Archivio

 
     
     

UNA PAROLA AL GIORNO

RIFLESSIONI  QUOTIDIANE  SULLA

PAROLA  DI  DIO

a cura di don Franco LOCCI

 

 

DICEMBRE 1987

 

 

MARTEDI'  1  DICEMBRE

“Non giudicherà Secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire”. (lsaia 11,3)

 

Su un treno alcuni giorni fa vedendo il comportamento di alcuni giovani, mi sono sentito nauseato, direi quasi dispiaciuto di essere uomo in compagnia di simili persone amorali, trasandate, prepotenti, volgari... Mi sentivo impotente di fare o dire qualcosa, con addosso il grande desiderio di prenderli e sbatterli fuori da un ambiente dove si doveva vivere almeno civilmente. Poi mi è venuto in mente che sono figli di Dio anche loro, che Gesù è morto in croce anche per loro, che Dio sa andare ben al di là di orecchini, stivali, capelli, parolacce... Certo non per questo giustifico il comportamento di quei ragazzi, ma chi sono io per giudicarli dentro? Chi sono io per pretendere di decidere di queste persone? Il Signore conosce me e tutti nell’intimo: che non debba dire proprio di me: “Sepolcro imbiancato, tanto bello di fuori, ma pieno di marcio dentro!”.

 

 

MERCOLEDI'  2  DICEMBRE

“Attorno a Lui si raduna molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati. Li deposero ai suoi piedi ed egli li guari. (Mt. 15,30)

 

Ringraziando il cielo mi è capitato poche volte di partecipare a quei ricevimenti ufficiali dell’“alta società” dove i nomi “grossi” contano. Ricordo ancora con un certo senso di antipatia ed anche di umorismo di essere capitato, per sbaglio, perché in compagnia di terzi, ad un pranzo ufficiale od un convegno d’arte sacra a Pisa: mille convenevoli, molti inchini, sguardi di degnazione, presentazioni ai “pezzi da novanta”: l’onorevole, il monsignor vescovo, il legato pontificio... Gesù invece ci presenta i personaggi del suo regno: non sono personaggi con tanto di albero genealogico sono: zoppi, storpi, ciechi, sordi, malati... un bel “Cottolengo”. Ma, attenti! Il Regno dei cieli è loro: essi hanno bisogno di Dio, e Dio è tutto per loro: gli altri sono già talmente gonfi del fumo dei loro nomi altisonanti che non si accorgono neanche che il Signore è in mezzo a loro e dandogli una stretta di mano formale passano subito, dimenticandolo, al prossimo invitato che può essere importante per la carriera.

 

 

GIOVEDI'  3 DICEMBRE

“Guai a me se non  predicassi il Vangelo”.  (1Cor. 9,16)

 

Leggendo la vita dei santi penseresti di trovarti davanti a persone sempre molto equilibrate: cuore e ragione quasi su due piatti della bilancia; carità e buon senso; speranza e realismo... Nella maggioranza dei casi non è così: i santi sono quasi sempre dei “pazzi innamorati”. Hanno incontrato il Signore, si sono lasciati sedurre da Lui, non hanno più altri scopi nella vita se non Lui. “Guai a me se non predicassi il Vangelo!” Io a volte dico: “Beh, intanto il mondo non lo salvo mica io, è di Dio, ci pensi Lui” e con questa scusa maschero il mio poco amore. i Santi sapevano di non essere loro a salvare il mondo, ma erano talmente innamorati di Dio da non negargli braccia, gambe e cuore, per cui come San Paolo hanno talmente l’amore di Dio che brucia dentro da sentirsi in colpa se non lo gridano gioiosamente al mondo intero.

 

 

VENERDI' 4 DICEMBRE

"Ogni albero si riconosce dal suo frutto".  (Lc. 6,44)

 

Molti, sia nella chiesa che fuori di essa, pretendono di essere cristiani. Come fare a riconoscere i veri dai falsi? Gesù ci dà un criterio molto semplice: le opere indicano chi le fa. Non sono le foglie, le apparenze a volte belle e grandiose che determinano la bontà di una persona. Quante volte nella vita ti accorgi che l’apparenza nasconde una realtà ben diversa, che le parole non corrispondono ai fatti. Quindi le foglie, il tronco, non sono ancora il criterio per giudicare della bontà dell’albero; anche la sapienza umana, la capacità organizzativa, addirittura le esperienze mistiche, davanti al messaggio di Gesù possono essere apparenza, quello che determina la bontà o meno di una persona sono i frutti: le opere concrete che vengono compiute con il cuore a favore degli altri.

 

 

SABATO 5  DICEMBRE

"La messe è molta, ma gli operai sono pochi, pregate il padrone della messe che mandi operai nella sua messe". (Mt. 9,37—38)

 

Era il più buono di noi. Eravamo in sei, alla fine dell’ultimo anno di teologia. Vivevamo nel sottotetto della chiesa di S. Gaetano. Sognavamo il nostro sacerdozio e sperimentavamo l’apostolato. Fummo preti e ci disperdemmo ma anche lontani sapevamo della dolcezza, dell’intelligenza e della delicatezza di don Tony. Ci ritrovammo dopo due anni a portare la bara del nostro amico con nel cuore la domanda: ma perché, proprio lui, il più buono? Perché questo padrone della messe che vede le necessità degli uomini, che sa il bisogno di operai, per un semplice incidente si privava e ci privava proprio del migliore? Ancora oggi non so rispondere a questa domanda, ancora oggi mi viene voglia di mormorare per questa ed altre “ingiustizie”, mi sembra in certi momenti una contraddizione pregare per le vocazioni un “padrone” che poi si perde il migliore operaio che ha già. Poi penso a Gesù in croce, e pur non continuando a capire lo prego perché aumenti la mia povera fede.

 

 

DOMENICA 6  DICEMBRE

"Davanti al  Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo". (2Pt.3,8)

 

Il senso della irrealtà del tempo dovremmo averlo sperimentato più volte. Un minuto in certi casi è così denso che può raccogliere a livello sentimentale, intellettuale, vitale, quello che invece non saremo riusciti ad ottenere in giorni e mesi. Ecco  allora la grande stupidità di voler contare il nostro tempo con lo scorrere dei minuti, dei giorni e degli anni. Invece di dire “fortunato quello perché ha superato bene i novanta” dovremo come cristiani dirci: “fortunato io se oggi ho usato bene il momento presente che Dio mi ha dato”. Dio infatti ci dona il tempo, ogni istante di tempo, come atto di amore ed è in questo istante che io gioco tutto me stesso e l’eternità, è in questo breve istante che io posso capire l’amore di Dio e rispondergli con frutti d’amore.

 

 

LUNEDI'  7  DICEMBRE

“Il buon pastore offre la vita per le pecore”. (Gv. 10,11)

 

Nel mondo dei pastori certamente non succede così: il pastore dovrà difendere il suo gregge, ma la vita del pastore è di gran lunga più importante di quella delle pecore. Ma qui si parla di Gesù che in se stesso e anche per noi rovescia i modi di intendere e di vivere. E’ talmente grande l’amore di Dio per gli uomini che si gioca addirittura suo Figlio per loro ed è talmente grande l’amore di Gesù per il Padre e per noi che è disposto a darci la sua vita morendo sulla croce. Anche i pastori della Chiesa dovrebbero essere come Gesù pronti a dare la vita per il loro gregge. E questo è avvenuto e avviene ancora tante volte. Ma non sempre è facile essere coraggiosi e testimoni fino a questo punto. Pregate per i vostri pastori perché assomiglino di più a Gesù.

 

 

MARTEDI'  8 DICEMBRE  -  IMMACOLATA CONCEZIONE

"Com'è possibile? Non conosco uomo!" (Lc. 1,34)

 

Mi ha sempre colpito la concretezza di Maria. Oggi si parla di educazione sessuale; Maria è concreta, sa che per avere un bambino ci vuole un rapporto: “Quale strada devo seguire?” chiede all’Angelo. L’Angelo le risponderà che sarà lo stesso Spirito di Dio a pensarci. Troppe vite di Maria, inventate o fatte passare come rivelate e troppa falsa spiritualità pelosa ha teso a presentarci una Maria disincarnata dai problemi, talmente dedita a Dio che neanche l’ombra di problemi come quelli di un mondo, di un rapporto, la tocchino. No! Maria è ben informata, è intelligente, è concreta, Dio si incarna, prende un corpo concreto in una donna concreta. E’ così che ti sento donna e madre o Maria. Talmente attenta e concreta che allora so di poter affidare a te le mie preoccupazioni convinto di non ripone nelle mani di chi mi dice solo “pregherò per te” ma di chi oltre a pregare ha già cominciato a lavorare per me.

 

 

MERCOLEDI' 9 DICEMBRE

“Il mio giogo e dolce e il mio carico leggero”. (Mt. 11,30)

 

Uno degli aspetti più belli della vita di un prete in una parrocchia è di essere sempre a contatto con l’umanità (qualche volta persino troppo, allora si sente il bisogno di disintossicarsi un po’). E questo continuo contatto ti fa scoprire quante croci ci sono nel mondo: ce n’e proprio una per uno! Ma quali e quanti sono anche i modi di portare la croce! C’è il fatalista: “Doveva capitare! non posso fanne a meno, la porto!” C’è chi non vuol riconoscerla e cerca di nascondersela. C’è chi grida contro di essa e contro Dio: “La croce è una palese ingiustizia”. Chi (specialmente con le croci degli altri) dice: “Soffri, intanto c'è un paradiso in cui godrai”. Gesù è realista: seguirlo non è facile: il perdono, la povertà, la rinuncia sono un “carico”, un “giogo”. Esso pero può diventare “leggero” e “soave” se sai che Lui lo porta con te e se invece di imprecare nel cammino sotto il suo peso, sai vederlo come segno di amore per Dio e per i fratelli.

 

 

GIOVEDI'  10 DICEMBRE

"Non temere vermiciattolo di Giacobbe, io vengo in tuo aiuto dice il Signore". (Is. 41,14)

 

Mi raccontava un maturo magistrato che all’epoca della sua giovinezza, un insegnante universitario, saputo che lui era cristiano praticante gli diceva: “Tu credi a Dio, ma non vedi nella tua Chiesa quanto marcio c’è in essa, quante ingiustizie, quanto potere viene esercitato, quanti soldi usati malamente? La tua Chiesa presto scomparirà come sono scomparsi i grandi imperi e con essa sparirà anche il tuo Dio.” E quello studente gli rispose così: “La ringrazio professore perché lei mi ha dato una prova in più per l’esistenza di Dio: se nonostante i grossi peccati della Chiesa, le eresie, l’inquisizione, gli inquinamenti politici, questa Chiesa è ancora viva ed ha superato prove ben peggiori di oggi, non è certo per merito suo, ma perché il Signore stesso ne ha avuto pietà, la ama e la guida”. E’ proprio vero che come singoli e come Chiesa spesso siamo un vermiciattolo”scelto, fondato, sorretto dalla misericordia di Dio.

 

 

VENERDI' 11 DICEMBRE

"Io sono il Signore che ti insegno per il tuo bene, se avessi prestato ascolto ai miei comandi, il tuo benessere sarebbe come un

fiume. (Is. 48,17—18)

 

Dio da sempre ha indicato la strada all’uomo: è suo figlio, gli vuole bene. Ma l’uomo, dall’Israele della storia all’uomo  contemporaneo, ha sempre preferito fare di testa sua. L’uomo desidera la pace: Dio ci insegna a fondarla su di Lui, a dare la vita per il fratello; l’uomo preferisce fidarsi dei suoi trattati basati su pOlitiche, inganni e compromessi: togli due missili tu che due li tolgo anch’io... intanto ne compriamo duecento nuovi che “serviranno a continuare a garantire la pace!” L’uomo vuole aiutare il fratello che muore di fame ma intanto inneggia al consumismo. L’uomo cerca la giustizia ma pur avendo vinto la schiavitù mai come oggi è stato schiavo delle cose e delle macchine. Non c’è pace, non amore, non giustizia vera e duratura se non sono fondate su qualcosa di duraturo: Dio, l’Eterno.

 

 

SABATO 12 DICEMBRE

“Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto”. (Mt. 17,12)

 

“Padre, tutte le apparizioni di Maria preludono alla fine imminente. Dio si è stancato degli uomini. Basta leggere i fatti: la fine del mondo è vicina!” In questi giorni questa frase mi è stata ripetuta da tre persone diverse e sempre più spesso c’è gente che parla di interpretare i segni della vicinanza della fine. Queste persone assomigliano ai discepoli che hanno li Gesù ma sono ancora preoccupate perché secondo l’interpretazione prima della venuta del Messia deve tornare Elia. Ed ecco la risposta di Gesù: Elia è già venuto! Elia non è quell’Elia che doveva arrivare sul carro dalle ruote di fuoco che essi aspettavano; Elia era Giovanni Battista che di fuoco aveva le parole per bollare il male e invitare alla conversione. Anche noi allora dovremmo imparare a leggere i segni della presenza del Signore in mezzo a noi non tanto secondo i nostri criteri quanto secondo i contenuti e faccio un esempio: di una apparizione o presunta tale non mi importa la coreografia esterna o i segni strepitosi ma i contenuti di fondo, che se sono secondo il Vangelo, possono aiutarmi a trovare il segno della conversione e non soltanto una “pia” devozione.

 

 

DOMENICA  13 DICEMBRE

“Fratelli state sempre lieti”. (1Tess. 5,16)

 

Per tanto tempo, forse non sapendo bene quali significati dare a “religione”, “religiosità”, “impegno cristiano” e alla parola “letizia” si è stentato ad avvicinarle e spesso “cristianesimo”, “preghiera”, erano sinonimo di “impegno triste”. Nulla di più errato: tutto il Vangelo è “buona notizia” e una buona notizia riempie il cuore di gioia. La vita è difficile, ci sono malattie, prove ma se sai che il Signore è con te anche se sulle tue labbra non apparirà un sorriso, il tuo cuore sarà nella serenità. Se l’Eucaristia è il sacrificio di Gesù, offerto, donato, non dovrà essere il posto dei “musoni che bofonchiano preghiere” o degli inerti che subiscono perché sono andati a “prendere messa". La preghiera, se è un dialogo con Dio, sarà non un “dovere” ma la gioia di un incontro. Se è difficile osservare i precetti evangelici è però altrettanto vero che il cristiano lo fa con gioia, sapendo di far cosa gradita a Dio e a se stesso.

 

 

LUNEDI'  14  DICEMBRE

"Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi, se non Gesù Cristo e questi crocifisso". (1 Cor. 2,2)

 

Oggi nella Chiesa, nelle diocesi, nelle parrocchie, nascono un po’ ovunque corsi di formazione biblica, catechistica, incontri di cultura religiosa, scuole di teologia per laici... E’ certamente un bene: c'é ancora una terribile ignoranza religiosa: si confonde facilmente religiosità e superstizione: passano per precetti universali delle indicazioni particolari: si confondono i Vangeli con leggende su Gesù, certamente manca una formazione biblica per cui a volte non si riesce ad interpretare la Parola di Dio o si danno ad essa dei significati un po’ troppo disinvolti. Ma la parola odierna di S. Paolo ci ammonisce “ricordati che la fede non è il grado di cultura religiosa che tu possiedi”, la fede è fiducia in un Dio Crocifisso per te. Quindi ben venga ogni approfondimento della nostra fede ma la cultura non ci inorgoglisca al punto di essere perfetti conoscitori del cristianesimo, ma senza Cristo.

 

 

MARTEDI'  15 DICEMBRE

"In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio". (Mt. 21,31).

 

Uno degli errori che noi preti facciamo spesso è quello che io chiamo: “l’errore del ragioniere”; consiste nel voler contare e quindi giudicare i fedeli in base a criteri matematici, quindi formali, esteriori. “Andiamo bene: alla celebrazione penitenziale sono venute 300 persone” “Nella nostra comunità girano 200 giovani” “A quel ritiro sono venute solo 30 persone” e quasi involontariamente ti trovi a dire bravi e buoni quelli che fanno le cose che tu ritieni buone e cattivi (o per lo meno birichini) quelli che non si comportano come vorresti tu. Gesù cambia le carte in tavola: i peccatori e le prostitute (“che parolaccia in bocca a Gesù”: dicono i moralisti benpensanti) ci precedono nel regno e come se non bastasse ecco che nella compagnia di Gesù ci sono esattori di tasse, prostitute professioniste, zeloti (che detto in moderni termini giornalistici sarebbe: appartenenti all’ala armata del partito), ladri che finiscono giustiziati. Quando penso a questo, smetto subito di fare “il ragioniere della religione” e chiedo al Signore di farmi far parte di quella compagnia perché, se guardo bene, cose da farmi perdonare ne ho tante e forse più grosse di loro.

 

 

MERCOLEDI' 16  DICEMBRE

"Andate e riferite ciò che avete visto e udito". (Lc. 7,22)

 

In una parrocchia dove sono stato viceparroco per 7 anni c’è un deposito dei tram. Penso che voi sappiate che i tranvieri sono una categoria che ha gli orari assai scombinati per cui spesso dovevano rimanere per ore in attesa del prossimo servizio. Diventato amico di molti di essi, quando passavo davanti al deposito qualcuno scherzando mi diceva: “Reverendo, venga a fare un po’ di “logica” con noi”. E la “logica” consisteva nel far passare il tempo chiacchierando di tutto: dalla politica all’aumento dei prezzi, alla malattia del bambino... Gesù ai messi mandati da Giovanni il Battista per vedere se lui è il messia dice: “Non state a fare tante chiacchiere, non fate la “logica”, dite quello che avete visto: i miracoli, i segni del Regno... Anche a noi Gesù oggi dice: “Non fate troppe chiacchiere sulla religione o su discussioni cavillose: fate vedere che in nome di Cristo oggi gli ammalati sono assistiti, i poveri trovano un tetto, i deboli sono difesi.

 

 

GIOVEDI'  17  DICEMBRE  -  NOVENA DI NATALE 

“Genealogia di Gesù Cristo, Figlio di Davide...”.  (Mt. 1,1)

 

Ogni volta che capita, nella liturgia la lettura del brano della genealogia di Gesù mi viene da sorridere e dentro di me penso: “Tieni il fiato e sciogli bene la lingua perché con tutti questi nomi...”. Sembra dunque un brano monotono e suona anche falso perché sappiamo che storicamente la successione da Abramo a Gesù non può essere avvenuta così. Che cosa significherà dunque? Penso che, prima di tutto ci ricordi la concretezza dell’amore di Dio che nonostante i nostri peccati si snoda lungo la storia, dall’inizio di essa fino a Gesù che diventa uomo per noi. E poi in questa genealogia c'é anche un particolare molto bello: in un mondo di mentalità maschilista sono nominate alcune donne in parte peccatrici (e questo ci dice la solidarietà di Gesù con i peccatori), in parte straniere (e questo ci dice che Gesù è venuto proprio per tutti).

 

 

VENERDI' 18 DICEMBRE  -  NOVENA DI NATALE 

"Destatosi dal sonno, Giuseppe, fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa". (Mt.1,24).

 

Quando viene detto che Giuseppe è l’uomo giusto, l’uomo che vive di fede, non c'é esagerazione. Trovandosi davanti al mistero Giuseppe cerca prima una soluzione umana. Ma già qui si vede il rispetto per Maria (non vuole ripudiarla pubblicamente), il suo riflettere sulle cose, il suo cercare di vedere Dio che agisce nella storia! Quando poi ha la certezza che Dio lo ha scelto per una missione, tace davanti al mistero, si rende disponibile, dice il suo sì nella contemplazione. Giuseppe sparirà anche nel Vangelo: di lui non si sa più molto: non è uno che fa molto rumore ma uno che stando al suo posto in silenzio fa spazio a Gesù che viene a salvare tutti. E nella Chiesa succede la stessa cosa: c'è chi suona la grancassa per mettersi in mostra. Ma non dà Gesù, vende solo fumo e rumore e c’è chi sparisce perché riconosce il posto del Signore e Gesù gli dirà grazie perché sparendo ha fatto sì che Lui potesse amare e salvare.

 

 

SABATO 19 DICEMBRE  -  NOVENA DI NATALE

"Non avevano figli perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni". (Lc. 1,7)

 

Oggi ti trovi davanti ai casi più opposti: dalla coppia che cerca di avere un figlio in tutte le maniere e si arriva addirittura a far nascere il figlio di una nell’utero di un’altra, a chi con molta facilità dei figli se ne libera come se fossero un pacchetto indesiderato che si butta nell’immondizie. Che Dio scelga due anziani per far nascere il Battista a me sembra che oltre agli altri significati biblici stia a significare l’amore di Dio per la vita. Anche da ciò che è sterile può nascere la vita. Bisogna però aver fiducia. Non devo mai dire: “Il mio cuore è fatto cosi..., non sarò mai capace di amare... sono vecchio...” Renditi disponibile a Dio, lasciati lavorare da Lui, fidati del suo amore e anche se fossi un ramo secco, un peccatore incallito nell’abitudine e nel male, Dio potrà far fiorire il tuo cuore: basta un po’ d’acqua e anche il deserto diventa un prato lussureggiante.

 

 

DOMENICA  20 DICEMBRE  -  NOVENA DI NATALE

"Ecco concepirai un Figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù". (Lc. 1,31)

 

“Lo chiamerai Gesù”. In questo nome é racchiusa la storia dell’umanità e l’amore di Dio per essa. Ma questo nome tanto amato è anche il nome più vituperato della storia. E’ il segno di contraddizione. L’uomo davanti a Lui non può essere indifferente: o con Lui o contro di Lui. E’ Lui la pietra angolare che i costruttori hanno scartato ma che è diventata la testata d’angolo. Gesù chi sei per me? Un grande personaggio della storia? Colui che meglio di tutti gli altri ha capito il cuore dell’uomo e che ha dato la risposta più universale ai suoi interrogativi? Sei Colui che cambia ancora oggi il mio modo di vivere? Sei morto e sepolto in un libro in una Chiesa o sei il vivente che mi interpella e che mi apre all’amore misericordioso del Padre? Pensando a Maria che ti mette questo nome vorrei essere come Lei che sa accoglierti con semplicità e tanto amore e ti chiedo anche la fede di quel centurione romano che sotto i piedi della croce dirà: “Costui è veramente il Figlio di Dio.

 

 

LUNEDI'  21 DICEMBRE  -  NOVENA DI NATALE

“In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda”. (Lc. 1,39)  

 

E’ un viaggio lungo e difficile quello che Maria compie per un gesto d’amore nei confronti della cugina anziana che aspetta un bambino. Maria porta Gesù nel suo cuore dalla Galilea verso Gerusalemme: è lo stesso viaggio che tanti anni prima aveva fatto Davide trasportando l’Arca dell’Alleanza e sarà lo stesso viaggio che farà Gesù per andare a regalarci la sua vita morendo sulla croce a Gerusalemme. “Tre viaggi, quello dell’arca, di Maria e di Gesù, che segnano tutti lo stesso cammino di Dio diretto verso l’umanità vecchia e bisognosa, gravida di un nuovo uomo che per la gioia della vicina salvezza sussulta nel grembo di sua madre.” (A. De Dominicis).

 

 

MARTEDI'  22 DICEMBRE  -  NOVENA DI NATALE  

"Maria disse:”L’anima mia magnifica il Signore".  (Lc. 1,45)

 

Maria, la silenziosa, quando parla si esprime con parole che non sono sue ma sono le stesse parole di Dio. La preghiera, la lode del Magnificat infatti non è altro che una sintesi del canto di Anna (1Sam. 2,1—8) e di altri salmi di lode.

Maria è talmente umile che non usa parole sue (pensate alla differenza da coloro che in apparizioni pretendono addirittura di farla parlare per anni consecutivi) ma lascia che la Parola di Dio, parli per lei. Penso debba servire da esempio a noi che siamo dei parolai inguaribili anche nella preghiera. Maria è talmente abituata a leggere e meditare la Parola di Dio che è la stessa parola a pregare dentro di lei. Anche i cristiani dovrebbero essere coloro che avendo “masticato” tanta Parola di Dio, sia quando parlano che quando agiscono sono la risonanza vivente di questa parola.

 

 

MERCOLEDI'  23  DICEMBRE  -  NOVENA DI NATALE  

"Fammi conoscere, Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri". (Salmo 24,4)

 

Mai, come in questi giorni prima di Natale, la preghiera del salmo è così importante. In questi giorni le vie si affollano, corriamo dietro al regalo, ai preparativi della festa. La pubblicità bombarda ormai da mesi, per essere alla moda bisogna che il pranzo di Natale sia fatto così e cosi... i regali.., le gite... Ma si rischia di preparare e poi consumare una festa senza che ci sia il festeggiato. Tutto grida “Buon Natale, ma Natale di chi? Natale dolce favola per bambini? Natale festa della tredicesima? Un Bambino bussa alla porta del cuore e del mondo, ma in mezzo ai rumori di una festa che dovrebbe essere organizzata per Lui, neppure sentiamo questo bussare e il Bambino come migliaia di altri nel mondo rischia di morire di fame e di freddo. “Fammi conoscere, Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri!”.

 

 

GIOVEDI'  24  DICEMBRE  -  VIGILIA DI NATALE 

“Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo”. (Lc. 1,68)

 

Zaccaria, felice per la nascita di Giovanni Battista, prorompe in questo canto di benedizione e di lode. Dio ha visitato la sua casa, la sua anzianità sterile; Dio ha visitato il suo popolo cominciando, proprio attraverso la nascita di Giovanni, a realizzare la più grande visita alla storia degli uomini: la venuta di Gesù, l’uomo Dio, Salvatore. Ed è a questo che guardano tutti gli uomini di tutti i tempi. A Lui guardano coloro che sono già morti nell’attesa della redenzione definitiva; a Lui guardano coloro che vivono oggi e in Lui ripongono le proprie attese, i desideri, il compimento delle proprie speranze; a Lui guarderanno coloro che verranno. E’ per questo che la Chiesa ogni mattina nella preghiera delle lodi recita il “Benedetto”, quasi a cacciare le tenebre della notte per aprirsi alla luce del nuovo giorno: Cristo che ha visitato e redento il suo popolo.

 

 

VENERDI'  25 DICEMBRE  -  NATALE DEL SIGNORE

"Lo depose in una mangiatoia perché non c’era posto per loro nell’albergo".  (Lc. 2,7)

 

Natale ha sempre suscitato in me due stati d’animo a volte opposti tra loro. Da una parte la tenerezza davanti a questo Bambino che nasce povero e dall’altra parte un senso quasi di irritazione davanti alla “festaiolità” di questo giorno, che lascia la sera svuotati, con un senso di incompiutezza ed anche con un certo mal di stomaco per aver esagerato nel mangiare. Ma Natale non è questo: può essere poesia ma è soprattutto la realtà di un Dio che si fa uomo nella storia lontana come nella realtà presente; è festa ma è anche realtà cruda: per Gesù non c’era posto in albergo e oggi c’è ancora posto? Tra panettoni, tappi di bottiglie, palline legate ad alberi (il più delle volte finti perché nelle nostre città non c’è spazio per quelli veri) c’è posto per Gesù? Nelle Chiese dove per l’occasione si raggruppa tanta gente perché la Messa di mezzanotte fa tanta emozione, c’è posto per Gesù? Ma soprattutto nel tuo cuore c’è posto per Gesù, per quel Gesù concreto che chiede il tuo aiuto, la tua solidarietà, il tuo perdono, che ha bisogno di accoglienza e di amicizia?

 

 

SABATO 26 DICEMBRE

"E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: Signore Gesù, accogli il mio spirito". (Atti 7,59)

 

Il racconto della “passione” di Stefano, così come presentato dagli Atti degli Apostoli, mi ha sempre colpito: è una sintesi del racconto della passione di Gesù: addirittura le stesse parole di Gesù! Che S. Luca abbia un po’ barato? O piuttosto S. Luca non avrà voluto dirci qualcosa che ci riguarda da vicino? Essere cristiani non è un titolo onorifico per “signori” che scuciono grandi somme per la Chiesa o un comodo modo per “comprarci Dio e il paradiso nel caso ci fosse”. Essere cristiani significa essere come  Cristo: come Cristo significa venire nel mondo per “compiere la volontà del Padre,  significa come Lui lottare per liberare noi e l’uomo dal male, dalla morte, significa come Lui di accettare di morire per vivere, insomma significa diventare delle “originali copie” di Lui oggi nel mondo.

 

 

DOMENICA  27  DICEMBRE  -  SACRA FAMIGLIA

"Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto". (Mt. 2,14)

 

Durante una serie di incontri di preparazione al matrimonio guardavo quasi con un senso di tenerezza il volto dei fidanzati che avevo davanti. Avevano lo sguardo da innamorati e quando sentivano le coppie sposate che raccontavano problemi e difficoltà della vita matrimoniale, si scambiavano un’occhiata per dirsi: “A noi non potrà mai capitare qualcosa del genere”. E’ bello vedere della gente così innamorata ma mi auguro anche sempre che questo innamoramento si concretizzi in tutti i momenti della vita. Per la sacra famiglia l’amore è diventato: silenzi, fidarsi al buio, impotenza di dare una casa accogliente al Figlio di Dio, fuga, paura davanti a un re geloso, esilio. Ma queste difficoltà non hanno rovinato l’amore tra Giuseppe, Maria, Gesù: l’hanno ancor più accresciuto. Quando si vuole il vero bene dell’altro e quando Dio è in mezzo, la famiglia non sottanto “tiene” ma giorno per giorno cresce nell’amore.

 

 

LUNEDI'  28  DICEMBRE

“Erode mandò ad uccidere tutti i bambini di Betlemme”. (Mt. 2,16)

 

Solo tre giorni fa eravamo in festa per la nascita di un bambino, il mondo si intenerisce davanti alla culla di un Dio fatto bimbo. Ma intorno a questo bimbo, l’Agnello di Dio che viene a dare la vita per gli uomini, ecco il sacrificio di tanti altri piccoli “agnellini” che per la perfidia di un uomo, danno la vita, senza ancora sapere che cosa la vita sia. La strage dei figli degli Ebrei aveva preparato la nascita di Mosè, la strage degli innocenti apre la strada al Nuovo Liberatore e fa da preludio alla sua morte. Ancora oggi ci sono nel mondo stragi di innocenti: dalle migliaia di bambini uccisi legalmente prima ancora della nascita, alle uccisioni di inermi indios in Brasile solo perché possono dar fastidio nella costruzione di una superstrada per ricchi, alle reiterate uccisioni morali che leggi ingiuste fanno pesare sulla testa dei poveri. I Genocidi sono in mezzo a noi. Che il Signore ci aiuti a non essere ipocriti fino al punto di battere le mani, farci regali, gioire per il Natale di Cristo e poi o essere indifferenti o addirittura partecipi alla morte o sofferenza di tanti fratelli innocenti.

 

 

MARTEDI'  29  DICEMBRE

"Chi dice di essere nella luce ed odia suo fratello, è ancora nelle tenebre". (1Gv. 2,9)

 

Forse è perché sono un insicuro, perché tanti interrogativi vengono a galla nella mia vita, forse perché mi rendo conto di avere tante difficoltà a vivere da cristiano, che quando trovo uno che mi dice: “Ho la fede”, mi viene voglia di vedere in concreto come costui la vive. Troppe volte abbiamo trovato i “sicuri della fede”, sono le classiche persone che hanno una risposta a tutte le domande, che sanno risolvere i dubbi degli altri, che hanno le ricette per “la vera preghiera”, che appartengono al gruppo migliore davanti al quale gli altri spariscono. Sono l’aristocrazia della fede perché “hanno studiato” (o a volte nascondono la propria ignoranza dietro qualche parolona). E allora, da cattivo come sono, mi viene voglia di chiedere a queste persone di prendere in mano la scopa per pulire una sala di riunione o di andare con continuità ogni giorno in casa di quella vecchietta che vive con un cagnone che perde il pelo e fa i suoi bisogni dappertutto. Quando trovo qualcuno che riesce a fare questo, può anche non parlare troppo di teologia o  psicologia io al suo Dio ci credo.

 

 

MERCOLEDI'  30   DICEMBRE

"E il mondo passa con la sua concupiscenza: ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno". (1 Gv. 2,17)

 

Qualche volta ad un primo sguardo nella Scrittura sembra che il mondo sia sinonimo di male. Ma sia Gesù che  gli scrittori sacri pur ricordandoci che il mondo nella sua terrestrità  materialista è “sotto il potere di Satana” non vogliono affatto dirci che la creazione sia un male. Il cristiano ha quindi un compito, una missione in confronto del mondo. Il mondo è il luogo dove il cristiano si trova impegnato a vivere al servizio dell’uomo, per testimoniare Cristo e portare ai fratelli il suo messaggio di salvezza, ma senza confondersi con il mondo, senza accettare i suoi compromessi e i suoi modelli di comportamento, senza volerlo possedere, amandolo come creatura di Dio ma non fermandosi ai suoi valori che allontanano da Dio. Io sono di terra ma il mio cuore è a misura di Dio perché questa terra di cui sono parte è figlia sua.

 

 

GIOVEDI'  31  DICEMBRE

"Venne tra i suoi ma i suoi non lo hanno accolto". (Gv. 1,12)

 

L’ultimo giorno dell’anno è sempre stato un giorno un po’ triste per me. Quando posso (forse è un po’ masochismo) lo passo da solo, chiuso nella mia stanza. Fuori si sentono i botti, gli esorcismi moderni per uccidere e far rinascere il tempo. Ma questo dono meraviglioso del tempo che ci viene dato ha anche la sua carica di responsabilità. Gesù quest’anno è venuto nella mia vita: i sacramenti, quel fratello che aveva bisogno di me, la sua parola, quel dolore, quella persona che ci ha lasciato, Cristo ha parlato, ha offerto  il suo perdono... “ma i suoi lo hanno accolto?”. E qui mi prende la tristezza: quanto tempo prezioso perso! Poi ripenso all’amore misericordioso di Dio e se continuo a chiedergli perdono per il passato lo sento bussare ancora nel mio presente e presa una scopa cerco in fretta di spazzare un po’ la casa perché il Signore vi possa abitare. Lo non ho molta fiducia in me stesso, ma Lui è irriducibile nel riporre fiducia in me, e allora posso aprire la finestra e guardare la festa degli uomini per augurare al mondo intero che qualcuna di quelle luci che vengono accese in questa notte sia la luce di Cristo che finalmente ha trovato casa.

     
     
 

Archivio