UNA PAROLA AL GIORNO
RIFLESSIONI QUOTIDIANE SULLA
PAROLA DI DIO
a cura di don Franco LOCCI
SETTEMBRE
1995
VENERDI'
1 SETTEMBRE 1995
“Ciascuno
sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto".
Ci
facciamo aiutare da una riflessione di Cirillo di Gerusalemme:
Non
credere a chi sostiene che il nostro corpo non ha niente a che fare con Dio. Tra
parentesi, quelli che considerano il corpo una realtà perversa molto spesso ne
abusano per azioni impure.
SABATO 2 SETTEMBRE 1995
“E
il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre”.
Racconta
una parabola araba:
DOMENICA 3 SETTEMBRE 1995
“Figlio,
nella tua attività, sii modesto”.
Don
Alessandro Pronzato dice che un giorno, un amico in vena di paradossi,
LUNEDI'
4 SETTEMBRE 1995
“All’udire
queste parole furono pieni di sdegno contro Gesù, e lo cacciarono fuori dalla
città”.
La
parola di Gesù non viene accettata dai suoi concittadini. Spesso anche la
nostra parola non viene accettata, ma è giusto angosciarci?
MARTEDI'
5 SETTEMBRE 1995
“Come
un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore”.
Un
giovane sacerdote confidò un giorno a San Filippo Neri:
—
Qui a Roma è facile a molte persone fare fortuna. Spero anch’io di avere
buona sorte, e di ottenere, prima o poi, uno zucchetto da Monsignore.
MERCOLEDI'
6 SETTEMBRE 1995
“Noi
rendiamo continuamente grazie a Dio per voi in vista della speranza che vi
attende nei cieli”.
GIOVEDI'
7 SETTEMBRE 1995
Simon
Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: “Signore, allontanati da
me che sono peccatore”.
(Lc.
5,8)
Qualcuno
dice che le religioni instillano il senso del peccato per tener soggiogati gli
uomini. Se fosse così sarebbe una mistificazione mostruosa. Da dove nasce il
senso del peccato? Prima di tutto dal riconoscere la santità di Dio con cui
sono chiamato a confrontarmi. Pietro, solitamente sicuro di sé e orgoglioso
si butta ai piedi di Gesù quando riconosce che Lui è grande, e davanti a Lui
riconosce la sua miseria. L’essere peccatori non è allora solo riconoscere
quel tal peccato nella mia vita, ma accettare nel chiedere misericordia quella
che è la realtà di miseria, di finitezza, di pochezza della nostra vita in
confronto alla grandezza, potenza di Dio. Ma è anche un atto non fine a se
stesso, non è un degradarsi, un denigrarsi, perché nel momento in cui tu ti
inginocchi hai già trovato Colui che ti libera, ti eleva, ti salva.
VENERDI'
8 SETTEMBRE 1995
“Essa
partorirà un Figlio e tu lo chiamerai Gesù”.
Ogni
nascita dovrebbe essere una festa. E’ la gioia di una vita nuova che Dio ha
donato chiamando una creatura a partecipare alla vita eterna. Di questo
dovremmo essere sempre grati. Ma il nostro ringraziamento oggi si fa ancora più
grande pensando alla bontà del Signore che ha pensato, chiamato alla vita e
donato a noi la Vergine Maria. Piena di Spirito Santo, colei che nasce è già
la figlia di Dio chiamata ad essere la Madre del Salvatore, l’unigenito
Figlio di Dio e in Lui la Madre nostra che ci dona suo Figlio e vuole portare
noi a Lui. Tutti i grandi santi e una schiera immensa di persone umili hanno
avuto devozione a Maria come a colei che realizzando per prima la risposta
dell’umanità a Dio anticipa e intercede affinché noi possiamo rispondere
anche oggi alle chiamate di Gesù. Non abbiamo paura di essere devoti a Maria.
Ogni vera devozione a Lei è per andare con Lei a Lui.
SABATO
9 SETTEMBRE 1995
“Restate
fondati e fermi nella fede e non vi lasciate allontanare dalla speranza
promessa nel Vangelo che avete ascoltato”.
Quante
volte vorremmo essere diversi da quello che siamo. Non ci piace il nostro
carattere, siamo disgustati dalle reazioni negative che abbiamo in certe
circostanze, ci vergogniamo dei sentimenti che possiamo provare verso certe
persone.
DOMENICA
10 SETTEMBRE 1995
“Quale
uomo può conoscere il volere di Dio?”.
Non
c'é nessuno che possa vantare una specie di monopolio, di esclusiva, a riguardo
della volontà di Dio. A nessuno è consentito “gestire”, come possesso
personale, la verità, e amministrarla con uno stile di tronfia sicurezza.
Nessuno può sostituirsi a Dio. E neppure è corretto contrabbandare come
volontà di Dio ordini che tradiscono mentalità e finalità molto umane. li.
saggio, che intende possedere la sapienza del cuore, deve avere molta familiarità
con la preghiera, l’adorazione, la contemplazione. E deve adottare uno stile
di modestia, umiltà, discrezione, rispetto nei confronti di coloro che vanno
aiutati.
LUNEDI'
11 SETTEMBRE 1995
“Sono
lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello
che manca ai patimenti di Cristo”.
Si
può dirsi felici mentre si soffre? Umanamente no! Siamo fatti per star bene,
per aver felicità. Eppure Paolo dice di essere lieto per le sofferenze subite
per il Vangelo. Paolo non amava la sofferenza in sé, anzi cercava di
difendersene quanto poteva, ma amava il Vangelo, Gesù e i fratelli e per
questo era disposto a tutto. Gesù con il dono totale di se stesso ci ha
insegnato a “perdere la vita per guadagnarla” e Paolo, nella sofferenza, si
sente unito a Cristo. Se anche noi sapessimo indirizzare bene le nostre
sofferenze! Invece di ribellione ci sarebbe donazione, invece di commiserarci
potremmo offrire e riusciremo a trasformare le lacrime del corpo in un sorriso
dell‘anima.
MARTEDI'
12 SETTEMBRE 1995
“Con
Lui infatti siete stati sepolti insieme nel battesimo, in Lui siete stati
insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai
morti”.
(Col.
2,12)
I
primi battisteri cristiani erano delle vere e proprie vasche. Colui che stava
per essere battezzato scendeva degli scalini per immergersi e poi risaliva,
dall’altra parte, attraverso altri scalini, per emergere. Tutto questo
succedeva non a caso, voleva essere la rappresentazione visiva di ciò che nel
battesimo accade.
MERCOLEDI'
13 SETTEMBRE 1995
Beati
voi poveri
S.
Giacomo nella sua lettera porta un esempio che ci può aiutare a capire nel
verso giusto le beatitudini. Dice che se nelle nostre assemblee entra un povero
non basta dirgli: “Va in pace con la grazia del Signore”. Gesù quando
chiama beati i poveri, i sofferenti, non vuol affatto dire che la povertà, la
sofferenza sono benedette in se stesse. Gesù stesso si commuoveva davanti ai
malati, li guariva, condivideva la cassa del gruppo degli apostoli con i più poveri. La
povertà e la sofferenza diventano beatitudine se fanno incontrare
Dio, se purificano dall’attaccamento alle cose, se aprono ad una prospettiva
che va oltre la vita. “Dopo sei mesi di ospedale accanto a mio marito
morente, ho gridato nei confronti di Dio... ho forse perso la fede?” mi diceva
una signora. Non credo proprio! se no dovremmo strappare almeno una buona metà
della Bibbia dove si grida a Dio. Sono convinto che certi gridi che esternamente
sembrano quasi bestemmie sono tra le più belle preghiere rivolte al Signore
in quanto non avendo più niente, essendo al buio, scarnificati nel corpo e
nello spirito si grida a Lui e quindi si afferma che “senza di Lui non
possiamo nulla”.
GIOVEDI'
14 SETTEMBRE 1995
“E
come Mosè innalzò il serpente nel deserto, bisogna che sia innalzato il
Figlio dell’uomo perché chiunque crede in Lui abbia
(Gv.
3,14—15)
L’albero
ha una lunga simbologia nella Bibbia. Nel giardino dell’Eden c’era
l’albero del bene e del male che a causa della disobbedienza dell’uomo, produsse il frutto amaro del peccato.
VENERDI'
15 SETTEMBRE 1995
“Stava
presso la croce di Gesù sua Madre”.
La
Chiesa, presentandoci Maria ai piedi della croce non vuole solo suscitare in noi
sentimenti dì compassione per la Madre del Figlio di Dio che muore sulla croce
ma vuol metterci davanti il modello di Maria che ha condiviso in tutto la
strada di Gesù. Il discepolo è colui che partecipa alla vita del Maestro in
tutto. Sente la sua voce, si affida totalmente a Lui “avvenga di me quello
che hai detto”, sa di essere un povero servo “sono la serva del
Signore”,
ascolta la sua parola “meditava in cuor suo tutte queste cose”, sa che Dio
non lo abbandona “fate quello che vi dirà”, esalta e loda Dio per le sue
opere “L’anima mia magnifica il Signore”, va discretamente dietro a Gesù “c’è tua Madre che ti cerca”,
partecipa alla passione “ai piedi
della croce c’era Maria” e alla risurrezione e alla missione “E Maria
pregava con loro”. Maria, dunque, come prototipo
SABATO
16 SETTEMBRE 1995
Perché
mi chiamate “Signore, Signore”, e poi non fate ciò che vi dico?
Noi
spesso siamo parolai della religione e stentiamo a sentire Dio e a fare
concretamente la sua volontà.
DOMENICA
17 SETTEMBRE 1995
I
farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con
loro”.
Gesù
è venuto nel mondo per salvarci. Sapeva il nostro peccato, la nostra povertà
ma si è fatto tutto a tutti.
Molti
anni or sono, viveva nell’impero orientale un re che amava il suo popolo.
Per conoscerlo meglio, aveva l’abitudine di mescolarsi ad esso nei più
disparati travestimenti.
LUNEDI'
18 SETTEMBRE 1995
“Voglio
dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure
senza ira e senza contese
LE
SCARPE NUOVE
C’era
la riunione di preghiera, e Gian Luca, di dieci anni, per la prima volta vi era
andato con suo papa. I membri dell’assemblea, inginocchiati, avevano molti
importanti argomenti da presentare al Signore: le missioni, gli ammalati, i
credenti perseguitati, le autorità del paese. Ma
Gian Luca era distratto. A cinquanta centimetri da lui, c’era un bisogno che
gli sembrava molto più urgente. In ginocchio dietro a suo padre, il ragazzino
vedeva solo la sua schiena, curva davanti a Dio, e poi anche le suole bucate
delle sue scarpe. Quelle scarpe bucate... ecco ciò che impediva a Gian Luca di
ascoltare! A casa, mancava il denaro per sostituirle.
MARTEDI'
19 SETTEMBRE 1995
“Un
grande Profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo”.
Si
legge in un racconto che un giorno Gesù tornò visibilmente sulla terra:
era
Natale e c’erano molti bambini riuniti per una festa. Gesù si presentò in
mezzo a loro che lo riconobbero e lo acclamarono. Poi uno di loro cominciò a
chiedere che dono Gesù avesse portato e a poco a poco tutti i bambini gli
chiesero dove fossero i doni. Gesù non rispondeva e allargava le braccia.
Finalmente un bambino disse: “Vedete che non ci ha portato niente? Allora è
vero ciò che dice mio papà: che la religione non serve a niente, non ci dà
niente, non ha nessun regalo per noi!”. Ma un altro bambino replicò: “Gesù,
allargando le braccia, vuoi dire che ci porta se stesso, che è lui il dono,
è Lui che si dona a noi come fratello, come Figlio di Dio per farci tutti figli
di Dio come lo è lui”.
MERCOLEDI' 20 SETTEMBRE 1995
“Dobbiamo
confessare che grande è il mistero della salvezza”.
Sovente
ricevete delle sollecitazioni. Suonano alla vostra porta, è un piazzista o un
rappresentante. Nella posta, ricevete della pubblicità; per strada vi vengono
distribuiti dei volantini propagandistici; sul parabrezza dell’automobile
trovate un manifestino. Alcune offerte sembrano interessanti: guadagnate
questo, guadagnate quello. Ma se si guarda da vicino, in effetti nulla è
gratuito. Anche se un prodotto è offerto come omaggio, dubitate che sia per
uno scopo commerciale.
GIOVEDI'
21 SETTEMBRE 1995
“Una
sola è la speranza a cui siete stati chiamati, quella della vostra
vocazione”.
Gesù
è venuto a portare la salvezza a tutti gli uomini. Ma essa giunge a noi
attraverso una vocazione particolare. Matteo, chiamato a seguire Gesù, mentre
era al suo tavolo di cambiavalute, ricorderà per tutta la vita questo momento
che gli ha cambiato l’esistenza, che gli ha fatto incontrare la misericordia
di Dio. Così per ognuno di noi ci sono chiamate particolari, quelle essenziali:
battesimo, matrimonio, paternità e maternità, sacerdozio... e quelle individuali:
perdono, servizio, carità...
VENERDI'
22 SETTEMBRE 1995
L’attaccamento
al denaro è infatti la radice di tutti i mali”.
Paolo
riprende l’insegnamento di Gesù che aveva detto: “Non si può servire Dio e
il denaro” e che aveva proclamato la beatitudine della povertà come liberazione
e libertà dalla schiavitù delle cose. Proviamo infatti a pensare a quale sia
l’origine delle guerre, delle liti, delle divisioni. In un modo o in un altro
è sempre il possesso, l’avere il sopravvento, il considerare le cose al di
sopra delle persone e al di sopra di Dio. E da questa tentazione nessuno è
esente. Ma la tentazione del possesso si riesce a vincere con la forza
dell’amore che viene da Dio. Quando guardiamo la vita di stenti e di privazioni
di certi santi, noi siamo portati a dire “poveretti!” e non ci accorgiamo
invece che avevano trovato la via più “furba”. Si erano liberati da un mucchio
di pastoie, di problemi; potevano, davvero liberi, dedicarsi a Dio e agli altri,
e anche quando hanno dovuto gestire del denaro non era il denaro a comandare ma
erano loro a servirsi del denaro.
SABATO
23 SETTEMBRE 1995
“Uscì
il seminatore a seminare...”.
Ogni
tanto mi fermo a fare un po’ di bilancio dei miei anni di sacerdozio e, se
guardo ai risultati, mi trovo deluso: nessuna conversione clamorosa, tanti
apparenti insuccessi... Anche alcuni genitori provano questa esperienza:
“Ho
fatto tutto per mio figlio ma quale risultato ho ottenuto?”.
DOMENICA
24 SETTEMBRE 1995
“Procuratevi
amici con la disonesta ricchezza”.
Lasciamo
parlare S. Agostino:
LUNEDI'
25 SETTEMBRE 1995
“Fate
attenzione, dunque, a come ascoltate”. (Lc. 8,18)
Quanta
parola di Dio ho ascoltato nella mia vita! Ciascuno di noi ha letto o sentito più
volte tanti passi della Bibbia. E’ una parola viva, che ha sempre tante cose
da dirci, che può cambiare la nostra vita ma che richiede anche
un’attenzione particolare. Alcuni piccoli consigli per coglierne il significato:
E’ Dio che ha qualcosa da dire proprio a me, oggi, nella
situazione in cui
mi trovo.
Ho ascoltato e capito il significato delle parole che ho udito?
Da chi è stato scritto questo brano e per quale motivo?
Come posso applicare alla mia vita di oggi quanto dice la Parola?
Come posso testimoniare questa Parola?
E
poi, cosa essenziale, al di là di ogni spiegazione è quella di invocare lo
Spirito affinché ogni seme di Parola regalato da Dio non ritorni a Dio senza
aver portato il frutto per cui Dio ce l’ha donato.
MARTEDI'
26 SETTEMBRE 1995
“Tua
Madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti".
Una
delle caratteristiche che maggiormente mi piacciono di Maria è la sua
discrezione. Maria segue la vita di Gesù da lontano, non interferisce, chiede
permesso per poter parlare a suo Figlio, rispetta in pieno la sua missione.
Non sempre succede così nelle nostre famiglie: ci sono mamme che sono
tutt’altro che discrete nei rapporti con i figli sposati, ci sono cristiani
che hanno da insegnare a tutti, al parroco, al vescovo, addirittura al Papa.
Anche nel presentare la propria testimonianza di fede ci sono alcuni che la
impongono, soffocano la libertà altrui, stufano, interferiscono, si mascherano
da ‘‘pii” e vorrebbero che gli altri fossero a loro misura. Maria, madre
discreta, liberaci dagli invadenti, dai presuntuosi e rendici sensibili e discreti
nei confronti dei fratelli, dacci pazienza, aiutaci nei confronti degli altri
a bussare e non a sfondare le porte, ma aiutaci anche ad essere presenti e
disponibili.
MERCOLEDI'
27 SETTEMBRE 1995
“Essi partirono annunziando dovunque la buona novella operando guarigioni”.
Mi
sono chiesto che cosa significhi, per un cristiano di oggi essere missionario,
anche perché stando al Vangelo è impossibile essere cristiani senza essere
missionari. Ho abbozzato alcune risposte.
GIOVEDI'
28 SETTEMBRE 1995
“Chi
è dunque costui, del quale sento dire tali cose?”.
Erode
resta stupito di ciò che sente dire di Gesù e si fa una domanda che ciascuno
di noi, in modi diversi, si è fatta e si fa: Chi è Gesù?
VENERDI' 29 SETTEMBRE 1995
“Vedrete
il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo”
Ma
esistono gli angeli? Una domanda che trova le risposte più opposte. Da chi dice
siano una comoda invenzione per tener buoni i bambini, a chi li considera gli
“spiriti guida” dell’uomo, a chi li esalta a tal punto da metterli quasi
al di sopra di Cristo.
Sono creature spirituali, sono immortali, sono a servizio di Dio. Il cristiano
sa di essere protetto dagli angeli, sa che essi non possono che volere il
nostro vero bene, sa che ci difendono dal nemico di Dio, il diavolo. Gli
angeli vedono già il volto di Dio e a Lui ci vogliono portare. Il Signore,
nel suo amore per noi, ci ha voluto dare questi potenti amici nel cammino
verso di Lui, perché dimenticarli?
SABATO 30 SETTEMBRE 1995
“Ma
essi non comprendevano”
Gli
Apostoli, davanti a Gesù che annuncia la sua morte, non comprendono. Anche
noi non comprendiamo umanamente come la sofferenza abbia un fine, come possa
conciliarsi la morte di un bambino o di un innocente con la bontà del Padre.
La passione di Cristo la si comprende solo se si parte dall’amore, se no
rimane misteriosa: “Non c’è amore più grande se non dare la vita per
coloro che si ama!” “Il chicco di frumento se non muore non porta
frutto” “Amatevi come io vi ho amato”. Signore, la sofferenza non mi
piace. Mi resta difficile comprendere la croce. Mi ribello davanti alla sofferenza
innocente... Signore, non so amare abbastanza. Aiutami a guardare, in quei
momenti, all’amore totale che nasce dalla tua croce. Fa’ che non cerchi
troppo con la mia mente ma che il cuore si allarghi. Fa’ che mi fidi del tuo
amore per imparare ad amare, anche nella sofferenza.