SCHEGGE E SCINTILLE
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a cura di: don_franco_locci@libero.it
MAGGIO 2017
LUNEDI’ 1 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe lavoratore; Santa Berta; Santa Fiorina; Santa Grata.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE DACCI SEMPRE IL TUO PANE.
HANNO DETTO: "Di Dio solo questo può essere detto con certezza: non sappiamo cosa è; tutt'al più, sappiamo cosa non è". (San Tommaso d'Aquino)
SAGGEZZA POPOLARE: "Dio ha creato il mondo. Dio danza nel mondo". (pensiero orientale)
UN ANEDDOTO: La volpe di Saint Eupery dice al Piccolo Principe qualcosa di meraviglioso: "Solo con il cuore si vede correttamente. L'essenziale rimane invisibile agli occhi". Allora bisogna ascoltare con il cuore, vedere con il cuore.
PAROLA DI DIO: At 6,8-15; Sal 118 (119); Gv 6,22-29
Vangelo Gv 6, 22-29
Dal vangelo secondo Giovanni
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Parola del Signore
“VOI MI CERCATE NON PERCHE' AVETE VISTO DEI SEGNI, MA PERCHE' AVETE MANGIATO DI QUEI PANI E VI SIETE SAZIATI”. (Gv. 6,26)
Gesù rimprovera la folla perché lo cerca, ma solo per vedere facili miracoli. Paradossalmente rimprovera quella gente, sfamata perché non ha più fame. Ossia non ha fame di qualcos’altro. La mancanza di appetito è sempre un segno preoccupante per la salute fisica o morale di una persona. Gesù è come se ci dicesse: “Comincia a preoccuparti quando ti senti saziato dalle cose, dal denaro, dal successo e invece non senti più il desiderio del bello, del giusto, di Dio.” E’ solo assecondando questi stimoli che partirai alla ricerca, che scoprirai che da solo non puoi saziare quelle fami e che allora avrai l’umiltà di chiedere: “Signore, dacci sempre questo pane!”
MARTEDI’ 2 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Atanasio; Santa Mafalda di Portogallo.
Una scheggia di preghiera:
CHE COSA RENDERO' AL MIO SIGNORE PER TUTTI I BENEFICI CHE MI HA FATTO?
HANNO DETTO: Dio non morirà il giorno in cui noi non crederemo più in una divinità personale, ma saremo noi a morire il giorno in cui la nostra vita non sarà più pervasa dallo splendore del miracolo sempre rinnovato, le cui fonti sono oltre ogni ragione. (Dag Hammarskjöld)
SAGGEZZA POPOLARE: "L'acqua diventa pulita scorrendo, l'uomo andando avanti".
UN ANEDDOTO: Un giovanotto viaggiava con la propria moglie. Gli piaceva da matto andare a tutta velocità. Un giorno, dopo aver percorso un tratto di autostrada, la moglie apre la carta stradale e gli dice: "Caro, abbiamo sbagliato l'entrata! Stiamo andando nella direzione opposta". E lui orgoglioso replica: "Non importa; stiamo battendo un record". Ecco la terribile vita moderna.
PAROLA DI DIO: At 7,51-8,1a; Sal 30 (31); Gv 6,30-35
Vangelo Gv 6, 30-35
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!». Parola del Signore
“IL PANE DI DIO E’ COLUI CHE DISCENDE DAL CIELO E DA’ LA VITA AL MONDO”.
Quando Gesù dice queste parole non si riferisce solo al dono di se stesso che ci fa nell’Eucaristia ma al grande mistero dell’Incarnazione: un Dio che si fa uomo per amore; un Dio che si fa pane per la nostra fame. Il nostro non è un Dio che si è fatto una capatina in mezzo ai mortali per scagliare qualche fulmine, dettare qualche legge nuova, accaparrarsi tasse o belle donne, compiere qualche impresa gloriosa tra cori di lodi e poi tornarsene nella sua beatitudine. Il nostro Dio, invece, si è caricato di povertà e di miseria da cui non riuscirà più a scrollarsi, è un Dio che per sempre continuerà ad incarnarsi nella nostra storia e nella povertà di un pane spezzato e donato.
Un Dio che si fa “mangiare” dall’uomo! Mi ha sempre meravigliato e stupito un Dio perfetto che per amore della sua creatura, traditrice e infida, accetta di lasciare la sua eternità felice per farsi uomo, povertà, peccato. E’ un po’ come una persona che avesse tutto, salute, serenità, gioia, ricchezze, affetti corrisposti, e rinuncia a tutto, diventa povero, sofferente, rischia la vita per dare un po’ di pane a un povero che non sa neppure apprezzare questo dono. O è un matto, o un innamorato! Dio è così ‘innamorato pazzo’ di noi: ci ama fino al punto di farsi pane, pane con la sua vita, il suo esempio, pane con la sua Parola e pane concreto nell’Eucaristia. E noi, qualche volta, ci lamentiamo di Dio che è lontano da noi, piangiamo quando non otteniamo qualche grazia, non apprezziamo il dono della sua Parola, rinunciamo per qualche banalità alla Messa, riduciamo l’Eucaristia ad un rituale ripetitivo. Siamo degli affamati e soffriamo di inappetenza. Abbiamo il Pane della vita e ci lasciamo morire di inedia.
MERCOLEDI’ 3 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Filippo e Giacomo; Sant’Alessandro I, Papa.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, MOSTRACI IL PADRE.
HANNO DETTO: La calma sconcerta la collera. (Maxence Van der Meersch)
SAGGEZZA POPOLARE: Non mettetevi a friggere prima di essere dentro la padella. (prov. Piemontese)
UN ANEDDOTO: Un brillante giovane rabbi, subentrò al suo altrettanto brillante padre, anch'egli rabbi. Gli dicevano allora: "Rabbi, sei completamente differente da tuo padre!". Il giovane si mise a ridere: "Io sono esattamente uguale a mio padre! Mio padre non imitava nessuno e io non imito nessuno. Egli non era una fotocopia; e io neppure". Questo significa essere vivi, essere unici.
PAROLA DI DIO: nella festa dei santi Filippo e Giacomo: 1Cor 15,1-8a; Sal 18 (19); Gv. 14,6-14
Vangelo Gv 14, 6-14
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò». Parola del Signore
“IO SONO LA VIA, LA VERITA’ E LA VITA”.
E’ molto facile lasciarci confondere: spesso gli uomini pensano di conoscere le vie per una esistenza felice, credono che qualche legge possa garantire la verità e la giustizia e, stupidamente, si credono padroni della vita. In realtà non è così. Noi conosciamo molto poco di noi stessi, delle realtà che ci circondano e nonostante il grande progresso della scienza balbettiamo appena qualcosa in questo universo. Possiamo poi dire di cercare la verità ma non abbiamo la garanzia di possederla nella sua integrità, basta leggere un po’ di storia degli uomini per vedere come verità date per sicure in una certa epoca sono poi risultate fasulle in quella susseguente. Noi crediamo di poter gestire la vita, di poterla manipolare, ma ci rendiamo conto che noi siamo venuti al mondo senza che questo sia stato una libera scelta da parte nostra e che siamo vivi in questo istante e non sappiamo se avremo ancora la vita tra un momento? Dunque uno che afferma di essere la Via, la Verità e la Vita è uno che afferma di essere Dio. Ma questo Dio “si è fatto come noi, per farci come lui”, dunque è Gesù a comunicarci la vera Vita, quella che dura per sempre, anche dopo la morte, è solo in Lui che posso trovare la Verità ed è ancora Lui la strada per poterla raggiungere. Il segreto della vita è avere Colui che è la vita. Il mistero della verità e della giustizia è conformarsi a Colui che è la Verità e la Giustizia. E Gesù è venuto proprio per questo, per darci se stesso, la Vita, per indicarci con le sue scelte la Via per raggiungere la Verità.
GIOVEDI’ 4 MAGGIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Floriano, San Gottardo; San Silvano
Una scheggia di preghiera:
UNO SOLO CON TE GESU', CON IL PADRE, NELLO SPIRITO.
HANNO DETTO: Tutto appartiene a Dio. Nulla, assolutamente nulla in questo mondo è nostro. E allora perché avere paura? (Gandhi)
SAGGEZZA POPOLARE: Piumetta a piumetta si pela l'ochetta.
UN ANEDDOTO: Un generale giapponese venne catturato dai suoi nemici e gettato in prigione. L'uomo sapeva che il giorno seguente sarebbe stato torturato. Non riusciva a dormire; andava su e giù per la cella, pensando alla morte. All'improvviso, però, arrivò a una conclusione: "Quando verrò torturato? Domani. Ma il domani non è reale: questo mi hanno insegnato i maestri zen!". Capito questo, si calmò e si addormentò. Dopo aver compreso che l'unica cosa reale è l'ora, s'addormentò. Stava in prigione, ma era un uomo libero.
PAROLA DI DIO: At 8,26-40; Sal 65 (66); Gv 6,44-51
Vangelo Gv 6, 44-51
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo». Parola del Signore
“IO SONO IL PANE DELLA VITA; SE UNO MANGIA DI QUESTO PANE VIVRA’ IN ETERNO”
Credo che a molti di voi sia capitato di passare lunghi momenti davanti all’Eucaristia e, se non siamo troppo preoccupati di che cosa dire, di che cosa fare, forse abbiamo lasciato andare il nostro cuore davanti a questo mistero che è davvero un abisso che richiede fede e dà fede, che nasconde e manifesta, che comunica in modo ineffabile, ma richiede il coinvolgimento della nostra vita. Oggi vi offro proprio solo alcune schegge sull’Eucaristia.
L’Eucaristia è la povertà di Dio: E’ la grandezza che si fa piccolezza, è l’amore che si fa pane. L’Eucaristia è la storia del più grande amore che sia vissuto su questa terra da un uomo chiamato Gesù. Tu puoi tenere in mano Dio come un pezzo di pane, è la presenza più ravvicinata personalizzata che si possa immaginare. Se fosse davanti a noi in altro modo più appariscente, più trionfale ne saremmo schiacciati o per lo meno spaventati, invece sotto il segno del pane ci lascia veramente liberi: è amore che chiede solo amore. Dio prima di essere amicizia è pane, prima di essere nostro giudice è nostro nutrimento ed è un cibo che può trasformarmi:
se voglio mi cambia lasciandosi mangiare da me.
Disse il Curato d’Ars:
Quando Dio decise di dare alla nostra anima un alimento che la sostenesse nel pellegrinaggio della vita, volse lo sguardo alla creazione e non trovò nulla che fosse degno di lei. Allora posò lo sguardo su di sé e decise di donare la propria persona.
Disse san Giovanni Crisostomo:
Gesù vuole che noi diventiamo suo corpo non solo mediante la carità, ma realmente, mescolandoci alla sua stessa carne. Egli si mescola a noi, mette in noi il suo corpo affinché noi diventiamo con lui una cosa sola.
Diceva Francesco di Sales:
Credetemi, a forza di mangiare la Bellezza, la Bontà e la Purezza in questo sacramento, diventerete belli, buoni e puri.
Concludo con una citazione di Francois Mauriac:
“Stiamo andando verso l'eternità: ci dovremmo andare di comunione in comunione.”.
VENERDI’ 5 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Angelo, monaco; Santa Irene da Lecce.
Una scheggia di preghiera:
PANE DELLA VITA, SOSTEGNO DEL CAMMINO, MANIFESTA IN ME I TUOI DONI.
HANNO DETTO: L'arte è una collaborazione tra l'uomo e Dio. E meno fa l'uomo, meglio è. (A. Gide)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi ha abbastanza ha poco; chi non ha abbastanza, ha niente. (Prov. Francese)
UN ANEDDOTO: In India i mistici e i poeti si sono chiesti molte volte chi è il santo. E hanno formulato delle belle risposte: "Il santo è come una rosa". Si è mai sentito una rosa dire: "Darò la mia fragranza soltanto ai buoni e a quanti apprezzano il mio profumo, e negherò la mia fragranza ai cattivi"? No! Spandere profumo è insito nella natura della rosa.
PAROLA DI DIO: At 9,1-20; Sal 116 (117); Gv 6,52-59
Vangelo Gv 6, 52-59
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Parola del Signore
“COLUI CHE MANGIA ME VIVRA’ PER ME”.
Sono diverse le promesse che Gesù fa a coloro che si cibano di Lui, e, attenti, se questo discorso del Pane di vita indica soprattutto l’Eucaristia come comunione a Gesù, non esclude anche tutti gli altri modi di intimità con Lui: la sua parola, tutti i suoi sacramenti, la presenza reale di Gesù nel povero, nell’ammalato. Prima promessa: la vita eterna e la risurrezione nell’ultimo giorno, ma attenzione non basta aver ricevuto l’Eucaristia per essere automaticamente sicuri della salvezza, bisogna aver lasciato che Gesù realizzi la piena comunione con Lui nella nostra vita perché infatti Gesù dice: “Chi mangia me vivrà per me”. Dunque, quando ad esempio si parla della pia pratica dei nove venerdì del mese e della promessa di salvezza ad essa legata, questa non si realizza soltanto se ho adempiuto formalmente a tutti gli impegni connessi, ma se questa Comunione mi fa vivere per Lui. Seconda promessa: la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Credo questo sia un chiaro richiamo a coloro che spiritualizzano tutto e troppo facilmente. Quel pane che mangiamo è veramente il corpo del crocifisso risorto ed ha gli effetti di quel corpo trasfigurato: conferma nella fede, perdona veramente i peccati, manda e da incarichi: fare la comunione non è solo un fatto devozionale o un personale crogiolarsi con Gesù, è una forza vera, ma per andare ed essere la trasfigurazione del crocifisso risorto nel mondo.
SABATO 6 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Domenico Savio, Sant’Evodio di Antiochia.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DA CHI ANDREMO? TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA.
HANNO DETTO: "Dovete preoccuparvi meno di ciò che dovete fare e pensare più a ciò che dovete essere. Verrai giudicato in base non a ciò che fai, ma a ciò che sei". (Meister Eckart)
SAGGEZZA POPOLARE: Con lacrime e lamenti non si cura il mal di denti.
UN ANEDDOTO: Un uomo scoprì l'arte di accendere il fuoco. Dopo questa scoperta, prese i suoi attrezzi e andò verso nord, dove c'erano tribù sulle montagne che tremavano per il grande freddo e cominciò a insegnare loro l'arte di accendere il fuoco. Mostrò loro i vantaggi della sua scoperta: potersi riscaldare durante l'inverno, preparare i pasti, utilizzare il fuoco per costruire. Ed essi imparavano con entusiasmo. Quando ebbero imparato, lo scopritore dell'arte di accendere il fuoco si recò verso un altro luogo, senza dar loro il tempo di ringraziarlo, perché era un grand'uomo. Ai grandi uomini non importa come vengono ricordati o se si mostra loro gratitudine. A loro importa trasmettere!
PAROLA DI DIO: At 9,31-42; Sal 115 (116); Gv 6,60-69
Vangelo Gv 6, 60-69
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Parola del Signore
"VOLETE ANDARVENE ANCHE VOI?"
Gesu e una proposta difficile. Non rientra nei nostri schemi umani. Se da una parte attrae, dall'altra è sempre misterioso, ha delle richieste che ci lasciano interdetti, è tutt'altro che una dolce, futura, promessa. Agli apostoli ha appena detto che devono sperare non in un facile pane piovuto dal cielo, ma che dovranno mangiare la sua carne come offerta in sacrificio, che glorificazione coincide con croce, che vivere significa morire: "Volete andarvene anche voi?" Altri se ne sono andati. Gesù andava bene fino a quando era una promessa di gioia, di potere, di tranquillità, fino a quando era un "calmante". Anche oggi Gesù ci rasserena con l'offerta della sua vita, con la mano sempre tesa per accompagnarci, con il perdono sempre riproposto ma si presenta anche con le sue esigenze: "Se vuoi essere mio discepolo, prendi la tua croce e seguimi". Non ci nasconde le difficoltà! Ma la sua è ancora una proposta: "Vuoi seguirmi o vuoi andartene anche tu?". Pietro risponderà: "Da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna". E noi che cosa rispondiamo a Gesù?
DOMENICA 7 MAGGIO: 4^DOMENICA DI PASQUA ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Epifanio di Costanza; San Flavio, martire; Santa Gisella.
Una scheggia di preghiera:
IL SIGNORE E' IL MIO PASTORE NON MANCO DI NULLA.
HANNO DETTO: La vita è l'infanzia della nostra immortalità. (Goethe)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi te l'ha detto che il pane è morbido, il pane è sempre duro a chi lavora. (prov. Sardo)
UN ANEDDOTO: Mi piace molto quel detto di Buddha: "Monaci e discepoli non devono accettare le mie parole per rispetto". Bisogna fare come l'orefice con l'oro: lo brunisce, lo leviga, lo intaglia, lo lega. Così si fa. Ci si deve mantenere aperti, recettivi e sempre pronti a domandare, a pensare autonomamente. In caso contrario si cade nell'immobilismo, nel pregiudizio mentale. (Antony De Mello)
PAROLA DI DIO: At 2,14a.36-41; Sal 22 (23); 1Pt 2,20b-25; Gv 10,1-10
Vangelo Gv 10, 1-10
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza». Parola del Signore
"IO SONO LA PORTA"
Per un timido come me ci sono certe porte davanti alle quali esito: mi hanno detto che c’é un malato difficile, una famiglia lontana, chissà se do fastidio, come mi accoglieranno?... Poi scherzando con me stesso mi dico: "Fatti furbo, non farti tante domande: suona il campanello e vedrai; l'unico modo di sapere è varcare quella porta. Gesù è l'unica porta del cristianesimo: bisogna passare attraverso Lui per entrare nella Chiesa. Le altre porte, gli altri passaggi non portano alla vita. E' inutile cercare altrove, è inutile essere titubanti: bisogna guardare Cristo in faccia e poi bussare. Fatto questo primo passo puoi star sicuro di non ricevere la porta sbattuta in faccia: al di là di quella porta che all’inizio può anche far paura c'è un Cristo che pur di accoglierti sempre con le braccia aperte se le è addirittura fatte inchiodare sulla croce.
LUNEDI’ 8 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Acacio di Bisanzio; San Vittore, martire.
Una scheggia di preghiera:
SIGNORE, DONAMI DI ASCOLTARE LA TUA VOCE CHE MI GUIDA.
HANNO DETTO: A compiacersi del semplice ci vuole un'anima grande. (Arthur Graf)
SAGGEZZA POPOLARE: "Quando l'occhio è libero, vediamo; quando l'orecchio non è otturato, sentiamo; quando il palato è pulito, assaporiamo. Quando la mente è sgombra da idee distorte, abbiamo in dono la sapienza e la felicità". (Sapienza orientale)
UN ANEDDOTO: Immaginate di essere seduti in un teatro per ascoltare un concerto. All'improvviso vi ricordate di aver dimenticato di chiudere la vostra auto. Cominciate a innervosirvi. Non vi potete alzare per andare a chiudere la vostra auto, e non potete neppure concentrarvi sulla sinfonia; siete tra l'incudine e il martello. Che perfetta istantanea del modo in cui vive la maggior parte degli uomini! (Antony De Mello)
PAROLA DI DIO: At 11,1-18; dai Sal 41 (42) e 42 (43); Gv 10,11-18
Vangelo Gv 10, 11-18
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio». Parola del Signore
“IO SONO IL BUON PASTORE, CONOSCO LE MIE PECORE E LE MIE PECORE CONOSCONO ME”.
Il Signore si presenta come un buon Pastore, che conosce e ama le sue pecore, le chiama ad una ad una e le pecore lo riconoscono e lo seguono. Non un pastore qualunque, né un imprenditore agricolo che tiene gli animali chiusi in stalla in allevamento intensivo o cose del genere, no: un pastore buono, cioè efficace. Gesù insiste: egli vuole dare la vita in abbondanza. Gli altri pastori, in realtà, non vengono riconosciuti, le pecore diffidano della loro voce. I discepoli, sul momento, non capiscono: Gesù dice di essere una porta d'ingresso, attraverso di lui si arriva alla felicità. Prendiamo sul serio questa Parola. Cominciamo dalle note dolenti: chi o che cosa è pastore della mia vita? Chi la conduce e dove mi conduce? Subito, credo, viene da rispondere: "Io non ho pastori, me la cavo da solo, sono libero e adulto". Andiamo! Pastore può essere la mia carriera professionale, il giudizio degli altri, i miei appetiti, i miei sentimenti se guardiamo bene scopriamo che dietro ogni nostra azione esiste qualcosa o qualcuno che ci ispira. Spesso, troppo spesso, siamo condotti dai bisogni suscitati dal mercato: cerco di apparire più piacevole, di essere più alla moda, di farmi accettare. E' normale, in parte giusto. Ma ai discepoli, a coloro che sulla loro strada hanno incontrato il Risorto, il Signore chiede di non seguire i falsi profeti, di saper distinguere le voci suadenti di chi la felicità la vende, di chi ti chiede adesione ad un sogno improbabile o da chi la vita vera, in abbondanza, te la dona. Gesù pretende di proporre una vita vera, di essere la porta attraverso cui passare per raggiungere la felicità vera. Perché non ascoltare la sua voce e passare attraverso Lui?
MARTEDI’ 9 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Luminosa di Pavia, San Pacomio il grande, monaco.
Una scheggia di preghiera:
NELLE TUE MANI, SIGNORE, RIPOSA L'ANIMA MIA.
HANNO DETTO: Agnostico è colui che non crede a niente e pretende che gli altri credano a lui. (Gaston Pollard)
SAGGEZZA POPOLARE: Con gli anni anche la nuora diventa suocera. (prov. Bergamasco)
UN ANEDDOTO: Sapete come vennero scoperte le miniere diamantifere del Sud Africa? Un giorno, un viaggiatore, seduto sulla soglia della capanna del capo villaggio, vide i figli del capo giocare con delle biglie. Chiese una di queste biglie a un bambino, la prese, la guardò e quasi gli venne un colpo per la gioia. Era un diamante! Andò dal capo del villaggio e gli disse: "Anche i miei figli giocano con queste pietre, ma le chiamano biglie. Ne potrei portare qualcuna a casa mia? In cambio sono pronto a darti del tabacco". Il capo rispose: "Qui ne abbiamo a migliaia, sarebbe un furto accettare il tuo tabacco, ma accetto qualsiasi cosa tu mi possa dare". L'uomo diede il tabacco, andò a casa, vendette i diamanti, tornò, comprò tutte quelle terre e divenne l'uomo più ricco del mondo. La morale di questo racconto è che gli abitanti di quel villaggio calpestavano un tesoro e non lo sapevano. Questa è un'altra immagine della vita. La vita è un banchetto, al quale la maggior parte degli uomini rinuncia. Non scoprono mai il tesoro.
PAROLA DI DIO: At 11,19-26; Sal 86 (87); Gv 10,22-30
Vangelo Gv 10, 22-30
Dal vangelo secondo Giovanni
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». Parola del Signore
“NESSUNO PUO’ STRAPPARE LE MIE PECORE DALLA MANO DEL PADRE MIO”.
Ci sono situazioni nella nostra vita, in cui non si sa più che fare: un matrimonio sbagliato in cui, oltre all’umiliazione di un progetto vanificato, si vedono cadere uno per uno tutti i valori e gli affetti in cui avevi creduto; un figlio con il quale pensi di avere tentato tutte le strade possibili, credi di aver dato tutto e ancor più con il quale non si dialoga o che ha preso strade sbagliate dalle quali non riesci a toglierlo in nessun modo; un cancro incurabile; una morte improvvisa. Troppe volte ci scontriamo, nella nostra vita, con la miseria delle situazioni e, smarriti, rischiamo di scivolare nel profondo baratro dello scoraggiamento e della disperazione. In quei momenti, ci sembra che Dio o non ci sia o se ne sia andato o sia diventato solo il crudele spettatore dei nostri guai. Allora, proprio in quei momenti, abbiamo bisogno di sederci, con calma, e di riprendere in mano questa pagina di Vangelo piena di tenerezza. Ci crediamo davvero a quanto è scritto in essa? Il nostro Dio è il Dio della morte, del potere o il Dio tenero che non ci abbandona mai?
Questa pagina di Vangelo non è consolazione per donnette sentimentali, è tenerezza di Dio per i momenti difficili, per quei momenti in cui non “sentiamo” la sua presenza. Proprio in quei momenti bisogna credere che il Padre è più grande. Più grande dei nostri sbagli, più grande dei nostri limiti, più grande delle nostre malattie, più grande della nostra solitudine, più grande, più grande. Come un Pastore, buono, straordinariamente buono, ci dice, ci garantisce, ci assicura che siamo nella sua mano e non andremo mai perduti, mai rapiti, mai lontano. Così è successo a Maria. Per il fatto che Dio l’aveva scelta per essere la madre di suo Figlio non tutto le è andato dritto. Una volta che l’angelo se ne è andato lei è restata con il mistero della sua gravidanza da spiegare e da far accettare, con il mistero di un Dio che era in tutto bambino e uomo come gli altri, con il mistero del dolore, del potere umano che la manda in esilio, con la sofferenza personale e la morte in croce di suo Figlio. Se Maria non avesse pensato che Dio era il suo pastore, che Dio non la abbandonava ce ne sarebbe stato più che a sufficienza per disperarsi.
MERCOLEDI’ 10 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfio, martire; San Cataldo, vescovo; Santa Solange
Una scheggia di preghiera:
L'ANIMA MIA HA SETE DEL DIO VIVENTE. QUANDO VEDRO' IL SUO VOLTO?
HANNO DETTO: L'avidità fa comprare le cose che il denaro può comprare, ma fa perdere quelle che il denaro non può comprare. (Laurence J. Peter)
SAGGEZZA POPOLARE: Le parole legano l'uomo. Una volta dette non si possono ritirare. (prov. Bergamasco)
UN ANEDDOTO: Un giorno ero in volo dagli Stati Uniti alla volta del Canada. Mentre stavamo passando la frontiera, il pilota esclamò: "Stiamo oltrepassando la frontiera americana!". I passeggeri guardarono in basso, ma non c'era nulla da vedere. Chiaro, una frontiera esiste solo nella mente degli uomini, la natura non conosce confini territoriali. L'essere americano esiste solo nel mondo concettuale degli uomini. Non ci sono alberi o montagne americane. E' un'abitudine linguistica puramente convenzionale! Gli uomini però sono pronti a morire per questo, tanto reale a loro sembra la separazione. (Antony de Mello)
PAROLA DI DIO: At 12,24-13,5a; Sal 66 (67); Gv 12,44-50
Vangelo Gv 12,44-50
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me». Parola del Signore
“CHI VEDE ME, VEDE COLUI CHE MI HA MANDATO (Gv. 12,45)
Anche nel modo di intendere la religione ci sono tanti luoghi comuni che sarebbe bene sfatare. Oggi va di moda, per un certo amore di ecumenismo, o per sentirsi persone aperte, di larghe vedute, dire: “Dio è lo stesso Dio di tutte le religioni, che lo si chiami con un nome o con l’altro, che lo si onori in un modo o in altro…” Sovente poi, incontriamo persone che dicono: “lo credo in Dio” e questo mi basta!” Se è vero che a Dio si può giungere per mille strade diverse ed è ancor più vero che nessuno può giudicare la fede di un altro, non per questo noi dobbiamo perdere la nostra identità, dimenticandoci di Gesù, il Figlio di Dio che è venuto nel mondo per rivelarci il volto del Padre. Non per scherzo ci ha amati il Figlio di Dio che ha dato la sua vita per noi: Egli è la trasparenza del Padre. Le parole che ci ha detto, sono quelle del Padre. Noi possiamo arrivare al cuore del Padre tramite il suo “Figlio prediletto”. Gesù Cristo non solo ci ha rivelato il volto del Padre, ma è anche la strada privilegiata per giungere al suo cuore. Non per niente la Chiesa, nella celebrazione della Messa ci ricorda questo quando, dopo averci fatto esprimere tutte le nostre intenzioni e preghiere, dopo aver fatto memoria della cena di Gesù, fa alzare al sacerdote il corpo e sangue di Cristo e ci fa dire che la nostra lode, la preghiera, la vita avviene solo e unicamente “Per Cristo, con Cristo e in Cristo”.
GIOVEDI’ 11 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Bertilla; Sant’Ignazio da Laconi, Sant’Illuminato, monaco
Una scheggia di preghiera:
TUO E' IL REGNO, TUA LA POTENZA, TUA LA GLORIA NEI SECOLI.
HANNO DETTO: Dopo tutto una gioventù bisogna averla: poco importa l'età in cui si decide di essere giovani. (H. Duvernois)
SAGGEZZA POPOLARE: Sarebbe meglio se i guerrieri non avessero un aspetto truce, se gli studiosi non avessero un'aria saccente, se i prigionieri delle montagne non avessero l'odore delle nebbie e se i monaci non avessero odore di incenso e altari.
UN ANEDDOTO: Il padre di una ragazza che faceva parte del gruppo dei discepoli irruppe nella sala dove il maestro stava tenendo una conferenza. Ignorando i presenti, urlò alla figlia: Hai abbandonato la carriera universitaria per sedere ai piedi di questo sciocco! Che cosa ti ha mai insegnato? Lei si alzò e condusse fuori il padre con calma e disse: Stare con lui mi ha insegnato quello che nessuna università avrebbe potuto insegnarmi: mi ha insegnato a non aver paura di te e a non sentirmi imbarazzata per il tuo vergognoso comportamento.
PAROLA DI DIO: At 13,13-25; Sal 88 (89); Gv 13,16-20
Vangelo Gv 13, 16-20
Dal vangelo secondo Giovanni
Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono. In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». Parola del Signore
“UN SERVO NON E’ PIU’ GRANDE DEL SUO PADRONE. NE’ UN INVIATO PIU’ GRANDE DI CHI LO HA MANDATO”.
Sarà capitato anche a voi, se bazzicate chiese, parrocchie o gruppi ecclesiali, di incontrare tante persone che, ‘in tutta umiltà pensavano di essere più grandi di Gesù Cristo, magari vescovi e preti che avevano preso talmente sul serio la propria responsabilità da credere di essere indispensabili e che manifestavano che chi non la pensava come loro era fuori dalla Chiesa e dalla salvezza o tanti laici che, ‘consapevoli del ruolo che la chiesa postconciliare aveva affidato loro, erano diventi più clericali di certo clero. L’errore è sempre lo stesso, e noi, con somma gioia del tentatore, ci cadiamo abitualmente. Gesù è venuto per servire, non per comandare, Gesù è venuto a proporre e non ad imporre, Gesù è venuto a perdonare e non a giudicare insindacabilmente, Gesù è venuto a chiamare per servire e non a creare una gerarchia di comando, Gesù è venuto a lavare i piedi e non a far strisciare sotto i piedi, Gesù è venuto a farsi pane, non a mangiare il nostro pane, il cristiano, allora, dovrebbe essere servo del fratello, uomo di proposta e non di imposizione, persona che non giudica ma che offre, uomo disposto a lasciarsi mangiare dai fratelli. Ridimensionarci non può che farci bene sotto tanti aspetti. Per prima cosa ci rendiamo conto che al mondo, anche nel cammino della fede, non ci siamo solo noi, ma ci sono tanti altri e che è bello essere tutti originali ma nessuno indispensabile. E poi, per me, è anche estremamente rasserenante il pensare che io devo mettercela tutta per il Regno di Dio, ma che dopo aver fatto la mia parte c’è ancora Dio che lo fa andare avanti.
VENERDI’ 12 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santi Nereo e Achilleo; San Pancrazio; San Leopoldo Mandic.
Una scheggia di preghiera:
CON TE GESU' FIN DA OGGI SONO NELL'ETERNITA'.
HANNO DETTO: Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere. (Gesualdo Bufalino)
SAGGEZZA POPOLARE: Non perde il cervello se non chi l'ha. (prov. Italiano)
UN ANEDDOTO: Un soldato americano durante la guerra in Corea,il giorno del Ringraziamento, la festa principale negli Stati Uniti, sentì una fortissima nostalgia di casa. Una coppia, che aveva trascorso diversi anni negli Stati Uniti, lo invitò a pranzo. Quando l'uomo arrivò, con sua grande sorpresa e gioia, vide che c'era un tacchino, il suo piatto favorito. Il pranzo iniziò: mentre si serviva generosamente, iniziò a discutere animatamente con il suo ospite. Quando la discussione terminò, il suo piatto era vuoto. Il soldato si accorse che non aveva affatto gustato il pranzo e che non si ricordava neppure il sapore del tacchino.
PAROLA DI DIO: At 13,26-33; Sal 2; Gv. 14,1-6
Vangelo Gv. 14, 1-6
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». Parola del Signore
“NELLA CASA DEL PADRE MIO VI SONO MOLTE DIMORE”.
L’aldilà ci interessa. Ci chiediamo come sarà. Abbiamo tutti più o meno negli occhi e nelle orecchie Giudizi universali alla Michelangelo, paradisi, inferni e purgatori alla Dante. Gesù non si preoccupa tanto di dirci luoghi e situazioni del nostro futuro; addirittura nel suo parlare presente e futuro non hanno neppure contorni ben definiti. Ci dice però chiaramente di non aver paura ma solo fede in Lui che desidera ardentemente che noi siamo dove Egli è. La fede non si misura dalla paura che noi abbiamo per il nostro futuro ma dalla fiducia attiva in Colui che per salvarci ci dà la vita.
SABATO 13 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Agnese di Poitiers; San Sergio, confessore.
Una scheggia di preghiera:
VENGA IL TUO REGNO, SIGNORE.
HANNO DETTO: Esitare va benissimo se poi fai quello che devi fare. (B. Brecht)
SAGGEZZA POPOLARE: Dei secondi consigli son piene le case; e dei primi ve n'è carestia. (prov. Italiano)
UN ANEDDOTO: A un discepolo che aveva il terrore di sbagliare il maestro disse: Quelli che non sbagliano mai fanno l'errore più grande di tutti: non provano nulla di nuovo.
PAROLA DI DIO: At 13,44-52; Sal 97 (98); Gv 14,7-14
Vangelo Gv 14, 7-14
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Parola del Signore
“IN VERITA’ VI DICO: CHI CREDE IN ME COMPIRA’ LE OPERE CHE IO COMPIO E NE COMPIRA' DI PIU’ GRANDI” . (Gv 14, 12)
È questa una di quelle affermazioni di Gesù che appaiono più sbalorditive: come mai i suoi discepoli potranno fare opere come le sue o addirittura superiori alle sue?
Intanto, per prima cosa, Gesù dice che solo chi crede in Lui, chi è unito a Lui e vive della sua vita, è in grado di compiere le opere che Egli compie, anzi ne farà di più grandi. Come si vede, Gesù non intende parlare qui di qualsiasi azione, ma di quelle che compie Lui, in continuità cioè con tutto ciò che Egli ha fatto, per riaprire agli uomini la comunione col Padre, per comunicare loro la salvezza. E non significa che i discepoli saranno superiori al Maestro, perché, attraverso il loro operare, è Gesù stesso che, anche dopo il suo ritorno al Padre, continua ad agire nel mondo. Dipende da noi che Gesù ripassi oggi sulla terra a compiere l'opera sua: Egli agisce mediante noi, se lo lasciamo fare.
Anche per la sua prima venuta sulla terra Dio ha chiesto il consenso di Maria, una di noi. Maria ha creduto: ha aderito totalmente ai piani del Padre. E quale «opera» ha fruttato la sua fede? Per il suo “sì”, “il Verbo si è fatto carne” in lei ed è stata resa possibile la salvezza dell'umanità. Abbiamo anche noi una grande responsabilità: dobbiamo credere in Gesù perché Egli possa vivere in noi e operare tramite noi. Dobbiamo accogliere e mettere in pratica le sue Parole, che si sintetizzano nel comandamento dell'amore. Dimentichiamo noi stessi e mettiamoci ad amare come ha amato Lui, con un amore che non misura. E, sulla tomba del nostro io, vivrà ogni giorno di più il Risorto, con la sua potenza, la sua luce, la sua gioia, in ciascuno di noi e in mezzo a noi. Il mondo ha estremo bisogno di questa sua presenza. Sia questa l'opera nostra, l' “opera più grande”: vivere in modo da offrire, a quanti incontriamo, il Risorto vivo in noi e in mezzo a noi. In Lui tanta parte di umanità troverà ciò che fuori di Lui è vano cercare: la speranza, il bene, la verità, l'unità, la pace. E con Lui lavoreremo alla trasformazione vera del mondo.
DOMENICA 14 MAGGIO: 5^DOMENICA DI PASQUA ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: San Mattia;San Michele Garicoits; San Pasquale I, Papa; Santa Maria Mazzarello.
Una scheggia di preghiera:
TU, GESU', SEI LA VIA CHE CONDUCE AL PADRE.
HANNO DETTO: Dio è l'invisibile evidente. (Victor Hugo)
SAGGEZZA POPOLARE: Molti fan prima la roba e poi la coscienza. (prov. Italiano)
UN ANEDDOTO: Volendo incoraggiare il suo bambino che stava imparando a suonare il piano, una madre portò il piccolo ad un concerto di Paderewski. Prima di sedersi, la madre vide una sua cara amica in platea e corse a salutarla. Il bambino, stanco di aspettare, si alzò e cominciò a correre fra le poltrone finché vide una porta con una scritta: “VIETATO L’INGRESSO”. Quando le luci si attenuarono e il concerto stava ormai per iniziare, la madre tornò al suo posto e scoprì che suo figliolo non era più lì. Improvvisamente le luci si spensero. Il sipario si aprì ed un bianco fascio di luce cadde su un maestoso piano “Steinway” al centro del palcoscenico. Terrorizzata, la madre vide il suo bambino che, seduto alla tastiera, suonava le note di... “Fra Martino, campanaro...". Nello stesso momento, il celebre Maestro fece il suo ingresso e corse al piano sussurrando all’ orecchio del bambino: “Non aver paura, continua a suonare...”
Restando alle sue spalle, Paderewski allungò le braccia ed iniziò ad accompagnarlo sui bassi, poi sugli acuti. Ne nacque prima un delicato contrappunto, poi un gradevole arrangiamento. Così, il Maestro e il suo piccolo allievo trasformarono una situazione imbarazzante in una piacevole improvvisazione musicale. La prossima volta che dovrai intraprendere un nuovo e difficile progetto, ascolta attentamente. Potrai sentire la voce del Maestro che ti sussurra: “Non aver paura, continua a suonare...”. Lascia che le sue braccia ti circondino. Lascia che le sue mani esperte entrino suonando nel concerto della tua vita.
PAROLA DI DIO: At 6,1-7; Sal 32 (33); 1Pt 2,4-9; Gv 14,1-12
Vangelo Gv 14, 1-12
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre». Parola del Signore
“IO SONO LA VIA”
"Preparate la via del Signore" (Lc 3,4), gridava il Battista nel deserto di Giuda, riecheggiando il profeta Isaia. Ed ecco colui che si presenta come il Signore Via, come Dio fattosi uomo perché noi accedessimo al Padre attraverso la sua umanità. Ma che via ha intrapreso Gesù? Figlio di Dio, che è Amore, è venuto su questa terra per amore, è vissuto per amore, irradiando amore, donando amore, portando la legge dell'amore, ed è morto per amore. Poi è risuscitato e salito al Cielo, compiendo il suo disegno d'amore. Si può dire che la via percorsa da Gesù ha un solo nome: amore. E che noi, per seguirlo, dobbiamo camminare per questa via: la via dell'amore. Ma l'amore che Gesù ha vissuto e portato è un amore speciale, unico. Non è filantropia, né semplicemente solidarietà o benevolenza; neanche pura amicizia o affetto; e non è nemmeno solo non violenza. E' qualcosa di eccezionale, di divino: è l'amore stesso che arde in Dio. A noi Gesù ha donato una fiamma di quell'infinito incendio, un raggio di quell'immenso sole: amore divino, acceso nel nostro cuore col battesimo e con la fede, alimentato dagli altri sacramenti, dono di Dio, che domanda però tutta la nostra parte, la nostra corrispondenza.
LUNEDI’ 15 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isidoro, l’Agricoltore, San Liberatore; Santa Sofia di Roma.
Una scheggia di preghiera:
AVVENGA DI ME SECONDO LA TUA PAROLA.
HANNO DETTO: L'uomo veramente grande è colui che fa sentire grande ogni altro uomo. (Chesterton)
SAGGEZZA POPOLARE: Se hai soldi in tasca, sei bello, intelligente e canti anche bene. (prov. Ebraico)
UN ANEDDOTO: Un rabbino sosteneva: — Per me il versetto più importante della Legge è questo: ‘Ama il prossimo tuo come te stesso!’ Ma un altro rabbino come maggiore saggezza gli fece osservare: — Per me il versetto più importante della Bibbia è invece questo: “Dio creò l’uomo a sua immagine”.
PAROLA DI DIO: At 14,5-18; Sal 113b (115); Gv 14,21-26
Vangelo Gv 14, 21-26
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Parola del Signore
“CHI ACCOGLIE I MIEI COMANDAMENTI E LI OSSERVA, QUESTI E' COLUI CHE MI AMA”.
Ci sono due modi (con molte varianti) con cui mettersi davanti ai comandamenti del Signore. I]. primo modo è quello di sentirli come un peso ma di volerli osservare scrupolosamente per essere fedeli alle norme e “guadagnarsi il paradiso”; il secondo, quello di vederli come un dono e di osservarli nella logica dell’amore di Dio e del prossimo. Osservare i comandamenti di Gesù è il nostro modo concreto di riconoscere Lui il Dio, superiore a noi, che ci ama, ed è la nostra possibilità di risposta ai suoi doni. Colui che ha capito questo, allora, non osserva i comandamenti per sentirsi buono o per ottenere qualcosa ma, sentendosi libero da ogni legame, li osserva per amore di Cristo e dei fratelli, sapendo che i comandi di Dio sono l’unica strada per la vera realizzazione di se stesso. Guardiamo a Maria: ha detto “eccomi, sono la serva del Signore”, si è messa nelle sue mani, si è lasciata fare da Lui e ne è uscito un capolavoro.
MARTEDI’ 16 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Andrea Bobola, martire; Sant’Ubaldo, vescovo.
Una scheggia di preghiera:
IL MIO CUORE HA PACE QUANDO RIPOSA IN TE.
HANNO DETTO: Non essere amati è solo sfortuna ma non aver amato è sventura. (Albert Camus)
SAGGEZZA POPOLARE: Chi confessa la propria ignoranza la mostra una volta, chi non la confessa, infinite volte. (prov. Cinese)
UN ANEDDOTO: Un maestro indù si rivolse ai discepoli e li invitò a guardarsi dai santi superbi raccontando loro questa parabola: C'era una volta un uomo saggio, buono e degno di ogni rispetto, ma orgoglioso: si stimava santo! Gli dissero che se avesse imparato ad essere umile sarebbe diventato veramente perfetto. Egli allora si impegnò con tutte le proprie forze a praticare la virtù dell'umiltà ... tanto da apparire a tutti il più perfetto dei santi. Un giorno un tale gli mancò di rispetto; ed egli per difendersi reagì violentemente: "Sciocco ignorante! Non sai che da quando ho imparato ad essere umile sono santo davvero?!".
PAROLA DI DIO: At 14,19-28; Sal 144 (145); Gv 14,27-31a
Vangelo Gv 14,27-31
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco». Parola del Signore
“VI LASCIO LA PACE, VI DO LA MIA PACE. NON COME LA DA’ IL MONDO, IO LA DO A VOI”.
Pace è una di quelle parole usate e strausate che alla fine hanno perso il loro vero significato. Pace diventa allora sinonimo di “non ammazziamoci”, di compromesso, di generico “vogliamoci bene”. Questo saluto che Gesù sovente fa ai suoi apostoli è invece denso di significati molto profondi: è l’augurio di pienezza di vita, di salute ma è soprattutto mettere Dio al suo posto, al primo posto. Quando l’uomo avrà veramente pace? Quando si costruirà nel modo giusto: quando cioè fonderà i suoi valori non sull’effimero, sul passeggero, ma su chi lo ha pensato, creato, amato. Allora il cuore dell’uomo, le sue attese non diventeranno più orgoglio che divide, si appropria, uccide, ma gioia, perdono, riconciliazione profonda con il fratello non più visto come un rivale da superare ma come un amico con cui camminare e costruire il Regno che il Signore stesso ha chiamato a realizzare.
MERCOLEDI’ 17 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Pasquale Baylon; Santa Restituta Matrono.
Una scheggia di preghiera:
IL TUO AMORE, SIGNORE, RIMANGA SEMPRE CON NOI.
HANNO DETTO: Quando si agisce cresce il coraggio, quando si rimanda cresce la paura. (Publilio Siro)
SAGGEZZA POPOLARE: Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso. (detto degli indiani Americani)
UN ANEDDOTO: Un giovane monaco si recò a far visita a un anziano. - Maestro - disse - sono angosciato: gli esempi di bene che mi sforzo di dare, mi pare non portino frutto; mentre un solo atto malvagio crea interesse, scompiglio, attrazione. È naturale - rispose l'anziano. - Un albero che cade fa un gran tonfo. Ma non temere, tutta la foresta cresce nel silenzio.
PAROLA DI DIO: At 15,1-6; Sal 121 (122); Gv 15,1-8
Vangelo Gv 15, 1-8
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Parola del Signore
“IO SONO LA VITE E VOI I TRALCI. CHI RIMANE IN ME E IO IN LUI FA MOLTO FRUTTO, PERCHE’ SENZA DI ME NON POTETE FAR NULLA”. (Gv. 15,5)
Il verbo “rimanere” nel Vangelo di Giovanni è uno di quelli che caratterizzano la risposta dell’uomo all’iniziativa di Dio. “Stare”, “Rimanere”, “Dimorare” indicano qualcosa di più di un legame superficiale, provvisorio. E’ andar oltre alla semplice vicinanza, per esprimere una realtà profonda, uno scambio vitale, un rapporto duraturo. Si tratta di “dimorare” nella sua parola. Non basta che la parola risuoni dall’esterno. Occorre che penetri, venga assimilata fino a diventare la regola ispiratrice della propria condotta. Si tratta di “dimorare in Gesù”, cioè di spostare il centro di interesse da noi stessi a Lui. Gesù è il terreno dove porre le nostre radici perché “senza di Lui non possiamo far nulla”. A questo punto Gesù parla di frutti che il cristiano deve produrre. Ma non si tratta, genericamente, di produttività. Il problema principale non è quello di aumentare la quantità, cercare con i più moderni mezzi di “incrementare gli utili”. Questa vigna, poi, non assicura guadagni e vantaggi a coloro che ne fanno parte. I frutti sono principalmente per gli altri. E’ una vigna “per pubblica utilità”. Qualsiasi “passante” ha diritto di esigere i frutti. E i frutti coincidono sempre con l’amore. E nessuno è libero di produrre frutti adottando metodi e mezzi che più gli aggradino. E’ il Signore stesso che stabilisce rigorosamente le condizioni della fecondità. Due essenzialmente: rimanere in Lui e accettare la potatura. E se è difficile accettare il ragionamento della potatura specialmente di chi già opera il bene, spesso nella nostra vita spirituale c'è un altro grande rischio: quello di tagliarci le gambe da soli. Vogliamo bene a Gesù, siamo cristiani! ma ad un certo punto: "Al mattino non riesco più a pregare: c'è fretta... l'ufficio, il mercato...", "Ho cominciato a saltare messa una domenica perché mi è arrivata gente... adesso sono due mesi che non vado più in chiesa: ogni domenica ce n'è una... (di scusa!?)", "Andavo a trovare quella persona paralizzata in casa, ma poi sono arrivate le feste con tutto il loro da fare, mi sono limitato a telefonarle, poi qualche giorno me ne sono dimenticata...., ora non mi oso più...". Con queste o altre cose simili, noi tagliamo i nostri rapporti con il Signore. I sacramenti della sua presenza diventano sempre più lontani, non troviamo più la voglia di pregare... rinsecchiamo. Se accumuliamo ostacoli nelle nostre vene c'è pericolo che presto la linfa vitale di Cristo non ci possa più raggiungere e allora a cosa serve un ramo secco?
GIOVEDI’ 18 MAGGIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni I; San Felice di Cantalice.
Una scheggia di preghiera:
ANDIAMO CON GIOIA ALLA CASA DEL SIGNORE.
HANNO DETTO: Non capisco perché gli uomini che credono agli elettroni si considerino meno creduli degli uomini che credono agli angelo. (G.B. Shaw)
SAGGEZZA POPOLARE: La rana non si ingozza mai di tutta l'acqua dello stagno in cui vive. (Prov. Sioux)
UN ANEDDOTO: Un rabbino se ne stava alla finestra osservando i passanti per la strada. Vide un uomo, lo chiamò e gli chiese: Dimmi, se trovassi per la strada una borsa piena di monete, la restituiresti al suo legittimo proprietario? L'uomo si irritò: Certo che la restituirei! Senza esitazione! Il rabbino scosse la testa e sospirò: Tu sei un folle! Stette ancora alla finestra e rivolse ad un altro passante la stessa domanda: Lo sconosciuto rispose: Non sono certo così stupido da rinunciare ad una borsa di soldi piovutami dal cielo! Tu sei un malvagio - si indignò il rabbino. Interpellò allora un terzo individuo che passava di lì. Alla medesima domanda quell'uomo rispose: Rabbi, come faccio a sapere a quale tappa del mio cammino spirituale sarei giunto in quel momento? Non so se riuscirei a resistere alla tentazione del Maligno. Forse Satana mi vincerebbe ed io mi approprierei della borsa ingiustamente. Oppure Dio mi aiuterebbe ed io cercherei il proprietario per restituirgli il denaro. Il rabbino questa volta disse: - Come sono belle le tue parole! Tu sei un uomo di Dio! (Tradizione Chassidica)
PAROLA DI DIO: At 15,7-21; Sal 95 (96), Gv 15,9-11
Vangelo Gv 15, 9-11
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». Parola del Signore
“VI HO DETTO QUESTE COSE PERCHÉ LA MIA GIOIA SIA IN VOI E LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”.
Se analizziamo i momenti di gioia della nostra vita scopriamo che essi hanno tutti un qualcosa in comune. La gioia nasce dalla consapevolezza di essere amati e di poter amare. Se so di essere amato, stimato, provo gioia e forza e sono contento se vedo questa gioia allargarsi attorno a me. Se divento cosciente dell’amore che Dio ha per me, della sua stima, del suo perdono, della fiducia che ripone in me, non posso non aver gioia: Dio, il Creatore, il Sapiente, l’Unico, mi ama di un amore totale e personale, e me lo ha dimostrato e dimostra attraverso suo Figlio Gesù. Posso ancora essere pessimista, triste, posso ancora sentirmi solo? E se io sono amato così, posso temermelo per me solo o non devo sprizzare gioia da tutti i pori? Il mondo ha bisogno della mia gioia... Nel mondo c’è il grande contagio del possedere, della tristezza, io ho l’antidoto della gioia e ce l’ho in abbondanza; perché non regalarlo? Se farò così scoprirò un’altra meraviglia: donare gioia non ci impoverisce di essa, anzi, ce la moltiplica.
VENERDI’ 19 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Celestino V, Papa; Sant’Ivo.
Una scheggia di preghiera:
TU, MIO DIO, CONOSCI IL MIO NOME DA SEMPRE.
HANNO DETTO: Fai ciò che puoi, con ciò che hai, dove sei. (F. D. Roosvelt)
SAGGEZZA POPOLARE: Due parole dette fuori posto hanno fatto perdere cause già vinte. (prov. Bergamasco)
UN ANEDDOTO: Un giorno, un uomo che non aveva mai detto una menzogna, ne disse una. Ne provò rimorso, ma anche piacere, perché la menzogna gli era stata utile. E poiché il male è sempre fonte di piacere - ché se fosse fonte di dolore nessuno lo commetterebbe mai - cominciò a mentire ogni volta che gli faceva comodo. Un giorno trovò comodo rubare, lui che non aveva mai rubato neppure uno spillo. Ne provò rimorso, ma anche piacere, perché aveva accresciuto i suoi averi in un modo incredibilmente facile. E poiché il male è sempre fonte di piacere - ché se fosse fonte di dolore nessuno lo commetterebbe mai - cominciò a rubare ogni volta che gli capitò l'occasione. Un giorno ebbe occasione di uccidere, lui che non aveva mai calpestato una formica. Ne provò rimorso, ma anche piacere, perché aveva provato l'ebbrezza del possesso totale. E poiché il male è sempre fonte di piacere - ché se fosse fonte di dolore nessuno lo commetterebbe mai - divenne un assassino. Oggi che vanno tutti alla ricerca del piacere senza badare da che parte venga, il male dilaga così. P. G
PAROLA DI DIO: At 15,22-31; Sal 56 (57); Gv 15,12-17
Vangelo Gv 15, 12-17
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri». Parola del Signore
“NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI”.
In un mondo in cui, molto ipocritamente, pensiamo di essere noi a scegliere, a decidere, a me pare molto bello poter dire con Gesù: prima di essere stato io a scegliere, sono stato scelto da Lui, prima di essere io a dover amare, sono stato amato gratuitamente da Lui. Maria, prima di essere la donna del sì a Dio è stata la donna scelta, pensata fin dall’eternità per essere Madre di Gesù. E’ vero, noi possiamo purtroppo rifiutare questa elezione, ma anche prima del rifiuto c’è una scelta. La mia vita non è in balia del caso, non sono solo il frutto di un casuale incontro tra un ovulo e uno spermatozoo; non è un caso che io viva in questa epoca, in questa cultura, che io abbia questo ruolo, che incontri quelle persone. Sono stato pensato da Dio da sempre e per sempre. Quanta ansia in meno se pensassimo a questo. La nostra unica preoccupazione dovrebbe essere quella di rispondere generosamente, con gioia a questa “elezione”.
SABATO 20 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Bernardino da Siena; San Teodoro di Pavia.
Una scheggia di preghiera:
IRROBUSTISCI SIGNORE I CUORI DEBOLI E LE GAMBE FIACCHE.
HANNO DETTO: Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire. (J. Morison)
SAGGEZZA POPOLARE: "La mia mano non è del colore della tua, ma se mi pungo uscirà sangue e sentirò dolore. Il sangue è dello stesso colore del tuo, Dio mi ha fatto e sono un uomo". (Orso in Piedi – indiano Americano)
UN ANEDDOTO: Un rabbino interrogò i suoi discepoli: È più grave il peccato del corpo o quello dello spirito? Il peccato dello spirito è il più grave - risposero alcuni. No, il peccato del corpo è di gran lunga il più deprecabile - risposero altri. Il rabbino raccontò allora questa storia: «Un rozzo contadino e un dotto famiglio violarono una legge del regno. Il re decise di non punire il contadino e di infliggere invece un durissimo castigo al famiglio. Gli domandarono la ragione di questa preferenza. Il re rispose: "Il contadino può non sapere nulla delle leggi del mio regno, mentre il mio famiglio frequenta da sempre la mia casa, conosce perfettamente le leggi e, tuttavia, le ha violate. Solo lui merita un severo castigo". Dice il Signore: "Il corpo è tratto dalla terra e non sa nulla delle leggi del cielo; ma lo spirito è cittadino del cielo e ne conosce le leggi. Il peccato dello spirito è il più grave"». (Tradizione Rabbinica)
PAROLA DI DIO: At 16,1-10; Sal 99 (100); Gv 15,18-21
Vangelo Gv 15, 18-21
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato». Parola del Signore
“SE IL MONDO VI ODIA, SAPPIATE CHE PRIMA DI VOI HA ODIATO ME. SE FOSTE DEL MONDO, IL MONDO AMEREBBE CIÒ CHE È SUO, MA IO VI HO SCELTI DAL MONDO”.
I primi cristiani hanno incontrato tutti il martirio per la fede. Anche oggi è impressionante scoprire quanti sono ancora martiri veri e propri per la testimonianza cristiana nel mondo. Ma quello che più spesso incontriamo nel nostro mondo è una indifferenza alla fede, tante volte ancora più scoraggiante che una aperta ostilità. E l’indifferenza, l’abitudine, il “tanto tutti fanno così” può mettere a dura prova la testimonianza cristiana: è un martirio che non arriva tutto di un colpo, ma uno stillicidio che se non stai attento presto ti smonta, ti toglie l’entusiasmo, ti appiattisce. Il cristiano, seguendo il suo Maestro, è uno che non demorde, che non cerca risultati umani, che continua nella sua testimonianza sicuro che l’importante è seminare e qualche volta bagnare il terreno con un po’ di sudore, un po’ di lacrime e qualche goccia di sangue. A far crescere, a tempo opportuno, ci penserà il Signore stesso.
DOMENICA 21 MAGGIO: 6^DOMENICA DI PASQUA ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: San Costantino; San Vittorio, martire.
Una scheggia di preghiera:
SPIRITO SANTO DI DIO, INSEGNACI AD AMARE.
HANNO DETTO: Vedo talvolta affacciarsi la tentazione di considerarmi vecchio. Bisogna reagire: ad onta delle apparenze esteriori, bisogna conservare vivida la giovinezza dello spirito. (S. Giovanni XXIII)
SAGGEZZA POPOLARE: Dio da il cibo ad ogni uccellino ma non glielo mette nel nido.
UN ANEDDOTO: Buddha attraversò tutto il paese in cerca dell'illuminazione; visitò i principali maestri della sua epoca, praticò tutte le discipline e le spiritualità esistenti, ma non raggiunse l'illuminazione. Alla fine desistette. Disperato, si sedette sotto un fico e venne illuminato. Anni dopo, i suoi discepoli gli chiesero: "Maestro, raccontaci il segreto dell'illuminazione. Come l'hai ottenuta?". Non esistono segreti o tecniche. E il maestro tentava di spiegarlo loro. I discepoli però volevano conoscere la tecnica. Allora Buddha - me lo immagino mentre strizza l'occhio - disse: "Va bene, vi rivelo la tecnica. Quando state inspirando, siate consapevoli del fatto che state inspirando. E quando state espirando, siate consapevoli del fatto che state espirando".
PAROLA DI DIO: At 8,5-8.14-17; Sal 65 (66); 1Pt 3,15-18; Gv 14,15-21
Vangelo Gv 14, 15-21
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Parola del Signore
“CHI ACCOGLIE I MIEI COMANDAMENTI E LI OSSERVA, QUESTI MI AMA”.
Un giorno un signore mi disse: “Come si può credere ad una religione dolciastra come la vostra? Davanti ai gravi problemi della vita voi rispondete con quella strausata parola che vuol dire tutto e niente: amore!”
Gli dissi che mi dispiaceva se noi cristiani avessimo dato questa impressione, perché per Dio, per Gesù e per noi amare è tutt’altro che una serie di melensi sentimenti. Dio ama e il suo amore diventa vita. Dio ama e vuol perdonare e il suo amore si incarna in Gesù. Gesù vuol essere fedele all’amore di Dio e al nostro e le sue scelte lo portano alla conseguenza del dare la vita. Quando mi chiedo se sono o meno capace di amare non devo fermarmi al fatto se sento o meno particolari sentimenti di benevolenza, devo chiedermi se l’altro è diventato per me più importante di me stesso. Amare Dio non è provare afflati mistici (al massimo e solo in certi casi questi possono essere conseguenze) è accogliere Dio, Gesù, lo Spirito Santo così come sono, è cercare in concreto di fare ciò che a loro è gradito e scoprire nel farlo che questo è anche il loro amore concreto per noi perché è la nostra piena realizzazione.
LUNEDI’ 22 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Santa Rita da Cascia;Santa Caterina da Genova; Santa Giulia, vergine e martire.
Una scheggia di preghiera:
SAPIENZA DI DIO CHE REGGI IL MONDO ILLUMINA MENTE E CUORE.
HANNO DETTO: La vita è come un fiume che scorre sempre. Non si può fermare la corrente, solo tentare di dirigere la barca dove si vuole. (La Rouge)
SAGGEZZA POPOLARE: Per chi vuole campare in pace, occhio che non vede e bocca che tace. (prov. Bergamasco)
UN ANEDDOTO: Un abate vide un uomo che, pregando, infliggeva al suo corpo durissimi colpi di flagello. Fa bene! - disse l'abate ai novizi che lo seguivano. Infatti, se la sua punizione è pura, e si flagella in segno di pentimento per mondare il suo peccato, buon per lui; se invece tenta di imbrogliare, tanto più si merita quelle sferzate violente. (Apoftegmi dei Padri del Deserto)
PAROLA DI DIO: At 16,11-15; Sal 149; Gv 15,26-16,4a
Vangelo Gv 15, 26-16,4
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto». Parola del Signore
“QUANDO VERRÀ IL PARÀCLITO, CHE IO VI MANDERO' DAL PADRE, LO SPIRITO DELLA VERITA' CHE PROCEDE DAL PADRE, EGLI DARA' TESTIMONIANZA DI ME”
Di questa promessa dì Gesù, gli Apostoli se ne sono resi conto dopo la Pentecoste. Loro, fifoni, diventano coraggiosi testimoni di Gesù; lo Spirito Santo fa compiere miracoli nel nome di Gesù: loro, poveri ignoranti, in meno di un secolo riescono a portare il messaggio di Gesù in tutti i paesi allora conosciuti. Ce ne possiamo rendere conto ancora noi dopo quasi duemila anni di Cristianesimo. Ancora lo Spirito opera, ancora, nonostante i tanti errori, la Chiesa è presente e operante nel mondo, ci sono ancora miracoli di liberazione, di carità, di servizio, di conversione. Lo stesso Spirito continua ad operare in noi e nonostante noi. Lo Spirito Santo è anima del mondo ma va anche invocato e accolto per poter operare, per renderci a nostra volta testimoni.
MARTEDI’ 23 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Desiderio; San Mercuriale; San Lucio
Una scheggia di preghiera:
PARLA, SIGNORE, PERCHE' IL TUO SERVO TI VUOLE ASCOLTARE.
HANNO DETTO: I vecchi che posseggono il senso dell'umorismo, hanno il diritto dello sconto del trenta per cento sulla loro età. (Luciano De Crescenzo)
SAGGEZZA POPOLARE: La vigna cresce all'ombra di chi la lavora. (prov. Bergamasco)
UN ANEDDOTO: Al problema: "Voglio fuggire gli uomini", abba Lucio rispose: "Sì, ma dopo aver dimostrato che sei capace di vivere in armonia con loro".
PAROLA DI DIO: At 16,22-34; Sal 137 (138); Gv 16,5-11
Vangelo Gv 16, 5-11
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». Parola del Signore
“E’ BENE PER VOI CHE IO ME NE VADA, PERCHE’ SE NON ME NE VADO, NON VERRA’ A VOI IL PARACLITO”.
Capisco benissimo lo stupore degli Apostoli davanti a questa frase di Gesù, non sarebbe forse bello se Gesù, con il suo corpo fosse ancora presente in qualche parte della terra? Il fatto di poter sentire la sua Parola in diretta, il fatto oggi di poterlo vedere in mondovisione, il poter rivolgere a Lui direttamente le nostre domande che sogno meraviglioso! Eppure Gesù non se ne va “per lasciarci orfani”, Lui, “sarà con noi fino alla fine del mondo”, Colui che viene dopo di Lui, lo Spirito Santo, lo Spirito di amore del Padre e di Gesù è il nostro Consolatore, Colui che non ci lascia soli, Colui che ci ricorda e rinnova tutte le parole di Gesù. Noi vorremmo poter consultare Gesù ‘in diretta’ e non ci accorgiamo di essere il tempio dello Spirito dove Gesù abita, noi vorremmo sentire la sua parola, ma nello Spirito possiamo leggere ed ascoltare sia la parola di Gesù che troviamo nelle Scritture che quella che ci parla direttamente attraverso la coscienza, gli altri e i fatti della vita. Noi vorremmo poter toccare Gesù, andare magari una volta in vita a fare un pellegrinaggio alla dimora della sua abitazione, e non ci accorgiamo che Lui stesso è in continuo pellegrinaggio verso di noi, che possiamo non solo toccarlo ma riceverlo nel suo Corpo e rivivere la grazia della sua passione e risurrezione per noi. Noi vorremmo sentire con le nostre orecchie le parole del suo perdono, per esserne sicuri, e non ci accorgiamo che queste parole, proprio per dono dello Spirito giungono a noi ogni volta che un povero prete, a nome suo le ripete, proprio per noi. E’ vero che sarebbe bello se Gesù fosse ancora su questa terra come lo era con i suoi apostoli, in Palestina, ma è altrettanto vero che se accolgo il suo Spirito di amore, oggi posso incontrarlo personalmente tante volte, e non solo, io stesso posso, pur nei miei molti limiti, incarnare ancora la sua presenza nel mondo.
MERCOLEDI’ 24 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Festa di Maria Ausiliatrice. San Patrizio; San Vincenzo di Lerins.
Una scheggia di preghiera:
TUTTO PARLA DI TE, O SIGNORE, PURCHE' IO SAPPIA ASCOLTARE.
HANNO DETTO: Sperare che il mondo ti tratti bene perché sei una brava persona è come pensare che un toro non ti attaccherà solo perché sei vegetariano. (Dennis Wholey)
SAGGEZZA POPOLARE: Anche le cose più piccole che facciamo devono essere dei capolavori.
UN ANEDDOTO: Un avvocato cercava un collaboratore per il suo studio. Gli si presentarono due giovani procuratori legali cui egli pose domande specifiche di diritto per valutarne la preparazione e competenza. Quindi passò a domande che investivano la loro sfera privata per conoscere la personalità di ciascuno. Quando venne chiesto loro se fumassero, bevessero o giocassero, il primo rispose con sicumera: - lo non fumo, non bevo e non gioco! Il secondo, giunto il suo turno, invece rispose: lo bevo un bicchiere a pranzo, fumo una sigaretta dopo cena e, tra un pasto e l'altro, gioco un po' col mio bambino. L'avvocato non ebbe dubbi: scelse quest'ultimo.
PAROLA DI DIO: At 17,15.22-18,1; Sal 148; Gv 16,12-15
Vangelo Gv 16, 12-15
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». Parola del Signore
"MOLTE COSE HO ANCORA DA DIRVI, MA PER IL MOMENTO NON SIETE CAPACI DI PORTARNE IL PESO".
Davanti a certe pagine della Bibbia, specialmente dell'Antico Testamento, noi restiamo perplessi: e possibile che la Parola di Dio accetti certe ingiustizie per noi apparenti, rispetti certi contesti culturali violenti od oppressivi che certamente non si confanno al Dio della verità, della libertà, della misericordia? Per capire e rendere giustizia alla parola di Dio bisogna partire da un principio: la rivelazione è graduale. Dio parla all’uomo, ma perché l’uomo possa capire, Dio si adegua al linguaggio e alle capacità di comprensione dell’uomo, aiutandolo gradualmente a comprendere il suo amore. E’ per quello che Gesù, culmine della rivelazione, parola definitiva di Dio, dice che ci vorrà lo Spirito Santo per rivelarci le cose che Lui stesso non ha potuto dirci per la nostra incapacità di comprendere. Dunque, la Rivelazione è avvenuta, ma lo Spirito ci aiuta a comprenderla e a metterla in pratica. E’ per questo che ogni volta che noi leggiamo la parola di Dio o che i fatti ci interpellano nel nostro modo di testimoniare la fede, noi abbiamo lo Spirito che ci aiuta sia attraverso il magistero della Chiesa, sia attraverso i doni personali che Egli fa ad ognuno.
GIOVEDI’ 25 MAGGIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Beda venerabile; San Gregorio VII; Santa Maria Maddalena de Pazzi.
Una scheggia di preghiera:
GESU', CONFORTA CHI VIVE NELLA SOFFERENZA.
HANNO DETTO: Dio è la speranza del forte, non la scusa del vile. (Plutarco)
SAGGEZZA POPOLARE: Il cento per cento dei colpi che non tiri, li manchi.
UN ANEDDOTO: Un vecchio e saggio barcaiolo trasportava i pellegrini in un santuario. Un giorno qualcuno gli chiese: "Sei già andato al santuario?". Il barcaiolo rispose: "No, non ancora, perché non ho ancora scoperto tutto ciò che il fiume ha da offrirmi. In questo fiume trovo la saggezza, trovo la pace, trovo Dio". I pellegrini al contrario neppure notavano il fiume, le loro menti erano concentrate sul santuario, non potevano vedere il fiume. Potrebbe essere questa la storia della nostra vita?
PAROLA DI DIO: At 18,1-8; Sal 97 (98); Gv 16,16-20
Vangelo Gv 16, 16-20
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Parola del Signore
“VOI SARETE NELLA TRISTEZZA, MA LA VOSTRA TRISTEZZA SI CAMBIERÀ IN GIOIA”.
Questo fu vero allora. Immaginiamo la gioia di Pasqua che si trasmette da discepolo a discepolo: “E’ risorto.., la morte non l’ha avuto.., è vivo!”. Ma è vero anche oggi. Riesco qualche volta, con Gesù, a fare questa esperienza di passaggio dall’afflizione alla gioia? Essere a terra, scoraggiati, abbattuti da avvenimenti negativi, incapaci di trovare una soluzione umana, bloccati nel proprio peccato, feriti da una malattia... e mettersi, non si sa perché, a pregare... fare un po’ di silenzio e parlare a Gesù... Prendere il suo vangelo e leggere con calma la prima pagina che capita sotto gli occhi... Andare a trovare un amico e parlare... andare a trovare un prete e confessarsi... Ed ecco che, qualche volta, la tristezza si cambia in gioia. Capita anche che nulla sia cambiato delle circostanze esteriori (magari il dolore o la malattia sussistono) e tuttavia la tristezza se ne è andata, cambiata in gioia. Da’ questa gioia, Signore, a tutti coloro che sono nella tristezza, una gioia che viene dopo la tristezza, una gioia che misteriosamente sia come una sorgente nata in suolo arido.
VENERDI’ 26 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Filippo Neri; San Quadrato.
Una scheggia di preghiera:
RIEMPI IL NOSTRO CUORE DELLA GIOIA DI SAPERCI AMATI E SALVATI.
HANNO DETTO: Volare è utile, atterrare necessario. (Eros Drusiani)
SAGGEZZA POPOLARE: Fa' la carità con i tuoi mezzi, non con quelli degli altri. (prov. Bergamasco)
UN ANEDDOTO: Si raccontava di un vecchio eremita che quando i suoi pensieri gli dicevano: «Smetti per oggi, domani riprenderai la tua vita di penitente» egli rispondeva: «No, farò penitenza oggi, e domani sia fatta la volontà di Dio"
PAROLA DI DIO: At 18,9-18; Sal 46 (47); Gv 16,20-23a
Vangelo Gv 16, 20-23a
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla». Parola del Signore
“NESSUNO VI POTRA’ TOGLIERE LA VOSTRA GIOIA”.
Ogni volta che leggo nella Bibbia la storia della creazione dell’uomo mi piace poter pensare che Dio, ‘impastando la polvere della terra’ ed ‘alitando su di essa’, vi abbia sorriso. Per me l’uomo è nato da un sorriso di Dio. E la gioia è quel sorriso di Dio che, nonostante tutto, ognuno di noi ha nel suo cuore. Vivere la gioia è vivere il presente e trovare nelle piccole cose il conforto per essere quelle persone meravigliose ed uniche che siamo. Vivere la gioia è capire che quanto accade, accade per il nostro bene e che tutto ci è donato per il nostro meglio. Vivere la gioia è pensare grande, al di là delle piccole beghe e difficoltà quotidiane, dei desideri effimeri, delle necessità superflue. Vivere la gioia è vedere bello, nonostante i nostri cattivi pensieri sugli altri e degli altri nei nostri confronti. E’ vedere bello, uscendo da un dolore che ci ha prostrati. Vincendo la debolezza che ci ha sfiniti. E’ vedere con gli occhi del cuore e dell’anima al di là di tutto quanto ci può disturbare. Essere gioia è saper accettare anche senza capire, è l’abbandono e la fiducia in Qualcuno che provvederà a noi. Noi non potremmo vedere correttamente senza il Suo aiuto. Essere gioia è vedere gli altri, oltre noi stessi, è saper cambiare noi stessi per poter cambiare e migliorare il mondo intorno a noi. Essere gioia, in fondo, non è che riscoprire quello stesso sorriso di Dio sulla polvere che Lui aveva modellato, ed è capire che questo sorriso è ancora profondamente nel cuore di ciascuno di noi.
SABATO 27 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Agostino di Canterbury, San Giulio martire.
Una scheggia di preghiera:
DONACI DI VIVERE CON GIOIA LA TUA VOLONTA'.
HANNO DETTO: "Chi non ricorda il bene passato è vecchio già oggi". (Epicuro)
SAGGEZZA POPOLARE: Tutti vogliono tornare alla natura, ma nessuno vuole andare a piedi.
UN ANEDDOTO: Diceva un violinista di fama mondiale a proposito del suo successo nel Concerto per violino di Beethoven: "Ho una splendida musica, uno splendido violino e uno splendido archetto. Non mi resta che metterli insieme e farmi da parte".
PAROLA DI DIO: At 18,23-28; Sal 46 (47); Gv 16,23b-28
Vangelo Gv 16, 23b-28
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre». Parola del Signore
“CHIEDETE E OTTERRETE PERCHE’ LA VOSTRA GIOIA SIA PIENA”. (Gv. 16,24)
Noi, di solito un po’ meschini calcolatori, di questa frase di Gesù di solito ci fermiamo alla prima parte, anzi siamo anche un po’ critici, perché ci sembra che Dio non sia poi troppo fedele a questa promessa di Gesù, infatti non sempre dopo aver chiesto abbiamo ottenuto a seconda delle nostre domande. Proviamo invece a fermarci alla seconda parte e forse ci sarà anche più chiara la prima. La preghiera è “perché la nostra gioia sia piena”. Gesù vuol dirci che la preghiera non è una specie di tributo che dobbiamo dare a Dio, che non è una cosa basata solo su parole e formule, che non è neppure solo una contrattazione per ottenere il più al minor prezzo, la preghiera è un rapporto di amore con Qualcuno che ti ama, è la gioia di poter stare a tu per Tu con Dio, di sapersi ascoltati amati da Lui. Come pregava Maria? Spesso Maria pregava con il silenzio: “Meditava tutte queste cose nel suo cuore”. I silenzi di Maria nel Vangelo sono non vuote obbedienze o incapacità di parole ma sono il continuo cercare di comprendere e di conformarsi alla volontà di Dio. Quando è il momento però Maria, sa anche far traboccare la gioia dal suo cuore, ed ecco il Magnificat, una preghiera personale, ma presa dalla Sacra Scrittura che esprime la gioia e la riconoscenza profonda del suo cuore. Maria poi sa vedere e sa chiedere. E’ talmente profonda la sua intimità con Gesù che non ha bisogno che di fargli notare: “Non hanno più vino”, ed è talmente sicura di essere esaudita che nonostante le parole di Gesù dice ai servi: “Fate come Egli vi dirà”.. Ci insegni dunque, nostra Madre a stare con Dio, a parlare con Dio, a fare la volontà di Dio e allora scopriremo con gioia che siamo sempre esauditi, anche quando ci sembra di non aver ottenuto, perché se Dio è davvero il mio Padre buono può darmi qualcosa che non sia per il mio bene?
DOMENICA 28 MAGGIO: ASCENSIONE DEL SIGNORE ANNO A
Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ireneo.
Una scheggia di preghiera:
CIELO E TERRA CANTANO LA TUA GLORIA, SIGNORE.
HANNO DETTO: L'uomo è l'unico animale che arrossisce, ma è l'unico ad averne bisogno. (Mark Twain)
SAGGEZZA POPOLARE: Fa il bene e buttalo in mare, i pesci non sanno chi l'ha fatto, Dio sì. (prov. Bergamasco)
UN ANEDDOTO: Il saggio Uddalaka insegnò al figlio Svetaketu a vedere l'Uno dietro le molteplici apparenze e lo fece mediante varie parabole simili a quella che segue. Un giorno egli disse a suo figlio: "Metti questo sale nell'acqua e domani mattina ritorna da me". Il ragazzo fece come gli aveva ordinato e l'indomani suo padre gli disse: "Per favore, portami il sale che ieri hai messo nell'acqua". "Non lo trovo più", spiegò il ragazzo, "si è sciolto". "Assaggia l'acqua da questo lato del piatto", ordinò Uddalaka. "Di che cosa sa?" "Di sale". "Sorbiscila nel centro. Di che cosa sa?" "Di sale". "Prova dall'altra parte del piatto. Di che sa, di sale?" "Buttala via", disse il padre. Il ragazzo obbedì e notò che una volta evaporata l'acqua ricomparve il sale. Allora Uddalaka concluse: "Dio non si può vedere, però c'è".
PAROLA DI DIO: At 1,1-11; Sal 46 (47); Ef 1,17-23; Mt 28,16-20
Vangelo Mt 28, 16-20
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Parola del Signore
“GLI UNDICI ANDARONO IN GALILEA, SUL MONTE CHE GESU' AVEVA LORO INDICATO”
La celebrazione della festa dell’assunzione di Gesù al cielo ci invita alla gioia più profonda e a dare lode a Dio perché Cristo ascende vittorioso e perché anche la nostra umanità è innalzata nella gloria. Il cielo che si riapre per accogliere il Figlio di Dio, si riapre anche per tutti noi. Il primo dei martiri, Santo Stefano, ci conferma in questa visione e in questa nuova speranza: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio”.
Gli apostoli sono testimoni oculari dell'ascensione del Signore. Era stato fissato loro un appuntamento in Galilea, dopo che ripetutamente, lo stesso Signore li aveva preventivamente avvertiti della sua prossima dipartita. Il loro cuore aveva sperimentato angoscia e timore a quell'annuncio. Gesù li aveva rassicurati fino a dire loro: “È bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò”.
Per secoli di storia il cielo era rimasto chiuso agli uomini, quella distanza, stabilita dal peccato, sembrava incolmabile per noi legati alla terra. Gesù che è disceso dai cieli per essere in tutto simile a noi e per mostrarci il volto amoroso del Padre ora porta al cielo la nostra umanità ferita, come rimangono in Lui le ferite delle sue piaghe e dell’umanità riabilitata come dimostra il suo corpo glorioso. Tutto questo non deve portarci però solo al guardare “di là” Gesù vuole invece che nasca nel cuore di tutti la certezza che egli va a prepararci un posto e che ritornerà a prenderci. Questo è il potere che il Padre gli ha conferito, salire al cielo senza lasciarci orfani, anzi con la reale possibilità di restare con noi sempre fino alla fine dei tempi. La fede degli apostoli, così alimentata, dovrà poi essere annunciata e testimoniata al mondo intero: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Da quel giorno, da quel monte della Galilea, è sorta per il mondo una fede e una fiducia nuova: veramente ci sentiamo innalzati anche noi con Cristo, anche noi abbiamo riscoperto la nostra vera patria, l'ultimo approdo a cui tendere, dopo aver osservato gli insegnamenti di Cristo, nostra via. Ecco perché la chiesa ci invitata tutti a godere di santa gioia: perché cielo e terra hanno ritrovato il punto di congiunzione e gli uomini hanno visto rinascere la migliore speranza.
LUNEDI’ 29 MAGGIO
Tra i santi ricordati oggi: San Massimino, vescovo; Santa Teodosia, martire.
Una scheggia di preghiera:
IN OGNI MOMENTO DELLA VITA, RESTA CON NOI, SIGNORE.
HANNO DETTO: Sii come una papera: calma sulla superficie dell'acqua ma sotto con le zampe sempre in movimento. (Michel Caine)
SAGGEZZA POPOLARE: Quando a un uomo vengono attribuite molte qualità che non ha mai avuto e nessun difetto, trattasi di una veglia funebre.
UN ANEDDOTO: La fabbrica stava bruciando e l'anziano proprietario dell'edificio ne piangeva singhiozzando la perdita. "Papà, perché piangi?", domandò suo figlio. "Ti sei dimenticato che abbiamo venduto la fabbrica quattro giorni fa?" Il vecchio si asciugò immediatamente le lacrime.
PAROLA DI DIO: At 19,1-8; Sal 67 (68); Gv 16,29-33
Vangelo Gv 16, 29-33
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Parola del Signore
“IO NON SONO SOLO, PERCHÈ IL PADRE È CON ME.”
Gesù davanti ad una fede troppo sicura degli apostoli, ricorda loro che nel momento della prova lo abbandoneranno, ma ricorda anche a se stesso e a noi che Dio non ci lascia mai soli. Quando sentiamo profondamente la Solitudine, l'abbandono di amici in un momento di prova, quando il mondo sembra caderti addosso, c'è qualcuno che non ti lascia solo, non ti abbandona. E anche quando forse, come Gesù, grideremo "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" e ci sentiremo lontani da tutti, avvolti nel mistero del dolore, sarà ancora anche questo un atto di fede in quel Dio, che pur silenzioso e misterioso, proprio nella sofferenza di suo Figlio continua ad esserci vicino.
MARTEDI’ 30 MAGGIO:
Tra i santi ricordati oggi: San Gavino, martire; Santa Giovanna d’Arco.
Una scheggia di preghiera:
TU SEI IL MIO DIO. A TE MI AFFIDO TOTALMENTE.
HANNO DETTO: Ci sono atei di una asprezza feroce che, tutto sommato si interessano di Dio molto di più di credenti frivoli e leggeri. (Perre Reverdy)
SAGGEZZA POPOLARE: Il vecchio che non sorride è uno sciocco, ma il giovane che non ha pianto, un selvaggio.
UN ANEDDOTO: I componenti di una famiglia decidono di andare in Svizzera per tre giorni. Per mesi programmano le ferie e, quando queste arrivano, perdono la maggior parte del tempo organizzando il viaggio d'andata. Quando si trovano in Svizzera, invece di godersi quel paesaggio fantastico, invece di respirare quella salubre aria di montagna, si preoccupano di fare fotografie da mostrare agli amici. Fotografie di luoghi dove non sono stati. Ci sono stati fisicamente, ma di fatto non erano là, stavano in un altro luogo. Ferie irreali, vita irreale!
PAROLA DI DIO: At 20,17-27; Sal 67 (68); Gv 17,1-11a
Vangelo Gv 17,1-11
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te». Parola del Signore
“NON PREGO PER IL MONDO”.
C’è anche qualcuno per cui Gesù non prega: per il mondo.
Come mai, se Gesù è venuto per salvare tutti? Gesù è venuto per ogni uomo ma non può far niente per chi si oppone a Lui. Dio vuol salvare tutti ma rispetta la libertà di ogni uomo. Il credente, a imitazione di Gesù deve offrire a tutti, la gioia dell’amore di Dio nella speranza che questo dono venga accettato. Ma quando ci si trova davanti al rifiuto non c’è più nulla da fare. Non si può battere la testa contro il muro e neppure si deve diventare conniventi con chi non accoglie Dio e lo combatte. “O siete con me o contro di me”, dirà Gesù, non ci sono vie di mezzo! E come la mettiamo con quell’altra frase: “Pregate per i vostri nemici”? Gesù ci dice di non pregare per il mondo che ha una mentalità contraria a Dio ma ci invita a chiedere a Dio la salvezza anche di chi ci è contrario, di chi pone ostacoli: se posso fare qualcosa per la salvezza anche del nemico, devo farlo. Una volta esaurite le mie possibilità non posso far altro che affidarlo a Dio che può tutto.
MERCOLEDI’ 31 MAGGIO: FESTA DELLA VISITAZIONE DELLA B.V.M.
Tra i santi ricordati oggi: Santa Petronilla di Roma; San Vitale di Assisi.
Una scheggia di preghiera:
SANTA MADRE DI DIO, PORTAMI DA GESU'.
HANNO DETTO: Non voglio essere un genio, ho già abbastanza problemi ad essere un uomo. (Albert Camus)
SAGGEZZA POPOLARE: Non è quanto si possiede, ma quanto si assapora a fare la felicità.
UN ANEDDOTO: Un uomo offrì una certa cifra alla figlia di dodici anni per tagliare l'erba del prato. La ragazzina si diede da fare con grande entusiasmo e la sera il giardino era perfettamente tosato, a eccezione di una grossa zolla di erba in un angolo. Quando il padre disse che non avrebbe pagato la somma pattuita perché non era stata tagliata tutta l'erba, la ragazza rispose che preferiva fare a meno del denaro piuttosto che tagliare quella zolla d'erba. Curioso di sapere perché, l'uomo andò a esaminare il pezzo non tagliato e lì, proprio in mezzo alla zolla, stava seduto un grosso rospo. La ragazza, commossa, non se l'era sentita di passargli sopra con il tagliaerba. Dove c'è amore, c'è disordine. Il perfetto ordine trasformerebbe il mondo in un cimitero.
PAROLA DI DIO: Festa della Visitazione: Sof. 3, 14-17; opp: Rm 12,9-16b; Sal da Is 12,2-6; Lc. 1, 39-56
Vangelo Lc 1, 39-56
Dal vangelo secondo Luca
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore
"IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO".
Maria sa sorridere alla vita e sa far sorridere la vita nel Signore. Guardando la realtà del nostro mondo, però, non sempre è facile sorridere, sembrano esserci più cose da piangere che cose gioiose. Mi confidava una donna, rinchiusa in un ricovero per anziani decisamente cupo: "La vita mi ha sempre presentato dei conti salati da pagare. Mi ha costretta a inghiottire tanti bocconi amari. Anche qui sto vivendo l'esperienza dolorosa dell'ingratitudine dei figli. Per loro sono già scesa nella bara della dimenticanza. Ma, nonostante tutto questo, io ho sempre amato la vita e continuo ad amarla. E ogni giorno ringrazio il Signore per questo regalo in cui non mancano le spine. Mi sono punta tante volte le dita... e anche il cuore, fino a gridare. Ancor oggi mi pungo. Eppure cerco sempre di sorridere alla vita... Sì, le faccio un sorriso di riconoscenza... Si dice comunemente che la vita sorride ai giovani. Ebbene, io che sono vecchia, sorrido alla vita, anche se lei qualche volta si dimentica di sorridermi". E' normale che uno sorrida quando si affaccia alla vita. Ma il miracolo più stupefacente è quello di una persona che sorride alla vita anche dopo averla conosciuta, aver visto il conto. Quando mancano i denti, non si riesce più a mangiare il pane secco. Ma si può sempre sorridere, magari di nascosto, col cuore. Il sorriso, in certe circostanze, può essere l'estrema risorsa per rischiarare un poco il buio che ci minaccia.
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