Archivio

 
     
     

SCHEGGE E SCINTILLE

PENSIERI, SPUNTI, RIFLESSIONI

DALLA PAROLA DI DIO E DALLA VITA

http://digilander.libero.it/don_franco_web

a cura di: don_franco_locci@libero.it

 

OTTOBRE 2007

 

 

LUNEDI’ 1 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, GESU’, DI IMITARTI.

 

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù Bambino; San Remigio.

Hanno detto: Dio si è fatto uomo affinché noi, camminando dietro a un uomo, cosa che possiamo fare, arrivassimo fino a Dio, cosa che non possiamo fare. Rivestendosi di umanità, il Verbo ci offre una scorciatoia per partecipare alla sua divinità. (Sant’Agostino)

Saggezza popolare: Tre persone dicono la verità: gli sciocchi, i bambini e gli ubriachi. (proverbio Piemontese)

Un aneddoto: Episodi della vita di Teresa raccontati da Madre Teresa di Calcutta: Si legge nella vita di santa Teresa di Gesù Bambino che una volta fu sgridata per un fallo che non aveva commesso. Poteva dire qualcosa per difendersi, ma preferì tacere e temendo di non riuscirci, corse via dal luogo. Un’altra volta stava lavando biancheria, e di fronte a lei c’era un’altra Suora che le spruzzava in volto acqua sporca. Sarebbe bastato che Teresa le desse un’occhiata per farla smettere, ma tenne gli occhi bassi, e continuò a lavare, mentre l’altra continuò a spruzzarla. Voi, e anch’io, avremmo detto qualcosa. Un’altra volta ancora in cappella, c’era una Suora che faceva rumore con la corona del Rosario. Teresa avrebbe potuto farglielo notare. Invece tacque e disse a Gesù: “Che bella musica sento mai!”. Voi e io avremmo detto: Basta, per favore, Ma che cosa fai? Non puoi pregare senza fare quel rumore?”. Anche queste piccole cose hanno contribuito alla santità di Teresa.  

Parola di Dio: Zc. 8,1-8; Sal.101; Lc. 9,46-50

 

Vangelo Lc 9, 46-50

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: "Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande". Giovanni prese la parola dicendo: "Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci". Ma Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi ". Parola del Signore

 

“SORSE UNA DISCUSSIONE TRA I DISCEPOLI CHI DI ESSI FOSSE IL PIU’ GRANDE”.(Lc. 9,46)

Una delle più grosse contro testimonianze in ambito cristiano è quella di vedere uomini o donne di chiesa in lizza gli uni contro gli altri per avere la supremazia, per avere un po’ di supposto potere. E’ vero che l’orgoglio gioca brutti tiri a tutti, è vero che il diavolo cerca di far marcire il bene eppure tra noi cristiani basterebbe guardare a Gesù per capire “chi sia il più grande”. Gesù infatti “Egli che era Dio annientò se stesso” si fece uomo, si è messo a servizio degli uomini, ci ha lavato i piedi, ci ha toccato per liberarci dalla nostra lebbra ed è diventato “lebbroso” Lui, uomo dei dolori, piagato, annientato sotto il peso dei nostri peccati. La vera grandezza del cristiano sta proprio qui: essere piccoli e poveri nelle mani del Signore, sapere che tutto quello che abbiamo viene da lui, cercare la strada per servire il prossimo, saper gioire per il fatto che altri, anche non dei ‘nostri’ hanno il dono di cacciare i demoni e di vincere il male.

 

 

MARTEDI’ 2 OTTOBRE: Santi Angeli custodi

Una scheggia di preghiera:

 

ANGELI DEL SIGNORE, BENEDITE IL SIGNORE, LODATELO ED ESALTATELO NEI SECOLI.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Teofilo; San Gerino.

Hanno detto: Gesù vuole che noi diventiamo suo corpo non solo mediante la carità, ma realmente, mescolandoci alla sua stessa carne. Egli si mescola a noi, mette in noi il suo corpo affinché noi diventiamo con lui una cosa sola. (San Giovanni Crisostomo)

Saggezza popolare: Si apprezza la fonte solo quando si è prosciugata. (proverbio Tedesco)

Un aneddoto: La giovane principessa Friedeburg era stata promessa sposa dai suoi genitori a Sighiberto, figlio del re Thierry II, e fu invitata a entrare nel Palazzo Reale di Metz. La fanciulla che si era già consacrata al Signore, riuscì a fuggire e si rifugiò in una chiesa dedicata a santo Stefano. Lì si rivestì del velo di religiosa e, aggrappandosi all’altare, scongiurò quel santo perché l’aiutasse. Sighiberto, avvertito dell’accaduto, si recò a quella chiesa con la veste nuziale e la corona reale che le aveva destinato. Al vederlo, Friedeburg abbracciò ancor più fortemente l’altare. Ma il suo fidanzato la rassicurò: “Non vengo qui che per fare la tua volontà”. Comandò ai preti di staccarla di là e di condurgliela: la fece rivestire dell’abito di nozze e pose la corona sul suo velo. Poi, riguardatela per qualche istante, le disse: “Ecco: come tu sei ora, ornata per le mie nozze, io ti cedo allo sposo che mi preferisci, il mio Signore Gesù Cristo”. La prese per mano, la ricondusse all’altare ed uscì dalla chiesa per piangere in segreto il suo amore.

Parola di Dio: Es. 23,20-23; Sal. 90; Mt. 18,1-5.10

 

1^ Lettura Es 23, 20-23

Dal libro dell’Esodo

Così dice il Signore: "Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l'avversario dei tuoi avversari. Quando il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare nella terra promessa". Parola di Dio

 

“ECCO IO MANDO UN ANGELO DAVANTI A TE PER CUSTODIRTI SUL CAMMINO”. (Es. 23,20)

A me piace molto pensare di avere un angelo, un puro spirito, che si interessa di me in modo tutto particolare, per incarico di Dio stesso, e mi aiuta il fatto di pensare che ogni uomo abbia una angelo a proteggerlo e custodirlo, e nella mia piccola fantasia mi chiedo: “Che cosa penseranno di noi questi puri spiriti?”.

La prima cosa che mi conforta è che essi ci vedono con gli occhi di Dio: siamo preziosi ai loro occhi, il loro sguardo su di noi è misericordioso come quello del Padre, la loro amicizia è sincera e profonda come quella di Gesù, il loro amore per noi è un fuoco come lo Spirito Santo. Il mio e il tuo Angelo in questo momento vedono Dio e vedono noi, adorano Dio per me e per te, fanno di tutto perché anche noi possiamo incontrare Dio in questa vita e stare con Lui per sempre. Essi come veri amici non ledono la nostra libertà, vorrebbero però che essa coincidesse con la volontà di Dio su di noi. “Cari angeli non spaventatevi delle nostre miserie ma aiutateci a combattere il male che è in noi e attorno a noi, continuate a prenderci per mano e a condurci verso Dio e quando sorge l’inimicizia e la lotta tra noi uomini, fate sì che ricordandoci che ognuno di noi è sotto la protezione di uno di voi sappiamo superare le divergenze per essere una sola cosa con voi e tra noi”

 

 

MERCOLEDI’ 3 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

PARLA, SIGNORE, PERCHE’ IL TUO SERVO TI VUOLE ASCOLTARE.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Gerardo; Sant’Adalgotto.

Hanno detto: Dio ci circonda da ogni parte, come il Mondo. Che cosa ci manca per poterlo abbracciare? (Teilhard de Chardin)

Saggezza popolare: Tutti gli uomini soffrono. Solo il fedele ne sa l'arte. (proverbio Sufi)

Un aneddoto: Dopo la prodigiosa liberazione di Orleans per merito di Giovanna D’Arco, questa si rivolse al “Gentil Delfino” domandando un favore. Carlo di Francia le rispose che se anche fosse stata metà del suo regno, gliel’avrebbe immediatamente concessa. La Santa prese in parole il suo sovrano e volle che venissero quattro notai a legalizzare la cosa. Alla loro presenza dettò una incredibile donazione: “Carlo di Francia cede il suo regno a Giovanna d’Arco”. Poi proseguì: “Giovanna d’Arco cede il suo regno a Dio Padre Onnipotente. Avete scritto? Ora aggiungete: Dio Padre onnipo­tente affida il suo regno a Carlo di Francia perché la governi con saggezza, giustizia ed amore”.

Parola di Dio: Ne. 2,1-8; Sal 136; Lc. 9,57-62

 

Vangelo Lc 9, 57-62

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale gli disse: "Ti seguirò dovunque tu vada". Gesù gli rispose: "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". A un altro disse: "Seguimi". E costui rispose: "Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre". Gesù replicò: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio". Un altro disse: "Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa". Ma Gesù gli rispose: "Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio". Parola del Signore

 

“NESSUNO CHE HA MESSO MANO ALL’ARATRO E POI SI VOLGE INDIETRO, E’ ADATTO PER IL REGNO DI DIO”. (Lc. 9,62)

Penso che anche voi, come me, man mano che gli anni passano, cerchiate e troviate qualche momento per chiedervi come abbiamo risposto fino ad ora alla nostra chiamata e alla nostra vocazione. Sì, perché non solo io che sono prete, ho avuto una chiamata e una vocazione, ma tutti, in modi diversi, come ci indica anche l’odierno vangelo, siamo stati chiamati, alla fede, alla carità, alla speranza. Per questo abbiamo avuto dei doni particolari, per questo Dio ha messo sulla nostra strada determinate persone, per questo ha permesso determinati fatti. Come ho risposto e come sto rispondendo a queste chiamate di Dio? Gesù nel Vangelo ci indica quale dovrebbe essere la nostra strada: pazienza, fermezza, semplicità e povertà, decisione e costanza.

 

 

GIOVEDI’ 4 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

TUTTO MI PARLA DI TE, O CREATORE DEL MONDO.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco d’Assisi patrono d’Italia; San Petronio.

Hanno detto:

Dio è invisibile a tante persone solo perché non osano cercarlo vicino a loro! Non pensano al cammino che Dio fa per avvicinarsi a noi (Jacques Rivière).

Saggezza popolare: Ciascuno è come Dio l'ha fatto, e molto spesso peggiore. (proverbio Spagnolo)

Un aneddoto: Una volta Francesco era in cammino in compagnia di un frate molto spirituale, discendente da una grande e potente famiglia di Assisi. Il Santo, debole e malato stava in groppa ad un asino.

Il compagno, stanco del viaggio si mise a borbottare fra sé: "I parenti di questo qui non erano nemmeno paragonabili ai miei. Ed ecco, lui cavalca e a me tocca di venirgli dietro, stanco e appoggiandomi al somaro". Stava rimuginando queste riflessioni, quando Francesco scivolò d'improvviso dal giumento e gli disse:"Fratello, non è giusto  né conveniente che io cavalchi e tu vada a piedi poiché nel mondo eri più nobile e più potente di me". Stupefatto e pieno di vergogna quel frate cominciò a piangere e, buttandosi ai piedi del santo gli confessò il pensiero avuto e riconobbe la sua colpa.

Parola di Dio nella festa di S. Francesco: Gal. 6,14-18; Sal. 15; Mt. 11,25-30

 

Vangelo Mt 11, 25-30

In quel tempo, Gesù disse: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero". Parola del Signore

 

“TI BENEDICO O PADRE… PERCHE' HAI RIVELATO LE TUE COSE AI PICCOLI”. (Mt. 11,25)

Dio è veramente grande e misericordioso ed è anche giocondo perché, proprio in un periodo in cui gran parte della Chiesa, specialmente in certa gerarchia scimmiottava il potere terreno ecco che ti fa nascere una figura come quella di Francesco. “Il primo vero cristiano dopo Cristo che con le sue “pazzie” riporta il mondo dei credenti al Vangelo”. San Francesco ha veramente realizzato il Vangelo che la liturgia ci fa proclamare nella sua festa: ha ricevuto la rivelazione di Gesù con il cuore semplice di un bambino, prendendo alla lettera tutte le parole di Gesù. Ascoltando il passo evangelico nel quale Gesù invia i suoi discepoli ad annunciare il regno, ha sentite rivolte a sé quelle parole, che diventarono la regola della sua vita. Ed anche a quelli che lo seguirono egli non voleva dare altra regola se non le parole del Vangelo, perché per lui tutto era contenuto nel rapporto con Gesù, nel suo amore. Le stimmate che ricevette verso la fine della sua vita sono proprio il segno di questo intensissimo rapporto che lo identificava con Cristo. Francesco fu sempre piccolo, volle rimanere piccolo davanti a Dio e non accettò neppure il sacerdozio per rimanere un semplice fratello, il più piccolo di tutti, per amore del Signore. Per lui si sono realizzate in pieno le parole di Gesù: “il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”. Quanta gioia nell'anima di Francesco, povero di tutto e ricco di tutto, che accoglieva tutte le creature con cuore di fratello, che nell'amore del Signore sentiva dolci anche le pene! Anche per noi il giogo del Signore sarà dolce, se lo riceviamo dalle sue mani.

 

 

VENERDI’ 5 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

ABBI PIETA’, SIGNORE, DI QUESTA TUA POVERA FAMIGLIA UMANA.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Gallo d’Aosta; Santa Giustina; Santa Maria Faustina Kowalska.

Hanno detto: La paura ha mille voci, mille ragioni, mille modi per incantare. Ma la paura mente sempre.(R. Gass)

Saggezza popolare: Chi non dimentica mai di mettere la rete, qualche volta può riuscire a catturare un uccello. (proverbio Scozzese)

Un aneddoto: Mentre ancora ragazzo stava giocando con i suoi compagni uno domandò: "Che cosa faresti se qualcuno ti dicesse che fra poco dovrai morire?"

"Andrei a confessarmi" rispose uno. "Andrei in chiesa a pregare" rispose un altro. "E io continuerei a giocare" rispose Luigi Gonzaga.

Parola di Dio: Bar. 1,15-22; Sal. 78; Lc. 10,13-16

 

1^ Lettura Bar 1, 15-22

Dal libro del profeta Baruc

Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi il disonore sul volto, come oggi avviene per i Giudei e gli abitanti di Gerusalemme, per i nostri re e per i nostri principi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, perché abbiamo offeso il Signore, gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio per camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messi dinanzi. Da quando il Signore fece uscire i nostri padri dall'Egitto fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore nostro Dio e ci siamo ostinati a non ascoltare la sua voce. Così, come oggi costatiamo, ci sono venuti addosso tanti mali insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciata per mezzo di Mosè suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall'Egitto per concederci un paese in cui scorre latte e miele. Non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio, secondo le parole dei profeti che egli ci ha mandato: ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dei stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore nostro Dio. Parola di Dio

 

“AL SIGNORE DIO LA GIUSTIZIA; A NOI IL DISONORE SUL VOLTO”. (Baruc. 1,15)

E’ l’atteggiamento più giusto di chi riconosce il proprio peccato e di chi si fa carico del peccato del mondo. Non so se succeda anche voi quando fate l’esame di coscienza, ma io comincio sempre da me e scopro che sono tanti i peccati personali specialmente quando mi confronto con la misericordia e la bontà di Dio: quanto dovrei essere più grato, quanto dovrei rispondergli meglio, ma poi penso anche all’ingratitudine del mondo: quanta gente vive senza neppur volersi rendere conto di Dio. Confessare davanti al Signore le umane infedeltà, senza separarci dai peccatori, ma mettendoci con loro per confessare davanti a Dio che siamo indegni dei suoi benefici, che non siamo obbedienti alla sua voce: possiamo con verità fare questa preghiera, pensando a tutte le ingiustizie che ci sono nel mondo, all'odio che qua e là esplode con ferocia inumana mietendo vittime innocenti, alla corruzione, ai poveri che continuano ad essere oppressi, ai ricchi che vogliono esserlo sempre di più, all'immoralità di ogni genere. Noi dobbiamo farci carico di tutto questo, non con l'angoscia che deprime, ma con la solidarietà che condivide e che vuole, con Gesù, portare il peccato del mondo. Allora ci verrà incontro la compassione divina, come prega oggi il Salmo responsoriale: “Fino a quando Signore, sarai adirato? Presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo troppo infelici. Aiutaci, Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome, salvaci e perdona i nostri peccati per amore del tuo nome”.

 

 

SABATO 6 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE, SIGNORE, CI COLMA DI GIOIA.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Bruno; Santa Alberta.

Hanno detto: Sarebbe ragionevole quel bambino che vivesse costantemente nella paura che la mamma lo lasci cadere? (Edith Stein)

Saggezza popolare: E' il vento del nord che fa i vichinghi. (proverbio Scandinavo)

Un aneddoto: Un ricchissimo signore aveva mandato a Tommaso Moro due grandi anfore d'argento per renderselo amico in un importante processo.  Tommaso Moro le fece riempire del miglior vino della sua cantina e le rimandò indietro tramite lo stesso servo che le aveva portate. "Dì pure al tuo padrone - gli disse -  che tutto il vino della mia cantina è a sua disposizione".

Parola di Dio: Bar 4,5-12.27-29; Sal. 68; Lc. 10,17-24

 

Vangelo Lc 10, 17-24

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: "Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome". Egli disse: "Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli". In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare". E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non lo udirono ". Parola del Signore

 

“RALLEGRATEVI PIUTTOSTO PERCHE’ I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI”. (Lc. 10,20)

Man mano che gli anni passano mi accorgo sempre più della mia enorme stupidità. Se mi faccio passare davanti gli anni trascorsi scopro infatti quanto tempo ho dedicato a cose futili, a cercare di realizzare cose che poi in un lampo passano e sono dimenticate, quanto tempo perso per sostenere istituzioni anche mascherate di religioso, che alla fine non sono così essenziali come si credeva. E così pure il nostro mondo che si ferma meravigliato a cercare l’eccezionale, il miracolistico e non riesce a vedere i miracoli continui in mezzo ai quali vive. Facciamo magari chilometri e chilometri per andare a vedere una statuetta che dicono abbia pianto e, perché dobbiamo lavare la macchina, non troviamo il tempo di partecipare alla Messa la domenica quando Dio ci fa commensali della sua parola e del corpo di suo Figlio. Gesù lo dice chiaro quale deve essere il motivo della nostra gioia: non è perché nel nome di Gesù a volta qualche demonietto cade che dobbiamo essere contenti ma perché i nostri nomi sono scritti nel cuore di Dio, perché Lui ci ama come figli diletti, perché la sua misericordia supera i nostri limiti.

 

 

DOMENICA 7 OTTOBRE: XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, AUMENTA LA NOSTRA FEDE!

 

Tra i santi ricordati oggi: Sant’ Adalgiso; Beata Vergine del Santo Rosario.

Hanno detto: In tutti coloro che hanno avuto grande fiducia in Lui, Dio non ha mai mancato di compiere grandi cose. (Meister Echart)

Saggezza popolare: Non tutti quelli che hanno le mani giunte pregano. (proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Nella vita di san Giuseppe Cafasso vien descritta la scuola di catechismo che egli teneva ai fanciulli. Usava spesso chiedere: “Quante Mamme avete voi?”. Per lo più i bambini rispondevano che ne avevano una soltanto, e il buon cappellano dei carcerati ribatteva subito. “No, no! Pensateci bene... Ne avete di più”. Qualche bambino ricordava allora la nonna, la zia o la maestra. E il santo insisteva. “Intendo di vere madri”. E, se non riuscivano, dopo un po’ esclamava: “Lo sapete, ma non me lo volete dire. Vediamo se indovino. Voi avete due mamme, una quella che sta a casa vostra e vi vuoI tanto bene. L’altra, quella che sta in cielo e ve ne vuole ancor di più, la Madonna. Non è vero che ho indovinato?”. I bambini dicevano, convinti, che aveva proprio indovinato.

Parola di Dio: Ab. 1,2-3;2,2-4; Sal. 94; 2Tim. 1,6-8.13-14; Lc. 17,5-10

 

1^ Lettura Ab 1,2-3; 2, 2-4

Dal libro del profeta Abacuc

Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti, a te alzerò il grido: “Violenza!” e non soccorri? Perché mi fai vedere l'iniquità e resti spettatore dell'oppressione? Ho davanti rapina e violenza e ci sono liti e si muovono contese. Il Signore rispose e mi disse: “Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette perché la si legga speditamente. E' una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà”. Ecco, soccombe colui che non ha l'animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede. Parola di Dio

 

“IL GIUSTO VIVRA’ PER LA SUA FEDE” (Ab. 2,4)

Le letture di questa domenica in modi diversi ci invitano ad un fede semplice ma ferma e profonda che va applicata direttamente alla vita quotidiana. Spesso ci chiediamo: Perché? Fino a quando? Perché questo incidente d’auto in cui, senza colpa propria, sono morti due amici? Perché questo orribile cancro, che va consumando inesorabilmente la vitalità di quella sposa? Che cosa ho fatto, perché questa mia figlia viva sommersa nell’abisso della droga? Fino a quando dovrò sopportare tutte le sofferenze fisiche e morali che mi procura questo figlio handicappato? Fino a dove devo essere paziente davanti al brutto carattere e ai cattivi comportamenti di mio marito? Perché questi dolori, che mi risultano insopportabili? Interrogativi che, per molti, restano in sospeso. E allora si prendono delle decisioni sbagliate e tristi. "E’ meglio morire che stare a soffrire tanto", e da qui deriva il suicidio o l’eutanasia, che è un modo eufemistico di dire la stessa cosa. "Preferisco il divorzio piuttosto che continuare ad essere trattata ingiustamente", e ti separi, invece di cercare delle soluzioni alternative migliori, sebbene più esigenti, e soprattutto più cristiane. "Non vale la pena di continuare a credere. A che scopo?", e ti ribelli contro Dio, ed abbandoni la tua fede e la tua pratica cristiana, perché Dio non si adatta ai tuoi gusti, né si lascia manipolare dalla tua volontà. La fede non ci risolve questi interrogativi, ma ci aiuta a trovarne un senso, magari difficile, aspro nel perseguirlo, a volte addirittura eroico ma che ci fa recuperare in pieno noi stessi, Dio, il prossimo, i valori e il senso del tempo e dell’eternità.

 

 

LUNEDI’ 8 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

TU SEI FEDELE ALLA TUA ALLEANZA, O SIGNORE.

 

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ugo Canefri; Santa Eusebia.

Hanno detto: Anche i poveri hanno di che aiutarsi gli uni gli altri: uno può prestare le sue gambe allo zoppo, l'altro gli occhi al cieco per guidarlo, un altro ancora può visitare i malati. (Sant’Agostino)

Saggezza popolare: L'onestà è una veste trasparente. (proverbio Spagnolo)

Un aneddoto: Sir Thomas More era lord cancelliere di Enrico VIII, re d’Inghilterra. Quando questi volle separarsi dalla Chiesa di Roma e diventare capo della chiesa anglicana, sir Thomas si rifiutò di riconoscerlo tale. Per questo fu rinchiuso nella Torre di Londra. Resistette a tutte le suppliche degli amici e dei parenti. Alla moglie, che lo scongiurava di evitare la morte, un giorno chiese: “Abiurando, per quanti anni ancora potrò vivere e godere del favore del re?” “Trenta o quarant’anni ancora!”, rispose la moglie. Concluse il marito: “E per così pochi anni dovrei perdere l’eternità? E per il favore di un re, dovrei perdere la grazia di Dio? Non sia mai!”

Parola di Dio: Gn 1,1-2,1.11; Cantico da Gn 2,3-5.8; Lc. 10,25-37

 

1^ Lettura Gn 1, 1 - 2, 1. 11

Dal libro del profeta Giona

In quei giorni, fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola del Signore: "Alzati, và a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me". Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore. Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi. I marinai impauriti invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: "Che cos'hai così addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo". Quindi dissero fra di loro: "Venite, gettiamo le sorti per sapere per colpa di chi ci è capitata questa sciagura". Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Gli domandarono: "Spiegaci dunque per causa di chi abbiamo questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?". Egli rispose: "Sono Ebreo e venero il Signore Dio del cielo, il quale ha fatto il mare e la terra". Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: "Che cosa hai fatto?". Quegli uomini infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva il Signore, perché lo aveva loro raccontato. Essi gli dissero: "Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?". Infatti il mare infuriava sempre più. Egli disse loro: "Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia". Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano perché il mare andava sempre più crescendo contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero: "Signore, fa che noi non periamo a causa della vita di questo uomo e non imputarci il sangue innocente poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere". Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e fecero voti. Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto. Parola di Dio

 

"GIONA SI MISE IN CAMMINO PER FUGGIRE LONTANO DAL SIGNORE". (Gn. 1,3)

Qualche rispettabile testa fine leggendo il libro di Giona, magari con un sorrisetto di superiorità potrebbe dire : “Ecco una bella favola che andrebbe meglio in Mille e una notte che non nella Bibbia. Ma è una di quelle "favole" che sono talmente simili alla tua storia che non sai più se chiamarle "favole di un tempo andato" o istantanee del mio vivere". Giona riceve un incarico da Dio. Giona è un uomo giusto, buono, è anche disposto a fare il profeta, ma il profeta buono, calmo, che parla di Dio come di un Padre, che può fare il profeta tra gente rispettabile, seduto in poltrona tra amici, al massimo in una sinagoga. Invece Dio lo manda a Ninive: proprio nel posto più difficile, proprio a dover rischiare e per di più a "menar gramo", a dover parlare di "o conversione, o morte!" La strada allora è la fuga.

Dicevo "istantanea di vita presente": "Signore sono disposto a seguirti, ad amarti, a testimoniarti, ma fin che non è troppo difficile, poi non fa per me; manda un altro. Ed ecco la fuga. Ma si può fuggire al Signore, a chi si serve addirittura di una balena per "risputarti" nella tua realtà che diventa salvezza sia per te che per altri?

 

 

MARTEDI’ 9 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE CHE BUSSI ALLA MIA CASA: ENTRA!

 

Tra i santi ricordati oggi: Santi Dionigi e compagni; San Giovanni Leonardi.

Hanno detto: So che Gesù Cristo è presente nel mio cuore qualunque cosa io faccia, dovunque io vada, nella luce e nella gioia, nel dubbio e nell'oscurità. Egli è il cammino della verità e della vita fino alla fine del mondo. (Gisele Cassadeus)

Saggezza popolare: Pentirsi sul letto di morte è come seminare a San Martino (proverbio Scozzese)

Un aneddoto: Grazie al suo famoso humour, espressione della speranza cristiana e di una fede viva, sir Thomas More è riuscito a sdrammatizzare anche la sua morte. Salendo la vacillante scaletta del patibolo, esclama: “Per favore, messer Luogotenente, volete darmi una mano per farmi salire sicuro? Poi, per scendere, lasciate pure che mi arrangi da solo”. Incoraggia anche il carnefice: “Su, amico, fatti animo, e compi il tuo ufficio senza timore. Ma guarda che ho il collo piuttosto corto: perciò sta’ attento a colpire diritto, per non macchiare il tuo buon nome”.

Parola di Dio: Giona 3,1-10; Sal. 129; Lc. 10,38-42

 

Vangelo Lc 10, 38-42

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: "Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti". Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta ". Parola del Signore

 

“E UNA DONNA DI NOME MARTA LO ACCOLSE NELLA SUA CASA”. (Lc. 10,38)

Tutti abbiamo bisogno di casa, di famiglia, di comprensione, di amore. Specialmente noi, uomini e donne di quest’epoca così affannata, così sempre di corsa, dove se ti fermi un momento ti fanno sentire che stai perdendo il treno del lavoro, del successo, della carriera, del denaro…dove gli affetti sono ristretti in spazi di luogo e di tempo, dove addirittura le vacanze sono programmate, dove devi sperimentare tutto quello che i giorni feriali non ti permettono, rischiamo di diventare dei nevrotici che hanno tutto ma non gustano più niente e allora… quanto sarebbe bello trovare un luogo di pace profonda e vera, una casa accogliente e semplice, quanto sarebbe bello ritornare a degli affetti semplici ma genuini, che ti scaldino il cuore. Gesù trovava tutto questo a Betania la casa di Lazzaro, di Marta e di Maria. Lì poteva ritirarsi, fuori dalla grande città. Lì era sicuro di trovare affetto vero, amicizia consolante, ascolto attento, lontano dalle discussioni religiose che affannavano gli animi e non portavano un briciolo di fede. Lì Gesù trova e dà pace. Invita alla pace Marta, forse presa da un amore che rischiava di essere fatto prevalentemente di cose, lì Gesù dà il senso più profondo all’amicizia ridonando la vita a Lazzaro, lì Gesù riempie il cuore di Maria desideroso di Lui.

E se noi, tra le nostre corse quotidiane, accogliessimo Gesù in casa nostra, per dargli pace e ricevere la sua pace? Forse il bisogno di casa di famiglia di affetti non ha proprio in Lui la sua radice?

 

 

MERCOLEDI’ 10 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE!

 

Tra i santi ricordati oggi: San Francesco Borgia; San Bassiano.

Hanno detto: Il nome di Gesù è come l'olio che porta luce, che alimenta, che unge. Ogni cibo dell'anima è insipido se non è intriso di quest'olio. (San Bernardo)

Saggezza popolare: Quando parla il denaro, la verità sta zitta. (proverbio Russo)

Un aneddoto: S. Francesco Borgia giunse ad una casa dei Gesuiti a notte alta, quando tutti, compresi i novizi, si erano già coricati. Fuori nevicava e soffiava un forte vento di tramontana. Il santo bussò a lungo alla porta; ma nessuno lo sentì, perché i dormitori erano lontani. Il santo continuò a bussare, fino a notte tarda, quando finalmente un religioso corse ad aprire. Vedendo il padre Francesco, coperto di neve, tremare e battere i denti, gli chiese scusa. Ma egli con un sorriso rispose: “Se sapeste, fratello, com'era bello! Durante l'attesa mi immaginavo che fosse Gesù a tirarmi palle di neve e perciò in questa notte mi sono divertito un mondo con Dio.”

Parola di Dio: Gn 4,1-11;Sal. 85; Lc. 11,1-4

 

Vangelo Lc 11, 1-4

Dal vangelo secondo Luca

Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli". Ed egli disse loro: "Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione". Parola del Signore

 

“QUANDO PREGATE DITE: PADRE…” (Lc. 11,2)

Il luogo più giusto e più bello della rivelazione di Dio è la preghiera: non tanto la preghiera fatta di formule ripetute quanto quella preghiera che è dialogo confidente. Il centro della Buona notizia di Gesù è l’averci rivelato che Dio è Padre, buono e misericordioso ed ecco che quando Gesù ci insegna a pregare ci dice di partire proprio di lì dal riconoscere che stai parlando con un Padre e non un padre-padrone, non un padre-carabiniere, non un padre egoista, ma un padre buono che ha cura dei suoi figli, che lascia loro la libertà, che è pronto a riaccoglierli a braccia aperte se dopo una fuga vogliono tornare a casa, un Padre che ha mandato suo figlio a cercarci e a salvarci mentre noi eravamo peccatori, un Padre che ci rende tutti fratelli perché tutti “figli nel Figlio”. Se la mia preghiera parte dalla consapevolezza del Padre a cui mi rivolgo ecco allora che diventa preghiera confidente: a un Padre così posso dire tutto quello che ho nel cuore, posso chiedere per me e per gli altri, posso essere sicuro che mi ascolta e che a sua volta mi parla a volte esaudendo le mie richieste, a volte no perché la sua volontà è davvero il bene più grande che mi possa capitare; se contemplo il suo perdono riesco a capire che anch’io posso cominciare a seguire quella strada, riconosco le tentazioni e le vinco non con le mie povere forze ma con la sua forza. Quanto è importante quando prego, prima ancora di dire tante cose, sapere chi è Colui al quale parlo.

 

 

GIOVEDI’ 11 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

DEL TUO SPIRITO , SIGNORE, E’ PIENA LA TERRA.

 

Tra i santi ricordati oggi: Santa Placida; Sant’Alessandro Sauli.

Hanno detto: Colui che non sa cercare Dio ovunque rischia davvero di non riconoscerlo in nessun luogo. (Vladimir Ghika)

Saggezza popolare: Al povero risulta difficile vivere, al ricco morire. (proverbio Rumeno)

Un aneddoto: Un ragazzo passeggiava con il nonno lungo il ciglio di un viottolo, in aperta campagna. Osservando un campo di messi biondeggianti, incantato da quel mare d’oro, si stupì nel vedere che alcune spighe piegavano in giù il loro stelo, toccando quasi terra, mentre altre se ne stavano ben dritte e slanciate verso il cielo. Chiese al nonno la spiegazione di quello strano mistero. Il nonno colse due spighe: una ripiegata, l’altra diritta; stritolò la prima e disse: Vedi, quella ripiegata è carica di frutti. Poi tentò di sgranare l’altra e disse: Vedi, questa è vuota... Accade spesso così anche fra gli uomini, ragazzo mio: le teste leggere s’innalzano scioccamente al di sopra delle altre...

Parola di Dio: Ml. 3,13-20; Sal. 1; Lc. 11,5-13

 

Vangelo Lc 11, 5-13

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!". Parola del Signore

 

“IL PADRE VOSTRO DARA’ LO SPIRITO SANTO A QUANTI GLIELO CHIEDONO”. (Lc. 11,13)

Un giorno, dopo aver letto questo brano ad un gruppetto di giovani, uno di essi, il solito provocatore mi disse: “Non sono mica tanto d’accordo: io chiedo con insistenza e fede di superre l’esame di maturità oppure di non dover andare in ospedale per subire quella operazione e Gesù mi dice che il Padre mi dà lo Spirito santo, ho chiesto una cosa e ne ho ricevuta un'altra che per di più è così misteriosa che non so neppure a che cosa serva”. Noi quando chiediamo qualcosa pensiamo che questo sia il meglio per noi o per le persone per le quali chiediamo, ma non sempre succede così; potrebbe anche capitare che io possa chiedere una grazia che alla fine potrebbe risultare una disgrazia, ad esempio chiedo una vincita di denaro che poi porterebbe scompiglio e divisione nella mia famiglia. Se noi prima ancora di chiedere quella grazia determinata chiediamo e otteniamo il dono dello Spirito con il discernimento che esso ci porta sapremo poi chiedere cose giuste o per lo meno con la grazia dello Spirito ci metteremo nella disposizione serena giusta sia per poter accogliere il dono, sia per poter capire che è meglio affidarsi alla volontà di Dio che non può che essere buona per noi che non piuttosto volere dettare noi a Dio che cosa Egli debba fare.

 

 

VENERDI’ 12 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

DONACI, SIGNORE, IL TUO SPIRITO DI VERITA’.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Serafino; Sant’Edisto.

Hanno detto: Chi sa volare non deve buttare via le ali per solidarietà coi pedoni. Deve piuttosto insegnare a tutti il volo. (Don Milani).

Saggezza popolare: Le lacrime sono il lubrificante dei dispiaceri. (proverbio Portoghese)

Un aneddoto: Un uomo, preoccupato perché il suo matrimonio era in crisi, si recò a chiedere consiglio da un famoso maestro. Questi lo ascoltò e poi gli disse: “Devi imparare ad ascoltare tua moglie”. L’uomo prese a cuore questo consiglio e tornò dopo un mese per dire che aveva ascoltato ogni parola che la moglie dicesse. Il maestro gli disse sorridendo: “Ora torna a casa e ascolta ogni parola che non dice”.

Parola di Dio: Gl. 1,13-15; 2,1-2; Sal.9; Lc. 11,15-26

 

Vangelo Lc 11, 15-26

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: "E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni". Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: "Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima". Parola del Signore

 

“CHI NON E’ CON ME E’ CONTRO DI ME”. (Lc.11,23)

Davanti a certe esasperazioni religiose di cui siamo particolarmente testimoni in questo nostro tempo, può sembrarci troppo intransigente Gesù in questa affermazione, ma proviamo a riflettere un momento: Dio non ci ha amato per scherzo, suo Figlio ha donato la sua vita per noi sulla croce. Davanti ad un amore così totalitario non può esserci che una risposta totale, esclusiva. “Io sono una donna religiosa che prega ogni giorno” mi diceva una signora ma non aggiungeva che su indicazione di un mago (pagato a caro prezzo) pregava ogni giorno affinché alla nuora con quale c’era disaccordo venisse un bel malanno. Non si può amare Dio e andare a braccetto con ‘mammona’ o disinteressarsi totalmente del prossimo. L’intransigenza di Gesù non è per dividere il mondo in categorie né per farci diventare beceri estremisti, è per ricordarci che o scegliamo decisamente Lui e il suo Regno o automaticamente ce ne mettiamo fuori.

 

 

SABATO 13 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

MARIA, MADRE DI GESU’, INSEGNAMI LA STRADA DEI SI’.

 

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Edoardo.

Hanno detto: Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro.(Epicuro)

Saggezza popolare: Dio aiuta il marinaio durante la tempesta, ma il timoniere deve essere al posto suo. (proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Un giorno d’autunno un corvo parlava con una rondine al suo primo anno dì vita. Il corvo diceva: Vedo che ti prepari per un lungo viaggio. Dove te ne vai?

Rispose la rondine: Qui va facendosi sempre più freddo e potrei morire gelata. Me ne vado in un paese caldo. Il corvo sapientone sogghignò: Ricorda la tua origine. Sei nata qui appena due mesi fa e come fai a sapere che esiste un paese più caldo, che ti accoglierà durante il freddo che sopraggiungerà?

La rondine: Colui che mi mise in cuore il desiderio di un clima caldo non può sbagliare. Gli credo e me ne vo. E la rondine trovò quel che cercava. (R.Wurmbrand)

Parola di Dio: Gl.4,12-21; Sal.96; Lc. 11,27-28

 

Vangelo Lc 11, 27-28

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!". Parola del Signore

 

“BEATO IL VENTRE CHE TI HA PORTATO E IL SENO DA CUI HAI PRESO IL LATTE”. (Lc. 11,27)

Con Gesù gli elogi, i complimenti, non attaccano e quando pensi di averne azzeccata una giusta spesso capisci che Lui intende esattamente l’opposto. Una donna del popolo, forse entusiasmata dalla figura e dalla predicazione di Gesù, dice: “Fortunata sua madre ad avere un figlio del genere!”. Magari lo diceva perché suo figlio non era proprio uno stinco di santo, perché magari, secondo lei,  non aveva avuto la ‘fortuna’ di avere una famiglia ‘all’onor del mondo’. Gesù però le risponde: "La fortuna non è avere un 'figlio bravo", è essere fedeli a Dio!". La tua vita di padre, di educatore può anche essere un insuccesso e ne puoi essere dispiaciuto, ma se sei stato fedele a Dio e al tuo compito, tu per Dio puoi essere davvero beato. Secondo il vangelo non si è beati perché le cose vanno bene, perché economicamente non abbiamo grossi fastidi, perché mio figlio non è un drogato o un perdigiorno, perché i miei hanno fatto carriera… ma si può essere beati sempre se si cerca la volontà di Dio, se Dio è il nostro fine, la nostra unica "ricompensa". Maria è beata non tanto perché è la Madre di Dio, e per questo Dio l’ha colmata di ogni dono, Maria è beata anche ai piedi della croce quando il suo ‘figlio buono’ verrà considerato un pubblico bestemmiatore e ucciso con la massima ignominia, perché sia quando ha detto il suo sì all’angelo, sia ai piedi della croce, in mezzo alla sofferenza, cerca solo e sempre la volontà di Dio.

 

 

DOMENICA 14 OTTOBRE: XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE A TE, SIGNORE CHE SALVI.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Callisto; San Gaudenzio.

Hanno detto: Non basta che io ami Dio se il mio prossimo non lo ama. (Vincenzo de' Paoli)

Saggezza popolare: Non c'è corda abbastanza robusta per impiccare la verità. (proverbio Russo)

Un aneddoto: Un padre si adirò con suo figlio, per la sua pessima condotta. Fu costretto a cacciarlo di casa. Saputolo, un suo amico venne a pregarlo: “Ti devo chiedere un favore”. “Dì pure” - rispose il padre. “Riprendi a casa tuo figlio”. supplicò l’amico. E il padre: “Chiedimi qualche altra cosa.., perché a mio figlio, ho già perdonato tutto! L’ho già ripreso in casa. Non potevo vivere senza di lui!”.

Parola di Dio: 2Re5,14-17; Sal. 97; 2Tim.2,8-13; Lc. 17,11-19

 

Vangelo Lc 17, 11-19

Dal vangelo secondo Luca

Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: “Gesù maestro, abbi pietà di noi!”. Appena li vide, Gesù disse: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: “Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?”. E gli disse: “Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!”. Parola del Signore

 

“UNO DI LORO VEDENDOSI GUARITO, TORNO’ INDIETRO LODANDO DIO A GRAN VOCE”. (Lc. 17,15)

Tra le tante riflessioni che la Parola di Dio ci offre nell’odierna domenica, fermiamoci solo su un piccolo particolare: dieci lebbrosi guariti e uno solo, uno straniero, che sente il bisogno di “tornare indietro” per ringraziare. Provate a pensare alla parabola del figliol prodigo: quando questo ragazzo sente il bisogno di tornare a casa, da suo padre? Quando si rende conto della propria incapacità, stupidità a confronto con la bontà del Padre. E qui il samaritano torna indietro a dire grazie quando si accorge che lui era incapace di guarirsi, che qualcun altro lo ha guarito gratuitamente che prima ancora di una dichiarazione giuridica di guarigione che riammetta nella società c’è la gioia di poter dire grazie a uno che non ha guardato a te né come lebbroso, né come samaritano, ma ti ha amato e sanato gratuitamente come uomo. Tornò indietro. Quando scoprirò di essere stato risanato dalla misericordia di una parola che è passata nella mia vita, cosa farò? Tornerò indietro a rendere grazie a Colui che mi ha guarito oppure proverò anch’io, come agli altri nove, probabilmente giudei, un sentimento di “giustizia resa”: Era ora che il Signore mi facesse la grazia! Con tutto quello che ho fatto e faccio per lui… ?!

 

 

LUNEDI’ 15 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE GESU’ CHE POSSA VEDERTI E INCONTRARTI.

 

Tra i santi ricordati oggi: Santa Teresa di Gesù;Santa Aurelia di Strasburgo.

Hanno detto: La vera fraternità umana abita solo in cuori che riconoscono la paternità di Dio. (P. Grelot)

Saggezza popolare: Chi è sciocco si contenta di una promessa. (proverbio Polacco)

Un aneddoto: Scriveva il Cardinal Ballestrero:

Santa Teresa aveva la fortuna o la sfortuna, non so: dipende dai punti di vista di parlare con il Signore, di esserne interpellata, di essere fatta depositaria della sua volontà. Gesù diceva a Teresa: "Figlia mia, voglio questo". Teresa andava a riferirlo ai superiori, i quali a volte la pensavano diversamente e le imponevano di agire al contrario. Non per questo Teresa si turbava; né aveva titubanze di sorta: "Io so bene quello che devo fare: Tu, Signore, hai detto: chi ascolta voi, ascolta me. Nel sentire la voce tua posso essere un'illusa, nell'ascoltare la voce di chi mi parla in tuo nome non c'è pericolo di illusione. Abbi pazienza". Quando le imposero di aspergere con acqua santa il Signore che le appariva gli diceva: "Signore, perdonami, è per obbedire a chi ti rappresenta!"

Parola di Dio: Rm. 1,1-7; Sal. 97;Lc. 11,29-32

 

Vangelo Lc 11, 29-32

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: "Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. Quelli di Ninive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui". Parola del Signore

 

“NON LE SARA’ DATO ALCUN SEGNO FUORCHE’ IL SEGNO DI GIONA” (Lc. 11,29)

Coloro che ci propinano i vari programmi radio televisivi, le redazione dei giornali sanno benissimo che l’uomo di oggi, nonostante le tante affermazioni di concretismo e di materialismo, ha bisogno di qualcos’altro e, siccome non riesce ad arrivare a forme di vera spiritualità allora si accontenta di facile miracolismo. Sembra che Tv e giornali siano “religiosi” perché non c’è numero di rivista che non abbia qualche riferimento o ai miracoli di Padre Pio o ai misteri di qualche apparizione o a qualche santone o santona. Anche ai tempi di Gesù si guardava più all’apparenza che alla sostanza, anche a Lui continuamente chiedono segni, miracoli che comprovino quanto dice. Ma se Gesù alcuni miracoli li compie non è certo il maghetto di turno che conquista a colpi di bacchetta magica o agendo sulla credulonità della gente. Gesù dice: “Se non riuscite a credere alla mia persona allora vi rimane l’unico segno quello di Giona e cioè quello di convertirvi alla mia predicazione come è successo agli abitanti di Ninive alla sua predicazione, per evitare il disastro completo”. Sono convinto che i miracoli ci sono e sono quotidiani, senza bisogno di falsi sensazionalismi, basta avere occhi per leggerli nella nostra vita, nella natura, nella chiesa e nel mondo, ma se non riusciamo a vederli allora l’unica strada è quella di convertirci, cioè accogliere la predicazione di Gesù, lasciare che ci trasformi poco per volta in Lui, acquisteremo allora la capacità di vedere non solo i suoi segni ma soprattutto Lui nella sua pienezza.

 

 

MARTEDI’ 16 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

PURIFICAMI O SIGNORE, SARO PIU’ BIANCO DELLA NEVE.

 

Tra i santi ricordati oggi: Santa Edvige; Santa Margherita Maria Alacoque.

Hanno detto: Se fosse sufficiente crescere dal di fuori, un elefante potrebbe essere preside della facoltà di zoologia.(Pino Pellegrino)

Saggezza popolare: Non sono eguali nemmeno le dita di una mano. (proverbio Piemontese)

Un aneddoto: Coraggio, inseguito dalla Paura, cercò un rifugio per la notte. Bussò alla porta della Viltà, ma lei non gli aprì, dicendo che non lo conosceva. Bussò allora alla porta della Menzogna, ma lei non gli aprì, dicendo che non era in casa. Bussò infine alla porta della Pigrizia, ma lei non gli aprì, dicendo che era già a letto. Allora Coraggio si fece coraggio. Bussò alla porta della Volontà e lei gli aprì, dicendo di entrare. E quando al mattino uscirono fuori, la Paura, vedendoli insieme, si dileguò.

Parola di Dio: Rm. 1,16-25; Sal.18; Lc. 11,37-41

 

Vangelo Lc 11, 37-41

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: "Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo". Parola del Signore

 

“VOI FARISEI PURIFICATE L’ESTERNO DEL PIATTO MA IL VOSTRO INTERNO E’ PIENO DI RAPINA E DI INIQUITA’". (Lc. 11,39)

Gesù invita i farisei a passare da una religione di purità esteriore a una religione interiore di misericordia, di umiltà, di comunione. Il fariseo che ha invitato Gesù a casa sua si mette subito a giudicarlo, perché non si è lavato le mani prima del pasto. Per i farisei queste abluzioni erano importanti, perché considerate non come un gesto di igiene, ma come una garanzia di purità davanti a Dio. L'ospite di Gesù si stupisce, ma il Signore respinge questo concetto di religione e di purità e dichiara che non queste cose sono necessarie, ma la purezza interiore. Pulire l'esterno è facile, ma purificare il cuore non è possibile all’uomo. Bisogna accogliere la grazia di Dio, cioè rinunciare alla pretesa di salvarsi con le opere e mettersi con umiltà davanti a Lui, e contemporaneamente nella misericordia e nella benevolenza verso gli altri, perché Dio non dà la sua grazia se non a chi è disposto a far grazia agli altri. Gesù continua con una frase che non ci aspetteremmo in questo contesto: “Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà mondo”. Quando il cuore dell'uomo è rinnovato dalla conversione, diventa buono, generoso, passa da una religione di separazione a una religione di partecipazione, di dono, di comunione. Quando ci si lascia condurre da Dio verso una generosità sempre maggiore, si diventa veramente “mondi”, perché la vera purezza non è data dall'assenza del male, ma dal fuoco dell'amore. Dio è santo perché è Amore, perché è comunicazione. Dio accetta di comunicare anche con il peccatore, per trasformarlo con il suo amore. Dio vuol compiere in noi cose grandi e le compie se noi accogliamo la sua parola con fede, sapendo che essa è potenza di Dio, che ci libera dalla nostra impotenza.

 

 

MERCOLEDI’ 17 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI GIUDIZIO E’ TUO, O SIGNORE.

 

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Ignazio di Antiochia.

Hanno detto: Dopo Cristo apparentemente nulla è cambiato. Eppure la vita ha definitivamente assunto i colori della Speranza (lsabelle Parmentier).

Saggezza popolare:

Nessuno è così vecchio che possa vivere ancora un anno; e nessuno è così giovane che non possa morire oggi stesso. (proverbio Spagnolo)

Un aneddoto: Ignazio era vescovo d’Antiochia. Arrestato come capo dei cristiani, considerò un meraviglioso onore morire per Cristo e per il suo gregge. Per il processo fu inviato a Roma, sotto l’imperatore Traiano. Durante il viaggio, scriveva ai cristiani della capitale dell’impero, che attraverso raccomandazioni e amicizie si erano mossi per evitargli la pena di morte: Pregate per me, perché io sia cristiano, non solo a parole, ma anche a fatti. Non vogliate impedirmi d’essere, come tutti gli altri nostri fratelli, pasto alle belve nel Circo, perché solo così raggiungerò pienamente Dio. Sono frumento di Dio, disposto a farmi macinare dai denti dei leoni, pronto a diventare pane sacro, come Gesù, per la vita della Chiesa. Lasciatemi imitare la passione del mio Dio... Lasciatemi morire con il mio Amore crocifisso! E’ questo l’unico mio desiderio!

Arrivato a Roma, con altri cristiani, fu gettato nell’Arena, pasto delle bestie feroci, che lo divorarono completamente. Le poche ossa dure rimaste furono amorevolmente raccolte in un lino e inviate alla chiesa d’Antiochia, testimonianza mirabile del coraggioso pastore: vero discepolo di Gesù.

Parola di Dio: Rm.2,1-11; Sal. 61; Lc. 11,42-46

 

1^ Lettura Rm 2, 1-11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Sei inescusabile, chiunque tu sia, o uomo che giudichi; perché mentre giudichi gli altri, condanni te stesso; infatti, tu che giudichi, fai le medesime cose. Eppure noi sappiamo che il giudizio di Dio è secondo verità contro quelli che commettono tali cose. Pensi forse, o uomo che giudichi quelli che commettono tali azioni e intanto le fai tu stesso, di sfuggire al giudizio di Dio? O ti prendi gioco della ricchezza della sua bontà, della sua tolleranza e della sua pazienza, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione? Tu, però, con la tua durezza e il tuo cuore impenitente accumuli collera su di te per il giorno dell'ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio, il quale renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere di bene cercano gloria, onore e incorruttibilità; sdegno ed ira contro coloro che per ribellione resistono alla verità e obbediscono all'ingiustizia. Tribolazione e angoscia per ogni uomo che opera il male, per il Giudeo prima e poi per il Greco; gloria invece, onore e pace per chi opera il bene, per il Giudeo prima e poi per il Greco, perché presso Dio non c'è parzialità. Parola di Dio

 

“SEI INESCUSABILE, CHIUNQUE TU SIA, O UOMO CHE GIUDICHI; PERCHÉ MENTRE GIUDICHI GLI ALTRI, CONDANNI TE STESSO”. (Rm. 2,1)

E’ veramente un'illusione comune credersi giusti mentre si giudicano gli altri. Nelle cose esterne, materiali succede che se vediamo qualcuno che sbaglia noi abbiamo l'impressione che al suo posto faremmo meglio, anche in cose in cui magari non siamo competenti. E non pensiamo che un conto è giudicare, criticare e un conto è fare e che molto probabilmente noi che critichiamo faremmo molto peggio di chi è oggetto del nostro giudizio. Così capita in campo morale, spirituale. Vedendo compiere un'azione non giusta, pensiamo, anche senza dirlo esplicitamente, che noi, nella stessa situazione, faremmo la cosa giusta. E questo non è vero perché, al posto della persona che noi giudichiamo, noi, coi nostri difetti, eviteremmo forse l'errore che lei ha commesso, ma ne faremmo degli altri. San Paolo mette di fronte a questa situazione colui che giudica, dicendogli: “Tu che giudichi, fai le stesse cose”. Infatti chi giudica, anche se può evitare molte delle cose che critica, per il fatto stesso che giudica manca gravemente alla vera giustizia e, come dice Gesù, trascura la cosa più importanti, che è l'amore. Giudicando ci si separa dagli altri, ci si mette in una situazione di egoismo e di orgoglio. Anche se uno facesse tutto bene, gli manca la cosa fondamentale e non può piacere a Dio. Fare il bene consiste nel mettersi con gli altri, non nel separarsi da loro: chi pretende di essere buono e si separa dagli altri, per questo stesso fatto non lo è, anzi è più profondamente cattivo di chi pecca ma si pone in umiltà e semplicità a Dio.

 

 

GIOVEDI’ 18 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DALL’IPOCRISIA, O SIGNORE.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Luca;San Giusto di Susa.

Hanno detto: Sulla terra ci sono uomini che considerano le lacrime come cosa indegna di loro. E non sanno che essi sono indegni delle lacrime. (Hernest Hello)

Saggezza popolare: La settimana del lavoratore ha sette giorni, quella del pigro sette domani. (proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Da un racconto di Archibald Cronin: L’infermiera del distretto era una donna di una cinquantina d’anni, dal corpo robusto, dal viso segnato da rughe. Non bella, ma c’era una tale franchezza nel limpido sguardo dei suoi occhi grigi, che i suoi lineamenti, per quanto fossero comuni, ne erano illuminati. In tutti i casi difficili la sua presenza rassicurava la mia mancanza di pratica. Per vent’anni era stata sola a curare la gente della regione. Il suo compito era stato terribilmente duro: ogni giorno un giro di venti chilometri, senza parlare delle notti. Spesso ne ammiravo il coraggio, la pazienza, la severità e la gaiezza. La nota fondamentale del suo carattere sembrava essere un completo oblio di sé; non era mai troppo occupata per dire una parola di conforto, né troppo stanca per rispondere, di notte, ad un appello urgente. Beninteso, per quanto fosse adorata nel paese, il suo salario era dei più magri. Una sera, mentre prendeva il tè dopo un lavoro particolarmente spossante, mi azzardai a toccare questo argomento: Perché non vi fate pagare di più? - le chiesi - E’ ridicolo lavorare per così poco... Alzò leggermente le sopracciglia stupita, poi sorrise:- Ho quel che mi abbisogna per vivere - rispose. No - insistetti. -Dovreste guadagnare di più. Lo sa Dio se voi lo meritate. Ci fu un silenzio. Dottore - disse - se Dio sa che lo merito, che cosa chiedere di più? Per me questo solo conta. Queste parole per se stesse erano poca cosa, ma l’espressione dei suoi occhi diceva molto di più. Bruscamente fui illuminato, sentii la ricchezza della sua vita e, in confronto, il vuoto della mia.

Parola di Dio nella festa di San Luca: 2Tim. 4,9-17; Sal.144; Lc. 10,1-9

 

1^ Lettura 2 Tm 4, 10-17

Dalla seconda lettera a Timoteo

Carissimo, Dema mi ha abbandonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Efeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Troade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene. Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere; guardatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della nostra predicazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili. Parola di Dio 

 

“NELLA MIA PRIMA DIFESA IN TRIBUNALE NESSUNO MI HA ASSISTITO: TUTTI MI HANNO ABBANDONATO…SOLO LUCA E’ CON ME” (2Tim. 4,16. 11)

Penso all’amarezza nel cuore di San Paolo: ha dedicato la sua vita all’annuncio del Vangelo, ha dimostrato il suo amore alle comunità da lui fondate giocando la sua vita per loro, e al momento della prova … ecco il vuoto, gli rimane vicino solo Luca. Penso all’amarezza di predicatori e annunciatori del Vangelo che hanno dedicato tutta la loro vita al vangelo e alla gente e allo scoppio di uno scandalo, magari neppure provato, si trovano soli a dover affrontare prima le belve dei mass-media, poi i tribunali, le ingiustizie, l’essere bollati per tutta la vita… solo qualcuno rimane vicino e che grande forza e coraggio dà questo qualcuno! Gesù non ci ha nascosto le difficoltà, anzi proprio nel vangelo di oggi ci viene detto che siamo mandati come “agnelli in mezzo ai lupi” e sappiamo che cosa succede di solito ad un agnello in mezzo a lupi famelici… ma almeno la vicinanza e la comprensione degli amici! Prima di volgere le spalle, per paura di essere compromessi, prima di passare al gruppo di coloro che giudicano (anche senza sapere), guardiamo alla persona, rispettiamo la persona, guardiamo al positivo, aspettiamo un eventuale giudizio ma soprattutto offriamo solidarietà, quella che Gesù non solo non ha negato ma è venuto apposta a portare ai peccatori.

 

 

VENERDI’ 19 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

GESU’ MIO, IO CONFIDO IN TE.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Paolo della Croce; Santa Laura.

Hanno detto: Senza di te, Gesù, nasciamo solo per morire; con te, moriamo solo per rinascere. (M. De Unamuno)

Saggezza popolare: Il vino fermenta, la stupidità mai. (proverbio Russo)

Un aneddoto: Un giorno, un cardinale di Roma si recò a casa di San Camillo de Lellis e gli fece dire che desiderava vederlo, poiché tutti ne parlavano tanto bene. Ed il Santo della carità fece rispondere al cardinale: “Ditegli che sono occupato ad accogliere Gesù Cristo”. Stava ripulendo un malato.

Parola di Dio: Rm. 4,1-8;Sal.31;Lc.12,1-7

 

Vangelo Lc 12, 1-7

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, radunatesi migliaia di persone a tal punto  che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: "Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri". Parola del Signore

 

“GUARDATEVI DAL LIEVITO DEI FARISEI CHE E’ L’IPOCRISIA”. (Lc.12,1)

L'ipocrisia, cioè la volontà di apparire diversi da quello che siamo, secondo il Vangelo ha due moven­ti: il desiderio di essere creduti più santi, più buoni di quello che in realtà si è, oppure il desiderio di na­scondersi per sfuggire i pericoli. E la tattica dei deboli senza protezione, o dei forti che vogliono astutamente opprimere gli altri. La misericordia di Dio ci preserva da questo male con il suo perdono largo, generoso. Dio ci perdona a condizione che confessiamo le nostre colpe così come sono, senza voler sembrare migliori di quanto siamo. Se siamo semplici (e Gesù oggi nel Vangelo ci chiama proprio alla semplicità), andiamo incontro al nostro Padre con umiltà e abbiamo la sicurezza di essere perdonati dal suo amore. L'ipocrisia invece, derivando dall'orgoglio, fa da schermo fra noi e la misericordia divina e ci impedisce di riceverla. Quanto all'altro movente dell'ipocrisia - nascondersi per timore dei pericoli - Gesù ci dice che non dobbiamo temere, perché Dio ci protegge dai veri pericoli. Dobbiamo quindi essere fiduciosi, non nascondere niente, avere un unico timore: il timore di mancare di fede in lui.

 

 

SABATO 20 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

SIGNORE, VOGLIO CONOSCERE LA PAROLA CHE SALVA.

 

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Irene; San Leopardo di Osimo.

Hanno detto: Quando l'ossessione economica ha afferrato un uomo, non c'è più nulla di sacro, neanche la famiglia, neanche la religione.(don Primo Mazzolari)

Saggezza popolare: Con la legna promessa non si scalda la casa. (proverbio Russo)

Un aneddoto: Vedendo un giorno che san Benedetto non aveva esitato a colpire con una bacchetta un monaco recalcitrante, un amico gli chiese: "Padre, com'è possibile che un santo come te usi simili metodi?" "Amico, - gli rispose il santo - devi sapere che ci sono tre categorie di medici. Quelli di terza categoria tastano il polso dell'ammalato, gli prescrivono una medicina e poi se ne vanno disinteressandosi del loro paziente. Quelli di seconda categoria cercano di convincere il malato a far uso della medicina, anche se è amara. Quelli di prima categoria, quando vedono che il malato si ribella al  rimedio, non esitano a mettergli un ginocchio sul petto e a fargliela inghiottire." Con certe persone questo metodo è assolutamente necessario.

Parola di Dio: Rm. 4,13.16-18; Sal. 104; Lc. 12,8-12

 

Vangelo Lc 12, 8-12

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire". Parola del Signore

 

“CHIUNQUE MI RICONOSCERA’ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCHE IL FIGLIO DELL’UOMO LO RICONOSCERA’ DAVANTI AGLI ANGELI DI DIO”. (Lc. 12,8)

Oggi ci guida don Curtaz: Riconoscere Gesù: non è certo facile di questi tempi. Siamo schietti, per favore: essere cristiani cattolici è terribilmente fuori moda, non fa tendenza. Meglio, molto meglio, una vaga religiosità, una serie di esperienze new age e - soprattutto - un radicale atteggiamento liberale che ci rende molto politicamente corretti nei nostri distinguo per cui diciamo sempre. "Sì io sono cristiano, ma..." e giù con le eccezioni, i puntini sulle "i", gli occhielli alle "g", i trattini alle "t"... Attenti, amici, attenti a non vergognarvi del Signore davanti agli uomini, attenti a mettere la vostra sensibilità prima del vangelo, il giudizio dell'altro prima dell'amore ricevuto. Gesù è stato fin troppo chiaro, e questa pagina dobbiamo digerirla "sine glossa", senza troppi commenti: non vergogniamoci del vangelo, riconosciamo il figlio dell'uomo davanti agli uomini.  Certo, non tutto è chiaro, subito, l'una o l'altra verità di fede mi risultano difficili, inutili, eccessive, non capisco. Fidati, amico, lasciati condurre, lasciati portare per mano, datti del tempo per conoscere. Ahimè questa è nota dolentissima del nostro cattolicesimo contemporaneo: la testimonianza dei cristiani è debole perché non preparata, non pronta. Quanto tempo dedichiamo, al di là delle legittime devozioni, all'approfondimento della fede? Quanto alla lettura di qualche buon testo di studio sulla Parola? Non possiamo certo rendere ragione della speranza che è in noi se non la conosciamo! Poi, ovvio, verrà lo Spirito Santo, ma a tempi duri si richiedono motivazioni forti (non intransigenti) per dare testimonianza al Signore.

 

 

DOMENICA 21 OTTOBRE: XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Una scheggia di preghiera:

 

OGNI PALPITO DEL MIO CUORE SIA PER TE, MIO SIGNORE E MIO DIO.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Gaspare del bufalo; Santa Celina.

Hanno detto: Tutti i peccati del mondo, di qualunque specie siano, gettati nel seno della misericordia divina non sono che una scintilla di fuoco caduta nelle onde dell'oceano. (Sant’Alberto)

Saggezza popolare: Chi ha più torto, grida più forte. (proverbio Piemontese)

Un aneddoto: S. Giovanni Gualberto, fondatore dell’Abbazia di Vallombrosa, quando era giovane cavaliere, non ancora santo, giurò vendetta contro colui, che gli aveva ucciso il fratello. Accompagnato da una squadra armata, il giorno del Venerdì Santo, incontrò il suo nemico in una viuzza di Firenze.Non c’era più scampo. Il nemico allora si inginocchiò e nel nome di Cristo crocifisso chiese pietà. Giovanni non ne volle sapere, perché l’offesa richiedeva giustizia. S’avventò sulla vittima. Questa, gettate le armi, si lasciò cadere a terra con le braccia distese a forma di croce, aspettando il colpo fatale. La vista di quella croce folgorò Giovanni, che, messo da parte ogni pensiero d’odio e di giusta vendetta, abbracciò il nemico e con lui visse in pace per tutta la vita.

Parola di Dio: Es. 17,8-13; Sal. 120; 2Tim. 3,14-4,2; Lc. 18,1-8

 

Vangelo Lc 18, 1-8

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: “C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”. E il Signore soggiunse: “Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?". Parola del Signore

 

“GESÙ DISSE AI SUOI DISCEPOLI UNA PARABOLA SULLA NECESSITÀ DI PREGARE SEMPRE”. (Lc. 18,1)

Quante idee diverse e confuse sulla preghiera. Da chi la definisce inutile a chi la fa consistere in un chilometrico rincorrersi di parole. Gesù intanto ci dice chiaramente che essa non è un hobby o un riempitivo per chi ha tempo: è necessaria come il pane quotidiano. Di essa non puoi fare a meno, se no rischi di morire di fame e di inedia. Ma come pregare? Ci sono formule particolari per pregare?

Provate a chiedere a due innamorati se hanno formule fisse per comunicare! Si comunica con gesti, pensieri, parole, atteggiamenti, cortesie... Se non sei un formalista, ma sei innamorato di Dio, davvero la tua vita diventa preghiera continua. Sentirai il bisogno di dirgli grazie, di chiedere aiuto o perdono, di lodare, di agire, di dimostrare che vuoi bene; non cercherai più la formula, ma l’amato.

 

 

LUNEDI’ 22 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

CREDO IN UN SOLO DIO.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Filippo di Eraclea; San Donato di Fiesole.

Hanno detto: Il santo dà una mano al peccatore, e il peccatore dà una mano al santo. E dandosi la mano l'un l'altro risaliranno fino a Gesù. Non è un vero cristiano colui che non dà la propria mano. (Charles Peguy)            

Saggezza popolare: Ogni notte all'alba finisce. (proverbio Persiano)

Un aneddoto: I primi cristiani trascrivevano il vangelo rispettosamente, lo portavano su di sé e lo volevano anche nella tomba. La "passione di S. Filippo Vescovo di Eraclea", che è ricordato tra i martiri nel calendario di oggi, narra che durante la persecuzione di Diocleziano, il giudice volle costringere un gruppo di martiri a gettare il Vangelo sulle fiamme. "Crudele inquisitore - gli rispose uno di essi se anche riuscissi a impadronirti di tutte le nostre Scritture in modo da non lasciarne traccia, i nostri figli le troverebbero ancora impresse nei loro cuori. Strappa, se puoi, questo Vangelo interiore scritto nelle nostre anime!"

Parola di Dio: Rm. 4,20-25; Cantico da Lc. 1,69-75;Lc. 12,13-21

 

Vangelo Lc 12, 13-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: "Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità". Ma egli rispose: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?". E disse loro: "Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni". Disse poi una parabola: "La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio". Parola del Signore

 

“LA CAMPAGNA DI UN UOMO RICCO AVEVA DATO UN BUON RACCOLTO…” (Lc. 12,16)

In che cosa consiste la stoltezza di questo uomo che accumula ricchezze? La stoltezza non sono le ricchezze. Dio ha fatto bene tutte le cose. Quando Dio ci mette nelle mani doni di intelligenza, di sapienza, di bontà e anche quando con estrema prodigalità ci dona le cose, gli affetti, non è un male, ma un dono! La stoltezza non sta neppure nel modo di ragionare di quest’uomo: prevede un buon raccolto e pensa di utilizzarlo al meglio: è uno che sa usare bene la propria intelligenza! Quest’uomo non fa che comportarsi ‘naturalmente’ anche quando desidera avere del tempo di pace, di riposa, di mancanza di difficoltà… L’errore, la stoltezza sta nella motivazione e nelle scelte. E’ un uomo che agisce pensando solo alle cose e a se stesso: non esistono gli altri se non per sfruttarli e soprattutto non esiste Dio: tutto dipende da me! E’ l’errore di prospettiva di molti uomini. Il male non sta nelle cose, il male non è usare della propria intelligenza, il male è sentirsi unici artefici di se stessi, è pensare che Dio non ci sia, o sia latitante. In fondo il peccato è quello di ateismo e di idolatria, è quello di adorare se stessi e le cose che passano mettendo da parte Dio che è eterno, è scegliere per se stessi la finitezza invece dell’eternità.

 

 

MARTEDI’ 23 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

GRAZIE, SIGNORE, PER LA TUA MISERICORDIA.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Giovanni da Capestrano; Santa Caterina di Bosnia.

Hanno detto: L'amore entra da Dio senza essere annunciato: intelletto e acutezza fanno a lungo anticamera. (Angelo Silesio)

Saggezza popolare: Non sciupare legna anche se stai vicino ad un bosco. (proverbio Orientale)

Un aneddoto: Quando nel 1450 avvenne la prima solenne traslazione della salma, fu rinvenuta la lingua di Bonaventura “integra, fresca e rubiconda” mentre il resto del corpo era ridotto in ossa e cenere. Questo fatto fu commentato come un segno di predilezione divina per il santo religioso che aveva in vita tanto bene scritto, parlato, predicato le lodi di Dio.

Parola di Dio: Rm. 5,12-15.17-21; Sal. 39; Lc. 12,35-38

 

1^ Lettura Rm 5, 12. 15. 17-19. 20-21

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato.  Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo morirono tutti, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini.  Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l'abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che da vita.  Similmente, come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.  La legge poi sopraggiunse a dare piena coscienza della caduta, ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia, perché come il peccato aveva regnato con la morte, così regni anche la grazia con la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. Parola di Dio

 

“DOVE È ABBONDATO IL PECCATO, HA SOVRABBONDATO LA GRAZIA”. (Rm. 5,20)

Nella celebrazione della notte di Pasqua, proprio nel grande canto di lode per la risurrezione si dice una frase che, a prima vista sembra una apparente bestemmia: “Felice la colpa che meritò un così grande Redentore”, quasi a lodare che ci sia stato un peccato per poter vedere la grazia del suo perdono. S. Paolo scrivendo la frase che meditiamo oggi pensava certamente al peccato di Adamo, a tutti quelli successivi e alla redenzione operata da Gesù, ma probabilmente pensava anche a se stesso, a come, legato alla legge e al formalismo farisaico era stato peccatore, persecutore dei cristiani. Ma Gesù, proprio dal suo peccato lo aveva salvato. E pensava anche a come la Grazia della salvezza lo aveva trasformato, aveva operato in lui, dandogli forza, rendendolo apostolo delle genti. Se ciascuno di noi pensa alla propria storia non può fare a meno di rimanere meravigliato al vedere come il Signore ci vuol bene, nonostante il nostro peccato, e come opera in noi e attraverso noi, nonostante noi. E se ancora oggi ti riscopri povero e peccatore, non perdere la fiducia, il Dio dell’amore e della misericordia è proprio li che ti viene a cercare per fare sovrabbondare in te la sua grazia.

 

 

MERCOLEDI’ 24 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

LA TUA VOLONTA’, O SIGNORE, E’ IL MIO BENE!

 

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Antonio Maria Claret;Santi Gilberto, Petronilla e Ponzia.

Hanno detto:

La Chiesa chiama giorni di festa tutti i giorni, benché siamo ancora in questo mondo, perché suppone che il cristiano sia già in possesso della vita eterna. (Hello).

Saggezza popolare: La mano che fa dondolare la culla, regge il mondo. (proverbio Spagnolo)

Un aneddoto: Un giorno un fraticello di poca cultura e di malferma salute disse al dotto e santo Bonaventura: Padre, quanto invidio quelli che sono sani e intelligenti! Possono amare molto di più di me il Buon Dio! Rispose il santo: Ti sbagli, fratello mio. Dio è amore e tutti, anche i più semplici, lo possono amare perdutamente. Anzi, spesso, chi non ha salute ed erudizione, può avere per Dio un amore più forte e più puro. Davanti a questa verità il povero fratello scoppiò in salti di gioia, aprì la porta del convento e si mise a gridare a squarciagola: Ascoltatemi: vi dico una cosa stupenda che padre Bonaventura m’ha assicurata: anche noi che siamo poveri, vecchi, ignoranti e malati, possiamo capire, gustare e ricambiare profondamente l’amore di Dio!

Parola di Dio: Rm. 6,12-18; Sal. 123;Lc. 12,39-48

 

Vangelo Lc 12, 39-48

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate". Allora Pietro disse: "Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?". Il Signore rispose: "Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Parola del Signore

 

“TENETEVI PRONTI” (Lc. 12,40)

Perché Gesù parla così spesso di vigilanza, perché ci invita a saper leggere i segni dei nostri tempi? Non è per metterci paura della morte o del ritorno di un ‘padrone’ sempre disposto a dare botte e punire. Essere vigilanti serve soprattutto a noi per non perderci il senso della vita, per non lasciarci vivere dalle cose e dagli avvenimenti, per ricordarci in continuazione un progetto di Dio che ci invita a guardare alle cose e alla vita non solo con gli occhi del materialismo, ma con la fede in colui che apre la nostra vita alla prospettiva dell’eternità. Non è la paura quella che deve guidare i cristiani, non è neanche l’apprensione di vivere nella legge del Signore, del non commettere peccati, è invece cercare con l’aiuto dello Spirito Santo di comprendere la volontà di Dio su di noi e sugli avvenimenti e le cose ed è anche, per chi ha maggiori responsabilità, quella di aiutare gli altri a scoprire questa volontà che, siccome viene da un Dio che ci ama, è sempre a nostro favore, anche se certe volte è difficile da comprendere.

 

 

GIOVEDI’ 25 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

IL TUO AMORE CI RIEMPIE DI ENTUSIASMO E DI GIOIA.

 

Tra i santi ricordati oggi: Santa Daria; San Bonifacio I.

Hanno detto: Nessuno potrà capire adeguatamente il Crocifisso se non penetra nel suo cuore. (Pio XII)

Saggezza popolare: Sono molti i predicatori che ascoltano se stessi. (proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Maria Domenica Mazzarello, mentre faceva la via crucis si fermò di fronte alla stazione del Cireneo: "Se ci fossi stata io, lì - pensava - sarei corsa ad aiutarlo! Ma non c'ero". Poi pensò: "Ma il Signore, non è anche nelle mie suore stanche e malate?". Lasciò la via crucis e andò in infermeria.

Parola di Dio: Rm. 6, 19-23; Sal. 1; Lc. 12,49-53

 

Vangelo Lc 12, 49-53

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera". Parola del Signore

 

"SONO VENUTO A PORTARE IL FUOCO SULLA TERRA; E COME VORREI CHE FOSSE GIÀ ACCESO!". (Lc. 12.49)

Guida la nostra riflessione Chiara Lubich: Gesù ci dona lo Spirito. Ma in che modo lo Spirito Santo agisce?

Lo fa diffondendo in noi l'amore. Quell'amore che noi, per suo desiderio, dobbiamo mantener acceso nei nostri cuori. E com'è questo amore? Non è terreno, limitato; è amore evangelico. E' universale come quello del Padre celeste che manda pioggia e sole su tutti, sui buoni e sui cattivi, inclusi i nemici. E' un amore che non attende nulla dagli altri, ma ha sempre l'iniziativa, ama per primo. E' un amore che si fa uno con ogni persona: soffre con lei, gode con lei, si preoccupa con lei, spera con lei. E lo fa, se occorre, concretamente, a fatti. Un amore quindi non semplicemente sentimentale, non di sole parole. Un amore per il quale si ama Cristo nel fratello e nella sorella, ricordando quel suo: "L'avete fatto a me". E' un amore ancora che tende alla reciprocità, a realizzare, con gli altri, l'amore reciproco. E' quest'amore che, essendo espressione visibile, concreta della nostra vita evangelica, sottolinea e avvalora la parola che poi potremo e dovremo offrire per evangelizzare. L'amore è come un fuoco, l'importante è che rimanga acceso. E, perché ciò sia, occorre bruciare sempre qualcosa. Anzitutto il nostro io egoista, e lo si fa perché, amando, si è tutti protesi verso l'altro: o Dio, compiendo la sua volontà, o il prossimo, aiutandolo. Un fuoco acceso, anche piccolo, se alimentato, può divenire un grande incendio. Quell'incendio di amore, di pace, di fraternità universale che Gesù ha portato sulla terra.

 

 

VENERDI’ 26 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

TU SOLO, O SIGNORE, PUOI VINCERE IL MALE CON LA NOSTRA DEBOLEZZA

 

Tra i santi ricordati oggi: San Floro; Sant’Evaristo.

Hanno detto: Non si deve tanto combattere per conquistare la vittoria sul nemico, quanto vincere l'inimicizia e conquistare la pace.(Lanza del Vasto)

Saggezza popolare: Come ai fiori è necessario il sole, come ai pesci è necessaria l'acqua, così ai figli è necessario il sorriso della mamma. (saggezza Orientale)

Un aneddoto: Due uomini, seduti sotto un albero, osservavano la campagna circostante, piatta e arsa dalla calura. Uno dei due, dallo sguardo duro e superbo, disse: Che noia questo paesaggio tutto così uguale! Possiedo un puledro veloce; andrò a fare un viaggio per scoprire le meraviglie del mondo. L’altro uomo, minuto, tranquillo, sembrava pago di quella sosta e sorrideva con dolcezza guardando la pianura monotona. Anch’io ho un cavallo veloce. Farò dieci, venti, cento viaggi. I due proposero di trovarsi dopo un anno sotto quell’albero, per raccontarsi le loro esperienze. Così avvenne. Parlò per primo l’uomo dallo sguardo altero. Ho visto il mare infinito, le montagne che toccano le nuvole, le selve dalle ombre azzurre. Ho conosciuto uomini scaltri che mi hanno insegnato a guadagnare molto denaro. Ora sono ricco e potrò viaggiare sempre di più. E tu?

Parola di Dio: Rm 7,18-25; Sal. 118; Lc. 12,54-59

 

1^ Lettura Rm 7, 18-25

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. Trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Parola di Dio

 

“C’È IN ME IL DESIDERIO DEL BENE, MA NON LA CAPACITÀ DI ATTUARLO”. (Rm. 7,18)

S. Paolo sa leggere dentro se stesso e constata una realtà che, se ci pensiamo bene, è tipica di ciascuno di noi. Dentro di noi c’è il bene e il male. Spesso riusciamo a capire che cosa è il bene e lo desideriamo ma poi ci scopriamo anche tentati dal male e questo ci attira e noi cediamo. Una riflessione del genere, esasperata, potrebbe portare allo scoraggiamento o a mettere in crisi addirittura il nostro concetto di libertà. S. Paolo risponde così: l’unica strada per capire, comprendere e vivere il grande dono della libertà, è quella di riconoscere la tua incapacità a salvarti, a liberarti da solo, ed è quella di riconoscere la possibilità di uscire da noi stessi affidandoci a Dio. Paolo ci dice: per essere veramente libero accetta di essere schiavo di Dio e Lui ti renderà creatura nuova capace, con la sua forza, di realizzare te stesso e di vincere il male.

 

 

SABATO 27 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

LIBERACI DAL MALE, DA OGNI MALE E DAL MALIGNO.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Ciriaco; San Frumenzio.

Hanno detto: Ho detto alla vita: "Vorrei sentire parlare la morte" e la Vita alzò un po' la voce e disse: "La stai ascoltando in questo istante". (Gibran)

Saggezza popolare: Parole d'oro sono spesso seguite da atti di piombo. (proverbio Olandese)

Un aneddoto: Quando un mendicante si accorse che tutti gli uomini e le cose avevano un nome ed egli no, capì di essere infelice e provò a darsene uno. Ma nessun nome gli stava bene. Un giorno, chinatosi a bere ad un torrente, dall’altra sponda qualcuno lo chiamò: “Fratello, hai del pane?” Egli buttò il pane di là dell’acqua, poi camminando ripeté tra sé quel nome: fratello! Quando vennero le stelle e i lumi brillarono alle finestre delle case, il mendicante bussò ad una porta: “Chi sei?” gli fu chiesto. Rispose:“Il fratello”. E la porta gli fu aperta. Aveva finalmente trovato il proprio nome. (Renzo Pezzani)

Parola di Dio: Rm. 8,1-11; Sal. 23; Lc. 13,1-9

 

Vangelo Lc 13, 1-9

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: "Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo". Disse anche questa parabola: "Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora questo anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai". Parola del Signore

 

“SE NON VI CONVERTIRETE, PERIRETE TUTTI ALLO STESSO MODO”. (Lc. 13,5)

Siccome il male non ci piace, è contrario ad ogni nostra esigenza di vita, allora cerchiamo sempre delle motivazioni per giustificarne la presenza e l’azione: se quella cosa è andata male, ecco subito cerchiamo un colpevole a cui affidarne la responsabilità, e qualche volta è vero che il male sia conseguenza di persone o di scelte sbagliate. Ma ci sono dei mali inspiegabili: perché muore il giusto? Perché quell’incidente non voluto, non provocato, ha ucciso quel giovane? Perché il terremoto ha fatto piazza pulita di migliaia di persone e ha messo in sofferenza tantissimi altri? Gesù non dà una risposta diretta a questi interrogativi ma nell’invitarci alla conversione ci aiuta a trovarne la chiave di lettura: è solo quando l’uomo, smettendo di pensare di voler trovare da solo delle risposte impossibili, ritrova la strada di Dio ritrova anche il senso del bene e del male, e li ritrova scoprendo una volontà di Dio che vuole il nostro bene, che non ci è avversa, che accetta la presenza del male ma che alla fine dal male sa trarre il bene. In una parola: come è successo a Gesù.

 

 

DOMENICA 28 OTTOBRE: XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C

Una scheggia di preghiera:

 

O DIO, ABBI PIETA’ DI ME PECCATORE.

 

Tra i santi ricordati oggi: Santi Simone e Giuda; San Ferruccio.

Hanno detto: Lasciate che il demonio bussi e strepiti alla porta del vostro cuore, presentandovi mille immagini e pensieri pericolosi. Dal momento che può entrare solo dalla porta del consenso, tenetela ben chiusa e siate in pace (Francesco di Sales)

Saggezza popolare: Un uomo che si occupa nel modo giusto della propria famiglia non può diventare ricco. (proverbio Navajo)

Un aneddoto: In un giardino ricco di fiori di ogni specie, cresceva, proprio nel centro, una pianta senza nome. Era robusta, ma sgraziata, con dei fiori stopposi e senza profumo. Per le altre piante nobili del giardino era né più né meno una erbaccia e non gli rivolgevano la parola. Ma la pianta senza nome aveva un cuore pieno di bontà e di ideali, e non si perdeva un solo raggio di sole. Se li beveva tutti uno dopo l’altro. Trasformava tutta la luce del sole in forza vitale, in zuccheri, in linfa. Tanto che, dopo un po’, il suo fusto che prima era rachitico e debole, era diventato uno stupendo fusto robusto, diritto, alto più di due metri. Le piante del giardino cominciarono a considerarlo con rispetto, e anche con un po’ d’invidia. “Quello spilungone è un po’ matto”, bisbigliavano dalie e margherite. La pianta senza nome non ci badava. Aveva un progetto. Se il sole si muoveva nel cielo, lei l’avrebbe seguito per non abbandonarlo un istante. Non poteva certo sradicarsi dalla terra, ma poteva costringere il suo fusto a girare all’unisono con il sole. Così non si sarebbero lasciati mai. Le prime ad accorgersene furono le ortensie che, come tutti sanno, sono pettegole e comari. “Si è innamorato del sole”, cominciarono a propagare ai quattro venti. La meraviglia toccò il culmine quando in cima al fusto della pianta senza nome sbocciò un magnifico fiore che assomigliava in modo straordinario proprio al sole. Era grande, tondo, con una raggiera di petali gialli, di un bel giallo dorato, caldo, bonario. E quel faccione, secondo la sua abitudine, continuava a seguire il sole, nella sua camminata per il cielo. Così i garofani gli misero nome “girasole”. “Perché guardi sempre in aria? Perché non ci degni di uno sguardo? Eppure siamo piante, come te”, gridarono le bocche di leone per farsi sentire. “Amici”, rispose il girasole, “sono felice di vivere con voi, ma io amo il sole. Esso è la mia vita e non posso staccare gli occhi da lui. Lo seguo nel suo cammino. Lo amo tanto che sento già di assomigliargli un po’. Che ci volete fare? il sole è la mia vita e io vivo per lui...”.

Parola di Dio: Sir. 35,12-14.16-18; Sal. 33; 2Tim. 4, 6-8. 16-18; Lc. 18.9-14

 

Vangelo Lc 18, 9-14

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. Parola del Signore

 

“GESU’ DISSE ANCORA QUESTA PARABOLA”. (Lc. 18,9)

Ecco ancora una parabola con delle contrapposizioni.

Sono simpatici questi due tipi che oggi vanno nel tempio a pregare Dio! Uno, tutto fiero, racconta al Signore tutto il bene che fa e quello che vale… l’altro non racconta niente, perché sa che non fa niente di buono e quindi non può nemmeno accostarsi a Dio, è già tanto che è lì perché quello non è posto per lui!

Il fariseo comincia le lodi del mattino: Io faccio questo, io sono così, io qui, io là… io, io, io… non vede e non sente altro. Si accorge che c’è un altro ma gli serve solo per sentirsi più fiero di sé. Lui non ha niente a che spartire con quella gente lì. Il pubblicano non fa le lodi di sé ma si presenta come è: uno che non merita niente perché è peccatore. Parola difficile questa! Che significa peccatore? Uno che sbaglia? No. Uno che scambia il bene per male e il male per bene. Il fariseo non si sente peccatore, ma lo è anche lui; e questo è il suo peccato: pensare di essere giusto quando invece non lo è. Per lui essere giusto significa: stare in piedi e fare le preghiere, pagare la decima, digiunare… fare tante cose buone insomma, ma quello che gli manca è la cosa principale: il cuore! È uno che disprezza gli altri, e si crede tutto lui. Questo è il suo peccato. Dio vuole bene a tutti perché siamo suoi figli, mica perché siamo bravi. Peccatori lo saremo ancora, ma quello che conta è che siamo umili, cioè capaci di riconoscere che abbiamo bisogno di Lui per distinguere il bene dal male.

 

 

LUNEDI’ 29 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

TU HAI FATTO BENE OGNI COSA, O SIGNORE.

 

Tra i santi ricordati oggi: Santa Ermelinda; Sant’Abramo da Rostov.

Hanno detto: Cerca di diventare non un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore. (Albert Einstein)

Saggezza popolare:

Quando una persona che non ti ha mai fatto complimenti scopre d'un tratto tutte le tue qualità, o vuole ingannarti o vuole qualcosa da te. (proverbio Spagnolo)

Un aneddoto: Come letto nel numero 5 di "Presenza Cristiana 1989" vi riporto questo fatto intitolato: " I funerali della Parrocchia".

Le aveva esperimentate tutte il parroco per portare i suoi fedeli alle sacre celebrazioni. Niente da fare: la sua chiesa restava quasi vuota. E ne soffriva. Finché un'idea gli è sembrata piuttosto originale. Fece stampare nei giornali, nella pagina dei lutti, la solita croce con questo messaggio: "Dopo lunga e grave malattia è morta la nostra parrocchia. I funerali si svolgeranno domenica prossima alle 11,00 nella chiesa parrocchiale". Furono in molti a leggerlo, e piuttosto con stupore. La curiosità poi ha fatto il resto: alle 10,30 di domenica in chiesa non c’era più un posto a sedere. E prima di iniziare la funzione, il parroco chiese a tutti i fedeli di avvicinarsi pian piano alla bara per vedere l'ultima volta la parrocchia morta. Poi la gente doveva uscire di chiesa dalle porte laterali, quindi decidere: o rientrare per le porte principali o tornare a casa. E così avvenne: ognuno si avvicinò in silenzio alla cassa, guardò dentro, uscì di chiesa e di nuovo questa si riempì. Solo alcuni tornarono a casa. Cos'era accaduto? Ognuno ha visto se stesso nello specchio sistemato dentro la bara e ha capito. Così la parrocchia tornò a vivere, perché la gente si rese conto che la chiesa erano le persone e aveva bisogno della loro presenza reale.

Parola di Dio: Rm. 8, 12-17; Sal. 67; Lc. 13,10-17

 

Vangelo Lc 13, 10-17

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: "Donna, sei libera dalla tua infermità", e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato". Il Signore replicò: "Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?". Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parola del Signore

 

“IL CAPO DELLA SINAGOGA DISSE: CI SONO SEI GIORNI IN CUI SI DEVE LAVORARE: IN QUELLI VENITE A FARVI CURARE E NON DI SABATO”. (Lc. 13.14)

Forse perché anch’io faccio parte della categoria e quindi corro il rischio di comportarmi cosi, ma questo capo della sinagoga mi sembra a certi preti che dopo aver per anni predicato contro il male, il diavolo, il peccato, quando poi qualcuno si avvicina loro per chiedere una benedizioni si mettono a guardarti dall’alto in basso e ti dicono che sei solo un superstizioso o altri che davanti a persone che pensano di lodare il Signore perché hanno letto un determinato fatto come un dono o un ‘Miracolo’, subito tarpano ogni entusiasmo con la preoccupazione di difendere Dio dall’essere preso per un facitore di opere portentose. Gesù riporta le cose alla loro realtà: prima di tutto è importante la persona (Dio fa sempre questa scelta). Le norme vanno bene ma se c’è un progetto e per di più anche in questo caso esse sottostanno sempre al bene delle persone. Non è questione di vedere facili miracoli ovunque come non è il caso di vedere diavoli dappertutto, ma il bene e il male ci sono e Dio può operare il bene dove, quando e come vuole senza la necessità che qualunque autorità terrena si arroghi il compito di limitarlo o indirizzarlo.

 

 

MARTEDI’ 30 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

CHE LA TUA CHIESA SIA FERMENTO D’AMORE, O SIGNORE.

 

Tra i santi ricordati oggi: Sant’Alfonso Rodriguez; San Germano di Capua.

Hanno detto: Al peccato che è caduta, risponde l'Amore che è discesa. E la misericordia di Dio discende sempre più in basso di quanto non cada la miseria dell'uomo. (Gustave Thibon)

Saggezza popolare: Il neutrale vuol camminare sulle uova senza romperle. (proverbio Tedesco)

Un aneddoto: Ero convinto di possedere una grande carità nel giudicare gli altri quando un giorno, camminando sulle rive di un fiume, vidi un uomo sdraiato accanto a una donna e, vicino a loro, un fiasco di vino. Mi dissi: “Se solo potessi ricondurre quell’uomo sulla retta via…” In quel momento vidi un battello che colava a picco e sette persone dibattersi disperatamente nell’acqua. L’uomo si gettò subito nel fiume e riuscì a condurre a riva sei dei sette passeggeri. Poi si rivolse a me: “Hasan, se sei migliore di me, in nome di Dio salva almeno l’ultimo passeggero!” Ma io ero come paralizzato. Allora, come se avesse intuito quel che mi passava nell’animo, quel tale gridò guardandomi negli occhi: “Quella donna è mia sorella. E quel fiasco non contiene che acqua di sorgente. Ecco come tu giudichi! Ecco quello che sei!” Mi gettai ai suoi piedi piangendo: “O tu che ne hai salvato sei su sette, salva anche me che sto piangendo nel mare dell’orgoglio camuffato da carità.” L’uomo rispose: “Dio ti aiuti!”.

Parola di Dio: Rm. 8,18-25; Sal. 125; Lc. 13,18-21

 

Vangelo Lc 13, 18-21

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, diceva Gesù: "A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami". E ancora: "A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata". Parola del Signore

 

“A CHE COSA RASSOMIGLIERO’ IL REGNO DI DIO? E’ SIMILE AL LIEVITO CHE UNA DONNA HA PRESO E NASCOSTO IN TRE STAIA DI FARINA, FINCHE’ FERMENTI TUTTA”. (Lc. 13,20-21)

Vi ripropongo una riflessione già offerta in altra occasione ma che mi sembra particolarmente significativa. Mi sono chiesto tante volte chi o che cosa sia il lievito di cui parla Gesù. Vi offro alcune mie conclusioni. Nel mondo ci sono due tipi di lievito, quello del bene e quello del male. Il lievito del male è un intruglio terribile, un terrificante composto di tante cose negative. Sembra davvero venir fuori dal pentolone di una strega. In esso c’è una quantità enorme di egoismo, ci sono la sporcizia del danaro, gli intrallazzi del potere, le maschere del successo, la cattiveria, l’odio, la distorsione della verità e della giustizia, l’esasperazione della sensualità, la durezza del cuore… e questi elementi si sono amalgamati molto bene tra di loro in modo che dove ne trovi uno presto ci sono anche tutti gli altri. Se questo lievito entra nella farina la fermenta tutta, la rovina fino alle estreme conseguenze (divisioni di famiglie, uccisione in molti modi dell’uomo, odi, guerre…)

E il lievito buono?

Per me il lievito buono è Gesù che, venuto 2000 anni fa in un paesino sperduto del mondo ha mischiato la propria divinità alla nostra umanità. Vi ha messo la potenza di un Dio che ama, il suo sangue versato per amore, la sua parola capace di cambiare il mondo… Ne è venuto fuori un lievito che si chiama Amore e che da allora ha cominciato a far fermentare. Non è una cosa appariscente, dopo 2000 anni ancora non sempre è facile vederne i risultati e misurarne la quantità, ma opera, trasforma, amalgama, combatte il male. Non credo che né uomini né chiese possano pretendere di sostituirsi, impossessarsi, avere l’esclusiva di questo lievito. Viene da Dio ed Egli lo ha seminato e lo semina in ogni cuore. Unica cosa da fare: bisogna toglierlo dal frigorifero, impastarlo con la nostra farina e poi, magari, mettere l’impasto in un luogo scuro, riparato. Tutte le caratteristiche di quell’amore possono far impazzire la farina.

 

 

MERCOLEDI’ 31 OTTOBRE

Una scheggia di preghiera:

 

FAMMI PICCOLO, O GESU’, PER STARE VICINO A TE.

 

Tra i santi ricordati oggi: San Quintino; San Volfango.

Hanno detto: Che l'uomo cammini vicino o lontano, Dio non è mai distante; resta sempre vicino. e se non può restare nel cuore, non è comunque più lontano della soglia. (Meister Eckhart)

Saggezza popolare: Godere del peccato commesso è più grave del peccato stesso. (proverbio Musulmano)

Un aneddoto: Una leggenda racconta che San Cristoforo fu insultato da un tale in mezzo alla folla. Cristoforo, soldato alto e forte, afferrò l'avversario, sguainò la spada e stava per trafiggerlo mentre la folla intorno lo incitava gridando: "Uccidilo, Uccidilo!.." Si ricordò allora della parola del Signore: "Così il Padre mio celeste farà a voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello". Cristoforo, facendo un'enorme sforzo, represse la collera e ripose la spada nel fodero; al popolo che continuava a chiedere vendetta rispose: "Lo farei, ma non posso, perché sono cristiano".

Parola di Dio: Rm. 8,26-30; Sal 12;Lc. 13,22-30

 

Vangelo Lc 13, 22-30

Dal vangelo secondo Luca.

In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: "Signore, sono pochi quelli che si salvano?". Rispose: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi". Parola del Signore

 

“SONO POCHI QUELLI CHE SI SALVANO?”. (Lc. 13,23)

Gesù non risponde a questa domanda. Se Gesù avesse risposto: “Sono molti!”, si sarebbero messi tranquilli, dicendosi: “i salvati saranno tanti! Non è il caso di prendersela troppo!”; se avesse risposto: “Sì, sono pochi!” sarebbero rimasti bloccati: “Se sono pochi, io non sarò certamente uno di loro!” e avrebbero mancato di fiducia e di generosità. Ora, Gesù non vuole né il primo né il secondo atteggiamento. Egli desidera accendere in noi il fuoco dell'amore e impegnarci a corrispondere con tutte le nostre forze all'amore di Dio. “Sforzatevi di entrare”. È l'inquietudine dell'amore che glielo fa dire; se non desiderasse che tutti entriamo non parlerebbe così. Ed è ancora l'inquietudine dell'amore che gli fa usare parole severe, che lo spinge a farci conoscere quale rischio corriamo se non siamo fedeli ai suggerimenti dello Spirito in noi. Egli ci fa vedere quello che accadrebbe, proprio perché non accada.

     
     
 

Archivio