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UNA PAROLA AL GIORNO

RIFLESSIONI  QUOTIDIANE  SULLA

PAROLA  DI  DIO

a cura di don Franco LOCCI

 

“SPIRITO SANTO”

GIUGNO  1992

 

 

LUNEDI’ 1 GIUGNO 1992

 

“Lo Spirito del Signore riempie l’universo”.  (Sap. 1,7)

E’ così ricco il dono dello Spirito Santo, che la Bibbia, per descriverlo, ricorre a molte immagini. Lo chiama “respiro”, perché la nostra vita è ritmata dal respiro. L’aria che entra nei nostri polmoni è il soffio che ci anima. Lo Spirito Santo è il sostegno vitale della Chiesa: le fornisce i mezzi per servire Gesti, la rende salda nell’unità, la spinge a diffondere il Vangelo. Lo chiama vento, fuoco, acqua. Sono segni di forza e, nello stesso tempo, di vita interiore: nascosta, silenziosa ma profondamente efficace. Lo chiama “consolatore” e “avvocato”, perché l’essenza dello Spirito del Padre e di Gesù è quella di essere una Persona amorevole che aiuta e assiste. Lo Spirito Santo ci prende per mano, ci difende contro la severità o l’angoscia, perché è l’unico a sapere che noi siamo migliori di quanto pensiamo. Affidiamo questo mese di riflessioni e preghiera allo Spirito Santo, perché tenendo vivo in noi il ricordo di Gesù, ci aiuti ad essere veramente Figli di Dio come il Padre vuole.

 

 

MARTEDI’ 2 GIUGNO 1992

 

“In mezzo o voi sta uno che voi non conoscete”. (Gv. 1,26)

Con queste parole Giovanni Battista voleva indicare la presenza di Gesù. Ora, forse, dovremmo ripetere la stessa cosa a proposito dello Spirito Santo: in mezzo a noi anzi, dentro noi c’è uno che noi non conosciamo. Eppure lo Spirito è anzitutto la presenza “spirituale” di Gesù risorto nella Chiesa. Ecco come lo descriveva Ignatios di Laodicea: “Senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo è lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, la missione una propaganda, il culto una evocazione e l’agire cristiano una morale da schiavi. Ma in Lui: il cosmo si solleva e geme nelle doglie del Regno, il Cristo risuscitato è presente, il Vangelo è potenza di vita, la Chiesa è comunione trinitaria, l’autorità è servizio liberatore, la missione è Pentecoste, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano è deificato”.

 

 

MERCOLEDI’ 3 GIUGNO 1992

 

“Il nostro Vangelo si i diffuso con lo Spirito Santo”. (1 Tess. 1,15)

Una frase di grande onestà quella di San Paolo. Egli riconosce che le grandi conversioni Ottenute non sono frutto di sapienza umana, di una catechesi legata a una persona, di particolari organizzazioni gerarchiche, ma frutto dello Spirito che servendosi della persona di poveri apostoli ha operato al di là di loro. Questa frase dovremmo ricordarcela nella Chiesa e nelle comunità di oggi, specialmente quando siamo presi dall’organizzare la catechesi, dallo strutturare le parrocchie, dal far sentire indispensabile una determinata iniziativa per “convertire la gente”. I cristiani e i preti soprattutto dovrebbero imparare ad offrire di più se stessi allo Spirito piuttosto che organizzare cose che il più delle volte sono talmente macchinose da non “convertire” nessuno, anzi da allontanare ancora di più coloro che in punta di piedi si erano avvicinati!

 

 

GIOVEDI’ 4 GIUGNO 1992

 

“Il vento soffia dove vuole: così è di chiunque è nato dallo Spirito”. (Gv. 3,8)

Dio non può essere costretto da nessuno. L’Amore non guarda etichette. Il vescovo aveva ordinato un diacono in parrocchia. A sera, al termine della festa pioveva a dirotto. Tutti erano ritornati a casa: era rimasta una vecchietta sola: doveva ritornare in campagna e chiedeva se qualcuno la portava in macchina. Al vescovo nessuno aveva il coraggio di chiederlo; il diacono, no, era la sua festa; il parroco doveva far festa al vescovo e al diacono; l’autista del vescovo doveva rimanere a disposizione del vescovo. La vecchietta si incammina sola sotto l’acqua mentre comincia a far buio. Si ferma una macchina: una giovane donna la fa salire e l’accompagna fino a casa. Riconoscente la vecchietta le dice: “Dio vi ha mandata” e un po’ incuriosita le chiede: “Ma voi dove andate a quest’ora?”. “li mio lavoro comincia ora”. E’ scritto nel Vangelo: “I pubblicani e le prostitute entreranno nel regno dei cieli”.

 

 

VENERDI’ 5 GIUGNO 1992

 

“I veri adoratori adoreranno Dio in Spirito e verità”. (Gv. 4,23)

Da sempre l’uomo tende a concretizzare Dio ed ecco allora gli idoli, i templi, i gesti religiosi... Se è vero che una immagine può aiutare a ricordare chi si prega, che un tempio può indurre alla preghiera, che una manifestazione religiosa può aiutare a far sorgere un sentimento, è altrettanto vero che spesso queste cose rischiano di divenire fine a se stesse. Gesù non ha distrutto il tempio di Gerusalemme, ci andava a pregare, ma diceva che il tempio di Dio siamo noi. Gesù ha amato profondamente sua Madre, ma ha detto che chiunque fa la volontà di Dio gli è madre, fratello e sorella. I segni servono, non dobbiamo disprezzarli, ma devono portarci a Dio e Dio è infinitamente superiore a qualunque segno che l’uomo possa costruirsi.

 

 

SABATO  6 GIUGNO 1992

 

“Chi si unisce al Signore forma con Lui un solo Spirito”. (1 Cor. 6,17)

Non importa se sei importante o se meno, se hai avuto grandi o piccoli doni, essi ti sono dati per formare un unico con Dio e con gli altri. Questa favola ci ricorda che se anche sei solo un “pezzettino” servi al grande disegno, e se manchi tu, manca qualcosa a tutti. C’era una volta un piccolo pezzo di un ‘puzzle’ di cartone, che era scivolato dietro un frigorifero e che nessuno era più riuscito a trovare. Era un pezzo di ‘puzzle’ molto grazioso: aveva la forma di un ornino e portava sul dorso un curioso disegno giallo, marrone, rosso e bianco. Stava da così tanto tempo dietro il frigorifero che aveva dimenticato che cos’era. Perciò aveva deciso di chiamarsi ‘pezzettino’. Lo aveva deciso guardandosi intorno: tutti gli altri che vedeva erano oggetti ben definiti. Il tavolo era il tavolo, la sedia era la sedia, perfino il gatto era il gatto. Ma lui cos’era? Così decise di partire per scoprirlo. Con le sue gambette tonde uscì in giardino e cominciò la sua ricerca. Vide di non essere un pezzettino di sasso e neppure una goccia d’una pozzanghera e nemmeno una parte d’un riccio. E così via. Dopo lungo vagare si fermò tra i cocci d’una bottiglia, in mezzo alla strada. Passò di là un bambino in bicicletta e pluf! Il piccolo pneumatico si sgonfiò. Oh, no! — disse il bambino e guardò per terra. Tra i pezzi di bottiglia rotta vide ‘pezzettino’; lo afferrò e corse in casa, gridando: Mamma, mamma, l’ho trovato! Ho trovato il pezzo del mio ‘puzzle’. Un istante dopo, ‘Pezzettino’ si trovò abbracciato a tanti pezzetti come lui e con immensa gioia capì che la sua ricerca era finita. Ora sapeva chi era! Ora avevano un significato anche le macchie colorate sul dorso: il giallo e il marrone erano parti del muso di una tigre, il rosso e il bianco erano denti e bocca spalancata. Tutti insieme i piccoli pezzi formavano una magnifica tigre nella giungla. Benvenuto! Ti aspettavamo! — gridarono in coro gli altri pezzetti di ‘puzzle’. — Ci mancavi tanto! Anche voi mi siete mancati tanto, fratellini miei — disse ‘pezzettino’ al colmo della felicità.

 

 

DOMENICA 7 GIUGNO 1992

 

“Si porta forse una lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto?”. (Mc. 4,21)

Quando, dopo la Pentecoste, i dodici cominciarono a predicare con parole e soprattutto con la loro vita, nel giro di pochi anni il cristianesimo si diffuse in tutto il mondo allora conosciuto, eppure non vi erano i moderni mezzi di comunicazione e diffusione. Oggi, è vero, i “cristiani” sono circa mezzo miliardo, ma spesso la fede languisce ed ha poco mordente sugli animi. Non sarà forse perché la “lampada” che e Gesù, il suo messaggio, sono sempre più nascosti? Quando la fede in Lui diventa solo più religiosità formale, appartenenza burocratica, ecco la sua luce è nascosta e coperta, quando la sua Parola e la sua presenza vengono troppo addomesticate o sono male testimoniate, o si perdono in una Chiesa troppo mondanizzata, ecco che il messaggio perde la sua carica, la luce illuminante diventa fioco barlume quando addirittura non si spegne. Abbiamo bisogno di lasciarci travolgere dalla forza dello Spirito, di lasciarci illuminare da lui, di gridare ancora al mondo, soprattutto con la gioia e con le opere, che Dio ci salva.

 

 

LUNEDI’ 8 GIUGNO 1992

 

“Lo Spirito di Dio aleggiava sul­le acque”. (Gn. 1,2)

Una riflessione di Yves Raguin

Tutto ha avuto inizio da un atto di Dio che “si sentiva sospinto” fuori di se stesso. Questo atto “metteva” “al di fuori di lui” qualche cosa che non era lui, ma la sua creazione. Perché l’ha fatto? Nessuno l’ha mai saputo spiegare in maniera logica e razionale. La creazione stessa, interpellata nella sua natura più intima, non può rispondere al perché della propria esistenza. L’uomo che avesse la pretesa di sapere tutto è incapace di rispondere a questa domanda, e secondo la sua abitudine, quando non riesce a capire, è tentato di dire: “Ma questo non ha senso”. “Questo non ha senso” vuoi dire semplicemente: “Non capisco”, e quando non capisco tento dì chiarire pur in maniera incompleta il mistero, e questo sprazzo di luce è sufficiente a farmi felice, perché la mia vita, allora, ha un senso e ne vado orgoglioso.

 

 

MARTEDI’ 9 GIUGNO 1992

 

“Lo Spirito di Dio abita in voi”. (Rom. 8,9)

Leggendo i giornali, le guerre, le violenze, certi terribili fatti di cronaca o anche solo pensando a certe cattiverie di cui ci scopriamo capaci, viene da pensare che l’uomo non solo non sia abitato dallo Spirito Santo, ma che sia preda di qualche altro spirito. Eppure noi, buoni o cattivi che siamo, siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, siamo figli nel Figlio. Dio ci ha affidato la terra, ci chiama ad essere suoi collaboratori, ci fa promesse di eternità... Se ciascuno di noi, riconoscesse la propria dignità di Figlio e la dignità di ogni uomo come fratello, quanti guai in meno nel nostro mondo. Ma lo Spirito non è una cosa facilmente visibile, né quantificabile. E’ un dono che l’uomo ha ma che deve tirare fuori dal profondo, da dentro a se stesso.

 

 

MERCOLEDI’ 10 GIUGNO 1992

 

“Camminate Secondo lo Spirito”. (Gal. 5,16)

S’IMPARA DA BAMBINI

Se un bambino vive nella critica impara a disprezzare.

Se un bambino vive nell’ostilità impara a combattere.

Se un bambino vive nella paura impara a diventare apprensivo.

Se un bambino vive nella pietà impara a compiangersi.

Se un bambino vive nella gelosia impara a odiare.

Se un bambino vive nella riconoscenza impara la fiducia in se stesso.

Se un bambino vive nelle lodi impara ad apprezzare.

Se un bambino vive nell’approvazione impara a rispettarsi.

Se un bambino vive nell’equità impara la giustizia.

Se un bambino vive nell’onestà impara a riconoscere la verità.

Se un bambino vive nell’amicizia impara la felicità.  (D. Nolte)

 

 

GIOVEDI’ 11 GIUGNO 1992

 

“Abbiamo ricevuto uno Spirito da Figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà”, “Padre”.

(Rom. 8,15)

La preghiera è comunione con Dio. L’uomo da solo, balbetta, Dio è più grande di lui. Nello Spirito di Dio però l’uomo può arrivare a Dio. Gesù dunque ci insegna che è lo stesso Spirito a farci conoscere Dio come Padre e a permettere la nostra Comunione con Lui. Tante volte noi diciamo il Padre Nostro, ma se non lasciamo guidare questa preghiera dallo Spirito, noi rischiamo di fare solo “esercizio di parole”. Se pensassi che posso parlare con mio “Padre”, che è il Signore Dio, creatore del cielo e della terra, che è il fine della mia vita, che è Colui che ha pensato a me fin dall’eternità, che è Colui che mi ama e che pensa all’eternità per me e per i miei cari... beh, forse invece di dire tanti “Padri nostri” solo la parola “Padre” mi riempirebbe il cuore ogni volta che questo nome viene alle mie labbra.

 

 

VENERDI’ 12 GIUGNO 1992

 

“Lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1 Cor. 2,10)

L’uomo, da solo, ricerca, ma sa di essere piccolo, non può arrivare a “scrutare” Dio, ma se l’uomo si lascia portare dallo Spirito Santo, attraverso esso può entrare nel cuore di Dio. Ecco come Kahlil Gibran ci indicava una strada: “E se volete conoscere Dio, non siate solvitori di enigmi. Piuttosto guardatevi intorno, e lo vedrete giocare con i vostri bambini. E guardate lo spazio; lo vedrete camminare sulla nube, tendere le braccia nel bagliore del lampo e scendere con la pioggia. Lo vedrete sorridere nei fiori, e sulle cime degli alberi sciogliere carezze.

 

 

SABATO  13 GIUGNO 1992

 

“Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno noi sappiamo che cosa sia conveniente domandare”. (Rom. 8,26)

Sovente ho sentito questa frase: “Non sono capace di pregare”. E’ una frase vera perché l’uomo, da solo, è incapace di pregare. L’uomo, quanto alla preghiera, è uno che non sa. Non sa che cosa domandare. E non sa come domandare. Ma quando riconosce questo suo non sapere, lo Spirito interviene per guidarlo, illuminarlo, suggerirgli, sostenerlo. Lo Spirito “crea” la preghiera nel cuore del credente. Un detto arabo dice: “L’acqua dorme al fondo di un pozzo troppo profondo. Disgraziato chi non ha corda sufficiente.” il cristiano non pretende di avere la corda necessaria per attingere al pozzo profondo della preghiera. Questa corda gli viene donata. Lo Spirito poi non si limita a fornire la corda, non si limita a suscitare e suggerire la preghiera ma prega dentro di noi o per dirla con S. Paolo: “grida” nei nostri cuori. (Gal. 4,6) La preghiera allora, più che conquista, è permettere allo Spirito di pregare in noi.

 

 

DOMENICA 14 GIUGNO 1992

 

“Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà”. (2 Cor. 3,17)

Quante discussioni: per essere cristiani è meglio la lotta o la contemplazione? E’ meglio ritirarsi per incontrare Dio o incontrare il Dio che è incarnato nella storia? Un racconto di Kabul Gibran:

Due uomini percorrevano la valle. Uno dei due, additando il fianco della montagna, disse: “Vedi quell’eremo? Lassù vive un uomo che da tempo si è separato dal mondo. Ogni sua aspirazione si concentra in Dio, e nient’altro cerca su questa terra. E l’altro disse: “Non troverà Dio finché non lascerà l’eremo e la solitudine del ritiro e non ritornerà nel nostro mondo per dividere con noi gioia e dolore, per danzare con i nostri ballerini alle feste di nozze, e per piangere con quelli che piangono intorno alle bare dei nostri morti”. Il suo compagno, pur essendone convinto nell’intimo, rispose: “Sono d’accordo con tutto ciò che dici. Però ritengo l’eremita un uomo buono. E non può essere che giovi più un buono con la sua assenza che non l’apparente bontà di molti?”.

 

 

LUNEDI’ 15 GIUGNO 1992

 

“La lettera uccide, lo Spirito vivifica”. (2 Cor. 3,6)

Anche gli psichiatri sono d’accordo nel dire che una delle malattie più difficili a guarire sia quella collegata all’esasperazione del religioso. E una delle cause di questa malattia è proprio il volere essere perfetti nell’osservanza alla lettera della morale. Tutto diventa scrupolo, si ha sempre paura di aver sbagliato, che Dio sia sempre pronto a castigarci. E il tutto lo si giustifica dicendo: “La legge di Dio dice così e cosa, devo fare così, se non faccio così non sono a posto...”. Dio è libertà. Lo Spirito non priva della vita, ma dà senso alla vita. Dio non è il castigamatti sempre pronto a punire, ma il Padre sempre pronto ad amare. Certo, la legge, la morale sono delle strade, ci possono indicare il cammino, ma è sempre l’uomo che deve camminare e non conta tanto la strada, quanto arrivare alla meta.

 

 

MARTEDI’ 16 GIUGNO 1992

 

“Non spegnete lo Spirito”. (1 Tess. 5,19)

Sono molti i modi per “spegnere” lo Spirito: prima di tutto non ascoltando le sue aspirazioni o anche dicendo:  “Lo farò domani, oggi non sono ancora pronto per quell’atto di carità.. Nelle nostre colline piemontesi viveva un contadino che andava fiero, e con ragione, della sua cantina e del vino che vi conservava. E aveva anche una piccola botticella di vecchissima annata tenuta in serbo per un’occasione speciale. Gli fece visita il sindaco e lui rifletté e disse: “Non aprirò la mia botticella per un semplice sindaco”. Quando venne il vescovo nella visita pastorale si disse: “No, non aprirò l’anfora. il vescovo è vecchio, non saprebbe stimarne il valore”. Venne un principe e cenò da lui. Ma l’uomo pensò: “E’ un vino troppo regale per un principotto qualsiasi”. E persino il giorno in cui si sposò suo nipote l’uomo disse tra sé: “No, non a questi ospiti sarà offerto quel vino”. E passarono gli anni e quell’uomo, ormai vecchio, morì. E nel giorno della sepoltura la botticella fu presa insieme ad altri vini e fu distribuita tra chi era venuto. E quanto fosse vecchio e prezioso, nessuno lo sapeva. Per quella gente, tutto ciò che veniva versato nel bicchiere era semplicemente vino.

 

 

MERCOLEDI’ 17 GIUGNO 1992

 

“Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto”. (Mt. 4,1)

Nella vita di Gesù ci aspetteremo che l’azione dello Spirito iniziasse con qualche manifestazione clamorosa, con qualche miracolo glorioso e travolgente. Invece la prima azione è quella di portare Gesù nel deserto. Il deserto è il luogo della prova, il luogo del silenzio ma anche il luogo dell’incontro con se stessi e con Dio. Gesù ha bisogno di essere in comunione con il Padre per affrontare le prove del demonio e della vita. Lo Spirito Santo prima di ogni altro dono vuoi portarci là dove possiamo incontrare Dio. Ma anche là dove ritroviamo noi stessi senza maschere, dove nella durezza e precarietà della vita possiamo veramente capire che solo Dio può essere il senso del nostro pellegrinaggio.

 

 

GIOVEDI’ 18 GIUGNO 1992

 

“Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera (Gv. 4,23)

Mi è capitato tante volte di passare intere settimane preso da dubbi, di cercare in mezzo a libri antichi le risposte al senso della vita, al problema del dolore, ai misteri dell’universo e di ritrovarmi alla fine con dubbi sempre più grossi. Mi è anche capitato ancora più spesso di incontrare un handicappato con molta più voglia di vivere di me, un malato che rasserena coloro che erano andati per consolarlo, la madre di un drogato che in mezzo alle sofferenze continua ad avere speranza... E mi chiedo: ma la ricerca della verità starà poi proprio solo nello spremere l’intelligenza, nell’interrogare la filosofia? Quella donna semplice che però prega con fede magari ripetendo la stessa preghiera, non vale forse di più del dotto prete che per pregare e far pregare ci mette ore e quando prega è talmente preso dallo schema che deve svolgere che alla fine non ha incontrato Dio?

 

 

VENERDI’ 19 GIUGNO 1992

 

“Quando Elia udì il mormorio di un vento leggero, si coprì il volto con il mantello ed uscì”. (1Re 19,12—13)

Ci sono persone che per dar sostegno alla propria fede hanno bisogno di stordirsi con il rumore: molta gente, molti rumori, molte parole. Queste possono certamente, a volte, essere cose molto utili. A me, tuttavia, accade il contrario. Quando ho bisogno di sentire crescere e fortificarsi la mia fede, ripenso all’episodio biblico del profeta Elia, mentre era dentro alla sua grotta di eremita. Sentì fuori il rombo dei tuoni e lo schianto dei fulmini nella tempesta; corse a vedere, ma non era Dio. Sentì fuori il sibilo della bufera di vento; corse a vedere, ma non era Dio. Sentì fuori scorrere il lievissimo sussurro della brezza tra le foglie: provò a guardare. Era Dio.

 

 

SABATO  20 GIUGNO 1992

 

“Il Padre darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono”. (Lc. 11,13)

Moltissimi brani del Vangelo ci invitano a chiedere il dono dello Spirito, e “tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù”. Dice il cardinal G. Colombo: “Noi chiediamo sempre lo Spirito Santo perché lo Spirito Santo ci trasformi in Cristo. Ma perché lo Spirito Santo non ci trasforma mai in Cristo? Perché noi siamo come quei monelli che vanno a suonare il campanello e poi scappano”. Noi andiamo a suonare il campanello allo Spirito Santo quando lo invochiamo, ma prima che arrivi, tagliamo la corda!

 

 

DOMENICA 21 GIUGNO 1992

 

“Voi siete una lettera di Cristo, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente”. (2Cor. 3,3)

Quando ero ragazzino, in seminario, e per lunghe settimane non potevo vedere i miei, aspettavo con ansia una lettera, due righe che mi mettessero in comunicazione con le persone amate. Oggi, quanti uomini, prigionieri delle cose, ma con desiderio di amare e di essere amati aspettano “due righe” che vengano a colmare questi desideri di buono, di bello, di infinito. Noi siamo la lettera di Dio, noi possiamo essere il segno della sua amicizia, il suo conforto in un momento di prova, la sua speranza in un momento di buio. Lo Spirito Santo ha già scritto tutte queste cose in noi. Ma bisogna che questa lettera giunga. Bisogna lasciarsi “spedire”, bisogna far sì che scioperi e disservizi non impediscano a questa lettera di giungere alla destinazione per cui Dio l’ha scritta.

 

 

LUNEDI’ 22 GIUGNO 1992

 

“Chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna”. (Gal. 6,8)

Mi capita dì passare più volte lo stesso anno nella medesima campagna e noto una cosa semplicissime che i contadini sanno bene: c’è il momento della semina, poi c’è il silenzio dell’inverno dove sembra quasi che il seme buttato sia sprecato, poi basta un po’ d’acqua, un po’ di sole, un po’ di primavera, insomma, ed ecco che tutto ricomincia a vivere e poi, se tutto è andato bene ecco il momento del raccolto. Anche nella nostra vita penso sia io stesso: bisogna seminare nella speranza! Una donna sola, staccando un vistoso assegno per le missioni, lei semplice infermiera, mi diceva: “il libretto degli assegni non me lo porto di là, ma di là troverò i fratelli a cui questi soldini saranno serviti per alleviar loro un po’ di fame”. Certo, per fare cose come questa bisogna aver fede, bisogna seminare credendo che sarà lo Spirito a far crescere e non deluderà.

 

 

MARTEDI’ 23 GIUGNO 1992

 

“Ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno”. (Mc. 3,29)

Noi Italiani, tra i nostri primati, abbiamo anche quello di essere uno dei popoli più bestemmiatori della terra. Ma Dio lo si bestemmia non solo quando si dicono parole di ingiuria offensive nei confronti di Dio. La chiusura voluta e cosciente a Dio è bestemmia, l’oltraggiare la creazione e le creature è bestemmia. Ma la grande bestemmiai quella contro lo Spirito Santo, è il rifiuto esplicito e cosciente di Gesù come Messia e Figlio di Dio. Perché questo peccato non può essere perdonato? Perché il peccato può essere perdonato solo se, riconoscendo che qualcuno può perdonarlo ci si rivolge a lui per chiedere misericordia. Ecco perché il peccato contro lo Spirito Santo è quello della disperazione, cioè non avere alcuna speranza che Dio possa far qualcosa, che Lui sia un Padre buono, che ci sia su di noi un piano d’amore e di misericordia anche se a volte difficile da comprendere o nascosto.

 

 

MERCOLEDI’ 24 GIUGNO 1992

 

“Il tuo Spirito incorruttibile è in tutte le cose”. (Sap. 12,1)

Siamo ancora capaci a meravigliarci davanti al creato e a vederne i segni del creatore?

Una storia: Un pagano fece visita a Rabbi Akiba per schernirlo. Chi ha creato il mondo? gli chiese. Dio, e sia benedetto, rispose il saggio. Davvero? Dimostralo. E sia, disse Rabbi Akiba. Torna domani.

Il giorno dopo il pagano tornò. Che porti? chiese il saggio. Che domanda strana, disse il pagano. Porto un vestito. Davvero? E chi lo ha fatto? Il sarto. Dimostralo, disse Rabbi Akiba. A questo punto, il pagano si arrabbiò: che, non lo sai tu che è il sarto a fare i vestiti che portiamo? Al che, il saggio rispose: e tu, non lo sai che è Dio che ha fatto il mondo in cui viviamo?  Il pagano se ne andò. Avendo assistito ai due colloqui, i discepoli di Rabbi Akiba si meravigliarono: non capivano il rapporto. Allora il saggio spiegò: sappiate, figli miei, che come la casa è testimonianza del costruttore, e il vestito del sarto e la porta del falegname, così il mondo è e sarà testimonianza di Dio; basta guardarlo per capire che sta a confermare Dio. (Elie Diesel)

 

 

GIOVEDI’ 25 GIUGNO 1992

 

“Il vostro corpo è dimora dello Spirito Santo”. (1 Cor. 6,19)

Commento questa frase di San Paolo prendendo spunto da uno scritto del grande poeta Gibran:

“Ti può accadere di star seduto alla finestra e guardare i passanti. E mentre li guardi ti può capitare di vedere una monaca che avanza alla tua destra, e una prostituta alla tua sinistra. E nella tua innocenza potresti dire: “Quant’è nobile la prima e quant’è ignobile la seconda”. E se tu chiudessi gli occhi e ascoltassi ancora un po’, sentiresti una voce che sussurra nell’etere: “Una mi cerca nella preghiera, e l’altra nel dolore. E nell’anima di ognuna c’è una dimora per il mio Spirito”. O Dio, pastore buono, che manifesti la tua onnipotenza nel perdono e nella compassione, raduna i popoli dispersi nella notte che avvolge il mondo, e ristorali al torrente della grazia che sgorga dal Cuore del tuo Figlio, perché sia festa grande nell’assemblea dei santi sulla terra e nel cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo.

 

 

VENERDI’ 26 GIUGNO 1992

 

“I miei pensieri non sono i vostri pensieri”. (Is. 55,8)

Il nostro Dio è un Dio misterioso. E’ più grande di noi. Saremmo presuntuosi se pensassimo di capire con la nostra povera intelligenza tutta la sua grandezza, bellezza, onnipotenza, misericordia. Nonostante questo, però, Dio ci dà tante possibilità di avvicinarci rispettosi e timorosi’’ al suo mistero. Gesù, la sua Parola, i sacramenti, i fatti della vita sono la rivelazione continua del Dio misericordioso; ma per non essere ciechi, per non avere il cuore chiuso, abbiamo bisogno di avere in dono lo Spirito di Gesù: è attraverso il suo Spirito che possiamo aver fede in un Dio Padre, anche quando la sua paternità sembra chiederci cose difficili, “disumane”. E’ attraverso lo Spirito di Gesù che possiamo passare dai segni dei sacramenti alla Grazia che essi ci danno ed è ancora solo attraverso lo Spirito di Gesù che possiamo vedere in tutti (e proprio in tutti) dei fratelli amati da Dio.

 

 

SABATO  27 GIUGNO 1992

 

“lo Spirito del Signore mi ha creato”. (Gb. 33,4)

Fatti ad immagine e somiglianza di Dio, aspiriamo a Lui e la nostra anima non ha pace finché in Lui non riposa. Un giorno d’autunno un corvo parlava con una rondine al suo primo anno dì vita. Il corvo diceva: Vedo che ti prepari per un lungo viaggio. Dove te ne vai? Rispose la rondine: Qui va facendosi sempre più freddo e potrei morire gelata. Me ne vado in un paese caldo. Il corvo sapientone sogghignò: Ricorda la tua origine. Sei nata qui appena due mesi fa e come fai a sapere che esiste un paese più caldo, che ti accoglierà durante il freddo che sopraggiungerà? La rondine: Colui che mi mise in cuore il desiderio di un clima caldo non può sbagliare. Gli credo e me ne vo. E la rondine trovò quel che cercava. (Wurmbrand)

 

 

DOMENICA 28 GIUGNO 1992

 

“Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap. 21,5)

Al Parco giardino Sigurtà a Voleggio sul Mincio campeggia questa scritta: La gioventù non è un periodo della vita, è uno stato d’animo. Essere giovani significa conservare a sessanta o settant’anni l’amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e per i pensieri luminosi, la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti. Il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole e lieto dell’esistenza. Resterete giovani finché il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia, di coraggio, di grandezza e di forza che vi giungono dalla terra, da un uomo o dall’infinito. Quando tutte le fibre del vostro cuore saranno spezzate e su di esse si saranno accumulati le nevi del pessimismo e il ghiaccio del cinismo, solo allora diverrete vecchi.

 

 

LUNEDI’ 29 GIUGNO 1992

 

“Gli Apostoli cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro di esprimersi”.

(At 2,4)

Così S. Antonio da Padova interpretava questo brano: “Chi è pieno di Spirito Santo parla in diverse lingue: le diverse lingue sono le varie testimonianze su Cristo: così parliamo agli altri di umiltà, di povertà, di pazienza e obbedienza, quando le mostriamo presenti in noi stessi. La predica è efficace, ha una sua eloquenza, quando parlano le opere. Purtroppo siamo ricchi di parole e vuoti di opere e così non portiamo frutto né per noi né per gli altri. Parliamo secondo quanto ci è dato dallo Spirito e supplichiamolo umilmente che ci infonda la sua Grazia per realizzare il nuovo giorno di Pentecoste.

 

 

MARTEDI’ 30 GIUGNO 1992

 

“Ed io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso”. (Lc. 24,49)

Concludiamo questo mese dedicato allo Spirito Santo con l’invocazione che la Chiesa ha pregato e prega:

 

 

 

SEQUENZA DELLO SPIRITO SANTO

 

Vieni, Spirito Santo, manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo Sollievo

Nella fatica riposo, nel calore, ripa­ro, nel pianto, conforto.

O luce beatissima invadi intimamente il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza nulla è nell’uomo nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che travia.

Dona ai tuoi fedeli, che confidano in Te, i sette Santi doni.

Dona virtù e premio; dona morte santa, dona eterna gioia. (Amen)

 

 

 

 

 

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