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IL MOMENTO DELLA CATECHESI: IO CREDO  35

 

 

I NOMI USATI PER L’EUCARISTIA

 

 

EUCARISTIA

Dal greco significa “rendere grazie” cioè ringraziare. Questo termine ricorda le benedizioni Ebraiche che soprattutto durante il pasto esaltavano le opere di Dio. Un cuore ingrato non bada a ciò che riceve, un cuore pieno di gratitudine invece gioisce ricevendo un dono e sa ringraziare. Nell’Eucaristia noi ringraziamo il Padre, attraverso il suo Spirito per la creazione, per noi, per i doni ricevuti ma soprattutto per il suo Figlio che ci ha fatto passare dal peccato alla grazia, dalla morte alla risurrezione. Il grazie più grande è Gesù stesso che si offre con noi e per noi.

 

 

CENA DEL SIGNORE

perché si tratta della Cena che il Signore ha consumato con i suoi discepoli la vigilia della Passione ed è anche anticipazione del banchetto finale al quale siamo invitati per l’eternità.

 

 

FRAZIONE DEL PANE

perché questo rito di spezzare e distribuire il pane era tipico della cena Ebraica che Gesù ha utilizzato nell’ultima Cena per donarci se stesso. I primi cristiani amavano chiamare così le loro assemblee liturgiche perché avevano ben presente che solo spezzando il pane si viveva il comandamento del Signore e perché condividendo il dono si entra in comunione con Lui diventando un solo corpo.

 

 

ASSEMBLEA EUCARISTICA

in quanto l’Eucaristia viene celebrata nell’assemblea dei fedeli, espressione visibile della Chiesa.

 

 

MEMORIALE DELLA PASSIONE E DELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

perché è la viva memoria di quanto Gesù ha fatto per la nostra salvezza.

 

 

COMUNIONE

perché mediante questo sacramento ci uniamo a Cristo il quale ci rende partecipi del suo Corpo e del suo Sangue per formare un solo corpo.

 

 

SANTA MESSA

perché la Liturgia, nella quale si è compiuto il mistero della salvezza, si conclude con l’invio dei fedeli (= missio) affinché compiano la volontà di Dio nella loro vita quotidiana.

 

Come mai per i cristiani è importante la Messa della domenica?

La domenica è per i cristiani il giorno della risurrezione di Cristo. L’Eucaristia è proprio celebrare la Passione, la Morte e la Risurrezione di Cristo che portano a noi la salvezza da Lui meritata. Pasqua significa proprio “passaggio”: i giudei celebravano l’uscita dall’Egitto verso la terra promessa; i cristiani celebrano il passaggio di Cristo da questo mondo al Padre. Questo cammino aperto da Gesù inaugura il cammino di tutta l’umanità.

 

Con quali disposizioni dobbiamo ricevere il corpo del Signore?

Comunicarsi con Cristo significa anzitutto riconoscere che Egli è “l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo”. E’ un solenne atto di fede, riferendosi al quale San Paolo usa parole molto decise: “Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore. Ciascuno pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il Corpo e il Sangue del Signore, mangia e beve la propria condanna (1Cor. 11,27-29). Mangiare il pane del Signore indegnamente vuoi dire offendere la grazia del Battesimo in forza della quale siamo diventati figli di Dio e fedeli del Signore. Quando facciamo la Comunione con indifferenza o senza essere riconciliati con il Padre dopo aver commesso un peccato grave, o senza nessuna intenzione di vivere in comunione con Gesù, manchiamo di dignità e offendiamo il grande segno di amore che Gesù ci ha lasciato.

 

Quali sono i frutti della Comunione?

Seguendo la traccia del Nuovo Catechismo universale possiamo dire:

1)  La Comunione accresce la nostra unione a Cristo. Gesù ci ha detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui” (Gv. 6,56).

2) La Comunione ci separa dal peccato. Il corpo di Cristo che riceviamo nella Comunione è “dato per noi”, il sangue di Cristo e sparso per la remissione dei peccati”. Perciò l’Eucaristia non può unirci a Cristo senza purificarci dai peccati commessi e preservarci da quelli futuri in quanto più partecipiamo alla vita di Cristo e progrediamo nella sua amicizia, tanto più ci resta difficile separarci da Lui con il peccato.

3) L’Eucaristia fa la Chiesa: “Il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il Corpo di Cristo? Poiché c’è un solo, pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane” (1Cor. 10,16-17). Ogni volta che ci comunichiamo con il Corpo di Cristo, facciamo anche comunione con i fratelli perché il pane spezzato e condiviso, consolida l’unità nell’amore. L’Eucaristia è “simbolo di unità”, “legame d’amore”, è “Gesù Cristo pane spezzato per un mondo nuovo, è sacramento di condivisione e di piena vita cristiana. San Agostino, distribuendo la Comunione diceva: “Diventa ciò che ricevi: il Corpo di Cristo”. A questo invito impegnativo noi rispondiamo con fede: “Amen”. L’Eucaristia dona forza e gioia a noi poveri e, vissuta in profondità, porta i suoi frutti nella vita quotidiana. Come S. Paolo dovremmo arrivare poco per volta, anche noi a dire: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!” (Gal. 2,20).

 

Quando è bene ricevere l’Eucaristia?

Una celebrazione Eucaristica senza comunione è monca. E’ quindi bene comunicarsi quando si partecipa alla Messa, eccetto quando non si sia in comunione con il Signore o quando non si voglia per lo meno cercare di esserlo.

 

Si può fare la Comunione più volte al giorno?

Attenzione a non banalizzare l’Eucaristia o a non ridurla ad una forma di devozione esagerata. Per cui la Chiesa, saggiamente ci dice di fare la Comunione una sola volta al giorno. Si può ricevere più di una volta solo in casi particolari (ad esempio partecipando ad una sepoltura, ad un matrimonio o ad un momento particolare della vita della comunità).

     
     
 

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