IL
MOMENTO DELLA CATECHESI: IO CREDO
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IL
SENSO DELLA VITA
Nella
precedente catechesi ci siamo riproposti la domanda:
“A
che scopo siamo sulla terra?”. Proviamo a vedere alcune “risposte
provvisorie”.
LA
SCIENZA
Molti
aspettano una risposta alle loro domande dalle scienze moderne.
Le
scienze hanno fatto passi enormi in questi ultimi tempi ed hanno contribuito a
risolvere molte questioni circa le quali i secoli precedenti possedevano
risposte imperfette o nessuna risposta. Questo maggior sapere, con l’aiuto
della tecnica moderna ha reso la vita umana più piacevole e facile che non in
tempi antichi. I vantaggi del progresso sono indiscussi. Ma noi osserviamo
sempre di più anche il rovescio della medaglia del progresso. La scienza e la
tecnica ci aiutano non solo a risolvere problemi, ma creano nel contempo
problemi nuovi: distruzione dell’ambiente umano, impoverimento e
spersonalizzazione dei rapporti umani, tempi rapidi che levano sempre più il
respiro e, in tal modo super affaticamento fisico e psichico. Il progresso è
ambivalente. Allarga non soltanto le possibilità del bene, ma offre possibilità
nuove di distruzione fino alla possibilità di sopprimere ogni vita sulla terra.
LE
IDEOLOGIE
Le
ideologie mirano a trasmettere all’uomo una interpretazione complessiva della
realtà. Corrispondono quindi al bisogno che l’uomo ha di comprendere se
stesso e il mondo e fanno derivare ogni cosa da un solo principio o dalla
materia o dallo spirito. Ma anche queste pur indicando delle risposte
importanti, ciascuna nel suo settore, non riescono a dare da sole una risposta
definitiva al nostro problema.
FINITEZZA
E GRANDEZZA DELL’UOMO
Davanti
a tutti questi interrogativi e a queste risposte che risposte non sono, l’uomo
fa l’esperienza della propria finitezza. Non arriviamo mai alla fine di tutte
le nostre domande. Ogni risposta apre nuove domande. Dobbiamo di continuo
adeguare le nostre conoscenze. il nostro non sapere è ogni volta più grande
del nostro sapere.
ESISTE
DIO ?
Molti
credono in Dio. Ma hanno ragione? Secondo una recente statistica, il 92,2% degli
italiani dichiara di credere all’esistenza di Dio; il 5,3% dichiara di
dubitarne; il 2,5% la negano esplicitamente.
C’è chi crede vagamente che esista una forza e una finalità aldilà
dell’universo. Ci deve pur essere
un Qualcuno o qualcosa che ha dato un inizio, che ha ‘caricato’ l’universo
ed ora lascia che si scarichi.
C’è chi crede che esista una specie di forza vitale che fa muovere ogni cosa:
un respiro profondo e un battito di cuore potente che sostiene il cosmo.
E
ALLORA, CHE COSA POSSIAMO CREDERE?
Di
fatto è impossibile dimostrare con un argomento serrato che Dio esiste. Se ci
fosse una dimostrazione del genere, sarebbe stata scoperta da tempo e nessuno
potrebbe avere il minimo dubbio! Ma, se non c’è questo tipo di dimostrazione
dell’esistenza di un Dio onnipotente, personale e tutto amore, ci sono molti
indizi che orientano in questo senso. Ecco alcuni:
Molti
astronomi oggi accettano la teoria secondo cui l’uni verso ha avuto inizio per
creazione. Esso venne all’esistenza nell’enorme esplosione di una massa
incandescente 15 o 20 miliardi di anni fa. E’ la teoria del “big bang”
(grande esplosione). Ora, se c’è stato un inizio, ci deve essere stato un
iniziatore. La Bibbia comincia proprio con queste parole: “In principio Dio
creò il cielo e la terra”.
L’universo presenta un’armonia maestosa e una varietà sorprendente. Nel nostro pianeta la vita sta cambiando ed evolvendosi continuamente. Ora, se c’è un progetto, ci deve essere un progettista. La vita dotata di intelligenza è giunta relativamente “presto” nella storia dell’universo, I pareri circa il suo formarsi sono vari e discordi: “Come un’esplosione in una tipografia che desse origine alla Divina Commedia”! A meno, naturalmente che ciò sia stato voluto da qualcuno... Il nostro mondo è stato costruito in modelli standardizzati. Il mondo animale è guidato dall’istinto, mentre gli esseri umani godono di una libera volontà e sono guidati dalla coscienza. Perché apprezziamo la bontà e la verità? Come valutiamo l’amore? Anche coloro che non hanno mai conosciuto che cosa sia amare, o essere amati, capiscono che manca loro qualcosa.