UNA PAROLA AL GIORNO
RIFLESSIONI QUOTIDIANE SULLA
PAROLA DI DIO
a cura di don Franco LOCCI
OTTOBRE
1995
DOMENICA
1 OTTOBRE 1995
“C’era
un uomo ricco…”.
Il
ricco e Lazzaro: da un lato un uomo semplicemente definito “ricco”, senza
altri attributi, non è neanche un “ricco cattivo”. Dall’altra c’è
Lazzaro, il cui nome significa: “Dio aiuta”. Quest’ultimo non chiede
nulla: è presente e basta. Ma tra i due si avverte una distanza invalicabile.
Il ricco non riesce neanche ad accorgersi di Lazzaro.
LUNEDI'
2 OTTOBRE 1995
“Guardatevi
dal disprezzare uno solo di questi piccoli perché vi dico che i loro angeli nel
cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
Ogni
uomo è importante davanti a Dio. Lui non guarda le apparenze, i successi, i
piccoli poteri umani, Lui guarda a suo figlio, Il pensare oggi al fatto che non
solo abbiamo un ‘ anima immortale ma abbiamo anche un angelo che Dio ha messo
al nostro fianco per aiutarci nel cammino e per indicarci la meta, ci dice la
bontà del Padre, il suo amore vigilante e la speranza di poter anche noi
arrivare a vedere il volto di Dio. Ma oggi, pensando agli angeli custodi, mi
viene in mente che Dio nella sua bontà ha scelto anche me per essere
“angelo”, cioè annunciatore di Lui agli altri. Posso essere angelo con la
preghiera, con la parola, con la carità, con la pazienza, con la testimonianza,
con la condivisione...
MARTEDI'
3 OTTOBRE 1995
“Signore,
vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?”.
La
tentazione di invocare i fulmini di Dio sui cattivi o su coloro che non la
pensano come noi, è sempre presente: pensate
alle guerre di religione, quelle grandi che ancora oggi arrossano di sangue il
mondo e quelle piccole che dividono all’interno delle nostre comunità
cristiane dove a volte si lanciano anatemi a persone della stessa fede solo
perché appartengono a gruppi diversi. E’ il solito peccato: diventare noi
giudici prendendo il posto di Dio. Lui solo conosce i cuori, Lui solo sa tutto,
Lui solo può giudicare. E il giudizio di Dio non è per la distruzione ma per
la salvezza. “Dio è paziente, lento all’ira, pieno di grazia e di misericordia”.
Gesù non è venuto a condannare ma a dare la vita per la salvezza dei
peccatori. Lo
Spirito non è uno spirito di distruzione ma di vita. Se quando siamo adirati,
con voglia di vendicarci, pensassimo alla pazienza che Dio ha con noi, ci
calmeremmo e offriremmo sempre una possibilità ai fratelli perché “se non vi
perdonerete tra voi, neanche il Padre celeste perdonerà i vostri peccati”.
MERCOLEDI'
4 OTTOBRE 1995
“Quanto
a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo”.
Ci
sono figure nella Chiesa che le hanno fatto più bene di tanti Concili Ecumenici,
piani pastorali, organizzazioni varie. Francesco d’Assisi e tanti altri santi
hanno un segreto così semplice e lampante che dovrebbe essere evidente per noi:
erano innamorati di Dio. Non c e bisogno di altro. Se sei innamorato, prendi sul
serio il Vangelo, hai a cuore i fratelli, trovi gioia nel cuore del Signore e
non ti fermi alle cose, sai trasformare in amore anche le croci.
GIOVEDI'
5 OTTOBRE 1995
“Non
salutate nessuno lungo la strada”.
Se
leggiamo questa frase di Gesù isolata dal suo contesto ci può lasciare
perplessi. Gesù che insegna la carità ci invita alla maleducazione? Gesù sta
mandando i discepoli in missione e li mette in guardia contro i “lupi” che
cercano in ogni modo di impedire l’annuncio del Vangelo: non bisogna dar adito
ad essi con le chiacchiere vane, cioè non è con i salamelecchi, con le
discussioni da salotto che si attira la benevolenza degli altri e la parola di
Dio non ha bisogno di troppi contorni.
VENERDI' 6 OTTOBRE 1995
“Chi
ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me
disprezza Colui che mi ha mandato”.
Gesù
identifica a sé i discepoli. Noi cristiani parliamo a nome di Gesù, agiamo a
nome di Gesù, siamo la presenza di Gesù sulla terra: quale grande
responsabilità!
SABATO
7 OTTOBRE 1995
“Non
rallegratevi perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che
i vostri nomi sono scritti nei cieli”.
Anche
nella religione siamo portati a quantificare, quasi che la fede aumenti o
diminuisca a seconda dei battesimi, della partecipazione alle messe, o peggio
ancora dalle offerte raggranellate. Gesù ci insegna ad essere servi ma anche
servi inutili che dopo che hanno fatto tutto quello che devono fare lasciano al
Signore che faccia Lui. Noi siamo seminatori chiamati a buttare il seme a tempo
opportuno e inopportuno, in terreno buono, sassoso o spinoso, ma chi fa crescere
e raccoglie è Dio stesso. Qual è la nostra gioia? E’ essere consapevoli che
Dio si fida di noi, nonostante tutto, e ci affida la sua Parola e questo fa sì
che noi siamo nel suo cuore, che i nostri nomi siano destinati all’eternità
del suo amore.
DOMENICA
8 OTTOBRE 1995
Gli
Apostoli dissero al Signore: “Aumenta la nostra fede”
S.
Tommaso d’Aquino ci suggerisce oggi, con questa preghiera, un modo concreto
per chiedere al Signore di aumentare la nostra fede.
(S. Tommaso d’Aquino)
LUNEDI'
9 OTTOBRE 1995
“E
chi è il mio prossimo?”.
Anch’io,
come quel dottore della legge, ti faccio questa domanda, Signore. So benissimo
che la parola ‘prossimo’
MARTEDI' 10 OTTOBRE 1995
"Marta,
Marta tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una cosa sola è la cosa di
cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore”.
Un
eremita si recò un giorno a visitare un convento. Mentre l’abate lo accompagnava
in giro, l’eremita continuava ad esprimere la sua meraviglia nel vedere i
monaci intenti ai vari lavori manuali.
MERCOLEDI' 11 OTTOBRE 1995
“Signore,
insegnaci a pregare”.
Come
gli apostoli, anche noi siamo sempre alla ricerca della migliore formula di
preghiera. Ma Gesù, insegnando il Padre Nostro non ci consegna una formula ma i
modi e gli atteggiamenti della preghiera. A proposito di preghiere vere o false,
ecco un gustoso aneddoto dei Padri del deserto.
GIOVEDI'
12 OTTOBRE 1995
“Il
Padre celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono”.
Gesù,
insegnandoci a pregare, ci invita a chiedere con fiducia a Dio. Ma noi sappiamo
che cosa chiedere? Il nostro sguardo spesso è molto limitato e noi chiediamo
cose che ci sembrano giuste e opportune al momento ma che poi non sappiamo siano
proprio le migliori per noi e per gli altri. E’ per questo che Gesù ci dice:
chiedete prima di tutto lo Spirito Santo. Dio desidera darci il suo Spirito. Se
noi abbiamo lo Spirito di Gesù, lo Spirito di Verità, ci avviciniamo sempre più
al pensiero di Dio. Se abbiamo lo Spirito Consolatore, non ci sentiamo soli
neanche nel momento in cui certe nostre richieste non sono accolte. Se abbiamo
lo Spirito di Amore, impareremo da Lui ad amare. Se abbiamo lo Spirito della
Vita ameremo la vita, guarderemo con più ottimismo alle creature.
VENERDI'
13 OTTOBRE 1995
“Chi
non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde”.
Con
Gesù non possono esserci mezze misure, non si può essere con Lui e con il
mondo, non ci si può nascondere dietro ruoli e compiti.
SABATO
14 OTTOBRE 1995
“Beati
Coloro che ascoltano Parola di Dio e la osservano”
Dio
è così lontano. così misterioso Come ascoltarlo?. Dio ci ha lasciato
tanti segni della sua presenza, noi stessi Siamo un suo segno e ci ha dato una
sua lunga lettera: la Bibbia. Un apologo ebraico narra di un Principe che viveva
lontano dal padre e si strugge di nostalgia non potendosi incontrare con lui. Un
giorno gli arrivò una lettera del re e il SUO cuore si rallegrò ma prese anche
pena: “Ah, se potessi tornare a vedere mio padre e se solo lui mi tendesse la
sua mano! Con che gioia ne bacerei Ogni dito! Oh padre mio, oh mio maestro, oh
luce dei miei occhi! Oh, se potessi toccare la tua mano!” Stava ancora
desiderando di rivedere il padre e di poterlo abbracciare, quando un pensiero
gli sfiorò la mente: “Non ho forse in mano una lettera di mio padre? E questa
lettera non è forse stata scritta dalla sua mano? Uno scritto del Re non è
forse opera delle sue dita?” Accarezzò la lettera, se
la strinse al cuore e disse: “Lo scritto del Re è la mano del Re”.
DOMENICA
15 OTTOBRE 1995
“Non sono stati guariti tutti e dieci? E
gli altri nove dove sono”
E’
una desolazione bruciante quella dell’ingratitudine, e l’abbiamo sperimentata
tutti. Hai dato il tuo tempo, il tuo interesse ad una persona e, questa, quando
ha risolto i suoi problemi, sparisce; hai imprestato, magari con fatica, dei
soldi ad un amico che era venuto a piangere da te e poi non solo non hai più
visto i soldi ma neanche l’amico. Gesù ha guarito dieci lebbrosi e uno solo
torna a dire grazie.
LUNEDI' 16 OTTOBRE 1995
“Questa
generazione cerca un segno”.
(Lc. 11,29)
Non
è solo quella dei contemporanei di Gesù la generazione che cerca dei segni, ma
anche noi continuamente cerchiamo segni. Corriamo volentieri dietro l’ultimo
santone di turno, leggiamo i oroscopi o addirittura frequentiamo maghi per
sapere il nostro futuro, ci lasciamo avvincere dall’ultimo presunto miracolo,
andiamo a pregare in quella chiesa perché lì c’è quel determinato prete che
“guarisce i malati”, non come in parrocchia dove si prega solo, e ci
dimentichiamo dell’unico vero segno che è Gesù Cristo, morto e risorto
per noi. E’ Gesù la salvezza, il perdono, la I guarigione vera, suoi segni
sono la Parola e i sacramenti. Non fidiamoci i troppo delle religioni
fenomeno da baraccone dove il piccolo segno appariscente rischia di far
scomparire Gesù Cristo o di ridurlo al toccasana delle nostre necessità.
MARTEDI'
17 OTTOBRE 1995
“Date
in elemosina quel che c'é dentro”.
Può
sembrare strana questa “elemosina” che il Signore ci chiede. Noi solitamente
pensiamo all’elemosina come al prendere qualcosa di nostro, siano soldi o
cose, per farne parte agli altri. Gesù invece ci invita a dare il nostro cuore,
il nostro tempo, i nostri sentimenti. Mi sono reso conto tante volte della verità
di questa affermazione nel passaggio continuo, quotidiano di tanti poveri e
barboni. E’ vero che cercano denaro, ne hanno bisogno! Ma spesso cercano un
amico per una parola benevola, per un consiglio, per non sentirsi soli. Sono
tanti e certamente non si riesce a stabilire un rapporto sereno con tutti, ma
quando riesco a parlare con qualcuno di loro, ad ascoltarli con pazienza, a
condividere qualche loro pena, vedo che sono più contenti di questo che delle
poche mille lire. E quando riesco, pur in mezzo alle tante “fregature” che
mi prendo, sono più contento anch’io.
MERCOLEDI'
18 OTTOBRE 1995
“In
qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa”.
Compito
di ogni cristiano è testimoniare Gesù. E Gesù è la pace di Dio. Non pace nel
senso che tutto va bene, senza intoppi, ma pace ritrovata tra Dio e gli uomini
che fonda lo sforzo di pace tra fratelli. Primo compito del testimone, allora,
è quello di augurare questa pace e di portarla con la sua persona. Ma la pace
non sempre è così facile. Bisogna prima di tutto essere in pace con Dio e con
se stessi e poi bisogna che anche l’altro accolga e desideri la pace. E’ per
questo che anche tra cristiani ci sono momenti di lotta, di incomprensione, di
non pace. La vera pace, allora non sono i compromessi, le doppie facce, il far
finta che..., e ricercare Dio, fondamento del vero amore ed è solo Lui che può
farci trovare le strade, a volte sofferte, della vera pace.
GIOVEDI'
19 OTTOBRE 1995
“Guai
a voi dottori della legge, che avete tolto
la chiave della scienza. Voi non siete entrati e a quanti volevano
entrare lo avete impedito”.
(Lc. 11,52)
Più
di una volta mi è capitato di partecipare a celebrazioni anche importanti che
richiamano migliaia di persone e di trovarmi davanti a un celebrante che invece
di infervorarsi e trasmettere la gioia di una celebrazione, la festa della
comunità, la parola di Dio viva, era di una freddezza formale, di una verbosità
rituale e compassata che alla fine della celebrazione, al di là della preghiera
e del “bagno di folla” non ho portato con me proprio nulla. Quanto è triste
trovarsi anche oggi davanti a ‘‘dottori della legge che con arzigogoli
verbali sembrano conoscere tutte le ultime novità della interpretazione
biblica, ma che impediscono alla novità della parola di Dio di penetrare nei
cuori e nella vita. Anche noi diventiamo “dottori della legge” quando usiamo
della Parola di Dio per giustificare i nostri comodi, quando pensiamo di essere
cristiani perché siamo formali osservanti, quando abbiamo la presunzione di
spiegare i misteri di Dio con facili formule. Il “Guai” di Gesù è per
metterci in guardia: la parola di Dio ridotta così non serve né a noi, né
agli altri.
VENERDI' 20 OTTOBRE 1995
“Guardatevi
dal lievito dei farisei che è l’ipocrisia”.
Sono
tante le forme di ipocrisia che investono l’uomo, una di queste è l’ipocrisia
dell’orgoglio anche nelle cose buone.
SABATO
21 OTTOBRE 1995
“Abramo,
sperando contro ogni speranza divenne padre di molti popoli”.
Su
questa terra c’è un popolo che nell’umanità ha fiducia.
DOMENICA 22 OTTOBRE 1995
“Gesù
disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre”
“Ho
pregato, ho pregato tanto, ma Dio non mi ha ascoltato”, è la frase che
sentiamo spesso dire e che in certe occasioni abbiamo detto anche noi. Gesù,
con la parabola della vedova importuna suggerisce il rapporto che collega la
preghiera alla fede.
Sai
chi ha revocato il decreto celeste che doveva scatenare una catastrofe sul
nostro popolo? domandò il Baal—Shem a Rabbi Nahman di Horodenko. Te lo dirò
LUNEDI'
23 OTTOBRE 1995
“Anche
se uno è nell’abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni”
Oggi
vi offro due aneddoti, ciascuno li applichi alla sua vita.
L’imperatore
Napoleone organizzò a Parigi un magnifico ricevimento. Portò nella grande sala
anche il suo piccolo figlio. Ma questi non prestava attenzione ai quadri
stupendi sulle pareti, né ai tavoli apparecchiati con raffinata ricchezza, né
ai vestiti elegantissimi dei principi, dei conti e delle loro mogli. Attraverso
la finestra guardava la strada.
Continuando
a guardare attraverso la finestra i bambini che giocavano per strada, nella
sabbia e nel fango, il figlio rispose: Vorrei andare a giocare con loro.
All’economo
che gli faceva notare di non avere più una lira per le spese tanto ordinarie
che straordinarie, san Vincenzo De’ Paoli, con viso sereno, rispose: — Che
bella notizia! Sia lodato Iddio! — E’ arrivato il momento di mostrare la
nostra fiducia nella Provvidenza. I tesori della bontà di Dio sono infiniti, e
la nostra mancanza di fiducia lo disonora.
MARTEDI'
24 OTTOBRE 1995
“Siate
pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese”.
Quando,
negli anni del seminario, si arrivava all’ultimo giorno degli esercizi
spirituali, si viveva la “giornata della paura”, infatti ogni buon
predicatore si sforzava di trovare tutti gli esempi più truci per mettere in
guardia dalla morte improvvisa che può coglierti in ogni momento, e se ti
arriva addosso mentre sei in peccato mortale, ecco spalancarsi le fiamme eterne
dell’inferno. Mi sono sempre chiesto che cosa significa “essere pronti”.
Non credo che significhi vivere con la paura addosso. Un figlio che sa di avere
un padre buono non ha paura di Lui e anche se sa di aver sbagliato nei suoi
confronti, confida più nella sua misericordia che sul timore delle punizioni
che gli verranno inflitte.
MERCOLEDI'
25 OTTOBRE 1995
“Il
Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate”.
Sovente
la nostra vita è stata paragonata a un viaggio in treno che, lanciato a grande
velocità, procede attraverso città e campagne e qualche volta si infila in
gallerie più o meno lunghe. Noi siamo dunque in viaggio. Forse siamo passati
sotto più di una galleria oscura: un lutto, un incidente, una malattia, una
delusione. Il treno ha appena rallentato la sua corsa ma poi ha ripreso la sua
andatura normale. Abbiamo ritrovato giorni soleggiati, pianure verdeggianti. Ma
ricordiamo, questo treno ha una meta, un capolinea. Lì dobbiamo arrivare. Noi
non sappiamo quanto duri ancora il viaggio ma la meta ci attende. Accettare Gesù
Salvatore è riconoscere la meta ed è arrivarci in qualunque momento sapendo
che non ci deluderà.
GIOVEDI' 26 OTTOBRE 1995
“Pensate
che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la
divisione”.
Gesù,
il Risorto, quando appare saluta sempre dicendo: “Pace a voi”. Sulla grotta
di Betlemme gli angeli augurano: “Pace agli uomini di buona volontà”. Tutto
il messaggio di Gesù è un messaggio di pace e fratellanza, e poi Gesù ci dice
che non è venuto a portare pace ma divisione? Non è un contrasto? O non sarà
forse un modo diverso il suo di intendere la pace?
VENERDI'
27 OTTOBRE 1995
“C’è
in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo”.
San
Paolo fa propria la nostra esperienza:quante volte sappiamo qual è il bene,
desideriamo anche farlo, pensiamo che sia giusto e... ci troviamo a fare
l’opposto, a non essere coerenti, a vedere che il male sembra essere più
forte del bene, a trovarci scontenti di noi. Ma allora, siamo o non siamo liberi?
S. Paolo risponde così: l’unica strada per capire, comprendere e vivere il
grande dono della libertà, è quella di riconoscere la tua incapacità a salvarti,
a liberarti da solo, ed è quella di riconoscere la possibilità di uscire da
noi stessi affidandoci a Dio. Paolo ci dice: per essere veramente libero accetta
di essere schiavo di Dio e Lui ti renderà creatura nuova capace, con la sua
forza, di realizzare te stesso e di vincere il male.
SABATO
28 OTTOBRE 1995
“Voi
siete concittadini dei Santi e familiari di Dio”.
Ci
sono dei termini che proprio perché usati in continuazione, a volte non richiamano
più in pienezza il loro significato. “Noi siamo Figli di Dio” cioè noi
siamo per Dio come Gesù. Dio è mio Padre come e ancor più del mio padre
terreno. lo sono realmente imparentato con la Trinità. “Noi siamo fratelli”
cioè ogni uomo è mio fratello vero perché figlio dello stesso Padre, fratello
di Gesù e questa parentela va anche oltre al tempo: io sono fratello vero dei
santi, dei martiri, degli Apostoli. Nella mia famiglia hanno posto S. Francesco,
Don Bosco, San Giovanni, San Tommaso... Parte di questa mia famiglia vede già
il volto di Dio. Maria non è mia Madre per figura ma mi ha per figlio come ha
per figlio Gesù.
DOMENICA
29 OTTOBRE 1995
“Due
uomini salirono al Tempio a pregare”.
Giovanni
Climaco, un monaco del Sinai, vissuto tra il 500—600 ci dà questa preziosa
riflessione:
Quando
preghi, non farti scoppiare il cervello per trovare le parole. Molte volte il
semplice e monotono balbettio dei fanciulli ha placato il Padre loro che sta nei
cieli.
LUNEDI'
30 OTTOBRE 1995
“E
se siamo figli di Dio, siamo anche eredi; eredi di Dio e coeredi di Cristo”.
“Chi
sono gli eredi?” E’ una delle domande più comuni che sorge quando muore una
persona facoltosa. Per rispondervi bisognerà consultare il suo testamento.
MARTEDI' 31 OTTOBRE 1995
“Tutta
la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto”.
L’uomo
e la creazione da sempre sono legati. L’uomo stesso è parte della creazione.
Il suo rapporto con la natura però non sempre è idilliaco. La natura ha le sue
leggi a volte terribili, per di più l’uomo ha sovente violentato la natura,
l’ha sfruttata indebitamente con le conseguenze catastrofiche di cui oggi
spesso piangiamo.