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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

GIUGNO 2017

 

 

GIOVEDI’ 1 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giustino; San Caprasio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, BENEDICI TUTTI COLORO CHE MI AIUTANO NEL CAMMINO DI FEDE.

 

HANNO DETTO: Un mondo dominato dalla Forza è abominevole, ma un mondo dominato dal Numero è ignobile. (G. Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: La pace è per il mondo ciò che è il lievito per la pasta. (dal Talmud)

UN ANEDDOTO: Un giorno Abramo invitò a pranzo nella sua tenda un mendicante. Mentre dicevano la preghiera di ringraziamento, l'uomo cominciò a bestemmiare, dichiarando che il nome di Dio gli era insopportabile. Abramo, al colmo dell'indignazione, lo scacciò. Quella sera, mentre pregava, udì Dio che gli diceva: "Quest'uomo mi ha maledetto e svillaneggiato per cinquant'anni eppure gli ho dato da mangiare tutti i giorni. E tu non riesci a sopportarlo per un solo pasto?" (racconto Ebraico)

PAROLA DI DIO: At 22,30;23,6-11; Sal 15 (16); Gv 17,20-26

 

Vangelo   Gv 17,20-26

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». Parola del Signore

 

NON PREGO SOLO PER QUESTI, MA ANCHE PER QUELLI CHE CREDERANNO IN ME MEDIANTE LA LORO PAROLA

Se guardo a quel briciolo di fede che ho, scopro subito che non è cosa mia. Esso è dono di Dio prima di tutto, e poi si fonda sulla fede di tanti altri. Se non avessi avuto qualcuno che mi ha catechizzato, dei sacerdoti che mi hanno offerto la parola di Gesù, delle persone che mi hanno testimoniato la validità del credere, dei libri che mi hanno aiutato nella conoscenza, dei santi e dei martiri che mi hanno fatto vedere la bellezza di Dio, una natura che mi parla del Creatore. Oggi non solo dico grazie a Te o Dio per la tua immensa bontà nell' offrirmi te stesso ogni giorno ma gioisco e ti lodo con tutti i fratelli, quelli del passato e del presente che mi aiutano a fondare la fede, che mi sostengono nelle difficoltà, che mi danno la gioia di sentirmi con loro una cosa sola con Te.

 

 

VENERDI’ 2 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Marcellino e Pietro; Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI, SIGNORE, I NOSTRI ANZIANI.

 

HANNO DETTO: Noi non abbiamo che due o tre volte nella vita l'occasione di essere eroi, ma ad ogni istante quella di essere fedeli al nostro dovere. (Renè Bazin)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli anni possono riempire la pelle di rughe ma la mancanza di entusiasmo avvizzisce l'animo.

UN ANEDDOTO: Una volta alcuni degli anziani si trovavano a Scete, nella Tebaide, e c'era con loro l'abate Giovanni il Nano. Mentre pranzavano, un prete, assai anziano, si alzò e si offrì di servirli. Ma nessuno volle accettare anche solo una tazza d'acqua da lui, tranne Giovanni il Nano. Gli altri ne furono scandalizzati e più tardi gli dissero: "Come mai ti sei sentito degno di farti servire da un sant'uomo come quello?" Egli rispose: "Be', quando offro agli altri un sorso d'acqua, sono contento se l'accettano. Volevate che rattristassi quel vecchio sottraendogli la gioia di donarmi qualcosa?"

PAROLA DI DIO: At 25,13-21; Sal 102 (103); Gv 21,15-19

 

Vangelo   Gv 21,15-19

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi». Parola del Signore

 

“QUANDO ERI PIÙ GIOVANE VESTIVI DA SOLO, E ANDAVI DOVE VOLEVI; MA QUANDO SARAI VECCHIO TENDERAI LE TUE MANI, E UN ALTRO TI VESTIRA' E TI PORTERA' DOVE TU NON VUOI”.

Gesù dice questa frase a Pietro per indicargli che avrebbe reso testimonianza con il martirio, ma questa frase è verità umana anche per noi. Nel pieno delle nostre forze noi facciamo progetti, organizziamo la nostra vita, pensiamo di essere padroni di noi, del nostro avvenire, basta poi un pensionamento, una malattia, qualche grosso problema che mina il nostro spirito o il nostro corpo per ritrovarci uomini ombra, impotenti, completamente in mano agli altri. Quante volte ci è capitato di vedere uomini e donne importanti, magari illustri medici, avvocati di grido, sacerdoti e vescovi, gente che ha avuto potere e onore, languire impotenti per mesi in stanze di ospedale, con il corpo devastato in attesa che l’infermiere, magari distratto o troppo preso da altro, venga a pulirli o a dare un po’ di conforto. Dovremmo pensarci adesso a queste cose e non solo per piangere sulla crudeltà della vita ma per vivere in altro modo, per scoprire quali siano veramente i valori della vita per cui vale la pena di correre, di impegnarci.

 

 

SABATO 3 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Carlo Lwanga e compagni, martiri dell’Uganda.

Una scheggia di preghiera:

 

CRISTO E' VIVO, OGGI E SEMPRE.

 

HANNO DETTO: Se uno spoglia chi è vestito si chiama ladro. E chi non veste l'ignudo, quando può farlo, merita forse un altro nome? (Basilio di Cesarea)

SAGGEZZA POPOLARE: Non è detto che chi non ride mai sia una persona seria.

UN ANEDDOTO: L'abate Anastasio possedeva un libro di pergamena finissima che valeva venti denari. Conteneva il Vecchio e il Nuovo Testamento completi. Una volta venne a fargli visita un certo monaco, il quale vide il libro e lo portò via. Quel giorno, quando Anastasio decise di leggere le Sacre Scritture, si accorse che il libro era sparito e capì subito che l'aveva preso il monaco. Ma preferì non denunciarlo, per timore che egli aggiungesse a quello del furto il peccato dello spergiuro. Il monaco intanto si era recato in città per vendere il libro. Chiedeva diciotto denari. L'acquirente disse: "Dammi il libro, in modo che io possa appurare se vale così tanto denaro". E portò il libro al santo Anastasio, dicendo: "Padre, gli dia un'occhiata e mi dica se ritiene che valga diciotto denari". Anastasio replicò: “Sì, è un libro molto bello e a quel prezzo un vero affare". Il compratore ritornò quindi dal monaco e gli disse: "Ecco il denaro. Ho mostrato il libro a Padre Anastasio ed egli ha dichiarato che vale diciotto denari". Il monaco era strabiliato. “E' tutto ciò che ha detto? Non ha aggiunto altro?" "No, non ha detto una parola di più". "Be', ho cambiato idea, non voglio più vendere il volume". Poi ritornò da Anastasio e lo scongiurò fra le lacrime di riprendersi il libro, ma Anastasio rispose gentilmente: "No, fratello, tienilo. Te lo regalo". Ma il monaco spiegò: "Se non lo riprendete, non avrò pace". E il monaco rimase con Anastasio fino alla fine dei suoi giorni.

PAROLA DI DIO: At 28.16-20.30-31; Sal 10 (11); Gv 21,20-25

 

Vangelo   Gv 21,20-25

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. Parola del Signore

 

“VI SONO MOLTE ALTRE COSE COMPIUTE DA GESU’ CHE SE FOSSERO SCRITTE UNA PER UNA, IL MONDO NON BASTEREBBE A CONTENERE I LIBRI CHE SI DOVREBBERO SCRIVERE".

Sembra quasi essere rammaricato S. Giovanni, concludendo il suo Vangelo, nel dirci che si potrebbe scrivere all’infinito su Gesù. Ma penso anche che queste sue parole volessero dire chiaramente che il vangelo continua. Gesù è con noi fino alla fine dei tempi. il Vangelo non è un libro scritto e finito ma è vivo oggi. Pensa: oggi con Gesù tu sei chiamato a scrivere una pagina di Vangelo; puoi annunciare la gioia di Cristo che salva, puoi manifestare il suo perdono, puoi compiere il miracolo della carità. Oggi sei tu la parola del Vangelo!

 

 

DOMENICA 4 GIUGNO: DOMENICA DI PENTECOSTE

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Caracciolo.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO SANTO RENDICI TUA STABILE DIMORA.

 

HANNO DETTO: Non essere nessuno per nessuno costituisce una delle più grandi sofferenze in assoluto. (S. Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: Niente pesa di più di una testa vuota.

UN ANEDDOTO: Al momento di dare un nome al primogenito, marito e moglie cominciarono a litigare. Lei voleva che si chiamasse come suo padre e lui come il suo. Alla fine andarono a chiedere consiglio al rabbino. "Come si chiamava tuo padre?", chiese il rabbino all'uomo. "Abijah"?. "E il tuo?", chiese alla moglie. "Abijah". "E allora che problema c'è?", esclamò il rabbino confuso. "Vede, rabbi", spiegò la donna, "mio padre era un erudito e il suo un ladro di cavalli. Come posso permettere che mio figlio si chiami come un uomo simile?" Il rabbino meditò a lungo sulla questione, che in verità era assai delicata. Non voleva che uno dei due pensasse di avere vinto e l'altro di avere perso, perciò alla fine disse: "Ecco che cosa vi consiglio di fare. Chiamate il bambino Abijah, poi aspettate a vedere se diventa un erudito o un ladro di cavalli e saprete da chi avrà preso il nome".

PAROLA DI DIO: At 2,1-11; Sal 103 (104); 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23

 

Vangelo  Gv 20, 19-23

Dal vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Parola del Signore

 

“RICEVETE LO SPIRITO SANTO. A COLORO A CUI PERDONERETE I PECCATI, SARANNO PERDONATI; A COLORO A CUI NON PERDONERETE, NON SARANNO PERDONATI.”

Ci vien dato in dono lo Spirito Santo, quello stesso Spirito che “ha fatto tutte le cose” nella creazione, che ha generato Gesù in Maria, che ha guidato il cammino di Gesù, lo Spirito che ha dato vita ad Adamo e lo ha fatto ad “immagine e somiglianza di Dio” e che oggi rigenera noi nella risurrezione di Cristo e ci rende perdonati e capaci di perdono. Mi sembra molto bello l'accostamento che fa San Giovanni: il dono dello Spirito insieme al dono del perdono: siamo davvero tempio dello Spirito, abbiamo la regalità dei figli di Dio per questo, guardando a Lui noi, di solito cattivi e vendicativi diventiamo come Lui, persone che perdonano.

 

 

LUNEDI’ 5 GIUGNO: IL TEMPO ORDINARIO RIPRENDE DALLA 9^ SETTIMANA

Tra i santi ricordati oggi: San Bonifacio, Vescovo e Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' TU NON CI PRENDI NULLA, MA CI DONI TUTTO.

 

HANNO DETTO: Coloro che sognano ad occhi aperti “vedono” mille cose che sfuggono a coloro che sognano solo quando dormono. (Edgar Allan Poe)

SAGGEZZA POPOLARE: Il barbiere può far bello solo il guscio del cervello.

UN ANEDDOTO: Non sempre teorie e filosofie corrispondono a verità reali: Una coppia non sapeva che cosa fare riguardo alla gelosia del figlio di tre anni nei confronti del fratellino appena nato. Trovarono un valido aiuto in un libro di psicologia infantile. Un giorno in cui il piccolo era particolarmente nervoso, la madre gli disse: "Prendi questo orsacchiotto e mostrami quello che provi verso il fratellino". Secondo il manuale, egli avrebbe dovuto picchiare e calpestare il pupazzo, invece l'afferrò per le gambe e, con aria beata, Si avvicinò al fratellino e glielo sbatté in testa.

PAROLA DI DIO: Tb 1,3;2,1b-8; Sal 111 (112); Mc 12,1-12

 

Vangelo   Mc 12, 1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!". Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; “questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?». E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono. Parola del Signore

 

"AVEVA ANCORA UNO, IL FIGLIO AMATO: LO INVIO' LORO PER ULTIMO DICENDO: AVRANNO RISPETTO PER MIO FIGLIO!".

Quanto siamo preziosi e importanti agli occhi di Dio! Ci vuole liberi di accettarlo o meno, ci affida il suo Regno, manda a noi tutti i suoi richiami e le sue grazie e alla fine manda il suo Figlio: Dio si fa povero di tutto, perfino di suo Figlio per dirci che ci ama!

L’uomo è importante!

Non tanto per le sue piccole conquiste: siamo un minuscolo puntino rispetto all’universo. Siamo importanti perché amati da Dio. Ma i doni si possono accogliere con gioia, accettare, godere, oppure li si può mandare indietro o neppure scartare, o addirittura buttare via. Gesù può essere accolto, snobbato, messo in croce. Il perdono può essere ricevuto con coscienza e riconoscenza oppure non desiderato o disprezzato. L’Eucaristia può crearci o la gioia di saperci commensali di Dio oppure diventare la noia di un dovere o essere trascurata. Quanto è meravigliosa e terribile la libertà!

E’ la nostra unica vera possibilità di rispondere a Dio e di essere figli di Dio, ma è anche la terribile possibilità di dirgli "non mi interessi" o "voglio fare a meno di te". E ognuno di noi, ogni giorno, con la propria vita esercita questa terribile o meravigliosa possibilità.

 

 

MARTEDI’ 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Norberto; Sant’Alessandro da Fiesole; Sant’Artemio.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, DEI TUOI DONI.

 

HANNO DETTO: Il mondo non ti deve nulla. C'era già prima di te. (Mark Twain)

SAGGEZZA POPOLARE: Tamburi e grancassa imbrogliano chi passa.

UN ANEDDOTO: A volte arzigogoliamo sulle parole quando la semplicità sarebbe la cosa migliore. Un direttore stava provando con l'orchestra e disse al suonatore di tromba: "Ritengo che questa parte esiga una interpretazione più wagneriana. Capisce che cosa intendo dire? Qualcosa di più deciso, per così dire, più incisivo, che abbia maggiore intensità e profondità e..." Il suonatore l'interruppe: "Vuole che suoni più forte, signore?" E al povero direttore non restò che dire: "Si, è questo che intendevo!"

PAROLA DI DIO: Tb 2,9-14; Sal 111 (112); Mc 12,13-17

 

Vangelo   Mc 12, 13-17

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui. Parola del Signore

 

“QUELLO CHE È DI CESARE RENDETELO A CESARE, E QUELLO CHE È DI DIO, A DIO”.

Di solito ci fermiamo a discutere sulla prima parte di questa risposta di Gesù chiedendoci quale tipo di obbedienza un cristiano debba alle forze civili, alla politica, alle tasse. Proviamo oggi, invece, a chiederci che cosa deve “rendere a Dio”. Posso pagare i miei “debiti” con Dio? Mi ha dato la vita, mi chiama all’eternità, mi ha dato suo Figlio Gesù con i suoi sacramenti di salvezza. Come posso rendergli questi doni? Impossibile pensare di poter ripagare una generosità tale! Anche tutte le buone opere, le sofferenze offerte, le preghiere sono una piccola cosa! Quel “rendere” allora non vorrà dire ‘accettare’?

Accettare la generosità di Dio, riconoscere la sua immensa bontà, vivere in rendimento di grazie, lasciare che l’opera di Dio operi in noi senza porvi ostacoli è il modo migliore di rendere a Dio i suoi doni.

 

 

MERCOLEDI’ 7 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Giannelli, Sant’Alderico.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TUTTI I NOSTRI MORTI TI LODIAMO, O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: La Chiesa deve andare in tutte le strade e in tutte le piazze, per chiamare gli uomini al centro della Festa. (H. Urs Von Balthasar)

SAGGEZZA POPOLARE: Una parola pronunciata con benevolenza induce alla fiducia.

UN ANEDDOTO: Un uomo stava preparando il dottorato in filosofia. La moglie si accorse di quanto egli prendesse sul serio gli studi solo nel giorno in cui gli chiese: "Perché mi ami così tanto?" Veloce come un lampo egli rispose: "Quando dici "così tanto", ti riferisci all'intensità, la profondità, la frequenza, la qualità o la durata?" Non è dissezionandone i petali che si coglie la bellezza della rosa.

PAROLA DI DIO: Tb 3,1-11a.16-17a; Sal 24 (25); Mc 12,18-27

 

Vangelo   Mc 12, 18-27

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, vennero da Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogavano dicendo: «Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che, se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano sette fratelli: il primo prese moglie, morì e non lasciò discendenza. Allora la prese il secondo e morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Alla fine, dopo tutti, morì anche la donna. Alla risurrezione, quando risorgeranno, di quale di loro sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Rispose loro Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture né la potenza di Dio? Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. Riguardo al fatto che i morti risorgono, non avete letto nel libro di Mosè, nel racconto del roveto, come Dio gli parlò dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è Dio dei morti, ma dei viventi! Voi siete in grave errore». Parola del Signore

 

“QUANDO RISUSCITERANNO DAI MORTI, INFATTI, NON PRENDERANNO MOGLIE NE’ MARITO, MA SARANNO COME ANGELI NEI CIELI”.

Più di una volta mi è capitato, dopo la lettura di questo brano di vangelo, di incontrare persone che con aria di vera tristezza venivano a dirmi: “Ma se in paradiso non ci saranno più marito ne moglie, che cosa ne sarà del nostro rapporto con i nostri cari?”

“Ho vissuto una vedovanza di circa vent’anni nella certezza della risurrezione dei morti e nella speranza un giorno di poter rivedere mio marito e adesso Gesù ci dice che saremo come angeli nel cielo: ma che cosa vuol dire?”

Bisogna capirlo bene questo brano di Vangelo. Innanzitutto Gesù risponde a dei sadducei che non credevano alla risurrezione dei morti e che erano andati da Lui con un caso estremo (la moglie dei sette fratelli che riesce a sotterrarli tutti prima di morire). Gesù dice: la risurrezione è certa perché Dio è il Dio della vita; la risurrezione non è la riedizione della vita corrente ma ogni cosa viene portata al suo completamento, al suo “massimo”; i rapporti rimangono ma non sono più inficiati, deturpati dall’egoismo e dal possesso sono invece espressi solo attraverso l’amore vero, quello di Dio per tutti e per ciascuno. Detto allora in termini più facilmente pratici: noi non solo ritroveremo i nostri cari, ma il nostro rapporto con loro sarà purificato da ogni forma di egoismo e li ameremo come li ama Dio. Non è meraviglioso?

 

 

GIOVEDI’ 8 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Amelia; Santa Calliope.

Una scheggia di preghiera:

 

IL CAMMINO E' DIFFICILE MA TU, GESU', CI ACCOMPAGNI.

 

HANNO DETTO: Se desideriamo farci santi, basta aprire gli occhi per vedere in tutto un dono del Padre. (Card. Anastasio Ballestrero)

SAGGEZZA POPOLARE: I finti devoti della moschea sono come gli uccelletti in gabbia; appena si apre la porta, volano via. (Detto Musulmano)

UN ANEDDOTO: C'è da fidarsi delle statistiche? Un gruppo di boscaioli lavorarono per sei mesi nella foresta e c'erano con loro due donne, che cucinavano e facevano il bucato. Al termine del periodo due degli uomini sposarono le due donne. Il giornale locale riportò la notizia che il due per cento degli uomini aveva sposato il cento per cento delle donne.

PAROLA DI DIO: Tb 6,10-11;7,1.9-17;8,4-9; Sal 127 (128); Mc 12,28b-34

 

Vangelo   Mc 12, 28b-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

“VEDENDO CHE AVEVA RISPOSTO SAGGIAMENTE, GESÙ DISSE ALLO SCRIBA: "NON SEI LONTANO DAL REGNO DI DIO".

Gli scribi di solito non fanno una bella figura nel Vangelo. Di solito sono persone piene di se stesse, della propria cultura, incapaci di novità, sempre pronti a giudicare dall’alto. Ma c’è questa eccezione. Lo scriba ha capito che il centro del Regno di Dio è l’amore di Dio e del prossimo. Una volta tanto uno scriba la pensa come Gesù. Gesù, allora gli dice che non è lontano dal Regno, non ne è ancora cittadino al cento per cento ma lo può diventare. Dovremmo sempre tener presente questo particolare, onde evitare pericolose illusioni. Mai ritenerci "dentro", definitivamente. Credere di tenere in tasca la cittadinanza e relativi diritti. Cristiano è soltanto uno che lo sta diventando. Che ha sempre ancora un passo da compiere. Fino all’ultimo giorno. E’ però anche convinto che cercando di imitare Gesù, presto arriverà a parlare e pensare come Lui.

 

 

VENERDI’ 9 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Efrem.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA ANCORA SIGNORE CHE IL TUO SERVO DESIDERA ASCOLTARTI.

 

HANNO DETTO: Per trovare il petrolio occorre molta pena e molto spirito; perché vogliamo trovare Dio con poco spirito e poca pena? (Madeleine Delbrel)

SAGGEZZA POPOLARE: I punti cardinali dell'egoista sono quattro: io,io,io,io.

UN ANEDDOTO: Le bugie sono sempre a proprio rischio e pericolo. In una cittadina era avvenuto un incidente d'auto. La vittima era circondata da una tale ressa di persone che un giornalista non riusciva ad avvicinarsi abbastanza per vederla. Gli venne allora un'idea. "Sono il padre della vittima!", gridò. "Per favore, fatemi passare". La folla gli fece largo ed egli poté arrivare al punto esatto in cui era avvenuto l'incidente, scoprendo, con grande imbarazzo, che la vittima era un asino.

PAROLA DI DIO: Tb 11,5-17; Sal 145 (146); Mc 12,35-37

 

Vangelo   Mc 12, 35-37

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:  “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?».  E la folla numerosa lo ascoltava volentieri. Parola del Signore

 

"E LA FOLLA NUMEROSA LO ASCOLTAVA VOLENTIERI".

Quand'è che la gente ascolta volentieri una persona?

I motivi possono essere diversi, ad esempio, quando si crea una sintonia tra chi parla e ascolta, quando chi parla usa termini e gestualità che davvero comunicano, quando chi ascolta vede in colui che parla la realizzazione dei suoi pensieri, quando le parole dette corrispondono alle scelte di vita di chi parla. Perché la gente ascoltava volentieri Gesù?

Perché era uno di loro, perché le sue non erano solo parole vuote ma accompagnate da gesti concreti di amore, perché richiamava l'essenza della loro fede e la liberava dalle pastoie della falsa religione, perché realizzava le aspirazioni dei poveri, perché usava con i semplici un linguaggio semplice, facilmente comprensibile. E oggi, noi andiamo ancora volentieri ad ascoltare Gesù?

Troviamo il tempo per leggere e rileggere i Vangeli?

Cerchiamo di riconoscere la realizzazione delle sue parole di liberazione e di speranza?

Diamo corpo con la nostra vita e con le nostre scelte alla sua carità e alla sua solidarietà con gli uomini?

Abbiamo la capacità di accorgerci che Lui anche oggi non ha smesso di parlare, anzi, che Lui ha, proprio oggi, delle parole che sono rivolte a me personalmente?

 

 

SABATO 10 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Asterio di Petra.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE TU MI SCRUTI E MI CONOSCI: ABBI PIETA' DI ME!

 

HANNO DETTO: Se la tua piramide non culmina in Dio non ha alcun senso. (Antoine de Saint Exupery)

SAGGEZZA POPOLARE: Non aspettatevi niente di originale da un eco.

UN ANEDDOTO: Un uomo insegnò al suo pappagallo alcune parole. Ad ogni domanda che gli rivolgeva, l'uccello rispondeva  sempre: E ne dubitate, forse? Un giorno l'uomo lo portò al mercato per venderlo. Un bramino, colpito dalla morbidezza delle piume e dalla vivacità dei loro colori, chiese al venditore quanto volesse. - Cento rupie - rispose l'uomo. Ma vali davvero cento rupie? - chiese il bramino al pappagallo. L'uccello, pronto, rispose: - E ne dubitate, forse?  Al bramino piacque la risposta e comprò la bestia. Tuttavia si accorse ben presto che l'animale, salvo poche parole che ripeteva a caso, non aveva altre abilità. Un giorno, persa la pazienza, il bramino esclamò: - Sono stato proprio sciocco a comprarti, non è vero? - E ne dubitate forse? - rispose pronto il pappagallo. Il bramino, ridendo, aprì la gabbia e lasciò libero l'uccello.

PAROLA DI DIO: Tb 12,1.5-15.20; Sal da Tb 13; Mc 12,38-44

 

Vangelo   Mc 12,38-44

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAGLI SCRIBI”.

Gesù non ce l'ha con gli scribi come gruppo religioso e sociale (tra l'altro ha appena lodato uno scriba onesto) ma bolla invece la vanità, l'ipocrisia e la cupidigia nell'uso della propria scienza e della propria religiosità. Vanità religiosa è sentirsi sicuri della propria fede al punto di ritenere la propria religiosità come unica e pavoneggiarsi e sentirsi superiori agli altri a causa della propria cultura religiosa, è infilare citazioni bibliche e documenti ecclesiali non per una onesta ricerca di verità ma per comprovare ideologie o movimenti propri; è usare il proprio ruolo non per servizio ma per autoaffermazione. Ipocrisia è apparire per qualcosa di più o di diverso da quello che si è, è ostentazione di perbenismo quando invece non si è così, è mascherare a se stessi o ad altri la propria realtà di ingiustizia e di cattiveria. Ipocrisia è anche quella sottile falsità che consiste nel farsi vedere deboli e peccatori perché chi ti ascolta possa dire che non è vero. Cupidigia è adorare il proprio io mascherandolo da Dio. "Guardatevi dagli scribi" significa allora: fate attenzione a questi tipi di persone perché non solo non vi danno niente di buono ma vi sono di intralcio, ma anche: guardatevi dall'essere o diventare voi "scribi" vanitosi, ipocriti, e pieni di cupidigia magari mascherati di falsa e affettata religiosità.

 

 

DOMENICA 11 GIUGNO: SANTISSIMA TRINITA’ ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: San Barnaba; Sant’Amabile.

Una scheggia di preghiera:

 

SONO POVERO, PECCATORE... MA AMATO DA DIO.

 

HANNO DETTO: Un Dio comprensibile non sarebbe Dio. (S. Atanasio)

SAGGEZZA POPOLARE: Fra il passato dove sono i tuoi ricordi, e l'avvenire dove sono le tue speranze, c'è il presente dove sono i tuoi doveri.

UN ANEDDOTO: Ho un pessimo carattere e non so come liberarmene - confessò un giorno un uomo a un uomo santo. Non hai che un sistema - gli rispose questi. - Torna a casa e metti sul fuoco una pentola riempita a metà di zucchero. Sinché lo sciroppo conterrà impurità, fumerà e sfrigolerà. Quando invece la schiuma e i corpi estranei saranno scomparsi, non ci sarà più alcun rumore né fumo. Il delizioso sciroppo cristallino farà la gioia degli uomini e degli dèi. Tu, fa' la stessa cosa col tuo carattere.  (Sri Ramakrishna)

PAROLA DI DIO: Es 34-4b-6.8-9; Sal da Dn 3,52-56; 2Cor 13,11-13; Gv 3,16-18

 

Vangelo  Gv 3, 16-18 

Dal vangelo secondo Giovanni

«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio». Parola del Signore

 

DIO HA TANTO AMATO IL MONDO DA DARE IL SUO FIGLIO UNIGENITO".

Quando si parla di credere, normalmente viene in mente una lista di verità, di dogmi cui aderire. Il credente, invece, prima di tutto crede a un fatto: l’amore di Dio manifestato nel dono del Figlio. Uno ha fede se crede, principalmente, all’amore. Se crede che Dio ama il mondo, ama tutti gli uomini, ama ciascuno di noi. E accanto all’amore, l’immagine ruvida della croce: ecco il modo con cui Cristo ha dimostrato il suo amore per il mondo. La croce dice un amore sconfitto, eppure vittorioso. Umiliato, eppure circonfuso di gloria. Tradito, eppure fedele. Il credente trova salvezza guardando a questo amore crocifisso. Ma questo dono può essere accolto o rifiutato. Per cui il giudizio non è rimandato alla fine dei tempi: avviene già qui, ora, sulla terra. Ed è l’uomo stesso che si giudica, si pone come salvezza o condanna, in base all’atteggiamento che assume davanti all’amore apparso in Cristo.

 

 

LUNEDI’ 12 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Paola Frassineti; Sant’Onofrio.

Una scheggia di preghiera:

 

AVERE TE, O DIO, E' LA MIA VERA FORTUNA.

 

HANNO DETTO: "E meglio non avere alcuna opinione di Dio, piuttosto che averne una indegna di lui". (Francesco Bacone)

SAGGEZZA POPOLARE: Coloro che bevono per annegare i propri dispiaceri dovrebbero sapere che i dispiaceri sanno nuotare.

UN ANEDDOTO: Un povero boscaiolo campava a stento vendendo quel po' di sterpi che raccoglieva ogni giorno nei pressi della sua capanna. Un giorno incontrò un tale che gli disse: - Perché non t'inoltri di più nel bosco? Hai forse paura? In realtà il boscaiolo aveva paura, ma le parole dello sconosciuto lo pungolarono e s'inoltrò più a fondo nel bosco. Il suo raccolto fu più abbondante, e più abbondante il suo guadagno. Passarono alcuni giorni e il boscaiolo pensò: «Se m'inoltrassi ancor più nel bosco, troverei legna ancor più abbondante». Così fece e così fu. Ormai aveva del tutto vinto la paura; e fu così che, spingendosi sempre più oltre, scoprì una miniera d'oro, e sconfisse la sua povertà. L'abitudine e il timore del nuovo sono trappole per la nostra crescita. Solo spingendosi sempre «oltre», la vita si rinnova e la fortuna arride.

PAROLA DI DIO: 2Cor 1,1-7; Sal 33 (34); Mt 5,1-12a

 

Vangelo   Mt 5, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi». Parola del Signore

 

“E INSEGNAVA LORO DICENDO: BEATI...”

Ognuno di noi ha desiderio di "beatitudine" cioè di pace, serenità, di affetti e valori semplici vissuti, di speranza, di verità, di giustizia, di bellezza. Ogni giornata della vita e della lotta dell’uomo in fondo non è che la ricerca di questo. Gesù, però, chiama beati delle categorie di persone che noi consideriamo tutt’altro che fortunate. Dicendo così ci fa comprendere che la beatitudine non risiede nelle cose o nel loro possesso ma nella persona e nel suo rapporto con Dio. Si può essere beati in ogni situazione, come in ogni situazione si può essere scontenti, tristi, delusi. Tutto dipende da te, dai valori che tu persegui, dall’abbandono fiducioso che tu hai in Dio. Anche la giornata di oggi potrà essere per te una "beatitudine" o una "dannazione" a seconda di come ti porrai nei confronti di essa.

 

 

MARTEDI’ 13 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio da Padova; Sant’Aventino.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, GRAZIE DI OGNI ISTANTE DI VITA.

 

HANNO DETTO: "Avete mai osservato che i più disubbidienti sono i più rigorosi nel farsi obbedire?" (Sant'Antonio Maria Giannelli)

SAGGEZZA POPOLARE: Gli errori dei medici sono coperti dalla terra, quelli dei ricchi dal denaro.

UN ANEDDOTO: Ci sono dei giorni in cui esco ad osservare uno spaccapietre che martella la sua pietra, forse anche cento volte senza che questa mostri la più piccola crepa. Eppure, al centunesimo colpo, essa si spacca sempre in due; e io so che non è stato l'ultimo colpo a farlo, ma tutto ciò che c'è stato prima.

PAROLA DI DIO: 2Cor 1,18-22; Sal 118 (119); Mt 5,13-16

 

Vangelo   Mt 5, 13-16

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». Parola del Signore

 

“VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA”.

La vita è meravigliosa ma spesso è vissuta con banalità e insulsaggine. L’uomo schiavizzato da lavoro ripetitivo, da non valori, preso solo da cose che passano, rischia di farsi vivere dal suo tempo. Provate a pensare anche solo a quante parole di convenzione, luoghi comuni, stupidaggini si sentono e si dicono in una giornata. E spesso anche la fede è ridotta ad abitudine, rito, ripetitività formale. Gesù è tutt’altro che banale, non rientra nello stereotipo religioso in cui noi vorremmo relegarlo; Gesù suscita, anche a costo di darci fastidio, l’essenza dell’uomo e della fede. O si dà gusto, senso alla vita e alla fede o tutto diventa senza senso. Bella maniera di definire il compito del cristiano: essere sale. Sale umile, disciolto, gustoso, che agisce dall’interno, che non si nota, ma che è indispensabile. Gioiosa responsabilità, la nostra: scoprire il volto autentico e la faccia nascosta di Dio, essere il sale e il sapore della vita, essere grazia festosa, essere speranza e ottimismo per la noia e il tedio della vita. Il credente ha un compito sublime: fan traboccare, senza ostentazione la ricchezza interiore di una vita cristiana feconda e al servizio degli altri.

 

 

MERCOLEDI’ 14 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Martiri Anastasio, Felice e Digna.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI SANTO, SIGNORE NOSTRO DIO.

 

HANNO DETTO: Bisogna saper fiorire dove Dio ci ha seminati. (Gioacchino Assereto)

SAGGEZZA POPOLARE: Una piccola nuvola non può nascondere molte stelle. (Proverbio Australiano)

UN ANEDDOTO: Una volta un discepolo chiese a Wang Yang-ming: Hai detto che la gioia è una caratteristica della sostanza originale della mente. Quando il genitore muore ed uno piange sconsolatamente, questa gioia è ancora presente? Il Maestro rispose: Vi è vera gioia soltanto se il figlio ha pianto amaramente. In caso contrario non vi sarà alcuna gioia. La gioia significa che malgrado il pianto lo spirito è in pace. (Tradizione tibetana)

PAROLA DI DIO: 2Cor 3,4-11; Sal 98 (99); Mt 5,17-19

 

Vangelo   Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli». Parola del Signore

 

"NON CREDIATE CHE IO SIA VENUTO ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI".

La legge ebraica, nell’interpretazione dei religiosi di allora era diventata soprattutto una serie di precetti da osservare. Dio aveva dato la legge come dono al popolo ma spesso gli uomini l’avevano fatta diventare norme fredde, da osservare per non incorrere in pene (un po’ come dire: "Pago le tasse, ma solo per non essere pizzicato dalla finanza"). Gesù vuole aiutarci a ritrovare il vero senso liberante della legge e stabilisce un nuovo criterio di valutazione morale: l’intenzione personale. Posso anche osservare scrupolosamente tutti i dieci comandamenti ma se non lo faccio per amore non serve a nulla. Oppure posso anche trasgredire esteriormente qualche norma ma con retta intenzione e lì può esserci vero amore. Non è la legge che mi fa buono o cattivo: è il cuore che diventa determinante. Con l’osservanza esteriore delle leggi possiamo anche ingannare gli altri sulla nostra bontà, ma ricordiamoci che Dio vede il nostro cuore.

 

 

GIOVEDI’ 15 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Germana Cousin.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI A PERDONARE COME TU CI PERDONI.

 

HANNO DETTO: La maggior quantità di denaro non ostruisce la gola dell'avarizia, ma la distende; non la bagna ma l'infiamma. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: L'uomo di poca pazienza diviene come il vino da due, cioè come il vino che si vende a basso prezzo. Proverbio Sardo

UN ANEDDOTO: Gli uomini che sfidarono l'Everest, non si rassegnarono né alla prima né alla seconda sconfitta. Le spedizioni fallivano miseramente, e non pochi vi persero la vita. Durante una cerimonia commemorativa nella quale si vollero ricordare Mallory e i suoi valorosi compagni, l'oratore espresse in parole il sentire, lo spirito stesso di quell'assemblea. Everest! - disse - lo ti parlo a nome di tutti gli uomini coraggiosi. Tu ci hai sconfitti non una, non due, ma ben tre volte. Eppure, un giorno, saremo noi a vincere, perché tu non puoi diventare più grande di ciò che sei. Noi sì.

PAROLA DI DIO: 2Cor 3,15-4.1.3-6; Sal 84 (85); Mt 5,20-26

 

Vangelo   Mt 5, 20-26

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!». Parola del Signore

 

"SE DUNQUE PRESENTI LA TUA OFFERTA SULL'ALTARE E LI’ TI RICORDI CHE TUO FRATELLO HA QUALCHE COSA CONTRO DI TE, LASCIA LI’ IL TUO DONO E VA PRIMA A RICONCILIARTI CON IL TUO FRATELLO E POI TORNA AD OFFRIRE IL TUO DONO".

Il perdono fa del bene a chi lo pratica, prima ancora che al destinatario. Oggi, in un mondo inquinato si parla volentieri di problemi di ecologia. Il perdono rappresenta una fondamenta le operazione di  disinquinamento della persona. Risentimenti, rancori, animosità, astio, malanimo, propositi di rappresaglia, sono altrettanti veleni che si accumulano pericolosamente nella nostra "pattumiera emotiva". Basta poi una scintilla per farla esplodere, con effetti devastanti. Ma quella pattumiera stracolma di materiali di "rifiuto" può recare danno soprattutto quando non scoppia. In tal caso è tutto l'organismo che ne viene intossicato. Il  perdono rappresenta un' esigenza ecologica. Depura l'aria, la rende più respirabile per tutti. Il perdono poi non va praticato esclusivamente nelle grandi occasioni. Certe vendette si consumano spesso con piccole cattiverie, indifferenza ostentata, atteggiamenti di gelida compostezza che maschera il rifiuto o il disprezzo dell'altro, scavando a poco a poco distanze quasi impercettibili, rifiutando il saluto a chi si è macchiato del grave torto di non pensarla come noi. L'opposto del perdono non è sempre la vendetta clamorosa. Può essere semplicemente la meschinità, la grettezza. Dobbiamo imparare a offrire perdono con delle piccole monete, da tenere sempre in tasca e da adoperare per ogni minuscola occasione.

 

 

VENERDI’ 16 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Aureliano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, O SIGNORE, DALLA RELIGIONE DELLE PAURE.

 

HANNO DETTO: Gli esercizi spirituali si possono fare senza predicatore e senza libro, mai senza la riflessione e senza la preghiera. (Giacomo Alberione)

SAGGEZZA POPOLARE: Si possono veder passare le nuvole, ma non i pensieri. (Prov. della Nuova Zelanda)

UN ANEDDOTO: Il mio pensiero - confessò un giorno un discepolo a uno yogi - sovente mi porta a desiderare il mondo. Il pensiero - rispose lo yogi - è come l'elefante che, non appena ha fatto il bagno, si rotola nella polvere. Ma se dopo aver bagnato l'elefante lo si conduce nel suo recinto, non ha più occasione di sporcarsi. (Tradizione Induista)

PAROLA DI DIO: 2Cor 4,7-15; Sal 115 (116); Mt 5,27-32

 

Vangelo   Mt 5, 27-32

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio». Parola del Signore

 

“SE IL TUO OCCHIO DESTRO TI È MOTIVO DI SCANDALO, CAVALO E GETTALO VIA DA TE: TI CONVIENE INFATTI PERDERE UNA DELLE TUE MEMBRA, PIUTTOSTO CHE TUTTO IL TUO CORPO VENGA GETTATO NELLA GEÈNNA.”

Anche davanti alle parole di Gesù possono esserci modi diversi di interpretazione. Se tu consideri il Dio di Gesù come giudice assoluto sempre in cerca di peccati, un Dio da soddisfare attraverso sterili osservanze ecco che si può arrivare all'estrema interpretazione di queste parole, a rinunce disumane, a gesti pazzoidi rivestiti di religiosità. Se pensi che il Dio di Gesù sia un Padre buono che sempre vuole il nostro bene, sarai ben conscio dei tuoi limiti, cercherai di fare di tutto per superarli, perché è bello essere simili al Padre ma vedrai questi sacrifici non come osservanza, come tassa da pagare, ma come gioiosa fatica, certo che anche quando non ce la fai Dio non ti abbandona. Altro che mutilazioni, il vangelo di Gesù è quello che esalta il bene e le sue possibilità, ma solo con l'umiltà e l'abbandono fiduciosi al Padre.

 

 

SABATO 17 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Avito; Santa Valeriana.

Una scheggia di preghiera:

 

MISERICORDIOSO E PIETOSO E' IL SIGNORE.

 

HANNO DETTO: Ogni sforzo per esprimere un concetto su Dio è solo un timido tentativo per raggiungerlo, in realtà non riesce che a salutarlo a grande distanza. (C. Adam)

SAGGEZZA POPOLARE: Il forestiero è forestiero solamente un giorno. (Proverbio delle Hawai)

UN ANEDDOTO: «Se io do!, che mi resterà da mangiare?» Questo egoismo farà di te un mostro.

«Se io mangio, che mi resterà da dare?» Questa generosità farà di te il re degli dei.

PAROLA DI DIO: 2Cor 5,14-21; Sal 102 (103); Mt 5,33-37

 

Vangelo   Mt 5, 33-37

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”; “No, no”; il di più viene dal Maligno». Parola del Signore

 

“NON GIURATE AFFATTO: NE' PER IL CIELO.., NE' PER LA TERRA... NE' PER LA TUA TESTA”.

Chissà perché Gesù ci dice di non giurare?

Perché conosce profondamente la realtà dell’uomo. Noi non abbiamo alcun potere né su Dio, né sulle cose, ne su noi stessi. Dio è mistero ben più grande di noi e tutto ciò che conosciamo di Lui è dono gratuito; le cose, anche quelle che noi diciamo “nostre”, oggi ci sono, domani non più. E di noi stessi possiamo fidarci?

Possiamo fare promesse sicure?

Pensate a Pietro che con baldanza e sicurezza dice a Gesù che darà la sua vita per difenderlo e che poi, per paura, lo rinnega davanti ad una serva!

E’ un controsenso giurare per qualcosa che non è nostro e il promettere quando non siamo sicuri di poter mantenere. Quindi Gesù ci insegna che l’umiltà (= rispetto della verità) e la sincerità (= non fidarsi delle apparenze) camminano sempre insieme. E se questo vale per noi, vale anche nel “giudicare” il prossimo: chi siamo noi per entrare talmente nell’intimità di un’altra persona da permetterci di dare giudizi insindacabili?

 

 

DOMENICA 18 GIUGNO: SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marina; Sant’ Amando da Bordeaux.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', PANE PER IL CAMMINO, RESTA CON NOI.

 

HANNO DETTO: Dio ci ascolta quando nulla ci risponde; è in noi anche quando crediamo di essere soli; ci ama anche quando ci abbandona. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Il cielo e il mare si congiungono all'orizzonte. (Detto delle isole Samoa)

UN ANEDDOTO: C'era un uomo talmente sommerso dai debiti che neppure l'intero tesoro del regno lo avrebbe potuto salvare. L'uomo allora finse di essere pazzo. Naturalmente seppe trarre in inganno i medici, poiché gli ultimi a saper distinguere un pazzo da un sano sono proprio loro. Ma la sua finzione era talmente perfetta che convinse della sua follia persino i debitori più sospettosi. Un giorno però incontrò un sapiente il quale, appena lo vide, lo prese in disparte e gli disse:  - Che fai? Attento! A forza di fingerti pazzo rischi di diventarlo veramente. Il mio occhio già nota in te dei sintomi di autentica follia. L'uomo smise subito la commedia, comprendendo come sia facile divenire quel che si cerca di apparire.

PAROLA DI DIO: Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58

 

Vangelo  Gv 6, 51-58 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Parola del Signore

 

“CHI MANGIA LA MIA CARNE E BEVE IL MIO SANGUE RIMANE IN ME E IO IN LUI”.

E’ bene confessarci tutti peccatori. L’Eucaristia non è un premio per i buoni. Nessuno di noi “merita” l’Eucaristia. Occorre possedere una buona dose di presunzione per dichiarare che facciamo la Comunione perché ci sentiamo a posto, abbiamo compiuto il nostro dovere, ci siamo comportati in maniera irreprensibile. Al contrario: tendere le mani verso quel pane significa riconoscersi deboli, malati, incapaci, bisognosi. Accostarsi al banchetto eucaristico equivale ad andare a ricevere l’abbraccio della misericordia del Signore, significa affidarsi a Lui, decidere con Lui la propria conversione; condividere il suo pane significa imparare da Lui a spezzare il nostro. Il vero devoto dell’Eucaristia, allora, è un graziato che è diventato un patito di fraternità, uno che è capace di perdono, di tolleranza. Un devoto dell’Eucaristia è, insomma, uno che si conosce non tanto dalle mani giunte, ma dalle maniche rimboccate.

 

 

LUNEDI’ 19 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Romualdo; Santa Giuliana Falconieri.

Una scheggia di preghiera:

 

DONAMI LA GIOIA, SIGNORE, DI SAPER PERDONARE COME PERDONI TU.

 

HANNO DETTO: Se ci assale il timore della nostra eterna salvezza, corriamo a gettarci nelle braccia della divina misericordia. (Federico Albert)

SAGGEZZA POPOLARE: Ogni ladro dice che tutti sono ladri. (Proverbio del Perù)

UN ANEDDOTO: Un eremita vide passare lontano cinque cammellieri e disse fra sé: - Ecco cinque cammellieri. I cinque cammellieri videro di lontano l'eremita. Il primo disse: - Laggiù c'è un eremita.  Il secondo obiettò: - E se fosse un pastore? Il terzo: - O forse un bandito?  Il quarto: - A me pare un povero pazzo!  Il quinto: Forse quel che vediamo è un miraggio. Morale: in più si è, peggio si pensa.

PAROLA DI DIO: 2Cor 6,1-10; Sal 97 (98); Mt 5,38-42

 

Vangelo   Mt 5, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Parola del Signore

 

“IO VI DICO DI NON OPPORVI AL MALVAGIO”.

Il desiderio di vendetta, sia esso a livello di popoli che di singoli, è una delle cose più dure da superare. Nel pensiero del mondo Ebraico, l’Antico Testamento mirava a contenere la vendetta nei limiti non facili della parità ed ecco la legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente e non di più. Gesù, chiedendoci di non opporci al malvagio ci dice chiaramente che la vendetta è sempre un male, primo perché è un voler mettersi al posto di Dio nel giudicare un fratello e secondo perché la vendetta è un frutto talmente amaro che avvelena anche noi. Diceva Martin Luther King: “La vecchia legge dell’occhio per occhio, fa solo un mondo di ciechi” e Cervantes fa dire al suo personaggio don Chisciotte che “vendette giuste non ne esistono”. La saggezza indiana poi ci ricorda che “la vendetta chiama sempre un’altra vendetta e la catena non finisce più”, mentre Marco Aurelio ci dice che “il miglior modo per vendicarsi di un’ingiuria e di non rassomigliare a chi ce l’ha fatta”.

Gesù ci chiede di usare un altro metro, quello di avere col nostro prossimo la stessa pazienza e rispetto che Dio usa con noi.

Quanto poi al fatto che non opporsi al malvagio sia segno di pusillanimità, Monsignor Elder Camara diceva che noi cristiani siamo dalla parte della non violenza e che questa non è affatto una scelta di debolezza e passività. Non violenza è credere nella forza della verità, della giustizia e dell’amore più che nella forza delle guerre, delle armi, dell’odio. “Perché – aggiungeva don Primo Mazzolari – ogni violento presume di essere un coraggioso. Ma la maggior parte dei violenti sono dei vili. Il non violento, invece, nel suo rifiuto a difendersi, nella sua ricerca di pace, nel suo proclamare l’amore, è sempre coraggioso”.

 

 

MARTEDI’ 20 GIUGNO: Beata Maria Vergine Consolatrice (La Consolata)

Tra i santi ricordati oggi: San Teodulo; San Silverio.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' GUARDO A TE CROCIFISSO PER TROVARE PERDONO E PER IMPARARE A PERDONARE.

 

HANNO DETTO: La disperazione più grave che possa impadronirsi d’una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile. (Corrado Alvaro)

SAGGEZZA POPOLARE: Durante il bel tempo, non ti prendere in giro, senza far niente; sai infatti che il bel tempo dura pochi giorni. (Detto delle isole Samoa)

UN ANEDDOTO: Un sant'uomo era molto angustiato dal comportamento del suo giovane vicino, che conduceva una vita dissoluta, nell'ozio e nella crapula. Un giorno si decise ad intervenire. Andò dal vicino e gli fece una predica coi fiocchi. Ma il giovane non gli diede il minimo ascolto. Allora lo minacciò: - Andrò a lamentarmi della tua condotta con il sultano. - Fa' come vuoi. Il sultano mi protegge e non muoverà dito contro di me. - In tal caso ne parlerò con il Creatore! Il giovane si strinse nelle spalle e il sant'uomo se ne andò amareggiato. Passò del tempo e la condotta del giovane peggiorò al punto che tutto il vicinato protestava e si lamentava. Il sant'uomo sentì nuovamente il dovere di avvicinare il giovane. Ma mentre si recava da lui, udì una voce dall'alto intimargli: - Lascia tranquillo il mio amico! Tremante di stupore, il sant'uomo incrociò poco dopo il giovane. - Che ti è accaduto, vecchio? - gli chiese costui. - Non posso farti alcun rimprovero, ma devo assolutamente dirti quel che mi è capitato - rispose il sant'uomo. E gli narrò l'accaduto, dicendogli ciò che gli aveva intimato la voce. Il giovane disse soltanto: - Se è mio amico, gli darò tutto ciò che possiedo. E di punto in bianco cambiò vita.

PAROLA DI DIO: 2Cor 8,1-9; Sal 145 (146); Mt 5,43-48

 

Vangelo   Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Parola del Signore

 

“AMATE I VOSTRI NEMICI”.

Quando una persona ti vuole bene, ti stima, è naturale volerle bene, è qualcosa che ti riempie il cuore di gioia, sei addirittura facilitato anche nell’accettarne i limiti.  Innaturale e difficile diventa l’amare chi ti osteggia, non ti stima, chi sta cercando di sfruttarti e di tradirti. Ma che cosa vuoi dire amare il nemico?

Io non posso provare sentimenti di affetto per uno che mi è contrario, è più facile che il sentimento sia quello della difesa se non dell’odio. Quando Gesù parla d’amore non intende il sentimento in sé; ci indica la strada dell’amore vero, profondo: chi mi sta davanti, chiunque esso sia è un uomo figlio di Dio, Dio lo ama anche se sta sbagliando. Io, che non posso amarlo col sentimento, lo amo con l’amore di Dio e come io amo Lui che lo rispetta e lo vuol aiutare a trovare la strada della giustizia e della verità. L’amore del nemico che Gesù ci chiede non è sentimentalismo e tanto meno ipocrisia o connivenza col male ma e rispetto, ricerca decisa del bene, disponibilità al perdono e a lasciare sempre aperta una porta, è fatica dettata dal comportamento di Dio con me e con ogni uomo.

 

 

MERCOLEDI’ 21 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Luigi Gonzaga; Sant’Eusebio di Samosata.

Una scheggia di preghiera:

 

TU MI CONOSCI O DIO, MA CON AMORE.

 

HANNO DETTO: Studia pure le cose di questo mondo, ma guardale con un occhio solo; con l'atro occhio guarda costantemente la luce eterna, Ascolta gli scienziati, ma ascoltali con un solo orecchio: l'altro sia sempre pronto ad ascoltare Dio. (A.M. Ampere)

SAGGEZZA POPOLARE: Fardello appena preso in spalla, pesa poco! (Proverbio delle isole Samoa)

UN ANEDDOTO: Una bimbetta si trovava con il nonno accanto ad un vec­chio pozzo. Avevano appena calato un secchio e attinto dell'acqua per dissetarsi. - Nonno - chiese la bambina - dove abita Dio? Il vecchio sollevò da terra la nipotina e la affacciò all'orlo del pozzo.  - Guarda giù - le disse - e dimmi cosa vedi. - Vedo un riflesso di me stessa - rispose la bambina. - Ebbene, Dio abita lì - disse il nonno. - Vive dentro di te.

PAROLA DI DIO: 2Cor 9,6-11; Sal 111 (112); Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo   Mt 6, 1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore

 

"IL PADRE TUO CHE VEDE NEL SEGRETO TI RICOMPENSERA'"

Le apparenze ingannano!

Quanto è difficile fare i giudici in questo nostro mondo: a volte le persone più ''buone risultano essere le più infingarde e i "cattivi" invece, magari sotto una scorza dura, sono i più disponibili. E questo succede anche nella vita della Chiesa: le apparenze dei più "pii" tutti "casa-chiesa" lasciano nascoste magari cariche d'odio, egoismi, mentre magari "pubblici peccatori" sono quelli che più sentono la necessità di "far chiesa" con chi soffre. Davanti a Dio cadono le apparenze. Lui legge dentro: "Signore tu mi scruti e mi conosci, mi conosci quando mi alzo e quando mi seggo; per te non vi è nulla di nascosto". Tutto questo deve farci paura? Il "Dio ti vede" è l'occhio di Dio per la condanna?

Se Dio mi vede, davanti a Lui non posso "bleffare" ma so anche che il Signore mentre mi aiuta a superare le difficoltà vede e accetta anche gli sforzi di bene che tante volte il mio prossimo non vede, non capisce e non accetta.

 

 

GIOVEDI’ 22 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NOSTRO.

 

HANNO DETTO: L'uomo muore una prima volta nel momento in cui perde l'entusiasmo. (Balzac)

SAGGEZZA POPOLARE: Non credere che, perché l'indio è povero, la torta che ti offre sia di erbacce! (Detto della Colombia)

UN ANEDDOTO: Un filosofo, osservando sua moglie nettare gli oggetti  di casa, ritoccare i fiori nei vasi, rassettare la biancheria, pensò:  «È ben vero che esistono due tipi umani: quelli che sanno usare le mani e quelli che sanno usare il cervello. Per fortuna io sono di questi ultimi». Poi la moglie morì, e nessuno ebbe più cura della casa del filosofo. Sulle prime egli non se ne dispiacque, perché nulla di quanto lo attorniava - pensava - poteva influenzare il suo pensiero. Ma sbagliava nel giudicare così. Perché le ragnatele, la polvere, il disordine fecero impallidire poco per volta la sua intelligenza, come se prima l'armonia di cui la moglie lo circondava ne fosse stata la vera radice. Il filosofo si ribellò a questa stupida ipotesi. Sinché una sera, non riuscendo più a cucire un'idea con un'altra, raccolse per terra un vasetto che la moglie aveva decorato con le sue mani. Guardandolo rifletté: «Quella donna aveva delle abili mani». Ma mentre diceva così i fiori che decoravano il vaso gli si depositarono in mano, vivi e profumati. Allora il filosofo - che come tutti i filosofi aveva grandi pensieri e piccoli sentimenti - capì che il lavoro della sua compagna, espresso dalle mani, era stato in realtà opera del suo cuore: un lavoro piccolo forse, ripetitivo, limitato, ma tale da fare da culla alla sua intelligenza. Il declino della sua mente era in verità iniziato quando il cuore di lei aveva cessato di battere.

PAROLA DI DIO: 2Cor 11,1-11; Sal 110 (111); Mt 6,7-15

 

Vangelo   Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome,  venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore

 

“VOI DUNQUE PREGATE COSI’: PADRE NOSTRO…”.

Non c’è cristiano che non affermi il valore della preghiera, ma poi, a pregare, è un’altra cosa. Spesso ce la caviamo dicendo: “Non sono capace. Non so che cosa dire. Le formule mi addormentano”. Se poi parliamo di preghiera comunitaria è ancora peggio. E’ facile sentir dire: “Io, in chiesa, con gli altri, non mi trovo. Sembriamo un gregge di pecore belanti. Nella preghiera preferisco sbrigarmela da solo, gli altri sono solo un impiccio”. Se Gesù ci ha detto che per pregare non c’è bisogno di farsi vedere, non c’è bisogno neppure di moltiplicare le parole, quando ci insegna il Padre nostro, ci fa capire che questa preghiera è al plurale. Anche quando la recito da solo non posso fare a meno degli altri. Essere cristiano significa far parte di un popolo, di una famiglia, e prima ancora far parte dell’umanità. Dio è Padre mio, ma è anche Padre di ogni uomo. Non posso mettermi davanti a Lui con la prerogativa dell’esclusiva. Entrare in comunione con Dio è entrare in comunione con i fratelli. Se la preghiera è un dialogo, essa parte da Dio verso gli uomini e dagli uomini verso Dio, ma come Dio è per tutti gli uomini Padre, così, ognuno di noi, riconoscendo Lui tale, si riconosce fratello di ogni uomo. Il primo grande frutto della preghiera è dunque la carità e la fraternità verso ogni uomo. E’ bello pregare con le mani giunte, ma questo non deve mai farci dimenticare che è ancora più bello pregare prendendosi per mano, appoggiandoci sulla fede gli uni degli altri. Non posso fare a meno della preghiera individuale perché sono individuo, con un volto ‘unico’, un nome ‘unico’, conosciuto personalmente da Dio, devo dunque stabilire una relazione ‘unica’ con Lui, ma siccome sono anche un essere ‘comunitario’, sono solidale e corresponsabile con gli uomini. Sono figlio, ma fratello. Preghiera personale e preghiera comunitaria non sono in opposizione, sono complementari.

 

 

VENERDI’ 23 GIUGNO: SACRATISSIMO CUORE DI GESU’

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Cafasso; San Lanfranco.

Una scheggia di preghiera:

 

NEL TUO CUORE NASCONDIMI.

 

HANNO DETTO: Non cerchiamo nella bontà di Dio un pretesto alla negligenza. (Basilio di Cesarea)

SAGGEZZA POPOLARE: L'esser cortesi non toglie che si sia disposti anche a lottare con valore! (Detto della Colombia)

UN ANEDDOTO: In tanti dal ponte l'avevano vista cadere nei vortici del fiume. Ma solo un uomo si gettò, vestito com'era. Quell'uomo non sapeva nuotare, non era neppur tanto giovane e aveva una gamba di legno, ma s'era gettato in un impeto di rabbia nel vedere tanta indifferenza. Il fiume era gonfio, le vesti rosse della bimba apparivano e scomparivano e l'uomo si sentiva i polmoni riempirglisi d'acqua, ma a un tratto la sua gamba si conficcò nella sabbia del fondo e la bimba gli venne addosso, come un sughero lieve. Furono salvi.  I figli di quell'uomo, la sera, gli si strinsero intorno ammirati e lo videro grande, grandissimo come era veramente. Gli altri uomini raccontarono la cosa ai loro figli. I figli non dissero nulla, ma in fondo a ogni loro cuore era nata una domanda: «Perché non tu, papà?»

PAROLA DI DIO: Dt 7,6-11; Sal 102 (103); 1Gv 4,7-16; Mt 11,25-30

 

Vangelo  Mt 11, 25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse:  «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“IMPARATE DA ME, CHE SONO MITE E UMILE DI CUORE”

Ci sono dei modi di dire nel nostro linguaggio che possono farci capire meglio il senso di questa festa. Si dice: “E’ senza cuore” di persone grette, incapaci di sentimenti; si parla di “Amico del cuore” per indicare un rapporto stretto ai confidenza; si dice “Ha un grande cuore” per indicare persone generose, disponibili, fedeli, pronte alla carità. Gesù ha “un cuore grande”, perché ci ama e tutta la sua vita lo dimostra. Dal suo cuore nasce solo amore. E’ nato per salvarci. Voleva dire a tutti che lui predilige i poveri ed è nato poverissimo. Dal suo cuore nasceva un amore infinito per tutti ma soprattutto per i peccatori. E ce lo ha dimostrato concretamente regalandoci la vita sulla croce. Il cuore di Gesù è come una sorgente che non si prosciuga mai, Egli ama tutti e ama ciascuno, nel suo cuore c’è posto per tutti.

 

 

SABATO 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Una scheggia di preghiera:

 

TU CHE FAI NUOVE TUTTE LE COSE, FA' CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE.

 

HANNO DETTO: Volete portare con voi il vostro denaro nell’eternità? Fate elemosina ai poveri. (S. Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi troppo si profuma, è perché qualcosa gli puzza. (Proverbio della Colombia)

UN ANEDDOTO: Un uomo che aveva molte cose da dire ma che non sapeva come dirle, trascorse la sua vita in modo oscuro. Un uomo che non aveva niente da dire ma che lo sapeva dire bene, ebbe lustro ed onori. Dopo la loro morte, trascorsero molti anni. Dell'uomo che non aveva niente da dire rimase la memoria e un grande cenotafio. Dell'uomo che aveva molte cose da dire non rimase che un seme nel cuore dei suoi figli, che lo trasmi­sero di generazione in generazione. Oggi si celebra il trimillenario della morte dei due uomini. Dell'uomo che non aveva niente da dire non rimane assolutamente nulla. Dell'uomo che aveva molte cose da dire rimangono tutte le cose allora non dette: di gene­razione in generazione sono state ricostruite dagli uomini a partire dal piccolo seme di allora lasciato cadere nel cuore dei figli.

PAROLA DI DIO: Is 49,1-6; Sal 138 (139); At 13,22-26; Lc 1,57-66.80

 

Vangelo   Lc 1, 57-66.80

Dal vangelo secondo Luca

Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

“VOLEVANO CHIAMARLO COL NOME DEL PADRE, ZACCARIA. MA SUA MADRE INTERVENNE: NO, SI CHIAMERA' GIOVANNI”

Dio vuole un nome diverso da quello della tradizione per il figlio di Elisabetta. Giovanni, preparando la venuta di Gesù, cambierà totalmente il corso dell’Alleanza. Non ci si può più fermare alle vecchie tradizioni e abitudini. Sta arrivando l’Uomo Nuovo e allora c’è bisogno di uomini nuovi che si lascino trasformare totalmente. Noi abbiamo il nome che ci è stato dato dai genitori alla nostra nascita, ma abbiamo dal Battesimo il nuovo nome di Cristiani. Ci siamo rivestiti di Cristo, il nostro uomo vecchio è morto con Lui nell’acqua del Battesimo per rinascere a vita nuova. La grande novità è Gesù. Ci rendiamo allora conto che non possiamo più vivere come uomini vecchi, stanchi, legati solo a tradizioni religiose, incancreniti nell’egoismo, pessimisti davanti al mondo e al futuro. Gesù ci chiama col nome nuovo ad essere uomini di speranza. Si può essere pessimisti e tristi quando “lo sposo” è con noi?

 

 

DOMENICA 25 GIUGNO: 12^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO A

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Torino; San Guglielmo da Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

ECCOMI, SIGNORE SONO POVERO DAVANTI A TE.

 

HANNO DETTO: Figlioli cari, tenete a memoria che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingervi al male è: Oh! è niente! (San Giovanni Bosco)

SAGGEZZA POPOLARE: Chi è sempre immerso nella tristezza, neanche se ubriaco si diverte. (Proverbio della Colombia)

UN ANEDDOTO: Un giovane si recò un giorno da un padre del deserto e lo interrogò: - Padre, come si costruisce una comunità? Il monaco gli rispose: - È come costruire una casa, puoi utilizzare pietre di tutti i generi; quel che conta è il cemento, che tiene insieme le pietre. Il giovane riprese: - Ma qual è il cemento della comunità? L'eremita gli sorrise, si chinò a raccogliere una manciata di sabbia e soggiunse: - Il cemento è fatto di sabbia e calce, che sono materiali cosi fragili! Basta un colpo di vento e volano via. Allo stesso modo, nella comunità, quello che ci unisce, il nostro cemento, è fatto di quello che c'è in noi di più fragile e più povero. Possiamo essere uniti perché dipendiamo gli uni dagli altri. (J. Vanier, La comunità, Jaca Book)

PAROLA DI DIO: Ger 20,10-13; Sal 68 (69); Rm 5,12-15; Mt 10,26-33

 

Vangelo   Mt 10, 26-33

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore

 

“NULLA VI È DI NASCOSTO CHE NON SARA' SVELATO NE' DI SEGRETO CHE NON SARA' CONOSCIUTO”

Fino ad alcuni anni fa leggevo questa frase con un timore che quasi debordava nel terrore. Mi immaginavo più o meno la scena: arrivo nell'aldilà e incontro non solo Dio, il giudice, ma anche le persone che avevano avuto nella vita un certo rispetto di me ed ecco, improvvisamente svelati tutti i pensieri segreti, gli accidenti mandati e nascosti sotto sorrisi, i giudizi insindacabili sulle persone, le falsità, le bilance truccate, i peccati nascosti. Tutto all'improvviso è manifesto, e nasce una gran voglia di nascondersi, di sprofondare: ecco l'inferno. Oggi, sempre nella mia fantasia, mi immagino la scena in un altro modo:  arrivo davanti a Dio, mio Padre, davanti a Gesù, mio fratello che ha ancora nel suo corpo glorioso i segni delle sofferenze che ha patito per me. C'è Maria, la Madre sua e mia, il mio avvocato difensore. Ci sono anche tutte le altre persone che ho incontrato nella mia vita. Anch'esse non nascondono nulla del loro passato. E ci sono io, con tutte le mie miserie e le mie falsità. Me ne vergogno profondamente, sono cose che mi dispiacciono davanti all'amore di Dio. Ma il mio cuore si riempie di gioia perché sento che quelli che ho offeso non mi condannano e io stesso, vedendo chi ha fatto del male a me, non sento odio, voglia di vendetta; vedo Maria, gli angeli e i santi che mi prendono per mano e mi accompagnano, sento il sangue di Gesù che mi lava e le braccia di mio Padre che mi stringono a sé: il paradiso.

 

 

LUNEDI’ 26 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Rodolfo; Sant’Antelmo.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANTE VOLTE, SIGNORE, MI HAI GIA' PERDONATO?

 

HANNO DETTO: Chi disprezza un uomo non potrà mai ottenerne nulla. (D. Bonhoffer)

SAGGEZZA POPOLARE: Il sogno non ha testimoni. (Proverbio Cubano)

UN ANEDDOTO: Quando il primo uomo e la prima donna vennero al mondo, capirono di essere molto diversi. Riuscire ad andare d'accordo sarebbe stato molto difficile. O forse una magnifica avventura? All'udire questa seconda ipotesi il diavolo intervenne subito. Sparse una semente nei campi e nacquero le male lingue. Fu da allora che se un uomo e una donna vogliono andare d'accordo debbono starsene soli come all'inizio del mondo, chiudendo le orecchie ad ogni voce che non sia quella del proprio cuore.

PAROLA DI DIO: Ger 12,1-9; Sal 32 (33); Mt 7,1-5

 

Vangelo   Mt 7, 1-5

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

 

“PERCHÉ GUARDI LA PAGLIUZZA CHE È NELL’OCCHIO DEL TUO FRATELLO, E NON TI ACCORGI DELLA TRAVE CHE È NEL TUO OCCHIO?”.

E’ molto facile indignarci del male che c’è nel mondo, è facilissimo vedere i difetti del nostro vicino ed è altrettanto facile, con la scusa che nel mondo c’è tanto male minimizzare il male che c’è in noi. Capita anche sovente, nel momento della confessione, di incontrare persone che cominciano dicendo: “Padre, io non ho peccati... mi aiuti lei perché non so che cosa dirle” e poi se li lasci parlare un po’ ti senti elencare tutta una serie di peccati della suocera, dei parenti, dei vicini. Gesù non ci dice di essere ciechi, di non vedere il bene e il male, ci dice solo di cominciare da noi per avere gli occhi sgombri. Se cominciamo da noi e scopriamo di avere enormemente bisogno di misericordia, proprio per il perdono ricevuto avremo anche la capacità di vedere con misericordia e perdono i difetti degli altri.

 

 

MARTEDI’ 27 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Cirillo di Alessandria; San Maggiorino di Acqui; Santa Emma.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE SIGNORE PER I TUOI SACRAMENTI.

 

HANNO DETTO: Non c’è niente di più prezioso che il tempo, perché è il prezzo dell’eternità. (Bourdaloue Louis)

SAGGEZZA POPOLARE: Il rimedio del freddo è il fuoco, quello della tristezza è la bontà. (prov. Repubblica Dominicana)

UN ANEDDOTO: Maestro, parlami della fedeltà - disse un discepolo. - Un cane servì il suo padrone per tutta la vita, ne difese la casa e i beni e quando questi morì rimase per due mesi sulla sua tomba. Quando mori il cane, gli uomini gli eressero una piccola stele sulla quale scrissero: «Fedeltà». Un uomo rimase fedele alla moglie per tutta la vita. Quando morì, dietro il suo feretro c'era solo la moglie, ed essendo egli un poveraccio, fu gettato nella fossa comune. - Perché questa differenza, maestro? - Perché gli uomini ammirano la fedeltà degli animali, cui nulla costa essendo inscritta nella loro natura. Quanto a praticarla essi stessi, non vogliono pagarne il prezzo, conoscendone il costo. La fedeltà coniugale è virtù preziosissima, e ha quindi un costo molto elevato.

PAROLA DI DIO: Ger 13,2.5-18; Sal 14 (15); Mt 7,6.12-14

 

Vangelo   Mt 7, 6. 12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!». Parola del Signore

 

“NON DATE LE COSE SANTE AI CANI E NON GETTATE LE PERLE DAVANTI AI PORCI”.

L’insegnamento di Gesù che meditiamo oggi mi fa fare due tipi di riflessione.

La prima è questa: se io credo che il dono della Parola e dei Sacramenti di Gesù sono un dono importante, allora li apprezzo e desidero anche che i miei fratelli ne possano godere, ma nello stesso tempo rispetto questi doni e li offro e non li impongo. Mi fanno paura le persone che a tutti i costi “vogliono convertire l’altro”: il più delle volte esse presentano se stesse e il proprio integralismo religioso piuttosto che Gesù e il suo messaggio, e anche noi preti, quando vogliamo a tutti i costi sacramentalizzare le persone, in fondo, non stiamo svilendo proprio i sacramenti?

Un esempio: in Italia ancora oggi più del 70% delle persone sono battezzate, ma quante conoscono il Battesimo e quante cercano di viverlo?

Qui si inserisce la seconda riflessione: E noi credenti abbiamo rispetto e riconoscenza per i doni ricevuti?

Oggi, ad esempio, molti credenti entrano in chiesa come si entrerebbe in una discoteca, non si saluta neppure l’Eucaristia con una genuflessione, si va a cercare il posto vicino all’amico per poter con lui commentare meglio quanto succede, ci si mette in fila per la comunione, si allunga una mano più o meno pulita, si viaggia magari per mezza chiesa prima di ricordarsi che “quel Pane” va mangiato. Oh, ricordiamoci, non è il formalismo esteriore che dice la qualità della fede e della preghiera, ma certi gesti, certe attenzioni non dovrebbero aiutare noi e gli altri a comprendere e a vivere più a fondo i misteri celebrati?

E poi c’è un'altra forma di rispetto che è ancora più importante di questa: è vivere ciò che abbiamo celebrato e ricevuto. Se l’andare all’Eucaristia non migliora la nostra vita o, per lo meno, non ci mette in tensione per farlo, se ci lascia indifferenti dal punto di vista pratico, non sarà forse il momento di chiederci se è più giusto continuare così, o fermarci, o recuperare il senso di ciò che celebriamo?

 

 

MERCOLEDI’ 28 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ireneo;Santa Ada.

Una scheggia di preghiera:

 

SENZA DI TE, GESU' NON POSSIAMO NULLA.

 

HANNO DETTO: Dio deve essere contento se qualcuno ama tanto la sua creazione. (Browning)

SAGGEZZA POPOLARE: La vera generosità verso l’avvenire consiste nel donare tutto nel presente.

UN ANEDDOTO: Un padre ebbe una figlia. La allevò con grande tenerezza e affetto. Quando mori, la figlia fu molto infelice: dove avrebbe trovato un uomo capace di darle l'intensità d'amore che le aveva dato il padre? Un altro padre ebbe una figlia. La allevò con distacco e freddezza. Quando morì, la figlia fu molto infelice: dove avrebbe trovato un uomo capace di darle quell'intensità d'amore che il padre non le aveva dato? È sempre molto difficile essere un buon padre per una figlia.

PAROLA DI DIO: Ger 15.1-12.17-18; Sal 104 (105); Mt 7,15-20

 

Vangelo   Mt 7, 15-20

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Parola del Signore

 

“DAI LORO FRUTTI DUNQUE LI RICONOSCE RETE”.

“Padre, è da un po’ di tempo che frequento un gruppo. Si trovano, dicono, per cercare la verità, per entrare in contatto con entità superiori, per fare degli esercizi che, dicono, liberano l’uomo e danno salute. Ci sono cose che mi sembrano buone ma non so, sono un po’ turbato. Parlano anche di Gesù come di un grande maestro, ma ci sono cose che vanno oltre al Vangelo. Come fare a capire se è cosa buona o no”. Il criterio indicato da Gesù è sempre valido. La bontà del frutto la possiamo giudicare solo con Lui. Quando una nuova esperienza ti porta a Gesù, quando è riconosciuta da coloro a cui Gesù ha affidato la Chiesa, quando ti dà serenità e ti aiuta a migliorare, allora è buona; ma se ti confonde Gesù con salvezze parziali, se la Chiesa ti invita ad essere cauto, se vedi persone più interessate a soldi che a Dio, se vedi che non migliori interiormente o per lo meno sei turbato, non aver paura di scappare: quello è vero eroismo. Quando sono stato in Terra Santa mi hanno fatto vedere una bellissima mela—melograno, il “pomo di Sodoma” bello a vedersi, che fa venir voglia di addentarlo ma, “attenzione — diceva la guida — è velenoso”.

 

 

GIOVEDI’ 29 GIUGNO: SANTI PIETRO E PAOLO

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' BENEDICI LA TUA CHIESA E GUIDA IL NOSTRO PAPA.

 

HANNO DETTO: La grande illogicità di coloro che in buona fede dicono di non credere in Dio, è di credere di fatto solo in se stessi. (Gilbert Cesbron)

SAGGEZZA POPOLARE: È meglio sapere dove andare e non sapere come, che sapere come andare e non sapere dove. (Proverbio del Messico)

UN ANEDDOTO: Un uomo triste andò da uno yogi. - Qual è il tuo problema? - gli chiese il saggio vedendolo afflitto. - La tristezza - rispose l'uomo. - Mi perseguita in continuazione. - Non pensi sia un'illusione? - Illusione? - esclamò l'uomo. - So io quanto è reale la mia tristezza. - È strano che tutti dicano così - ribatté lo yogi. Quando un uomo è triste non pensa mai che possa trattarsi di pura immaginazione. Chissà perché la tristezza appare sempre reale, mentre la felicità ci fa dire: «Sogno o son desto?» Se pensassi che la tua tristezza è immaginaria, svanirebbe. L'uomo pensò che quello yogi sapeva molte verità.

PAROLA DI DIO: At 12,1-11; Sal 33 (34); 2Tim. 4,6-8.17-18; Mt. 16,13-19

 

Vangelo   Mt 16, 13-19

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Parola del Signore

 

“TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO’ LA MIA CHIESA”.

La festa di oggi ci ricorda che noi siamo Chiesa fondata sull’insegnamento degli Apostoli. Con questa celebrazione professiamo la presenza di Cristo tra noi non solo nella Parola e nei sacramenti, ma anche nelle persone che, incarnando la dimensione pastorale di Cristo, a nome suo, guidano la Chiesa. Sento già la voce di qualcuno che mi dice: “Un momento!

Non sempre queste persone mi rappresentano davvero il Cristo. Non è stato Gesù stesso a dirci di stare attenti ai cattivi profeti?”

Certamente è vero e certamente dobbiamo stare attenti, invocare lo Spirito Santo per discernere il bene e il male, ma dobbiamo anche fare attenzione perché Gesù non ha scelto, per fondare la sua Chiesa, dei personaggi perfetti. Pietro è anche colui che ha rinnegato il Signore e Paolo colui che perseguitava i cristiani. Gesù cambia il nome a Simone ed egli sarà Pietro ma in Lui resteranno tutte le povertà di Simone e tutte le promesse che Gesù ha fatto a Pietro. In Paolo resterà tutta l’umanità, tutta la cultura del suo tempo, ma anche tutti i doni che Gesù gli ha fatto. La nostra attenzione allora sarà quella di discernere il male anche nella gerarchia della Chiesa per prenderne le distanze, ma anche di saper cogliere sempre il bene, e per questo c’è una regola indefettibile: se il servizio ministeriale della Chiesa ci porta a Gesù, ci fa crescere nella fede, ci aiuta a comprendere e vivere meglio i valori del Vangelo, è certamente da Dio e con verità e umiltà possiamo anche accogliere la povertà di chi ce li indica. Se invece scopriamo che ci viene predicato qualcosa che non è Vangelo ma ricerca di potere terreno, abuso di poteri o legami a poteri terreni: questa non è la Chiesa degli apostoli.

 

 

VENERDI’ 30 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi primi martiri della chiesa romana; Santa Adelia.

Una scheggia di preghiera:

 

PRENDIMI PER MANO, DIO MIO, GUIDAMI NEL MONDO A MODO TUO.

 

HANNO DETTO: La mia fede mi impedisce di credere che la prova dell’esistenza di Dio possa mai essere trovata. Dio non è oggetto di verifiche, è soggetto di amore. (Laurence Cossè)

SAGGEZZA POPOLARE: Assicurati che la candela sia accesa, prima di spegnere il fiammifero. (Proverbio delle Antille)

UN ANEDDOTO: L'aquila piombò nel nido dell'allodola e fece strage dei piccoli. Quando la madre ritornò a casa, scoppiò a piangere disperatamente. Si recò dal Re Sole per essere vendicata. Guarda - disse il Re - guarda laggiù: una famiglia di moscerini danza felice al filo luminoso di un raggio. Un'allodola, all'improvviso, piomba su di loro divorandoli. Vedi? Tutte le creature viventi sono crudeli, ma tutte pensano alla sofferenza propria, non a quella degli altri; al male che ricevono, non a quello che fanno. L'allodola volò via in silenzio.

PAROLA DI DIO: Ger 17.1.9-10.15-22; Sal 127 (128); Mt 8,1-4

 

Vangelo   Mt 8, 1-4

Dal vangelo secondo Matteo

Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì. Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro». Parola del Signore

 

“TESE LA MANO E LO TOCCO' DICENDO: LO VOGLIO: SII PURIFICATO!”

E’ facile immaginarci la gioia di questo sfortunato al contatto della mano di Gesù... lui che da quando era incappato nella lebbra non era stato più "toccato" da nessuno, lui che era diventato il solitario, l’abbandonato, il maledetto. Questa mano tesa, questo essere toccato è prima di tutto un insperato gesto di amicizia: attraverso questo gesto Gesù reintegra questo povero malato nella società degli uomini. E’ un gesto di misericordia, di amore, di vittoria sul male. Signore, anch’io sono lebbroso. Da anni continuo a trascinarmi nei miei egoismi, nell’indifferenza, nelle paure; non riesco ad amare come Tu vorresti, sono isolato nei confronti degli altri. Ho bisogno della tua mano che si china sulle mie piaghe, che si leva per assolvermi, che mi tocca per cacciare il male che è in me... "Signore, se vuoi... puoi guarirmi, puoi convertirmi, puoi cambiare il mio cuore, puoi farmi sentire amato". E vedendo Gesù che si china su di noi sembra quasi sentirlo bisbigliare: "Io lo voglio..., ma tu... lo vuoi davvero?".

     
     
 

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