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ALMANACCO 1994
365 giorni donati 365 giorni vissuti con amore
GENNAIO
L’inizio
di un nuovo anno ci richiama al dono prezioso del
T E M P O
Arriva il turno dei fiori, arriva il turno delle messi, arriva il turno dei funghi, arriva il turno delle nevi... e l’anno passa.
Hanno
inventato il fermacarte, nessuno inventerà mai il ferma tempo.
Il
Cancelliere tedesco Adenauer diceva ai suoi collaboratori: “il tempo è
l’unico che non perde mai tempo”.
Una
bella espressione spagnola dice: “Caminantes somos to - dos” siamo tutti
pellegrini.Il viaggio ce lo portiamo dentro. Ebbene, nota con profondità
poetica Marie Noel: “Se il cammino è nel mio cuore, vuoi dire che il paese è
altrove”. Il nostro non è un vagabondaggio, ma un pellegrinaggio verso il
Paese.
Essere
buono un poco alla volta. Essere buono 12 ore per volta: questo si proponeva il
saggio papa Giovanni XXIII. Pensare di essere buoni per 70 anni può spaventare;
pensare di essere buoni per un giorno è sopportabile. Dunque: “Solo per oggi
cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia
vita tutto in una volta. Solo per oggi avrò massima cura del mio aspetto:
vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non
criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne
me stesso.
Quanta
gente perde il suo tempo a rimpiangere il tempo perduto! (Jevons)
Se
i tempi sono cattivi, viviamo bene ed essi diventeranno buoni. (S. Agostino)
.
Chi
può disporre delle sue ore dicendo: questa è per Dio e questa è per me,
questa alla mia anima e questa al mio corpo? Tutte le vostre ore, dall’una
all’altra sono ali palpitanti nello spazio. (Kalhil Gibran)
Qualunque
tempo faccia fuori, dentro di te è sempre tempo di amare Dio. (S. Francesco di
Sales)
Il
passato è coperto di un velo nero, l’avvenire di un velo rosa. il primo
l’ha tessuto l’esperienza, il secondo lo tesse la speranza. (Francesco
Domenico Guerrazzi)
Un
saggio volle scoprire che cosa spingeva i suoi simili a lavorare per tutta la
vita. Visitò una cava di pietre e vide un uomo darsi da fare con piccone e
scalpello.“Che cosa stai facendo?” - gli
chiese. “Spacco le pietre per il mio dannato padrone. Sgobbo tutto il giorno
per un tozzo di pane...” , e maledicendo la sorte, proseguì nel suo lavoro. A
un secondo operaio il saggio fece la stessa domanda. “Sto lavorando per
pagarmi la casa e per sfamare i miei figlioli.
Ancora pochi mesi e avrò saldato i miei debiti fu la risposta
dell’uomo.Il saggio trovò un terzo operaio e anche a lui volle chiedere:
“Che cosa stai facendo?”. L’uomo alzò il capo, interrompendo la fatica, e
il saggio conobbe un volto radioso e fiero. “Non vedi, amico?” - disse e,
con un cenno indicava un edificio lontano, ancora in abbozzo. - “Sto costruendo
una cattedrale”.
Quando gli uomini non sanno più sognare le cattedrali, non sono più in grado di costruire le belle soffitte.
(E.
Mounier)
La
gente che non è puntuale spreca il tempo degli altri come se fosse il proprio.
Parliamo
di ammazzare il tempo come, se purtroppo non fosse il tempo ad ammazzare noi. (Allais)
Il
tempo è crudele. Ma ogni istante che passa, e quindi che uccide, se lo
riceviamo da Dio e non dal tempo, può diventare un istante di risurrezione. (Patriarca Atenagora)
Se
perdi un’ora al mattino, la cercherai invano per tutta la giornata. C’è
molta gente che non sa perdere il suo tempo da sola; ed è il flagello delle
persone che hanno da fare. (De
Bonald)
FEBBRAIO
La
miglior medicina per l’uomo malato, stressato, triste è la
G I O I A
La gioia è un dovere. La serenità è buona, sempre buona. La tristezza ci peggiora, mentre la gioia ci migliora.
“Cani
che abbaiano, talora mordono, uomini che ridono non sparano mai” (Konrad
Lorenz)
La
serenità è buona perché talora è sufficiente sorridere ad una persona per
farla esistere.
Regalala,
buttala via. Spargila ai quattro venti. Vuotati le tasche. Scuoti il cesta.
Capovolgi il bicchiere... e domani ne avrai più di prima. Che cosa? La Gioia.
Un
giorno un ateo disse ad un sacerdote: “Io ho bisogno di vedervi sempre tristi.
Allora mi sento tranquillo e mi convinco una volta di più che Dio non esiste.
L’unico momento in cui ho dei dubbi, in cui comincio a sospettare che forse
non sono tutte frottole quelle che raccontano in chiesa, e che Dio può
esistere, è quando vi vedo contenti.”
L’ottimista
non cerca i difetti, cerca i rimedi. L’ottimista non perde tempo a descrivere
l’oscurità: si affretta ad accendere la candela. L’ottimista ha uno sguardo
lungo: tra passa l’inverno e immagina già la nuova fioritura. L’ottimista
ha lo sguardo buono; dice: “Gli onesti non sono mica morti tutti in Libia!”.
Una grossa fabbrica di scarpe manda in Africa due impiegati in cerca di nuovi mercati. Dopo qualche tempo telegrafano.
Il
pessimista: “Nessuna possibilità: qui nessuno porta le scarpe”.
L’ottimista:
“Enormi possibilità qui nessuno porta le scarpe.
Il saggio mette un pizzico di sale in tutto quello che dice, e un pizzico di zucchero in tutto quello che sente.
(Proverbio
tibetano)
Signore,
liberami dal muso lungo. Tu non sei lagnoso. Tu non sei noioso. Tu non sei
piagnoso. Oh, Signore, fa’ che una buona volta mostri chi sei Tu: Tu sei la
festa! Ed allora, anche se mi hai fatto spilungone, fa’ che non ne senta il
magone; anche se mi hai fatto damigiana, fa’ che scacci via ogni lagna!
Insomma, Signore, conservami il buonumore. Così un giorno ti sentirà dire:
“Ero malinconico, ma tu mi hai rallegrato con il tuo sorriso:
entra
nella gioia del mio paradiso”. Amen.
Si può sopportare il dolore da soli. Ma per godere veramente di una gioia, bisogna dividerla con qualcuno.
(M.
Twain)
Se
la tua massima gioia è portare il tuo cane a fare pipì sulle ortensie del
vicino, non stupirti della scarsa simpatia che ti circonda. Niente dissecca la
personalità di un uomo quanto la sua meschinità. (Edgar Allan Poe)
Come
la madre ha tanta gioia quando vede il primo sorriso della sua creatura,
altrettanta ne ha Dio ogni volta che dall’alto dei cieli vede un peccatore che
si mette a pregarlo con tutto il cuore. (Dostoevskij)
Sappiate
trovare il lato buono di ogni cosa: nessuna nuvola è così nera che non le si
possa scoprire un bordo d’argento. (Jacques Cortois)
Un’ottima
cura all’ottimismo può venire dalla memoria storica. Quando mai non è
esistita un’epoca che non sia la peggiore? La cosa è vecchia. Vecchissima.
900
anni fa, nel 1095 per l’esattezza, Pietro l’Eremita, il famoso predicatore
della prima crociata, scriveva: “Il mondo sta attraversando un periodo
tormentato. La gioventù d’oggi non pensa più a niente, pensa solo a se
stessa, non ha il rispetto per i genitori e per i vecchi; i giovani sono
intolleranti di ogni freno, parlano come se sapessero tutto. Quello che noi
credevamo sapiente, loro lo ritengono stupido. Le ragazze poi sono vuote e
sciocche, immodeste e senza dignità nel parlare, nel vestire, nel vivere”.
Questo 900 anni fa. Andiamo più indietro. 2400 anni fa, nel quinto secolo
avanti Cristo, un grande filosofo greco, Socrate, si lamentava: “I nostri
giovani amano il lusso, sono stati educati male, ridono dell’autorità, non si
alzano in piedi davanti ad un anziano. Questo 2400 anni fa. Andiamo più
indietro. 4000 anni fa su un caccio babilonese, datato appunto 2000 avanti
Cristo, qualcuno ha scritto: “Questi giovani sono marci nel cuore: sono
malvagi e pigri, non riusciranno a portare avanti la cultura... Intanto siamo
giunti fino a noi!
E
se tutto quello che abbiamo detto per propagandare la gioia e l’ottimismo non
bastasse, sorridiamo, almeno per ragioni di economia. Per corrugare la fronte
occorrono 65 muscoli, per sorridere solo 15!
Su
con la vita! Non arrenderti mai. Saggia è la favola delle due rane cadute in
due scodelle di latte: la prima urla: “Aiuto!” e rinuncia a lottare; la
seconda si agita e dopo breve tempo si trova sotto i piedi un isolotto di burro
dal quale spicca il salto. Salva!
C’è
chi piange perché le rose hanno spine; tu, gioisci sapendo che le spine hanno
rose. (Confucio)
C’è
una gioia ignorata dagli empi, ma che Tu, o Signore, dai a chi ti serve
generosamente. Questa gioia sei Tu stesso, ed essa rende la vita felice. (S.
Agostino)
Resto
ottimista, non perché possa dimostrare che il bene stia trionfando, ma perché
ho una fede incrollabile che il bene alla fine deve trionfare. (Gandhi)
La
gioia che ci si offre dopo il dolore si gusta maggiormente. L’ombra di un
albero è specialmente gradita da chi è accaldato. (Detto orientale)
MARZO
Il tempo di Quaresima
è un tempo di
AUSTERITA’,
SCELTE, SILENZIO
Chi
è scarso di silenzio è scarso di Dio. Chi non arriva al silenzio non arriva a
Dio. E’ Quaresima: riflettiamo sul silenzio.
Le
cose più grandi e più belle; le cose più ricche e più nobili avvengono in
silenzio. La rugiada è silenzio. L’alba è silenzio. Il tramonto è silenzio.
Il grano germoglia in silenzio. Il fiore rallegra, il fiore profuma e lascia intatto
il silenzio. E il bianco silenzio della neve? E il magico silenzio della pittura
di Giotto? E l’infinito silenzio cosmica dell’immenso universo? E il
misterioso silenzio della vita eterna? Ancora. Le lacrime non fanno rumore. Il
seno materno che tesse la vita del bimbo non fa rumore. Si pensa in silenzio. Si
muore in silenzio. Anche l’amore, quando è tutto, è indicibile. Come Dio.
Siediti
ai bordi dell’aurora, per te si leverà il sole.
Siediti
ai bordi della notte, per te scintilleranno le stelle.
Siediti
ai bordi del torrente, per te canterà l’usignolo.
Siediti
ai bordi del silenzio, Dio ti parlerà.
(L. Vahira)
I
nostri antenati rimasero senza zucchero fino al 1200, senza carbone fino al
1300, senza burro fino al 1400, senza patate fino al 1500, senza caffè e sapone
fino al 1600, senza fiammiferi, gas e luce elettrica fino al 1800, senza
conserve in scatola fino al 1900... Ebbene, che significa tutto ciò? Significa
che le cose non sono determinanti per essere uomini e vivere da uomini. Se lo
fossero che differenza ci sarebbe tra noi e le bestie?
Signore,
ti raccomando le migliaia di bambini africani nudi, gambe sottili e ventri
enormi, specialmente quelli che ho incontrato sulla pista vicino al villaggio
Agbetico. Tutti intenti a mirare con la fionda. Ma non era un gioco. Avvistavano
topolini e li colpivano alla nuca con un sassolino rotondo. Poi li afferravano
per la coda e li facevano abbrustolire a un fuoco acceso con le erbacce della
boscaglia, quindi li inghiottivano interi. Era l’allucinante gioco della fame.
Signore, fa’ che ci vergogniamo delle nostre indigestioni. (Alessandro
Pronzato)
LA GRANDE BARCA DEL
RE
Quella
notte, sul fiume, doveva passare la Grande Barca del re. Ma verso il calar della
sera, poco oltre il villaggio si era formato sull’acqua un intrico di tronchi
molto pericoloso per la navigazione. Come avvisare il re? Come evitare una
catastrofe? La notte era talmente buia che pareva una muraglia nera. In più,
s’era alzato un terribile vento che, facendo risuonare la foresta, impediva di
udire ogni altro rumore. Gli abitanti del villaggio, non sapendo che fare,
andarono a chiedere consiglio al loro guru. Sebbene vecchio e cieco, forse li
avrebbe aiutati. Ma i giovani mormorarono e scossero il capo. Che avrebbe potuto
fare quel vecchio cieco?
E’
il paesaggio interiore che illumina tutto. Chi ad esempio ha poca carità, vede
pochi poveri: chi ha molta carità vede molti poveri; chi non ha nessuna carità
non vede nessuno. Anche la natura non è che l’eco dell‘anima. Prendiamo le
stelle. Per il navigante sono punti di riferimento; per lo scienziato sono
problemi; per il poeta e per il bambino sono gocce d’oro.
Sempre
nella vita siamo chiamati a scegliere, anche solo se sorridere o chiuderci nel
nostro dolore. E secondo la scelta che facciamo avremo o no la pace del cuore.
(Mattia Frankel)
L’amore
senza sacrificio è illusione: il sacrificio senza amore una impossibilità.
(Bordeaux)
A
colui che dimostrava non esistere il moto dissertando sulle contraddizioni che
tal concetto implica, il saggio rispose senza parole: camminando. I troppo
intelligenti ti dimostreranno che Dio non esiste? E tu non risponder loro, ma va
a pregare. (Lanza del Vasto)
Bisogna sempre pregare come se l’azione fosse inutile e agire carne se la preghiera fosse insufficiente.
(S.
Teresa del Bambin Gesù)
APRILE
Il tempo di Passione e di Pasqua ci ricorda L ’ A M O R E
E’
terribile essere soli quando nessuno pensa a te, nessuno ha bisogno di te. E’
inutile guardar verso la porta, perché non arriva nessuno; è inutile varcarla
perché nessuno aspetta fuori... Chi è solo è di nessuno; è ridotto a cosa:
può morire senza morire! Invece, se ciascuno avesse anche una persona sola
nella vita che gli dica: “Ti amerò, indipendentemente da tutto. Ti amerà
anche se sei stupido, anche se batti il naso, se sbagli, se commetti errori, se
ti comporti come un essere umano.., io ti amerò ugualmente”, allora la gente
non finirebbe più negli ospedali psichiatricì. Gli psicoterapeuti
difficilmente curano persone innamorate.
L’amore
può fare miracoli. Dunque passa all’amore. Intanto all’amore di te stesso.
Solo chi accetta se stesso, sa accettare gli altri. Solo chi sa convivere con se
stesso, può convivere con gli altri. Che fare dunque? Guardati con occhio buono. Non esiste persona
sbagliata del tutto. Nessuno può dire: “Quando io nacqui, Dio dormiva Allora
al mattino mi alzo, prendo lo specchio, mi contemplo e dico: “Questo sono io,
mi piaccio. Complimenti! Non voglio barattarmi con nessuno!” E’
incredibile il bel tempo che possono portare l’esercizio dello specchio e
questi pensieri!
Passa
poi all’amore della vita.
Il
pessimista guarda al passato, è freddo, ansioso, non vibra più alla
prima nevicata che profuma di Natale, passa davanti al mare senza accorgersene,
si lamenta di tutto, trova gli uomini noiosi, si arrabbia quando la minestra e
cattiva, urla perché i bambini giocano in cortile... L’amante della vita,
invece sa meravigliarsi, preferisce il nuovo, ama l’avventura, è ottimista,
fa tutto con passione, considera la gioia come virtù fondamentale, è attivo,
intraprendente, sorride, vive intensamente le varie esperienze. Imposta la vita
su questo meraviglioso consiglio dello scrittore russo Dostoevskij: “Fratelli,
amate l’uomo anche nel suo peccato... Amate tutta la creazione divina, nel suo
insieme e in ogni grano di sabbia. Amate ogni foglia, ogni raggio di sole, amate
le piante, amate ogni cosa. Amate le bestie: Iddio ha dato loro il principio del
pensiero e la gioia pacifica... Amate particolarmente i bambini, perché essi
sono senza peccato, come gli angeli”.
Chi
ama non colonizza l’altro, non lo assorbe. Chi ama si colloca dall’altra
parte, al posto dell’altro. “E’ strano, ma quando un altro mette molto
tempo a fare una cosa, è lento; quando sono io a metterci molto, sono
scrupoloso. Quando un altro non fa una cosa è uno scansafatiche:
quando non la faccio io sono occupato.
Quando un altro fa una cosa senza che glielo chiedano, oltrepassa i suoi
limiti; quando io faccio una cosa senza che me io chiedano, dimostro spirito di
iniziativa. Quando un altro dimostra con vigore le sue opinioni, e un testone;
quando lo faccio io dimostro fermezza. Quando un altro trascura certe norme di
galateo, è un villano; quando ne salto qualcuna io, faccio i fatti miei.” (Knigt)
Ecco
alcune leggi dell’amore:
L’amore è come la
luna: se non cresce, cala.
L’amore non si
divide: si moltiplica.
L’amore non si vende e non si compra: si dona.
L’amore
o è umile o non e.
L’amore prima di
dire: “Ti do un bacio”, dice: “Ti do una mano”.
L’amore che fa economia di amore non è vero amore.
Amare non è
abituarsi all’altro.
Amare è ricondurre
dolcemente una persona a se stessa.
Amare
è costruire la felicità di qualcuno.
Amare è andare oltre
al necessario.
La
speranza innaffia il giardino per far coraggio al sole.
La
speranza vede la spiga quando gli occhi non vedono che il seme che marcisce
(Che
cosa vogliamo di più?)
Siamo in primavera, sveglia la vita!
La
vita è un’opportunità, coglila.
La
vita è bellezza, ammirala.
La
vita è beatitudine, assaporala.
La
vita è sogno, fanne una realtà.
La
vita è una sfida, affrontala.
La
vita è un dovere, compilo.
La
vita è un gioco, giocalo.
La
vita è preziosa, abbine cura.
La
vita è una ricchezza, conservala.
La
vita è amore, godine.
La
vita è un mistero, scoprilo.
La
vita è promessa, adempila.
La
vita è tristezza, superala.
La
vita è un inno, cantalo.
La
vita è una lotta, accettala.
La
vita è una tragedia, afferrala corpo a corpo.
La
vita è un’avventura, rischiala.
La
vita è felicità, meritala.
La
vita è vita, difendila.”
(Madre Teresa di Calcutta)
MAGGIO
La primavera ci ricorda la RINASCITA della VITA
Offri
qualcosa per cui meriti essere vivi! Siamo
onesti, che cosa offriamo oggi, ai nostri ragazzi?
Diciamo
che è male avere l’alito cattivo, la forfora nei capelli. Proponiamo saponi,
dentifrici, deodoranti... Mettiamo sotto i loro occhi individui felici per una
certa lavatrice, prestanti per una certa cintura elastica, liberi dalla pancia
perché in tavola c’è un certo olio... Insegnamo che la vita è un tempo
concesso dalle industrie per impegnarlo a comprare la felicità nei
supermercati, felicità che si nasconde in scatole colorate ed in barattoli
“sotto vuoto spinto”.
Non
è tradimento questo? Non è disonesto proporre di agganciare la vita a cose che
in un attimo crollano e deludono? I ragazzi tristi, disorientati, stanchi, sono
in aumento. Quante unghie rosicchiate, quante penne mangiate. Ha ragione Thomas
Merton quando dice: “Essere nemici della vita vuol dire non avere nulla per
cui vivere”. Il rispetto dei ragazzi impone che si ritorni a proporre qualcosa
che li stacchi dal suolo, qualcosa per cui meriti nascere: che si riparli di
lealtà, giustizia, pace, amore, coscienza, fratellanza... Ecco ciò che più
urge in campo educativo, perché quando declinano i valori, c e caduta di
tensione, c e perdita della voglia e della gioia di vivere.
Rosanna
Benzi, questa ragazza nata in un piccolo paese dell’Alessandrino, che a
tredici anni, una mattina, si svegliò paralizzata dalla poliomielite, aveva in
sé una fierezza, un orgoglio e un’energia tali da permetterle non solo di
sopravvivere, ma di vivere con pienezza e perfino con allegria: “Forse
qualcuno può scegliere la morte, io scelgo la vita, sempre”.
“E
che la morte ci trovi ancor vivi, e la vita non ci trovi già morti”.
Si
può nascere in un pollaio e diventare cigni. Bach era figlio di poveri diavoli,
Edison era un poveraccio... Al contrario Giuda viveva con amici irreprensibili,
eppure... Semplici dati che provano un grande principio: l’uomo non è un
prodotto astrale, non è un prodotto istintuale, né un prodotto sociale:
l’uomo è un prodotto personale.
Ognuno
è ciò che decide di essere. Siamo onesti! Non è giusto dare la colpa alle
stelle (sono nato sotto una cattiva stella), al temperamento (sono fatto così),
o all’ambiente. E’ vero che tutto ci può condizionare, ma è rarissimo il
caso che qualcosa possa azzerare la nostra libertà. Dare tutta la colpa agli
altri o all’ambiente è come dire che i gatti sono neri perché la notte è
nera.
L’uomo
seduto senza speranza sulle sue macerie d’uomo, piangeva la sua irreparabile
sconfitta: ma ecco San Francesco che si mette a cantare il cantico delle
creature: tutte le cose create, come l’acqua, il fuoco, il vento, il sole, la
luna, le stelle ed anche la morte diventano fratelli e sorelle dell’uomo; e
l’uomo sente che ha valore sulla terra, il suo valore d’uomo, si riprende,
si rialza, si mette a camminare nel nuvola e nel sereno, con la sua faccia
d’uomo, ed è una bella faccia, somiglia alla faccia di Dio.
(Vittorio G. Rossi)
Nella
chiesa di S. Paolo a Baltimora è stata trovata questa lapide risalente
all’inizio del 1700:
Passa
tranquillamente tra il rumore e la fretta e ricorda quanta pace può esserci nel
silenzio.
Finché
è possibile sii in buoni rapporti con tutte le persone. Dì la verità con
calma e con chiarezza, e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli ignoranti:
anche loro hanno una storia da raccontare.
Evita le persone volgari e aggressive, esse opprimono lo spirito. Se ti
paragoni agli altri, corri il rischio di far crescere in te l’orgoglio e
l’acredine, perché sempre ci saranno persone più in basso o più in alto di
te. Gioisci dei tuoi risultati e dei tuoi progetti. Conserva l’interesse per
il tuo lavoro, per quanto umile; è ciò che realmente possiedi per cambiare le
sorti del tempo.
Sii
prudente nei tuoi affari perché il mondo è pieno di tranelli. Ma ciò non
accechi la tua capacità di distinguere la virtù; molte persone lottano per
grandi ideali, e dovunque la vita è piena di eroismo. Sii te stesso.
Soprattutto non fingere negli affari e neppure sii cinico riguardo all’amore,
poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni, esso è perenne come
l’erba. Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall’età,
lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza. Coltiva la forza dello
spirito per difenderti contro l’improvvisa sfortuna.
Non
tormentarti con l’immaginazione. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla
solitudine. Al di là di una disciplina morale sii tranquillo con te stesso. Tu
sei un figlio dell’universo non meno degli alberi e delle stelle; tu hai
diritto di essere qui. E che ti sia chiaro o no, non vi è dubbio che
l’universo ti si stia chiarendo come dovrebbe.
Perciò sii in pace con Dio, comunque tu lo concepisca, e qualunque siano
le tue lotte e le tue aspirazioni, conserva la pace con la tua anima, pur nella
rumorosa confusione della tua vita. Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati e
i sogni infranti, è ancora un mondo stupendo. Fai attenzione, cerca di essere
felice.
lo
non credo che ci siano dolori piccoli e dolori grandi. Conta soltanto in che
maniera incidono su di noi. Ho visto piangere una donna importante per una
bambola rotta. Non mi è passato per la mente di riderne. Ho assistito al dramma
di una mia amica per il cane ucciso da un’automobile. Non ho detto: “Si
soffre così per un figlio”. Soffriva e basta. Il dolore è sempre un aspetto
di amore, e ognuno ama quello che ama. E’ da tempo che ho imparato a
rispettare ogni manifestazione, comunque, originata dal dolore. (Giulietta
Masina)
GIUGNO
Vivere non è solo
correre, lavorare: DIAMO UN SENSO ALLA VITA
Calma
ragazzi! La terra è stanca di gente che corre. Beve di corsa una Coca Cola e
butta la lattina. Sgranocchia patatine e lascia il sacchetto sulla spiaggia.
infila la discoteca. E poi salta in auto così, senza pensare. La terra è
stanca di gente che corre pensando di arrivare da qualche parte e non arriva mai
a niente. Di gente che vola via per non vedere, per non accorgersi.
Una
volta una ragazzina vide in un bosco una bella farfalla impigliata in un rovo.
li cuore gentile le suggerì di salvarla dalla morte. La liberò dolcemente e la
farfalla variopinta si mise a volare. Ma, dopo qualche metro si trasformò in
una dolce fata.
La
bambina le chiede la ricetta della felicità e la fatina le rivela il segreto
della gioia permanente.
Finalmente
la vecchietta cede e racconta. Ecco la formula della felicità: “Ricordati che
ogni persona, anche se sembra molto sicura di sé, ha bisogno di te”. Io
conosco un bambino davvero straordinario che
un giorno si chiama Renzo e il giorno dopo Dario. Gli piace cambiare nome
perché ogni nome è bello: La mattina si chiama Davide la sera Marcello.
Ma anche quando si chiama Riccardo
e Federico vi sorriderà subito se
lo chiamate Amico. (Gianni Rodari)
Un gran riccone si lamentò un giorno con un amico: “Tutti mi accusano di essere avaro. Chissà perché! Lo san bene che quando morirò le mie ricchezze andranno ai poveri!”. Allora l’amico gli raccontò la favola del maiale e della mucca. C’era una volta un maiale che si lamentava con la mucca di non essere molto popolare. “La gente non fa che parlare della tua natura gentile, le diceva, e dei tuoi occhi mansueti”. “E’ vero — continuava — che tu dai il latte e il burro, ma io do di più. Io do la pancetta, il prosciutto, le setole. Persino i miei piedi sono buoni in salamoia! Però non sono simpatico a nessuno. Come mai?”. La mucca ci pensò un minuto e rispose: “Bè, forse è perché io do mentre sono ancora in vita!”.
Non
è saggio aspettare che la morte mi faccia buono per forza. E’ meglio esserlo
prima.
Un
giorno il buon Dio organizzò nel suo paradiso una grande festa e vi invitò
tutte le virtù. Queste giunsero da ogni parte del mondo. Arrivarono la
Giustizia e la Pace e, subito, si diedero la mano. Arrivarono la Semplicità e
l’Umiltà e si abbracciarono. Arrivarono la Verità e la Trasparenza e si
baciarono...
Solo
due virtù si squadrarono, visibilmente stupite l’una dell'altra.
“Ah,
è vero, sorrise il buon Dio. Avevo dimenticato che voi non vi siete mai
incontrate. Permettetemi che vi presenti: la Beneficenza e la Riconoscenza.”
Quando
la minestra sa di bruciato, tutti se ne accorgono; quando è buona e ben
condita, chi pensa a congratularsi con la cuoca?
La ragione e la passione sono il timone e la vela di quel navigatore che è l’anima vostra. Se il timone o la vela si spezzano, sbandati andrete alla deriva e resterete inermi in mezzo al mare.
Poiché,
se la ragione domina da sola, è una forza che imprigiona; e la passione, se
incustodita, è una fiamma che brucia e distrugge. Perciò la vostra anima
esalti la ragione fino alla passione, affinché essa canti. E con la ragione
diriga la passione, affinché questa viva in risurrezione quotidiana e sorga
come la fenice dalle ceneri. (Kahlil
Gibran)
Durante
il pranzo organizzato dalla ditta, i soci regalarono al direttore generale un
quadro raffigurante un paesaggio. Commosso sino alle lacrime, il grande capo
ringraziò con manifesta sincerità i donatori per quello che definì “il più
bel regalo ricevuto”. Sia il tipo di dono, sia la reazione del ricevente
lasciarono molti dei convenuti confusi e scioccati, perché il direttore generale
era cieco.
Anni
fa dei nostri vicini regalarono a mio padre un paio di calze, che lui accettò
con gioia ed emozione, benché avesse amputate ambedue le gambe.
Perché
regali apparentemente poco accorti hanno invece suscitato reazioni positive in
due persone menomate? La spiegazione è semplice: entrambi avevano ricevuto il
dono più grande, quello di essere considerati normali dai propri amici. (John
Thiele)
LUGLIO
Viviamo
con una grande compagna: LA NATURA
Isacco
di Stella, grande monaco inglese dei Medioevo, diceva: Questo mondo serve
l’uomo in due modi: nutrendolo e insegnandogli.
In
realtà è possibile che Dio abbia progettato infinite cose solo per il nostro
piccolo stomaco e non anche per la nostra grande anima?
Tutto è così pieno di richiami e di messaggi! Proviamo dunque ad andare a scuola dal creato.
Vado
a scuola dall’acqua che non si ferma mai.
Vado
a scuola dal fiore: rallegra, profuma e lascia intatto il. silenzio.
Vado
a scuola dalle radici che nel buio della terra credono al sole.
imparo
dagli uccelli che sono nel mondo ma non impigliati nel mondo.
imparo
dalle rive che si guardano lealmente.
Imparo
dall’albero che sopporta il calore e dà agli altri la freschezza.
Anche
dal filo d’erba imparo: calpestato si solleva e guarda il cielo come cosa sua.
Anche
dalla goccia imparo: racchiude tutti i colori dell’arcobaleno.
Anche
dall’ulivo imparo: ne ha passate tante eppure continua a prodigare oli e
bagliori d’argento.
Imparo
dalle cime circondate di luce e impastate di silenzio. imparo dall’alba che
continua a nascere anche se nessuno assiste allo spettacolo.
imparo
dalle piante che muoiono in piedi.
Imparo...
Imparo da tutto il creato le iniziali del Creatore.
Il
sole viaggiava in cielo, allegro e glorioso nel suo carro di fuoco, gettando i
suoi raggi in tutte le direzioni, con grande rabbia di una nuvola di umore
temporalesca, che borbottava: “Sciupone, mano bucata, butta via, butta via i
tuoi raggi, vedrai quanti te ne rimangono!”.Nelle vigne ogni acino d’uva che
maturava sui tralci rubava un raggio al minuto, o anche due; e non c’era filo
d’erba, o ragno, o fiore, o goccia d’acqua che non si prendesse la sua
parte. “Lascia, lascia che tutti ti derubino: vedrai come ti ringrazieranno,
quando non avrai più niente da farti rubare!”. Il sole continuava
allegramente il suo viaggio, regalando raggi a milioni, a miliardi, senza
contarli.
Solo
al tramonto contò i raggi che gli rimanevano: e guarda un po’, non gliene
mancava nemmeno uno. La nuvola, per la sorpresa, si sciolse in grandine, il sole
si tuffò allegramente in mare. (Gianni Rodari)
Entrando
nel Parco nazionale del Gran Paradiso c’è un cartello che merita d’esser
letto non solo in quel luogo stupendo: Ecco lo spazio, ecco l’aria pulita,
ecco il silenzio. Acque libere, uomini liberi. Qui incomincia il paese della
libertà... La debolezza ha paura dei grandi spazi, la stupidità ha paura del
silenzio. Aprite gli occhi e le orecchie e chiudete i transistor. Niente rumori,
niente motori. Ascoltate la musica delle montagne. Le vere meraviglie non
costano una lira. Camminare pulisce il cervello e rende allegri. Sotterrate le
preoccupazioni e i barattoli vuoti. Raccogliete bei ricordi, ma non cogliete i
fiori. Chi distrugge un nido rende vuoto il cielo e sterile la terra. Qui è
vietata la caccia, tranne che alle immagini.
Non vivere su questa terra come un ospite o come un turista della natura.
Vivi
in questo mondo come nella casa di tuo Padre.
Credi
al grano, alla terra e al mare. Ma prima di tutto credi all’uomo.
Ama
le nuvole, le macchine, i libri, ma prima di tutto ama l’uomo.
Senti la tristezza del ramo che secca, dell’astro che si spegne,
ma prima di tutto senti la tristezza dell’uomo.
Ti diano gioia tutti i beni della terra, l’ombra e la luce, le quattro stagioni,
ma,
soprattutto, a piene mani, ti dia gioia l’uomo! (Nezim Hilmet)
Impara
dalla montagna.
La
dimensione della montagna è la calma. La montagna è maestra perché non ha
fretta. E’ lì da sempre e non ammette gli impazienti, i faciloni, i
precipitosi. In montagna chi è avventato, impetuoso, paga. in montagna ogni
passo va misurato, ogni successo richiede uno sforzo.
La
montagna ci educa alla prudenza e al sacrificio. Dalla cima della montagna le
costruzioni umane giù in basso, appaiono insignificanti. La montagna ci educa a
staccarci dalle cose, se vogliamo dominarle. La montagna insegna che le distanze
non si misurano ad occhio, ma percorrendole; che fra il contemplare una cima e
metterci sopra i piedi, c’è di mezzo il nostro sudore. Imparare la montagna
è imparare a camminare, anzi, è imparare a vivere. L’uomo non è completo
se, almeno nel cuore, non è un montanaro. (Armando Moore)
Alcuni
consigli per salvare le vacanze dalla banalità.
1)
Divertiti! Sta allegro! La tristezza è il cancro delle vacanze. Non ammazzarle,
dunque con i pettegolezzi da spiaggia e con la stupida invidia di chi ha di più
e può di più.
2)
Stacca il piede dall’acceleratore! Cammina senza fretta. Fermati a guardare le
cose belle a tutte le ore.
3)
Scopri la ricchezza di chi ti è vicino al mare, di chi incontri ai monti. In
ogni uomo c e più mistero che nel mondo intero.
4)
Ritaglia ogni giorno qualche parentesi di silenzio. Chi tace vede più lontano,
vede più profondo.
5)
Non tutto può andare in vacanza. La buona educazione, ad esempio, la morale, la
coscienza.., non possono andare in ferie. Forse che in vacanza si dovrebbe
smettere di essere onesti?
6)
Calura fa rima con lettura. Perché non sorseggiarti un bel libro e non
limitarti ad usarlo solo come poggiatesta?
7)
Ovunque puoi trovare spunto per ristorare anche lo spirito. A). mare puoi
pregare: “Dammi, Signore, la libertà azzurra del gabbiano; il silenzio della
conchiglia che prepara la perla in montagna: “Nutrimi gli occhi di cielo,
fa’ che veda sempre le cose dall’alto..
AGOSTO
C’è
un tempo per lavorare e un tempo per RIPOSARE
Un
uomo riposava beato all’ombra di un albero quando un amico gli disse: “Ehi,
perché non vai a fare un po’ di legna?”.
“A che scopo?”
“Per venderla. Col denaro ricavato puoi comprare un asino e distribuire la legna di casa tua. Così guadagnerai altri soldi e potrai acquistare un camion, poi una segheria, poi altri camion. In questo modo ti creerai un impero.”
“A
che scopo?”
“Per diventare milionario e potertela prendere finalmente comoda."
“E
tu cosa credi che stia facendo adesso?”.
Agosto,
tempo di viaggi. Gente sulle strade. Con in mano
Fratelli,
che state al volante.., avete sentito dire occhio per occhio, dente per dente,
insulto per insulto, precedenza negata per precedenza negata, abbaglianti per
abbaglianti... Ma io vi dico: se qualcuno non ti dà la precedenza a cui hai
diritto, perdonalo e lasciala andare in pace; se qualcuno ti punta gli
abbaglianti addosso, non farlo anche tu nei suoi confronti; se qualcuno ti
insulta non aspettarlo al primo semaforo per restituirgli gli insulti con
relativi interessi... Perché non solo chi uccide il fratello sulle strisce e
reo di giudizio, ma anche chi si adira contro di lui e gli grida dal finestrino
scemo o cornuto con relativi gesti illustrativi... Anzi, a chi ti rifiuta la
precedenza, lasciagli anche il posto al parcheggio; se qualcuno con una macchina
meno potente della tua cerca di sorpassare, rallenta e lasciala
andare... Fratelli automobilisti... avete sentito dire che ogni altro
automobilista è vostro nemico, ma io vi dico di amare i vostri fratelli
automobilisti, di amare chi vi sorpassa, chi vi strombazza dietro, chi vi
infastidisce con le sue manovre, perché anche ogni automobilista è figlio del
vostro Padre celeste che ha creato la strada sia per i buoni che per i
cattivi...
L’estate è il tempo migliore per conoscere Dio in diretta.
“Se volete conoscere Dio, guardatevi intorno e lo vedrete giocare con i vostri bambini.
E guardate lo spazio, lo vedrete camminare sulla nube,
tendere le braccia nel bagliore del lampo e scendere con la pioggia.
Lo
vedrete sorridere nei fiori e sulle cime degli alberi sciogliere carezza.” (G.K.
Gibran)
Siamo tutti sulla stessa barca, Signore.
Ti assicuro che a volte sento i miei compagni di viaggio,
che
mi urtano da tutte le parti e mi schiacciano i piedi.
Ma,
siamo tutti sulla stessa barca. Signore, aiutami a non lasciarmi andare.
Fa’
che io prenda la mia parte di fatica e condivida la gioia di andare avanti con
tutti.
Ricordati di quelli che sono là in fondo e che non hanno più forza.
Dobbiamo arrivare insieme, se no, che gusto c’è?
Ci
sarebbe più largo, ma non ci sarebbe più festa!
Agosto,
tempo di safari.
Dice
un proverbio africano:”Ogni mattina un leone si sveglia. Sa che deve correre
più veloce della gazzella se vuole catturarla o morirà di fame.
Ogni
mattina in Africa, una gazzella si sveglia. Sa che deve correre più veloce del
leone o perderà la vita. Ogni mattina quando ti svegli, non chiederti se sei
leone o gazzella, ma mettiti a correre!”.
Agosto,
tempo di esodo.
La
gente esce di casa e si mette per strada. Perché non avere qualche pensierino
anche su questa umile realtà calpestata da tutti? Non produce un filo d’erba,
non uno stelo di grano, e neppure un fiore. Non fa muovere, come il torrente che
le passa accanto, il mulino. Non offre riparo al sole cocente... Tuttavia è lei
che conduce al verde prato e al campo, al giardino fiorito e all’orto. E’
lei che congiunge il contadino al mugnaio e il fedele alla chiesa...Strada
solitaria o straripante di folla, strada piccola o larga, benedetta tu sia che
aiuti l’uomo a trovare il suo simile. Sassoso viottolo o superba autostrada,
sei il simbolo del cammino verso il nostro alto destino.
Non
c'é miglior riposo che la gioia. (S.
Tommaso d’Aquino)
La voglia di far niente può indicare che si è fatto troppo. in questo caso far niente significa far la cosa più opportuna: riposare.
(H. James)
Ad un discepolo che si lamentava continuamente degli altri, il maestro disse:
“Se è la pace che vuoi, cerca dì cambiare te stesso, non gli altri.
E’
più facile proteggersi i piedi con delle pantofole che ricoprire di tappeti
tutta la terra.”
Il grande Newton passeggiava sulla spiaggia del mare.
Ad un tratto si fermò, e fece un grande e riverente inchino.
“Maestro,
che fate?”. “Saluto l’immensità di Dio”.
SETTEMBRE
Ci sono nella nostra vita PAROLE e FATTI
Abbiamo parole per vendere,
parole per comprare,
parole per fare parole,
ma ci servono parole per pensare.
Abbiamo parole per uccidere,
parole per dormire,
parole per fare il solletico,
ma ci servono parole per amare.
Abbiamo macchine per scrivere parole,
dittafoni, magnetofoni, microfoni, telefoni.
Abbiamo parole per far rumore,
parole
per parlare non ne abbiamo più.
(Gianni Rodari)
Si tratta solo di deliberare? La corte formicola di consiglieri.
Bisogna
eseguire? Non si trova più nessuno.
(La Fontaine)
Un
santo monaco rispose una volta ad un suo ospite che affermava di aver conosciuto
un uomo che aveva una grande idea di se stesso: “Sii certo che quando uno ha
una grande idea di se stesso, quella è l’unica grande idea che ha.”
Molte
persone commettono nei confronti di Dio, lo stesso errore che commettono nei
confronti degli amici: parlano sempre loro. (Adolfo L’Arco)
Nessuno vive sempre in cima alla montagna. E’ bello salirvi di tanto in tanto, per ispirarsi ed avere nuove prospettive, ma poi bisogna ridiscendere. La vita si vive a valle. E’ lì che sono le fattorie, gli orti e i frutteti, è lì che si ara la terra e che si lavora. E’ lì che si traducono in realtà le ispirazioni che si possono aver avute lassù.
(Arthur
Gordon)
Quante cose si possono fare in un giorno!
Mantenere una promessa.
Dimenticare uno sgarbo.
Riparare un torto.
Eliminare un rancore.
Trovare tempo, anche un pizzico soltanto, per un importuno.
Salutare un bambino.
Canticchiare senza ragione.
Alzare gli occhi al cielo, non importa che sia giorno o notte, che sia azzurro o grigio: è sempre cielo.
Cercare il sole. Parlare alle stelle.
Ammirare un fiore.
Pensare
un attimo a Dio.
(G. Bonetto)
Campi una buona azione fuori dell’uscio di casa tua
piuttosto
che andare a bruciare incenso in un tempio lontano.
(Proverbio cinese)
Un
giardiniere con il suo lungo lavoro era riuscito a comprare una vigna tutta per
sé. Da quella vigna traeva i mezzi per vivere felice. Prima di morire radunò
intorno al suo letto i suoi tre figli che avevano poca propensione al lavoro e
disse loro: “Figlioli cari, prima di morire voglio svelarvi un prezioso
segreto. E’ nascosto nella nostra vigna un tesoro. Cercatelo e dividetelo
fraternamente. ”Morto il padre, i tre figli di buona lena si diedero a
zappare, vangare, smuovere profondamente la terra. Ma il tesoro era introvabile.
Non ci fu angolo in cui la terra non fosse rivoltata; non ci fu zolla che non
fosse spezzata, ma non fu trovato niente di quel che cercavano. Intanto, a forza
di essere lavorata e zappata, la vigna divenne bella, ordinata e soprattutto
feconda. I tre fratelli capirono allora quello che aveva inteso dir loro il
padre sul letto di morte: la vigna ben curata diventa un tesoro. E da quel
giorno compresero che il più grande tesoro per l’uomo è il frutto del
proprio lavoro onesto. (Leone
Tolstoij)
Niente
è peggio che fare le cose a metà: essere buoni a metà, studiare a metà,
pulirsi a metà.
Pensate
quanto sarebbe piacevole se la moglie sapesse cucinare la carne solamente in
questi tre modi: mezza cruda , mezza cotta e mezza bruciata! Ogni mattina è una
giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio. Dio ci dà una giornata da Lui
stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di non abbastanza,
nulla di indifferente e nulla di inutile. E’ un capolavoro di giornata che
viene a chiederci di essere vissuto. Noi la guardiamo come una pagina
d’agenda, segnata d’una cifra e di un mese. La trattiamo alla leggera come
un foglio di carta.
Se
potessimo frugare nel mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal
fondo dei secoli, comprenderemo il valore di un solo giorno umano. (M.
Delbrel)
Auguro a tutti di spegnere almeno ottanta candeline. Ma, a conti fatti, l’età non conta più di tanto.
Marconi aveva 21 anni quando compì il suo primo esperimento di trasmissione senza fili.
Raffaello morì a 37 anni;
Leopardi e Chopin a 39;
Cristo a 33.
Pascal a 16 anni già scriveva opere e a 18 anni inventava la prima macchina calcolatrice.
Domenico Savio fu santo a 12 anni;
Sant’ Agnese fu martirizzata a 13;
San Francesco d’Assisi divenne tutto quel che è divenuto entro i 45 anni...
Il genio e la bontà non hanno età. La vita non è questione di anni: la vita è questione di vita!
Abbiamo imparato a nuotare come i pesci.
Abbiamo imparato a volare come gli uccelli.
Abbiamo imparato a solcare gli spazi come le meteore.
Quando
impareremo a camminare sulla terra come uomini?
OTTOBRE
“E i due siano una
cosa sola” LA COPPIA
UOMO E DONNA
Quando
il primo uomo e la prima donna vennero al mondo, capirono di essere molto
diversi. Riuscire ad andare d’accordo sarebbe stato molto difficile. O forse
una magnifica avventura?
All’udire
questa seconda ipotesi il diavolo intervenne subito. Sparse una semente nei
campi e nacquero le male lingue. Fu da allora che se un uomo e una donna
vogliono andare d’accordo debbono starsene soli come all’inizio del mondo,
chiudendo le orecchie ad ogni voce che non sia quella del proprio cuore.
MALATTIA D’AMORE
Una giovane sposa fu colpita dal vaiolo prima di fare il suo ingresso nella casa del marito.
Questi disse: Mi dolgono gli occhi. E più tardi: Sono divenuto cieco.
La sposa gli fu condotta in casa.
Quando,
dopo vent’anni di matrimonio, essa venne a mancare, il marito riaperse gli
occhi.
Richiesto di spiegazioni, rispose:
Non ero cieco, ma mi sono finto tale
perché
mia moglie non si addolorasse pensando che io la vedevo deturpata dal vaiolo.
(Fiaba africana)
Un
frate cappuccino, andando alla questua, entrò un giorno in una casa, dove una
donna piangeva. Domandò: - Perché piange, la mia cara donna? Quella rispose: -
Perché mio marito mi maltratta spesso, mi picchia perfino. Riprese il frate: -
So che tu sei buona e perciò capirai il mio rimedio. - Quale rimedio? -
interrogò la donna? - Ecco, prendi questa bottiglietta. Quando tuo marito
minaccerà tempesta, metti in bocca quest’acqua prodigiosa. Vedrai che il
temporale cesserà quasi d’incanto. Quando il marito con il suo caratteraccio
prepotente incominciava ad urlare, la buona donna si metteva l’acqua in bocca,
e quindi, naturalmente, non poteva rispondere. Vedendo tanta dolcezza e sentendo
silenzio, il marito si calmava: la sua ira sbolliva immediatamente. Ritornando,
il frate chiese: - E allora come va la mia medicina? Rispose la donna: - Mi
costa un mondo di fatica, ma è veramente prodigiosa! - Certo - concluse il buon
frate cappuccino, - è nient’altra che acqua di fonte, acqua di bontà... Ne
ho qui una bottiglietta anche per suo marito!
UNO STRANO TRASLOCO
Avvenne
una volta che un uomo decise di ripudiare la moglie, poiché non gli aveva dato
figli. Si presentò allora al rabbino per avere la sua approvazione. Il rabbino
disse: — Approvo, ma a una condizione. Che come avete fatto festa quando vi
siete uniti, così facciate festa ora che vi dividete. Fu fatta quindi una gran
festa, con danze, cibi prelibati e ottimo vino. La donna approfittò
dell’occasione per far bere il marito più del solito, così che questi, in
preda all’euforia, a un certo punto le disse: — Figliola, puoi portare via
dalla mia casa quel che più ti piace; e poi torna alla casa di tuo padre. Che
cosa fece allora la donna? Quando il marito fu addormentato, ordinò ai servi di
portare lui e il letto in cui dormiva nella casa di suo padre.
ALCUNE PISTE PER UNA COPPIA
IMBATTIBILE
1
- LOGORATE LE POLTRONE
La casa che non ha le poltrone un po’ logore è una casa senz’anima.
Non avere le poltrone logore significa, infatti, che in quella casa
si
corre sempre, nessuno si ferma, nessuno trova il tempo d’esser felice.
2
- TENETE LE PORTE APERTE
Aperte agli altri.
Quando il mondo della coppia arriva solo fin dove arriva l’uscio di casa,
allora si finisce col morire di asfissia.
Si pensa in piccolo, si vede corto, si ama stretto.
Il matrimonio diventa una fabbrica di poveri:
poveri
di mente, poveri di cuore.
3
- PERDONATE
Il perdono è la strada regia del disgelo.
Non è debolezza, ma forza che risveglia la scintilla di bontà nascosta in ogni uomo.
Ed
è così liberante!
4
- TACETE
Tanti cortocircuiti nascono perché la lingua parla quando è troppo calda.
Dunque, per prima cosa tacete; poi, lasciate passare qualche ora;
adesso
parlate pure!
5
- SORRIDETE
il sorriso è una magia bianca.
Talora basta un sorriso per tirare avanti una settimana.
Sorridetevi.
Gli esseri inferiori non sorridono
perché
il sorriso vuole l’intelligenza di chi è arrivato a capire che non è serio
prendersi troppo sul serio!
6
- GUARDATE IN POSITIVO
Guardate, cioè, a quello che va più che a quello che non funziona.
A che serve il pessimismo?
I
salici piangenti non hanno mai avuto fortuna.
7
- LOTTATE CONTRO LA MONOTONIA
Un po’ di fantasia!
Ad esempio, un’improvvisata di lui a lei, di lei a lui: un fiore, un regalino,
una
pietanza speciale...
8
- TENETEVI BELLI
Le rughe potranno impedirvi di essere sempre belli fuori, ma non già di continuare ad esserlo dentro.
Un pizzico di tenerezza, di buone maniere, ed ecco il brillìo interiore che,
a
conti fatti, vale infinitamente di più del più affascinante look esteriore.
9
- USATE MISERICORDIA
Quale coppia può farne a meno?
Se i preti fanno voto di castità,
gli sposi, dovrebbero fare il voto di pazienza, di misericordia.
Prima del matrimonio è bene aprire tutti e due gli occhi,
poi
è bene, talora, chiuderne uno.
10
- NON TOGLIETE DIO Dl CASA
Sarebbe uno degli sbagli più gravi. Dio unisce. Dio sorregge.
Dio, in tante circostanze, è l’unica realtà che permette di poter continuare a vivere;
è
l’unica certezza che permette di poter sopportare di vedere il proprio coniuge
morire!
NOVEMBRE
Ricordando
i nostri MORTI sentiamo l’invito alla SANTITA’
“Penso
alla possibilità della morte ogni giorno: è un buon esercizio”.
(S. Freud)
Davanti alla morte si possono avere atteggiamenti diversi.
L’imperatore Augusto diceva: “Lo spettacolo è finito”.
Lo scrittore Honorè Balzac: “Otto giorni di febbre: avrei avuto il tempo di scrivere ancora un libro”.
Cecil
Rhodes:
San Roberto Bellarmino: “Gesù, sono pronto per il viaggio”.
Heinrich
Heine:
e
il matematico Louis Augustin Cauchy: “Ho amato la vita per cercare Dio; amo la
morte che me lo fa trovare”.
Prendi
per guanciale la morte quando vai a dormire e tienila sempre davanti agli occhi
quando sei sveglio. (Detto
musulmano)
“Un
uomo che non si ponga il problema della morte e non ne avverta il dramma, ha
urgente bisogno di essere curato”.
La
morte ci dice: attenti alle montature! Certe cose che ora vi sembrano così
solenni e importanti, viste dalla mia parte fanno sorridere. La prima montatura
che crolla davanti alla morte è quella di chi ha impostato tutta la vita sulla
carriera. La morte ci insegna a ridere della serietà feroce di quelli che si
attaccano alla loro posizione. Anche senza di noi il mondo va avanti benissimo!
Eppure i cimiteri son pieni di gente che si riteneva insostituibile.
La
seconda montatura che crolla davanti alla morte è l’impostazione della vita
sulla fama. C’è gente che fa ruotare tutta la sua esistenza sugli altri: su
quello che possono dire o pensare. Non esce di casa per paura degli altri, non
parla per paura degli altri... Gente schiava perché non pensa che tutto è
vanità; non pensa che passa la scena di questo mondo.
Vi sono tre modi di suicidarsi.
Il primo consiste nel darsi bruscamente la morte.
Il secondo consiste nel lasciarsi morire, ed è altrettanto grave.
Il terzo, il più
subdolo, quello a cui meno si pensa, consiste nel lasciarsi vivere.
Se
i nostri padri fossero stati così bravi, come è scritto sulle lapidi dei
cimiteri, non ci troveremmo in queste condizioni.
Quando entreremo in paradiso, avremo tre sorprese.
La prima: dove sono tutte quelle facce che credetti sante?
La seconda: misericordia! Come sono entrati tanti tipi sospetti?
La
terza: ci sono anch’io!
Sono giovane come la mia speranza vecchio come la mia disperazione.
Sono giovane come la mia fede vecchio come il mio dubbio.
Sono
giovane come i miei slanci vecchio come le mie lagne.
Sono
giovane come il mio sorriso, vecchio come il mio broncio.
Sono
giovane come le mie virtù ,vecchio come i miei peccati.
Sono
giovane come le mie sorprese , come le mie abitudini.
Sono
giovane come il mio amore, vecchio carne il mio rancore.
Sono
giovane come la mia dolcezza ,vecchio come la mia durezza.
Sono
giovane come la mia gioia, vecchio come la mia noia.
Sono
giovane... Sono vecchio... come decido d’esser giovane d’esser vecchio.
La santità può sedere su un trono, dove tutti riconoscono che le difficoltà che incontra sono grandissime.
Oppure nascondersi sotto le vesti di un mendicante, dove spesso si è più propensi a cercarla.
Ma
nessuno sa se ci vuol maggior forza per resistere al demone dell’orgoglio o a
quello dell’invidia. (L. Lavelle)
DICEMBRE
E’
il freddo dell’ INVERNO ma il caldo del N
A T A L E
Inverno: tempo di silenzio.
Del più bel silenzio dell’anno: silenzio bianco, silenzio luminoso delle nevi.
Tempo di silenzio, quindi tempo prezioso.
Nel
silenzio, infatti, risplende sempre qualcosa.
No, non ha sbagliato chi ha definito l’inverno la primavera del genio.
Inverno: tempo di trasparenza.
Stagione pulita, stagione cristallo.
Puoi
perdere la testa in un cielo colmo di stelle.
L’inverno ricorda che l’uomo è un dio caduto dall’alto, che ha nostalgia di cieli.
Inverno: tempo di gelo.
Ogni cosa è rigida, ferma, bloccata.
Eppure continuo a credere al grano, ai fiori, alle rondini
Dove
c'é speranza, anche sotto i cappotti si può sentire il sole.
Per la Chiesa questi sono i giorni dell’Avvento: giorni, cioè, dell’attesa del Natale. Aspettare è un verbo bellissimo! L’intensità e l’altezza dell’attesa sano cartine di tornasole per valutare la freschezza di uno spirito.
Diceva Cesare Pavese: “Aspettare è ancora un’occupazione. E’ non aspettare niente che è terribile”.
A
Pavese fa eco Lanza del Vasto: “La disperazione non è non aver niente. E’
non aspettare più niente”.
Pensate
al grande mistero che si sta compiendo: un Dio che si fa uomo! Bisogna che la
mia anima sia qualcosa di grande, se i cieli e la terra si commuovono e un Dio
viene a farsi bambino proprio per me. (S. Giovanni Bosco)
Chi
non attende nulla non è capace di far veramente qualcosa. (Simone Weil)
Più
lunga l’attesa, più grande la gioia. (Proverbio russo)
Il
principale compito dell’uomo nella vita è quello di dare alla luce se stesso.
(E. Fromm)
Lui, il bambino, ammira,
tu, adulto ragioni;
lui sogna,
tu contratti;
lui fa l’ombra corta,
tu l’ombra lunga;
lui ha paura del buio,
tu della luce;
lui dice la verità con la faccia sporca,
tu la menzogna con i denti puliti;
lui cresce,
tu invecchi...
Viene
voglia di essere un bambino grande!
Il regalo
(siamo
nei giorni di regali) può avere tanti significati, può dire tante cose. La
psicologia ci aiuta a scoprirle. Con il regalo si può dire all’altro:
“Guarda come sono bravo, e che bel gusto ho io, e che ricchezza!”; oppure:
“lo ti do questo, ma è chiara che mi aspetto da te un servizio, il favore che
sai o che poi ti dirò”. Il regalo può voler dire: “Ti offro questo per
rabbonirti, perché ti so capace di tutta”; o “Ti regalo questo perché tu
sappia che io continuo ad essere il tuo padrone, quello che può dar gioia a te
e ai tuoi”. E’ facile comprendere che tutti questi motivi fanno del dono una
finzione, gli rubano quella che dovrebbe essere la sua anima, il suo cuore:
essere espressione di bontà e di sentimento. Solo due ragioni rendano autentico
e puro il regalo. Questa: “Accetta questo dona come segno dell’immenso amore
che ti voglio”; oppure, più in alto ancora: “Ti faccio questo regalo perché
far piacere a qualcuna mi dà casi tanta gioia che viene voglia di
ringraziarla!”.
Caro Gesù Bambino,
lasciami sognare che tutte le mamme diventino parenti di Maria,
e i padri parenti di Giuseppe,
e i figli parenti tuoi!
Allora
sempre Natale sarà!
“Quando sento cantare ‘Gloria a Dio e pace in terra,
mi
domando dove oggi sia resa gloria a Dio e dove sia la pace sulla terra.
Finché la pace sarà una fame insaziata,
e finché non avremo sradicato dalla nostra civiltà la violenza,
il
Cristo non sarà nato”. (Gandhi)
“Grazie” è una parola di poche lettere, ma di molto peso:
ingentilisce
la terra e la profuma.
“grazie” a chi ha avuto la pazienza di leggere queste righe;
“grazie”
a chi le ha composte;
“grazie” a chi le ha stampate.
“Grazie”
a tutti! Ringraziare è un verbo da reimparare.
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