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SCHEGGE E SCINTILLE

            PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI
             DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

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a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

GIUGNO 2015

 

 

LUNEDI' 1 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giustino; San Caprasio di Lerins.

Una scheggia di preghiera:

 

MIO DIO, TU HAI FIDUCIA IN ME!

 

Hanno detto: Le piccole cose semplici come un sorriso, una carezza, un abbraccio, un bacio, hanno un potere, quello di creare una “vera magia” nella nostra vita. Sono queste piccole cose semplici, ad essere le più preziose. (Stephen Littleword)

Saggezza popolare: Nella foresta gli alberi sono ineguali, così nel mondo gli uomini. (prov. Russo)

Un aneddoto: In un'antica cattedrale, appeso ad altezza vertiginosa, c'è un imponente crocifisso d'argento che ha due particolarità. La prima è la corona di spine sul capo di Gesù: è tutta d'oro massiccio tempestato di rubini e il suo valore è incalcolabile. La seconda particolarità è il braccio destro di Gesù: è staccato e proteso nel vuoto. Una storia ne spiega il motivo. Molti anni fa, una notte, un ladro audace e acrobatico progettò un piano perfetto per impadronirsi della splendida corona d'oro e rubini. Si calò da uno dei finestroni del tetto legato ad una corda e oscillando arrivò al crocifisso. Ma la corona di spine era fissata molto solidamente e il ladro aveva solo un coltello per tentare di staccarla. Infilò la lama del coltello sotto la corona e fece leva con tutte  le sue forze. Provò e riprovò, sudando e sbuffando. La lama del coltello si spezzò e anche la corda, troppo sollecitata, si staccò dal finestrone. Il ladro si sarebbe sfracellato sul pavimento, ma il braccio del crocifisso si mosse e lo afferrò al volo. Al mattino i sacrestani lo trovarono lassù, sano e salvo, tenuto saldamente (e affettuosamente) da Gesù crocifisso.

Parola di Dio: Tb 1,3; 2,1b-8; Sal 111; Mc 12,1-12

 

Vangelo Mc 12, 1-12

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese a parlare ai sommi sacerdoti, agli scribi e agli anziani in parabole: "Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti. Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra. E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri"? Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono. Parola del Signore

 

"DIEDE LA VIGNA IN AFFITTO A DEI VIGNAIOLI E SE NE ANDO' ". (Mc. 12,1)

Può stupire e persino preoccupare il fatto che "Dio se ne vada", ma è proprio questa "apparente assenza di Dio" che garantisce il lavoro dell'uomo. Il Dio di Gesù non è un Dio paternalista o peggio un Dio sempre pronto, fucile alla mano, a sparare contro le mancanze degli uomini. Egli ha fatto col suo popolo un patto, in cui dà e chiede e quindi rispetta l'uomo proprio lasciandolo libero di essere fedele a questa amicizia. Non è quindi un Dio che deresponsabilizza l'uomo, ma lo immerge più profondamente nella storia. L'assenza di Dio significa soltanto che Dio ci lascia campo libero, che ci prende sul serio. "Non si tratta né di abbandono, né di evasione, né di diserzione. E' un segno d'amore. Si potrebbe dire che se ne va il Dio dei filosofi e dei sapienti. E resta in mezzo a noi unicamente il Dio fiducioso, ma debole, della Rivelazione. Il Dio che intende agire esclusivamente attraverso l'amore che porta agli uomini". Dio si fida di me e di te. Gesù, ci affida il suo regno conoscendo le nostre debolezze. Lo Spirito, nonostante tutto, continua ad aver fiducia negli uomini ed è sempre pronto a rinnovarci dal di dentro, purché noi lo accogliamo. E’ vero che a noi, qualche volta farebbe più comodo un Dio che ci dica per filo e per segno che cosa fare, un Dio dalle norme chiare a cui poter opporre tutte le nostre eccezioni, un Dio solutore di problemi, ma se fosse così, saremmo schiavi. Dio invece ci vuole liberi: liberi per capire il suo amore e liberi nel rispondervi.

 

 

MARTEDI' 2 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi Marcellino e Pietro; Sant’ Adalgiso.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', TU SEI PRESENTE NEL FRATELLO.

 

Hanno detto: Il Signore ci attende, aggiusta i nostri sbagli, prepara le nostre strade. È un’attesa simile a quella di una coppia di genitori per il proprio figlio: ci aspetta e poi ci accompagna durante la storia. (Papa Francesco)

Saggezza popolare: Meglio fare una cosa, che desiderarla fatta.

Un aneddoto: Nel 1907 un giovane ufficiale inglese morì a Jodhpur e per il funerale si poterono trovare solo tre ufficiali cristiani ai quali far portare la bara. Dato che non si riusciva a trovare il quarto, Sir Pertab Singh, reggente dello stato di Jodhpur, si offrì volontario per il  trasporto, anche se i sacerdoti bramini lo avevano avvertito che avrebbe perso il diritto di fare parte della sua casta se avesse toccato una bara cristiana. Sir Pertab rifiutò risolutamente di sottoporsi alla purificazione affermando che esisteva una sola casta, per lui.

Parola di Dio: Tb 2,9-14; Sal 111; Mc 12,13-17

 

Vangelo Mc 12, 13-17

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani mandarono alcuni farisei ed erodiani per coglierlo in fallo nel discorso. E venuti, quelli gli dissero: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E' lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?". Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: "Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda". Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: "Di chi è questa immagine e l'iscrizione?". Gli risposero: "Di Cesare". Gesù disse loro: "Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio". E rimasero ammirati di lui. Parola del Signore

 

"E' LECITO O NO DARE IL TRIBUTO A CESARE?" (Mc. 12,14)

Ci sono tanti modi per ricercare la verità e tutti possono essere buoni ma ad una condizione: essere onesti. Qui ci troviamo chiaramente davanti a gente in mala fede: sono andati da Gesù avendo già deciso di trovar motivi per toglierlo di mezzo e la domanda che gli fanno, posta in questo modo voleva costringerlo ad inimicarsi o il popolo o il potere romano. Ma quello che mi impressiona di più è quel "E' lecito?" perché tante volte anche noi ce lo chiediamo: dove c'è una legge c'è quello che è lecito e quello che non lo è. Ma noi sappiamo anche che "trovata la legge, trovato l'inganno" per cui per i furbastri proprio grazie al legalismo, quello che è illecito per altri diventa lecito per loro. Gesù lo sa benissimo. Ed è proprio per questo che non ci darà delle ricette precise.  Il cristiano, guardando a Gesù,per le scelte morali non dovrà più chiedersi: "E' lecito?" ma e secondo l'amore di Dio e del prossimo?".

 

 

MERCOLEDI' 3 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Carlo Lwanga e compagni, martiri dell’Uganda.

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI LA RISURREZIONE E LA VITA. CHI CREDE IN TE VIVRA' IN ETERNO.

 

Hanno detto: Tutti i vizi sono conditi dalla superbia, come le virtù sono condite e ricevono vita dalla carità. (Santa Caterina da Siena)

Saggezza popolare: Non tutti i cavalli corrono la gara, né tutte le parole meritano risposta.

Un aneddoto: Quando la guerra dei soldati è ben diversa da quella dei potenti:  Dopo la battaglia di Solferino nel 1859 un ufficiale di artiglieria austriaco ricordava come era stato steso a terra privo di sensi da uno zuavo che lo aveva colpito col calcio del fucile. Quando riprese i sensi si ritrovò sorretto dallo stesso zuavo che appoggiandogli alle labbra una bottiglia piena di vino gli diceva premuroso: «Bevete un goccio, capitano. Vi rimetterà di nuovo in piedi».

Parola di Dio: Tb 3,1-11a.16-17a; Sal 24; Mc 12,18-27

 

Vangelo Mc 12, 18-27

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, vennero a Gesù dei sadducei, i quali dicono che non c'è risurrezione, e lo interrogarono dicendo: "Maestro, Mosè ci ha lasciato scritto che se muore il fratello di uno e lascia la moglie senza figli, il fratello ne prenda la moglie per dare discendenti al fratello. C'erano sette fratelli: il primo prese moglie e morì senza lasciare discendenza; allora la prese il secondo, ma morì senza lasciare discendenza; e il terzo egualmente, e nessuno dei sette lasciò discendenza. Infine, dopo tutti, morì anche la donna. Nella risurrezione, quando risorgeranno, a chi di loro apparterrà la donna? Poiché in sette l'hanno avuta come moglie". Rispose loro Gesù: "Non siete voi forse in errore dal momento che non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio? Quando risusciteranno dai morti, infatti, non prenderanno moglie né marito, ma saranno come angeli nei cieli. A riguardo poi dei morti che devono risorgere, non avete letto nel libro di Mosè, a proposito del roveto, come Dio gli parlò dicendo: Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e di Giacobbe? Non è un Dio dei morti ma dei viventi! Voi siete in grande errore". Parola del Signore

 

"VENNERO DA GESU' DEI SADDUCEI I QUALI DICONO CHE NON C'E' RISURREZIONE". (Mc.12,18)

Di fronte alla risurrezione, sadducei e farisei si dividevano: i primi la negavano, i secondi la sostenevano, ma ne avevano una concezione grossolana messa qui in ridicolo dai sadducei con la storia della donna dai sette mariti. Risponde Gesù: non rimanete nei vostri gretti schemi e ragionamenti se no vi allontanate dalla verità. La risurrezione non è una favola perché Dio è il Vivente ed è il Dio dei viventi: Egli ama l’uomo e non può abbandonarlo in potere della morte e anche la risurrezione non è soltanto una riedizione della vita presente, ma vita totalmente nuova in Dio.

 

 

GIOVEDI' 4 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Caracciolo.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', PRENDIMI COME SONO.

 

Hanno detto: La parola esagerazione non esiste nel vocabolario dell'amore. (Luciano De Crescenzo)

Saggezza popolare: La verità non arrossisce mai.

Un aneddoto: Una donna chiese al saggio: Parlaci della Gioia e del dolore. Ed egli rispose: La vostra gioia è il dolore stesso senza maschera. E la fonte stessa dalla quale scaturisce il vostro riso, è stata spesso piena di lacrime. E come potrebbe essere diversamente? Quanto più a fondo scava il dolore nel vostro essere, tanta più gioia potrete contenere. Quando siete felici, guardate in fondo al vostro cuore e scoprirete che è solo quello che vi ha procurato dolore a darvi gioia. Quando siete tristi, guardate ancora dentro di voi e scoprirete di piangere per quella che è stata la vostra gioia. Alcuni dicono: "La gioia è più grande del dolore", altri dicono: "No, è più grande il dolore". Ma io vi dico che sono inseparabili. In verità siete bilance che oscillano tra il dolore e la gioia. Soltanto quando siete vuoti, state fermi in equilibrio. (Gibran)

Parola di Dio: Tb 6,10-11; 7,1.9-17; 8,4-9; Sal 127; Mc 12,28b-34

 

Vangelo Mc 12, 28-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: "Qual è il primo di tutti i comandamenti?". Gesù rispose: "Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi". Allora lo scriba gli disse: "Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici". Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse:"Non sei lontano dal regno di Dio". E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore

 

“AMERAI IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL TUO CUORE, CON TUTTA LA TUA MENTE, E CON TUTTA LA TUA  FORZA”. (Mc. 12,29)

Quando, in qualche momento di riflessione, facciamo l’esame di coscienza ci può prendere un senso di angoscia. “Gesù non ci chiede troppo dicendoci di amare Dio con tutto il cuore, la mente e forze? Io voglio bene a Dio, ma il mio cuore non sempre è tutto per Lui, la mia mente spesso divaga, le mie forze sono impegnate in vari campi”. Gesù non ci chiede l’impossibile ma chiede la totalità. Ognuno di noi ha dei doni, delle capacità, è su queste che va giocata la nostra vita. Non c'è un misuratore per dirci che l’amore è così e così e tutti dobbiamo arrivare a 100. Ricordate nella parabola del seminatore dove vien detto che il buon seme portò ora il 30, ora il 60, ora il 100 per uno? Gesù non chiede 100 a chi può portare 30, chiede però 30! Non scoraggiarti perciò dei tuoi limiti, delle tue debolezze; non perderti d’animo se il tuo modo di amare Dio e i fratelli non corrisponde a quanto indicano certi libri di spiritualità. Sentiti però impegnato per quello che sei, gioca bene le carte che hai, fa fruttificare i tuoi doni, rischia per l’amore le capacità che ti ritrovi e fidati dello Spirito Santo e della misericordia di Dio che certamente coprono i buchi della tua povertà.

 

 

VENERDI' 5 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Bonifacio, Vescovo e Martire.

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA ANCORA E SEMPRE AL NOSTRO CUORE, SIGNORE GESU'.

 

Hanno detto: Con la tua misericordia mitighi la giustizia; per misericordia ci hai lavati nel Sangue; per misericordia volesti conversare con le tue creature. O pazzo d’amore! (Santa Caterina da Siena)

Saggezza popolare: Non nevica tutto lo verno.

Un aneddoto: Tra i buoni figli, ossia i poveri picchiatelli che Don Guanella prediligeva e amava particolarmente, ce n’era uno chiamato Bietola, alludendo alla sua goffaggine, al suo modo arruffato di parlare e di camminare, e alla sua assoluta mancanza di malizia. Chi sa per quale ragione questo Bietola se la prendeva sempre con uno suo pari, di pelo rossiccio, che era logicamente chiamato Carota: erano nati per stare insieme, ma non potevano stare insieme senza litigare ogni tanto. Un giorno, mentre Don Guanella riceveva alcune persone, ecco che si apre la porta e piomba nella direzione come un toro scatenato Bietola, con i segni d’un’alterazione preoccupante. Senza badare alla presenza degli ospiti, Bietola si mette davanti a Don Guanella urlando: — O via lui, o via io! O via lui, o via io! Alludeva naturalmente al suo amico Carota col quale ce l’aveva, chi lo sa perché. Don Guanella non si scompone e, vedendo che un visitatore aveva nel taschino un bel portasigari di pelle, accarezza dolcemente la testa scarruffata del suo protetto e dice al suo ospite: Vede, gentile signore, questo mio amico è così alterato perché non ha neanche un mozzicone di sigaro da fumarsi in santa pace. Ora, se lei fosse così gentile, gli faremmo passare tutto... Dicendo questo sfilò dal taschino del signore l’astuccio di pelle, lo aprì, sorridendo, ne tirò fuori due sigari Avana e, mettendoli in mano a Bietola, disse: Questo è per te, a patto che tu porti quest’altro al tuo amico Carota e facciate subito la pace. Il visitatore fu ben lieto di vuotare il resto dei sigari nelle mani di Don Guanella, che aveva dimostrato quanto bene si poteva fare con un semplice sigaro. Infatti, Bietola, felice e incredulo, prese quel tesoro e i ringraziando a modo suo, infilò subito la porta e corse gridando di giubilo dal suo amico Carota, forse timoroso che quel gentile signore ci ripensasse e lo privasse della gioia d’una meravigliosa serata da passare fumando in compagnia.

Parola di Dio: Tb 11,5-17; Sal 145; Mc 12,35-37

 

Vangelo Mc 12, 35-37

Dal vangelo secondo Marco.

In quel tempo, Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: "Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi. Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?". E la numerosa folla lo ascoltava volentieri. Parola del Signore

 

"E LA NUMEROSA FOLLA LO ASCOLTAVA VOLENTIERI". (Mc.12,37)

Quand'è che la gente ascolta volentieri una persona?

I motivi possono essere diversi, ad esempio, quando si crea una sintonia tra chi parla e ascolta, quando chi parla usa termini e gestualità che davvero comunicano, quando chi ascolta vede in colui che parla la realizzazione dei suoi pensieri, quando le parole dette corrispondono alle scelte di vita di chi parla. Perché la gente ascoltava volentieri Gesù?

Perché era uno di loro, perché le sue non erano solo parole vuote ma accompagnate da gesti concreti di amore, perché richiamava l'essenza della loro fede e la liberava dalle pastoie della falsa religione, perché realizzava le aspirazioni dei poveri, perché usava con i semplici un linguaggio semplice, facilmente comprensibile. E oggi, noi andiamo ancora volentieri ad ascoltare Gesù?

Troviamo il tempo per leggere e rileggere i Vangeli? Cerchiamo di riconoscere la realizzazione delle sue parole di liberazione e di speranza?

Diamo corpo con la nostra vita e con le nostre scelte alla sua carità e alla sua solidarietà con gli uomini?

Abbiamo la capacità di accorgerci che Lui anche oggi non ha smesso di parlare, anzi, che Lui ha, proprio oggi, delle parole che sono rivolte a me personalmente?

 

 

SABATO 6 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Norberto; Sant’Alessandro da Fiesole; Sant’Artemio.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DA OGNI FALSITA'.

 

Hanno detto: "Se sarete ciò che dovete essere infiammerete il mondo"(Santa Caterina da Siena)

Saggezza popolare: Miseria confortata non è miseria.

Un aneddoto: Quando si inaugurò la nuova Casa di Carpignago, in quel di Pavia, non mancò la presenza di don Guanella. Era venuto espressamente da Como, portando in una corriera un buon gruppo dei suoi ricoverati, banda in testa. Ci fu il pranzo e, al termine, prese la parola don Guanella: assieme a parole di commosso ringraziamento, tracciò il futuro della Casa. - Asilo?

Scuola di lavoro?

Opere Parrocchiali?

Tutto bene, ma non sufficiente. Ho intenzione di raccogliere in questa casa, anche fanciulle orfane e abbandonate. L'interruppe la Signora Galmarmi: - Ma, don Luigi, abbiamo già da pensare ai bambini dell'Asilo, alle Suore. Ne abbiamo fin troppo. Non si scompose don Guanella. Disse: - E se i vostri raccolti venissero distrutti dalla grandine?

- Oh, quello sarebbe ancor peggio. - Ebbene, accettate qui le bambine orfane e le vostre terre non verranno danneggiate dalla gragnuola. - Se è così - s'affrettò ad aggiungere la buona Signora, assicurata dalle parole del Beato, - porti oggi stesso le sue protette. Vennero le ragazze ad occupare la casa. Dicono le Suore, raccolta l'assicurazione dalle persone anziane del paese: - Fu la protezione ottenuta dalla preghiera di don Guanella?

Certamente sì, perché da allora ad oggi la zona è stata veramente preservata dalla tempesta, mentre quelle circostanti son state spesso battute ed hanno subito molte volte i danni. Non s'è mai sentito che la carità impoverisca!

Parola di Dio: Tb 12,1.5-15.20; Tb 13; Mc 12,38-44

 

Vangelo Mc 12, 38-44

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave". E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: "In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere". Parola del Signore

 

"GUARDATEVI DAGLI SCRIBI...”. (Mc. 12,38)

Gesù non ce l'ha con gli scribi come gruppo religioso e sociale (tra l'altro ha appena lodato uno scriba onesto) ma bolla invece la vanità, l'ipocrisia e la cupidigia nell'uso della propria scienza e della propria religiosità. Vanità religiosa è sentirsi sicuri della propria fede al punto di ritenere la propria religiosità come unica e pavoneqgiarsi e sentirsi superiori agli altri a causa della propria cultura religiosa, è infilare citazioni bibliche e documenti ecclesiali non per una onesta ricerca di verità ma per comprovare ideologie o movimenti propri; è usare il proprio ruolo non per servizio ma per autoaffermazione. Ipocrisia è apparire per qualcosa di più o di diverso da quello che si è, è ostentazione di perbenismo quando invece non si è così, è mascherare a se stessi o ad altri la propria realtà di ingiustizia e di cattiveria. Ipocrisia è anche quella sottile falsità che consiste nel farsi vedere deboli e peccatori perché chi ti ascolta possa dire che non è vero. Cupidigia è adorare il proprio io mascherandolo da Dio. "Guardatevi dagli scribi." significa allora fate attenzione a questi tipi di persone perché non solo non vi danno niente di buono ma vi sono di intralcio, ma anche guardatevi dall'essere o diventare voi "scribi" vanitosi, ipocriti, e pieni di cupidigia magari mascherati di falsa e affettata religiosità.

 

 

DOMENICA 7 GIUGNO: SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Giannelli, Sant’Alderico.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', NON SONO DEGNO DI RICEVERTI, MA HO BISOGNO DI TE.

 

Hanno detto: Toglietemi, Signore, la libertà di dispiacervi. (S. Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: La forza non sta nell'atterrare un nemico, ma nel domare la propria collera.

Un aneddoto: La famosa cantante Maria Malibran, una sera cantava al «Covent Garden» di Londra: interpretava il ruolo di Desdemona nell'Otello di Rossini. I fiori piovevano sul palcoscenico, e a un dato momento, con essi piovve pure un biglietto di mille sterline. Allora ... erano una cifra! II pubblico volle che quel biglietto fosse letto e l'interprete di «Otello» lo lesse pacatamente: «Banca d'Inghilterra, buono per mille sterline che vi compiacerete di pagare a vista al portatore». Il pubblico rise, sollecitando che venisse fuori il nome del «portatore»; ma la Malibran parlò all'orecchio del tenore e questi avvisò: «Signore e signori, siamo dolenti di non poter leggere per intero il biglietto che abbiamo aperto per sbaglio e che è indirizzato ai poveri della città».  Gli applausi del pubblico si trasformarono in un delirio.

Parola di Dio: Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26

 

Vangelo Mc 14, 12-16. 22-26

Dal vangelo secondo Marco.

Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: “Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?”. Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: “Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi”. I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua. Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio”. E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Parola del Signore

 

“PRENDETE, QUESTO E' IL MIO CORPO”. (Mc. 14,22)

Tenendo conto di ciò che succederà nella Passione, l’espressione: “Questo è il mio Corpo” potrebbe venire completata così: “Questo è il mio Corpo tradito, percosso, fatto oggetto di schemi e oltraggi”. Comunicare con quel Corpo significa ricevere tutto ciò che quel Corpo ha subito. Certo è anche un Corpo “glorioso”. Glorioso perché la risurrezione manifesterà che l’amore riporta la vittoria sul tradimento, la violenza e gli insulti. Comunicare con quel Corpo significherà sempre, per la comunità cristiana, assimilare la sua forza di amare e la sua capacità di perdono. L’Eucarestia, allora, non è tanto “stare con Lui” ma “lasciarsi portare con Lui”. Partecipare all’Eucarestia rappresenta un preciso impegno a crescere e ad essere presenti ovunque l’uomo soffre.

 

 

LUNEDI' 8 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Amelia; Santa Calliope.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE DALL'ATTACCAMENTO MORBOSO ALLE COSE.

 

Hanno detto: Il perdono è l'essenza stessa di Dio. (Santa Caterina da Siena)

Saggezza popolare: Gioia e sciagura sempre non dura.

Un aneddoto: Giorgio La Pira era tutto per i poveri. Donava subito quanto riceveva. Quando non aveva proprio nulla, donava speranza e sorriso. Tirava di tasca il suo denaro senza neppure guardare quanto dava. Non sapeva neppure a quanto ammontasse il suo stipendio di professore universitario: appena lo riceveva lo consegnava a un frate perché lo spendesse tutto per i poveri. Lui dormiva nel convento di San Marco, oppure gli offriva ospitalità un amico chirurgo; mangiava dove gli capitava. La sua miseria volontaria era tale che gli accadde di dover accettare abiti smessi dagli amici. Un giorno gli successe una cosa incredibile. Doveva dare una mancia a un usciere presentatosi la sera del 27 del mese; era troppo tardi, lo stipendio era già sfumato. Furono istanti imbarazzanti per il professore La Pira, che annegava nel silenzio. Finì che l'usciere cavò di tasca 50 lire e le mise nelle mani del suo «onorevole» debitore, più che professore e politico apostolo della propria fede religiosa.

Parola di Dio: 2Cor 1,1-7; Sal 33; Mt 5,1-12a

 

Vangelo Mt 5, 1-12

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi ". Parola del Signore

 

“BEATI I POVERI IN SPIRITO...”. (Mt. 5,3—12)

Ecco un altro modo di leggere e tradurre le Beatitudini:

Sarà vero che con i soldi si fa tutto, ma io non ci credo.

Sarà vero che una bella moglie fa felice l’uomo, ma io non ci credo.

Sarà vero che la scuola rende l’uomo sapiente, ma io non ci credo.

Sarà vero che qualcuno è capace di fare giustizia, ma io non ci credo.

Allora io credo che non di solo pane vive l’uomo.

lo credo che l’uomo non ha bisogno di droga o di illusione ma di verità e d’amore.

lo credo che una donna se è solo bella e non buona, può essere un veleno dolce e nulla più.

lo credo che la ‘scuola e la scienza senza umiltà producono solo invidia e divisione.

Io credo che il vero benessere deve essere prima nell’anima e poi nelle tasche.

lo credo che l’ingiustizia è inevitabile se uno non vede le cose come Dio ci ha insegnato a vederle.

 

 

MARTEDI' 9 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Efrem.

Una scheggia di preghiera:

 

IL SIGNORE E' LA LUCE CHE VINCE LA NOTTE.

 

Hanno detto: "Sono giunta al punto di non soffrire più, perché ogni sofferenza patita per Dio è diventata dolcezza". (S. Teresa di Lisieux)

Saggezza popolare: Chi non sa soffrire, non sa vivere.

Un aneddoto: Il Cardinal Ferrari, Arcivescovo di Milano, amava vivere da povero.  Era sempre in viaggio e portava con sé una valigetta di vecchia data, consunta ai bordi; se qualcuno dei suoi confidenti la guardava un po' polemicamente, il Cardinale aveva un modo per metterlo subito a tacere: «I denari di un vescovo», s'affrettava a dire, «sono per la Chiesa e per i poveri». Una volta, ritornando da Roma a Milano, volle fare con il suo segretario, don Giovanni Rossi, una deviazione fino a Loreto. Dopo aver celebrato nella Basilica, il giovane segretario gli fece notare che non mangiavano dal giorno prima: il Cardinale entrò in una trattoria e ordinò del pane e un uovo, «ma cotto a frittata», così «si poteva spartirlo bene in due». Don Giovanni sospirò e rimase con tutta la sua gagliarda fame, ché allora era giovane ... Ma di cose strane come questa non si meravigliava più: ci si era abituato.  «Senza un po' di pazzia non si fa niente», ormai soleva dire. E si convinse che le Opere dei fondatori sono sempre azzardate. Infatti, dopo la morte del suo stimato e amato Monsignore (1921), don Giovanni Rossi coltivò e portò avanti le «Opere Cardinal Ferrari», finché non ne fondò una proprio sua: la «Pro Civitate Christiana», i cui «volontari» testimoniano il Vangelo negli ambienti più diversi, attirando ad Assisi letterati, artisti e scienziati incontro a Cristo. E sono state tante le conversioni famose.

Parola di Dio: 2Cor 1,18-22; Sal 118; Mt 5,13-16

 

Vangelo Mt 5, 13-16

Dal vangelo secondo Matteo.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: " Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli". Parola del Signore

 

“RISPLENDA LA VOSTRA LUCE DAVANTI AGLI UOMINI PERCHE' VEDANO LE VOSTRE OPERE BUONE E RENDANO GLORIA AL PADRE VOSTRO”. (Mt. 5,16)

Noi cristiani abbiamo ricevuto in dono la luce di Dio. Questa luce non è soltanto una dottrina religiosa, è Cristo stesso con la sua persona, la sua vita, la sua obbedienza al Padre, la salvezza che ci ha portato. Se ci siamo lasciati inondare da questa luce, non solo non siamo più al buio ma, resi splendenti, dobbiamo manifestarla, e non solo con le parole, con la preghiera, ma con tutta la nostra vita. Mi chiedo: chi mi vede, sul posto di lavoro, nella mia vita privata, si accorge che in me c’è la luce di Dio? I miei modi di parlare, di giudicare, la mia pazienza, l’attenzione al prossimo, il mio modo di usare il denaro manifesta agli altri la bontà, la misericordia, l’amore di Dio? I primi cristiani convertivano altri con la predicazione, ma soprattutto, come ci ricorda il libro degli Atti degli Apostoli, erano gli altri che rimanevano stupiti e si interrogavano sul perché “questi cristiani amano così”.

 

 

MERCOLEDI' 10 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Asterio di Petra.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, TU MI SCRUTI E MI CONOSCI.

 

Hanno detto: Occorre entrare nella preghiera per mezzo della fede, rimanere con la speranza e uscire con la carità. (Santa Giovanna Francesca De’ Chantal)

Saggezza popolare: Chi nasconde le proprie colpe ne vuol commettere altre.

Un aneddoto: ”Tu credi ai miracoli?” “Sì”.”Si? Ma nei hai mai visto uno?” “Un miracolo? Sì” “Quale?” “Tu” “Io? Un miracolo?” “Certo” “Come?” “Tu respiri. Hai una pelle morbida e calda. Il tuo cuore pulsa. Puoi vedere. Puoi udire. Corri. Mangi. Salti. Canti. Pensi. Ridi. Ami. Piangi...” “Aaah... tutto qui?” Tutto qui.

Parola di Dio: 2Cor 3,4-11; Sal 98; Mt 5,17-19

 

Vangelo Mt 5, 17-19

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli". Parola del Signore

 

“NON PENSATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI; NON SONO VENUTO PER ABOLIRE, MA PER DARE COMPIMENTO”. (Mt. 5,17)

Quando in chiesa noi leggiamo la Bibbia, al termine di ogni brano ci ricordiamo che è “Parola di Dio”. Gesù è il “Verbo” cioè la Parola incarnata, quindi Gesù non è in contrapposizione con Dio, con i suoi progetti, anzi è il compimento, Il senso attraverso cui leggere e vivere tutta la Bibbia. Quindi Gesù non viene ad abolire la Legge di Dio ma supera le dottrine umane che hanno codificato la Legge di Dio. Mi chiedo: “E questo non vale anche oggi per le leggi delle varie confessioni religiose?”. Quando ad esempio sento qualcuno che vieta una trasfusione di sangue invocando la Bibbia come motivazione, non e forse tradire la stessa Bibbia e Gesù Cristo? Quando si è più ligi all’osservanza del non mangiar carne al venerdì che al precetto della carità e della condivisione non si travisa in pieno il pensiero di Gesù?

 

 

GIOVEDI' 11 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Barnaba; Sant’Amabile.

Una scheggia di preghiera:

 

QUANDO TU, SIGNORE, SEI CON ME, HO TUTTO.

 

Hanno detto: Vi sono momenti, nella Vita, in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo. Un dovere civile, una sfida morale, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre. (Oriana Fallaci)

Saggezza popolare: Una piccola catena muove un gran peso.

Un aneddoto: La si trova difficilmente e la si perde facilmente. La perdono spesso proprio coloro che non ce l'hanno. Oggi chi ne ha poca, non ce la fa a tirare avanti e chi ne ha troppa o è uno stolto o è un santo (e gli altri ne approfittano). Bisogna averne tanta,quando si lavora in ufficio:con i superiori, colleghi e utenti. E ci si deve armare di quella santa il commerciante con i clienti. Ne occorre a fiumi,se si ha a che fare con gli sciocchi. Ne deve avere un mare la moglie col marito e viceversa. Ed ancora di più ne occorre con se stessi. Con tutti i problemi che crea la società di ieri e di oggi, solo Gesù, se ritornasse sulla terra, di pazienza ne avrebbe ancora e sempre.(Letta nella hall di un albergo)

Parola di Dio: At 11,21b-26; 13,1-3; Sal 97; Mt 10,7-13

 

Vangelo Mt 10, 7-13

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi". Parola del Signore

 

“NON PROCURATEVI ORO NE’ ARGENTO, NE’ MONETA DI RAME NELLE VOSTRE CINTURE, NE’ BISACCIA DA VIAGGIO, NE’ DUE TUNICHE, NE’ SANDALI, NE’ BASTONE…”. (Mt. 10,9-10)

Gesù davvero sa come siamo fatti! Ecco perché nel discorso missionario che fa ai suoi apostoli e a noi, mandati per essere testimoni del suo amore, dopo averci ricordato che tutto quello che abbiamo è gratuito elenca tutta una serie di cose contrarie all’essere cristiani e quindi contrarie alla missione. Naturalmente sono dei segni concreti e chiari che vanno ben oltre al loro significato naturale. Proviamo a far scorrere l’elenco delle cose contrarie alla missione cristiana. “Oro e argento”. Non che i soldi e le cose non servano ma non vanno mischiati con la fede e il suo annuncio. Il regno di Dio non lo si porta in base a cose comprate e con la potenza dei soldi e il regno di Dio non deve servire per spillare soldi alla gente. Dio non se ne fa niente di basiliche ricche di arte e cose preziose se queste non sono espressione di cuori ricchi di amore e di carità. Ricordate il Curato d’Ars?

Combatteva il demonio con la penitenza e con le patate bollite, era uno che aveva fatto fatica ad imparare poche righe di teologia eppure da tutta la Francia accorrevano a Lui per sentire la sua parola e vedere la sua persona. Ricordate il Cottolengo?

Aveva da curare migliaia di infermi, ma la sua preoccupazione prima non erano i soldi, quelli, quando ce n’è bisogno e li si usa secondo la volontà di Dio, arrivano per il necessario. “Non portate la bisaccia per il viaggio o due tuniche”. La bisaccia che molti dicono di portare per previdenza, è poi un peso che rende il viaggio ancora più difficile. Se io penso che per essere missionario devo portarmi dietro tutti i miei libri religiosi, perché hanno degli ottimi argomenti, il mio computer perché in esso ci sono un mucchio di indicazioni e poi la veste da prete tutta lucida perché dà prestigio e i paramenti dei vari colori per essere fedeli alla liturgia, alla fine non mi muoverò neppure di casa. Non è questione di non essere previdenti, preparati, fedeli alle norme della chiesa, è questione di essere disponibili, snelli nel muoversi, pronti a lasciarci portare dal Signore dove vuole. “Non prendete il bastone”. Il bastone era un compagno prezioso di viaggio del pellegrino, serviva a sostenersi e anche a difendersi ma nella missione cristiana c’è il rischio che se ci sosteniamo solo con le nostre forze poi pensiamo di essere noi i principali personaggi e  invece di annunciare Gesù Cristo rischiamo di annunciare noi stessi. E poi il bastone ha sempre in sé un potenziale negativo, da mezzo da usare in caso estremo e per difesa spesso diventa arma per imporre e non c’è niente di più contrario alla fede che quello di essere imposta sia con le bastonate che con le coercizioni.

 

 

VENERDI' 12 GIUGNO: SACRO CUORE DI GESU'

Tra i santi ricordati oggi: Santa Paola Frassineti; Sant’Onofrio.

Una scheggia di preghiera:

 

SACRO CUORE DI GESU' NELLE TUE PIAGHE NASCONDIMI.

 

Hanno detto: Prima di pregare prepara la tua anima, pensa dove vai e a chi devi parlare. (Santa Giovanna Francesca De’ Chantal)

Saggezza popolare: La gente può dubitare di ciò che dici, ma crede in ciò che fai.

Un aneddoto: Un viaggiatore disse ad uno dei discepoli di un grande maestro: “Sono venuto da molto lontano per ascoltare il maestro, ma non trovo niente di straordinario nelle sue parole”. Il discepolo rispose: “Non ascoltare le sue parole. Ascolta il suo messaggio”. E quello replicò: “Come si fa?”.

Rispose il discepolo: “Afferra una frase che lui dice. Scuotila bene finché tutte le parole cadano. Ciò che rimarrà infiammerà il tuo cuore”.

Parola di Dio: Os 11,1.3-4.8c-9; Cant. Is 12; Ef 3,8-12.14-19; Gv 19,31-37

 

Vangelo Gv 19, 31-37

Dal vangelo secondo Giovanni.

Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne da  testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. Parola del Signore

 

“UNO DEI SOLDATI GLI COLPI’ IL COSTATO CON LA LANCIA E SUBITO NE USCI’ SANGUE ED ACQUA”. (Gv.19,34)

Quando noi parliamo del cuore di Gesù, vogliamo arrivare all’intimo di Dio, della sua rivelazione. Anche San Giovanni nel raccontarci il fatto del soldato che colpisce il cuore di Gesù, non solo riferisce un atto di cui è testimone ma vuole indicarci che il cuore di Gesù è un cuore ferito per sempre dall’amore per gli uomini per i quali, attraverso la Chiesa egli continuerà ad effondere i suoi Sacramenti di amore e di salvezza. Oltre a questo proviamo a fare ancora due semplici ma profonde riflessioni. Gesù ci ha detto che chi vede Lui vede il Padre quindi il cuore di Gesù è immagine del cuore del Padre. Noi spesso, vediamo in Gesù l’amore, il perdono e nel Padre la severità, la giustizia; il cuore di Gesù ci dice che il Padre è infinito amore e tenerezza: Dio non ha creato le cose per manifestare la propria grandezza, ma per amore di ciò che ha creato; il Padre non si è lasciato disilludere neppure dal peccato dell’uomo ma accettando le conseguenze della libera scelta umana ha fatto di tutto per venirgli incontro ed ha intessuto una intera storia di salvezza, e “nella pienezza dei tempi” ha mandato il suo Figlio che si è caricato del nostro male per inchiodarlo sulla croce e nella morte e, per ridarci la vita e l’amore del Padre, continua a donarcene i frutti attraverso i suoi Sacramenti. C’è davvero da essere meravigliati e riconoscenti davanti ad un simile amore! Ed ecco allora anche l’altro aspetto che la devozione al Sacro Cuore ha sottolineato lungo la storia, quella della riparazione. Quando uno è amato in questo modo, se non è un insensibile e un ingrato, sente non solo di dover cercare in qualche modo di ricambiare, ma davanti al male che è stato fatto all’amato cerca di porre qualche rimedio. Gesù ha amato ed è stato messo in Croce, Gesù offre se stesso ed è misconosciuto e bestemmiato, i suoi sacramenti di amore sono spesso trascurati e vilipesi ecco allora il desiderio di dire a Gesù che il suo amore non va perso, ecco il dispiacere per tutte le volte che con il peccato non ho corrisposto a questo amore, ecco il desiderio di fare qualcosa perché tutti possano comprendere e accogliere l’amore di Cristo. La riparazione, allora, non è solo dire delle preghiere o fare dei sacrifici, è operare concretamente perché l’amore di Gesù e del Padre non vadano perduti ma trovino in noi e nei fratelli dei cuori riconoscenti che sanno accoglierli e fanno loro portar frutto.

 

 

SABATO 13 GIUGNO: CUORE IMMACOLATO DELLA VERGINE MARIA

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio da Padova; Sant’Aventino.

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, PORTAMI A TUO FIGLIO.

 

Hanno detto: Non si può andare a Dio senza passare attraverso i fratelli. (Paolo VI).

Saggezza popolare: Commercio senza intelligenza, danno certo.

Un aneddoto: Diceva il Beato Isacco dei padri del deserto: La carità è l'unico criterio secondo cui tutto deve essere fatto o non fatto, cambiato o non cambiato. È il principio che deve dirigere ogni azione e il fine a cui deve tendere.

Parola di Dio: Is 61,9-11; Cant. 1Sam 2,1.4-8; Lc 2,41-51

 

Vangelo Lc. 2,41-51

Dal vangelo secondo Luca

I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazareth e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

 

MARIA SERBAVA TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE. (Lc. 2,51)

Nel tempo in cui, correndo, dimentichiamo in fretta o affidiamo la nostra memoria a computer mi sembra bello pensare al cuore di Maria che stupita davanti ai misteri che Dio opera in Lei tace e conserva nel suo cuore. Questo conservare non è solo "mettere in memoria" è un meditare, un pregare, un affidarsi continuo a Dio attraverso gli avvenimenti. Maria non è una sprovveduta, vive i fatti straordinari della sua vita, ne è partecipe, interviene ma è anche umile, prega la vita, medita il mistero senza presunzione ma con amore accorto e attento. Maria mi aiuta a chiedermi: vivo la mia vita o è la mia vita a vivere me? I fatti belli o meno belli, quelli semplici o misteriosi diventano confronto con la Parola di Dio? Diventano atto di fiducia? Diventano preghiera?

 

 

DOMENICA 14 GIUGNO: 11^DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

Tra i santi ricordati oggi: Santi Martiri Anastasio, Felice e Digna.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, FAI TU CHE SAI.

 

Hanno detto: Dare forma a un canto per cui Dio si diletti, è cantare nel giubilo. (S. Agostino)

Saggezza popolare: Chi il carbone tratta, dal carbone è tinto.

Un aneddoto: Alessio, tre anni: “Raccontami la storia del lupo cattivo”. Lisa, dieci anni: Ma no, non esistono lupi cattivi, ci sono solo lupi infelici” Non esistono uomini cattivi.

Parola di Dio: Ez 17,22-24; Sal 91; 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34

 

Vangelo Mc 4, 26-34

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù diceva alla folla: “Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura”. Diceva: “A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa. Parola del Signore

 

"IL REGNO DI DIO E' COME UN UOMO CHE GETTA IL SEME IN TERRA; DORMA O VEGLI, DI NOTTE O DI GIORNO, IL SEME GERMOGLIA E CRESCE; COME, EGLI STESSO NON LO SA". (Mc. 4,26—27)

Gesù ha seminato il Regno: è Lui stesso questo seme; lo ha irrigato nel suo sangue ed ora questo seme cresce secondo i tempi di Dio.

Quando un contadino semina è importante che il seme sia buono, che il terreno sia ben preparato, che le stagioni seguano il loro corso. Non è importante che il contadino stia giorno e notte a guardare il seme. Così è anche per noi: fidiamoci di Dio più che di noi stessi. E' inutile pensare di essere noi a salvare il mondo, al massimo possiamo essere un tramite. Preghiamo qualche volta così: "Signore, che io almeno non sia un ostacolo alla venuta del tuo Regno".

 

 

LUNEDI' 15 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Germana Cousin.

Una scheggia di preghiera:

 

GESU', LIBERACI DAL MALE E DAL MALIGNO.

 

Hanno detto: "Non dobbiamo regolare il nostro atteggiamento verso i poveri da ciò che appare esternamente in essi e neppure in base alle loro qualità interiori. Dobbiamo piuttosto considerarli al lume della fede". (San Vincenzo De Paoli)

Saggezza popolare: Fra le male lingue e le cattive orecchie non c'è da scegliere.

Un aneddoto: Un turista era arrivato in una città e guardava le numerose chiese che si affacciavano sulla strada che stava percorrendo il taxi. “Gli abitanti di questa città amano molto Dio” disse all’autista. “Se amano Dio non lo so, di sicuro non si amano tra loro!” rispose il tassista.

Parola di Dio: 2Cor 6,1-10; Sal 97; Mt 5,38-42

 

Vangelo Mt 5, 38-42

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Da  a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle". Parola del Signore

 

“AVETE INTESO CHE FU DETTO: OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE; MA IO VI DICO DI NON OPPORVI AL MALVAGIO. (Mt. 5,38)

Bisogna riconoscere che lo spirito di vendetta, una legge del taglione a nostra misura, è ben radicato nel cuore dell’uomo, in tutti noi: “Chi me la fa, me la deve pagare”. Ebbene Gesù esclude qualsiasi rivalsa: non solo la vendetta effettiva, ma anche il desiderio di vendetta. Sembra impossibile. Vedendoci tanto lontani da questo ideale ci sentiamo tentati di voltar pagina e accusare Gesù di essere un sognatore. Eppure la strada proposta è la vera liberazione dell’uomo. Un non cristiano come Gandhi vi ha visto un programma e la non-violenza è stata tradotta in atteggiamenti concreti che hanno rivoluzionato verso la libertà la vita di milioni di uomini. Restituire bene per male, amare gli altri malgrado la loro malevolenza, amare a fondo perduto, è l’amore più grande e autentico, quello che Cristo praticò e ci insegnò, l’amore che rende credibile il Vangelo.

 

 

MARTEDI' 16 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Aureliano, vescovo.

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI, SIGNORE, DALLO SPIRITO DI VENDETTA.

 

Hanno detto: Piace a Dio colui al quale Dio piace.  (S. Agostino)

Saggezza popolare: Chi loda un cattivo fatto, lo mette a proprio conto.

Un aneddoto: La vecchia fontana del villaggio, tronco secolare di larice, scavato, trasportato e sistemato a “corvé”, era un po’ il cuore ed il centro del villaggio. Là andavano tutti: ad attingere acqua, le mucche a bere, le donne a lavare. “Vado all’acqua”, diceva il bambino ed aveva la scusa per andare a giocare. “Vado a prendere un secchio d’acqua”, ripetevano i giovani per poter godere di un fugace incontro d’amore. “Mi occorre acqua”, si diceva il vecchietto desideroso di un saluto o di un incontro. A volte, perché no? Alla fontana, nascevano tentazioni ed occasioni di lavare i panni propri e altrui, perché, si sa, nel villaggio, tutto è di tutti. Ora? L’acqua giunge nelle case; la fontana sembra soffrirne, la terra s’accumula sul fondo, qua e là il tronco comincia a marcire, l’acqua si copre di muschio verdastro. Poche sono le mucche che vanno ad abbeverarsi mattina e sera, la vecchia fontana però, come sempre, ancora ripete a tutti, col suo canto continuo: dona, dona ciò che puoi e che hai, con perseveranza, con generosità, senza far distinzioni e donalo soprattutto con gioia e serenità. D’estate come d’inverno, al mattino come alla sera, dona e canta! (da: Lassù gli ultimi di Gianfranco Bini).

Parola di Dio: 2Cor 8,1-9; Sal 145; Mt 5,43-48

 

Vangelo Mt 5, 43-48

Dal vangelo secondo Matteo 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". Parola del Signore

 

“AVETE INTESO CHE FU DETTO: AMERAI IL TUO PROSSIMO E ODIERAI IL TUO NEMICO; MA IO VI DICO… “. (Mt. 5, 43-44)

Il brano che abbiamo letto oggi è un crescendo: prima Gesù ci dice di non odiare, poi di amare, poi di amare i propri nemici, poi di rifarci nel nostro agire a quello di Dio “che fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi sui giusti e sugli ingiusti”, e alla fine arriva il compito più arduo: quello di “essere perfetti come il Padre nostro Celeste”. Ammiro coloro che sono riusciti a fare tutto questo percorso, io purtroppo, spesso mi trovo ancora al primo passo: quello di cercare di non odiare, di non portare rancore. Qualcosa l’ho capito: l’odio è una forma di pazzia, è come un chiodo fisso che perfora il cuore dell’uomo, è come un tarlo che prima o poi distrugge e divora tutto, indebolisce e fa crollare, è come un acido che prima o poi corrode ogni forma di bontà e ogni sentimento delicato. E’ qualcosa che fa perdere la pace, è un qualcosa che prima o poi ti fa ammalare anche fisicamente, è un demone che non ti permette di respirare. Ho anche capito (anche se poi il metterlo in pratica è dura fatica quotidiana) che quando riesco a gettarmi l’odio alle spalle, ritrovo la possibilità di sorridere, riesco nuovamente a guardare in faccia le persone e ad essere sereno con loro, disintossico il mio sangue e ne guadagna molto il mio fegato. Se anche tu scopri che non riesci ancora ad essere “perfetto come il Padre”, se scopri che non sempre riesci ad “amare il tuo nemico”, comincia la tua lotta contro l’odio e, ti assicuro, questo primo passo, ti aprirà il cuore e, perfino due tipi come io e te, riusciremo a voler più bene a tutti, anche a quelli che ci sono più ostici.

 

 

MERCOLEDI' 17 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Avito; Santa Valeriana.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, PRENDIMI COME SONO.

 

Hanno detto: Gli uomini: se qualcuno gioca loro un brutto tiro lo scrivono sul marmo, ma se si fa loro un favore, lo scrivono sulla sabbia. (S. Tommaso Moro)

Saggezza popolare: Dove la concordia mette tavola, Dio ne è commensale.

Un aneddoto: Discepolo: "Vorrei diventare un maestro della verità". Maestro: "Sei disposto  a essere schernito, ignorato e a patire la fame fino a quarantacinque anni?"

Discepolo:"Lo sono. Ma dimmi: cosa accadrà quando avrò compiuto quarantacinque anni?"

Maestro: "Ti sarai abituato". (A. De Mello)

Parola di Dio: 2Cor 9,6-11; Sal 111; Mt 6,1-6.16-18

 

Vangelo Mt 6, 1-6. 16-18

Dal vangelo secondo Matteo. In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà ". Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAL PRATICARE LE VOSTRE OPERE BUONE DAVANTI AGLI UOMINI PER ESSERE DA LORO AMMIRATI”. (Mt. 6,1)

Nella vita di ciascuno di noi ci sono degli istinti che hanno lo scopo di salvaguardare noi e la nostra razza. Di questi istinti non dobbiamo spaventarci, ma se vogliamo davvero realizzarci e realizzare un progetto di vita comunitaria e sociale, dobbiamo controllare e indirizzare gli istinti. Ad esempio la rabbia nasce spontanea quando qualcosa non si realizza secondo i miei progetti, ma l’ira può portare addirittura all’omicidio e allora va controllata. Il voler apparire è un istinto normale: è il nostro bisogno di essere considerati dagli altri, è il bisogno di amore che porta a far sì che gli altri apprezzino la parte migliore di noi. E fin qui può andar bene, può perfino diventare un incentivo a migliorarci, quando, però questo diventa ipocrisia noi compiamo un doppio errore, inganniamo gli altri e noi stessi e quindi instauriamo un rapporto falso destinato a non costruire nulla di buono. Gesù aborriva l’ipocrisia e soprattutto l’ipocrisia religiosa perché contraria ad ogni ragionamento e buon senso e soprattutto bestemmiatrice di Dio perché avrebbe lo scopo di renderlo complice di falsità.  Infatti non solo con essa inganniamo noi stessi e il nostro prossimo, facendoci vedere per quello che non siamo, ma sfruttiamo Dio per i nostri fini. Dio ci conosce fin nel profondo del cuore e allora non posso ingannarlo, Dio non è comprabile come i potenti di questa terra. Dio, in sé, delle mie preghiere non se ne fa niente, non è più santo di quello che è perché io glielo ripeto tante volte al giorno, Dio sa se il mio essere caritatevole è dettato da amore per il mio prossimo o da desiderio di sentirmi buono, dalla voglia di essere ringraziato, o dal segreto pensiero di essermi comprato dei “bonus” nei confronti di Dio. Che la gente mi batta le mani, mi dica che sono buono o cattivo non serve ad ingannarlo sulla verità del mio essere. L’ipocrita pensa poco per volta di essere quello che è riuscito a far credere agli altri, io invece devo essere io con i miei meriti e con i miei limiti. Gesù ha costruito sul materiale umano di Pietro e dei suoi apostoli, ha costruito sui loro meriti e sui loro limiti non sulle loro presunte apparenze. Dio mi ama come sono e si dona a me nella mia realtà concreta. E’ ipocrisia farsi vedere da lui migliori di quello che siamo come è ipocrisia altrettanto brutta quello di farci più peccatori di quello che siamo.

 

 

GIOVEDI' 18 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santa Marina; Sant’ Amando da Bordeaux.

Una scheggia di preghiera:

 

SPIRITO DI DIO, GUIDA LA MIA PREGHIERA.

 

Hanno detto: Dio vuole la salvezza di tutti attraverso la conoscenza della verità. La salvezza si trova solo nella verità. (Catechismo della Chiesa Cattolica, 851)

Saggezza popolare: Nessuna cosa è bella da possedere se non si hanno amici con cui condividerla. (detto Latino)

Un aneddoto: Spesso vedete dei fili elettrici, piccoli e grossi, nuovi e vecchi, dei cavi costosi e a buon mercato; da soli sono inutili e, finché non passa la corrente, non si ha la luce. Il filo siete voi, sono io. La corrente è Dio. Noi abbiamo la possibilità di permettere alla corrente di passare attraverso noi e di utilizzarci per produrre la luce nel mondo, oppure possiamo rifiutare di essere usati e consentire così alle tenebre di diffondersi. (Madre Teresa di Calcutta)

Parola di Dio: 2Cor 11,1-11; Sal 110; Mt 6,7-15

 

Vangelo Mt 6, 7-15

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe". Parola del Signore

 

“QUANDO PREGATE NON SPRECATE PAROLE COME I PAGANI. VOI DUNQUE PREGATE COSÌ: PADRE NOSTRO...”. (Mt. 6,7—15)

E’ interessante notare come, secondo Gesù, la preghiera non è fatta solo dai veri credenti, ma anche dai “pagani “. Ciò che distingue i discepoli di Gesù è la fede sicura con cui si rivolgono a Dio, sapendo che non sarà il numero delle parole dette a convincere Dio a stare dalla loro parte. Ancora, è importante sottolineare come la preghiera del cristiano è anzitutto quella che si dice “insieme” a Gesù. Gesù stesso è l’esempio più evidente di cosa significhi pregare: vuol dire mettere davanti a Dio, affidare alle sue mani la nostra vita, con i suoi bisogni più o meno “elevati”, ma comunque reali, riconoscendo così che ciò che sostenta la vita dell’uomo non può che essere dono del cuore misericordioso di Dio. Ma, oltre che essere fatta insieme a Gesù e sotto lo sguardo di Dio, la preghiera del cristiano è quella che aiuta a rendersi conto dell’esistenza di una moltitudine di fratelli; il Padre che preghiamo è il “Padre Nostro”, verso il quale, insieme, dobbiamo camminare.

 

 

VENERDI' 19 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Romualdo; Santa Giuliana Falconieri.

Una scheggia di preghiera:

 

INSEGNACI, SIGNORE, A NON AMARE A META'.

 

Hanno detto: L'amore di Dio induce all'amore per il prossimo e l'amore del prossimo a quello per Dio. (San Gregorio I)

Saggezza popolare: Non si sentono le campane piccole quando suonano le grandi.

Un aneddoto: C'è una vecchia trazione giudeo-cristiana secondo la quale Dio manda ognuno di noi in questo mondo con un messaggio speciale da consegnare, con uno speciale atto d'amore da compiere. Il tuo messaggio e il tuo atto d'amore sono affidati soltanto a te, il mio è affidato soltanto a me. Se questo messaggio debba raggiungere solo poche persone o tutti gli abitanti di una città o il mondo intero dipende esclusivamente dalla scelta di Dio. L'unica cosa importante è essere convinti che ognuno di noi è adeguatamente equipaggiato: tu hai i doni giusti per consegnate il tuo messaggio ed io ho i doni appositamente scelti per consegnare il mio.

Parola di Dio: 2Cor 11,18.21b-30; Sal 33; Mt 6,19-23

 

Vangelo Mt 6, 19-23

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore. La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!". Parola del Signore

 

"DOV' E' IL TUO TESORO, SARA' ANCHE IL TUO CUORE". (Mt.6,21)

Gesù riprende una massima popolare, una di quelle poche che corrispondono ad una realtà incontestabile. Quando si è innamorati a fondo di qualcosa o di qualcuno, "si perde la testa". Provate a pensare se non è vero che "l'amore rende ciechi", se due innamorati riescono a sorbirsi certi 'rospi' che non avrebbero neppur accostato se non ci fosse stata dietro la spinta irrefrenabile dell'innamoramento. Così è anche per le cose: c'è gente che ha "la roba" nel sangue (il riferimento alla novella di Pirandello è facile). Ho conosciuto un uomo, intelligente, capace, che, ammalato di cancro, sapendo che presto sarebbe morto (la cosa in effetti successe due giorni dopo), concludeva ancora un affare, consapevole anche che i suoi eredi (e il suo vero cancro era proprio questo) non aspettavano altro che mettere le mani sul gruzzolo per dilapidarlo. C'è anche l'attaccamento verso Dio. Anch'esso, a volte, è talmente totalizzante che fa i santi, cioè persone che non risplendono più di luce propria ma che lasciano trapelare dalla propria vita alcuni aspetti di Dio stesso. Ma c'è ancora una categoria di persone. Ne parlo perché, purtroppo, mi pare qualche volta di appartenervi insieme ad un'enorme schiera di persone. E' la categoria di chi sa che i tesori terreni sono belli ma effimeri, di chi, realista al massimo, ha paura di pagare troppo caro un innamoramento e quindi dosa con il contagocce i suoi sentimenti, di chi anche con Dio lo ama e lo rispetta per un misto di sentimenti in cui la paura ha un ruolo rilevante: sono coloro che soffrono di meno, ma sanno meno amare.

 

 

SABATO 20 GIUGNO: Beata Maria Vergine Consolatrice (La Consolata)

Tra i santi ricordati oggi: San Teodulo; San Silverio.

Una scheggia di preghiera:

 

MADRE DELLA DIVINA PROVVIDENZA, CONSOLACI.

 

Hanno detto: Chi ha dunque ingegno badi di non tacere, chi abbondanza di roba si guardi dall'esser troppo duro di mano nell'esercizio della misericordia: chi ha un'arte da vivere, ne partecipi al prossimo l'uso e l'utilità. (San Gregorio I)

Saggezza popolare: La mosca tira i calci come può.

Un aneddoto: Rabbi Sussja , in punto di morte, esclamò: «Nel mondo futuro non mi si chiederà: 'Perché non sei stato Mosè?'; mi si chiederà: 'Perché non sei stato Sussja?'».

Parola di Dio: 2Cor 12,1-10; Sal 33; Mt 6,24-34

 

Vangelo Mt 6, 24-34

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: "Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona. Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena". Parola del Signore

 

“PER LA VOSTRA VITA NON AFFANNATEVI DI QUELLO CHE MANGERETE O BERRETE, E NEANCHE PER IL VOSTRO CORPO…A CIASCUN GIORNO BASTA LA SUA PENA”. (Mt. 6,24.34)

Gesù ci insegna la strada per vivere sereni, senza  stress. E’ la strada della fiducia totale in Dio. Attenzione, questo non significa che non dobbiamo avere le giuste preoccupazioni. A volte non è possibile evitare le preoccupazioni per l’avvenire, per la famiglia, per i figli. Tutto questo fa parte del piano di Dio che ci ha detto di usare bene le nostre mani e i nostri doni, ma quello che un credente vero deve superare è l’affanno. L’inquietudine è un’offesa a Dio. L’ansietà e le preoccupazioni disonorano il nostro Dio. Se i nostri bambini  dubitassero continuamente del nostro amore, della nostra volontà di far loro del bene e di dar loro  ciò di cui hanno bisogno, non ne saremmo forse rattristati? L’inquietudine fa anche del male a noi stessi: ci toglie la pace, produce l’impazienza e le lagnanze. Molte persone sono sempre ansiose riguardo alle difficoltà che potrebbero sopravvenire e che spesso non vengono mai; vorrebbero che Dio appianasse il cammino in anticipo di chilometri, mentre Egli ha promesso di farlo passo a passo. La sola cosa che ci appartiene, è il momento attuale, e il solo modo di vivere bene, è di vivere l’ora presente. Gesù non ha forse detto: “Non affannatevi... Ad ogni giorno basta la sua pena”? Quante preoccupazioni di meno, se apprendessimo questa lezione! Cristo ci ha promesso la sua presenza fino alla fine dell’età presente: questo non ci basta forse? Mettiamo la nostra debole mano nella sua. Ci condurrà sicuramente fino alla fine del viaggio.

 

 

DOMENICA 21 GIUGNO: 12^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: San Luigi Gonzaga; Sant’Eusebio di Samosata.

Una scheggia di preghiera:

 

RESTA CON NOI, SIGNORE.

 

Hanno detto: Solo Dio non cercheremo mai invano, nemmeno se non riusciamo a trovarlo. (San Bernardo)

Saggezza popolare: A nave rotta ogni vento è contrario.

Un aneddoto: Rabbì Moshe Löb diceva: Come è facile per un uomo povero confidare in Dio; in chi altro potrebbe confidare? E come è difficile per un uomo ricco confidare in Dio. Tutti i suoi beni gli gridano: Confida in me! (M. Buber, I racconti dei Chassidim).

Parola di Dio: Gb 38,1.8-11; Sal 106; 2Cor 5,14-17; Mc 4,35-41

 

Vangelo Mc 4, 35-41

Dal vangelo secondo Marco

In quel giorno, verso sera, disse Gesù ai suoi discepoli: "Passiamo all'altra riva". E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?". Parola del Signore

 

“CHI E’ DUNQUE COSTUI AL QUALE ANCHE IL VENTO E IL MARE OBBEDISCONO?”. (Mc. 4, 41)

Il miracolo della tempesta sedata manifesta Gesù capace di comandare anche alle leggi della natura; ora questo può farlo solo Dio, quindi Gesù è il Figlio di Dio. Ma, aldilà di questo che noi crediamo, è anche un miracolo ‘segno’. Provo a leggerlo con voi in questo modo. La nostra vita è un viaggio. Noi conosciamo la data della nostra partenza e non sappiamo quale sarà quella del nostro arrivo, ma in ogni caso c'è sempre da "passare all'altra riva", infatti se questa vita non avesse “un’altra riva” sarebbe una vita senza senso. L’uomo che si accontenta delle sue ore, che pensa al “tutto qui” è proprio un pover’uomo. Per arrivare all’altra riva c’è una barca con la quale tentare l’avventura del mare (il mistero). Qualcuno è esperto marinaio, ma anche il più esperto sfida le onde sapendo che esse possono essere  più forti di lui. Qualcuno non sa governare una barca e allora si affida ad altri che lo conducono. In questo viaggio ti vien fatta una proposta: vuoi prendere come passeggero Gesù?

Qualcuno ha detto no: “E’ uno in più, appesantisce la barca..”. “Venne tra i suoi ma i suoi non lo accolsero”. Qualcuno lo ha accolto sulla barca come un talismano: “Teniamolo lì, non si sa mai, potrebbe diventare utile. Purché non dia fastidio, dorma pure”. Qualcuno, invece gli ha offerto generosamente la barca e lo ha accolto con gioia. E il viaggio per mare comincia. Ci sono giorni meravigliosi su quella barca. Il vento soffia nella direzione giusta, si va avanti dritti verso la meta. Ci sono aurore splendide, tramonti fantasmagorici, brezze rinfrescanti dopo giornate calde e luminose, giorni ed ore di pace, di silenzio o di comunicazioni profonde cullati lievemente dalle onde del mare, momenti in cui ci si fonde con la bellezza del cielo e del mare. A volte ti sembra di essere piccolo in mezzo all’immenso, altre volte ti sembra di essere capace di dominare tutto. Ma, improvvisa, può arrivare la tempesta. Avevi confidato nella vela? Essa te la spazza via. Credevi con i tuoi remi di poter governare la barca ed arrivare in qualunque luogo? Essi battono l’acqua e scopri che anche la barca è un guscio di noce e che i marinai più esperti sono anch’essi uomini paurosi… Se hai imbarcato Gesù è ora di riconoscere la tua poca fede ed andare ad attaccarti alla sua e, quando vedrai l’acqua calmarsi e il vento cessare a un suo comando, scoprirai quanto sei stato sciocco. Non sei stato tu a fare un piacere a Gesù nel lasciarlo salire sulla tua barca, non ti ha occupato un pezzo di vita, non ti ha appesantito con le sue leggi. Sei stato uno sciocco perché  hai camminato  alla ricerca di una meta quando la meta era già con te, sulla barca.

 

 

LUNEDI' 22 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.

Una scheggia di preghiera:

 

SOLO TU, O SIGNORE, SEI GIUSTO GIUDICE.

 

Hanno detto: Gli angeli sono presenti e ti stanno vicino non come compagni qualsiasi, ma come protettori. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Sotto un consiglio non richiesto, gatta ci cova.

Un aneddoto: Un contadino si trovava con altri in un’osteria. Dopo essere stato a lungo in silenzio, si rivolse a un compagno e gli chiese: Di’ un po’, mi vuoi bene o no? L’altro rispose: Ti voglio molto bene. E il contadino: Tu mi dici che mi vuoi bene, eppure non sai di che cosa ho bisogno. Se tu mi amassi lo sapresti. Infatti amare gli uomini significa conoscerne i bisogni e soffrire le loro pene.

Parola di Dio: Gen 12,1-9; Sal 32; Mt 7,1-5

 

Vangelo Mt 7, 1-5

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello". Parola del Signore

 

"DISSE GESU': NON GIUDICATE". (Mt.7,1)

Si può non giudicare? L'ammettere che possa esserci una vita senza giudizi sarebbe come affermare di non conoscere il bene e il male. Ma, stando al racconto della Bibbia, da quando Adamo ed Eva hanno voluto diventare come Dio assaggiando il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, l'uomo non può non vedere e non giudicare. Che cosa vuole dire, allora, Gesù?

E' come se ci dicesse: "Il tuo sguardo, il tuo cuore, la tua educazione vedono le cose, le persone e dentro di te nasce un giudizio; ora, se vuoi che questo non sia falso o ingiusto esso deve essere il più vicino possibile al giudizio di Dio. Per questo il tuo occhio, il tuo cuore, la tua mente devono essere allenati a conoscere i pensieri di Dio. E questo lo puoi fare soprattutto meditando la parola di Dio e guardando a come mi sono comportato Io, il Figlio di Dio. Ma, al tempo stesso, tu ti rendi conto che non potrai mai giudicare con la giustizia di Dio, perché non conosci gli animi, le storie, i motivi per cui agiscono gli uomini, per cui, spesso, una cosa che è bene può essere fatta con spirito e motivazioni cattive e una cosa che è male magari è nata dalle migliori intenzioni. Dunque l'unico giudizio che in qualche caso può essere il più vicino alla verità è quello che dai su te stesso, per gli altri, non è meglio lasciare che sia Dio il giudice? Non è meglio, piuttosto che caricarti di qualche colpa, essere possibilisti, offrire sempre nuove occasioni, in parole povere, fare come fa Dio con te che, prima di condannarti, cerca in tutte le maniere di offrirti tutte le possibilità per convertirti?".

 

 

MARTEDI' 23 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Giuseppe Cafasso; San Lanfranco.

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER TUTTI I TUOI DONI.

 

Hanno detto: Una sola cosa è veramente necessaria: essere sempre attaccato a Gesù. (S. Pio da Pietrelcina)

Saggezza popolare: Il mondo è come un libro: chi non viaggia è come se non leggesse. (Proverbio Spagnolo)

Un aneddoto: Le parole della Vergine che mi rimasero più impresse nel cuore furono quelle con cui la Madre del Cielo chiedeva che non si offendesse più Dio, nostro Signore, che è già troppo offeso! Oh, come vorrei che risuonasse in tutto il mondo, e che tutti ascoltassero questa voce! (Lucia dos Santos, veggente di Fatima).

Parola di Dio: Gen 13,2.5-18; Sal 14; Mt 7,6.12-14

 

Vangelo Mt 7, 6. 12-14

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" Parola del Signore

 

“NON DATE LE COSE SANTE AI CANI E NON GETTATE LE VOSTRE PERLE DAVANTI AI PORCI”. (Mt. 7,6)

Gesù sa il valore delle cose: sa che l’amore che Dio ha per noi è prezioso, Lui lo ha pagato con il suo sangue; sa che i sacramenti che ci ha dato hanno in sé una grazia di valore incommensurabile e allora ci dice: “Attenti a non svendere a basso prezzo questi doni preziosi". Quando si fanno battezzare i bambini perché “tutti fanno così”, quando ci si confessa senza conoscere il proprio peccato o senza pentirsi; quando si riceve l’Eucaristia come abitudine e senza impegno, noi svendiamo, svalutiamo questi doni preziosi. Quando i sacramenti non ci portano a cercare di concretizzarli nel quotidia­no, noi diventiamo dei ritualisti, consideriamo Dio come uno che fa facili miracoli, non lasciamo che la grazia penetri in noi. Vedete allora che i sacramenti non sono per i buoni (nessuno potrebbe accostarsi) ma sono per coloro che vogliono lasciare che la grazia di Dio operi. La responsabilità davanti ad essi non è tanto prima di riceverli ma dopo averli ricevuti, affinché portino in noi le cose preziose che in essi ci vengono regalate.

 

 

MERCOLEDI' 24 GIUGNO: NATIVITA’ DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Una scheggia di preghiera:

 

FA' CHE OGGI DIVENTIAMO NUOVI CON TE.

 

Hanno detto: La parola di Dio è pane vivo e alimento dello Spirito. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Quando i furbi vanno in processione, il diavolo porta la croce.

Un aneddoto: Gesù vuole che la sua risurrezione si veda attraverso la nostra vita. La fede ha bisogno di testimonianza, di esempi. Un ateo, dopo aver osservato per anni il lavoro umile e silenzioso di padre Jacques Loew nel porto di Marsiglia, gli disse: “Jacques, se Dio esiste, certamente assomiglia a te”.

Parola di Dio: Is. 49,1-6; Sal. 138; Atti 13,22-26; Lc. 1,57-66.80

 

Vangelo Lc 1, 57-66. 80

Dal Vangelo secondo Luca

Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: "No, si chiamerà Giovanni". Le dissero: "Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome". Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: "Giovanni è il suo nome". Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: "Che sarà mai questo bambino?" si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Parola del Signore

 

“IN QUEI GIORNI, PER ELISABETTA, SI COMPI' IL TEMPO DEL PARTO E DIEDE ALLA LUCE UN FIGLIO”. (Lc. 1,57)

Ogni qual volta nasce un bambino il mondo si trasforma. Tutti si dedicano a questo piccolo essere e la gioia che irradia da lui vince quel distacco che gli uomini inalberano per tenersi lontani a vicenda. Si crea una sorta di fratellanza di tutti verso tutti. Ci dice speranza la nascita di un bambino. Ma la nascita di Giovanni Battista ci dice ancora di più. Dio non si è stancato della nostra umanità. Dio è fedele. Da due anziani nasce un figlio ed è come se il vecchio tronco, sfatto dell’umanità generasse un pollone nuovo, che apre la strada a quell’altra nascita che ricordiamo nel Natale e che speriamo di rivivere. La nascita di Giovanni prelude la nascita di Gesù e la nascita di Gesù prelude alla nostra rinascita. Dio sta preparando il mondo nuovo!

 

 

GIOVEDI' 25 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Massimo di Torino; San Guglielmo da Vercelli.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, DI TE MI FIDO, A TE MI AFFIDO.

 

Hanno detto: La vita del corpo è l'anima, ma la vita della fede è la carità. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Due piedi non istanno bene in una calza.

Un aneddoto: John Wesley, un famoso predicatore americano, passeggiava un giorno con un amico. Questi era angosciato a causa delle difficoltà che lo sovrastavano. Parlando delle sue angosce disse: “Non so che cosa fare con le mie angosce e difficoltà. In quel momento Wesley notò una mucca che guardava oltre a un muro di pietre. Rivolgendosi all’amico gli disse: “Sai per quale motivo la mucca sta guardando oltre il muro?”. “No” “E’ perché non riesce a vedere attraverso il muro! Questo è quello che devi fare tu con il muro delle tue difficoltà: Guardare oltre!”.

Parola di Dio: Gen 16,1-12.15-16; Sal 105; Mt 7,21-29

 

Vangelo Mt 7, 21-29

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle restarono stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi. Parola del Signore

 

“NON CHIUNQUE MI DICE: 'SIGNORE, SIGNORE’, ENTRERA' NEL REGNO DEI CIELI, MA COLUI CHE FA LA VOLONTÀ DEL PADRE MIO CHE E' NEI CIELI”. (Mt. 7,21)

Può sembrare strano che Gesù che più volte ha invitato alla preghiera qui dica che non è in base alle parole della preghiera che si entra nel suo Regno. Gesù però qui se la prende non con chi prega ma con coloro che vedono nella preghiera la formula magica per risolvere i problemi e la vita e demandano alle formule della preghiera il tutto evitando di agire, di sporcarsi le mani, di darsi da fare. Ricordo un mio parente che diceva: “lo un po’ prego e poi ho te che sei prete e che preghi per me, quindi sono a posto!”. Lui lo diceva scherzando, ma quante persone io pensano davvero! “Le do un’offerta, mi dica una Messa!”. E’ una bella cosa, ma non basta! E’ cosa buona dire anche tre rosari al giorno ma se questa preghiera non trasforma la tua vita, se diventa motivo di orgoglio, se è fatta per passare il tempo, se serve ad addormentarti nell’impegno, se è merce di scambio per il paradiso, non ho paura di dirti che non serve a nulla, né a te, né al tuo prossimo e neanche a Dio che non si rintrona con le parole che non diventano vita. Se invece “entri nel regno” con gioia, con testimonianza di vita, con fatica, con servizio dei fratelli, allora sarai già nella preghiera e anche le formule di preghiera ti saranno necessarie per trovare in esse maggior vigore e convinzione nell’agire.

 

 

VENERDI' 26 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: San Rodolfo; Sant’Antelmo.

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, SE VUOI, TU PUOI GUARIRMI.

 

Hanno detto: Prega e spera, non agitarti. L'agitazione non giova a nulla. Dio è misericordioso e ascolterà la tua preghiera. (Padre Pio)

Saggezza popolare: Ogni uccello canta meglio nel suo nido che in quello degli altri.

Un aneddoto: Sii benedetto, o mio Dio, che mi ha liberato dagli idoli, e vuoi che adori te solo, e non Iside o Osiride, o la Giustizia o il Progresso, o la Verità o la Divinità o l'Umanità o le Leggi della Natura, o l'Arte o la Bellezza, o il Vuoto lasciato dalla tua assenza. Signore, mi ha liberato dai libri e dalle idee, dagli idoli e dai loro preti... So che non sei il Dio dei morti, ma dei vivi. (Paul Claudel)

Parola di Dio: Gen 17,1.9-10.15-22; Sal 127; Mt 8,1-4

 

Vangelo Mt 8, 1-4

Dal vangelo secondo Matteo

Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: "Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi". E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii sanato". E subito la sua lebbra scomparve. Poi Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma và a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro". Parola del Signore

 

“SIGNORE, SE VUOI, TU PUOI GUARIRMI”. (Mt. 8,2)

Chi ha fatto l’esperienza di Lourdes, non può non essersi commosso durante la processione Eucaristica, vedendo la sfilata delle carrozzelle dei malati, a sentire ripetere proprio l’invocazione di questo lebbroso del vangelo. “Gesù, Tu puoi tutto, tu sai, perché l’hai provato nella tua carne, che cosa vuol dire sofferenza; Tu vedi le sofferenze di tutte queste persone. Perché non intervieni? Perché tanta sofferenza che apparentemente sembra inutile?”.

Le risposte, almeno umanamente, non ci sono. E’ difficile comprendere perché il Dio della vita permetta certe prove. E’ difficile capire il senso profondo della parola di Gesù: “Beati i sofferenti”. E’ anche difficile avere quella fede profonda che ci permette di credere alla guarigione... E allora scopro di essere malato anch’io, di essere un lebbroso della fede... Anche qui, la mia preghiera diventa: “Signore, se vuoi, Tu puoi guarirmi”.

 

 

SABATO 27 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Cirillo di Alessandria; San Maggiorino di Acqui; Santa Emma.

Una scheggia di preghiera:

 

DOV'E' CARITA' E AMORE, LÌ C'E' DIO.

 

Hanno detto: Se vuoi essere tutto non cercare di voler essere qualcosa. (S. Teresa d'Avila)

Saggezza popolare: Le parole calme si ascoltano più delle grida.

Un aneddoto: La banderuola disse al vento: "Maledetto, come sei noioso e monotono! Non puoi soffiare da qualche altra parte che non sia il mio viso? Disturbi la mia divina stabilità". Il vento non rispose nemmeno una sillaba. Si limitò a ridere nello spazio sconfinato. L'indifferenza è l'arte dei grandi. (Apologo Arabo)

Parola di Dio: Gen 18,1-15; Lc 1,46-55; Mt 8,5-17

 

Vangelo Mt 8, 5-17

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: "Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente". Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò". Ma il centurione riprese: "Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fa questo, ed egli lo fa". All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti". E Gesù disse al centurione: "Và, e sia fatto secondo la tua fede". In quell'istante il servo guarì. Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie. Parola del Signore

 

“GLI VENNE INCONTRO UN CENTURIONE CHE LO SCONGIURAVA". (Mt. 8,5)

Gesù accoglie un nemico del suo popolo; Gesù si "contamina" con un militare dell'esercito di occupazione: grande scandalo! Ma Gesù accoglie un uomo che gli chiede aiuto. Gesù è venuto per tutti, al di là di ogni distinzione. Però il Signore rispetta la nostra libertà: per poterci dare i suoi doni bisogna che noi, riconoscendo in Lui colui che può, glieli chiediamo. Le persone non possono essere giudicate buone o cattive solo per la loro appartenenza a questo o a quel gruppo, o per quello che appaiono, siamo tutti figli di Dio e Gesù è venuto proprio per tutti. Quindi più che dividere il mondo in buoni e cattivi, impariamo a vedere in ogni uomo un fratello amato da Dio.

 

 

DOMENICA 28 GIUGNO: 13^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Ireneo;Santa Ada.

Una scheggia di preghiera:

 

AIUTACI, SIGNORE, A RICOMINCIARE SEMPRE.

 

Hanno detto: La pace dello spirito si può mantenere anche in mezzo a tutte le tempeste della vita. (Padre Pio)

Saggezza popolare: I consigli arrivano quando la casa è crollata.

Un aneddoto: Signore mio Dio, fa' ch'io non sia fra quelli che figurano nel mondo. Fa' che io non sia fra quelli che riescono, che sono soddisfatti; fra quelli che la gente applaude, fra quelli con cui la gente si rallegra o fra quelli che la gente invidia. (André Gide)

Parola di Dio: Sap.1,13-15; 2,23-24; Sal 29; 2Cor 8,7.9.13-15; Mc 5,21-43

 

Vangelo Mc 5, 21-43

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva". Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: "Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita". E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: "Chi mi ha toccato il mantello?". I discepoli gli dissero: "Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?". Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: "Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male". Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?". Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: "Non temere, continua solo ad aver fede!". E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: "Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme". Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. Presa la mano della bambina, le disse: "Talità kum", che significa: "Fanciulla, io ti dico, alzati!". Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare. Parola del Signore

 

LE DISSE: “FANCIULLA, IO TI DICO, ALZATI!” E SUBITO LA FANCIULLA SI ALZO’ E SI MISE A CAMMINARE. E ORDINO’ DI DARLE DA MANGIARE”. (Mc. 5,42)

Gesù, dille ancora queste parole! Dille ai cristiani dalla fede addormentata, dille a coloro che si sono abituati alla morte del peccato, dille a noi quando ci lasciamo vincere dal pessimismo che fa morire la speranza, dille ai politici che pensano al proprio portafoglio invece che al bene comune, dille ai bambini inebetiti dalla televisione, dille a quelle coppie che vedono solo più le difficoltà al vivere insieme, dille ai giovani che addormentano i loro ideali nel materialismo, dille queste parole a quell’uomo che sta pensando al suicidio e a quella donna incinta che sta pensando, per comodo, di sbarazzarsi del suo bambino, dille a quei genitori disperati per il figlio drogato, dille attraverso la solidarietà di altri, a quei barboni che questa notte dormiranno su un pezzo di cartone, dille negli ospedali a chi si sente ormai un caso e un numero, dille a quegli anziani che tanto possono ancora dare ma che si sono chiusi nelle loro tristezze e solitudini, dì questa tua parola potente anche nelle nostre assemblee liturgiche spesso abitudinarie e sonnolenti. Fa rinascere gioia, speranza, desiderio di bene... Prendici per mano e tiraci su, e come a quella fanciulla, donaci te stesso da mangiare perché le nostre forze rinfrancate possano ritornare alla pienezza della tua vita.

 

 

LUNEDI' 29 GIUGNO: SANTI PIETRO E PAOLO

Una scheggia di preghiera:

 

BENEDICI E GUIDA PAPA FRANCESCO E I SUOI VESCOVI.

 

Hanno detto: Tutto ciò che leggiamo del Salvatore è medicina per le nostre anime. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Di errori in errori si va verso la verità.

Un aneddoto: Un bambino stava disegnando e l'insegnante gli disse: “E' un disegno interessante. Che cosa rappresenta?” “E' un ritratto di Dio” “Ma nessuno sa come sia fatto Dio” “Quando avrò finito il disegno lo sapranno tutti”

Parola di Dio: At. 12,1-11; Sal. 33; 2Tim. 4,6-8.17-18; Mt. 16,13-19

 

Vangelo Mt 16, 13-19

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". Parola del Signore

 

“TU SEI PIETRO, E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERO' LA MIA CHIESA”. (Mt. 16,18)

Chissà perché proprio Pietro? C’era Giovanni che amava sinceramente Gesù. C’erano tipi come S. Paolo con una cultura e una intelligenza più che notevole. Gesù sceglie Pietro: l’impulsivo, il timoroso, l’uomo dalla cultura limitata. Io però, istintivamente, sono d’accordo con Gesù. Forse perché in Pietro mi ritrovo più che in altri. Pietro mi è molto più vicino nella sua peccabilità, nella sua ottusità come nei suoi slanci, nel suo amare in modo concreto, nel suo non far troppe teorie, e mi sembra, nel leggere questa scelta di Gesù, di vedere l’eterna chiamata adatta a ciascuno di noi. Gesù ci ama per quello che siamo, ci chiama là dove ci troviamo, costruisce non secondo le dotte teorie di teologi e moralisti ma con il materiale che trova in noi.

 

 

MARTEDI' 30 GIUGNO

Tra i santi ricordati oggi: Santi primi martiri della chiesa romana; Santa Adelia.

Una scheggia di preghiera:

 

CON TE, SIGNORE, NON HO PIU' PAURA.

 

Hanno detto: Grande e davvero mirabile è l'umiltà in mezzo agli onori. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Chi sprezza l'onore, sprezza Dio.

Un aneddoto: Il regista cinematografico dell' “Albero degli zoccoli” poeta e osservatore della natura Ermanno Olmi diceva: “All'origine della creazione ci fu da parte del Signore la voglia di stupire. La creazione si ripete ogni giorno nella natura. Siamo noi uomini che non abbiamo più occhi innocenti per cogliere il quotidiano rinnovarsi del miracolo della creazione.”

Parola di Dio: Gen 19,15-29; Sal 25; Mt 8,23-27

 

Vangelo Mt 8, 23-27

Dal vangelo secondo Matteo

In quel tempo, essendo Gesù salito su una barca, i suoi discepoli lo seguirono. Ed ecco scatenarsi nel mare una tempesta così violenta che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: "Salvaci, Signore, siamo perduti!". Ed egli disse loro: "Perché avete paura, uomini di poca fede?" Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. I presenti furono presi da stupore e dicevano: "Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?". Parola del Signore

 

“GESU', LEVATOSI SGRIDO' I VENTI E IL MARE E SI FECE UNA GRANDE BONACCIA”. (Mt. 8,26)

Sembra persino ingenuo questo modo di raccontare di Matteo. Il mare e il vento vengono “sgridati” da Gesù. Ma qui, Matteo vuole aiutarci a capire chi sia Gesù. Chi è il padrone della natura? Chi di noi può trasformare una tempesta in bonaccia? Solo colui che è l’autore delle leggi della natura, può modificarne il corso. Quindi se Gesù fa questo è Dio. E se Gesù può comandare al vento e al mare, quanto più può comandare al male e vincerlo. Con Gesù, sulla barca, non si ha più paura, con Gesù nella tua vita non hai più paura, non nel senso che non avrai più burrasche ma nel senso che Lui il male lo ha già vinto anche per te.

 

 

 

 

 

 

 

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