UNA PAROLA AL GIORNO
RIFLESSIONI QUOTIDIANE SULLA
PAROLA DI DIO
a cura di don Franco LOCCI
AGOSTO 1995
MARTEDI’
1 AGOSTO 1995
“Mosè aveva piantato la tenda del convegno fuori dell’accampamento, e lì si
recava chiunque volesse consultare il Signore”.
(Es. 33,7)
Un caro amico sacerdote, ogni anno, quando accompagna i ragazzi in campeggio monta una tenda che è chiamata la tenda di Gesù: al centro c’è l’Eucarestia, poi la Bibbia, poi qualche libro di preghiera e di riflessione, I ragazzi lo sanno e ogni tanto, lungo la giornata, vanno a trovare Gesù nella sua tenda, si fermano, parlano con Lui, con Lui discutono i loro problemi. Nella tua vita c’è la tenda di Gesù? Certo, in mezzo alle nostre case ci sono le chiese, e lì possiamo entrare, fermarci, riflettere, pregare. Ma nella tua giornata c’è la tenda di Gesù? cioè un momento, un luogo dove tu puoi fermarti, dove puoi pregare?
MERCOLEDI’
2 AGOSTO 1995
“La
pelle del viso di Mosè era diventata raggiante, poiché aveva
Siamo
nel mese delle ferie e per molti c’è il problema della “tintarella”. Se
cammini su una spiaggia senti odori di oli solari, puoi distinguere gli ultimi
arrivati (i bianchetti) da quelli che ormai neri dimostrano di essersi già
rosolati al sole. Mosè aveva parlato con il Signore, con la luce, e il suo
volto era diventato raggiante, sprizzava Dio. I cristiani sono coloro che in
Cristo sono inseriti in Dio, hanno la Parola di Dio e i Sacramenti, quindi il
loro volto dovrebbe essere raggiante, sprizzante gioia e amore: non possiamo
essere dei “bianchetti”, eppure... Proviamo a fare un esperimento: entriamo
in una chiesa qualunque e guardiamo i cristiani, cominciando dal celebrante. Si
direbbe che sono dei salvati? C’è voglia di comunicare Dio? Ma per essere
completo, l’esperimento ha bisogno anche di un’altra fase. Guardiamoci!
Siamo radiosi o amorfi? La prendiamo ogni giorno la “tintarella” da Dio o
siamo ormai ammuffiti?
GIOVEDI’
3 AGOSTO 1995
“Anche
il passero trova la casa, la rondine il nido dove porre i suoi piccoli, presso i
tuoi altari.” (Sal
83,4)
Forse
per molti di noi il periodo di vacanza può essere l’occasione d’incontro
con il Signore che parla anche attraverso le creature. Chi ha scritto il
versetto del Salmo che meditiamo oggi sapeva trarre dalla natura dei segni di
speranza per la propria vita. Dio non abbandona nessuno. Anche il fiore che
nasce nascosto in una foresta ha il suo significato, l’uccello che vola è
segno del suo Creatore. Noi ci lamentiamo che Dio non parla, ma tutto parla di
Dio. E’ solo questione di aprire occhi, orecchie, cuore per poter cogliere i
segni di un Dio grandioso e misterioso, di un Dio onnipotente che continua a
creare, di un Dio provvidente che sostiene ogni essere vivente, di un Dio che
parla continuamente di eternità.
VENERDI’
4 AGOSTO 1995
“Da
dove mai viene a costui questa sapienza?”.
(Mt. 13,54)
Celebriamo
oggi la festa di un santo parroco, il Curato d’Ars. Parlando umanamente di lui
non si sarebbe potuto dire “da dove gli viene questa sapienza?”. Per sua
stessa ammissione era un “ignorante che solo a forza di volontà e di fatica
era riuscito ad ultimare gli studi per il sacerdozio”. Eppure la gente di
tutta la Francia si recava in questa parrocchietta per incontrare quest’uomo,
per ascoltare la sua parola semplice che qualche volta, come scrivono i suoi
biografi, non era neppure ben comprensibile in quanto frammista a sussurri,
sospiri, lacrime.
SABATO
5 AGOSTO 1995
“La terra ha dato il suo frutto”.
(Sal 66,7)
Oggi
festa della Basilica di S. Maria Maggiore è anche un giorno in cui in molti
paesi d’Italia si festeggia Maria lodandola con i nomi più diversi; viene
allora bene ricordare in questo senso il versetto del salmo di oggi: in Maria la
terra ha finalmente dato il suo
DOMENICA
6 AGOSTO 1995
“Maestro,
è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende...”.
(Lc. 9,33)
Ci
sono momenti di gioia, di affetto, di felicità che noi vorremmo durassero
sempre. Anche noi vorremmo “mettere la nostra tenda” lì e di lì non
muoverci più.
La
tenda non e una dimora stabile. Serve per il viaggio. La si monta e la si smonta
a seconda delle necessità prima di arrivare alla dimora stabile e definitiva.
LUNEDI’
7 AGOSTO 1995
“Perchè
mi hai gravato col peso di tutto questo popolo?”
Mosè
si lamenta con il Signore. La sua missione gli sembra impossibile. La terra
promessa è lontana, il popolo si lagna con lui, non capisce, stenta a
comprendere il progetto di Dio, la pentola della carne è vuota... Signore, oggi
sono io il Mosè che si lamenta con te. Mi sembra troppo pesante il fardello che
mi hai messo sulle spalle. Vedo la gente che mi hai affidato e vedo la mia
povertà, povertà di fede, di forze, di capacità. Parlo di risurrezione, di
eternità, di felicità che dura per sempre ma la meta è lontana, e bussano i
poveri e sono tanti e vedo l’incapacità di aiutarli sul serio. Gli stessi
amici, invece di aiutarmi, spesso non capiscono...
MARTEDI’
8 AGOSTO 1995
“Signore,
comanda che io venga da te sulle acque”. Ed egli gli disse: “Vieni”.
E’
un impudente Pietro a fare una richiesta simile? Certo in lui avrà giocato il
senso del miracolistìco, la voglia di poter dire “l’ho fatto anch’io ma
come sottofondo non ci sarà stato anche l’insegnamento di Gesù: “Dove sono
io sarete anche voi”, “Quello che faccio io, fatelo anche voi”? Infatti,
Gesù non rifiuta questa richiesta: “Vieni!”, cioè “Provaci per vedere se
hai davvero fede in me, nelle mie parole”. E Pietro ci prova, e ci riesce anche,
almeno in un primo momento, ma poi si spaventa, affonda, e li avviene il vero
miracolo: ha bisogno di una mano, riconosce di non farcela, chiede aiuto a Gesù
e da Gesù viene salvato. Noi, se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere
dove è Gesù, fare ciò che Lui ha fatto, ma dobbiamo anche, con umiltà
riconoscere i nostri limiti e il bisogno di Lui per non affondare. Il ritornello
che dovrebbe sempre girarci in testa e darci il senso vero della vita e
dell’umiltà è “Senza di me, voi non potete far nulla”.
MERCOLEDI’
9 AGOSTO 1995
“Donna,
davvero grande è la tua fede!”
Gesù
ha provocato questa donna Cananea che neanche davanti al silenzio di Gesù e
alle sue parole quasi offensive, ha smesso di gridare; anzi, proprio questa sua
insistenza provoca il miracolo. Troppe volte noi misuriamo la fede e la
preghiera con il bilancino. Gesù non ha bisogno di alchimie ben dosate, la
grazia non viene a noi da parole studiate o da formule di preghiera, viene dalla
fede che non ha misure specifiche ma che ci coinvolge dentro. Davanti al Signore
dobbiamo essere noi stessi. Non abbiamo paura di gridare, di ridere, di piangere
davanti a Lui! Sono questi modi diversi ma per esprimere solo e sempre
un’unica cosa, la fiducia che abbiamo in Lui.
GIOVEDI’
10 AGOSTO 1995
“Ha
largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia dura in eterno”.
S.
Lorenzo era un diacono della Chiesa di Roma (muore martire nel 258) che aveva
capito bene il significato della diaconia e del servizio. Amministrava i beni
della comunità in un modo che può sembrarci antieconomico. Infatti li distribuì
tutti ai poveri, I persecutori che volevano appropriarsene si trovarono a becco
asciutto: aveva dato via tutto, e per il Vangelo darà anche la sua vita, arso
vivo su una graticola. Oggi la ricchezza della Chiesa è scandalo per molti ma
è anche scandaloso che noi cristiani, ciascuno di noi, i non abbiamo
ancora capito che nella i “Banca di Dio” le cose funzionano diversamente
dalle banche degli uomini: gli accumuli sono le distribuzioni, gli interessi si
alzano in proporzione alle diminuizioni, le divisioni valgono più delle
moltiplicazioni. E’ inutile prendersela tanto con le vere o presunte ricchezze
del Vaticano se il mio cuore non è anche capace di condivisione, se manca
totalmente la fiducia nella Provvidenza.
VENERDI’
11 AGOSTO 1995
“Quale
vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà
la propria anima?”
Davanti
a certi uomini dell’economia e della politica c’è forse una punta di
invidia: “Beato quello, con tutti i soldi che ha!”. Ma poi se ci pensiamo
bene, quanti di quei soldi grondano del sudore sfruttato di operai, del sangue
di altre persone... e vorresti avere sulla coscienza tutto questo? Certo, spesso
farebbe comodo avere di più... ma a rischio di diventare duri di cuore, gretti
di animo fino al punto di rendersi impermeabili a Dio e al grido dei poveri?
Alla fine chi è più ricco: colui che ha tanti beni ed ha perso il cuore o chi
può guardarsi allo specchio senza doversi sputare in faccia? E poi, davanti
agli uomini possiamo mistificare, nascondere tante cose, ma davanti a Dio? Lui
ci scruta e ci conosce, ci conosce in ogni gesto ed anche in ogni intenzione, le
scuse, gli intrallazzi economici, politici non servono davanti a Lui e se
abbiamo ancora un po’ di sensibilità, neanche davanti a noi stessi.
SABATO
12 AGOSTO 1995
“O
generazione incredula e perversa! Fino a quando dovrò sopportarvi?”.
E’
questo uno sfogo di Gesù davanti ai suoi contemporanei, mai contenti, sempre
alla ricerca di facili miracoli e mai disposti alla fede e alla conversione.
DOMENICA
13 AGOSTO 1995
“Siate
pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese”.
Quando
veniamo alla conoscenza della morte improvvisa di qualcuno ci viene spontaneo
pensare frasi come queste: “E’ proprio vero che siamo di passaggio”, “Ha
fatto di tutto per avere una vecchiaia felice e poi... e morto”, “Non
possiamo proprio contare sul domani”. Ma dopo il primo momento di smarrimento
continuiamo a vivere come se questa nostra vita terrena fosse eterna, ci affanniamo
per le cose come se in esse vi fosse la felicità, bruciamo spesso la nostra
vita per cose che in fondo sappiamo non durare per sempre. Quando Gesù ci
invita a stare pronti non lo dice per metterci paura o per farci apprezzare meno
la vita terrena, ma per dare il giusto valore al tempo, alle cose e
all’eternità. La vita è un passaggio; noi non siamo i padroni assoluti di
essa. Ma se è un passaggio verso l’eternità, il tempo ci è dato proprio per
prepararci ad essa. Quanto è stupido sentire persone che dicono: “Non ho
tempo per la fede, per pregare, per Dio” quando il tempo breve o lungo che sia
dovrebbe principalmente servire a questo.
LUNEDI’
14 AGOSTO 1995
“Circoncidete
dunque il vostro cuore ostinato”.
Un
racconto dalla tradizione ebraica:
MARTEDI’
15 AGOSTO 1995
“Cristo
è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti”.
La
festa di oggi ci riporta proprio al centro della nostra fede: siamo destinati
alla risurrezione e alla vita eterna. Dio, accogliendo nell’eternità Maria
con il suo corpo, in Lei, primizia dell’umanità ci ricorda il nostro destino.
MERCOLEDI’
16 AGOSTO 1995
Se
tuo fratello ha commesso una colpa, va e ammoniscilo”.
Aiutarci
vicendevolmente, correggerci quando sbagliamo è carità cristiana profonda, ma
qualche volta può essere difficile perché noi rischiamo di ergerci a giudice
dei nostri fratelli. La miglior correzione fraterna, il miglior modo di aiutare
è portare a Dio. Nella vita del santo curato d’Ars si legge questo episodio.
Quell’uomo
che da molti anni non si riconciliava con Dio, cedette alle insistenze del santo
parroco. Si confessò e pregò con lui e poi Giovanni Maria Vianney gli disse:
“Adesso discutiamo pure. Quali dubbi hai?”. Quello rispose sereno: “Ora
non ho più nessun dubbio. Sento che Dio ha perdonato tutti i miei peccati. I
miei dubbi sono scomparsi”.
GIOVEDI’
17 AGOSTO 1995
“Signore,
quante volte dovrò perdonare al mio fratello?”.
Questa
meditazione di San Giovanni Crisostomo può forse lasciarci perplessi ma
certamente è un gran motivo di riflessione:
VENERDI’
18 AGOSTO 1995
“L’uomo
si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola”.
Gesù
riporta la famiglia al suo ideale primitivo, quello per cui Dio l’ha voluta.
Se si comincia a pensare solo a se stessi, alle difficoltà, quell’unità
voluta all’inizio dei matrimonio può incrinarsi e allora il cuore si
inaridisce.
SABATO
19 AGOSTO 1995
Furono
portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani”.
E’
facile intenerirsi davanti ai bambini ma, mi chiedo se questa nostra società
ama i bambini. Gli spot pubblicitari amano i bambini? Li sfruttano per vendere.
Un certo tipo di famiglia progetta i bambini a tempo e su misura compatibilmente
a tutte le altre esigenze e se per caso ne viene qualcuno fuori programma, in
nome della libertà c’è tutto lo spazio per farli fuori. Ci sono banche del
seme di premi Nobel per fare bambini super intelligenti. I figli sono belli ma
non devono rompere più di tanto, per cui i figli spesso sono cresciuti dagli
altri e non dai genitori.., senza contare chi sfrutta i bambini, chi abusa dei
bambini.., intanto i bambini non contano, non hanno potere politico, non votano,
non comprano in prima persona...
DOMENICA
20 AGOSTO 1995
“Sono
venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso”.
Una
stimolante riflessione di A. Pronzato:
LUNEDI’
21 AGOSTO 1995
“Udito
questo, il giovane se ne andò triste poiché aveva molte
Dobbiamo
riconoscerlo umilmente. E’ lui che ha capito meglio di ogni altro le esigenze
della sequela.
MARTEDI’
22 AGOSTO 1995
“E’
più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel
regno dei cieli”.
Ma,
la ricchezza, il benessere sono proprio così brutti e sempre negativi, se il
Vangelo è così drastico nei loro confronti ed esalta la povertà? Eppure
sappiamo che la povertà può generare ribellione, fame, disperazione.., e
sappiamo anche che un certo benessere può generare serenità di vita, generosità...
Il Vangelo non vuol far altro che riproporci valori e aiutarci a conseguirli
attraverso la fede perché noi siamo felici e allora ci ricorda i rischi del
ricco. La ricchezza e il benessere rischiano di diventare un idolo che ci
impedisce la strada di Dio. Quando il denaro e le cose diventano il fine della
vita, io non vedo più Dio, la sua provvidenza; al denaro comincio ad immolare
il mio tempo, le preoccupazioni, le persone e ne va di mezzo anche la mia
serenità. E non pecchiamo di presunzione ingannandoci e dicendo:
MERCOLEDI’
23 AGOSTO 1995
“Tu
sei invidioso perché io sono buono?”.
Certe
volte, dopo aver formulato in me giudizi sulle persone e sui fatti mi ritrovo a
dirmi: “Meno male che tu non sei Dio e che Dio è estremamente buono e
misericordioso”. Noi infatti rischiamo di essere quasi gelosi della bontà di
Dio, non vediamo più la sua misericordia paziente che viene a cercarci e nella
nostra mentalità commercialista vorremmo (per gli altri) che Dio facesse subito
i conti.
GIOVEDI’
24 AGOSTO 1995
Filippo
rispose a Natanaele: “Vieni e vedi”.
(Gv. 1,46)
Spesso
ci chiediamo come si possa, al meglio, annunciare il Regno di Dio e il suo
Vangelo al mondo di oggi, e si lambiccano le varie formule: un annuncio più
vicino alla mentalità di oggi, il ritorno a formule sintetiche di catechesi, un
annuncio più teologicamente approfondito dei misteri della fede... Filippo ha
un metodo molto semplice:
VENERDI’
25 AGOSTO 1995
“Maestro,
qual è il più grande comandamento della Legge?”.
Domanda
assurda, quella di questo dottore della legge, quasi come domandare se l’acqua
è bagnata. Ogni buon ebreo ripeteva per almeno 4 o 5 volte al giorno la frase:
“Ricorda Israele, il Signore è il tuo solo Dio, amerai Dio con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua mente, con tutta la tua vita”, quindi sapevano
benissimo qual era il comandamento. Anche noi abbiamo la bocca piena di parole
di amore, sappiamo benissimo che amare Dio e il prossimo è la chiave della
vita, ma poi? Ogni cristiano che vada a Messa se lo sente ripetere in ogni
celebrazione, chi dice le preghiere ogni giorno ripete al Signore “Ti amo con
tutto il cuore”, ma è proprio vero? Forse proprio l’abitudine a certe
frasi, a certe parole che consideriamo scontate le fa scivolare su di noi come
l’acqua sulla pietra; finita l’acqua, un raggio di sole, e tutto è
perfettamente asciutto e impermeabile.
SABATO
26 AGOSTO 1995
E
non chiamate nessuno “Padre” sulla terra
Era
il giorno in cui per la prima volta celebravo Messa. In sacrestia mi si avvicina
un uomo già maturo e mi dice:
“Padre,
mi confessa?”. Vi assicuro che più che l’emozione di confessare per la
prima volta, mi ha colpito quella parola: “Padre”; se essa mi richiamava
alla responsabilità di un grande servizio, mi lasciava imbarazzato (e la cosa
continua anche oggi) perché non è di certo il “potere sacerdotale” che mi
mette uno scalino sopra gli altri. Una persona non vale perché è Architetto,
Ingegnere, Ragioniere, dottore, reverendo, monsignore o cardinale, ma perché è
Figlio di Dio, è persona. Non basta un titolo a mascherare il vuoto. In una
comunità cristiana, poi, titoli onorifici non dovrebbero proprio essercene né
per i preti né per i laici. Il più bel titolo è quello di Gesù che maestro e
Signore si fa servo e lava i piedi ai suoi apostoli.
DOMENICA
27 AGOSTO 1995
“Signore,
sono pochi quelli che si salvano?”.
A
tutti è capitato di porsi questa domanda. Una cosa è certa: porre la questione
teorica del numero dei salvati non serve, sappiamo che la porta de). Regno è
stretta e che molto dipende dalla nostra accettazione di passarvi. Ciò che
conta è agire, facendo coraggiosamente tutto ciò che è in nostro potere per
arrivare ed entrarvi restando vigilanti sino alla fine, perché non c’è
prenotazione che ci garantisca, una volta per tutte, un posto nella sala del
banchetto. Bisogna anche far attenzione a non sbagliare porta come facevano
certi giudei del tempo di Gesù che si aggrappavano unicamente al formalismo o
come certi cristiani di oggi che credono di poter evitare le lotte e le
contraddizioni, accontentandosi di un cristianesimo a buon mercato vissuto in un
piccolo gruppo in cui ci si trova a proprio agio. La sola strada che conduce
alla sala del, banchetto è quella su cui si cammina con Gesù.
LUNEDI’
28 AGOSTO 1995
“Guai
a voi, scribi e farisei ipocriti”.
Gesù
non ha avuto peli sulla lingua nei confronti dell’ipocrisia. Noi, al termine
del cosiddetto mese delle vacanze vogliamo lasciarci scuotere da questa
meditazione di S. Giovanni Crisostomo:
MARTEDI’
29 AGOSTO 1995
“Guai
a voi scribi e farisei, ipocriti”.
E’
ancora un Padre della Chiesa, Massimo il Confessore che guida la nostra
riflessione di oggi:
Esattamente
queste parole, che il Signore diceva rimproverando i farisei, io sento dirlo di
noi, gli ipocriti di oggi, arricchiti di tanta grazia e rimasti peggiori degli
ipocriti di ieri. Non esigiamo forse anche noi che gli altri portino pesi
schiaccianti mentre noi non li tocchiamo, quei pesi, nemmeno con un dito?
MERCOLEDI’
30 AGOSTO 1995
“Se
salgo nei cieli, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti”.
Spesso,
nella nostra stoltezza, diciamo che Dio non parla, è lontano. Ma tutto ci parla
di Lui. “In Lui ci muoviamo e siamo”. Se guardo il cielo è la sua grandezza
che mi parla, se guardo il mare è la sua forza e il suo mistero, se guardo i
fiori e le foreste è la sua bellezza che risplende, se guardo gli animali è
Lui che è vita; la pioggia, il freddo, il caldo possono parlarmi di Lui. Se
guardo l’uomo, vedo la sua immagine.
GIOVEDI’
31 AGOSTO 1995
“Anche
voi siate pronti perché nell’ora che non immaginate il Figlio dell’Uomo
verrà”.
Quando
Gesù diceva queste parole ci invitava a vegliare non soltanto per la sua venuta
finale o per dirci che la morte può coglierci in qualsiasi momento, ma anche
per indicarci le sue improvvise visite attraverso il prossimo. Il prossimo,
spesso, fa irruzione nella nostra vita quando meno ce lo aspettiamo, quando non
abbiamo tempo e per di più, spesso, non ha buone maniere, è indiscreto, turba
l’ordine regolare della nostra vita. Non si può dunque ridurre l’amore a
regole troppo dettagliate.