“PER QUELLI | |||
CHE SONO MORTI, | |||
NON CONTRISTATEVI | |||
COME CHI NON HA | |||
SPERANZA: | |||
CRISTO CHE E' MORTO | |||
E RISUSCITATO, | |||
RADUNERA' | |||
TUTTI I DEFUNTI | |||
INSIEME CON LUI”. | |||
(1Ts. 4,13-14) |
Il pensiero dei nostri morti e la nostra morte ci visitano ogni giorno.
Come credenti la accogliamo e viviamo con la Parola di Dio che è parola di vita eterna.
MORIRE E VIVERE NELLA SACRA SCRITTURA *
La sacra Scrittura si può pensare come un lungo imparare dell'uomo a morire. La Bibbia è concreta: sa che l'uomo è di terra e alla terra torna. Ma Dio non ha creato la morte (1), l'uomo creato per l'immortalità però la sperimenta. Ma chi cerca la via di Dio vivrà (2) perché i giusti sono con Dio (3) anche se dovessero morire prematuramente (4), Dio infatti farà rivivere le ossa aride (5) ed eliminerà la morte per sempre (6) e il giusto vedrà il suo Redentore perché sa che Egli è vivo (7).
Nel Nuovo Testamento il senso della morte e della vita trovano compimento in Cristo. Gesù accettando la nostra umanità assume su di sé anche le nostre povertà umane per trasfigurarle con la sua vittoria sul male e sulla morte (9). Gesù nel suo cammino terreno è solidale con chi soffre e ridona la vita (18-19-20); proverà Lui stesso sul calvario l'angoscia dell'abbandono e della morte (21).
Ma la morte di Gesù diventa feconda come la morte del granello di frumento gettato nel solco (22) e morendo per noi
mentre eravamo peccatori ci salva dall'ira (10); infatti Gesù è il Signore della vita (23-24), se Lui non fosse risorto la nostra fede sarebbe vana (11), ma se Cristo è risorto, allora la morte è vinta per sempre (12-13-14) perché noi pur vivendo ancora il tempo dell'attesa aspettiamo da Lui, fiduciosi, la redenzione (15), nulla infatti potrà separarci dal suo amore (16) perché sia che moriamo, sia che viviamo, siamo con Lui (17).
L'importante per noi è allora rimanere in Lui (25), tenere i fianchi cinti (26), saperlo riconoscere nei poveri vivendo le beatitudini (27-28-29), accogliere il suo Regno come bambini (30), fidandoci della sua misericordia che ci accoglie (31) sicuri del posto che Lui è andato a prepararci (32).
La morte non è facile da comprendere (8) ma se noi ci buttiamo nel Signore, Egli ci consolerà (33).
* I numeri tra parentesi indicano il riferimento alla numerazione dei brani della Parola di Dio del presente libretto.
1.
Il nostro Dio è il Dio della vita. E' il creatore di tutto, la morte appartiene al diavolo, all'avversario, che però da Dio è già stato vinto.
Dal libro della Sapienza (Sap.1,13.2,23-24)
Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei credenti. Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità: lo fece a immagine della propria natura. Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo. Parola di Dio
2.
In ogni momento noi possiamo scegliere la vita o la morte: Dio ci lascia liberi e gratuitamente ci offre il suo amore.
Dal libro del Deuteronomio (Dt. 30,15-20)
"Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso. Ma se i l tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, io vi dichiaro oggi che certo peri rete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in possesso passando i l Giordano. Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la .tua discendenza, amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe". Parola di Dio
3.
La morte ci sembra una disgrazia. Agli occhi di Dio essa è una prova che conduce all'immortalità, alla pace, alla gloria.
Dal libro della Sapienza (Sap. 3,1-6.9)
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio; il tormento non le toccherà. Agli occhi degli stolti sembra che muoiano; la loro fine è giudicata una sciagura e la loro dipartita da noi uno sfacelo; essi in realtà sono nella pace. Anche se agli occhi degli uomini subiscono tormenti, la loro speranza è piena di immortalità. Per una breve pena riceveranno grandi beni, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé; li ha saggiati come oro nel crogiuolo e li ha graditi come un olocausto. Quanti confidano in lui comprenderanno la verità; quanti gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti. Parola di Dio
4.
La ricompensa per chi ama Dio non è necessariamente né una lunga vita né la felicità in questo mondo. La Parola di Dio illumina il problema della morte prematura del giusto: la vita vale in quanto incontra Dio: e la maturità non dipende dagli anni, ma dall'intensità dell'esperienza di Dio.
Dal libro della Sapienza (Sap.4,7-15)
Il giusto, anche nel caso di morte prematura, troverà riposo. Vecchiaia veneranda non è la longevità né si calcola dal numero degli anni. La canizie per gli uomini sta nella sapienza; età senile è una vita intemerata. Egli, divenuto caro a Dio, è amato da questi; poiché viveva tra peccatori, fu trasferito. Fu rapito perché la malvagità non ne cambiasse i sentimenti e l'inganno non traviasse la sua anima, poiché il fascino del male deturpa anche le cose belle e il turbine della concupiscenza travolge una mente semplice. Raggiunta in breve la perfezione, è come se avesse vissuto lungamente. La sua anima era gradita al Signore; perciò questi lo liberò in fretta da un ambiente malvagio. Le masse vedono ciò senza comprenderlo; non riflettono nella loro mente che la grazia e la misericordia sono riservate per gli eletti di lui e la protezione per i suoi santi. Parola di Dio
5.
Attraverso una visione fantastica il profeta Ezechiele ci ricorda che non tutto finisce in un sepolcro: il nostro è un Dio di vita.
Dal profeta Ezechiele (Ez. 37,1-14)
La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare tutto intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità sulla distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: "Figlio dell' uomo, potranno queste ossa rivivere?". lo risposi: "Signore Dio, tu lo sai". Egli mi replicò: "Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: saprete che io sono il Signore". lo profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai ed ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro. Egli aggiunse: "Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell'uomo, e annunzia allo spirito: Dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano". lo profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entro in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato. Mi disse: "Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la gente d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. Perciò profetizza e annuncia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco ne l paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L' ho detto e lo farò". Oracolo del Signore Dio. Parola di Dio
6.
Il grande banchetto di cui ci parla Isaia è il segno della vittoria definitiva di Dio sulla morte e della gioia di quanti con Lui ne saranno vincitori.
Dal profeta Isaia (Is. 25,6-9)
Il Signore degli eserciti preparerà su questo monte un banchetto di grasse vivande, per tutti i popoli, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; farà scomparire da tutto il paese la condizione disonorevole del suo popolo, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: "Ecco il nostro Dio; in Lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza". Parola di Dio
7.
Giobbe nel suo dolore ha una certezza: Dio è il vivente, egli dopo la morte lo vedrà faccia a faccia
Dal libro di Giobbe (Gb. 19,1.23-27)
Giobbe allora rispose: "Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero impresse con stilo di ferro sul piombo, per sempre s'incidessero sulla roccia! Io lo so che il mio Vendicatore è vivo e che, ultimo si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero". Parola di Dio
8.
La malattia, il dolore, la morte: vorremmo avere delle risposte precise, ma chi di noi, piccoli uomini, può pretendere di conoscere il mistero di Dio?
Dal libro della Sapienza (Sap. 9, 13-18)
"Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri. A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano; ma chi può rintracciare le cose del cielo? Chi ha conosciuto il tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la sapienza e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall'alto? Così furono raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra; gli uomini furono ammaestrati essi furono salvati per mezzo in ciò che ti è gradito; della sapienza". Parola di Dio
9.
Il nostro Dio non è comodo nel suo cielo ma ha accettato la nostra condizione umana in Gesù e da questa povertà e da questa morte e risurrezione noi siamo salvati.
Dalla lettera di S. Paolo ai Filippesi (Fil 2, 6-11)
"Cristo Gesù, pur essendo di natura divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. Parola di Dio
10.
L'amore di Dio non si compera con la nostra bontà: è Dio, che proprio mentre siamo peccatori ci salva in Gesù.
Dalla lettera ai Romani (Rom. 5,5-11)
La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati per il suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio, per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione. Parola di Dio
11.
San Paolo insegna come non si possano separare queste due verità della nostra fede: noi crediamo che il Cristo è risuscitato; e noi crediamo pure che tutti i morti risorgeranno.
Dalla prima lettera di san Paolo Apostolo ai Corinti. (1Cor 15,12-22)
Fratelli, se si predica che Cristo è risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non si dà risurrezione dai morti? Che se non si dà risurrezione dai morti, neanche Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, è vana la nostra predicazione, vana la vostra fede. E ci troveremmo ad essere falsi testimoni di Dio, perché abbiamo testimoniato di Dio che ha risuscitato il Messia, mentre non l'avrebbe risuscitato, se fosse vero che i morti non risorgono. Se infatti non si dà risurrezione di morti, neanche Cristo è risorto; e se Cristo non è risorto, è inutile la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. E anche coloro che si sono addormentati in Cristo sono perduti. Se avessimo speranza in Cristo soltanto in questa vita, saremmo i più miserabili di tutti gli uomini. Ma invece Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono. Poiché se per un uomo venne la morte, per un uomo c'è anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo. Parola di Dio
12.
San Paolo ci insegna che le tribolazioni della vita sono già un inizio della nostra morte; e che queste tribolazioni e la morte stessa sono, per virtù di Cristo, la preparazione della vita futura, che non verrà mai meno.
Dalla seconda lettera di San Paolo Apostolo ai Corinti. (2Cor. 4,10-5,1)
Fratelli, portiamo sempre ed ovunque la morte di Gesù nel nostro corpo, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nel nostro corpo. Sempre infatti, pur essendo vi vi, noi veniamo esposti alla morte a motivo di Gesù, affinché anche la vita di Gesù sia mani festa nella nostra carne mortale. Onde è la morte ad operare in noi, e la vita in voi. Animati tuttavia da quello spirito di fede di cui sta scritto: "Ho creduto, perciò ho parlato", anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che Colui, il quale ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù, e ci metterà accanto a Lui insieme con voi. Perciò tutto si compie per voi, affinché la grazia, abbondando, moltiplichi in molti l'inno di lode alla gloria di Dio. Per questo non ci perdiamo d'animo, ma se anche il nostro uomo esteriore cade in sfacelo, il nostro uomo interiore si rinnovella di giorno in giorno. Poiché il minimo di sofferenza attuale ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, giacché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili, eterne. Sappiamo infatti che, quando si smonterà la tenda di questa abitazione terrena, riceviamo una dimora da Dio, abitazione eterna nei cieli, non costruita da mani di uomo. Parola di Dio
13.
In una ardente visione di fede, san Paolo esprime il suo desiderio di abitare vicino al Signore, e in vista di questo premio accetta tutti gli spogliamenti necessari, pur di essere rivestito della vita di Dio.
Dalla seconda lettera di San Paolo Apostolo ai Corinti. (2Cor. 5,1-10)
Fratelli, sappiamo che, quando si smonterà la tenda di questa abitazione terrena, riceviamo una dimora da Dio, abitazione eterna nei cieli, non costruita da mani di uomo. Perciò sospiriamo in questa tenda, desiderosi di rivestire la nostra dimora celeste, a condizione di essere trovati non spogli, ma vestiti. Perché quanti siamo nella tenda sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati, ma sopravvesti ti, affinché ciò che è mortale venga assunto dalla vita. E' Dio che ci ha fatti per questo, e ci ha dato la caparra dello Spirito! Ripieni dunque sempre di coraggio, e sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo esuli dal Signore (poiché camminiamo nella fede e non ancora nella visione), siamo pieni di fiducia e preferiamo esulare dal corpo ed abitare presso il Signore. Perciò ci studiamo, sia che abitiamo nel corpo, sia che ne usciamo, di essere graditi a Lui. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la retribuzione delle opere compiute con il corpo, sia in bene che in male. Parola di Dio
14.
Nella Città celeste, coloro che con l'aiuto di Cristo hanno trionfato della malizia di questo mondo sono per sempre con Dio: Dio stesso forma la loro gioia e la loro felicità.
Dall'Apocalisse di San Giovanni Apostolo (Ap. 21,2-5)
In quei giorni: io Giovanni vidi la Città Santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da presso Dio, pronta come una Sposa adorna per lo Sposo. E udii una voce potente che diceva dal trono: "Ecco l'abitazione di Dio con gli uomini! E prenderà dimora con loro ed essi saranno suo popolo e Dio stesso sarà con loro e tergerà ogni lacrima dai loro occhi, e la morte non ci sarà più; né vi sarà più lutto, né lamento, né dolore, perché le cose di prima sono passate". E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose". Parola di Dio
15.
Lo Spirito Santo fa del cristiano un figlio di Dio e lo prepara nel dolore a entrare nella gloria; ma l'uomo, che ha trascinato con sé nel male anche la creazione, non sarà salvato solo: tutta la creazione attende di essere liberata dalla corruzione e spera di entrare nella gloria.
Dalla lettera ai Romani (Rom. 8,12-23)
Fratelli, noi siamo debitori, ma non alla carne per vivere secondo la carne. Che se vivete conforme alla carne morrete;
se invece con l'aiuto dello Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Tutti quelli che si lasciano guidare dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito di servitù, per essere di nuovo nella paura, ma avete ricevuto uno spirito di figli adottivi, nel quale esclamiamo: "Abba, Padre!". Lo Spirito stesso si unisce al nostro spirito per attestare che siamo figli di Dio. E se figli, anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se soffriamo con Lui per essere con Lui glorificati. Penso che le sofferenze del momento presente sono un nulla in confronto alla gloria futura che dovrà rivelarsi in noi. La creazione stessa è nell'attesa della rivelazione dei figli di Dio; essa fu sottoposta alla vanità contro il suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa nella speranza che anch' essa, la creazione, sarà liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene che tutta quanta la creazione fino ad oggi geme nelle doglie del parto; né solo essa, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, noi pure interiormente gemiamo nell'attesa della redenzione del nostro corpo. Parola di Dio
16.
San Paolo ci insegna una confidenza assoluta: conoscendo l'amore che Dio ci ha manifestato nel Cristo, che cosa potremo temere?
Dalla lettera ai Romani (Rom. 8,31-39)
Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, non ci donerà ogni cosa insieme con Lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? E' Dio che giustifica! Chi condannerà? Gesù Cristo che è morto e, ciò che è più, è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dall'amore di Cristo? La tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Sta scritto: "Per cagion tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello". Ma in tutte queste cose noi vinciamo facilmente, in grazia di Colui che ci ha amati. Sono persuaso infatti che né morte né vita, né angeli né Principati, né presente né avvenire, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura ci potrà mai separare dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. Parola di Dio
17.
Tutta la nostra vita appartiene al Signore: viviamola per Lui.
Dalla lettera ai Romani (Rom. 14, 7-9)
Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso, e nessuno muore per se stesso; ma sia che viviamo, viviamo per il Signore; sia che moriamo, moriamo per il Signore; quindi, sia che viviamo, sia che moriamo, siamo nel Signore. Perché Cristo è morto ed è tornato alla vita per essere il Signore sia dei vivi che dei morti. Parola di Dio
18.
Gesù è solidale con chi soffre. Vince la morte per farci capire che in Lui anche noi possiamo vincerla.
Dal Vangelo di Marco (Mc. 5,21-24;35-43)
Essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giairo, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva". Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!". E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina le disse: "Tali ta kum" , che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. Parola del Signore
19.
Davanti ad una vedova che piange, Gesù si commuove e, donando la vita a suo Figlio dimostra di essere Signore della morte.
Dal Vangelo di Luca (Lc. 7,11-17)
In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: "Non piangere!" E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Giovinetto, dico a te, alzati!". 11 morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo". La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. Parola del Signore
20.
La risurrezione di Lazzaro raccoglie un po' tutto l'atteggiamento del Signore nei confronti della morte: il con-patire con chi soffre, il chiedere fede, l'essere la "risurrezione e la vita".
Dal Vangelo di Giovanni (Gv. 11,1-45)
Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: "Signore, ecco, il tuo amico è malato". All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: "Andiamo di nuovo in Giudea!". I discepoli gli dissero: "Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?". Gesù rispose: "Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce". Così parlò e poi soggiunse loro: "Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo". Gli dissero allora i discepoli: "Signore, se s'è addormentato, guarirà". Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: "Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!". Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: "Andiamo anche noi a morire con lui!". Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà". Gesù le disse: "Tuo fratello risusciterà". Gli rispose Marta: "So che risusciterà nell'ultimo giorno". Gesù le disse: "Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?". Gli rispose: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo". Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: "Il Maestro è qui e ti chiama". Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: "Va al sepolcro per piangere là". Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: "Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!". Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: "Dove l'avete posto?". Gli dissero: "Signore, vieni a vedere!". Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: "Vedi come lo amava!". Ma alcuni di loro dissero: "Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?". Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. Disse Gesù: "Togliete la pietra!". Gli rispose Marta, la sorella del morto: "Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni". Le disse Gesù: "Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?". Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: "Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato". E, detto questo, gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!". Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: "Scioglietelo e lasciatelo andare". Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui. Parola di Dio
21.
Gesù, come noi, subisce la morte, prova l'impotenza dell'uomo, proprio dalla sua morte che nasce la fede di un uomo, ma è proprio dalla sua morte che nasce la fede di un uomo.
Dal Vangelo di Marco (Mc. 15,33-39)
Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lema sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: "Ecco, chiama Elia!". Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce". Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio! Parola del Signore
22.
Con la morte e risurrezione di Cristo, Dio manifesta il suo amore e la sua potenza. La sofferenza, quando è accettata, porta frutto: è impossibile raggiungere la vera vita senza seguire il Cristo nella morte; poiché l'ora della morte è l'ora della gloria.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 12,23-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: E' giunta l'ora in cui sarà glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di frumento caduto in terra non muore, rimane da solo; se invece muore, porta molto frutto. Chi ama la sua vita la perde, e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserva per una vita eterna. Chi mi serve mi segua, e dove sono io là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre mio lo onorerà. Adesso l'anima mia è turbata, e che dirò? Padre, salvami da quest'ora! Ma è per questo che sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome. Parola del Signore
23.
Il Cristo, morto per la salvezza di tutti, è il nostro nutrimento. Colui che mangia la sua carne vivrà eternamente.
Dal Vangelo di Giovanni (Gv.6,51-55)
In quel tempo, Gesù disse alla folla dei Giudei: "lo sono il pane vivo, che è disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno. E il pane che io darò è la mia carne, per la vita del mondo". E perciò i Giudei discutevano fra loro dicendo: "Come costui può darci la sua carne da mangiare?". Gesù allora disse: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete la vita in voi. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Parola del Signore
24.
Gesù Cristo è pane disceso dal cielo, Parola che nutre quelli che credono in lui, Vita per quelli che, come lui, fanno la volontà del Padre. Gesù ci rivela la volontà del Padre: tutti quelli che credono nel Figlio, risusciteranno nell'ultimo giorno per la vita eterna.
Dal Vangelo di Giovanni (Gv. 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla dei Giudei: "Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; e colui che viene a me non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato: che non lasci perire nulla di ciò che mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Poiché questa è la volontà del Padre mio che mi ha mandato: che ogni uomo che vede il Figlio e crede in lui, abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno". Parola del Signore
25.
L'ultima preghiera di Gesù: quelli che mi hai dato, e che hanno creduto alla mia parola, siano sempre con me.
Dal vangelo di Giovanni (Gv. 17,24-26)
In quel tempo, Gesù pregò: Padre, quelli che mi hai dato, voglio che siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, che mi hai dato; poiché mi hai amato prima della costituzione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. Ed io ho manifestato loro il tuo nome, e lo manifesterò, perché l'amore col quale mi hai amato sia in essi, e io in loro. Parola del Signore
26.
Il tempo non è nostro: il Signore che torna dalla festa deve trovarci sempre pronti a rendere conto della speranza che è in noi.
Dal Vangelo di Luca (Lc. 12,35-40)
"Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi
dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell' alba, li troverà così, beati loro! Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell' uomo verrà nell'ora che non pensate". Parola del Signore
27.
Gesù ci insegna che i valori del Regno di Dio non sono quelli apprezzati dal mondo: la sofferenza e la stessa morte possono essere sorgente di santità.
Dal Vangelo di Matteo (Mt. 5, 1-12)
In quel tempo, Gesù, vedendo la folla, salì sulla montagna; si sedette e i suoi discepoli si disposero accanto a lui ed egli, aprendo la bocca, li istruiva dicendo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati i miti, perché possederanno la terra. Beati coloro che piangono, perché saranno consolati. Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno, e diranno ogni male contro di voi, mentendo, a causa di me. Godete ed esultate, perché la vostra ricompensa è grande nei cieli". Parola del Signore
28.
Noi saremo giudicati sul nostro amore o sul nostro egoismo. Coloro che saranno vissuti amando vivranno eternamente. Coloro che nella loro vita hanno dimenticato il prossimo saranno puniti per sempre.
Dal Vangelo di Matteo (Mt. 25,31-46)
In quel tempo quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna. Parola di Dio
29.
Le ricchezze di questo mondo non servono a nulla nell'aldilà. Ascoltiamo il messaggio di Cristo che chiama i poveri alla speranza ed i ricchi alla conversione.
Dal Vangelo di Luca (Lc. 16,19-31)
In quel tempo, il Signore narrò questa parabola ai suoi discepoli: C'era un uomo ricco, il quale vestiva di porpora e di bisso, e tutti i giorni se la godeva splendidamente. E c'era un povero di nome Lazzaro, il quale giaceva alla porta di lui, carico di ulceri, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco; e perfino i cani venivano a lambire le sue ferite. Ora avvenne che il povero morì, e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco, e fu sepolto. E nell'Ade, tra i tormenti, levando gli occhi, vide di lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno. Ed alzando la voce disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro ad intingere nell'acqua la punta del dito per ristorare la mia lingua, perché soffro in questa fiamma. Ed Abramo disse: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni nella tua vita, e Lazzaro similmente i mali; ora invece lui è consolato e tu soffri. E oltre a tutto questo, tra voi e noi è scavato un grande abisso, cosicché quelli che di qui vogliono andare da voi non possono, né di lì possono veni re da noi. Allora disse: Ti prego almeno, padre, di mandarlo nella casa di mio padre; ho infatti cinque fratelli; a scongiurarli che non abbiano da venire anch' essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo disse: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino quelli. Ed egli: No, padre Abramo; se andrà da loro uno dai morti, si convertiranno. Ma gli rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neanche da uno che risuscita dai morti. Parola del Signore
30.
Per entrare nel Regno, bisogna passare dalla porta stretta, essere piccoli, bisognosi di tutto: le braccia di Dio accolgono la nostra povertà.
Dal Vangelo di Marco (Mc. 10, 13-16)
Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il Regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso". E prendendoli fra le braccia e imponendo loro le mani li benediceva. Parola del Signore
31.
La morte è entrata nel mondo come conseguenza dei nostri peccati. Gesù ha accettato di subire la nostra stessa sorte, per poterci garantire il perdono di Dio e l'ingresso nella vita eterna.
Dal Vangelo di Luca (Lc. 23,39-43)
In quel tempo: uno dei malfattori appesi, bestemmiava Gesù dicendo: Non sei tu il Messia? Salva te stesso e noi. Ma l'altro intervenne sgridandolo, e disse: Non hai alcun timore di Dio, mentre ti trovi nella medesima condanna? E noi, per vero, giustamente, perché riceviamo la pena delle nostre azioni, lui invece non ha fatto nulla di male. E diceva: Gesù, ricordati di me quando verrai con il tuo Regno. E gli rispose: In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso! Parola del Signore
32.
Gesù, attraverso la morte, torna al Padre per preparare un posto ai suoi amici: apre la via, anzi è la via, alla casa del Padre.
Dal Vangelo di Giovanni (Gv. 14, 1-6)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: Non rimanga turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se così non fosse, ve l'avrei detto. Vado a prepararvi un posto. E quando sarò andato, e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo a voi e vi prenderò con me, affinché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove vado io, voi conoscete la via. Gli dice Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai; come potremmo sapere la via?". Gli dice Gesù: "lo sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre, se non per merito mio". Parola del Signore
33.
La morte è un mistero davanti a cui l'orgoglio dell'uomo si abbatte e confonde, solo i piccoli possono, affidandosi alla misericordia di Dio, abbandonarsi a Lui per trovare ristoro e forza.
Dal Vangelo di Matteo (Mt. 11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero. Parola del Signore
SONO CON VOI TUTTI I GIORNI, FINO AL TERMINE DEL MONDO
CON I SALMI PREGHIAMO IL SIGNORE
LODI DEL MATTINO
INNO
o Cristo, che piangesti per la morte di Lazzaro, e vivo lo rendesti a Marta ed a Maria, tu implorasti il perdono per i tuoi uccisori, e al ladrone pentito promettesti il tuo Regno. Tu che in croce affidasti a Giovanni la Madre, fa' che ella ci assista nell'ora della morte. Concedi, o buon pastore, ai fratelli defunti di vedere il tuo volto nella gloria dei cieli. A te sia gloria, o Cristo, speranza delle genti, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen.
Salmo 50
Antifona: A te, Signore, innalzo l'anima mia.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore:
nel tuo affetto cancella il mio peccato
e lavami da ogni mia colpa,
purificami da ogni mio errore.
Il mio peccato, io lo riconosco;
il mio errore mi è sempre dinanzi:
contro te, contro te solo ho peccato;
quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto.
Così sei giusto nel tuo parlare
e limpido nel tuo giudicare;
ecco, malvagio sono nato,
peccatore mi ha concepito mia madre.
Ecco, ti piace verità nell'intimo,
e nel profondo mi insegni sapienza.
Se mi purifichi con issopo, sono limpido;
se mi lavi, sono più bianco della neve.
Fammi udire gioia e allegria:
esulteranno le ossa che hai fiaccato;
dai miei errori nascondi il tuo volto
e cancella tutte le mie colpe!
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito fermo;
non cacciarmi lontano dal tuo volto,
non mi togliere il tuo spirito di santità.
Ritorni a me la tua gioia di salvezza,
sorreggi in me uno spirito risoluto.
Insegnerò ai peccatori le tue vie
e gli erranti ritorneranno a te.
Liberami dal sangue, o Dio, mia salvezza,
e la mia lingua griderà la tua giustizia.
Signore, aprirai le mie labbra,
la mia bocca annuncerà la tua lode.
Le vittime non ti sono gradite:
se ti offro un olocausto, non lo vuoi;
la mia vittima è il mio spirito affranto:
non disprezzi un cuore affranto e fiaccato.
Nella tua bontà favorisci Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme:
e gradirai vittime di giustizia,
(olocausto e sacrificio totale,)
e offriranno vitelli sul tuo altare.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, a chi era, è e sarà, nei secoli il Signore.
Antifona: A te, Signore, innalzo l'anima mia.
Salmo 22
Antifona: Il Signore è il mio pastore: non temo alcun male.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
In pascoli di erbe fresche
mi fai riposare;
ad acque di sollievo mi conduce,
ristora l'anima mia.
Mi guida per sentieri di giustizia
per amore del suo nome;
se anche vado per valle tenebrosa,
non temo alcun male;
sei con me: il tuo bastone, il tuo vincastro,
sono questi il mio conforto.
Per me tu prepari una mensa
di fronte ai miei nemici;
mi ungi di olio la testa,
il mio calice trabocca.
Amore e bontà mi seguiranno
ogni giorno di vita;
starò nella casa del Signore
per la distesa dei giorni.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, a chi era, è e sarà, nei secoli il Signore.
Antifona: Il Signore è il mio pastore: non temo alcun male.
Salmo 41
Antifona: L'anima mia ha sete del Dio vivente: quando vedrò il suo volto?
Come una cerva anela
ai corsi delle acque,
così la mia anima anela
a te, o Dio.
La mia anima ha sete di Dio,
del Dio vivente.
Quando verrò e vedrò
il volto di Dio?
Le lacrime sono il mio pane,
di giorno e di notte,
mentre dicono a me tutto il giorno:
dov'è il tuo Dio?
Questo io ricordo e rivivo
nell' anima mia:
procedevo in uno splendido corteo
verso la casa di Dio,
tra voci di gioia e di lode,
clamore festoso.
Perché ti abbatti, anima mia,
e ti agiti in me?
Spera in Dio: ancora lo esalterò,
mia salvezza e mio Dio.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, a chi era, è e sarà, nei secoli il Signore.
Antifona: L'anima mia ha sete del Dio vivente: quando vedrò il suo volto?
Lettura breve
Noi crediamo che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui.
Responsorio
Ti esalto, Signore, tu mi hai liberato.
Ti esalto, Signore, tu mi hai liberato.
Hai cambiato il mio lamento in canto di gioia.
Tu mi hai liberato.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Ti esalto, Signore, tu mi hai liberato.
Antifona al Benedetto
lo sono la risurrezione e la vita:
chi crede in me anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno.
Benedetto il Signore Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge,
per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra della morte
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Antifona
lo sono la risurrezione e la vita:
chi crede in me anche se 8uore, vivrà; e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno.
Invocazioni
Dio Padre onnipotente, che ha risuscitato Gesù dai morti, ridonerà la vita anche ai nostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito. Illuminati da questa speranza diciamo insieme:
Signore, donaci la vita in Cristo
Padre santo, che mediante il battesimo ci hai sepolti nella morte del tuo Figlio e ci hai reso partecipi della sua risurrezione, fa' che camminiamo sempre in novità di vita,
perché al di là della morte, viviamo sempre con Cristo.
Padre buono, che ci nutri con il pane vivo disceso dal cielo,
fa che, comunicando alla mensa Eucaristica, riceviamo il pegno della risurrezione.
Padre santo, che per mezzo del tuo angelo hai confortato il tuo Figlio nell'agonia del Getsemani,
consolaci nell'ora della nostra morte.
Tu, che hai liberato i tre fanciulli dalla fornace ardente,
purifica i fedeli defunti dai loro peccati e liberali da ogni pena.
Dio dei vivi e dei morti, rendi partecipi della gloria del Cristo risorto i nostri fratelli defunti,
accoglici un giorno nell'assemblea festosa dei tuoi santi.
Padre nostro...
Preghiera
O Dio, il cui unico Figlio nel mistero della Pasqua è passato da questo mondo alla gloria del tuo Regno, concedi ai nostri fratelli defunti di condividere il suo trionfo sulla morte e di contemplare in eterno te, Padre, che li hai creati e redenti. Per il nostro Signore...
VESPRI DELLA SERA
Inno
O re d'immensa gloria,
fatto uomo per noi,
tu vincesti la morte.
Nell'esodo pasquale
affrontasti il nemico,
per liberare gli uomini.
O Cristo redentore,
guida da morte a vita
chi spera nel tuo nome.
Quando verrai per le nozze,
fa' che ognuno ti attenda
con la lampada accesa.
Accogli i tuoi fratelli
nel regno dei beati
per la gloria del Padre.
A te, Gesù, sia lode,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.
Salmo 120
Antifona: Il Signore custodisca la tua anima.
Sollevo i miei occhi verso i monti:
di dove viene il mio aiuto?
l'aiuto mi viene dal Signore
che ha fatto cielo e terra.
Non lasciare che vacilli il tuo piede,
non sonnecchia il tuo custode.
Ecco, non sonnecchia e non dorme
il custode d'Israele.
Il Signore ti custodisce e ti protegge
e sta alla tua destra:
di giorno il sole non ti colpisce,
né la luna di notte.
Il Signore ti custodisce da ogni male
custodisce l'anima tua;
custodisce il tuo entrare e il tuo uscire,
da ora e per sempre.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, a chi era, è e sarà, nei secoli il Signore.
Antifona: Il Signore custodisca la tua anima.
Salmo 129
Antifona: Spero nel Signore e aspetto sulla sua parola.
Dal profondo grido a te, o Signore:
ascolta la mia voce!
le tue orecchie siano attente
alla voce della mia preghiera.
Se tu guardi le colpe, o Signore,
chi resisterà?
Ma presso di te è il perdono
perché tu sia temuto.
Spero nel Signore, spera l'anima mia,
e aspetto sulla sua parola.
l'anima mia aspetta il Signore,
più che le sentinelle il mattino.
(Più che le sentinelle il mattino, Israele attende il Signore).
Sì, presso il Signore è l'amore,
e grande è il riscatto:
egli riscatta Israele
da tutte le colpe.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo,
a chi era, è e sarà, nei secoli il Signore.
Antifona: Spero nel Signore e aspetto sulla sua parola.
Salmo 122
Antifona: Solleviamo i nostri occhi al Signore.
Sollevo i miei occhi a te,
che siedi nei cieli;
eccoli, come gli occhi dei servi
alla mano dei padroni.
Così, come gli occhi di una serva
alla mano della padrona,
i nostri occhi al Signore, nostro Dio,
finché di noi abbia pietà.
Pietà di noi, Signore, pietà!
Molto scherno ci ha saziati:
l'anima nostra si è troppo saziata
del disprezzo dei ricchi,
(dello scherno dei superbi.)
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, a chi era, è e sarà, nei secoli il Signore.
Antifona: Solleviamo i nostri occhi al Signore.
Lettura breve
Dov'è, O morte, la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? (cfr. Os. 13,14). Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!
Responsorio breve
In te, Signore, ho sperato,non sarò mai deluso.
In te, Signore, ho sperato, non sarò mai deluso.
Esulterò di gioia per la tua grazia,
non sarò mai deluso.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. In te, Signore, ho sperato, non sarò mai deluso.
Antifona al Magnificat
Quelli che il Padre mi ha dati, verranno a me; e chi viene a me non lo respingerò.
l'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Antifona
Quelli che il Padre mi ha dati, verranno a me; e chi viene a me non lo respingerò.
Intercessioni
Il Cristo Signore trasfigurerà il nostro misero corpo a immagine del suo corpo glorioso.
A lui rivolgiamo la nostra lode:
Tu sei la vita e la risurrezione nostra. Signore
Cristo, Figlio del Dio vivente, che hai risuscitato dai morti il tuo amico Lazzaro,
risuscita alla vita e alla gloria eterna i defunti, che ai redento a prezzo del tuo sangue
Cristo, che hai consolato le sorelle di Lazzaro e i familiari del ragazzo e della fanciulla morta,
conforta coloro che piangono per la morte dei loro cari
Cristo Salvatore, libera il nostro corpo mortale dal dominio del peccato,
donaci il premio della vita eterna i
Cristo redentore, guarda con bontà coloro che vivono senza speranza, perché non ti conoscono,
dona loro la fede nella risurrezione e nella vita futura
Tu, che aprendo gli occhi al cieco, ti sei rivelato allo stupore del suo sguardo,
rivela il tuo volto ai defunti, che sono ancora privi della tua visione gloriosa.
O Signore quando sarà disfatta la nostra tenda in questo mondo
preparaci una casa eterna non costruita da mani d'uomo, nella pace della santa Gerusalemme
Padre nostro...
Orazione
O Dio, il cui unico Figlio nel mistero della Pasqua è passato da questo mondo alla gloria del tuo Regno, concedi ai nostri fratelli defunti di condividere il suo trionfo sulla morte e di contemplare in eterno te, Padre, che li hai creati e redenti. Per il nostro Signore.
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Ti ringraziamo, Padre Santo, | ||
perché | ||
ci hai chiamato alla vita | ||
e ci hai promesso | ||
la risurrezione | ||
e la felicità eterna. | ||
Hai risuscitato | ||
il tuo Figlio Gesù, | ||
vincitore della morte, | ||
e anche a noi hai promesso | ||
di dare una vita nuova, | ||
senza paura, senza dolore | ||
e sofferenza alcuna. |