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UNA PAROLA AL GIORNO

RIFLESSIONI  QUOTIDIANE  SULLA

PAROLA  DI  DIO

a cura di don Franco LOCCI

 

 

GIUGNO 1987

 

 

 

LUNEDI' 1 GIUGNO

"Io non Sono solo, perché il Padre é con me". (Gv. 16,32)

 

Gesù davanti ad una fede troppo sicura degli apostoli, ricorda loro che nel momento della prova lo abbandoneranno, ma ricorda anche a se stesso e a noi che Dio non ci lascia mai soli. Quando sentiamo profondamente la Solitudine, l’abbandono di amici in un momento di prova, quando il mondo sembra caderti addosso, e e qualcuno che non ti lascia solo, non ti abbandona. E anche quando forse, come Gesù, griderò “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” e ci sentiremo lontani da tutti, avvolti nel mistero del dolore, sarà ancora anche questo un atto di fede in quel Dio, che pur silenzioso e misterioso, proprio nella sofferenza di SUO Figlio continua ad esserci vicino.

 

 

MARTEDI' 2  GIUGNO

"Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo". (Gv. 17,3)

 

Che cosa ci aspetta nell’aldilà? Maghi, veggenti, ritornati dopo essere stati dichiarati morti, parlano, fanno profezie, raccontano ma sempre con categorie molto umane che riflettono la mentalità del tempo in cui queste persone vivono. Eppure non c’è neppure bisogno di far lavorare molto la nostra fantasia: eternità è conoscere Dio così com’è, per sempre. Ci vorrà tutta un’eternità  o un momento eternamente presente per conoscere Dio nella sua infinitezza, nel suo amore senza limiti, nel suo affetto totale, nella sua giustizia misericordiosa. E allora mi rendo conto che l’eternità è già iniziata perché già in Cristo ho cominciato a conoscere Dio, ho la possibilità di avvicinarmi e comprendere la sua volontà, posso nella vita cominciare ad amarlo, so di stare già fin d’ora con Lui.

 

 

MERCOLEDI' 3  GIUGNO

"Vegliate su voi stessi e su tutto Il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi".(At. 20,29)

 

Paolo sta per partire definitivamente da una comunità che gli è particolarmente cara: per essa ha sofferto, lavorato, pianto e dice ai vescovi di vegliare su se stessi e sul gregge. Penso a me sacerdote in questo momento, pensate a voi catechisti, animatori di carità, padri e madri di famiglia: sono due le cose a cui stare attenti, due le cose da amare in qualunque ministero: il gregge affidato e se stessi, Il gregge: ho delle grosse responsabilità verso gli altri; li amo; mi sono stati affidati; devo saper dare tutto per loro. Ma ho anche una grossa responsabilità verso me stesso: non posso esigere amore, perdono, gioia, comprensione dagli altri se non so farlo io; come non posso amare gli altri se non amo profondamente e nel vero senso me stesso; devo vigilare per volermi bene nel senso giusto e allora avrò anche la possibilità di amare nel senso giusto il mio prossimo.

 

 

GIOVEDI' 4  GIUGNO

"Il Signore disse a Paolo: “ Come mi hai testimoniato a Gerusalemme è necessario che mi renda testimonianza anche a Roma".

(At. 23,11)

 

Agli Apostoli Gesù parlava, ma abbiamo più di una testimonianza che ci dice che non capivano bene. A San Paolo Gesù parla, gli dice che dovrà rendergli testimonianza a Roma. Paolo pensa forse che a Roma, capitale del mondo allora conosciuto, lui dovrà predicare come a Corinto, a Tessalonica, ad Atene. A Roma, il Signore chiederà a Paolo un’altra testimonianza: la testa. E allora ripenso a quante volte noi preti e i laici impegnati, facciamo piani pastorali triennali, quinquennali incontri di programmazione... E se il Signore volesse altro? E quante volte nella nostra vita noi abbiamo programmato: “quando sarò grande...” “quando sarò sposato... “quando sarò in pensione...” E se il Signore volesse altro? E allora programmiamo pure, ma non fidiamoci troppo e unicamente delle nostre programmazioni: al Signore bisogna dare testimonianza il come e il quando, se saremo umili, ce lo farà capire lui.

 

 

VENERDI' 5  GIUGNO

“Signore, mi ami tu?”. “Certo tu lo sai che ti amo!” ‘Pasci le mie pecorelle”.  (Gv. 21,15—19)

 

“Cristo sì, chiesa no!” Era uno slogan di contestazioni passate. Ma dietro queste parole si nasconde un atteggiamento presente e operante in molti: a Cristo sì, ci credo, ma alla Chiesa, al potere dei papi, all’arroganza dei preti... Se effettivamente la Chiesa fosse solo potere, arroganza, ti dico che neanche io credo a quella chiesa! Ma la Chiesa, nonostante la sua umanità debole non è fondata sul potere ma sull’amore: “Signore mi ami tu?” Pietro può aver sbagliato, rinnegato Gesù ma se ama avrà a cuore di “pascere le pecorelle” come Gesù stesso, il Buon pastore. Credo allora alla Chiesa, formata da persone peccatrici ma chiamate a seguirlo nell’amore. Anch’io sono Chiesa, devo quindi smettere la presunzione e la sicurezza di salvarmi da solo ma accettare con umiltà il seguire Gesù con gli altri, nell'amore.

 

 

SABATO 6  GIUGNO

"Vi sono molte altre cose compiute da Gesù che se fossero scritte il mondo non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere". (Gv. 21,25)

 

S. Giovanni conclude il suo Vangelo così penso non solo per dirci che Gesù nel cammino della sua vita pubblica ha detto e fatto tante cose, ma per invitarci a leggere nel libro della vita i segni della sua presenza. Non è scrivendo storie più o meno fantasiose sulla vita di Gesù  che si conosce tutto del Signore (a me i Vangeli bastano ed avanzano! riuscissi a mettere in pratica almeno qualche pagina!) ma è sapendo scorgere oggi la presenza del Signore nelle persone, nei fatti, in me stesso, che vengo interpellato e che, se sono coerente, devo rispondere e scrivere così non con delle lettere sulla carta, ma con la mia vita un’altra pagina di quella meravigliosa storia di amore di Dio che ogni giorno si incarna, parla, fa miracoli, soffre, muore e risorge.

 

 

DOMENICA 7  GIUGNO

"Furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare altre lingue". (At. 2,4)

 

Fin da ragazzino alle prese con lo studio del latino e del francese auspicavo un po’ di Spirito Santo che senza troppa fatica mi facesse apprendere, parlare e comprendere le lingue straniere. Ma il senso del dono dell’annuncio in lingue diverse capite da tutti, l’unico e universale messaggio di Cristo Salvatore sta ad indicare un qualcosa che va ben aldilà di linguaggi diversi. L’uomo, quando aveva voluto far di testa sua e rendersi simile a Dio (vedi la Torre di Babele; Gen. 11,1—11) era stato disperso e diviso in tante lingue diverse, ora lo Spirito Santo dà a tutti la capacità di intendere e di intendersi su un unico linguaggio: l’annuncio di Cristo il vincitore della morte, Colui che viene a portarci la gioia di sapere che Dio ci ama, colui che viene ad evidenziare tutte le cose buone dell’uomo, per esaltarle ed unificare i popoli di ogni lingua e razza nell’unico popolo di Dio.

 

 

LUNEDI' 8  GIUGNO

"Dio ci consola affinché possiamo anche noi consolare quelli che sono nell'afflizione".  (2Cor. 1,4)

 

Per un credente tutto parte da Dio, scende su di noi, si allarga sui fratelli e torna a Dio. E’ questo il modo con cui S. Paolo legge la sua storia e insegna a noi a fare altrettanto. S. Paolo sta soffrendo delle prove, delle tribolazioni. “Povero diavolo, tutte a lui devono capitare!” diremmo noi nel nostro modo di pensare. Paolo invece dice: “Io soffro e così riesco a capire la sofferenza degli altri”. Paolo riceve delle gioie, delle consolazioni. E noi diremmo: “Beato lui, ne ha di fortuna” Paolo invece ringrazia Dio perché essendo consolato lui può consolare gli altri. Nulla succede per caso: tutto è grazia di Dio per noi e per gli altri. L’importante è riuscire a capire questo, allora? tanto una gioia, quanto un dolore possono essere: vissuti come segno di grazia e come partecipazione agli altri di qualcosa che Dio ci ha donato.

 

 

MARTEDI' 9  GIUGNO

“Voi siete la luce del mondo”. (Mt. 5,14)

 

Quando due futuri sposi vengono a preparare la celebrazione del loro matrimonio, tra la scelta delle letture spesso offro loro l’occasione di scegliere questo brano di vangelo, e penso, prego e spero che questa nuova coppia che si forma diventi il sole della terra, il gusto della vita per loro e per altri perché quella scintilla di amore che si vede splendere nei loro occhi non si spenga nella banalità e nella routine dell’abituale ma diventi gusto, annuncio, novità, testimonianza, speranza, gioia che si trasmette e risana, rinnova, invoglia, incoraggia...

E tu Cristiano, salvato da Gesù, chiamato ad essere figlio di Dio, sacerdote, profeta e re del suo regno, chiamato e “sigillato” per l’eternità che gusto hai e che gusto sei nella vita? Il gusto dell'anonimato, l’insipido dell’abitudinarietà o la novità dell’amore, il sapore della ricerca, la fatica del lavoro, il gusto della gioia?

 

 

MERCOLEDI' 10 GIUGNO

"La lettera uccide, lo Spirito dà vita". (2 Cor. 3,6)

 

L’uomo è molto spesso alla ricerca di sicurezze ed anche di una normativa precisa, specifica in tutti i suoi dettagli; essa lo rende sicuro, perché una norma, qualsiasi norma, la si può osservare e anche si può trovare il modo di aggirarla e trasgredirla pur sentendosi la coscienza a posto. Ricordo quando la morale cristiana nei suoi volumi cercava di stabilire la cifra fino a cui poter rubare a un ricco senza far peccato mortale! Lo Spirito invece non lo puoi contenere, investe l’uomo intero, ti tocca nell’intimo, fa cadere ogni barriera. Superi la legge perché ami, ma ancora la osservi, non perché ne sei obbligato ma perché ami chi te l’ha data. Le norme ti possono essere “buono” per la vita ma poco per volta la tua legge diventa la persona viva di Gesù.

 

 

GIOVEDI' 11 GIUGNO 

"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date". (Mt. 10, 8)

 

Assistiamo sempre più a ritiri veloci e a grandi cambiamenti nella nostra vita: addirittura il vocabolario cambia: certi termini che solo pochi anni fa non esistevano oggi sono linguaggio corrente; parole che una volta erano considerate parolacce oggi sono sulla bocca di tutti e parole come “gratis” “gratuito” dalla società del consumismo vorrebbero essere cancellate del tutto. In questa società tutto ha un prezzo, tutto costa, tutto si compra... se ne hai la possibilità. E Dio? Lui che potrebbe vendere tutto quello che ha continua a coniugare il verbo donare: dona la vita, dona la sua paternità, dona Gesù Cristo, dona il suo Spirito.., e per di più i suoi doni non sono in base ai nostri meriti:

“Sei bravo ti do la medaglia”, ma sono totalmente gratuiti. Anche nella nostra vita, a costo di andare contro corrente, bisogna allora rispolverare nel nostro vocabolario le parole “gratis”, “gratuito” e “grazie!”

 

 

VENERDI' 12  GIUGNO

“Noi abbiamo un tesoro in vasi di creta”. (2Cor. 4,7)

 

Mi avevano detto di andare a trovare un ammalata, me l’avevano presentata come una malata speciale. Una che da circa trent’anni non poteva più uscire di casa. Camminava a passettini piccoli e lenti all’interno del suo appartamento, con grande fatica. Aveva sofferenze indicibili alla spina dorsale. Trovava persino difficile il potersi coricare, ed erano ormai mesi che non dormiva qua si più. “Che cosa le dirò? Che cosa posso darle io, che sto bene?” Suonai il campanello. L’attesa si protrasse per parecchi minuti. Poi la porta si aprì e vidi una donna ferita nel corpo con un viso devastato dalle sofferenze; c’erano però due occhi pieni di una profonda gioia dell’accogliere e pieni di sincera gratitudine. Non fui io a darle qual cosa. Altre volte ancora la vidi, la vidi anche piangere per il dolore, soffrire per la mancanza di alcune persone care ma sempre al di sotto di quel volto sofferente, di quel “vaso di creta” brutto, rotto, devastato splendeva il tesoro di una fede che continuava a mettere questa donna davanti a Dio e che le faceva comunicare agli altri questo tesoro inestimabile.

 

 

SABATO 13  GIUGNO 

“In qualunque casa entriate, prima dite: pace a questa casa”. (Lc. 10,5)

 

“Come sono belli i piedi dei messaggeri di pace” dice la bibbia perché per la bibbia la pace è il dono più grande, è Dio stesso. Può sembrare strano che un mondo come quello biblico continuamente attraversato da fermenti e storie di guerre abbia un Dio di Pace. Forse e proprio perché l’uomo biblico ha sperimentato fuori e dentro di sé che cosa vuol dire l’egoismo, la divisione, la lotta, il sopruso, che si rende conto di aver bisogno di ricostruire l’unità, la pace primordiale, quell’Eden dalle porte ormai chiuse ma che solo la misericordia di Dio può capire. Il credente allora è un missionario di pace, perché missionario di Dio. Ma come? Il nostro mondo desidera la pace ma la fonda sull’equilibrio precario delle armi, il cristiano invece essendo disposto “a dare la vita per il fratello” è colui che desiderando il bene del fratello, non scende a compromessi, ma annuncia con coraggio il vero bene suo e dell’altro, cioè annuncia con vita Dio e le sue esigenze.

 

 

DOMENICA 14  GIUGNO

"La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la Comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi". (2Cor 13,13)

 

Sono queste parole così comuni nelle nostre celebrazioni che quasi automaticamente quando il sacerdote, all’inizio della celebrazione eucaristica, ce le indirizza rispondiamo: “E con il tuo Spirito”, e dimentichiamo che esse sono parola di Dio, sono il

saluto che già i primi cristiani si davano nel nome della Trinità: tutto parte dall’amore di Dio: è Lui che non si è dimenticato e non si dimentica di noi e che manifesta la sua paternità attraverso suo Figlio Gesù mandato per salvarci, e che ci chiama alla comunione attraverso il suo spirito operante in noi. Al di là, quindi, di un semplice saluto liturgico, questo versetto ricorda che noi, tempio dello Spirito, chiamati dal Padre, attraverso Gesù Salvatore dobbiamo formare l’unità della Chiesa. Come Dio è Uno pur essendo tre persone, i cristiani pur essendo molti proprio perché derivano dall’Uno formano un unico corpo.

 

 

LUNEDI' 15  GIUGNO

“A chi desidera da te un prestito, non volgere le spalle”. (Mt. 5,42)

 

E’ proprio vero che nel mondo dei preti trovi sempre qualche originale. C’era un prete che abitualmente era spiantato perché quando passava qualcuno e gli diceva: “Ho bisogno... mi faccia un prestito.. .glieli restituirò”, ci cascava sempre e i pochi soldini accumulati con fatica per un vestito nuovo o per un giorno di riposo tranquillo finivano in “prestito”. Altri amici preti un giorno gli dissero: “lnsomma è ora che ti fai un po’ furbo! Con un po’ di ingenuità e forse anche con bonaria ironia rispose: “Voi qualche soldino da parte l’avete. Pensate un po’ se un giorno venisse in mente a tutti quelli cui ho imprestato di rendermi i soldi, io diventerei ricco, certamente più di voi... Ma poi voi mettete i soldi in banca e questi vi rendono il 7, il 10%, mettiamo anche il 20%. La banca del buon Dio, che tra l’altro non va in fallimento, rende il 100 per 100 e per di più la vita eterna!”

 

 

MARTEDI' 16  GIUGNO

“Avete inteso che fu detto; ma io vi dico”.   (Mt. 5,43)

 

Le novità creano sempre due reazioni opposte: chi dice: “Qui si cambia sempre! anche Dio, l’immutabile, fanno cambiare” e si scandalizza di ogni piccolo mutamento: e chi dice: “Si doveva cambiare, bisogna cambiare ancora! Solo una bella rivoluzione, un bel cambiamento totale può servire!” e non solo non capisce il senso dei cambiamenti ma diventa estremista, senza più alcuna legge. Che cosa cambia Gesù? Esteriormente poco: dice di osservare perfino le virgole di una legge divina, ma storica che puzza di vecchio. Ti invita invece a cambiare interiormente e qui veramente è la rivoluzione! Dentro di te non puoi più nasconderti dietro facili protezioni della legge, non puoi più vivere ambiguamente tra parole che dici e realtà che non vivi: a Gesù non importa l’esteriore, non lo cambia neppure, a Gesù interessa il tuo cuore, la tua adesione totale a Lui.

 

 

MERCOLEDI' 17  GIUGNO

“Il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà”. (Mt. 6,4)

 

Le apparenze ingannano! Quanto è difficile fare i giudici in questo nostro mondo: a volte le persone più ‘‘buone risultano essere le più infingarde e i “cattivi” invece, magari sotto una scorza dura, sono i più disponibili. E questo succede anche nella vita della Chiesa: le apparenze dei più “pii” tutti “casa e chiesa” lasciano nascoste magari cariche d’odio, egoismi, mentre magari “pubblici peccatori” sono quelli che più sentono la necessità di “far chiesa” con chi soffre. Davanti a Dio cadono le apparenze. Lui legge dentro: “Signore tu mi scruti e mi conosci, mi conosci quando mi alzo e quando mi seggo; per te non vi è nulla di nascosto”. Tutto questo deve farci paura? Il “Dio ti vede” è l’occhio di Dio per la condanna? Se Dio mi vede, davanti a Lui non posso “bleffare” ma so anche che il Signore mentre mi aiuta a superare le difficoltà vede e accetta anche gli sforzi di bene che tante volte il mio prossimo,non vede, non capisce e non accetta.

 

 

GIOVEDI' 18  GIUGNO

"Pregando non sprecate parole". (Mt. 6,7)

 

Ognuno di noi ha il suo modo di pregare, come ognuno ha il suo carattere, il suo modo di parlare, di sentire: ed è giusto! siamo tutti degli “originali” e non delle “copie”. Ed ecco allora che mi dà fastidio quando sento qualcuno che presume di avere la ricetta della preghiera e quel che è peggio la vuole imporre agli altri. “Se vuoi salvarti devi dire quella preghiera” “Questa preghiera l’ha consigliata la Madonna...” (e va bene quando non dicono “l’ha obbligato, pena la non salvezza).

Gesù ci ha insegnato che la preghiera per un cristiano non è una collezione di formule o di poesie (che possono sempre essere utili) ma è soprattutto un atteggiamento dell’uomo che nella fede e nell’amore scopre la presenza di Dio come di un Tu che ha immenso desiderio di entrare in relazione con l’uomo, e come cammino di vita che da questo rapporto profondo e continuo prende forza per affidarsi alla volontà del Padre ed informare di essa tutta l’esistenza.

 

 

VENERDI' 19  GIUGNO

"Se il tuo occhio è chiaro tutto il tuo corpo sarà nella luce".  (Mt. 6,22)

 

Ho incontrato tanti malati nel mio “mestiere” di prete, ma c’è una malattia subdola, perché difficilmente riconoscibile da chi la subisce, che è tra le peggiori e che è molto difficile da guarire: è la falsa scrupolosità. E’ quella malattia piena di interrogativi, di paure, di punizioni incombenti, di inferni strabocchevoli, di male visto ovunque che trasforma quella che è una giusta serietà nel formarsi una coscienza morale in un assillo continuo del peccato. Tutto è male! Quanti peccati ho fatto! Potrà Dio perdonarmi? Il mondo è marcio, brucerà, arriverà la terza, quarta, quinta guerra mondiale. C’è gente che al colmo di questa malattia si dispera e qualche volta addirittura si uccide. Gesù non ci dice di essere incoscienti, di non vedere il male in noi e fuori di noi, ma ci invita all’ “occhio chiaro”, semplice, fiducioso in Dio e nell’uomo. L’ottimismo non è nemico della religione anzi ne fa parte se Dio è talmente ottimista e fiducioso nell’uomo da credere ancora in lui.

 

 

SABATO 20  GIUGNO  -  Maria Consolata

"Sia benedetto Dio Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione". (2Cor. 1,3)

 

Questa parola viene ad illuminare il senso della festa odierna di Maria “Consolata” e “Consolatrice” Dio è il Dio di ogni consolazione: perché è Lui che non ci lascia soli, è Lui che non si dimentica di noi, è Lui che consola con la bontà di padre, l’attenzione del pastore, l’ardore del fidanzato e dello sposo, la tenerezza di una mamma. Ed è Dio che consola Maria che piange la morte di Suo Figlio con la certezza della Sua risurrezione. Ed ecco allora che la “Consolata” diventa “Consolatrice”. Noi spesso abbiamo bisogno nelle avversità della vita di non sentirci soli, di avere qualcuno che condivida le nostre pene, che ci ascolti e che ci indichi nella speranza la strada di Dio per vivere anche i momenti difficili. Maria con la sua presenza silenziosa ma attenta, densa di esperienza umana profonda ci è vicino proprio per ricordarci che Dio consola quelli che piangono e predilige i poveri, i miti, gli operatori di pace.

 

 

DOMENICA 21  GIUGNO  -  Solennità del Corpo e Sangue di Cristo

"La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda". (Gv. 6,5)

 

Ogni volta che celebro la messa penso al grande dono che Dio mi fa, insieme con i fedeli, di fare memoria viva di Cristo, ma memoria talmente viva che quel po’ di pane e di vino non per merito nostro, ma per dono di Dio sono il Corpo e il Sangue di Cristo. E ringrazio anche il buon Dio che mi aiuta a capire che la Messa non è un atto di devozione, ma unione reale al suo mistero di passione, morte e risurrezione, nel suo corpo e sangue. C’è poi ancora una cosa che mi colpisce e per cui ringrazio: per “incarnarsi nell’eucaristia, Gesù ha scelto pane e vino, Il pane: alimento base oggi sempre più disprezzato nei paesi ricchi (che, guarda a caso, stanno perdendo la fede) e sempre più desiderato, da chi ha fame. E poi il vino: questo non è un alimento necessario ma è l’elemento che, usato bene, crea la gioia, la familiarità, la serenità, che libera dall’austerità e che dà spazio alla fantasia. Nella comunione ti ringrazio anche per questo.

 

 

LUNEDI' 22  GIUGNO

"Togli prima la trave dal tuo occhio..." (Mt. 7,5)

 

Nella nostra vita tutti dovremmo imparare a fare i falegnami perché tutti abbiamo grossi travi da togliere, trasportare, sminuzzare. La tentazione di guardarci attorno per vedere “i peccati degli altri”, per stabilire delle differenze, dei confronti, per nascondere con quelle degli altri le nostre mancanze c'é sempre. Ricordo un episodio gustoso che poi in modi diversi si è ripetuto più volte nella mia vita da prete.

Una signora aveva chiesto di confessarsi e cominciò così: “lo peccati non ne ho però mia nuora... e mio marito.., e le vicine di casa...” La lasciai parlare e poi un po’ sorridendo ma decisamente le dissi: “Bene Signora: adesso diciamo insieme una preghiera per queste persone poi lei tornando a casa dica loro: mi sono confessata per voi e il prete mi manda l’assoluzione per voi, In quanto a lei, mi raccomando, faccia qualche peccato o ne scopra qualcuno di quelli che ha e poi venga a confessarsi così potrò dare anche a lei l’assoluzione”.

 

 

MARTEDI' 23  GIUGNO

“L’amore di Cristo sospinge”. (2Cor 5,14)

 

 Una delle esperienze più brutte e quella di incontrare delle persone dal cuore duro, incapaci di qualsiasi sentimento; persone. in cui il freddo ragionamento prende il sopravvento su qualsiasi altro tipo di rapporto. Per fortuna sono poche, o anche quelle che sembrano tali hanno delle falle in cui in certi momenti riesci a renderti conto che dietro quel muro di perbenismo e di ghiaccio c’è qualcosa! I santi quelli veri (e non quelli raccontati da certa agiografia che volendo esaltarli rischia di farli sembrare degli extraterrestri) sono tutte persone che amano, sono dei passionali, sono delle persone che in certe occasioni si comportano da insensati pur di realizzare quello che hanno in mente, sono persone che soffrono con gli altri, che spesso per amore sbagliano, eccedono... Qual'è la molla che li spinge? i santi sono degli innamorati del prossimo ma soprattutto di Dio e sanno soprattutto una cosa: anche Dio, fornace d’amore, è innamorato di loro!

 

 

MERCOLEDI' 24  GIUGNO  -  Natività di S. Giovanni Battista

"Il Signore fin dal grembo materno ha pronunciato il mio nome". (Is. 49,1)

 

Per un bambino il nome e qualcosa di molto più importante che una semplice parola: il nome è la sua identità: se vuoi fare un dispetto ad un bimbo storpiagli il nome: resterà offeso. Dio ti conosce da sempre: conosce la tua identità, la tua persona, il tuo essere negli angoli più remoti. Non ti lascia mai solo: è il Padre che rivela a sua volta se stesso: si fa conoscere attraverso la storia, attraverso suo Figlio, attraverso la vita. Tu se vuoi puoi allontanarti da Lui quando pensi stupidamente di “arrangiarti da solo”. Egli ti lascerà fare ciò che vuoi, perché rispetta la tua libertà, ma il tuo nome sarà ancora sulle sue labbra se tu intraprenderai la via del ritorno e tra le braccia della sua misericordia lo sentirai pronunciare con la certezza che “i vostri nomi sono scritti nei cieli”.

 

 

GIOVEDI' 25  GIUGNO

"Chi governa sia tra voi come colui che serve". (Lc. 22,26)

 

Sembra proprio che il Signore ci prenda gusto a “girare le frittate”. Il mondo dice: “Beato te se hai tanti soldi!” Gesù replica: “Beato te se sei povero”. Il mondo proclama: “Guadagnati la stima di tutti” e Gesù: “Sarai fortunato se nel mio nome sarai disprezzato”. Ancora ti viene insegnato che il mondo è dei furbi, che il potere da gioia e Gesù ci spara: “Chi ha potere deve essere l’ultimo, il servitore di tutti”. E’ inutile, noi abbiamo cercato in tanti modi di addomesticare, addolcire il Vangelo e Gesù: non e cosi. Gesù è intransigente, la sua via non è larga e comoda, ma stretta ed impervia; la porta del suo regno è piccola; bisogna bussare, chiedere, diventare piccoli, farsi servi. Oltretutto non si può neppure dire al Signore: “Bravo, fai presto a dirlo tu che sei là seduto nella tua eternità beata”. Gesù ci ha proprio dato l’esempio: “Non c’è amore più grande di chi dà la vita per i propri amici” e la croce ce ne dà testimonianza.

 

 

VENERDI' 26 GIUGNO  -  Solennità del Sacratissimo Cuore

"Imparate da me che sono mite ed umile di cuore". (Mt. 11,29)

 

L’uomo da sempre ha scelto il cuore come segno dell’amore. Il cuore, in sé, è un organo come gli altri, seppur importantissimo. Ma Dio incarnandosi in Gesù, assume in tutto il nostro linguaggio, e allora ecco il Cuore di Gesù “mite ed umile” ecco Dio che ci ama con tutto il cuore, ecco il cuore di Gesù trafitto da un colpo di lancia che resta aperto per accogliere i nostri cuori. Ti ringrazio, o Signore, di aver preso anche tu un cuore umano, di aver provato nel tuo cuore che cosa vuol dire amare, separarsi, soffrire, vedersi traditi, sapersi amati; un cuore che ha scelto, prediletto, perdonato. Quel tuo cuore umano , anche se è un semplice muscolo, per me è comprensione, vicinanza, condivisione, saper di essere accolti, sapersi amati con calore, con passione, con gioia e diventa anche forza, pulsazione nelle incapacità di amare, nelle mancanze di perdono, nelle freddezze che a volte accompagnano il mio cuore.

 

 

SABATO 27  GIUGNO  -  Cuore Immacolato di Maria

"Maria serbava tutte queste cose nel suo cuore". (Lc. 2,51)

 

Nel tempo in cui, correndo, dimentichiamo in fretta o affidiamo la nostra memoria a computer mi sembra bello pensare al cuore di Maria che stupita davanti ai misteri che Dio opera in Lei tace e conserva nel suo cuore. Questo conservare non è solo “mettere in memoria” è un meditare, un pregare, un affidarsi continuo a Dio attraverso gli avvenimenti. Maria non è una sprovveduta, vive i fatti straordinari della sua vita, ne è partecipe, interviene ma è anche umile, prega la vita, medita il mistero senza presunzione ma con amore accorto e attento. Maria mi aiuta a chiedermi: vivo la mia vita o è la mia vita a vivere me? I fatti belli o meno belli, quelli semplici o misteriosi diventano confronto con la Parola di Dio? Diventano atto di fiducia? Diventano

preghiera?

 

 

DOMENICA 28  GIUGNO

"Chi accoglie voi, accoglie me e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato". (Mt. 10,40)

 

Sembra quasi che Gesù giochi a mimetizzarsi: negli apostoli, nei piccoli, in chi ti chiede un bicchier d’acqua, nel povero... E’ perché Gesù vuol stare con noi, in noi. La religione che ci insegna non è quella di un dio lontano comprabile a base di preghiere, offerte, candele ma quella di un “Dio totalmente altro ma quotidiano”. Io non comprenderò totalmente Dio, ma posso comunicare (cioè: fare comunione) con Lui in ogni  momento e non solo nel pane della Messa o nei Sacramenti ma nelle persone, nel quotidiano, in chi tutte le mattine si pigia sul pullman, in chi ha l’aspetto di un amico e in chi è brutto, sfigurato, bisognoso; nel prete che ti parla dall’altare come nello zingaro sporco e forse ladruncolo che sta alla porta della chiesa. Quante Comunioni possiamo fare ogni giorno!

 

 

LUNEDI' 29 GIUGNO  -  SOLENNITA’ DI S. PIETRO E PAOLO

"Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la mia fede". (2Tim.4,7)

 

Quando, seminarista, ascoltavo la lettura delle lettere di San Paolo, mi sembrava che questo apostolo fosse un po’ “cissato”, un po’ troppo pieno di sé. Questa frase della lettera che S. Paolo scrive a Timoteo essendo ormai in prossimità di essere ucciso per la sua fede ci dà la vera misura di questa persona. La sua vita è stata una meravigliosa avventura tutta per Dio. Prima per difendere l’ortodossia dell'Ebraismo, poi accecato dalla luce di Cristo per diventare suo testimone in mezzo a mille peripezie, lotte, prove, fughe, accuse, contestazioni di cristiani. S. Paolo sa di aver giocato tutto su Dio, di aver corso per Cristo: di questo non si fa un monumento, sa che è Dio che lo ha guidato, lo Spirito Santo che lo ha spinto, l’amore di Cristo che lo ha infiammato; l’unica cosa di cui si vanta è molto umile: ho conservato la fede. Signore, quando finirà anch’io la mia vita, fa che, grazie a te, possa dire altrettanto.

 

 

MARTEDI' 30  GIUGNO

"Il Signore fece piovere sopra Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco". (Gn. 19,24)

 

I moderni apocalittici cristiani o pseudo tali, invocano queste piogge di fuoco sulle città della perdizione, minacciano, quasi ne fossero informati privatamente, fiamme e fuoco, guerre e pestilenze e ogni occasione è buona; l’ultima: l’AlDS è il flagello di Dio. Mi sono sempre trovato in difficoltà davanti a tali profeti di sventura: senza nulla togliere all’Antico Testamento mi pare che Gesù davanti a quei contadini che volevano estirpare la zizzania dice: “Lasciate che cresca; alla mietitura si dividerà il grano dalla zizzania.” Certo non è facile crescere con il male; la tentazione è forte; qualche volta anche il buon grano rischia di danneggiarsi, di diventare zizzania. Allora per risolvere il problema del male non invochiamo il fuoco di Dio (chissà che un po’ di bruciature non dovremo prendercele anche noi), ma con l’aiuto di Dio, vivendo in questa realtà difficile, combattiamo la nostra .

     
     
 

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