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SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

APRILE 2017

 

 

SABATO 1 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Beata Angela da Foligno; Sant’Ugo, vescovo, Beato Enrico Alfieri.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE

 

HANNO DETTO: Se la gioia sa difendersi e sussistere, il Maligno rimane con il suo veleno, ma se il servo di Dio diventa triste, il diavolo è sicuro di trionfare. Presto o tardi quell’anima  disarmata sarà depressa e annientata nella tristezza, oppure ricercherà false consolazioni. (San Francesco)

SAGGEZZA POPOLARE: Ognuno misura i suoi dolori con le bilance dell'orafo o del gioielliere, e quelli degli altri con la stadera del mugnaio.

UN ANEDDOTO: La verità la puoi dire tutta o solo in parte ma attento al tuo danno: Una coppia di cacciatori noleggiò un aereo per farsi trasportare nella foresta. Due settimane dopo il pilota tornò a riprenderli. Egli diede un'occhiata agli animali che avevano ucciso e disse: "In quest'aereo ci può stare un solo bufalo, gli altri dovrete lasciarli qui". "Ma l'anno scorso il pilota ce ne lasciò portare due su un aeroplano grande come questo", protestarono i cacciatori. Il pilota non era molto convinto, ma alla fine decise: "D'accordo, se ce l'avete fatta l'anno scorso, immagino che ce la faremo anche questa volta". Così l'aereo decollò con i tre uomini e due bufali, ma non riuscì a prendere quota e andò a schiantarsi contro la collina vicina. Gli uomini emersero faticosamente dai rottami e si guardarono intorno. Un cacciatore domandò all'altro: "Dove pensi che ci troviamo?" Quello ispezionò la zona e rispose: "Credo che siamo a circa tre chilometri più a sinistra del punto dove è caduto l'aereo l'anno scorso".

PAROLA DI DIO: Ger 11,18-20; Sal 7; Gv 7,40-53

 

Vangelo   Gv 7, 40-53

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui.  Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodemo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua. Parola del Signore

 

“E NACQUE DISSENSO TRA LA GENTE RIGUARDO A GESÙ”.

Già fin dalle prime pagine del Vangelo, quando Gesù viene presentato al Tempio, il vecchio Simeone dice di Lui: “Egli è qui, segno di contraddizione”. Nella sua vita Gesù crea attorno alla sua persona entusiasmi e aspri contrasti, canti di “osanna” e urla di “a morte”. E oggi, Gesù non è forse amato, rispettato, cercato da milioni di persone e odiato, osteggiato, villipeso da tanti altri?

Gesù è davvero la discriminante della storia. Se lo si accetta può essere gioia, motivo di vita, di speranza, conforto; se lo si nega può essere considerato il più grande millantatore della storia, odiato nella sua persona e nella persona dei suoi rappresentan­ti. Gesù dice: “O con me o contro di me”; o lo si ama e lo si segue o lo si odia e in mille modi si cerca di estirparlo. Non ci sono vie di mezzo, anche l’indifferenza è già un modo per contrastarlo. Avvicinandoci sempre più alla Pasqua, dove vedremo questo contrasto ancora più esasperato attorno alla sua croce, chiediamoci da che parte stiamo noi. Gesù è davvero parte della mia vita, delle mie scelte? Lo ritengo solo una grande figura morale del passato che mi lascia indifferente? Lo contrasto con il mio modo di vivere? La sincerità della risposta a queste domande ci dirà da che parte siamo.

 

 

DOMENICA 2 APRILE: 5^ DOMENICA DI QUARESIMA ANNO A

Tra i santi ricordati oggi: S. Francesco da Paola; S. Maria egiziaca; S. Teodosia, vergine e martire.

Una scheggia di preghiera:

 

TU, GESU' SEI LA RISURREZIONE E LA VITA, CHI CREDE IN TE NON MORIRA' IN ETERNO.

 

HANNO DETTO: Rinnovate spesso in voi lo spirito di gioia e credete fermamente che è il vero spirito di devozione. (San Francesco di Sales)

SAGGEZZA POPOLARE: Giustificare una colpa la raddoppia.

UN ANEDDOTO: Una donna si chinò a prendere dei pomodori in un banco del supermercato. In quel momento avvertì una fitta alla schiena, restò bloccata e cacciò un urlo. Un cliente che si trovava lì vicino si sporse verso di lei con aria saputa e disse: "Se pensa che i pomodori sono cari, dovrebbe vedere il prezzo del pesce!" Le nostre reazioni hanno a che fare con la realtà vera o con quello che noi riteniamo essere la realtà?

PAROLA DI DIO: Ez 37,12-14; Sal 129 (130); Rm 8,8-11; Gv 11,1-45

 

Vangelo  Gv 11, 1-45

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo». Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro. Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?». Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare». Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Parola del Signore

 

“SIGNORE, SE TU FOSSI STATO QUI, MIO FRATELLO NON SAREBBE MORTO”

Quando vanno a dire a Gesù che Lazzaro è malato, Gesù non si muove. Arriva che Lazzaro è già morto da quattro giorni. Possibile che Dio sia sempre lontano quando lo si desidererebbe presente? Marta si lamenta, rimprovera quasi Gesù della sua assenza e noi, qualche volta, andiamo anche oltre: “Se Dio esistesse non permetterebbe tanto dolore”. Gesù non si giustifica, né ci rimprovera per i nostri sfoghi, si limita a ripetere: “Se credi, vedrai la gloria di Dio”. “Credere” è al presente, mentre “vedere” riguarda il futuro. Noi invece prima vogliamo le prove, poi, forse, siamo disposti a credere. Dio non ci chiede la fede come ricompensa dovuta al miracolo, prezzo da pagare per le sue prestazioni, ma come condizione necessaria perché Dio possa agire. L’unico modo per avere questa fede è abbandonarsi ad una fiducia illimitata in Gesù che dice: “lo sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà in eterno”. E’ il figlio di Dio che ci ha detto questo. E’ Lui che ha dimostrato di dare la vita ai morti. E’ Lui che risorto da morte è vivente per sempre. In Lui, con gioia, credo alla risurrezione dei morti.

 

 

LUNEDI’ 3 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Riccardo, vescovo; San Sisto, Papa; San Luigi Scrosoppi.

Una scheggia di preghiera:

 

SALVACI GESU', SEI VENUTO PER QUESTO.

 

HANNO DETTO: Non puoi giudicare nessuno al di là di quanto conosci di lui; ed è ben poco quel che tu ne conosci. (Gibran)

SAGGEZZA POPOLARE: Ognuno ama la giustizia in casa d’altri.

UN ANEDDOTO: Il fatto che una cosa sia evidente per me non significa che sia vera. Un uomo salì sull'autobus e si sedette accanto a un giovane che aveva tutta l'aria di essere un hippy. Portava una scarpa sola. "Evidentemente hai perso una scarpa, ragazzo?" "Nossignore", fu la risposta, "ne ho trovata una".

PAROLA DI DIO: Dn 13,1-9.15-17.19-30.33-62; Sal 22 (23); Gv 8,1-11

 

Vangelo   Gv 8, 1-11

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più». Parola del Signore

 

“VA’ E D’ORA INNANZI NON PECCARE PIU'”.

Gesù, sei davanti ad una poveretta, e vuoi mostrarle il tuo cuore di tuo Padre, non sei giudice ma il Figlio del Padre misericordioso: neppure io ti condanno! Cioè “anch’io ho pietà di te”, ti compatisco, entro nella profondità del tuo cuore. Le chiedi una cosa sola: che capisca che il male è male e che abbia buona volontà, d’ora innanzi non peccare più. Tu non potevi mostrare maggiormente la tua bontà. La tua bontà non ha proprio limiti. lo mi sarei messo almeno a farle una predica; Tu non fai prediche, dici due parole e basta, ma hai tanta, tanta bontà. Però valgono più quelle due parole che un trattato di teologia morale: “Va’ e d’ora innanzi non peccare più!”. Devi avere buona volontà, il peccato è un cedimento della volontà, non è lui che domina noi, siamo noi i responsabili. Ti ringrazio anche di questo concetto sul peccato, che tu ora mi dai: serve tanto per me, mi deve interessare più dello scagliar  pietre. Ti ringrazio che mi fai capire che, quando cado, è perché la mia volontà è debole; devo irrobustire la mia volontà, in me deve comandare la “Legge” e deve comandare anche la tua Legge, oltre quella di Mosè, la tua “nuova” Legge, quella che tu hai enunciato così: “Amatevi scambievolmente come io vi ho amati”, legge che è meravigliosa ma non facile  e che è, nelle mie mani, in continuo pericolo d’infrangersi.

 

 

MARTEDI’ 4 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Isidoro, vescovo e dottore della Chiesa; San Benedetto Moro, monaco

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' CROCIFISSO, VINCITORE DELLA MORTE, SALVACI.

 

HANNO DETTO: Giustizia senza misericordia è spietatezza; misericordia senza giustizia è fatuità. (San Giovanni Crisostomo)

SAGGEZZA POPOLARE: Quando il cieco porta la bandiera, guai a chi vien dietro!

UN ANEDDOTO: Il nonno e la nonna avevano litigato e la nonna era così arrabbiata che non rivolgeva più la parola al marito. L'indomani il nonno aveva già dimenticato tutto, ma la nonna continuava a ignorarlo e rifiutava di parlare. Per quanti sforzi facesse, il nonno non riusciva a farla uscire dal suo ostinato silenzio.

Alla fine si mise a rovistare negli armadi e nei cassetti. Dopo qualche minuto la nonna non ne poté più. "Si può sapere che cosa stai cercando?" domandò al colmo dell'irritazione. "Dio sia lodato, l'ho trovata", disse il nonno con un sorrisetto furbo. "La tua voce!"

Se è Dio che stai cercando, prova a guardare anche da qualche altra parte.

PAROLA DI DIO: Nm 21,4-9; Sal 101 (102); Gv 8,21-30

 

Vangelo   Gv 8,21-30

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. Parola del Signore

 

“QUANDO AVRETE INNALZATO IL FIGLIO DELL’UOMO ALLORA CONOSCERETE CHE IO SONO”.

Penso che ciascuno di noi, in tante occasioni della vita si sia trovato a tu per tu con quel grande libro di vita, di dolore, di amore che è il crocifisso. Non mi importa che sia un “bel crocifisso” anzi, so che non possono esserci dei “bei crocifissi”, non mi importa neanche tanto che la rappresentazione scenica sia secondo lo stile tradizionale o secondo quello dell’uomo della Sindone, mi importa inginocchiarmi davanti a quel segno per andare oltre al segno e leggervi un po’ la storia mia, del mondo, di Dio. In Lui ci sono domande, dubbi, risposte, mistero. Davanti a Lui alcuni ‘perché’ sembrano dissolversi, altri diventano ancora più grandi. Vedo il mistero della cattiveria umana che per amore di una supposta giustizia arriva ad uccidere in modo atroce, trovando poi ancora motivi per giustificarsi con termini come : “pena esemplare”, “deterrente contro la cattiveria”. In Lui vedo l’assurdo di un certo tipo di religiosità che per salvaguardare il proprio potere e la propria tranquillità, nel nome della Verità, inchioda alla croce il proprio Dio. In Lui vedo e rivivo tutte le ingiustizie compiute sulla terra: gli uomini torturati perché non erano di quella determinata razza, i ‘desaperesidos’ buttati giù a centinaia dagli aerei dei generali dell’Argentina, i bambini e le bambine usati e violentati da ricchi turisti che vanno in certi paesi proprio per “soddisfarsi” in questi modi, vedo coloro che sono inchiodati da anni su carrozzelle o in letto di ospedale, vedo la pelle tesa e lucida del cranio di quell’uomo che muore consumato dall’AIDS. Sento l’urlo del condannato innocente, del povero angariato, della donna umiliata, sento l’odore della paura dell’uomo davanti alla morte, vedo la povertà delle piaghe aperte infestate dalle mosche di chi non ha da curarsi perché le case farmaceutiche che hanno il brevetto su quel medicinale non lo fabbricano in quel paese d’Asia perché dovrebbero venderlo a una cifra irrisoria. In quel cuore aperto vedo il cuore ferito di tanti uomini e donne tradite nei loro affetti, private della speranza del domani. In quei piedi impediti a camminare vedo gli uomini impediti nell’affermare le proprie idee, in quelle mani inchiodate le mani di tanti uomini che non possono o non  sanno dare una carezza. Ma vedo anche il mistero di un Dio che ha dato tutto. Il Dio immenso che è Povero,  la Giustizia che subisce l’Ingiustizia, la Verità che è inchiodata. Vedo anche il dolore che diventa amore. Vedo l’amico che soffre e che offre. Vedo Gesù, il Figlio di Dio che mi ama fino a dare la sua vita per me e per noi… e il più delle volte allora taccio e vorrei essere capace di farmi piccolo, di scendere dai ragionamenti, dalle parole, per palpitare insieme a quel cuore aperto, cuore di un uomo che fisicamente sta morendo, ma che continua a battere sempre più forte al ritmo dell’amore totale che è vita donata.

 

 

MERCOLEDI’ 5 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo, monaco; Santa Irene, martire; San Vincenzo Ferrer.

Una scheggia di preghiera:

 

DALLA SCHIAVITU' DEL PECCATO, LIBERACI O SIGNORE.

 

HANNO DETTO: La sola vera irrimediabile disgrazia sarebbe trovarsi un giorno senza pentimento al cospetto di chi perdona. (G. Bernanos)

SAGGEZZA POPOLARE: La riconoscenza è la memoria del cuore.

UN ANEDDOTO: Quando a guidarti sono solo i sentimenti: Un uomo con dei monconi al posto delle braccia e delle gambe chiedeva l'elemosina sul marciapiede. La prima volta che lo vidi, la mia coscienza si rivoltò al punto che gli feci la carità. La seconda volta gli diedi molto meno. La terza lo denunciai con la massima freddezza alla polizia per accattonaggio e disturbo alla quiete pubblica.

PAROLA DI DIO: Dn 3,14-20.46-50.91-92.95; Sal da Dn 3,52-56; Gv 8,31-42

 

Vangelo   Gv 8, 31-42

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro». Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE COMMETTE IL PECCATO È SCHIAVO DEL PECCATO”.

Dalla Bibbia e dalla esperienza della nostra vita, conosciamo benissimo il meccanismo della tentazione e del peccato. La tentazione si presenta sempre a noi come un bene. La mela di Adamo ed Eva era “bella a vedersi, invitante a gustarsi”, le promesse erano allettanti: “conoscerete il bene e il male”, “diventerete come Dio”. Ogni tentazione parte da un bene presunto: “conoscerai la verità, sarai più libero, sarai felice”. E questa promessa, questi desideri, oscurano ciò che noi siamo e i grandi doni che noi abbiamo. Nasce la confusione: non sappiamo più quale sia il nostro vero bene, pretendiamo allo stesso tempo di essere noi a decidere, mettiamo Dio, il suo amore, la sua legge da parte. Commesso il peccato, poi, ci accorgiamo che la felicità non era quella ma ormai non c’è più rimedio, non siamo più noi a poter scegliere. Ormai è il peccato a comandarci. Da soli non riusciamo più a rimediare, il male comanda su di noi. Solo Dio può liberarci, solo l’amore crocifisso di Gesù può reintegrarci come figli di Dio. In particolare in questo tempo di Quaresima, Gesù proponendoci Se stesso ci invita a rompere questo meccanismo tentazione – peccato - schiavitù. Abbiamo già pensato seriamente alla nostra confessione - conversione di Pasqua?

 

 

GIOVEDI’ 6 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Celestino I, Papa; San Marcellino, martire; Santa Virginia, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA PAROLA E' PAROLA DI VITA ETERNA.

 

HANNO DETTO: La gioia è l'espressione di una vita sana e tranquilla, abbellita e animata dalla grazia divina. (S. Giovanni XXIII)

SAGGEZZA POPOLARE: La guerra viene da due parolette: mio e tuo.

UN ANEDDOTO: Quando un amico andò a far visita al pittore spagnolo El Greco in un bel pomeriggio di primavera, lo trovò seduto in camera sua, con le tende tirate. "Vieni fuori al sole", lo invitò l'amico. "Non ora", replicò El Greco. "Disturberebbe la luce che risplende dentro di me".

PAROLA DI DIO: Gen 17,3-9; Sal 104 (105); Gv 8,51-59

 

Vangelo   Gv 8, 51-59

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Parola del Signore

 

“SE UNO OSSERVA LA MIA PAROLA NON  VEDRÀ MAI MORTE”

Il sogno dell’immortalità è un mito ri­corrente in tutte le culture proprio perché l’uomo sente di avere dei valori che superano la finitezza umana e forse anche perché vuole esorcizzare la cosa che più lo scandalizza e spaventa: la morte. D’altra parte, come per i contemporanei di Gesù, riesce difficile credere alle sue parole perché quotidianamente vediamo la vittoria della morte. Qui però ci troviamo davanti a parole di Gesù. Non si tratta di una teoria, è il figlio di Dio che parla e promette e che poi testimonierà con la sua morte e risurrezione che Dio è il Dio della vita. Si tratta di fidarsi di lui oppure no.

 

 

VENERDI’ 7 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ermanno, monaco; San Giovanni Battista de la Salle.

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE DI CAPIRE IL FRATELLO.

 

HANNO DETTO: Gli uomini sono giusti con gli altri soltanto quando li amano. (J. Joubert)

SAGGEZZA POPOLARE: Alla guerra si va pieno di danari, e si torna pieno di vizi e di pidocchi.

UN ANEDDOTO: Il vecchio rabbino era diventato cieco e non poteva né leggere né vedere il volto di coloro che venivano a fargli visita. Un guaritore gli disse: "Affidati alle mie cure e io guarirò la tua cecità". "Non ce n'è bisogno", rispose il rabbino. "Riesco a vedere quanto mi basta". Non tutti quelli che hanno gli occhi chiusi sono addormentati. E non tutti quelli che hanno gli occhi aperti sanno vedere.

PAROLA DI DIO: Ger 20,10-13; Sal 17 (18); Gv 10,31-42

 

Vangelo   Gv 10, 31-42 

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. Parola del Signore

 

“IN QUEL TEMPO I GIUDEI RACCOLSERO PIETRE PER LAPIDARE GESU’”.

Dio, creando l’uomo, ha voluto il suo bene. E con il peccato l’uomo gli ha mostrato tutta la sua ingratitudine. Più volte Dio avrebbe potuto dire: “Adesso basta!”, ma Lui che “è benevolo verso gli ingrati”, ha continuato in mille modi diversi a tendergli la mano e “nella pienezza dei tempi” ha mandato Gesù, suo Figlio, per dirci il suo immenso amore. Gesù è passato in mezzo agli uomini “facendo bene ogni cosa”, guarendo dalle malattie, portando il perdono, annunciando un Regno di pace e di giustizia, promuovendo l’uomo, soprattutto il povero, ma ha scomodato i potenti, ha fatto fremere gli uomini dell’ordine costituito e della religione ufficiale e allora accumulare pietre contro di Lui, per tirargliele è il modo più semplice per risolvere la questione. Il Messia non è secondo le nostre aspettative? Questo Dio ci scomoda un po’ troppo, scalza il nostro potere religioso ben congegnato, messo su in tanti anni? Facciamolo fuori! E le pietre possono essere di tante dimensioni, non solo quelle che uccidono fisicamente, ma anche le parole, l’ironia, il distruggere la reputazione dell’altro, l’isolare, lo svilire ogni suo operato. Quante volte anche noi abbiamo fatto questa esperienza e abbiamo gridato: “Ho cercato di fare il bene, mi sono fatto in quattro per quella persona, ho difeso quell’altro ma tutto si è rivolto contro di me.” E qualche volta l’amarezza ci ha fatto concludere: “Ma allora è meglio farsi gli affari propri!” Gesù non fa così. Sa benissimo che la Verità non piace a chi ha tante cose da nascondere, che la Giustizia non va d’accordo con chi agisce con una giustizia che si è costruito da solo, che il bello è facilmente deturpabile da parte di chi ha il marcio nel cuore. Eppure il Bello, il Giusto, il Vero sono Dio stesso a cui essere fedele e sono l’essenza della vita dei suoi fratelli, gli uomini e nonostante le pietre accumulate contro di Lui, continua a voler bene. Anche oggi, un segno per capire se stiamo operando per il bene può essere il numero di pietre che si stanno accumulando o scagliando contro noi. Gesù ci ha chiaramente avvertito: “Se hanno fatto così al legno verde che cosa non faranno al legno secco?”.

Attenzione però a non essere anche noi accumulatori di pietre o peggio, persone che scagliano sassi contro gli altri: innanzitutto le pietre che vanno in alto potrebbero proprio caderci in testa e poi, qualche pietra magari toglierebbe di mezzo un presunto nemico, magari ci farebbe avere un po’ di gloria, ma sarebbe sempre una pietra lanciata contro Cristo e uccidere Gesù, il fratello, il Vero, il Bello, il Giusto significa condannarsi a vivere senza Dio e senza senso.

 

 

SABATO 8 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alberto, vescovo di Vercelli; Sant’Amanzio di Como; S. Giulia Biliart

Una scheggia di preghiera:

 

TU CI CUSTODISCI, SIGNORE, COME UN PASTORE IL SUO GREGGE.

 

HANNO DETTO: Solo la nostra concezione del tempo ci permette di parlare del giorno del Giudizio Universale chiamandolo con quel nome; in effetti è un tribunale sommario in seduta perenne. (Franz Kafka)

SAGGEZZA POPOLARE: Mal va la barca senza remo.

UN ANEDDOTO: La statua del Buddha Kamakura stava dentro un tempio, finché un giorno una violenta tempesta fece crollare l'edificio. Allora per molti anni l'enorme statua restò esposta al sole e alla pioggia, al vento e alle intemperie. Quando un sacerdote diede il via a una raccolta di fondi per ricostruire il tempio, la statua gli apparve in sogno e gli disse: "Quel tempio era una prigione, non una casa. Lasciami in balia degli elementi: quello è il mio posto". Qual è il posto giusto della divinità?

PAROLA DI DIO: Ez 37,21-28; Sal da Ger 31,10-12b.13; Gv 11,45-56

 

Vangelo   Gv 11, 45-56

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, (ossia la risurrezione di Lazzaro,) credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Parola del Signore

 

“È CONVENIENTE PER VOI CHE UN SOLO UOMO MUOIA PER IL POPOLO, E NON VADA IN ROVINA LA NAZIONE INTERA!”

Il pensiero di Caifa può sembrare a prima vista il ragionamento di un consumato politico: Gesù ha molto seguito. Se il suo diventasse un movimento di insurrezione contro l’oppressione dei romani, essi non esiterebbero a fare un bagno di sangue, dunque è meglio estirpare la radice, cioè Gesù. Ma pur non sapendolo, il Sommo sacerdote dice la teologia della Redenzione: Gesù muore per noi. Noi da soli non potevamo salvarci, il nostro peccato ci aveva escluso dal rapporto con Dio; Gesù, Agnello innocente, offre Se stesso per noi, con la sua morte crocifigge il peccato, dalla sua morte noi acquistiamo la nuova libertà, il suo sangue ci redime. Ci apprestiamo a rivivere i misteri della grande settimana di Gesù. Nel contemplare la sua passione, morte, risurrezione ci guidi il senso di ringraziamento e di riconoscenza per Colui che per amore ha dato la sua vita per noi.

 

 

DOMENICA 9 APRILE: DOMENICA DELLE PALME

Tra i santi ricordati oggi: San Demetrio, martire; Santa Maria di Cleofa; San Procuro, diacono.

Una scheggia di preghiera:

 

DIO MIO, DIO MIO, PERCHE' MI HAI ABBANDONATO?

 

HANNO DETTO: L'ingiustizia ovunque avvenga è una minaccia alla giustizia in ogni parte del mondo. (Martin Luther King)

SAGGEZZA POPOLARE: A gusto guasto non è buono alcun pasto.

UN ANEDDOTO: Quando fu chiesto al peccatore come mai non avesse timore di entrare nel tempio, egli rispose: "Non esiste persona che il cielo non ricopra; non v'è alcuno che la terra non sorregga - e Dio, non è Egli terra e cielo per ognuno di noi?"

PAROLA DI DIO: Processione Palme: Mt 21,1-11 | Messa: Is 50,4-7; Sal 21(22); Fil 2,6-11; Mt 26,14-27,66

 

Vangelo  Mt 26,14-27,66

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Matteo

Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio». Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli. Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono. Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo». Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!». Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?». Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente. Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato. Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore. Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua». Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!». Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso. Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo. Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo. A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito. Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!». Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo. Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria. Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie. Parola del Signore

 

“PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO SECONDO MATTEO…”

Anche quest’anno iniziamo la settimana santa di Gesù ascoltando la lettura della sua passione e morte: è lì che ogni evangelista manifesta la sua sensibilità, la sua tenerezza interiore, la sua esperienza di fede. No, non è solo una mirabile opera letteraria, un drammatico racconto di un'esecuzione a morte, un commovente fatto che ci suscita sensazioni e ricordi: è un avvenimento che ci coinvolge. Non giochiamo a ricordare qualcosa, no, non ci commuoviamo "una tantum" vedendo questo volto sfigurato dalla violenza e dal dolore. Ogni nostra celebrazione ripropone, rende presente, rifà, rivive, celebra quest'avvenimento. Non si tratta, allora, soltanto di ascoltare, magari compassati, il racconto della Passione. No: questa Passione accade per noi, oggi. E' come se il Signore ci dicesse: "Questo è il mio amore per te. Se sei riuscito a fare sufficiente deserto nel tuo cuore in questi quaranta giorni, lo puoi capire, puoi sentire la sete, anelare alla luce, desiderare di rivivere come Lazzaro. Io, il Signore, il Figlio di Dio, mi dono per te". Alla fine della sua versione del racconto della Passione di Gesù, Matteo, buon ebreo, ci racconta che il velo del Tempio si squarciò in due, dall'alto verso il basso. Il velo, un grande pezzo di stoffa, impediva l'accesso al Santo dei Santi di Gerusalemme, il luogo dov'era conservata, in passato, l'Arca dell'Alleanza e che diventava il luogo della Gloria di Dio: lì, nel Santo dei Santi, abitava il Dio d'Israele, nascosto agli uomini da quest'immenso panno. Era un modo concreto per indicare dov'era la divinità, luogo che veniva guardato con rispetto e timore. Il velo, ora, è squarciato: Dio è visibile, si è reso visibile, ha tolto il velo, si è svelato. E il suo volto non è come ce lo rappresentava la nostra paura e la nostra approssimazione, non il volto imperturbabile di un Dio perfetto, sommo egoista, che guarda dall'alto della sua eternità le vicissitudine grottesche delle sue creature. No: Dio è nudo. E' un volto di un Dio consegnato per amore, che accetta di non essere capito, di essere oltraggiato, per amore degli uomini, un Dio che muore d'amore, il volto svelato dalla Passione. A noi la risposta, davanti a questo Dio.

 

 

LUNEDI’ 10 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Beda il giovane; Sant’Ezechiele, profeta; Santa Maddalena di Canossa.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI L'AMICO CHE SALVA.

 

HANNO DETTO: Non siamo mai tanto generosi come quando diamo consigli. (La Roche Foucauld)

SAGGEZZA POPOLARE: Vari son gli uomini e i cervelli; a chi piace la torta e a chi i tortelli.

UN ANEDDOTO: Un prete ordinò al suo diacono di radunare dieci persone che pregassero in coro per la guarigione di un infermo. Quando furono arrivati tutti, qualcuno bisbigliò all'orecchio del prete: "Fra quelle persone ci sono dei ladri assai noti". "Tanto meglio", replicò il sacerdote. "Quando i Cancelli della Misericordia sono chiusi, sono questi gli esperti che riusciranno ad aprirli".

PAROLA DI DIO: Is 42,1-7; Sal 26 (27); Gv 12,1-11

 

Vangelo   Gv 12, 1-11

Dal vangelo secondo Giovanni

Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù. Parola del Signore

 

“MARIA, PRESA UN LIBBRA DI OLIO PROFUMATO DI VERO NARDO, COSPARSE I PIEDI DI GESU’ E LI ASCIUGO’ CON I SUOI CAPELLI, E TUTTA LA CASA SI RIEMPI’ DELL'AROMA DI QUEL PROFUMO”.

Ci sono linguaggi che superano le parole, ci sono gesti che valgono più di lunghi discorsi. A volte una stretta di mano, un sorriso, vale più di una lunga, arzigogolata spiegazione. Maria ha un gesto in cui esprime tutto quello che c’è nel suo cuore e quel gesto nello stesso tempo, proprio perché nasce dall’amore, supera anche quello che Maria stessa voleva significare.

Maria di Betania è già abituata a stare ai piedi di Gesù per ascoltarlo e non solo pende dalle sue labbra per comprenderne le parole, ma tutto il suo essere è in comunione con il suo maestro. Lei è lì, mente, cuore, sentimenti, vibrazioni del corpo, tutto per lei è conoscenza, ascolto, amore. Maria ha capito con l’intuizione profonda della donna che il suo posto è lì ora anche per un altro motivo: la riconoscenza. Gesù vuole bene alla sua famiglia, Gesù ha portato in quella casa se stesso, la gioia, il perdono, l’amicizia profonda, Gesù ha fatto risorgere suo fratello, Gesù ha dato fondamento alla fede delle due sorelle. Ecco allora il suo gesto: vuol dire grazie, vuol dire gioia, vuol dire aver capito qual è il proprio posto e rispettarlo, vuol dire avere delicatezza ed esprimere la donazione totale di sé, vuol dire “benedire i piedi dei messaggeri di buone notizie”, vuol dire essere servitori premurosi, innamorati e le sue lacrime sono lacrime di nostalgia e di gioia, lacrime di fedeltà e di adorazione. Esse più che dagli occhi nascono dal cuore.

E Maria con questo suo gesto così bello e silenzioso, così umile e così profondo fa anche qualcosa che va oltre alle sue intenzioni. Lei unge il Re, il Signore: Il Padre lo aveva “unto”, incaricato nel Battesimo e nella Trasfigurazione, Maria lo unge come aveva fatto Samuele con Davide: Gesù è l’unto di Dio l’incaricato della nostra salvezza, il Messia. E lo unge anche anticipando gli unguenti usati  per la sepoltura. Maria, capitemi bene, quasi da l’estrema unzione a Gesù, la forza, il coraggio per affrontare la sua passione e la morte. Non posso che rimanere ammirato davanti a questo gesto dettato dall’amicizia profonda e un po’ vergognoso della mia fede spesso fatta solo di parole: Signore, che nella mia vita ci siano dei gesti per dirti che ho capito quanto mi vuoi bene  e che aldilà delle parole possa aleggiare sempre in casa mia il profumo della riconoscenza.

 

 

MARTEDI’ 11 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Gemma Galgani; San Stanislao, vescovo; Beato Angelo da Chivasso.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA CROCE CI SOSTENGA NELLA PROVA.

 

HANNO DETTO: L'autorità della fede non è mai abbandonata dalla ragione, poiché è la ragione che considera a chi si debba credere. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: Se stirarsi producesse denaro, i gatti sarebbero ricchissimi. (prov. Africano)

UN ANEDDOTO: Il poeta Awhadi di Kerman una sera stava seduto nella sua veranda, curvo su un catino. Il sufi Shams-e-Tabrizi passava di lì per caso e chiese al poeta: "Che cosa stai facendo?" "Contemplo la luna in una bacinella d'acqua", fu la sua risposta. "Se non hai il collo rotto, perché non guardi direttamente la luna lassù nel cielo?"

Questo per aiutarci a capire che le parole spesso riflettono in modo inadeguato la realtà.

PAROLA DI DIO: Is 49,1-6; Sal 70(71); Gv 13,21-33.36-38

 

Vangelo   Gv 13, 21-33.36-38

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte». Parola del Signore

 

“IN VERITÀ VI DICO: UNO DI VOI MI TRADIRÀ”.

Il Vangelo non è mai finito, continua a riproporsi nel tempo. Anche oggi, Gesù può ripetere: “Uno di voi mi tradirà”, ed è abbastanza inutile che noi ci guardiamo in giro per trovare il colpevole. Quella frase, purtroppo, può essere proprio per me. Ciascuno di noi porta in sè la terribi­le possibilità di essere traditore. Ciascuno di noi può essere o Giovanni o Giuda o Pietro. Anche noi, come loro, non abbiamo ancora capito Gesù, portiamo tutto il peso dalla nostra umanità, siamo deboli davanti alla tentazione, rischiamo, invece di accogliere Gesù com’è, di volerlo programmare noi. Gesù, tu lo sai che noi vogliamo seguirti, ma sai anche la nostra debolezza e allora questa mattina dicendo il Padre nostro ti ripetiamo con forza “non ci indurre in tentazione”, cioè non permettere che la tentazione sia più forte delle nostre forze, non permettere che essa faccia di noi dei traditori del tuo amore.

 

 

MERCOLEDI’ 12 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Damiano di Pavia; San Giulio I, Papa; San Zeno, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, NELLA TUA GRANDE BONTA', RISPONDIMI.

 

HANNO DETTO: Non si entra nella verità, se non per la carità. (S. Agostino)

SAGGEZZA POPOLARE: La guerra adopera il meglio dell'uomo per fare il peggiore dei mali. (prov. Cinese)

UN ANEDDOTO: Quando lo stagno è asciutto e i pesci giacciono sulla terra riarsa, inumidirli con l'alito o umettarli con la saliva non è lo stesso che gettarli nel lago. Non cercate di rianimare la gente con le dottrine: tuffatela nella realtà, poiché il segreto della vita si trova nella vita stessa, e non nelle dottrine che su di essa si fondano.

PAROLA DI DIO: Is 50,4-9a; Sal 68 (69); Mt 26,14-25

 

Vangelo   Mt 26, 14-25

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». Parola del Signore

 

“E QUELLI GLI FISSARONO TRENTA MONETE D’ARGENTO”.

Poche monete per una vita, Il costo di una bomba antiuomo e un bambino muore giocando e un altro rimane mutilato per tutta la vita. Poche migliaia di lire e un uomo potrebbe vincere la lebbra, invece essa lo porterà all’emarginazione e alla morte. Per quanto poco si può vendere un uomo, una vita, una speranza! Trenta denari, al tempo di Gesù corrispondevano al prezzo di uno schiavo e Gesù per amore si lascia vendere schiavo. Trenta denari era la paga di un pastore e il Buon Pastore di tutti dà, per trenta denari, la vita per le sue pecorelle. Signore, per pochi denari rischio la mia anima, per pochi denari comprometto la vita di un fratello: fammi capire che il denaro, che pure serve nella vita, non è il metro della vita; aiutami a non vendermi per denaro, a non venderti per denaro, a non vendere nessuno per un pugno di denaro che non avrò neppur la magra soddisfazione di portarmi nella tomba.

 

 

GIOVEDI’ 13 APRILE: GIOVEDI’ SANTO

Tra i santi ricordati oggi: S. Giustino, filosofo;S. Ermenegildo, re e mart.;S. Martino I, Papa  mart.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, LAVAMI E SARO' MONDATO.

 

HANNO DETTO: Se vogliamo davvero che i giovani non disperino della presente situazione dell'umanità, dovremmo fare in modo che possano rendersi conto veramente di quanto è grande, di quanto è bello il nostro mondo. (K. Lorenz)

SAGGEZZA POPOLARE: Al riccio pare morbida la pelle dei suoi figli. (prov. Coreano)

UN ANEDDOTO: Diceva un mistico cristiano, parlando della Bibbia: "Un menù, per quanto utile, non è buono da mangiare".

PAROLA DI DIO: 1Cor 11,23-26; Gv 13,1-15

 

Vangelo  Gv 13, 1-15

Dal vangelo secondo Giovanni 

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri». Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi». Parola del Signore

 

“E COMINCIÒ A LAVARE I PIEDI DEI DISCEPOLI E AD ASCIUGARLI CON L’ASCIUGAMANO DI CUI SI ERA CINTO”

Oggi Dio si inchina dinnanzi a ciascuno di noi. Dio si mette ai nostri piedi. Basterebbe questo per rimanere schiantati. La nostra superbia, i giudizi, le pretese, l'ira,la maldicenza, l'arroganza, la sfrontatezza, l'onda melmosa del nostro orgoglio si infrange su quest'amore che non può neanche essere immaginato. L'amore sino alla fine. L'amore di Gesù che percorre tutto il cammino che lo conduce sino al fondo delle nostre vite. Sino ad inginocchiarsi dinnanzi ai nostri delitti, ad ogni peccato, grande o piccolo che sia, che infanga i nostri piedi. In ginocchio per perdonarci. Per lavare ogni macchia. E' questa l'esperienza che ci attende oggi, in questo Santo Giovedì. Immergerci nel mistero d'amore che il nostro cuore attende da una vita. Incontrare Colui che stiamo cercando senza posa da quando siamo nati. Lasciarci sorprendere e trafiggere da Gesù, l'unico che ci ama sino ad inginocchiarsi dinnanzi a noi. Sino a consegnare tutto di sé. Chiunque oggi si senta vuoto, solo, sfiduciato, triste, angosciato, ribellato, schiavo di peccati dai quali non può uscire, chiunque di noi insomma, oggi può stupirsi di un amore mai conosciuto. Un amore che non giudica, non esige, non chiede. Un amore che ama sino alla fine di noi stessi, agli angoli bui e irrisolti delle situazioni che ci tolgono pace e gioia. Sino alla fine di ogni nostro fallimento. Sino alla fine del peggior lato del nostro carattere. Sino all'ultima nostra debolezza. Sino alla fine dell'ultimo peccato inanellato. Un amore che brucia e cancella, che salva tutto quanto sembra perduto, che ricrea tutto quanto sembra morto e imputridito. Un amore che colma l'esistenza di senso e vita nuova. Un amore fatto pane, da mangiare per essere saziati. Un amore fatto vino, da bere e colmare ogni sete. Un amore che guarisce e dona pace e gioia. Un amore che stupisce e risuscita e ci sospinge nella vita ricolmi dello stesso amore, per amare, per inginocchiarci a nostra volta dinnanzi a chiunque appaia nelle nostre ore mendicando esattamente quello che abbiamo mendicato noi, sino a questo giorno. L'amore di Dio in Cristo Gesù, annientatosi e fattosi servo, l'ultimo, il più piccolo di questa terra, per farci suoi fratelli, salvati, amati. Per fare della nostra vita un miracolo d'amore. Lasciamoci amare allora, almeno oggi.

 

 

VENERDI’ 14 APRILE: VENERDI’ SANTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Abbondio di Roma; Santa Donnina; San Lamberto, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

PADRE NELLE TUE MANI AFFIDO IL MIO SPIRITO.

 

HANNO DETTO: Il cristiano non ricerca la sofferenza per se stessa, ma l'amore. E la croce accolta diviene il segno dell'amore e del dono totale. Portarla dietro a Cristo vuol dire unirsi a Lui nell'offrire la prova massima dell'amore. (S. Giovanni Paolo II)

SAGGEZZA POPOLARE: E' sempre il sangue dei soldati che fa grande il capitano. (prov. Francese)

UN ANEDDOTO: Poiché esiste un termine per indicare la saggezza, la gente pensa di sapere che cos'è. Ma non si diventa astronomi capendo il significato della parola "astronomia". Non è che hai riscaldato la stanza solo perché, alitando sul termometro, l'hai fatto salire di qualche grado.

PAROLA DI DIO: Is 52,13-53.12; Sal 30 (31); Eb 4,14-16;5,7-9; Gv 18,1-19,42

 

Vangelo  Gv 18, 1-19, 42

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni

Dopo aver detto queste cose, Gesù uscì con i suoi discepoli al di là del torrente Cedron, dove c’era un giardino, nel quale entrò con i suoi discepoli. Anche Giuda, il traditore, conosceva quel luogo, perché Gesù spesso si era trovato là con i suoi discepoli. Giuda dunque vi andò, dopo aver preso un gruppo di soldati e alcune guardie fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei, con lanterne, fiaccole e armi. Gesù allora, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?». Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era con loro anche Giuda, il traditore. Appena disse loro «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra. Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno». Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano», perché si compisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato». Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la spada nel fodero: il calice che il Padre mi ha dato, non dovrò berlo?». Allora i soldati, con il comandante e le guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli infatti era suocero di Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno. Caifa era quello che aveva consigliato ai Giudei: «È conveniente che un solo uomo muoia per il popolo». Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme a un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote. Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: «Non sei anche tu uno dei discepoli di quest’uomo?». Egli rispose: «Non lo sono». Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava. Il sommo sacerdote, dunque, interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e al suo insegnamento. Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto». Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?». Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?». Allora Anna lo mandò, con le mani legate, a Caifa, il sommo sacerdote. Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono». Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?». Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest’uomo?». Gli risposero: «Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato». Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno». Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.

Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna». Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!». Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa». Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio». All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: «Di dove sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?». Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande». Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare». Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!». Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo altro re che Cesare». Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei». Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel che ho scritto, ho scritto». I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte. E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù.

 

PREGHIERE E RIFLESSIONI PER QUESTO GIORNO.

Gesù Crocifisso, tutti ci possono ingannare, abbandonare, deludere: soltanto Tu non ci deluderai mai! Tu hai lasciato che le nostre mani ti inchiodassero crudelmente alla croce per dirci che il Tuo Amore è vero, il Tuo Amore è fedele, è irrevocabile! Gesù Crocifisso, gli occhi dei nostri anziani ti hanno cercato nelle giornate faticose della loro vita e in Te hanno trovato consolazione e pace. Gli occhi dei nostri genitori hanno visto le Tue ferite e hanno avvertito la potenza dell’Amore di Dio che non invecchia, né appassisce mentre passano i secoli e i millenni. I nostri occhi oggi vedono le Tue mani inchiodate eppure capaci di dare ancora la vera libertà, vedono i Tuoi piedi attaccati al patibolo eppure capaci di camminare e di far camminare, vedono il Tuo cuore aperto da una lancia eppure capace di dare sempre il perdono che salva. Gesù Crocifisso, sono finite le illusioni dei miti e dei poteri! Torniamo a Te, unica Speranza e unico Liberatore, unica Gioia e unica Verità che riempie il cuore e dà senso e dignità alla vita di tutti. 
Gesù Crocifisso, abbi pietà di noi peccatori! Amen! (Card. Angelo Comastri)

 

SOTTO LA CROCE, IN SILENZIO

Ritta, discosta appena dal legno,stava la Madre assorta in silenzio. Pareva un’ombra vestita di nero,neppure un gesto nel vento immobile. Lo sguardo aveva perduto, lontano: cosa vedevi dall’alta collina? Forse una sola foresta di croci? O anche Tu non vedevi più nulla? Madre, Tu sei ogni donna che ama. Madre, Tu sei ogni madre che piange un figlio ucciso, un figlio tradito: madri a migliaia, voi madri in gramaglie! E figli mai finiti di uccidere; figli venduti e traditi a miriadi, torturati appesi ai patiboli, empi vessilli dell’empio potere. Dalla città già salivano le tenebre, e ancor più impallidiva il Suo volto, e Lui era tutto una crosta di sangue, perfino il cielo era nero di sangue. Nero lenzuolo di sangue pareva steso ad avvolger la grande Assenza che infittiva lo stesso silenzio e si addensava e spandeva nell’aria. O Madre, nulla pur noi ti chiediamo: quanto è possibile appena di credere, e star con Te sotto il legno in silenzio: sola risposta al mistero del mondo. (padre David Maria Turoldo)

 

SUL LEGNO DELLA CROCE

Dio Redentore, eccoci alle porte della fede, eccoci alle porte della morte, eccoci di fronte all’albero della Croce. Solo Maria resta in piedi nell’ora voluta dal Padre, nell’ora della fede. Tutto è compiuto, ma, allo sguardo umano, la sconfitta sembra completa. Sul ruvido legno della Croce, Tu fondi la Chiesa: affidi Giovanni come figlio a tua Madre, e tua Madre, da questo momento entra nella casa di Giovanni. Tutto è compiuto. Tu hai dato la vita, apri il nostro cuore a questo dono totale. Sul legno hai elevato tutto a Te. O Signore,disceso dalla Croce raggiungi l’uomo in lacrime, per dirgli che l’hai amato fino in fondo. (Pierre Griolet)

 

 

SABATO 15 APRILE: SABATO SANTO – VEGLIA PASQUALE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Potenziana, vergine; San Paterno, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

L'ANIMA MIA HA SETE DEL DIO VIVENTE.

 

HANNO DETTO: La scienza è arrivata a clonare la vita, ma non a dirci che cos'è la vita. La medicina è riuscita a rimandare la morte, ma non a dirci cosa succede dopo la morte. O sappiamo forse davvero che cosa permette ai nostri occhi di vedere e alla nostra mente di pensare?

(Tiziano Terzani)

SAGGEZZA POPOLARE: Un gatto è un leone in una giungla di cespugli. (prov. Indiano)

UN ANEDDOTO: Un maestro fu sorpreso nell'udire gente che gridava e litigava nel suo cortile. Quando venne a sapere che c'era di mezzo uno dei suoi discepoli, lo mandò a chiamare e gli domandò quale fosse la causa di tutta quella baraonda. "C'è una delegazione di intellettuali che è venuta a farvi visita. Ho detto loro che voi non sciupate il vostro tempo con della gente che ha la testa piena di libri e di pensieri, ma è priva di saggezza. Sono quelle le persone che, con la loro superbia, creano dovunque dogmi e scismi tra la gente". Il maestro sorrise: "Com'è vero tutto questo", mormorò. "Ma, dimmi, non è per caso la tua superbia nel dichiararti diverso dagli studiosi la causa di questo conflitto e di questa divisione?"

PAROLA DI DIO: Veglia Pasquale: Gen 1,1-2,2; Gen 22,1-18; Es 14,15-15,1; Is 54,5-14; Is 55,1-11; Bar 3,9-15.32-4,4; Ez 36,16-17a.18-28; Rm 6,3-11; Sal 117 (118); Mt 28,1-10

 

Vangelo  Mt 28,1-10

Dal vangelo secondo Matteo

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto». Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Parola del Signore

 

PER LA NOTTE DEL SABATO SANTO

Quando Cristo fu crocifisso, il giorno si oscurò. Quando risorse, la notte splendette come il giorno. O notte, più chiara del giorno! O notte, più luminosa del sole! O notte, più bianca della neve, più brillante di ogni fiaccola, più dolce del Paradiso! O notte, che non conosci tenebre, tu allontani il sonno e ci fai vegliare con gli Angeli! O notte, terrore dei demoni, notte pasquale, attesa per un lungo anno! Notte nuziale della Chiesa, che fai nascere i nuovi battezzati e spogli il demonio addormentato! Notte in cui l’Erede introduce gli eredi alla Sua eredità. Fino alla fine dei tempi, sii benedetta, notte di Dio! Amen. (Asterio di Amasea)

 

 

DOMENICA 16 APRILE: DOMENICA DI PASQUA “RISURREZIONE DEL SIGNORE”

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Benedetto Labre; Santa Bernardetta Soubirous.

Una scheggia di preghiera:

 

QUESTO E' IL GIORNO CHE HA FATTO IL SIGNORE, ALLELUIA!

 

 

HANNO DETTO: La preghiera non richiede di interrompere il lavoro, ma di proseguire il lavoro come se fosse una preghiera. Quel che conta è essere con Lui, vivere in Lui, nella sua volontà. (S. Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: I gatti leccano i raggi di luna nella ciotola dell'acqua, convinti che si tratti di latte. (prov. Indù)

UN ANEDDOTO: Un re sognò di vedere un re in paradiso e un prete all'inferno. Si domandò come fosse possibile questo, poi udì una voce che diceva: "Il re è in paradiso, perché ha rispettato i preti. Il prete è all'inferno, perché è sceso a compromessi con i re".

PAROLA DI DIO: At 10,34a.37-43; Sal 117 (118); Col 3,1-4 opp. 1Cor 5,6b-8; Gv 20,1-9

 

Vangelo  Gv 20, 1-9

Dal vangelo secondo Giovanni

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore

 

“E VIDE E CREDETTE”.

E’ risorto! E’ questo il grido della nostra fede cristiana la mattina di Pasqua: Gesù non è più al sepolcro. Dopo avere rialzato gli zoppi, i malati, gli esclusi, i feriti della vita, è stato rigettato dalla cattiveria degli uomini ed è stato stritolato dal male. Ma  Dio lo ha sostenuto, rialzato, e poi esaltato il suo Servitore. Questa buona notizia è un avvenimento inaudito nella nostra storia umana. È annunciata da un messaggero che compie i segni del cielo: il terremoto, la pietra spostata, l'aspetto del lampo, il vestito bianco come neve, le guardie atterrite. La risurrezione di Gesù è molto più che un semplice ritorno alla vita. Ricordiamoci delle mani e dei piedi legati  di Lazzaro e della figlia di Giairo che aveva ancora fame. Gesù è entrato in una vita tutta diversa, divide in pienezza la vita stessa di Colui in cui ha posto interamente la sua fiducia. "Dio lo ha risuscitato!". Qui è dunque anche la  nostra speranza.  Se faremo come Lui, Dio farà risorgere anche noi.

 

 

LUNEDI’ 17 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Innocenzo di Tortona; San Roberto; San Vandone.

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA RISURREZIONE, GESU' CI COLMA DI GIOIA.

 

HANNO DETTO: Più ci svuotiamo, più lasciamo a Dio spazio per riempirci. (S. Teresa di Calcutta)

SAGGEZZA POPOLARE: I gatti sono in grado di sostenere lo sguardo di un re. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Nella sua autobiografia, il Mahatma Gandhi racconta di come quand'era studente in Sudafrica avesse nutrito un profondo interesse per la Bibbia, soprattutto per il Discorso della Montagna. Si convinse che il cristianesimo era la risposta al sistema delle caste, che per secoli aveva costituito una piaga per l'India, e pensò seriamente alla possibilità di diventare cristiano. Un giorno si recò in chiesa per partecipare alla Messa e farsi dare le istruzioni necessarie. All'ingresso lo fermarono e gli spiegarono gentilmente che se desiderava ascoltare la Messa poteva farlo in una chiesa riservata ai negri. Egli se ne andò e non ritornò mai più.

PAROLA DI DIO: At 2,14.22-33; Sal 15 (16); Mt 28,8-15

 

Vangelo   Mt 28, 8-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi. Parola del Signore

 

"CON TIMORE E GIOIA GRANDE LE DONNE CORSERO A DARE L’ANNUNCIO AI SUOI DISCEPOLI".

Ci sono alcuni elementi che sono tipici nei racconti della risurrezione così come ce li presentano gli evangelisti. Si intrecciano sentimenti di gioia e di timore, di dubbio e di speranza, ma soprattutto si riscopre la gioia di correre perché c’è una buona notizia che urge dentro, che in qualche modo ti scoppia tra le mani. Timore - stupore perché ci si trova davanti ad un avvenimento straordinario, sconvolgente. Anche se preannunciata, la risurrezione di Cristo aveva cozzato contro la morte, la sofferenza, il tradimento, la croce. Ora nel suo manifestarsi propone la grandezza di Dio e l’essere debole degli uomini. Gioia nel vedersi ridonato Gesù, nel sentire rinascere dentro la speranza ("non ci sentivamo forse ardere il cuore, lungo la via, mentre ci spiegava le scritture?"), nel sapere che con Lui l’avventura può continuare, nell’accorgersi che il Risorto non solo non punta il dito contro le nostre fughe e paure ma rinnova la chiamata, e corsa, perché la gioia mette le ali ai piedi, è contagiosa, riempie il cuore fino a farlo traboccare. Chissà se a noi la risurrezione di Cristo fa lo stesso effetto, oppure ci passa sulla testa come cosa risaputa, sedimentata nell’abitudine religiosa? Domani si rientra nella normalità dopo questi giorni festivi e.. anche questa Pasqua può essere archiviata! Se è così, siamo i più grandi irriconoscenti, Cristo è morto invano, invano è risorto se coloro per i quali è morto e risorto preferiscono il buio, la noia, l’abitudine puzzolente di una tomba chiusa alla gioia della nuova giornata piena di sole.

 

 

MARTEDI’ 18 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Calogero, martire; San Galdino, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU'!

 

HANNO DETTO: Abbiamo dimenticato Dio: questo è il primo peccato, gli altri sono conseguenza. (A. Solzenicyn)

SAGGEZZA POPOLARE: I giocatori d'azzardo ed i cavalli da corsa non durano mai a lungo. (prov. Inglese)

UN ANEDDOTO: Il presidente della più grande Società Finanziaria del mondo era in ospedale. Uno dei vicepresidenti andò a trovarlo con questo messaggio: "Le porto gli auguri del nostro consiglio di amministrazione perché lei possa guarire presto e vivere fino a cent'anni. Questa delibera Ë stata approvata a grande maggioranza con 15 voti a favore, 6 contrari e 2 astenuti". Smetteremo mai di cercare di bruciare il fuoco, bagnare l'acqua e dare colore alle rose?

PAROLA DI DIO: At 2,36-41; Sal 32 (33); Gv 20,11-18

 

Vangelo   Gv 20, 11-18

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto. Parola del Signore

 

“MARIA DI MAGDALA ANDO’ AD ANNUNZIARE AI DISCEPOLI: HO VISTO IL SIGNORE”.

Quale gioia deve esserci stata nel cuore di Maria Maddalena quella mattina! Dopo la tristezza, la paura, dopo gli occhi pieni di lacrime che le impedivano di vedere il suo Signore, finalmente quel nome pronunciato dalla bocca del risorto. Proprio lei, la peccatrice perdonata, ha visto Gesù ed ora può correre con gioia ed entusiasmo ed anche con una giusta punto di orgoglio a dire “Io, proprio io, con questi miei occhi ho visto Gesù.” E i miei occhi hanno visto Gesù o sono ancora impediti, ciechi? Gesù risorto era in quella malata che sta vivendo con fede la sua “passione”, era in quello straniero che fa di tutto per mandare qualche soldo ai suoi, al suo paese, Gesù voleva risorgere in quel carcerato che tutti condannano perché l’ha fatta davvero grossa, Gesù ha bussato delicatamente alla porta di casa mia in quella persona che aveva bisogno di conforto e io vado a cercare il risorto, vado a cercare di confermare la mia fede in ricerche storiche sulla sua persona, in chiacchiere salottiere che riempiono la bocca di parole ma che non concludono mai? Maria Maddalena, perdonata, si è innamorata di Gesù e non di quell’amore pruriginoso che qualcuno le attribuisce ma di quell’amore che ha occhi solo per l’amato e anche se nella debolezza delle sue lacrime, ha riconosciuto quella voce che la chiamava per nome. Anche il nostro nome è sulle labbra di Dio che lo conosce da sempre; sta a noi sentirci chiamare.

 

 

MERCOLEDI’ 19 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Emma di Sassonia; Sant’Espedito, martire

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE, PERCHE' SI FA SERA.

 

HANNO DETTO: Non esiste miglior esercizio per i cuore che chinarsi per aiutare qualcuno a rialzarsi. (John A. Holmes)

SAGGEZZA POPOLARE: Se il gatto e il topo trovano un accordo, il droghiere è rovinato. (prov. Iraniano)

UN ANEDDOTO: Un anziano che compiva ottant'anni disse: “Mi sento come quella giovane che vinse una scatola di cioccolatini: i primi li mangiò con indifferenza, ma, quando percepì che ne rimanevano pochi ha cominciato a consumarli lentamente e a gustarli di più.

PAROLA DI DIO: At 3,1-10; Sal 104 (105); Lc 24,13-35

 

Vangelo   Lc 24, 13-35

Dal vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore

 

“EGLI ENTRO’ PER RIMANERE CON LORO”.

E’ venuto nel mondo proprio per questo. Per farsi accogliere e per rimanere con noi. Sì. Ha deciso di restare. D’ora in poi lo potremo trovare sulle nostre strade. Viaggia in incognito. E’ uno qualsiasi. Ha il volto comune di una persona che incontro o che mi ferma. Ci aspetta all’appuntamento dell’imprevedibile. Esige la prova dell’attenzione. Si rivela attraverso il “sacramento del fratello”. Lui rimane in mezzo a noi. E noi dobbiamo riconoscerlo. Ogni incontro può essere incontro col vivente, col Risorto e quindi sorpresa, sconvolgente novità. Ogni incontro può essere un’apparizione. Quando è arrivato in mezzo a noi, “il mondo non lo riconobbe”. Adesso che ha deciso di rimanere, il peccato per eccellenza diventa quello degli “occhi chiusi”. Noi che ci sentiamo in diritto spesso e volentieri di masticare amarezza per le sue assenze e i suoi ritardi, in realtà siamo colpevoli recidivi di non riconoscimento.

 

 

GIOVEDI’ 20 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Santa Agnese da Montepulciano; Santa Sara, martire; San Teotimo.

Una scheggia di preghiera:

 

O SIGNORE, NOSTRO DIO, QUANTO E' GRANDE IL TUO NOME SU TUTTA LA TERRA.

 

HANNO DETTO: Le azioni nascoste sono le più stimabili. (B. Pascal)

SAGGEZZA POPOLARE: La gioia che ci si offre dopo il dolore si gusta maggiormente. L'ombra di un albero è specialmente gradita da chi è accaldato dal sole. (prov. Orientale)

UN ANEDDOTO: Una domenica mattina dopo la Messa, Dio e S. Pietro andarono a giocare a golf. Dio tirò per primo. Diede un gran colpo e tagliò la palla, mandandola a finire nell'erba alta accanto al tracciato. Proprio quando la palla stava per toccare terra, sbucò fuori una lepre da un cespuglio, prese in bocca la pallina e scappò lungo il tracciato. All'improvviso scese un'aquila in picchiata, afferrò la lepre fra gli artigli e la trasportò sopra il prato. Un uomo armato di fucile prese la mira e sparò all'aquila che lasciò andare la lepre. Questa cadde sul prato e la pallina le rotolò fuori dalla bocca, andando a finire in buca. S. Pietro allora si girò seccato verso Dio e disse: "Ma insomma! Giochi a golf o ti va di scherzare?" E tu? Ti decidi a capire e partecipare al gioco della vita o preferisci trastullarti con i miracoli?

PAROLA DI DIO: At 3,11-26; Sal 8; Lc 24,35-48

 

Vangelo   Lc 24, 35-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i discepoli [di Emmaus] riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Parola del Signore

 

“DI QUESTO, VOI MI SIETE TESTIMONI”.

Gli apostoli sono testimoni di Gesù. Lo hanno ascoltato in quello che diceva, anche se non sempre lo hanno capito; hanno visto i suoi miracoli; lo hanno visto morire; lo hanno ‘toccato’ dopo la sua risurrezione. Su questi fatti si fonderà la loro predicazione. Gesù non e un’idea, un simbolo, è una realtà concreta. Gli apostoli non sapranno, come noi, spiegare per filo e per segno la risurrezione, ma potranno dire: “Io l’ho visto con i miei occhi vivo, l’ho ascoltato, ho mangiato con Lui”. Il nostro mondo di oggi ha diritto di vedere in noi dei testimoni di queste cose. Ma, io l’ho visto il Risorto? Ogni volta che la sofferenza è vinta dall’amore, che il peccato e l’odio sono vinti dal perdono, ogni volta che la carità concreta supera barriere e divisioni è la testimonianza della risurrezione. La risurrezione non va spiegata, non può essere spiegata ma va testimoniata nei suoi effetti concreti. Ogni volta che il cristiano come Cristo e con Cristo vince il peccato, il pessimismo, la non speranza, grida al mondo la concretezza del Risorto.

 

 

VENERDI’ 21 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Anselmo d’Aosta; Sant’Anastasio il vecchio.

Una scheggia di preghiera:

 

COME E' BELLO SIGNOR STARE INSIEME ED AMARCI COME AMI TU.

 

HANNO DETTO: Di molte persone si può affermare ciò che vale per certi dipinti:la parte più preziosa è la cornice. (E. Cioran)

SAGGEZZA POPOLARE: E’ difficile giudicare peccato e denari. (Pecà e dnè a l’è cativ stimè) (prov. Piemontese)

UN ANEDDOTO: Una volta qualcuno si avvicinò a un discepolo del mistico musulmano Bahaudin e gli domandò: "Dimmi perché il tuo maestro nasconde i suoi miracoli. Ho raccolto personalmente dei dati che dimostrano in modo incontestabile che egli è stato presente in più luoghi diversi nello stesso momento; che ha guarito la gente con la forza della preghiera, ma dice loro che è stata opera della natura; che ha aiutato persone in difficoltà e poi lo ha attribuito alla loro buona sorte. Perché si comporta così?" "So perfettamente di che cosa stai parlando", disse il discepolo, "perché anch'io ho notato queste cose, e credo di poter rispondere alla tua domanda. Prima di tutto, il maestro detesta essere al centro dell'attenzione. In secondo luogo, egli è convinto che quando la gente comincia ad avere interesse per i miracoli, non ha più alcun desiderio di imparare nulla che sia veramente valido dal punto di vista spirituale".

PAROLA DI DIO: At 4,1-12; Sal 117 (118); Gv 21,1-14

 

Vangelo   Gv 21,1-14

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. Parola del Signore

 

“VIDERO UN FUOCO DI BRACE, CON DEL PESCE SOPRA, E DEL PANE”.

Questo Gesù risorto che accende il fuoco, che prepara da mangiare per i suoi amici che tornano dalla pesca dà un senso di profonda e semplice familiarità. Il Risorto non è assolutamente asettico”, estraneo a sentimenti, bisogni dell’uomo. Gesù che ha compartecipato la sua divinità alla nostra umanità, continua a donare tutto se stesso a noi.  Gesù ha acceso il fuoco. Il fuoco dell’amicizia, il calore di un Dio che ama, il fuoco che purifica, il fuoco del trovarsi insieme. Gesù ci ha preparato e ci prepara la cena. Si è messo il grembiule del servizio, ci ha lavato i piedi, ci ha convocati intorno alla mensa della sua parola, si è fatto pane per noi. Se noi pensassimo all’Eucaristia così, non la vedremmo più come un rito, un dovere, non troveremmo più le assurde scuse per giustificarci se “non possiamo andare”. Gesù ha preparato tavola, ti dà se stesso, ti invita personalmente, a quella mensa “c’è un posto anche per te” per ricevere gratuitamente tutti i suoi doni. Sarebbe meno festa per tutti se quel posto rimanesse vuoto.

 

 

SABATO 22 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Apelle; San Sotero, Papa; San Tegulo, martire.

Una scheggia di preghiera:

 

CHE IL TUO NOME E IL TUO AMORE SIANO CONOSCIUTI DA TUTTI GLI UOMINI.

 

HANNO DETTO: Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male è che gli uomini di bene non facciano nulla. (E. Burke)

SAGGEZZA POPOLARE: Denari e amicizia rompono il collo alla giustizia (Dnè e amicissia a rompo el col a la giustissia). (prov. Piemontese)

UN ANEDDOTO: C'era una volta un prete cosÏ santo che non pensava mai male di nessuno. Un giorno si sedette a un ristorante per prendere una tazza di caffè, che era tutto quello che si poteva permettere poiché era giorno di magro e digiuno, quando, con sua grande sorpresa, vide al tavolo accanto al suo un giovane parrocchiano che divorava una gigantesca bistecca. "Spero di non averla scandalizzata, Padre", disse il giovane con un sorriso. "Ah! Immagino che tu abbia dimenticato che oggi è giorno di magro e digiuno", replicò il prete. "No, no. Me lo ricordo benissimo". "Forse allora sei malato e il dottore ti ha proibito di digiunare". "Niente affatto. Sono nel fiore della salute". Al che il prete alzò gli occhi al cielo ed esclamò: "Che esempio ci dà questa giovane generazione, Signore! Vedi come questo giovane preferisce ammettere i propri peccati piuttosto che dire una bugia?"

PAROLA DI DIO: At 4,13-21; Sal 117 (118); Mc 16,9-15

 

Vangelo   Mc 16, 9-15

Dal vangelo secondo Marco

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Parola del Signore

 

“GESU’ LI RIMPROVERO’ PER LA LORO INCREDULITA’… E DISSE LORO: ANDATE IN TUTTO IL MONDO E PREDICATE IL VANGELO AD OGNI CREATURA”.

Al termine dell’ottava di Pasqua ci viene proposto questo Vangelo che conclude lo scritto di Marco ed è la sintesi dei racconti della risurrezione. Penso che dopo averlo letto almeno due cose ci colpiscano. Viene ripetuto più volte che gli apostoli non credettero agli annunci e testimonianze della risurrezione, al punto che Gesù in persona deve rimproverarli per la loro poca fede. E poi colpisce il fatto che a questi uomini di poca fede venga affidata invece la grande missione di andare in tutto il mondo per annunciare il Vangelo. Su questi argomenti possiamo fare alcune riflessioni per noi. Gesù non si spaventa né delle debolezze, né dei tradimenti, né della poca fede, anche se rimane “meravigliato” davanti alla durezza della nostra testa e del nostro cuore che stenta a comprendere le meraviglie di Dio che ci sono davanti ogni giorno, desidera solo perdonarci e rinfrancarci nella fede. Noi, quando qualcuno ci tradisce o non ci comprende ripetutamente o dimostra di non fidarsi in noi tendiamo a cancellarlo, escluderlo, andare avanti per conto nostro, scegliere altre persone, Gesù invece ama personalmente al di là dei limiti, ha fiducia che, nonostante i tanti errori ce la faremo ad avere fede in Lui, crede nel dono dello Spirito Santo che ci vuole dare perché noi possiamo diventare suoi rappresentanti e testimoni. Questo dovrebbe far sorgere dentro di noi il sentimento della gratitudine e la gioia della missionarietà. Un altro elemento che ci colpisce è che, mentre Gesù era in vita, la missione era in pratica riservata al popolo ebraico, ora che Lui risorto, sale al cielo, la missione è invece affidata agli apostoli “per ogni creatura”. Gesù è morto e risorto e in questo è il frutto della nostra redenzione avvenuta una volta per tutte per ogni uomo di ogni tempo e luogo, ma questa buona notizia deve poter arrivare alla mente e al cuore di ogni uomo per essere accettata, e questo è compito nostro. Capiamo allora sempre meglio che missionario non è quell’uomo con la barba lunga che lascia tutto e parte per paesi esotici in mezzo a mille peripezie per battezzare bambini indigeni. E neanche che missionaria deve essere solo la chiesa gerarchica con tutti i suo piani e progetti che qualche volta sono più sulla carta che nella vita. Missionario che porta la gioia della redenzione, della risurrezione di Cristo devo essere io oggi in mezzo alle persone con cui vivo. Tutti allora come i Testimoni di Geova a suonar campanelli? Non è necessario questo, missione non significa neppure in prima istanza conquistare adepti per la religione o distribuire sacramenti a persone che non hanno la capacità di apprezzarli, essere testimoni e missionari comincia dall’avere il cuore pieno di serenità perché Cristo è davvero risorto ed è il mio redentore, dal sapere in mezzo alle difficoltà quotidiane che Gesù non ci abbandona, che Dio è nostro Padre, che la fede in Lui, pur con tutte le difficoltà, è quello che da senso alla vita. Se tutto questo traspare da noi allora siamo già missionari per ogni uomo che incontriamo sul nostro cammino.

 

 

DOMENICA 23 APRILE: 2^ DOMENICA DI PASQUA

Tra i santi ricordati oggi: San Giorgio; Sant’Achilleo; San Gerardo di Toulle.

Una scheggia di preghiera:

 

E' DAVVERO RISORTO, ALLELUIA.

 

HANNO DETTO: CRISTO La speranza cessa di essere felicità quando è accompagnata dall'impazienza. (J. Ruskin)

SAGGEZZA POPOLARE: Non c’è guadagno senza lavoro. (As peul nen guadagnè senssa travajè) (prov. Piemontese)

UN ANEDDOTO: "Prigioniero", proclamò il Grande Inquisitore, "siete accusato di aver incoraggiato la gente a violare la legge, le tradizioni e le usanze della nostra santa religione. Siete colpevole o innocente?" "Colpevole, Vostro Onore". "E in quanto a frequentare la compagnia di eretici, prostitute, pubblici peccatori, imposte, colonialisti e oppressori della nazione, in breve tutti gli scomunicati?" "Colpevole, Vostro Onore". "Infine, siete accusato di aver modificato, corretto e messo in questione i sacri dogmi della nostra fede. Colpevole o innocente? "Colpevole, Vostro Onore". "Come vi chiamate, prigioniero?" "Gesù Cristo, Vostro Onore".

PAROLA DI DIO: At 2,42-47; Sal 117 (118); 1Pt 1,3-9; Gv 20,19-31

 

Vangelo  Gv 20, 19-31

Dal vangelo secondo Giovanni

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore

 

“MOSTRÒ LORO LE MANI E IL FIANCO. E I DISCEPOLI GIOIRONO AL VEDERE IL SIGNORE”.

“Ma allora è proprio tutto vero!” si dicono i discepoli. “Il male, la morte, la violenza non ce l’hanno fatta! Gesù è vivo! Gesù è proprio il Figlio di Dio!” E’ la stessa sorpresa gioiosa che oggi entra nel nostro cuore. Il male, la morte, non sono la parola definitiva della vita. Se Gesù, passato attraverso la croce e il sepolcro, è vivo e può mostrarci le sue ferite gloriose, vuol dire che anche noi, con tutte le ferite materiali e morali della nostra vita, potremo mostrarci gloriosi al Padre che dona la vita. La risurrezione di Gesù è opera dello Spirito Santo creatore. La nostra speranza si fonda su di Lui che è capace di ridare vita alle membra stanche, che può risanare le ferite del peccato, che fonda la nostra gioia.

 

 

LUNEDI’ 24 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Fedele da Sigmaringen; San Benedetto Menni.

Una scheggia di preghiera:

 

VIENI SPIRITO DI DIO E ILLUMINA MENTE E CUORE.

 

HANNO DETTO: La gentilezza è la carità nelle piccole cose. (Drummond)

SAGGEZZA POPOLARE: Una gatta può andare in convento, ma resta sempre una gatta. (prov. rumeno)

UN ANEDDOTO: Un'insegnante stava facendo lezione sulle invenzioni moderne. "Chi di voi mi saprebbe citare qualche cosa di importante che non esisteva cinquant'anni fa?", chiese. Un ragazzino dall'aria intelligente della prima fila alzò la mano tutto eccitato ed esclamò: "Io!"

PAROLA DI DIO: At 4,23-31; Sal 2; Gv 3,1-8

 

Vangelo   Gv 3,1-8

Dal vangelo secondo Giovanni

Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Parola del Signore

 

“DOVETE NASCERE DALL’ALTO”.

Nicodemo è Maestro, conosce le Scritture. Ha studiato, è un dirigente di spicco nel suo ambito, è rispettato e lodato. Eppure gli manca l'essenziale: il capire ciò che viene dall'alto. Spesso succede anche a noi dedichiamo tempo ed energia e studio a tanti particolari di fede, di vita e ci dimentichiamo il "dentro", l'essenziale, per essere e diventare capaci di luce, per capire le fitte trame di luce che Dio intesse nelle pieghe dell'umanità. Non basta conoscere, occorre credere, fidarsi, schierarsi, aderire, donarsi. Lo Spirito ci aiuta, ci spinge verso la Parola, se la vita non ha del tutto assordato la nostra interiorità (e Dio non voglia!), vedremo lo Spirito Santo infiltrarsi in ogni spiraglio della nostra vita per sfondare le nostre resistenze. La strada è la meditazione del dono di Dio in Gesù. La volontà di Dio è sempre e solo il bene dei suoi figli e il suo desiderio è che davvero ciascuno di noi si apra alla scoperta del volto dell'Altissimo. Lasciamo lavorare lo Spirito che viene quando meno ce lo aspettiamo, che interviene nella nostra vita, che ci cambia il cuore. Lasciamolo lavorare.

 

 

MARTEDI’ 25 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Marco, Evangelista; Santa Franca di Piacenza; Sant’ Erminio, monaco.

Una scheggia di preghiera:

 

RINNOVA, SIGNORE, I SEGNI DELLA TUA PRESENZA E DEL TUO AMORE.

 

HANNO DETTO: Siamo pronti a perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce. (Platone)

SAGGEZZA POPOLARE: Una guerra lascia il paese con tre armate: una di infermi, una di donne piangenti e una di ladri. (prov. Tedesco)

UN ANEDDOTO: Disse un cliente disperato allo psichiatra: "Dovunque vado, devo portarmi dietro me stesso, e questo rovina tutto".

Ciò che aborrisci e ciò a cui aneli sono entrambi dentro di te.

PAROLA DI DIO: Festa di san Marco: 1Pt. 5,5b-14; Sal. 88 (89); Mc. 16,15-20

 

Vangelo Mc 16, 15-20

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano. Parola del Signore

 

“E QUESTI SARANNO I SEGNI CHE ACCOMPAGNERANNO QUELLI CHE CREDONO”.

Ma i miracoli ci sono o no nella Chiesa? Certo che ci sono! E se dobbiamo fare attenzione e non cadere in un facile miracolismo dobbiamo anche ammettere che da sempre, soprattutto grazie alla fede di persone umili e semplici, i miracoli hanno accompagnato e accompagnano il cammino della Chiesa. Ma oltre a quelli che sono fatti prodigiosi evidenti, ci sono anche tanti altri miracoli. Faccio alcuni esempi. Non è forse un miracolo che la Chiesa, nonostante tutti gli errori interni e tanti sforzi da parte dei suoi nemici, ci sia ancora dopo circa duemila anni? Non è forse un miracolo la misericordia di Dio che sempre e nonostante i nostri peccati è disposta a perdonarci? E l’attività di suore, di sacerdoti, di volontari laici, a servizio degli ultimi e abbandonati non è un miracolo continuo di vita? E quando al posto di odiare e vendicarsi, un uomo per amore di Cristo, sa perdonare, non è forse un miracolo più grande di altri prodigi? Che il Signore ci faccia cogliere i suoi segni e ci aiuti ad essere disponibili perché attraverso noi e nonostante noi possa ancora compiere i mi­racoli del suo amore per gli uomini.

 

 

MERCOLEDI’ 26 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Anacleto, Papa; San Pascasio, monaco.

Una scheggia di preghiera:

 

DONA, SIGNORE, LA SEMPLICITA' DI CUORE.

 

HANNO DETTO: Non avere il tempo per meditare è come non avere il tempo per guardare dove si sta andando perché si è troppo impegnati a camminare. ( A.D. Sertillanges)

SAGGEZZA POPOLARE: Tenere rinchiuso un gatto lo farà diventare un leone. (prov. Ungherese)

UN ANEDDOTO: Una donna era profondamente offesa dal comportamento del figlio quindicenne. Ogni volta che uscivano insieme egli camminava un po' più avanti. Forse si vergognava di lei? Un giorno glielo chiese. "Oh, no, mamma", rispose il ragazzo imbarazzato." E' solo che tu sembri così giovane che non vorrei che i miei amici sospettassero che ho una nuova fidanzata". La sua tristezza svanì come per incanto.

PAROLA DI DIO: At 5,17-26; Sal 33 (34); Gv 3,16-21

 

Vangelo   Gv 3, 16-21

Dal vangelo secondo Giovanni.

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». Parola del Signore

 

“CHIUNQUE INFATTI FA IL MALE, ODIA LA LUCE, E NON VIENE ALLA LUCE PERCHÉ LE SUE OPERE NON VENGANO RIPROVATE. INVECE CHI FA LA VERITÀ VIENE VERSO LA LUCE”

Se guardiamo dentro di noi, sappiamo che cosa sia il bene e che cosa sia il male: la coscienza dovrebbe rivelarcelo; se poi abbiamo dei dubbi ci sono i comandamenti e le norme della Chiesa, ma se ancora ci fossero degli angoli di buio, ecco la norma del Vangelo di oggi: quello che non hai paura di fare alla luce del mondo è buono e quello che invece nascondi è opera delle tenebre. A parte quelle persone che oggi con la mentalità del mondo amano presentarsi cattive, si sentono alla moda perché infrangono tutte le norme, affermano di essere “libere” perché dicono di non avere tabù, credo che il principio evangelico sia estremamente vero. Se c’è qualcosa che tu non faresti davanti a tua moglie o a tuo marito, davanti ai tuoi genitori, se c’è qualcosa che nascondi perché ti vergogneresti se i tuoi amici o la comunità in cui vivi venissero a sapere, allora è un qualcosa che non va bene. Oltretutto il fare le cose di nascosto è stupido se crediamo al Vangelo che ci dice che un giorno ”tutto sarà svelato”. C’è quasi da chiederci come faremo allora a non disprezzarci ma a volerci ancora bene. Riusciremo ancora ad amarci perché, perdonati dalla misericordia di Dio, vedremo come la sua grazia in noi e nei fratelli ha ancora potuto operare meraviglie nonostante la nostra miseria.

 

 

GIOVEDI’ 27 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antimo, vescovo, San Liberale; Santa Zita.

Una scheggia di preghiera:

 

PER CRISTO, CON CRISTO, IN CRISTO.

 

HANNO DETTO: L'unica maniera per realizzare i propri sogni è svegliarsi. (Roberto Benigni)

SAGGEZZA POPOLARE: "L'assoluzione del colpevole condanna il giudice"

UN ANEDDOTO: Un amico del pittore Domenichino gli diceva un giorno: - Tu lavori troppo attorno a un quadro e non finisci mai di ritoccare. Se fossi più sollecito e meno scrupoloso, guadagneresti di più. Certamente - rispose il pittore, - ma il fatto è che io ho un padrone sempre scontento e difficilissimo ad accontentare. - E chi è costui? - Sono io stesso concluse il Domenichino.

PAROLA DI DIO: At 5,27-33; Sal 33 (34); Gv 3,31-36

 

Vangelo   Gv 3, 31-36

Dal vangelo secondo Giovanni

Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui. Parola del Signore

 

“IL PADRE AMA IL FIGLIO E GLI HA DATO IN MANO OGNI COSA”.

Spesso noi cristiani ci comportiamo da sciocchi. Cerchiamo la verità su di noi, sul mondo, sulle cose e spaziamo in mezzo a filosofie, religioni, superstizioni, fantasie di uomini mentre Gesù di cui portiamo il nome ci ha detto di essere Lui la Via, la Verità, e la Vita. Non che la scienza, la ricerca umana non abbiano anch’esse una parte di verità, ma non è assurdo avere una fonte di acqua purissima e trascurarla per andare ad abbeverarsi a delle pozzanghere? Dio, il Creatore, il Signore, il Mistero inaccessibile, “ha amato il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa” e il Figlio per volontà di Dio e per amore degli uomini si è incarnato  perché noi, in Lui potessimo avere “e grazia su grazia”. Cerchi Dio? E’ Gesù che ti mostra il suo volto. Cerchi la verità sull’uomo? E’ Gesù l’uomo - Dio che può risponderti. Cerchi il senso del tuo vivere? E’ Gesù che nell’amore per Dio,  per il prossimo ti dà una chiara risposta. Cerchi un comportamento di vita? Guarda a come si è comportato Gesù, ed imitalo, farai piacere a Dio e realizzerai la tua gioia. E siamo sciocchi anche per un altro motivo. Quando abbiamo bisogno di qualcosa e vogliamo cercare di ottenerlo, noi ci ingegniamo di ricercare chi possa intercedere per noi per avere quel dono ma, senza nulla togliere agli angeli e ai santi ‘specializzati per determinate richieste’, perché non ci rivolgiamo direttamente a Gesù che conosce molto bene la nostra realtà umana con tutti i suoi bisogni e che sa anche perfettamente quale sia il nostro vero bene? Provate a pensare alla saggezza della Chiesa che nei secoli ha sempre terminato ogni preghiera di lode, di offerta, di richiesta con le parole: “Te lo chiediamo per Cristo, nostro Signore”.

 

 

VENERDI’ 28 APRILE

Tra i santi ricordati oggi: San Pietro Chanel; San Luigi Maria Grignon de Montfort.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU' SEI TU IL PANE, UN CIBO SEI PER NOI.

 

HANNO DETTO: Se la vostra quotidianità vi sembrerà povera, non date ad essa la colpa. Accusate voi stessi di non essere abbastanza poeti per scoprire tutte le sue ricchezze. Per il Creatore, infatti,niente è povero. (Rainer Maria Rilke )

SAGGEZZA POPOLARE: Trattate i complimenti che vi vengono fatti come se fossero profumi: odorateli, ma non inghiottiteli. (saggezza Araba)

UN ANEDDOTO: Presunzione. Un galletto raspava il terreno nel recinto di un grosso cavallo da tiro. Quando il cavallo cominciò a innervosirsi e ad agitarsi, il gallo lo squadrò e gli disse: "Dobbiamo stare bene attenti tutti e due, amico, o finiremo per pestarci i piedi". Indovinate che cosa disse la formica all'elefante mentre Noè metteva in fila tutti gli animali per farli entrare nell'Arca? "Piantala di spingere!"

PAROLA DI DIO: At 5,34-42; Sal 26 (27); Gv 6,1-15

 

Vangelo   Gv 6, 1-15

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Parola del Signore

 

“DOVE POTREMO COMPERARE IL PANE PERCHE’ COSTORO ABBIANO DA MANGIARE?”. (Gv. 6,5)

Nella vita di Gesù e nel Vangelo il pane ha un posto molto importante. Gesù sa che il pane costa sudore e fatica. Gesù, poi, da bambino aveva visto Maria tutte le settimane impastare la farina e poi portarla al forno comune perché fosse cotta, sapeva per esperienza diretta che cosa volesse dire essere poveri e esuli in cerca di pane, magari amaro, in terra straniera, conosceva la storia del suo popolo e che cosa volesse dire attraversare il deserto bruciati dalla fame e dalla sete. Gesù vede la fame delle folle, la fame materiale ed anche la fame del desiderio di una parola che incoraggi, che riapra alla speranza. E Gesù anticipa con la moltiplicazione dei pani quello che sarà il suo dono: farsi Pane per noi. Nel deserto il pane di Dio era stata la manna qui è Dio stesso che si fa pane per il nostro cammino. Quel corpo che Maria ha generato nel mistero del suo corpo verginale è lo stesso corpo che soffrirà gli spasimi della croce e che sarà glorioso nella risurrezione, ed è lo stesso corpo che ci viene offerto nell’Eucaristia perché tutte le nostre povertà si cibino di Dio. Non so se ci avete mai pensato, facendo la Comunione: Maria ha vissuto una esperienza tutta particolare  specialmente in quei nove mesi in cui ha sentito in sé, in comunione perfetta, nascere e crescere il corpo di Gesù, ma noi ogni volta che facciamo la comunione abbiamo la stessa opportunità. Il Dio creatore dei cieli, il Dio morto e risorto per noi, entra in noi, si fa masticare da noi, diventa noi per donarci se stesso nella maniera più completa e più intima e chiede a noi, come a Maria di portarlo nel mondo.

 

 

SABATO 29 APRILE: SANTA CATERINA DA SIENA “PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA”

Tra i santi ricordati oggi: S. Titico; Sant’Ugo di Cluny, abate.

Una scheggia di preghiera:

 

TRA LE TUE BRACCIA, SIGNORE, SONO AL SICURO.

 

HANNO DETTO: Chi sa carezzare le persone con un piccolo capitale fa un grosso guadagno. (Mons. Della Casa)

SAGGEZZA POPOLARE: Da giovani andiamo a cercare guai. Da vecchi i guai cercano noi.

UN ANEDDOTO: Una pulce decise di trasferirsi con tutta la famiglia nell'orecchia di un elefante. Perciò disse più forte che poteva: "Signor Elefante, la mia famiglia e io stiamo per prendere casa nella sua orecchia. Penso che sia giusto concederle una settimana per riflettere sulla faccenda e farmi sapere se ha qualche cosa in contrario". L'elefante, che non si era neppure accorto della presenza della pulce, proseguì placidamente per la sua strada e perciò, dopo aver atteso coscienziosamente una settimana, la pulce ritenne che l'elefante fosse d'accordo e traslocò. Un mese dopo, la signora Pulce decise che l'orecchia dell'elefante non era un posto salubre in cui vivere e spinse il marito a cambiare casa. Il signor Pulce pregò la moglie di restare ancora almeno un altro mese, per non urtare la suscettibilità dell'elefante. Alla fine, cercò di annunciare la decisione con il massimo tatto: "Signor Elefante, abbiamo deciso di traslocare. Naturalmente ciò non ha nulla a che fare con lei, poiché la sua orecchia è calda e accogliente. E' solo che mia moglie preferisce andare ad abitare vicino alle sue amiche, nello zoccolo del bufalo. Se ha qualche cosa in contrario, me lo faccia sapere entro la prossima settimana". L'elefante non disse nulla e così la pulce cambiò casa con la coscienza tranquilla. L'universo non sa neppure che esisti! Rilassati!

PAROLA DI DIO: 1Gv 1,5-2,2; Sal 102 (103); Mt 11,25-30

 

Vangelo  Mt 11,25-30

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore

 

“VENITE A ME VOI TUTTI CHE SIETE AFFATICATI E OPPRESSI E IO VI DARO' RISTORO”.

Credo nel dono della vita e contemplo e vivo nella meraviglia e nella riconoscenza ma, contemporaneamente, faccio ogni giorno esperienza della precarietà della vita. Quanto è breve la vita umana! L’uomo così prodigioso nel suo fisico e nel suo intelletto può essere spazzato via da un terremoto o da una inondazione, può essere ucciso da un germe o dalle sue stesse cellule impazzite. Gioisco della mia mente, del mio studio, della mia scienza ma vivo continuamente in mezzo al mistero. Abbiamo la possibilità di vivere bene insieme, con beni sufficienti per tutti e invece ci uccidiamo; moriamo chi per indigestione, chi per fame.  Il lavoro mi rende partecipe alla creazione, ma spesso mi stanca, mi schiavizza, mi uccide. Chi non ha fatto esperienza delle fatica, del dolore, della delusione, del male? Sono anch’io nella schiera degli “affaticati e oppressi” per cui Gesù è venuto. Ho bisogno di Lui per comprendere a fondo la vita, per poter gioire sapendo che la mia gioia attuale, piccola e precaria, non è che una anticipo dei quella gioia eterna e definitiva a cui Cristo mi ha chiamato. Ho bisogno di Lui per capire che tutti gli sforzi di bene, i tentativi di amore del prossimo, compresi quelli non capiti, quelli respinti, non vanno persi perché trovano motivazione e completamento nella sua passione di amore e nella sua risurrezione. Ho bisogno di Lui per non cadere nel pessimismo nei confronti della vita e dell’umanità, ho bisogno di riscoprire in Lui che gli uomini sono tutti miei fratelli perché fratelli suoi e figli di Dio come me. Ho bisogno di rifugiarmi tra le braccia della sua misericordia per sapere che il mio peccato, invincibile per me, è perdonato. Ho bisogno di Dio per vivere ed ho bisogno di Dio per morire. E’ vero, Gesù non ha risolto esteriormente niente della sofferenza, della morte, del mistero: si continua a morire, a soffrire, a brancolare nel buio, il ‘giogo’ continua ad essere tale, ma con Lui il giogo diventa sopportabile, leggero, perché lo porta Lui con noi… e poi con Lui scopri che anche il giogo è amore.

 

 

DOMENICA 30 APRILE: 3^ DOMENICA DI PASQUA

Tra i santi ricordati oggi: S. Pio V, Papa; san Giuseppe Benedetto Cottolengo; S. Ventura di Spello.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE, SEMPRE.

 

HANNO DETTO: In ciascuno di noi ci sono tre persone: quella che vedono gli altri, quella che vediamo noi, quella che vede Dio. (M. de Unamuno)

SAGGEZZA POPOLARE: La tristezza chiude le porte del cielo. La preghiera le apre. La gioia le abbatte. (prov. Ebraico)

UN ANEDDOTO: Un vecchio giudice arabo era famoso per la sua sagacia. Un giorno un negoziante andò da lui a protestare perché continuava a subire furti nel suo negozio ma non riusciva a catturare il ladro. Il giudice ordinò di togliere dai cardini la porta della bottega, trasportarla fino al mercato e infliggerle cinquanta frustate perché aveva mancato al suo dovere di impedire al ladro di entrare. Accorse una grande folla per assistere all'esecuzione di questa insolita sentenza Al termine della fustigazione, il giudice si chinò a chiedere alla porta il nome del ladro. Poi appoggiò l'orecchio alla porta per sentire meglio quello che aveva da dire. Quando si rialzò, annunciò: "La porta dichiara che a commettere i furti è stato un uomo che ha una ragnatela sul turbante". Subito un uomo fra la folla portò la mano al turbante. Gli perquisirono la casa e recuperarono la merce rubata. Basta una sola parola di adulazione o di critica perché l'io si riveli.

PAROLA DI DIO: At 2,14a.22-33; Sal 15 (16); 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35

 

Vangelo Lc 24, 13-35

Dal vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno [il primo della settimana] due dei [discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore

 

“NOI SPERAVAMO… RESTA CON NOI SIGNORE PERCHE’ SI FA SERA E IL GIORNO E' ORMAI AL TRAMONTO”.

La storia di Gesù e di questi due discepoli è davvero la storia dell’umanità e la mia storia.

Gli avvenimenti della Settimana Santa di Gesù hanno colpito duramente il cuore di questi due discepoli. Non hanno capito l’amore di Gesù, sono sconvolti, tutto è andato storto, nella maniera peggiore: Gesù morto su una croce come ultimo dei malfattori, non riconosciuto proprio dai capi religiosi, condannato dagli invasori romani, tradito da uno dei suoi e anche gli altri undici scappati e rinchiusi dalla paura sia nel cenacolo che  nel buio del loro cuore che non permette neanche di leggere i segni della speranza che già ci sono nell’annuncio delle donne. Che cosa resta se non tornarsene a casa, la coda tra le gambe, a leccarsi le ferite. “Noi speravamo ma” “Signore, credevo di aver capito tutto, credevo con te di fare chissà quali grandi cose e invece tutto è andato storto. Tu sembri essere talmente diverso da come ti immaginavo che mi sembri solo morto e io deluso non riesco ad alzare gli occhi dalle mie sofferenze che abbia sbagliato proprio tutto?” E proprio mentre il tuo mondo ti crolla addosso, Lui è lì che cammina con te, ti parla, fa lo gnorri per farti raccontare, per suscitare una nostalgia, un ricordo, un cuore che batta ancora qualche colpo di speranza e di amore. E spesso non riusciamo neanche ad alzare gli occhi per incontrare il suo sguardo. “Signore fa’ che almeno la nostalgia di te non ci venga a mancare, fa’ che abbiamo almeno la forza di dirti:  “Mane nosbiscum Domine”, resta con noi, non ce la facciamo da soli, abbiamo ancora bisogno della tua presenza per sentire vivo il cuore e la speranza” Proprio quando sembra lontano, quando tutto parla della sua morte, quando non sappiamo leggere i segni della vita, stai sicuro che Gesù è lì al tuo fianco, cammina con te, cerca in tutti i modi di risuscitare ciò che in te è morto. E se lo inviti Lui spezzerà ancora il suo pane per te e con “la forza di questo pane compirai anche tu il santo viaggio”

     
     
 

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