IL
MOMENTO DELLA CATECHESI: IO CREDO 32
CREDO
LA CHIESA, UNA, SANTA, CATTOLICA, APOSTOLICA 4
I credenti accettano la Chiesa con fede senza peraltro nascondersi le sue debolezze e le sue ombre. Ai loro occhi la Chiesa è santa, ma gli uomini che la compongono sono dei peccatori: dei peccatori che cercano di lasciarsi convertire da Gesù e dal suo messaggio.
Perché un cristiano accetta, nella fede di far parte della Chiesa?
1° Convinzione:
NON
E’ POSSIBILE ESSERE CRISTIANI SENZA LA CHIESA.
Non è difficile persuadersi che se non ci fosse stata e non esistesse attualmente la Chiesa, noi non sapremmo quasi nulla di Gesù Cristo, non saremmo dei credenti in Lui e quindi non saremmo neppure dei cristiani. Ci possiamo anche domandare: che ne sarebbe stato e che ne sarebbe oggi di Gesù Cristo senza la Chiesa? Alcuni dei nostri contemporanei hanno trovato la formula che fa loro comodo: Gesù sì, la Chiesa no. Ma qual è effettivamente il Cristo che dicono di accettare? E’ il Cristo dei Vangeli, di San Paolo, della bi millenaria tradizione della Chiesa con i suoi concili e la sua preghiera, oppure un Cristo costruito su misura dei propri bisogni, e talora della propria mediocrità? Romano Penna dice: “Una cosa è certa: disgiunto Cristo dalla Chiesa, se ne può fare quello che si vuole”.
2° Convinzione:
E’
LO STESSO GESU’ CHE HA SCELTO QUESTA STRADA ED HA VOLUTO LA CHIESA.
Non
basta ammirare Gesù. Non è neppure sufficiente professarsi suoi seguaci.
Bisogna anche accettare ciò che Gesù ha voluto e proposto ai suoi discepoli.
Ma Gesù ha voluto la Chiesa?
CREDERE
ED AMARE QUESTA CHIESA.
I
cristiani che vogliono essere discepoli di Gesù sino in fondo, accettano come
un dono e credono la Chiesa. Questa loro fede li aiuta a distinguere fra ciò
che, nella Chiesa, è voluto da Gesù Cristo e dal suo Spirito, e ciò che
invece è frutto degli uomini. Ciò
che è voluto da Cristo (la sua parola, i sacramenti, ecc.) è santo, mentre ciò
che evoluto dagli uomini porta non solo le tracce della finitezza, ma talora
anche quelle del peccato. Un cristiano non si scandalizza, anche se soffre, per
le deficienze della Chiesa. Egli cerca di porvi rimedio con la preghiera, la
correzione fraterna, con la critica costruttiva, con la testimonianza della sua
vita. Ma soprattutto si sforza di scorgere sempre nella Chiesa, anche in mezzo a
molteplici limiti e lacune umane, la presenza di Cristo e del suo Spirito. Don
Milani non fu certo tenero con la Chiesa. E tuttavia credette la Chiesa, come
attestano queste sue parole: “Non mi ribellerò mai alla Chiesa perché ho
spesso bisogno del perdono dei miei peccati e non saprei da chi altri andare a
cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa”. Mons. Bettazzi ha rivolto ai
giovani questo invito: “Se la Chiesa non ti piace, non darti per vinto... Se
voi giovani trovate la Chiesa antiquata, è proprio perché voi la lasciate”.
Le parabole del lievito e del granello di senape, mettono in chiaro risalto il
paradosso della Chiesa debole sulla terra e nella storia, grande per la maturità
“celeste” verso la quale tende e che in germe contiene. La parabola della
rete e quella della zizzania, insistendo sulla coesistenza di buoni e cattivi
nella medesima Chiesa, si oppongono al sogno impossibile di una Chiesa formata
solo di eletti, santi, senza peccato.