2 NOVEMBRE - COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
Antifona d'ingresso
Gesù è morto ed è risorto; così anche quelli che sono morti in Gesù Dio li radunerà insieme con lui. E come tutti muoiono i Adamo, così tutti in Cristo riavranno la vita.
Colletta
Ascolta, o Dio, la preghiera che la comunità dei credenti innalza a te nella fede del Signore risorto, e conferma in noi la beata speranza che insieme ai nostri fratelli defunti risorgeremo in Cristo a vita nuova. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te...
1^ Lettura Is 25, 6.7-9
Dal libro del profeta Isaia
In quel giorno, il Signore degli eserciti preparerà su questo monte un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poiché il Signore ha parlato. E si dirà in quel giorno: "Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza". Parola di Dio
Salmo 24 "Chi spera in te, Signore, non resta deluso"
Ricordati, Signore, del tuo amore, della tua fedeltà che è da sempre.
Ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. R
Allevia le angosce del mio cuore, liberami dagli affanni.
Vedi la mia miseria e la mia pena e perdona tutti i miei peccati. R
Proteggimi, dammi salvezza;al tuo riparo io non sia deluso.
Mi proteggano integrità e rettitudine, perché in te ho sperato. R
2^ Lettura Rm 8, 14-23
Dalla lettera ai Romani
Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. Io ritengo, infatti, che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi. La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla caducità non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha sottomessa e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Parola di Dio
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Questa è la volontà del Padre mio, che chiunque crede nel Figlio abbia vita eterna
e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Alleluia.
Vangelo Mt 25, 31-46
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna". Parola del Signore
RIFLESSIONE
La celebrazione di oggi, sotto un certo aspetto è il giusto proseguimento della festa di ieri. Ieri infatti pensavamo a quella schiera innumerevole di fratelli e sorelle che avendo lasciato a Dio lo spazio di manifestare in mille modi diversi la sua santità in loro mentre erano in vita, ora, in Paradiso godono della piena comunione con Lui. Oggi invece il nostro pensiero si rivolge a persone più vicine a noi, persone che abbiamo conosciuto, con le quali abbiamo condiviso un tratto di cammino nella nostra vita, ancor di più persone con le quali eravamo legate da affetto anche profondo e di cui sentiamo con tristezza la mancanza fisica. Ma il ricordo di noi cristiani non può essere solo il ricordo mesto di chi piange davanti all’ineluttabile, di chi vede nella morte la parola definitiva della vita: noi, per i nostri fratelli defunti speriamo il paradiso dei santi perché grazie alla risurrezione di Gesù crediamo che la vita continui dopo la morte, e continui in modo pieno e totale. Davanti alla morte gli uomini da sempre hanno avuto atteggiamenti completamente diversi, da chi l’ha considerata l’unica cosa giusta perché davanti ad essa siamo tutti uguali poveri e ricchi, potenti e umili, a chi la vede come la beffa contro la vita, la speranza, l’agire dell’uomo, a chi cerca di prenderla in giro (pensate anche solo a quella stupidaggine della notte di Hallowey) a chi cerca in tutti i modi di nascondersela perché ha paura, a chi la vede come colei che smaschera tutte le imposture della vita, a chi pensa sia solo un passaggio per altre forme di vita… Noi cristiani, ogni domenica nel “Credo”, diciamo: “Credo la risurrezione dei morti”. Per noi cristiani la morte è sì un qualcosa che ci intimorisce soprattutto per il carico di sofferenza sia fisica che morale che comporta davanti al quale nessuno può essere indifferente, ma non è l’ultima parola del nostro vivere, per noi c’è qualcuno che è passato attraverso la morte e che è tornato vivo in mezzo a noi a testimoniarci una vita che non finisce, e questo qualcuno non è un ‘guru’, una persona sospettabile di trucchi e di magia, ma nientemeno che il Figlio di Dio per cui noi cristiani possiamo dire con chiarezza che per noi la morte è la nostra Pasqua: il passaggio che ci apre le porte dell’eternità, il nostro battesimo definitivo che ci identifica con il Cristo. In fondo per noi la morte è sì un salto nel buio ma anche un salto tra le braccia del Padre. Forse ricordate tutti quel raccontino che ci parlava di un bambino che, abitando al piano rialzato di una casa, a causa di un incendio scoppiato nella sua stanzetta si era rifugiato sul balcone in mezzo a una nuvola di fumo che gli impediva di vedere. Il papa del bambino dalla strada gli gridava: “Salta l’inferriata e buttati giù”, ma il bambino gli rispondeva: “Papà ti sento, ma non ti vedo ed ho paura” E il papà gli rispondeva: “Non importa che tu non mi vedi, basta che ti veda io, Buttati, ci saranno le mie braccia a prenderti”. La nostra morte dovrebbe essere proprio un po’ così, un sapere che al di là delle sofferenze, della separazione dalle persone care, del fumo e del buio del mistero in cui siamo avvolti, ci sono le braccia del Do della vita ad accoglierci. E allora anche il giudizio finale di cui attraverso una immagine abbiamo sentito parlare nel Vangelo ci deve rendere vigilanti, ma non ci atterrisce, perché il giudice della nostra vita non ci “tirerà dei brutti scherzi”, non godrà nel condannarci a chissà quali pene dantesche che qualche volta hanno fatto di Dio un sadico che ci gode della sofferenza altrui. No, il giudice sarà Cristo, ma il giudizio lo abbiamo già fatto noi, Lui ratificherà semplicemente le nostre scelte di vita: se avremo scelto Lui, se avremo cercato di operare secondo quanto Cristo ci ha insegnato, cioè l’amore resteremo per sempre nell’amore, se non avremmo voluto saperne di Lui e dei suoi insegnamenti, se abbiamo scelto di vivere lontani dal suo amore, Lui con dispiacere accetterà la nostra scelta. Dunque, per noi cristiani non è la morte che ci aspetta ma la vita, la vita che ci è data oggi sulla terra, attraverso la quale ci prepariamo alla vita eterna. Quale deve essere allora il nostro rapporto con i defunti? Prima di tutto dobbiamo pensarli come dei vivi in Dio. E’ vero che sulla terra noi abbiamo tutti i segni della loro morte, è vero che in quelle tombe sulle quali noi ci rechiamo in questi giorni a deporre un fiore con riconoscenza e rammarico ci sono dei corpi che stanno sfacendosi, è vero che noi sensibilmente non possiamo più entrare in contatto con loro, ma essi sono vivi, oserei dire più vivi di noi. Non sono fantasmi per spaventarci, sono amici che ci vedono in Dio e in Dio possono avere un rapporto vero con noi. Pensate, essi, in Dio ci conoscono, quindi conoscono davvero i nostri sentimenti, senza maschere, ma conoscono anche con l’amore misericordioso di Dio non per giudicarci ma per amarci. Mentre noi spesso non sappiamo quale sia il nostro vero bene e anche nella preghiera spesso non chiediamo le cose più giuste, essi invece lo sanno e intercedono per noi. Quell’affetto che ci legava in vita e che la morte sembra aver spezzato è invece ancora più forte: essi, per amor nostro, chiedono a Dio ciò che maggiormente può aiutarci a realizzare il senso del cammino della vita terrena per giungere al compimento anche per noi nella vita eterna. Dunque tra noi e loro è solo cambiato il modo di rapporto, ma il rapporto può esserci ed anche più intenso di prima. Noi possiamo pregare per loro, affidarli alla misericordia di Dio che copra le fragilità umane che essi possono aver avuto (ecco il vero senso della preghiera di suffragio), noi possiamo ricordare e far rivivere in noi e attorno a noi i valori positivi che essi ci hanno lasciato e testimoniato, noi possiamo continuare a coinvolgerli nelle scelte della nostra vita chiedendo la loro protezione, il loro aiuto, il loro consiglio (che qualche volta è anche solo il ricordare quanto già ci dicevano da vivi) ed essi certamente non ci lasciano soli, ci portano nella loro comunione con il Signore. Io credo che il nostro migliore modo di essere in comunione con tutti i nostri fratelli defunti sia quando facciamo la Comunione Eucaristica. Gesù ci ha lasciato se stesso nel pane eucaristico dicendoci: “Fate questo in memoria di me”, e noi facciamo memoria della sua morte e risurrezione, ma proprio grazie a questa morte e risurrezione i nostri fratelli sono nella vita e godono della misericordia del Salvatore, dunque quando noi siamo in Comunione con Gesù, lì ci sono anche tutti i santi, tutti i defunti e allora davvero la nostra preghiera diventa comune, corale per cantare ora e sempre al Dio della vita e non al Dio della morte.
Sulle offerte
Accetta,, o Padre, i doni che ti offriamo in questo sacramento di amore che tutti unisce in Cristo tuo Figlio, e accogli i nostri fratelli defunti nella gloria del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.
Dopo la Comunione
Abbiamo celebrato, Signore, il mistero pasquale, invocando la tua misericordia per i nostri fratelli defunti; dona loro di partecipare alla pasqua eterna nella tua dimora di luce e di pace. Per Cristo nostro Signore