Archivio

 

 

 

 

 

 

UNA PAROLA AL GIORNO

RIFLESSIONI  QUOTIDIANE  SULLA

PAROLA  DI  DIO

a cura di don Franco LOCCI

 

“SALMI”

 

LUGLIO  1992

 

 

MERCOLEDI’ 1 LUGLIO 1992

 

“Ascolta o Dio il mio grido, sii attento alla mia preghiera”. (Sal. 61,2)

Quale sarà il modo migliore di pregare? La preghiera di adorazione? quella di ringraziamento? la preghiera fatta di tante parole o quella silenziosa?... Due sposi che si amano davvero avranno certamente dei momenti in cui si dicono “Ti amo”, si manifestano vicendevolmente stima, gioia di stare insieme. Ma nella coppia che si ama ci sono anche momenti in cui si parla attraverso il silenzio, la comprensione, il perdono vicendevole o attraverso la collaborazione fattiva per il bene dell’altro, o il momento in cui ci si ascolta o ci si confronta magari anche vivacemente. Se ci lasciamo amare e amiamo Dio, dovrebbe succedere la stessa cosa. Se “sto bene con Dio” troverò il tempo per dirglielo, per ascoltarlo, per cercare la sua volontà, per agire nel suo nome... La preghiera del cuore è ben più ricca che dire alcune formulette!

 

 

GIOVEDI’ 2 LUGLIO 1992

 

“Io sono tranquillo e sereno, come un bimbo in braccio a sua madre: come bimbo riposo in Dio!”.

(Sal. 130,2)

La vedevo sempre seduta nei primi banchi, nella penombra della cappella del Santissimo Sacramento. Era una vecchietta simpaticissima; passava delle ore intere in profonda preghiera: talvolta leggendo il suo libro consunto, più spesso guardando il Signore. Più volte ho scherzato con lei: — Nonna, ormai il Signore le sa a memoria le tue lunghe preghiere! — Lei mi sorrideva. Ma un giorno, un po’ più serio, con affetto, le feci una domanda, utile per me sacerdote. Ve la presento, perché ebbe una risposta stupenda. Le dissi: — Nonna, dove vai a prendere le tante cose, che dici al Signore? Ella mi guardò con un abisso d’amore divino negli occhi e rispose: — lo ho niente da dire al Signore; è Lui che ha sempre un mucchio di cose bellissime da dire a me. E continuò il suo profondo, invidiabile dialogo d’amore con Dio.

 

 

VENERDI’ 3 LUGLIO 1992

 

“Ma io a Te, Signore, grido aiuto e al mattino giunge a te la mia preghiera”. (Sal. 88,14)

Oggi tra credenti capita spesso di sentire frasi di questo genere: “lo vado alla scuola di preghiera di...”. “Nel terzo grado della preghiera... Pur con tutto il rispetto per certi luoghi dove si prega molto e dove la preghiera viene prima di tante altre chiacchiere religiose, mi fa ridere il pensare al “laureato in preghiera”, e un po’ come la presunzione di certe televisioni e giornali che fanno “scuola di amore” quasi dicessero al ragazzo che sente il cuore palpitare per una ragazza: “Aspetta! prima facciamo la teoria di che cos’è l’amore, dopo potrai innamorarti”. E’ vero che un amore va approfondito, purificato, ricercato, scelto, ma è altrettanto vero che si può sapere tutto sull’amore, sulle sue tecniche, e poi essere incapaci di accogliere o di donare un po’ di amore. Per la preghiera è la stessa cosa: non basta conoscere formule, modi, non basta esserne convinti della necessità, bisogna cominciare a pregare, magari malamente, ma cominciare.

 

 

SABATO 4 LUGLIO 1992

 

“A Te, Signore, innalzo l’anima mia”. (Sal 25,1)

Oggi guida la nostra riflessione Tertulliano, un padre della Chiesa:

La preghiera è il dono più gradito al Signore, il più potente, il più salutare. Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo! La preghiera sostiene i deboli, cura i malati, libera i morti. Scaccia i demoni, lava i peccati, respinge le tentazioni. Conforta i perseguitati, incoraggia i pusillanimi, sorregge i forti. Sostenta i poveri, ammorbidisce i potenti, rialza i caduti. Pregano anche gli angeli, prega ogni creatura. Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia. Uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano al cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l’aria di grida, nel modo che è loro proprio. Anche gli uccelli, quando si destano, si levano verso il cielo; al posto delle mani, aprono le ali in forma di croce e cinguettano qualcosa: la loro preghiera!... Ma c’è un fatto che dimostra più d’ogni altro il dovere dell’orazione. Ecco, questo: che il Signore stesso ha pregato! A Lui sia onore e potenza nei secoli dei secoli. Amen.

 

 

DOMENICA 5 LUGLIO 1992

 

“Quanto è preziosa la tua grazia, o Dio; si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali”. (Sal 36,8)

Scoprire la grazia di Dio, avere nella preghiera il senso dell’abbandono in Dio è una grande gioia, ma... quante difficoltà! Ecco come un anziano monaco rispose ad alcune domande che un gruppo di giovani, dopo una giornata di ritiro, gli ponevano: — Qual’è, padre, la principale condizione per una preghiera ben fatta? — Di certo è il clima d’amore. Chi prega con il peccato o l’odio nel cuore, è come chi dona cibi squisiti, su un piatto che è sporco; è come chi parla ed ha il fiato che puzza.  Padre, ho tante distrazioni durante la preghiera. Come posso liberarmene? — Le distrazioni sono come i passeri del cielo: non puoi impedire che passino sul tuo tetto, ma che si fermino a fare il nido, si! Per quanto poi riguarda i cattivi pensieri, essi sono come le vespe: se stai calmo, se ne vanno; se ti agiti, ti tormentano di più. — Perché lo scoraggiamento mi tormenta durante la preghiera? — Perché non hai ancora visto la fulgida meta: il volto stupendo di Dio. — Un’altra domanda, padre: la preghiera è proprio importante, anche più dell’azione? — Certamente! E lo dimostra il fatto che proprio contro di essa si scatenano maggiormente i demoni e fanno di tutto per renderla pesante, svogliata, inutile.

 

 

LUNEDI’ 6 LUGLIO 1992

 

“Noi ti rendiamo grazie, o Dio; invocando il tuo nome raccontiamo le tue meraviglie”. (Sal 75,2)

Non uccidete, per favore, la meraviglia. Perché un cervello è giovane finché è curioso; perché ucciderla significa distruggere la forza creativa e inventiva dell’uomo; significa bloccare civiltà e progresso. Non uccidete la meraviglia! Perché il giorno in cui avrai asfissiato il senso dello stupore cadrai, tu pure, in quella massa di uomini duri e freddi, secchi e tristi che è in pericoloso continuo aumento. Al contrario, fino a che ti lascerai incantare, potrai avere la speranza di sorprenderti felice. Proprio come un bambino che vede il mondo per la prima volta. Non uccidete la meraviglia! Perché è la meraviglia, più che il dubbio, la fonte della sapienza. Non uccidete la meraviglia! Perché nessuno può dirsi uomo completo finché non è diventato anche creatura di emozione.

 

 

MARTEDI’ 7 LUGLIO 1992

 

Di sera, al mattino, a mezzogiorno, Dio ascolta la mia voce (Sal 54,17)

Spesso noi cerchiamo dei tempi adatti per la preghiera, la strutturiamo, pensiamo che solo in certi momenti “riusciamo veramente a pregare”. Senza nulla togliere a questi momenti ho trovato nella mia esperienza personale, che i momenti di preghiera più significativi e preziosi sono quelli… che capitano. Sono quelli che magari prendiamo al volo, andando sul tram, facendo la coda all’ufficio postale, ritagliando un angolo per Dio magari in mezzo alla folla chiassosa. Trovo quasi incredibile il fatto che Dio è in ascolto, pronto a rispondere al grido del bisognoso in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo. Proviamo oggi a non aspettare un tempo o un luogo più adatto ma invochiamo subito con spontaneità e fiducia il Signore. Egli è là dove sei tu.

 

 

MERCOLEDI’ 8 LUGLIO 1992

 

“Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra”. (Sal 15,11)

La felicità è il fine dell’uomo. Non facciamo altro che cercarla: nel vino o nell’amore, nel totocalcio o nella lettura, nel lavoro o nel riposo. Le nostre fuggevoli gioie sono baleni della felicità inalterata che cerchiamo. Ma la cerchiamo male, la cerchiamo fuori di noi mentre è in noi. Trovata una gioia, non la gustiamo nel presente, ma la dimentichiamo già spinti verso l’avvenire. E’ come chi decide una gita in automobile per vedere dei bei posti: parte, corre attraverso il paesaggio, guardando solo la strada, arriva e si chiude in trattoria a pranzare; bevuto il caffè riprende l’automobile, filando verso casa a gran velocità. Ha attraversato i bei posti che era andato a cercare, senza neanche vederli. Il primo segreto della felicità è sapersi fermare.

 

 

GIOVEDI’ 9 LUGLIO 1992

 

“Sei tu che mi hai tratto dal grembo e mi hai fatto riposare sul petto di mia madre”. (Sal. 22,10)

Il Signore ha bisbigliato qualcosa nell’orecchio della rosa ed eccola aprirsi al sorriso. Il Signore ha mormorato qualcosa al sasso ed eccolo gemma preziosa scintillante nella miniera. Il Signore ha detto qualcosa all’orecchio del sole ed ecco la guancia del sole coprirsi di mille eclissi. Ma che cosa avrà mai bisbigliato il Signore all’orecchio dell’uomo? perché egli solo sia capace di amare e di amarlo? Ha bisbigliato AMORE! (Gialal el—Din, Rumi)

 

 

VENERDI’ 10 LUGLIO 1992

 

“Custodiscimi come pupilla degli occhi, proteggimi all’ombra delle tue ali”.  (Sal. 16,8)

Quando recito il versetto di oggi mi vengono in mente due immagini concrete. Un ragazzo che abbracciando la sua fidanzata, le diceva: “Sei la pupilla dei miei occhi”, e una gallina, che vedendo disegnarsi l’ombra di un piccolo aereo e probabilmente pensando ad un rapace, apriva le sue ali e cercava disperatamente di nascondervi i suoi numerosi pulcini. Sono entrambi scene di tenerezza, bisogno di rifugio, conforto e sicurezza. Tutte cose di cui nel nostro pellegrinaggio in questo mondo abbiamo enormemente bisogno. Siamo la pupilla dell’occhio di Dio, siamo al centro del suo creato, talmente amati che per noi ha mandato Gesù e siamo in ogni situazione avvolti dalla sua presenza, dalla sua difesa contro il male.

 

 

SABATO 11 LUGLIO 1992

 

“Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in      compagnia degli stolti”. (Sal 1,1)

Tutti noi vorremmo essere dei giusti. Il versetto i del Salmo i comincia a dirci ciò che non bisogna fare se vogliamo essere giusti e delinea tre categorie di “cattivi compagni” da non frequentare: gli empi, i peccatori, gli stolti. Tre tipi di persone sempre presenti: l’empio e colui che ti tenta facendoti apparire bene il male. E’ colui che non essendo capace ad essere giusto, gode nel non lasciare giusti gli altri. Quando vede qualcosa di bello, di puro cerca di infangarlo. C’è un solo modo per evitare l’empio: fuggirlo! i peccatori sono persone non perdute ma che si sono allontanate. La via del peccato è allettante perché sembra più facile della via del bene. Il peccatore è un uomo amato dal Signore, che con misericordia lo cerca, perché si converta, e così dobbiamo fare anche noi, ma facendo attenzione a non “indugiare” nel peccato. E l’ultima categoria da cui dobbiamo “guardarci” sono gli sciocchi, i vuoti, i parolai, coloro che non sono né carne né pesce, coloro ai quali si può parlare di qualunque cosa ma che, quando li si cerca nel concreto non ci sono mai. Con essi si perde solo tempo e si rischia di cadere nell’esteriorismo vuoto. Se vogliamo camminare nella via della giustizia, cominciamo di qui, allora la Parola del Signore potrà cominciare ad agire in noi. E’ come per seminare, prima bisogna preparare bene il terreno.

 

DOMENICA 12 LUGLIO 1992

 

“Abbi pietà di me Signore, sono  nell’affanno” (Sal. 30,10)

Un giorno un saggio indiano vide uno strano individuo attraversare il villaggio.

— Chi sei e dove vai? — gli chiese. — Sono il Demone del Castigo divino —rispose questi — e vado a Benarès a prendere cento anime, secondo l’ordine “del Dio della Morte. Alcuni giorni dopo il saggio rivide l’individuo di ritorno. Lo chiamò e lo rimproverò: — Persino tu, messaggero del Dio della Morte, sei un mentitore! Mi avevi detto che avresti preso cento anime e invece so che a Benarès sono morte più di mille persone! — Non ho mentito — rispose il Demone. — lo ne ho uccise soltanto cento; tutte le altre sono morte di Paura.

 

 

LUNEDI’ 13 LUGLIO 1992

 

“Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo Santo Spirito”. (Sal. 51,13)

Spesso la nostra vita sembra un carcere; abbiamo bisogno di una parola, di una luce che rassereni e dia senso. Racconta un cappellano del carcere: “Quel pomeriggio, appoggiato al muro della cella, ascoltavo: ‘Padre cappellano, il mio venerdì doloroso è stato quando la dura sentenza in pratica ha decretato la mia morte civile. Il mio sabato è il sepolcro di questa cella di carcere che farà una larva irriconoscibile”. “E la tua domenica?”— gli chiedo. “Padre, io ho incominciato a risorgere quando la mia bambina, accarezzandomi, mi ha ancora chiamato “papà”.

 

 

MARTEDI’ 14 LUGLIO 1992

 

“Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore”. (Sal. 36,4)

Ci troviamo oggi davanti ad una straordinaria promessa, che ha bisogno però di essere ben compresa e definita, per non correre il rischio di rimanere delusi e di dubitare della fedeltà di Dio. Infatti sarebbe assurdo pensare ad un Dio disponibile ad appagare ogni desiderio del nostro cuore, trasformandoci in tanti figli viziati. Come ci ricorda Gesù “dal cuore degli uomini escono cattivi pensieri” e, potremmo aggiungere, anche cattivi desideri: è chiaro che in questo senso non avremo mai l’appagamento di Dio. A questo punto non è difficile definire il senso della promessa di Dio. Innanzitutto è necessario “trovare la nostra gioia in Dio”, cioè avere in Lui l’allegrezza che viene da un cuore purificato e rinnovato. Solo in seguito a questo cambiamento, dal nostro cuore potranno scaturire pensieri e desideri in sintonia con la Sua volontà. Saranno quelli, e non altri, ad essere appagati.

 

 

MERCOLEDI’ 15 LUGLIO 1992

 

“Felice l’uomo che ha compassione”. (Sal. 111,5)

Un’espressione del genere può essere accolta in due modi: si potrebbe considerarla non realistica e moraleggiante, se non addirittura patetica, in un mondo sempre più cinico e spietato, dove non c'é posto per i “buoni”; così, anche le proprie meschinità avrebbero una scusante. Oppure si potrebbe idealizzarla e farne la bandiera dell’assoluta tolleranza e accettazione di tutti e tutto; così, si arriverebbe perfino a giustificare un omicida...! Ma la vera compassione è quella dimostrata da Gesù che, andando verso quelli che soffrivano per far loro del bene, non cessò mai di chiamare il peccato col suo nome e di condannarlo. Quando la compassione non fa compromessi col peccato, rende davvero felici!

 

 

GIOVEDI’ 16 LUGLIO 1992

 

“In Te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso”. (Sal. 30,1)

Molte persone ricordano l’ultima guerra. E molti hanno fatto in città l’esperienza dei bombardamenti: suonava l’allarme e si correva ai rifugi: molti di essi altro non erano che cantine che spessissimo diventavano trappole mortali! Quanti sono oggi gli pseudo rifugi che diventano altrettante trappole spesso mortali? L’alcool e la droga sono i più spettacolari, ma molte altre cose a cui ci aggrappiamo ci danno per un tempo l’illusione di sicurezza poi, inevitabilmente, ci lasciano cadere. Qualche esempio? Il denaro, la bellezza, il successo, i divertimenti, certi tipi di amicizia, il lavoro. Nessuna di queste cose può riempire definitivamente il vuoto che c’è in noi, né essere un rifugio in cui trovare sicurezza e pace. Sono rifugi falsi, insicuri. Solo Cristo è il rifugio sicuro, eterno, perché “Lui è la Roccia dei secoli”.

 

 

VENERDI’ 17 LUGLIO 1992

 

“Il Signor, si rivela a chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza”. (Sal. 24,14)

Gesù stesso ha detto: “lo non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore, ma vi ho chiamati amici perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre Mio” . (Gv 15,15). Dio non vuole tenere le distanze con gli uomini, ma vuole essere loro amico. Non si accontenta di conoscere tutto dell’uomo (nulla può essere nascosto alla Sua onniscienza), ma desidera che l’uomo conosca Lui. Così si rivela, gli fa conoscere quali sono i suoi pensieri, i suoi sentimenti, i suoi progetti presenti e futuri. Un vero rapporto di amicizia: due persone che si conoscono a fondo, che si parlano, comunicano, si stimano, hanno fiducia reciproca, non mentono l’uno all’altro... E’ “l’Amicizia” preziosa, ineguagliabile, che Dio è disposto ad avere con me; io, che cosa voglio essere per Lui? Gesù ha anche detto: “Voi siete miei amici se fate le cose che io vi comando”. Ricerco e ascolto i suoi comandi?

 

 

SABATO 18 LUGLIO 1992

 

“Veglierò sulla mia condotta per non peccare”. (Sal. 38,2)

Un buon proposito, quello espresso dal salmista. Si deve proprio sempre stare all’erta, come una sentinella, per non cadere nelle insidie che vengono dal nostro cuore e dal tentatore che approfitta delle nostre debolezze per dividerci da Dio. E noi se non siamo costantemente in comunione con il nostro Dio e Salvatore rischiamo di allontanarci e di perderci. Facciamo nostro, oggi, questo proposito, ricordando le parole di Gesù: “Vegliate e pregate per non cadere in tentazione, lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.

 

 

DOMENICA 19 LUGLIO 1992

 

“Il Signore sarà un riparo per l’oppresso, in tempo di angoscia un rifugio sicuro (Sal 9,10)

Ogni giorno scorrono davanti ai nostri occhi le immagini di uomini e donne soli, tristi, malati, emarginati, perdenti. Spesso il loro muto lamento e la loro disperazione fanno vergogna ai loro simili e a questa epoca che sembra nella maggioranza aver perso valori importanti come la solidarietà, l’abnegazione, la pazienza, la condivisione, protesa com’è, quasi unicamente, al raggiungimento di sempre nuovi traguardi materiali. Nonostante questo, per i poveri, gli oppressi c e una grande speranza: il Signore non abbandona coloro che lo cercano, chi in mille modi diversi si fida della sua Parola, coloro che lo accettano come unico Signore e Salvatore, che gli si affidano fiduciosi, che in ogni cosa santo ancora rendergli lode e grazie. C’è una bellissima frase in lsaia 40,31: “Quelli che sperano in Dio acquistano nuove forze, s’alzano a volo come aquile”.

 

 

LUNEDI’ 20 LUGLIO 1992

 

“Confida nel Signore, fa il bene”. (Sal. 36,3)

Il giorno in cui Bernard Baruch, finanziere americano, compì 94 anni, i giornalisti gli chiesero chi fosse secondo lui la persona più grande della sua epoca. I giornalisti si aspettavano di sentire il nome di qualche personaggio importante o potente, ma Baruch diede loro questa risposta: “La persona che compie tutti i giorni il suo dovere”. E’ relativamente facile confidare in Dio, ma è indubbiamente molto più difficile e impegnativo tradurre in pratica questa fede facendo il bene, e non “una tantum”, bensì tutti i giorni. Quante occasioni ci passano sotto il naso ogni giorno! Sono veramente molti i nostri peccati di omissione. Proviamo a guardarci intorno, anche solo tra le mura di casa nostra e vedremo un vero e proprio mare di occasioni per fare il bene

 

 

MARTEDI’ 21 LUGLIO 1992

 

“Il Signore guarda dal cielo, Egli vede tutti gli uomini”. (Sal. 32,13)

“Figuriamoci se Dio va a pensare proprio a me... con tutte le cose che ha da fare per mantenere questo bel mondo!” mi diceva, non senza ironia, un giovanotto. Un altro diceva che secondo lui Dio “ha dato inizio al mondo come l’arbitro dà inizio alla partita e poi se ne sta beato, lui che può. Lo stesso concetto ci è in fondo, trasmesso a proposito del Dio delle religioni. Mi raccontava tempo fa un amico ebreo che gli ebrei più fedeli portano il loro caratteristico “cappellino” quando avvertono il bisogno della protezione divina, ma se lo tolgono senza scrupolo quando devono gestire i loro affari. L’idea di un Dio separato e quella, forse peggiore, di un Dio da tenere vicino o da allontanare a seconda dei nostri comodi sono idee davvero assurde che rivelano la nostra poca conoscenza biblica. Dio si è rivelato come un Dio che conosce e ama ciascuno sempre. Il suo sguardo su di noi non è “una tantum” e neanche solo quello del giudice pronto ad annotare peccati per poterli punire, il suo è uno sguardo paterno, d’amore. Sapere questo deve essere per noi motivo di gioia e serenità.

 

 

MERCOLEDI’ 22 LUGLIO 1992

 

“Dio è per noi rifugio e forza, aiuto sempre vicino nelle angosce”. (Sal. 45,2)

C’è un vecchio proverbio che dice:

“Gli amici si conoscono nel bisogno”. E’ certamente frutto di esperienze negative nel senso che insegna che quando tutto va bene è facile trovare persone che ti tendono una mano, ma non appena appaiono i problemi ci si accorge che intorno a noi c'é quasi sempre il vuoto. La Bibbia invece ci presenta la figura di Dio non come quella dell’opportunista che ci vuoi bene quando le cose vanno bene o quando noi siamo bravi. Dio ama personalmente ogni uomo, ci cerca sempre, anche quando noi ci allontaniamo o gli siamo ostili. Egli infatti ci dà il suo amore e il suo aiuto disinteressatamente e si fa trovare proprio nei momenti nei quali siamo in difficoltà. Cercalo dunque, qualunque sia il tuo problema, e vedrai anche tu realizzata nella tua vita la verità affermata nel versetto di oggi.

 

 

GIOVEDI’ 23 LUGLIO 1992

 

“Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti, più nessuno fa il bene, neppure uno”. (Sal. 13,3)

Quando mi capita di sentire qualcuno che si lamenta della società di oggi, del mondo, dei giovani, sorridendo gli dico: “Si consoli, già nella Bibbia, circa tremila anni fa dicevano la stessa cosa!”. Certo, se noi guardiamo le cose negative del nostro mondo esse sono tante, ma abbiamo il diritto di essere pessimisti noi se Dio è ancora ottimista nei confronti dell’uomo? E poi, dire frasi del genere, non sarà un po’ essere quasi invidiosi del male: “Se sono tutti così perché non esserlo anch’io?” O forse non devo anche farmi curare un po’ la vista perché vedo tutto troppo nero e non sono più capace di cogliere la presenza del bene che magari più nascosto del male è pere sempre presente intorno a me?

 

 

VENERDI’ 24 LUGLIO 1992

 

“Tu vedi l’affanno e il dolore, tutto tu guardi e prendi nelle tue mani”. (Sal. 9,35)

Dio conosce bene tutta la nostra realtà. in Gesù ha provato tutte le gioie e le pene del vivere umano. E se Dio è Amore, significa che non le può guardare solo come un osservatore, uno spettatore, ma se le prende a cuore, le vive con noi. Nulla è nascosto a Dio, anche la più nascosta sofferenza è nelle sue mani. Veramente non sono mai solo! Tu sei con me nella gioia, nella prova, nel dolore come nell’amore. E allora so di essere in buone mani, so che nulla andrà perduto.

 

 

SABATO 25 LUGLIO 1992

 

“Servite il Signore con timore e con tremore esultate”. (Sal. 2,11)

“Dio è Padre”, “Il Signore è misericordioso”, “Dio è Amore”... Tutte queste frasi consolanti ci hanno aiutato a sentire Dio non lontano da noi, amore consolante nelle difficoltà; la figura stessa di Gesù, nostro fratello che umilmente si incarna, che si fa nostro servitore, ci fa diventare “familiari” di Dio. Ma tutto questo, che è realtà meravigliosa, qualche volta ci fa dimenticare che quello stesso Dio è l’Onnipotente, il Creatore, il Signore, il mistero imperscrutabile. Aver “timore e tremore” di fronte a Dio, non significa aver “paura e terrore”, ma aver rispetto, essere ben consci che Dio è il “totalmente Altro”, che è più grande di noi, che ha “pensieri che non sono i nostri pensieri La frase del salmo che meditiamo oggi, però termina con l’invito a esultare: significa che quel Dio misterioso e grande, che la nostra mente non potrà mai con le sue sole forze comprendere, e il Dio che per sua volontà si apre a noi, ci offre se stesso... Tutto questo non può non riempirci di meraviglia gioiosa.

 

 

DOMENICA 26 LUGLIO 1992

 

“Molti contro di me insorgono, ma tu, Signore, sei la mia difesa, tu sei la mia gloria e sollevi il mio capo”.  (Sal. 3,2.4)

Molte persone oppresse da prove e sofferenze vengono dal sacerdote per trovare accoglienza e attraverso lui i segni della misericordia di Dio. Ma ricordo in particolare quella donna che arrivò una mattina, camminando a stento. “Sto terminando le mie 20 cobalto che mi distruggono più ancora del mio cancro, ma ciò che mi distrugge di più sono i miei figli: hanno già litigato per come dividersi il mio alloggio... stanno solo aspettando che tutto finisca in fretta e intanto io resto sola. Poi ci ripensò e mi disse: “Mi dia il perdono perché Lui non mi abbandona!”.

 

 

LUNEDI’ 27 LUGLIO 1992

 

“Gli idoli hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, non c’è respiro nella loro bocca”. (Sal. 134,16—17)

Visitando i musei, i luoghi d’arte e imbattendoci in templi, statue di antichi dei, viene facile capire le parole di questo salmo. Ma questo salmo è sempre attuale: oggi non adoriamo più le statue, ma, per esempio, quanti di noi hanno il culto della macchina, quanti rubano tempo alla famiglia per “giocare” con il computer, quante “ore di preghiera” passate davanti ad un televisore, quante amicizie sacrificate al dio denaro... Ma ti parlano questi nuovi idoli? Ascoltano i tuoi problemi profondi? Ti danno l’alito di vita? San Paolo, dopo aver visitato Atene, diceva ai cittadini di quella città: “Voi avete un Dio per tutto, avete persino un altare al Dio sconosciuto: ecco, io vengo a dirvi che Egli non è più sconosciuto perché ha mandato suo Figlio Gesù” e Gesù ha orecchie per ascoltare, occhi per vedere, bocca per parlarci e soprattutto alito di vita per salvarci e renderci pienamente figli amati dal Padre.

 

 

MARTEDI’ 28 LUGLIO 1992

 

“Dio è buono con i giusti, con gli uomini dal cuore puro”. (Sal. 72,1)

Un giorno, a un predicatore, che aveva chiesto chi di coloro che lo stavano ascoltando potesse affermare dì non avere peccato in quei giorno, uno dei presenti, dopo essersi alzato, rispose: “lo non pecco da sei mesi”. “Bene”, disse il predicatore, “possiamo però sentire il parere di tua moglie?”, al che colui che si era alzato si sedette immediatamente, cercando di confondersi con tutti gli altri. E’ dunque impossibile essere puri di cuore? E allora, che senso ha l’affermazione del versetto di oggi? Non colpevolizzarti per una mancanza di perfetta purezza che sarà possibile solo quando saremo per sempre con il Signore, ma rifugiati nella consapevolezza che il sangue di Cristo lava una moltitudine di peccati, e lascia che lo Spirito di Dio agisca liberamente in te guidandoti verso una santificazione e una consacrazione altrimenti impossibili; questa è la purezza di cuore che Dio gradisce.

 

 

MERCOLEDI’ 29 LUGLIO 1992

 

“O Dio, fammi conoscere la mia fine e quale sia la misura dei miei giorni e saprò quanto i breve la mia vita”. (Sal. 38,5)

Ci sono delle verità evidenti ma che non si imparano mai abbastanza: la fragilità e la finitezza della persona umana è una di quelle. Vediamo continuamente quanto siamo piccoli in confronto all’universo, quanto sia breve il nostro tempo, quanto siano incomplete le nostre azioni, ma spesso preferiamo illuderci, far finta di credere che nulla finirà, pensare che cose materiali possano soddisfare le nostre aspirazioni. Ma è solo se riconosciamo la nostra debolezza, incompiutezza, la nostra incapacità di salvarci da soli che Dio potrà iniziare a fortificarci con la sua forza.

 

 

GIOVEDI’ 30 LUGLIO 1992

 

“Sappiano le genti che sono mortali”. (Sal 9,21)

Una volta, forse in maniera addirittura macabra, si insisteva molto sul pensiero della morte; non c’era corso di esercizi spirituali che non avesse la sua predica sulla morte; nei collegi e nei seminari ogni mese si faceva “l’apparecchio alla buona morte”, la stessa liturgia insisteva molto sull’essere preparati a morire da un momenti all’altro. Ora che i giornali ci parlano in continuazione di morti, che ce li sbattono davanti in ogni occasione, noi preferiamo pensare sempre alla morte degli altri, quasi mai alla nostra. Moltissime delle nostre azioni sono fatte come se dovessimo durare in eterno... Non è per spaventarci, ma per avere il giusto senso della vita, che dovremo pensare spesso alla nostra “mortalità”. Correrei così freneticamente dietro al denaro, all’accaparrare o sarei così testone nel volermi vendicare di quella presunta ingiustizia se pensassi che la mia vita è breve, precaria e che “dietro non mi porto nulla delle cose di questa terra”?

 

 

VENERDI’ 31 LUGLIO 1992

 

“So che Dio è in mio favore” (Sal. 55,10)

Nei giochi dei bambini capita sovente di sentire questa frase: “Sei con me o contro dì me?” o ancora: “Non sei stato con me, non ti faccio più amico”. Nel mondo dei grandi, i criteri di giudizio sono diversi ma c’è sempre voglia di sapere chi è per noi. E’ importante conoscere bene i propri alleati. Purtroppo, spesso rimaniamo delusi e traditi e qualche volta ci sembra di essere soli, abbandonati da tutti. Dio ci dice di essere a nostro favore. Oh, intendiamo bene, non per i nostri capricci, per le nostre beghe (pensate agli eserciti opposti, benedetti con la formula “Dio è con noi”, ma è per noi per la nostra salvezza e ce ne ha dato la prova in Gesù che morì per noi mentre eravamo peccatori.

 

 

 

 

 

Archivio