nascita di un
bambino. Ma la nascita di Giovanni Battista ci dice ancora di più. Dio non si
è stancato della nostra umanità. Dio è fedele. Da due anziani nasce un
figlio ed è come se il vecchio tronco, sfatto
DOMENICA 24 DICEMBRE 1995
“Essa partorirà un Figlio e tu lo chiamerai Gesù”.
Un giorno, raccontando ai bambini la leggenda di S. Martino
che divise il suo mantello e ne diede la metà ad un mendicante nudo, fui
interrotto da un bimbetto che diceva: “Il mendicante era Dio!”. E subito un
altro intervenne:
“Martino ha fatto bene”. Chiedo: “Perché?” La
risposta fu semplice: “Se no Dio sarebbe morto di freddo”.
LUNEDI' 25 DICEMBRE 1995
“E il Verbo si è fatto carne”.
Ogni essere umano è una finestra la splendida, grandiosa
finestra di una cattedrale.
MARTEDI' 26 DICEMBRE 1995
“E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva:
Signore Gesù, accogli il mio spirito”.
San Luca, negli Atti degli Apostoli, ci narra la “passione
e morte” del primo martire cristiano, il diacono Stefano, quasi con le stesse
parole della passione di Gesù.
MERCOLEDI' 27 DICEMBRE 1995
“Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo
anche a voi”.
Oggi è la festa di uno che “ha veduto”. Giovanni ha
seguito Gesù, lo ha ascoltato, ha messo il suo capo sul cuore di Gesù, ha
accolto Maria in casa sua, uno che pieno di Gesù lo annuncia.
GIOVEDI' 28 DICEMBRE 1995
"Erode mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme”.
Ci stupiamo della crudeltà di un re che per paura che
qualcuno gli insidi un trono fa uccidere dei bambini, ma il mondo non è sempre
lo stesso? Quante “interruzioni di gravidanza” solo perché “non sono
disponibile ad accogliere un figlio”, “mi disturba nel mio lavoro”. E si
ha la sfacciataggine di chiamare un figlio indesiderato un “incidente”.
Quanti bambini massacrati in guerre e combattimenti voluti da potenti, quanti
ne muoiono di fame e quanti bambini “uccisi‘ perché privati di affetto.
VENERDI' 29 DICEMBRE 1995
“Il vecchio Simeone prese il Bambino tra le braccia e
benedisse Dio”. (Lc.
2,28)
C’è un antico modo di intendere che ci dice che vecchi e
bambini arrivano ad avere molto in comune per cui si capiscono
vicendevolmente. Non so sia vero, comunque questa scena di Gesù preso tra le
braccia del vecchio Simeone e offerto a Dio mi dà l’idea di un mondo vecchio,
malandato, ma che finalmente, in mezzo a tutte le sue magagne ha un lampo di
luce e riconosce un’antica speranza in quel Bambino che viene a
ringiovanirlo.
E’ l’ora di risvegliarci, di tentare con Lui di
rinascere. E con Lui si può rinascere anche a 90 anni!
SABATO 30 DICEMBRE 1995
“Il Bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e
la grazia di Dio era sopra di Lui”.
Il Vangelo certo non indulge a particolari circa 30 anni di
vita di Gesu. Questo versetto raccoglie la crescita e tutta la prima parte della
vita di Gesù. A noi, abituati alla managerialità, sembra uno spreco di tempo.
L’atteso da secoli, passa la maggioranza del tempo, a fare “cose inutili”
come giocare, andare a scuola, imparare a fare il falegname.
DOMENICA 31 DICEMBRE 1995
“La Parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente”.
In questa ultima paginetta dell’anno voglio ringraziare con
voi il Signore.