UNA PAROLA AL GIORNO
RIFLESSIONI QUOTIDIANE SULLA
PAROLA DI DIO
a cura di don Franco LOCCI
VENERDI' 1 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: At 25,13-21; Sal 102; Gv. 21,15-19.
Pietro rispose: "Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo". (Gv. 21,17)
Mi pare di cogliere in questa frase di Pietro, due aspetti: il primo è l'esitazione; Pietro è consapevole della sua povertà, del suo rinnegamento e quindi ha un certo ritegno nell'affermare la sua totalità di amore per Cristo ma, nonostante questo, sa di voler bene a Gesù e si appella allora a Gesù stesso che conosce i cuori. Anch'io so che ogni volta che dico: "ti amo con tutto il cuore" dico in parte una bugia perché il mio cuore è ancora diviso tra tanti amori ma so anche di dire la verità perché è mio desiderio amare Gesù con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze e allora con Pietro anch'io riconosco la mia povertà ma mi appello a Cristo che sa leggere nel cuore e sa anche operare il miracolo di cambiare il cuore di pietra in un "cuore di carne capace di amare".
SABATO 2 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: At 28,16-20.30-31; Sal 10; Gv. 21,20-25.
"Vi sono molte altre cose compiute da Gesù che se fossero scritte, il mondo non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere". (Gv. 21 ,25)
Sembra quasi essere rammaricato S. Giovanni, concludendo il suo Vangelo, nel dirci che si potrebbe scrivere all'infinito su Gesù. Ma penso anche che queste sue parole volessero dire chiaramente che il vangelo continua. Gesù è con noi fino alla fine dei tempi. 11 Vangelo non è un libro scritto e finito ma è vivo oggi, Pensa: oggi con Gesù tu sei chiamato a scrivere una pagina di Vangelo; puoi annunciare la gioia di Cristo che salva, puoi manifestare il suo perdono, puoi compiere il miracolo della carità. .. Oggi sei tu la parola del Vangelo!
DOMENICA 3 GIUGNO 1990 - PENTECOSTE
PAROLA DI DIO: At 2,1-11; Sal 103; 1 Cor. 12,3-7. 12-13; Gv. 20,19-23.
"Nessuno può dire: Gesù è Signore, se non sotto l'azione dello Spirito Santo". (1Cor 12,3)
Noi ci lamentiamo che non vediamo lo Spirito Santo. Ma, se riesci a dire una preghiera è perché lo Spirito tè l'ha messa nel cuore, se scopri la forza di dimenticare, di perdonare, è lo Spirito che tè la fa sentire; se "sprechi" del tuo tempo andando a trovare una persona sola è lo Spirito che ti ha spinto; se leggi una pagina risaputa del Vangelo come se la scoprissi in questo momento, sei stato afferrato dallo Spirito; se provi vergogna dei tuoi peccati e senti la voglia di "rinascere" vuoi dire che lo Spirito si interessa a tè.
LUNEDI' 4 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 2 Pt. 1,1-7; Sal 90; Mc. 12,1-12
"Aveva ancora il Figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!”. (Mc 12,6)
Sembra quasi un ingenuo questo padre della parabola che Gesù racconta: i vignaioli hanno già bastonato e ucciso i suoi servi, e lui gli manda il Figlio! Gli uomini non hanno rispettato la legge, hanno perseguitato i profeti e Dio manda Gesù! Dio è veramente innamorato pazzo degli uomini a comportarsi così! Anche a noi Gesù è mandato come segno di amore del Padre: posso accoglierlo o ucciderlo, vederlo come segno di amore o escluderlo come uno che da fastidio. Se capissimo che Gesù è l'estremo segno di amore del Padre, come gli saremo riconoscenti per Lui!
MARTEDI' 5 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 2 Pt. 3,12-15.17-18; Sal 89; Mc. 12,13-17.
"Cercate di essere irreprensibili davanti a Dio". (2 Pt. 3,14)
C'era un vecchio che si guadagnava da vivere vendendo un po' di tutto. Egli dava l'impressione di non essere tanto intelligente, poiché spesso la gente lo pagava con monete false e lui le accettava senza protestare, oppure dicevano di averlo pagato quando non era vero e lui si fidava della loro parola. Quando giunse la sua ora, egli alzo gli occhi al cielo e disse: "Oh, Dio! Ho accettato tante monete false dalla gente, ma non l'ho mai giudicata nel mio cuore. Mi sono limitato a pensare che non si rendevano conto di quello che facevano. Anch'io sono una moneta senza valore, ti prego, non giudicarmi". Allora si udì una voce che diceva: "Com'é possibile giudicare qualcuno che non ha giudicato gli altri?".
MERCOLEDI' 6 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 2 Tim. 1,1-3.6-12; Sal 122; Mc. 12,18-27.
"So in chi ho creduto e sono convinto che Egli e capace di conservare fino a quel giorno il deposito che gli è stato affidato". (2 Tim. 1,12)
Questo atto di fede di San Paolo mi fa venire in mente la storia della vecchia Nancy sentita raccontare da un predicatore. Era una vecchia scozzese, ammalata, che aspettava serenamente il momento della morte. Il parroco andava a trovarla ed era ammirato da come questa anziana parlasse e vivesse la Sacra Scrittura, un giorno le pose questa sconcertante domanda: "Lei non ha mai dei dubbi, Nancy? E se malgrado tutte le sue preghiere, Dio permettesse che la sua anima si perda?" Nancy si drizzo sul gomito e pose la mano sulla sua preziosa Bibbia: "Mio caro giovane, è tutto ciò che ha da dirmi? Ma è Dio che farebbe la più grande perdita. Ammettiamo che la mia anima sia perduta, e questo dopo tutto non sarebbe una perdita così grave; ma Dio, Lui, perderebbe il suo onore e il suo carattere! lo ho avuto fiducia in Lui; ho preso in parola le sue promesse, Se Lui mancasse di parola, diventerebbe mentitore e l'universo precipiterebbe nel caos!".
GIOVEDI' 7 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 2Tim. 2,8-15; Sal 24; Mc. 12,28-34.
"Scongiurali davanti a Dio di evitare le vane discussioni che non giovano a nulla". (2Tim. 2,14)
Penso sia capitato un po' a tutti coloro che hanno studiato filosofia o teologia: si vuol dare una risposta a tutto e le discussioni, distinzioni, le ricerche filosofiche, gli ultimi ritrovati della teologia o di certe spiritualità diventano motivo di discussioni, riunioni , litigi, Nei primi anni in cui ero prete ero convinto della bontà del mio operare se facevo tante riunioni, incontri, discussioni. Pur non considerando inutile il trovarsi, l'approfondire mi accorgo sempre più che il discutere non ha mai convertito nessuno, ne me ne gli altri. Valgono di più due ginocchia piegate per la preghiera o due mani incallite dal lavoro della carità che una bocca chiacchierona che di solito parla solo per ascoltarsi e compiacersi.
VENERDI' 8 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 2Tim. 30,10-17; Sal 118; Mc.12,35-37
“Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Gesù saranno perseguitati”. (2Tim 3,12)
Noi tutti cerchiamo la pace e la serenità: siamo fatti per questo! Spesso pensiamo che la religione dovrebbe portarci questi doni umani. La sacra scrittura invece ci delude da questo punto di vista. Gesù, l’uomo della pace e dell’amore ha trovato incomprensione, tradimento, croce e il cristiano, chi segue veramente le sue tracce, troverà la stessa cosa. Comprendiamo allora che la pace che Gesù augura non è tranquillità, che la serenità non è assenza di problemi, che l'amore non è privo di persecuzione. La pace di Gesù è serenità di sapere che Dio mi ama in mezzo alle difficoltà; la fede non è aver risolto tutti i miei problemi umani, ma in mezzo ad essi fidarmi di Dio, la testimonianza è affrontare ostilità sapendo di non essere soli e gioendo del messaggio che ci è affidato mentre proviamo l'incomprensione e la solitudine.
SABATO 9 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO : 2Tim. 4,1-8; Sal 70; Mc. 12,38-44.
"Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti sulle piazze, avere i primi posti nelle sinagoghe e nei banchetti". (Mc. 12,38)
Un giovane nobile si recò un giorno da un virtuoso Abate chiedendo di entrare a far parte del suo Ordine. L'abate volle conoscere le sue abitudini e le sue inclinazioni; il candidato alzò il capo con orgoglio: "Io vesto sempre di bianco, non bevo che acqua, d'inverno mi rotolo nudo nella neve. Per meglio mortificarmi, ho messo dei chiodi aguzzi nelle mie scarpe, e ordino al mio scudiere di frustarmi quaranta volte al giorno...", In quel preciso istante, apparve un cavallo nei pressi; l’animale si abbeverò ad una pozza, e si rotolò per terra nella neve. "Vedi", disse l'Abate “questa creatura è bianca, non beve che acqua, si rotola nudo nella neve, i chiodi tormentano i suoi piedi e riceve ben più di quaranta frustate in un solo giorno. Eppure non è altro che un cavallo…”
DOMENICA 10 GIUGNO 1990 - FESTA DELLA SS. TRINITA’
Dio si fa conoscere da noi come Padre, Figlio, Spirito Santo. Ma come entrare in questo mistero? Siamo come davanti all'oceano. Ma Gesù, il volto umano dell'amore di Dio, ci presenta il Padre e ci dona il suo Spirito che ci aiuta a vivere come la Trinità anche nella comunità.
PAROLA DI DIO: Es. 34,4-6.8-9; Sal da Dn. 3,52-56; 2 Cor. 13,11-13; Gv. 3,16-18.
"Siate lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace...".
(2 Cor. 13,11)
Può stupire un brano di questo genere nella festa della Trinità. Ma per i primi cristiani Dio non era la conseguenza di una ricerca filosofica, ma Dio, Padre, Figlio e Spirito lo si doveva sperimentare nella vita della comunità. Dio lo si vede nella comunità dove c'è gioia vera, dove il linguaggio è schietto e semplice, dove non si ha paura della verità, anche se è un po' sgradevole. Dove c'è posto per la docilità, ma anche per il senso di responsabilità, dove le mormorazioni e le critiche vengono soppiantate da uno stile di schiettezza e di rispetto reciproco... Quale Dio manifestiamo nella nostra comunità?
LUNEDI’ 11 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: Atti 11,21-26;13,1-3; Salmo 97; Mt. 10,7-13.
"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date". (Mt. 10,8)
Nella nostra società materialistica tutto ha un prezzo, tutto costa, tutto si compra (se ne hai la possibilità). Eppure noi abbiamo ricevuto tutto gratuitamente: la vita, il sole, gli affetti, la fede.
Dio coniuga continuamente nei nostri confronti il verbo donare: ci dona la sua paternità, il perdono, Gesù, lo Spirito Santo,., e per di più i suoi doni non sono in base ai nostri meriti, ma totalmente gratuiti. Se avessimo capito questo dovremmo ribaltare anche noi la logica del mondo e potremmo re imparare la gioia del dono e del gratuito.
MARTEDI' 12 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 1 Re 17,7 -16; Sal 118; Mt. 5,13-16.
Sappiamo che questa beatitudine non si riferisce solo ai cattivi pensieri o al sesto comandamento, comunque questo raccontino mi sembra molto significativo Si poteva spesso vedere il prete della chiesa locale fermarsi a parlare con una donna avvenente dalla cattiva reputazione, e in luoghi pubblici, con grande scandalo dei suoi fedeli. Fu convocato dal suo vescovo, che gli diede una bella strigliata. Quando il vescovo ebbe terminato, il prete disse: "Eccellenza, ho sempre pensato che sia meglio parlare con una bella donna con il pensiero fisso a Dio, che non pregare Dio con il pensiero fisso a una bella donna".
MERCOLEDI' 13 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 1 Re 18,20-39; Salmo 15; Mt. 5,17-19.
"Non sono venuto ad abolire ma a dare compimento alla legge e ai profeti". (Mt. 5.17)
Spesso vorremmo come cristiani avere un comportamento dettato da norme ben fisse: "Fino a quel punto posso, più in là no!", "per guadagnarmi il paradiso devo fare questo e quello e sono a posto". Invece Gesù va oltre: essere fedeli a Dio non significa attenersi all'una o all'altra prescrizione, significa essere docili allo Spirito Santo di quel Dio che i profeti hanno fatto conoscere a poco a poco a Israele e che Gesù rivela con pienezza. Una religione legalista e formalista si preoccupa esclusivamente e ossessivamente della buona o cattiva condotta da un punto di vista esteriore, fissando e moltiplicando norme e regolamenti; Cristo invece individua il peccato, lo svana nel suo riparo più segreto: il cuore dell'uomo.
GIOVEDI' 14 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 1 Re 18,41-46; Sal 64; Mt. 5,20-26.
"Avete inteso che fu detto... ma io vi dico...". (Mt. 5,21-22)
In questi brani del discorso della montagna ritorna sempre quel "ma io vi dico" e scende su di noi come una mazzata. Gesù non è venuto a cambiare esteriormente le cose, anzi ci dice che perfino le virgole dell'antica legge possono essere preziose, ma invita a cambiare interiormente, e qui è la vera rivoluzione! Dentro di tè dopo questi "ma io vi dico" non puoi più nasconderti dietro le facili protezioni della legge, non puoi più vivere ambiguamente tra parole che dici e realtà che non vivi: a Gesù non importa l'esteriore, non lo cambia neppure, a Gesù interessa il tuo cuore, la tua adesione totale a Lui.
VENERDI' 15 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 1 Re 19,9.11-16; Sal 26; Mt. 5,27-32.
"Chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore". (Mt. 5,28)
E' la fedeltà e la sincerità del cuore che conta per il Signore. La frase di Gesù e questa novella araba possono darci spunti di riflessione.
Un giovane beduino, vagando nel deserto, capitò accanto ad un pozzo vicino al quale si trovava ad attingere acqua una ragazza splendida come la luna piena. Le si avvicinò e le disse: "Sono perdutamente innamorato di tè!". La giovane rispose: "Accanto alla sorgente c'è un'altra donna, tanto bella che io non sono degna di farmi sua serva". Il giovane si voltò: non c'era nessuno. Allora la ragazza esclamò:"Quanto è bella la sincerità e quanto è brutta la bugia! Dici d'amarmi e basta ch'io ti parli di un'altra donna per farti voltare!".
SABATO 16 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 1 Re 19,19-21; Salmo 15; Mt. 5,33-37.
"Sia il vostro parlare sì, sì; no, no". (Mt. 5,37)
Quando da bambini andavamo a confessarci uno dei peccati che più facilmente riconoscevamo era "dire le bugie". E le bugie le dicevamo soprattutto per due motivi: per nascondere qualche malefatta e quindi evitare una punizione o per farci più belli, più grandi, più bravi di quanto eravamo. Se siamo corretti nel nostro esame di coscienza da adulti dovremmo ancora confessarci per aver attentato tante volte alla verità in modi magari ben più gravi: per averla nascosta agli altri o a noi stessi; per aver insinuato cose che a base di "forse", "ma", "mi pare" hanno portato altri su giudizi non veri; per non averla cercata la verità perché poi ci sarebbe costata troppo; per aver mascherato dietro parole di vana cultura la nostra povertà e vuotezza interiore... Con il Signore i "ni" e i "so" non funzionano e, a pensarci bene, se proprio non siamo incalliti, non funzionano neanche con noi stessi.
DOMENICA 17 GIUGNO 1990 - FESTA DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO
PAROLA DI DIO: Dt. 8,2-3.14-16; Salmo 147; 1 Cor. 10,16-17; Gv. 6,51-58.
"Io sono il pane vivo disceso dal cielo". (6v. 6,51)
Ogni volta che celebro la messa penso al grande dono che Dio mi fa, insieme con i fedeli, di fare memoria viva di Cristo, ma memoria talmente viva che quel po' di pane e di vino non per merito nostro, ma per dono di Dio sono il Corpo e il Sangue di Cristo. E ringrazio anche il buon Dio che mi aiuta a capire che la Messa non è un atto di devozione, ma unione reale al suo mistero di passione, morte e risurrezione, nel suo corpo e sangue. C'è poi ancora una cosa che mi colpisce e per cui ringrazio: per "incarnarsi" nell'Eucaristia, Gesù ha scelto pane e vino. Il pane: alimento base oggi sempre più disprezzato nei paesi ricchi (che, guarda a caso, stanno perdendo la fede) e sempre più desiderato da chi ha fame. E poi il vino: questo non è un alimento necessario ma è I’elemento che, usato bene, crea la gioia, la familiarità, la serenità, che libera dall'austerità e dal formalismo, che da spazio alla fantasia... Nella Comunione ti ringrazio anche per questo.
LUNEDI’ 18 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 1 Re 21,1-16; Sal 5; Mt. 5,38-42.
"Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra". (Mt. 5,39)
Porgere l'altra guancia è un dovere del cristiano e non possiamo eluderlo dicendo che sarà solo una frase simbolica, una iperbole, ma vuole indicarci la strada della "non violenza". Ciò non significa che il cristiano deve essere uno "stupido", un "passivo" uno che dice solo "sopporto, intanto poi Dio mi premierà". Gesù, quando viene arrestato e schiaffeggiato non reagisce con uno schiaffo di risposta, ma dice a chi lo ha picchiato: "Se ho sbagliato dimostramelo, se no, perché mi schiaffeggi?". Cioè Gesù ci invita ad una "non violenza" attiva che cerca di aiutare l'altro a comprendere che non è con la forza, la prepotenza che si risolvono i problemi ma con la verità, il convincimento, il pagare di persona affinché l’uomo trovi in sé e nel fratello il volto del Padre.
MARTEDI' 19 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 1 Re 21,17-29; Salmo 50; Mt. 5,43-48.
"Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". (Mt. 5,48)
Essere perfetti come il Padre che è nei cieli è un imperativo morale che ci impressiona anche perché siamo perfettamente consci che non riusciremo mai ad essere come Lui. Ma, Gesù, sapendo che non siamo capaci da soli a perdonare, ad amare i nemici ci mette davanti l'esempio e la forza di Dio stesso. Davanti ad un nemico, io sento istintivamente di vendicarmi, se guardo a Dio e vedo in Gesù il perdono dato ai suoi crocifissori e il perdono che continua ad accordare a me, sono più disponibile a perdonare anch'io. Se penso solo a me stesso sono portato a soddisfare tutte le mie esigenze anche a scapito degli altri, se guardo con gli occhi di Dio vedo gli altri non più come potenziali concorrenti ma come fratelli con gli stessi diritti miei.
MERCOLEDI' 20 GIUGNO 1990 - Festeggiamo la MADONNA CONSOLATA
A Torino esisteva un'immagine di Maria che consolava chi la invocava; purtroppo, guerra dopo guerra, l'immagine andò smarrita. Ma nel 1104, da Briancon (Francia), giunse a Torino un cieco che, chissà come, la ritrovò. In segno di riconoscimento di quel miracolo, venne edificata in onore di Maria una bella Chiesa che i torinesi chiamano "la Consolata".
PAROLA DI DIO: 2 Re 2,1.6-14; Salmo 30; Mt. 6,1-6.16-18.
"Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini". (Mt. 6,1)
L'ipocrisia è una malattia terribile che si insinua ovunque, si comincia da piccoli raccontando bugie per farci vedere superiori a quello che siamo e si continua nella vita mascherandoci continuamente. Anche nel bene vogliamo sembrare migliori di quello che siamo. Perfino con Dio, tentiamo la carta dell'ipocrisia: "Signore ho fatto bene tutto, quindi tu mi devi..."
Come combattere l'ipocrisia: Gesù ci indica la strada della verità, della semplicità, della consapevolezza di chi è Dio e di chi siamo noi. Diceva Guillet:" i gesti più alti : la generosità, lo spogliamento, la ricerca di Dio, assumono tutto il loro valore soltanto se l'uomo rinuncia a misurarli per offrirli ad uno sguardo migliore del proprio, quello di Dio.
GIOVEDI' 21 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: Sir. 48,1-14; Sal 96; Mt. 6,7-15
"Pregando non sprecate parole come i pagani i quali credono di venir ascoltati a forza di parole". (Mt. 6,7)
Un uomo anziano è pio pregava cinque volte al giorno, mentre il suo socio d'affari non metteva mai piede in chiesa. E ora, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, pregava così: "O Signore, Dio nostro! Fin da ragazzo non ho lasciato passare un solo giorno senza venire in chiesa la mattina a recitare le preghiere alle cinque scadenze prestabilite. Non c'è gesto che io abbia compiuto, non c'è decisione importante, o di poco conto che fosse, che io abbia preso senza prima avere invocato il tuo nome. E ora che sono vecchio ho raddoppiato le pratiche devote e ti prego notte e giorno senza posa. Tuttavia, eccomi qui, il poveraccio di sempre. Il mio socio invece beve, si da al gioco e, nonostante l'età avanzata, frequenta donne di dubbia moralità, eppure nuota nell'oro. Mi domando se dalla sua bocca sia mai uscita una preghiera. Ebbene, Signore, non ti chiedo di punirlo, perché sarebbe poco cristiano, ma ti prego, dimmi: "Perché? Perché? Perché mai hai permesso che lui prosperasse e a me invece riservi questo trattamento?". "Perché", rispose Dio, "tu sei una noia atroce!".
VENERDI' 22 GIUGNO 1990 - FESTA DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ
PAROLA DI DIO: Dt. 7,6-11; Sal 102; 1 Gv. 4,7-16; Mt. 11,25-30.
"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli". (Mt. 11,25)
Gesù sceglie i discepoli secondo l'uso del tempo, quando ogni maestro riuniva attorno a se un gruppo di allievi e dava regole di vita. Ma mentre i saggi e gli scribi reclutavano i tipi più intelligenti da cui avrebbero presto potuto trarre delle soddisfazioni, Gesù riunisce gli umili e i poveri e così manifesta l'umanità del cuore di Dio e così ci incoraggia: non dobbiamo avere paura delle esigenze di Gesù che nascono dall'amore. La devozione al Sacro Cuore dovrebbe diventare dunque la sintesi della nostra vita di discepoli.
SABATO 23 GIUGNO 1990 - Memoria del CUORE IMMACOLATO DI MARIA
PAROLA DI DIO: 2 Cron. 24,17-25; Salmo 88; Mt.6,24-34
"E perché vi affannate per il vestito?". (Mt. 6,28)
C'era una volta un re, gravemente ammalato. Un famoso medico disse: "Guarirà se avrà indossato la camicia di un uomo felice. Allora il re spedì messi per tutto il reame a cercare un uomo felice. I messi si sparsero un po' dappertutto, ma nel reame non fu possibile trovare un uomo veramente felice. Non se ne trovava uno che fosse contento della propria sorte: i ricchi erano malati, chi stava bene era povero; un tale, ricco e sano, si lagnava dei suoi figlioli ; un altro era scontento della moglie; chi invidiava il vicino, chi era pentito del suo mestiere. Tutti per un motivo o per un altro, erano malcontenti. Intanto il re deperiva e i medici non sapevano che fare. Una sera il figlio del re, passando davanti ad una miserabile capanna, udì una voce che diceva: - Sia lodato il Signore! Ho ben lavorato, ben mangiato, bevuto acqua fresca, ed ora vado a dormire: chi è più felice di me? Il principe, rientrato al palazzo, ordinò di andare a prendere la camicia di quell'uomo e di dargli in cambio tutto il danaro che avesse voluto. I messaggeri andarono e chiesero la camicia. - Una camicia? Ne ho sempre fatto senza rispose l'uomo felice. (Lev Tolstoj)
DOMENICA 24 GIUGNO 1990 - NATIVITÀ" DI S. GIOVANNI BATTISTA
La Chiesa celebra spesso la figura di Giovanni, il Precursore di Gesù. Egli conduce a Gesù, lo annuncia, poi sparisce. Come Gesù combatte l'ipocrisia, sottolinea le esigenze di Dio e come Gesù muore per la sua fedeltà alla Parola di Dio.
PAROLA DI DIO: Is. 49,1-6; Sal 138; At 13,22-26; Luca 1,57-66.68.
"Il Signore fin dal grembo materno ha pronunciato il mio nome". (Is 49,1)
Per un bambino il nome è qualcosa di molto più importante che una semplice parola: il nome è la sua identità: se vuoi fare un dispetto ad un bimbo storpiagli il nome: resterà offeso. Dio ti conosce da sempre: conosce la tua identità, la tua persona, il tuo essere negli angoli più remoti. Non ti lascia mai solo: è il Padre che rivela a sua volta se stesso: si fa conoscere attraverso la storia, attraverso suo Figlio, attraverso la vita. Tu se vuoi puoi allontanarti da Lui quando pensi stupidamente di "arrangiarti da solo". Egli ti lascerà fare ciò che vuoi, perché rispetta la tua libertà, ma il tuo nome sarà ancora sulle sue labbra se tu intraprenderai la via del ritorno e tra le braccia della sua misericordia lo sentirai pronunciare con la certezza che "i vostri nomi sono scritti nei cieli".
LUNEDI’ 25 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 2 Re 17,5-8.13-15.18; Salmo 59; Mt. 7,1-5.
"Non giudicate per non essere giudicati". (Mt. 7,1)
Un giorno, all'imbrunire, un contadino sedette sulla soglia della sua umile casa a godersi il fresco. Nei pressi, si snodava una strada che portava al paese, ed un uomo passando vide il contadino e pensò: "Quest’uomo è certo un ozioso, non lavora e passa tutto il giorno seduto sulla soglia di casa..."Poco dopo, ecco apparire un altro viandante. Costui pensò: "Quest'uomo è un dongiovanni. Siede qui per poter guardare le ragazze che passano e magari infastidirle..." Infine, un forestiero diretto al villaggio disse tra sé: "Quest'uomo è certamente un gran lavoratore. Ha faticato tutto il giorno ed ora si gode il meritato riposo..." In realtà, noi non possiamo sapere granché sul contadino che sedeva sulla soglia di casa... Al contrario, possiamo dire molto sui tre uomini diretti al paese: il primo era un ozioso, il secondo un poco di buono, il terzo un gran lavoratore.
(Parabola Messicana)
PAROLA DI DIO: 2 Re 19,9-11.14-21.31-36; Sal 47; Mt. 7,6.12-14.
"Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi anche voi fatelo a loro". (Mt. 7,12)
Quanto sarebbe utile ricordarci spesso di questa norma di vita cristiana! Noi vogliamo essere rispettati ma siamo disposti a rispettare? Io vorrei che quando faccio la fila davanti ad uno sportello non ci fosse il "solito furbo" che si intrufola e mi passa davanti ma poi, perché conosco l'impiegata ne approfitto per evitare una coda, vorrei essere perdonato di quella ingiustizia ma se mi venisse sottomano "quel disgraziato" lo concerei per le feste senza remissione. Le ingiustizie, secondo il Vangelo, si vincono solo con la giustizia; la violenza crea solo violenza. Quale strada vogliamo seguire?
MERCOLEDI' 27 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 2 Re 22,8-12; 23,1-3; Salmo 118; Mt. 7,15-20.
"Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci". (Mt. 7,15)
Lungo la storia è facile incontrare uomini capaci di affascinare le folle con le loro parole. E' anche molto facile lasciarsi abbindolare da parole suadenti. Pensiamo a come tante persone oggi si lasciano trasportare da santoni, predicatori , che hanno come fine unico quello di carpire la buona fede e spesso anche il portafoglio delle persone. Gesù ci mette in guardia: non giudicate la bontà del messaggio dalle apparenze ma guardate i frutti, le opere. Anche nella Chiesa non conta chi parla meglio, chi appare ligio ad un ordinamento esteriore, conta chi opera veramente la carità. Sarà capitato anche a voi di incontrare un prete, magari ruvido, arruffone, qualche volta neanche troppo teologo ma che davanti ad una difficoltà, senza troppe parole, si dà da fare concretamente: questa è la migliore credenziale per il messaggio che annuncia.
GIOVEDI' 28 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: 2 Re 24,8-17; Sal 78; Mt. 7,21-29.
"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei cicli" (Mt. 7,21)
LA PREGHIERA DEL CIABATTINO
Un ciabattino andò dal rabbino Issac di Ger e gli pose la seguente domanda: "Come posso fare per le preghiere del mattino? I miei clienti sono gente povera che possiede solo un paio di scarpe. Io passo a prenderle la sera tardi e impiego quasi tutta la notte per ripararle; all'alba ho ancora del lavoro da fare se voglio che tutti abbiano le scarpe pronte prima di recarsi al lavoro. Ora io chiedo: Che cosa devo fare per le preghiere del mattino?" "Finora come ti sei comportato?", domandò il rabbino. "Qualche volta le recito in fretta e poi mi rimetto a lavorare, ma questo mi fa sentire in colpa. Altre volte non prego affatto, ma anche in quel caso provo un senso di vuoto e di tanto in tanto, quando sollevo il martello, mi sembra quasi di sentire il mio cuore sospirare: "Come sono sfortunato, non riesco neppure a recitare le preghiere del mattino". E il rabbino replicò: "Se fossi Dio, considererei quel sospiro molto più prezioso di una preghiera".
VENERDI' 29 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: At 12,1-11; Sal 33; 2Tim. 4,6-8. 17-18; Mt 16,13-19.
"Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la mia fede". (2Tim. 4,7)
Questa frase della lettera che S. Paolo scrive a Timoteo essendo ormai in prossimità di essere ucciso per la sua fede ci dà la vera misura di questa persona. La sua vita è stata una meravigliosa avventura tutta per Dio. Prima per difendere l'ortodossia dell'Ebraismo, poi accecato dalla luce di Cristo per diventare suo testimone in mezzo a mille peripezie, lotte, prove, fughe, accuse, contestazioni di cristiani. S. Paolo sa di aver giocato tutto su Dio, di aver corso per Cristo: di questo non si fa un monumento, sa che è Dio che lo ha guidato, lo Spirito Santo che lo ha spinto, l'amore di Cristo che lo ha infiammato; l'unica cosa di cui si vanta è molto umile: ho conservato la fede. Signore, quando finirò anch'io la mia vita, fa' che, grazie a tè, possa dire altrettanto!
SABATO 30 GIUGNO 1990
PAROLA DI DIO: Lam. 2,2.10-14.18-19; Sal 73; Mt. 8,5-17.
"Non chiunque mi dice: Signore, Signore entrerà nel Regno dei cieli". (Mt. 7,21)
Eppure noi continuiamo imperterriti a "dire". Diciamo umiltà, ubbidienza, fede, amore, unità, pace, dialogo, tolleranza, pluralismo, dignità della persona. E non ci viene in mente che bisogna essere umili, obbedienti, avere fede, amare concretamente il prossimo, rispettare veramente l'altro... Il Signore non ci riconosce attraverso le parole che gli diciamo o diciamo di Lui. Ci riconosce unicamente se ci mostriamo "praticanti" della sua parola , soprattutto del suo comandamento dell'amore.