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RIFLESSIONI
QUOTIDIANE SULLA
PAROLA
DI DIO
a
cura di don Franco LOCCI
GENNAIO
1991
MARTEDI'
1 GENNAIO 1991
“FOGLIO
BIANCO”
"Servite
alla volontà di Dio nel tempo che rimane in questa vita mortale". (1Pt 4,2)
Ogni
volta che mi accingo d scrivere, il foglio bianco
da una parte mi attira dall'altra mi spaventa. Su
un foglio bianco può prendere vita una storia, una parola di conforto o anche
una parola che farà male, può nascere un disegno
meraviglioso o
anche un orribile sgorbio. L'anno nuovo è un po' così: un foglio
bianco, non sappiamo quanto lungo, sul quale scrivere la storia della nostra
vita. Ci può entusiasmare scrivere una nuova pagina o ci può lasciare
perplessi anche perché, magari, il risultato delle
"pagine" precedenti non
ci ha esaltati. Ma penso anche
che qualunque storia prenderà
corpo in questa pagina bianca, bella o brutta, difficile o lineare c'è già una
parola scritta da Colui che il
foglio bianco ci ha donato e che
può ispirare tutto lo scritto. E
la parola è: AMORE.
MERCOLEDI'
2 GENNAIO 1991
“IPOCRISIA”
"Non
c'è nulla di nascosto che non sarà svelato e nulla di segreto che non sarà
conosciuto". (Lc.
12,2)
Mi
sembra di vedere la scena come in un film,
GIOVEDI'
3 GENNAIO 1991
“SANGUE”
"Siete
stati riscattati... col
prezioso sangue di Cristo" (1Pt. 1,18-19)
Erano
le dieci passate e quella sera due infermiere erano ancora al lavoro. Un operato
stava causando
loro serie preoccupazioni. Aspettavano il chirurgo con impazienza.
Ogni minuto era prezioso, era in gioco la vita di un uomo. Finalmente il medico
arrivo. Dopo aver
esaminato il
malato e riflettuto alcuni
secondi, dichiaro: "Presto,
quattro flaconi
di sangue!"
ed uscì. Bisognava agire, nella scorta é era
soltanto un flacone del gruppo
richiesto. Una delle infermiere
apparteneva a quel gruppo sanguigno; decise di dare il proprio sangue. Due ore
più tardi ella era sola nella sua camera.
Benché stanca, non si addormento subito.
Pensava a Colui che, per amore per lei, aveva dato molto di più,
tutto il suo sangue, quel sangue di cui la
Bibbia dice:"II sangue di Gesù ci purifica
da ogni peccato". (1Gv 1,7).
VENERDI'
4 GENNAIO 1991
“CAMBIAMENTO”
"Vi
darò un
cuore nuovo
e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dalla vostra carne
il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne". (Ez.
36,26)
Interrogate
cento persone: quante ne troverete che siano veramente soddisfatte della loro
sorte? II salariato si lamenterà del padrone, il padrone della congiuntura
economica, il funzionario del governo ed il contribuente del fisco I giovani si
crederanno incompresi dai genitori e questi diranno le loro preoccupazioni
riguardo ai figli. Altri infine invocheranno
la cattiva
sorte e renderanno Dio
responsabile della loro sfortuna. Ed
ognuno invocherà
quel cambiamento che gli
ridarebbe la gioia di vivere. E ' pur vero che deve cambiare qualcosa nella vita
di ogni uomo. Ma si tratta innanzitutto di
determinare la
causa delle mie delusioni e delle mie inquietudini.
E la Parola di Dio me la fa
conoscere. Ciò che mi impedisce di essere felice non sono le mie circostanze,
ma il mio stato interiore; non sono gli altri, sono io stesso; non sono le mie
abitudini, è il mio cuore! Posto così il vero problema, come cambiare questo
cuore? Vi perverrò con i miei propri
sforzi? Anche
su questo punto la Bibbia
non mi lascia nessuna illusione. No, è un'impresa impossibile:
un pendolo rotto non può rifarsi un movimento nuovo. E' necessario
l'intervento dell'orologiaio
e per
noi quello del nostro Creatore. Colui che ci ha dato la vita ci vuole
anche dare, per mezzo di Gesù Cristo, la vita nuova,
un nuovo cuore capace di ricevere
il suo amore e, con questo, di essere soddisfatto.
SABATO
5 GENNAIO 1991
“SORRISO”
"Avevo
fame e tu mi hai dato da mangiare".
(Mt. 25,31-46)
A
volte sembra che solo le cose più evidenti
sembrano “evangeliche”;
un romanziere, Evely Uaug attualizza questa pagina del vangelo.
DOMENICA
6 GENNAIO 1991 - EPIFANIA DEL SIGNORE
“VOCAZIONE”
"Ed
ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse
e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino". (Mt.
2,9)
Su
questa stella dei magi se ne sono dette di tutti
i colori, da chi insiste per identificarla con
la cometa Halley in una
delle sue
periodiche apparizioni, a chi dice che è una fiaba, a chi la vede come
simbolo. Non mi importa! Di una cosa dovrei essere
certo: costantemente segni dal ciclo accompagnano
la mia
giornata. Oh; non che abbia
visioni, ma la mia e la tua storia sono scritte con caratteri
speciali che dobbiamo imparare a leggere.
C'è una traccia
che Dio ha segnato per tè
e per
me. Non
una traccia lontana, astrusa, ma una traccia che si
intesse continuamente
con i fatti della mia vita. Una
luce che può sparire in certi momenti, ma che ritorna,
che ti riempie il cuore di gioia, che
ti richiama, ti
indica il cammino. Qualcuno la chiama vocazione,
qualcun altro
più semplicemente amore di
Dio, speciale por tè.
LUNEDI'
7 GENNAIO 1991
“CAMBIARE”
"Convertitevi
e vivrete" (Ez.
18,32)
Se
gli altri la pensassero e agissero come me!... Il mondo andrebbe meglio!"
E’ una frase che spesso diciamo o perlomeno pensiamo. Ma la conversione vera
comincia dagli altri, o da me stesso? A un discepolo che si lamentava
continuamente degli altri, il maestro disse: "Se è la pace che vuoi, cerca
di cambiare tè stesso, non gli altri. E' più facile proteggersi i piedi con
delle pantofole che ricoprire di tappeti tutta la terra"
MARTEDI'
8 GENNAIO 1991
“ RICCHEZZA O POVERTÀ”
"Anche
se uno è ne l'abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni". (Lc.
12,15)
Noi
non possiamo più renderci conto di quanto Gesù scandalizzava i suoi
contemporanei.
MERCOLEDI'
9 GENNAIO 1991
“PANE”
"Se
tu sei Figlio di Dio, di' che queste
pietre diventino
pane". (Mt. 4,3)
Molti
uomini oggi hanno fatto proprie le parole del Tentatore: "Dacci il pane e
noi ti crederemo. Il pane è la prima necessità. Quando 1'uomo ha il pane,
tutti i suoi problemi sono risolti. Allora egli è onesto, religioso, pacifico;
la donna è senza macchia; la famiglia sta in piedi. Date benessere economico e
tutto si sistemerà automaticamente." Ma come mai allora in galera non
manca il pane e non si è felici? Come mai fra i ricchi non mancano gli omicidi,
i suicidi, i violenti, gli avari, gli adulteri? Come mai dove c'è benessere
economico spesso c'è anche tristezza e angoscia? Allora che dici? L'ha o non
l'ha dunque il pane questa divina virtù di risanare ogni piaga e di beatificar
e ogni uomo? O non piuttosto, oltre il pane, occorre la libertà, l'onestà, la
virtù, la fraternità e soprattutto la religione, che fonda la morale e comanda
l'amore? Perciò disse Gesù: "Non di solo pane vive l'uomo ma di ogni
parola che viene dalla bocca di Dio".
GIOVEDI'
10 GENNAIO 1991
“FRATELLANZA”
"Voi
siete tutti fratelli". (Mt.
23,8)
IL
PRINCIPE E IL MENDICANTE
Un
principe, andando a spasso, incontrò un mendicante che gli chiese l'elemosina
dicendo: Fate la carità ad un
povero fratello. Il principe si soffermò,
lo osservò, poi disse: "Io non
ho fratelli poveri.
Il mendicante
ribatté: Non siamo tutti
fratelli in Gesù Cristo? Il principe gli diede una moneta d'oro. E così fece
per dieci giorni di seguito, ogni volta che passava di là. L'undicesimo
giorno il
principe, fingendo di essere anche lui un mendicante, disse: " Fate
la carità ad un povero fratello» E il
mendicante, irato: lo non ho
fratelli! Allora il principe si fece riconoscere e rispose: Ho capito! Tu sei
fratello solo dei principi. E gli riprese le dieci monete.
(M. Reynaudo)
VENERDI'
11 GENNAIO 1991
“PREGHIERA”
"Chiedete
e otterrete, bussate e vi sarà aperto". (Mt.
7,7)
Leggendo
queste parole di Gesù, potremmo essere tentati di credere all'automatismo della
preghiera, quasi che il Signore funzioni come una lavatrice a gettone. Questo
racconto non risolve certamente tutti i problemi della preghiera ma,
umoristicamente, almeno una risposta ce la da. Un uomo molto pio attraversava un
momento difficile, così cominciò a pregare in questo modo: "Signore,
ricordati di tutti quegli anni in cui ti ho servito come meglio ho potuto, senza
chiedere nulla in cambio. Ora che sono vecchio e squattrinato, vorrei chiederti
un piacere per la prima volta nella vita e sono sicuro che non mi dirai di no:
fammi vincere alla lotteria". Passarono giorni, poi settimane e poi mesi,
senza che accadesse nulla. Alla fine, disperato, una sera egli gridò
con quanto
fiato aveva
in gola: "Signore, perché non mi dai una mano?" All'improvviso
sentì la voce di Dio che replicava: "Dammela tu! Perché non compri un
biglietto della lotteria?"
SABATO
12 GENNAIO 1991
“BESTEMMIA”
"Chi
bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato".
(Lc. 12,10)
Quando
sentiamo la parola bestemmia ci vengono subito
in mente certe parole rivolte contro Dio,
contro la Madonna che, purtroppo,
sentiamo sempre più in bocca a tante persone che il più delle volte non
sanno neppure cosa dicono. Ma qui Gesù parla di una bestemmia che il più delle
volte non è neppure fatta di parole. Si bestemmia
contro lo Spirito Santo quando il
nostro atteggiamento di vita esclude allo Spirito ogni possibilità di agire in
noi e attorno a noi, quando in pratica ci si organizza esclusivamente da soli
senza lasciare spazio a Dio, quando
si esclude la speranza per noi e per il prossimo, quando troppo pieni di noi e
dei nostri peccati si pensa che Dio non abbia più fiducia in noi e non possa
perdonarci. E' allora che anche quel "non gli sarà perdonato"
diventa reale,
non perché Dio non possa perdonarci, ma perché io gli ho chiuso la
porta e non permetto che il
suo perdono
mi raggiunga e faccia di me
un uomo nuovo.
DOMENICA
13 GENNAIO 1991 - “FESTA DEL BATTESIMO DI GESÙ”
“IN DUE PAROLE”
"Come
per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori, così
anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti". (Rom.
5,19)
Si
racconta che Federico il Grande un giorno fu avvicinato da un povero uomo che
voleva parlargli. "Non ho tempo di ascoltarti", gli disse il re senza
fermarsi. "Sire, ho solo due parole da
dirle". "Sia rispose
Federico ma due parole, non di più". "Fame, freddo", gridò
allora il poveretto al posto della piccola supplica che aveva preparato.
"Pane, carbone", rispose il re con altrettanta brevità. E gli fece
dare cento talleri. Non è forse possibile riassumere anche in due parole lo
stato di miseria nel quale è immersa la razza umana? Queste due parole sono:
Peccato e morte. Ma a queste due parole anche Dio in Gesù ci risponde con altre
due parole meravigliose: perdono e vita
eterna.
LUNEDI'
14 GENNAIO 1991
“DECISIONI”
"Vide
un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte e gli disse: Seguimi !
Egli, lasciando tutto, si alzò e lo segui". (Lc. 5,28)
Si
rimane sempre stupiti e talvolta perplessi
di fronte a decisioni rapide inaspettate,
irreversibili come quella di Levi
nel racconto di Luca. Siamo spesso
tentati di
giudicarle avventate, non sufficientemente meditate e i fatti talora ci
danno ragione. 11 Vangelo invece è ricco di decisioni e di
scelte che contraddicono al nostro "buon senso", I discepoli
lasciano tutto quasi all'improvviso e lo seguono; Zaccheo, il pubblicano
usuraio, cambia nel giro di
poche ore la sua vita;
la samaritana, donna dalla
vita non chiara, dopo un solo colloquio con Cristo Signore si rinnova
radicalmente e si fa sua annunciatrice. Il Vangelo non ci guida alla
riflessione, ma alla radicalità e alla totalità delle nostre decisioni. Non ci
si può fermare a metà strada, non si può servire a due padroni. 11 nostro
male è forse la mediocrità, la mancanza di coraggio per fare scelte decisive.
A metà strada non si può che essere tristi e insoddisfatti. "Voi non
potete servire a Dio e alle ricchezze". (Lc. 16,13).
MARTEDI'
15 GENNAIO 1991
“MIRACOLI”
"Erode,
sperava di vedere qualche miracolo da Lui". (Lc. 28,8)
Come
Erode anche noi siamo attratti dai miracoli, dallo straordinario. Ma spesso
questo non solo non aumenta la fede, ma diventa impedimento a vedere come
l'ordinario, il quotidiano è un miracolo continuo. Un uomo traverso terre e
mari per verificare personalmente la straordinaria fama del maestro. "Che
miracoli ha operato il vostro maestro?" chiese a un discepolo. "Be! c'è
miracolo e miracolo. Nel tuo paese è considerato un miracolo che Dio faccia la
volontà di qualcuno. Nel nostro paese è considerato un miracolo che qualcuno
faccia la volontà di Dio".
MERCOLEDI'
16 GENNAIO 1991
“PAROLE”
"Pregando
non sprecate parole come i pagani i quali credono di venire ascoltati a forza di
parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose
avete bisogno ancor prima
che gliele chiediate". (Mt. 6,7-8)
Siamo
sommersi da parole sprecate: dalla pubblicità, dalla politica, dalla stampa,
dalla televisione e dal frastuono delle tante parole dette e udite in casa,
in strada, al lavoro. Parliamo e
le parole scorrono spesso inutili,
insignificanti sul nostro vivere
quotidiano. Parliamo e quasi mai riusciamo a dirci davvero quello che sentiamo
nel cuore, nella mente. Per questo il colloquio con Dio non ha bisogno di molte
parole; lui che "mi scruta e mi conosce" (Salmo 139,1) mi chiede la
sincerità e la semplicità dell'animo, la fiduciosa apertura del cuore.
Per intenderci,
per parlare davvero, può bastare uno sguardo. La parola ci è data da
Dio per comunicare, per sentirci più uniti, più fratelli; noi corriamo invece
il rischio che le nostre molte parole ci dividano o che ci lascino terribilmente
soli. Il nostro tempo che dell'informatica ne ha fatto una scienza e una
filosofia, conosce anche paurose, desolate solitudini.
GIOVEDI'
17 GENNAIO 1991
“PERDONATI”
"Rimetti
a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori".
(Mt. 6,12)
Appena
aperta la porta della chiesa era già lì ad aspettarmi. Sporco; aveva dormito
fuori. Erano anni che lo conoscevo: vino, qualche furto, un po' di galera,
droga... trent'anni racchiusi in quel volto dalle pupille dilatate, dalla barba
incolta, dalle cicatrici segno di violenze fatte e subite “Avevo cercato di
aiutarlo più volte: prima soldini, poi qualche lavoretto... promesse ne aveva
fatte tante ma non ne aveva mantenuta una... "Eh no! questa volta,
basta!" gli ho quasi gridato, prima ancora che avesse tempo di parlare. Gli
ho rifilato un paio di mille lire "per la colazione" e me ne sono
andato irritato. Poi mentre preparavo per la Messa mi è venuto in mente:
"Tu sei qui tutte le mattine a chiedere a Dio. Tutte le mattine gli chiedi
perdono, gli prometti che farai meglio e non mantieni, hai più di 40 anni e non
solo non sei migliorato, ma peggiorato... e Dio non ti ha ancora detto: "Eh
no! questa volta, basta!”.
VENERDI'
18 GENNAIO 1991
“PERDONO”
"Pietro
gli disse: Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello se
pecca contro
di me? Fino a sette volte? E Gesù gli rispose: Non ti dico fino a sette,
ma fino a settanta volte sette". (Mt. 18,22)
Gesù
ha un suo stile nel prospettare programmi di
vita: indica l'apertura, la linea
iniziale, ma non dice quando il programma è esaurito. Pietro chiede un numero
esatto per esaurire il suo programma di perdono e Cristo gli apre un orizzonte
senza confini. Così ai poveri, dice, si deve dare il superfluo, ma lascia a noi
stabilirne la misura e noi non
esauriremo mai, in coscienza, la lista
delle cose superflue di cui
è possibile fare a meno. Vorremmo invece numeri e dosi precise come in una
ricetta medica
per poterci
dire che abbiamo assolto il nostro compito. Gesù ci presenta sempre un
conto aperto e noi possiamo buttarci dentro tutto quello che nasce dalla
generosità dell'animo, dalla
sensibilità umana, dalla
bontà del cuore. Non è mai esaurita l'attesa del Signore. Il perdono è come
l'amore, che se ha un limite non è
più amore e non è più perdono.
SABATO
19 GENNAIO 1991
“MISSIONE”
"Ed
essi, subito, lasciate le reti, lo seguirono"
(Mt. 4,20)
Lasciare
tutto per andare. Se voi conoscete bene un ragazzo o una ragazza e
improvvisamente vi dice "vado missionario" o "entro in un
monastero" restate perplessi. Molte domande si affollano in noi... Ecco un
biglietto lasciato da suor Mariarosa Muscarella ad una amica prima di partire
per il Ciad. "Perché parto? Parto perché voglio condividere ciò che Dio
mi ha dato. Parto perché credo nella vita, che è veramente tale se la si dona.
Parto perché, non soltanto i ciadiani hanno bisogno di me, ma io di loro. Parto
perché Dio ha chiamato me e nessuno può andare al mio posto. Parto perché
voglio amare la vita, non solo a parole, Parto
perché altri
sono partiti per insegnarmi
il Vangelo ed ora tocca a me
partire per
insegnarlo ad altri. Parto perché la mia
solidarietà col povero vuole essere un mezzo per rendere credibile la
bontà e l'amore di Dio per l'uomo. Parto perché la mia gioia sia anche la loro
e sia così gioia piena. Parto perché i poveri mi aspettano e non possono fare
altro che aspettare. Parto, infine,
perché voi mi mandate e
Cristo è con me."
DOMENICA
20 GENNAIO 1991
“FIOCCO
DI NEVE”
"Allora
il Signore chiamò: Samuele!". (1Sam. 3,4)
Un
canto che facciamo in chiesa dice: "Manchi solo tu"
alla mensa,
alla gioia, alla festa. Questa semplice favola ci ricorda che forse
manchiamo solo noi e
il mondo potrebbe cambiare. Dimmi un po’ : "Quanto pesa un
fiocco di neve?", domandò la cinciallegra alla colomba. "Niente di
niente!", fu la risposta. Allora, la
cinciallegra le
raccontò una storia. "Mi trovavo sul ramo di un pino, quando
cominciò a
nevicare. Non proprio una
tempesta, ma
dolcemente, senza violenza.
Come un sogno, Dato che non avevo niente di meglio da fare,
cominciai a
contare i
fiocchi di neve che cadevano sul ramo su cui mi trovavo. Ne caddero
3.751.952. Quando il 3.751.953esimo cadde sul ramo, un niente di niente come hai
detto il ramo si spezzò". A questo punto, la cinciallegra se
ne andò. La colomba, un'autorità in materia di pace dal tempo di un certo Noè,
pensò un momento e concluse tra sé: "Ecco, forse non manca più che una
sola persona, perché tutto si capovolga e il mondo viva in pace".
LUNEDI'
21 GENNAIO 1991
“ARRIVEDERCI”
"Siate
simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli
subito, appena arriva e bussa". (Lc.12,36)
Ecco
come una casalinga ha tradotto in preghiera questo pensiero di Gesù:
"Quando
mi verrai a cercare, o Signore, posso chiederti
d'avere la
bontà di bussare alla mia porta perché io sappia che tu arrivi? Lo so
che hai detto che tu verrai come un ladro... Ma ciò non è indispensabile, puoi
presentarti anche diversamente. E' perché noi fossimo sempre pronti che hai
detto così: Grazie, Signore! Ma vedi,
Signore, quando
in casa io sbrigo le faccende, indosso il grembiule
e facilmente
mi sporco;
e se un
amico bussa all'uscio,
prima d'aprirgli mi tolgo il grembiule per non offrirgli vista
sgradevole, Lasciami il tempo di
nascondere il grembiule per ben riceverti! lo tè lo chiedo, ma so bene
che farai come vorrai;
e sarà
per il meglio, Era solo un desiderio che ti ho voluto confidare: non
si fa così tra amici? E sei
tu il
grande amico, colui che mai mi verrà meno e in cui ho piena confidenza, A
presto, Signore!"
MARTEDI'
22 GENNAIO 1991
“GIUDIZI”
"Non
giudicate secondo le apparenze" (Gv.
7,24)
La
famiglia era riunita per la cena, Il figlio
maggiore annuncio
che stava per sposare la ragazza della casa di fronte.
"Ma
i suoi non le hanno lasciato una lira", obietto il padre.
"E
lei non ha messo nulla da parte", aggiunse la madre.
"Non
si intende affatto di calcio", disse il fratello più piccolo,
"Non
ho mai visto una ragazza pettinata in modo così buffo!", osservo la
sorella.
"Non
fa che leggere romanzi", commentò lo zio.
"E
che cattivo gusto nel vestire!", disse la zia.
"Certo,
non lesina cipria e belletto!", aggiunse la nonna.
E'
vero", ribatté il ragazzo. "Ma lei ha un enorme vantaggio su tutti
noi",
"E
quale?" chiesero tutti in coro.
"Non
ha famiglia!"
MERCOLEDI'
23 GENNAIO 1991
“PENSIERI”
"I
pensieri dei giusti sono equità e pace"
(Pr 12,5)
Il
pensiero è l’anima delle parole e delle opere di carità e conferisce loro
freschezza, bellezza, vita. E, quindi, se si vogliono belle parole e belle opere
di carità, occorrono bei pensieri. Chi ha la mente colma di buoni pensieri ha
il cuore pieno di bontà, una bocca piena d'amore e una mano pronta a tutto. Se
al mattino iniziamo la giornata con pensieri di carità, di bontà invece che
con pensieri egoistici e indifferenti noi troveremo facile il vedere sempre bene, l'interpretare
bene, il desiderare bene a tutti, il dimenticare
le amarezze,
i dispiaceri
della vita. Chi si avvezza a pensare sempre bene, solo bene, è un'anima
che si distende sul capo un orizzonte sereno
di pace e di gioia: è il segreto per rendere felici gli
altri e,
anche, noi stessi. Colui che si è reso abituali i pensieri
buoni, ha
negli occhi, nel volto,
sulle labbra,
nel tono della voce, in tutta la persona un qualche cosa di luminoso,
di suggestivo che piace,
che attrae:
è l'aureola della bontà. E, si potrebbe aggiungere, anche della serenità.
GIOVEDI'
24 GENNAIO 1991
“DIFFIDENZA”
"Chi
ha sete, venga". (Ap 22,17)
Tre
arabi si recarono in pellegrinaggio alla Mecca. Dovettero attraversare il
deserto e persero la strada. Stremati stavano per morire di sete.
Invocarono Dio che li esaudì e fece scaturire davanti ai loro occhi increduli,
una sorgente d'acqua fresca. Il primo la guardo e diffidente disse: "E'
impossibile che Dio faccia di questi prodigi. Egli ha già creato tutte le
acque, non c'è bisogno che ne crei altre: questa sorgente non può essere che
un "miraggio”. Tiro innanzi e morì di sete. Non arrivò alla Mecca, II
secondo invece si fermò, guardò la sorgente con sospetto: forse è avvelenata,
inquinata, bisognerebbe esaminarla prima di berla. Ci vuole una commissione di
esperti. E tirò avanti a morire di sete per paura di morire avvelenato. Non
arrivò alla Mecca. Anche il terzo si fermò. Intinse un dito nell'acqua e
l'assaggiò: sentì che era fresca, limpida e di buon sapore: ne bevve
avidamente. Arrivò alla Mecca e raccontò l'episodio alle autorità che
mandarono una commissione d’esperti che la esaminarono e la trovarono
batteriologica mente pura e sicura. Mentre la commissione ritornava alla Mecca,
lungo il deserto apparve il volto triste del buon Dio che disse: "E pensare
che volevo solo salvare, aiutare, evitare a quei poveri figli la morte per
sete".
VENERDI'
25 GENNAIO 1991 - FESTA DELLA CONVERSIONE DI S. PAOLO
“LO SGOMBERO”
"Spogliatevi
dell'uomo vecchio con le sue
azioni".
(Col 3,9)
Uno
zio di mio padre faceva il curato in un paesino nei dintorni del lago d'Orla.
Era un omone, con modi ruvidi e casa da contadino, che noi s'andava a visitare
molto di rado e morì che ero ancora bambina. L'unico ricordo vivo che conservo
di lui è un vocione pari alla sua taglia, con il quale
SABATO
26 GENNAIO 1991
“PROVVISORIETÀ”
"Tenetevi
lontano da ogni cupidigia,
perché anche
se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni".
(Lc. 12,15)
Nel
secolo scorso, un turista americano fece visita al famoso rabbino polacco Hofetz
Chaim. Rimase stupito nel vedere che la casa del rabbino era solo una semplice
stanza piena di libri, Gli unici mobili erano un tavolo e una panca.
"Rabbi, dove sono i suoi mobili?", chiese il turista. "E i suoi
dove sono?", replico Hofetz. "I miei? Ma io sono solo in visita, Sono
solo di passaggio", disse l'americano. "Anch'io", disse il
rabbino. Se pensassimo di più alla nostra provvisorietà, quanto meno attaccamento
alle cose e quanta più libertà!
DOMENICA
27 GENNAIO 1991
“REGNO DI DIO”
"II
Regno dei Cieli e simile a …. (Mt. 13,44)
A
noi che siamo un po' tutti malati di positivismo, da un po' fastidio che Gesù
non dia una definizione chiara ed esauriente di "Regno di Dio" ma si
accontenti invece di paragoni che in certi casi ci sembrano anche semplicistici.
Ma proprio in questo sta il primo grande insegnamento sul Regno: esso non può
essere racchiuso in una definizione; proprio perché è di Dio e non c'è
nessuna definizione o limite che possa comprenderlo. Solo dei paragoni come
quelli di Gesù (la rete, la perla, il tesoro) possono darcene una pallida idea
e ci indicano anche che è in costruzione continua, già presente perché
realizzato da Dio ma in continua venuta perché da lui offerto continuamente
alla nostra collaborazione. Proviamo oggi a pensare a che cosa sarà simile il
Regno per noi e in che modo possiamo fare affinché esso si possa manifestare.
LUNEDI'
28 GENNAIO 1991
“PATRIA”
"Vi
prenderò di mezzo alle genti, vi radunerò da tutte le nazioni e vi condurrò
nel vostro paese" (Ez.
36,24)
E'
facile immaginarsi il desiderio del popolo di Israele disperso e prigioniero di
poter nuovamente avere una patria. Mi raccontava un anziano rimasto per anni in
campo di concentramento che il suo sogno ricorrente durante la prigionia era
quello di poter passare ancora una serata nella stalla della sua cascina con i
familiari a raccontarsi storie, a dire insieme magari un po' di corsa, il
rosario, sentire il calore delle bestie, vedere le donne cucire,
i bambini addormentarsi, e poi sul tardi uscire nell'aria fresca della
notte e poter dall'aia guardare i campi che "dormono in attesa di poter
portare frutto". Chissà se anche noi sentiamo ancora nostalgia di
casa" o se siamo talmente presi dal nostro correre quotidiano da aver
dimenticato che in questa terra siamo esuli. Eppure la nostra patria definitiva
non è qui. I nostri affetti, le nostre speranze, hanno bisogno di trovare
compimento e il nostro cuore avrà pace definitiva solo in Lui.
MARTEDI'
29 GENNAIO 1991
“FEDE”
"Beata
tè che hai creduto". (Lc.
1,45)
Quanti
atti di fede facciamo inconsapevolmente ogni
giorno! Ad esempio diamo per
vera quella notizia perché è scritta sul nostro giornale preferito, accettiamo
quella persona per ciò che dice perché la riteniamo meritevole di stima... Ma
nell'assenso di fede al credo l'uomo è
garantito perché è Dio che parla. Maria è chiamata beata non perché sa tutto
quello che crede ma perché ha fatto della sua fede un atto di amore
totalizzante in Dio Padre. Anche per noi, sul suo esempio, non si tratta allora
ne di credere a occhi chiusi ne di volerci spiegare tutto per filo e per segno,
ma di mettere intelligenza, cuore, volontà, in un unico atto d'amore in colui
che pur essendo il "totalmente
altro" è il nostro Padre celeste.
MERCOLEDI'
30 GENNAIO 1991
“REALISMO”
"Una
parte del seme cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il
sessanta, dove il trenta" (Mt.
13,8)
I
grandi mistici mi hanno sempre spaventato. Facevano, per amor di Dio, cose che
non "posso permettermi". La saggezza di Gesù è di chiederti con
realismo a seconda di quello che sei capace. Però se sei da trenta, trenta devi
rendere. Una volta un baro disse al maestro: "Sono stato sorpreso a barare
a carte ieri e i miei compagni di gioco mi hanno picchiato e gettato dalla
finestra. Cosa mi consigli di fare?". Il maestro osservò seriamente l'uomo
e disse: "Se fossi in tè, d'ora in poi giocherei a piano terra". La risposta sbalordì
i discepoli. "Perché
non gli hai detto di smettere di barare?", chiesero. "Perché sapevo
che non l'avrebbe fatto", fu la semplice e sagace risposta del maestro.
GIOVEDI'
31 GENNAIO 1991
“CONFESSIONE”
"Io
perdonerò la loro iniquità". (Ger. 31.34)
Don
Bosco è allo stremo delle forze. Confessa soltanto alcuni salesiani e gli
alunni dell'ultima classe. In modo quasi inspiegabile. Luigi Orione ottiene
questo singolarissimo privilegio. Bisogna che si prepari seriamente. Lo narrò
don Orione stesso: "Nell'esame di coscienza che feci, riempii tre
quaderni". Per non tralasciare nulla, aveva
consultato alcuni
formular!. Ricopiò tutto, si accusò di tutto. A una sola domanda aveva
risposto negativamente: alla domanda: "Hai ammazzato?". "Questo
no!", scrisse. Poi, con i quaderni in tasca» una mano sul petto,
gli occhi
bassi , si
accodò agli altri attendendo il suo turno. Tremava per l'emozione. Toccò
a lui. Si inginocchiò. Don Bosco Lo guardò
sorridendo: "Dammi
i tuoi peccati".
Il ragazzo
tirò fuori il primo quaderno. Don
Bosco lo prese; sembrò
soppesarlo un
attimo, poi lo stracciò.
"Dammi gli altri". Anche gli altri due fecero la stessa fine:
stracciati. Il ragazzo stava a guardare disorientato. "E
adesso la
confessione è
fatta", disse il Santo. "Non
pensare mai
più a
quanto hai scritto". (Teresio Bosco)
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