UNA PAROLA AL GIORNO
RIFLESSIONI QUOTIDIANE SULLA
PAROLA DI DIO
a cura di don Franco LOCCI
SABATO 1 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: Ap. 22,1 - 7; Salmo 94; Lc 21,34 - 36.
“Vegliate e pregate in ogni momento”.
(Lc.21,36)
Domani comincia l’Avvento e con esso il nuovo anno liturgico. Ma sia il
Vangelo di oggi che la liturgia della prima domenica di avvento hanno lo stesso
richiamo alla vigilanza; quasi come se Gesù ci dicesse: il tempo passa ma
compito del cristiano è sempre quello di essere attenti ai segni del Regno di
Dio che si compie. E ci viene indicato anche il mezzo della vigilanza: se vuoi
essere attento stai in comunione con Dio, ricordati di Lui, invocalo, rendigli
grazie. Nella preghiera ringraziamo dunque il Signore per averci ancora
manifestato i suoi misteri nell’anno liturgico passato e nella preghiera
iniziamo questo nuovo tempo di grazia che la misericordia di Dio ci offre.
PAROLA DI DIO: Is. 63,16 - 17.19; 64,1 - 7; Sal 79;1Cor. 1,3 - 9; Mc. 13,33 - 37.
“Vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso”. (Mc. 13,33)
AVVENTO
Iniziamo oggi il tempo di Avvento che ci vuole preparare al Natale ma che è anche il tempo in cui veniamo aiutati a vivere l'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi. E questo tempo comincia con l'ammonimento del Signore alla vigilanza: non sappiamo quale sarà il momento del rendiconto della nostra vita. Dobbiamo all’ora essere vigilanti per non farci trovare addormentati, quando il padrone di casa tornerà. Ma questo ammonimento non deve farci vivere solo nel timore del giudizio ma anche nella nostalgia e nel desiderio del suo ritorno. L'incontro definitivo con Lui avrà inevitabilmente il sapore di un rendiconto, ma sarà soprattutto la gioia di ritrovarci finalmente insieme, tutti, nella casa del Padre.
“Alzatevi e levate il capo perché la vostra liberazione è vicina”. (Lc. 21,28)
Quanti uomini, prigionieri e schiavi e quanti popoli hanno atteso che qualcuno dicesse loro: “Siete liberi”. Gesù, mitissimo, ci parla di liberazione. Non è venuto il Signore a risolverci lui stesso i nostri gravi problemi sociali o politici. La liberazione di cui ci parla, è quella finale e totale dell’uomo, allorché ci saranno cieli nuovi e terra nuova. E’ una liberazione che comincia nel cuore dell’uomo quando sceglie di aderire al suo insegnamento di amore, di libertà da ogni egoismo e da ogni orgoglio. Ma l’uomo libero che si incammina verso la futura liberazione definitiva non può non guardare ai tanti che nell’oggi sono in catene e nelle tenebre. Il cristiano vero è anche colui che sa lottare perché ogni uomo sia libero, perché nel mondo non ci sia più né schiavitù, né sfruttamento. Il mondo deve poter gioire della libertà di Cristo.
MARTEDI’ 4 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: ls 11,1 - 9; Sal 71; Lc. 10,21 - 24.
“Non si vanti il ricco delle sue ricchezze; chi vuoi gloriarsi si vanti di conoscere me”. (Ger. 9,23—24)
Un bambino aveva collezionato dei francobolli. Un giorno si accorse che molti di essi, assai quotati sul catalogo, riportavano un’iscrizione in minutissimi caratteri: “Fac - simile”. Egli non ne conosceva il significato, ma quella parola suscitò in lui una certa inquietudine. Pose la domanda a uno zio che gli spiegò che i suoi più bei francobolli non valevano assolutamente nulla. Quante persone accumulano così dei beni senza valore! Non è tragico. accorgersene solo al momento in cui bisogna lasciarli? Ma allora, quali sono le vere ricchezze? Giacomo, nella sua lettera, definisce così quelli che le posseggono: sono “ricchi in fede” (Gc 2,5). Essere ricco è conoscere Dio e servirlo con fedeltà. Essere ricco significa conoscere Gesù Cristo, il Figliuolo di Dio come Salvatore e come ragione di vita. Questa è la ricchezza che non inganna, quella che ci si porta via quando si lascia questo mondo. Facciamo bene il conto delle nostre ricchezze. E se possedessimo solo dei “fac - simile”? Ebbene, oggi è ancora tempo per prendere dalla mano di Dio ciò che Egli offre gratuitamente: le ricchezze della fede.
MERCOLEDI’ 5 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: ls 25,6 - 10; Salmo 22; Mt. 15,29 - 37.
“Ecco, io sto alla porta e busso”. (Ap 3,20)
Gesù è sempre una proposta, mai una imposizione: egli è come un viandante che bussa alla tua porta, sembra per chiederti qualcosa, ma se gli apri è Lui che inonda la tua casa di doni. Holman Hunt, pittore, quando espose il suo famoso quadro “Cristo che batte alla porta dell’anima”, invitò i critici ad esprimere il loro giudizio. Nessuno trovava alcun difetto; finalmente un tale si fece avanti e disse: “Scusate, signor Hunt, ma io trovo una mancanza nel vostro quadro: avete dimenticato di mettere la maniglia a quella porta. Come si può entrare?” “Giovanotto, rispose allora tranquillamente il pittore, la porta alla quale batte Cristo si apre solo dal di dentro!” Siamo noi che dobbiamo aprire a Cristo, farlo entrare, farlo crescere in noi.
GIOVEDI’ 6 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: ls 26,1 - 6; Sal 117; Mt. 7,21.24 - 27
“Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cieli”. (Mt. 7,21)
Questa rielaborazione di Piero Gribaudi della parabola del buon samaritano ci aiuta a capire fino in fondo che cosa vuol dire “Condividere”.
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Ma un Samaritano, che era in viaggio, lo vide e volle aiutarlo. Non aveva bende, non aveva olio, non aveva vino, non aveva giumento, non aveva denari; solo una grande angoscia al vedere il ferito. Avvicinatosi, gliela diede. Questi rimase stupito; ma poi sentì che più cresceva l’angoscia del Samaritano, più diminuiva la sua. Ed aspettarono l’alba, stretti insieme, facendo di due angosce una speranza. (Piero Gribaudi)
VENERDI’ 7 DICEMBRE 1990
“Benedite, opere tutte del Signore, il Signore”. (Dn 3,57)
Gesù apriva gli occhi ai ciechi.., forse anche noi lo siamo. Questa riflessione di A. de Mello risulterà difficile a molti, ma, rileggendola più volte...
La continua protesta del discepolo al suo maestro zen era: “Tu mi stai nascondendo il segreto ultimo dello zen”. E si rifiutava di credere alle smentite del maestro. Un giorno il maestro lo portò a fare una passeggiata sulle colline. Mentre camminavano sentirono cantare un uccello.
“Hai sentito quell’uccello cantare?”
disse il maestro.
“Sì”, disse il discepolo.
“Bene, adesso sai che non ti ho nascosto niente”.
“Sì”, disse il discepolo.
Se avessi davvero sentito un uccello cantare, se avessi davvero visto un albero.., sapresti, al di là delle parole e dei concetti.
Cos’hai detto? Che hai sentito cantare decine d’uccelli e visto centinaia di alberi? Ah, è l’albero che hai visto o l’etichetta? Quando guardi un albero e vedi un albero, non hai visto davvero l’albero. Quando guardi un albero e vedi un miracolo.., allora, finalmente, hai visto un albero! il tuo cuore non si è mai riempito di una meraviglia senza parole nell’udire il canto di un uccello?
SABATO 8 DICEMBRE 1990 - IMMACOLATA CONCEZIONE Dl MARIA
PAROLA Dl DIO: Gen. 3,9 - 15.20; Sal 97; Ef. 1,3 - 6.11 - 12; Lc. 1,26 - 38.
IMMACOLATA
“Ti saluto o piena di grazia”. (Lc. 1,28)
Durante il cammino dell’Avvento ci viene presentata, come meta e modello, Maria immacolata. Ma non dobbiamo ingannarci: Dio non gioca capricciosamente con la legge della solidarietà umana ma preservando Maria dal peccato ci indica la possibilità di vittoria sul male, grazie a Gesù che ci salva. La “grazia” di cui è piena Maria e la grazia che viene offerta a ciascuno di noi ogni giorno. Sono i doni di Dio in Gesù che ci chiama ad essere Immacolati al suo cospetto”, non perché non siamo buoni o santi, ma perché santificati e ricostituiti in Lui nella nostra immagine e somiglianza di Dio.
DOMENICA 9 DICEMBRE 1990 - 2^ DOMENICA DI AVVENTO B
PAROLA DI DIO: Is. 40,1 - 5.9 - 11; Sal 84; 2 Pt.3,8 - 14; Mc. 1,1 - 8.
“Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio”. (Lc. 11,28)
Una bambina, appollaiata su una sedia troppo alta per lei, pesta sui tasti della macchina da scrivere di suo papà. Qualcuno entra nell’ufficio e le chiede: “Che cosa fai, piccola?” Senza interrompersi ella risponde: “Scrivo a Dio”. Probabilmente non vi è mai venuto in mente di scrivere a Dio. Ma sapete che Lui vi ha scritto una lunga lettera in cui vi rivela i suoi pensieri riguardo a tutte le cose? Si tratta della Bibbia. Leggetela! In essa troverete le esigenze della sua santità e le risorse insondabili del suo amore. Saprete ciò che Egli è e imparerete ciò che ha fatto per voi.
LUNEDI’ 10 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: Is. 35,1 - 10; Sal 84; Lc. 5,17 - 26.
“Sappiate che il vostro peccato vi raggiungerà”. (Nm 32,23)
Nel giorno nascente, un piccolo peschereccio avanzava lentamente, rallentato dal pesante carico di tabacco di contrabbando che trasportava. “All’improvviso, racconta il capitano, un motoscafo guardia coste puntò diritto verso di noi. In un batter d’occhio, vedemmo ciò che ci aspettava: stavamo per essere raggiunti, il carico e il battello per essere confiscati, e noi messi in prigione! Ci guardavamo tutti costernati. io gridai: Presto, ragazzi! Non devono trovare niente quando arriveranno! Fate la catena. Portate tutta la merce dietro, e giù in mare. Poco dopo non si udivano che i tonfi delle balle di tabacco che cadevano nell’acqua. Ma a un certo punto, un uomo gridò: Non affonda! Che spettacolo desolante! Tutte le balle galleggiavano un po’ più lontano e ballavano sulle onde! E il motoscafo ci era ormai addosso! Disperati, restammo immobili! Impossibile sfuggire”. Questa avventura, che condusse i suoi protagonisti davanti al tribunale, ci dà da riflettere. Si può navigare per lungo tempo nella vita, tranquillizzando se stessi e cercando di nascondersi il proprio male, ma ecco! “Non affonda!” Impossibile far sparire agli occhi miei e di Dio, il male che ho commesso. Per lui resta in superficie, in piena luce. Solo Dio, che ha contato tutti i miei peccati, può gettarli per sempre “nel fondo dei mare” (Mi 7,19).
MARTEDI’ 11 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: Is.40,1-11; Sal 95; Mt.18,12-14.
“Chi pone mano all’aratro e poi si volge indietro non è degno di me”. (Lc. 9,62)
Un viaggiatore che arriva alla stazione “quasi in orario, è solo un minuto in ritardo perde il treno”. Uno studente è “quasi” riuscito nel suo esame, gli manca un solo punto per raggiungere la sufficienza, ma è bocciato. Il generale che ha “quasi” vinto una battaglia, l’ha persa. In molti casi della vita il male è riparabile, ma in molti altri, il “quasi” crea l’irreparabile. Così è anche per la fede: non basta credere “quasi” a Dio, credere che “quasi, quasi” Gesù è Figlio di Dio, “quasi” credere che, nonostante tutto devo anche amare il mio prossimo. Gesù è esigente: “Vieni e seguimi” e Pietro lasciate le reti lo seguì! Se diceva: “Quasi, quasi lo seguo” ma tergiversava con le sue reti, aveva perso l’incontro decisivo della sua vita.
MERCOLEDI’ 12 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: Is. 40,25 - 31; Sal 102; Mt. 11,28 - 30.
Sono molte le occasioni in cui facciamo dei “bagni di folla”. A Lourdes, durante le processioni, mi veniva da chiedermi: “Ma il Signore ascolterà proprio ognuno?” Mischiato, sballottato in mezzo alla folla allo stadio, seguendo e incrociando lunghe file di volti nelle passeggiate estive serali nei lungomare, pensavo: “Ogni volto è una storia. Ora ci incrociamo, forse non ci vedremo più... ma costui è un figlio di Dio, fatto a sua immagine.., come potrà Dio ricordarsi e seguire ognuno?” Per me è impossibile da capire. Ma tu sei un Dio grande. Nulla è impossibile all’Amore. Tu non sei come me quando guardo un formicaio e vedo l’andare e venire “pazzo” di quelle lunghe file nere, tu ami ciascuno, sei presente a tutti e sempre e per di più mi ami e ami ciascuno di un amore unico e irrepetibile. Non mi resta che ridire con gioia un’altra frase del salmo citato: “O Signore, nostro Dio, come è grande il tuo nome su tutta la terra”.
GIOVEDI’ 13 DICEMBRE 1990
“Il Signore disse a Salomone: chiedimi che cosa devo concederti... Rispose Salomone: concedi al tuo servo un cuore docile” . (1 Re 3,5.9)
Dio chiede a Salomone quale sia la cosa più importante per lui, ciò che desidera di più. Sembra quasi di essere all’interno di quelle storie dove il genio concede di esaudire un desiderio; ed è bello vedere la modestia di Salomone. Egli è re, ma non per questo pensa di avere sempre ragione o di conoscere, per il ruolo che ha, il bene e il male. E non chiede neanche dei sudditi docili ma ammette di aver bisogno in prima persona di docilità. Se il Signore chiedesse anche a noi: “Che cosa desideri? lo ti esaudirò!” Cosa domanderemo noi? Gesù ha domandato una cosa sola: “Sia fatta la tua volontà” e non ha detto: che gli altri facciano la mia volontà, ma che io capisca e accetti e viva la tua come il miglior dono che tu mi hai fatto.
VENERDI’ 14 DICEMBRE 1990
“Sia il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”. (Mt. 5,37)
Se potessimo, alla fine di una giornata avere il conto delle parole buone dette, di quelle inutili e di quelle cattive, le cifre delle ultime due ci stupirebbero. Il discepolo non vedeva l’ora di riferire al maestro le chiacchiere che aveva sentito al mercato.
“Aspetta un momento”, disse il maestro.
“Quello che vuoi dirci è vero?”
“Non credo”.
“E’ utile?”.
“E’ divertente?”.
“Allora perché dovremmo starle a sentire?”.
SABATO 15 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: Sir 48,1-4.9-11; Sal 79; Mt 17,10-13
Mi raccontava un uomo la sua esperienza sconvolgente, “di sogno” nel ritornare a casa dopo due anni di campo di concentramento: “Ero ridotto ad una larva; ero convissuto con la morte ogni giorno di quei due lunghi anni, non avevo più notizie dei miei, avevo visto morire di stenti e di persecuzione migliaia di persone ed ora camminavo verso casa mia. Sono passato tre volte davanti alla casa prima di aver il coraggio di entrare, non mi pareva vero...” Ritornare a casa, e non per opera o merito nostro, ma perché qualcuno ti ha voluto bene e non si è mai dimenticato dì te... Quanto dovrebbe essere grande la gioia per noi quando riceviamo il perdono dì Dio e possiamo ritornare alla sua casa!
DOMENICA 16 DICEMBRE 1990 3^ DOMENICA DI AVVENTO B
PAROLA DI DIO: Is. 61,1 - 2.10-11; Sal da Lc.1,46-50.53-54; 1Tess.5,16-24; Gv.1,68.19-28
Siamo portati a dire: “Domani farò..., domani mi impegnerò. Un semplice midrash ebraico ci aiuta a comprendere il valore dell’oggi. Un maestro d’Israele era molto saggio e molto vecchio. I discepoli gli domandarono: “Qual è il momento giusto per convertirsi al Signore?”. Egli rispose: “Occorre convertirsi un giorno prima della propria morte”. I discepoli rimasero confusi e dicevano: “E chi può conoscere il giorno della sua morte?”. “Appunto, replicava il maestro, nessuno lo può conoscere. Per questo noi dobbiamo convertirci ogni giorno Perché domani potremmo morire.
LUNEDI’ 17 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: Gen 49,2.8-10; Sal 71; Mt.1,1-17.
“Padre, io discendo da una famiglia cristiana!” “Ma lei è cristiano?” “Certo!.., non pratico, sono divorziato, ma ho versato l‘8 per mille a favore della Chiesa...” Uno dei tanti dialoghi che sovente sento soprattutto quando qualcuno viene a chiedere un favore Davanti a Gesù non conta la parentela, il casato, il numero di parenti preti o suore: conti tu come persona, come figlio di Dio amato, tu come sei, non come le strutture del mondo o i ruoli che ricopri tendono a farti apparire. Anzi se vuoi un criterio per sapere “che parentela” c’è tra te e Dio, Gesù te lo indica: al di là delle parole stai cercando di scoprire e fare la volontà di Dio? Nella misura in cui tu fai questo sei vero “parente” di Gesù.
MARTEDI’ 18 DICEMBRE 1990
“Siate perseveranti nella preghiera”. (Rom. 12,12)
In questo periodo della novena di Natale siamo invitati ad una preghiera più assidua. Ma non sempre è facile pregare! Questa sorridente leggenda della Navarra ci invita a volgere il nostro cuore interamente al Signore.
Un saggio abate volle un giorno mettere alla prova il più promettente tra i suoi novizi. Chiamò a sé il giovane. Ascolta Pietro, voglio farti un dono disse. Ti regalerò un cavallo di razza che tu potrai cavalcare e usare a tuo piacimento, se sarai capace di recitarmi dal principio alla fine il Pater Nostro senza mai, neppure per un istante, distogliere il tuo pensiero dalla preghiera. Oh, rise Pietro meravigliato, e puerile, padre, quel che mi chiedete. E davvero io in premio potrei avere un cavallo...? Impaziente com’era di vedersi in groppa a un bel puledro di razza, il giovane cominciò la sua orazione: Padre nostro che sei nei cieli... Ma il suo pensiero era lontano dalle parole di fede; inseguendo il bel sogno, Pietro mormorava meccanicamente: Venga il tuo regno... come in cielo così in terra... e ad un certo punto si trovò senza accorgersene a chiedere: Ma il cavallo, avrà poi una sella perché io lo possa montare? L’abate rise divertito e consolò il giovane. In fondo era stata un’ottima lezione...
(Leggenda della Navarra - Rielab.)
MERCOLEDI’ 19 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: Gdc 13,2 - .24 - 25; Sal 70; Lc. 1,5 - 25.
“Il Signore ti chiede di praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio”. (Mi 6,8)
Si racconta la storia di un monaco del Medio Evo che economizzava un soldo alla volta per recarsi a Gerusalemme e andare a prostrarsi dinanzi alla tomba di Gesù. Pensava così di attirare su di sé una particolare benedizione. Dopo molti anni, ritenendo sufficiente il suo gruzzolo, con lo zaino a spalle, partì per il lungo viaggio. Lasciato il monastero, fu avvicinato da un mendicante che gli chiese dove andava e qual era lo scopo del suo viaggio. Il monaco glielo spiegò dicendo anche quanto si rallegrava al pensiero di calcare ben presto le strade in cui era passato Gesù. Il poveraccio lo guardò e con voce persuasiva gli disse: “Cosa serve questo viaggio così lungo e faticoso? Ascolta, lo vedi che io muoio di fame e di freddo. Apri il tuo cuore e soccorrimi: vedrai il Cristo meglio di quanto lo potresti vedere girando attorno alla sua tomba”. Il monaco fu sconvolto da queste semplici parole. Aprì il suo cuore, slegò la sua borsa, gli diede tutto il suo denaro. In quel momento il monaco non vide la tomba di un morto ma il volto di Cristo risorto.
GIOVEDI’ 20 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: Is.7,10-14; Sal 23; Lc.1,26-38
“Chi non è con me, è contro di me”. (Mt. 12,30)
Si può rimanere impassibili dinanzi a un grande personaggio della storia; si può restare imparziali di fronte a importanti avvenimenti; si può astenersi dal prendere posizione anche nei più gravi problemi; si può rimanere neutrali in tutto e per tutti, ma non si può esser neutrali di fronte a Gesù. Qui non si sfugge. Egli afferma di essere Dio. Tu devi rispondere. Come puoi astenerti? Come puoi restare indifferente? Egli non dice di essere un grande filosofo, al quale tu potresti anche rispondere: “La filosofia non mi interessa”; non si presenta come un grande generale, cui tu potresti anche rifiutare la tua approvazione perché hai orrore del militarismo; non è neppure un capo di partito, per cui tu potresti alzare le spalle e dichiarare: “Non faccio politica”; non si presenta come un poeta, del quale tu potresti anche riderti scusandoti: “Non ho tempo da perdere”; ne infine si presenta come un grande scienziato, al quale tu potresti anche confessare: “Non me ne intendo”. Cristo si presenta come Dio. E Dio non è un estraneo a te. Egli è intimo a te più di te stesso. Non è superfluo, non è un di più, è l’Unico necessario. Egli ha nelle sue mani il tuo essere, la tua vita, il tuo avvenire. Non ci può essere dunque neutralità con Lui. Egli ti pone il dilemma: “o con me o contro di me E tu devi scegliere. Oggi chi sceglierai?
VENERDI’ 21 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: Ct 2,8-14; Sal32; Lc.1,39-45
“E i due saranno una sola carne”. (Mt. 19,5)
Si parla sempre più di crisi dell’istituzione matrimoniale: motivi di delusione, incomprensioni, interferenze esterne e sociali minano l’unione familiare. Questo raccontino di Dino Semplici può farci riflettere?
Mentre sfogliava i suoi “dossier” matrimoniali, il diavolo notò con dispetto che c’era ancora una coppia, sulla terra, che filava d’amore e d’accordo. Decise di fare un’ispezione. Si trattava in realtà di una coppia comune: eppure sprigionava tanto amore che attorno ad essa pareva ci fosse un’eterna primavera. Il diavolo volle conoscere il segreto di quell’amore. Nessun segreto gli spiegarono i due. Viviamo il nostro amore come una gara: quando uno dei due sbaglia, è l’altro che se ne assume la colpa; quando uno dei due fa bene, è l’altro che ne ha le lodi; quando uno dei due soffre, è l’altro che ne ha consolazione; quando uno dei due gioisce, è l’altro che ne ricava piacere. Insomma, facciamo sempre a chi arriva per primo. Al diavolo tutto ciò
parve scemo. E se ne andò senza far loro del male. Ed è così che possono ancora esistere delle coppie felici sulla terra.
(Dino Semplici)
SABATO 22 DICEMBRE 1990
“Il mio bene è stare vicino a Dio”. (Sal 12,28)
Raccontava un papà:
Mio figlio, quando aveva circa sei anni, se aveva bisogno di qualcosa, aveva l’abitudine di correre nel mio ufficio per cercare aiuto e consiglio. Un giorno in cui ero molto preso dal lavoro, sento bussare alla porta: “Avanti”, dico. Ed ecco il mio ometto in erba che avanza verso di me. “Allora? Cosa desideri?” Nulla, papà, vorrei solamente stare un po’ vicino a te. Si sedette tranquillamente in un angolo, tutto contento di essere vicino a me. Mio figlio quel giorno mi diede una grande lezione. Ci rivolgiamo volentieri al nostro Padre celeste quando abbiamo bisogno di soccorso; Egli non ci respinge mai né ci rimprovera la nostra importunità. Può talvolta farci attendere o anche rifiutarci ciò che domandiamo, ma non ci allontanerà mai dalla sua presenza benedetta. Andiamo talvolta a Lui anche senz’alcun altro desiderio che quello di dimorare nella sua comunione! Sediamoci ai suoi piedi, come Maria ai piedi di Gesù per assaporare la sua prossimità. Quanto sarà grande la sua gioia! Dissetati alla fonte sempre zampillante, saremo rinfrescati e resi capaci di portare la benedizione ad altri.
DOMENICA 23 DICEMBRE 1990 4^ DOMENICA DI AVVENTO
C’è dentro di noi un vero desiderio di Dio oppure il nostro è solo un desiderio di appagamento intellettuale, a un voler superare le paure del mistero della vita sentendoci “buoni” e “a posto davanti a Dio e agli uomini”? Ogni giorno il discepolo poneva la stessa domanda: “Come posso trovare Dio?”. E ogni giorno riceveva la stessa misteriosa risposta: “Attraverso il desiderio”. “Ma io desidero Dio con tutto il cuore, no? Allora perché non lo trovo?”. Un giorno il maestro si stava bagnando nel fiume con il discepolo. Spinse la testa dell’uomo sott’acqua e ve la tenne mentre il poveretto lottava disperatamente per liberarsi. Il giorno dopo fu il maestro a iniziare la conversazione: “Perché ti dibattevi in quel modo quando ti tenevo la testa sott’acqua?”. “Perché cercavo disperatamente aria”. “Quando ti sarà data la grazia di cercare disperatamente Dio come cercavi aria, lo avrai trovato”.
LUNEDI’ 24 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: 2 Sam. 7,1 - 5.8 - 11.16; Sal 88; Lc. 1,67—79
“Noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi”. (2 Cor.4,7)
Ne facciamo esperienza ogni giorno: siamo vasi di creta con dentro cose meravigliose. il dono della vita è legato alla precarietà della salute. Il dono prezioso della fede può essere perduto nel momento della prova. Sappiamo a che cosa ci chiama il Vangelo e nei nostri egoismi non riusciamo a metterlo in pratica. A me piace molto però la motivazione che da San Paolo nella sua frase che meditiamo oggi: siamo vasi di creta perché nella consapevolezza continua della nostra fragilità si manifesti l’opera meravigliosa di Dio. Sono un vaso di creta ma per Sua grazia fatto ad immagine e somiglianza del creatore. Sono un peccatore, debole ma la misericordia di Dio non mi abbandona. Ci sia di esempio Maria, che ha offerto interamente il vaso di creta del suo corpo e Dio in Lei ha modellato i gesti.
MARTEDI’ 25 DICEMBRE 1990
NATALE DEL SIGNORE
PAROLA DI DIO delle 3 celebrazioni:
ls 9,1-3.5-6; Sal 95; Tt 2,11-14; Lc 2,1-14
ls 62,11-12; Sal 96; Tt 3,4-7; Lc 2,15-20
ls 52,7-10; Sal 97; Eb 1,1-6; Gv 1,1-18.
“E' il Verbo divenne carne”. (Gv. 1,14)
Dunque, hai avuto bisogno della carne. Ti sei impossessato di ciò che era nostro, apparteneva al nostro mondo. Ma avendo comunicato con noi attraverso la carne, hai ripagato la carne concedendole di comunicare con Te attraverso lo Spirito. Ti abbiamo dato la nostra carne mortale. Tu ce l’hai restituita “immunizzata” contro la morte: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò”. (Gv. 6,54) Sempre così, con Te indossi i nostri limiti, e ci rendi capaci dell’impossibile. Ti rivesti della nostra debolezza e la trasformi in forza. L’incarnazione è questo scambio incredibile, in cui l’uomo ha tutto da guadagnare. E Tu, o Dio, ti accontenti di guadagnare l’uomo. (Rielaborazione di A. Pronzato)
MERCOLEDI’ 26 DICEMBRE 1990
Un uomo era all’ospedale colpito da un cancro. Un amico gli fece visita e gli disse con compassione: “Sei molto cambiato da qualche tempo”. “Sì, rispose l’ammalato, e so bene che sto per morire. Ancora qualche giorno, forse soltanto qualche ora e tutto sarà finito”. Si fermò, poi riprese guardando fissamente il visitatore: “So quel che avverrà, mi sembra di assistervi. Sì, mi vedo steso su questo letto ormai cadavere; vedo degli uomini entrare nella camera, mettermi su una barella, passare da questa porta, prendere l’ascensore fino all’obitorio e mettermi in una bara. Il feretro sarà poi portato al cimitero, messo in una fossa, ricoperto di terra...”. L’amico ascoltava, stupito. Il quadro era impressionante. Era la realtà terribile, spogliata da tutto ciò che può addolcirla. Tutto ciò stava per compiersi immancabilmente; colui che aveva pronunciato queste parole l’anticipava con una lucidità spaventosa. Ma all’improvviso, i grandi occhi del malato si aprirono, un sorriso di una bellezza che non era più della terra gli illuminò i tratti del volto e riprese: “Ma non sarò io ad essere coricato nella terra, lo guardo lassù..,. Mi vedo lassù, con Cristo, mio Salvatore, là dove Lui è. Ascoltami bene, anche tu hai questa speranza? Posso darti appuntamento lassù?”.
GIOVEDI’ 27 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: 1 Gv. 1,1-4; Sal 96; Gv. 20,2-8
Il libro dell’Apocalisse ci riempie di gioia ricordandoci che nell’aldilà sarà Dio che con gesto materno asciugherà le tante lacrime della nostra vita. Ma non dice che il riso verrà tolto dal nostro volto. Gesù ha pianto, ma ha anche sorriso. Se nella vita, in certi momenti, non possiamo evitare le lacrime non dobbiamo però privarci del sorriso. Il sorriso di chi sa gioire delle piccole cose. Il sorriso che apre il proprio volto agli altri. Il sorriso su noi stessi quando scopriamo la stupidità del voler realizzare tutto da soli o quando ci comportiamo da padre eterni. Signore, fa che non aspetti solo il momento in cui tu “tergerai ogni lacrima” ma che cominci ad allenarmi a sorriderti per tutta l’eternità.
VENERDI’ 28 DICEMBRE 1990
“Il Padre non giudica nessuno”. (Gv. 5,22)
Domandai a un anziano monaco: “Come posso perdere l’abitudine di giudicare le persone?” Rispose: “Quando avevo la tua età, mi chiedevo dove fosse il posto migliore per pregare. Un giorno lo domandai a Gesù, e lui mi disse: “Perché non provi nel cuore di mio Padre?” E così feci. Entrai nel cuore del Padre: ecco dove ho pregato per tutti questi anni. Ora vedo tutti gli uomini come se fossero miei figli. Come posso ancora giudicarli?”
SABATO 29 DICEMBRE 1990
Racconta l’Abbè Pierre: LA GIOIA Dl DONARE
Ricordo un giorno, in una bidonville di Rio de Janeiro, dove da qualche anno una giovane francese missionaria laica si prende cura di quei poveri negri... Un giorno, mentre rigovernava la sua stanzetta, le si avvicina una povera mamma negra, le mette sul tavolo un pacchetto e se ne va: la giovane la richiama e le chiede che cosa ci sia in quel pacco. La donna risponde: “E’ per te”. La giovane si avvicina, apre il pacco: dentro, c’è un chilo di patate. La giovane missionaria dice: “Ma non è logico: io non sono ricca, ma ho il necessario, e poi, non ho bambini; a casa tua, hai dei bambini che sono sempre affamati... riprendi dunque le tue patate e portale a loro”. La donna rifiuta.., e la giovane insiste. Allora la povera donna negra si mette a piangere e dice queste parole meravigliose: “Allora tu non vuoi che anch’io, per una volta, possa avere la gioia di donarti qualcosa?”.
DOMENICA 30 DICEMBRE 1990
SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE
PAROLA DI DIO: Gen 15,1-6; 21,1-3; Sal 104; Eb 11,8.11-12.17-19; Lc. 2,22-40
“Le vergini sagge, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi”. (Mt. 25,4)
Quanti preparativi per una vacanza, quante ansie e intrallazzi pur di ottenere una promozione e poi diciamo di non aver tempo per prepararci all’eternità.
Un certo principe aveva un buffone al proprio servizio. Gli diede un bastone incaricandolo di conservarlo finché non avesse trovato uno più sciocco di lui. Qualche tempo dopo, il principe cadde ammalato. Il suo buffone venne a trovarlo. “Parto per il grande viaggio, gli annunciò il principe. E quando ritornerai? Fra un mese? No. Fra un anno? No. Quando allora? Mai. E che preparativi hai fatto per una tale spedizione? Nessuno. Tu parti per sempre e non ti sei preparato? Tieni, prendi il mio bastone, ho trovato qualcuno più sciocco di me!”.
LUNEDI’ 31 DICEMBRE 1990
PAROLA DI DIO: 1Gv. 2,18-21; Sal 95; Gv. 1,1-18
Mi raccontava un giorno un contadino:
“Quando ero ancora piccolo un giorno mio padre mi chiamò per insegnarmi a leggere l’ora. Dopo di che tornai ai miei giochi, ma lui mi richiamò: “Figlio mio, ti ho insegnato come contare le ore del giorno; bisogna anche che ti insegni a contare il tempo della tua vita”. Questo per me era come parlar cinese ed aspettavo la spiegazione. “L’età media della vita umana è di settant’anni o di ottanta per i più robusti. La nostra esistenza è d’altronde molto incerta e possiamo entrambi morire oggi. Ma se dividiamo una durata normale della vita come il quadrante di un orologio, ogni ora corrisponde a sei anni circa. Tu hai sette anni; dunque sul quadrante della tua vita è un po’ più dell’una. Quando avrai dodici anni saranno le due; se arrivi a diciotto anni, saranno le tre e così via. Secondo il calcolo il mio bisnonno e morto verso mezzogiorno, mio nonno alle undici e mio padre alle dieci. L’ora in cui moriremo tu ed io è conosciuta soltanto da Dio”. Da quel giorno ho raramente sentito chiedere: “Che ore sono?” o guardato il quadrante dell’orologio senza pensare a quelle parole di mio padre. Non abbiamo da vivere che una vita sola. Contare i nostri giorni dà un cuore savio, dice la Bibbia. Saggezza che consiste nel prepararci per l’ora che seguirà la nostra morte, ora che avrà una durata eterna.”